MT-IT JV 18, St. John Street, Fgura FGR 1447 Malta T: +356 21803374 E: [email protected]

Studio di Impatto Ambientale Allegato 1 - Analisi delle Alternative

Malta- Gas pipeline interconnection

Report Type CESI-VDP REF. NO: R_ALT_003/2020 CLIENT REF. NO: CT3109/2018

Publication Date 01 June 2020

Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

DOCUMENT REVISION HISTORY

Date Revision Comments Authors/Contributors

18/12/2019 1.0 Issue for Comments (IFC) C. De Bellis, S. Malinverno (CESI) - MT-IT JV

25/02/2020 2.0 Issue for Approval (IFA) C. De Bellis, S. Malinverno (CESI) - MT-IT JV

06/04/2020 3.0 Approved for Design (AFD) C. De Bellis, S. Malinverno (CESI) - MT-IT JV

AMENDMENT RECORD

Approval Level Name Signature

Caterina De Bellis (CESI), Silvia Internal Check Martorana (VDP)

Cesare Pertot (CESI), Francesco Internal Approval Ventura (VDP)

Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

DISCLAIMER

This report has been prepared by MT-IT- JV with all reasonable skill, care and diligence, and taking account of the manpower and resources devoted to it by agreement with the client. Information reported herein is based on the interpretation of data collected and has been accepted in good faith as being accurate and valid. This report is for the exclusive use of the Ministry of Energy & Water; no warranties or guarantees are expressed or should be inferred by any third parties. This report may not be relied upon by other parties without written consent from MT-IT- JV. MT-IT- JV disclaims any responsibility to the client and others in respect of any matters outside the agreed scope of the work.

Page 3 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indice

1.0 INTRODUZIONE ...... 12 1.1 Campo di applicazione ...... 12 1.2 Alternativa zero ...... 13

2.0 IPOTESI DI TRACCIATO CONSIDERATE ...... 15

3.0 ANALISI AMBIENTALE DELL’AREA DI STUDIO ...... 17 3.1 Offshore ...... 18 3.1.1 Aspetti climatici ...... 18 3.1.2 Circolazione marina ...... 22 3.1.3 Batimetria e morfologia del fondo marino ...... 29 3.1.4 Geologia ...... 29 3.1.5 Vulcanismo ...... 37 3.1.6 Tettonica ...... 42 3.1.7 Sismicità ...... 45 3.1.8 Aree Protette e/o tutelate ...... 47 3.1.9 Aree Archeologiche ...... 51 3.1.10 Biocenosi ...... 55 3.1.11 Fauna Marina ...... 71 3.1.12 Pesca ...... 78 3.1.13 Traffico marittimo ...... 86 3.1.14 Presenza di cavi sottomarini e di gasdotti ...... 96 3.1.15 Titoli minerari per Idrocarburi ...... 98 3.1.16 Siti di Interesse Nazionale (SIN) – area a mare ...... 102 3.2 Onshore ...... 103 3.2.1 Geologia ...... 103 3.2.2 Rischi Naturali ...... 106 3.2.3 Erosione costiera ...... 106 3.2.4 Aree protette e/o tutelate ...... 108 3.2.5 Uso del suolo ...... 114 3.2.6 Turismo e aree residenziali ...... 114 3.2.7 Rete stradale ...... 118 3.2.8 Rete Gas ...... 125 3.2.9 Titoli minerari per Idrocarburi ...... 126 3.2.10 Siti di Interesse Nazionale (SIN) – area a terra ...... 129

4.0 DESCRIZIONE DEI TRACCIATI OFFSHORE ...... 131 4.1 Premessa ...... 131 4.2 Tracciato OFF_1 – direzione prevalente NO (Mazara del Vallo; Sciacca) ...... 132 4.3 Tracciato OFF_2 – direzione prevalente NNO (Butera) ...... 135

Page 4 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

4.4 Ipotesi OFF_3 – direzione prevalente N () ...... 136 4.5 Ipotesi OFF_4 – direzione prevalente NNE (Pozzallo)...... 138

5.0 DESCRIZIONE DELLE AREE DI APPRODO E DEI TRACCIATI ONSHORE...... 140 5.1 Premessa ...... 140 5.2 Tracciato onshore MP ...... 142 5.3 Tracciati onshore CM1, CM2 ...... 143 5.4 Tracciati onshore SC1, SC2, SC3 ...... 144 5.5 Tracciati onshore BG1, BG2, BG3 ...... 145 5.6 Tracciati onshore GA1, GA2, GA3 ...... 147 5.7 Tracciato onshore SP ...... 149

6.0 VALUTAZIONE AMBIENTALE ...... 151 6.1 Analisi Multi Criteria ...... 151 6.2 Selezione degli indicatori ...... 152 6.2.1 Indicatori territoriali e ambientali ...... 155 6.2.2 Indicatori Tecnici ...... 158 6.3 Definizione delle classi di giudizio ...... 160 6.4 Vettore dei pesi ...... 172 6.5 Indice Globale ...... 173 6.6 Ranking delle Alternative ...... 173 6.7 Conclusioni ...... 180

7.0 DEFINIZIONE DELLE IPOTESI DI TRACCIATO OFF SHORE E ON SHORE ...... 182 7.1 Premessa ...... 182 7.2 Ottimizzazione del tracciato onshore in territorio italiano ...... 184 7.3 Ottimizzazione del tracciato offshore nell’area di competenza italiana ...... 187

8.0 BIBLIOGRAFIA ...... 189 8.1 Fonti bibliografiche ...... 189 8.2 Sitografia ...... 191

Page 5 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indice delle Tavole

D_ALT_Tav.01 – Tavola 1 – Ipotesi di tracciato analizzate D_ALT_Tav.02 – Tavola 2 – Batimetria D_ALT_Tav.03 – Tavola 3– Terremoti D_ALT_Tav.04 – Tavola 4 – Aree protette marine in territorio italiano D_ALT_Tav.05 – Tavola 5 – Aree protette marine in territorio maltese D_ALT_Tav.06– Tavola 6 – Relitti nell’area di studio D_ALT_Tav.07– Tavola 7 – Mappa di distribuzione della Caretta Caretta in Sicilia D_ALT_Tav.08– Tavola 8 – Presenza stabile di individui giovani di M. merluccius D_ALT_Tav.09– Tavola 9 – Distribuzione media di M. barbatus D_ALT_Tav.10– Tavola 10 – Cavi interferiti D_ALT_Tav.11– Tavola 11 – Titoli minerari D_ALT_Tav.12a, 12b, 12c, 12d– Tavola 12a, 12b, 12c, 12d – Erosione Costiera D_ALT_Tav.13a, 13b, 13c, 13d – Tavola 13a, 13b, 13c, 13d – Uso del suolo D_ALT_Tav.14– Tavola 14 – SIN di Gela D_ALT_Tav.15– Tavola 15 – Ipotesi A, B, C D_ALT_Tav.16– Tavola 16 – Ipotesi D D_ALT_Tav.17– Tavola 17 – Ipotesi E D_ALT_Tav.18– Tavola 18 – Ipotesi F D_ALT_Tav.19– Tavola 19 – Vincoli ambientali e paesaggistici ipotesi A D_ALT_Tav.20– Tavola 20 – Vincoli idrogeologici Ipotesi A D_ALT_Tav.21– Tavola 21 – Vincoli ambientali e paesaggistici ipotesi B1-B2 D_ALT_Tav.22– Tavola 22 – Vincoli idrogeologici Ipotesi B1-B2 D_ALT_Tav.23– Tavola 23 – Vincoli ambientali e paesaggistici ipotesi C1-C2-C3 D_ALT_Tav.24– Tavola 24 – Vincoli idrogeologici Ipotesi C1-C2-C3 D_ALT_Tav.25– Tavola 25 – Vincoli ambientali e paesaggistici ipotesi D1-D2-D3 D_ALT_Tav.26– Tavola 26 – Vincoli idrogeologici Ipotesi D1-D2-D3 D_ALT_Tav.27– Tavola 27 – Vincoli ambientali e paesaggistici ipotesi E1-E2-E3 D_ALT_Tav.28– Tavola 28 – Vincoli idrogeologici Ipotesi E1-E2-E3 D_ALT_Tav.29– Tavola 29 – Vincoli ambientali e paesaggistici ipotesi F D_ALT_Tav.30– Tavola 30 – Vincoli idrogeologici Ipotesi F

Page 6 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indice delle Figure

Figura 2.1: Inquadramento territoriale Figura 3.1: Individuazione dello stretto di Sicilia e del Canale di Malta Figura 3.2: Le stazioni RMN in Figura 3.3: Temperatura dell’acqua (°C) – Stazione meteo-oceanografica Porto Empedocle –periodo 2010-2019 Figura 3.4: Rosa dei Venti – Stazione meteo-oceanografica Porto Empedocle –periodo 2010-2019 Figura 3.5: Temperatura dell’acqua (°C) – Stazione meteo-oceanografica Sciacca–periodo 2010-2019 Figura 3.6: Salinità delle acque marine nel Canale di Sicilia Figura 3.7: Caratteristiche della circolazione a scala di Sub-bacino e a mesoscala nell’area di studio. Figura 3.8: Correnti marine (m / s) a differenti profondità (5m, 30m, 120m) Figura 3.9: Stazioni di misura della rete RON nel Canale di Sicilia a partire dal Luglio 2002 Figura 3.10: Stazione RON di Mazara del Vallo-Sintesi Statistica Figura 3.11: Stato della qualità delle acque di balneazione e aree interdette alla balneazione Figura 3.12: Profondità medie del tratto di Canale di Sicilia interessato dal progetto Figura 3.13: Schema Geodinamico (Modello strutturale dell’Italia, CNR, 1983, modificato) Figura 3.14: Schema della distribuzione dei domini strutturali (da Lentini et al., 1996a, 1996b). Figura 3.15: Sezione schematica N–S dell’architettura regionale della Sicilia. Figura 3.16: Batimorfologia Generale del Canale di Sicilia e Ubicazione dei Banchi Figura 3.17: La mappa strutturale della Sicilia. Figura 3.18: Ubicazione del Bacino di Gela nel Canale di Sicilia Figura 3.19: Sintesi schematica delle fasi principali del franamento lungo il versante continentale nordorientale del Bacino di Gela Figura 3.20: Le recenti Frane Gemelle Figura 3.21: L’isola Ferdinandea Figura 3.22: I sei apparati vulcanici posizionati in prossimità delle coste Siciliane e i relativi profili sismici. Figura 3.23: Campo di “Pockmarks” rinvenuti al largo di Capo San Marco di Sciacca Figura 3.24: Ubicazione del campo di “pockmarks” rispetto al pozzo Lince 1 (tratto dal VIA ENI del 2015 G.R13.AG Canale di Sicilia – Zona G) Figura 3.25: Sorgenti Sismogenetiche DISS Figura 3.26: Mediterraneo Centrale. Meccanismi focali dei terremoti Figura 3.27: Mappa del rischio sismico con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni - OPCM 3519/2006 Figura 3.28: Le Aree Naturali Marine Protette in Sicilia (l’ovale verde indica l’area vasta di indagine) Figura 3.29: Zone di Tutela Biologica Stretto di Sicilia Figura 3.30: Aree sottoposte a restrizioni di natura militare Figura 3.31: Relitti di Interesse Storico – Zone Regolamentate Figura 3.32: Aree tutelate ai sensi dell’Ordinanza no. 28/2009 (in rosso) Figura 3.33: Area tutelate ai sensi dell’Ordinanza no. 27/2019 Figura 3.34: Mappa delle Biocenosi bentoniche nello Stretto di Sicilia: A-Territorio Italiano (from Garofalo et al., 2004); B-Territorio Maltese Figura 3.35: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo Feto a Capo Granitola Figura 3.36: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo Granitola a Capo San Marco Figura 3.37: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo San Marco a Licata Figura 3.38: Principali caratteristiche fisiografiche da Scoglitti a Capo Scalambri Figura 3.39: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo Scalambri a Punta Religione Figura 3.40: Principali caratteristiche fisiografiche da Sampieri a Punta Castellazzo Page 7 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Figura 3.41: Le praterie di Posidonia oceanica nell’area di studio secondo l’indice PosiX Figura 3.42: Distribuzione di alcune fanerogame in alcuni tratti della costa meridionale siciliana. Figura 3.43: Mappa dettagliata e immagini della colonia corallina del Banco Urania. Figura 3.44: Ubicazione di Comunità “Cold seeps” nell’area di studio (da Taviani et al., 2013) Figura 3.45: Aree Marine Protette raccomandate per la protezione di Balene e Delfini. Figura 3.46: Avvistamenti di Cetacei nel Canale di Sicilia Figura 3.47: Spiaggiamenti di Cetacei sulla costa meridionale della Sicilia nel periodo 1986- Gennaio 2016 Figura 3.48: Segnalazioni del 2011 (le lettere indicano i luoghi ove sono stati individuati i nidi) Figura 3.49: Mappa delle migrazioni della Tartaruga comune e delle are di nidificazione nel Mar Mediterraneo (from Bentivegna 2002;Broderick et al. 2007;Caminãs 2004; Maffucciet al. 2006) Figura 3.50: Le Subaree Geografiche (GSAs) Figura 3.51: Ubicazione dei siti di acquacoltura nell’area di studio Figura 3.52: Mappa delle principali aree di pesca per P. longirostris nello Stretto di Sicilia Figura 3.53: Distribuzione delle uova di Engraulis encrasicolus: dati monitoraggi lungo costa nel 1997 (a), 1998 (b), 1999 (c), 2000 (d), 2001 (e) e 2002 (f) Figura 3.54: Distribuzione della biomassa di Sardine nel periodo 1998–2002 Figura 3.55: Mappa dei vivai nel Canale di Sicilia Figura 3.56: Mappa schematica delle zone di pesca a strascico Figura 3.57: Zona nazionale di conservazione della pesca di Malta Figura 3.58: Esempio di traffico marittimo nel Canale di Sicilia (osservato il 20 febbraio 2020 alle ore 16.30) Figura 3.59: Mappa della densità di traffico marittimo nel Canale di Sicilia (Anno di riferimento 2017) Figura 3.60: Assetto della portualità della Sicilia secondo il decreto sulla "riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali" Figura 3.61: Porto di Mazara del Vallo Figura 3.62: Mappa della densità di traffico marittimo nei pressi del porto di Mazara del Vallo (Anno di riferimento 2017) Figura 3.63: Porto di Pto Empedocle Figura 3.64: Mappa della densità di traffico marittimo nei pressi del Porto di Porto Empedocle (Anno di riferimento 2017) Figura 3.65: Porto di Licata Figura 3.66: Mappa della densità di traffico marittimo nelle aree antistanti i porti di Gela e di Licata (Anno di riferimento 2017) Figura 3.67: Infrastrutture portuali di Gela (Porto Rifugio a sx e Porto Isola a dx) Figura 3.68: Porto di Pozzallo Figura 3.69: Mappa della densità di traffico marittimo nei pressi del Porto di Pozzallo (Anno di riferimento 2017) Figura 3.70: Porti di interesse e corridoi ipotizzati Figura 3.71: Zona nazionale di conservazione della pesca di Malta Figura 3.72: Dettaglio del tracciato del Greenstream Figura 3.73: I SIN in Sicilia Figura 3.74: Il Sito di Interesse Nazionale di Gela Figura 3.75: Mappa Strutturale della Sicilia Figura 3.76: Consistenza ricettiva delle province di interesse Figura 3.77: Centri e nuclei abitati - ipotesi A, B, C Figura 3.78: Centri e nuclei abitati - ipotesi D ed EF Figura 3.79: Centri e nuclei abitati - ipotesi F Figura 3.80: Viabilità nell’area dell’ipotesi A (tracciato MP onshore) Figura 3.81: Viabilità nell’area dell’ipotesi B1 (tracciato CM1 onshore)

Page 8 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Figura 3.82: Viabilità nell’area dell’ipotesi B2 (tracciato CM2 onshore) Figura 3.83: Viabilità nell’area dell’ipotesi C1, C2 e C3 (rispettivamente tracciati SC1, SC2, SC3 onshore) Figura 3.84: Viabilità nell’area dell’ipotesi D1, D2 (rispettivamente tracciati BG1, BG2 onshore) Figura 3.85: Viabilità nell’area dell’ipotesi D3 (tracciato BG3 onshore) Figura 3.86: Viabilità nell’area dell’ipotesi E1 (tracciato GA1 onshore) Figura 3.87: Viabilità nell’area dell’ipotesi E2, E3 (rispettivamente tracciati GA2, GA3 onshore) Figura 3.88: Viabilità nell’area dell’ipotesi F (Tracciato SM onshore) Figura 3.89: La Rete Gas in Sicilia Figura 3.90: Il Sito di Interesse Nazionale di Gela Figura 4.1: I tracciati Offshore e Onshore Figura 6.1: Punteggi totali dei singoli tracciati OFFSHORE Figura 6.2: Punteggi totali dei singoli tracciati ONSHORE Figura 6.3: Inquadramento delle alternative proposte Figura 6.4: Punteggi totali dei singoli tracciati OFFHORE - ONSHORE Figura 7.1: Quadro d’insieme Confronto Tracciato di progetto Preliminare/Definitivo in territorio Italiano Figura 7.2: Ottimizzazioni del tracciato offshore in Italia

Page 9 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indice delle Tabelle

Tabella 3.1: Le stazioni RMN i nell’area di studio Tabella 3.2: Stazioni di misura nel Canale di Sicilia 1972-2003 Tabella 3.3: Sorgenti Sismogenetiche DISS Tabella 3.4: Zone Marine di Protezione Speciale in territorio di Malta Tabella 3.5: Relitti di interesse storico nelle acque dell’area di studio-Zone regolamentate Tabella 3.6: Stazioni di misura per il censimento delle praterie di P. oceanica Tabella 3.7: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo Feto a Capo Granitola Tabella 3.8: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo Granitola a Capo San Marco Tabella 3.9: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo San Marco a Licata Tabella 3.10: Caratterizzazione della prateria di posidonia da Scoglitti a Capo Scalambri Tabella 3.11: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo Scalambri a Punta Religione Tabella 3.12: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Sampieri a Punta Castellazzo Tabella 3.13: Classificazione con indice PosiX Tabella 3.14: Fanerogame presenti lungo le coste del Mediterraneo e principali caratteristiche distributive. Tabella 3.15: Cetacei e relative presunta distribuzione nell’area di Studio Tabella 3.16: Spiaggiamenti di Cetacei nell’area di Studio Tabella 3.17: Traffico marittino nei porti di interesse (2006) Tabella 3.18: Cavi sottomarini presenti nell’area di studio Tabella 3.19: Elenco dei Titoli minerari vigenti Tabella 3.20: Unità Fisografiche dell’area di studio Tabella 3.21: Aree protette e/o tutelate Tabella 3.22: I principali siti archeologici delle province di interesse pe il progetto Tabella 3.23: Flussi turistici nelle provincie di interesse (anni 2017 e 2018) Tabella 3.24: Elenco dei Titoli minerari vigenti Tabella 4.1: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_1 Tabella 4.2: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_2 Tabella 4.3: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_3 Tabella 4.4: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_4 Tabella 5.1: I tracciati onshore Tabella 5.2: Sintesi delle caratteristiche dell’ipotesi MP Tabella 5.3: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi CM1 e CM2 Tabella 5.4: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi SC1, SC2, SC3 Tabella 5.5: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi BG1, BG2, BG3 Tabella 5.6: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi GA1, GA2, GA3 Tabella 5.7: Sintesi delle caratteristiche dell’ipotesi SP Tabella 6.1: Indicatori e Parametri Sezione OFFSHORE Tabella 6.2: Indicatori e Parametri Sezione ONSHORE Tabella 6.3: Classi di giudizio per gli indicatori OFFSHORE Tabella 6.4: Classi di giudizio per gli indicatori ONSHORE Tabella 6.5: Giudizi attribuiti alle Alternative – OFFSHORE Tabella 6.6: Giudizi attribuiti alle Alternative ONSHORE Tabella 6.7: Sintesi dei valori numerici attribuiti alle Alternative – OFFSHORE Tabella 6.8: Sintesi dei valori numerici attribuiti alle Alternative – ONSHORE Tabella 6.9: Vettore dei pesi – Indicatori OFFSHORE Tabella 6.10: Vettore dei pesi – Indicatori ONSHORE Tabella 6.11: Indice Globale delle Alternative OFFSHORE Page 10 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.12: Indice Globale delle Alternative ONSHORE Tabella 6.13: Indice Globale delle Alternative OFFSHORE e ONSHORE Tabella 6.14: Punteggi Finali dell’Indice Globale Tabella 6.15: Sintesi delle ipotesi analizzate

Page 11 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

1.0 INTRODUZIONE

1.1 Campo di applicazione Il presente Allegato allo Studio di Impatto Ambientale riporta gli esiti dell’Analisi delle Alternative eseguita sulla sezione italiana del Progetto “Malta-Italy Gas pipeline interconnection (MELITA TRANSGAS PIPELINE), avente lo scopo di porre fine all’isolamento dell’Isola di Malta dalla Rete Gas Europea tramite la fornitura di gas naturale dalla Sicilia a Malta.

La soluzione di tracciato presentata a conclusione di questo Allegato è da considerarsi il risultato di un continuo processo di miglioramento nell’ambito del Progetto, che fin dalle fasi preliminari ha analizzato i differenti aspetti progettuali e localizzativi, allo scopo di minimizzare l’impatto sociale, ambientale e sul patrimonio culturale.

L’analisi delle alternative ha avuto inizio sin dalle fasi iniziali dello sviluppo del Progetto ed ha costituito parte dell’iter decisionale e di progettazione fino alla definizione attuale, allo scopo di:

» individuare il percorso ottimale del gasdotto; » minimizzare l’impatto residuo a livello ambientale e sociale; » coinvolgere le autorità nazionali, regionali e locali interessate dalla realizzazione del Progetto.

Il presente documento presenta l’analisi di dettaglio delle alternative dell’opera in progetto, condotta al fine di identificare il miglior tracciato possibile del gasdotto tra l’Italia (Sicilia) e Malta, dal punto di vista tecnico e ambientale.

Nello specifico, l’attività comprende le seguenti fasi metodologiche:

» La valutazione dello scenario del contesto ambientale e territoriale di riferimento delle ipotesi localizzative a livello di area vasta presentate durante la fase di Scoping. La caratterizzazione dell’area interessata dal progetto è distinta tra l’ambiente marino (Offshore) e l’ambiente terrestre (Onshore). » L’analisi delle ipotesi localizzative, mediante l’elaborazione di un metodo di analisi multicriteria per il confronto tra le diverse alternative selezionate e la conseguente applicazione del metodo per evidenziare la soluzione più attraente dal punto di vista tecnico e ambientale. » La descrizione ed approfondimento delle ottimizzazioni locali della soluzione selezionata.

La prima fase consiste nella valutazione dello scenario del contesto ambientale e territoriale di riferimento considerando i vincoli ambientali che insistono sul territorio e gli eventuali altri vincoli derivanti dalla pianificazione di carattere regionale e locale. L’attività di analisi si basa sul reperimento di dati territoriali desunti da esistenti cartografie tematiche, alla scala opportuna, predisposte dagli enti preposti alla gestione del territorio.

Sulla base delle caratteristiche del contesto ambientale di riferimento e delle caratteristiche delle diverse soluzioni individuate dai progettisti, è stato predisposto un metodo di analisi multicriteria per il

Page 12 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

confronto tra le alternative di tracciato, allo scopo di evidenziare la soluzione più compatibile dal punto di vista tecnico e ambientale.

L’Analisi Multicriteria è una procedura di valutazione che, una volta fissato un obiettivo, applica una regola decisionale utilizzando una molteplicità di criteri decisionali, che sono elementi oggettivi misurabili e valutabili. I criteri decisionali sono rappresentati da indicatori ambientali e territoriali di tipo quantitativo e/o qualitativo considerati significativi data la tipologia di progetto ed il contesto ambientale coinvolto. Vengono inoltre individuati, in funzione della consistenza della base dati, uno o più indicatori rappresentativi delle eventuali criticità derivanti da accordi con altri enti o dai processi autorizzativi. L’aggregazione, eventualmente pesata, degli indicatori, fornisce un indice complessivo di performance ambientale di ogni soluzione, che permette di effettuare una classificazione delle varie ipotesi (ranking) in funzione del livello di impatto generato sull’ambiente, mettendo in evidenza la soluzione preferibile dal punto di vista ambientale e territoriale.

La metodologia può inoltre tenere conto di indicatori di tipo tecnico/progettuale accanto a quelli di carattere ambientale, qualora essi siano indicatori indiretti di ricadute di carattere ambientale. A tal proposito è opportuno segnalare che l'analisi non ha lo scopo di valutare le scelte tecniche; è inoltre importante sottolineare che gli indicatori di questa classe sono influenzati dal livello di dettaglio della progettazione.

Lo studio si completa con una descrizione e l’approfondimento a scala locale degli studi di ottimizzazione del tracciato, sia per la parte onshore, sia per quello offshore, della soluzione individuata come preferibile.

Nella definizione dei contenuti dello Studio si è fatto riferimento ai contenuti del Parere MATTM (Parere n.2554 del 17/11/2017) riferito alla Procedura di Definizione dei contenuti dello Studio di impatto Ambientale (art.21 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii.), ed ai documenti già presentati alle autorità italiane, al fine di recepire osservazioni, indirizzi metodologici, prescrizioni emerse nelle fasi precedenti del Progetto.

1.2 Alternativa zero L’alternativa zero (la mancata realizzazione del Progetto MELITA TRANSGAS PIPELINE) significherebbe che Malta non verrebbe connessa alla rete gas dell'Unione Europea (UE) attraverso l’Italia e come conseguenza nessuno dei benefici derivanti dalla costruzione e dal funzionamento di questa infrastruttura avrebbe luogo, né a livello europeo, né a livello nazionale per Malta e per l’Italia.

In particolare, la non realizzazione del Progetto comporterebbe infatti:

» il mancato raggiungimento degli obiettivi di politica energetica dell’UE consistenti nell'aumento della sicurezza degli approvvigionamenti, della concorrenza, dell'integrazione dei mercati e della sostenibilità; » il mancato contributo alla flessibilità complessiva e all’interoperabilità del sistema, in quanto verrà meno la possibilità di capacità per i flussi inversi nel futuro; » il mancato contributo alla diversificazione delle controparti, fonti e percorsi alternativi d’importazione;

Page 13 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

» la perdita della possibilità di terminare l’isolamento di Malta dalla rete europea e del conseguente contributo all’integrazione del Mercato Interno dell’Energia; » la mancata occasione per Malta di un migliore accesso alle risorse di gas naturale ad un costo inferiore; » la mancata occasione per Malta della sostituzione dell’attuale modalità di approvvigionamento di GNL tramite trasporto marittimo e liquefazione del rifornimento con una diversa modalità (collegamento diretto via pipeline) caratterizzato dalla assenza di emissioni dirette nell’ambiente..

In conclusione, l’alternativa “zero” impedirebbe la realizzazione di numerosi vantaggi del progetto MELITA per Malta, l'Italia e l'Europa nel suo complesso.

A livello europeo, l’alternativa “zero” significherebbe mancare obiettivi cruciali della politica energetica europea, nonché impedire indirettamente che l'Europa nel suo complesso riceva i benefici di una maggiore diversificazione, concorrenza, sicurezza dell'approvvigionamento e integrazione del mercato.

A livello nazionale, l’alternativa “zero” significherebbe la mancanza di benefici attuali per Malta e futuri per l’Italia, derivanti da una maggiore concorrenza, diversificazione, sicurezza degli approvvigionamenti, liquidità e integrazione del mercato del gas in Italia. L’alternativa “nessun progetto” rappresenterebbe inoltre per entrambi gli Stati Membri una opportunità economica persa, per mancate occasioni di sviluppo dell’occupazione, sia diretta che indotta, che la mancata costruzione del progetto comporterebbe.

Page 14 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

2.0 IPOTESI DI TRACCIATO CONSIDERATE

In territorio Maltese l’approdo è unico; si tratta dell’area circostante la nuova centrale termoelettrica di Delimara (Delimara Power Station - DPS), sita in prossimità di Marsaxlokk nel Sud-Est di Malta. In territorio italiano, invece, sono stati preliminarmente individuati 6 punti di approdo lungo la costa meridionale della Regione Sicilia:

» Ipotesi MP – approdo tra Petrosino e Mazara del Vallo (un solo tracciato onshore); » Ipotesi CM – approdo a Campobello di Mazara (due possibili tracciati onshore: CM1, CM2); » Ipotesi SC – approdo tra Sciacca e Ribeira (tre possibili tracciati onshore: SC1, SC2, SC3); » Ipotesi BG - approdo tra Butera e Gela (tre possibili tracciati onshore: BG1, BG2, BG3) » Ipotesi GA - approdo tra Gela e Acate (tre possibili tracciati onshore: GA1, GA2, GA3) » Ipotesi SP – approdo tra Scicli e Pozzallo (un solo tracciato onshore). Sulla base di questi punti di approdo, considerando appunto che a Malta il punto di approdo è univoco (M) e considerando che i corridoi marini principali considerati sono 4 (OFF_1. OFF_2, OFF_3, OFF_4), è possibile identificare diversi tracciati del gasdotto (Onshore+Offshore).

» Ipotesi A – Tracciato MP-M (tracciato marino OFF_1); » Ipotesi B – Tracciati CM-M (tracciato marino OFF_1);

- Ipotesi B1 – Tracciato CM1-M; - Ipotesi B2 – Tracciato CM2-M; » Ipotesi C – Tracciati SC-M (tracciato marino OFF_1);

- Ipotesi C1 – Tracciato SC1-M; - Ipotesi C2 – Tracciato SC2-M; - Ipotesi C3 – Tracciato SC3-M; » Ipotesi D – Tracciati BG-M (tracciati marini OFF_2 e OFF_3);

- Ipotesi D1 – Tracciato BG1-M (tracciato marino OFF_2); - Ipotesi D2 – Tracciato BG2-M (tracciato marino OFF_2); - Ipotesi D3 – Tracciato BG3-M (tracciato marino OFF_3); » Ipotesi E – Tracciati GA-M (tracciato marino OFF_3);

- Ipotesi E1 – Tracciato GA1-M; - Ipotesi E2 – Tracciato GA2-M; - Ipotesi E3 – Tracciato GA3-M; » Ipotesi F – Tracciato SP-M (tracciato marino OFF_4) I possibili tracciati marini e terrestri considerati sono riportati nella seguente Figura 2.1 e nella Tavola 1 allegata al presente studio. Essi corrispondono all’elenco sopra riportato, i cui elementi identificatori sono rappresentati dal punto di approdo sulla costa siciliana (MP, CM, SC, BG, GA, SP) e dai tracciati offshore (OFF_1. OFF_2, OFF_3, OFF_4).

Page 15 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Figura 2.1: Inquadramento territoriale

Page 16 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

3.0 ANALISI AMBIENTALE DELL’AREA DI STUDIO

L’analisi ambientale e la caratterizzazione dell’area di studio è stata suddivisa in due sezioni che riguardano, rispettivamente, lo sviluppo dei tracciati offshore e dei tracciati onshore. Tale suddivisione è motivata dalle differenti peculiarità dell’ambiente marino e dell’ambiente terrestre. L’area di studio è rappresentata dal territorio italiano interessato dall’opera di progetto (si veda la precedente Figura 2.1); in particolare si tratta:

» per quanto riguarda i tracciati Offshore, dell’area marina del Canale di Sicilia, che si estende dall’isola di Malta alla Sicilia, e della fascia costiera meridionale della Sicilia interessata dagli approdi di tali tracciati. » per quanto riguarda i tracciati Onshore e i relativi corridoi terrestri, dell’entroterra siciliano degli approdi dei tracciati fino all’allacciamento alla rete gas esistente in Sicilia. Sono interessate le province di Trapani (Comuni di Petrosino, di Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Castelvetrano), di (Comune di Ribera), di (Comune di Gela) e di Ragusa (Comune di Acate e di Modica). Per quanto riguarda le componenti ambientali vengono approfondite rispettivamente: Offshore

» Aspetti meteorologici e circolazione marina » Batimetria e morfologia del fondo marino » Aspetti geologici e strutturali » Presenza di aree protette » Biocenosi » Fauna marina » Attività di pesca » Presenza di cavi e gasdotti sottomarini » Presenza di Siti di Interesse Nazionale » Presenza di Titoli minerari per Idrocarburi. Onshore

» Aspetti geologici e strutturali » Presenza di rischi naturali » Presenza di fenomeni erosivi lungo la costa » Presenza di aree protette » Presenza di vincoli paesaggistici e territoriali » Uso del suolo » Presenza di reti infrastrutturali » Presenza di Titoli minerari. » Presenza di Siti di Interesse Nazione (SIN). Sono state utilizzate le fonti dati disponibili prevalentemente in rete. L’elenco completo è riportato in dettaglio nel Capitolo 8.0.

Page 17 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Nel seguito si propone una caratterizzazione ambientale e territoriale dell’area interessata dal progetto, così da giustificare la scelta degli indicatori adottati per l’analisi multicriteria che verrà condotta nel seguito.

3.1 Offshore Il tracciato del gasdotto Sicilia-Malta sarà localizzato all’interno del Canale di Sicilia e successivamente del Canale di Malta.

Figura 3.1: Individuazione dello stretto di Sicilia e del Canale di Malta

Il Canale, o Stretto, di Sicilia è un largo canale del Mar Mediterraneo che separa la Sicilia dall'Africa per un’ampiezza di circa 150 km da Marsala a Capo Bon. La profondità in alcuni punti raggiunge i 1.000 m (presso Pantelleria). Sono presenti banchi di sabbia e varie isole: Pantelleria, il gruppo delle Pelagie (Lampedusa e Linosa) e il gruppo delle Egadi (Favignana, e Marettimo). Viene definito Canale di Malta la parte di Mar Mediterraneo che separa le isole maltesi dalla Sicilia. Il canale ha una larghezza massima di 102 km, mentre nel punto più stretto misura circa 81 km. Caratterizzato da fondali relativamente bassi, ha una profondità massima di 171 m. I fondali, leggermente più profondi all'estremità Sud maltese, tendono a risalire man mano che ci si avvicina alle coste siciliane.

3.1.1 Aspetti climatici Vengono di seguito descritte le condizioni meteo-oceanografiche nell’area interessata dal progetto del gasdotto Italia-Malta. I dati rilevati sono stati forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (di seguito ISPRA).

Page 18 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Dal 2008 il Servizio Mareografico Nazionale (SMN) ha assunto la gestione della Rete Ondametrica Nazionale (RON), realizzata a suo tempo dal Ministero dei Lavori Pubblici, ed ha provveduto allo sviluppo e potenziamento della nuova Rete Mareografica Nazionale (RMN). La Rete Mareografica Nazionale è composta di 36 stazioni di misura uniformemente distribuite sul territorio nazionale ed ubicate prevalentemente all’interno delle strutture portuali. Questa rete sostituisce integralmente il sistema di rilevazione mareografico preesistente. In particolare, si tratta delle stazioni indicate in Tabella 3.1.

Fonte https://www.mareografico.it Figura 3.2: Le stazioni RMN in Sicily

Tabella 3.1: Le stazioni RMN i nell’area di studio

Stazione Ubicazione Coordinate Parametri misurati - Livello idrometrico ogni 10 sec PORTO Vecchio Porto LATITUDE 37° 17' 08. 72'' - temperatura dell’acqua ogni 1 h EMPEDOCLE (Vecchio Molo) LONGITUDE 13° 31' 36.64'' - temperatura dell’aria ogni 1 h - umidità relativa ogni 1 h - pressione atmosferica ogni 1 h - direzione del vento ogni 10 min - velocità del vento ogni 10 min - Livello idrometrico ogni 10 sec SCIACCA Molo vicino al LATITUDE 37°30'16,35'' temperatura dell’acqua ogni 1 h Club Nautico LONGITUDE 13°04'35,24'' - temperatura dell’aria ogni 1 h Corallo Mimmo - umidità relativa ogni 1 h Marchica - pressione atmosferica ogni 1 h Fonte https://www.mareografico.it

Page 19 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

I dati del monitoraggio meteo-oceanografico nella stazione Porto Empedocle si riferiscono al periodo 2010-2019. Come sopra evidenziato, la temperatura dell’acqua varia da un massimo di 27,9 °C in estate ad un minimo di 12,9 °C in inverno.

Fonte https://www.mareografico.it Figura 3.3: Temperatura dell’acqua (°C) – Stazione meteo-oceanografica Porto Empedocle –periodo 2010-2019

I dati raccolti nella stazione meteo-oceanografica ISPRA di Porto Empedocle sono utilizzati quali riferimento per la velocità e la direzione del vento. I relativi dati del periodo 2010-2019 mostrano la loro intensità, direzione e frequenza. A Porto Empedocle, i venti provengono principalmente da: OSO (Ovest-Sud-Ovest), Ovest e ONO (Ovest- Nord-Ovest); le velocità si aggirano sui 6 m/s. Venti più lievi provengono da Nord e da Nord-Est.

Fonte https://www.mareografico.it Figura 3.4: Rosa dei Venti – Stazione meteo-oceanografica Porto Empedocle –periodo 2010-2019

Page 20 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

I dati del monitoraggio meteo-oceanografico nella stazione Sciacca si riferiscono al periodo 2010-2019. Come sopra evidenziato, la temperatura dell’acqua varia da un massimo di 29 °C in estate ad un minimo di 12,0 °C in inverno.

Fonte https://www.mareografico.it Figura 3.5: Temperatura dell’acqua (°C) – Stazione meteo-oceanografica Sciacca–periodo 2010-2019

La Figura seguente rappresenta la variazione di salinità delle acque nel Canale di Sicilia nel 2010. I valori sono espressi in PSU1 (Practical Salinity Units) alla profondità di 5 e 30 metri.

1 Corrisponde al rapporto tra la conduttività di un campione di acqua di mare e quella di una soluzione standard di KCl formata da 32,4356 grammi di sale disciolti in 1 kg di soluzione a 15°C. I rapporti sono adimensionali e 35 psu equivalgono a 35 grammi di sale per chilogrammo di soluzione.

