Prot. n° 22/16 Alla C.A. del sig. Sindaco del di Dott.ssa Silvana Priori

Soc. Coop. “Terracoste” a r.l. e P.zza Donato Iezzi, 11 66020 – TORINO DI SANGRO (CH) Partita Iva e C.F. 02184900690 del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Tel 0873 913121 int. 9 Comune di Torino di Sangro 340 2543263 (Presidente) Web www.terracoste.com Arch. Antonino ROMAGNOLI Email [email protected] PEC [email protected] OGGETTO: Consegna procedura di incidenza ambientale al PRE del Comune di Torino di Sangro (DPR 357/98)

Spett.le Comune di Torino di Sangro, con la presente in riferimento all'incarico di consulenza specialistica riguardo la redazione della procedura di incidenza ambientale al nuovo Piano Regolatore Esecutivo (Screening di Incidenza Ambientale - art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.), si trasmettono i seguenti documenti:

CEA TERRACOSTE P.zza Donato Iezzi, 11 66020 – TORINO DI SANGRO (CH) Referente CEA  Screening Incidenza Ambientale; Dott.sa Maria Laura Pierini  Allegato 1 - Comparazione valutazione di incidenza azioni del P.R.E. con piano di gesitone Tel 3337971892 Web www.terracoste.com dei SIC; Email [email protected]  Allegato 2 - Comparazione valutazione di incidenza azioni del P.R.E. con specie habitat

ENTE GESTORE natura 2000.

Riserva Naturale Regionale “Lecceta di Torino di Sangro”

GUIDE AMBIENTALI ESCURSIONISTICHE

In attesa di un Vostro riscontro cogliamo l’occasione per porgere i nostri più cordiali saluti.

Torino di Sangro, 01/07/2016 Per conto di TERRACOSTE scarl Il Presidente Arch. Riccardo Mancinone ______

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COMUNE DI TORINO DI SANGRO

- Piano Regolatore Esecutivo - (Procedura di Valutazione Incidenza Ambientale)

SIC IT7140107 “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce fiume Sangro” SIC IT7140111 “Boschi ripariali del fiume Osento”

Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.)

Tecnici: Dott. For. Nicola Ranalli Coop. Terracoste regolarmente iscritto all'albo degli Agronomi e Forestali della Provincia di al n° 264

Dott. Andrea Rosario Natale Consulente esterno Coop. Terracoste

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Indice p. 2

Premessa p. 3

1. Inquadramento Territoriale p. 6 2. Flora e vegetazione p. 17

3. Fauna p. 22 4. Screening per la Valutazione d’Incidenza Ambientale p. 37 5. Habitat e specie di importanza comunitaria rilevate p. 43 6. Analisi dell’incidenza potenziale delle Azioni del PRE p. 47 sulle Azioni dei Piani di Gestione dei SIC

Considerazioni conclusive p. 52

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Premessa

La Rete Natura 2000 nasce dalle due direttive comunitarie Uccelli (Dir. 2009/147/CE) e Habitat (Dir. 43/92/CEE), estremamente innovative per quanto riguarda la legislazione sulla conservazione della natura. Questi due strumenti non solo hanno colto l'importanza di tutelare gli habitat per proteggere le specie, recependo in pieno i principi dell'ecologia che vedono le specie animali e vegetali come un insieme con l'ambiente biotico e abiotico che le circonda, ma si posero come obiettivo la costituzione di una rete ecologica organica a tutela della biodiversità in Europa. Con Natura 2000 si attribuisce un'importanza non solo alle aree ad alta naturalità ma anche a quei territori contigui che costituiscono l'anello di collegamento tra ambiente antropico e ambiente naturale e ai corridoi ecologici, ovvero quei territori indispensabili per mettere in relazione aree distanti spazialmente ma vicine per funzionalità ecologica. L'isolamento di habitat e di popolazioni di specie è pericoloso perché compromette la loro sopravvivenza riducendo l'area minima vitale. Un concetto questo più facilmente comprensibile se riferito a specie come l'orso o il camoscio appenninico, che trovano una grave minaccia alla loro sopravvivenza se rimangono isolate in aree protette senza possibilità di comunicazione con altre aree e con altre popolazioni della loro specie, ma che è valido per tutte le specie e gli habitat. La conseguenza pratica è che, per rendere funzionale la rete Natura 2000, si devono promuovere interventi che rimuovano le minacce alle specie e agli habitat e che vadano anche a intervenire su situazioni ambientali parzialmente compromesse (ma che abbiano la potenzialità di rinaturalizzarsi). La legislazione europea fissa gli obiettivi ma lascia gran parte degli strumenti per realizzarli alla discrezionalità dello Stato Membro. Non essendovi attività precluse a priori nei siti Natura 2000, anche dopo l’individuazione di una ZCS o ZPS sono possibili all’interno dei perimetri amministrativi di queste aree tutte le attività che precedentemente vi ci si svolgevano, in particolare la coltivazione agricola o l’attività di pascolo, in alcuni casi, anche la caccia, purché queste vengano gestite in maniera da non pregiudicare le specie e gli habitat per i quali l'area è stata designata e siano valutati gli impatti o i potenziali impatti su specie e/o habitat presenti nel sito Natura 2000. Con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze delle

Pagina 4 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro singole attività, nonché di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, la Direttiva Habitat introduce con l’art.6, comma 3 la procedura di Valutazione d’Incidenza. In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del DPR 12 marzo 2003, n°120 e successive modifiche, che ha sostituito l'art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat". Per tanto come riportato nella stessa Direttiva Habitat, anche se decisamente utile, la redazione di un piano di gestione un sito potrebbe anche essere gestito in maniera soddisfacente attraverso gli strumenti di pianificazione esistenti, soprattutto nel caso di aree con attività antropiche nulle o limitate o nel caso di territori per i quali le pratiche gestionali ordinarie assicurano comunque un sufficiente livello di tutela. Sicché la necessità o meno della sua redazione deve essere decisa dall’Ente Gestore:  in primis in base alle necessità sito specifiche sulla base delle minacce in atto, oltre a quelle potenziali, su specie e habitat che hanno fatto si che il sito Natura 2000 fosse individuato;

 qualora gli strumenti di pianificazione territoriali presenti non ne garantiscano la tutela e gli obiettivi di conservazione a livello comunale precludendo la coerenza a livello sovra-comunale della Rete Natura 2000.

La direttiva prevede, ove opportuno, la redazione di piani di gestione specifici oppure integrati con altri piani di sviluppo. A tal fine la Regione nell’ambito del PSR 2007-2013 ha inteso con la misura 323 finanziare la predisposizione di piani di gestione e protezione del territorio nelle aree della Rete Natura 2000 e di altre aree di interesse naturale, considerando anche l’integrazione con altre forme di pianificazione già esistenti e insistenti nei territori ricadenti all’interno della Rete Natura 2000 regionale. Infatti con la Deliberazione della Giunta Regionale n°1026 del 29 dicembre 2010, la Giunta Regionale della Regione Abruzzo approvava il Bando per la presentazione delle domande (Reg.(CE) n. 1698/05- Asse III - Art. 57 - Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. - Misura 323 - “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale) individuando nei Comuni, anche nelle loro forme associate, e negli Enti gestori delle Aree Protette i soggetti che potevano accedere a tali risorse.

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Il Comune di Torino di Sangro è interessato direttamente da due Siti di Interesse Comunitario (SIC), rispettivamente il SIC IT7140107 “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce fiume Sangro”, che ricade sui Comuni di Torino di Sangro e e il SIC IT7140111 “Boschi ripariali sul fiume Osento” che comprende habitat che si trovano nei Comuni di Torino di Sangro, e in misura minima anche . Il Comune di Torino di Sangro, per entrambi i SIC, è stato designato come Comune capofila per la redazione dei Piani di Gestione per quanto riguarda il SIC IT7140107 in quanto Ente Gestore della Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro, ricadente all’interno del sito Natura 2000 e per quanto attiene il SIC IT7140111 poiché è il Comune sul cui territorio ricade per il 90% circa dell’area individuata. I Piani di Gestione sono stati redatti, rendicontati e trasmessi alla Regione Abruzzo nel maggio 2015 e sono in attesa di essere adottati/approvati, secondo le modalità che il Consiglio Regionale sta elaborando. All’interno della presente valutazione dell’incidenza potenziale del PRE del Comune di Torino di Sangro sugli habitat e le specie presenti nei due SIC sono stati comunque considerati comunque i due Piani di Gestione e le loro risultanze scientifiche, anche se comunque sarà il PRE che dovrà adeguarsi ai Piani di Gestione dei SIC, essendo questi ultimi gerarchicamente superiori al Piano Regolatore Esecutivo.

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Fig.1 – Localizzazione dei SIC nel territorio Comunale di Torino di Sangro

1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Torino di Sangro sorge sulla dorsale di una collina (altitudine sul livello del mare di mt. 164) che va da oriente ad occidente, tra gli olivi del fiume Osento e dei torrenti Frainile e Ripari. Il paese domina da destra la bassa valle del fiume Sangro, compresa la sua Foce, e il suo territorio si estende per 32,31 Kmq su un’area intensamente coltivata, ha una popolazione di circa 3.085 abitanti e una densità abitativa pari a 95,5 ab./km². Torino di Sangro ricade nella cosiddetta Costa dei Trabocchi, in Provincia di Chieti e confina con il Mare Adriatico e i territori di Casalbordino, Villalfonsina, e Fossacesia (fig. 1). L’andamento orografico è caratterizzato da ampi pianori a Nord-est e dalle profonde incisioni del Fiume Osento, del fosso Frainile, del fosso del Diavolo e, a confine con

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Casalbordino, dal fosso Ripari. L’intero territorio comunale, ad altissimo valore ambientale per la presenza, oltre che dalle strutture di falesia che affacciano sull’Adriatico e sulla valle del Sangro, di aree ad alta valenza naturalistica (Riserva Naturale Regionale “Lecceta di Torino di Sangro, due Siti di Importanza Comunitaria IT7140107 e IT7140111, di altre aree boschive e vegetazionali, di siti archeologici e di insediamenti storici e, pur interessato da episodi edilizi continui nel tempo e da una evoluzione sociale e produttiva con una vocazione essenzialmente agricola, ha conservato le sue caratteristiche intrinseche.

Fig. 2 - Inquadramento territoriale

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1.1 Inquadramento litologico, geomorfologico, geopedologico

Il Comune di Torino di Sangro presenta caratteristiche orografiche non molto complesse, su una fascia collinare mai troppo accidentata. La cintura collinare degrada molto spesso su impluvi e forre anche umide, che caratterizzano una discontinuità tipica del paesaggio collinare, alternata da colline e zone vallive strette in cui vengono riscontrate anche situazioni vegetazionali interessanti dal punto di vista della diversità in specie. Le quote crescono gradualmente dalla zona costiera fino alla parte più interna del comune loc. Ripetta e loc. Vallebruna a 257 m. slm., punto più alto del territorio comunale. È situato nella parte costiera meridionale della provincia di Chieti e comprende una zona interna collinare e un tratto di costa caratterizzata da una stretta spiaggia sabbiosa (loc. Le Morge, Valle Caterina), ciottolosa (loc. Borgata Marina, loc. Lago Dragoni) a volte frastagliata costituita principalmente di arenarie che formano scarpate con notevoli pendenze (loc. F.so del Diavolo). Dal punto di vista geologico-strutturale tale territorio appartiene all’ampia fascia periadriatica Marchigiano- Abruzzese, settore geologico che nell’ambito del sistema catena-avanfossa appenninico si definisce nella sua evoluzione tettonico- sedimentaria dal Pliocene medio ai tempi attuali. La successione stratigrafica risulta solo apparentemente continua. La sua unitarietà, con facies afferenti ad un unico ciclo tendenzialmente regressivo che evolve da sedimenti di pianura sommersa (argille) a sedimenti costieri di spiaggia e di laguna (sabbie e limi) fino ad apparati di conoide sommersa (conglomerati e sabbie), presenta numerose discontinuità di sedimentazione e discordanze geometriche condizionate dall’evoluzione tettonica sinsedimentaria e da ripetuti eventi eustatici di origine climatica.

