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PIERO FRIGGERI - Comunità Montana di - Etnografia e Storia

Igliano altitudine m. 532 Superficie: km² 3,38 Abitanti: 97 (nel 1961 abitanti 188) Municipio: p. Baricalla, 1 - tel. 0174/78.51.47

Prodotti locali: le uve di , sono note per la loro bontà; frutta, cereali, foraggi, robiole, funghi. Allevamenti del bestiame: bovini; ovini (pecora della Langa).

Cenni storici: una stele di età romana, riferita a un individuo iscritto nella tribù Publilia, riporta Igliano indietro nel tempo. Il feudo di Igliano ( Ilianum ), già di Bonifacio del Vasto (1090 circa), passò ai marchesi di (1125), i quali costruirono un castello, per la verità non molto grande; passò in seguito, ai marchesi di Castellino, poi ai conti Sauli, casato di provenienza ligure. Prima dei conti Sauli, il feudo di Igliano toccò ai Savoia (3 aprile 1531), per volontà dell’imperatore Carlo V, che concedeva a Beatrice (sua cognata) e madre del duca Emanuele Filiberto, diversi territori, tra i quali, anche 13 paesi delle Langhe: , , , , , , , , , Saliceto, e appunto Igliano. Nel 1600 circa, passò ai marchesi Vivalda di . Il castello, già in rovina, verso la metà del secolo scorso (1800), venne acquistato dal Comune, che ne demolì completamente i ruderi (ahimè!), per farne una piazza. Gli amministratori del 1869, certamente passeranno alla storia come gli Ungari moderni. Dagli archivi, viene citato il passaggio, aprile 1796, di un’armata napoleonica in marcia verso e con la fantasia possiamo immaginare i borghigiani del luogo, in un indescrivibile marasma, nel vedere dei soldati “stranieri”, armati sino ai denti, che attraversavano i territori delle Langhe, per combattere una guerra che il popolo langhese, avrebbe volentieri evitato (ma la terra Deserta langarum è sempre stata calpestata e violata dagli invasori!). Curiosità: dal Comune di Igliano, giunge notizia che tra i feudatari di tale territorio, vi fu anche Sordello da Goito (il quale è stato messo da Dante, nel sesto canto del Purgatorio. Più avanti, dopo ardua ricerca, darò un’ampia spiegazione di Sordello).

Stele romana : fuori della chiesa di S. Andrea, si conserva una stele con menzione della tribù Publilia. Prima del 1957, era stata utilizzata come architrave portante dell’ex cappella della Confraternita di Igliano. Non bisogna stupirci se una lapide romana poteva servire come architrave: per esempio, a Mombarcaro, nel 1929, una stele romana, era utilizzata come paracarro per i buoi (ora è nel Museo dell’omonimo paese); a Paroldo, una lapide romana, si trova tuttora, come scalino della chiesa parrocchiale (di quest’ultima stele si vede solo più una scritta, ma anch’essa, tra qualche anno sarà illeggibile. Chissà che qualche buon amministratore riesca a recuperarla...). Ecco l’iscrizione di Igliano: M(arcus) VALERIVS M(arci) F(ilius) PVB(lilia tribu) SECVNDVS SIBI ET VALERIAE M(arci) F(iliae) POLLAE VXORI

“Marco Valerio Secondo, figlio di Marco, della tribù Publilia (ha fatto il monumento) per sé e per Valeria Polla figlio di Marco (sua) moglie”.

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S. Andrea apostolo , è la parrocchiale di Igliano, del sec. XVII . Il campanile è stato rifatto nel 1951, con pietre di arenaria locale, dai mastri muratori del Comune.

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Sopra il portale della chiesa un affresco indica che questa casa è intitolata a Sant’Andrea. Sotto : il Battistero ed il ciborio della chiesa.

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Parrocchiale di San Andrea. Drammatica esecuzione di S. Andrea , sulla croce a forma di X. Andrea, fratello di Simon Pietro, ha evangelizzato la Tracia, l’Acaja e l’Asia Minore. I suoi miracoli, con la resurrezione dei morti, hanno indotto il governatore della Macedonia, a gettare Andrea in mezzo alle fiere. Ma gli animali, non aggredirono il discepolo di Gesù. L’agiografia ci dice che il proconsole di Patrasso, prima di appenderlo alla croce a testa in giù, lo fece flagellare, ma per due giorni, nonostante le sofferenze, continuò a predicare il Verbo. Franco Maria Ricci, nel libro Il Tesoro (testi di Bella Bessard, 1981), ci dice che una parte dei “suoi resti fossero rimasti a Patrasso e sarebbero stati ceduti, verso il 1850, al governo russo, in cambio dell’installazione di condutture d’acqua potabile. Fu così che Andrea divenne capo della chiesa orientale, patrono della Grecia e della Russia”. E’ protettore dei pescivendoli (essendo stato pescatore) e dei cordai.