Page 21 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: http://www.seaforecast.cnr.it/en/yearly.php Figura 3.6: Salinità delle acque marine nel Canale di Sicilia

3.1.2 Circolazione marina Il Mar Mediterraneo è un mare semi chiuso a media latitudine o, meglio, un sistema oceanico isolato. Molti processi fondamentali per la circolazione generale di tutti gli oceani si verificano anche nel Mediterraneo, in modo identico o analogo. Il Mar Mediterraneo è formato da due bacini attigui di uguale dimensione collegati fra loro dallo Stretto di Sicilia. La circolazione generale nel Mar Mediterraneo è complessa e composta da tre principali e interattive scale spaziali: scala di bacino (include la circolazione termoalina (verticale)), scala di sub-bacino e mesoscala. I bacini Mediterranei sono bacini di evaporazione (lagune) con un flusso di acqua corrente dall‘Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra e nel Mediterraneo orientale attraverso lo stretto di Sicilia. Una vasta variabilità alla mesoscala caratterizza il Canale di Sicilia. Nello Stretto di Sicilia e nel Mar Ionio, il flusso è noto come ”Atlantic–Ionian Stream” (AIS); essa viaggia attraverso il bacino ed entra nel Bacino Levantino. L’AIS è una corrente superficiale, dall’andamento meandriforme, che attraversa il Canale di Sicilia confluendo nel Mar Ionio; la variabilità interannuale del suo percorso ha importanti conseguenze sui principali fenomeni idrografici caratterizzanti l’area a Sud della costa Meridionale della Sicilia. La “Modified Atlantic Water “(MAW) trasportata dall’AIS raggiunge la parte più orientale del bacino, miscelandosi continuamente con le acque circostanti e immergendosi fino alla profondità di 50-100-m nel Bacino Levantino. Nel periodo invernale, una corrente convettiva intermedia nel Bacino Levantino produce le “Levantine Intermediate Waters (LIW)”, che sono trasportate verso ovest ad una profondità

Page 22 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

compresa tra 300 e 500 m verso lo Stretto di Sicilia e verso di Gibilterra. Oltre lo Stretto di Sicilia, MAW può essere tracciata nel Mar Ionio meridionale per la sua bassa salinità. La Figura seguente mostra un modello concettuale nel quale un getto di AIS entra nel bacino orientale attraverso lo Stretto di Sicilia, serpeggia all’interno del Mar Ionio ed è ritenuto alimentare il getto medio Mediterraneo, per continuare a fluire, attraverso il Bacino Levantino centrale, fino alle coste di Israele.

Fonte: Robinson A. R., Leslie G. Wayne, Theocharis A., Lascaratos A. 2010 Mediterranean Sea Circulation

Figura 3.7: Caratteristiche della circolazione a scala di Sub-bacino e a mesoscala nell’area di studio.

Per quanto riguarda invece le correnti di fondo, sull’analisi dell’idrodinamismo profondo presente nell’area di studio sono disponibili limitate informazioni.

Page 23 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte http://www.seaforecast.cnr.it/en/yearly.php Figura 3.8: Correnti marine (m / s) a differenti profondità (5m, 30m, 120m)

Page 24 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Sulla base delle informazioni sopra riportate si possono assumente, sul fondo (circa 100-120 m di profondità), velocità di corrente dell’ordine di circa 0.1 m/s e direzione prevalente verso SE (135°-145°). L’area d’indagine è caratterizzata dalla presenza di una corrente di fondo predominante con direzione e verso NO-SE: tale direzione è in genere comune a tutta la colonna d’acqua e fortemente influenzata dall’AIS. La corrente è presente durante tutti i mesi dell’anno ma sono state osservate episodiche inversioni in profondità. 3.1.2.1 Moto Ondoso

La Rete Nazionale di misura del Moto ondoso (RON) (14 Boe Triassiali) è attiva fin dal Luglio 1989 e attualmente è gestita dal Servizio Oceanografico. Prima dell’istituzione della RON, La rete di rilevamento del moto ondosa aveva molte stazioni di misura. La Tabella seguente mostra le stazioni di misura nell’area di studio (Canale di Sicilia) antecedenti alla creazione della RON.

Tabella 3.2: Stazioni di misura nel Canale di Sicilia 1972-2003

Fonte: Apat- Servizio Mareografico 2006 Atlante delle onde nei mari italiani I dati relativi al moto ondoso sono relativi alla boa accelerometrica a traslazione (pitch-roll) della stazione di Mazara del Vallo della rete APAT. Il sistema dinamico ondoso qui identificato può essere considerato rappresentativo del moto ondoso dell’Area di Progetto. La Figura seguente mostra le stazioni di misura RON nell’area di studio.

Page 25 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Apat- Servizio Mareografico 2006 Atlante delle onde nei mari italiani Figura 3.9: Stazioni di misura della rete RON nel Canale di Sicilia a partire dal Luglio 2002

Il regime ondoso è la distribuzione delle caratteristiche ondulatorie mediate in un periodo di tempo e per un luogo particolare. I riferimenti sono relativi all’accadimento e alla frequenza di non superamento. Il dato RON mostra due principali cluster simili tra loro sia nelle stazioni ubicate nelle porzioni occidentali, inclusa la stazione di Mazara del Valle, sia in quelle ubicate nelle porzioni orientali. Il cluster è caratterizzato principalmente da regimi unimodali a prevalente direzione ovest e da onde alte; a Mazara del Valle però è tipicamente bimodale come sotto rappresentato.

Page 26 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Apat- Servizio Mareografico 2006 Atlante delle onde nei mari italiani

Figura 3.10: Stazione RON di Mazara del Vallo-Sintesi Statistica

Anche dati più recenti che considerano un periodo più lungo (fino al 2008) confermano due direzioni d’onda principali (270-285° N); l’altezza d’onda varia generalmente tra 0,5 e 3 metri. 3.1.2.2 Qualità dell’acqua

Il portale relativo alla qualità delle acque del Ministero della Salute raccoglie informazioni sulla qualità delle acque da balneazione in Italia attraverso campagne di campionamento lungo le coste. La Figura seguente mostra la compatibilità alla balneazione per singole aree balnearie, le aree interdette alla balneazione e le informazioni ambientali delle aree, la classificazione e ogni specifico aspetto critico delle coste. In Figura seguente è riportata la caratterizzazione, effettuata dal portale relativo alla qualità delle acque marine del Ministero della Salute, relativa i tratti di costa interessati da tutti i tracciati (approdi) ipotizzati.

Page 27 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte http://www.portaleacque.salute.gov.it/PortaleAcquePubblico/mappa.do Figura 3.11: Stato della qualità delle acque di balneazione e aree interdette alla balneazione

Page 28 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

3.1.3 Batimetria e morfologia del fondo marino Il tratto di mare interessato dal progetto, come detto, è caratterizzato da profondità relativamente contenute (profondità massima di 171 m). L’andamento batimetrico nel tratto di mare attraversato dai diversi tracciati ipotizzati per il gasdotto di connessione tra la Sicilia e Malta è rappresentato in Tavola 2 e nella figura successiva.

Fonte: https://portal.emodnet-bathymetry.eu/ Figura 3.12: Profondità medie del tratto di Canale di Sicilia interessato dal progetto

3.1.4 Geologia Lo Stretto di Sicilia è il tratto di mare compreso tra la costa meridionale della Sicilia e le coste Africane; è caratterizzato da acque abbastanza basse che costituiscono la separazione tra i bacini occidentale e orientale del Mediterraneo. Lo Stretto di Sicilia ha una topografia dei fondali molto complessa, caratterizzata da una piattaforma continentale abbastanza assottigliata (habitat preferito per le popolazioni target), con il margine a circa 15 miglia nautiche dalla costa tra Mazara del Vallo e Marina di Ragusa, sebbene la piattaforma si estenda a più di 50 miglia nautiche sul Banco Avventura e sulla piattaforma di Malta. La storia geologica della Sicilia è molto complessa, sia per la posizione nella porzione del Mediterraneo caratterizzata da estrema mobilità tettonica sia per le caratteristiche sedimentologiche delle rocce qui depositate nei vari domini paleogeografici e gli eventi tettonici verificatesi tra il tardo Paleozoico e il Quaternario. La Sicilia è uno spesso cuneo orogenetico formato (1) dall’avampaese (Africano) e l’orogenesi Siciliana ed (2) il cuneo Calabro–Peloritano. La crosta sotto la Sicilia centrale, dal margine Tirreno alla linea di costa del Canale di Sicilia, è stata studiata da progetti di ricerca multidisciplinari. Le figure seguenti mostrano le sezioni interpretative della crosta nell’area vasta di studio.

Page 29 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Le frecce indicano la direzione e l’età della deriva e dell’ultimo movimento orogenetico: 1 – Pliocene-Pleistocene, 2 –Medio- Miocene Superiore, 3 – Oligocene– Miocene Inferiore.

Sezione 11b mostra un rapido e regolare approfondimento del fondo della crosta Africana, da uno spessore di circa 20 km al di sotto di Pantelleria a22 km nel Canale di Sicilia, e circa 40 km al di sotto della Sicilia centrale.

Questa sezione mostra un assottigliamento crostale (fino a 20 km) nel Canale di Sicilia al di sotto di Pantelleria. Il limite della discontinuità di Moho è rilevato a 34 km al di sotto della Sicilia. La struttura crostale è chiaramente asimmetrica, il fianco nordest (risalito) della discontinuità di Moho è più ripido di quello verso la Tunisia.

Fonte R. Cassinis, S. Scarascia,A.Lozej Review of Seismic Wide-Angle Reflection–Refraction (WARR) Results in the Italian Region (1956–1987) in CROP PROJECT: Deep Seismic Exploration of the Central Mediterranean and Italy Edited by I.R. Finetti 2005 Figura 3.13: Schema Geodinamico (Modello strutturale dell’Italia, CNR, 1983, modificato)

I risultati forniscono indicazioni relativamente a (1) principale assetto orogenetico, (2) la monoclinale molto ripida con andamento regionale NW–SE suggerisce l’inflessione della crosta dell’avampaese (3) la sinforme profonda di Caltanissetta immaginata, per la prima volta, fino a circa 25 km e (4) limite superiore del basamento cristallino e interferenza della superficie crosta-mantello. La geologia della Sicilia comprende tre settori così definiti:

Page 30 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

• Un Avampaese scarsamente deformato che caratterizza la Sicilia sudorientale e lo Stretto di Sicilia. Questo mostra accentuate maggiori deformazioni spostandoci verso i settori tra I monti di Sciacca, i monti di Trapani e le isole Egadi (equivalente alle “Aree esterne deformate” di Finetti et al., 1996; Lentini et al., 1996); • una Avanfossa Plio-Pleistocenica ubicata offshore a sud della Sicilia e sul Plateau Ibleo, lungo il lato nord dell’avampaese. In parte essa è sepolta dal fronte della catena nella Sicilia meridionale e nel Bacino di Gela. • una catena complessa rivolta verso sud e sudest,con uno spessore maggiore di 15 km costituita da Unità Kabilo-Calabridi e Siculo-Maghrebidi. Le unità più settentrionali in genere sono collassate con l’apertura del Mar Tirreno centromeridionale. Le Unità stratigrafiche e strutturali che formano la catena raggiunsero l’attuale reciproca relazione nel periodo tra l’inizio del Miocene e l’inizio del Pleistocene, come conseguenza dell’evento tettonico attribuito alla collisione continentale. La distribuzione dei principali domini geologici regionali è rappresentata nella Figura seguente.

Fonte R. Finetti, F. Lentini, S. Carbone , A. Del Ben, A. DiStefano, E. Forlin, P. Guarnieri, M. Pipan, A. Prizzon Geological Outline of Sicily and Lithospheric Tectono-Dynamicsof its Tyrrhenian Margin from New CROP Seismic Data in CROP PROJECT: Deep Seismic Exploration of the Central Mediterranean and Italy Edited by I.R. Finetti 2005 Figura 3.14: Schema della distribuzione dei domini strutturali (da Lentini et al., 1996a, 1996b).

Nell’area di Studio, il Dominio dell’Avampaese è rappresentato dall’area non deformata del blocco Pelagico (rappresenta un settore del margine continentale Africano ), separato dalla crosta oceanica del Bacino Ionico. La crosta è composta da una serie di rocce vulcaniche in vari orizzonti. Le sequenze non deformate del blocco Pelagico si estendono offshore nel Canale di Sicilia, affiorano nel Plateau Ibleo nella piattaforma di Sciacca. Il blocco Pelagico è rappresentato dalle acque basse di un mare epicontinental con batimetria irregolare. Questa area è interessata da un intenso “rifting” che fin dal tardo ha prodotto diverse profonde incisioni a direzione NW–SE (Pantelleria, Malta e Linosa Graben), separate da faglie normali sub-parallele riempite con sedimenti torbiditici e emipelagici Pliocenico-Quaternari di spessore

Page 31 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

pari a 1000 2000 m. Dal tardo Miocene, il distacco delle unità interne sollevò la piattaforma carbonatica triassico-Miocenica: la fascia tettonica Pelagico-siciliana. In corrispondenza dell’ asse di questa depressione tettonica, la cosiddetta “Rift Zone del Canale di Sicilia”, è evidente l’assottigliamento crostale con la discontinuità di Moho che giace ad una profondità inferiore ai 20 km. Il Dominio Orogenetico è costituito da tre principali fasce: il Sistema Esterno, la catena Appenninica a la catena Calabra generate, rispettivamente, dal distacco della copertura sedimentaria interna Africana, dall’imbricazione della copertura sedimentaria della Tetide Alpina e della Tedide Ionica e dalle Unità Europee. Alla fine della fase Balearica, un unico largo e continuo arco incluse gli Appennini settentrionali,l’arco Calabro e gli Appennini Siciliani-catena Maghrebina. Nel Burdigaliano, il complesso Panormide iniziò a separare gli Appennini Siciliani dalla catena Maghrebina mediante un sistema trascorrente destrorso. La fascia orogenetica Siciliana è quindi localizzata tra l’avampaese e un’area oceanica di nuova apertura (Bacino Tirrenico), formatasi nella fase Tirreniana. L’architettura dell’edificio Appenninico consiste in tre distinte catene sovrapposte tettonicamente che derivano dalla deformazione di paleosettori crostali prevalentemente originati nel Mesozoico. E’ possibile riconoscere una duplice struttura regionale composta da un edificio alloctono che si sovrappone ampiamente al Sistema Esterno. I rapporti tra le Unità strutturali regionali possono essere osservati nella sezione geologica riportata nella Figura seguente.

Fonte R. Finetti, F. Lentini, S. Carbone , A. Del Ben, A. DiStefano, E. Forlin, P. Guarnieri, M. Pipan, A. Prizzon Geological Outline of Sicily and Lithospheric Tectono-Dynamicsof its Tyrrhenian Margin from New CROP Seismic Data in CROP PROJECT: Deep Seismic Exploration of the Central Mediterranean and Italy Edited by I.R. Finetti 2005 Figura 3.15: Sezione schematica N–S dell’architettura regionale della Sicilia.

Lungo la costa meridionale della Sicilia, la piattaforma continentale è caratterizzata da due ampi banchi (situati ad una profondità di circa 100 m), il Banco Avventura a ponente ed il Banco di Malta a levante, separati da piattaforma molto stretta nella zona centrale. La piattaforma africana è molto ampia lungo le coste tunisine, mentre si assottiglia lungo le coste libiche ad eccezione del Golfo della Sirte. Il profilo della scarpata continentale tra la Sicilia e la Tunisia è ripido ed irregolare, riducendo la sua inclinazione tra Malta e le coste libiche. La scarpata torna nuovamente ad essere molto scoscesa a levante del Banco di Malta.

Page 32 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/biodiversita-1/osservatorio-regionale-della-biodiversita-dellambiente-marino-e-terrestre- 1/la-biodiversita-dei-banchi-dello-stretto-di-sicilia Figura 3.16: Batimorfologia Generale del Canale di Sicilia e Ubicazione dei Banchi

Come già detto, il Plateau Ibleo costituisce il settore più Settentrionale dell’avampaese Africano che verso N-NO va a formare un’avanfossa, con sedimentazione silico-clastica prevalentemente alimentata dai quadranti settentrionali durante il Plio-Quaternario. Questo settore del Plateau è stato interessato dalla tettogenesi plio-quaternaria e ha prodotto l’accavallamento del fronte più esterno della catena (Falda di Gela) sulle parti più periferiche dell’avampaese. La Falda di Gela verge verso sud in direzione dell’offshore di Gela e si estende fino al plateau Avventura. L’avanfossa di Gela si interrompe nella Sicilia occidentale dove è presente il limite dell’avampaese costituito da una complicata fascia tettonica trascorrente Plio-Pleistocenica (Argnani et al., 1987). La mappa strutturale della Sicilia è riportata nella Figure seguente; essa mostra i principali elementi che caratterizzano il complesso collisionale dell’isola.

Page 33 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte Ragg S., G. M. (1999). “Patterns of tectonic stress in Sicily from borehole breakout observation and finite element modelling”. In Tectonics

Figura 3.17: La mappa strutturale della Sicilia.

Il Bacino di Gela presenta faglie subverticali che interessano anche depositi superficiali. Il margine orientale Bacino di Gela corrisponde alla rampa vergente a sudovest delle piattaforme carbonatiche Mesozoiche affioranti nel Plateau Ibleo e sepolta a bassa profondità al di sotto del Plateau di Malta. Al di sopra di questa rampa, localmente interessata da faglie normali, la discordanza Messiniana definisce la base della successione Plio-Quaternaria. Le sequenze progradazionali della successione Plio-Quaternaria cominciano gradualmente molto ripide e mostrano segni di progressivo aumento di instabilità con l’avanzare della progradazione. Un esteso e di notevole spessore (250-300 m) trasporto di massa si verifica alla base delle sequenze progradazionali. Il fenomeno può essere correlato all’imponente frana di Gela documentata più a ovest e mobilizzata su una superficie basale posta ad una quota stratigrafica comparabile.

Page 34 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte D. Minisini, F. Trincardi 2009 Frequent failure of the continental slope: The Gela Basin (Sicily Channel) JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH, VOL. 114 Figura 3.18: Ubicazione del Bacino di Gela nel Canale di Sicilia

Una gran parte del Bacino di dell’avanfossa di Gela è ricoperto della frana Gela estesa 1,500-km2 e dai relativi depositi di debris flow associati. La nicchia di distacco della frana segue il fronte arcuato della Falda di Gela. Una massa ampia quanto il bacino, si estende da una nicchia di distacco estensiva fino ad una zona distale in contrazione. La frana può essere il risultato di un collasso gravitazionale che ha interessato i sedimenti al di sopra di un’importate superficie di scollamento. I processi di movimenti di massa hanno prodotto la mobilizzazione della coltre sedimentaria appena depositata nel bacino dell’avanfossa. L’alta frequenza di crolli nello stesso versante del Bacino di Gela evidenzia la combinazione dell’approfondimento verso ovest della rampa Mesozoica, una rapida deposizione delle unità Quaternarie con progressivo aumento delle pendenze e una pendenza eccessiva causata da un ampio crollo avvenuto durante l’ultima massima glaciazione (Last Glacial Maximum-LGM, ca. 20 ka B.P.) (Frana Padre). In aggiunta, l’accumulo elevato dei sedimenti causa evidentemente alti gradienti di pressione interstiziale all’interno del corpo di frana e nelle masse precedentemente crollate. L’espulsione dei fluidi dalle paleofrane sepolte, al contatto con il fondale marino attraverso vie apertesi postfrana, è un elemento ulteriore che concorre al franamento frequente e documentato della sponda continentale del Bacino di Gela. La Figura seguente mostra le fasi principali del franamento lungo il versante continentale nordorientale del Bacino di Gela.

Page 35 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte D. Minisini, F. Trincardi 2009 Frequent failure of the continental slope: The Gela Basin (Sicily Channel) JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH, VOL. 114 Figura 3.19: Sintesi schematica delle fasi principali del franamento lungo il versante continentale nordorientale del Bacino di Gela

Evidenze di recenti e affioranti accumuli di frana sono fornite anche da dati sismici di ricerche lungo il margine settentrionale e orientale. Il settore centrale mostra la presenza di due frane che raggiungono il fondale marino (Frane Gemelle).

Page 36 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: D. Minisini, F. Trincardi 2009 Frequent failure of the continental slope: The Gela Basin (Sicily Channel) JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH, VOL. 114

Figura 3.20: Le recenti Frane Gemelle

Il Bacino di Gela mostra anche presenza di sedimenti impregnati di gas, vulcani di fango di piccole dimensioni, “pockmarks” sul fondo marino e movimenti di materiali fluidi nei depositi superficiali.

3.1.5 Vulcanismo Nella porzione della piattaforma continentale Siciliana verso il Rift di Pantelleria (Plateau del Banco Avventura e di Graham), sono stati rilevati cinque apparati vulcanici sottomarini: Tetide, Anfitrite, Galatea, Cimotoe e Graham. Altri due apparati vulcanici molto più estesi, Banco Bannock e Banco Senza Nome, sono stati localizzati, rispettivamente, tra i bacini di Malta e Pantelleria e vicino al limite orientale del Banco Senza Nome. 3.1.5.1 Vulcanismo nel Canale di Sicilia

L’area del Canale di Sicilia è ben nota per essere sede di un diffuso vulcanismo; a partire da 8 milioni di anni fa, in quest’area del Mediterraneo, l’affioramento di magma sino alla superficie della litosfera, si è accompagnato a eruzioni che hanno dato origine a vulcani sottomarini, ma anche a edifici vulcanici sub- aerei.

Page 37 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Diverse eruzioni successive, iniziate con le prime dislocazioni tardo-mioceniche, nel Pleistocene hanno costruito le isole vulcaniche di Pantelleria e Linosa, mentre altre strutture sono rimaste sommerse o sono state smantellate ed erose. Rilievi di sismica a rifrazione hanno indicato la presenza di possibili apparati sepolti sotto spessori variabili di sedimenti Plio-Quaternari. Alcuni dei banchi sono centri eruttivi noti. Le eruzioni storiche sono state riportate a Nord di Pantelleria (1891- vulcano Foerstner - si tratta di una serie di distinte morfologie con tipica forma sub-conica che si elevano dai fondali per 100-200 metri ad una distanza dalla costa compatibile con l’evento del Foerstner) e tra Sciacca e Pantelleria (1831-Isola Giulia-Ferdinandea). Tutta la zona ai bordi del sistema di rift è soggetta ad una moderata sismicità caratterizzata da meccanismi focali in accordo con il sistema trascorrente di strike-slip, mentre sarebbe priva di sismicità la zona centrale caratterizzata da un alto flusso di calore. Tutto il vulcanismo del Canale di Sicilia ha un’origine subacquea e si estende verso Est fino a circa 13° di Longitudine. Quanto resta dell’Isola Ferdinandea, originatasi nel 1831 da una spaccatura apertasi sulla Secca del Corallo e smantellata lo stesso anno, è rappresentato dal banco di maggior interesse, il Banco Graham, che dista circa 26 Mn dalla costa di Sciacca e si eleva ai bordi di un rilievo profondo meno di 200 m. Qui sarebbero avvenute dubbie precedenti eruzioni anche nel 264-241 a.C., nel 10 a.C. , nel 200 d.C. e nel 1632 d.C.

Fonte www.google.it Figura 3.21: L’isola Ferdinandea

Il Graham culmina con una guglia di basalti colonnari che costituiscono i resti del condotto lavico che arriva a 8.8 m dalla superficie del mare. Il vulcano è accompagnato da altri picchi sottomarini secondo l’allineamento N-S. L’intensa attività fumarolica presente nell’area indicherebbe la persistenza temporale e spaziale del vulcanesimo. In particolare, il grande rilievo sottomarino prospiciente Sciacca potrebbe essere sede di un’unica grande area vulcanica sul quale si ergono anche i Banchi Nerita e Terribile ad una distanza minima da terra (Capo Bianco) di soli 40 km.

Page 38 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Il vulcano sottomarino, ora noto come Monte Empedocle, è parte di un esteso apparato sommerso lungo 3km e largo 2km che si erge dal fondo marino per circa 180 m (lato occidentale); lungo il fianco nordorientale è riconoscibile un flusso lavico largo 3km e lungo 1km oltre a numerose fumarole a profondità comprese tra i −160 m e i −50 m, con direzione approssimativamente N–S. È caratterizzato da rilevanti emissioni che formano colonne di eruzioni gassose ben definite visibili anche sulla superficie marina. Più a Sud, altri centri eruttivi sarebbero rappresentati dai grandi Banchi Pinne Marine e Senza Nome sui quali sono stati evidenziati due recenti edifici minori che avrebbero manifestato un’attività eruttiva nel 1846, nel 1867 e nel 1942. Recentissima (luglio 2019) la divulgazione dell’esito delle indagini effettuate nell’agosto 2017 e febbraio 2018 nel corso del progetto di ricerca “Fastmit” con la nave di ricerca Explora dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale di Trieste (Ogs)2. A pochi chilometri dalla costa tra Mazara del Vallo e Sciacca circa 14 chilometri a Nord di quelli già noti del Banco Graham, sono stati individuati sei apparati vulcanici sottomarini che sono stati chiamati Actea, Climene, Nesea, Doride, Ianeira e Ianassa. I vulcani si trovano a profondità tra 180 e 80 metri e il loro diametro varia da circa 400 a 1200 metri. Dati batimetrici e misure magnetiche recentemente acquisiti oltre a profili sismici ad alta risoluzione, rivelano la presenza di altri sei apparati vulcanici sottomarini molto vicini alle coste Siciliane, uno dei quali a soli 7 km. Tre di questi vulcani furono precedentemente identificati solo sulla base dei profili si sismici disponibili, ma la loro morfologia e natura vulcanica non erano state documentate. I due edifici localizzati verso nord mostrano una morfologia conica circolare modificata da un varco nel cratere, mentre i tre vulcani più meridionali hanno una forma conica tronca. Il vulcano più nordoccidentale (qui denominato Actea) mostra una morfologia più complessa, probabilmente esso rappresenta i resti di un precedente cratere. L’analisi dei dati suggerisce che i sei apparati vulcanici si sono formati durante la fase magmatica precedente all’ultima massima glaciazione (Last Glacial Maximum-LGM, ca. 20 ka B.P.) associata ad un evento tettonico. Solo il vulcano Actea mostra segni di riattivazione magmatica, forse tra LGM e la fase trasgressiva iniziale post-LGM. Questa riattivazione è evidenziata dalla messa in posto di un rilevante flusso lavico recente.

2 E Lodolo, D Civile, M. Zecchin, L. Zampa, F. Accaino A series of volcanic edifices discovered a few kilometers off the coast of SW Sicily MARINE GEOLOGY Volume 416, October 2019.

Page 39 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte E Lodolo, D Civile, M. Zecchin, L. Zampa, F. Accaino A series of volcanic edifices discovered a few kilometers off the coast of SW Sicily MARINE GEOLOGY Volume 416, October 2019 Figura 3.22: I sei apparati vulcanici posizionati in prossimità delle coste Siciliane e i relativi profili sismici.

3.1.5.2 Vulcani di fango

Il tratto di Mediterraneo compreso tra le coste nord-africane e quelle siciliane è interessato da complessi fenomeni di subduzione e rifting continentale, con il conseguente assottigliamento della crosta terrestre e la formazione di 3 graben, estese fosse oceaniche parallelamente allineate; lo stretto o canale di Sicilia, è interessato da due sistemi principali di faglie, orientati principalmente verso NW-SE. Tutto il margine continentale dell’area marina prospiciente la costa sud-occidentale della Sicilia, interessata da subduzione, per gli analoghi fenomeni geodinamici che determinano il vulcanesimo sedimentario nel bacino di Caltanissetta, risulta interessata dalla presenza di vulcani di fango e relative manifestazioni eruttive, comprese le periodiche esplosioni, con formazione di crateri sottomarini: i “pockmarks”3 aree di subsidenza abissali da emissione sottomarina di fluidi.

3 Pockmarks sono crateri sul fondo marino generati da fluidi (gas e liquidi) che eruttano ed evaporano attraverso i sedimenti.

Page 40 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Per quanto riguarda il mare prospiciente la Sicilia, la presenza di “pockmarks” è stata segnalata nel Mediterraneo centrale e nel cosiddetto plateau di Malta. Un campo di “pockmarks”, è riportato anche nel graben di Pantelleria. Nel 2013, un campo di pockmarks, di circa 18 km², è stato anche individuato a 20 km di distanza dal litorale di Gela e su questo bacino, oltre all’analisi dei sedimenti, è stato effettuato un accurato studio morfo-batimetrico (Taviani et al., 2013), che ha dimostrato che il diametro di questi crateri, ha un range che varia dai 40 ai 310 m. Il metano è il gas maggiormente prodotto dai vulcani di fango e la sua emissione, che avviene non soltanto in fase eruttiva, ma anche in quelli di quiescenza, con continui degassamenti. Al largo di Capo San Marco (Sciacca) sono state rilevate colonne di gas che alla base avevano un diametro di 33 metri, mentre altre vaste aree di emissione continua di gas (un vero e proprio campo fumarolico), sono state rinvenute poco al largo di . Questa area è interessata da un complesso sistema di faglie e tra i fenomeni geofisici associati ad un evento sismico, si annovera la possibilità che le fissurazioni crustali, indotte da un terremoto, possano dar luogo alla liberazione di metano o anidride carbolica, imprigionati nei reservoirs naturali. In prossimità di Capo San Marco di Sciacca, a circa 6 miglia dalla costa, è stato rilevato un campo di “pockmarks” di medie dimensioni.

Fonte DOMENICO MACALUSO Vulcanesimo sedimentario e ricerca di idrocarburi in mare. La scoperta di un grande pockmark nello stretto di Sicilia. Geologia dell’Ambiente N. 2/2016 Figura 3.23: Campo di “Pockmarks” rinvenuti al largo di Capo San Marco di Sciacca

Nell’area del pozzo esplorativo “Lince 1” nell’ambito del Permesso di ricerca G.R13.AG sono stati rilevati “pockmarks“ a una distanza di circa 17,5 km dal pozzo stesso.

Page 41 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: DOMENICO MACALUSO Vulcanesimo sedimentario e ricerca di idrocarburi in mare. La scoperta di un grande pockmark nello stretto di Sicilia. Geologia dell’Ambiente N. 2/2016 Figura 3.24: Ubicazione del campo di “pockmarks” rispetto al pozzo Lince 1 (tratto dal VIA ENI del 2015 G.R13.AG Canale di Sicilia – Zona G)

Inoltre, tra le profondità di 140 m e 170 m, più di 100 strutture sub-coniche e di strutture tabulari (o plateau) sono state localizzate a circa 5 km in direzione Ovest rispetto al Campo Vega B (Concessione di coltivazione Idrocarburi C.C. 6.EO). Le strutture sub-coniche sono organizzate in gruppi oppure isolate e caratterizzate da diametri compresi tra circa 50 e 200 m con altezze rispetto ai fondali circostanti di non più di 5 m; i plateau consistono in ampie strutture tabulari di forma sub-elongata con elevazione rispetto ai fondali circostanti di circa 5 m. Sono state osservate anomalie nella concentrazione di gas nelle zone immediatamente sovrastanti le strutture geologiche sopracitate. Numerosi vulcani di fango attivi sono stati identificati sul Plateau Ibleo-Maltese, 10 miglia dalla costa meridionale della Sicilia, lungo le faglie adiacenti alla zona di frattura di Scicli. I dati geofisici mostrano chiaramente la presenza di alcune decine di vulcani di fango a profondità comprese tra i 70 e i 170 m. Le loro dimensioni sono nell’ordine di 10 m di diametro e alcuni metri in altezza. I pockmarks devono essere considerati un rischio geologico: nella pianificazione di nella realizzazione di strutture offshore (piattaforme, oleodotti, scavi di trincee per il posizionamento di cavi sottomarini).

3.1.6 Tettonica La storia tettonica registrata del Plateau Ibleo, durante il Mesozoico e il Terziario riflette l’apertura, l’evoluzione e la chiusura della Neotetide e mostra un trend evolutivo simile a quello di altre aree nei bacini del Mediterraneo centrale e orientale. L’evoluzione tettonica dell’area può essere suddivisa in 4 stadi:

Page 42 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Risultato di una rottura continentale, seguita da rifting e rapida subsidenza tettonica che originò Triassico l’apertura dell’oceano Neotetide. Lo stadio fu superiore - caratterizzato dallo sviluppo di piattaforme Stadio evolutivo inferiore Giurassico carbonatiche e bacini pelagici. In seguito la inferiore subsidenza continuò, ma con tassi inferiori a causa del prevedibile ambiente termico di un margine passivo. Durante questo intervallo si sviluppano i domini oceanici della Tetide. Ci fu una ripresa della subsidenza, con ambiente simile a quello provocato dal regime termico del precedente margine passivo. Giurassico Questa lenta subsidenza continuò per tutto il inferiore - bacino del Mediterraneo associata allo sviluppo di Lenta subsidenza termica Cretacico estese piattaforme carbonatiche mesozoiche lungo superiore i margini della Neotetide. Durante il Cretacico superiore, un sollevamento regionale associato all’emersione della piattaforma carbonatica interruppe la subsidenza nella parte orientale del Plateau. Il movimento a Nord delle placche Africana e Araba verso la placca Eurasiatica, condusse alla chiusura Cretacico dell’oceano Neotetide, con la conversione di Stadio evolutivo superiore superiore – margini passivi in margini attivi. Le curve di Paleocene subsidenza del Plateau Ibleo riflettono questo processo. La parte settentrionale del Plateau Ibleo fu sottoposta a fasi di sollevamento e subsidenza come risultato della continua collisione delle Fase di sollevamento e Neocene - placche Africana ed Europea. Dal tardo Oligocene il subsidenza Quaternario Plateau andò incontro a sollevamenti regionali associati ad attività vulcanica, emersioni locali e formazioni di ampie piattaforme carbonatiche ad oriente. I processi di risalita furono accompagnati da lenta subsidenza nei settori orientali sottoposti ad elevati tassi di sottoscorrimento. Durante il Messiniano si riscontra il maggior tasso di sollevamento correlato all’abbassamento del livello del mare, deposizione locale di evaporiti ed erosione delle zone emerse A partire dal Pliocene due eventi opposti segnarono i movimenti dell’area: rapida subsidenza, in seguito alla continua collisione fra placca Africana e Eurasiatica, seguita da un sollevamento iniziato nel tardo Pleistocene (da 1 Ma bp fino ai giorni nostri) accompagnato da eventi di erosione. La storia Quaternaria della regione è complicata, a causa dei diversi eventi eustatici generati dall’avanzamento e dal ritiro dei ghiacciai polari. Acque fredde e profonde erano presenti durante il Pleistocene Inferiore e portarono alla deposizione di argille nelle aree occidentali, in corrispondenza della Fossa di Gela. Il Plateau Ibleo rimase in condizioni subaeree durante tutto il Quaternario. Un episodio di alto stazionamento del livello del mare durante il Pleistocene Inferiore (Emiliano) portò ad un breve ritorno a condizioni di acque pulite con formazione di carbonati bioclastici. La deposizione di silt e sabbia silicoclastica continuò ad Ovest.

Page 43 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Progressivamente le condizioni marine lasciarono la Piana di Vittoria con il risultato che i depositi marini più recenti sono circoscritti alle aree meridionali ed occidentali. Al fine di individuare le principali sorgenti sismogenetiche è stata consultata l’ultima versione del Database of Individual Seismogenic (DISS 3.2.1) (luglio 2016); esse sono riportate nella figura e nella tabella seguenti.

7 8 1 7

2 2 1 1 6 4 8

3 5 1 5

6 2 1 1 1 4 1 1 3 2 0 1 2 1 9 9

1 0 Fonte http://diss.rm.ingv.it/dissmap/dissmap.phtml Figura 3.25: Sorgenti Sismogenetiche DISS

Tabella 3.3: Sorgenti Sismogenetiche DISS

N. DISS-ID SDS-ID Tipo

1 Sciacca-Gela ITCS006 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

2 Gela- ITCS029 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

3 Monte Magaggiaro-Pizzo ITCS120 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista Telegrafo

4 Mazara-Belice ITCS021 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

5 Castelvetrano-Capo Granitola ITCS118 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

6 Campobello offshore ITCS119 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

7 Southern Tyrrhenian ITCS014 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

8 Southern Tyrrhenian S ITCS222 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

Page 44 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

N. DISS-ID SDS-ID Tipo

9 PantelleriaN ITCS091 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

10 MaltaN MTCS001 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

11 Ragusa-Palagonia ITCS035 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

12 Scicli-Giarratana ITCS017 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

13 Monte Lauro ITCS036 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

14 Monte Lauro ITIS074 Sorgenti Sismogenetiche singole

15 Gravina di Catania ITIS106 Sorgenti Sismogenetiche singole

16 Patti-Giardini ITCS126 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

17 Milazzo-Eolie ITCS042 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

18 Aspromonte-Peloritani ITCS016 Sorgenti Sismogenetiche a struttura mista

19 Pozzallo-Rosolini ITDS013 Sorgenti Sismogenetiche dubbia

20 Avola ITDS014 Sorgenti Sismogenetiche dubbia

21 Western Ionian ITDS011 Sorgenti Sismogenetiche dubbia

22 Taormina ITDS008 Sorgenti Sismogenetiche dubbia

Fonte http://diss.rm.ingv.it/dissmap/dissmap.phtml

3.1.7 Sismicità L’attività sismica è ridotta in tutto lo Stretto di Sicilia. Una sismicità caratterizzata da una magnitudo moderata è rilevabile nel Plateau di Malta. La Tavola 3 allegata al presente Studio riporta la mappa degli eventi sismici avvenuti tra il gennaio 1985 e il luglio 2019 nell’area di studio aventi una magnitudo > 3. La seguente Figura 3.26 mostra i meccanismi focali dei terremoti rilevati nell’area di studio.

Page 45 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: VANNUCCI G. et Al. 2004 Figura 3.26: Mediterraneo Centrale. Meccanismi focali dei terremoti

Come evidenziato nelle figure sopra riportate, la massima Magnitudo è stata registrata nell’area antistante Ragusa ed ha raggiunto il valore di 3.6 e la profondità media degli epicentri si aggira sui 50 km. In ottemperanza all’Ordinanza del Primo Ministro n. 3519 del 28 April 2006, il territorio italiano è stato suddiviso in dodici aree a rischio sismico. La mappa del rischio sismico, elaborata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia identifica dodici livelli di accelerazione del suolo ed è riportata di seguito. In maggior dettaglio, l’area di studio offshore, e anche onshore, sono collocate in aree con classe di accelerazione 0.100 g - 0.025 g e classe 0.100 g, che corrispondono, rispettivamente, ad un rischio sismico basso e medio.

Page 46 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/sicilia.html Figura 3.27: Mappa del rischio sismico con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni - OPCM 3519/2006

3.1.8 Aree Protette e/o tutelate Al fine di individuare la presenza di aree protette nell’ambito del territorio interessato dal progetto, si considera un’area pari a 2 km dall’asse del tracciato esaminato. Nel presente capitolo sono analizzati:

» Aree Naturali Marine Protette (AMP) » Siti Natura 2000 » Aree marine di tutela o vincolo, con particolare riferimento a: o Zone di Tutela Biologica Marina o Zone Interdette alla Pesca e alla Navigazione ed Ancoraggio o Aree sottoposte a restrizioni di natura militare.

Page 47 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

In Sicilia si annoverano 6 aree protette marine e nessuna di queste interessa l’area vasta di indagine, così come osservabile dalla seguente Figura 3.28.

Fonte: http://www.eniscuola.net/mediateca/aree-marine-protette-in-italia/ Figura 3.28: Le Aree Naturali Marine Protette in Sicilia (l’ovale verde indica l’area vasta di indagine)

Con riferimento alla Rete Natura 2000, le aree protette prossime ai tracciati sono classificate come:

» Siti di Importanza Comunitaria (SIC), secondo la Direttiva 92/43/EEC (“Habitats” Direttiva); » Zone di Protezione Speciale (ZPS), secondo la Direttiva 2009/147/CE (Direttiva“Uccelli”). L’elenco di seguito riportato indica le aree protette marine Rete Natura 2000 nell’ambito di studio in territorio italiano e la relativa interferenza con le opere proposte.