Come riportato nella Carta Geologica allegata, tratta dal Foglio Geologico 148 – a scala 1:100.000 (Bergomi e Valletta, 1968) la successione stratigrafica comprende, dal basso verso l’alto:

 Formazione delle argille: argille limose e limi argillosi sovraconsolidati, con interstrati sabbiosi e colori prevalenti di grigio, grigio-azzurro e grigio-verde. La composizione mineralogica delle argille è data da miscele prevalenti di illite e smectite-muscovite. Scarsa la clorite e solo a luoghi si hanno arricchimenti in caolinite. La giacitura è costante con immersioni verso N-NE, l’organizzazione è secondo una stratificazione non sempre netta con singoli strati di spessore mai superiore al metro. Il contenuto in carbonato di calcio risulta elevato, la plasticità delle argille varia da media a alta,

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così come l’attività che risulta medio-alta. Tali argille appartengono ad una successione potente parecchie centinaia di metri la cui sedimentazione è avvenuta in ambiente marino tra il Pliocene medio-superiore e il Pleistocene inferiore, in un bacino sviluppatosi al margine della catena appenninica in via di sollevamento ed allungato parallelamente a quest’ultima.

 Formazione delle argille sabbiose: si tratta di termini di passaggio, non sempre presenti, tra la Formazione delle argille e quella delle sabbie. Le intercalazioni sabbiose sono organizzate sia come scheletro disperso che come straterelli più o meno spessi alternati ad argille. Queste ultime mostrano colori grigio azzurro o verde, mentre i livelli sabbiosi assumono spesso colore giallastro.

 Formazione delle sabbie: si tratta di sabbie ben classate, medie e fini, di colore giallo tendente al rossiccio per processi di ossidazione. Si presentano stratificate con livelli argillosi giallognoli e arenacei a granulometria più meno grossolana.

 Formazione dei conglomerati: al di sopra della formazione sabbiosa sono presenti banchi di conglomerati in matrice sabbiosa, spesso cementati, con clasti poligenici prevalentemente calcarei e di medie dimensioni. Questi litotipi risultano affioranti in corrispondenza della falesia costiera e rappresentano i depositi di chiusura del ciclo regressivo del Pleistocene medio.

Al di sopra di queste formazioni marine si osservano i seguenti depositi di origine continentale formati da diversi litotipi tra loro in eteropia o successione verticale.

Ghiaie sciolte (indicate nella suddetta Carta Geologica come qr), con ciottoli arrotondati, in matrice terrosa, a luoghi sormontati da limi organici o sabbie, e copertura più o meno continua di un paleosuolo rosso, riconducibili a processi di accumulo in ambiente continentale o subcontinentale (depositi di delta e paleosuoli).

Depositi di pianura alluvionale ed alluvioni recenti. I principali corsi d’acqua che interessano l’area sono il F. Osento e il F. Sinello che presentano valli fluviali nei quali si sono deposti sedimenti alluvionali rappresentati da ghiaie, sabbie e argille limose.

Depositi di spiaggia: si tratta di una facies litoranea olocenica costituita da ghiaie, sabbie, ciottoli e massi, spesso rielaborati dall’azione selettiva del moto ondoso, discordante rispetto ai sottostanti litotipi del substrato geologico argilloso.

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Materiali detritici: sono prodotti del disfacimento della falesia costiera frammisti a materiali di riporto eterogenei, costituiti da ghiaie, ciottoli e pezzame di arenarie e conglomerati, a struttura caotica e in matrice da sabbiosa ad argillosa.

L’assetto strutturale è caratterizzato da una monoclinale immergente di pochi gradi verso Nord Est e sboccata da un insieme di faglie dirette a debole rigetto conseguenti ad una fase tettonica distensiva verificatasi nel Pleistocene medio. Tale fase tettonica ha prodotto un generale sollevamento di tutta l’area e la regressione marina che ha dato origine al ciclo sedimentario suddetto con un progressivo arricchimento in sabbia nei litotipi argillosi e il passaggio a depositi sabbiosi e conglomeratici di ambiente costiero dello spessore di circa 30-40 m.

Il rapporto stratigrafico delle argille grigio-azzurre con i depositi grossolani sovrastanti è di tipo erosivo e presenta una leggera discordanza angolare in quanto i depositi argillosi immergono verso Est e Nord Est di 10-15°, mentre i sedimenti regressivi mostrano una giacitura sub-orizzontale. Dal punto di vista geomorfologico si può dire che nel territorio si possono distinguere due paesaggi: il primo, ad occidente del centro abitato, è rappresentato dai versanti argillosi del F. Osento, mentre ad oriente il paesaggio è caratterizzato da estesi pianori sommitali fino alla falesia costiera che borda la Strada Statale e che mostra pareti acclivi, soggette in passato a fenomeni d’instabilità determinati dall’infiltrazione delle acque meteoriche che percolando attraverso il mezzo permeabile imbibiscono il substrato argilloso e scalzano al piede le scarpate.

Dal punto di vista idrogeologico, il territorio in esame è caratterizzato da terreni a differente permeabilità idraulica con assetto strutturale e giaciturale che determina la sovrapposizione di formazioni più permeabili a quella impermeabile del substrato argilloso che svolge il ruolo di acquiclude.

Le caratteristiche di permeabilità dei litotipi presenti, infatti, possono essere così schematizzate:

- substrato delle argille grigio-azzurre: risultano praticamente impermeabili anche se al loro interno possono rinvenirsi dei livelli sabbiosi che, non continui lateralmente, non ne influenzano la permeabilità;

- depositi sabbioso-conglomeratici: sono sedimenti permeabili per porosità anche se al loro interno possono rinvenirsi livelli cementati impermeabili;

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- materiali detritici: si tratta di depositi eterogenei in cui la permeabilità è funzione della matrice, elevata nel caso di matrice sabbiosa, scarsa in presenza di prevalenti frazioni argillose;

- depositi di spiaggia: si tratta di sedimenti a prevalente granulometria grossolana caratterizzati da elevata infiltrazione efficace e dotati di alta permeabilità primaria.

L’estensione, lo spessore, la disomogeneità e la frammentazione di questi terreni permeabili comporta l’assenza di un acquifero principale di una certa importanza.

L’acquifero del poroso sabbioso-conglomeratico è contraddistinto da piezometriche disposte secondo una geometria continua, articolata solo in corrispondenza dei principali torrenti che incidono le superfici pianeggianti come la zona di Madonna dei Miracoli.

Si tratta in questo caso di acquiferi minori (contigui e non confinati) che alimentano in modo diffuso, con più recapiti sorgentizi, il reticolo idrografico stesso o sono drenati a Nord Est, direttamente a mare.

Talvolta, in conseguenza delle lenti argillose e sabbiose, costituiscono più falde di modesta entità sovrapposte. I pianori sono le aree di ricarica principale di detti acquiferi che risiedono nei conglomerati e nelle sabbie.

Il drenaggio avviene al tetto della zona satura, ubicata pochi metri sopra il limite di contatto tra le suddette formazioni e quella delle argille, con vettori orientati verso N ed E, coerenti con la giacitura del prisma sedimentario che costituisce la roccia serbatoio ed alla geometria del tamponamento determinato dalla formazione delle argille.

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1.2 Uso del suolo

1.2.1 Corine land cover

Il programma CORINE (Coordination of Information on the Enviroment) è un programma varato dalla Comunità Europea nel 1985 con la finalità di verificare lo stato generale dell’ambiente all’interno della CE e orientare di conseguenza le politiche comuni, controllarne gli effetti e proporre miglioramenti. All’interno del programma si inserisce il progetto CORINE Land Cover che costituisce il livello di indagine sull’occupazione del suolo finalizzato alla conoscenza e al monitoraggio delle caratteristiche del territorio con una particolare attenzione verso le necessità di tutela. Il progetto prevede la realizzazione di una cartografia della copertura del suolo alla scala di 1:10.000, con una legenda di 44 voci su 3 livelli gerarchici con riferimento ad unità spaziali omogenee o composte da zone elementari appartenenti ad una stessa classe, di superficie significativa rispetto alla scala, nettamente distinte dalle unità che le circondano e sufficientemente stabili per essere destinate al rilevamento di informazioni più dettagliate. La superficie minima cartografabile è di 25 ettari, che corrispondono sulla carta ad un quadrato di 1 mm di lato o ad un cerchio di 2,8 mm di raggio. Nel quadro del progetto l'unità spaziale da cartografare è stata definita in modo da soddisfare tre esigenze fondamentali: a) Garantire la leggibilità della restituzione cartacea e agevolare il processo di digitalizzazione a partire dai lucidi di interpretazione; b) Permettere di rappresentare quegli elementi della realtà al suolo essenziali per coprire le esigenze tematiche del progetto; c) Raggiungere un rapporto costi/benefici, in termini di soddisfazione delle esigenze conoscitive sulla copertura del suolo, compatibile con le disponibilità finanziarie complessive.

Ai fini della redazione di tale studio è stato consultato tale riferimento cartografico che costituisce la base di riferimento geografico e tematico per il calcolo della superficie agricola utilizzata

(SAU) e per le successive interpretazioni dell’ambiente paesaggistico

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1.2.2 Caratterizzazione del territorio

Una delle questioni cruciali dal punto di vista della tutela ambientale riguarda il suolo, ovvero i caratteri e le modalità della sua utilizzazione. Le informazioni contenute nella elaborazione della Corine Land Cover (livello 4) e nelle tavole relative al territorio regionale presentate mettono in evidenza che la percentuale più elevata di urbanizzazione si rileva naturalmente in corrispondenza del centro urbano di Torino di Sangro e lungo la zona costiera. Il territorio di Torino di Sangro e l’area in cui esso è inserito costituiscono una realtà complessa di rilevante valore ambientale nella quale coesistono risorse legate ad una non comune varietà di paesaggi e patrimoni naturali e culturali e realtà connesse alla presenza di una urbanizzazione, mai troppo intensa e conseguente ai più recenti sviluppi socio- economici, che negli ultimi decenni ha parzialmente modificato il territorio e la complessiva fisionomia del paesaggio.

Il complesso delle aree agricole del territorio di Torino di Sangro è caratterizzato da terreni di collina con alto grado di frammentazione fondiaria. Il paesaggio antropizzato è il risultato di un lavoro secolare fatto dall’uomo, qui i terreni sono a prevalenza d’uso vigneti, uliveti e alberi da frutto. Come da analisi della carta d’uso del suolo, il territorio comunale è in percentuale minimamente urbanizzato, e mantiene invece una forte caratterizzazione agricola. Su un territorio complessivo di circa 3200 ettari, circa il 90 % è territorio non urbanizzato (Fig. 3). Di questo circa l’80% è ad uso agricolo, prevalentemente coltivato a vigneti.

La percentuale di suolo urbanizzato è invece concentrato a Torino di Sangro e sulla fascia costiera. Inoltre si evidenzia la presenza in grande parte di terreni ad uso civico, solo una piccola percentuale di questa è stata alienata.

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Fig. 3 – Carta reticolo urbano

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Tab.A - Ripartizione complessiva delle superfici produttive ed improduttive (ISTAT 2010)

La superficie agricola utilizzata (S.A.U.) interessa 1978,92 ettari pari al 89.5% della S.A.T. (Fig. 9). La superficie agraria e forestale, come descritto in tabella A, è così utilizzata: 17.991 ettari circa a zone agricole eterogenee, 6.964 con piantagioni arboree, 1876 ettari a seminativo, solo 81 ettari circa a prato pascolo e 8.958 ettari a boschi. La tipologia delle zone classificate come agricole eterogenee, pari a circa il 66% della S.A.U., risulta per lo più costituita da aree prevalentemente occupate da colture arboree consociate negli anni passati con cereali, oggi diventati spazi naturali non coltivati. Tra le colture arboree la più diffusa è la coltura dell’olivo, omogeneamente distribuita sul tutto il territorio, occupa una

Pagina 16 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro superficie di 671,80 ettari. L'olivicoltura di queste zone seppur caratterizzata da numerosi problemi, non presenta fenomeni di abbandono significativi.

