Riccardo Prencipe XXI Ciclo__Il Castello Di Casaluce E La–
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” Dottorato di ricerca in Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche Indirizzo: Discipline storico-artistiche dell’Italia Meridionale - XXI ciclo - (A.A. 2008/2009) Il castello di Casaluce e la committenza artistica di Raimondo del Balzo e Isabella d'Apia Coordinatore: Prof. Carlo Gasparri Tutor: Candidato: Prof. Francesco Aceto Riccardo Prencipe Il castello di Casaluce e la committenza artistica di Raimondo del Balzo e Isabella d'Apia INDICE Prefazione Capitolo primo Casaluce: storia e architettura 1. Il ramo di Courtheson-Soleto: Raimondo del Balzo 2. Il Castello di Casaluce: origini e struttura 2.1 Raimondo del Balzo e il Castello di Casaluce 3. L’insediamento dei celestini a Casaluce e ad Aversa nella seconda metà del XIV secolo 4. La chiesa di Santa Maria ad Nives 4.1 Il portale della chiesa 4.2 La lastra marmorea nel portico d’ingresso Capitolo secondo Casaluce: il cantiere pittorico 1. Gli affreschi di Niccolò di Tommaso nella chiesa di Santa Maria ad Nives: nuove proposte 1.1 Gli affreschi nel portico della chiesa: il tabernacolo di sinistra 1.2 Il tabernacolo di destra 1.3 Le Storie di san Guglielmo di Gellone 1.4 Questioni di cronologia su Niccolò di Tommaso a Napoli 2. Gli altri interventi pittorici 2.1 La decorazione della prima cappella (ora a Castelnuovo) 2.2 La decorazione della prima cappella (ora nei depositi del Museo di San Martino) 2.3 Gli affreschi in situ : la controfacciata 2.4 Gli affreschi nella terza Cappella 2.5 Note sul polittico di Andrea Vanni 3. Considerazioni finali Capitolo terzo I monumenti sepolcrali riconducibili alla committenza di Raimondo del Balzo ed Isabella d’Apia nella basilica di Santa Chiara a Napoli 1. La cappella del Balzo: Lo stato attuale 2. La collocazione pristina dei sepolcri, un riepilogo 3. La disposizione originaria dei sepolcri del Balzo, una nuova ipotesi 4. Integrazioni nell’albero genealogico e conseguenti ipotesi su ulteriori committenze di Isabella d’Apia e Raimondo del Balzo 5. L’erede di Raimondo del Balzo ed Isabella d’Apia 6. Le ipotesi della critica 6.1 La falconeria come programma Capitolo quarto Altri episodi di committenza artistica della famiglia del Balzo 1. L’arrivo in Italia meridionale: Il ramo di Avellino e i primi Feudi del Balzo in Campania 1.1 Hugone Barrallo de Baux 1.2 Bertrando II (conte di Avellino) 2. Il sepolcro di Marquisia del Balzo nel portico del Duomo di Salerno 3. Gli stemmi con i corni da caccia nel Pontificale di Salerno 4. I del Balzo-Orsini: un nuovo frammento della lastra di Santa Maria Jacobi in Nola 5. I del Balzo di Avella a San Lorenzo Maggiore 5.1 Lo stato attuale: un’unica testimonianza 5.2 La collocazione originaria della lastra 6. Il ramo d’Andria: Bertrando del Balzo a San Domenico Maggiore Appendice documentaria Fonti Bibliografia storico-artistica CAPITOLO PRIMO Casaluce: storia e architettura 1. Il ramo di Courtheson-Soleto: Raimondo del Balzo Prima di esaminare le problematiche inerenti il Castello di Casaluce si delineerà una breve cornice allo scopo di presentare quelli che sono stati i suoi committenti-concepteurs :1 i coniugi Raimondo del Balzo ed