la scienza La Londra, la fascinosa macchina del sorriso ELENA DUSI, ENRICO FRANCESCHINI e MARCO LODOLI Domenica il racconto Le badanti italiane in Egitto DOMENICA 28 AGOSTO 2005 di Repubblica ILVO DIAMANTI e PAOLO RUMIZ

Calciatoreil

Facce e vita da star, poca attenzione ai libri, una passione per Internet e la beneficenza. Corpi scolpiti in palestra e curati nei laboratori: è l’identikit dei campioni che da oggi ritroveremo negli stadi FOTO CORBIS

EMANUELA AUDISIO EMILIO MARRESE le storie l calciatore oggi. La squadra ieri. Lui ora conta di più. E lui uattrocentosettantatréore di allenamento per toc- cambia, si adatta, si trasforma. Più sexy, più erotico. Con care il pallone un paio d’ore in tutto, da qui a luglio. Il trono vuoto della Regina della pioggia gli occhi neri e il tuo gioco micidiale, cantava la Nannini. A questo si riduce un anno da calciatore, leggendo PIETRO VERONESE Hollywood a centrocampo. Le facce di una volta: Burgni- la radiografia statistica di un titolare, uno di quelli ch, Boninsegna, Benetti, Combin, volti da una notte in che giocano almeno 45 partite ufficiali a stagione. cultura commissariato. Missing. Ora ritratti da copertina: bar- QDue minuti e mezzo con la palla al piede sui 90 di Ibetta, pizzetto, frangetta, sopracciglia rifatte. Più Saint-Tropez ogni gara, hanno calcolato: 150 secondi a testa per fare la diffe- che . Accessoriati, con cuffiette, anche quando scendo- renza divisi in azioni da due secondi l’una, perché è finito il tem- Sardegna, la foresta degli dei di pietra no dal pullman. Papà non li manda mai soli: iPod a gogo. Il gla- po in cui col pallone passeggiavano sul prato come col gelato sul SERGIO FRAU mour come collagene. Siti Internet per tutti: Totti, Maldini, cer- lungomare. Era un calcio in bianco e nero che trent’anni fa po- to, ma anche Giannichedda, Negro, Ventola, Zaccardo. Rina- tevi giocare anche se eri un maggiolino e non una formula uno: i sapori scesse Lodetti, avrebbe diritto ad una home page mostruosa. I bastavano cosce grosse e cervello fino a quei centauri, metà cal- peli di una volta, niente. Quasi tutti si depilano. Muscoli non più ciatore e metà impiegato. O abatino. Figurine perlopiù esili, si coperti da foresta. Aspetto meno macho. ricorderà: difensori a parte, erano giunchi con radici di quercia. I funghi, regalo di un agosto bagnato Il calciatore oggi: più alto, più pesante. Resiste la prevalenza I muscoli bastava infatti averli nelle gambe, mentre le magliet- LICIA GRANELLO e MICHELE SERRA dei nati al nord, il 43,18% contro il 26,51 del sud. Il corpo meno te aderivano a toraci scarni e spalle strette. Poi qualcuno ha sacro. Anzi molti tatuaggi, anelli, orecchini. Dio dello sport, ti of- cambiato il calcio (l’Olanda, Sacchi o la tv, che importa?), le par- l’incontro fro i miei centimetri: che vogliamo scriverci? I gesti di una volta, tite si sono ristrette e sono ovviamente dovuti cambiare anche minimi. Destinati al color seppia. quelli che le vestono, i calciatori, cresciuti invece di una taglia Ligabue e la ricerca della leggerezza (segue nella pagina successiva) buona: più alti, grossi, veloci, aggressivi e palestrati. GIUSEPPE VIDETTI Repubblica Nazionale 25 28/08/2005 con un articolo di GABRIELE ROMAGNOLI (segue nella pagina successiva) 26 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005

la copertina Dimenticate la normalità di Rivera e Boninsegna. Ora Parte il campionato hanno facce da copertina, ricoprono di tatuaggi e piercing i loro corpi depilati e muscolosi. Amano il mondo dello spettacolo e si sposano sempre più tardi. Leggono pochissimo, hanno studiato ancora meno ma adorano Internet e fanno beneficenza. Sono i campioni del nostro sport più amato Totti & C, evoluzione della specie

EMANUELA AUDISIO (segue dalla copertina)

