A Che Cosa Servono I Parchi
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$&+(&26$6(59212,3$5&+, ¼ Accademia degli Accesi Unione Bolognese Naturalisti Società Italiana di Scienze della Montagna Federazione Nazionale Pro Natura C.I.P.R.A (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) Società Italiana per la Storia della Fauna "Giuseppe Altobello" Associazione Amici del Parco Nazionale Gran Paradiso Associazione Appennino Ecosistema Museo delle aree protette “Mario Incisa della Rocchetta” - Camerino C. E.A. “Renzo Videsott” della Riserva Naturale di Torricchio - Camerino Associazione nazi onale “Italia Nostra” - Sezione di Trento Associazione Smilax - Camerino Gruppo dei 30 A CHE COSA SERVONO I PARCHI Convegno di studio su "Scopi e funzioni delle aree protette" Trento, 5 maggio 2017 ACCADEMIA DEGLI ACCESI SCIENZE – ARTI – LETTERE 1629 TRENTO 2018 Redazione: Franco Pedrotti Impaginazione: Edmir Murrja Edizione: Accademia degli Accesi - Trento Stampa: "H2" Agenzia Universitaria - Camerino (MC) Copertina In alto: Stemmi dei 4 parchi nazionali storici: Abruzzo (ideazione di Erminio Sipari), Gran Paradiso (ideazione di Renzo Videsott), Stelvio e Circeo. In basso: Orso bruno marsicano, Camoscio d'Abruzzo, Stambecco delle Alpi, Cervo e Cinghiale ( dis. di Stefano Maugeri ) 2 Un convegno per difendere la legge quadro sui parchi nazionali e chiarire davvero a cosa servono le aree protette A CHE COSA SERVONO I PARCHI Convegno di studio su "Scopi e funzioni delle aree protette" Sala L'Officina dell'Autonomia Fondazione Museo Storico del Trentino Via Zanella 1 - Trento Trento, 5 maggio 2017 PROGRAMMA Ore 10,00 – 13,00 Moderatore Mario Spagnesi (già Direttore dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica “Alessandro Ghigi” - Ozzano Emilia) Mario Spagnesi - Introduzione al Convegno Paolo Pupillo (Unione Bolognese Naturalisti - Bologna) - Questo convegno . La funzione dei parchi e la riforma Giorgio Boscagli (Gruppo dei 30 - Roma) - 394/91 - Piccola costituzione delle aree protette. La difesa del Gruppo dei 30 Giorgio Boscagli - Francesco Mezzatesta (Gruppo dei 30 - Roma) - Come nasce il "Gruppo dei 30" e la battaglia in parlamento Liliana Zambotti (Unione Bolognese Naturalisti - Bologna) - I parchi nazionali nel pensiero dei pionieri della protezione della natura in Italia: Alessandro Ghigi Franco Pedrotti (Università di Camerino - Accademia degli Accesi di Trento) - I parchi nazionali nel pensiero dei pionieri della protezione della natura in Italia: Renzo e Paolo Videsott Piero Belletti (Università di Torino DISAFA - Federazione Nazionale Pro Natura, Torino) - La centralità della protezione dell'ambiente e della biodiversità nell'ambito delle aree protette 3 Consegna della pergamena del Movimento Italiano Protezione Natura (Castello di Sarre, 1948) a Andrea Mustoni e Matteo Zeni per il loro operato a favore dell'orso bruno del Trentino Ore 15,00 – 18,00 Moderatore: Franco de Battaglia (giornalista e scrittore, vice-presidente di Trento Film Festival) Bruno Petriccione (Associazione Appennino Ecosistema - L'Aquila) - Parchi, Riserve e Rete Natura 2000: quali le forme più efficaci di protezione della natura? Bartolomeo Schirone (Università di Viterbo - Società Italiana di Scienze della Montagna ) - I parchi nazionali e la difesa della montagna appenninica nei prossimi decenni Stefano Gotti (Consigliere Parco Nazionale Foreste Casentinesi) - Verso il climax nelle Foreste Demaniali Casentinesi: proposta di un Consigliere che ci spera Daniele Zavalloni (Ecoistituto - Cesena) - Il demanio forestale regionale in Romagna: un luogo di non gestione Corradino Guacci (Società Italiana per la Storia della Fauna "Giuseppe Altobello" - Campobasso ) - La tutela della fauna all'origine dell'istituzione di un parco Andrea Mustoni (Parco naturale Adamello Brenta - Strembo) - Il Parco Naturale Adamello Brenta al bivio fra tradizione e realtà Francesco Framarin (Associazione Amici Parco Nazionale Gran Paradiso) - Come il governo italiano si sta disfando dei parchi nazionali e li sta disfacendo Salvatore Ferrari (Associazione nazionale “Italia Nostra”, Sezio ne di Trento) - L'aquila tripartita: il Parco Nazionale dello Stelvio oggi Franco Pedrotti Paolo Pupillo Presidente Accademia degli Accesi Presidente Unione Bolognese Naturalisti 4 INTRODUZIONE AL CONVEGNO Mario Spagnesi [email protected] Dovunque si possono ammirare bellissimi paesaggi, mai però in numero così notevole come in Italia, la quale mi appare, ogni volta che vi rientro, il più bel paese del mondo. Per questo ogni italiano deve proteggere le nostre bellezze naturali, salvaguardandole da ogni attentato della speculazione ed istillare nel popolo l’amore per la natura, per le bellezze del nostro paese e per la conservazione delle sue bellezze naturali . Questo pensiero, che il prof. Alessandro Ghigi