LINEE GENERALI DI ASSETTO IDROGEOLOGICO E QUADRO DEGLI INTERVENTI BACINO DEL

Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

10. Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

10.1 Caratteristiche generali

10.1.1 Inquadramento fisico e idrografico Il bacino del Toce ha una superficie complessiva di circa 1.778 km2 (2% del bacino del ), ubicato per il 90% circa (1.607 km2) in territorio italiano e per il rimanente in territorio svizzero. Il bacino si trova interamente in ambito montano. Il fiume Toce percorre interamente la valle , raccogliendo i numerosi affluenti e caratterizzato dalla abbondanza dei deflussi e dai valori molto elevati e impulsivi delle piene, a motivo dell’altitudine del bacino, delle estese superfici glaciali, nonché delle elevate precipitazioni meteoriche che sono caratteristiche. Il Toce ha origine dal lago del Toggia, a quota 2.191 m s.m., in prossimità della punta di Valrossa; i principali affluenti in destra sono i torrenti Devero, Diveria, Bogna, Ovesca, e, in prossimità della foce, ; in sinistra i torrenti e , che confluiscono entrambi in prossimità di . Tutti gli affluenti sono caratterizzati da ampie conoidi di deiezione sul fondovalle, che testimoniano l’attiva azione erosiva nelle parti alte del bacino e l’azione di trasporto nel tratto mediano del percorso. Ai fini delle analisi conoscitive e della successiva delineazione degli interventi di Piano, il bacino idrografico del Toce viene suddiviso nell’asta principale e nel bacino montano e rete idrografica minore1. Il quadro conoscitivo e di valutazione dei dissesti sui versanti e sulla rete idrografica minore è stato definito, in maggior dettaglio, separatamente per i sottobacini del – Verzasca, – Ceresio, Toce – Cusio, Verbano.

1 I sottobacini componenti il settore montano sono val d'Ossola, Lago d'Orta e tributari, valle Strona, valle Isorno, val , valle Antrona, valle Anzasca, val , val Antigorio, val Devero, val Diveria, val Vigezzo occidentale.

Autorità di bacino del fiume Po 147

Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

10.1.2 Caratteri generali del paesaggio naturale e antropizzato La val d’Ossola, nella quale scorre il Toce, è una lunga valle dalla morfologia larga e poco movimentata fino a Domodossola, più stretta dopo Crevolados- sola. Più a nord si apre nella conca alpina della val Formazza, che termina con il passo di San Giacomo, al confine svizzero, dove ha origine il Toce. Nella val d’Ossola convergono le valli degli affluenti del Toce: la lunga valle Anzasca, con testata presso le pendici orientali del ; la valle di Antrona, ricca di acque sfruttate per produzione di energia elettrica; la breve valle Bognanco, folta di boschi; la val Divedro, la più importante per l’economia dell’Ossola, attraversata dalla galleria del Sempione; la val Devero e la val Vigezzo, di elevato valore paesistico-ambientale, l’unica grande vallata che si apre verso est, in direzione di e della punta settentrionale del lago Maggiore. Incassata tra la val d’Ossola e la Valsesia si configura, infine, la val Strona, nella quale scorre il torrente Strona, ultimo affluente, in destra orografica, del Toce prima dello sbocco nel Verbano. Le vicende storiche dell’Ossola furono piuttosto tumultuose; divisa nell’XI secolo tra la diocesi novarese e l’arcidiocesi milanese, nel corso del XIII secolo si frammentò in vari comuni, ciascuno dei quali si resse con statuto proprio, come accadeva nelle vicine comunità valsesiane. Perduta la propria autonomia alla fine del XIV secolo, passò sotto varie dominazioni, seguendo le sorti del regno sabaudo a partire dalla prima metà del XVIII. Il territorio è ricco di elevati valori naturalistici e paesaggistici dovuti alla presenza di incontaminati paesaggi alpini e di un consistente patrimonio d’arte relativo soprattutto al periodo romanico. Fin dalla più remota antichità l’area è stata tuttavia interessata da eventi di carattere straordinario, caratterizzati da precipitazioni eccezionali, che nel corso dei millenni ne hanno profondamente modellato la morfologia, tanto che si può affermare che non vi furono luoghi da potersi considerare sicuri per l’insediamento umano. Un caso emblematico è costituito dalla città di Domodossola, dove i livelli archeologici risalenti al primo secolo dopo Cristo si trovano a profondità variabile fra 3 e oltre 10 m. Il soprelevamento del terreno è dovuto alle piene del torrente Bogna (affluente del Toce) che nel corso dei due millenni trascorsi hanno periodicamente interessato il territorio urbanizzato.

Autorità di bacino del fiume Po 149 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Situazioni analoghe si verificano per i centri abitati ubicati sulle conoidi degli affluenti del Toce. Nonostante i disastri, gli insediamenti non si sono mai spostati dall’ubicazione originaria, a causa della scarsa disponibilità di terreni da urbanizzare per via della natura montana del territorio. Nell’area montana del bacino, nel comprensorio delle Alpi Lepontine, tra la val d’Ossola e la val Cairasca, il territorio è tutelato dai parchi regionali Alpe Devero ed Alpe Veglia. All’estrema punta settentrionale della val d’Ossola è sito il biotopo val Formazza-Rifugio M. Luisa. Le aree sono caratterizzate dalla presenza di morfologie glaciali e post-glaciali (circhi, terrazzi, valli sospese, laghetti). Il parco regionale Alpe Devero, di valore naturalistico molto alto, presenta rocce di varia origine, tra cui i calcescisti, sui quali insistono fenomeni carsici che ricordano le Dolomiti; la vegetazione, montana e alpina, è costituita da formazioni di larice, abete rosso, sorbo degli uccellatori, ontano verde. Oltre il limite della vegetazione arborea sono presenti pulvini di ginepro e praterie d’altitudine. Queste ultime fitocenosi sono ricche di specie, tra cui compaiono ginestre, anemoni, eriofori, potentille, orchidee. Il sottobosco è costituito da mirtillo nero, rododendro e uva spina. La fauna è tipicamente alpina (camoscio, capriolo, pernice bianca, aquila reale, fagiano di monte). L’Alpe Veglia presenta un paesaggio aspro, delimitato verso sud-est da vette elevate. Il substrato è prevalentemente granitico con scisti calcareo argillosi. Anche qui i caratteri vegetazionali e faunistici (stambecco, camoscio, marmotta, lepre variabile, martora) sono tipici degli ambiti alpini. Sono presenti boschi di conifere in cui prevale il larice, con esemplari di estremo interesse per le forme che hanno assunto col tempo a causa degli agenti atmosferici; il sottobosco è costituito da arbusteti a rododendro e mirtillo (Vaccinio-Rhododendretum). Notevole la flora delle praterie di quota ad elevata ricchezza di specie, di cui alcune molto rare (Gentiana brachyphylla, Astragalus leontinus, Kobrenia simpliciscula, orchidacee, Saxifraga spp.). Nell’area val Formazza-Rifugio M. Luisa di grande valore naturalistico risulta la presenza nella zona di un rodoreto umido. Lungo il corso del Toce sono presenti le riserve regionali Sacro Monte Calvario di Domodossola, Fondo Toce ed il biotopo di rilevanza naturalistica denominato Greto Torrente Toce tra Domodossola e .