Ciò in quanto, la coltivazione è essenzialmente in mano a famiglie coltivatrici dirette che destinano parte della produzione all'autoconsumo.

Insieme all'olivo l'atra coltura maggiormente diffusa è la vita con 751.44 ettari. Si tratta, per lo più, di impianti specializzati, realizzati con vitigni che rientrano nel disciplinare di produzione “Montepulciano DOC”, che prevede l'ottenimento di un vino a “ Denominazione di Origine Controllata”. Nell’area della collina interna e nella zona di pianura lungo il Tratturo è irrilevante la presenza di fruttiferi che con ettari pochi ettari rappresentano appena l’1,8% delle colture arboree. Negli ultimi anni si può rilevare un crescente interesse per la coltivazione dei fichi, di antica tradizione per la zona con la varietà tipiche del chietino, adatta alla produzione di fichi secchi.

I boschi sono prevalentemente costituiti da latifoglie (76% della superficie boscata) e in ridotte quantità da aghifoglie (pini mediterranei), quest'ultimi localizzati lungo il litorale conseguenza del rimboschimento eseguito dal Corpo Forestale dello Stato su terreni demaniali negli anni '80.

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Fig. 4 - Carta di uso del suolo

2. FLORA E VEGETAZIONE Gli elementi floristici e vegetazionali riscontrati fanno rifermento a conformazioni termofile e mesoxerofile tipiche dell'Appenino centrale.

L'intera zona comunale sembra escludere condizioni di roccia affiorante; non sono presenti situazioni con estese pareti scoscese, condizione nondimeno confermata dall'attività agricola che è presente in modo regolare e compatto in tutta l'area. Tuttavia, risulta interessante ricordare la presenza, seppur circoscritta in prossimità del mare, di pareti sabbiose somiglianti a falesie (loc. Fosso del Diavolo presso loc. Lago Dragoni) a testimonianza di un paesaggio ciò nonostante, contraddistinto da diversità significative, che mettono in stretta relazione l'ecosistema agricolo con quello naturale. Dalle analisi effettuate, l'area risulta avere nella sua interezza un'ottima attitudine agricola; se si esclude il centro abitato del paese e la cintura legata alle aree boschive protette e non, l'intero

Pagina 18 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro territorio è espressione eccellente di attività produttive vitivinicole, olivicole e seminative. Tra i cereali vengono coltivate diverse varietà di grano duro, avena; mentre tra le foraggere le specie più diffuse sono l’erba medica, favino e la sulla.

Sono state rivenute differenti tipologie vegetazionali interessanti, ed è stato possibile separare tali tipologie per classi differenti, legata anche dalla situazione orografica presente. In condizioni marginali con pendenza intorno al 20-25%, con altitudine che non supera mai i 250 m slm (esposizione nord-est/ sud-est), a confermare la presenza di substrati calcarei ricchi di scheletro, si ritrovano importanti arbusteti a prevalenza di ginestre (Spartium juncem L.) più o meno estesi (associazione Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii Biondi, Allegrezza e Guitian 1988), interrotti quasi sempre da appendici di attività agricola adiacente quando la pendenza rende favorevole le operazioni colturali. Nelle zone più secche e calde, marginali dall'attività agricola, dominano assieme ai ginestreti nuclei di arbusteti a rose Rosa sp. (50-200m.s.l. - esp. nord-est), che costituiscono fitosociologicamente complessi tipici dell'arbusteto spinoso a dominanza di rose, rovi e prugnolo. Molto spesso, confinati ai margini di limiti particellari, di strade secondarie e anche e soprattutto in forre esposte a sud - est, è comune trovare formazioni riconducibili al querceto di roverella tipico che tende in diversi casi a formazioni mesoxerofile, con struttura irregolare e lacunosa . La specie tipica è la roverella (Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens) con diverse specie arborre, arbustive ed erbacee caratterizzanti: Ostrya carpinifolia Scop., Fraxinus ornus L. subsp. ornus., Lonicera sp., Rosa sempervirens L., Rubia peregrina L. s.l., Emerus major Mill. subsp. major, Prunus spinosa L. subsp. spinosa, Clematis vitalba L., Crataegus monogyna Jacq., Lonicera implexa Aiton subsp. implexa, Pistacia lentiscus L., Buxus sempervirens L., Crataegus monogyna Jacq., Hedera helix L. s.l., Brachypodium rupestre (Host) Roem. & Schult., Brachypodium rupestre Raf. s.l., Cyclamen repandum Sm. subsp. repandum; Lithospermum officinale L:, Lotus corniculatus L. s.l., Agrimonia eupatoria L. s.l., Sanguisorba minor Scop. s.l., Dactylis glomerata L. s.l., Dacus carota L. s.l., Teucrium chamaedrys L. s.l., Campanula persicifolia L. s.l., Asparagus acutifolius L. s.l., Carex flacca Schreb. s.l., Trifolium, pratense L. s.l., etc.

Nelle zone vallive del Fiume Osento e del Fiume Sangro o ai margini dei torrenti minori anche apprezzabili dal punto di vista della portata idrica come il F.so Frainile (affluente dell'osento) è presente la tipica conformazione del pioppo-salicento ripariale che degrada velocemente verso il querceto tipico a roverella; popolamenti a prevalenza di salice

Pagina 19 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro bianco (Salix alba L.), pioppo bianco (Populus alba L.) e a volte pioppo nero (Populus nigra L.) con struttura e portamento alto - arbustivo con penetrazioni sporadiche di robinia (Robinia pseudoacacia L.) e di specie quercine di ambienti edafici più umidi. Nei piccoli rilevi interni e nelle conche si ritrovano sempre più spesso situazioni complesse e di transizione tra sistemi di latifoglie ad invasione miste, contrastati da sistemi pionieri nitrofili: robinieto - ailanteto propriamente detti. Generalmente questi popolamenti si presentano in strutture lineari, di estensioni ridotte e con un grado di copertura che non supera mai il 60%. Sono costituiti principalmente da aceri, frassino, ciliegio,noce ed altre latifoglie non ricollegabili ad alcun tipo o categoria originati generalmente su ex-coltivi o pascoli abbandonati, con intrusioni di ailanto (Ailanthus altissima (Mill.) Swingle) e robinia. Nel comune sono presenti anche rimboschimenti e sistemi di arredo urbano che fanno riferimento ai classici pini mediterranei (Pinus halepensis Mill.,Pinus pinea L.) come ad esempio la "fascia" verde nei pressi del lungomare Le Morge. E' interessante ricordare l'utilizzo di specie forestali ornamentali per l'arredo urbano come il tiglio comune (Tilia platyphyllos Scop. s.l.) ed altri esemplari di pruno (Prunus sp.) e pino d'aleppo (Celtis australis L. subsp. australis). Naturalmente si rimanda a studi più accurati e con scopi diversi da questa relazione, l'analisi metodica della flora vascolare.

E' fondamentale ricordare la Riserva Regionale Naturale Lecceta di Torino di Sangro che con i suoi circa 170 ettari rappresenta uno dei complessi boschivi mediterranei tra i più importanti nell'Adriatico. Questo nucleo di foresta rappresenta oggi uno degli ultimi frammenti residuali delle antiche foreste dei contrafforti appenninici della costa adriatica. Nel complesso la tipologia di vegetazione presente è annoverabile ad un sistema di transizione tra una formazione forestale mediterranea sempreverde e una formazione con presenza di caducifoglie di carattere submediterraneo con presenza di talune condizioni extrazonali come rupi e prati a carattere arido. Le condizioni di diversità floristica sono il risultato di condizioni ambientali, edafiche e microclimatiche che rendono questa superficie boschiva unica nel suo genere. Dati rinvenuti da recenti studi floristici confermano l'unicità di questo complesso vegetazionale comprovando circa 550 specie vegetali, tra cui molte specie protette da tutela internazionale e censite nella lista rossa regionale e nazionale. Le tipologie forestali riscontrabili per questo nucleo boschivo sono nella parte nord-est (fronte mare) la lecceta mesoxerofila (Cyclamino hederifolii - Quercetum ilicis Biondi, Casavecchia e Gigante , 2003) e nella parte più interna il querceto di roverella mesoxerofilo (Roso semperviventis - Quercetum pubescentis Biondi 1986)

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La tipologia classificata, nella carta di uso del suolo come cedui matricinati, rientra nell'area fluviare del fiume Osento, fiume Sangro e in tutti i piccoli impluvi e basse aste fluviali, come ad esempio il V.ne Nanni e F.so (toponimi IGM). Queste strutture forestali che si diramano a pettine, sono fondamentali per il sistema biologico poiché rappresentano sia dei punti di contatto, che elementi di collegamento (corridoio ecologico) conseguendo un flusso trofico costante e garantendo nel contempo dei veri e propri serbatoi di diversità ambientale. Il concetto di stepping-stone introdotto come nozione elementare, dall'unione europea per la gestione della biodiversità in ambienti agricoli complessi, descrive un mosaico molto simile a quello presente per il comune di Casalborbordino: una situazione agricola multiforme con appendici, nuclei più o meno sviluppati di unità forestali e corridoi di vegetazione che rappresentano una banca viva della. Questo struttura articolata che descrive la stretta relazione tra ecosistema naturale, ecosistema agricolo ed ecosistema urbano, acquista maggior valore se è in prossimità o proprio riconosciuto come sito di importanza comunitaria, come è il caso di Torino di Sango. I SIC presenti nel territorio comunale sono due: IT7140111 BOSCHI RIPARIALI DEL FIUME OSENTO, IT7140107 LECCETA LITORANEA DI TORINO DI SANGRO E FOCE DEL FIUME SANGRO.

La struttura fluviale del fiume Osento rappresenta un corridoio ecologico fondamentale per il territorio comunale perché lo attraversa per intero da sud verso nord- est, portando evidentemente un contributo netto in risorse ambientali e zoologiche alla zona. Il SIC IT7140108, oltre a includere completamente la Riserva Regionale, prende la sezione finale del fiume Sangro e abbraccia una porzione di costa a nord del Comune di Torino di Sangro. Anche il fiume Sangro come il fiume Osento risulta essere di fondamentale importanza per i flussi trofici che dall'alta valle del Sangro si spostano verso la costa e viceversa. Entrambi infatti, formano una cintura di interscambio tra l'entroterra e la costa, essenziale per l'equilibrio biologico dell'intera zona, garantendo un grado di biodiversità accettabile in situazioni agricole avanzate dove la diversità ecologica è fortemente ridotta.

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Fig. 5 – Carta delle tipologie forestali

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3. FAUNA

Il territorio del Comune di Torino di Sangro si caratterizza per la presenza di alcune emergenze naturalistiche, per la presenza di specie di flora e di tipologie vegetazionali di elevato valore conservazionistico e per la presenza di biotopi e alcune specie di flora e tipologie vegetazionali attribuite ad habitat di interesse regionale, comunitario o prioritario. Tuttavia, come per la maggior parte delle aree costiere adriatiche, anche qui il territorio è fortemente e prevalentemente segnato dalla matrice antropica con ecosistemi profondamente modificati ed ormai molto semplificati dall’azione dell’uomo. L’area vasta è diffusamente interessata da varie tipologie di coltivazioni agricole e da insediamenti urbani continui e discontinui serviti da una fitta rete di infrastrutture lineari (SS16, autostrada A14 Adriatica, ferrovia, Strada Fondo Valle Sangro, strade provinciali ed una teoria di strade minori, asfaltate e bianche) nonché da un porticciolo turistico, ma sono ancora presenti anche elementi di naturalità residua estremamente interessanti dal punto di vista ecologico e paesaggistico. Le profonde modificazioni ambientali arrecate dal contesto agricolo ed insediativo, insistente su questi luoghi fin da tempi storici, hanno causato un diffuso depauperamento del patrimonio di biodiversità potenzialmente presente in tali ambienti in condizioni di naturalità (ecotoni umidi salmastri, foreste ripariali, boschi termofili, dune sabbiose, paludi retrodunali...). Allo stato attuale il maggior interesse naturalistico è riscontrabile solo in condizioni relittuali e, a scala locale, concentrato quasi esclusivamente nei boschi ripariali nei pressi del fiume Osento ed all’interno della Riserva Naturale Regionale “Lecceta Litoranea di Torino di Sangro”, area protetta di interesse regionale istituita nel 2001, ma tutelata fin dalla fine degli anni ’70 (biotopo costiero individuato dalla L.R. n.45 del 1979). Entrambe queste aree sono riconosciute come Sito di Interesse Comunitario e, come tali, afferenti alla Rete Natura 2000 (Direttiva “Habitat”): la prima è denominata “Boschi ripariali sul fiume Osento” ed è individuata dal codice SIC IT7140111, mentre la Riserva ricade totalmente all’interno del SIC IT7140107 “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce del Fiume Sangro”, che ne estende il territorio tutelato alle fasce ripariali ed alla foce del fiume Sangro. Fauna L’analisi della componente faunistica è stata condotta elaborando gli scarsi dati esistenti sia in letteratura che negli studi fatti per il Piano di Assetto Naturalistico oltre ai dati derivanti dagli studi preliminari per la redazione dei Piani di Gestione dei SIC.