ebbe modo di esprimere a conclusione di un suo articolo su un viaggio compiuto intorno al mondo, riassume un concetto di civiltà e di cultura dal quale non si può dissentire. Lo stesso Ghigi, e con lui gli altri cosiddetti “pionieri della protezione della natura in Italia”, come definiti in un pregevole libro del prof. Franco Pedrotti, sosteneva che la soluzione per la difesa delle risorse e delle bellezze naturali si perseguiva non solo attraverso l’istituzione di parchi nazionali e di ar ee naturali protette, bensì attraverso l’istruzione del popolo e in particolare dei giovani. A questo proposito Egli non mancò di battersi presso le istituzioni competenti affinché si addivenisse all’introduzione dell’insegnamento naturalistico in ogni or dine di scuole, perché la cultura naturalistica in Italia era sempre stata trascurata e lo era stata anche maggiormente dopo la riforma Gentile del 1923. In numerosi suoi articoli e convegni manifestò i suoi convincimenti e non vi è dubbio che in gran parte furono ascoltati ed accolti nella riforma scolastica degli anni Sessanta del secolo scorso. Mi piace ricordare quanto Egli espresse nell’introduzione del convegno sulla “Protezione della natura e del paesaggio” organizzato dall’Accademia Nazionale dei Li ncei nel 1964: Oggi il fanciullo deve essere avviato, nella scuola elementare, alla esplorazione dell’ambiente e tutti i giovani italiani d’ambo i sessi dovranno essere istruiti fino ai 14 anni sui fondamentali elementi delle Scienze Naturali, col metodo della osservazione diretta. Ma è necessario, ad evitare che le nuove generazioni maledicano quelle che le hanno precedute, per la distruzione compiuta dagli uomini d’oggi di quelle bellezze naturali e panoramiche, dalla scuola odierna valorizzate e difese, che si salvi ciò che è ancora salvabile e che si ripari ciò che è ancora riparabile . Non è certo incoraggiante dover constatare che le battaglie condotte dai nostri “maestri storici” per la protezione della natura sono sostanzialmente identiche a quelle c he dobbiamo condurre ancor oggi. I concetti e i valori da affermare sono praticamente gli stessi, a cominciare dall’istruzione naturalistica nel popolo. È di tutta evidenza che in questi ultimi cinquant’anni l’azione congiunta del mondo ambientalista, rappresentato da un sempre maggior numero di associazioni, delle correnti ambientaliste in seno a vari partiti politici, e, non certo ultimo, del mondo scientifico, hanno consentito il raggiungimento di importanti obiettivi. Basti pensare che oggi la percentuale di territorio soggetto a un qualche vincolo di protezione ha raggiunto percentuali apprezzabili, insperate fino a pochi anni fa. Ma non possiamo sottacere che mancano ancora provvedimenti legislativi necessari al raggiungimento dei migliori fini, come ad esempio leggi-quadro organiche per la protezione della natura e la tutela del paesaggio, per lo sfruttamento sostenibile di tutta la fauna, ecc. Per tornare all’oggetto del presente convegno, dirò che anche in Italia, come peraltro era già avvenuto neg li Stati Uniti d’America, il movimento protezionista ha promosso con 5 successo l’istituzione di parchi nazionali, che si riteneva rappresentassero una delle più importanti soluzioni organizzative necessarie per fronteggiare l’estrema emergenza protezionistica che si imponeva nel nostro paese. Non senza difficoltà vennero istituiti il Parco Nazionale del Gran Paradiso (1922), quello degli Abruzzi (1923), del Circeo (1934) e dello Stelvio (1935). Altrettante difficoltà si verificarono però nell’esercizio dell e loro attività, per il fatto che troppo spesso dovevano contrastare interessi economici (e quindi anche politici) di varia natura e superare l’ostilità e i pregiudizi delle popolazioni locali. I nostri parchi nazionali ebbero così una vita di stenti che si protrasse per molti anni. Gli ambienti culturali sensibili alle questioni naturalistiche, a metà degli anni Cinquanta del Novecento cominciarono a porre il problema di quali dovevano essere le condizioni affinché un territorio potesse essere dichiarato parco, di cosa si poteva fare e di cosa non si doveva fare in un parco. E proprio partendo da questi presupposti, la Commissione per la Protezione della Natura (che poi assunse la denominazione «Commissione per la Conservazione della Natura e delle sue Risorse») del Consiglio Nazionale delle Ricerche operò per formulare una proposta di legge organica. Era il 1958. Nel 1962 il disegno di legge, redatto in via definitiva da un comitato ristretto della suddetta Commissione presieduto dall’on. Vincenzo Rivera, venne presentato alla Camera dei Deputati (Norme concernenti i parchi nazionali, n. 4158) dallo stesso deputato on. Rivera. Il disegno di legge decadde con il rinnovo della legislatura. Negli anni successivi numerosi progetti di legge sui parchi nazionali