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Il Sacro Monte Calvario di Domodossola, situato sul colle Mattarella, sulla riva destra del Toce, a ovest dell’abitato di Domodossola, è luogo di uno dei complessi architettonici religiosi più interessanti dell’Ossola, realizzato nella seconda metà del Seicento: nell’area è presente vegetazione mesofila con numerose specie esotiche e alloctone. La riserva Fondo Toce è localizzata all’imbocco della val d’Ossola, dove il Toce sfocia nel Verbano. L’ambito è strettamente fluviale e presenta un substrato prevalente di tipo alluvionale. Nell’area si possono osservare le tappe dell’evoluzione sin qui avvenuta del corso d’acqua: la vegetazione è di tipo ripariale e acquatico con estesi canneti a Phragmites australis. E’ presente la sottospecie endemica di castagna d’acqua del Verbano. Sulle rive e nei ghiaieti abbandonati dal fiume si trovano popolamenti di Salici sia arborei che arbustivi. La fauna è legata all’ambiente acquatico; in particolare sono numerosi gli anatidi e gli svassi. Tra gli anfibi sono presenti il tritone punteggiato, la rana verde, la raganella, il rospo e, tra i rettili, la natrice dal collare. Il biotopo di rilevanza naturalistica denominato Greto Torrente Toce tra Domodossola e Villadossola comprende l’area golenale e il tratto fluviale del Toce compreso tra Domodossola e Villadossola; la vegetazione è costituita da formazioni pioniere a salice bianco, salice delle capre, pioppo bianco, associate a specie erbacee igrofile. L’area è molto importante in quanto estremo limite settentrionale di nidificazione in Piemonte di Calandrella e Bigia padovana; passeriforme tipico di aree golenali, parasteppiche la prima, di aree cespugliate e boscate nei pressi dei corsi d’acqua la seconda.

10.1.3 Aspetti geomorfologici e litologici Nel seguito si descrivono le principali caratteristiche geolitologiche del bacino con particolare attenzione verso quei litotipi che per le proprie caratteristiche geomeccaniche manifestano alti gradi di erodibilità e/o propensione a dissesti gravitativi; fra parentesi si indica la sigla del litotipo riportata nella cartografia geolitologica, alla scala 1:250.000, contenuta nell’elaborato di Piano n. 6. I litotipi maggiormente rappresentati all’interno del bacino del fiume Toce sono i termini litoidi massivi (LMM, LMI) e i termini litoidi con discontinuità frequente (LDM, LDI); in subordine si riscontrano depositi glaciali (DGL), depositi eterogenei di versante (DEV) e alluvioni fluvio-lacustri (AFL). Le formazioni a litoidi metamorfiche massive (LMM) si trovano per tutta la zona di monte del bacino fino a Domodossola; riprendono poi più a valle,

Autorità di bacino del fiume Po 151 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

interdigitandosi con litoidi ignei massivi (LMI) tra le località di Pallenzo e la foce nel lago Maggiore. L’intero bacino è comunque predominato da formazioni litoidi metamorfosate (LDM) con discontinuità frequenti. Nella zona di valle, presso la foce del Toce, si trova un affioramento di termini litoidi ignei con discontinuità frequenti (LDI). I depositi di origine quaternaria sono costituiti da depositi glaciali e fluvio-glaciali (DGL), da prodotti di detrito eluvio-colluviali e da detrito di falda (DEV) e, lungo i corsi d’acqua principali, da alluvioni fluviali e lacustri (AFL).

10.1.4 Aspetti idrologici

10.1.4.1 Caratteristiche generali Il regime pluviometrico del Toce è classificabile come tipo sub-litoraneo alpino. Presenta due massimi e due minimi, con il valore del massimo primaverile sostanzialmente uguale a quello autunnale e con minimo invernale inferiore a quello estivo. Le punte primaverili e autunnali hanno valori medi mensili dell’ordine dei 160 mm; i minimi estivi e invernali hanno valori medi mensili rispettivamente dell’ordine dei 100 mm e dei 60 mm. Il totale delle precipitazioni medie annue è di circa 1.400 mm.

10.1.4.2 Portate di piena e piene storiche principali Nel bacino idrografico del Toce le stazioni di misura per le quali sono disponibili valori storici delle portate di piena sono elencate in Tab. 10.1.

Tab. 10.1. Valori delle portate di piena storiche nel bacino del Toce

Sezione Superficie Hmedia Hmin Qmax qmax Data km2 m s.m. m s.m. m3/s m3/s km2 Isornino a Zornasco 13 1.410 750 175 13,46 07/08/78 Olocchia a Ponte Anzino 20 1.500 530 250 12,50 07/08/78 Melezzo a 52 1.221 297 300 5,77 07/08/78 Strona di a Ponte Fornero 54.3 1.359 525 132 2,43 13/06/38 Isorno a Pontetto 73 1.600 346 280 3,84 07/08/78 Toce a Cadarese 183 2.046 728 132 0,72 16/09/60 Anza a 250 1.785 245 895 3,58 01/10/19 Toce a Candoglia 1.532 1.641 198 2.100 1,37 28/08/54