» SIC ITA040012 - Fondali di Capo San Marco – Sciacca; » ZPS ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela; » SIC ITA080010- Fondali Foce del Fiume Irminio. Le aree tutelate marine riferite al territorio italiano sono riportate nella Tavola 4 allegata al presente Studio. Con riferimento al territorio marino Maltese, tra le aree marine protette si rilevano otto ZPS, cinque SIC, due ancora allo stadio di pSIC e tre pSIC/SIC. Tra alcune di queste aree vi sono sovrapposizioni in termini di copertura spaziale e di designazione. Le ZPS sono rappresentate nella Tabella di seguito riportata.

Page 48 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.4: Zone Marine di Protezione Speciale in territorio di Malta

Codice Sito Nome Sito Motivazione Protezione

MT0000106 Żona fil-Baħar fit-Tramuntana Delfini, tartarughe e uccelli marini Uccelli marini MT0000107 Żona fil-Baħar tal-Grigal Uccelli marini MT0000108 Żona fil-Baħar fil-Lvant Uccelli marini MT0000109 Żona fil-Baħar fix-Xlokk

MT0000110 Żona fil-Baħar fin-Nofsinhar Delfini, tartarughe e uccelli marini Uccelli marini MT0000111 Żona fil-Baħar fil-Lbiċ Uccelli marini MT0000112 Żona fil-Baħar madwar Għawdex Uccelli marini MT0000114 Żona fil-Baħar fil-Majjistral

Fonte ERA Public Consultation on the Management of Malta’s Marine Natura 2000 Network Le aree tutelate marine riferite al territorio maltese sono riportate nella Tavola 5 allegata al presente Studio. Le Zone di Tutela Biologica Marina, istituite con la finalità di proteggere gli ambiti marino-costieri caratterizzati dalla presenza di zone di mare riconosciute come aree di riproduzione o di accrescimento di specie marine di importanza economica o che risultassero impoverite da un troppo intenso sfruttamento, sono riportate nella seguente Figura 3.29. L’area A, riconducibile alla nursery sita sulla porzione di levante del Banco Avventura, di circa 1040 km2, ricade nelle acque internazionali della GSA 16. L’area B di circa 1020 km2, ricade nelle acque internazionali della GSA 15. Per quanto riguarda le Aree sottoposte a restrizioni di natura militare, tali aree sono individuate in colore lilla nella successiva Figura 3.30.

Page 49 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte MIPAAF 2011 Piano di Gestione GSA 16 (Stretto di Sicilia) (ex art.24 del Reg. (CE) n.1198/2006 ) STRASCICO > 18 METRI Figura 3.29: Zone di Tutela Biologica Stretto di Sicilia

Page 50 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte MIPAAF 2011 Piano di Gestione GSA 16 (Stretto di Sicilia) (ex art.24 del Reg. (CE) n.1198/2006 ) STRASCICO > 18 METRI Figura 3.30: Aree sottoposte a restrizioni di natura militare

3.1.9 Aree Archeologiche La Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali del Mare della Regione Sicilia ha in corso un censimento dei relitti di età post-medioevale giacenti sui fondali dei mari siciliani e del Mediterraneo meridionale. Le acque intorno all’isola e il tratto di mare che la divide dal Nord Africa sono stati oggetto di innumerevoli affondamenti di unità mercantili e militari in tutti i secoli, in particolari quelli risalenti al secondo conflitto mondiale. Nella seguente Figura 3.31 è riportata la Mappa dei Relitti elaborata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali del Mare della Regione Sicilia di interesse storico-artistico e/o etno-antropologico delle acque siciliane per i quali vige attualmente un’ordinanza di regolamentazione.

Page 51 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina/relitti.htm Figura 3.31: Relitti di Interesse Storico – Zone Regolamentate

Nella Tabella seguente sono elencati tali relitti, riportati graficamente nella Tavola 6 allegata al presente Studio. Inoltre, come evidenziato dalla figura seguente, nell’area di studio esistono altri relitti non repertati; tra gli altri si tratta di:

» un relitto di nave a due alberi, presumibilmente di rilevanza storica, situato a circa 20 m dalla riva in località “Spinasanta” nel Comune di Scicli, ad una profondità di 2 m. Con Ordinanza della Capitaneria di Porto di Pozzallo No. 99/2010 è stato interdetto lo specchio acqueo antistante il ritrovamento del relitto per un raggio di 20 m; » due relitti (entrambi non pericolosi con battente d’acqua sconosciuto) o al largo di Capo Scaramia (Marina di Ragusa), a circa 2 km dalla costa e ad una profondità di circa 20 m; o a Sud Est rispetto alla piattaforma petrolifera Vega (Concessione di coltivazione Idrocarburi C.C 6.EO), ad una distanza di circa 30 km, ad una profondità dell’acqua di circa 108 m.

Page 52 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.5: Relitti di interesse storico nelle acque dell’area di studio-Zone regolamentate

Relitto Nome Comune Località Periodo Sec. Descrizione Num. Ordinanza nave da carico Relitto di scoglio Agrigento S. Leone, Scoglio moderno XVII ? 31/1999 14-07-99 Bottazza Bottazza nave da carico Relitto di Coda di Volpe Sciacca Cammordino/Coda di moderno XVI 21/2007 24-09-07 volpe nave militare LST 313 Gela C.da Bulala contemp XX Tank Landing Ship del 1942 della US in corso di Navy, affondata il 10 Luglio 1943, per definizione bombardamento aereo nave da carico CUMA/NICTHEROY Gela C.da Manfria contemp XX nave da carico Nave da carico inglese in corso di del 1920, silurata e affondata, come definizione nave italiana, il 18 ottobre 1940 artiglieria in ferro Cannoni di Cammarana Ragusa Camarina, Scoglitti, moderno 23/2007 Cammarana

Battello militare Porto Palo di contemp XX 04/2010 Capo Passero

Aereo militare HAWKER HURRICANE? Porto Palo di Isola delle Correnti contemp XX Aereo abbattuto nel 1943 18/2010 Capo Passero nave da carico CHILLINGHAM Porto Palo di contemp XIX Piroscafo inglese, del 1878, colato a 18/2010 Capo Passero picco per collisione col piroscafo italiano "Malta" il 31 dicembre 1885

Aereo militare FIAT BR 20 ? Campobello di La Tonnara 3 contemp XX Aereo abbatuto durante la 2^ G.M. 63/2008 Mazara artiglieria in ferro Cannone di Secca della Ispica 24/2007 Circe

Fonte http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina/relitti.htm

Page 53 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Come riportato in Tavola 6, la zona di Gela ha un’alta concentrazione di relitti navali. Gela è stata un importante porto dell’antica Grecia dove beni e merci giungevano dai mercati dell’Egeo e dell’Attica. Alla fine degli anni ’80, inoltre, nell’area di mare di fronte a Contrada Bulala, sono stati rinvenuti i resti di navi greche arcaiche e di epoca classica, affondate probabilmente prima di giungere a Gela, e i cui carichi permettono una datazione fra il IV e il V sec. a.C. La prima nave greca, individuata a circa 2 km ad Est della foce del fiume Gela, presentava un carico vario, costituito da ceramiche attiche a vernice nera e rossa, anfora di varia provenienza, molto probabilmente per il trasporto di vino e olio (Benini 2012). La scoperta del relitto di una nave greca è avvenuta a circa 800 m dalla costa vicino a Contrada Bulala. A seguito di una serie di campagne di scavo sottomarine, è stato possibile studiare il relitto e recuperare le merci trasportate a bordo (vasi, figure Attiche in ceramica, oggetti di bronzo e anfore). Un esame approfondito ha rivelato che il relitto, lungo 20 metri e largo 7 metri, risale al 480 A.C. Il relitto è stato recuperato dal fondo marino e restaurato. Due ulteriori relitti sono stati individuati successivamente, uno molto vicino al primo, databile al V secolo a.C., mentre un terzo relitto è stato localizzato più ad Est, nei pressi della foce del Dirillo, attuale confine fra i comuni di Gela e Acate, durante i lavori per la realizzazione del gasdotto Italia-Libia. L’area è oggetto di continue ricerche da parte della Soprintendenza del Mare. Il mare nell’area di Gela, come detto, ha restituito alcuni preziosi reperti archeologici risalenti al VI secolo a.C; si tratta di 39 lingotti di oricalco 4 del peso di un kilogrammo ciascuno, ritrovati sempre nelle acque antistanti Contrada Bulala. Sono stati inoltre recuperati una macina in pietra lavica e una statua della dea Demetra alta 30 centimetri. A seguito di una verifica dei documenti della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, il tracciato della condotta marina attraversa, nei pressi della costa di Gela, un’area tutelata dall’Ordinanza 28/2009 della Capitaneria di Porto di Gela (CL) relativa all’istituzione dell’Area marina di tutela archeologica di Bulala (Figura 3.32). Recentemente, per motivi di sicurezza legati alla presenza nel tratto di mare antistante la località Bulala stessa di residuati bellici, è stata emanata l’Ordinanza 27/2019 del 24/07/2019; in essa è stata ridefinita l’estensione dell’area di tutela come indicata in Figura 3.33.

4 Antica lega di rame e zinco, simile all'ottone.

Page 54 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Ordinanza 28/2009 Capitaneria di Porto di Gela. Figura 3.32: Aree tutelate ai sensi dell’Ordinanza no. 28/2009 (in rosso)

Fonte: MT-IT JV Relazione archeologica preliminare Malta-Italy Gas pipeline interconnection, 2019 Figura 3.33: Area tutelate ai sensi dell’Ordinanza no. 27/2019

3.1.10 Biocenosi L’inquadramento generale delle biocenosi bentoniche presenti nel Canale di Sicilia è di seguito riportato nella carta sinottica delle biocenosi marine.

Page 55 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

SFBC = Sabbie fini ben gradate HP=Praterie di Posidonia oceanica VTC=Fanghi terrigeni Costali

C= Coralli DC= Fondali di Detriti Costali DL= Fondali detritici di mare aperto

VB-VSG= Fanghi Batiali sabbiosi con ghiaia VB-VC= Fanghi Batiali compatti VB-PSF=Fanghi soffici Batiali con films superficiali fluidi

B

co = corallo cy = argilla fsm = sabbia fine e fango m = fango ms = fango e sabbia s = sabbia

sco = sabbia e corallo sm= sabbia e fango ssh =sabbia e scisti

Fonte: MedSudMed Technical Documents No.13 2008 Pilot Study Spatial distribution of demersal fishery resources, environmental factors and fishing activities in GSA 15 (Malta Island) Figura 3.34: Mappa delle Biocenosi bentoniche nello Stretto di Sicilia: A-Territorio Italiano (from Garofalo et al., 2004); B- Territorio Maltese

Page 56 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

In Sicilia, vi sono complessi habitats marini con differenti comunità biologiche. In particolare, la costa sudorientale della Sicilia presenta un fondale marine e costiero con un elevato valore naturalistico per la presenza di comunità biologiche sensibili, tra cui coralli e praterie sommerse di Posidonia oceanica, di seguito descritte. 3.1.10.1 Posidonia oceanica

Posidonia oceanica (L.) Delile è una fanerogama marina endemica del Mediterraneo, bacino nel quale ha trovato le condizioni ambientali ottimali di temperatura, salinità e trasparenza delle acque. Colonizza ampie aree dei fondali formando vere e proprie praterie sommerse le quali costituiscono una delle componenti fondamentali dell’equilibrio e della ricchezza dell’ambiente litorale costiero. La modalità di accrescimento da origine alla “matte”, tipica struttura a terrazzo costituita dall’intreccio di più strati di rizomi e radici e di sedimento intrappolato e compattato. Questa formazione, che può raggiungere i 6 metri di altezza, è ricoperta da piante vive solo nella sommità. La morfologia e le modalità di accrescimento consentono alla pianta di svilupparsi preferenzialmente su fondali sabbiosi, ma cresce anche su roccia. P. oceanica è l’unica fanerogama in grado di colonizzare in maniera continua la fascia costiera compresa tra la superficie ed una profondità massima che dipende dalla trasparenza dell’acqua e rappresenta l’endemismo più caratteristico e la specie più significativa, per l’importanza ecologica che riveste nei delicati e fragili equilibri della fascia costiera mediterranea. Le praterie costituiscono un complesso ecosistema in termini di ricchezza e di interazioni biotiche. Esse rappresentano un habitat preferenziale per le molte specie adattate ai differenti microambienti determinati dalla stessa complessità strutturale delle piante. Il sistema offre riparo ed è area di riproduzione per moltissimi organismi marini. Il popolamento faunistico comprende comunità associate allo strato fogliare, ai rizomi o alla matte. Le praterie, anche attraverso i loro accumuli spiaggiati specie se strutturati (banquettes), rappresentano ecosistemi di interazione e scambio tra i sistemi ecologici marini e quelli terrestri. Tra i vari fattori che provocano la regressione registrata delle praterie Posidonia oceanica, sono comprese anche le realizzazioni di infrastrutture costiere che possono creare un danno della pianta a causa dell’incremento della sedimentazione.

3.1.10.1.1 Localizzazione geografica delle praterie di Posidonia oceanica nell’area di interesse Le stazioni di misura per il censimento delle praterie di P. oceanica nell’area vasta di studio sono riportate nella tabella seguente.

Page 57 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.6: Stazioni di misura per il censimento delle praterie di P. oceanica

Fonte ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Di seguito si riporta una breve nota di caratterizzazione e la cartografia relativa alla distribuzione dei posidonieti lungo la costa siciliana nell’area di interesse. Da Capo Feto a Capo Granitola La prateria di Posidonia oceanica ha una distribuzione continua, compresa tra la linea di costa e la batimetrica di -50 m; si impianta su matte, costituita da un intreccio di rizomi morti e radici tra i quali resta intrappolato il sedimento. Il sedimento delle zone di confine è prevalentemente di tipo sabbioso e a sabbia organogena. Si segnala che a Mazara del Vallo è previsto l’Approdo dell’ipotesi A, mentre a Capo Passero si trova uno dei possibili approdi dell’ipotesi B (B1). La localizzazione delle stazioni di rilevamento è riportata nella successiva Figura.

Tabella 3.7: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo Feto a Capo Granitola

Tratto Cod. Distribuzione Ricoprimento Matte Plagiotropi Substrato Strutture Sedimento Ripple costiero Staz. % morta % d’impianto d’erosione zona di marks % confine cm Marmitte- Limo-sabbia 20 Continua 70 - 20 matte canali - organogena intermatte 7 Marmitte- Ciottoli- 21 Continua 90 - - matte canali 10-20 sabbia intermatte 22 Continua 70 - 20 matte marmitte sabbia 10-20

Page 58 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007- Figura 3.35: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo Feto a Capo Granitola

Da Capo Granitola a Capo San Marco La prateria di Posidonia oceanica ricopre circa il 13% dell’area compresa tra la linea di costa e la batimetrica di -50 m; si impianta su tutte e tre le tipologie di substrato: sabbia, roccia e matte. Nella stazione 23 la prateria presenta una distribuzione a chiazze ed è continua nella stazione 24. Il sedimento delle zone di confine è prevalentemente di tipo sabbioso e a sabbia organogena. Si ipotizza un’intensa attività di pascolamento per la presenza di un notevole numero di foglie con apici erosi. Si segnala che Tra Marinella e Capo San Marco è previsto uno dei possibili approdi dell’ipotesi B (B2). La localizzazione delle stazioni di rilevamento è riportata nella successiva Figura.

Tabella 3.8: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo Granitola a Capo San Marco

Tratto Cod. Distribuzione Ricoprimento Matte Plagiotropi Substrato Strutture Sedimento Ripple costiero Staz. % morta % d’impianto d’erosione zona di confine marks % cm sabbia-roccia 23 Chiazze 20 - 50 - sabbia <10 matte 8 Sabbia-sabbia 24 Continua 70 - 60 sabbia-roccia - - organogena

Page 59 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Figura 3.36: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo Granitola a Capo San Marco

Da Capo San Marco a Licata La prateria di Posidonia oceanica presente nel tratto costiero in esame ricopre una bassissima percentuale (3,3%- 2174 ha) dell’area compresa tra la linea di costa e la batimetrica di -50 m; ha una distribuzione prevalentemente a chiazze, talvolta continua o a radure, e si impianta soprattutto su roccia. Il sedimento delle zone di confine è per la maggior parte a sabbia organogena e massi, talvolta si osserva limo e sabbia. Si nota un substrato fortemente incrostato. Si segnala che nei pressi dell’area di Sciacca è previsto l’Approdo dell’ipotesi C (C1, C2 E C3). La localizzazione delle stazioni di rilevamento è riportata nella successiva Figura.

Page 60 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.9: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo San Marco a Licata

Tratto Cod. Distribuzione Ricoprimento Matte Plagiotropi Substrato Strutture Sedimento Ripple costiero Staz. % morta % d’impianto d’erosione zona di confine marks % cm sabbia-roccia 25 Chiazze 50 - 50 - sabbia - matte 26 Chiazze 90 - 60 sabbia-roccia marmitte Sabbia-limo <10 27 Continua 70 - 40 roccia - Massi-sabbia <10 29 Continua 70 - 40 roccia ancore Massi-sabbia 10-20 Marmitte- canali 30 Continua 70 - 30 roccia Massi-sabbia - 9 intermatte- ancore Massi-sabbia- 31 Continua 50 - 30 roccia marmitte sabbia 10-20 organogena Massi-sabbia- 33 Chiazze 50 - 50 sabbia-roccia marmitte sabbia organogena

Fonte: ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Figura 3.37: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo San Marco a Licata

Da Licata a Capo Scalambri In questo tratto costiero, la notevole quantità di particellato sospeso seleziona in modo netto l’insediamento della biocenosi e ne limita fortemente lo sviluppo verticale. Nella Stazione esaminata la prateria di Posidonia oceanica ha una distribuzione a chiazze e si impianta su roccia e matte. Ha un ricoprimento fino al 70%; Il sedimento delle zone di confine è di vario tipo: sabbia, limo, ghiaia massi e sabbia organogena.

Page 61 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Si nota la presenza di mattes morte (ricoprimento fino al 10%) e rizomi impiantati su substrato fortemente ridotto. Sono presenti forme erosive quali marmitte e canali intermatte. Nella maggioranza dei casi i fondali sono afitoici o colonizzati da un climax edafico a Cymodocea nodosa. In questo tratto di costa si inseriscono gli approdi delle ipotesi D ed E. La localizzazione delle stazioni di rilevamento è riportata nella successiva Figura.

Tabella 3.10: Caratterizzazione della prateria di posidonia da Scoglitti a Capo Scalambri

Tratto Cod. Distribuzione Ricoprimento Matte Plagiotropi Substrato Strutture Sedimento Ripple costiero Staz. % morta % d’impianto d’erosione zona di marks % confine cm Marmitte- 10 37 Chiazze 70 10 95 roccia matte canali - Massi-sabbia - intermatte

Fonte: ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Figura 3.38: Principali caratteristiche fisiografiche da Scoglitti a Capo Scalambri

Da Capo Scalambri a Punta Religione In questo tratto costiero la prateria di Posidonia oceanica ricopre solo il 2,5% (987 ha) dell’area compresa tra la linea di costa e la batimetrica di -50 m; mentre è presente una percentuale elevata di Cymodocea nodosa (15,2%) Nella Stazione 38 ha una distribuzione a chiazze mentre nella Stazione 100 è continua. Si impianta prevalentemente su sabbia e su matte. Ha un ricoprimento del 70-90%. Il sedimento delle zone di confine è di vario tipo: sabbia, massi e sabbia organogena. Sono presenti formazioni erosive in entrambe le stazioni.

Page 62 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

In questo tratto di costa non sono previste ipotesi di approdo. La localizzazione delle stazioni di rilevamento è riportata nella successiva Figura.

Tabella 3.11: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Capo Scalambri a Punta Religione

Tratto Cod. Distribuzione Ricoprimento Matte Plagiotropi Substrato Strutture Sedimento Tratto costiero Staz. % morta % d’impianto d’erosione zona di confine costiero % Marmitte- Massi-sabbia- Sabbia-roccia canali 38 Chiazze 70 - 30 sabbia 10-20 matte intermatte- 11 organogena ancore canali 100 Continua 90 - 80 Sabbia- matte sabbia - intermatte

Fonte: ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Figura 3.39: Principali caratteristiche fisiografiche da Capo Scalambri a Punta Religione

Da Sampieri a Punta Castellazzo La prateria di Posidonia oceanica ricopre il 14,7% (2377ha) dell’area compresa tra la linea di costa e la batimetrica di -50 m. Ha una distribuzione continua con un ricoprimento del 70%; si impianta su roccia e su matte. Nella stazione 41 è stata rinvenuta una percentuale di ricoprimento a matte morta del 10%. Il sedimento delle zone di confine è costituito da massi e sabbia. Sono presenti formazioni erosive in entrambe le stazioni Si segnala che nei pressi di Pozzallo è prevista l’ipotesi diapprodo F.

Page 63 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

La localizzazione delle stazioni di rilevamento è riportata nella successiva Figura.

Tabella 3.12: Caratterizzazione della prateria di Posidonia da Sampieri a Punta Castellazzo

Tratto Cod. Distribuzione Ricoprimento Matte Plagiotropi Substrato Strutture Sedimento Tratto costiero Staz. % morta % d’impianto d’erosione zona di costiero % confine Marmitte- roccia canali 40 Continua 70 - - - - matte intermatte- ancore 12 Marmitte- roccia canali 41 Continua 70 10 60 Masi-sabbia <10 matte intermatte- ancore

Fonte ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Figura 3.40: Principali caratteristiche fisiografiche da Sampieri a Punta Castellazzo

3.1.10.1.2 Classificazione delle praterie a Posidonia oceanica nell’area di interesse Nell’ambito del monitoraggio e il controllo della qualità delle acque marine costiere siciliane, è stato caratterizzato un nuovo indice biotico: PosiX (Posidonia Index) che consente di leggere il grado di sofferenza delle acque costiere siciliane. PosiX e’ uno dei pochissimi indicatori biotici (il primo in Italia) attualmente disponibili nel Mediterraneo. Applicando tale indice, è possibile attribuire le classi di qualità alle praterie rilevate nell’ambito di studio.

Page 64 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.13: Classificazione con indice PosiX

Fonte ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007

L’indice PosiX indica un’elevata qualità delle praterie siciliane esaminate (un solo valore inferiore alla media) con aree di qualità molto elevata (molto superiore alla media).

Page 65 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Figura 3.41: Le praterie di Posidonia oceanica nell’area di studio secondo l’indice PosiX

3.1.10.1.3 Banquettes L’accumulo di biomassa spiaggiata, combinandosi con la sabbia, forma delle strutture conosciute con il nome di “banquettes” che possono raggiungere anche i 2 metri di altezza e svilupparsi per centinaia di metri, in funzione dell’assetto geomorfologico della costa. In generale le banquettes sono costituite prevalentemente dalle foglie di Posidonia oceanica la cui forma a nastro, e modalità di accumulo, conferisce all’ammasso una struttura lamellare molto compatta ed elastica. La natura elastica cui sono soggette le rende comunque forme di deposito transitorie e facilmente deformabili per l’azione del moto ondoso incidente cui sono soggette. Le banquettes, assieme alla propria frazione fluttuante, svolgono un ruolo importante nella protezione meccanica delle spiagge dall’erosione ostacolando l’azione e l’energia del moto ondoso contribuendo in tal modo alla stabilità delle spiagge. Inoltre, danno un contributo diretto e indiretto alla vita delle biocenosi animali e vegetali della spiaggia in quanto i prodotti della degradazione delle foglie accumulate rimettono in circolo grandi quantità di nutrienti fondamentali per la flora e la fauna dell’intera fascia costiera. Va infine sottolineato che le aree soggette a fenomeni di spiaggiamento e a formazione di banquettes, costituiscono alcuni degli habitat marino-costieri presenti nell’elenco delle biocenosi bentoniche del Mare Mediterraneo e sono considerate elementi “meritevoli di salvaguardia” dal protocollo SPAMI della Convenzione di Barcellona (sulle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo). Nell’area vasta di studio non è stata segnalata la presenza di banquettes. 3.1.10.2 Cymodocea nodosa Come Posidonia oceanica anche questa specie di vegetale marino non è un alga, ma una pianta superiore che produce fiori e frutti. Cymodocea nodosa è un pianta perenne di medie dimensioni. Le sue foglie hanno una lunghezza dai 20 ai 40 centimetri, con massimi intorno ai 50-60 centimetri, e una larghezza dai 3 ai 6 millimetri. Le foglie sono alterne e ad apice arrotondato.

Page 66 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Si tratta forse della più adattabile fanerogama marina, che vive tra i 5-6 metri e i 15-20 metri di profondità. Vive sia lungo le coste, dove il mare presenta una notevole salinità, sia in aree costiere con acque a bassa salinità (ipoaline), come le lagune.

Forma praterie anche molto estese, ma sempre molto rade perché le piante sono esili e distanziate tra loro. Ciononostante sono munite di un efficiente apparato radicale che consente loro di colonizzare anche la matte morta di Posidonia oceanica. Le caratteristiche di questa pianta ne fanno la pianta marina pioniera per eccellenza, capace, se si ripristinano condizioni adatte alla sopravvivenza delle piante su di un fondale, di colonizzare con il tempo estese aree sottomarine.

La Cymodocea nodosa forma praterie più limitate per estensione e distribuzione rispetto alla Posidonia oceanica. In aree riparate sottocosta, dove sia in atto una regressione delle praterie di Posidonia oceanica, quest’ultima specie insieme alla Cymodocea e alla N. noltii sono commiste o contigue.

La tabella successiva riporta le caratteristiche delle fanerogame tipiche del mediterraneo tra le quali è compresa la Cymodocea nodosa.

Tabella 3.14: Fanerogame presenti lungo le coste del Mediterraneo e principali caratteristiche distributive.

Fonte dati: (1) Pergent et al., 1995; (2) Drew, 1978; (3) Buia e Marzocchi, 1995; (4) Procaccini et al., 1999 Lungo la costa meridionale della Sicilia, nel tratto di interesse, praterie di Cymodocea nodosa si rilevano tra Licata e Capo Scalambri (con riferimento ai tratti di costa analizzati nel paragrafo 3.1.10.1.1) ma anche nella zona di Sciacca, a chiazze e mal distribuita e di Pozzallo, con praterie più estese (si veda figura successiva).

Page 67 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte Arpa Sicilia – Rapporto sul Progetto Caluerpa (Novembre 2019) Figura 3.42: Distribuzione di alcune fanerogame in alcuni tratti della costa meridionale siciliana.

Page 68 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

3.1.10.3 Colonie coralline profonde

Nel Canale di Sicilia vi è una sostanziale varietà di colonie coralline profonde. Coralli di acque fredde (Living cold-water corals-CWC) sono stati rilevati prevalentemente in corrispondenza di scogliere sottomarine, rilievi marini, fianchi di canyon sottomarini, preesistenti rilievi corallini e crinali coralline. Il Benthos sessile nel Canale di Sicilia è dominato dagli ottocoralli I. elongata, pennatulacei come Funiculina quadrangularis e dal corallo rosso (C. rubrum) (Freiwald et al., 2009). Secondo Ragonese et al. (2003), nel canale di Sicilia sono presenti fondi duri caratterizzati da enormi comunità di coralli bianchi formati da madrepora (M. oculata e L. prolifera) e cirripedi (Balanus sp.). Un altro corallo giallo, Dendrophyllia cornigera vive a profondità più elevate (cioè oltre i 500 m), colonizzando substrati rocciosi più esposti all'idrodinamismo. Rilievi di colonie viventi di comunità di coralli bianchi dominati da colonie di L. pertusa, M. oculata e D. cornigera sono state recentemente identificate nella depressione di Linosa. In prossimità gli habitat di corallo rilevati nel Canale di Sicilia, sono state identificate novantasei specie diverse, tra cui quattro specie di corallo nero (Antipathes dicotoma, Antipathes sub pinnata, Parantipathes larix e Leiopathes glaberrima) sono state registrate durante nel 2012. Lo Stretto di Sicilia, che separa il Mar Mediterraneo occidentale da quello orientale, è suddiviso longitudinalmente, in due canali con profili molto diversi, da un crinale. Il canale a nord è molto stretto e ha una profondità massima di 430m mentre il canale a sud è meno profondo (profondità massima 360m) ma più ampio. Nello Stretto di Sicilia CWCs sono segnalate tra il Banco Urania sul versante sud maltese. Il Banco di Urania è ubicato in corrispondenza dell’area settentrionale dello stretto di Sicilia. (si vedano le Figure seguenti).

Page 69 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Estesa colonia di Madrepora oculata impiantata sulla superficie di Resti di CWC alla base di una scogliera una scogliera sottomarina

Fonte TITSCHACK J., FINK HISKE G., BAUM D., WIENBERG C. , HEBBELN D. , FREIWALD A. 2016 Mediterranean cold-water corals – an important regional carbonate factory? The Depositional Record 2016; 2,74–96 Figura 3.43: Mappa dettagliata e immagini della colonia corallina del Banco Urania.

Le osservazioni mostrano una scogliera ripida con rilevanti frammenti di una colonia CWC depositati in aree pianeggianti. Appaiono predominare colonie di Madrepora oculata di forma a largo ventaglio sui bordi di sporgenze e colonie in crescita impiantate direttamente sulle pareti di ripide scogliere. Alla base delle scogliere, spessi depositi di resti coralline contengono in prevalenza frammenti di Madrepora oculata e in quantità minore frammenti di Corallium rubrum, Lophelia pertusa e Desmophyllum dianthus. Il grado di frammentazione delle colonie nei depositi detrici varia significativamente. Questo banco corallino, in ogni caso, non è interferito da nessuna delle ipotesi analizzate. 3.1.10.4 Comunità “Cold seep”

Nei fondali dello Stretto di Sicilia si rinviene uno straordinario ecosistema, complesso e contrapposto: quello a ridosso degli edifici vulcanici, dove i basalti colonnari rappresentano un’oasi per innumerevoli specie di animali e dove il calore delle lave sembra aver modificato l’assetto genetico del Corallium rubrum, originando la splendida varietà del corallo rosa di Sciacca (Rajola, 2012) ed un altro ecosistema, quello degli ambienti profondi apparentemente deserti e inospitali, dove invece la vita pullula, rappresentata da arcaici micro-organismi, che ricorrono non alla fotosintesi, ma all’ossidazione del metano, come sorgente di carbonio. Le comunità “Cold seep” costituiscono una forma unica di comunità basate sulla chemosintesi5 (non legate alla produzione fotosintetica) formate da tappeti batterici e particolari specie di bivalvi e vermi, associati con batteri endosimbiotici (chemo-autotrophic). La recente scoperta “pockmarks” nell’area può indicare la Presenza di questo tipo di comunità.

5 La chemosintesi è la conversione biologica di una o più molecole contenenti carbonio (di solito anidride carbonica o metano) e sostanze nutritive in materia organica usando l'ossidazione di composti inorganici (ad esempio, idrogeno gassoso, acido solfidrico) o metano come fonte di energia, piuttosto che luce solare, come nella fotosintesi.

Page 70 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Comunità di tipo "cold-seep" sono state mappate nell’area più profonda del Canale di Sicilia in prossimità del golfo di Gela.

Fonte Nisea BLUFISH PROJECT Stage 1.b – Deeper mapping/Annesso III - GSA 16, 2018 Figura 3.44: Ubicazione di Comunità “Cold seeps” nell’area di studio (da Taviani et al., 2013)

3.1.11 Fauna Marina 3.1.11.1 Cetacei

L’Accordo per la Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell’Area Oceanica Contigua (ACCOBAMS) fa il punto sulla conoscenza della distribuzione e della presenza dei Cetacei nel Mediterraneo. Gli andamenti migratori delle specie sono riportati nelle Tabella e Figure seguenti. Come precedentemente descritto, il Canale di Sicilia costituisce un passaggio quasi unico, se si eccettua lo Stretto di Messina, tra la porzione occidentale e quella orientale del bacino Mediterraneo.

Page 71 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.15: Cetacei e relative presunta distribuzione nell’area di Studio

Stato di Distribuzione Presenza Nome conservazione

Balenottera comune Vulnerabile (Balaenoptera physalus)

Capodoglio (Physeter Minacciato macrocephalus)

Globicefalo (Globicephala Mancanza di dati melas)

Regolare

Zifio (Ziphius cavirostris) Mancanza di dati

Steno (Steno bredanensis) Non valutato

Donnalucata (RG)- 5 aprile 2005

Tursìope o Delfino dal naso a Vulnerabile bottiglia (Tursiops truncatus)

Page 72 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Stato di Distribuzione Presenza Nome conservazione

Delfino comune (Delphinus Minacciato delphis)

Stenella striata (Stenella Vulnerabile coeruleoalba)

Pseudorca (Pseudorca Transito Mancanza di dati crassidens)

Gela (RG) - maggio 20 1988

Fonte Notarbartolo Di Sciara G., Birkun A.jr, 2010

In Figura seguente sono riportate le Aree Marine Protette raccomandate dal Comitato Scientifico di ACCOBAMS per la protezione di Balene e Delfini.

Page 73 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Aree di importanza speciale per Delfino commune e altri Aree di importanza speciale e diversità per varie specie di cetacei cetacei (4) Acque circostanti l’Isola di Malta e la Sicilia (21) Stretto di Sicilia: Balenottera comune, Delfino sudorientale(Italia) comune, Stenella

Fonte ACCOBAMS Report of the Fourth Meeting of the contracting Parties to Accobams, 2010 Figura 3.45: Aree Marine Protette raccomandate per la protezione di Balene e Delfini.

Un dettaglio sugli avvistamenti di Cetacei nell’area di studio è indicato nella Figura seguente.

Fonte (Arcangeli et al., 1997)

Figura 3.46: Avvistamenti di Cetacei nel Canale di Sicilia

Page 74 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Sono inoltre disponibili dati sugli spiaggiamenti lungo le coste della Sicilia meridionale riportati in Tabella seguente.

Tabella 3.16: Spiaggiamenti di Cetacei nell’area di Studio

Numero Id CIBRA Data Ubicazione Specie individui 39 01/12/1986 1 Punta Braccetto, Ragusa Non determinata 297 04/06/1988 1 Acate, Ragusa Grampus griseus 728 25/05/1991 1 Foce dell'Irminio, Marina Di Ragusa, Ragusa Stenella coeruleoalba 887 16/08/1991 1 Marina di Ragusa, Ragusa Non determinata 922 22/08/1991 1 Cuba, Siracusa Non determinata 1647 31/08/1995 1 Roccazzelle, Gela, Caltanissetta Delphinus delphis 1764 05/12/1996 1 S. Maria del Focallo, Ispica, Ragusa Stenella coeruleoalba 3775 29/06/1998 1 Plaia, Licata, Agrigento Tursiops truncatus 3791 10/10/1998 1 Punta Religione, Modica, Ragusa Tursiops truncatus 9704 17/08/1999 1 Contrada Paolo Bianco, Donnalucata, Ragusa Stenella coeruleoalba 9750 09/08/2000 1 Pozzallo, (10 miglia al largo), Ragusa Stenella coeruleoalba 9791 28/05/1999 1 Marina Di Acate, Acate, Ragusa Tursiops truncatus 9882 29/08/1999 1 Contrada Cammarana, Scoglitti, Vittoria, Siracusa Non determinata Punta Religione di Maganuco, Marina di Modica, 10084 04/01/2001 1 Tursiops truncatus Ragusa 10316 23/04/2005 1 Costa Esperia, Scoglitti, Ragusa Ziphius cavirostris 10478 13/08/2004 1 Gela, Caltanissetta Tursiops truncatus 10486 10/09/2004 1 Porto Ulisse, Ispica, Ragusa Tursiops truncatus 10503 25/12/2004 1 Foce del Fiume Irmino, Scicli, Ragusa Stenella coeruleoalba 10510 08/11/2003 1 Scoglitti, Vittoria, Ragusa Grampus griseus 10511 04/01/2003 1 Contrada Passo Marinaro, S. Croce Camerina, Ragusa Tursiops truncatus 10535 18/11/2003 1 Torre di Mezzo, S. Croce Camerina, Ragusa Tursiops truncatus 10566 08/07/2003 1 Sampieri, Scicli, Ragusa Stenella coeruleoalba 10570 27/07/2003 1 P. Secca, S. Croce Camerina, Ragusa Stenella coeruleoalba 10628 05/04/2002 6 Donnalucata, Scicli, Ragusa Steno bredanensis 10729 13/04/2002 1 Cava d'Aliga, Scicli, Ragusa Non determinata 10926 11/09/2002 1 Monte Lungo, Gela, Caltanissetta Tursiops truncatus 10926 14/08/2007 1 Montelingo, Gela, Caltanissetta Non determinata 10996 03/04/2007 1 Tre Fontane, Campobello Di Mazara, Trapani Ziphius cavirostris 10997 14/05/2007 Selinunte, Castelvetrano Trapani Stenella coeruleoalba 10998 05/07/2007 1 Biscione, Petrosino, Trapani Tursiops truncatus 10999 19/07/2007 1 Signorini, Marsala Stenella coeruleoalba 11000 31/07/2007 1 Marsala Stenella coeruleoalba 11199 19/11/2009 1 Sciacca, Agrigento Stenella coeruleoalba 11289 09/03/2008 1 Tre Fontane, Campobello Di Mazara, Trapani Stenella coeruleoalba 11290 10/03/2008 1 Marsala Stenella coeruleoalba 11291 13/01/2009 1 Mazara Del Vallo, Trapani Stenella coeruleoalba 11292 10/03/2009 1 Mazara Del Vallo, Trapani Stenella coeruleoalba 11293 12/03/2009 1 Mazara Del Vallo, Trapani Stenella coeruleoalba 11294 24/04/2010 1 Capo Granitola, Campobello Di Mazara, Trapani Tursiops truncatus 11384 26/12/2010 1 Eraclea Minoa, Agrigento Ziphius cavirostris 11574 27/12/2012 1 Lampedusa, Agrigento Tursiops truncatus 11622 13/02/2013 1 Scicli, Loc. Micenci, Ragusa Stenella coeruleoalba 11638 19/02/2013 1 Favignana, tra gli scogli di Punta Longa, Trapani Stenella coeruleoalba 11640 19/01/2013 1 Favignana, Loc. Pozzo, Trapani Stenella coeruleoalba 11753 15/03/2011 1 Eraclea Minoa, Agrigento Ziphius cavirostris 12065 17/09/2014 1 Triscina, Castelvetrano, Trapani Balaenoptera physalus 12093 24/11/2014 1 Marausa Lido, Marsala, Trapani Non determinata 12106 17/12/2014 1 Marinella Di Selinunte, Trapani Non determinata Località Punta Braccetto, Santa Croce Camerina, 12117 25/01/2015 1 Tursiops truncatus Ragusa 12124 06/02/2015 1 Marina Di Modica, Ragusa Stenella coeruleoalba 12241 04/09/2015 1 Porto Palo di Menfi, Menfi, Agrigento Non determinata

Page 75 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte http://mammiferimarini.unipv.it Figura 3.47: Spiaggiamenti di Cetacei sulla costa meridionale della Sicilia nel periodo 1986- Gennaio 2016

3.1.11.2 Focidi

Foca Monaca (Monachus monachus) L’habitat della Foca Monaca (Monachus monachus) nel Mar Mediterranean normalmente è rappresentato dalle acque costiere (per l’elevata disponibilità di un’ampia scelta di pesce), in particolare questa specie tende a preferire le coste insulari. Durante il parto e l’allattamento o per sfuggire alla pressione antropica, si rifugia in grotte marine (ISPRA, 2015). Un’analisi della distribuzione della Monachus rivela che non vi sono recenti e precise osservazioni nell’area di studio. Una sola osservazione è riportata nel Golfo di Gela prima del 2001 ma è caratterizzata da un grado di precisione molto limitato. 3.1.11.3 Pesci

È comunemente riconosciuto che lo Squalo bianco (Carcharodon carcharias) si riproduca nel Mediterraneo centrale. Il Canale di Sicilia apparentemente rappresenta una zona di riproduzione e allevamento. 3.1.11.4 Rettili marini

Tartarughe marine La specie è distribuita in mari temperati, sub-tropicali e tropicali. Nel Mediterraneo, è il più diffuso rettile marino. I dati ISPRA contenuti nell’Atlante delle Specie Marine nelle Aree Protette Marine dei siti Natura 2000 della Sicilia (ISPRA, 2015), elaborato con lo scopo di istituire il Centro Regionale della Biodiversità della Sicilia, indicano che la Tartaruga comune (Caretta caretta) frequenta sia ambienti costieri sia pelagici; è epipelagica nella sua fase giovanile mentre, da adulta, si alimenta in ambiente neritico, a profondità inferiori a 50 m. La Tartaruga comune (Caretta caretta) è inclusa tra le specie minacciate della Lista Rossa IUCN.