d esempio, chinarsi e allacciarsi lo scarpino. Oggi va di moda la pantofola: chiu- Le fonti Carta sura a strappo o a cerniera. Si chiama F50+, ai piedi di del Piero e Trezeguet. Si sa mai, qualcuno avesse problemi con i nodi. Via le maglie con le cuciture, provo- della ricerca cano abrasioni, arrossamenti. Il corpo va protetto, fatto respirare, non offeso d’identità con il sudore. Meglio anche comprimere le fasce muscolari. «Stiamo studiando Lega calcio, un tessuto dei pantaloncini, per evitare dispersioni» annuncia Marco Del Chec- Acolo dell’Adidas. Un problema, la dispersione. Come avranno fatto Piola e Mezza a tirare le- Assocalciatori, gnate con quei mutandoni? Centro studi Le mogli di una volta, niente. Il 61 per cento è celibe. Quasi tutti aspettano, e si sposano più e ricerche del tardi. «Perché andare in Brasile con la fidanzata?», ti dicono. Già, perché? Laureati sempre po- settore tecnico chi: o corri con le gambe o con il cervello. Però belle eccezioni: Fabio Pecchia, centrocampista, è dottore in legge, ha fatto pratica in un studio di avvocati a ; il difensore Fabio Rusti- della Figc, co, otto esami di economia, è assessore alle Politiche giovanili a Bergamo; Luigi Beghetto quan- Università Tor do stava al Chievo nel 2002 si è laureato in scienze politiche con un tesi sulla violenza negli sta- Vergata, di; Chivu della Roma, rumeno, è iscritto a scienze motorie. Università Iusm, In politica non si sputa nel piatto in cui si mangia: il 67 per cento vota centrodestra, il 20 per cento centrosinistra. Lucarelli nella Livorno rossa è per Rifondazione, Di Canio si onora di fa- Milan Lab, re il saluto fascista, Miccoli ha Che Guevara sul polpaccio. archivi de Una volta il calciatore ci teneva ad avere un legame forte con il passato, a non perdere le ra- La Repubblica dici. Casa, paese, genitori. La moglie era la ragazza conosciuta al bar, che al week-end magari Il profilo restava tutto il giorno in pigiama, ad aspettare. Perché, perché, la domenica mi lasci sempre sola? Se lei era una soubrette o un’attrice era scandalo. Wilma De Angelis cantava Nessunocon Età media più melodia e lentezza di Mina e filava con , di qualche anno più giovane. Fu co- 26, 6 (portieri 27,6 stretta a lasciarlo. «Mi fecero capire che non faceva bene alla squadra e che dovevo vergo- difensori 27,1 gnarmi». Oggi il calciatore non vuole lacci, solo laccetti. Meglio se lei conosce il prezzo della centrocampisti 26,1 gloria: cara, ci vediamo a fine trasmissione. Una partner brava sotto i riflettori, è un valore ag- attaccanti 26) giunto, come una volta saper cucinare i vincisgrassi. La fedeltà è per lo stylist, che viene a casa Altezza media a farti i capelli. Pardon, a curarti l’immagine. 181,6 cm Si può con un milione e seimila euro all’anno di stipendio. Quasi nulla spesi in letture. Im- barazzanti certe interviste in salotto con dietro la libreria, vuota come il frigo d’agosto. Però Peso medio sensibilità tanta. Per i cani, le malattie, i mali del mondo. Francesco Totti ha regalato i soldi 76,1 kg dell’esclusiva del suo matrimonio agli animali abbandonati e ora vuole fare un Live8 dei cal- ciatori per l’Africa. Si considera un fortunato. Giuseppe Meazza, campione del mondo nel ‘34 e ‘38, figlio di una vedova di guerra, aveva fatto le elementari al Trotter, scuole di Milano per i bambini bisognosi, accettava inviti a pranzo dai soci dell’Inter, che con discrezione a turno cercavano di non lasciarlo a stomaco vuoto. Era buono Meazza, ma non gli sarebbe mai venuto in mente che i miserabili erano gli altri. Il calciatore oggi non ti dice: mi dispiace non aver studiato. Marco Tardelli, che nell’82 urlò la sua gioia mondiale, era il primo dolore che confessava. Francesco Morini, racconta Gianni Mura, ai mondiali del ‘74 fece di più: sta- va pescando in un laghetto e al tifoso con figli che lo avvicinò vantandosi di aver speso una fortuna per arrivare fino a lì, rispose secco: «Se compravi i libri ai ragazzi era meglio». Do- vettero separarli. Prima il calciatore era pura antropologia, come la scimmia di Darwin. La tribù del calcio, in- tuì Desmond Morris. Intendeva un’altra epoca, molto immobile, un medioevo che non vole- va togliersi l’armatura. Ora è sociologia contaminata da cronaca e attualità. L’orologio di She- Le tendenze va, la maglietta di Bobo, l’acqua di Alex, lo yogurt di Ciro. Kakà per Armani, Totti per Bliss. Il cal- Abiti firmati ciatore non porta palla, ma moda. Investe in se stesso: logo e luoghi. Ci sono i locali, i bar, i ri- storanti, le vacanze, le spiagge, le maglie, i cd da calciatore. Non è cambiato lui, ma la società (Dolce&Gabbana attorno, dice Franco Baldini, ex ds della Roma, che ha consigliato a Capello e Montella di in- e Cavalli). Tatuaggi, vestire sull’arte. «Il giocatore è diventato un modello. Viene invitato nei salotti, dove si sente piercing e auto L’origine lusingato, non imbarazzato. Non importa se ha poco da dire, è ricco, è corteggiato, ha imma- sportive (cambiate una gine, e questo basta per una società che pensa che tutto si possa comprare. È meno ingenuo, : 555 giocatori più diffidente. Gioca di più, la carriera si è allungata, preferisce il procuratore che garantisce volta ogni otto mesi) Italiani:72,61% buoni affari fuori dal calcio». Nord 43,18%, Centro 30,3%, Il calciatore prima andava in tv vestito da cresima, magari a farfugliare, intimorito. Ora siede Sud 26,51% a gambe aperte, i jeans bucati e stropicciati da Soho e Noho, sguardo alla telecamera, diversa ti- Stranieri:27,39% midezza, molto ricompensata. Grande notizia: Vieri sorride. E se parlava era un’edizione spe- Com. 23%, Extrac. 76,9% ciale? L’auto è quella dello sponsor, poi c’è quella personale. Scontata, e rinnovata ogni otto me- si. Te ne accorgi quando hanno gli incidenti di notte: mai una Fiat, sempre una Porsche. Vieta- Americhe 53,98% ti gli sci, sempre per contratto. Si capisce, un menisco da assicurare di Adriano vale 15 milioni Europa 28,28% di euro. Appartamenti in affitto, molto grandi e molti vuoti. Tv, videoregistratore, play-station Africa 15,13% e poi che ci metto? Ville all’Olgiata per quelli della Lazio, in collina per quelli della Juve. Rara la Oceania 1,97% scelta del centro. Senza fantasia la scelta del ristorante, sempre quello, molto offerto. I calcia- Asia 1,97% tori potrebbero mangiare bene, ma non lo fanno. L’unica eccezione era Platini, capace di gui- dare per una cena fino da Girardet a Losanna. Ouì, le coscette di agnello erano da urlo. Tutto cambiato anche sulle pagine dei libri e sullo schermo. Il futbol ora ha altre parole e im- magini. Nei nuovi romanzi i calciatori sono criminali, serial-killer, gente avariata. Violenza, apparenza, indifferenza. Nei reality show poveracci che non sanno rassegnarsi a fare un pas- so indietro. Non appartengono ad un mondo di valori, allo sport, ma sono pezzi di iceberg che vanno alla deriva. Una volta c’erano i difensori di Osvaldo Soriano che per spaventare gli av- versari lasciavano partire leggende che li volevano colpevoli d’omicidi da scontare, o attac- canti che non lesinavano gli spilli in area di rigore, era il calcio romantico che si perdeva sui campi sognati della Patagonia, che viveva di fantasia purissima fino a scatenare grosse risate dovute ad arbitri che venivano colpiti da attacchi convulsivi, o la storia del calcio di Eduardo Galeano che raccontava di un gol magnifico di Garrincha a Firenze, mal di testa e serpentine, difensori in tilt, si giocava con il sorriso sulle labbra. Capitani coraggiosi anche per Jorge Valdano, campione mondiale con l’Argentina nell’86, lui che ha visto Maradona a distanza ravvicinata fare il mago, si è lanciato in parole che sono una lunga corsa all’indietro, per fermare la gloria di un calcio irripetibile e di un uomo esagerato, a La religione cui per firmare la partita bastavano dribbling e cross, incrociando gambe e piedi in corsa. «Io non ci riuscirei, finirei per rompermi una gamba», disse monsieur Platini, mica Palanca. Altri Cattolici 93% tempi, classe e gioco, non si correva ancora dietro alle veline e i giocatori al massimo sedevano Musulmani 4% in panchina e tribuna, non sulle scale nel bel mezzo di una sfilata. Mea culpa anche degli scrit- Altre 2% Lo stato civile tori inglesi. L’addio alla nostalgia di Nick Hornby che dice: «Questo calcio non è più il mio». Atei 1% Il calciatore oggi, un uomo solo. Soprattutto i nostri. Capita, se non curi l’anima, ma i suoi Sposato: 39% dintorni. Nessun altro come Baggio a pregare Budda. I sudamericani si frequentano, le altre Celibe:61% nazionalità di aggregano. L’italiano no, è un’anima persa. Magari ha un fratello, un amico con cui uscire di notte, un maggiordomo che mette sotto stipendio. Vedi il calciatore. Sai quanto pesa: 76 chili circa. Sai la faccia che ha, anzi quella che mostra. Sai delle sue 473 ore di allena- mento all’anno. Poi più niente. Quando morì Gigi Meroni un pazzo profanò la sua tomba per rubargli il fegato. Pazzo sì, ma convinto che Gigi ne avesse tanto. A questi qui che gli prendo- no: il braccialetto? L’istruzione Laurea 1,5% Scuola media sup. 61,4% Scuola media inf. 91,8% Studenti 12,1% Repubblica Nazionale 26 28/08/2005 DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 27

Ieri L’identikit Sul campo A tavola In banca e oggi ALTEZZA MEDIA ALLENAMENTO ALIMENTAZIONE CARRIERA 30 anni fa: 1,75 m 30 anni fa: 8 ore 30 anni fa: riso al 30 anni fa:si Oggi: 1,81 m alla settimana pomodoro, bistecca giocava sino a 33 anni Oggi: 10-12 ore e insalata, frutta Oggi: 35/36 anni PESO MEDIO Oggi: pasta al 30 anni fa: 73 kg 30 anni fa: corsa pomodoro, STIPENDI Oggi: 76,1 kg lenta e prolungata prosciutto, verdura, 30 anni fa:180/200 per il fondo crostata milioni di lire all’anno MASSA MUSCOLARE Oggi: tabelle Oggi: oltre il milione ora è molto più di lavoro 30 anni fa: la dieta di euro all’anno sviluppata la parte personalizzate, puntava soprattutto e si punta su sulle proteine superiore del corpo: velocità, potenza INVESTIMENTi cosce sempre ed elasticità Oggi:i nutrizionisti 30 anni fa: immobili, grosse uguali, ma hanno messo al attività commerciali e pettorali e bicipiti più PARTITE UFFICIALI centro assicurazioni voluminosi 30 anni fa:31 dell’alimentazione Oggi: borsa, I soldi Oggi: 45 i carboidrati immobili e moda Stipendio medio: 1.006 euro 24% oltre 1033 euro 22,3% tra 516 e 1033 euro 18,4% tra i 258 e i 516 Più alto, forte e veloce 12,8% tra i 103 e i 258 I novanta 22,5% sotto i 103 Sponsor: 1200 euro minuti all’anno in media (dati in migliaia di euro) è il nuovo calciatore