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I dati esistenti sono stati integrati con quelli raccolti sul campo nel tempo attraverso l’esperienza professionale. Al fine di meglio caratterizzare la fauna dell’area individuando eventuali emergenze, grande attenzione è stata data alla ricerca di segnalazioni/segni di presenza di specie animali aventi particolare rilevanza conservazionistica a livello comunitario e/o nazionale e pertanto formanti oggetto di tutela in riferimento alla normativa esistente in materia.

Sono stati per questo seguiti i seguenti criteri:

Ittiofauna:

1) Specie di interesse conservazionistico:

a) di interesse comunitario: inserite in Dir. 43/92 CEE, Convenzione di Berna 1979, Consiglio d’Europa (specie bisognose di tutela secondo le categorie IUCN);

b) di interesse regionale: che risultano a rischio in Abruzzo e/o tutelati dalla L.R. N. 50/93.

Erpetofauna:

1) Specie di interesse conservazionistico:

a) di interesse comunitario: inserite in Dir. 43/92 CEE, Convenzione di Berna 1979, Conv. di Washington, Consiglio d’Europa (specie bisognose di tutela secondo le categorie IUCN);

b) di interesse nazionale: che risultano a rischio in Italia;

c) di interesse regionale: che risultano a rischio in Abruzzo e/o tutelati dalla L.R. N. 50/93.

2) Specie di interesse scientifico:

a) endemismi.

Avifauna e Teriofauna:

1) Specie di interesse conservazionistico:

a) di interesse comunitario: inserite in Dir 91/241 CEE, Dir 43/92 CEE;

b) di interesse nazionale: particolarmente protette ai sensi della LN 157/92.

Di seguito si effettuerà una sommaria descrizione delle principali presenze rinvenute o citate per l’area in esame, in maniera tale da dare una prima indicazione delle entità di

Pagina 24 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro maggiore valore. In parallelo, si daranno sommari riferimenti in merito alla presenza di specie alloctone che, in alcuni casi, potrebbero costituire un fattore di rischio per l’integrità di reti e catene alimentari locali.

La fauna presente, nella sua complessità strutturale e funzionale, in larga parte dipende dalla tipologia e dall’assetto delle unità ecologiche di paesaggio presenti e dalle loro connessioni fisiche. La composizione è chiaramente influenzata dalle differenze nel grado di antropizzazione e di frammentazione degli habitat. Mancano quasi totalmente le specie ad home range più ampio e, in generale, quelle meno tolleranti il disturbo antropico. La discreta eterogeneità del paesaggio agrario consente comunque la presenza di popolamenti faunistici più diversificati di quelli solitamente presenti in ambienti agrari omogenei. Anche il paesaggio forestale mostra una eterogeneità non comune per ambienti costieri come quelli in esame.

Ai fini del presente Rapporto Ambientale risulta più utile un approccio impostato sulle zoocenosi rappresentative dei diversi ambienti (“ecosistemi”)sui quali il P.R.E. può avere effetto piuttosto che sulle singole specie. Per questo motivo, alla consueta suddivisione in classi, saranno aggiunte informazioni riguardo gli ambienti in cui è più probabile riscontrare la presenza delle specie indicate, con esclusione della classe “pesci” che, per ovvi motivi, è esclusivamente associata agli ambienti acquatici.

Il dato di presenza/assenza delle varie specie dell’ittiofauna locale è stato ricavato dalla consultazione del materiale bibliografico, da alcune osservazioni dirette e da domande rivolte a vari pescatori locali. Le specie che risultano segnalate nel territorio in esame sono:

Tabella 1 - Classe Osteichthyes

Nome specifico Nome italiano Anguilla anguilla Anguilla Cyprinus carpio Carpa Rutilus rubilio Rovella Alburnus albidus Alborella mediterranea Alburnus alburnus Alborella comune Barbus plebejus Barbo Alosa fallax Cheppia Unità ambientali faunistiche:

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Le diverse specie che compongono la fauna presente in una determinata area, si distribuiscono sul territorio in funzione delle proprie esigenze ecologiche, che sono principalmente legate alla necessità di trovare rifugio, di alimentarsi, di riprodursi, di spostarsi. Tali esigenze possono inoltre mutare nelle diverse stagioni e, talvolta, addirittura nell’arco di un giorno.

In base alla carta della vegetazione è possibile individuare delle aree in cui le zoocenosi presentano caratteristiche di uniformità e fedeltà al territorio. Tali aree sono definite Unità Ambientali Faunistiche. Quelle individuabili nel territorio di Torino di Sangro e sulle quali il PRE potrà avere effetto sono elencate nella tabella seguente:

Sigla Unità Ambientali Faunistiche B Boschi di latifoglie termofile Fr Formazioni arboree ed arbustive ripariali, corpi idrici Arb Arbusteti e macchie C arb Colture arboree Se/In Colture erbacee (seminativi); incolti Urb Aree urbanizzate

Nelle tabelle che seguono è invece riportato, suddiviso per classe, un elenco delle specie riferibili alle diverse Unità Ambientali Faunistiche individuate. Con la lettera P sono segnalate le specie presumibilmente presenti, in quanto nell’area di studio esistono localmente habitat idonei per tali specie, ma la cui presenza necessita di conferme, mentre il simbolo • indica le specie per le quali si hanno segnalazioni certe per l’area d’indagine o per le aree strettamente limitrofe.

In letteratura mancano studi specifici già pubblicati su Anfibi e Rettili fatta eccezione per pochi lavori su Testudo h. hermanni (Di Tizio, 1991 e 2001; Di Tizio e Di Francesco, 2004) relativi al territorio della Riserva Naturale Guidata “Lecceta di Torino di Sangro”. Il dato di presenza/assenza relativo alle varie specie dell’erpetofauna locale è stato ricavato prevalentemente dalla consultazione di questo materiale bibliografico oltre che da alcune osservazioni dirette e conoscenze pregresse. Non sono invece disponibili dati sulla consistenza delle popolazioni e questa è una lacuna che si ritiene opportuno colmare con futuri approfondimenti.

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Tabella 2 - Classe Amphibia Nome specifico Nome italiano B Fr Arb Car Se/I Urb Lit/Ff b n Triturus carnifex Tritone crestato • Bufo bufo Rospo comune • • • • • • • spinosus Bufo v. viridis Rospo smeraldino • • Hyla intermedia Raganella italiana • Rana hispanica / Rane verdi • • bergeri

Si tratta di animali più o meno fortemente legati all’acqua, almeno per la riproduzione, e quindi rinvenibili per lo più nei pressi dei fiumi, nei fossi, torrentelli, negli invasi artificiali e nei piccoli corpi d’acqua (abbeveratoi, pozze temporanee, ecc.). Alcune di queste specie sono in diminuzione, in Abruzzo e nel resto d’Italia, per diminuzione e alterazione degli habitat vitali, per la bonifica delle zone umide e per l’ancora eccessivo uso di pesticidi in agricoltura.

Tabella 3 - Classe Reptilia Nome specifico Nome italiano B Fr Arb Carb Se/In Lit/Ff Urb Emys orbicularis Testuggine • palustre Testudo h. Testuggine • • hermannj comune Tarentola Geco comune • mauritanica Hemydactylus Geco verrucoso • turcicus Lacerta bilineata Ramarro • • • Podarcis muralis Lucertola • • • muraiola Podarcis sicula Lucertola • • • • • campestre Anguis fragilis Orbettino • • Hierophis Biacco • • • • viridiflavus

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Coronella Colubro di Riccioli P P P girondica Zamenis Saettone • • • longissimus Elaphe q. Cervone P P quatuorlineata Natrix natrix Natrice dal • • belvetica collare o biscia comune Vipera aspis Vipera comune • • • francisciredi

La maggior parte delle specie di rettili sono attive soltanto nelle stagioni più calde e, tranne le due specie di sauri, generalmente elusive e difficilmente rilevabili. Alcune si ritrovano prevalentemente all’interno di nuclei rurali e in zone antropizzate (gechi, lucertole), altre sono legate a condizioni di maggior naturalità. La presenza del colubro di Riccioli (Coronella girondica) necessita di conferme, se dovessero esserci la specie dovrà essere opportunamente tutelata, la possibile presenza è comunque localizzata e legata alle zone aperte o alle boscaglie rade che possiedono le condizioni di maggior naturalità e che, nel territorio considerato, sono già tutelate/sottoposte a vincoli ambientali.

Le due testuggini (Testudo h. hermanni ed Emys orbicularis) rappresentano senza dubbio le specie di maggiore interesse nell’ambito dell’erpetofauna di Torino di Sangro. La Riserva Naturale Guidata “Lecceta litoranea di Torino di Sangro” è infatti l’unico sito abruzzese finora conosciuto nel quale la testuggine di Hermann è presente con una popolazione vitale, mentre i boschi ripariali sul fiume Osento rappresentano uno dei pochissimi siti in Abruzzo in cui è nota la presenza della testuggine palustre.

Tutte le specie di anfibi e rettili sono protette nel territorio abruzzese dalla legge regionale 50/1993, che ne vieta l’uccisione, la cattura e la detenzione in cattività, salvo documentate e autorizzate esigenze di studio.

Gli anfibi Bufo bufo e Hyla intermedia ed i rettili Testudo hermanni, Lacerta bilineata, Hierophis viridiflavus, Zamenis longissimus e Natrix natrix rientrano inoltre tra le “specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa” (Allegato D previsto dall’articolo 1 comma 1 del D.P.R. 248/97: “Regolamento di attuazione della direttiva

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92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”). Infine Testudo hermanni è anche tra le specie a maggiore protezione da parte della Convenzione di Washington (CITES) (Di Tizio, 2011- PAN Riserva Nat. Reg. “Lecceta di Torino di Sangro”)

Uccelli

Le informazioni raccolte sugli uccelli riguardano l’avifauna nidificante, la categoria più caratteristica e qualificante per aree agro-forestali costiero/collinari quali quelle in esame. L’area costiera e quelle ripariali rivestono inoltre un discreto interesse come luogo di sosta lungo le rotte migratorie, in particolare per l’avifauna acquatica e palustre (ardeidi, caradriformi, rallidi, silvidi di palude, ecc.) e come luogo di svernamento tanto da rientrare tra le aree di interesse per il monitoraggio invernale degli uccelli acquatici (IWC) coordinato dall’ISPRA.

L’avifauna, con una ricchezza di ben 101 specie segnalate di cui 12 elencate nell’allegato 1 della direttiva Dir. 2009/147/CE, rappresenta la classe di vertebrati più diversificata. Ciò è dovuto principalmente alla maggior complessità di questa classe, in Italia, rispetto agli altri vertebrati. Tale maggior numero assoluto di specie è conseguente alla capacità di sfruttare con particolare efficacia la distribuzione dei microhabitat, alla facilità di spostamento e alla notevole diversità di nicchie ecologiche createsi nel corso del processo evolutivo.

