Linee Guida Animale

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Linee Guida Animale Il presente lavoro è stato realizzato con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell’ambito del programma di attività per l’attuazione del Piano Nazionale per la Biodiversità di interesse agricolo (DM 28672 del 14/12/2009), e con la supervisione del Comitato Permanente per le Risorse Genetiche in Agricoltura. Il coordinamento scientifico delle Linee guida è di Mario Marino (FAO), il coordinamento tecnico è di Antonella Trisorio (INEA). Alla stesura delle linee guida hanno collaborato: Risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura: Pier Giacomo Bianchi (Ente Nazionale delle Sementi Elette), Riccardo Bocci (Libero Professionista), Romana Bravi (Ente Nazionale delle Sementi Elette), Isabella Dalla Ragione (Libero Professionista), Antonio Di Matteo (Università di Napoli), Carlo Fideghelli (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura), Marisa Fontana (Libero Professionista), Mario Macchia (Università di Pisa), Lorenzo Maggioni, (Bioversity International), Valeria Negri (Università di Perugia), Domenico Pignone (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Oriana Porfiri (Libero Professionista), Anna Schneider (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Francesco Sottile (Università di Palermo), Concetta Vazzana (Università di Firenze) Risorse genetiche animali per l’alimentazione e l’agricoltura: Riccardo Fortina (Università di Torino), Baldassarre Portolano (Università di Palermo), Alessio Zanon (Libero Professionista); Risorse genetiche microbiche per l’alimentazione e l’agricoltura: Anna Benedetti (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura), Gian Luigi Cardinali (Università di Perugia) La segreteria del gruppo di lavoro è stata assicurata da Anna Lapoli e Jessyama Forlini Ringraziamenti: Il lavoro ha beneficiato del contributo di esperti di settore, provenienti da Regioni e Province Autonome, da Università, Istituti di ricerca, Associazioni, Enti pubblici e privati, nonché di agricoltori, allevatori e pastori. Le conclusioni fornite nelle presenti Linee guida sono da ritenersi appropriate al momento della loro predisposizione. Esse potranno essere modificate in funzione di ulteriori conoscenze e/o metodologie acquisite in fasi successive. La menzione di aziende specifiche o di prodotti, anche se brevettati, non implica che essi siano stati approvati o raccomandati dal GlBA rispetto ad altri di natura simile che non sono stati menzionati. Le opinioni espresse in questa pubblicazione sono quelle degli Autori e non necessariamente riflettono le opinioni delle istituzioni in cui lavorano. 2 Piano Nazionale sulla biodiversità di interesse agrario Linee guida per la conservazione e caratterizzazione della biodiversita' animale di interesse agricolo Coordinatore Scientifico Mario Marino – FAO (Nazioni Unite) Coordinamento Tecnico Antonella Trisorio - INEA Esperti di Biodiversitá Animale Riccardo Fortina Baldassare Portolano Alessio Zanon Segreteria tecnico-amministrativa: Anna Lapoli, Jessyama Forlini 3 INTRODUZIONE 6 PARTE 1 8 1. BIODIVERSITA’ E RISORSE GENETICHE ANIMALI 9 1.1 INTRODUZIONE 9 1.2 Biodiversità e Risorse Genetiche Animali (RGA) 13 1.2.1 La situazione in Italia 15 2. LA PERDITA DI BIODIVERSITA’ 22 2.1 Il rischio di estinzione e di erosione genetica 22 2.2 Lo scenario internazionale 27 2.3 Lo scenario italiano 30 3. LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELLE RGA 35 3.1 Lo scenario internazionale 36 3.2 Lo scenario italiano 40 3.2.1 Il quadro normativo e i ruoli istituzionali 40 3.2.2 Iniziative nazionali 43 3.2.3 Iniziative regionali 45 3.2.4 Ricerca, sperimentazione e altre iniziative 52 PARTE 2 55 4. STRUTTURA E USO DELLE LINEE GUIDA 56 5. NOMENCLATURA E DEFINIZIONI 58 5.1 La specie 58 5.2 La razza e la popolazione 60 5.3 Altre categorie 64 6. CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA E MOLECOLARE DELLE RAZZE 67 6.1 I Libri Genealogici (LL.GG.) e i Registri Anagrafici (RR.AA.) 68 6.2 Lo standard di razza 70 6.3 Descrittori morfologici 70 6.4 Descrittori per specie 72 6.5 Altre informazioni 72 6.6 Descrittori molecolari 76 6.6.1 Tipi di marcatori molecolari 78 6.6.2 I Database molecolari 81 4 6.6.3 L’unicità genetica delle razze 82 6.6.4 L’attribuzione di un individuo alla razza 83 6.6.5 Applicazioni 90 7. LINEE GUIDA PER LA TUTELA DELLA RISORSE GENETICHE ANIMALI 94 7.1 Premessa 94 7.2 Strategie di conservazione 95 7.3 Obiettivi di conservazione 98 7.4 Razze prioritarie 100 7.5 Tecniche di conservazione 105 7.6 La crioconservazione 114 7.6.1 Stakeholders, finanziamenti e attività 114 7.6.2 Cosa conservare 116 7.6.3 Come conservare 118 7.6.4 Utilizzazione del materiale conservato 119 7.6.5 Verso una banca nazionale del germoplasma animale 120 8. INDICAZIONI PRATICHE 121 9. CASI STUDIO 131 9.1 Cos’è