EMILIO MARRESE 10 a testa». «Allenando la potenza — illustra D’Otta- vio —, aumenta la forza e lievita il testosterone che (segue dalla copertina) porta maggiore aggressività, diverso atteggiamen- to agonistico. Cui si aggiunge lo stress mediatico, iù “maschi”, più gonfi di testosterone. Co- l’ansia da prestazione, il giocarsi tanto (anche eco- struiti per combattere. Addominali, bicipiti, nomicamente) in pochi secondi». Ppettorali e glutei scolpiti non solo per fare bel- L’importanza del “meccanico” è ormai una la figura sulle riviste di gossip o in discoteca. Sono realtà accettata e condivisa prima di tutto dagli atle- più atleti, non necessariamente meno giocatori: ti. Il Milan ha spianato la via della scienza applicata perché oltre al fisico ci vuole anche tanta tecnica per ai piedi allestendo il suo Lab, una struttura di 400 sopravvivere alla tonnara, al calciowrestling, per metri quadrati con uno staff di 21 specialisti guida- emergere nello spazio di ti dal belga Jean Pierre La corsa due battiti di ciglia da Meersseman. Un’offici- Km a partita: 11,4 quella centrifuga di body- na stile Nasa dove la mac- portieri 4-6 guard. È l’evoluzione china-calciatore è moni- darwiniana della specie, Fenomenologia torata costantemente e centrali 10,62 obbligata ad adattarsi ad nella quale, prima di ogni esterni: 11,41 un calcio più elettrico. È match, viene elaborata centrocampisti: 12 successo, nella confusio- di Savoldi una relazione per l’alle- laterali: 11,99 ne, anche che qualcuno natore sullo stato psicofi- sia capitato dentro il corpo GABRIELE ROMAGNOLI sico di ogni giocatore. «Il attaccanti: 11,25 di un altro, vedi il paradig- monitoraggio continuo (nel ‘62 5,48 a partita, matico caso Del Piero tra- hiunque si sia appassionato al — illustra Daniele To- nel ‘76 8,68 sformato da fringuello a calcio ha un giocatore con cui l’a- gnaccini, capo dei prepa- nel ‘91 10,8) cinghiale prima di ritrova- Cmore è scoppiato e poi è andato in ratori rossoneri — ha co- re una stazzatura più con- pezzi (ma quando pensi che sia finito, me obiettivo l’individua- sona al proprio talento. non è finito). Nel mio caso, Giuseppe Sa- lizzazione del lavoro fisi- Un errore nella distribu- voldi, centravanti del Bologna anni Set- co, adeguandolo a carat- zione delle corazze. tanta. La squadra non era granché, la te- teristiche e momento La mutazione genetica nevano in serie A i suoi gol, soprattutto dell’atleta. In alcuni casi ha ridisegnato il calciatore quelli di testa. Saltava sempre un po’ più si suggerisce al tecnico del terzo millennio: più del difensore che lo marcava, restava so- anche quando è consi- potenza nel motore, più speso un secondo, torceva il collo e se- gliabile fermare un gio- resistenza ed equilibrio gnava. La curva cantava una canzone (la catore: non per la partita, nella carrozzeria, più cura non memorabile «Na na na na na na na che sarebbe il nostro fal- tecnologica di ogni com- na eh eh eh ciao ciao») riadattandola limento, ma per gli alle- ponente. Tanto è cambia- («Na na na na na na na na eh eh eh Bep- namenti». Un lavoro to nella messa a punto pe gol»). Savoldi faceva poco, non sba- che non viene svolto so- scientifica della macchi- gliava quasi mai, era infallibile nei calci lo sui muscoli: «Deter- na. Compresi i carburanti, di rigore. Fuori dal campo non esisteva. minante è anche l’a- e anche qui meglio sorvo- Parlava pochissimo. Aveva una vita pri- spetto mentale». Il corpo lare sulla faccenda degli vata normale, la cui traccia principale fu L’incremento di un Azioni ad alta additivi. la nascita, nel 1975, di un Gianluca Sa- buon 30 per cento del- intensità: 1100 a «La svolta è stata radica- voldi che avrebbe, anni dopo, fatto gol al l’attività agonistica crea partita le, siamo passati dal diesel Bologna con la maglia della Reggina. scompensi. Ci sono gio- a motori più potenti. In Poi, un’estate, divenne ufficiale che il catori che superano le 60 Battiti cardiaci: una partita un calciatore calcio era un affare come tanti: Savoldi partite a stagione. «Se ne- 165/173 al minuto affronta 1000-1200 cambi fu venduto al Napoli per una cifra, allo- gli ultimi anni — dice Di Acido lattico:12 di velocità, sprint da 15-20 ra record, che superava il miliardo di li- Salvo — sono stati i club mmol/litro metri massimo in spazi e re. La curva ammutolì, io non rinnovai più piccoli a vincere di Max consumo tempi ristretti: serviva po- l’abbonamento. Sul suo poster, ancora più non è casuale: gioca- ossigeno: 60/65 tenziare la prima e la se- appeso in camera, scrissi a pennarello no meno e con meno ml/kg/al min conda marcia», spiega Ste- un patetico: «Non dimenticherò». In in- stress. I grandi club devo- fano D’Ottavio, ex prepa- glese, per evitare commenti in famiglia. no riflettere su questo. ratore di Inter e Nazionale, Savoldi fallì la recita sul grande palco- Anche perché se poi si Gli hobby attuale responsabile tec- scenico. In seguito tornò e il cerchio si vince meno, si guadagna 95% Internet nico del settore giovanile chiuse. Finì nel giro delle scommesse, meno». Una conseguen- 93% televisione della Figc e coordinatore saltava più in basso, aggiustava partite e za dell’overdose di calcio del corso di scienze moto- dissolveva le ultime illusioni: il gioco era sono gli infortuni. E an- 88% altri sport rie all’università romana finito. Poi, tempo dopo, quando Savoldi che qui, è dimostrato sta- 87% musica di Torvergata. Valter Di era stato squalificato, riammesso, con- tisticamente che le squa- 47% cinema Salvo, preparatore del dannato a riapparire come caricatura di dre che vincono sono 43% videogiochi Manchester United (ex sé, infine dimenticato, ho letto il libro del quelle che ne patiscono Real Madrid) e professore suo collega Petrini sul «pallone nel fan- di meno. Troppe partite, (molti intervistati hanno associato dello Iusm (Isti- go». Raccontava, tra l’altro, la partita tra allenamenti insufficien- fornito più di un hobby) tuto universitario di scien- Bologna e Avellino che avevano combi- ti, scarsi tempi di recupe- ze motorie) di Roma con nato insieme, scommettendo sul pareg- ro, notturne, campi trop- cattedra in teoria e meto- gio. Era saltato tutto, il Bologna aveva po sfruttati anche loro. dologia dell’allenamento, vinto, semplicemente perchè «Savoldi Eppure le carriere si stan- ha compiuto una ricerca aveva fatto gol e non c’era stato tempo di no allungando, fino alla sul chilometraggio medio rimediare». Era stato più forte di lui, del- soglia dei quarant’anni Il gioco in partita di un giocatore l’ombra, della delusione. Quando aveva in casi sempre più fre- (lo ha fatto nella Liga spa- pensato che il gioco fosse finito, non era quenti. Merito di tanta Contrasti: 9 a gara gnola e in Champions finito. attenzione riservata al fi- Sprint 45 a gara analizzando 300 calciato- sico e della “professiona- Possesso palla: 150 ri): i 5,48 km di quarant’an- lità”: l’incasso è un bel- secondi a gara pari al 2 ni fa sono raddoppiati a l’incentivo.«La longevità 11,44 (perfino un portiere arriva a 6 km, la metà di un dipende — spiega Di Salvo — anche dalle metodo- per cento mediano) con punte oltre i 23 km/h. «Ma oltre alle logie di allenamento, dagli esercizi di prevenzione del tempo di gioco distanze è cambiato il modo: l’intensità e i ritmi di a livello articolare e dai progressi della medicina gioco chiedono uno sforzo diverso, fatto di scatti e nella diagnosi e nel recupero». Eppure, come ha balzi. Dunque si deve allenare l’esplosività, la forza, detto Carlo Ancelotti poco tempo fa, «Scordatevi l’elasticità e la resistenza allo scontro fisico, calco- che i calciatori siano gente sana: io che ho giocato La politica lando che in una partita in media i contrasti sono 8- una vita ora sono pieno di acciacchi». Centrodestra 67% Centrosinistra 20% Indifferente 13% Il lavoro Minuti di allenamento all’anno 28500 (450 ore) Minuti di partita all’anno 4000 Repubblica Nazionale 27 28/08/2005 28 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005

la scienza Una mostra a Londra mette in fila trentacinquemila foto Studio delle espressioni di persone sorridenti. Un modo per sconfiggere, sette settimane più tardi, la paura delle bombe del 7 luglio. Ma anche una sfida a smontare uno dei più naturali e nello stesso tempo ambigui gesti quotidiani, che oggi le neuroscienze ci aiutano a indagare e capire Il sorriso, macchina salvavita

ELENA DUSI quello sarcastico, l’espressione enigma- dei due mesi si tratta in realtà di movi- la rassicurante come il sorriso che quel- tica della Gioconda (secondo Freud Leo- I bambini imparano menti incontrollati dei muscoli facciali. la intimidatoria, per esempio il rimpro- l primo, sincero e luminoso, arri- nardo aveva davanti agli occhi la madre Solo dopo assumono un vero significato vero» prosegue Carugati. va all’età di due mesi. Fino a quat- Caterina, mentre dipingeva), e quella questa forma sociale», spiega Felice Carugati, che in- Gli etologi ne sono sicuri: solo i prima- tro anni, quando i bambini impa- decisamente inaffidabile di Machiavelli segna psicologia dello sviluppo all’Uni- ti, le scimmie più simili all’uomo, condi- rano i primi trucchi del mentire sono molto più impegnativi dal punto di versità di Bologna. A questa interpreta- vidono con noi la capacità di sorridere. per gioco, siamo sicuri che i loro vista del controllo neuromotorio, arri- di comunicazione zione Stuart Campbell, un ostetrico bri- Le scimmie in particolare sollevano le saranno sorrisi veri. Ma poi au- vando a coinvolgere una quarantina fra solo a due tannico che da quattro anni si dedica al- labbra e strizzano gli occhi quando han- mentaI l’età, e l’espressione del viso che muscoli e fasci nervosi. mimica l’osservazione dei bambini nell’utero no voglia di giocare. Ma la teoria ha i suoi più comunemente viene associata al A scanso di equivoci, il governo ingle- della madre, aggiunge la propria: «I pic- detrattori. Charles Darwin, Walter Scott buonumore e al sentirsi a proprio agio se e quello canadese hanno di recente mesi. Ma qualche coli sorridono anche prima di nascere. e Konrad Lorenz erano altrettanto certi comincia a diventare complessa, la sua emanato una direttiva antiterrorismo: Nel grembo della madre il feto vive un’e- che anche la mimica facciale dei loro ca- interpretazione non più univoca. Quan- nella foto del passaporto non è solo vie- studioso sostiene sistenza felice e senza preoccupazioni». ni esprimesse un’emozione. «Anche Ba- do si riduce l’autenticità del sorriso, au- tato indossare veli sui capelli, ma anche Non solo i bambini sorridono a genitori shan — scriveva Thomas Mann — ci tro- mentano i muscoli facciali impegnati. Il ridere o sorridere in maniera da defor- ed estranei per attirare la loro attenzio- vava da ridere. Alzava le sue sottili guan- sorriso aperto coinvolge undici muscoli mare il volto e renderlo irriconoscibile che cominciano ne. Più sono piccoli, più assorbono come ce animali mostrando gli angoli della divisi in due gruppi: quello della bocca e agli occhi degli scanner degli aeroporti. spugne il messaggio delle espressioni bocca in un’espressione del tutto simile quello degli occhi, con il nervo craniale «I bambini imparano a sorridere per a sorridere già facciali altrui. «La mimica dei genitori ha a un sorriso umano». numero sette a fare da direttore d’orche- catturare l’attenzione dei genitori, per un effetto potente sui neonati, che rece- In effetti, uomini e primati condivido- stra. Il sorriso falso, quello nervoso e stimolarli a prendersi cura di loro. Prima nell’utero materno piscono ogni loro espressione. Sia quel- no la capacità di disgiungere le labbra in