Nella tabella 4 seguente, oltre alla lettera P (specie presumibilmente presenti) ed al simbolo • (specie sicuramente presenti), per i rapaci notturni e diurni e per i corvidi viene indicata anche l’area di alimentazione o di caccia, evidenziata con un asterisco *

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Nome specifico / Nome italiano B Fr Arb Carb Se/In Lit./Ff Urb (fenologia presunta nell'area)

Egretta alba (M reg) Airone bianco • • maggiore

Ardea cinerea (M reg, Airone cenerino • • W reg)

Circus pygargus (M Albanella minore • • reg, W reg)

Circus cyaneus (M reg, Albanella reale •

W reg)

Alauda arvensis (B, M Allodola • • • reg)

Anas crecca (M reg, Alzavola • • W reg)

Otus scops (M reg, B) Assiolo • *

Lanius minor (M reg) Averla minore P P P

Lanius collurio (M reg, Averla piccola • • B)

Delichon urbica (M Balestruccio • reg, B)

Motacilla alba (SB, Ballerina bianca • • • • Mreg)

Motacilla cinerea (M Ballerina gialla • • reg, W)

Tyto alba (SB) Barbagianni * *

Panurus biarmicus (SB, Basettino •

M reg, W)

Scolopax rusticola (M Beccaccia • • • reg)

Gallinago gallinago Beccaccino • • (M reg, W irr)

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Cisticola juncidia (B, M Beccamoschino • reg)

Hippolais poliglotta Canapino • (Mreg, B)

Sylvia atricapilla (SB, M Capinera • • • • reg, W)

Galerida cristata (B, Cappellaccia Mreg)

Carduelis carduelis Cardellino • • • •

(SB, M reg)

Himantopus Cavaliere d’Italia • • himantopus (M reg, B)

Parus major (SB, M reg, Cinciallegra • • • • W)

Parus ater (SB, M reg, Cincia mora • • W)

Parus caeruleus (SB, M Cinciarella • • • reg, W)

Athene noctua (SB) Civetta * •

Aegithalos caudatus Codibugnolo • • (B, M reg, W)

Phoenicurus Codirosso • phoenicurus (B, M reg)

Phoenicurus ochruros Codirosso • • • (B, Mreg, W) spazzacamino

Columba palumbus Colombaccio • (SB, Mreg, W)

Phalacrocorax carbo Cormorano •

(M reg, W)

Corvus corone cornix Cornacchia grigia • • * (SB)

Charadrius dubius Corriere piccolo • • (Mreg)

Cuculus canorus Cuculo • •

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(Mreg, B)

Oenanthe oenanthe Culbianco • • • (Mirr)

Motacilla flava (Mreg, Cutrettola • • • • B)

Phasianus colchicus (B Fagiano • • • • -ripopol.)

Circus aeruginosus Falco di palude * • * (Mreg)

Pernis apivorus (Mreg) Falco pecchiaiolo * * *

Carduelis cannabina Fanello • • • • (SB, M reg, W)

Regulus ignicapillus (B, Fiorrancino • • • M reg, W)

Fulica atra (SB, M reg, Folaga • • W)

Acrocephalus Forapaglie • • schoenbaenus (Mreg)

Charadrius Fratino • alexandrinus (SB, M reg, W)

Fringilla coelebs (B, M Fringuello • • • reg, W)

Chroicocephalus Gabbiano comune • ridibundus (Mreg, W)

Larus michahellis Gabbiano reale • (Mreg, B, W) medit.

Gallinula chloropus Gallinella d’acqua • •

(SB, M reg, W)

Egretta garzetta Garzetta • • (Mreg, Wirr)

Pica pica (SB) Gazza • • *

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Anas platyrhynchos Germano reale • • (SB, Mreg, Wreg)

Falco tinnunculus (SB, Gheppio • • * * Mreg, W)

Garrulus glandarius Ghiandaia • • (SB, M reg, W)

Merops apiaster (B, Gruccione • • Mreg)

Asio otus (W, SB) Gufo comune • * * * •

Carduelis spinus Lucherino • • • (Mreg, Wirr)

Phylloscopus collybita Luì piccolo • • (Mreg, B)

Alcedo atthis (M reg, Martin pescatore • • W irr)

Anas querquedula Marzaiola • • (Mreg)

Turdus merula (SB, M Merlo • • • • reg, W)

Sylvia melanocephala Occhiocotto • • (M reg, B, W)

Passer italiae (SB) Passera d’Italia • •

Vanellus vanellus Pavoncella • • (Mreg, Wirr)

Erithacus rubecula (SB, Pettirosso • • • M reg, W)

Sitta europaea (SB) Picchio muratore • • • •

Picoides major (SB, M Picchio rosso magg. • • • reg, W)

Picus viridis (SB) Picchio verde • • •

Columba livia Piccione domestico • domestica (SB)

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Muscicapa striata Pigliamosche • • • (Mreg, B)

Calidris alba (Mreg) Piovanello tridattilo • •

Tringa ochropus Piro piro culbianco • • (Mreg)

Actitis hypoleucos Piro piro piccolo • • (Mreg)

Buteo buteo (SB, M Poiana * * reg, W)

Rallus aquaticus Porciglione • • (Mreg, Wreg)

Certhia brachydactyla Rampichino • • • (Mirr)

Oriolus oriolus (Mreg, Rigogolo • • B)

Hirundo rustica (M reg, Rondine • B)

Apus apus (M reg, B) Rondone •

Saxicola torquata (M Saltimpalo • • • reg, B)

Troglodytes Scricciolo • • • troglodytes (SB, M reg, W)

Accipiter nisus (SB, M Sparviere • reg, W)

Sylvia communis Sterpazzola • (Mreg, B)

Sylvia cantillans (Mreg, Sterpazzolina •

B)

Sturnus vulgaris (SB, M Storno • • • • • reg, W)

Miliaria calandra (B, Strillozzo • • Mreg)

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Podiceps cristatus Svasso maggiore • (Mirr, Wirr)

Podiceps nigricollis Svasso piccolo • (Mir, W)

Corvus monedula (SB) Taccola * * •

Ixobrychus minutus Tarabusino • • (Mreg, B)

Jynx torquilla (Mreg, B) Torcicollo • •

Streptopelia decaocto Tortora dal collare or. • (SB)

Streptopelia turtur Tortora selvatica • • •

(Mreg)

Lullula arborea (B, Tottavilla • • Mreg)

Tachybaptus ruficollis Tuffetto • • (SB, Mreg, W)

Upupa epops (Mreg, Upupa • • B)

Luscinia Usignolo • • megarhynchos (Mreg, B)

Cettia cetti (B, Mreg) Usignolo di fiume •

Carduelis chloris (SB, Verdone • • • Mreg)

Serinus serinus (SB, Verzellino • • • • Mreg)

Arenaria interpres Voltapietre • (Mreg)

Emberiza cirlus (SB, Zigolo nero • • • Mreg, Wirr) Tab. 4 – Check list dell’avifauna

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La diversità avifaunistica, massima nei boschi e nelle formazioni ripariali, va di pari passo con l’aumentare della diversità ambientale. L’analisi dei popolamenti avifaunistici mostra la prevalenza di specie di passeriformi a larga valenza ecologica, insieme alle più comuni specie forestali. A questi uccelli si affiancano peraltro anche specie più stenoecie, legate sia ad esemplari arborei maturi, sia ai mosaici di ambienti agricoli, incolti, arbusteti.

Mancano in gran parte i predatori forestali e, quasi del tutto, i rapaci diurni nidificanti che utilizzano le zone aperte come territori di caccia.

Il territorio è utilizzato dall’avifauna anche per lo svernamento e la migrazione. Nei mesi invernali il territorio è utilizzato per lo svernamento non solo da specie forestali e di zone aperte, provenienti dalle regioni settentrionali o dalle località più interne, ma anche da alcune specie acquatiche che utilizzano i corsi d’acqua maggiori (fiume Sangro in particolare) per le attività trofiche o per gli spostamenti.

In sostanza il popolamento avifaunistico risulta di buon interesse per la quantità e la qualità delle specie nidificanti e per le possibili specie svernanti.

Fatta eccezione per il cinghiale, le specie di Mammiferi presenti sono caratterizzate da dimensioni medie o piccole. Ciò è dovuto al fatto che gli ambienti naturali presenti nell’area sono, come già detto, molto frazionati, certamente non in grado di ospitare mammiferi di maggior pregio come i grandi carnivori. Qualche esemplare di capriolo è già stato segnalato, probabilmente irradiato spontaneamente nell’area dagli ambienti boscati più interni attraverso il corridoio ecologico rappresentato dai due corsi d’acqua maggiori nel territorio.

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Tabella 5 - Mammiferi

Nome specifico Nome italiano B Fr Arb Carb Se/In Lit/Ff Urb

Erinaceus europaeus Riccio • • •

Sorex araneus Toporagno comune • • •

Sorex minutus Toporagno nano • • •

Crocidura leucodon Crocidura • • • ventrebianco

Talpa romana Talpa romana •

Myotis myotis vel blythii Vespertilio maggiore P

Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano * •

Pipistrellus kuhli Pipistrello albolimbato P

Hypsugo savii Pipistrello di Savi P

Myocastor coypus Nutria (alloct.) •

Lepus europaeus Lepre (ripop. venat.) • • • •

Sciurus vulgaris Scoiattolo • •

Myoxus glis Ghiro P

Clethrionomys Arvicola rossastra P glareolus

Arvicola terrestris Arvicola P

Microtus savii Arvicola di Savi •

Apodemus favicollis Topo selvatico collo • • • • • giallo

Apodemus sylvaticus Topo selvatico • • • •

Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche • •

Rattus rattus Ratto comune • •

Mus domesticus Topolino delle case • •

Vulpes volpe Volpe • • • • •

Mustela nivalis Donnola • • • • • •

Meles meles Tasso • • •

Martes foina Faina • • • •

Sus scrofa Cinghiale • • • • •

Capreolus capreolus Capriolo • •

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Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:

 Sportello regionale ambiente da sito internet della Regione Abruzzo (http://sra.regione.abruzzo.it/)

 Quadro conoscitivo del Piano di Assetto Naturalistico del Comune di Torino di Sangro

 Quadro conoscitivo PTC Provincia di Chieti

 Formulari standard della Rete NATURA 2000 (Standard Data Form) dal sito del Min. Ambiente

 Esperienza personale degli autori per studi pregressi in loco

 Bibliografia di settore.

4. Screening per la Valutazione d’Incidenza Ambientale

Sulla scorta del documento interpretativo della Commissione “La gestione dei siti della rete Natura 2000: Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della Direttiva. Habitat. 92/43/CEE” nonché dei casi più importanti e della pratica evolutasi nel frattempo, sussiste ormai un consenso generalizzato sul fatto che le valutazioni richieste dall’articolo 6 siano da realizzarsi per livelli. La presente guida propone pertanto i seguenti livelli:

• Livello I: screening, processo d’individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze;

• Livello II: valutazione appropriata, considerazione dell’incidenza del progetto o piano sull’integrità del sito NATURA 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, tenendo conto della struttura e funzione del sito, nonché dei suoi obiettivi di conservazione. In caso di incidenza negativa, si aggiunge anche la determinazione delle possibilità di mitigazione;

• Livello III: valutazione delle soluzioni alternative, valutazione delle modalità alternative per l’attuazione del progetto o piano in grado di prevenire gli effetti passibili di pregiudicare l’integrità del sito NATURA 2000;

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• Livello IV: valutazione in caso di assenza di soluzioni alternative in cui permane l’incidenza negativa, valutazione delle misure compensative laddove, in seguito alla conclusione positiva della valutazione sui motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, sia ritenuto necessario portare avanti il piano o progetto. (Si precisa che la presente guida non si occupa della valutazione relativa ai motivi imperativi di rilevante interesse pubblico).

La diversità di habitat, specie, progetti e piani esistenti all’interno dell’Unione Europea, in aggiunta alle differenze tra le diverse normative nazionali rendono necessario un’impostazione chiara ma versatile verso le valutazioni dell’articolo 6. All’interno dell’Unione esistono punti di vista molto diversi sull’importanza o il valore dei siti e dei progetti.