Page 76 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

L’Italia non ospita i maggiori siti di nidificazione; un recente studio indica che sono scomparsi tra 30 e 40 nidi all’anno comparati con gli oltre 7200 nell’intero Mediterraneo. Come detto, in Sicilia ci sono coste potenzialmente favorevoli alla nidificazione delle tartarughe marine e nidi sono stati segnalati occasionalmente da turisti o dai residenti. In 2011 è stata promossa una campagna di sensibilizzazione per sollecitare le segnalazioni da parte dei cittadini e sono stati così raccolti dati relativi alle attività di nidificazione e di incubazione delle uova. I risultati indicano la potenziale importanza della Sicilia quale are di nidificazione della Tartaruga comune. Infatti, i siti di nidificazione in Italia sono localizzati quasi tutti nella Sicilia meridionale oltre che nelle Isole Pelagie e nell’area ionica della Calabria. La Tavola 7 allegata al presente Studio mostra la mappa della distribuzione degli individui di Caretta caretta in Sicilia6. Il numero di nidi censiti in Sicilia nel 2011 è molto alto se comparato al totale di 30 segnalazioni nel periodo 1965-2009. Il tratto costiero (indicato in un cerchio nero nella figura successiva) include Siculiana Marina, Giallonardo e Punta Grande dove, in passato, erano stati rilevati sette nidi.

Fonte Casale Paolo, Palilla Giuseppe, Salemi Alessandro, Napoli Angelo, Prinzi Maurizio, Genco Laura, Bonaviri Davide, Mastrogiacomo Angela, Oliverio Marco, Lo Valvo Mario, 2012, Exceptional sea turtle nest records in 2011 suggest an underestimated nesting potential in Sicily (Italy). Acta Herpetologica 7(1): 181-188, 2012 Figura 3.48: Segnalazioni del 2011 (le lettere indicano i luoghi ove sono stati individuati i nidi)

Le rotte seguite, gli ambienti frequentati ed il comportamento generale durante le migrazioni sono poco conosciuti per le popolazioni che vivono nel Mediterraneo. La specie non sembra comunque avere rotte migratorie preferenziali. La distribuzione geografica è principalmente determinata dalla localizzazione dei siti riproduttivi in relazione alle correnti, alla temperatura e alla disponibilità di cibo. Un’indicazione di massima delle rotte è comunque riportata in Figura seguente.

6 Fonte: Caracappa S., Persichetti F. , Piazza A., Caracappa G., Gentile A., Marineo S., Crucitti D., Arculeo M2018 Incidental catch of loggerhead sea turtles (Caretta caretta) along the Sicilian coasts by longline fishery

Page 77 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Lucchetti Alessandro A., Sala A. 2010 An overview of loggerhead sea turtle (Caretta caretta) bycatch and technical mitigation measures in the Mediterranean Sea Rev Fish Biol Fisheries (2010) 20:141–161 Figura 3.49: Mappa delle migrazioni della Tartaruga comune e delle are di nidificazione nel Mar Mediterraneo (from Bentivegna 2002;Broderick et al. 2007;Caminãs 2004; Maffucciet al. 2006)

La Tartaruga verde (Chelonia mydas) e la Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) sono state solo registrate.

3.1.12 Pesca In accordo con la classificazione del Dipartimento Pesca e Acquacoltura della FAO, l’area di interesse è compresa nella FAO Major Fishing “Area 37-Mediterranean and Black sea”-“Subarea 37.2 Central Mediterranean”. La Sicilia meridionale è inclusa nella Subarea Geografica (GSAs) “16”. Malta è compresa nella GSA “15”.

Page 78 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: http://www.fao.org Figura 3.50: Le Subaree Geografiche (GSAs)

Le mappe del National Aquaculture Sector Overview (NASO) mostrano l’ubicazione dei siti di acquacoltura. Nell’area di studio sono presenti solo due allevamenti ittici; entrambi sono ubicati nell’area portuale di Licata.

Sicilittica S.r.l

- Gabbie galleggianti - Orata di Gilthead - Spigola mediterranea - Ombrina

Azienda Ittica S. Giorgio S.r.rl

- Gabbie galleggianti - Orata di Gilthead - Spigola mediterranea

Fonte: http://www.fao.org/fishery/naso/maps/search/jsp/aquaculture_production_large.jsp Figura 3.51: Ubicazione dei siti di acquacoltura nell’area di studio

In accordo con i dati più recenti disponibili sul sito web dell’Istituto di Ricerca Economica per la pesca e l’Acquacoltura (IREPA), la Regione Sicilia rappresenta una delle aree di pesca più importanti per l’Italia. Nel 2012, il valore economico della pesca nell’intera regione è stimato in 241 milioni di Euro, rapportato ai circa 905 milioni di Euro complessivi per tutta l’Italia. La Sicilia è la regione con la più alta produzione

Page 79 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

ittica, equivalente a 36,275 tonnellate. La produzione della GSA “16-Sicily Channel” è pari a 23.654 t (eccetto la produzione di tonno rosso). La quota maggiore nella produzione ittica siciliana è rappresentata dai pesci (circa 67% del totale), seguita da crostacei (circa 25%) e molluschi (circa 8%). Le specie ittiche di maggior interesse sono rappresentate da acciughe, sardine, pesce spada e tonni per quanto riguarda le specie pelagiche e da triglie e naselli tra le principali risorse demersali. Tra i molluschi dominano i totani, le seppie e i moscardini. Infine, per quanto riguarda i crostacei, il gambero bianco (o rosa) risulta di gran lunga la specie più pescata seguita dal gambero rosso. Come descritto nelle pagine precedenti, lo Stretto di Sicilia è caratterizzato da una complessa morfobatimetria dei fondali ed è sede di importanti processi idrodinamici legati agli scambi d’acqua tra il bacino occidentale e quello orientale del Mediterraneo. Sebbene nell’area non sfocino corsi d’acqua rilevanti, lo stretto di Sicilia è noto per l’elevata produttività delle risorse da pesca. I fondi dei piani infralitorale e circalitorale superiore (25-100 m, pesca di “Banco”) producono Nasello (Merluccius merluccius), Triglia di scoglio (Mullus surmuletus), Triglia di fango (Mullus barbatus), Pagello fragolino (Pagellus erythrinus), Scorfano rosso (Scorpaena scrofa), Seppia (Sepia officinalis), Polpo (Octopus vulgaris) e Moscardino muschiato (Eledone moschata). I fondi della piattaforma esterna e della scarpata superiore (130-400 m di profondità) producono Nasello (M. merluccius), Triglia di scoglio (M. surmuletus), Triglia di fango (M. barbatus), Scorfano di fondale (Helicolenus dactylopterus), Gattuccio (Scyliorhinus canicula), Gambero rosa (Parapenaeus longirostris) e Scampo (Nephrops norvegicus). I fondali più profondi, tra 400 ed 800 m, forniscono le catture di Nasello (M. merluccius), Scorfano di fondale (H. dactylopterus), Scampo (N. norvegicus), Gambero rosso (Aristaeomorpha foliacea) e, nel versante più occidentale, il più raro Gambero viola (Aristeus antennatus). Si riportano i risultati preliminari sulla distribuzione spaziale di alcune popolazioni (Merluccius merluccius, Mullus barbatus, Octopus vulgaris, Parapenaeus longirostris, Engraulis encrasicolus, Sardina pilchardus) nella sub-regione Italo-Maltese. Sono definite le aree di deposizione delle uova e i vivai. L’analisi della distribuzione spaziale per fase del ciclo di vita mostra che le specie sono distribuite, o migrano, al confine tra le due GSA adiacenti o al confine tra il limite delle acque territoriali nazionali e l’adiacente mare aperto. Nelle GSA 15 e 16, gli individui giovani raggiungono le aree di pesca tutto l’anno. Nel settore settentrionale (GSA 15 e 16), tuttavia è evidente una certa variabilità nella distribuzione delle aree destinate ai vivai; sono state identificate due aree stabili per il Nasello legate alla presenza di processi oceanici di meso-scala. Sono localizzate sul lato orientale dei Banchi Avventura e Malta, tra i 100 e i 200m di profondità. La Tavola 8 presentata in allegato mostra i risultati delle analisi relative alla popolazione di Merluccius merluccius. tra il 1994 e il 1999 nelle GSA 16 e 15. La variazione di indice di persistenza è tra 0 e 1, laddove 1 indica un vivaio stabile e 0 l’assenza. Per quanto riguarda le popolazioni di Mullus barbatus, nel nord dello Stretto di Sicilia (GSA 15 e 16), la specie è stata rinvenuta quasi esclusivamente sulla piattaforma (44-69 % delle reti). Esistono due principali, e nettamente separate, aree di deposizione delle uova sempre nel nord dello Stretto di Sicilia. Sono localizzate sul Banco Avventura, oltre la costa sudoccidentale della Sicilia (GSA 16) e sul Banco di Malta, tra la Sicilia e le isole Maltesi (GSA 15), sul margine esterno a 100–150 m di profondità. La Tavola 9 allegata al presente Studio mostra il risultato delle analisi. Nella Tavola 9, con la linea continua nera è indicata l’area complessiva di analisi e con il tratteggio la profondità maggiore di 800 metri.

Page 80 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Per quanto riguarda le popolazioni di Octopus vulgaris, la specie bentonica è presente principalmente dalla linea di costa al margine esterno della piattaforma continentale (profondità pari a 200 m); tuttavia può essere catturata anche a profondità superiori ai 300 m. Nello Stretto di Sicilia il polpo comune si trova a profondità inferiori a 150 m. Per quanto riguarda le popolazioni di Parapenaeus longirostris, lo Stretto di Sicilia presenta la più alta abbondanza della specie nel Mediterraneo. L’esistenza di aree di deposizione uova e di vivai localmente è connessa al flusso della corrente Atlantico-Ionica (profondità variabile tra 0–150m), nella quale le larve e gli avannotti si sviluppano. Queste subpopolazioni locali, una sul Banco Avventura e una sul Banco di Malta, sono separate da un’ampia zona con scarsità di presenza. Tradizionalmente la pesca a strascico Siciliana offshore è concentrata su tre principali punti: da Nord Ovest a Sud Est, sono noti come “Ponente”, “Kelibia” e “Lampedusa Sud”.

Ponente

Lampedusa Sud

Fonte: Fiorentino F. et Al.. 2008. Synthesis of information on some target species in the Medsudmed project area (Central Mediterranean). Figura 3.52: Mappa delle principali aree di pesca per P. longirostris nello Stretto di Sicilia

Acciughe e sardine insieme rappresentano più del 90% del pesce piccolo pelagico commerciale che sbarca a Sciacca, il principale porto per la pesca nella costa meridionale della Sicilia. Per quanto riguarda le popolazioni di Engraulis encrasicolus, sulla deposizione delle uova è molto importante l’effetto della circolazione generale di superficie nella parte nord dello Stretto di Sicilia. La corrente Atlantico–Ionica (AIS) si muove attorno a due vortici ciclonici estesi; Il primo si attesta sul Banco Avventura e il secondo sopra la piattaforma di Malta, oltre Capo Passero. AIS agisce come un meccanismo di trasporto spostando le uova e le larve di acciuga dall’area di deposizione fino alla parte meridionale della regione. Inoltre, la dinamica dell’AIS controlla temperatura e grado di salinità nello Stretto di Sicilia per una grande estensione. Durante il picco del periodo di deposizione uova delle

Page 81 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

acciughe (campagne di monitoraggio Luglio 1998 e 2000), la concentrazione maggiore è stata osservata nella parte centrale dell’area di studio, tra Sciacca e Licata; le campagne condotte in autunno hanno rilevato due aree di concentrazione maggiore, una a nord di Sciacca e l’altra nel Golfo di Gela (a sud di Licata). Per quanto riguarda le popolazioni di Sardina pilchardus, la biomassa relativa è uniformemente distribuita lungo la costa meridionale della Sicilia.

:

Fonte Levi, D. et Al. 2004 Report of the MedSudMed Expert Consultation on Small Pelagic Fishes: Stock Identification and Oceanographic Processes Influencing their Abundance and Distribution Figura 3.53: Distribuzione delle uova di Engraulis encrasicolus: dati monitoraggi lungo costa nel 1997 (a), 1998 (b), 1999 (c), 2000 (d), 2001 (e) e 2002 (f)

Page 82 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Levi, D. et Al. 2004 Report of the MedSudMed Expert Consultation on Small Pelagic Fishes: Stock Identification and Oceanographic Processes Influencing their Abundance and Distribution Figura 3.54: Distribuzione della biomassa di Sardine nel periodo 1998–2002

Page 83 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Nella seguente Figura 3.55 si presenta la mappa delle nurseries di 7 specie di interesse commerciale nel settore settentrionale del Canale di Sicilia: Nasello/European hake (Merluccius merluccius), Triglia di fango/Red mullet (Mullus barbatus), Gambero rosa/Deep-water rose shrimp (Parapenaeus longirostris), Mostella/Greater forkbeard (Phycis blennoides), Scampo/Norway lobster (Nephrops norvegicus), Gambero rosso/ Giant red shrimp (Aristaeomorpha foliacea) e Moscardino/Horned octopus (Eledone cirrhosa).

ABV= Vortice Banco Avventura ISV=Vortice Scarpata Ionica AIS= Corrente Atlantico-Ionica Fonte Garofalo et al., 2011 Figura 3.55: Mappa dei vivai nel Canale di Sicilia

Per quanto riguarda le aree di pesca a strascico, che rappresenta la principale attività ittica in Sicilia, esse sono rappresentate nella Figura seguente.

Page 84 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte Vega Fernández, 2012 Figura 3.56: Mappa schematica delle zone di pesca a strascico

Il Mar Mediterraneano rappresenta uno dei principali ambiti del Tonno rosso (Thunnus thynnus). Le acque Siciliane, nel Canale di Sicilia, costituiscono il più importante sito di deposizione delle uova nel Mediterraneo. Il Pesce spada (Xiphias gladius) è la seconda più importante specie pelagica nel Mar Mediterraneo. Il Canale di Sicilia rappresenta uno dei più importanti siti di deposizione delle uova per la specie. L’attività di deposizione delle uova del Pesce spada Mediterraneo sembra legata più strettamente al clima e alle condizioni oceanografiche rispetto alle altre specie pelagiche. Benché gli avannotti siano presenti in superficie lungo tutta l’area di pesca, le maggiori concentrazioni sono legate alla disponibilità di un consistente approvvigionamento di cibo sia lungo costa che in mare aperto e quindi questo fattore può contribuire a modificare, compatibilmente con le condizioni oceanografiche, sostanzialmente la loro distribuzione geografica da un anno con l’altro. Giovani Pesce spada sono in genere presenti lungo l’intera costa Siciliana, piccole isole comprese. Per quanto riguarda i territori maltesi offshore, le acque intorno a Malta sono essenzialmente di tipo oceanico povere di nutrienti, se confrontate con le acque Siciliane. Ciò comporta una produttività molto bassa. Le correnti di superficie e profonde non consentono gli spostamenti di masse idriche dal

Page 85 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

continente e Malta; in tal modo la dispersione delle larve, tra le aree di deposizione sulla piattaforma della Sicilian e quella di Malta, è limitata. La massa di pesci che preferisce riprodursi in acque basse costiere sulla piattaforma Maltese, è l’esclusiva risorsa nazionale. Per tale motivi Malta ha dichiarato la fascia fin a 25 miglia nautiche come zona nazionale di conservazione della pesca, all’interno della quale sono adottate strette misure per gestire lo stock di pesce in modo sostenibile.

Fonte PAP/RAC: Coastal Area Management in the Maltese Islands, Priority Actions Programme Regional Activity Centre, Split, 2005. Figura 3.57: Zona nazionale di conservazione della pesca di Malta

3.1.13 Traffico marittimo L’area di mare compreso tra Malta e le coste siciliane, ovvero il Canale di Sicilia, è caratterizzata da un livello molto elevato di traffico marino, relativamente costante soprattutto in periodo diurno e diffuso lungo tutto il tratto di mare. Questa caratterizzazione è facilmente desumibile analizzando le mappe di del portale relative al traffico navale in tempo reale di cui si riporta un esempio nella figura successiva.

Si precisa che le imbarcazioni visibili attraverso il suddetto portale sono solo quelle provviste di AIS (Automatic Identification System) e che hanno aderito alla pubblicazione dei dati.

Page 86 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: https://www.marinetraffic.com/ Figura 3.58: Esempio di traffico marittimo nel Canale di Sicilia (osservato il 20 febbraio 2020 alle ore 16.30)

Di seguito si riporta uno stralcio della Density Map dell’area di studio relativa all’anno 2017 estrapolata dal sito http://www.marinetraffic.com/ais/ che raffigura la densità globale di navigazione nell’arco dell’anno considerato. Tutta la fascia dello Stretto di Sicilia compresa tra la costa siciliana e la congiungente Malta Pantelleria presenta un traffico intenso. In corrispondenza dei porti si nota inoltre un traffico più canalizzato che si irradia allontanandosi dalla costa.

Page 87 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: https://www.marinetraffic.com/ Figura 3.59: Mappa della densità di traffico marittimo nel Canale di Sicilia (Anno di riferimento 2017)

Vista l’omogeneità del dato nell’area di interesse, risulta particolarmente utile fare qualche considerazione relativamente al traffico marittimo in corrispondenza dei porti potenzialmente interferiti dalle rotte ipotizzate. La configurazione attuale del sistema portuale siciliano vede la presenza di quattro Autorità Portuali: Palermo (comprendente i porti di Palermo e Termini Imerese), Messina (comprendente i porti di Messina, Milazzo e Tremestieri), Catania e Augusta. Ulteriori due porti di rilevanza nazionale (II Categoria, II Classe14) sono quelli di Trapani e Porto Empedocle, mentre si rileva un cospicuo numero di porti di rilevanza regionale (II Categoria, III Classe)

Page 88 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Sicilia – Anno 2017. Figura 3.60: Assetto della portualità della Sicilia secondo il decreto sulla "riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali"

La classificazione dei porti di interesse regionale è regolata da Decreto Presidenziale della Regione Siciliana (DPRS) del 1 Giugno 2004, nel quale sono indicate le funzioni espletate per ciascuno calo, secondo quanto indicato sulla normativa nazionale. In accordo con il citato DPRS, le funzioni che possono svolgere i porti sono di tipo commerciale; industriale; petrolifera; di servizio passeggeri; peschereccia; turistica e da diporto. I siti indicati dal DPRS sono 110; tra questi, 10 sono strutture di competenza comunale, 17 sono meri attracchi o ridossi e uno, Termini Imerese, è attualmente parte, come già citato, dell’autorità portuale di Palermo. Poiché i principali porti nazionali e le tre autorità portuali presenti nell’isola si trovano, con l’eccezione di Porto Empedocle, sul versante ionico e tirrenico, è evidente che i porti regionali, e conseguentemente la Regione Siciliana, si trovino a ricoprire un importante ruolo nella costa del Canale di Sicilia. È proprio nel versante Sud che vi sono i principali porti regionali quali: Marsala, Mazara del Vallo, Licata, Gela e Pozzallo, che ricoprono importanti funzioni non solo per il turismo, la diportistica e la pesca, ma anche per il collegamento con le isole minori (Marsala), per la movimentazione delle merci (Pozzallo) e per l’industria petrolifera (Gela). Inoltre, il porto di Pozzallo fornisce anche un collegamento passeggeri con Malta. Nel seguito si riporta una breve descrizione dei porti di potenziale interesse per il presente studio.

Mazara del Vallo Il porto di Mazara del Vallo, unico scalo a cui sono attribuite tutte le funzioni, è protetto dalle correnti di ponente da una diga foranea e da quelle di scirocco da un sottoflutto, e presenta l’apertura dell’imboccatura a sud-est. La banchina di riva, pur essendo per la maggior parte libera, ospita gli edifici della Capitaneria di Porto, del Comando della squadriglia navale della Guardia di Finanza, del nuovo Mercato Ittico e il maggiore dei cantiere navale. Il bacino è costituito da due darsene separate da un molo sporgente, alle quali è stato poi aggiunto un dente d’attracco al loro esterno, che attualmente

Page 89 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

ospita il naviglio di maggior tonnellaggio. Il porto di Mazara del Vallo dista solamente 60 miglia nautiche da Pantelleria ed 80 dalla Tunisia.

Fonte Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Sicilia – Anno 2017. Figura 3.61: Porto di Mazara del Vallo

Di seguito si riporta uno stralcio della Density Map dell’anno 2017 dell’area relativa al porto di Mazara del Vallo .

Fonte: https://www.marinetraffic.com/ Figura 3.62: Mappa della densità di traffico marittimo nei pressi del porto di Mazara del Vallo (Anno di riferimento 2017)

Page 90 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Porto Empedocle Il porto di Porto Empedocle, di interesse nazionale, ha una posizione strategica per la sua collocazione sul versante sud dell’isola. È costituito da tre moli, due esterni, uno di ponente e uno di levante, (protetto da una scogliera) e uno interno, il molo Francesco Crispi. Quest’ultimo si divide in due zone: una zona di avamporto (circa 323.000 m2) e il porto Vecchio (circa 163.000 m2), per l’ormeggio.

Fonte Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Sicilia – Anno 2017. Figura 3.63: Porto di Pto Empedocle

Di seguito si riporta uno stralcio della Density Map dell’anno 2017 dell’area relativa al porto di Porto Empedocle .

Fonte: https://www.marinetraffic.com/ Figura 3.64: Mappa della densità di traffico marittimo nei pressi del Porto di Porto Empedocle (Anno di riferimento 2017)

Page 91 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Licata Il porto di Licata in passato è stato lo sbocco dell’industria estrattiva siciliana, oggi, invece, svolge funzioni di porto commerciale, peschereccio e turistico. La sua conformazione è definita da due moli foranei prolungati, a difesa di un bacino, con fondali di 6 metri, accessibile da un’imboccatura di ridotta estensione. Lo specchio d’acqua è, a sua volta, suddiviso in bacini minori, tra cui uno, a levante, dedicato alla portualità turistica. Il suo sviluppo futuro si orienta sempre più verso la portualità turistica.

Fonte Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Sicilia – Anno 2017. Figura 3.65: Porto di Licata

Di seguito si riporta uno stralcio della Density Map dell’anno 2017 dell’area relativa ai porti di Licata e Gela.

Fonte: https://www.marinetraffic.com/ Figura 3.66: Mappa della densità di traffico marittimo nelle aree antistanti i porti di Gela e di Licata (Anno di riferimento 2017)

Page 92 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Gela Le infrastrutture portuali di Gela sono in realtà due: Porto Rifugio e Porto Isola. Il primo è un modesto rifugio destinato prevalentemente al naviglio minore, ma che svolge, in accordo con la classificazione regionale, funzioni commerciale, industriale, peschereccia e turistica diportistica. Il secondo, Porto Isola, è invece una struttura off shore, sito dinanzi allo stabilimento petrolchimico, costruito per essere al servizio delle grandi navi cisterne, impossibilitate a operare sotto costa. Quest’ultimo è semplicemente unito a terra da un pontile, e non dispone di un bacino riparato.

Fonte Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Sicilia – Anno 2017. Figura 3.67: Infrastrutture portuali di Gela (Porto Rifugio a sx e Porto Isola a dx)

Lo stralcio della Density Map dell’anno 2017 dell’area relativa al porto di Gela è riportato nella Figura 3.66

Pozzallo

Il porto di Pozzallo svolge le funzioni di porto commerciale, di servizio passeggeri verso Malta (da cui dista circa 50miglia nautiche), per la pesca e diportistica e turistica. La sua costruzione è relativamente recente (la costruzione della diga risale agli anni ’80), presenta una diga foranea a gomito a protezione della traversia proveniente da ponente, il cui interno è banchinato per la quasi totalità dell’estensione (circa 1.600 m). Il molo di sottoflutto, meno esteso, ripara il bacino dalla traversia di levante. In corrispondenza della giuntura tra la riva e la diga foranea, è presente un piazzale che funge da dente d’attracco per le navi ro-ro. I fondali raggiungono i 10 metri di profondità, e, nelle immediate vicinanze, vi sono ampie aree a terra per la movimentazione delle merci. Infine, è presente un secondo bacino, di minori dimensioni, destinato alla portualità turistica.

Page 93 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Sicilia – Anno 2017. Figura 3.68: Porto di Pozzallo

Di seguito si riporta uno stralcio della Density Map dell’anno 2017 dell’area relativa al porto di Pozzallo.

Fonte: https://www.marinetraffic.com/ Figura 3.69: Mappa della densità di traffico marittimo nei pressi del Porto di Pozzallo (Anno di riferimento 2017)

Per quanto il traffico marittimo connesso ai suddetti porti si riportano nel seguito le tabelle relative alla movimentazione passeggeri (imbarchi/sbarchi), merci (imbarcate/sbarcate) e di prodotti petroliferi

Page 94 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

(imbarcati/sbarcati) relativamente al 2006 resi disponibili dall’Autorità Portuale di Palermo e sintetizzati nel Report Annuale pubblicato a cura del Dipartimento Trasporti e Comunicazioni della Regione Sicilia.

Tabella 3.17: Traffico marittino nei porti di interesse (2006)

Passeggeri Merci Porto Prodotti petroliferi (t) (n.) (t) Mazara del Vallo 2.443 89.584 35.208 Porto Empedocle 56.042 999.163 117.037 Licata 688 119.019 - Gela 126 7.797.022 7.350.215 Pozzallo 107.267 1.266.852 - Fonte: Autorità Portulae di Palermo. Dai dati è possibile osservare come il porto di Pozzallo e Porto Empedocle abbiano un traffico marittimo di rilevante importanza sia in termini di trasporto passeggeri che di trasporto merci e come il porto di Gela sia un importante riferimento per il trasporto merci e di prodotti petroliferi, mentre sia assolutamente limitato per quel che riguarda il trasporto passeggeri. Il porto di Mazara del Valle presenta dati relativamente contenuti ma di una certa importanza sia per il trasporto merci che per quello passeggeri mentre il porto di Licata risulta quello che ha un traffico marittimo di minore intensità sia in termini di traffico passeggeri che di traffico marittimo. Le potenziali interferenze dei corridoi offshore con i porti e il loro relativo traffico marittimo èsono rappresentate nella figura successiva.

Fonte : Elaborazione CESI Figura 3.70: Porti di interesse e corridoi ipotizzati

Page 95 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

In sintesi:

» il corridoio Off_1 potrebbe interferire con il traffico marittimo di Mazara del Vallo; » il corridoio Off_2 potrebbe interferire con il traffico marittimo di Licata; » il corridoio Off_3 potrebbe interferire con il traffico marittimo di Gela; » il corridoio Off_4 potrebbe interferire con il traffico marittimo di Pozzallo.

3.1.14 Presenza di cavi sottomarini e di gasdotti I cavi sottomarini attualmente connettono ogni continente che abbia una rete digitale a larga scala. Il Mar Mediterraneo è in una posizione strategica dal punto di vista geografico cosa che lo rende il sito ideale per le connessioni tra Africa, Europe, Medio Oriente e il resto del mondo ed infatti è equipaggiato con una rete di cavi sottomarini la maggioranza dei quali sono cavi per la comunicazione. Un cavo sottomarino per la comunicazione è un cavo appoggiato sul fondo del mare tra stazioni terrestri che trasporta segnali di telecomunicazione attraverso tratti di oceano. Si tratta di cavi per il traffico telefonico e per trasferimento dati. I cavi moderni usano la tecnologia a fibra ottica per il trasferimento dei dati digitali; essa riguarda sia il telefono, internet e il traffico di dati privati. I cavi moderni in genere hanno un diametro di 69 mm e un peso di circa 10 kg al metro lineare; per le sezioni in acqua profonda vengono utilizzati cavi più sottili e più leggeri. Dal 2010, cavi sottomarini uniscono tutti i continenti eccetto l’Antartide. Nella Tavola 10 presentata in allegato è indicata la rete di cavi sottomarini, posti a diverse profondità, presente nell’area di studio. Di seguito la lista dei cavi potenzialmente intercettati dal progetto.

Tabella 3.18: Cavi sottomarini presenti nell’area di studio

Nome Descrizione SEACOM Sistema di cavi sottomarini lungo le coste orientali e meridionali LEV Sistema di cavi sottomarini per telecomunicazione tra Italia, Cipro e Israele GO-1 Sistema di cavi sottomarini per comunicazione tra Sicilia e Malta MINERVA Sistema di cavi sottomarini per telecomunicazione tra Italia e Cipro Italia-Libia Fibra ottica sottomarina per telecomunicazione Melita-1 Fibra ottica sottomarina per telecomunicazione VMSCS Fibra ottica sottomarina per telecomunicazione HAWK Fibra ottica sottomarina per telecomunicazione Alexandros Fibra ottica sottomarina per telecomunicazione SEA-ME-WE 3 Cavo ottico sottomarino tra l’area di studio e oltre oceano SEA-ME-WE-5 Sistema di Fibra ottica sottomarina per telecomunicazione tra Singapore e Francia Sistema di cavi sottomarini per comunicazione progettato per connettere Italia, Grecia, MENA

Egitto, Arabia Saudita, Oman e India.

Il canale di Sicilia è poi interessato da gasdotti preesistenti e, in particolare, potrebbero essere interferiti dai corridoi ipotizzati i gasdotti Transmed e Greenstream.

Page 96 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte PAP/RAC: Coastal Area Management in the Maltese Islands, Priority Actions Programme Regional Activity Centre, Split, 2005. Figura 3.71: Zona nazionale di conservazione della pesca di Malta

Il Trans Mediterranean Pipeline - Transmed, conosciuto anche come gasdotto Enrico Mattei, è un gasdotto che collega Algeria e Italia passando per la Tunisia. Il gasdotto parte dal campo di Hassi R'Mel, in pieno deserto algerino, e dopo aver attraversato la Tunisia, si inabissa nel Mar Mediterraneo raggiungendo le coste siciliane presso Mazara del Vallo. Da qui risale l'Italia e arriva al punto di approdo finale di Minerbio, dove il gas viene stoccato in uno dei più grandi centri di stoccaggio italiano di proprietà della STOGIT. Complessivamente è lungo più di 2.200 km, di cui 370 km in Tunisia e 380 km offshore nel Canale di Sicilia. Il Greenstream è un gasdotto lungo 520 km che collega la Libia con l'Italia. È operativo dal 1º ottobre del 2004. Il gasdotto si snoda fra la stazione di compressione di Mellitah ed il terminale di ricevimento del gas di Gela. Con i suoi 520 km è attualmente il gasdotto più lungo esistente nel Mar Mediterraneo, ed in alcuni tratti raggiunge la profondità di 1.127 metri.

Page 97 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte : The Greenstream: Geological hazards to a submarine pipeline - Marc Pifarré, 2014. Figura 3.72: Dettaglio del tracciato del Greenstream

Dalle figure riportate si deduce che tutti i tracciati offshore a esclusione di OFF_4 intersecano il tracciato del Greenstream, mentre solo il tracciato offshore OFF_1 nell’ipotesi A può interferire con il gasdotto Transmed.

3.1.15 Titoli minerari per Idrocarburi I tracciati del gasdotto di progetto interferiscono con alcune aree gravate di titoli minerari per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi ubicate, nel tratto di mare di interesse, sia lungo costa (Golfo di Gela) sia in mare aperto (entro 12 miglia nautiche dalla costa). Nella Tavola 11 sono rappresentate tali aree interessate da Istanze di ricerca, Permessi di ricerca e Concessioni di coltivazione degli idrocarburi nel Canale di Sicilia, oltre alle Piattaforme offshore e alle Centrali di raccolta e trattamento. I dati sono aggiornati al marzo 2019 e sono rappresentati nella seguente Tabella.

Page 98 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.19: Elenco dei Titoli minerari vigenti

Titoli minerari Nome

C.C 1.AG

C.C 3.AG

Concessioni di coltivazione (rosa)

G.C 1.AG

C.C 6.EO

Permessi di ricerca (verde) C.R146.NP

Page 99 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Titoli minerari Nome

C.R149.NP

G.R 13.AG

G.R 14.AG

d 28 G.R-.AG

d 33 G.R-.AG

Istanze di ricerca (giallo)

d 30 G.R-.NP

Page 100 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Titoli minerari Nome

GELA 1; GELA CLUSTER ARGO 1 ; ARGO 2; CASSIOPEA 1

LEONIS; VEGA A PERLA, PREZIOSO

PANDA 1; PANDA W 1

Piattaforme offshore

Terzo Centro Olio Gela Centro Raccolta Olio Perla E Prezioso

Centrali di raccolta e trattamento

Gela 1 - Terzo Centro Olio Gela Vega A – Leonis Collegamenti Perla - Centro Raccolta Olio Perla E Perla – Prezioso Prezioso

Page 101 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Titoli minerari Nome

Fonte: https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi

3.1.16 Siti di Interesse Nazionale (SIN) – area a mare I siti contaminati di interesse nazionale (SIN) in Sicilia sono 4: Biancavilla, Gela, Milazzo, Priolo.

Fonte www.isprambiente.gov.it Figura 3.73: I SIN in Sicilia

Con D.M. 10/01/2000, il Ministro dell’Ambiente ha individuato gli insediamenti industriali, le discariche e l’area marina a ridosso degli impianti industriali nel comune di Gela tra le aree di interesse nazionale; con Decreto no. 468 of 18 Settembre 2001, è stato definito il programma operativo dettagliato per la caratterizzazione, per l’implementazione della messa in sicurezza e/o per la decontaminazione. L’area comprende c.a. 5.955 ha di superficie complessiva di cui circa 4.560 ha in mare. Le contaminazioni dell’area marina costiera sono dovute, oltre allo sversamento delle acque di processo e di raffreddamento derivanti dalle lavorazioni del polo industriale di Gela, anche dalla presenza di scarichi civili non depurati e reflui delle attività portuali. Per l’area marino costiera sono state condotte le indagini di caratterizzazione della prima fase che si sono svolte nei mesi di ottobre e novembre 2006 e hanno avuto come obiettivo quello di monitorare i sedimenti marini e la matrice biota (attraverso analisi chimico fisiche), come previsto dal piano redatto dall’ex Icram (oggi Ispra).

Page 102 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

La figura successiva riporta la perimetrazione del SIN rispetto ai tracciati offshore e a quelli onshore, individuati in via preliminare al dettaglio di area vasta

Fonte : elaborazione CESI su dati MATTM Figura 3.74: Il Sito di Interesse Nazionale di Gela

3.2 Onshore

3.2.1 Geologia La storia geologica della Sicilia è molto complessa, sia per la posizione nella porzione del Mediterraneo caratterizzata da estrema mobilità tettonica, sia per le caratteristiche sedimentologiche delle rocce qui depositate nei vari domini paleogeografici e gli eventi tettonici verificatesi tra il tardo Paleozoico e il Quaternario. L’evoluzione del rilievo siciliano ha avuto inizio con le prime emersioni, avvenute nel Miocene superiore per effetto della tettonica compressiva che ha prodotto un intenso corrugamento e l’emersione dell’area; ha manifestato la sua massima attività nel Pliocene inferiore-medio. La frammentazione e la dislocazione a quote diverse del paesaggio attuale sono state conseguenze poi della tettonica distensiva e del sollevamento a questa associato, che ha raggiunto valori di oltre 1.000 m. Il brusco incremento del sollevamento che si è manifestato alla fine del Pliocene inferiore, interessando anche le porzioni più meridionali dell’isola, ha prodotto ovunque incrementi del rilievo e l’attivazione di deformazioni gravitative profonde e di enormi movimenti franosi.

Page 103 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

La geologia della Sicilia comprende i tre settori già definiti nel § 3.1.4: una zona di Avampaese, una Avanfossa Plio-Pleistocenica, una catena complessa rivolta verso sud e sudest. Una carta strutturale schematizzata della Sicilia è riportata nella figura successiva.

Fonte: Estratta da “Data integration and favourability maps for exploring geothermal systems in Sicily, southern Italy” – Eugenio Trumpy et alii (Geothermics - Volume 56, July 2015, Pages 1-16) Figura 3.75: Mappa Strutturale della Sicilia

Dal punto di vista più strettamente morfologico, la fascia costiera si presenta con alternanze di tratti bassi, sabbiosi o ciottolosi, talvolta antistanti antiche falesie ormai inattive, mentre in alcuni punti si ha costa alta a diretto contatto con il mare.

La rete idrografica è molto complessa, con reticoli fluviali di forma dendritica e con bacini generalmente di modeste dimensioni. Nell’area meridionale si trova il Belice che è uno dei maggiori fiumi di questo versante e prende origine dai rilievi dei Monti di Palermo., e poi muovendosi verso est si incontrano il Verdura, il Platani, il Salso o Imera meridionale, il Gela.