LONDRA sponsor, bensì magnificare «l’arte del sorriso», come l’ha ribattezzata il cri- tico del quotidiano Independent. Ovvero richiamare l’attenzione su uno de- accia un bel sorriso», dice incoraggiante il fotografo, gli atteggiamenti che accompagnano la nostra vita: il silenzioso, misurato, Tutti al museo dopo avermi messo in posa, ed ecco che in capo a qual- talvolta impercettibile movimento delle labbra che in una frazione di se- che minuto il mio volto, catturato da una macchinina condo può significare così tanto, anche sentimenti diversissimi tra loro, digitale, quindi prontamente stampato da una minu- componendo un alfabeto, l’equivalente di un intero linguaggio. Dalla cul- «scola portatile, diventa parte della mostra allestita al Royal College of Art di la, quando il genitore cogliendo il primo sorriso di un neonato, se non pro- per giocare Londra.F Avvertimento ai lettori: non sono finito incorniciato al muro in vocandolo con un pizzico di solletico sul mento, crede di avere assistito al virtù di meriti estetici, né per dichiarata fama. La mia stessa sorte, ossia primo segno di consapevolezza del suo bambino; fino alla tomba, quando quella di sentirsi, una volta tanto, “pezzi da museo”, è toccata a chiunque una particolare piega della bocca sul volto del defunto fa dire ai vivi che lo abbia approfittato del lungo week-end del Bank Day, festività che chiude compiangono: «Forse è morto sereno». Nel mezzo, tra l’una e l’altra, una co- l’estate (si fa per dire) britannica, per andare a visitare il Royal College, tem- rona di compleanni, cresime, lauree, nozze, anniversari, abbracci, amori, con l’arte pio accademico delle arti, affacciato al polmone verde di Kensington Gar- addii, amicizie, affetti, tutti scanditi da un qualche tipo di sorriso. dens. Il requisito per venire appiccicati alle pareti del Real Collegio, in ef- Ce ne sono, naturalmente, di ogni genere, da quello enigmatico della fetti, era alla portata di tutti: bastava sorridere, come suggerisce il titolo del- Mona Lisa, su cui da cinquecento anni si interrogano gli accademici, a l’esibizione, Britain Biggest Smile (Il più grande sorriso di Gran Bretagna). quello determinato a sedurre e conquistare a ogni costo, simboleggiato, della felicità E l’intento è che sia veramente grande, al punto da guadagnarsi una cita- tanto per fare un nome, da Silvio Berlusconi, al quale la mamma, da pic- zione nel Guinness dei Primaticome la più numerosa collezione al mondo colo, insegnava: «Se vuoi avere successo nella vita, sorridi sempre a tutti». ENRICO FRANCESCHINI di esseri umani sorridenti (il record precedente, stabilito anni fa, arrivava Dall’ineffabile «solco lungo il viso» del Pescatore di Fabrizio De André, alla a trentacinquemila). dolcezza di un volto di donna che si illumina per un attimo su una carroz- Diciamo subito, tuttavia, che l’ambizione di entrare nel libro dei primati za della subway e poi scompare, nella canzone d’amore più gettonata di è una scusa. Così come è soltanto un mezzo, non il fine, la sponsorizzazio- questa estate, You are beatifuldi James Blunt. Senza dimenticare il sorriso ne offerta dalla Hewlett Packard, la multinazionale che produce le mini- sgargiante di Virna Lisi in un celebre Carosello anni Sessanta, evocato dal- stampanti di foto digitali utilizzate per l’occasione (scommettendo che sa- la battuta conclusiva: «Con quella bocca, lei può dire ciò che vuole». ranno «il gadget più richiesto del prossimo Natale»): per ogni immagine rac- Sorrisi infantili, sorrisi maliziosi, sorrisi timidi, sorrisi che richiamano o colta di uomo, donna o bambino sorridente, l’azienda dona infatti 35 pen- che respingono, per non tralasciare — esiste pure quello — il cosiddetto ce, quasi 50 centesimi di euro, a un’associazione di beneficenza che aiuta sorriso ebete: ci sono tutti questi, e molti altri ancora, nella galleria di fac- bambini poveri a realizzare il loro potenziale. Ma lo scopo vero dell’inizia- ce londinese, nei trentacinquemila volti, uno più uno meno (giudicheran-

Repubblica Nazionale 28 28/08/2005 tiva, spiegano i promotori, non è la carità, e tantomeno fare pubblicità allo no gli esperti del Guinness), appiccicati ai muri del Royal College of Art: fo- DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 29

I PUNTI

I MUSCOLI A DUE MESI SOLO I PRIMATI I SIMULATORI Un sorriso L’essere umano L’homo sapiens Secondo uno spontaneo attiva inizia a sorridere condivide studio inglese, undici muscoli nel grembo la capacità gli uomini del viso. della madre, ma di sorridere sarebbero Fingere invece prima dei due con i primati, più bravi è decisamente mesi non lo fa che sollevano delle donne più impegnativo: intenzionalmente le labbra a “smascherare” sono circa E dopo i quattro e strizzano un sorriso falso una quarantina anni si impara gli occhi per Forse perché i muscoli in gioco a simulare invitare al gioco sorridono di meno

segno di affabilità, ma i geni della fami- re più belli i soggetti delle loro foto, gli in- ESPOSIZIONE tato allo scorso Festival della scienza di glia Hox che regolano il meccanismo del glesi (e gli italiani) dicono «cheese», gli DA GUINNESS Edimburgo, il 72 per cento degli uomini sorriso a livello cerebrale sono gli stessi spagnoli «patata» e i giapponesi «whi- I sorrisi celebri è riuscito a riconoscere un falso sorriso, che sovrintendono ai meccanismi es- sky». Ma tutti gli esseri umani sorridono di Sophia Loren, contro il 71 per cento delle donne. I pub- senziali per la vita di tutti i mammiferi: nella stessa lingua, e anche chi nasce cie- Jacqueline Kennedy blicitari sanno che uno sguardo accatti- respiro, emozioni, vita sessuale. Gli stes- co sa farlo con spontaneità. Il trenta per e Ava Gardner vante con i denti bene in mostra è un’ot- si neuroni che in uomini e primati rego- cento delle persone mostra i canini, accanto ad alcuni tima arma per stimolare la propensione lano la mimica facciale, nei gatti e nei to- mentre quasi il settanta per cento si limi- di quelli, anonimi agli acquisti. Ma questa è storia recente. pi fanno muovere vibrisse, palpebre e ta a formare una mezzaluna con le lab- e numerosissimi, In età vittoriana infatti mostrare i propri bulbo oculare. Ognuno sorride con quel bra. Qualche differenza, in termini di che affollano le pareti denti — in genere orribili per la mancan- che ha, insomma. quantità, si registra tra uomini e donne. della mostra allestita za delle cure — era un atto gravemente Esiste perfino un robot che ne è capa- Queste ultime giocano con il movimen- al Royal College of Art sconveniente, come racconta Angus ce. Kismet del Massachusetts Institute of to delle labbra molto più degli uomini, e di Londra, che è intitolata Trumble nel suo libro A brief history of Technology riconosce il sorriso altrui generalmente con più arte, fedeli al mot- “Britain Biggest Smile” the smile. grazie a quattro telecamere e risponde to: «La bellezza è potere e il sorriso è la sua e che punta a entrare L’ipotesi che il sorriso umano si sareb- allargando le labbra, sbattendo le palpe- spada». nel Guinness dei primati be evoluto dal digrignare dei denti delle bre e muovendo le orecchie con i suoi 15 Di fronte a un sorriso ambiguo però come la più numerosa scimmie non è molto lusinghiero: «Non computer e 24 motori. anche il proverbiale intuito femminile si collezione al mondo mi attaccare, perché sono tuo amico». E ognuno fa anche sorridere gli altri ritrova spiazzato. In un esperimento del- di esseri umani sorridenti Dietro al sorriso primordiale, non ci sa- con ciò che gli salta in mente. Per rende- l’Università dell’Hertfordshire presen- rebbe altro che un fine utilitaristico.