Isabella d’Apia. La famiglia del Balzo era distinta in diversi rami; quelli che interessarono l’Italia meridionale tra XIII e XIV secolo furono tre (fig. 1): - il ramo di Baux-Avellino - il ramo di Berré-Andria-Montescaglioso - il ramo di Courtheson-Soleto-Orange e des Baux-Orsini La figura di Raimondo quale committente è tra le più importanti del ramo dei del Balzo di Courtheson-Soleto-Orange, poi des Baux-Orsini. Egli nasce intorno al 1303 da Ugone del Balzo (siniscalco di Sicilia) 2 e Jacopa della Marra, a cui re Roberto d’Angiò aveva concesso il castello di Belvedere, 3 presso Marano di Napoli, “restando però a spese di Jacopa il tenervi il castellano, e‘l presidio di soldati.” 4 Da Ugone e Jacopa nacquero tre figure legate a committenze piuttosto importanti (fig. 2): - Raimondo († 05 agosto 1375), che sposerà in prime nozze Margherita d’Aquino 5 ed in seconde nozze Isabella d’Eppes (d’Apia). Sulla seconda moglie, la più importante dal nostro punto di vista, le notizie storiche sono scarse. Forse era figlia del cavaliere Giovanni d’Eppes, gran siniscalco del Regno di Sicilia; 6 nacque tra il 1305 e il 1310 e morì il 14 luglio del 1375. Isabella era già vedova di Adinolfo d’Aquino, conte ereditario di Belcastro, e del cavaliere 1 Per tale definizione cfr. BEAT BRENK, 1997, p. 203. 2 LOUIS BARTHÈLEMY, 1882, doc. n. 1021. Appendice documentaria n. 1. 3 Cfr. LOUIS BARTHÈLEMY, 1882, nn. 961, 967. Appendice documentaria nn. 2 e 3. Sul Castello del Belvedere cfr. GIUSEPPE DE BLASIS, 1915, pp. 101-179. Cfr. anche ROSARIO DI BONITO, 1985, pp. 93-94. 4 FERRANTE DELLA MARRA, 1641, p. 71. 5 cfr. LOUIS BARTHÈLEMY, 1882, doc. n. 1096. Appendice documentaria n. 4. Cfr. anche JOSEPH GÖBBELS, 1988, p. 320. Secondo Antonello del Balzo Raimondo sposò in prime nozze Caterina de Lagonesse, in seconde Giovanna d’Aquino e in terze nozze Isabella d’Apia. In merito Cfr. Capitolo terzo. 6 MARIO GAGLIONE, 1995, pp. 38, 39, nota 2, scrive che Isabella fosse figlia di Giovanni d’Apia e Altruda di Drogone. La presenza di membri della famigia d’Apia nel Regno Angioino, fin dai tempi di Carlo I d’Angiò, è in ogni caso documentata; Carlo de Lellis nomina infatti un Giovanni d’Apia vivente nella seconda metà del Duecento, in relazione alla famiglia di Pietrafesa, cfr. CARLO DE LELLIS, 1671, vol. III, p. 235. Drogone di Merloto. 7 La certezza che anch’essa fosse di origini francesi, come Raimondo del Balzo, si ricava da un verso dell’iscrizione presente sulla sua tomba: ISABELLA CELEBRI SIC NOMINE DICTA / DEQUE APIA CLARUM TRAXIT COGNOMEN AVORUM / FRANCIA QUOS GENUIT [...]. Raimondo del Balzo dal padre erediterà le terre che egli ebbe in dono dal Re per i meriti del suo valore, ovvero Soleto e San Pietro in Galatina. 8 - Sveva († 1336), di cui possiamo ora fissare al 1355 l’anno preciso in cui le venne dedicato il dormitorium , ovvero la chiesa di Santa Maria Jacobi in Nola, grazie al ritrovamento del frammento mancante della lastra proveniente dalla stessa chiesa. Sveva sposerà con quattrocento once d’oro in dote 9 Roberto Orsini, conte di Nola. 10 - Beatrice del Balzo († 1/3/1336), che sposò in seconde nozze Francesco della Ratta, conte di Montoro e di Caserta. Beatrice venne sepolta nella seconda cappella di destra della chiesa di Santa Chiara a Napoli (oggi il suo sepolcro si conserva nei sotterranei della Certosa di San Martino a Napoli). Alla morte di Beatrice, Francesco della Ratta sposeò a sua volta, in seconde nozze Caterina d’Aulnay, vedova di Jacopo I del Balzo, signore di Molfetta. 