Scafati. Due minorenni rapinano un coppia e li prendono a calci

Minacciano una coppia di coniugi e si fanno consegnare denaro e un telefonino: due minorenni arrestati per rapina. I carabinieri F.G. di 17 anni e il quindicenne M.B., entrambi di Scafati sono stati arrestati dai militari della Tenenza di Scafati. I due giovani minorenni attraverso una minaccia verbale, avevano sottratto denaro e telefono cellulare ad una coppia di congiunti che, all’interno della loro auto, si trovava in sosta in una via Roma, al centro cdella città. I minori, alla reazione delle vittime ed allo scopo di assicurarsi il bottino, li avrebbero anche colpiti con calci e pugni, per poi allontanarsi a piedi lungo le vie del centro con la refurtiva. I militari intervenuti, sulla scorta della descrizione fornita dalle vittime, hanno subito rintracciato i due giovani rapinatori che, nel frattempo, si erano allontanati a piedi lungo le vie limitrofe. I due sono stati immediatamente fermati ed accompagnati al Centro di Prima Accoglienza di a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Più volte, proprio da queste colonne, è stato lanciato l’allarme per le baby gang che operano in città e che hanno provocato non pochi danni anche nel centro cittadino. dall’aggressione allo straniero agli anziani, ragazzi, spesso minorenni animano bande di minorenni che usano la violenza come sistema abituale di azione anche nei confronti di persone indifese e dalla minore capacità di opporre una difesa. Gennaro Avagnano . Gambino: «Forza Italia a Battipaglia non ripeta gli errori di , Pagani e di Cava de’ Tirreni»

BATTIPAGLIA. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che da tempo è main sponsor di Tozzi all’ombra del Castelluccio, non ha lesinato dure accuse al movimento berlusconiano, che, a Battipaglia, è rappresentato da Giuseppe Provenza. All’orizzonte, infatti, si profila una scelta esterna, nel senso che, con buona pace di Antonio Roscia, coordinatore del club Forza Silvio, e di chi, come lui, vorrebbe un candidato azzurro (al salernitano piace il nome di Stefania Greco) , i berlusconiani del Tusciano dovrebbero imboccare quella che, da diversi mesi, è la pista caldeggiata dal vicesegretario provinciale, Domenico Di Giorgio, e dallo stesso Provenza, ufficializzando il sostegno alla civica Cecilia Francese, candidata sindaco di “Etica per il buon governo”. Immediatamente, FdI ha puntato l’indice contro la Francese, accusata di aver sostenuto il compagno, Gerardo Rosania, storico sindaco ebolitano appartenente all’estrema sinistra. «Ritengo assolutamente grave, ed anche pregiudizievole per la ricostruzione di un centrodestra unito in provincia di Salerno, la decisione di Forza Italia di non sostenere Ugo Tozzi come candidato sindaco di Battipaglia e di appoggiare, invece, un candidato sindaco che alle recenti elezioni regionali ha sostenuto e votato la coalizione di sinistra»: così parla l’ex primo cittadino di Pagani. Gambino, poi, prosegue così: «Spero che Forza Italia accantoni piccoli interessi di bottega o i risentimenti di qualche suo esponente e lavori per evitare, almeno questa volta, l’errore già commesso alle recenti elezioni amministrative ad Eboli, Cava de’ Tirreni e Pagani e alle elezioni provinciali del 2014 e per contribuire, fattualmente e convintamente, a costruire un centrodestra unito non solo in campo nazionale ma anche, e soprattutto, nelle grosse ed importanti realtà territoriali della provincia di Salerno». Nel frattempo, Cecilia Francese continua a riscuotere consensi. Sul finire della scorsa settimana, infatti, nella gremitissima sede di piazza Aldo Moro, l’endocrinologa ha incontrato i candidati delle sue liste. In questa riunione, la Francese ha ricordato che «i requisiti per stare nelle liste sono onestà, fedina penale pulita, nessun conflitto d’interesse con la pubblica amministrazione, nessun coinvolgimento con la passata amministrazione cittadina e l’applicazione di un codice di comportamento che parta dall’impegno a non cambiare casacca».