Un lampo breve sulla nostra follia

MARCO LODOLI ardonici, enigmatici, obliqui, elusivi, garbati o irrisori, ma- Slinconici o distaccati: quanti sorrisi c’erano una volta, sorridere era un’arte complessa, una tavoloz- za con mille sfumature. Chi sapeva quale sorriso usare, e quando, e per- ché, conosceva la meccanica del mondo, entrava con grazia nei suoi ingranaggi. Ma anche chi aveva un sorriso solo, candido e buono come una mano sulla spalla, era un bel pezzo avanti nella strada di una vita serena. Budda sorride da lontano della dolorosa follia del mondo, l’Idiota dostoevskijano sorride per stare più vicino alle pene altrui. Ogni sorriso, freddo o caldo che sia, è comunque un lampo di intelligenza, una luce breve che rischiara e spesso ci fa ca- pire quanto ci dibattiamo a vuoto nella confusione. Oggi si sorride po- co o nulla: piuttosto si ride sguaiata- mente, si sghignazza, si rumoreggia, si seppellisce il mondo — come si auguravano i sessantottini, che pu- re erano gente seriosa — sotto una frana di risate. Dentro i telefilm im- pazzano le risate, i comici ridono da soli delle proprie battutacce, e la vi- ta, da amara commedia, è diventata una chiassosa barzelletta. Ricordo un benzinaio vicino casa mia, tutti lo chiamavano Sorriso perché ascoltava i racconti furibon- di degli automobilisti e li commen- tava sempre e solo con una smorfia irridente. Il suo sorriso rimetteva le cose a posto, placava gli animi. Poi si capì che quel ghignetto filosofico era il frutto guasto di una mezza pa- resi. Sorrideva suo malgrado del mondo, eppure il mondo lo guarda- va e per un poco si prendeva meno sul serio.

tografie inviate al sito della mostra con una email, raccolte qui e là per il pae- daggio condotto nel Regno Unito indica perfino che la maggior parte degli se, o scattate ai visitatori di questo week-end, come è capitato al sottoscrit- inglesi ricava più piacere dal sorriso affettuoso di un amico che da un rap- to. Migliaia di piccole immagini colorate, una accanto all’altra, in decine di porto sessuale con il proprio partner; tema su cui molti italiani, probabil- composizioni, tabelloni, collage, tatzebao. mente, commenterebbero che dipende da chi è il partner. Come che sia, Guardate da lontano, quelle macchie di colore sembrano tasselli di un non bisogna sorprendersi se, almeno qui in Inghilterra, sono già sorti nu- puzzle. Viste da vicino, ciascuna racconta o almeno accenna una storia in- merosi corsi e seminari su «come imparare a sorridere», condotti da guru dividuale. Un bambino in carrozzina e un altro in una cabina del telefono. e terapeuti alternativi. l Due ragazzi in ottovolante. Due fidanzatini come quelli di Peynet. Tre ami- Ma per quanta importanza possa avere il lato “scientifico” del sorriso, o ci che soffiano sulle candeline di una torta. Madri che allattano amorevol- movimento a cui contribuiscono, per chi ci tenesse a saperlo, ben undici o mente il loro cucciolo. Padri trionfanti che tengono in braccio un erede. Uo- muscoli facciali (una bazzeccola rispetto ai quarantadue che si flettono per mini e donne a passeggio, in vacanza, sul posto di lavoro: ebbene sì, qual- uno sguardo arcigno), la mostra del College of Art sembra fatta apposta per cuno riesce a sorridere anche mentre lavora. Bambini poveri del Galles che comunicare anche qualcos’altro. Bisogna compiere di nuovo un passo in- sorridono dopo avere appena ricevuto in dono il loro primo pallone da dietro, allontanarsi, guardare il puzzle dal fondo della sala: e allora diven- a rugby dal campione, gigante buono, Martin Johnson. Fan di musica rock al ta chiaro che tutti quei volti sorridenti messi in fila, tutte quelle facce diste- a megaraduno annuale di Glastonbury che sorridono con sguardo assente se, serene, fiduciose, di maschi e femmine, di giovani e anziani, di bianchi dopo avere, dopo avere, dopo avere, vabbè, potete immaginarvelo da soli, e neri, di inglesi e indiani e cinesi e arabi e americani e giamaicani e latini e come mai ai concerti rock c’è sempre qualcuno che sorride in quel modo lì. pakistani, costituiscono in fin dei conti il grande volto della cosmopolita Nelle recensioni della mostra apparse sulla stampa inglese viene fatto capitale di Gran Bretagna, la città più multietnica, multirazziale, multire- a notare che il sorriso è il primo segno di intelligenza dell’homo sapiens, ciò ligiosa del pianeta. che lo distingue dagli animali (i quali — tranne le scimmie — non sorrido- E sarà certo un caso, perché l’idea di un’esibizione così è nata molti mesi i no: al massimo, nel caso dei delfini, danno l’impressione di farlo). «Le po- or sono — ma anche una coincidenza fortuita aiuta a trasmettere il messag- o tenti emozioni scatenate quando qualcuno che ci è caro ci sorride, e quan- gio — che sette settimane dopo la tragedia del “7-7”, sette settimane dopo le do a nostra volta gli rispondiamo con un sorriso, producono cambiamen- bombe del sette luglio nel metrò, dopo le decine di morti, dopo la grande pau- ti chimici nel cervello», ci informa uno psicologo, David Lewis, dalle co- ra, Londra non ha perso la voglia e la capacità di sorridere. Non è poco, di que- o lonne di un quotidiano. Una varietà di esperti sostiene inoltre che sorride- sti tempi. Anzi: sarebbe un esempio da seguire. Perciò, adesso che siete arri- o re crea conseguenze cerebrali che ci consentono di avere una migliore me- vati in fondo all’articolo, cercate anche voi un motivo per allentare i musco- moria di determinati avvenimenti, che ci rendono più ottimisti, più li del viso: un figlio che vi corre incontro, un amore appena sbocciato, una vo- motivati, più capaci di resistere al dolore, con un atteggiamento più posi- ce amica, al limite una dolce visione che appare e scompare, come nella can-

Repubblica Nazionale 29 28/08/2005 tivo verso la vita: insomma, il sorriso fa bene alla salute. Un recente son- zone di James Blunt. È domenica, gentili lettrici e lettori: fate un bel sorriso. 30 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005 il racconto Hanno lo sguardo sognante, gonne corte e cappelli Memoria perduta a calotta: sono le nostre donne, friulane soprattutto che negli anni Venti emigravano ad Alessandria d’Egitto per lavorare come balie, cameriere e governanti. Figlie della povertà con storie di sacrifici e sofferenze ma anche di grande dignità e riscatto