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L’evento più gravoso che ha interessato il bacino del Toce risale all’agosto del 1978. L’alluvione produsse danni particolarmente rilevanti in val Vigezzo e in valle Anzasca. Si riportano in ordine cronologico i principali eventi alluvionali occorsi negli ultimi 200 anni: • 1868, allagamenti nei paesi rivieraschi del lago Maggiore, • 1900, alluvione sul Toce (23-27 agosto), • 1907, allagamento di alcuni centri rivieraschi del lago Maggiore (18 ottobre), • 1958, alluvione nella media valle del Toce, con danni particolarmente rilevanti sugli affluenti di destra (19 agosto), • 1977, piena sul Toce (6-10 ottobre), • 1978, alluvione nel bacino del Toce (6-10 agosto). Il 7 agosto 1978 si è verificato un evento di piena sul Toce con dissesti di particolare gravità soprattutto su alcuni dei suoi affluenti. Le piogge di breve durata ma di notevole intensità sono cadute prevalentemente nel pomeriggio tra le 16 e le 20 mentre il nucleo del nubifragio si spostava da sud-est verso nord-ovest. Le altezze di pioggia misurate in 12 ore sono dell’ordine dei 205-230 mm. L’esiguo numero di pluviografi non consente di definire con precisione il centro di massimo rovescio; sulla base della concentrazione dei dissesti, si ritiene che il nubifragio abbia raggiunto la massima intensità in 2 aree; una sul versante sinistro della Val Vigezzo fino alla testata del Melezzo Occidentale e del Fenecchio; l’altra sulla media valle Anzasca. Le portate risultarono particolarmente rilevanti sugli affluenti minori, ma non eccezionali sul Toce dove a Candoglia fu stimata una portata massima al colmo di 2137 m3/s contro i 3650 m3/s misurati durante l’evento del 7 ottobre 1977, in cui le piogge, benché della stessa entità complessiva e distribuite su un’area più vasta, furono decisamente meno intense. Da ricordare che sul Maggia, affluente del Lago Maggiore in territorio svizzero, con cui il Toce ha in comune una parte dello spartiacque, in corrispondenza della confluenza sul lago fu stimata una portata di 5000 m3/s (superficie 926 km2). In definitiva tuttavia i danni provocati nel 1978 dagli affluenti furono molto più gravi di quelli causati dalle esondazioni del Toce nel 1977. In particolare nel 1978 vi furono su alcuni tributari minori fenomeni di lava torrentizia o debris flow che investendo gli abitati costruiti sulle conoidi provocarono danni gravissimi. In alcuni casi furono osservate inoltre onde di piena anormalmente accresciute dal trasporto solido e, soprattutto, dall’improvviso cedimento di sbarramenti naturali creati nelle fasi precedenti dalle acque in piena o da eventuali frane;

Autorità di bacino del fiume Po 153 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

• 1993, alluvione sull’Anza (affluente destra del Toce), allagamenti dei paesi rivieraschi del Lago Maggiore (22-25 settembre).

10.1.5 Assetto morfologico e idraulico

10.1.5.1 Caratteristiche generali Dalla confluenza dell’Isorno a Piedimulera il corso d'acqua assume carattere sinuoso; in alcuni settori l’alveo attivo raggiunge una larghezza di alcune centinaia di metri, mentre l’alveo di piena straordinaria può superare gli 800 m. Nella prima parte del tratto la struttura è pluricursale ramificata, che diviene monocursale con barre non stabilizzate da Villadossola alla località Ponte di Masone (Piedimulera). Lungo questo tratto di fiume confluiscono in destra il Bogna, l’Ovesca e l’Anza; in sinistra l’Isorno e il Melezzo Occidentale. Dalla località Ponte di Masone al ponte di Cuzzago l’andamento debolmente sinuoso tende a diventare quasi rettilineo in prossimità di Megolo di Fondo. La struttura è monocursale con barre e rare isole. Dal ponte di Cuzzago a l’alveo scorre incassato tra due scarpate profonde con andamento che da sinuoso tende a divenire quasi rettilineo nella seconda metà del tratto. La struttura è monocursale con barre e rare isole. Il tratto terminale fino allo sbocco nel lago Maggiore è caratterizzato da ampie curve alternate a tratti rettilinei, con spiccata tendenza a meandrizzare in prossimità del lago. La struttura è monocursale con rare barre e isole.

10.1.5.2 Fenomeni di erosione spondale I fenomeni erosivi, spesso di natura puntuale e di entità tale da non rappresentare situazioni critiche per centri abitati e infrastrutture, interessano il settore a monte di Domodossola ed estesi settori dell’intero tratto da Domodossola allo sbocco nel lago Maggiore. Risultano più intensi a monte di Megolo di Fondo e nel tratto dal ponte di Cuzzago fino all'altezza di Ornavasso.

10.1.5.3 Tendenza evolutiva del fondo alveo Il profilo longitudinale del Toce, nel tratto dalla confluenza dell’Isorno allo sbocco nel Lago Maggiore, non evidenzia in genere apprezzabili tendenze all’approfondimento dell'alveo. Solo localmente, in più tronchi, si riscontra la tendenza alla canalizzazione e alla riduzione della lunghezza della linea di thalweg, con la conseguente graduale disattivazione dei canali attivi, riutilizzati solo in occasione delle piene. Almeno per quanto riguarda il tratto dalla

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confluenza dell’Isorno a Villadossola, una causa del restringimento dell'alveo è addebitabile agli argini realizzati per la protezione del rilevato della superstrada - Domodossola, il cui tracciato si sviluppa prevalentemente a ridosso del torrente. Un notevole restringimento dell'alveo e una modesta diminuzione della lunghezza della linea di thalweg si rileva nel tratto da Ponte di Masone allo sbocco nel lago Maggiore

10.2 Quadro dei dissesti

10.2.1 Quadro dei dissesti sul corso d’acqua principale Nell’alto bacino fino alla sezione di chiusura di , risultano ancora evidenti i segni di dissesto lungo l’asta principale e i tratti di conoide dei rii laterali conseguenti agli eventi alluvionali del ‘87 e del ’93. Lungo gran parte del tratto è ancora presente un abbondante deposito in alveo, in particolare nella zona compresa tra il capoluogo Formazza e la località Fondovalle. Gli effetti delle erosioni di sponda e di fondo alveo si riscontrano soprattutto ai nodi di confluenza con i tributari e sulle infrastrutture presenti, in particolare sulle fondazioni delle opere di attraversamento. La tendenza alla canalizzazione di alcuni tratti tende a ridurre le capacità di laminazione del corso d’acqua. Tale situazione si riscontra in particolare a monte della confluenza nel Lago Maggiore, dove estese aree sono soggette agli effetti delle esondazioni del Toce a causa dei rigurgiti provocati dai livelli di piena del lago.