La direttiva Habitat si basa implicitamente sull’applicazione del principio di precauzione, nella misura in cui essa prescrive che gli obiettivi di conservazione di Natura 2000 dovrebbero prevalere sempre in caso d’incertezza.

A tale proposito, la Comunicazione della Commissione sul principio di precauzione. (Commissione europea, 2000a, COM(2000) 1 final) stabilisce che l’applicazione del principio precauzionale presuppone:

• l’individuazione degli effetti potenzialmente negativi risultanti da un dato fenomeno, prodotto o procedura;

• una valutazione scientifica dei rischi che non possono essere determinati con sufficiente certezza in ragione della loro natura imprecisa o non definitiva o della insufficienza di dati (Commissione europea, 2000a, p. 14).

Nelle valutazioni occorre innanzitutto dimostrare in maniera oggettiva e documentabile che:

• non ci saranno effetti significativi su siti Natura 2000 (Livello I:Screening); o

• non ci saranno effetti in grado di pregiudicare l’integrità di un sito Natura 2000 (Livello II: valutazione appropriata); o

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• non esistono alternative al piano o progetto in grado di pregiudicare l’integrità di un sito Natura 2000 (Livello III: valutazione di soluzioni alternative);

• esistono misure compensative in grado di mantenere o incrementare la coerenza globale di Natura 2000 (Livello IV: valutazione delle misure compensative).

Le Linee Guida della Regione Abruzzo prevedono infatti che “…In fase di screening, per alcuni interventi per i quali si rileva già in prima istanza che non siano passibili d’incidenza significativa, l’autorità competente può asseverare un’autodichiarazione motivata che fornisca, oltre alle valutazioni della non incidenza, i dati essenziali del progetto quali la localizzazione su cartografia in scala adeguata, una breve descrizione del progetto e la documentazione fotografica…”.

Come precedentemente esposto lo Screening è il processo d’individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito NATURA 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze. Segue l’ordine logico che si riporta di seguito schematicamente in figura 6.

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Fig. 6 – Fasi dello screening ai sensi dell’art. 6 della direttiva n°92/43/CEE

Come già anticipato nel capitolo introduttivo, il PRE del Comune di Torino di Sangro dovrà recepire quanto emerso dai Piani di Gestione dei SIC e pertanto essendo l’iter di approvazione non ancora concluso, appare come giusta e strategica la decisione presa di integrare opportunamente le indicazioni emerse rispetto alla presenza e alla distribuzione di specie ed habitat, nonché le azioni previste per raggiungere gli obiettivi di conservazione e di valorizzazione delle attività antropiche, in particolare quelle legate al comparto agricolo.

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Nello specifico gli obiettivi di protezione ambientale dichiarati nel PRE, in coerenza con quanto indicato in fase di scoping della VAS, sono:

1. Proteggere e conservare le zone di tutela;

2. Minimizzare e contenere il consumo di suolo;

3. Mantenere e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche;

4. Migliorare la qualità dell’ambiente locale e promuovere azioni per la sostenibilità energetica.

Nello specifico:

1. Protezione e Conservazione, i criteri ispirati al primo principio (proteggere e conservare le zone di tutela) sono quelli relativi ai vincoli e alle aree di tutela derivanti dalla pianificazione di settore, di tipo ambientale, paesistico e infrastrutturali che all’interno del Piano sono considerati volani di sviluppo. Essi sono stati infatti considerati come un tematismo sistemico di base che ha portato ad una serie di scelte strategiche volte a creare un sistema “natura”. In quest’ottica, alle aree già vincolate da norme sovraordinate sono state individuate ed aggiunte una serie di aree e corridoi ecologici di alta valenza ambientale ritenute essenziali per la creazione del sistema stesso.

2. Contenimento del consumo dei suoli, il secondo principio di sostenibilità mira al contenimento dell’utilizzo del suolo nelle aree a vocazione agricola ed ad alta valenza naturalistica, determinando un’azione di sviluppo nei pressi di aree già urbanizzate e servite da infrastrutture. A questo riguardo si è agito sia a livello progettuale di zonizzazione che a livello normativo. Per l’individuazione delle zone omogenee le aree edificabili sono state fatte coincidere con le parti di territorio già urbanizzate ed in gran parte già occupate da una edificazione sparsa, ponendo particolare attenzione anche all’individuazione di nuclei rurali di aggregazione già in essere, in grado di alleggerire la pressione edificatoria ai fini residenziali sulle zone agricole. A livello normativo sono stati posti particolari limiti all’edificazione residenziale nelle zone agricole, distinte fra loro a seconda della loro valenza ambientale e della loro integrazione nel sistema naturalistico comunale e sovra comunale. Anche nelle zone omogenee destinate alla residenza si è data particolare

Pagina 42 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro attenzione nel limitare l’impatto visivo e nel garantire la presenza di verde attrezzato.

3. Qualità dei Suoli e Risorse Idriche, il terzo principio individua i criteri legati alla conservazione della qualità dei suoli e delle risorse idriche sia in relazione alle caratteristiche geologiche del territorio che agli usi attuali del suolo agricolo.

4. Sostenibilità energetica e qualità dell’ambiente, i criteri ispirati al quarto principio sono la sintesi di un’applicazione corale dei precedenti. A tal fine si sottolinea l’opera di sensibilizzazione già intrapresa dall’Amministrazione comunale, disposta ad incentivare azioni e politiche capaci di attivare una piena sostenibilità energetica ed ambientale, oltre l’azione specifica del piano che, attraverso una specifica previsione normativa cerca di indirizzare la tecnica costruttiva verso un approccio più corretto tramite incentivi all’utilizzo di fonti rinnovabili.

 Zonazione acustica, oltre a ciò, onde garantire la funzionalità dell’intero sistema ambientale territoriale, il piano è integrato con la caratterizzazione acustica del territorio nella sua sistemazione attuale e con una proposta di zonizzazione acustica fondata sulla normativa nazionale (Legge N° 447 del 26.10.95: Legge Quadro Sull’inquinamento Acustico, D.P.C.M. del 14.11.97: Determinazione dei Valori Limite delle Sorgenti Sonore) e regionale (L.R. 23/2007 e DGR n. 770/P/2011) in materia. Quest’ultima andrà ovviamente adeguata al progetto di piano.

 Detrattori ambientali, a causa della formazione geologia di tipo alluvionale la parte del territorio costituita dall’ultimo terrazzo sul mare è stata oggetto di saccheggio da parte dei cavatori, provocando notevoli danni ambientali tanto più gravi in quanto situati nelle immediate vicinanze di siti naturalistici di rilievo. Per opporsi a tale azione devastatrice del territorio, l’Amministrazione Comunale ha scelto di indirizzare il Piano Regolatore verso la riconversione di queste aree mediante la loro integrazione nella rete naturalistica, destinandole alla riqualificazione tramite interventi perequativi volti al ripristino ambientali tramite il recupero dell’orografia originaria, quando non utilizzati da avifauna, per es. Merops apiaster (Gruccione) o Riparia riparia (Topino), ed il loro eventuale sfruttamento ai fini della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico, quando non funzionali al ripristino della connettività ecologica e alla deframmentazione ecosistemica.

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5. Habitat e specie di importanza comunitaria rilevati

Oltre a quanto già esposto nei precedenti capitoli 2 e 3 in relazione alla flora e alla fauna presente nel territorio comunale si è provveduto ad analizzare e valutare nello specifico habitat e specie di interesse comunitario considerando in modo prioritario quanto emerso dagli studi e ai rilievi effettuati per la redazione dei Piani di Gestione dei due SIC IT7140107 e IT7140111.

Come riportato nelle seguenti tabelle all’interno dei due Siti Natura 2000 sono stati rilevati i seguenti habitat e specie di interesse comunitario:

Tabella 6 – Habitat presenti (Fonte Piani di Gestione SIC, 2015)

Habitat presenti Codice e denominazione Copertura (ha) 1130 - Estuari 3,7 1210 - Vegetazione annua delle linee di deposito marine 1,5 3140- Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara 0,05 spp. 3260 - Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion 0,05 fluitantis e Callitricho- Batrachion. 3270 - Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri 11,5 p.p e Bidention p.p. 3280 - Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione 11,5 dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 2,1 6220* - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- 2,1 Brachypodietea 6420 - Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- 0,03 SICIT7140107 Holoschoenion 91AA* - Boschi orientali di quercia bianca 136,2 91B0 - Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia 0,36 92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 48,6

9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 20,8

Habitat presenti Codice e denominazione Copertura (ha)

91F0 - Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e 3,70 Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)

92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 88,27

91AA*- Boschi orientali di quercia bianca n.d. SICIT7140111

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Tabella 7 – Specie animali presenti (Fonte Piani di Gestione SIC, 2015)

Specie animali presenti - Uccelli (Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) Cat. Pandion haliaetus - Falco pescatore P Ciconia ciconia - Cicogna bianca P Circus aeruginosus - Falco di palude P Charadrius alexandrinus - Fratino - - Anfibi e Rettili (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat. Testudo hermanni – Testuggine di Hermann R Elaphe quatuorlineata – Cervone R Triturus carnifex – Tritone crestato italiano V - Mammiferi (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat. Rhinolophus hipposideros - Ferro di cavallo minore C Rhinolophus ferrumequinum - Ferro di cavallo maggiore C Myotis emarginatus - Vespertilio smarginato C Barbastella barbastellus- Barbastello C Miniopterus schreibersii - Miniottero comune C SICIT7140107 Canis lupus - Lupo V  Pesci (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat. Alosa fallax – Cheppia R Barbus plebejus – Barbo R  Invertebrati (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cerambyx cerdo – Cerambice della quercia R

Specie animali presenti Uccelli (Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) Cat. Milvus migrans – Nibbio bruno V Anfibi e Rettili (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat.

Emys orbicularis– Testuggine palustre V Mammiferi (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat. Rhinolophus ferrumequinum- Ferro di cavallo maggiore C Myotis bechsteinii - Vespertilio di Bechstein C Myotis oxygnathus - Vespertilio di Monticelli C Myotis myotis - Vespertilio maggiore C Barbastella barbastellus - Barbastello C Miniopterus schreibersii - Miniottero Comune C Pesci (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat. SICIT7140111 Rutilus rubilio - Rovella B Barbus plebejus - Barbo B Invertebrati (Allegato II della Direttiva 43/92/CEE) Cat. Cerambyx cerdo – Cerambice della quercia R

Si è provveduto, quindi, a verificare come e se le azioni previste nel Piano Regolatore Esecutivo del Comune di Torino di Sangro generavano azioni o meno su specie ed habitat presenti nei due SIC elaborando una matrice 13x43 su una scala di nove valori con lo zero centrale(vedi tabella successiva).

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Fig. 7– Valutazione delle interazioni potenziali delle azioni del PRE su specie e habitat dei 2 SIC

Dall’analisi emerge che le azioni previste nel PRE hanno complessivamente incidenza potenziale di 0,25/559 per quanto riguarda il SIC IT7140107 e di 0,75/559 per quanto riguarda il SIC IT7140111.

La valenza complessiva del PRE è di 1/559 ossia le azioni del PRE potenzialmente

Pagina 46 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro favoriscono un avvicinamento agli obiettivi di conservazione di specie e habitat pari a un +0,18%.

Nel complesso si può assumere una sostanziale neutralità.

Nell’insieme emerge come azioni con migliore interrelazione quella inerente la conservazione dell’integrità delle unità di paesaggio al fine di limitare la dispersione edilizia attraverso vincoli normativi e la facilitazione dell’aggregazione nei nuclei rurali consolidati, siano essi di tipo puntuale che lineare che ha il valore positivo di interazione più alto pari a 2,375/43 e contribuisce con un +5,5% a migliorare significativamente le condizioni in modo particolare per l’ambito 4 relativo alle zone agricole.

Con interferenza negativa si segnalano le interazioni con i chirotteri per quanto attiene il recupero degli edifici abbandonati usati come rifugi e per la nidificazione e per quanto attiene la Testudo hermanni hermanni l’intervento relativo al comparto in zona piana San Tommaso che lambisce l’areale di distribuzione individuato come zona di protezione esterna della Riserva Naturale Regionale “Lecceta di Torino di Sangro”, rispettivamente pari a – 0,375/43; - 0,5/43 e – 0,125/43, ossia – 0,9% e – 1,2% per quanto attiene i chirotteri e – 0,3% per la Testudo hermanni.