L’antica rotta delle badanti italiane

PAOLO RUMIZ bisogno. L’emigrazione femminile, poi, imba- co. Oggi non c’è villaggio fra Trieste Gorizia e la sti vidi e dalmati ed albanesi in costume, e turchi razza il piccolo mondo contadino. Mica tutte, si Bassa friulana che non abbia “alessandrine” ed asiatici, e molti preti greci e frati francescani, GORIZIA sa, furono storie acqua e sapone. Nella valle del- nella sua piccola storia. Carlo Micheletti, friula- rappresentanti la cristianità. Mori e nubii se ne l’Isonzo ancora ricordano una gentildonna che, no, difende la bisnonna emigrata giovanissima stanno davanti alle case dei ricchi banchieri, più embrano uscite da una balera del ai primi del Novecento, arrivava ogni anno dal- ad Alessandria. «Non mi sento di condannare quale oggetto di lusso che di utilità». Charleston. Hanno lo sguardo so- l’Egitto scortata da giganteschi maggiordomi quelle mie lontane concittadine, né la loro scel- E poi, i teatri. Molti sono ancora lì, hanno die- gnante, gonne corte, scarpette alla scuri di pelle. Loro probabilmente eunuchi, lei ta, che immagino libera, né la loro gaia sfronta- tro il palcoscenico impolverate scenografie moda. Portano cappello a calotta, sicuramente donna di harem. Non era bello, a tezza. Certamente non fecero male a nessuno. d’anteguerra, come il “Don Bosco”, che annove- orecchini,S ombretto e messa in piega. America- quei tempi, ammettere di essere mantenuti da Insomma: basta con la retorica dell’emigrazio- ra ancora migliaia di iscritti — egiziani — e nel ne? No, italiane. Il luogo non è New Orleans, e una mantenuta. ne e del lamento. Per quelle donne l’Egitto fu so- quale recitarono le nostre compagnie fino al tantomeno Roma. È Alessandria d’Egitto anni A rompere il silenzio italiano sul tema è stato prattutto una grande e bella opportunità». 1940. «Luoghi straordinari — racconta Però — Venti, con la Belle Epoque dei sultani alla fine. Le Franco Però, il regista che ha diretto Ring con Alla fine dell’Ottocento le biondine del Nor- come il teatro greco “Zizinia”, oggi “Mohammed donne con i capelli a caschetto non sono turiste Vincenzo Cerami e Lo straniero di Camus per le dest erano già così tante che il governo, allora Alì”, o quello del liceo “Saint Marc”, quasi iden- in trasferta, ma proletarie immigrate. Italiane tv di diversi paesi d’Europa. Ora ha messo in sce- austriaco, aprì nel 1898 un convitto apposta per tico al “Vieux Colombier” di Parigi. O il “Victoria d’Egitto. Balie, governanti, cameriere, cuoche, na al Mittelfest — titolo Quando una sera, ad loro. «Prima dell’istituzione dell’Asilo — si legge College Theater” dei primi del Novecento. C’era sarte, ballerine d’alto bordo. Oggi si direbbe ba- Alexandria, testo di Renata Ciaravino — la storia nel registro — i tuguri rigurgitavano di queste un legame fortissimo tra noi e il mondo arabo. E danti. Figlie della povertà che, negli anni grandi vera di Milena, una cameriera goriziana che nel donne, ove, e da speculatori e dalla miseria, ca- di tutto questo s’è quasi persa la memoria». del Canale di Suez, scoprirono ad Alessandria la 1960, al tempo della rivoluzione anti-occidenta- devano in preda di vita abietta, il che ridondava C’è, nelle protagoniste ancora in vita, la no- New York del Mediterraneo. E trovarono proprio le di Nasser, è costretta a fare le valigie e a tornar- a grave disdoro della colonia austro-ungarica». stalgia bruciante — e talvolta la rimozione — di lì, all’ombra dei minareti, libertà, cultura, eman- sene a casa dall’Egitto. Era emigrata nel 1925, per Curiosità: il testo è redatto in lingua italiana, vo- un luogo unico al mondo, un mondo che è stato cipazione. Il sogno, talvolta persino la ricchezza. fuggire dalla miseria e dal fascismo che — sulla luto da un’amministrazione austriaca, stampa- inghiottito dai nazionalismi, dagli scambi di po- Erano italiane speciali, quasi tutte pallide figlie frontiera orientale — rendeva penosa l’esistenza to da una tipografia greca, distribuito in terra polazioni, dai pogrom, e oggi dallo «scontro di ci- del Nordest. Friulane, a chi non fosse «italianis- araba. Basta per capire viltà». Alessandria era il dalmate, istriane, ragaz- simo». Dietro la messin- cos’era, fino a ieri, Ales- Mediterraneo di greci, ze di lingua slovena delle scena, un meticoloso la- sandria. Una metropoli ebrei, libanesi, italiani, valli attorno a Gorizia. Fi- Tra queste la governante voro sul campo costruito cosmopolita, il sogno Come avviene oggi, armeni, siriani, maltesi. glie dell’Impero asburgi- dallo stesso regista con realizzato della convi- Era lo stesso mondo di co, erano più indipen- di Boutros Ghali interviste, documenti venza. molte di loro Salonicco, Atene, Istan- denti e sapevano leggere d’archivio, racconti di vi- Le contadine del Nor- bul, Smirne, Marsiglia, e scrivere. Sul mercato ta. dest imparavano una lin- nelle mani Agadir. «Poi ha vinto il ge- valevano il triplo delle ca- e la dama di compagnia Arrivavano da tutta la gua dopo l’altra. La set- finivano nerale dei fagioli», ride labresi o delle toscane, Penisola. Facevano al- tantaseienne Berta Gre- amaro Herman Spaca- nelle case della borghesia alla corte di re Faruk l’incontrario la strada dei goric, per esempio, oltre degli sfruttatori pan, novantaseienne di alessandrina facevano barchini di oggi, carichi all’italiano e allo sloveno, Nova Gorica, una vita vis- un figurone. Come Maria di africani disperati. Al- parla francese, inglese, suta ad Alessandria. È il Faganelli, che divenne governante in casa di cune, prima di trovare lavoro nelle case dei ricchi arabo e greco. «Quand’ero piccola — racconta — suo modo di definire Nasser, l’uomo che distrus- Boutros Ghali, futuro segretario delle Nazioni francesi, arabi, armeni o ebrei, finivano in balìa andavo ogni anno per due mesi a casa della cu- se tutta quella ricchezza «fatta anche con le no- Unite. O Danica Furlan, ottantacinquenne viva e degli sfruttatori. Anche per le biondine affamate gina di re Faruk. Mia nonna lavorava nella loro stre mani». vegeta, che fu dama di compagnia dell’ultima re- del Nordest la situazione era precaria. «Non vi à famiglia. Avevano tre bambini, Mini, Sharif e Va- «Tutto è cominciato per caso — racconta il re- gina d’Egitto alla corte di Faruk. Oppure la vec- birreria in Alessandria in cui manchi la goriziana tila. Il re non l’ho visto mai, la regina sì. Quando gista — durante una recita ad Alessandria su Un- chietta dalmata che finì in casa Ungaretti e rac- — scrive impietosamente un anonimo in un mia nonna è dovuta partire, la regina le scriveva garetti e il greco Costantino Kavafis. Ero andato contò al poeta le prime fiabe, storie di «donne giornale locale nel marzo 1886 — non esistono sempre, diceva che per loro era come una mam- nel quartiere di Attarin alla ricerca di un vecchio bianchissime sotto la custodia di neri terribili» o camere ammobiliate senza una goriziana, negli ma». Ammette: «Quand’ero lì, ero una signora. luogo d’incontro di poeti, la “Baracca Rossa”, di caffè avvelenati serviti dal sultano a chi cade- hotel di fama dubbia la maggior parte delle stan- Qui in Europa sono una serva, però non rim- una falegnameria frequentata anche da anarchi- va in disgrazia. ze sono abitate da goriziane, insomma sono po- piango niente, sono partita per amore. Mio ma- ci. Chiesi ad anziani arabi se c’erano ancora ita- Vicende quasi dimenticate, che in Italia si ap- chi i fatti scandalosi in cui la nominata goriziana rito voleva fare la sua parte contro i fascisti ed era liani da quelle parti. Loro mi indicarono una stra- profondiscono solo ora, dopo decenni. L’emi- non faccia da protagonista». tornato in Europa a combattere con i partigiani. da e lì una straniera, che parlava perfettamente grazione femminile ad Alessandria s’è interrotta Spesso, sono solo storie di emancipazione co- Lo raggiunsi a guerra finita». la mia lingua, mi portò da una certa famiglia Ma- solo settant’anni fa, le ultime protagoniste sono perte da maldicenza. Fausta Cialente, che visse Racconta Franco Però: «Nei loro villaggi d’ori- rino. Superstiti, con pochi altri, di una Piccola ancora vive, ma la memoria dell’emigrante è cor- ad Alessandria, ne Il vento sulla sabbiadifende la gine la gente viveva scalza, non aveva mai visto Italia che non c’è più. Non voglio che questa me- ta. Chi torna, non parla volentieri dei tempi del vecchia zia Albina, goriziana pure lei, che «con i automobili, la fame era tremenda. E loro in Egit- moria sparisca». suoi capelli biondi e le sue efelidi era venuta in to trovavano possibilità immense. Diventare Levante giovanissima». Albina non raccontava balie, governanti, cameriere, sarte, pulitrici, ma nulla dei suoi inizi, «ma io — scrive la Cialente — anche impiegate e assistenti in grandi aziende ho sempre sospettato che in realtà avesse fatto la era una fortuna. Le paghe erano alte, la borghe- cameriera o la bambinaia». Nel parentado la de- sia alessandrina era raffinata, sul delta del Nilo nigravano, ma Fausta, che dal fascismo era scap- si commerciava il miglior cotone del mondo». Lo pata in Egitto col marito ebreo, non può dimen- stesso quadro lo trovi negli unici testi scritti sul ticare: «Per merito suo ero tornata in Levante, e tema, entrambi in sloveno: il romanzo Mare di questa gioia, di ciò che nella mia ingenuità mi amaro di Marijan Tomsic e una ricerca della go- sembrava addirittura una fortuna, mi sentivo riziana Dorica Makuc. debitrice verso di lei, giacché l’Italia, dove pure «Vi era vivacissima la vita», narra Rodolfo d’A- ero nata, era soltanto una memoria di fallimenti sburgo, erede al trono di Vienna, giunto nel 1883 e tristezze». Non c’era antisemitismo allora nel da Trieste col piroscafo Miramar. «La gente che mondo arabo, l’Egitto non esportava integralisti incontri — scrive — ha l’indefinibile tipo di raz- islamici e terroristi anti-occidentali. za mista, che distinguesi col nome di “levanti- Enrico Pea, un altro degli scrittori italiani d’A- na”, ed è una mescolanza d’italiano, di greco, lessandria, nel suo Il servitore del diavolo, narra d’armeno e di ebraico. Vestono quasi tutti al- di una goriziana che fece girare la testa a un gre- l’europea, ma i più col fez sul capo. Oltre a que- DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 31

La geopolitica del benessere e dei diritti La freccia dei migranti dice dove va la Storia