10.2.2 Quadro dei dissesti sui versanti e sulla rete idrografica minore Come indicatori di dissesto vengono presi in considerazione i fenomeni gravitativi che interessano i versanti e i processi fluvio-torrentizi sui corsi d’acqua; rientrano nel primo caso le frane e le valanghe mentre per il secondo caso si fa riferimento alle esondazioni, ai processi di erosione di sponda e di fondo e ai fenomeni di sovralluvionamento e/o di trasporto di massa in corrispondenza delle conoidi. La Tab. 10.2 evidenzia i valori che esprimono, in sintesi, e caratterizzano i diversi fenomeni di dissesto. I fenomeni di dissesto maggiormente presenti, che interessano diffusamente buona parte del bacino, risultano essere le frane, le esondazioni, il dissesto della rete torrentizia, i fenomeni a carico delle conoidi e le valanghe. Tra la val Devero e la val Divedro vi è un’area a franosità molto elevata, contornata da una fascia di territorio altrettanto ampia, sempre ad alto indice di

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franosità, che interessa la valle fino a Domodossola estendendosi quindi, con una propaggine a tutta la valle Antrona.

Tab. 10.2. Superfici in dissesto relative a conoidi, esondazioni, frane, corsi d’acqua soggetti ad erosione e/o sovralluvionamento, numero dei corridoi di valanga (valori riferiti al settore montano)

Sottobacino Superficie Superficie Conoide Esondazione Erosione Franosità Franosità Valanghe settore Sovralluvion. osservata potenziale montano aste km2 km2 km2 km2 km km2 km2 Numero Maggia - 159 159 1 0 36 1 6 0 Verzasca Tresa - Ceresio 362 362 5 0 8 1 12 46 Toce - Cusio 1.607 1.607 21 47 330 55 61 49 Verbano 1.048 1.048 7 8 47 4 30 0 Totale 3.176 3.176 34 55 421 61 109 95

La franosità risulta molto elevata anche nei territori dei comuni di Vanzone (valle Anzasca) e (valle Strona) e sui versanti settentrionali del Mottarone. I dissesti a carico delle conoidi hanno un’alta incidenza lungo tutta l’asta principale del Toce, in particolare nei tratti a monte di Domodossola, tra Villadossola e e sulla riva orientale del Lago d’Orta (Mottarone). Il fenomeni torrentizi maggiormente presenti sono i sovralluvionamenti (circa il 60 % dei casi), l’erosione di sponda (circa il 30 % dei casi) e l’erosione di fondo (circa il 5 % dei casi). In tutto il bacino permane una situazione di elevato dissesto dei corsi d’acqua, tale situazione è maggiormente critica nella media valle Anzasca e alla testata del Melezzo presso . Si ha alta incidenza di fenomeni di esondazione lungo il corso principale a valle di Crevola d’Ossola (confluenza dei torrenti Diveria, Isorno e Melezzo), sullo Strona e alla testata dell’Anza; questi fenomeni sono molto elevati in corrispondenza del territorio di Villa d’Ossola. I fenomeni valanghivi caratterizzano l’alta val d’Ossola (a monte di Crevola), le testate della val Divedro, della valle Strona e quasi integralmente la valle Anzasca.

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10.2.3 Stima della pericolosità a livello comunale La Tab. 10.3 riporta il numero di Comuni soggetti alle diverse classi di pericolosità. La maggior parte dei Comuni del bacino è interessato da alti livelli di pericolosità per dissesto della rete torrentizia, così come è alta lungo il corso principale la pericolosità per esondazione e dissesto in conoide; la pericolosità per frana risulta caratterizzata dalla presenza di indici medi e alti con prevalenza dei primi. Il margine occidentale del bacino è caratterizzato da un indice medio di pericolosità per valanghe.

Tab. 10.3. Numero e percentuale di Comuni per classe di pericolosità Classe di pericolosità Moderata Media Elevata Molto elevata Sottobacino No Comuni No % No % No % No % Toce 49 3 6,1 13 26,5 31 63,3 2 4,1

10.3 Livello di protezione esistente sul Toce

Nel tratto di monte fino a Crevoladossola, le opere di difesa spondale e di stabilizzazione del fondo sono presenti in corrispondenza dei centri abitati, degli insediamenti produttivi e delle zone interessate dalla viabilità. La tipologia prevalente delle opere longitudinali è costituita da muri in calcestruzzo, in pietrame o in pietrame e malta. Opere di difesa spondale e di stabilizzazione del fondo sono inoltre presenti lungo le numerose conoidi degli affluenti secondari. A meno dei ponti di Riale e di Fondovalle nel comune di Formazza, le opere di attraversamento non presentano generalmente pile in alveo che ostacolano il deflusso. Nel tratto tra la confluenza dell’Isorno e Piedimulera, l’alveo del fiume è delimitato da arginature discontinue e dalla superstrada di fondovalle. Fatta eccezione per i tratti sprovvisti di argini, tali opere risultano in genere adeguate alla protezione dei centri abitati e delle infrastrutture. La stabilità morfologica dell’alveo è inoltre garantita dalle esistenti opere di difesa spondale. A meno di una ristretta area in prossimità del ponte di Vogogna, i centri abitati sono posizionati alle spalle degli argini o del rilevato della superstrada, e le aree di golena sono occupate prevalentemente da terreni incolti. Gli attraversamenti di rilievo sono rappresentati dalla linea FS del Sempione, dalla SS 337, dalla SS 33 e della nuova superstrada.

