Oh Che Bei Castelli!

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Oh Che Bei Castelli! ECONOMIA E TERRITORIO Oh che bei castelli! Il sistema turistico emiliano-romagnolo valorizza i castelli che diventano porte d’ingresso per conoscere l’identità dell’intero territorio STEFANIA DELENDATI on siamo nella Loira e neppure nel- (IBC), in particolare nelle province di IO R la verde Scozia, ma in quanto ad Forlì, Bologna, Modena, Reggio Emilia O antiche magioni l’Emilia Romagna e Ferrara. Nel 2000 l’IBC ha iniziato T I N non ha nulla da invidiare alle due regioni una collaborazione con il Dipartimento RR E europee rese celebri dalle loro storiche di Paleografia e Medievistica dell’Uni- T dimore. Da Piacenza a Rimini è un sus- versità di Bologna, sfociata nel proget- E seguirsi di castelli, testimoni silenziosi to Castelli medievali e neomedievali in e maestosi di epoche lontane, quan- Emilia Romagna che ha avuto il soste- do ad abitarli erano famiglie nobiliari e gno dell’Assessorato alla Cultura della personaggi entrati nella leggenda. Tra Regione. Il Progetto Castelli è un lavo- le tipologie architettoniche presenti sul ro lungo ed ambizioso, tutt’oggi in cor- ECONOMIA territorio, i castelli hanno un ruolo pre- so, che intende ricostruire una mappa ponderante per diffusione e molteplici- dei siti fortificati che includa anche quel- tà di forme, dalla fortezza difensiva alla li non più visibili ma documentati dalle residenza signorile, dal borgo medieva- fonti. Finalità ultima è la realizzazione le alle singole torri semidistrutte, unici di una banca dati in rete a disposizione sedimenti di edifici ormai scomparsi. di enti, scuole e privati che possa dare Nella foto:. Altrettanto degne di attenzione sono le informazioni a trecentosessanta gradi: menzioni letterarie, archivistiche e to- bibliografia, dati archeologici e architet- ponomastiche di strutture di cui rimane tonico-funzionali, illustrazioni e ricostru- solo una breve indicazione scritta. Per il zioni tridimensionali (un primo nucleo di fascino e la suggestione che evocano, questa banca dati è consultabile agli in- In alto: i castelli sono sempre stati oggetto di dirizzi www.ibc.regione.emilia-romagna. La fortezza di Bardi. studio. I primi furono gli eruditi roman- it/approf/gis e www.ibc.regione.emilia- tici, comunque più interessati all’effet- romagna.it/castelli). Allo stato attuale la to pittoresco delle rocche che alla loro ricerca ha censito circa 2000 castelli in storia. Solo negli ultimi decenni del ‘900 regione, di cui 300 ancora visibili. Indi- si fece strada un approccio più con- cativamente una sessantina si trovano sapevole che considerava il contesto nel faentino, un centinaio nel forlivese, geografico, politico e sociale nel quale una sessantina nel territorio di Cesena, gli impianti fortificati avevano avuto ori- oltre 200 nel modenese, quasi 200 nel gine. Un approccio che si ritrova nelle parmense e poco meno nel reggiano, indagini moderne, avviate per orientare circa 350 nel piacentino. Al termine del la salvaguardia e la riqualificazione che progetto gli studiosi contano di trovare richiede anche l’individuazione di nuo- riscontro per circa 3000 siti fortificati, ve funzionalità rispettose degli ambienti compresi quelli di cui esiste solo un’at- originari, questo per andare incontro testazione scritta. L’analisi più appro- alle tendenze della politica turistica che fondita dei dati raccolti ha riguardato vuole i castelli meta privilegiata di visi- per il momento i castelli romagnoli. tatori, anche provenienti dalla regione Sono 390 quelli catalogati nelle provin- stessa, che desiderano apprendere ma ce di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini; anche rivivere tra vecchie mura le at- ben 298 si trovano nei territori di Forlì a c mosfere del passato. Il processo di co- e Ravenna e di questi 117 sono con- i m noscenza e tutela del patrimonio castel- servati in varia misura. In attesa di ave- o n lano dell’Emilia Romagna ha preso il via re risultati analoghi anche per i castelli o c negli anni ‘70 con le campagne di rile- emiliani, lo studio fino a qui condotto e A vamento condotte dall’Istituto regionale ha messo in luce il potenziale innova- M per i Beni Artistici Culturali e Naturali tivo del Progetto Castelli che per la R A P 20 ECONOMIA E TERRITORIO esempio di metodo, avvalendosi anche dell’esperienza delle piccole comunità locali impegnate nel recupero delle loro rocche. Sono infatti 6 i circuiti dislocati sul territorio regionale che riuniscono quasi 150 tra castelli, palazzi e dimore storiche visitabili, frutto della sinergia tra soggetti pubblici e privati che hanno fatto del patrimonio castellano un pun- to di forza dell’offerta turistica. La storia Luoghi privilegiati per leggere il pas- IO R sato, quell’insieme di storia, cultura e O T tradizioni che rende unico un territo- I rio. Questo rappresentano i castelli, RR E elementi caratterizzanti del paesaggio T E regionale sorti in tre fasi distinte. Gli storici parlano di un primo periodo da- tato