Page 104 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Le formazioni litologiche siciliane, a prescindere dall’ordine stratigrafico e sulla base di tutte quelle caratteristiche (litologia, petrografia, sedimentologia, struttura, tessitura, erodibilità, etc.) possono essere assemblate nei seguenti complessi litologici:

» complesso clastico di deposizione continentale, comprendente depositi alluvionali, talora terrazzati, depositi litorali, lacustri e palustri e detriti di falda; » complesso vulcanico, comprendente le colate laviche attuali, storiche o antiche dell’Etna e le vulcaniti antiche degli Iblei; » complesso sabbioso-calcarenitico plio-pleistocenico; » complesso argilloso-marnoso, comprendente tutte le formazioni prevalentemente argillose presenti nel territorio siciliano (argille pleistoceniche, argille azzurre medio-plioceniche, marne a foraminiferi del Pliocene inferiore, formazioni argillose e marnose del Miocene medio- superiore, litofacies pelitiche dei depositi di Flysch, Argille Brecciate ed Argille Varicolori); » complesso evaporitico, comprendente i tipi litologici della Formazione Gessoso-Solfifera del Miocene Sup. (tripoli, calcari solfiferi, gessi e sali); » complesso conglomeratico-arenaceo; » complesso carbonatico, comprendente tutte le formazioni calcaree, calcareo-dolomitiche e dolomitiche di età dal Mesozoico al Terziario costituenti l’ossatura della Catena Appenninico- Maghrebide siciliana in parte dei Peloritani e la serie calcarea degli Iblei; » complesso filladico e scistoso cristallino. Conseguentemente alle azioni della geodinamica esogena il paesaggio fisico siciliano è soggetto ad un continuo processo di modellamento geomorfologico, principalmente sotto l’effetto delle azioni della gravità delle acque correnti superficiali incanalate e non, delle acque marine. L’area di studio è ubicata nella Piana di Gela. Si tratta di un elemento morfologico del tardo Quaternario originato dal modellamento tettonico eustatico del fronte emerso della catena Siciliana. Rappresenta uno degli effetti dell’evoluzione cinetica del cuneo di accrescimento siciliano che, nelle fasi più recenti della sua costruzione, subì squilibri meccanici che determinarono oscillazioni a livello base e quindi condizioni per la formazione di trasgressioni marine. Nel sottosuolo della Piana di Gela vi sono masse caotiche di materiali rocciosi (olistostromes) datati tra il Miocene Medio e il tardo Pliocene, a loro volta ricoperti da depositi argillo-sabbiosi del Plio- Pleistocene, organizzati in una tendenza regressiva. La stratigrafia delle successioni Mioceniche Quaternarie nell’area di Gela, dall’alto verso il basso è così composta:

» depositi argillosa passanti ad argilla sabbiosa e a sabbia; l’aumento del contenuto in sabbia è graduale; » superficie di discontinuità; » “Trubi” (Pliocene Inferiore); » superficie di discontinuità; » Gesso con intercalazioni di marna argillosa dell'unità superiore di evaporite (Messiniano); » superficie di discontinuità (erosione); » calcare evaporitico (Calcare di base, Messiniano); » Marna diatomitica e diatomite (Messiniano); » superficie di discontinuità non sempre documentabile; » Depositi clastici silicei passanti ad argilla sabbiosa e marna pelagica calcarea (pre-Messiniano).

Page 105 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

La struttura geologica del sottosuolo della Piana di Gela consiste in un sistema principalmente argilloso, con intercalazioni discontinue di orizzonti evaporitici dello spessore da alcune centinaia fino a qualche migliaio di metri, ricoperti in modo discontinuo da sottili orizzonti di depositi alluvionali e, localmente, da sabbie e depositi calcarenitici quaternari con un contenuto variabile di limo con spessori di decine di metri.

3.2.2 Rischi Naturali In Sicilia sono particolarmente diffusi fenomeni gravitativi di diversa tipologia ed estensione. In relazione alle diverse condizioni litologiche strutturali e geomorfologiche ricorrenti, in Sicilia si manifestano con diversa frequenza vari fenomeni franosi, classificabili a seconda della loro tipologia. Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Sicilia (PAI) ha determinato la pericolosità geomorfologica in relazione alla presenza o meno di dissesti dal loro stato di attività. Da questa classificazione e in base alla “magnitudo” del dissesto determinato dalle sue caratteristiche fisiche (volume, area etc.) si identificano quattro classi di pericolosità:

» P0 – Bassa; » P1 – Moderata; » P2 – Media; » P3 – Elevata; » P4 – Molto Elevata. La valutazione del rischio tiene invece conto della pericolosità prima definita in rapporto alla presenza di potenziali elementi “a rischio” quali centri abitati, case sparse e così via. Si hanno quindi diverse classi di rischio (da basso a elevato) in relazione al potenziale danno economico e sociale associato.

3.2.3 Erosione costiera Le coste siciliane si sviluppano per una lunghezza di circa 1650 km e presentano una grande variabilità di caratteristiche fisiografiche, ambientali, infrastrutturali e meteomarine. Il versante meridionale, mediterraneo, è caratterizzato da coste basse a sabbie fini con lunghe spiagge interrotte da alcuni promontori rocciosi: Punta Braccetto, Punta Bianca, Capo Rossello, Capo San Marco e Capo Granitola. Verso ovest la costa diventa più frastagliata con tratti di scogliera alternati a spiagge sabbiose allo sbocco di importanti fiumi, quali il Platani ed il Belice. Il tratto di costa occidentale da Mazara del Vallo a Trapani è caratterizzato da una morfologia bassa sabbiosa con tratti interessati da stagni, saline costiere e zone di laguna. I versanti orientale e meridionale sono caratterizzati da importanti corsi d’acqua con regimi perenni (anche se talvolta con scarse portate) e con bacini idrografici più estesi: Simeto, Salso, Platani e Belice. L’erosione costiera è il risultato di un complesso di processi naturali e/o di origine antropica che determinano una maggiore rimozione del materiale rispetto alla sua deposizione: lo smantellamento della costa, da parte del mare, è infatti un fenomeno naturale compensato dagli apporti fluviali che vengono distribuiti lungo il litorale da onde e correnti. È l’alterazione di tale stato d’equilibrio naturale che determina l’erosione. I fenomeni erosivi sono più accentuati sui litorali maggiormente esposti a forti correnti o a perturbazioni e caratterizzati da depositi di spiaggia fini e non consolidati, da scarsi apporti sedimentari e da acque profonde vicino riva.

Page 106 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Le aree soggette al fenomeno dell’erosione costiera sono state individuate nell’ambito del PAI. l’intera costa siciliana è stata suddivisa in unità ben definite, per ognuna delle quali è stata effettuata un’analisi dello stato morfologico di fatto e, successivamente, la perimetrazione delle zone a rischio erosione. Le Unità fisiografiche costiere di interesse indicate nella seguente Tabella.

Tabella 3.20: Unità Fisografiche dell’area di studio

Unità Fisiografica Descrizione

È caratterizzata da coste basse sabbiose soggette ad arretramento a causa della forte esposizione al moto ondoso e alla presenza di insediamenti urbani e agricoli 7. Unità Fisiografica Costiera di Isola delle che hanno occupato gli spazi degli antichi cordoni dunali, un tempo presenti Correnti – Punta Braccetto lungo la costa. Le zone critiche vanno da Punta delle Formiche a Punta Castellazzo, lungo la spiaggia di S. Maria del Focallo, Punta del Corvo e Punta Braccetto

È caratterizzata da coste basse sabbiose soggette ad arretramento a causa della forte esposizione al moto ondoso e alla presenza di insediamenti urbani e agricoli, che hanno occupato gli spazi degli antichi cordoni dunali, un tempo presenti lungo la costa. Morfologicamente, la grande piana di Gela termina verso costa con lunghe spiagge sabbiose che si alternano a promontori di roccia tenera 8. Unità Fisiografica Costiera di Punta facilmente erodibili. L’intero litorale è da considerarsi vulnerabile all’erosione e Braccetto - Licata in alcune zone vi è una seria minaccia alle infrastrutture presenti. A causa della distruzione degli antichi cordoni dunali presenti nella zona, per la realizzazione di insediamenti agricoli e industriali, le spiagge risultano in forte arretramento. Le aree critiche vanno da Punta di Zafaglione a Gela, da Gela a Punta delle Duerocche con fenomeni franosi sui costoni rocciosi e danni alle infrastrutture. Fenomeni erosivi sono pure segnalati a Scoglitti (Forgia di Cammarana).

E’ caratterizzata da coste alte rocciose e da alcune piccole spiagge. Le spiagge, in alcuni tratti, sono soggette ad arretramento a causa della forte esposizione agli 9. Unità Fisiografica Costiera di Licata – agenti meteomarini e per la presenza di interventi antropici sulla fascia costiera. Punta Bianca Una zona da considerare critica è il tratto di costa ricadente presso la Rocca di San Nicola, ma processi erosivi e fenomeni di dissesto si riscontrano anche nel territorio di Licata, nella Spiaggia di Pisciotto e a Torre delle Gaffe.

E’ caratterizzata da coste alte rocciose e, soprattutto ad ovest, da alcune piccole spiagge. Le spiagge, in alcuni tratti, sono soggette ad arretramento a causa della forte esposizione agli agenti meteomarini e per la presenza di interventi 10. Unità Fisiografica Costiera di Punta antropici sulla fascia costiera. Le zone critiche interessano soprattutto le spiagge Bianca – Capo Rossello ad est di San Leone, la Spiaggia del Caos e la zona ad ovest di Porto Empedocle. Fenomeni franosi, con caduta massi, sono presenti in Contrada Scavuzzo nel Comune di Realmonte, a Scala dei Turchi e a Capo Rossello.

L’unità costiera comincia ad est con alcuni tratti a costa bassa sabbiosa e prosegue verso ovest con coste alte rocciose per quasi tutto il litorale fino a Capo S. Marco. Vi sono spiagge ad alta valenza turistica, come quella di Eraclea Minoa, in stato di forte erosione ed arretramento. Fenomeni franosi con distacco di massi dal costone sono riscontrabili in località Monterosso nel Comune di 11. Unità Fisiografica Costiera di Capo Realmonte, ove si verificano pure fenomeni di erosione al piede del versante con Rossello – Capo San Marco collasso di materiale argilloso sovrastante. In località Pietre Cadute, nel Comune di Siculiana, si riscontrano fenomeni di instabilità al costone argilloso-marnoso con caduta massi sulla spiaggia antistante. Fenomeni franosi interessanti una costa alta sono presenti in località Giardinello, a Borgo Bonsignore, da Torre Verdura a Torre Makauda nel Comune di Sciacca, dove ad ovest del Porto sono in atto problemi erosivi della spiaggia con locali fenomeni di arretramento.

12. Unità Fisiografica Costiera di Capo L’unità è caratterizzata, ad est, da una costa rocciosa erodibile e, verso ovest, da San Marco – Capo Granitola tratti a costa bassa sabbiosa. Nella zona ad est di Porto Palo sono presenti i

Page 107 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Unità Fisiografica Descrizione fenomeni di erosione con arretramento della linea di costa dovuti anche alla realizzazione del Porto, a sua volta soggetto a fenomeni di insabbiamento. Un’altra zona critica soggetta ad arretramento è localizzata tra la Spiaggia di Marinella e Tre Fontane.

L’unità costiera è caratterizzata, nella parte est, da una costa rocciosa erodibile e, verso ovest, da tratti a costa bassa sabbiosa. Le aree critiche sono localizzate 13. Unità Fisiografica Costiera di Capo principalmente nei dintorni di Mazara del Vallo, ove le spiagge sono soggette ad Granitola – Capo Feto arretramento anche per la presenza di opere strutturali prossime alla linea di costa.

Fonte: Regione Siciliana Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico-Relazione Generale anno 2004

I dati aggiornati al 2017 sono rappresentati nelle Tavole 12a, 12b 12c e 12d allegate al presente Studio.

3.2.4 Aree protette e/o tutelate Al fine di individuare la presenza di aree protette nell’ambito del territorio interessato dal progetto, si considera un’area pari a 2 km dall’asse del tracciato esaminato. Nel presente capitolo sono analizzati:

» Siti di Importanza Comunitaria (SIC) o Zone Speciali di Conservazione (ZSC), secondo la Direttiva 92/43/CE (“Habitat” Direttiva); » Zone di Protezione Speciale (ZPS), secondo la Direttiva 2009/147/CE (Direttiva“Uccelli”). » Important Bird Areas (IBA); » Riserva Naturale Orientata (EUAP). La Tabella seguente illustra le aree protette sopra elencate presenti nell’area vasta di Studio. Il dettaglio delle aree protette e/o tutelate potenzialmente interferite dai corridoi onshore proposti è riportato nelle Tavole 19, 21,23, 25, 27, 29 redatte per le singole ipotesi.

Page 108 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.21: Aree protette e/o tutelate

Tipo di area Codice Nome protetta ITA010024 Fondali dell'Arcipelago delle Isole Egadi ITA040009 Monte San Calogero (Sciacca) ITA040012 Fondali di Capo San Marco - Sciacca ITA080010 Fondali Foce del Fiume Irminio SIC ITA090028 Fondali dell'isola di Capo Passero ITA090027 Fondali di Vendicari ITA080012 Torrente Prainito ITA080011 Conca del Salto ITA040015 Scala dei Turchi ITA090017 Cava Palombieri ITA080002 Alto corso del Fiume Irmino ITA080009 Cava d'Ispica ITA090007 Cava Grande del Cassibile, Cava Cinque Porte, Cava e Bosco di Bauli ITA090016 Alto corso del Fiume Asinaro, Cava Piraro e Cava Carosello ITA090018 Fiume Tellesimo ITA020025 Bosco di S. Adriano ITA020031 Monte d'Indisi, Montagna dei Cavalli, Pizzo Pontorno e Pian del Leone ITA020035 Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco ITA040007 Pizzo della Rondine, Bosco di S. Stefano Quisquina ITA010023 Montagna Grande di Salemi ITA010010 Monte San Giuliano ITA090005 Pantano di Marzamemi ITA080007 Spiaggia Maganuco ITA050008 Rupe di Falconara ITA050007 Sughereta di Niscemi ITA020042 Rocche di ZSC ITA050003 Lago Soprano ITA040006 Complesso Monte Telegrafo e Rocca Ficuzza ITA010005 Laghetti di Preola e Gorghi Tondi e Sciare di Mazara ITA020028 Serra del Leone e Monte Stagnataro ITA020036 Monte Triona e Monte Colomba ITA040005 Monte Cammarata - Contrada Salaci ITA020029 Monte Rose e Monte Pernice ITA010002 Isola di Marettimo ITA010004 Isola di Favignana ITA010006 Paludi di Capo Feto e Margi Span‗ ITA010012 Marausa: Macchia a Quercus calliprinos ITA010014 Sciare di Marsala ITA010022 Complesso Monti di Santa Ninfa - Gibellina e Grotta di Santa Ninfa ITA040003 Foce del Magazzolo, Foce del Platani, Capo Bianco, Torre Salsa ITA040004 Foce del Fiume Verdura ITA040008 Maccalube di Aragona ITA040010 Litorale di Palma di Montechiaro

Page 109 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tipo di area Codice Nome protetta ITA050006 Monte Conca ITA050010 Pizzo Muculufa ITA050011 Torre Manfria ITA060011 Contrada Caprara ITA070005 Bosco di Santo Pietro ITA080001 Foce del Fiume Irminio ITA080004 Punta Braccetto, Contrada Cammarana ITA080006 Cava Randello, Passo Marinaro ITA090002 Vendicari ITA010021 Saline di Marsala ITA090003 Pantani della Sicilia sud orientale ITA090010 Isola Correnti, Pantani di Punta Pilieri, chiusa dell'Alga e Parrino ITA090004 Pantano Morghella ITA090001 Isola di Capo Passero ITA010003 Isola di Levanzo ITA010007 Saline di Trapani ITA010001 Isole dello Stagnone di Marsala ITA010011 Sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e Foce del Belice ITA010026 Fondali dell'isola dello Stagnone di Marsala ITA050001 Biviere e Macconi di Gela ITA080005 Isola dei Porri ITA080003 Vallata del Fiume Ippari (Pineta di Vittoria) ITA080008 Contrada Religione ITA020048 Monti Sicani, Rocca Busambra e Bosco della Ficuzza ITA010031 Laghetti di Preola e Gorghi Tondi, Sciare di Mazara e Pantano Leone ZPS ITA010028 Stagnone di Marsala e Saline di Trapani - area marina e terrestre ITA050012 Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela ITA090029 Pantani della Sicilia sud-orientale, Morghella, di Marzamemi, di Punta Pilieri e Vendicari IBA 166 Biviere e Piana di Gela IBA IBA 167 Pantani di Vendicari e di Capo Passero EUAP0381 Riserva naturale Oasi Faunistica di Vendicari EUAP Riserva EUAP0383 Riserva naturale Pino d' Aleppo Naturale EUAP0379 Riserva naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio Fonte MATTM, LIPU- BirdLife Italia 2002 “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)” Numerosi biotopi e complessi di biotopi di interesse faunistico, floristico e vegetazionale sono stati identificati nell’area di studio, compresi fra gli estremi di emergenze puntiformi e di aree biogeografiche talora notevolmente estese e diversificate al loro interno. Vari fra questi siti e complessi sono stati oggetto delle misure di tutela Si tratta di:

a) Riserva naturale istituita b) Parco istituito c) Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve d) Vincolo 1497/39:

Page 110 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

- Bellezza individua - Bellezza d’insieme e) Vincolo L. 431/85 f) Vincolo di immodificabilità temporanea art. 5 L.R. 15/91. 3.2.4.1 Vincoli paesaggistici e territoriali

Ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”7, il patrimonio culturale è costituito dai beni paesaggistici e dai beni culturali. La Parte terza del D.Lgs. 42/2004 raccoglie le disposizioni sulla tutela e la valorizzazione dei beni paesaggistici. Ai sensi dell’art. 136, comma 1 sono sottoposti a vincolo:

a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali; b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del Codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza; c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici; d) le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. Ai sensi dell’art. 142, comma 1 sono inoltre sottoposti a vincolo: a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; e) i ghiacciai e i circhi glaciali; f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal d.P.R. 13 marzo 1976, n. 448; l) i vulcani;

7 Pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 28 della Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004 e successivamente modificato ed integrato dai Decreti Legislativi n.156 e n.157 del 24 marzo 2006 e dai Decreti Legislativi n.62 e n.63 del 26 marzo 2008, entrati in vigore il 24 aprile 2008.

Page 111 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

m) le zone di interesse archeologico. Per la definizione del regime vincolistico delle diverse alternative onshore si è fatto riferimento alle banche dati della Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali8, in particolare il S.I.T.A.P., Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico, banca dati a riferimento geografico su scala nazionale per la tutela dei beni paesaggistici, nella quale sono catalogate le aree sottoposte a vincolo paesaggistico dichiarate di notevole interesse pubblico dalle Leggi 1497/1939 e 431/1985, oggi ricomprese nel Decreto Legislativo 42/2004 (Parte Terza, Titolo I, articolo 142). 3.2.4.2 Aree Archeologiche

Le numerose componenti del sistema storico-archeologico della Sicilia e delle aree di interesse archeologico sono così suddivise:

» A aree complesse: di accertata entità ed estensione, cioè le città antiche (le polis, etc.);

- A1 aree complesse di entità minore: centri di limitata estensione (città, statio), villaggi preistorici, luoghi fortificati (frouria, etc.); - A2 insediamenti: luoghi di stanzialità antropica strutturata da elementi articolati in forme a volte complesse, accertate anche solo parzialmente, cioè:

▪ A2.1 Grotte, grotte carsiche e di scorrimento lavico, ripari, depositi;

▪ A2.2 Necropoli;

▪ A2.3 Abitazione/i rupestre/i;

▪ A2.4 Fattoria, casale, struttura agricola o rurale. Villa, villa rurale;

▪ A2.5 Insediamento-frequentazione con tracce di stanzialità (strutture murarie, tegole, resti, ruderi). Monete, tesoretto;

▪ A2.6 Impianto produttivo ( fornace, silos, cave, latomie, miniera, industria litica). - A3 manufatti isolati (componenti elementari): castelli, templi, chiese, basiliche, santuari anche rupestri, tombe monumentali; - A4 manufatti per l’acqua: acquedotti, cisterne; » B aree di interesse storico-archeologico;

- B1 Area di frammenti, frequentazione, presenza, testimonianza. - B2 Segnalazioni » C viabilità: tracciati viari storici principali ed agresti (con particolare riferimento alle centuriazioni), le strutture per la sosta e le segnalazioni militari, le carraie, le vie pavimentate, i ponti, i miliaria, le rotte di navigazione; » D aree delle strutture marine, sottomarine e dei relitti: emporia, aree della trasformazione del pesce (tonnare, vasche per il garum), moli, porti ed approdi, strutture portuali sommerse, relitti; » E aree dei resti paleontologici e paletnologici e delle tracce paleotettoniche:

- E1 spiagge fossili, fossili di età quaternaria; - E2 depositi paleontologici e antropozoici;

8 http://www.bap.beniculturali.it

Page 112 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

- E3 linea di battente marino; » F aree delle grandi battaglie dell’antichità, terrestri e navali. La tabella successiva riporta l’elenco dei principali siti archeologici segnalati dalla banca dati del servizio dei beni culturali della Regione Sicilia; il dettaglio delle aree archeologiche potenzialmente interferenti con le alternative analizzate sono riportate nelle Tavole 19, 21, 23, 25,27 e 29.

Tabella 3.22: I principali siti archeologici delle province di interesse pe il progetto

Provincia Comune Denominazione

Agrigento Licata Area archeologica di Licata

Agrigento Sambuca di Sicilia Area archeologica di Monte Adranone

Agrigento Sant'Angelo Muxaro Area archeologica di Sant'Angelo Muxaro

Agrigento Agrigento di Agrigento

Agrigento Naro Zona Archeologica

Agrigento Canicatti' Zona Archeologica "Vito Soldano"

Area archeologica di Monte Sant'Angelo e Castel

Agrigento Licata Sant'Angelo

Caltanissetta Gela Area archeologica Acropoli (Molino a Vento)

Caltanissetta Gela Area archeologica Bagni Greci di Gela

Area archeologica Bosco Littorio (Emporio Greco) di

Caltanissetta Gela Gela

Caltanissetta Caltanissetta Area archeologica

Caltanissetta San Cataldo Area archeologica

Caltanissetta Gela Castelluccio

Caltanissetta Mazzarino Area archeologica di Sophiana

Ragusa Ragusa Area archeologica Agora'

Ragusa Santa Croce Camerina Area archeologica Caucana

Ragusa Modica Area archeologica di Cava d'Ispica

Ragusa Ispica Area archeologica Parco Forza

Ragusa Pozzallo Torre Cabrera

Page 113 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Provincia Comune Denominazione

Trapani Campobello di Mazara Area archeologica Vincenzo Tusa

Trapani Pantelleria Area archeologica dell'Antica Cossyra

Trapani Favignana Grotta del Genovese - Levanzo

Trapani Calatafimi Area archeologica Segesta

Trapani Castelvetrano Area archeologica Selinunte

Fonte dati: http://www.regione.sicilia.it/beniculturali

3.2.5 Uso del suolo Per la definizione delle tipologie di uso del suolo presenti nell’area vasta di progetto sono stati acquisiti i dati della “Carta dell’Uso del Suolo” (aggiornamento del 2018) visualizzabile sul Geoportale Nazionale. Tale cartografia è codificata secondo la legenda Corine Land Cover e riclassificata a partire dalla carta Corine Biotipes selezionata dal sistema di classificazione europeo Corine Biotipes Manual (EUR 12587/3 EN), il cui ultimo aggiornamento è del 2018. Il quadro vegetazionale della fascia costiera meridionale della regione Sicilia si presenta abbastanza vario, tipico di una zona a prevalente vocazione agricola, con diverse colture specializzate, quali agrumeti, colture in serra e tendoni, frutteti, mandorleti, oliveti, vigneti, oltre al seminativo semplice che rappresenta la coltura principale. La porzione urbanizzata del territorio è per lo più discontinua se si escludono i principali centri urbani, quali Mazara del Valle e Gela. Nelle Tavole 13a, 13b, 13c, e 13d allegate al presente Studio si riportano gli stralci dell’uso del suolo per le aree di approdo e per i tracciati onshore.

3.2.6 Turismo e aree residenziali Per condurre un’analisi sui flussi turistici delle zone di interesse, ovvero le aree interessate dagli approdi e da i tracciati onshore, si fa riferimento alle elaborazioni dell'Osservatorio Turistico Regionale effettuate su dati ISTAT. La tabella successiva riporta i dati dei flussi turistici per le provincie interessate da approdi e tracciati onshore ricordando che:

» L’approdo e il tracciato onshore dell’ipotesi A si collocano in provincia di Trapani; » L’approdo e il tracciato onshore dell’ipotesi B1 si collocano in provincia di Trapani; » L’approdo e il tracciato onshore dell’ipotesi B2 si collocano in provincia di Agrigento; » L’approdo e il tracciato onshore delle ipotesi C1-C2-C3 si collocano in provincia di Agrigento; » L’approdo delle ipotesi D1-2 si colloca a cavallo tra le province di Agrigento e Caltanissetta mentre i tracciati onshore delle stesse ipotesi sono compresi nella provincia di Caltanissetta; » L’approdo e il tracciato onshore dell’ipotesi D3 si collocano in provincia di Caltanissetta; » L’approdo e il tracciato onshore delle ipotesi E1 ed E2 si collocano in provincia di Caltanissetta; » L’approdo e il tracciato onshore dell’ipotesi E3 si collocano in provincia di Ragusa; » L’approdo e il tracciato onshore dell’ipotesi F si collocano in provincia di Ragusa;

Page 114 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.23: Flussi turistici nelle provincie di interesse (anni 2017 e 2018)

Anni 2017-2018 Arrivi Presenze Province 2017 2018 Var.% 2017 2018 Var.% Agrigento 330.506 319.199 -3,4 1.036.316 1.008.162 -2,7 Caltanissetta 63.508 61.237 -3,6 260.756 248.861 -4,6 Ragusa 274.409 312.122 13,7 1.004.641 1.137.176 13,2 Trapani 698.642 688.663 -1,4 2.326.555 2.381.887 2,4 Fonte dati: http://pti.regione.sicilia.it/ La capacità ricettiva delle stesse provincie è proporzionata agli arrivi/presenze sopra riportate; infatti il grafico successivo riporta per il 2018 la consistenza ricettiva di queste province in termini di numero di esercizi e di posti letto disponibili.

Consistenza ricettiva - 2018 35.000

30.000

25.000

20.000 N. 15.000

10.000

5.000

0 Agrigento Caltanissetta Trapani Ragusa Numero esercizi 740 129 995 733 Posti letto 18.882 3.814 30.312 20.731

Fonte dati: elaborazione CESI su dati http://pti.regione.sicilia.it/

Figura 3.76: Consistenza ricettiva delle province di interesse

Dai dati risulta evidente che la maggior consistenza ricettiva risieda in Provincia di Trapani, che rappresenta anche la provincia più popolosa con un centro abitato particolarmente esteso intorno al capoluogo. Agrigento e Ragusa, di contro, hanno una buona capacità ricettiva però più distribuita sia nelle aree di costa che in quelle di interesse storico-culturale, ovvero di stampo maggiormente turistico. La provincia di Caltanissetta risulta essere quella a più bassa concentrazione di esercizi turistici data la sua scarsa popolosità e minore estensione del tratto costiero, peraltro interessato da una vasta area industriale quale quella di Gela. Le figure successive mostrano la distribuzione delle aree residenziali (dati ISTAT 2011) nelle aree potenzialmente interessate dalle ipotesi di approdo e di tacciati onshore.

Page 115 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte dati: elaborazione CESI su dati ISTAT 2011

Figura 3.77: Centri e nuclei abitati - ipotesi A, B, C

Fonte dati: elaborazione CESI su dati ISTAT 2011

Figura 3.78: Centri e nuclei abitati - ipotesi D ed EF

Page 116 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte dati: elaborazione CESI su dati ISTAT 2011

Figura 3.79: Centri e nuclei abitati - ipotesi F

Osservando le figure sopra riportate è possibile sintetizzare quanto segue:

» l’ipotesi A (tracciato onshore MP) interessa un’area poco urbanizzata posta nelle vicinanze dell’abitato di Mazara del Vallo, l’area è soprattutto a carattere agricolo e lungo la costa potrebbero essere presenti strutture turistiche; » l’ipotesi B1 e B2 (tracciati onshore CM1 e CM2) invece interessano tratti di costa con urbanizzazione diffusa con presenza di esercizi turistici di piccola e media dimensione; » le ipotesi C1-C2-C3 (tracciati onshore SC1-SC2-SC3) interessano un tratto di costa e di entroterra caratterizzato dalla presenza sparsa di attività ed esercizi turistici anche di media ed elevata dimensione; » le ipotesi D1-D2 (tracciati onshore BG1 e BG2) interessano aree a potenziale turistico mentre l’ipotesi D3 (tracciato onshore BG3) interessa un territorio a carattere più produttivo agricolo; » le ipotesi E1, E2 e E3 (rispettivamente ipotesi GA1, GA2, GA3 onshore) interessano un territorio non a carattere residenziale ma a destinazione prevalentemente industriale e /o agricolo- produttiva; » l’ipotesi F (tracciato onshore SM) interessa un tratto di costa a urbanizzazione più elevata con possibile presenza di esercizi a carattere turistico.

Page 117 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

3.2.7 Rete stradale Considerando le aree interessate dai possibili approdi, è possibile affermare che le aree caratterizzate da una viabilità principale sono soprattutto quelle limitrofe a Gela e a Mazara del Vallo; quest’ultima, in particolare, è l’unica tra le località interessate raggiunta dalla rete autostradale. In generale, invece, in corrispondenza degli approdi ipotizzati è presente al massimo una viabilità secondaria (provinciale, comunale e/o di tipo locale/vicinale). Le immagini successive riportano le immagini di dettaglio delle aree di approdo, dalle quali è possibile desumere la presenza di strade, utilizzabili come eventuali corridoi preferenziali per i tracciati di collegamento tra gli approdi e la rete dei metanodotti esistenti. Considerando l’ipotesi A (Ipotesi MP onshore) il territorio attraversato è sostanzialmente privo di viabilità principale, sono presenti eventualmente strade ad uso agricolo.

Fonte: Bing 2019 Figura 3.80: Viabilità nell’area dell’ipotesi A (tracciato MP onshore)

Considerando le ipotesi B1 e B2 (Rispettivamente ipotesi CM1 e CM2 onshore) si osserva la presenza di corridoi viabilistici, almeno parzialmente utilizzabili, appartenenti alla rete principale (strade comunali, provinciali e statali).

Page 118 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.81: Viabilità nell’area dell’ipotesi B1 (tracciato CM1 onshore)

Fonte: Bing 2019 Figura 3.82: Viabilità nell’area dell’ipotesi B2 (tracciato CM2 onshore)

Considerando le ipotesi C1, C2 e C3 (rispettivamente ipotesi SC1, SC2, SC3 onshore) si osserva la presenza di corridoi viabilistici, almeno parzialmente utilizzabili, appartenenti alla rete secondaria (strade comunali e agricole).

Page 119 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.83: Viabilità nell’area dell’ipotesi C1, C2 e C3 (rispettivamente tracciati SC1, SC2, SC3 onshore)

Considerando le ipotesi D1, D2 e D3 (rispettivamente ipotesi BG1, BG2, BG3 onshore) si osserva la presenza di corridoi viabilistici, almeno parzialmente utilizzabili, appartenenti alla rete principale (strade agricole, comunali, provinciali e statali). Data la lunghezza e la complessità di tracciato ipotizzabile per l’alternativa BG1 sarà sicuramente più difficile garantire la possibilità di seguire corridoi infrastrutturati esistenti.

Page 120 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.84: Viabilità nell’area dell’ipotesi D1, D2 (rispettivamente tracciati BG1, BG2 onshore)

Page 121 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.85: Viabilità nell’area dell’ipotesi D3 (tracciato BG3 onshore)

Considerando le ipotesi E1, E2 e E3 (rispettivamente ipotesi GA1, GA2, GA3 onshore) si osserva la presenza di corridoi viabilistici, per buona parte utilizzabili, grazie alla buona infrastrutturazione dell’area, appartenenti alla rete principale (strade comunali, provinciali e statali). Data la lunghezza e la complessità di tracciato ipotizzabile per l’alternativa GA3 sarà sicuramente più difficile garantire la possibilità di seguire corridoi infrastrutturati esistenti. I tracciati interessano aree produttive sia per la presenza di attività industriali che agricole (estesa presenza di aree coltivate a serra).

Page 122 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.86: Viabilità nell’area dell’ipotesi E1 (tracciato GA1 onshore)

Page 123 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.87: Viabilità nell’area dell’ipotesi E2, E3 (rispettivamente tracciati GA2, GA3 onshore)

Considerando, infine, l’ipotesi F (Ipotesi SM onshore) il territorio attraversato è dotato di infrastrutture stradali sia di tipo comunale che provinciale e statale potenzialmente utilizzabili come corridoi per la messa in opera del tracciato onshore F1.

Page 124 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: Bing 2019 Figura 3.88: Viabilità nell’area dell’ipotesi F (Tracciato SM onshore)

3.2.8 Rete Gas Nel seguito si propone la rappresentazione geografica e schematica dei gasdotti della rete di trasporto di Snam Rete Gas per la Regione Sicilia, pubblicata ai sensi dell'art. 3.1 della delibera 137/02 dell'Autorità per l'energia elettrica ed il gas ed in applicazione a quanto disposto dal Capitolo 2 del Codice di Rete di Snam Rete Gas.

Page 125 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte: http://www.snam.it/it/trasporto/Archivio/Anno-termico_2012_2013/Info-agli-utenti/index.html Figura 3.89: La Rete Gas in Sicilia

3.2.9 Titoli minerari per Idrocarburi Come già segnalato, i tracciati del gasdotto di progetto interferiscono con alcune aree gravate di titoli minerari per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi ubicate, nel tratto di mare di interesse, sia lungo costa (Golfo di Gela) sia in mare aperto (entro 12 miglia nautiche dalla costa). Le aree interessate da Istanze di ricerca, Permessi di ricerca e Concessioni di coltivazione degli idrocarburi, oltre alle Piattaforme offshore e alle Centrali di raccolta e trattamento nell’area di studio sono rappresentate nella Tavola 11 ed elencate nella seguente Tabella 3.24.

Page 126 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 3.24: Elenco dei Titoli minerari vigenti

Titoli minerari Nome

GELA

Concessioni di coltivazione (arancione) GIAURONE

LIPPONE - MAZARA DEL VALLO

Permessi di ricerca (verde) PASSO DI PIAZZA

Page 127 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Titoli minerari Nome

FRIDDANI

CASTRONUOVO

PIANO LUPO

Istanze di Concessione di coltivazione (in azzurro)

BONINCONTRO

Page 128 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Titoli minerari Nome

TORRENTE RIZZUTO

Istanze di ricerca (giallo)

CONTRADA GIARDINELLO

Fonte https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi

3.2.10 Siti di Interesse Nazionale (SIN) – area a terra Il SIN di Gela, di cui si è già parlato nel § 3.2.10, occupa 795 ettari di aree a terra; è caratterizzato da impianti di diversa tipologia: raffinerie, industrie chimiche, centrali elettriche, pozzi di estrazione di greggio (circa 80 nella Piana di Gela) e relativi gasdotti (circa 80 km) e centri di raccolta olio, depuratori biologici. Il risanamento ambientale è stato avviato nel 2000 ed è in capo alla società ambientale di Eni che gestisce, anche per le altre società (RaGe, Enimed e Versalis), le attività di mantenimento, monitoraggio e bonifica della falda, di messa in sicurezza d’emergenza, di bonifica e demolizione degli impianti ancora presenti nelle aree. La Tavola 14 riporta la perimetrazione del SIN, mentre nella figura successiva si osserva lo stato della bonifica dell’area a terra al 2018.

Page 129 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fonte MATTM S.I.N: Stato delle procedure per le bonifiche giugno 2018 Figura 3.90: Il Sito di Interesse Nazionale di Gela

Page 130 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

4.0 DESCRIZIONE DEI TRACCIATI OFFSHORE

4.1 Premessa I corridoi marini proposti per il gasdotto nella fase preliminare del Progetto sono stati valutati sulla base di criteri generali di seguito riportati:

» Minimizzare la lunghezza del corridoio; » Evitare per quanto possibile aree con specifiche criticità geologiche (frane sottomarine, aree con presenza di faglie, zone ad elevata sismicità etc.); » Evitare/Minimizzare l’interferenza con zone che possono nuocere all’integrità del gasdotto; » Evitare aree particolarmente pescose; » Evitare interferenza con aree interdette (aree militari, aree oggetto di permesso per lo sfruttamento di idrocarburi etc.); » Minimizzare le possibili interferenze con aree particolarmente sensibili in termini di biodiversità quali Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, biotopi, ma anche aree con presenza di praterie di posidonia oceanica lungo la costa, o aree di potenziale nidificazione di Caretta-Caretta); » Minimizzare le possibili interferenze con le aree a rischio archeologico, con conclamata presenza di ritrovamenti sottomarini, presenza di relitti etc.; State queste indicazioni, sono state identificate quattro ipotesi del tracciato offshore del gasdotto, riportate nella Tavola 1 allegata al presente documento e riproposte nella . Tali ipotesi sono:

» Ipotesi 1: OFF_1 – direzione prevalente NO (Mazara del Vallo; Sciacca) » Ipotesi 2: OFF_2 – direzione prevalente NNO (Butera) » Ipotesi 3: OFF_3 – direzione prevalente N (Gela) » Ipotesi 4: OFF_4 – direzione prevalente NNE (Pozzallo) Il punto di approdo a Malta è coincidente per tutte e 4 le ipotesi (“M”). Nel seguito si propone una sintesi della caratterizzazione per ciascuna ipotesi considerata sulla base delle informazioni riportate nel § 3.1.

Page 131 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Figura 4.1: I tracciati Offshore e Onshore

4.2 Tracciato OFF_1 – direzione prevalente NO (Mazara del Vallo; Sciacca) Per il tracciato OFF_1 l’approdo in Italia è previsto nei pressi Mazara del Vallo. Il tracciato ha una lunghezza complessiva compresa tra 250 e 300 km e prevede tre differenti ipotesi di approdo (Ipotesi A, B, C) (cfr. Tavola 15):

» Ipotesi A – Tracciato MP-M (tracciato marino OFF_1) » Ipotesi B – Tracciati CM-M (tracciato marino OFF_1) o Ipotesi B1 – Tracciato CM1-M o Ipotesi B2 – Tracciato CM2-M » Ipotesi C – Tracciati SC-M (tracciato marino OFF_1) o Ipotesi C1 – Tracciato SC1-M o Ipotesi C2 – Tracciato SC2-M Di seguito si riporta la sintesi delle principali caratteristiche del tracciato OFF_1.

Page 132 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 4.1: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_1

Indicatore Descrizione Riferimenti

Morfologia Il corridoio attraversa aree a morfologia complessa Tavola 2

La prima parte del tracciato si sviluppa ad una profondità relativamente costante intorno ai 100 m; la maggior parte del tracciato si approfondisce fino al raggiungimento di una Batimetria Tavola 2 profondità massima intorno ai 600 m per poi risalire alle quote inferiori del primo tratto nell’ambito degli avvicinamenti agli approdi.