Gli interventi di recupero dell’edificato abbandonato facilmente mitigabili seguendo e prendendo a riferimento le linee guida ministeriali per la conservazione dei chirotteri, che troveranno posto e riferimento nelle Norme Tecniche di Attuazione del PRE, danno modo di limitare il consumo di suolo per tanto nel complesso sono abbondantemente compensate dalla riduzione dei metri risparmiati.

Per quanto attiene le previsioni relative a piana San Tommaso in merito all’interferenza con l’areale di dispersione della T. hermanni oltre a rivedere i margini perimetrali dell’intervento alla luce delle analisi sulla rete ecologica sarà sufficiente attenersi alle indicazioni relative alla zone in esame e definire in ambito attuativo, all’interno dello studio VINCA relativo a tale progetto, considerare nel dettaglio le opzioni necessarie a garantire la non interferenza negativa sulla specie.

In relazione agli habitat si ha prevalente neutralità degli interventi previsti nel PRE ad eccezione di due potenzialità negative in relazione agli habitat 91AA* - Boschi orientali di quercia bianca e 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia per quanto attiene all’ambito costiero, entrambi con valori minimi pari a -0,125/43, per i quali vale lo stesso

Pagina 47 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro discorso appena fatto riguardo alla necessità di individuare in ambito progettuale, evidenziandolo all’interno della procedura di VINCA per gli interventi relativi a questa tipologia nell’ambito individuato come area costiera.

6. Analisi dell’incidenza potenziale delle Azioni del PRE sulle Azioni dei Piani di Gestione dei SIC

Come anticipato al fine di una corretta valutazione dell’incidenza potenziale delle azioni del PRE su specie e habitat presenti nei sue SIC, al fine di valutarne l’effetto in relazione agli interventi individuati nei due piani di gestione dei SIC redatti e chiusi nello scorso maggio 2015 si è provveduto a prendere in esame e verificare le interazioni tra le azioni del PRE e quanto previsto nei Piani di Gestione dei SIC IT7140107 e IT7140111.

Sinteticamente di seguito si riportano le azioni previste nei Piani di Gestione dei SIC:

 IT7140107 – Azioni totali, 65 di cui

 6 Azioni Volontarie;

 19 Interventi Attivi;

 19 Monitoraggio e Ricerca;

 5 Informazione ed Educazione;

 16 Regolamentazione.

 IT7140111 – Azioni totali, 62 di cui

 6 Azioni Volontarie;

 17 Interventi Attivi;

 15 Monitoraggio e Ricerca;

 5 Informazione ed Educazione;

 19 Regolamentazione.

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Tali azioni sono state definite e dettagliate al fine di raggiungere gli obiettivi di conservazione del Sito, rimuovere le minacce presenti e tutelare la biodiversità presente, nonché orientare le attività agricole verso la multifunzionalità e nel giocare un ruolo attivo nella conservazione della natura e degli agroecosistemi.

Si è provveduto quindi a verificare l’esistenza di correlazione potenziali tra le attività dei Piani di Gestione dei SIC e le azioni previste nel PRE.

In generale gli interventi previsti nel PRE del Comune di Torino di Sangro dimostrano indifferenza tranne per quelle azioni a convergenza potenzialmente positiva con le azioni previste nei Piani di Gestione, in particolare per quanto attiene ad entrambi i SIC per quanto attiene agli Interventi Attivi e alle Regolamentazioni.

In modo particolare, oltre a quanto rammentato già in precedenza nel capitolo 4 in merito agli obbiettivi di sostenibilità del PRE, si evidenzia l’intervento volto alla conservazione dell’integrità delle unità di paesaggio per limitare la dispersione edilizia attraverso vincoli normativi e la facilitazione dell’aggregazione nei nuclei consolidati rurali e l’inserimento nelle norme tecniche di attuazione di regolamentazioni inserite nel Piano di Gestione del SIC IT7140107 possono far si che il PRE, potenzialmente, diventa strumento per aiutare l’Amministrazione Comunale ad attuare il Piano di Gestione del SIC lavorando in maniera convergente con i due Piani e qualora sappia cogliere l’occasione offerta in potenzialità durante lo sviluppo delle previsioni utilizzando dove possibile le opportunità che offriranno le misure del P.S.R. della Regione Abruzzo per il periodo 2014-2020.

In tale ambito si possono attivare interventi che lavorino in sinergia per la realizzazione di una rete ecologica comunale anche tramite l’inserimento all’interno del paesaggio agrario di elementi lineari e strutturati a saldare gli elementi di sorgente e le stepping stones residuali tramite veri e propri bio-canali costituiti da siepi e filari alberati, nonché da elementi puntuali come piccoli laghetti e zone umide che assolvano sia a esigenze produttive delle aziende che alle finalità conservazionistiche in relazione alla deframmentazione degli habitat naturali e degli agro-ecosistemi.

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Fig. 8 – Valutazione delle interazioni potenziali delle azioni del PRE sugli interventi previsti nei Pdg dei SIC

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Si riportano di seguito, le valutazioni conclusive relative agli effetti che il Piano Regolatore Esecutivo del Comune di Torino di Sangro potrebbe complessivamente avere sull’attuazione di quanto previsto nei due Pdg dei SIC e dei rispettivi obiettivi di conservazione:

CHECKLIST SULL’INTEGRITÀ DEL SITO OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE

IL PIANO POTENZIALMENTE PUÒ: SI /NO

Provocare ritardi nel conseguimento degli obiettivi di conservazione del sito? NO Interrompere i progressi compiuti per conseguire gli obiettivi di conservazione del sito? NO Eliminare i fattori positivi che contribuiscono a mantenere le condizioni favorevoli del sito? NO

Interferire con l’equilibrio, la distribuzione e la densità delle specie principali SI parzialmente che rappresentano gli indicatori delle condizioni favorevoli del sito? (in modo positivo)

IL PIANO POTENZIALMENTE PUÒ: SI /NO

Provocare cambiamenti negativi negli aspetti caratterizzanti e vitali (es. bilanciamento NO nutritivo) che determinano le funzioni del sito in quanto habitat o ecosistema?

Modificare negativamente le dinamiche delle relazioni (es. tra il suolo e l’acqua o le piante NO e gli animali) che determinano la struttura e/o le funzioni del sito?

Interferire con i cambiamenti naturali previsti o attesi del sito (come le dinamiche idriche o la NO comp. chimica)?

Ridurre l’area degli habitat principali? NO Ridurre la popolazione delle specie chiave? NO Modificare l’equilibrio tra le specie principali? NO Ridurre la diversità del sito? NO Provocare perturbazioni negative che possono incidere sulle dimensioni o sulla densità delle NO popolazioni o sull’equilibrio tra le specie principali?

Provocare una frammentazione? NO

Provocare una perdita o una riduzione delle caratteristiche principali (es. copertura arborea, NO esposizione alle maree, inondazioni annuali, ecc.)?

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Considerazioni conclusive

Pertanto, in conclusione, come emerge da quanto fin qui esposto e riportato nelle checklist e nelle tabelle delle sezioni precedenti, nonché da quanto riportato nella Relazione Tecnica illustrativa del PRE, nelle Schede sintetiche degli Interventi, nelle Norme Tecniche di Attuazione e nel Rapporto Ambientale della VAS si evince che le azioni previste nel Piano Regolatore Esecutivo del Comune di Torino di Sangro hanno prevalentemente interferenza neutra rispetto ad habitat e specie e complessivamente e in valore assoluto una incidenza marginale positiva, seppur minima, pari a +0,11% per quanto attiene la potenzialità di convergere con le azioni previste nei due Piani di Gestione dei SIC IT7140107 e IT7140111.

Sempre positiva in valore assoluto l’interazione potenziale degli interventi previsti nel PRE con specie e habitat presenti nei due Siti Natura 2000 con un valore di +0,18%.

Per quanto attiene gli ambiti e le azioni che hanno interazioni dirette o indirette avendo, anche se parzialmente, direttamente e indirettamente effetti positivi su specie e habitat presenti e rilevati nei SIC IT7140107 e IT7140111 possono tali interventi contribuire ad un miglioramento dello stato attuale di habitat e specie e più in generale il conseguimento degli obiettivi di conservazione della Rete Natura 2000, in particolare per quanto attiene al SIC IT7140111, nonché della promozione di uno sviluppo equilibrato e durevole.

Si ritiene che gli effetti che potranno essere generate dal PRE del Comune di Torino di Sangro sui SIC IT7140107 e IT7140111 siano complessivamente, anche se in valore assoluto in modo marginale, positivi, tali quindi da non richiedere il proseguimento oltre il presente Screening con la predisposizione di uno Studio dettagliato per la Valutazione d’Incidenza Ambientale che si conclude prendendo atto della convergenza positiva potenziale del PRE con quanto necessario per la gestione dei SIC IT7140107 e SIC IT7140111.

Resta inteso che ogni intervento singolo, e in modo particolare quelli che hanno presentato una potenzialità, anche se marginale, negativa dovrà in fase di attuazione del PRE essere sottoposto a specifica e puntuale procedura di valutazione d’incidenza ambientale ai sensi dell’art. 6 della Direttiva Habitat e della normativa di recepimento.

Pagina 52 di Pagine 52 Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro

Restando a disposizione per ogni eventuale necessità si coglie l’occasione per porgere i migliori saluti.

TORINO DI SANGRO, li 30 giugno 2016

Nicola Ranalli

Andrea Natale

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(art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro

COMUNE DI TORINO DI SANGRO

- Piano Regolatore Esecutivo - (Procedura di Valutazione Incidenza Ambientale)

SIC IT7140107 “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce fiume Sangro” SIC IT7140111 “Boschi ripariali del fiume Osento”

Screening Incidenza Ambientale (art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.)

ALLEGATO 1 - COMPARAZIONE VALUTAZIONE DI INCIDENZA AZIONI P.R.E. CON IL PIANO DI GESITONE DEI SIC

Tecnici: Dott. For. Nicola Ranalli Coop. Terracoste regolarmente iscritto all'albo degli Agronomi e Forestali della Provincia di Chieti al n° 264