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A valle del ponte stradale di Domodossola gli argini proseguono sulla sponda sinistra. Alcuni capannoni industriali ubicati in prossimità della sponda destra, protetta da difese in massi, si trovano in condizioni di potenziale rischio. Poco a valle il Toce è attraversato da due ponti ferroviari, uno a monte in muratura protetto da una soglia in massi, l’altro in calcestruzzo armato. Lungo quasi tutto il tratto compreso tra i due ponti ferroviari di Domodossola e il ponte della SS 33 tra Piedimulera e Vogogna, la protezione del fondovalle in destra, fortemente urbanizzato e industrializzato, è assicurata solo dal rilevato della superstrada che tuttavia è interrotto in più punti in corrispondenza degli attraversamenti degli affluenti del Toce e dei sottopassi stradali. L’attraversamento a Masone della SS 33 è costituito da una struttura a cinque campate con pile in alveo. Le sponde sono protette da difese in massi e le pile, parzialmente scalzate, da una soglia in massi. L’ingombro in alveo, anche grazie ai rilevati di accesso, determina la riduzione della sezione libera per il deflusso delle piene e, conseguentemente, il rischio di esondazione nelle aree in prossimità del fiume occupate da abitazioni. Poco a valle del ponte della SS 33 confluisce in destra il torrente Anza. Da Piedimulera a Ornavasso, le aree urbanizzate in prossimità dell’alveo sono protette da argini e dal rilevato della superstrada in destra e da quello ferroviario in sinistra. Gli attraversamenti più rilevanti sono rappresentati da due ponti della superstrada e da due ponti ferroviari. Le sponde presso Ornavasso sono elevate, le costruzioni arrivano fino all’orlo delle scarpate e il ponte stradale è protetto da difese di sponda e da una soglia. Il ponte stradale tra Cuzzago e Ornavasso si trova in una situazione piuttosto critica: presenta pile in alveo parzialmente scalzate e una soglia di protezione in massi con evidenti segni di dissesto. Le rampe di accesso al ponte ostruiscono inoltre la golena, risultando pertanto a rischio in caso di eventi di piena. In aggiunta ai danni che potrebbe subire direttamente la struttura, in caso di piena potrebbe verificarsi l’aggiramento in sinistra, dove non sono presenti arginature. Circa un chilometro a valle è ubicato un ponte ferroviario in viadotto con sezione adeguata, ma la cui unica pila in alveo appare visibilmente scalzata, nonostante a sua protezione siano stati gettati dei massi di cava. All’altezza del capoluogo di Ornavasso il fiume scorre tra due sponde relativamente alte, a tratti difese da scogliere in massi; numerose abitazioni e alcuni impianti industriali sono ubicati in prossimità del fiume e possono essere raggiunti dalle acque in caso di eventi di piena.

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All’altezza di Gravellona Toce confluisce in sinistra il torrente Strona; tutte le aree urbanizzate ubicate in prossimità dell’alveo a partire dal nodo di confluenza risultano scarsamente protette dai livelli di piena del Toce. Tra queste figura uno stabilimento industriale presente in sinistra, alcune centinaia di metri a monte del ponte della SS 34 di Gravellona Toce. Contribuiscono ad ostacolare il deflusso in golena i rilevati del ponte ferroviario e del ponte stradale a monte del nodo di confluenza nel lago Maggiore. Le uniche opere idrauliche rilevate sono alcune difese in prismi di calcestruzzo, nella zona di confluenza del torrente Strona.

10.4 Individuazione degli squilibri

10.4.1 Gli squilibri sul corso d’acqua principale e nei territori di fondovalle Le principali situazioni di squilibrio sono riconducibili ai punti di seguito illustrati: • assetto morfologico dell’alveo instabile, con tendenza alla modificazione del tracciato planimetrico e longitudinale. L’instabilità morfologica si riscontra in diversi tratti del corso d’acqua, risultando accentuata ai nodi di confluenza dei torrenti Diveria, Isorno, Melezzo, Bogna, Ovesca e Anza; • presenza di aree golenali parzialmente interessate dalle infrastrutture e/o da insediamenti che vengono a essere coinvolti in misura significativa sia da allagamenti in caso di piena sia da fenomeni di erosione locale di fondo o di sponda; • sistema difensivo discontinuo e inadeguato al contenimento dei livelli idrici di piena. I fenomeni di scalzamento al piede delle fondazioni delle infrastrutture di attraversamento, prodotti dall’instabilità morfologica del fondo alveo, si manifestano in particolare agli attraversamenti di Domodossola, Ponte di Masone, Vogogna e Ornavasso. Il sistema difensivo tra la confluenza dell’Isorno e Ornavasso, costituito da arginature discontinue e, in destra, dal rilevato della superstrada, non garantisce un adeguato livello di protezione, essendo il rilevato della superstrada da solo insufficiente al contenimento dei livelli idrici di piena.

Autorità di bacino del fiume Po 159 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Problemi di esondazione, provocati dal rigurgito del Toce in concomitanza dei livelli di piena del Lago Maggiore, coinvolgono abitati e infrastrutture presenti a valle di Gravellona Toce.

10.4.2 Gli squilibri nei territori collinari e montani Le principali condizioni di squilibrio connesse ai fenomeni di dissesto che interessano il reticolo idrografico minore nella parte montana del bacino sono connesse agli ingenti fenomeni di trasporto in massa responsabili dei sovralluvionamenti nei tratti in cui si verificano riduzioni di pendenza del profilo di fondo e, in particolare, della formazioni di conoidi ai nodi di confluenza. I fenomeni di elevato trasporto solido interessano principalmente: • le aste principali del Melezzo Occidentale e del Diveria e le relative reti secondarie, • lo Strona tra Campello Monti e Rosarolo, nel tratto a valle del lago d’Orta e tutti i suoi affluenti, • il tratto inferiore dell’Isorno tra la centrale idroelettrica e il ponte di Masera, • il Devero e i torrenti Buscagna e Bandolero, • il Bogna a valle di Fonti, i rii a ovest di Pizzanco e di S. Lorenzo e tra S. Lorenzo e Graglia, • l’asta principale dell’Ovesca e il torrente Brevettola, • l’asta principale dell’Anza. I corsi d’acqua maggiormente interessati da sovralluvionamenti sono: • lo Strona tra Forno e Rosarolo e gli affluenti nella zona di Piana di Forno e S. Giulio (), • il Devero all’altezza di Ponte, • il Diveria, il Bogna e il Melezzo occidentale in più tratti, • l’Ovesca a monte di e tra le località Lacasca e Rivera, • l’Anza a monte di . Numerose risultano inoltre le conoidi attive, le principali delle quali sono nella valle Anzasca, nel settore mediano della valle dell’Isorno, in numerose aste secondarie del Devero, in destra del Bogna nel settore vallivo all’altezza delle località Pizzanco-Graniga, sugli affluenti dell’Ovesca a monte di Viganella, sul