Il tracciato si snoda solo inizialmente lungo la piattaforma iblea avente morfologia sub-pianeggiante. Lambisce il fronte della Figura 3.17 Geologia/Litologia/Tettonica “Falda di Gela” e si attesta nel tratto finale sul Plateau Avventura. Si rileva la presenza di faglie e fratture nell’area Figura 3.18 d’interesse; le principali sono quelle di Scicli, Comiso e Acate.

Il tracciato, in alcuni punti, interessa solo marginalmente Sismicità Tavola 3 un’area con attività macro e microsisimica storica.

Sulla piattaforma continentale siciliana verso il rift di Pantelleria (Plateau del Banco di Avventura e del Banco di Graham), sono stati identificati cinque apparati vulcanici sottomarini (Tetide, Anfitrite, Galatea, Cimotoe and Graham). Altri due rilevati sottomarini molto più vasti (Bannock e Banco Senza Nome), sono localizzati, rispettivamente, tra i Bacini di Malta e Pantelleria e vicino al bordo orientale del Banco Senza Nome. A pochi chilometri dalla costa tra Mazara del Vallo e Sciacca circa 14 chilometri a nord di quelli già noti del Banco Vulcanismo § 3.1.5 Graham, sono stati individuati sei apparati vulcanici sottomarini che sono stati chiamati Actea, Climene,Nesea, Doride, Ianeira e Ianassa. I vulcani si trovano a profondità tra 180 e 80 metri e il loro diametro varia da circa 400 a 1200 metri. Sul Plateau Ibleo–Maltese, sono stati rilevati numerosi vulcani di fango attivi 10 miglia dalla costa meridionale della Sicilia. In prossimità di Capo San Marco di Sciacca, a circa 6 miglia dalla costa, è stato rilevato un campo di pockmarks di medie dimensioni.

Il tracciato, nella zona di Malta, interseca quattro aree protette di cui tre relative a Uccelli marini (Żona fil-Baħar tal- Grigal, Żona fil-Baħar fil-Lvant, Żona fil-Baħar madwar Għawdex) e una a Delfini, tartarughe e Uccelli marini (Żona fil- Baħar fit-Tramuntana). Aree Protette e/o tutelate In corrispondenza delle coste siciliane si rileva la presenza del Tavole 4 e 5 SIC ITA040012 - Fondali di Capo San Marco – Sciacca in prossimità dell’approdo B2. Non sono presenti invece Aree Naturali Marine Protette (AMP). Non si rilevano altri specifici vincoli nell’area interessata dal tracciato.

Lungo il tracciato sono censiti alcuni relitti e in corrispondenza Aree Archeologiche (Relitti) degli approdi B1 e C1 ne sono segnalati alcuni compresi nelle Figura 3.31 e Tavola 6 “Zone Regolamentate”.

Page 133 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

Lungo il tratto di costa interessato dagli approdi si rileva la presenza di prateria di Posidonia talora continua e talora a chiazze. L’indice PosiX attribuisce al tratto in questione una Posidonia Oceanica § 3.1.10.1 classe da 1 (molto superiore alla media) a 3 (nella media); tre stazioni di monitoraggio hanno ottenuto una classe 2 (superiore alla media).

Il tracciato nel tratto iniziale attraversa la porzione di mare raccomandata per l’istituzione di aree di protezione per la conservazione del Delfino Comune. Fauna marina Rispetto alla distribuzione delle tartarughe (Caretta caretta) Tavola 7 nell’area di Sciacca e di Mazara del Vallo è segnalata una distribuzione rispettivamente di meno d 5 animali (intensità bassa) e di 5-15 animali (intensità media).

L’area non è particolarmente rilevante per le attività di pesca del M. merluccius; è invece interessata dalle attività correlate al M. barbatus. Il tracciato attraversa aree dedite alla pesca a Pesca strascico <18 m ma prevalentemente aree dedite alla pesca a Tavole 8 e 9 strascico > 18 m. Inoltre, nel tratto di avvicinamento agli approdi B e C attraversa un habitat essenziale per la vita di pesci.

Potrebbe interferire con il traffico marittimo di Mazara del Traffico marittimo Figura 3.70 Vallo

Il tracciato incontra 11 cavi sottomarini. In alcuni casi anche due volte; il corriodoio interseca il gasdotto Greenstream e Cavi sottomarini e gasdotti Tavola 10 considerando l’ipotesi A può interferire con il gasdotto Transmed

Il tracciato interessa aree soggette a istanze di Permesso di Titoli minerari per Idrocarburi Tavola 11 ricerca e Permessi di ricerca.

Tavola 14 e Figura SIN Il corridoio non interferisce con Aree SIN. 3.74

Page 134 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

4.3 Tracciato OFF_2 – direzione prevalente NNO (Butera) Per il tracciato OFF_2 l’approdo in Italia è previsto nei pressi di Gela. Ha una lunghezza complessiva di circa 190 km e prevede un’unica ipotesi di Approdo (Ipotesi D) (cfr. Tavola 16):

» Ipotesi D – Tracciati BG-M o Ipotesi D1 – Tracciato BG1-M (tracciato marino OFF_2) o Ipotesi D2 – Tracciato BG2-M (tracciato marino OFF_2) Di seguito si riporta la sintesi delle principali caratteristiche del tracciato OFF_2.

Tabella 4.2: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_2

Indicatore Descrizione Riferimenti

Il corridoio attraversa aree che presentano limitate variazioni di Morfologia Tavola 2 pendenza

La prima parte del tracciato si sviluppa ad una profondità relativamente costante intorno ai 100 m; la maggior parte del Batimetria tracciato si approfondisce fino al raggiungimento di una Tavola 2 profondità massima intorno ai 600 m per poi risalire alle quote inferiori del primo tratto.

Il tracciato si snoda inizialmente al margine della piattaforma iblea avente morfologia sub pianeggiante e nella parte Figura 3.17 Geologia/Litologia/Tettonica terminale nell’ambito della “Falda di Gela”. Si rileva la presenza di faglie e fratture nell’area d’interesse; le principali sono quelle Figura 3.18 di Scicli, Comiso e Acate.

Il tracciato interessa solo marginalmente un’area con attività Sismicità Tavola 3 macro e microsisimica storica.

Sul Plateau Ibleo–Maltese, sono stati rilevati numerosi vulcani Vulcanismo § 3.1.5 di fango attivi 10 miglia dalla costa meridionale della Sicilia.

Il tracciato, nella zona di Malta, interseca due aree protette (Seabirds) (Żona fil-Baħar tal-Grigal, Żona fil-Baħar fil-Lvant). Aree Protette e/o tutelate In corrispondenza, invece, delle coste siciliane non si rilevano Tavole 4 e 5 aree protette e/o tutelate e nemmeno Aree Naturali Marine Protette (AMP).

Lungo il tracciato e in corrispondenza degli approdi sono censiti alcuni relitti. Nel Porto di Gela è presente una “Zona Aree Archeologiche (Relitti) Regolamentata” (Ordinanza n. 28/2009 della Capitaneria di Figura 3.31 e Tavola 6 Porto di Gela, come modificata dalla successiva Ordinanza 27/2019).

La prateria di Posidonia oceanica non è presente nel tratto Posidonia Oceanica § 3.1.10.1 interessato dal tracciato.

Gran parte del tratto di mare interessato dal tracciato è tra Fauna marina quelli raccomandati per l’istituzione di aree di protezione per la Tavola 7 conservazione del Delfino Comune.

Page 135 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

Nell’area dell’approdo non è segnalata la presenza di tartarughe (Caretta caretta).

L’area non è particolarmente rilevante per le attività di pesca del M. merluccius; è invece interessata dalle attività correlate al Pesca Tavole 8 e 9 M. barbatus. Il tracciato attraversa aree dedite alla pesca a strascico < e > 18 m.

Traffico marittimo Potrebbe interferire con il traffico marittimo di Licata Figura 3.70

Il tracciato incontra 11 cavi sottomarini; il corriodoio interseca Cavi sottomarini e gasdotti Tavola 10 il gasdotto Greenstream

Il tracciato interessa aree soggette a istanze di Permesso di Titoli minerari per Idrocarburi Tavola 11 ricerca, Concessioni di coltivazione e piattaforme idrocarburi.

Il corridoio non interferisce con Aree SIN ma il corridoio in zona Tavola 14 e Figura SIN di approccio alla costa si colloca a distanze inferiori ai 15 km al 3.74 SIN di Gela

4.4 Ipotesi OFF_3 – direzione prevalente N (Gela) Per il tracciato OFF_3 l’approdo in Italia è previsto nei pressi di Gela. Ha una lunghezza complessiva compresa tra i 150 e i 170 km e prevede un’ipotesi di Approdo E (cfr. Tavola 17):

» Ipotesi E – Tracciati GA-M (tracciato marino OFF_3); o Ipotesi E1 – Tracciato GA1-M; o Ipotesi E2 – Tracciato GA2-M; o Ipotesi E3 – Tracciato GA3-M; In associazione all’Ipotesi Offshore 3 è compresa anche una delle alternative dell’Approdo D:

» Ipotesi D – Tracciati BG-M; o Ipotesi D3 – Tracciato BG3-M (tracciato marino OFF_3); Di seguito si riporta la sintesi delle principali caratteristiche del tracciato OFF_3.

Tabella 4.3: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_3

Indicatore Descrizione Riferimenti

Il corridoio attraversa aree aventi prevalente fondale Morfologia Tavola 2 subpianeggiante

La profondità di sviluppo del tracciato è relativamente costante Batimetria intorno ai 100 m e la profondità massima raggiunta è inferiore Tavola 2 ai 150 m

Geologia/Litologia/Tettonica Il tracciato si snoda lungo la piattaforma iblea avente Figura 3.17 morfologia subpianeggiante. Si rileva la presenza di faglie e

Page 136 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

fratture nell’area di interesse. Le principali sono quelle di Scicli, Figura 3.18 Comiso e Acate.

Il tracciato interessa marginalmente un’area con attività macro Sismicità Tavola 3 e microsisimica storica.

Sul Plateau Ibleo–Maltese, sono stati rilevati numerosi vulcani di fango attivi 10 miglia dalla costa meridionale della Sicilia, lungo le faglie adiacenti alla zona di fratturazione di Scicli. A 20 Vulcanismo § 3.1.5 km di distanza dal litorale di Gela, è stato individuato un campo di pockmarks, di circa 18 km²; il diametro di questi crateri, ha un range che varia dai 40 ai 310 metri.

Il tracciato, nella zona di Malta, interseca due aree protette (Seabirds) (Żona fil-Baħar tal-Grigal, Żona fil-Baħar fil-Lvant). Aree Protette e/o tutelate In corrispondenza, delle coste siciliane si rileva la presenza della Tavole 4 e 5 SPA ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela. Non sono presenti invece Aree Naturali Marine Protette (AMP).

Lungo il tracciato e in corrispondenza degli approdi sono censiti pochi relitti; la concentrazione maggiore è rilevabile nel Porto di Gela dove è possibile rilevare la presenza di una “Zona Aree Archeologiche (Relitti) Figura 3.31 e Tavola 6 Regolamentata” (Ordinanza n. 28/2009 della Capitaneria di Porto di Gela, come modificata dalla successiva Ordinanza 27/2019).

La prateria di Posidonia oceanica non è presente nel tratto Posidonia Oceanica § 3.1.10.1 interessato dal tracciato.

Il tratto di mare interessato dal tracciato è tra quelli raccomandati per l’istituzione di aree di protezione per la conservazione del Delfino Comune. Fauna marina Tavola 7 Rispetto alla distribuzione delle tartarughe (Caretta caretta) nell’area di Gela è segnalata una distribuzione inferiore ai 5 animali (intensità bassa).

L’area non è particolarmente rilevante per le attività di pesca del M. merluccius; è invece interessata dalle attività correlate al Pesca Tavole 8 e 9 M. barbatus. Il tracciato attraversa aree dedite alla pesca a strascico < e > 18 m.

Traffico marittimo Potrebbe interferire con il traffico marittimo di Gela Figura 3.70

Il tracciato incontra 11 cavi sottomarini; il corriodoio interseca Cavi sottomarini e gasdotti Tavola 10 il gasdotto Greenstream

Il tracciato interessa aree soggette a Concessioni di Titoli minerari per Idrocarburi coltivazione, piattaforme idrocarburi e centrali di raccolta e Tavola 11 trattamento

Tavola 14 e Figura SIN Il corridoio interferisce potenzialmente con Aree SIN. 3.74

Page 137 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

4.5 Ipotesi OFF_4 – direzione prevalente NNE (Pozzallo). Per il tracciato OFF_1 l’approdo in Italia è previsto nei pressi di Pozzallo. Ha una lunghezza complessiva di circa 110 km e prevede un’unica ipotesi di Approdo (cfr. Tavola 18):

» (Ipotesi F): Tracciato SP-M (tracciato marino OFF_4) Di seguito si riporta la sintesi delle principali caratteristiche del tracciato OFF_4.

Tabella 4.4: Sintesi delle caratteristiche del tracciato OFF_4

Indicatore Descrizione Riferimenti

Il corridoio attraversa aree aventi prevalente fondale Morfologia Tavola 2 subpianeggiante

La profondità di sviluppo del tracciato è relativamente costante Batimetria intorno ai 100 m e la profondità massima raggiunta è inferiore ai Tavola 2 150 m

Il tracciato si snoda lungo la piattaforma iblea avente morfologia subpianeggiante. Si rileva la presenza di faglie e fratture nell’area Figura 3.17 Geologia/Litologia/Tettonica d interesse anche se non si rilevano, sulla base dei dati disponibili, Figura 3.18 significative interferenze con il tracciato ipotizzato.

Sismicità Si rileva un’attività macro e microsisimica storica piuttosto intense. Tavola 3

Sul Plateau Ibleo–Maltese, sono stati rilevati numerosi vulcani di Vulcanismo fango attivi 10 miglia dalla costa meridionale della Sicilia, lungo le § 3.1.5 faglie adiacenti alla zona di fratturazione di Scicli.

Il tracciato interferisce marginalmente con due aree protette (Seabirds) nella zona di Malta ( Żona fil-Baħar tal-Grigal, Żona fil- Baħar fil-Lvant). In corrispondenza, invece, delle coste siciliane non Aree Protette e/o tutelate si rilevano aree protette e/o tutelate e non sono presenti Tavole 4 e 5 nemmeno Aree Naturali Marine Protette (AMP). Non si rilevano altri specifici vincoli nell’area interessata dal tracciato.

Lungo il tracciato e in corrispondenza degli approdi sono censiti Aree Archeologiche (Relitti) pochi relitti e nessuno di questi è tra quelli compresi nelle “Zone Figura 3.31 e Tavola 6 Regolamentate”

Lungo il tratto di costa interessato dall’approdo si rileva la presenza di prateria di posidonia continua (avente percentuale di Posidonia Oceanica ricoprimento del 70%). § 3.1.10.1 L’indice PosiX attribuisce al tratto in questione una classe 3 (nella media).

Il tratto di mare interessato dal tracciato è tra quelli raccomandati per l’istituzione di aree di protezione per la conservazione del Delfino Comune. Fauna marina Tavola 7 Rispetto alla distribuzione delle tartarughe (Caretta caretta) nell’area di Pozzallo è segnalata una distribuzione di 5-15 animali (intensità media).

Page 138 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

L’area non è particolarmente rilevante per le attività di pesca delle Pesca specie di maggior interesse. Il tracciato attraversa aree dedite alla Tavole 8 e 9 pesca a strascico < e > 18 m.

Traffico marittimo Potrebbe interferire con il traffico marittimo di Pozzallo Figura 3.70

Il tracciato incontra 11 cavi sottomarini. Il corridoio non interseca Cavi sottomarini e gasdotti Tavola 10 nessuna gasdotto sottomarino.

Il tracciato non interessa aree soggette a istanze di ricerca, Titoli minerari per Idrocarburi Permessi di ricerca, Concessioni di coltivazione e piattaforme Tavola 11 idrocarburi

Tavola 14 e Figura SIN Il corridoio non interferisce con Aree SIN. 3.74

Page 139 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

5.0 DESCRIZIONE DELLE AREE DI APPRODO E DEI TRACCIATI ONSHORE

5.1 Premessa I tracciati terrestri del gasdotto ipotizzati durante la fase preliminare del Progetto sono stati valutati sulla base di criteri generali di seguito riportati:

» Minimizzare la lunghezza del tracciato; » Ottimizzare gli attraversamenti, se possibile, con strutture esistenti; » Evitare aree con morfologie irregolari; » Evitare/Minimizzare l’interferenza con aree interdette o con zone che possono nuocere all’integrità del gasdotto; » Minimizzare le attività di cantiere e la modifica dei luoghi; » Rispettare le distanze minime, ai sensi della normativa vigente, da: o linee elettriche interrate, tralicci di linee elettriche aeree, sottostazioni elettriche e cabine di trasformazione; o gasdotti interrati; o edifici, aree urbane/industriali; o linee ferroviarie, strade principali, sottoservizi e infrastrutture importanti; » Evitare attraversamenti di aree di pertinenza degli edifici residenziali; » Evitare di interferire con nuove realizzazioni (ad es. nuove strade o infrastrutture, altri gasdotti di Snam Rete gas o EniMed, etc.); » Preferire parallelismi con altri gasdotti o infrastrutture lineari presenti sul territorio (condutture del gas e petrolifere, acquedotti, linee elettriche, strade, canali, etc.) per minimizzare le limitazioni relative alla proprietà privata; » Individuare i sistemi e gli impianti in linea secondo i codici applicabili e comunque in aree geomorfologicamente idonei e accessibili; » Mantenere le distanze da sorgenti e/o pozzi di approvvigionamento di acqua potabile; » Verificare la presenza di elementi antropici non previsti dalla pianificazione locale; » Evitare edifici illegali, altri edifici, costruzione di fatto, ecc; » Tracciare il gasdotto in aree pianeggianti su cime di colline o fondovalle, evitando aree in pendenza su versante; » Evitare frane e aree instabili dal punto di vista idrogeologico; » Evitare la localizzazione di impianti di superficie in aree soggette a inondazioni stagionali o negli alvei fluviali; » Negli attraversamenti fluviali, limitare il più possibile l'interferenza con le fasce di protezione dei corsi d'acqua (ovvero utilizzando la metodologia trenchless); » Transitare il più possibile in aree destinate ad uso agricolo evitando o limitando l'attraversamento di aree boscate e/o destinate a colture pregiate e aree in cui è previsto un futuro sviluppo residenziale o industriale; » Salvaguardare gli habitat naturali (Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, biotopi, zone umide, ecc.), evitando, per quanto possibile, di attraversarli;

Page 140 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

» Salvaguardare eventuali siti di interesse archeologico, storico e culturale, evitando, per quanto possibile, di attraversarli e cercando di ridurre il rischio di incontrare queste aree consultando la letteratura archeologica disponibile; in particolare il patrimonio culturale locale nei siti Gela a livello di protezione III; » Devono essere rigorosamente evitati I piani di salvaguardia; » Evitare miniere e cave. I Macro Corridoi ipotizzati nell’analisi delle alternative sono i seguenti (Tabella 5.1 e Tavole 15, 16, 17 e 18):

Tabella 5.1: I tracciati onshore

Ipotesi Tracciato Nome Comune onshore

A MP Mazara del Vallo Petrosino; Mazara del Vallo

B1 CM1 Campobello di Mazara; Castelvetrano Mazara del Vallo B2 CM2 Menfi Sciacca C1 SC1 Sciacca C2 SC2 Sciacca

C3 SC3 Ribera

D1 BG1 Butera, Mazzarino, Barrafranca, Petraperzia

D2 BG2 Butera/Gela Butera, Gela

D3 BG3 Gela

E1 GA1 Gela, Acate

E2 GA2 Gela/Acate Acate

E3 GA3 Gela, Acate

F SP Pozzallo/Modica Modica

Nel seguito si propone una sintesi della caratterizzazione per ciascuna ipotesi di tracciato onshore considerata sulla base delle informazioni riportate nel § 3.2.

Page 141 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

5.2 Tracciato onshore MP Il tracciato MP è ubicato in provincia di Trapani e attraversa i Comuni di Petrosino e di Mazara del Vallo. Il tracciato MP-M costituisce l’ipotesi complessiva A e si avvale del tracciato offshore OFF_1. La lunghezza del tracciato MP è stimabile nell’ordine dei 3 km. Le Tavole 19 e 20 rappresentano la sintesi della caratterizzazione territoriale ed ambientale delle ipotesi onshore collegate al tracciato MP, riportata anche nella seguente Tabella.

Tabella 5.2: Sintesi delle caratteristiche dell’ipotesi MP

Indicatore Descrizione Riferimenti

Geologia/Litologia Il tracciato attraversa depositi recenti. § 3.2.1

Nel corridoio onshore non si rilevano particolari Rischi naturali Tavola 20 elementi di dissesto.

Il tratto interessato dall’Approdo MP, nel periodo Erosione costiera 1960-2012, presenta un avanzamento della linea di Tavola 12a costa.

Interferisce con le seguenti aree protette e/o tutelate: - Paludi di Capo Feto e Margi Spanò (ITA010006) - Area Ramsar Palude di Capo Feto Aree Protette e/o tutelate E con i seguenti vincoli: Tavola 19 - Fascia di rispetto costiero (300m) art. 142, lett. a D.Lgs. 42/04 - Territori vincolati ai sensi della L. 29 Giugno 1939, n. 1497 (ora art.167 del D.lgs. 42/2004).

Nel corridoio onshore non si rilevano elementi tutelati Aree Archeologiche Tavola 19 dal vincolo archeologico.

Uso del suolo Il tracciato attraversa vigneti. Tavola 13a

In corrispondenza del corridoio ipotizzato non sono presenti tracciati stradali potenzialmente percorribili. Rete Stradale Figura 3.80 L’ipotesi attraversa aree miste produttive/aree turistiche e residenziali.

L’approdo è molto prossimo alla Rete Gas Nazionale e Tavole 19 e 20 Infrastrutture (Rete Gas) necessita di un breve tracciato onshore. Figura 3.89

Il tracciato non interferisce con titoli minerari per Titoli minerari per Idrocarburi Tavola 11 Idrocarburi.

SIN Il tracciato non interferisce con Aree SIN. Tavola 14

Page 142 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

5.3 Tracciati onshore CM1, CM2 I tracciati CM1 e CM2 sono ubicati in provincia di Trapani e attraversano i Comuni di Campobello di Mazara e Castelvetrano. La lunghezza del tracciato CM1 è stimabile nell’ordine dei 14 km. La lunghezza del tracciato CM2 è stimabile nell’ordine dei 7 km. Il tracciato CM1-M costituisce l’ipotesi complessiva B1 e si avvale del tracciato offshore OFF_1. Il tracciato CM2-M costituisce l’ipotesi complessiva B2 e si avvale anch’esso del tracciato offshore OFF_1. Le Tavole 21 e 22 rappresentano la sintesi della caratterizzazione territoriale ed ambientale delle ipotesi onshore dei tracciati CM1 e CM2, riportata anche nella seguente Tabella.

Tabella 5.3: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi CM1 e CM2

Indicatore Descrizione Riferimenti

Tracciato CM1: depositi Medio-Pleistocene Superiore Geologia/Litologia Tracciato CM2: depositi recenti; depositi Medio- § 3.2.1 Pleistocene Superiore

Lungo i corridoi onshore (CM1 e CM2) non si rilevano Rischi naturali Tavola 22 particolari elementi di dissesto.

Tracciato CM1 - Il tratto interessato dall’Approdo CM1, nel periodo 1960-2012, si trova al limite tra una zona che presenta un avanzamento della linea di costa e una che presenta invece un arretramento. Erosione costiera Tavola 12a Tracciato CM2 - Il tratto interessato dall’Approdo CM2, nel periodo 1960-2012, si trova al limite tra una zona che presenta un netto arretramento della linea di costa.

Tracciato CM1 interferisce con le seguenti aree protette e/o tutelate: - Sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e Foce del Belice (ITA010011) - Riserva naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe (EUAP0375) E con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) Aree Protette e/o tutelate Tavola 21 - Aree Boscate - Territori vincolati ai sensi della L. 29 Giugno 1939, n. 1497 (ora art.167 del D.lgs. 42/2004) Tracciato CM2 interferisce con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Aree Boscate - Vincolo Idrogeologico

Lungo il tracciato CM1 si rileva la presenza di Aree di Aree Archeologiche Tavola 21 interesse archeologico

Page 143 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

Tracciato CM1 - Vigneti; piantagioni di alberi da frutta e frutti di bosco; Uliveti. Uso del suolo Tavola 13a Tracciato CM2 - praterie naturali; terreni arabili non irrigati; aree agricole eterogenee; Vigneti.

In corrispondenza dei corridoi CM1 e CM2 si rileva la presenza di potenziali corridoi stradali almeno Rete Stradale Figura 3.81 e Figura 3.82 parzialmente utilizzabili. L’ipotesi attraversa aree miste produttive/aree turistiche e residenziali.

Il tracciato CM1 si colloca a circa 14 km dalla Rete Gas Tavole 21 e 22 Infrastrutture (Rete Gas) Nazionale mentre il tracciato B2 si trova a circa 7 km dallo stesso. Figura 3.89

I tracciati non interferiscono con titoli minerari per Titoli minerari per Idrocarburi Tavola 11 Idrocarburi.

SIN I tracciati non interferiscono con Aree SIN. Tavola 14

5.4 Tracciati onshore SC1, SC2, SC3 I tracciati SC1, SC2, SC3 sono ubicati in provincia di Agrigento in territorio comunale di Sciacca (SC1, SC2) e di Ribeira (SC3). La lunghezza di tutte e tre i tracciati è stimabile nell’ordine dei 3 km. Il tracciato SC1-M coincide con l’ipotesi complessiva C1, il tracciato SC2-M con l’ipotesi complessiva C2 e il tracciato SC3-M con l’ipotesi complessiva C3; tutti i tracciati si avvalgono del tracciato offshore OFF_1. Le Tavole 23 e 24 rappresentano la sintesi della caratterizzazione territoriale ed ambientale delle ipotesi onshore dei tracciati SC1, SC2 e SC3, riportata anche nella seguente Tabella.

Tabella 5.4: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi SC1, SC2, SC3

Indicatore Descrizione Riferimenti

Tracciato SC1: depositi Medio Pliocene-Pleistocene; Fm Gessoso solfifera e Fm Trubi (Messiniano-Pliocene) Geologia/Litologia § 3.2.1 Tracciati SC2-SC3: depositi Medio Pliocene- Pleistocene

Lungo i corridoi onshore (C1, C2 e C3) non si rilevano Rischi naturali Tavola 24 particolari elementi di dissesto.

Tracciati SC1-SC2-Il tratto interessato, nel periodo Erosione costiera 1960-2012, non presenta modificazioni della linea di Tavola 12a costa.

Page 144 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

Tracciato SC3- Il tratto interessato dall’Approdo SC3, nel periodo 1960-2012, presenta un netto arretramento della linea di costa.

Tracciato SC1 interferisce con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Vincolo Idrogeologico Tracciato SC2 interferisce con i seguenti vincoli: Aree Protette e/o tutelate Tavola 23 - Fascia di rispetto costiero (300m) - Aree Tutelate (art. 134 leet. C D. Lgs 42/04) - Aree Boscate (art.142 lett. g) - Vincolo Idrogeologico Tracciato SC3 interferisce con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m)

Nei corridoi onshore (SC1, SC2 e SC3) non si rilevano Aree Archeologiche Tavola 23 elementi tutelati dal vincolo archeologico

Tracciato SC1- prevalenza di uliveti e presenza di terreni arabili non irrigati. Tracciato SC2-aree agricole eterogenee; Uliveti; Uso del suolo Tavola 13b terreni arabili non irrigati. Tracciato SC3- praterie naturali; terreni arabili non irrigati; piantagioni di alberi da frutta e frutti di bosco.

In corrispondenza dei corridoi SC1, SC2 e SC3 si rileva la presenza di potenziali corridoi stradali utilizzabili. Rete Stradale Figura 3.83 L’ipotesi attraversa aree miste produttive e residenziali e presenta numerose strutture turistiche

L’approdo è molto prossimo alla Rete Gas Nazionale e Tavole 23 e 24 Infrastrutture (Rete Gas) necessita di brevi tracciati onshore. Figura 3.89

I tracciati non interferiscono con titoli minerari per Titoli minerari per Idrocarburi Tavola 11 Idrocarburi

SIN I tracciati non interferiscono con Aree SIN Tavola 14

5.5 Tracciati onshore BG1, BG2, BG3 I tracciati BG1, BG2, BG3 sono ubicati in provincia di Caltanissetta in territorio comunale di Gela. La lunghezza del tracciato BG1 è stimabile nell’ordine dei 38 km. La lunghezza del tracciato BG2 è stimabile nell’ordine dei 33 km. La lunghezza del tracciato BG3 è stimabile nell’ordine dei 15 km.

Page 145 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Il tracciato BG1-M costituisce l’ipotesi complessiva D1, mentre il tracciato BG2-M coincide con l’ipotesi complessiva D2; entrambi si avvalgono del tracciato offshore OFF_2. Ad essi si aggiunge il tracciato BG3-M, che rappresenta l’ipotesi complessiva D3 e si avvale del tracciato offshore OFF_3. Le Tavole 25 e 26 riportano la sintesi della caratterizzazione territoriale ed ambientale delle ipotesi onshore dei tracciati BG1, BG2, BG3, riportata anche nella seguente Tabella.

Tabella 5.5: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi BG1, BG2, BG3

Indicatore Descrizione Riferimenti

Tracciato BG1: depositi recenti; depositi Medio- Pleistocene Superiore; Fm Gessoso solfifera e Fm Trubi Geologia/Litologia (Messiniano-Pliocene); Unità Troina, Argille Varicolori § 3.2.1 e Troina-Tesa (Cretaceo Superiore- Miocene Inferiore). Tracciati BG2- BG3: depositi recenti.

Tracciato BG1 non interferisce con aree di rischio. Tracciato BG2interseca aree a Pericolosità Idraulica Rischi naturali P1-P3. Tavola 26 Tracciato BG3 - interseca aree a Pericolosità Idraulica P1-P3; Presenza di Aree di Attenzione.

Tracciati BG1- BG2: Il tratto interessato, nel periodo 1960-2012, presenta un arretramento della linea di Erosione costiera costa. Tavola 12b Tracciato BG3: Il tratto interessato, nel periodo 1960- 2012, presenta un avanzamento della linea di costa.

Tracciato BG1 interferisce con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Vincolo Idrogeologico Tracciato BG2 interferisce con le seguenti aree tutelate: - ZPS - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (ITA050012) E con i seguenti vincoli: Aree Protette e/o tutelate Tavola 25 - Fascia di rispetto costiero (300m) - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Aree Boscate - Vincolo Idrogeologico Tracciato BG3 interferisce con le seguenti aree protette e/o tutelate: - SIC - Torre Manfria (ITA050011) E con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m)

Page 146 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

- Fascia di rispetto fluviale (150m)

I corridoi onshore BG1 e BG2 interferiscono con elementi tutelati dal vincolo archeologico. Aree Archeologiche Tavola 25 Il corridoio BG3 non interesse aree a vincolo archeologico.

Tracciato BG1: tessuto urbano continuo e discontinuo; terreni arabili non irrigati; aree agricole eterogenee; Vigneti; vegetazione Sclerofilla; Uliveti. Tracciato BG2: tessuto urbano continuo e discontinuo; Uso del suolo terreni arabili non irrigati; aree agricole eterogenee; Tavola 13c Vigneti; vegetazione Sclerofilla; Foreste; praterie naturali. Tracciato BG3: praterie naturali; terreni arabili non irrigati; vegetazione Sclerofilla

Data la lunghezza e la complessità di tracciato ipotizzabile per le alternative BG1 e BG2 sarà sicuramente più difficile garantire la possibilità di Rete Stradale seguire corridoi infrastrutturali esistenti rispetto Figura 3.84 e Figura 3.85 all’ipotesi BG3. Risulta, inoltre, che il tracciato BG3 interessa una zona a minor interesse turistico rispetto ai tracciati BG1 e BG2.

Le ipotesi BG1 e BG2 necessitano di percorsi superiori Tavole 25 e 26 Infrastrutture (Rete Gas) ai 30 km per raggiungere la rete gas esistente, mentre Figura 3.89 il tracciato BG3 ne richiede circa 15 km.

Tracciato BG1interferisce con aree oggetto di Istanza di Permesso di ricerca Tracciato BG2 interferisce con aree oggetto di Istanza Titoli minerari per Idrocarburi di Permesso di ricerca, di Permesso di ricerca e di Tavola 11 Concessione di coltivazione Tracciato BG3 interferisce con aree oggetto di Permesso di ricerca e di Concessione di coltivazione

SIN I tracciati non interferiscono con Aree SIN. Tavola 14

5.6 Tracciati onshore GA1, GA2, GA3 I tracciati GA1, GA2, GA3 sono ubicati in provincia di Caltanissetta, in territorio comunale di Gela, e in provincia di Ragusa, nel comune di Acate. La lunghezza del tracciato GA1 è stimabile nell’ordine dei 5 km. La lunghezza del tracciato GA2 è stimabile nell’ordine dei 10 km. La lunghezza del tracciato GA3 è stimabile nell’ordine dei 30 km.

Page 147 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Il tracciato GA1-M coincide con l’ipotesi complessiva E1, il tracciato GA2-M con l’ipotesi complessiva E2, il tracciato GA3-M con l’ipotesi complessiva E3; tutti i tracciati si avvalgono del tracciato offshore OFF_3. Le Tavole 27 e 28 rappresentano la sintesi della caratterizzazione territoriale ed ambientale delle ipotesi onshore ai tracciati GA1, GA2, GA3, riportata anche nella seguente Tabella.

Tabella 5.6: Sintesi delle caratteristiche delle ipotesi GA1, GA2, GA3

Indicatore Descrizione Riferimenti

Tracciato GA1: depositi recenti. Geologia/Litologia Tracciati GA2 e GA3: depositi recenti; depositi terrigeni § 3.2.1 marini e calcareniti (Pleistocene).

Tracciati GA1E2 non interferisce con aree di rischio. Rischi naturali Tracciato GA3 interseca aree a Pericolosità Idraulica Tavola 28 P1-P3.

Tracciati GA1- GA2- GA3: tutti i tratti,, nel periodo Erosione costiera 1960-2012, presenta un arretramento della linea di Tavola 12b-c costa.

Tracciato GA1 interferisce con le seguenti aree tutelate: - SIC – Biviere e Macconi di Gela (ITA050001) - ZPS - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (ITA050012) E con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Aree Boscate; - Vincolo Idrogeologico Tracciato GA2 interferisce con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) Aree Protette e/o tutelate Tavola 27 - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Vincolo Idrogeologico Tracciato GA3- interferisce con le seguenti aree tutelate: - SIC Sughereta di Niscemi ITA050007 - ZPS - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (ITA050012) E con i seguenti vincoli: - Fascia di rispetto costiero (300m) - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Aree Boscate - Vincolo Idrogeologico - Aree/siti archeologici

I corridoi onshore GA2 e GA3 interferiscono con Aree Archeologiche Tavola 27 elementi tutelati dal vincolo archeologico.

Page 148 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatore Descrizione Riferimenti

Il corridoio GA1 non interessa aree a vincolo archeologico.

Tracciato GA1: vegetazione sclerofilla; Discariche; terreni arabili non irrigati. Tracciato GA2: terreni arabili non irrigati; piantagioni di alberi da frutta e frutti di bosco; aree agricole Uso del suolo Tavola 13c eterogenee; uliveti; macchia; vegetazione sclerofilla. Tracciato GA3: terreni arabili non irrigati; piantagioni di alberi da frutta e frutti di bosco; aree agricole eterogenee; Uliveti; macchia.

Presenza di corridoi viabilistici per buona parte utilizzabili, grazie alla buona infrastrutturazione dell’area. Data la lunghezza e la complessità di tracciato ipotizzabile per l’alternativa GA3 sarà Figura 3.86 Rete Stradale sicuramente più difficile garantire la possibilità di seguire corridoi infrastrutturati esistenti. I tracciati Figura 3.87 interessano aree produttive sia per la presenza di attività industriali che agricole (estesa presenza di aree coltivate a serra).

L’ipotesi GA1 necessita di un corridoio di circa 5 km per Tavole 27 e 28 Infrastrutture (Rete Gas) collegarsi alla rete nazionale gas; l’ipotesi GA2 di circa Figura 3.89 10 km e l’ipotesi GA3 di circa 30 km.

Tracciato GA1: interferisce con aree oggetto di Concessione di coltivazione. Tracciato GA2: interferisce con aree oggetto di Titoli minerari per Idrocarburi Permesso di ricerca e di Concessione di coltivazione. Tavola 11 Tracciato GA3: interferisce con aree oggetto di Permesso di ricerca, Istanza di Concessione di coltivazione e Concessione di coltivazione.

Tracciato GA1 interferisce marginalmente con il SIN SIN “Gela”. Tavola 14 I tracciati GA2 e GA3non interferiscono con Aree SIN.

5.7 Tracciato onshore SP Il tracciato “SP” è ubicato in provincia di Ragusa in territorio comunale di Modica. Il tracciato SP-M costituisce l’ipotesi complessiva F e si avvale del tracciato offshore OFF_4. La lunghezza del tracciato SP è stimabile nell’ordine dei 7 km.Le Tavole 29 e 30 rappresentano la sintesi della caratterizzazione territoriale ed ambientale delle ipotesi onshore collegate al tracciato SP, riportata anche nella seguente Tabella.

Page 149 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 5.7: Sintesi delle caratteristiche dell’ipotesi SP

Indicatore Descrizione Riferimenti

Il tracciato attraversa la Formazione di Ragusa Geologia/Litologia § 3.2.1 (Oligocene-Miocene Inferiore).

Nel corridoio onshore non si rilevano alcune Aree di Rischi naturali Tavola 30 Attenzione

Il tratto interessato, nel periodo 1960-2012, non Erosione costiera Tavola 12c presenta modificazioni della linea di costa.

Interferisce con le seguenti aree tutelate: - SIC - Spiaggia Maganuco (ITA080007) - SIC - Contrada Religione (ITA080008) E con i seguenti vincoli: Aree Protette e/o tutelate Tavola 29 - Fascia di rispetto costiero (300m) art. 142, lett. a D.Lgs. 42/04 - Fascia di rispetto fluviale (150m) - Territori vincolati ai sensi della L. 29 Giugno 1939, n. 1497 (ora art.167 del D.lgs. 42/2004)

Nel corridoio onshore si rilevano alcuni elementi di Aree Archeologiche Tavola 29 interesse archeologico.

Il tracciato attraversa terreni arabili non irrigati; aree Uso del suolo Tavola 13d agricole eterogenee.