ILVO DIAMANTI adanti, balie. Dedite alla cura degli an- ziani, dei bimbi. Ma anche degli adulti… Btalora. E, talora, usate e sfruttate. Un fe- nomeno a cui ci siamo abituati ormai da tem- po. Badanti e balie. Giunte da diversi paesi. Ma, soprattutto, dall’Europa centro-orienta- le. Nelle famiglie degli italiani hanno rimpiaz- zato le madri, impegnate nel lavoro. E le figlie, EGITTO COSMOPOLITA Nella pagina accanto, un caffè all’aperto nell’atmosfera cosmopolita del Cairo ai primi del Novecento che oggi sono poche, indaffarate, e non si pos- sono occupare dei genitori poco o per nulla au- tosufficienti. Badanti e balie. Anzi, le badanti più delle balie, perché siamo sempre più vec- chi e facciamo sempre meno figli. La loro dif- fusione, davvero rapida e ampia, in Italia, ri- flette la tendenza — tradizionale per il nostro paese — a “caricare” sulla famiglia, invece che sui servizi, i compiti dell’assistenza. Le badan- ti come alternativa al “ricovero”. All’assisten- za domiciliare. La ricerca condotta dal regista Franco Però, e raccontata in queste pagine da Paolo Rumiz, rivela che non si tratta di un fenomeno nuovo né tipicamente italiano. Visto che quasi un se- colo fa appariva esteso. In Egitto. In particola- re: ad Alessandria, la cosmopolita porta del ca- nale di Suez. Passaggio verso l’Oriente. Dove le badanti erano italiane. Con una presenza co- spicua di donne del Nordest. Il che, ovviamen- te, ci sorprende. Perché abbiamo dimenticato. Perché, come suggerisce Rumiz, quando la memoria evoca disagio, si preferisce dimenti- care. E oggi l’immagine degli immigrati in Ita- lia (e non solo in Italia) suscita sospetto, timo- re. Talora, senso di superiorità. Per questo, ri- cordare non piace. Genera imbarazzo. In par- ticolare, quando l’esperienza migratoria ri- guarda paesi e contesti (come l’Egitto), che og- gi appaiono lontani. Richiamano un altro mondo, un’altra civiltà, di cui diffidiamo; per motivi religiosi e socioeconomici (i poveri, quando sono più poveri di noi, spesso suscita- no allarme). Eppure è giusto e utile conservare la memo- ria, il ricordo, anche e soprattutto quando di- sturba. Rammentare che ottant’anni fa la no- stra terra era la stazione di partenza e l’Egitto, il passaggio fra Africa e Oriente, quella di arri- vo, per molte donne e molti uomini. Non per ripetere e ripeterci — come avviene spesso, in modo un po’ retorico — che un tempo gli emi- granti eravamo noi. Per il motivo esattamente contrario. Per sottolineare, marcare, che altri luoghi, altri paesi, a cui rivolgiamo uno sguar- do misto di compassione e timore, un tempo erano ricchi, “civili”, liberi e aperti. Quanto og- FOTO RITROVATE Badanti italiane in Egitto ai primi del Novecento. Le foto sono state raccolte da Gilberto Civardi e Amalia Romanelli gi lo siamo noi. E forse anche di più. Alessan- dria d’Egitto: «Il luogo della libertà, della cul- tura, dell’emancipazione, della ricchezza e del sogno. La New York del Mediterraneo». Così la definisce Rumiz. Mentre, negli stessi anni, l’I- talia si apprestava a divenire un paese non pro- priamente ricco, né tanto meno libero. Il fatto è che l’emigrazione è un indicatore sensibile agli spostamenti della ricchezza, del potere, del benessere fra un punto e l’altro del pianeta. Così, la storia delle badanti italiane ad Alessandria d’Egitto serve a ricordare che, me- no di un secolo fa, il Mediterraneo era un cen- tro politico, economico e culturale importan- te. E gravitava verso oriente. Subiva l’attrazio- ne di città “plurali” e cosmopolite, come Ate- ne, Istanbul, Smirne. Oltre, appunto, Alessan- dria. Mentre oggi il Mediterraneo è diventato un confine oscuro, fra sponde lontane, attra- versato da disperati, che intraprendono viaggi difficili, rischiosi, drammatici. Da oriente e da sud, verso l’Italia e l’Europa. Spinti dal vento dei nazionalismi, dei fanatismi, degli integra- lismi, della guerra. Dalla miseria. Questo cambiamento di rotta e di direzione, nei flussi migratori, è utile a ricordare che la storia non è mai scritta una volta per tutte. Che da sempre grandi emigrazioni si succedono, inseguendo condizioni di vita e opportunità di lavoro migliori. Sfuggendo alla povertà, ma anche alla violenza e alla repressione. Alla mancanza di libertà. Chi preferisce dimenti- care quando eravamo noi a viaggiare verso oriente oppure oltre oceano, dovrebbe, al con- trario, coltivare la memoria. E, invece di preoc- cuparsi perché siamo — da poco — diventati terra di immigrazione, dovrebbe temere, assai di più, quando smetteremo di esserlo. Perché i flussi migratori sono frecce che indicano la direzione dello sviluppo. Quando gli immigra- ti sceglieranno altre mete, oppure torneranno in patria, sarà il segno che la geopolitica del be- nessere e dei diritti è cambiata. Che l’Italia ha smesso di costituirne un centro. E ne è stata so- spinta, di nuovo, alla periferia. Repubblica Nazionale 31 28/08/2005 DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 33

le storie In Sudafrica, al centro di un territorio arido e secco, la tribù Dinastie tribali dei Balobedu prospera dentro un cerchio di colline stranamente coperte di foreste e nebbia. Merito dei poteri magici che - racconta la leggenda - le sovrane di quel popolo si tramandano di madre in figlia. Ma ora che Modjadji VI è morta ad appena 27 anni si è aperta una dura lotta per la successione Regina della pioggia

