La Doppia Edizione De Le Lagrime Di San Pietro Di Luigi Tansillo Tra Censura E Manipolazione

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La Doppia Edizione De Le Lagrime Di San Pietro Di Luigi Tansillo Tra Censura E Manipolazione Università degli Studi di Napoli Federico II Dottorato di ricerca in Filologia moderna Coordinatore: Prof. Costanzo Di Girolamo Tesi di dottorato Ciclo XXIII La doppia edizione de Le lagrime di San Pietro di Luigi Tansillo tra censura e manipolazione Candidato: Dott. Luca Torre Tutore: Prof. Tobia R. Toscano Cotutore: Prof. Corrado Calenda Napoli 2010 INDICE Introduzione .......................................................................................... p. 3 1. La tradizione de Le lagrime di San Pietro..................................... » 4 2. Lo sfondo culturale e l’inventio tansilliana.................................... » 16 3. Giovan Battista Attendolo e la censura ecclesiastica..................... » 27 4. La vis polemica di Tommaso Costo: la stampa del 1606............... » 43 5. Conclusioni minime....................................................................... » 51 6. La presente edizione: criteri e struttura.......................................... » 56 Criteri di trascrizione.............................................................................. » 58 Testi ....................................................................................................... » 61 Pianto primo....................................................................................... » 63 Pianto secondo................................................................................... » 86 Pianto terzo........................................................................................ » 100 Pianto quarto...................................................................................... » 118 Pianto quinto...................................................................................... » 136 Pianto sesto........................................................................................ » 160 Pianto settimo..................................................................................... » 181 2 Pianto ottavo...................................................................................... » 201 Pianto nono........................................................................................ » 228 Pianto decimo..................................................................................... » 250 Pianto undicesimo ............................................................................. » 266 Pianto dodicesimo ............................................................................. » 281 Pianto tredicesimo.............................................................................. » 300 Pianto quattordicesimo....................................................................... » 319 Pianto quindicesimo........................................................................... » 355 Appendice ............................................................................................. » 360 Indice dei nomi....................................................................................... » 363 Bibliografia............................................................................................. » 369 3 INTRODUZIONE 1. La tradizione de Le lagrime di San Pietro La rilevante e persistente fortuna del poema epico-religioso Le lagrime di San Pietro è connessa ad una tradizione testuale che, non inficiata da oblio o fragile ipoteca autoriale, riflette tuttavia l’originaria biforcazione imposta al “cammino” dei versi tansilliani da esigenze editoriali indecifrabili quando non inquadrate nello scenario culturale (dietro il quale si scorgono, non troppo cela­ ti, gli intimi travagli dell’autore) nell’ambito del quale furono concepiti. Fuor di metafora, con la concisione propria dell’assioma, la quaestio si può preventiva­ mente riassumere svelando come tale tradizione sia affidata alla lectio di due fondamentali testimoni a stampa, dipendenti da antigrafi manoscritti che veico­ lano versioni differenti del poema. Il manoscritto utilizzato per la princeps del 1585 è il Palatino 337 (= P) conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Si tratta di codi­ ce cartaceo, del secolo XVI (mm. 0, 272 x 0, 204), che consta di cc. 201 nume­ rate e contiene il poema suddiviso in 13 pianti. Solo PAOLO ROSETI, per quel che mi risulta, ha ipotizzato che il capuano «si sia servito di due manoscritti, del Pa­ latino […], che è l’originale, e di quello del De Notariis (Codice XIII.C.84)1». Una nota di possesso apposta sul frontespizio da mano ignota (certamente di­ versa da quelle del copista e del postillatore), a ridosso del margine inferiore, sotto il titolo, reca l’esplicito riferimento all’esercizio correttorio del capuano Giovan Battista Attendolo finalizzato ad