VI-VIII secolo, quando nelle zone di confine vennero erette fortificazioni militari di carattere difensivo, occupate da presidi di soldati. È in epoca carolin- ECONOMIA gia e successivamente con lo sviluppo delle signorie territoriali, tra il IX e XI secolo, che in Emilia-Romagna proli- ferò il fenomeno dell’incastellamento. Alla base vi era un profondo senso di insicurezza da parte delle persone che cercavano rifugio all’interno di un “ca- strum”, centro nevralgico del potere del Signore. Nell’ultima fase (XII e XIII secolo) nuovi soggetti politici cercaro- prima volta ha realizzato cartografie te- no di superare la frammentazione delle matiche per ogni singolo maniero, inda- signorie locali e i castelli ne fecero le gando anche gli eventuali insediamenti spese: alcuni scomparvero mentre al- urbani ad essi pertinenti. L’attenzione tri vennero edificati con scopi diversi, crescente e diffusa sul tema ha spinto soprattutto per coordinare l’autorità sul la Regione ad aderire all’iniziativa eu- territorio. Il complesso dei manieri del ropea CASTRUM - Torri, castelli e cin- parmense ha un’attestazione più tardi- te murarie, un progetto di recupero e va che si spinge fino al XV secolo. Que- valorizzazione dei comuni e delle città sto perché il Comune non riuscì mai ad minori del Mediterraneo, finanziata dal imporsi completamente sulle signorie programma comunitario INTERREG locali come avvenne altrove e i castelli 3C. Vi aderiscono otto regioni italiane divennero il nucleo di tanti piccoli feudi (oltre all’Emilia-Romagna, Valle d’Ao- rurali con prerogative sovrane. Il pote- sta, Piemonte, Liguria, Lazio, Umbria, re centrale venne dunque a patti con Toscana e Calabria), due regioni stra- le grandi famiglie aristocratiche che, niere (la Murcia per la Spagna e l’Al- oltre a non rinunciare alle terre e ai loro garve per il Portogallo) e, come Paese castelli, si videro riconoscere privile- non comunitario, il Marocco. Ogni par- gi ed immunità, spalleggiati in questo Ad oggi in Emilia tecipante svolge un ruolo preciso; la dagli abitanti locali che preferivano as- nostra regione dovrà curare l’aspetto soggettarsi ai Signori che garantivano Romagna sono a promozionale e pubblicitario. L’inten- difesa militare e libertà dalle imposte c stati censiti circa i zione è quella di costituire un sistema comunali. Sono circa 70 i castelli della m 2000 castelli, di o di castelli europei nei territori adiacen- provincia di cui rimangono tracce con- n o cui 300 ancora ti il Mediterraneo riconoscibile con un sistenti, molti di questi risultano così c e visibili unico logo. Con le conoscenze matu- ben conservati da essere ritenuti tra i A rate l’Emilia Romagna può portare un più belli d’Italia. Rossi, Sanvitale, Meli M R A 21 P ECONOMIA E TERRITORIO IO R O T I RR E T E Lupi, Landi, Pallavicino. E poi Viscon- Sanvitale, signori del luogo per oltre Sopra: un particolare ti, Farnese, Borbone. Sono solo alcuni cinque secoli, è l’unico castello della dell’affresco del dei nomi che ricorrono nella storia del provincia di Parma ad aver conservato Parmigianino, raffiguarn- ECONOMIA territorio, dinastie che hanno disegna- il fossato con l’acqua che anticamente te la morte di Atteone, to i contorni di quanto oggi ci circonda alimentava numerosi mulini del territo- visibile all’interno della facendo dei castelli il perno delle loro rio. Il primo nucleo della rocca risale al Rocca di Fontanellato. vicende familiari e politiche, modifican- XIII secolo, ma i rimaneggiamenti suc- doli anche nel tempo da spartani ba- cessivi hanno conferito alla struttura luardi a residenze prestigiose traboc- una grazia rinascimentale che culmina canti di opere d’arte. nella deliziosa Saletta di Diana e Atteo- ne, affrescata nel 1524 dal Parmigiani- no su commissione del conte Galeazzo Fortezza di Bardi Sanvitale. Altro angolo che desta lo Il maniero, secondo in Europa per dimen- stupore dei turisti è la Camera Ottica sioni, è stato eretto attorno al 900 d.C. dove, attraverso uno schermo concavo sull’incrocio tra il Ceno e il Noveglia, in e un gioco di prismi, è possibile spiare posizione strategica per difendere le po- il via vai della piazza. Il maniero è sede polazioni locali dalle scorrerie degli Un- dell’Associazione Castelli del Ducato gari. Un grande sviluppo ha conosciuto di Parma e Piacenza. nei secoli il borgo sottostante che funge- va da punto di passaggio per gli scambi commerciali. Arroccata su uno sperone Castello di Roccabianca di diaspro rosso, alla fine del ‘500 la Il maniero è un omaggio di Pier Maria fortezza è stata trasformata in fastosa Rossi all’amata Bianca Pellegrini da cui dimora da Federico Landi, ma la parte trae il nome anche il paese. Edificato abitativa è sempre stata sacrificata alle nel sesto decennio del XV secolo, è po- esigenze militari. Ancora oggi mantiene sto all’incrocio dei territori che furono l’aspetto bellico con la massiccia strut- teatro delle lotte fra Rossi e Pallavici- tura costituita da possenti mura, solide no.
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