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Due affreschi della parrocchiale di S. Andrea, che si trovano ai lati dell’altare laterale (a sinistra). Sono contornati da due finte cornici.

Affresco che si trova nella parrocchiale di Sant’Andrea e rappresenta il battesimo di Gesù nel Giordano, ad opera di Giovanni Battista.

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Accanto ai sottarchi, sono affrescati i quattro Evangelisti. In alto : è rappresentato San Marco, avendo accanto il leone, che simboleggia la Resurrezione di Gesù. La volta sovrastante l’altare, è tutta affrescata da una miriade di pannelli quadrati, che racchiudono l’ Assunzione (vedi in basso ).

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Sede municipale.

La piazza del Municipio è dedicata ad un bravo sindaco di Igliano.

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A ricordo dei Caduti, di tutte le guerre. Le due targhe si trovano addossate al muro della parrocchiale.

Una monofora del campanile.

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Sopra e sotto : due formelle del portale della parrocchiale.

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Sopra e sotto : mini cappella e case in borgata S. Luigi.

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Borgata San Luigi . Il tempo si è fermato.

La strada che costeggia la chiesa di San Ludovico.

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Chiesa di S. Ludovico, re di Francia, del sec. XVI . Ho ricercato il suddetto santo re di Francia, ma non ho trovato santi con siffatto nome. L’unico Ludovico che ho “pescato”, è Ludovico I, il Pio, dove da un codice del IX sec., è raffigurato come guerriero cristiano e l’aureola in testa. Ma nessun testo, mi indica Ludovico re di Francia santo. Ma certamente qui si voleva indicare S. Ludovico vescovo (1274- 1297 c.), dove lo si può anche vedere con la corona da re. Infatti, Ludovico, era figlio di Carlo d’Angiò re di Sicilia, ma non salì mai sul trono, perché rinunciò a tutti i titoli, per dedicarsi all’apostolato religioso. E’ stato vescovo di Tolosa nel 1296, dove morì l’anno seguente.

Il portale della chiesa di S. Ludovico.

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L’entrata della chiesa.

Dipinto che si trova in chiesa, eseguito da Jerome.

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Sopra e sotto : altri due dipinti che abbelliscono la chiesa. Sono scorci della borgata omonima.

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Il coro della chiesa di San Ludovico.

Antico passaggio del borgo.

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Cappella ben conservata, la cui denominazione dovrebbe essere S. Sebastiano, ma altri la chiamano S. Rocco. In basso : un dipinto seicentesco, dell’omonima chiesa, in cui vediamo la Madonna con Bambino , alla sinistra di chi guarda vi è S. Rocco, mentre alla destra notiamo S. Sebastiano. L’affresco è stato restaurato intorno al 1800.

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La Madonna in trono col Bimbo che sorregge il Mondo. 18

Cappella di S. Sebastiano. A sinistra : S. Rocco, con una vistosa piaga a croce. A destra : S. Sebastiano.

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In alto : un altro S. Sebastiano, ma non coevo con quello sopra. Forse del Cinquecento, quando la cappella conservava altri simili dipinti. Forse la chiesetta è stata un lazzaretto e per disinfettare il locale i dipinti sono finiti sotto scialbo dalla calce viva. In basso : sotto l’altare è conservato, in minuscole forme, un altro originale S. Sebastiano.

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Sordello da Goito poeta in lingua d’Oc

Carlo d’Angiò lo nominò signore di diversi castelli, tra cui quello di Igliano

(disegno di Pini Segna) Sordello da Goito (n. 1200.-m. dopo il 1269), ha fatto parte di quella schiera di poeti in lingua d’oc (provenzale), che nei secoli 1200 e 1300 percorrevano il mezzogiorno francese (Guascogna, Provenza, Périgord, ecc.), declamando in versi, i pensieri sentimentali. Tra detti trovatori, citiamo i vari Marcabruno, Rambaldo di Vaqueiras, Guglielmo di Poitiers, Bernardo di Ventadour, Lanfranco Cigala. Sordello è vissuto in Portogallo, Spagna e Provenza. Nel 1265 è nell’Italia meridionale, alla corte di Carlo d’Angiò. La più celebre delle sue liriche in provenzale, è il Compianto di Ser Blacas. Per il suo amor patrio, Dante Alighieri lo prende come simbolo nel suo Purgatorio (canto sesto). Ecco il passo della Divina Commedia : ...dicendo: “O Mantovano, io son Sordello nave senza nocchiere in gran tempesta, de la tua terra”. E l’un l’altro abbracciava. non donna di provincie, ma bordello. Ahi serva Italia, di dolore ostello, Quell’anima gentil fu così presta, sol per lo dolce suon de la sua terra, di fare al cittadin suo quivi festa; e ora in te non stanno sanza guerra... Ma prima di giungere in Italia, alla corte dei d’Angiò, la vita di Sordello è stata molto movimentata. Passò dalla corte degli estensi a quella di Verona, del casato di Rizzardo Sanbonifacio, avendo la sfrontatezza di rapirgli la moglie (Cunizza da Romano), per portarla alla casa del padre. In conseguenza di simili peripezie, il trovatore Sordello, partì per la Provenza. Carlo d’Angiò, in seguito, lo nominò signore di diversi castelli italiani. Se Sordello da Goito, è stato anche signore di Igliano, questa è dunque la sua storia. Se invece, il personaggio fa parte di quelle vicende oscure e difficili da appurare realmente, pazienza! La si prenda, comunque, come notizia di folclore!