160 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

rio di Pettenasco e sui rii nel comune di Omegna che scendono dal Mottarone (valle Strona). L’assetto morfologico della rete idrografica risente infine di fenomeni di instabilità che si manifestano con tratti in erosione di fondo e spondale. Sono in particolare interessati da erosione di fondo il Melezzo occidentale, il tratto terminale del Diveria, il tratto terminale del torrente Nigulia (emissario del Lago d’Orta) a monte della confluenza nello Strona, il tratto inferiore dell’Isorno tra la centrale idroelettrica e il ponte di Masera, il tratto terminale del Bogna e dell’Ovesca, l’Anza nella zona di Vanzone S. Carlo e il torrente Olocchia. I fenomeni di erosione spondale più rilevanti si localizzano al piede dei versanti nel tratto terminale del Melezzo occidentale, sul Diveria a monte di , sullo Strona all’altezza dell’abitato di Casal Corte Cerro, sul Devero all’altezza della località Ponte, sull’Ovesca in corrispondenza dell’impianto idroelettrico di Rovesca e dell’ansa a valle della località Prabernardo Madonna, sull’Anza a valle della loc. Fornalei (Macugnaga), a monte di Pestarena, in località Campioli e nel tratto a valle di . Per i versanti le più frequenti cause di dissesto sono rappresentate dai fenomeni di crollo, diffusamente presenti in tutti i settori del bacino. Assumono particolare rilevanza in corrispondenza delle pareti rocciose più fortemente acclivi alla base delle quali si trovano centri abitati e infrastrutture viarie (valle del Devero, valle del Melezzo occidentale, valle del Bogna). Gli altri settori del bacino in cui individuano le principali manifestazioni di frane da crollo sono: • valle del Toce, a Formazza (località Canza-Grovella e Fondovalle), a e nel tratto medio-inferiore dei versanti a valle di Villadossola; • lago d’Orta e valle Strona: versante destro tra gli abitati di Otra e Chiomo (Massiola) e aree di limitata estensione nella parte alta del bacino e nella zona di Omegna; • valle del Diveria: nel settore medio-alto del bacino dell’asta principale; • valle dell’Ovesca: nel settore superiore (zona di Antrona Schieranco) e nel tratto inferiore della valle tra Viganella e Villadossola; • valle dell’Anza: nel settore superiore a monte di . Deformazioni gravitative profonde e frane complesse si rilevano in tutte le vallate del bacino. In particolare l’intero versante nella zona di , il versante destro del Melezzo Occidentale, le vallate laterali nel settore medio-alto del bacino del Diveria, ampi settori di versante nel settore medio-superiore della valle dell’Isorno, estesi settori di versante nella parte alta del bacino del Devero,

Autorità di bacino del fiume Po 161 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

le parti medio-alte dei versanti rocciosi del bacino del Bogna, la valle dell’Anza. Nella zona del lago d’Orta e nella valle dello Strona interessano principalmente il settore vallivo all’altezza di Loreglia, il tratto di fondovalle principale tra la loc. Fornero e il capoluogo di e la zona di Forno, in comune di Massiola. Nella valle dell’Ovesca coinvolgono estesi settori di versante di fronte all’abitato di Viganella e nell’alta valle a monte di Antronapiana (Antrona Schieranco). I fenomeni di fluidificazione dei terreni superficiali si localizzano sul versante destro del Melezzo occidentale, sul versante destro del bacino del torrente di Varzo (valle del Diveria), nel bacino del rio dell’Inferno e lungo la parte inferiore del versante antistante Pettenasco (lago d’Orta e valle Strona), sul versante sinistro del tratto inferiore della valle dell’Isorno. Le valanghe interessano entrambi i fianchi vallivi nella zona di Ponte (valle del Toce), il versante sinistro della valle Cairasca (valle del Diveria), il versante sud a occidente della località Forno (lago d’Orta e valle Strona), un esteso settore di versante compreso tra il torrente Devero e il rio Bandolero, il versante meridionale di fronte alle località Pizzanco, Graglia e S. Lorenzo (valle del Bogna), il versante settentrionale a monte della località Prato (Viganella) e le pendici sud-ovest del monte Fornalino (valle dell’Ovesca), il versante sinistro esposto a sud tra Ceppo Morelli e la testata della valle dell’Anza. Nel settore montano del bacino si contano molte situazioni puntuali di dissesto (260) che interessano ben il 70% dei Comuni dell’intero bacino; più di 100 sono i centri abitati interessati da tali dissesti i quali danno anche luogo ad una decina di interferenze con infrastrutture di viabilità (strade e ferrovie).

10.4.3 Stima del rischio totale a livello comunale La Tab. 10.4 riporta il numero dei Comuni soggetti a rischio. Si osserva che circa la metà dei Comuni del bacino risulta a rischio da elevato a molto elevato.

Tab. 10.4. Numero e percentuale di Comuni per classe di rischio Classe di rischio Moderato Medio Elevato Molto elevato Sottobacino No Comuni No % No % No % No % Toce 49 6 12,3 18 36,7 20 40,8 5 10,2

162 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

10.5 Linee di intervento sull’asta del Toce

10.5.1 Linee di intervento strutturali

10.5.1.1 Tratto dalla sorgente alla confluenza dell’Isorno Le linee di intervento di seguito indicate rappresentano l’applicazione alla situazione del bacino idrografico del Toce, quale emerge dalle analisi conoscitive e dalle elaborazioni condotte, dei criteri generali definiti a scala di intero bacino idrografico del Po, espressi nella Relazione generale, a cui si rimanda. Gli interventi strutturali sulle aste sono coerenti con l’assetto di progetto definito nell’ambito della delimitazione delle fasce fluviali e con la relativa regolamentazione dell’uso del suolo nella regione fluviale, che rappresenta il più importante intervento a carattere non strutturale per i corsi d’acqua principali. Nel tratto dalla sorgente alla confluenza dell’Isorno la fascia di esondazione (fascia B) rimane contenuta all’interno dei limiti morfologici naturali. Si conferma l’attuale assetto del corso d’acqua. Gli interventi strutturali previsti sono di seguito indicati: a) miglioramento della capacità di laminazione naturale delle piene nei tratti non urbanizzati; b) realizzazione di opere di difesa spondale con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso a carattere prevalentemente locale in prossimità degli abitati; c) interventi di manutenzione straordinaria dell’alveo e delle opere idrauliche anche tramite interventi di ripristino, adeguamento e completamento di opere esistenti.

10.5.1.2 Tratto dalla confluenza Isorno a Piedimulera La fascia di esondazione (fascia B) è individuata dai limiti morfologici naturali di contenimento della piena di riferimento, a eccezione di situazioni puntuali in prossimità di abitati in corrispondenza dei quali si attesta su opere di contenimento dei livelli in progetto. Gli interventi strutturali da realizzare sono di seguito indicati:

Autorità di bacino del fiume Po 163 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

a) contenimento dei livelli di piena con tempo di ritorno di 200 anni tramite realizzazione di nuovi argini, ovvero adeguamento e completamento di quelli esistenti: - a monte della confluenza dell’Isorno, in sinistra, a protezione dell’abitato di Pontetto; - a valle della confluenza del Melezzo, a carattere continuo su entrambe le sponde e comprendendo le principali confluenze, a difesa di Domodossola, Cosa e Quarata; - in prossimità della confluenza del rio delle Ravine, su entrambe le sponde, a difesa dell’abitato di Beura; - in prossimità della confluenza del torrente Ovesca, su entrambe le sponde, a difesa dell’abitato di Villadossola e Gaggio; - in prossimità della confluenza del rio di Prata, su entrambe le sponde, a difesa dell’abitato di Prata e Carale; - in prossimità della confluenza del torrente Anza, a difesa dell’abitato di Piedimulera; - in località Campo Albino, adeguamento in quota delle arginature esistenti in sponda sinistra; b) incremento della capacità di deflusso dell’alveo attivo tramite interventi di ricalibratura e movimentazione dei depositi presenti a tratti; c) realizzazione di opere di difesa spondale con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso a carattere locale a difesa di infrastrutture e abitati; d) sistemazione dei nodi di confluenza.