Sorpreso mentre cedeva droga ad un vigile: patteggia Barbaria

Ha patteggiato la pena a dieci mesi di carcere ed è tornato libero. Marco Barbaria, difeso dall’avvocato Mario Valiante, era accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo era stato sorpreso a cedere una quantità di sostanza stupefacente ad un vigile urbano nella piazza di Fratte. L’autotrasportatore di Salerno, residente a , tra l’altro si era presentato all’incontro in compagnia della figlia minore. Ad attenderlo il dipendente della polizia municipale giunto in bici. Marco Barbaria, padre di quattro figli, fu colto in flagranza di reato mentre stava vendendo una dose di 0,40 di cocaina. Le forze dell’ordine ritrovarono nell’auto anche la somma di 1880 euro. Nonostante la situazione delicata ed un chiaro quadro indiziario l’uomo cercò di contattare la compagna approfittando di un attimo di distrazione degli inquirenti che stavano effettuando i rilievi del caso. Maldestro il tentativo telefonico dell’uomo di riferire alla donna di disfarsi “della roba presente in abitazione”. Le forze dell’ordine compresero che avrebbero trovato altre dosi di droga presso l’abitazione di Pellezzano ed hanno disposto immediata perquisizione. Barbaria fu così sottoposto a misura cautela su disposizione della Procura di Salerno. Ulteriori accertamenti sono stati effettuati dalle forze dell’ordine per capire se Barbaria fosse collegato ad altri personaggi legati all’ambiente dello spaccio delle sostanze stupefacenti. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, si muoveva in ambito ristretto e con persone di sua fiducia. Tra queste il vigili urbano al quale è stata ceduta la dose da 0,40 grammi di cocaina. Successivamente è emerso che Barbaria avrebbe svolto il ruolo di tramite con alcuni esponenti della criminalità napoletana. In particolare con la gang che l’estate scorsa rapinò le poste di Matierno. Ieri la prosecuzione della direttima, davanti al giudice Ornella Dezio, che ha “ratificato” il patteggiamento della pena, come chiesto dal legale difensore, a 10 mesi di reclusione. Accolta anche la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dal legale. Barbaria da ieri pomeriggio è libero.

Agro nocerino. Prostituzione, 4 fogli di via

AGRO NOCERINO-SARNESE. Intensificati i servizi finalizzati a contrastare il fenomeno della prostituzione da parte dei Carabinieri del Reparto Territoriale di che, durante lo scorso fine settimana, hanno effettuato una serie di controlli straordinari, in particolare sul tutto il territorio dei Comuni di Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino. I militari della Tenenza di Pagani, infatti, hanno proceduto all’identificazione di quattro persone, italiane e straniere di età compresa tra i 20 e 40 anni, sorprese a prostituirsi per le strade dei due centri cittadini. Le prostitute sono state allontanate con foglio di via obbligatorio e divieto di ritorno nei comuni interessati.

Pagani. Evasione, in manette Giuseppe Pepe

PAGANI. Arrestato per evasione il pregiudicato Giuseppe Pepe, da qualche tempo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti. Il pregiudicato paganese, infatti, è stato sorpreso dai carabinieri della Sezione operativa mentre passeggiava, in violazione delle prescrizioni imposte dalla misura restrittiva. L’arrestato è stato condotto al carcere di Salerno. Proseguono dunque proficuamente i servizi di controllo da parte dell’Arma territoriale.