Dott. Andrea Rosario Natale Consulente esterno Coop. Terracoste

Ambito 1 - Centro Ambito 2 - Costiero Ambito 3 - Vallivo Ambito 4 - Zone Agricole Ambito 5 - Impianti Produttivi e o. riginarie pedonalizzare lungomare il perequative nel rispetto delle perequative on circostante volto l’ambiente e perequative che invoglino perequative e gli rmente indirizzata piccola alla li interventili pur nel rispetto delle spansione lungospansione crinaleil verso la cezione percorsi che permetta maglia urbana e la spiaggia urbana la e maglia estinarsi ad unaestinarsi edilizia di qualità produttive, residenze servizi e che tinarsi ad una edilizia semintensiva ggio dispersione la andrà limitata iario oggi dotato di continuità ed alla balneazione con ed alla strutture di e per localizzare attività artigianali artigianali localizzare per e attività rascurare emergenze le con presenti, iera costituenteiera maggior la del parte to nell’ottica dello sviluppo sostenibile collegamento tra l’asse ex ferrovia ed ex collegamento il tra l’asse trutturale l’inglobamento tramite nel tegrata con l’alta valenza ambientale ambientale con valenza tegrata l’alta dell’ex tracciato ferroviario che dovrà viluppo che comprenderà servizi, in sé ando la necessità di riservarne parte alla diando riservarne alla necessità parte la enza dedicato anche alla ricerca ed alla enza dedicato ricerca ed alla anche alla ntuale di alcune importanti attività l’intero con orientamento sistema verso la zione dell’aggregazione nei nuclei rurali tture di servizio turismo al da incentivarsi izzazione, onde permetterne la territorio di (Cantine e sociali trasformazione per il supportoil per produzione alla agricola con del territorio per le aree marginali. aree le per caratteristiche originarie caratteristiche caratteristiche originarie caratteristiche ricettività ed alla ristorazione ed alla ricettività Totale effetti/incidenze PRE Totaleeffetti/incidenze anche tramite formeanche tramite incentivanti perequative e consolidati, di siano tipo puntuale essi che linear valorizzazione tradizione della in locale senso lat interventi pur o nel rispetto delle caratteristiche alternativi e qualificati rispetto all’unico v qualificati asse e alternativi 2.2.c Attivazione2.2.c di di un relazione sistema tra le 1.e Realizzazione1.e di viario un di nuova sistema con integrata con l’alta valenza ambientale e particola e integrata ambientale con valenza l’alta mare per poter per mare decongestionare ed, almeno in parte, 1.b Recupero dell’edilizia1.b con abbandonata, regole incentivazioni che regole invoglino e perequative g 2.2.a Riqualificazione del tessuto Riqualificazione viario2.2.a ed infras 4 4 Conservazione dell’integrità delle unità di paesa 2.1.b Rideterminazione2.1.b edificatorie da d delle aree 2.1.a Recupero dell’edilizia con2.1.a abbandonata, regol creazione di di ricettività vario di livello e stru la sola eccezione dell’area già interessata da zone eccezione sola interessata già dell’area la 1.d riqualificazione Recupero e dell’edilizia sch a 1.c Rideterminazione1.c edificatorie da des delle aree avere unavere uso rigorosamente c compatibile e pubblico 2.3 Riservare preminentemente ai serviziturismo preminentemente ai al 2.3 Riservare edilizia attraverso vincoli normativi facilita la e nelle aree di aree nelle completamento di urbane nell’area e e tessuto storico di secondo terzo e periodo, t senza comunque valorizzare a trattoil di interessa costa occorre armonizzare in riqualificare un e polo di s zona valliva, e monozona e ed di in valliva, qualità o bifamiliare impatto moltoimpatto contenuto, di l’intera e risulta area sistema delle aree ferroviarie dismesse, fermo ferroviarie rest delle aree dismesse, sistema Green Way Adriatica, e la creazione la Green Adriatica, e di di Way traverse 2.2.b Riqualificazione e riconversione e Riqualificazione 2.2.b edilizia del 3 Edificazione limitata ai soli casi indispensabili soli casi 3 Edificazione ai limitata residenze centro e di qualità, produttivo di eccell 5 5 Definizione di un'Area ecologicamente attrezzata tradizionali (pirotecnica) di e servizio al legate dei prodotti agricoli (frantoi) individuazione e pu consolidate sul territorio delocal di e impossibile sopravvivenza SIC IT7140107 "Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce fiume Sangro" Azioni Volontarie (6) 0000000000 0 0,125 0 0,125 Interventi Attivi (19) 0 0 0 0,125 0 0 0 0 0 0 0,125 0,125 0 0,375 Monitoraggio e Ricerca (19) 0000000000 0 0 0 0 Informazione ed Educazione (5) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Regolamentazione (16) 0 0 0 0 0,125 0,125 0 0 0 0 0,125 0,125 0 0,5

SIC IT7140111 "Boschi ripariali sul fiume Osento" Azioni Volontarie (6) 0000000000 0 0,125 0 0,125 Interventi Attivi (17) 0 0 0 0,125 0 0 0 0 0 0 0,125 0,125 0 0,375 Monitoraggio e Ricerca (15) 0000000000 0 0 0 0 Informazione ed Educazione (5) 0000000000 0 0 0 0 Regolamentazione (19) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,125 0,125 0 0,25 Totali incidenza azioni della VG PRE 0 0 00,250,1250,125 0 0 0 0 0,5 0,75 0 1,75

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(art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.) Committente: Comune di Torino di Sangro

COMUNE DI TORINO DI SANGRO

- Piano Regolatore Esecutivo - (Procedura di Valutazione Incidenza Ambientale)

SIC IT7140107 “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce fiume Sangro” SIC IT7140111 “Boschi ripariali del fiume Osento”

Screening Incidenza Ambientale

(art. 6 del DPR n°120/2003 e s.m.i.)

ALLEGATO 2 - COMPARAZIONE VALUTAZIONE DI INCIDENZA AZIONI P.R.E. CON SPECIE E HABITAT NATURA 2000

Tecnici: Dott. For. Nicola Ranalli Coop. Terracoste regolarmente iscritto all'albo degli Agronomi e Forestali della Provincia di Chieti al n° 264

Dott. Andrea Rosario Natale Consulente esterno Coop. Terracoste

Ambito 1 - Centro Ambito 2 - Costiero Ambito 3 - Vallivo Ambito 4 - Zone Agricole Ambito 5 - Impianti Produttivi

il lungomare ato di continuità ato perequative nel rispetto delle circostante volto comunque a maglia urbana e la spiaggia maglia urbana irizzata alla piccola ricettività allaed alta valenzaalta ambientale le per aree one lungo il crinale verso la zona valliva, tinarsi ad una edilizia una tinarsi ad semintensiva nelle e perequative che invoglino gli interventi oduttive, residenze e servizi che occorre anche alla ricerca allaed valorizzazione ggio andrà limitata la dispersioneggio andrà edilizia e per localizzaree per artigianali attività estinarsi ad una edilizia una estinarsi ad diintegrata qualità to tra l’asse exto tra ferrovia iled poter per mare cezione che percorsi alternativi permetta e l’intero sistema con orientamento verso la che in comprenderà sé servizi, residenze di ur nelur rispetto delle caratteristiche originarie e le emergenze presenti, con incentivazioni necessità di riservarne parte allanecessità Green parte Way di riservarne l’aggregazione nei nuclei consolidati, rurali iera iera costituente del tessuto parte la maggior ed allaed balneazione di con impatto strutture ica dello sviluppo sostenibile del territorio trutturale tramite l’inglobamento tramite trutturale nel sistema le di alcune consolidate attività importanti sul tracciato ferroviario un avere uso che dovrà permetterne la sopravvivenza per il alla per produzione supporto agricola con la territorio (Cantine sociali e di trasformazione dei tture di serviziotture incentivarsi al turismo da anche marginali. ristorazione caratteristiche originarie Totale effetti/incidenze PRE della tradizione locale in senso lato. siano essi di tipo puntuale che lineare tramite formetramite incentivanti e perequative pur nelpur rispetto delle caratteristiche originarie qualificati rispetto all’unico asse viario oggi dot decongestionare ed, almeno pedonalizzare in parte, 2.2.c Attivazione di un sistema di relazione le tra 1.b Recupero1.b dell’edilizia con regole abbandonata, e mono o bifamiliare con integrata ed di l’ qualità rigorosamente pubblico e compatibile con l’ambiente valorizzare il di costa interessato nell’ott tratto con valenza l’alta ambientale e particolarmente ind 2.2.b Riqualificazione2.2.b e riconversione edilizia del 4 Conservazione dell’integrità delle unità di paesa vincoliattraverso normativi e la facilitazione del 1.c Rideterminazione delle edificatorie aree des da armonizzare e riqualificare in un polo di sviluppo creazione di ricettività di livello vario e di stru 3 Edificazione limitata ai soli casi indispensabili 2.2.a Riqualificazione2.2.a del tessuto viario infrased sola eccezione zone da già interessata pr dell’area qualità, equalità, centro di eccellenza produttivo dedicato 1.d Recupero1.d e riqualificazione dell’edilizia sch a 2.1.b Rideterminazione2.1.b delle edificatorie aree d da molto contenuto, di risulta dell’ex e l’intera area aree di aree completamento e nell’area di espansi urbane Recupero2.1.a dell’edilizia con regol abbandonata, delle ferroviarie aree dismesse, fermo la restando e regole perequative che invoglino gli interventi p 1.e Realizzazione di un sistema viario di nuova con e la creazioneAdriatica, di collegamen di traverse storico di secondo e terzo periodo, senza trascurar 2.3 Riservare preminentemente ai servizi al turismo tradizionali (pirotecnica) e di servizio legate al agricoliprodotti (frantoi) e individuazione puntua territorio e di impossibile delocalizzazione, onde 5 Definizione ecologicamente di un'Area attrezzata Habitat - IT7140107 1130 - Estuari 0 00000-0,12500 0,125 0 0 0 0 1210 - Vegetazione annua delle linee di deposito marine 000000000 0,125 0 0 0 0,125

3140- Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp. 000000000 0 0 0 0 0 3260 - Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion. 000000000 0 0 0 0 0 3270 - Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p. 000000000 0 0 0 0 0 3280 - Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. 000000000 0 0 0 0 0

5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 000000000 0 0 0 0 0

6220* - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 000000000 0 0 0 0 0

6420 - Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion 000000000 0 0 0 0 0

91AA* - Boschi orientali di quercia bianca 0 0 0 0 -0,125 -0,125 0 0 0 0 0 0,125 0 -0,125

91B0 - Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia 000000000 0 0 0 0 0

92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 000000000 0 0 0 0 0

9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 0 0 0 0 -0,125 -0,125 0 0 0 0 0 0,125 0 -0,125 Specie - IT7140107 Pandion haliaetus - Falco pescatore 000000000 0 0 0 0 0 Ciconia ciconia - Cicogna bianca 000000000 0 0 0 0 0 Circus aeruginosus - Falco di palude 000000000 0 0 0 0 0 Charadrius alexandrinus - Fratino 0 00000-0,12500 0,125 0 0 0 0 Testudo hermanni – Testuggine di Hermann 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 -0,125 0,125 0 0 Elaphe quatuorlineata – Cervone 00000000 0 0 0 0 0 Triturus carnifex – Tritone crestato italiano 00000000 0 0 0 0 0 Rhinolophus hipposideros - Ferro di cavallo minore -0,125 0 0 0 -0,125 0 0 0 0 0 0 0,125 0 -0,125 Rhinolophus ferrumequinum - Ferro di cavallo maggiore 000000000 0 0 0,125 0 0,125 Myotis emarginatus - Vespertilio smarginato 0 0 0 0 -0,125 0 0 0 0 0 0 0,125 0 0 Barbastella barbastellus- Barbastello 000000000 0 0 0,125 0 0 Miniopterus schreibersii - Miniottero comune 000000000 0 0 0,125 0 0,125 Canis lupus - Lupo 000000000 0 0 0,125 0 0,125 Alosa fallax – Cheppia 000000000 0 0 0 0 0 Barbus plebejus – Barbo 000000000 0 0 0 0 0 Cerambyx cerdo – Cerambice della quercia 000000000 0 0 0,125 0 0,125 totali parziali SIC IT7140107 -0,125 0 0 0 -0,5-0,25 -0,25 0 0 0,375 -0,125 1,25 0 0,25 Habitat - IT7140111 91F0 - Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) 000000000 0 0 0,125 0 0,125 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 000000000 0 0 0 0 0 91AA*- Boschi orientali di quercia bianca 000000000 0 0 0,125 0 0 Specie - IT7140111 Milvus migrans – Nibbio bruno 000000000 0 0 0 0 0 Emys orbicularis– Testuggine palustre 000000000 0 0 0 0 0 Rhinolophus ferrumequinum- Ferro di cavallo maggiore 000000000 0 0 0,125 0 0,125 Myotis bechsteinii - Vespertilio di Bechstein 00000 000 0 0 0,125 0 0,125 Myotis oxygnathus - Vespertilio di Monticelli -0,125 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,125 0 0 Myotis myotis - Vespertilio maggiore -0,125 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,125 0 0 Barbastella barbastellus - Barbastello 000000000 0 0 0,125 0 0,125 Miniopterus schreibersii - Miniottero Comune 000000000 0 0 0,125 0 0,125 Rutilus rubilio - Rovella 000000000 0 0 0 0 0 Barbus plebejus - Barbo 000000000 0 0 0 0 0 Cerambyx cerdo – Cerambice della quercia 000000000 0 0 0,125 0 0,125 totali parziali SIC IT7140111 -0,25 0 0000 000 0 0 1,125 00,75 Totali sostenibilità sotto azioni di PRE -0,375 0 0 0 -0,5 -0,25 -0,25 0 0 0,375 -0,125 2,375 0 1