10.5.1.3 Tratto da Piedimulera a Ornavasso Gli interventi strutturali da realizzare sono di seguito indicati. a) contenimento dei livelli di piena con tempo di ritorno di 200 anni tramite realizzazione di nuovi argini, ovvero adeguamento e completamento di quelli esistenti: - adeguamento in quota dell’argine esistente in sinistra tra Dresio e Vogogna a difesa degli abitati; - in sinistra, alla confluenza dell’affluente presso Rumianca, a difesa dell’abitato;

164 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

- in destra in prossimità di Anzola d’Ossola; - in destra, a difesa dell’abitato di Ornavasso; b) incremento della capacità di deflusso dell’alveo attivo tramite interventi di ricalibratura e movimentazione dei depositi di inerti in tutto il tratto; c) realizzazione di opere di difesa spondale a carattere locale con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso e a protezione di infrastrutture; d) sistemazione dei nodi di confluenza.

10.5.1.4 Tratto da Ornavasso alla confluenza nel Lago Maggiore Gli interventi strutturali da realizzare sono di seguito indicati. a) contenimento dei livelli di piena con tempo di ritorno 200 anni tramite realiz- zazione di nuovi argini o adeguamento e completamento di quelli esistenti: - in comune di , in sinistra, a difesa dell’abitato; - a difesa dell’abitato di Gravellona Toce, in destra, dalla località Feriolo sino in prossimità della confluenza del torrente Strona e risalente lungo lo stesso su entrambe le sponde; b) incremento della capacità di deflusso dell’alveo attivo tramite interventi di ricalibratura e movimentazione dei depositi presenti a carattere sporadico; c) realizzazione di opere di difesa spondale con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso a difesa di abitati.

10.5.2 Linee di intervento non strutturali Il quadro degli interventi strutturali sopra evidenziato va integrato con azioni a carattere non strutturale collegate allo specifico sistema di difesa progettato lungo le aste fluviali. Come detto in precedenza, le modalità di uso del suolo nelle aree costituenti la regione fluviale sono dettate dalle relative norme e sono coerenti con l’assetto difensivo individuato. Per l’asta del Toce le fasce fluviali sono state delimitate nel tratto dalla confluenza dell’Isorno alla confluenza nel lago Maggiore. Ai fini delle esigenze di monitoraggio di previsione in tempo reale degli eventi di piena, le caratteristiche idrologiche del corso d’acqua richiedono di integrare le reti di misura esistenti in modo da poter disporre di: • previsioni di eventi critici per i tratti alti sulla base di valori di precipitazioni;

Autorità di bacino del fiume Po 165 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

• previsioni delle portate al colmo lungo il Toce, da Domodossola alla confluenza.

166 Autorità di bacino del fiume Po FIG. 10.2. SINTESI DEL QUADRO DEGLI INTERVENTI SULL'ASTA DEL TOCE DALLA SORGENTE FINO AL LAGO MAGGIORE

38,0 16,2 17 8,5

9,92 km2 / 23,24 · 106 m3 13,16 km2 / 30,03 · 106 m3 7,98 km2 / 29,87 · 106 m3

A carattere discontinuo A carattere locale A carattere locale

A carattere locale A carattere locale A carattere locale

Miglioramento delle capacità di naturale laminazione delle piene Incremento della capatià di deflusso tramite ricalibratura a tratti Incremento della capatià di deflusso tramite ricalibratura a tratti

Manutenzione straordinaria dell'alveo e delle opere idrauliche Stabilizzazione del fondo alveo in corrispondenza degli attraversamenti

Sistemazione idraulica dei nodi di confluenza e ripristino della officiosità idraulica * Valori stimati Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

10.6 Linee di intervento sui versanti e sulla rete idrografica minore del bacino del Toce

Nel seguito vengono evidenziate le linee di assetto da conseguire nel bacino montano, in coerenza con le linee generali di intervento sui versanti e sulle rete idrografica minore delineate a scala di intero bacino idrografico. Per i fenomeni di dissesto di versante e sulla rete idrografica minore, oltre agli interventi a carattere strutturale, le Norme di attuazione contengono gli indirizzi circa la regolamentazione dell’uso del suolo, con particolare riferimento agli aspetti urbanistici, individuati in funzione dello stato di rischio riscontrato.

Tab. 10.5. Linee generali di assetto da conseguire nel sottobacino del Toce

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Rete idrografica minore Il dissesto dei versanti determina ingenti fenomeni di trasporto in massa, responsabili dei sovralluvionamenti nei tratti in cui si verificano riduzioni di pendenza del profilo di fondo e, in particolare, della formazioni di conoidi ai nodi di confluenza. I principali fenomeni di trasporto in massa si individuano sulle aste principali del Melezzo occidentale e del Diveria e relative reti secondarie, lungo lo Strona tra Campello Monti e Rosarolo, nel tratto a valle del lago d’Orta e lungo tutti i suoi affluenti, nel tratto inferiore dell’Isorno tra la centrale idroelettrica e il ponte di Masera, lungo il Devero, il torrente Buscagna e il torrente Bandolero, lungo il Bogna a valle di Fonti, lungo i rii situati a ovest di Pizzanco, a ovest di S. Lorenzo e tra S. Lorenzo e Graglia, lungo l’asta principale dell’Ovesca e il torrente Brevettola, lungo l’asta principale dell’Anza. I corsi d’acqua maggiormente interessati da sovralluvionamenti sono lo Strona tra Forno e Rosarolo e gli affluenti nella zona di Piana di Forno e S. Giulio (Massiola), il Devero all’altezza di Ponte, più tratti del Diveria, del Bogna e del Melezzo occidentale, l’Ovesca a monte di Antrona Schieranco e tra le località Lacasca e Rivera, l’Anza a monte di Macugnaga. Le principali conoidi attive sono nella valle Anzasca, nel settore mediano della valle dell’Isorno, su numerose aste secondarie del Devero, in destra del Bogna nel settore vallivo all’altezza delle località Pizzanco-Graniga, sugli affluenti dell’Ovesca a monte di Viganella, sul rio di Pettenasco e sui rii nel comune di Omegna, che scendono dal Mottarone (valle Strona). Fenomeni di instabilità che si manifestano con tratti in erosione di fondo interessano il Melezzo occidentale, il tratto terminale del Diveria, il tratto terminale del torrente Nigulia (emissario del Lago