11 Francesco fu seppellito nel transetto sinistro della Cattedrale di Casertavecchia. Raimondo del Balzo è tra le figure principali nell’ambito della committenza trecentesca della famiglia. Le notizie storiche su Raimondo del Balzo provengono per lo più dai documenti trascritti nell’Ottocento da Louis Barthelemy, ma egli viene altresì menzionato non poche volte nelle lettere di Urbano V (come vedremo i loro rapporti si intensificheranno a partire dal 1352). Raimondo del Balzo ebbe cariche rilevanti in seno alla corona degli Angiò, stabilendo legami assai stretti con la regina Giovanna I. Tra i molti titoli di cui venne insignito va sottolineato quello di gran camerlengo del Regno, ovvero comandante dell’esercito imperiale, incarico ricoperto dal 1352 e mantenuto fino alla morte. 12 È a partire da tale anno che Raimondo del Balzo, prima ricordato dai documenti semplicemente come: "comte de Soletto, Maréchal de 7 Cfr. FILIBERTO CAMPANILE, 1618, p. 150. 8 Cfr. FILIBERTO CAMPANILE, 1618, p. 149. 9 FERRANTE DELLA MARRA, 1641, p. 72, con nota che riporta le collocazioni dei seguenti documenti dell’archivio di Stato di Napoli: 1319. E. 13; 1329. F. 161; 1344. B. 60. 10 Cfr. Capitolo quarto. 11 Cfr. ANTONELLO DEL BALZO DI PRESENZANO, 2003, pp. 403, 404. 12 Cfr. LOUIS BARTHÈLEMY, 1882, ad indicem . fino al doc. n. 1317. Appendice documentaria n. 5. Sicile", viene infatti menzionato, in una lettera dell’8 maggio 1352, "Comes Soleti, magnus Camerarius." 13 Non poco dovette contribuire al suo incarico di gran camerlengo (o camerario) la sua presenza ad Avignone quale procuratore delle regina Giovanna, nell’ottobre del 1350, per presenziare al verdetto emesso dalla corte papale che assolse la regina dall’accusa di complicità nell’omicidio del marito, il principe Andrea d’Ungheria. 14 Gli ottimi rapporti di Raimondo istituì con la corona rimontano ai tempi di Roberto d’Angiò: a partire dal 1331 lo troviamo menzionato, in una lettera a lui indirizzata dal re, come capitano generale e giustiziere di Principato Ultra, 15 mentre in un altro documento del 1332 viene detto ciambellano del re 16 e, nel 1338, maresciallo del Regno di Sicilia. 17 Raimondo e Isabella risultano già sposati a partire dal mese di gennaio del 1337. 18 Entrambi sono oggi seppelliti nella settima cappella di sinistra della basilica di Santa Chiara a Napoli. I coniugi, da un certo momento fino all’anno della loro morte (1375), risiedevano nel castello di Casaluce, che dotarono poi di una chiesa, detta di Santa Maria ad Nives, piccolo tempio sorto per custodire l’icona mariana della Vergine di Casaluce. 2. Il castello di Casaluce: origini e struttura "(...) Vedesi la Villa di Casaluce, che anticamente dicevasi Castello, perché era tale di larga, e vaga forma, e quì vogliono i più fedeli scrittori fosse strangolato il suddetto Andrea, e precipitato da una finestra di esso, come anche Carlo di Durazzo quì terminò nello stesso modo infelicemente la vita.