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Dipinto della parrocchiale di Igliano. Vedendo il cane con la torcia in bocca, possiamo ben dire che a sinistra vi è S. Domenico, nato nel 1170, nella Nuova Castiglia. E’ conosciuto come il domenicano fondatore dell’Ordine. La santa alla destra dovrebbe essere S. Caterina da Siena, poiché molto giovane, è entrata a far parte delle Mantellate di S. Domenico (un dipinto quasi identico, direi della stessa scuola, lo si può vedere a nella parrocchiale di S. Pietro in Vincoli).

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Di fronte alla parrocchiale, ci si può rilassare accanto all’ombrosa pianta.

Ludovico (o Lodovico) Sauli, 1787-1874: senatore e conte d’Igliano. Il Sauli discende da un nobile famiglia di Genova, Quilico Sauli, il quale, nel secolo XVI circa, fu signore di Igliano o più specificatamente, come dicono gli storici, Ilianum . Pur essendo conte di Igliano, Ludovico nacque a Ceva, poiché tale casato, per motivi che non ci è dato sapere, si trasferì appunto in quella città. E’ stato diplomatico e storico, scrivendo anche alcune frizzanti novelle, ambientate su personaggi del posto, i cui nobili parenti o collaterali, non gradirono essere riconosciuti nei racconti. Difatti, i dispiaceri maggiori, li ebbe proprio dai personaggi -parenti (è ben strano il mondo: oggi si farebbero i salti mortali, pur di essere citati in qualche testo). Resse il Ministero degli Esteri, su invito di Carlo Alberto. Ceva, per ricordare Ludovico Sauli, gli ha dedicato una via. E’ morto a Usseglio (Val di Viù) il 27 settembre 1874. 23

Ceva gli ha dedicato una via e una targa sulla casa dove abitava (vedi sotto).

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La chiesa di S. Ludovico, vista da un’altra angolazione.

Il campanile della parrocchiale di Sant’Andrea. 25

Iscrizione di una tomba romana , che si trova alla destra della chiesa di S. Andrea. E’ del I sec. d.C. Ecco la traduzione della stele: “Marco Valerio Secondo, figlio di Marco, della tribù Publilia (ha fatto il monumento) per sé e per Valeria Polla (sua) moglie”. ______

PERSONAGGI FAMOSI Ludovico Sauli (1787-1874): senatore e conte d’Igliano. Fu diplomatico e storico.

Tennis: campo in cemento. Fiume: torrente Cusina. Geologia: i terreni appartengono alle formazioni langhiane, caratterizzati da strutture argillo-sabbiose. Flora: diffusa la coltura boschiva del castagno, anche quella di abeti e roveri; ciliegio selvatico, betulla, faggio, , gaggia, ginestra, pioppo, pino. Fauna: rondine, passero, pettirosso, scricciolo, merlo, airone, upupa, picchio, cuculo, tortora, pernice rossa, quaglia, fagiano, gheppio o falchetto, poiana. Scoiattolo, ghiro, tasso, lepre, volpe, daino, cinghiale. Rapaci notturni: gufo, civetta. Rettili: vipera, biscia, orbettino.

CHIESE E CAPPELLE San Ludovico: cappella del sec. XVI . San Sebastiano: eretta nel secolo XVI . S. Andrea apostolo: chiesa parrocchiale del sec. XVII . S. Margherita: la chiesa è stata eretta nel sec. XVI . S. Luigi.

Igliano dipende: Tribunale di Mondovì, Pretura di Mondovì, Sez. staccata di Ceva, Carabinieri di , Comunità Montana di Bossolasco. Prefisso 0174 - CAP 12060. Denominazione: Iglianesi. Meridiane: nessuna.