168 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 d’Orta) a monte della confluenza nello Strona, il tratto inferiore dell’Isorno tra la centrale idroelettrica e il ponte di Masera, il tratto terminale del Bogna e dell’Ovesca, l’Anza nella zona di Vanzone S. Carlo e il torrente Olocchia. I fenomeni di erosione spondale più rilevanti si localizzano al piede dei versanti nel tratto terminale del Melezzo occidentale, sul Diveria a monte di Varzo, sullo Strona all’altezza dell’abitato di Casal Corte Cerro, sul Devero all’altezza della località Ponte, sull’Ovesca in corrispondenza dell’impianto idroelettrico di Rovesca e dell’ansa a valle della località Prabernardo Madonna, sull’Anza a valle della loc. Fornalei (Macugnaga), a monte di Pestarena, in località Campioli e nel tratto a valle di Bannio Anzino. Le linee di intervento prevedono interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'alveo e delle opere di difesa longitudinali, di stabilizzazione del fondo e controllo del trasporto solido, mediante realizzazione di soglie e/o briglie. Versanti Le più frequenti cause di dissesto sono rappresentate dai fenomeni di crollo, diffusamente presenti in tutti i settori del bacino. Assumono particolare rilevanza in corrispondenza delle pareti rocciose più fortemente acclivi alla base delle quali si trovano centri abitati e infrastrutture viarie (Valle del Devero, Valle del Melezzo occidentale, Valle del Bogna). Gli altri settori del bacino in cui individuano le principali manifestazioni di frane da crollo sono: valle del Toce: a Formazza (località Canza-Grovella e Fondovalle), a Premia e nel tratto medio-inferiore dei versanti a valle di Villadossola; lago d’Orta e valle Strona: versante destro tra gli abitati di Orta e Chiomo (Massiola) e aree di limitata estensione nella parte alta del bacino e nella zona di Omegna; valle del Diveria: nel settore medio-alto del bacino; valle dell’Ovesca: nel settore superiore (zona di Antrona Schieranco) e nel tratto inferiore della valle tra Viganella e Villadossola; valle dell’Anza: nel settore superiore a monte di Ceppo Morelli. Deformazioni gravitative profonde e frane complesse si rilevano in tutte le vallate del bacino. In particolare sono interessati l’intero versante nella zona di Crodo, il versante destro del Melezzo occidentale, le vallate laterali nel settore medio-alto del bacino del Diveria, ampi settori di versante medio-superiore della valle dell’Isorno, estesi settori di versante nella parte alta del bacino del Devero, le parti medio-alte dei versanti rocciosi del bacino del Bogna, la valle dell’Anza. Nella zona del lago d’Orta e nella valle dello Strona interessano principalmente il settore vallivo all’altezza di Loreglia, il tratto di fondovalle principale tra la loc. Fornero e il capoluogo di Valstrona e la zona di Forno, in comune di Massiola.

Autorità di bacino del fiume Po 169 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Nella valle dell’Ovesca coinvolgono estesi settori di versante di fronte all’abitato di Viganella e nell’alta valle a monte di Antronapiana (Antrona Schieranco). I fenomeni di fluidificazione dei terreni superficiali si localizzano sul versante destro del Melezzo occidentale, sul versante destro del bacino del torrente di Varzo (valle del Diveria), nel bacino del rio dell’Inferno e lungo la parte inferiore del versante antistante Pettenasco (lago d’Orta e valle Strona), sul versante sinistro del tratto inferiore della valle dell’Isorno. Le valanghe interessano entrambi i fianchi vallivi nella zona di Ponte (valle del Toce), il versante sinistro della valle Cairasca (valle del Diveria), il versante sud a occidente della località Forno (lago d’Orta e valle Strona), un esteso settore di versante compreso tra il torrente Devero e il rio Bandolero, il versante meridionale di fronte alle località Pizzanco, Graglia e S. Lorenzo (valle del Bogna), il versante settentrionale a monte della località Prato (Viganella) e le pendici sud-ovest del monte Fornalino (valle dell’Ovesca), il versante sinistro esposto a sud tra Ceppo Morelli e la testata della valle dell’Anza. Le linee di intervento prevedono interventi di regimazione idraulica del reticolo minuto, lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, comprendenti bonifica del versante roccioso associata a interventi di sistemazione idraulico-forestali, interventi attivi, eventualmente integrati da opere di difesa passiva, a protezione dei centri abitati e della viabilità dalle valanghe

10.7 Fattori naturalistici, storico culturali e ambientali

Le linee di intervento strutturale del Piano tengono conto delle caratteristiche ambientali dei diversi bacini idrografici, nel rispetto degli ambiti di rilevanza naturalistica e paesaggistica e del patrimonio monumentale esistenti sul territorio. Le aree di interesse naturalistico individuate nel bacino del Toce sono le seguenti: • i parchi regionali Alpe Veglia e Alpe Devero; • la riserva regionale Fondo Toce e Sacro Monte Calvario di Domodossola; • il biotopo di rilevanza naturalistica Greto Torrente Toce tra Domodossola e Villadossola, val Formazza-Rifugio M. Luisa. Inoltre, per quanto riguarda gli aspetti storico-culturali, su un totale di 433 beni considerati su tutto l’ambito di studio, circa il 10% appartiene alla categoria dei centri e nuclei storici (44).

170 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Toce

Gli edifici monumentali interessano prevalentemente tipologie religiose (221), costituite da chiese, oratori, santuari, cappelle ecc., e tipologie civili (139) relative per lo più a case d’abitazione urbane e rurali, case-torri, case-forti, palazzi, ville, in parte ricomprese nei nuclei storici, in parte sparse sul territorio. Più limitati sono gli esempi di architettura militare (26) e quasi assenti gli edifici industriali (3). Non si rilevano emergenze archeologiche mentre sono presenti 4 areali di interesse paesistico ambientale.

Autorità di bacino del fiume Po 171