In corrispondenza dell’ipotesi onshore F1 si rileva la presenza di potenziali corridoi stradali utilizzabili. Rete Stradale Figura 3.88 L’ipotesi attraversa aree miste produttive/aree turistiche e residenziali

L’approdo è prossimo a una linea di metanodotto Tavole 29 e 30 Infrastrutture (Rete Gas) secondaria appartenete alla Rete Regionale Gas Figura 3.89

Il tracciato non interferisce con titoli minerari per Titoli minerari per Idrocarburi Tavola 11 Idrocarburi

SIN Il tracciato non interferisce con Aree SIN Tavola 14

Page 150 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

6.0 VALUTAZIONE AMBIENTALE

6.1 Analisi Multi Criteria In tempi recenti è stata posta particolare attenzione alle relazioni tra i temi ambientali e la crescita economica sostenibile da parte di soggetti pubblici e privati le cui attività possono comportare un’alterazione degli equilibri ambientali. È quindi cresciuta la necessità di valutare la sostenibilità ambientale e sociale delle scelte di interventi strategici nel rispetto delle normative ambientali. La necessità di trovare soluzioni coerenti con lo sviluppo sostenibile e compatibili con le problematiche sociali e ambientali ha stimolato studi e ricerche interdisciplinari che hanno cercato di integrare tali problematiche attraverso l'applicazione di metodi che consentono il confronto tra diverse soluzioni. Questi metodi seguono due principali direzioni di ricerca:

» Metodi monetari: basati su principi economici del welfare e generalmente rappresentati dall'analisi costi-benefici (ACB), un processo sistematico per il calcolo e il confronto di benefici e costi di un progetto, decisione o politica governativa; » Metodi non monetari: basati sulla teoria a supporto della decisione che considera esplicitamente più criteri negli ambienti decisionali, al fine di effettuare un confronto tra diverse soluzioni di un problema (AMC). Vi è la necessità di organismi, sia pubblici che privati, le cui attività possano generare effetti negativi sull'ambiente, strumenti di valutazione che li supportino nella classifica, comparando e/o selezionando le opzioni alternative più adatte, quella che genera i minori cambiamenti nella qualità ambientale esistente, soddisfacendo i requisiti del progetto. Per lo sviluppo del presente studio delle alternative, dato il livello di dettaglio delle informazioni del progetto, è stata scelta una metodologia basata su un'analisi multi-criteri (AMC) per confrontare e classificare soluzioni alternative di localizzazione da un punto di vista ambientale e non economico. L'AMC è una procedura di valutazione che, alla luce di un obiettivo e di una serie di scelte strategiche di intervento per raggiungerlo, effettua una valutazione comparativa tra queste alternative attraverso la valutazione delle loro pressioni ambientali in relazione a diversi criteri, che devono essere obiettivi e misurabili. Per essere efficace, la metodologia deve essere obiettiva, semplice nel descrivere un contesto tanto complesso quanto l'ambiente, e deve essere chiaramente comprensibile e riproducibile. Rappresenta una metodologia di valutazione non economica utilizzata per formulare un'opinione sulla convenienza di un progetto o di un'attività caratterizzata da effetti negativi sociali e ambientali, che è spesso più importante della valutazione economica. Nel caso di interesse, rappresenta un sistema di supporto alle decisioni per le scelte territoriali, che consente un confronto tra diverse soluzioni di localizzazione attraverso gli stessi criteri di decisione, con una vasta gamma di importanza e significato.

Page 151 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

La metodologia è più efficace dal punto di vista operativo, per le scelte territoriali, se sviluppata in ambiente GIS, a causa della maggiore capacità di elaborazione e gestione di dati territoriali complessi. L'analisi è stata suddivisa nelle seguenti fasi:

» analisi territoriale e ambientale per ciascun tracciato sottomarino e terrestre; » identificazione di criteri decisionali significativi (Indicatori) per il confronto tra le diverse soluzioni di tracciati; » raccolta e/o calcolo del valore degli Indicatori (dati di input); » definizione e attribuzione di un peso a ciascun Indicatore, in relazione alla sua importanza rispetto agli altri (vettore dei pesi); » calcolo di un indice globale per ciascuna alternativa complessiva di tracciato, risultante dalla somma ponderata dei valori degli Indicatori; » classificazione e identificazione delle soluzioni più compatibili dal punto di vista ambientale e sociale.

6.2 Selezione degli indicatori L'obiettivo degli Indicatori di impatto ambientale è fornire una serie relativamente piccola di descrittori facilmente misurabili degli effetti sull'ambiente in cui sarà situato il progetto. Una possibile e più qualificata definizione di Indicatore ambientale è da parte dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) "un parametro o un valore derivato da parametri che indica, fornisce informazioni e / o descrive lo stato dell'ambiente e ha un significato che va oltre quello direttamente associato a un dato valore parametrico."9. Pertanto, un Indicatore "descrive" un oggetto specifico (ambientale, sociale, economico), attraverso attributi quali-quantitativi. L'OCSE definisce anche l’Indice come "un'aggregazione, spesso ponderata, di parametri o indicatori" e il Parametro come "una caratteristica misurabile e osservabile dell'indicatore". Una definizione più intuitiva è fornita dall'Agenzia Nazionale Ambientale Italiana (ISPRA): “La funzione intrinseca degli indicatori è quella di indicare lo stato o la variazione di stato di un fenomeno non direttamente misurabile. I dati di input, anche se organizzati, non sono indicatori ipso facto. Diventano indicatori solo quando sono collegati a un fenomeno che non è direttamente misurato da loro”. Le Agenzie internazionali ed europee più autorevoli (tra cui OCSE, EUROSTAT, WRI-World Resources Institute) hanno identificato una serie di criteri per un'adeguata selezione di indicatori. Questi criteri definiscono le caratteristiche principali di un indicatore ideale:

» significato e utilità; » flessibilità analitica; » misurabilità.

9OECD; 2001. Environmental Indicators. Towards sustainable development. OECD Publications, ISBN 92-64-18718-9 – No. 52079 2001.\

Page 152 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Gli indicatori proposti in questo studio soddisfano i requisiti riportati e sono stati formulati e selezionati sulla base delle numerose esperienze nel campo della valutazione multicriteri, dopo un'analisi approfondita delle caratteristiche del progetto di interconnessione. Gli indicatori selezionati, divisi in parametri, sono stati raggruppati in due famiglie principali in base al loro significato:

» Famiglia di Indicatori territoriali e ambientali; » Famiglia di Indicatori tecnici. Gli aspetti tecnici sono considerati solo per le loro possibili conseguenze sull'ambiente. L'analisi non ha lo scopo di valutare le scelte tecniche. È importante sottolineare che gli indicatori di questa classe sono influenzati dal livello di dettaglio della progettazione. Sulla base dei vincoli paesaggistici e ambientali, sono stati identificati fattori ambientali e antropici e requisiti tecnici minimi del progetto, zone di attrazione ed esclusione per le soluzioni alternative di interconnessione. Gli indicatori e i parametri selezionati sono elencati di seguito, sia per la sezione offshore sia per la sezione onshore.

Tabella 6.1: Indicatori e Parametri Sezione OFFSHORE

FAMIGLIA INDICATORE PARAMETRO Interferenza con Aree Protette e/o tutelate Marine - Malta Interferenza con Aree Protette e/o tutelate Marine - Aree Protette e/o tutelate Italia Interferenza con altri vincoli

Potenziale presenza di Posidonia oceanica Biocenosi/Fauna marina Interferenza con Fauna marina: distribuzione tartarughe (Caretta caretta) Elementi territoriali e ambientali Interferenza con la pesca

Fattori antropici Traffico Marittimo

Presenza di Area SIN

Morfologia Geologia/Litologia/Tettonica Elementi fisici Sismicità Presenza di vulcani sottomarini/pockmarks

Lunghezza del gasdotto Offshore Caratteristiche tecniche Batimetria Elementi tecnici Interferenza con gasdotti Infrastrutture Interferenza con infrastrutture marine (Titoli minerari per Idrocarburi e impianti

Page 153 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.2: Indicatori e Parametri Sezione ONSHORE

FAMIGLIA INDICATORE PARAMETRO

Interferenza con Aree Protette e/o tutelate Aree Protette e/o tutelate Interferenza con altri vincoli

Geologia/Litologia

Elementi fisici Rischi naturali Elementi territoriali e ambientali Erosione costiera

Copertura del suolo

Fattori antropici Presenza di area turistica

Presenza di Area SIN

Lunghezza del Gasdotto Onshore Caratteristiche tecniche Utilizzo di corridoi esistenti

Interferenza con titoli minerari per Idrocarburi ed Elementi tecnici Infrastrutture impianti relativi

Utilizzo/modifica di impianti esistenti Facilities Distanza dalla rete gas esistente

Le seguenti informazioni minime sono definite per ciascun Indicatore/Parametro.  Descrizione Indicatore: definisce l'Indicatore e deve elencare eventuali sottoindicatori e parametri in cui è stato scomposto;

 Metodo di calcolo/rilevazione: descrive l'analisi eseguita su indicatori e parametri con cui viene eseguita o calcolata

 Fonte dei dati: sono i metadati, le informazioni sull'indicatore, come il creatore o l'autore, la disponibilità, lo scopo, il tempo di riferimento devono indicare gli strumenti e la bibliografia da cui si possono trovare informazioni sull'indicatore, specificando l'ultimo aggiornamento dei dati Fonte.

La descrizione di ciascun indicatore è riportata di seguito.

Page 154 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

6.2.1 Indicatori territoriali e ambientali Indicatore: Aree Protette e/o tutelate

Sezione di applicazione: OFFSHORE, ONSHORE

 Descrizione Indicatore

L'Indicatore descrive indirettamente il potenziale impatto sulle Aree Protette (Naturali e Culturali) e gli Habitat con valori ecologici che possono essere disturbati dalla costruzione o dalla fase operativa del progetto.

L'Indicatore è espresso nei due parametri "Aree Protette e/o tutelate" comprendenti le aree EUAP e i siti Natura 2000 e "Altri Vincoli”, che comprendono la presenza di aree di interesse archeologico.

 Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato indica se il progetto interferisce potenzialmente con:

» le Aree Protette e/o tutelate (si veda §§ 3.1.8; 3.2.4) » le risorse del patrimonio culturale (si veda §§ 3.1.9; 3.2.4) Il metodo applicato considera la presenza di Aree Protette e/o tutelate, Risorse del patrimonio culturale, relativi vincoli territoriali direttamente interferenti o ubicati nella fascia di pertinenza del corridoio dell’alternativa considerata.

 Fonte dei dati:

ERA Public Consultation on the Management of Malta’s Marine Natura 2000 Network

MATTM - https://www.minambiente.it/

LIPU- BirdLife Italia 2002 “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)” http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina/relitti.htm

Indicatore: Biocenosi/Fauna marina

Sezione di applicazione: OFFSHORE

 Descrizione Indicatore

L'Indicatore descrive indirettamente il potenziale impatto su Biocenosi e Fauna marina che possono essere disturbati dalla costruzione o dal funzionamento del progetto.

L'Indicatore è espresso nei due parametri “Potenziale presenza di Posidonia oceanica”, come “Interferenza con la Fauna marina” (distribuzione di Caretta caretta).

Page 155 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

 Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato indica se il progetto interferisce potenzialmente con:

» la presenza di Posidonia oceanica (si veda § 3.1.8) » la presenza di Fauna marina rispetto alla distribuzione di Caretta caretta (si veda § 3.1.11).  Fonte dei dati:

Notarbartolo Di Sciara G., Birkun A.jr, 2010

ACCOBAMS Report of the Fourth Meeting of the contracting Parties to Accobams, 2010

Caracappa S., Persichetti F. , Piazza A., Caracappa G., Gentile A., Marineo S., Crucitti D., Arculeo M2018 Incidental catch of loggerhead sea turtles (Caretta caretta) along the Sicilian coasts by longline fishery http://mammiferimarini.unipv.it http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/biodiversita-1/osservatorio-regionale-della-biodiversita- dellambiente-marino-e-terrestre-1/la-biodiversita-dei-banchi-dello-stretto-di-sicilia

Indicatore: Fattori antropici

Sezione di applicazione: OFFSHORE

 Descrizione Indicatore

L'Indicatore descrive indirettamente il potenziale impatto le attività antropiche che possono essere disturbate dalla costruzione o dal funzionamento del progetto.

L'Indicatore è espresso come “Interferenza con la pesca” , “Traffico Marittimo” e “Presenza di aree SIN”.

 Metodo di calcolo/rilevazione

L’ “Interferenza con la pesca” considera la diretta interferenza con le aree di distribuzione di alcune specie (Merluccius merluccius; Mullus barbatus) e con le aree di pesca a strascico nel Canale di Sicilia.

È qui segnalata la potenziale interferenza con aree SIN da parte dei corridoi ipotizzati.

Si indica la potenziale interferenza con il traffico marittimo associato ai principali porti di interesse

 Fonte dei dati: http://www.fao.org

Garofalo et al., 2011

Vega Fernández, 2012 http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/biodiversita-1/osservatorio-regionale-della-biodiversita- dellambiente-marino-e-terrestre-1/la-biodiversita-dei-banchi-dello-stretto-di-sicilia

Page 156 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Sezione di applicazione: ONSHORE

 Descrizione Indicatore

L’Indicatore descrive indirettamente l’impatto sull’utilizzo del suolo, comprensivo anche di attività antropiche, che può essere disturbato dalla costruzione o dal funzionamento del progetto.

L’Indicatore è espresso come “Copertura del suolo”, “Presenza di area turistica” e “Presenza di area SIN”.

 Metodo di calcolo/rilevazione

L’Indicatore “Copertura del suolo”, rappresenta la tipologia di uso del suolo che può essere disturbata dalla costruzione o dal funzionamento del progetto. La maggior parte del territorio è coperto da vegetazione.

La “Presenza di area turistica” sottolinea le differenze tra le aree urbane e industriali e le numerose aree a vocazione turistica lungo le coste siciliane.

È qui segnalata la potenziale interferenza con aree SIN da parte dei corridoi ipotizzati..

 Fonte dei dati:

Corine Land Cover 2018 www.isprambiente.gov.it

Indicatore: Elementi fisici

Sezione di applicazione: OFFSHORE, ONSHORE

 Descrizione Indicatore

Sezione Offshore: L’Indicatore considera la morfologia, l’assetto geologico, strutturale e sismico del fondo marino. E’ considerata anche la presenza di fenomeni vulcanici sottomarini e di ”pockmarks”.

Sezione Onshore: L’Indicatore considera interferenza con elementi fisici critici e la presenza di rischi naturali e l’erosione costiera.

L’Indicatore è espresso come “Morfologia”, “Geologia/Litologia/Tettonica”, “Sismicità” “Presenza di vulcanici sottomarini/”pockmarks”, “Rischi Naturali”, “Erosione costiera”.

 Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato indica se ci sono una o più interferenze con la presenza di rischi naturali esistenti (ad es. Frane, Vulcanismo, Sismicità) ed elementi e fenomeni fisici critici.

Page 157 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

 Fonte dei dati:

Regione Siciliana Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico-Relazione Generale anno 2004 http://www.pcn.minambiente.it/viewer/index.php?services=Progetto_coste_2017 http://www.portaleacque.salute.gov.it/PortaleAcquePubblico/mappa.do http://diss.rm.ingv.it/dissmap/dissmap.phtml http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/sicilia.html

E. Lodolo, D Civile, M. Zecchin, L. Zampa, F. Accaino A series of volcanic edifices discovered a few kilometers off the coast of SW Sicily MARINE GEOLOGY Volume 416, October 2019

Domenico Macaluso - Vulcanesimo sedimentario e ricerca di idrocarburi in mare. La scoperta di un grande pockmark nello stretto di Sicilia. Geologia dell’Ambiente N. 2/2016

6.2.2 Indicatori Tecnici Indicatore: Caratteristiche tecniche

Sezione di applicazione: OFFSHORE

 Descrizione Indicatore

L’Indicatore è espresso come:

» “Lunghezza del Gasdotto Offshore”: indica indirettamente l’interferenza del tracciato marino sull’intero contesto ambientale, sia durante la fase di costruzione che operativa del progetto. » “Batimetria”: mostra le caratteristiche del profilo delle profondità previste per la posa della conduttura; l’elemento riguarda gli aspetti tecnici del progetto.  Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato considera la lunghezza in chilometri, calcolata automaticamente con il GIS come misura lineare, dei tracciati alternativi analizzati.

Il metodo applicato considera poi il valore medio della profondità del profilo del tracciato esaminato.

 Fonte dei dati: https://portal.emodnet-bathymetry.eu/.

Elaborazioni GIS su CTR e Ortofotocarte

TRACTABEL - ERM: Analisi Preliminare delle Alternative di Progetto (Macro Corridoi e Tracciati indicativi) Rev 00 (31/03/2016)

Page 158 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Sezione di applicazione: ONSHORE

 Descrizione Indicatore

Sono considerate le caratteristiche del gasdotto. L’Indicatore è espresso come:

• “Lunghezza del Gasdotto Onshore” che indica indirettamente l’interferenza del tracciato terrestre sull’intero contesto ambientale, sia durante la fase di costruzione che operativa del progetto.

• “Utilizzo di corridoi esistenti” considera come preferenziali i corridoi presenti sul territorio che possono essere affiancati in parallelo dal nuovo gasdotto. I corridoi sono in genere rappresentati da infrastrutture esistenti quali gasdotti, linee elettriche, strade, ferrovie. Sono qui verificati a larga scala. La scelta di seguire un corridoio è generalmente una soluzione più compatibile con l’ambiente rispetto alla realizzazione di una nuova linea in un’area vergine/non antropica.

 Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato considera la lunghezza in chilometri, calcolata automaticamente con il GIS come misura lineare, dei tracciati alternativi terrestri analizzati. Il metodo applicato considera le infrastrutture esistenti. Verifica se il gasdotto si sviluppa prevalentemente parallelo e in prossimità di corridoi esistenti, considerando la proiezione ortogonale sul piano orizzontale di riferimento.  Fonte dei dati:

Elaborazioni GIS su CTR e Ortofotocarte TRACTABEL - ERM: Analisi Preliminare delle Alternative di Progetto (Macro Corridoi e Tracciati indicativi) Rev 00 (31/03/2016).

Indicatore: Infrastrutture

Sezione di applicazione: OFFSHORE, ONSHORE

 Descrizione Indicatore

Sezione Offshore: L’Indicatore considera l’interferenza con altre infrastrutture, che può essere ostativa alla realizzazione del progetto. L’Indicatore è espresso come “Interferenza concavi sottomarini e con gasdotti”, “Interferenza con infrastrutture marine (Titoli minerari per Idrocarburi e impianti)”. Sezione Onshore: L’Indicatore è espresso come “Interferenza con Titoli minerari per Idrocarburi e impianti”.  Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato considera le infrastrutture esistenti.

Page 159 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

 Fonte dei dati: https://www.transmed-spa.it/; https://www.greenstreambv.com/; Titoli minerari: https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi.

Indicatore: Facilities

Sezione di applicazione: ONSHORE

 Descrizione Indicatore

L’Indicatore considera la presenza di una rete di gasdotti esistente alla qualeil progetto potrà collegarsi oppure la necessità di apportare modifiche e ampliamenti sostanziali alla rete esistente per adeguarla al progetto.. La possibilità di connettersi alla rete esistente senza sostanziali modifiche della stessa esprime una potenziale limitazione dell’impatto dell’opera sul territorio, che utilizzerà strutture già esistenti, senza realizzarne di nuove, con conseguente minor consumo di risorse e impatto sull’ambiente coinvolto. L’Indicatore è espresso come “Utilizzo/modifica della rete di gasdotti esistente” e come “Distanza dalla Rete Gas esistente”.  Metodo di calcolo/rilevazione

Il metodo applicato considera la Presenza o l’assenza di gasdotti esistenti che possano essere impiegate per il funzionamento del nuovo gasdotto.  Fonte dei dati: http://www.snam.it/it/trasporto/Archivio/Anno-termico_2012_2013/Info-agli-utenti/index.html

6.3 Definizione delle classi di giudizio Il valore degli indicatori e dei parametri è stato espresso mediante giudizi quantitativi e qualitativi. L’analisi multicriteri condotta ha definito delle classi di giudizio della valutazione ambientale, sulla base della distribuzione dei dati reperiti per ogni singolo Indicatore o Parametro. Sono state definite tre possibili classi di giudizio per ciascun Parametro e Indicatore e ad ogni classe di giudizio è stato assegnato un colore della scala semaforica:

» Verde, se l’elemento promuove la scelta di quella soluzione; » Rosso, se si tratta di un elemento a sfavore della scelta di quella soluzione; » Giallo, se l’elemento si pone come elemento intermedio, di attenzione nella scelta di quella soluzione. È opportuno segnalare che il colore rosso viene utilizzato per segnalare una criticità ambientale o un punto di particolare attenzione, ma non rappresenta un elemento vincolante ostativo alla scelta della

Page 160 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

soluzione. Ogni soluzione infatti resta tecnicamente e ambientalmente percorribile, l’obiettivo dell’analisi è selezionare la miglior soluzione dal punto di vista ambientale. Le classi di giudizio definite per ciascun Indicatore o Parametro sono indicate nelle seguenti Tabella 6.3 e Tabella 6.4.

Tabella 6.3: Classi di giudizio per gli indicatori OFFSHORE

Indicatori Classi di Giudizio ELEMENTI TERRITORIALI E

AMBIENTALI Aree Protette e/o tutelate Interferenza con al massimo Interferenza con Aree Protette Interferenza con al massimo Nessuna interferenza quattro aree protette e/o e/o tutelate Marine – Malta due aree protette e/o tutelate tutelate Potenziale interferenza Potenziale Interferenza Interferenza con Aree Protette Nessuna interferenza indiretta con al massimo due diretta aree protette e/o e/o tutelate Marine – Italia aree protette e/o tutelate tutelate Nessuna interferenza con Interferenza con altri vincoli Interferenza con ≤2 vincoli Interferenza con >2 vincoli nessun vincolo Biocenosi/Fauna marina Nessuna interferenza o Potenziale presenza di Interferenza potenziale con Interferenza diretta con assenza di praterie di Posidonia oceanica praterie di Posidonia oceanica praterie di Posidonia oceanica Posidonia oceanica

Interferenza con Fauna Media presenza (da 5 a 15 Elevata presenza (>15 marina: distribuzione Scarsa presenza (< 5 individui) individui) individui) tartarughe (Caretta caretta) Fattori antropici L’area è rilevante per le L’area non è particolarmente L’area è rilevante per le attività di pesca di almeno una rilevante per le attività di Interferenza con la pesca attività di pesca di almeno una specie di maggior interesse ed pesca delle specie di maggior specie di maggior interesse. è considerate un habitat interesse. essenziale per la vita di pesci. Il corridoio interferisce con il Il corridoio interferisce con il traffico marittimo dei porti di Il corridoio non interferisce traffico marittimo dei porti di Gela, di Porto Empedocle o di con il traffico marittimo di Mazara del Vallo o di Licata Traffico Marittimo Pozzallo (aventi nessun porto di interesse (aventi movimentazione merci movimentazione merci e Nazionale o Regionale e passeggeri relativamente più passeggeri relativamente più limitata) importante) Interferenza potenziale Nessuna potenziale limitata con Aree SIN in Presenza di Area SIN – zona Interferenza potenziale interferenza o assenza di Aree relazione alla sua distanza dal mare diretta con Aree SIN SIN corridoio (compresa nei 20 km) Elementi fisici Il corridoio attraversa aree Il corridoio attraversa aree che Il corridoio attraversa aree a Morfologia avente prevalente fondale presenta limitate variazioni di morfologia complessa subpianeggiante pendenza L’intero tracciato si sviluppa Un tratto di tracciato si L’intero tracciato non si Geologia/Litologia/Tettonica sul Plateau Ibleo sviluppa sul Plateau Ibleo sviluppa sul Plateau Ibleo

Page 161 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatori Classi di Giudizio Il corridoio interessa aree Il corridoio interessa aree Il corridoio interessa aree Sismicità caratterizzate da limitati caratterizzate da alcuni eventi caratterizzate da numerosi eventi sismici storici sismici storici eventi sismici storici Interferenza potenziale con Interferenza diretta con Presenza di vulcani Nessuna interferenza o vulcani vulcani sottomarini/pockmarks assenza di vulcani /pockmarks sottomarini/pockmarks sottomarini/pockmarks ELEMENTI TECNICI Caratteristiche tecniche Lunghezza del gasdotto Lunghezza del gasdotto ≤ 150km≤ lunghezza del Lunghezza del gasdotto ≥ Offshore 150km gasdotto ≤250km 250km 150m400m <400m Infrastrutture Nessuna interferenza o Interferenza diretta con cavi Interferenza con cavi Interferenza diretta con cavi assenza di cavi sottomarini e sottomarini e con due gasdotti sottomarini e gasdotti sottomarini e un solo gasdotto gasdotti. (anche solo potenziale) Interferenza con infrastrutture Nessuna interferenza o Interferenza potenziale con Interferenza diretta con Titoli marine (Titoli minerari per assenza di Titoli minerari per Titoli minerari per Idrocarburi minerari per Idrocarburi e Idrocarburi e impianti) Idrocarburi e impianti e impianti impianti

Tabella 6.4: Classi di giudizio per gli indicatori ONSHORE

Indicatori Classi di Giudizio ELEMENTI TERRITORIALI E

AMBIENTALI Aree Protette e/o tutelate Presenza di Aree Protette Presenza di Aree Protette Interferenza con Aree Protette e/o Interferenza diretta con e/o tutelate entro >2km o e/o tutelate a distanze < 2 tutelate Aree Protette e/o tutelate nessuna interferenza km Nessuna interferenza con Interferenza con altri vincoli Interferenza con ≤2 vincoli Interferenza con >2 vincoli nessun vincolo Elementi fisici Depositi Plateau e Depositi Depositi Plateau e Depositi Geologia/Litologia/Tettonica Depositi clastici continentali Plio-Pleistocene Mio-Pliocene Nessuna interferenza o Interferenza potenziale con Interferenza diretta con Rischi naturali assenza di Rischi naturali Rischi naturali Rischi naturali Nessuna erosione costiera o Linea di costa in area inclusa tra linea di Erosione costiera Linea di costa in regressione avanzamento costa in avanzamento e in regressione Fattori antropici Aree incolte; aree industriali, discariche, Aree coltivate (vigneti, Copertura del suolo Aree agricole eterogenee terreni arabili non irrigati, uliveti, frutteti, etc.) etc. L’ipotesi attraversa aree L’ipotesi interessa L’ipotesi attraversa aree a Presenza di area turistica miste produttive/aree prevalentemente aree prevalenza produttiva turistiche e residenziali turistiche

Nessuna potenziale Interferenza potenziale Interferenza potenziale Presenza di Area SIN - zona terra interferenza o assenza di ridotta con Aree SIN diretta con Aree SIN Aree SIN

Page 162 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Indicatori Classi di Giudizio

ELEMENTI TECNICI

Caratteristiche tecniche Lunghezza del gasdotto ≤ 5km ≤ lunghezza del Lunghezza del gasdotto ≥ 20 Lunghezza del gasdotto Onshore 5km gasdotto ≤20 km km L’ipotesi può sfruttare L’ipotesi può sfruttare prevalentemente corridoi prevalentemente corridoi Non sono presenti effettivi Utilizzo di corridoi esistenti della viabilità principale della viabilità secondaria corridoi stradali utilizzabili (comunale, provinciale e (comunale, e vicinale) statale) Infrastrutture Nessuna interferenza o Interferenza potenziale con Interferenza diretta con Interferenza con titoli minerari per assenza di Titoli minerari Titoli minerari per Titoli minerari per Idrocarburi ed impianti relativi per Idrocarburi e impianti Idrocarburi e impianti Idrocarburi e impianti Facilities Modifica e implementazione Utilizzo/modifica della rete di gasdotti Utilizzo della rete di gasdotti della rete di gasdotti esistente esistenti senza modifiche esistenti Rete gas esistente Distanza <10 km 10km< distanza <20km Distanza ≥20km

Con riferimento ai giudizi di classe sopra illustrati, la seguente tabella riassume gli elementi che caratterizzano le soluzioni alternative considerate.

Page 163 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.5: Giudizi attribuiti alle Alternative – OFFSHORE

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO OFFSHORE Indicatori OFF_1 OFF_2 OFF_3 OFF_4 ELEMENTI TERRITORIALI E AMBIENTALI Aree Protette e/o tutelate Interferenza diretta con quattro Interferenza diretta con due Aree Protette Interferenza diretta con due Aree Protette Interferenza diretta con due Aree Interferenza con Aree Protette e/o tutelate Marine – Malta Aree Protette e/o tutelate e/o tutelate e/o tutelate Protette e/o tutelate Interferenza diretta con Aree Interferenza diretta con Aree Protette e/o Interferenza con Aree Protette e/o tutelate – Italia Nessuna interferenza Nessuna interferenza Protette e/o tutelate tutelate Nessuna interferenza con nessun Interferenza diretta con un vincolo (Aree Nessuna interferenza con nessun Interferenza con altri vincoli Nessuna interferenza con nessun vincolo vincolo Archeologiche) vincolo Biocenosi/Fauna marina Interferenza diretta con praterie Nessuna interferenza o assenza di praterie Nessuna interferenza o assenza di praterie Interferenza diretta con praterie di Potenziale presenza di Posidonia oceanica di Posidonia oceanica di Posidonia oceanica di Posidonia oceanica Posidonia oceanica Interferenza con Fauna marina: distribuzione tartarughe (Caretta Elevata presenza (>15 individui) Media presenza (da 5 a 15 individui) Media presenza (da 5 a 15 individui) Scarsa presenza (< 5 individui) caretta) Fattori antropici L’area non è particolarmente rilevante per le attività di pesca L’area non è particolarmente rilevante L’area non è particolarmente rilevante per L’area non è particolarmente rilevante per Interferenza con la pesca del M. merluccius ma attraversa per le attività di pesca delle specie di le attività di pesca del M. merluccius le attività di pesca del M. merluccius un habitat essenziale per la vita di maggior interesse. pesci. Potrebbe interferire con il traffico Potrebbe interferire con il traffico Potrebbe interferire con il traffico Potrebbe interferire con il traffico Traffico Mrittimo marittimo del porto di Mazara del marittimo del porto di Licata marittimo del porto di Gela marittimo del porto di Pozzallo Vallo Nessuna potenziale interferenza o Nessuna potenziale interferenza con Area Il corridoio potenzialmente interferisce Nessuna potenziale interferenza o Presenza area SIN – Zona mare assenza di Aree SIN SIN ubicata a meno di 15 km dal corridoio con l’area SIN di Gela assenza di Aree SIN Elementi fisici Il corridoio attraversa aree a Il corridoio attraversa aree che presenta Il corridoio attraversa aree avente Il corridoio attraversa aree avente Morfologia morfologia complessa limitate variazioni di pendenza prevalente fondale subpianeggiante prevalente fondale subpianeggiante Un tratto di tracciato si sviluppa Un tratto di tracciato si sviluppa sul L’intero tracciato si sviluppa sul Plateau L’intero tracciato si sviluppa sul Geologia/Litologia/Tettonica sul Plateau Ibleo Plateau Ibleo Ibleo Plateau Ibleo Il corridoio interessa aree Il corridoio interessa aree caratterizzate Il corridoio interessa aree caratterizzate Il corridoio interessa aree Sismicità caratterizzate da alcuni eventi da alcuni eventi sismici storici da alcuni eventi sismici storici caratterizzate da numerosi eventi sismici storici sismici storici Interferenza diretta con vulcani Interferenza potenziale con vulcani Interferenza potenziale con vulcani Nessuna interferenza o assenza di Presenza di vulcani sottomarini/pockmarks sottomarini/pockmarks sottomarini/pockmarks sottomarini/pockmarks vulcani sottomarini/pockmarks ELEMENTI TECNICI Caratteristiche tecniche Lunghezza del gasdotto offshore 250-300km 190km 150-170km 110km Valore max della profondità Valore medio della profondità 100m; max Valore medio della profondità 100m; Batimetria Valore max della profondità 600m 600m 150m max 150m Infrastrutture

Page 164 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO OFFSHORE Indicatori OFF_1 OFF_2 OFF_3 OFF_4 I Interferenza cn numerosi cavi Interferenza cn numerosi cavi sottomarini Interferenza cn numerosi cavi sottomarini Interferenza con numerosi cavi sottomarini e interfrenza sia con e interferenza diretta con il Greenstream e interferenza diretta con Greenstream sottomarini e nessuna interferenza Interferenza con cavi sottomarini e con gasdotti Greenstram che con Trasmed con gasdotti (potenziale) Interferenza diretta con Titoli Nessuna interferenza o assenza di Interferenza con infrastrutture marine (Titoli minerari per Interferenza diretta con Titoli minerari Interferenza diretta con Titoli minerari minerari per Idrocarburi e Titoli minerari per Idrocarburi e per Idrocarburi e impianti per Idrocarburi e impianti Idrocarburi e impianti) impianti impianti

Page 165 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.6: Giudizi attribuiti alle Alternative ONSHORE

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO ONSHORE Indicatori MP CM SC BG GA SP MP1 CM1 CM2 SC1 SC2 SC3 BG1 BG2 BG3 GA1 GA2 GA3 SP1 ELEMENTI TERRITORIALI E AMBIENTALI Aree Protette e/o tutelate Interferenza con Aree Protette Interferenz Interferenza nessuna nessuna nessuna nessuna nessuna Interferenza Interferenza Interferenza nessuna Interferenza Interferenza e/o tutelate a diretta diretta interferenza interferenza interferenza interferenza interferenza diretta diretta diretta interferenza diretta diretta Interferenz Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza con altri vincoli a con ≤2 con >2 vincoli con >2 vincoli con >2 vincoli con >2 vincoli con ≤2 vincoli con >2 vincoli con >2 vincoli con ≤2 vincoli con >2 vincoli con >2 vincoli con >2 vincoli con >2 vincoli vincoli Elementi fisici Depositi Depositi Depositi Depositi Depositi Depositi Depositi Depositi Plio- Depositi Plio- Depositi Mio- Depositi Plio- Depositi Mio- Depositi Mio- Geologia/Litologia/Tettonica clastici clastici clastici clastici clastici clastici clastici Pleistocene Pleistocene Pliocene Pleistocene Pliocene Pliocene continentali continentali continentali continentali continentali continentali continentali Pericolosità Presenza di Pericolosità Idraulica P1- Pericolosità Nessuna Nessuna Nessuna Aree di Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Idraulica P1- P3; Presenza Nessuna Nessuna Idraulica P1- interferenz interferenza interferenza Attenzione interferenza o interferenza o interferenza o interferenza o P3 di Aree di interferenza o interferenza o P3 Rischi naturali a o assenza o assenza di o assenza di Interferenza assenza di assenza di assenza di assenza di Interferenza Attenzione assenza di assenza di Interferenza di Rischi Rischi Rischi diretta con Rischi naturali Rischi naturali Rischi naturali Rischi naturali diretta con Interferenza Rischi naturali Rischi naturali diretta con naturali naturali naturali Rischi Rischi naturali diretta con Rischi naturali naturali Rischi naturali Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna erosione erosione erosione erosione costiera o costiera o costiera o costiera o Linea di area inclusa Linea di costa area inclusa area inclusa Linea di costa Linea di costa area inclusa costa in Linea di costa Linea di costa Linea di costa Linea di costa Linea di costa Erosione costiera tra linea di in tra linea di tra linea di in in tra linea di avanzamen in regressione in regressione in regressione in regressione in regressione costa in regressione costa in costa in avanzamento avanzamento costa in to avanzamento avanzamento avanzamento avanzamento e in e in e in e in regressione regressione regressione regressione

Page 166 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO ONSHORE

Indicatori CM SC BG GA MP SP CM1 CM2 SC1 SC2 SC3 BG1 BG2 BG3 GA1 GA2 GA3 ELEMENTI TERRITORIALI E AMBIENTALI Fattori antropici Aree Aree incolte; Aree coltivate coltivate aree industriali, Copertura del Aree agricole Prevalenza di Aree agricole Aree agricole Aree agricole Aree agricole Aree agricole Aree agricole Aree agricole Aree agricole (vigneti, uliveti, (vigneti, discariche, eterogenee oliveti eterogenee eterogenee eterogenee eterogenee eterogenee eterogenee eterogenee eterogenee suolo frutteti, etc.) uliveti, terreni arabili frutteti, etc.) non irrigati, etc. L’ipotesi attraversa L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi L’ipotesi aree miste attraversa attraversa aree interessa interessa interessa interessa interessa attraversa attraversa attraversa attraversa attraversa aree Presenza di produttive/aree aree miste miste prevalentement prevalentement prevalentem prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement miste area turistica turistiche e produttive/ar produttive/aree e aree turistiche e aree turistiche ente aree e aree turistiche e aree turistiche e aree a e aree a e aree a e aree a produttive/aree residenziali ee turistiche turistiche e turistiche prevalenza prevalenza prevalenza prevalenza turistiche e e residenziali residenziali produttiva produttiva produttiva produttiva residenziali Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Interferenza Interferenza Nessuna Nessuna Presenza di interferenza o interferenza interferenza o interferenza o interferenza o interferenza interferenza o interferenza o interferenza o potenziale potenziale interferenza o interferenza o Area SIN assenza di Aree SIN o assenza di assenza di Aree assenza di Aree assenza di Aree o assenza di assenza di Aree assenza di Aree assenza di Aree ridotta con Aree ridotta con Aree assenza di Aree assenza di Aree Aree SIN SIN SIN SIN Aree SIN SIN SIN SIN SIN SIN SIN SIN ELEMENTI TECNICI

Caratteristiche tecniche Lunghezza del gasdotto 3 km 14km 7km 3 km 3 km 3 km 38 km 33 km 15 km 5 km 10 km 30 km 7 km onshore L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può L’ipotesi può sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare sfruttare Non sono prevalentement prevalentem prevalentement prevalentemente prevalentem prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement prevalentement Utilizzo di presenti e corridoi della ente corridoi e corridoi della corridoi della ente corridoi e corridoi della e corridoi della e corridoi della e corridoi della e corridoi della e corridoi della e corridoi della corridoi effettivi corridoi viabilità della viabilità viabilità viabilità principale della viabilità viabilità viabilità viabilità viabilità viabilità viabilità viabilità esistenti stradali principale principale principale (comunale, principale secondaria secondaria principale principale principale secondaria principale utilizzabili (comunale, (comunale, (comunale, provinciale e (comunale, (comunale, e (comunale, e (comunale, (comunale, (comunale, (comunale, e (comunale, provinciale e provinciale e provinciale e statale) provinciale e vicinale) vicinale) provinciale e provinciale e provinciale e vicinale) provinciale e statale) statale) statale) statale) statale) statale) statale) statale)

Page 167 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO ONSHORE Indicatori MP CM SC BG GA SP MP1 CM1 CM2 SC1 SC2 SC3 BG1 BG2 BG3 GA1 GA2 GA3 SP1 ELEMENTI TECNICI Infrastrutture Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Nessuna Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Interferenza Nessuna interferenza o interferenza o interferenza o interferenza interferenza interferenza o diretta con diretta con diretta con diretta con diretta con diretta con Interferenza con interferenza o assenza di Titoli assenza di assenza di Titoli o assenza di o assenza di assenza di Titoli Titoli minerari Titoli Titoli minerari Titoli Titoli minerari Titoli minerari titoli minerari per assenza di Titoli minerari per Titoli minerari minerari per Titoli Titoli minerari per per Idrocarburi minerari per per Idrocarburi minerari per per Idrocarburi per Idrocarburi minerari per Idrocarburi ed Idrocarburi e per Idrocarburi e minerari per minerari per Idrocarburi e e impianti Idrocarburi e e impianti Idrocarburi e e impianti e impianti Idrocarburi e impianti relativi impianti Idrocarburi e impianti Idrocarburi e Idrocarburi e impianti impianti impianti impianti impianti impianti impianti ELEMENTI TECNICI Facilities Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Utilizzo di Necessità di Utilizzo/modifica gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti gasdotti realizzare modifiche della rete di esistenti senza esistenti esistenti esistenti senza esistenti senza esistenti senza esistenti senza esistenti senza esistenti senza esistenti senza esistenti senza esistenti senza e ampliamenti alla gasdotti esistente modifiche senza senza modifiche modifiche modifiche modifiche modifiche modifiche modifiche modifiche modifiche rete di gasdotti modifiche modifiche esistente 10km< Distanza <10 Distanza <10 Distanza <10 Distanza <10 Distanza Distanza 10km< 10km< Distanza dalla rete Distanza <10 Distanza <10 Distanza distanza km km km km ≥20km ≥20km distanza distanza Distanza <10 km km km ≥20km gas esistente <20km <20km <20km

Page 168 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Le alternative sono composte da una combinazione di verde (compatibile con l'ambiente), giallo (compatibile con l'ambiente, ma meno preferibile di quello verde) e rosso (il meno compatibile con l'ambiente: è un avvertimento, un problema critico da approfondire analizzato in un seguente fase di studio al fine di superare la criticità). Per discriminare le diverse ipotesi e permettere il confronto tra i diversi caratteri territoriali, ambientali e tecnici, al giudizio di ciascun indicatore o parametro considerato è stato attribuito un valore numerico che sostituisse i colori:

» verde = 1 » giallo = 2 » rosso = 3 Le successive Tabella 6.7 e Tabella 6.8 mostrano i giudizi in forma numerica.