Acqua bene : si lavora per una mozione condivisa

SARNO. Riordino del servizio idrico: si lavora all’approvazione di una mozione comune tra maggioranza e opposizione nel solco di acqua bene comune. Fino a tarda sera, il Consiglio comunale sarnese ha discusso per chiedere una sostanziale revisione della Legge Regionale n.15 del 2 dicembre 2015 – Riordino del servizio idrico integrato e istituzione dell’Ente Idrico Campano”. Alla riunione erano presenti anche padre Alex Zanotelli (nella foto) e l’avvocato Maurizio Montalto, presidente dell’Abc, acqua bene comune di Napoli. Lo mozione chiede una modifica della legge regionale sul ciclo integrato dell’acqua secondo le linee del prezioso liquido come bene comune. è, come ricorda il suo stemma, città dell’acqua ed oltre a dare origine all’omonimo fiume, le tante sorgenti alimentano acquedotti che servono anche altre cittadine campane.

Scafati. Manutenzione del verde pubblico, un affare da 450 mila euro

Di Adriano Falanga

Verde Pubblico, un affare da oltre 450 mila euro. Approvato il capitolato speciale d’appalto per il servizio di abbattimento, potatura, messa in sicurezza e manutenzione delle aree verdi della città, compresa la Villa Comunale. Ad approntare il capitolato che predispone di fatto la gara pubblica, il responsabile dell’ufficio Ambiente, ingegnere Nicola Fienga. A Scafati non esiste di fatto un ufficio strutturato per la manutenzione pubblica, dalle buche stradali al verde pubblico, dalla manutenzione degli uffici alla nuova fontana di via Nazionale, ogni volta che si ha bisogno di intervento di manutenzione o riparazione, bisogna ricorrere ad aziende esterne. Lo stesso vale anche per la pulizia e sanificazione dei bagni della Villa Comunale. Il verde pubblico a Scafati è diviso in due, un settore riservato alle essenze erboree dislocate sul territorio, un altro settore per la sola Villa Comunale, Palazzo Mayer (sede del Comune) e piazza Garibaldi. Sarà di appena tre mesi la gara d’appalto per gli oltre 1500 arbusti ed alberi situati in città, importo complessivo stimato per questi tre mesi è di 91.073 euro. Appalto annuale invece per i giardini della Villa, del palazzo comunale e di piazza Garibaldi. Importo complessivo stimato in 93.330 euro, e comprende, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria, anche la gestione degli impianti di irrigazione e la regolare manutenzione del parco giochi bambini e delle panchine. La Villa comunale è finita al centro delle polemiche per il grave stato di manutenzione in cui versa, nonostante l’amministrazione abbia provveduto a concedere proroghe al servizio, in attesa di nuovo bando. Il bando è scaduto l’11 aprile 2014, a vincerlo due anni prima un’azienda di Melito di Napoli “La Botanica sas” per un importo di circa 50 mila euro annui. Da allora sono state concesse proroghe, l’ultima è stata affidata con determina 454 del 30.10.2015, avente scadenza al 31 dicembre 2015. Due mesi per un importo di 6.755 euro oltre iva. Un qualcosa come circa 3400 euro al mese.