approntare il testo de Le lagrime di San Pietro per la princeps di Vico Equense: 1 P. ROSETI, Giovan Battista Attendolo da Capua. Contributo alla storia letteraria del seco­ lo XVI, Agnone, Stamperia del Risveglio, 1901, p. 22. L’allusione è al ms. XIII.C.84 della Bi­ blioteca Nazionale di Napoli adoperato per la seconda edizione. Introduzione Questo libro mi è stato donato dal Sig.r D. Alessandro Pellegrino2 che lo / ri­ trovò fra li scritti del Sig. Camillo suo zio di gloriosa memoria, e / mi testifica che è l’originale corretto dal nostro Attendolo, et in / un testam.to del d.o Pellegrino, che poi derogò, lo lasciava alla libra- / -ria de’ manuscritti de’ SS. ti Apostoli di Na­ poli; come cosa pre- / -tiosa, unito con altri codici manuscritti che poi non si sono ritro- / -vati fra’ suoi libri dopo la sua morte. Il codice (di pregevole fattura, dotato di iniziali calligrafiche), certamente vergato da un professionista, presenta cartulazione recente in numeri arabi a margine superiore destro (a matita) sul recto di ogni carta; i fascicoli sono tutti quaderni. La filigrana rappresenta un agnello pasquale, iscritto in un cerchio, che pare reggere uno stendardo. La legatura non coeva (verosimilmente otto­ centesca) è in mezza pelle, con titoli in oro sul dorso e piatti di cartone ricoperti con carta marmorizzata. Interventi di restauro (probabilmente di epoca che coincide con quella della rilegatura) sono ben visibili alle prime ed alle ultime due carte, la presenza delle quali, come quella del frontespizio, sembra costitui­ re l’esito di un’addizione seriore; i fogli di guardia (anch’essi verosimilmente allegati al volume nel XIX secolo) non sono cartulati. Nel complesso l’esempla­ re (che reca sporadiche macchie di inchiostro ferrogallico concentrate nel primo fascicolo e rare fioriture) si fa apprezzare per le buone condizioni di conserva­ zione. 2 Costui, nativo di Capua, studiò a Napoli e pronunciò i voti nel 1588. Morì a Roma il 2 agosto del 1634 nella Casa di S. Silvestro. «Fu anche de’ più utili scrittori, de’ quali gloriarsi possono i Teatini» (A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ cherici Regolari detti Teatini, p. II, in Roma, nella stamperia della sacra congregazione di Propaganda Fide, 1780, p. 166). Un succinto profi­ lo del Pellegrino, ricordato anche da N. TOPPI a p. 8 della sua Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno (in Napoli, appresso Antonio Bulifon) come «chierico regolare d’acuto ingegno», si può leggere in L. GIUSTINIANI, Memorie istoriche degli scrittori legali del Regno di Napoli (Napoli, Stamperia Simoniana, t. III, 1788, p. 36): «Capuano, fecesi religioso nell’ordine de’ Chierici Regolari Teatini, in cui acquistò del buon nome in ragione delle sue cognizioni. Girò per molti luoghi della nostra Italia, e pose da tempo in tempo a stampa delle opere, tra le quali ve ne sono di quelle che si appartengono alla mia classe». Vengono poi menzionate le principali opere del chierico capuano (a proposito delle quali cfr. anche C. MINIERI RICCIO, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Ti­ pografia Dell’Aquila, 1844, p. 262): Tractatus de duello, in quo quicquid ab utroque jure, a Sa­ cro Concilio Tridentino, a Summis Pontificibus de duello sancitum est, Venetia, apud Dusinel­ lum, 1614; De immunitate ecclesiatica, Cremone, apud Marcum Antonium Belporum, 1621; Constitutiones Congregationis Clericorum Regularium Theatinorum, commentariis illustratae, Romae, 1628; Compendium privilegiorum et facultatum Clericorum Regularium, Mutinae, 1610; Additiones ad comment. costitutionum Cong. Cler. Regul., Romae, 1634. 6 Introduzione L’interruzione della cartulazione originaria a c. 15, in corrispondenza della fine del primo pianto, il cambio di filigrana (segnalato dal riconoscimento della sagoma di una fenice nell’atto di rinascere) alla carta successiva ed il ripristino del precedente materiale cartaceo con il fascicolo successivo, inducono a pensa­ re ad un lavoro di trascrizione portato avanti dal copista in periodi distinti e sus­ seguenti, ad un’opera, vale a dire, condotta probabilmente “per fascicoli”, sotto­ posti di volta in volta all’approvazione del censore (una sorta di copia à la pe­ cia svolta con esigenze evidentemente differenti da quelle scolastiche della sud­ divisione del lavoro tra gli amanuensi e la mera, rapida diffusione dei testi). Questo il contenuto del manoscritto: c.1r LE LAGRIME DI PIETRO / DEL SIGNOR LVIGI TANSILLO MANDATE IN LVCE / DA GIO. BATTISTA ATTENDOLO / ALL’ ILL.MA SIGNORA / D. MADDALENA DE ROSSI CARRAFA / MARCHESANA DI LAINA. In alto, da mano che non coincide con quella del copista, e stato ag­ giunto «SAN» prima del nome «PIETRO». La A finale (LAINA) pare più pro­ babile della O che figura sul testo a stampa: tale lettura è infatti agevolata da un esame del ductus dell’amanuense; c. 1v Ego Barto‹lomeus› Riccius
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