Page 169 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.7: Sintesi dei valori numerici attribuiti alle Alternative – OFFSHORE

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO OFFSHORE Indicatori OFF_1 OFF_2 OFF_3 OFF_4

ELEMENTI TERRITORIALI E AMBIENTALI

Aree Protette e/o tutelate Interferenza con Aree Protette e/o tutelate Marine - Malta 3 2 2 2 Interferenza con Aree Protette e/o tutelate Marine - Italia 3 1 3 1 Interferenza con altri vincoli 1 1 2 1 Biocenosi/Fauna marina Potenziale presenza di Posidonia oceanica 3 1 1 3 Interferenza con Fauna marina: distribuzione tartarughe (Caretta 2 2 2 1 caretta) Fattori antropici Interferenza con la pesca 3 2 2 1 Traffico marittimo 2 2 3 3 Presenza area SIN – Zona mare 1 2 3 1 Elementi fisici Morfologia 3 2 1 1 Geologia/Litologia/Tettonica 3 2 1 1 Sismicità 2 2 2 3 Presenza di vulcani sottomarini/pockmarks 3 2 2 1 ELEMENTI TECNICI Caratteristiche tecniche Lunghezza del gasdotto offshore 3 2 2 1 Batimetria 3 3 1 1 Infrastrutture Interferenza con cavi sottomarini e con gasdotti 3 2 2 2 Interferenza con infrastrutture marine (Titoli minerari per 3 3 3 1 Idrocarburi e impianti

Page 170 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.8: Sintesi dei valori numerici attribuiti alle Alternative – ONSHORE

SOLUZIONI ALTERNATIVE DI TRACCIATO ONSHORE Indicatori MP CM SC BG GA SP MP1 CM1 CM2 SC1 SC2 SC3 BG1 BG2 BG3 GA1 GA2 GA3 SP1 ELEMENTI TERRITORIALI E AMBIENTALI Aree Protette e/o tutelate Interferenza con Aree Protette 3 3 1 1 1 1 1 3 3 3 1 3 3 e/o tutelate Interferenza con altri vincoli 2 3 3 3 3 2 3 3 2 3 3 3 3 Elementi fisici Geologia/Litologia/Tettonica 1 2 2 3 2 3 1 1 1 1 1 1 3 Rischi naturali 1 1 1 1 1 1 1 3 3 1 1 3 3 Erosione costiera 1 2 3 2 2 3 3 3 1 3 3 3 2 Fattori antropici Copertura del suolo 3 3 2 3 2 2 2 2 2 1 2 2 2 Presenza di area turistica 2 2 2 3 3 3 3 3 1 1 1 1 2 Presenza di Area SIN – zona 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 terra ELEMENTI TECNICI Caratteristiche tecniche Lunghezza del gasdotto Onshore 1 2 2 1 1 1 3 3 2 1 2 3 2 Utilizzo di corridoi esistenti 3 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 2 1 Infrastrutture Interferenza con titoli minerari per Idrocarburi ed impianti 1 1 1 1 1 1 3 3 3 3 3 3 1 relativi Facilities Utilizzo/modifica di impianti 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 3 esistenti Distanza dalla rete gas esistente 1 2 1 1 1 1 3 3 2 1 2 3 1

Page 171 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

6.4 Vettore dei pesi Nell'Analisi multicriteri l'assegnazione dei pesi diventa fondamentale quando le risorse interessate non hanno la stessa importanza per l'ambiente, le persone e altri gruppi coinvolti e quando gli Indicatori non sono ugualmente utili e significativi nella descrizione di un fenomeno. L'assegnazione del peso è stata effettuata mediante una metodologia di confronto a coppie. Questa metodologia viene utilizzata per confrontare tutti gli Indicatori o Classi, al fine di determinare quale dei due ha una maggiore influenza e importanza per l'analisi di potenziali impatti. A seconda dell'importanza relativa dell'uno con l'altro, ogni elemento (Indicatore o Classe) viene rappresentato con una scelta la cui assegnazione coincide con la distribuzione del valore totale 1. In questo modo, avendo fissato il valore del peso del primo elemento confrontato al secondo, si ottiene in modo univoco il valore di peso del secondo. Se si confrontano più di 2 elementi, si procede ai confronti successivi. Si è quindi ottenuto un vettore dei pesi strutturato in modo da tenere conto del peso relativo di ciascun indicatore all’interno di ciascun sotto raggruppamento, quindi del peso relativo di ciascun sottogruppo all’interno del proprio raggruppamento, infine del peso relativo dei due gruppi l’uno rispetto all’altro. Per ogni passaggio il valore è stato normalizzato. Per la scelta dei singoli pesi si è fatto ricorso al giudizio d’esperto. Questo si è concretizzato in una serie di incontri tra tutti gli specialisti dei diversi comparti ambientali considerati che, attraverso valutazioni incrociate e confronti e sulla base delle proprie esperienze, hanno permesso di dare a ciascun elemento base/sottogruppo/gruppo un coefficiente di peso. La tabella seguente presenta il vettore dei pesi applicato per le ipotesi offshore e onshore, espressi in percentuale.

Tabella 6.9: Vettore dei pesi – Indicatori OFFSHORE

FAMIGLIA % INDICATORE % PARAMETRO % Interferenza con Aree Protette e/o tutelate 40 Aree Protette e/o Marine - Malta 25 Interferenza con Aree Protette e/o tutelate tutelate 40 Marine - Italia Interferenza con altri vincoli 20 Potenziale presenza di Posidonia oceanica 80 Biocenosi/Fauna Elementi 30 Interferenza con Fauna marina: marina 20 territoriali e 60 distribuzione tartarughe (Caretta caretta) ambientali Interferenza con la pesca 40 Fattori antropici 20 Traffico Marittimo 25 Presenza area SIN – Zona mare 35 Morfologia 30 Geologia/Litologia/Tettonica 20 Elementi fisici 25 Sismicità 30 Presenza di vulcani sottomarini/pockmarks 20

Caratteristiche Lunghezza del gasdotto Offshore 60 80 tecniche Batimetria 40 Elementi 40 tecnici Interferenza con gasdotti 60 Infrastrutture 20 Interferenza con infrastrutture marine (Titoli 40 minerari per Idrocarburi e impianti) Page 172 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.10: Vettore dei pesi – Indicatori ONSHORE

FAMIGLIA % INDICATORE % PARAMETRO % Interferenza con Aree Protette e/o Aree Protette e/o 60 40 tutelate tutelate Interferenza con altri vincoli 40 Elementi Geologia/Litologia/Tettonica 30 territoriali e 60 Elementi fisici 30 Rischi naturali 40 ambientali Erosione costiera 30 Copertura del suolo 50 Fattori antropici 30 Presenza di area turistica 30 Presenza di Area SIN – Zona terra 20 Caratteristiche Lunghezza del gasdotto Onshore 60 50 tecniche Utilizzo di corridoi esistenti 40 Interferenza con titoli minerari per Infrastrutture 10 100 Elementi tecnici 40 Idrocarburi ed impianti relativi Utilizzo/modifica di impianti 50 Facilities 40 esistenti Distanza dalla rete gas esistente 50

6.5 Indice Globale Il seguente e ultimo passo consiste nel misurare l'impatto complessivo sul territorio generato da ciascuna soluzione di percorso. I singoli Indicatori vengono aggregati in un unico indice attraverso la formulazione di una funzione lineare per ciascun parametro, indicatore, famiglia:

n (pi  I i ) Indice tot = i dove: Ii…n = Parametro, Indicatore, Famiglia pi…n = peso L'espressione sintetica e completa dell'entità della pressione ambientale che ciascuna soluzione determina sul contesto socio-ambientale coinvolto si ottiene aggregando valori "ponderati" algebricamente di ciascun Indicatore (moltiplicando ciascuno di questi valori per il coefficiente di peso corrispondente). Ogni valore è stato normalizzato in una scala omogenea di valori (che vanno da 1 a 3).

6.6 Ranking delle Alternative Il risultato dell’analisi multicriteri è rappresentato da una classifica di soluzioni di tracciati alternativi, in cui ogni soluzione occupa una posizione relativa a seconda del livello di accettabilità e convenienza ambientale, che è direttamente proporzionale al valore dell’Indice globale. Nelle tabelle seguenti sono presentati i risultati ottenuti applicando la metodologia AMC sopra descritta per ogni Alternativa OFFSHORE, ONSHORE e per ogni Alternativa generata

Page 173 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative dall’unione dei tracciati OFFSHORE e dei tracciati ONSHORE come precedentemente illustrato (si veda Cap. 7.0) e qui elencate:

» Ipotesi A – Tracciato MP-M (tracciato marino OFF_1) » Ipotesi B – Tracciati CM-M (tracciato marino OFF_1): o Ipotesi B1 – Tracciato CM1-M o Ipotesi B2 – Tracciato CM2-M » Ipotesi C – Tracciati SC-M (tracciato marino OFF_1): o Ipotesi C1 – Tracciato SC1-M o Ipotesi C2 – Tracciato SC2-M o Ipotesi C3 – Tracciato SC3-M » Ipotesi D – Tracciati BG-M: o Ipotesi D1 – Tracciato BG1-M (tracciato marino OFF_2) o Ipotesi D2 – Tracciato BG2-M (tracciato marino OFF_2) o Ipotesi D3 – Tracciato BG3-M (tracciato marino OFF_3) » Ipotesi E – Tracciati GA-M (tracciato marino OFF_3): o Ipotesi E1 – Tracciato GA1-M o Ipotesi E2 – Tracciato GA2-M o Ipotesi E3 – Tracciato GA3-M » Ipotesi F – Tracciato SP-M (tracciato marino OFF_4)

Tabella 6.11: Indice Globale delle Alternative OFFSHORE

ALTERNATIVE OFFSHORE

OFF_1 OFF_2 OFF_3 OFF_4

Elementi territoriali e 0,529 0,338 0,395 0,386 ambientali

Elementi tecnici 0,400 0,320 0,235 0,149

Indice Globale 0,925 0,658 0,630 0,535

Indice Globale (scala da 1 a 3) 2,787 1,974 1,889 1,606

Page 174 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.12: Indice Globale delle Alternative ONSHORE

ALTERNATIVE ONSHORE

MP CM SC BG GA SP

MP1 CM1 CM2 SC1 SC2 SC3 BG1 BG2 BG3 GA1 GA2 GA3 SP1

Elementi territoriali e 0,406 0,474 0,366 0,414 0,366 0,370 0,366 0,510 0,406 0,408 0,342 0,474 0,510 ambientali

Elementi 0,187 0,200 0,173 0,133 0,133 0,133 0,320 0,320 0,227 0,160 0,227 0,320 0,227 tecnici

Indice Globale 0,593 0,674 0,539 0,547 0,499 0,503 0,686 0,830 0,633 0,568 0,569 0,794 0,737

Indice Globale 1,78 2,02 1,62 1,64 1,50 1,51 2,06 2,49 1,90 1,70 1,71 2,38 2,21 (scala da 1 a 3)

Page 175 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.13: Indice Globale delle Alternative OFFSHORE e ONSHORE

Elementi territoriali Indice Indice Globale ALTERNATIVE Elementi tecnici e ambientali Globale (normalizzato)

0,406 0,187 MP-M 0,935 0,587 1,522 2,283 A A1 0,529 0,400 OFF_1

0,474 0,200 CM1-M 1,003 0,600 1,603 2,405 B1 0,529 0,400 OFF_1 B 0,366 0,173 CM2-M 0,895 0,573 1,468 2,203 B2 0,529 0,400 OFF_1

0,414 0,133 SC1-M 0,943 0,533 1,476 2,215 C1 0,529 0,400 OFF_1

0,366 0,133 SC2-M 0,895 0,533 1,428 2,143 C C2 0,529 0,400 OFF_1

0,370 0,133 SC3-M 0,899 0,533 1,432 2,149 C3 0,529 0,400 OFF_1

0,366 0,320 BG1-M 0,704 0,640 1,344 2,016 D1 0,338 0,320 OFF_2

0,51 0,320 BG2-M 0,848 0,640 1,488 2,232 D D2 0,338 0,320 OFF_2

0,406 0,227 BG3-M 0,801 0,461 1,262 1,894 D3 0,395 0,235 OFF_3

0,408 0,160 GA1-M 0,803 0,395 1,198 1,797 E1 0,395 0,235 OFF_3

0,342 0,227 GA2-M 0,737 0,461 1,198 1,798 E E2 0,3495 0,235 OFF_3

0,474 0,320 GA3-M 0,869 0,555 1,424 2,136 E3 0,395 0,235 OFF_3

0,51 0,227 SP-M 0,896 0,376 1,272 1,908 F F1 0,386 0,149 OFF_4

Page 176 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.14: Punteggi Finali dell’Indice Globale

ALTERNATIVE OFFSHORE Indice Globale Ipotesi OFF_4 1,61 Ipotesi OFF_3 1,89 Ipotesi OFF_2 1,97 Ipotesi OFF_1 2,79 ALTERNATIVE ONSHORE Indice Globale Ipotesi SC2 1,50 Ipotesi SC3 1,51 Ipotesi CM2 1,62 Ipotesi SC1 1,64 Ipotesi GA1 1,70 Ipotesi GA2 1,71 Ipotesi MP 1,78 Ipotesi BG3 1,90 Ipotesi CM1 2,02 Ipotesi BG1 2,06 Ipotesi SP 2,21 Ipotesi GA3 2,38 Ipotesi BG2 2,49 ALTERNATIVE OFFSHORE e ONSHORE Indice Globale Normalizzato Ipotesi E1 1,797 Ipotesi E2 1,798 Ipotesi D3 1,894 Ipotesi F 1,908 Ipotesi D1 2,016 Ipotesi E3 2,136 Ipotesi C2 2,143 Ipotesi C3 2,149 Ipotesi B2 2,203 Ipotesi C1 2,215 Ipotesi D2 2,232 Ipotesi A 2,283 Ipotesi B1 2,405

Per una migliore rappresentazione, gli stessi valori sono mostrati nella Figura seguente, in cui i colori corrispondono alla Classe di valore da 1 a 3 (1 = verde, 2 = giallo, 3 = rosso) e le etichette corrispondono alle soluzioni alternative del tracciato.

Page 177 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tutti i valori sono normalizzati al punteggio peggiore. Ammettendo che la distribuzione delle classi di valore e dei pesi sia Normale, il limite tra ipotesi ambientali idonee e non idonee è 2/3 della curva di distribuzione, corrispondente a valore = 2.

Figura 6.1: Punteggi totali dei singoli tracciati OFFSHORE

Figura 6.2: Punteggi totali dei singoli tracciati ONSHORE

Per formulare una sintesi dei risultati si propone nel seguito una tabella relativa alla descrizione delle singole ipotesi analizzate (Tabella 6.15) Per comodità di lettura si ripropone inoltre uno stralcio della Tavola 1 nella successiva Figura 6.3, che mostra la distribuzione delle ipotesi descritte nella tabella precedente. Page 178 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Tabella 6.15: Sintesi delle ipotesi analizzate

Tracciato/approdo Denominazione dell’ipotesi Tratto onshore Tratto offshore onshore complessiva (area italiana) (area maltese) Ipotesi A Off_1 MP Ipotesi B1 Off_1 CM1 Ipotesi B Ipotesi B2 Off_1 CM2 Ipotesi C1 Off_1 SC1 Ipotesi C Ipotesi C2 Off_1 SC2 Ipotesi C3 Off_1 SC3 Ipotesi D1 Off_2 BG1 M Ipotesi D Ipotesi D2 Off_2 BG2 Ipotesi D3 Off_3 BG3 Ipotesi E1 Off_3 GA1 Ipotesi E Ipotesi E2 Off_3 GA2 Ipotesi E3 Off_3 GA3 Ipotesi F Ipotesi SP Off_4 SP

Figura 6.3: Inquadramento delle alternative proposte

Page 179 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Fatte le precedenti premesse è possibile quindi fornire le risultanze complessive dell’analisi rappresentate nel grafico successivo che riporta l’Indice globale delle intere soluzioni di tracciato, come somma normalizzata dei due tratti onshore e offshore.

Figura 6.4: Punteggi totali dei singoli tracciati OFFHORE - ONSHORE

6.7 Conclusioni Analizzando singolarmente i tracciati si può rilevare che:

» Considerando i tracciati offshore, il Tracciato OFF_4 è il migliore, avendo totalizzato un Indice Globale pari a 1,61, mentre il Tracciato OFF_1 è il meno auspicabile (Indice Globale pari a 2,79). I Tracciati OFF_3 e OFF_2 hanno totalizzato un Indice Globale < 2, quindi ambientalmente favorevole; » I tracciati onshore SC2, SC3 sono tra i migliori (Indice Globale pari a c.a. 1,50); i tracciati onshore BG1, BG2, CM1, SP e GA3 hanno invece totalizzato un Indice Globale >2. Analizzando invece le alternative nel loro complesso, ottenute dall’unione dei tracciati marini e di quelli terrestri, si può rilevare che:

» le ipotesi E1, E2, D3 ed F avvalendosi, rispettivamente, dei Tracciati OFF_3 E OFF_4 dei tracciati onshore GA1, GA2, SP, BG1 e BG2 con un Indice Globale complessivo < 2, rappresentano le alternative migliori tra le soluzioni ipotizzate. In particolare, i Tracciati GA1-M e GA2-M (con OFF_3), ovvero l’ipotesi E1 e l’ipotesi E2, hanno totalizzato il miglior Indice Globale. Le eventuali criticità presenti possono essere affrontate correttamente nelle fasi di progettazione come si argomenterà nel seguto; » l’ipotesi F – Tracciato SP-M (tracciato marino OFF_4), nonostante le caratteristiche favorevoli del tracciato marino si avvale di uno dei peggiori tracciati onshore, penalizzato soprattutto dalla mancanza di “facilities” già disponibili;

Page 180 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

» le Ipotesi A-Tracciato MP-M (tracciato marino OFF_1), B – Tracciati CM-M (tracciato marino OFF_1) e C – Tracciati SC-M (tracciato marino OFF_1) sono senz’altro penalizzate dal fatto che il tracciato marino sia rappresentato dall’OFF_1 che decisamente ha evidenziato le criticità maggiori soprattutto in ragione della sua lunghezza. In conclusione, quindi, il tracciato E1, subito seguito dal tracciato E2, risultano essere quelli più favorevoli dal punto di vista ambientale di area vasta, poiché risultano essere quelli che meglio combinano le performance ambientali dei tracciati onshore ed offshore. Come detto l’ipotesi E1 non è scevra da criticità tecnico-ambientali che tuttavia possono trovare risoluzione a livello progettuale; tra queste si citano le seguenti. L’ipotesi E1, come anche l’ipotesi E2, interessa, a livello di corridoio, il Sito di Importanza Nazionale (SIN) di Gela sia per quel che riguarda la sua porzione di mare sia di terra (si veda a tal proposito la Figura 3.74 e la Tavola 14). Tuttavia, uno studio appropriato del tracciato onshore può garantire la non interferenza né diretta né indiretta con le aree oggetto di bonifica. Per quel che riguarda il tratto marino, l’interferenza con il SIN, che risulta di fatto inevitabile, può essere ridottaadottando adeguati sistemi di messa in opera del gasdotto, quali la tecnica no-dig della Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC), anche detta Horizontal Direction Drilling (HDD), che può essere impiegata per tratti fino ad 1,5 km di lunghezza.L’adozione di questo metodo garantisce, inoltre, di minimizzare anche il possibile impatto dell’opera sul il problema dell’erosione a cui è soggetto questo tratto di costa. Un altro potenziale elemento di criticità è rappresentato dalle interferenze con due aree della rete Natura 2000, SIC – Biviere e Macconi di Gela (ITA050001) e ZPS - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (ITA050012); tuttavia vista la natura dell’opera, che in fase di esercizio sarà totalmente interrata, gli impatti potenziali con tali aree sarà molto limitata e, comunque, il progetto sarà assoggettato a Valutazione di Incidenza Ecologica secondo la normativa vigente anche con l’obiettivo di identificare opportuni sistemi di mitigazione atti a minimizzare i potenziali impatti sulla biodiversità dei suddetti siti. Anche la potenziale interferenza con vincoli paesaggistici, inevitabile per opere di tipo lineare che interessano aree costiere, può essere mitigata mediante l’adozione di mascheramenti alle visuali dei principali elementi fuori terra ed è soggetta alla specifica valutazione condotta nella Relazione paesaggistica, che dovrà accompagnare la procedura di autorizzazione del progetto ai sensi del D. Lgs 42/2004. Infine, per quel che concerne l’interferenza potenziale con l’area archeologica marina nel tratto di mare antistante la località Bulala, questa potrà essere evitata grazie all’adozione della tecnica TOC per la messa in opera del gasdotto già citata in precedenza. Infine, preme sottolineare come nell’area non siano state segnalate importanti praterie di Posidonia, elemento considerato favorevolmente nell’analisi a punteggio sopra riportata; tuttavia non è possibile scongiurare la presenza di Cymodocea nodosa, per cui sono stati condotti rilievi di dettaglio al fine di verificarne la presenza e di prevedere modalità di messa in opera del gasdotto che ne minimizzino i disturbi.

Page 181 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

7.0 DEFINIZIONE DELLE IPOTESI DI TRACCIATO OFF SHORE E ON SHORE

7.1 Premessa A valle della selezione della soluzione di tracciato maggiormente compatibile dal punto di vista ambientale è stato condotto uno studio per valutare ulteriori ottimizzazioni locali del tracciato, sia nella sua sezione Offshore che in quella Onshore. Le ottimizzazioni hanno tenuto in considerazione aspetti tecnici ed ambientali al fine di definire in dettaglio il percorso del gasdotto e raggiungere una proposta che minimizza le interferenze con il territorio terrestre e marino coinvolto. Il principale documento di riferimento relativo all’ottimizzazione del tracciato onshore in territorio italiano è il Doc. 171001-10-RT-E-5013_0_IT comprensivo degli annessi 171001-10- RT-E-5013_0_ANN_1 e 171001-10-RT-E-5013_0_ANN_2, del quale di seguito si riporta una sintesi, rimandando al documento integrale per eventuali approfondimenti. Ulteriori ottimizzazioni volte alla eliminazione e minimizzazione delle potenziali criticità emerse nel corso degli studi preliminari alla progettazione, tra cui lo studio delle potenziali alternative, sono state incluse durante la successiva fase di progettazione delle opere e sono qui brevemente riportate, rimandando agli Elaborati di Progetto e allo Studio di Impatto Ambientale per ulteriori approfondimenti. La seguente Figura 7.1 riporta il Quadro d’insieme del tracciato definitivo selezionato (in celeste) confrontato con il tracciato preliminare (in rosso).

Page 182 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Figura 7.1: Quadro d’insieme Confronto Tracciato di progetto Preliminare/Definitivo in territorio Italiano

Page 183 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

7.2 Ottimizzazione del tracciato onshore in territorio italiano Durante la fase di progettazione Preliminare del metanodotto in oggetto (Melita Transgas Pipeline) è stato definito un tracciato di massima che, a seguito dei rilievi e sopralluoghi in sito, nonché degli approfondimenti ed indagini eseguite nella fase di progetto Definitivo ha necessitato di alcune ottimizzazioni di carattere tecnico e anche ambientale. Il tracciato terrestre in comune di Gela è risultato in alcuni tratti interferire con fabbricati/culture ed aree non compatibili (cave), ed in particolare nel tratto tra la progressiva kilometrica 3.8 e 5.3 interferente in maniera rilevante sul corso del Canale Priolo, trovandosi in alcuni brevi tratti limitrofo all’alveo e comunque all’interno dell’Habitat 92D0 “Gallerie e forteti ripari meridionali”. Per tale motivo sono state selezionate alcune ottimizzazioni che consentono sia di rendere l’opera compatibile con il territorio, che di minimizzare gli impatti sull’ambiente, il paesaggio ed il territorio, anche considerando l’aspetto sociale. Da una analisi comparativa tra le diverse soluzioni possibili, il tracciato ottimizzato, pur non potendo evitare l’attraversamento del canale Priolo, (realizzato con metodologia Trenchless, quindi in sotterraneo), risulta quello preferito in quanto meno impattante sull’ambiente e sul territorio coinvolti (minori opere per l’esecuzione dei lavori e successivi ripristini) e sul territorio (minore impatto sociale in quanto interferisce con un numero di privati inferiore e in maniera limitata con colture quali uliveti e vigneti).

Inoltre, la servitù “non aedificandi” prevista lungo il metanodotto, che si affianca, per quanto possibile, a strade sterrate esistenti, permetterà di garantire la non edificabilità nella zona a tutela del vincolo paesaggistico per una fascia di circa 30 m a cavallo della condotta. In prossimità della costa, infine, il tracciato è realizzato con tecnica TOC, che permetterà di non interferire con il contesto visivo e percettivo dei luoghi e quindi con gli elementi di tutela dell’area.

In merito alla presenza di potenziali aree di interesse archeologico, in accordo con quanto suggerito dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali della provincia di Caltanissetta, in cui il progetto ricade, sono state condotte indagini preliminari lungo il percorso del metanodotto, i cui risultati sono presentati nella Relazione archeologica preliminare allegata al progetto dell’intervento (doc. R_RARCH_001 - Malta-Italy Gas pipeline interconnection – Relazione Archeologica Preliminare, MT-IT JV, 2019), alla quale si rimanda per approfondimenti. Tali indagini saranno ulteriormente dettagliate secondo quanto definito di concerto con la Soprintendenza, in una fase successiva di progettazione, attraverso indagini geofisiche preventive non invasive.

In merito alla mitigazione dell’impatto visivo generato dalle opere fuori terra, il progetto include opere di mascheramento visivo rappresentate da piantumazioni arboree, che costituiranno una barriera naturale del Terminale e delle stazioni di blocco valvole.

L’Annesso 1 dello Studio citato presenta il confronto dei due tracciati all’interno del comune di Gela (scala 1:10.000). Si riportano nel seguito gli stralci cartografici in formato ridotto compresi nell’Annesso 1.

Page 184 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Page 185 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Page 186 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

7.3 Ottimizzazione del tracciato offshore nell’area di competenza italiana Considerazioni sull’ottimizzazione del tracciato offshore sono comprese anche nel documento 171001-30-RT-E-6000_7, allegato al Progetto definitivo. L’ottimizzazione del tracciato marino ha consistito nel minimizzare l’impatto ambientale e culturale nei pressi della costa siciliana e migliorare l’approccio della condotta alla morfologia del fondale nella sezione offshore di competenza delle acque italiane. In particolare, il tracciato ed i metodi costruttivi selezionati per la sezione marina della condotta consentono di:

» bypassare in profondità un’area archeologica evidenziata dall’Ordinanza n. 27/2019; » minimizzare l’impatto con l’area SIN delineata dal D. Lgs 426/98 anche con l’uso di particolari tecniche costruttive (barriere filtranti) che impediscono la dispersione di eventuali inquinanti presenti nei sedimenti; » minimizzare l’impatto con la ZPS ITA050012 anche in questo caso con l’utilizzo di barriere filtranti; » minimizzare l’impatto con la Cymodocea Nodosa che si estende oltre il limite della ZPS ITA050012; » meglio approcciare la morfologia del fondale riscontrata durante l’ispezione in mare. L’annesso 2 dello Studio citato mostra il confronto dei due tracciati relativi alla parte offshore (scala 1: 25.000). Si riporta nel seguito lo stralcio relativo al tratto più prossimo alla costa siciliana del tracciato offshore descritto graficamente nell’Annesso 2 dello Studio.

Page 187 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Figura 7.2: Ottimizzazioni del tracciato offshore in Italia

Page 188 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

8.0 BIBLIOGRAFIA

8.1 Fonti bibliografiche ACCOBAMS Report of the Fourth Meeting of the contracting Parties to Accobams, 2010 Apat- Servizio mareografico 2006 Atlante delle onde nei mari italiani Arcangeli A., Caltavuturo G., Marini L., Salvati E., Tringali M., Valentini T. e Villetti G., 1997, Avvistamenti invernali di cetacei nel Canale di Sicilia, Natura - Soc. It. Sci. Nat. Museo Civ. Stor. Nat Milano, 90 (2): 5-9. ARPA Sicilia Università degli Studi di Palermo C.I.S.A.C. Studi applicativi finalizzati all’attivazione del sistema di monitoraggio delle acque marino costiere della Regione Sicilia. Standardizzazione di descrittori biotici in Posidonia oceanica e nelle comunità meiobentoniche di fondi mobili e predisposizione di criteri per il posizionamento di reti di sorveglianza della qualità dell’acqua (D. Lgs. 152/99 e Direttiva 2000/607UE). Relazione finale, 2007 Benini A., Lo scafo, in Vullo 2012, pp. 53-104 Caminãs JA (2004) Sea turtles of the Mediterranean Sea: population dynamics, sources of mortality and relative importance of fisheries impacts. FAO Fish Rep 738:27–84 Capitaneria di Porto Gela Ordinanza n. 28/2009 del 18.06.2009 Caracappa S., Persichetti F. , Piazza A., Caracappa G., Gentile A., Marineo S., Crucitti D., Arculeo M2018 Incidental catch of loggerhead sea turtles (Caretta caretta) along the Sicilian coasts by longline fishery Casale P., Palilla G., Salemi A., Napoli A., Prinzi M., Genco L., Bonaviri D., Mastrogiacomo A., Oliverio M., Lo Valvo M., 2012 Exceptional sea turtle nest records in 2011 suggest an underestimated nesting potential in Sicily (Italy). Acta Herpetologica 7(1): 181-188, 2012 Cassinis R., Scarascia S., Lozej A.Review of Seismic Wide-Angle Reflection–Refraction (WARR) Results in the Italian Region (1956–1987) in CROP PROJECT: Deep Seismic Exploration of the Central Mediterranean and Italy Edited by I.R. Finetti 2005 CESI-VDP REF. NO: R_ARCHEO_001/19 - Malta-Italy Gas pipeline interconnection - Relazione archeologica preliminare CIBRA Monitoraggio degli Spiaggiamenti di Cetacei sulle Coste Italiane, Sito web: http://mammiferimarini.unipv.it Demirov E., Pinardi N. Simulation of the Mediterranean Sea circulation from 1979 to 1993: Part I. The interannual variability Journal of Marine Systems 33–34 (2002) 23–50 Documento 171001-10-RT-E-5100_3 ENI – Div. E&P Progetto Offshore IBLEO Rischio Vulcanico 2011 ERA Public Consultation on the Management of Malta’s Marine Natura 2000 Network Finetti R., Lentini F., Carbone S., Del Ben A., Di Stefano A., Forlin E., Guarnieri P., Pipan M., Prizzon A. Geological Outline of Sicily and Lithospheric Tectono-Dynamicsof its Tyrrhenian Margin from New CROP Seismic Data in CROP PROJECT: Deep Seismic Exploration of the Central Mediterranean and Italy Edited by I.R. Finetti 2005 Fiorentino F., Ben Meriem S., Bahri T., Camilleri M., Dimech M., Ezzeddine-Naja S. Massa F., Jarboui O., Zgozi S. 2008. Synthesis of information on some target species in the Medsudmed project area (central mediterranean). Gcp/rer/010/ita/msm-td-15. Medsudmed technical documents, 15 (in press): 67 pp. Page 189 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Garofalo G., Gristina M., Fortibuoni T., Giusto G. B., Sinacori G., Fiorentino F., 2011 Recruitment Areas of Demersal Species in the Strait of Sicily (Central Mediterranean). Greenpeace International High Seas Mediterranean Marine Reserves: a case study for the Southern Balearics and the Sicilian Channel, 2009 ISPRA Formazione e gestione delle banquettes di Posidonia oceanica sugli arenili. Manuali e linee guida 55/2010 ISPRA. (2015). Atlante delle specie marine protette nelle AMP e nei siti Natura 2000 in Sicilia. http://www.isprambiente.gov.it/it/banche-dati/atlante-delle-specie-marine-protette. Levi D., Bahri T., Basilone G., Ben Abdallah L., Bonanno A., Gaamour A., Patti B., Zarrad R. Report of the MedSudMed Expert Consultation on Small Pelagic Fishes: Stock Identification and Oceanographic Processes Influencing their Abundance and Distribution. GCP/RER/010/ITA/MSM-05 (MedSudMed Technical Documents n°5). 2004. 132pp Lighthouse PIPELINE RECONNAISSANCE SURVEY - Gas Pipeline lnterconnection - Malta-ltaly Project, 25 giugno 2019 LIPU- BirdLife Italia 2002 “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)” Lodolo E., Civile D., Zecchin M., Zampa L., Accaino F. 2019 A series of volcanic edifices discovered a few kilometres off the coast of SW Sicily MARINE GEOLOGY Volume 416 Lucchetti A., Sala A. 2010 An overview of loggerhead sea turtle (Caretta caretta) bycatch and technical mitigation measures in the Mediterranean Sea Rev Fish Biol Fisheries (2010) 20:141–161 Macaluso D. Vulcanesimo sedimentario e ricerca di idrocarburi in mare. La scoperta di un grande pockmark nello stretto di Sicilia. Geologia dell’Ambiente N. 2/2016 MATTM S.I.N: Stato delle procedure per le bonifiche giugno2018 MedSudMed Technical Documents No.13 2008 Pilot Study Spatial distribution of demersal fishery resources, environmental factors and fishing activities in GSA 15 (Malta Island) Minisini D., Trincardi F. 2009 Frequent failure of the continental slope: The Gela Basin (Sicily Channel) JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH, VOL. 114 MIPAAF, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Dipartimento delle Filiere Agricole ed Agroalimentari Piano di Gestione GSA 16 (Stretto di Sicilia) (ex art.24 del Reg. (CE) n.1198/2006 ) STRASCICO > 18 METRI 2011 MT-IT JV Relazione archeologica preliminare Malta-Italy Gas pipeline interconnection, 2019 Nisea BLUFISH PROJECT Stage 1.b – Deeper mapping/Annesso III - GSA 16, 2018 Notarbartolo Di Sciara G., Birkun A.jr. 2010, “Conservation of Cetaceans in the Mediterranean and Black Seas”, Accobams Status Report, 2010 PAP/RAC: Coastal Area Management in the Maltese Islands, Priority Actions Programme Regional Activity Centre, Split, 2005. Ragg S., G. M. (1999). “Patterns of tectonic stress in Sicily from borehole breakout observation and finite element modelling”. In Tectonics. Regione Siciliana Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico-Relazione Generale Anno 2004 Robinson A. R., Leslie G. Wayne, Theocharis A., Lascaratos A. 2010 Mediterranean Sea Circulation, Oceanoghraphy

Page 190 | 191 Studio di Impatto Ambientale – Allegato 1 Analisi delle Alternative

Techfem SPS Pipeline route in Malta with photo point of view, 2019 Titschack J., Fink Hiske G., Baum D., Wienberg C., Hebbeln D., Freiwald A. 2016 Mediterranean cold-water corals – an important regionalcarbonate factory? The Depositional Record 2016; 2,74–96 TRACTEBEL Progetto Gasdotto Sicilia-Malta Analisi Preliminare delle Alternative di Progetto (Macro Corridoi e Tracciati indicativi) Rev 00 (31/03/2016) Vannucci G., Argnani S., Morelli A., Gasperini P., Boschi E. An atlas of Mediterranean seismicity ANNALS OF GEOPHYSICS, SUPPLEMENTO VOL. 47, N. 1, 2004 Vega Fernández T., Pace ML., Badalamenti F., D’Anna G., Fiorentino F., Garofalo G., Gristina M., Knittweis L., Mirto M., Pipitone C. (2012). Application of the MESMA Framework. Case Study: Strait of Sicily. MESMA report, 320 pp.

8.2 Sitografia http://diss.rm.ingv.it/dissmap/dissmap.phtml http://www.eniscuola.net/mediateca/aree-marine-protette-in-italia/ http://www.fao.org http://www.irepa.org/ http://www.ismar.cnr.it/prodotti/reports-campagne/2000-2009 http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/biodiversita-1/osservatorio-regionale-della- biodiversita-dellambiente-marino-e-terrestre-1/la-biodiversita-dei-banchi-dello-stretto- di-sicilia http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/documenti/corine-land-cover-clc http://www.pcn.minambiente.it/viewer/index.php?services=Progetto_coste_2017 http://www.portaleacque.salute.gov.it/PortaleAcquePubblico/mappa.do http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina/relitti.htm http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina/news.htm http://www.seaforecast.cnr.it/en/yearly.php http://www.sitr.regione.sicilia.it/geoportale/it/Home/GeoViewer http://www.snam.it/it/trasporto/Archivio/Anno-termico_2012_2013/Info-agli- utenti/index.html http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/sicilia.html https://cablemap.info/_default.aspx https://portal.emodnet-bathymetry.eu https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi https://www.mareografico.it https://www.marinetraffic.com/ http://pti.regione.sicilia.it/ https://www.power-technology.com/projects/malta-lng-to-power-project-marsaxlokk/ https://www.sistan.it/index.php?id=88&tx_ttnews[tt_news]=4379 https://www.unep-wcmc.org/resources-and-data/wdpa

Page 191 | 191