Scafati. Differenziata ferma dal 2013 al 50%. Tutti i costi dell’Acse

Di Adriano Falanga

Raccolta differenziata ferma da tre anni al 50%. Secondo l’Acse, la percentuale è stata costantemente in crescita fin dal 2003, anno di introduzione. Il dato arrivò al 46,56% nel 2011, per poi scendere bruscamente al 38,91% l’anno successivo. Nel 2013 si raggiunse il 49% e da allora si è fermi sostanzialmente al 50%. Dalla relazione tecnica attestante la sussistenza dei requisiti per l’affidamento in house alla società ACSE SpA del servizio predetto per l’anno 2016, i vertici della società partecipata fanno sapere che l’obiettivo per il 2016 è il 65%, una cifra non indifferente. Per il raggiungimento dello scopo a partire da quest’anno l’azienda avrà in dotazione ulteriori attrezzature acquistate dal Comune di Scafati usufruendo dei fondi Più Europa, tra cui tre autocarri, tre automezzi a vasca, un sistema di raccolta mobile dei rifiuti solidi urbani e due isole ecologiche mobili scarrabili. La raccolta differenziata però fa bene più all’ambiente che alle tasche degli scafatesi, infatti il ricavato del recupero dei rifiuti differenziati è di appena 216 mila euro, a fronte di un costo complessivo del servizi Acse di oltre 8 milioni di euro, così come da Pef 2015. Smaltire l’indifferenziato costa invece al Comune di Scafati 930 mila euro, oltre 800 mila di questi sono i costi della sola frazione organica. Dietro questi numeri c’è una struttura di coordinamento e organizzazione per il funzionamento del servizio il cui costo (del lavoro) pesa tra salari, stipendi, Inps, Inail, Tfr, buoni pasto, qualcosa come 4,22 milioni di euro. Gestire il servizio ha costi diretti e indiretti che superano di poco i 2 milioni di euro. In questa voce troviamo quasi 300 mila euro di carburante per i mezzi, la cui manutenzione è pari 250 mila euro, a cui si aggiungono circa 18 mila per il loro lavaggio.

Troviamo inoltre 282 mila euro di costi per noleggio e leasing e 126 mila di assicurazioni varie. La principale voce di costo è rappresentata dai 386 mila euro indicati come “altri costi indiretti” in cui rientrano anche i costi di struttura. E’ chiaro che a pesare principalmente sulle tasche degli scafatesi, che pure pagano una Tari tra le più alte della provincia di Salerno, è l’intera struttura Acse, più che la mancata raccolta differenziata, considerato il ricevo decisamente scarso che se ne ricava. Non solo, la stessa società di via Armando Diaz guidata da Eduardo D’Angolo specifica che il personale attualmente in servizio per la raccolta dei rifiuti (66 unità) è insufficiente per numero rispetto al territorio, molti dei quali anziani da reintegrare con giovani leve. Si chiarisce ancora che per il 2016 sono necessarie almeno altre 10 assunzioni, oltre ad ulteriore personale necessario per la surrogazione durante il periodo estivo-feriale.

Scafati. Ex Copmes, regna l’incertezza. Si va verso il prestito comunale

Di Adriano Falanga

Riqualificazione industriale dell’area Ex Copmes, si naviga nell’incertezza. La Bnl non solo ha ridimensionato l’importo del mutuo, scendendo a poco più di 5 milioni sui 10 inizialmente promessi, ma ad oggi non ha ancora sbloccato le ultime somme, bloccando di fatto la consegna dei primi capannoni realizzati. L’istituto di credito sembra voler prendere tempo e la consegna dei primi lotti è già in forte ritardo. Tutto lascia pensare ad una nuova concessione economica da parte del comune alla sua società di trasformazione urbana Scafati Sviluppo. Intanto, una nuova commissione Garanzia era stata convocata da Marco Cucurachi per ieri sera, ma i vertici della Stu hanno declinato l’invito. “La STU Scafati Sviluppo s.p.a ha comunicato l’indisponibilità a presenziare, da parte dei suoi rappresentanti, a causa del breve lasso di tempo intercorso tra la convocazione e la data della seduta della Commissione – spiega Cucurachi, consigliere del Pd – Premesso che la convocazione è stata effettuata nei termini e nelle forme previsti dal Regolamento, penso che dovrebbe prevalere il senso di responsabilità di venire a riferire in Commissione sullo stato dell’arte dei lavori, sulla mancata erogazione del mutuo da parte della BNL e sul ritardo nella consegna dei capannoni. In caso contrario si alimenta la confusione e cresce l’incertezza sulla realizzazione del progetto, in danno degli imprenditori che hanno investito e che attendono da anni risposte concrete” conclude Cucurachi. Un’incertezza che qualcuno addebita all’attuale crisi di maggioranza, che avrebbe spinto la banca a prendere tempo. La questione Ex Copmes arriverà presto in consiglio comunale, molto probabilmente si discuterà l’erogazione di un nuovo prestito, tramite la postergazione, o meglio, la posticipazione del credito del socio (il Comune di Scafati) alla fine, e realizzazione, del progetto.