una razza? Gli ovini dell’Appennino tosco-emiliano 131 9.2 Ridurre l’inbreeding e controllare la deriva genetica. La razza caprina Girgentana 137 9.3 La misura delle distanze genetiche in 5 popolazioni ovine siciliane 142 9.4 Dalla strategia del rischio alla strategia della massima utilità. La razza bovina Varzese- Ottonese-Tortonese 146 9.5 Le esperienze estere: esempi di recupero di razze locali in Francia 149 BIBLIOGRAFIA 152 GLOSSARIO 165 5 INTRODUZIONE Il presente rapporto è stato realizzato da un gruppo di lavoro costituito presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e contiene le linee guida del settore “Animale”, per la realizzazione del Piano Nazionale per la Biodiversità in Agricoltura. Alla sua stesura hanno contribuito esperti di settore, provenienti da Regioni e Province Autonome, da Università, Istituti di ricerca, Associazioni, Enti pubblici e privati, nonché allevatori e pastori. Il rapporto, oltre che porre in rilievo il valore intrinseco delle razze autoctone italiane in quanto patrimonio nazionale insostituibile ed irripetibile, evidenzia la necessità di approfondire il lavoro sulla valutazione economica - attuale e futura - delle razze domestiche e dei servizi sociali, scientifici, culturali ed ambientali da esse forniti. Tali valutazioni e conoscenze costituiscono un requisito fondamentale per fare progredire ed evolvere le strategie complessive e le singole attività di conservazione della biodiversità in agricoltura - e delle razze autoctone in particolare - messe in atto sino ad oggi. Strategie ed attività che, se in molti casi hanno permesso di scongiurare o rallentare l’estinzione delle razze autoctone, in altri si sono spesso rivelate inefficaci nell’arrestare un processo di erosione genetica iniziato con l’affermarsi di sistemi produttivi, di cui oggi si incominciano a riconoscere limiti e criticità. I risultati di queste strategie, descritte in un’analisi preliminare sulla situazione mondiale e italiana delle risorse genetiche animali e sulle cause della loro estinzione, dimostrano la necessità di attivare, in tempi brevi, nuove e diversificate iniziative di conservazione. Sulla base di queste considerazioni, nel rapporto viene proposto un approccio innovativo nella definizione delle strategie di conservazione sinora adottata in Italia. Tale approccio è basato non solo, come fatto sinora, sullo stato di rischio delle razze, ma anche, e soprattutto, sulla valutazione della loro importanza attuale e futura in vari settori ed ambiti (economico-produttivo, sociale, storico, culturale, ecologico, paesaggistico, etc.), nonché sulle loro specifiche caratteristiche. Queste sono valutate attraverso descrittori morfologici (da utilizzare, in particolare ma non in via esclusiva, con popolazioni non ancora iscritte a Libri Genealogici o a Registri Anagrafici) e descrittori molecolari. In tal modo, è possibile individuare, per ogni singola razza, obiettivi di conservazione specifici e differenziati, per il cui conseguimento vanno utilizzate le tecniche di conservazione di volta in volta più idonee (in situ, ex situ o una combinazione di esse). Solo con questo cambio di impostazione sembra possibile, da una parte, scongiurare la scomparsa 6 di quelle razze ancora oggi maggiormente a rischio di estinzione e, dall’altra, migliorare l’efficacia delle attività di conservazione in uno scenario futuro, nel quale le risorse umane e finanziarie disponibili saranno sempre minori. Nel rapporto viene dato ampio risalto alla dimensione regionale e locale degli interventi proposti, che devono rientrare nell’ambito di una strategia nazionale di conservazione delle risorse genetiche animali. Al fine di realizzare gli obiettivi di tutela, gli enti regionali e locali si trovano, infatti, nella posizione migliore per sostenere le comunità locali nella conservazione delle razze autoctone, mediate l’applicazione – in molti casi già in atto – di una governance, che assicuri un giusto equilibrio tra le politiche di sviluppo del settore zootecnico e gli obiettivi in tema di conservazione della biodiversità. Il rapporto è diviso in due parti; nella prima, vengono presentati concetti generali: biodiversità, risorse genetiche animali, rischio di estinzione e di erosione, politiche di conservazione nel mondo e in Italia; la seconda è strutturata secondo quanto suggerito al Gruppo di lavoro “Biodiversità Animale” dal Comitato Permanente per le Risorse Genetiche in Agricoltura, e contiene le “linee guida” per la conservazione e la valorizzazione delle razze locali italiane, con alcuni casi studio a supporto delle strategie e delle applicazioni proposte. 7 PARTE 1 8 1. BIODIVERSITA’ E RISORSE GENETICHE ANIMALI In questo capitolo: La biodiversità: come si misura, quali sono i valori, le funzioni e i servizi apportati e quali sono gli effetti delle
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