L’ultimo prestito concesso dal Comune alla sua Stu è stato è stato nel Febbraio del 2015, tramite determina dirigenziale. Centomila euro a fondo perduto che provocò uno scontro istituzionale tra il dirigente Giacomo Cacchione e il Collegio dei Revisori dei Conti. La concessione fu dichiarata illegittima con la seguente motivazione: “atteso che la società presenta perdite d’esercizio da più anni (almeno un triennio) a norma dell’art. 6 comma 19 legge 122/2010 il Comune non poteva effettuare trasferimenti straordinari”. Il prestito concesso da Palazzo Mayer, secondo quanto dichiarò il presidente della Stu Antonio Mariniello, era invece ammesso dall’art. 10 dello statuto il quale recita: “il socio unico all’occorrenza e su richiesta della società deve erogare finanziamenti senza rimborsi”. Soldi che andavano per la gestione ordinaria, e non per il proseguo del progetto di riqualificazione industriale Ex Copmes portato avanti dalla Società partecipata. Alla nota dei Revisori seguì la riposta di Cacchione: “Non solo l’impegno dell’ente a favore della Scafati Sviluppo non è inquadrabile con un intervento straordinario, ma si è anche omesso di considerare il contesto in cui opera la partecipata. Infatti – chiariva il ragioniere capo – la richiesta operata dalla società, accolta dall’ente negli atti di programmazione e controllo, è volta a garantire la normale gestione societaria. La Scafati Sviluppo Spa, infatti, beneficia esclusivamente di risorse provenienti dagli imprenditori acquirenti dei suoli e dal finanziamento accordato dalla Bnl, che sono per natura vincolate alla realizzazione dell’investimento. Il collegio sul punto omette qualsiasi osservazione e verifica dal bilancio, pur avendone contezza”.

Salerno: Sequestro al bar gay, condanne pesanti ai 3 marocchini

Condanne pesanti per i tre marocchini accusati di sequestro di persone e violenza sessuale consumata al bar gay del centro storico di Salerno (Teka Beca di via Da Procida). Ieri la decisione dei giudici della seconda sezione penale. Whiabi Abdellal è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione mentre Rachid Sassi e Bendau Abdellali sono stati copndannati a quattro anni, difesi da Luciano Pepe e Gaetana Mastroberardino. Al primo è contestato anche un palpeggiamento ad uno dei gestori del locale. Assolto Abdellali per la detenzione di sostanza stupefacente. I fatti risalgono al 2010 e per quella vicenda il pubblico ministero ha chiesto ieri la condanna di un cinquantenne tunisino e di due immigrati originari del Marocco, di 42 e 45 anni. Secondo l’accusa il marocchino Whiabi Abdellal avrebbe approfittato della calca all’interno del locale e avrebbe palpeggiato con insistenza un 31 salernitano, toccandolo più volte sulle natiche senza che questi avesse il tempo di divicolarsi. Poi, insieme a Rachid Sassi e Bendau Abdellali, avrebbe spinto il giovane nel bagno chiudendolo a chiave insieme a due ragazzi di 22 e 27 anni e ad altri clienti del locale che però non sono stati identificati. Il gruppetto sarebbe stato costretto a restare nel bagno all’incirca per un quarto d’ora, mentre gli stranieri li minacciavano di morte e inveivano contro di loro agitando una bottiglia con cui avrebbero potuto ferirli. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni e mezzo per Abdellal e la pena di un anno per gli altri due imputati, accusati solo del sequestro di persona. Per Bendau, che era risultato in possesso di sei grammi di hashish, era stata inoltre chiesta l’assoluzione.