PIETRO VERONESE David Mohale, impiegato comunale della vicina cittadina di Letaba. Da lui morta in una remota regio- aveva avuto un figlio prima ancora di ne del Sudafrica, su al nord, salire sul trono. Si dice che i due con- la regina della tribù dei Ba- vivessero nel recinto reale. Fatto sta lobedu, meglio conosciuta, che solo quattro mesi prima di morire a causa dei poteri che le il trono resta vuoto a sua volta, resa già cieca e sorda dalla vengono attri- malattia, la più giovane buiti,È come la Regina Regina della pioggia del- della Pioggia. Il fatto ri- la storia ha avuto una se- sale al 13 giugno, ma no- conda figlia. Una femmi- tizie di questo genere na. Erano i primi mesi di non viaggiano in fretta e quest’anno. È intorno a sebbene i funerali di questa piccola che ades- Makobo Caroline so si è accesa la battaglia. Modjadji VI si siano me- La bimba sta presso dei ritati un po’ di articoli parenti paterni, cosa che sulla stampa locale e per gli aristocraticissimi perfino la visita dell’in- Modjadji è inaccettabile. viato del New York Ti- Il padre sostiene di essere mes, la cosa non ha certo di sangue reale (lo ha di- fatto il giro del mondo. Il chiarato in una recente decesso della regina è intervista a un giornale stato attribuito a menin- locale), affermazione che gite cronica. Però i com- il portavoce reale defini- plessi sintomi di cui sof- sce «una sciocchezza». La friva da tempo e la situa- famiglia di David Mohale zione generale del Suda- ha costituito un suo Con- frica — il Paese che con- siglio, alternativo a quel- ta la più alta percentua- lo della Corona, e i Balo- le di sieropositivi al bedu si sono spaccati. È mondo — lasciano pen- tra questi due organismi sare all’Aids. che era sorta la disputa La regina era giovane e sull’organizzazione dei bella, o tale almeno ap- funerali della regina. pare nelle foto pubblica- te, che la ritraggono sem- Un duplice incesto pre in momenti ufficiali. I Balobedu sono una pic- Uno sguardo severo, il cola tribù e il perpetuar- busto avvolto nella pelle si della loro curiosa mo- di leopardo, simbolo del- narchia esclusivamente la regalità. Ma pur essen- femminile, matriarcale e do morta appena venti- matrilineare è questione settenne, Modjadji VI che interessa solo loro e aveva vissuto la sua vita. qualche antropologo. Ha saputo infrangere le Eppure la loro storia è regole quando ha voluto. magnifica e la tradizione Ha amato. Lascia due fi- orale la fa risalire a cin- gli, di cui una piccolina, que secoli fa, al grande motivo più di turbamen- regno di Monomatapa, to che di gioia per i Balo- nell’odierno Zimbabwe, bedu, perché è stata con- di cui esistono numero- cepita ignorando le nor- se prove storiche (prime me dinastiche. fra tutte le famose rovi- ne) e di cui Modjadji V Un mito vivente era una discendente di- La storia delle regine dei retta. All’origine della Balobedu — che come tribù c’è un duplice ince- ogni antica storia africa- sto. Quello di una figlia na affonda le sue radici di Monomatapa, Dzu- nel mito, un mito vivo, gundini, che ebbe un fi- non consegnato ai libri testo come i Pretoria, attiva nella raccolta di fondi è rigorosamente soggetta all’inflessi- glio da uno dei suoi fratelli e, costret- nostri ma ancor oggi trasmesso di a favore degli orfani. Tutto ciò costi- Nelson Mandela bile controllo di Corte. Le leggi dei ta a fuggire, ricevette in dono dal pa- bocca in bocca dai viventi — è tra le tuiva una rottura clamorosa nel rigi- Balobedu vietano alla sovrana di dre il corno magico che le conferì il più sorprendenti e affascinanti d’A- do rituale al quale era tenuta la Regi- le potè parlare prendere marito, anche se le consen- potere di fare la pioggia. E molti anni frica. Ma il fatto odierno è che la se- na della Pioggia e noi amiamo pensa- tono un numero imprecisato di «mo- dopo, sul volgere dell’Ottocento, sta sovrana se n’è andata così preco- re a Modjadji VI come a una lady Dia- solo rispondendo gli». La parola non va intesa in senso quando il re Mugolo, minacciato da cemente, appena due anni dopo es- na d’Africa o ad una di quelle princi- proprio. Si tratta piuttosto di dame di ogni parte e confidando solo nella fa- sere salita al trono, senza lasciare pesse che tanto piacciono alle nostre compagnia, scelte dal Consiglio del- miglia più ristretta, generò un figlio una successione certa. La sua gente è figlie: ansiose di fare bene la loro par- alle sue domande la corona, di solito nelle famiglie di con la propria figlia. Quella creatura rimasta dunque priva di monarca. te nella continuità ma senza rinun- capi vassalli: una forma di diploma- fu strangolata alla nascita; più tardi la Tra i Modjadji diverse fazioni so- ciare a se stesse e al pro- zia per garantire lealtà figlia del re ebbe una figlia femmina, stengono diverse candidate e la fi- prio cipiglio. Prima di lei, alla sovrana. e quella fu la prima Modjadji. glioletta di Makobo Caroline, che ha le sovrane dei Balobedu Il Consiglio sceglie an- A questo punto della storia il lettore appena cinque mesi, non appare vivevano recluse nel re- che chi debba essere vorrà soddisfare la curiosità di sapere certo la favorita. cinto reale, accudite dai chiamato a generare le quanto siano davvero efficaci i poteri «C’è stata una rottura nella famiglia cortigiani e invisibili al eredi al trono: un suddito della Regina della pioggia, esercitati reale fin dalla questione di chi doves- pubblico. Dedite nel se- che soddisfi requisiti in comunione con gli spiriti degli an- se organizzare le esequie della regi- greto ai complessi rituali complessi, soprattutto tenati, che sono le divinità dei Balobe- na», ha detto un portavoce del gover- che consentivano loro, circa la famiglia di appar- du e alla cui volontà la sovrana stessa no provinciale. Si è resa necessaria nel fitto della foresta e tenenza e gli accertati è subalterna. Per trovare una risposta una mediazione dell’autorità locale. ben al riparo da occhi ascendenti nella tribù. basta giungere nelle vicinanze del re- «Alla fine la famiglia ha accantonato i profani, di invocare — e Meglio ancora se di san- cinto reale, che sorge sull’alto di lus- dissensi e ha trovato un accordo per ottenere — la pioggia. gue reale. Per il resto, i sureggianti colline, nel mezzo di una avviare i preparativi». «Nel periodo Questo è il loro potere, costumi a palazzo sono vasto territorio che è invece arido e del lutto dobbiamo restare quieti», ha gelosamente custodito, sufficientemente discre- secco. Nella terra dei Modjadji, oggi spiegato al New York Timesil portavo- protetto dal mistero. ti da consentire alla so- riserva naturale, c’è un perenne mi- ce del Consiglio della corona. Ma i fu- Perfino il grande Nel- vrana di accondiscende- croclima piovoso, umido e nebbioso, nerali si sono svolti il 20 giugno. Il lut- son Mandela dovette su- re ai propri desideri na- nel quale cresce la più vasta foresta al to è finito ed è lecito supporre che il dare le sette camicie per turali come meglio cre- mondo di una rara specie di palma, conflitto si sia riacceso. accostarsi alla regina de: la sua vita sessuale è meraviglia dei botanici e dei turisti. Makobo Caroline era molto popo- Mokope. Era il ‘94 e colui considerata affar suo. È stato il potere temuto e rispetta- lare tra i Lobedu, dicono. Aveva rac- che stava per diventare il La nonna di Modjadji to delle loro regine a garantire nei se- colto senza indugi la tradizione suc- primo presidente del Su- VI, Modjadji V, aveva coli la pace ai Balobedu. Persino il cedendo alla nonna, Mokope, la dafrica democratico fu avuto tre figlie, ma due grande Shaka, fondatore della nazio- quinta regina, morta a 64 anni nel giu- tenuto a fare una lunga erano morte prestissimo. ne Zulu, invocò dalla regine del tem- gno del 2001. Questa matriarca di me- anticamera. Le poté par- La sopravvissuta, la prin- po la pioggia sul proprio regno deva- no di trent’anni era però anche una fi- lare, come imponeva l’e- cipessa Makehala, era stato da una siccità. Persino il grande glia del suo tempo: diplomata (nessu- tichetta di Corte, soltan- l’erede designata. Ma di- Nelson Mandela ha fatto anticamera na regina lo era mai stata), appassio- to rispondendole: cioè se sgrazia volle che morisse da una di loro. Un potere che adesso, nata di computer e soap opera, mai era lei per prima a rivol- anche lei, appena due in questi aridi tempi di telefonini e lontana dal cellulare, frequentatrice gergli la parola. E soltan- giorni prima della madre. shopping center, appare minacciato abituale dei centri commerciali di to attraverso un interme- Restava solo un figlio ma- come non mai. diario. «La regina non ri- schio. Trascorsero due sponde alle domande», anni prima che il Consi- dichiarò esterrefatto ai glio reale si accordasse cronisti all’uscita dal col- sul nome di Makobo Ca- loquio. Ci vollero tutto il roline, una nipote. Il re- suo potere di seduzione e gno di costei, iniziato sot- due ricchissimi doni (una FOTO AGENZIA MAXPPP (TLP) to auspici così travagliati, 4x4 e una berlina giapponese super- CERIMONIA D’INVESTITURA si è chiuso adesso prematuramente in lusso) per ammorbidire Modjadji V ed Sopra, Modjadij VI, la Regina circostanze ancor più complicate. eliminare, nei successivi colloqui, della pioggia morta a giugno Diventata regina, Makobo Caroline l’obbligo dell’intermediario. In basso, due momenti non aveva voluto rinunciare all’amo-

Repubblica Nazionale 33 28/08/2005 Anche la vita sessuale della regina della cerimonia d’investitura re ed era rimasta con il suo compagno, 34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005

i luoghi È una calda mattina del 1565 quando un esploratore e avventuriero Viaggio nel tempo spagnolo, Pedro Menendez de Avilés, arriva in quella che oggi si chiama Florida. Con il mare alle spalle e davanti una landa dalla vegetazione fittissima, decide di fondare qui un nuovo avamposto: St. Augustine. Che oggi si può vantare del titolo di “Nation’s Oldest City”. Con grande soddisfazione dei suoi cittadini e del loro portafoglio

La città più vecchiad’America

ALBERTO FLORES D’ARCAIS te. Eppure è solo da una decina di anni spinti in fuga verso altre terre da tribù di no a quelli anglosassoni, dove la calle che St. Augustine è entrata nei “pac- Dopo un periodo indiani combattive e fiere. Cordova incrocia Treasury Street e il ST. AUGUSTINE chetti” turistici della Florida, e sono an- Dovevano passare 42 anni prima boulevard Ponce de Leon fa angolo con cora meno quelli passati da quando la di disinteresse che, nel 1607, i coloni inglesi fondasse- West King. Sedotti dalle case che han- rala mattina dell’8 settem- “riscoperta” di questa cittadina, con le ro Jamestown, nell’attuale Virginia. E no scolpita l’età nelle mura e nei balco- bre, anno domini 1565. sue case spagnole, i suoi patii e i suoi solo nel 1620 più a nord, in Massachu- ni, case da «vecchia Europa» con nomi Una ciurma di vecchi lupi giardini, i suoi vicoli e i suoi musei, è di- il turismo si è fatto setts, venne costruita quella Plymouth che ricordano famiglie famose — Ca- di mare, mercenari, avven- ventata un fenomeno nazionale. che a molti, ancora oggi, piace conside- nova, de Medici, Murat (un nipote di turieriE e canaglie ascoltava silenziosa e La ragione di tanto disinteresse pas- conquistare rare la città “storica” degli Stati Uniti. Napoleone Bonaparte) —, famiglie ari- indifferente le frasi in latino scandite sato, a sentire Glenn Hastings — Exe- Invece, cinquantadue anni prima di stocratiche che mandavano i loro ca- lentamente da un sacerdote. Il rumore cutive Director del “St. Augustine, Pon- dalle case spagnole Menendez, nel 1513, un altro famoso detti a colonizzare il nuovo continente. delle onde faceva da sottofondo a quel- te Vedra & The Beaches visitors and esploratore e avventuriero, l’ex gover- Ma Hastings e gli altri sono calamita- la messa, celebrata in capo al mondo. convention bureau” — ha una radice con i portici, natore di Portorico Don Juan Ponce de ti anche dal business. «Negli ultimi die- L’uomo dai tratti marcati e dall’aria pa- sciovinista: «La Florida fino al 1845 non Leon, era sbarcato su queste spiagge a ci anni le cose hanno preso a girare ve- drona che guardava soddisfatto il faceva parte degli Stati Uniti e la nostra capo di una spedizione. La ciurma era locemente e, se vogliamo dire tutta la gruppo appena sbarcato su quella storia patria, i nostri miti e i nostri eroi dai vicoli minuscoli stata attirata e allettata dalla leggenda verità, una buona parte del merito spiaggia sconosciuta, scrutando la pia- sono legati soprattutto all’America del- di una favolosa “fontana della giovi- spetta a Mickey Mouse e a posti come na che dal mare piombava in una lan- la East Coast». Basta mettere in fila un e dai giardini in fiore nezza” e, per tenersi buoni i suoi uomi- Disneyworld. Fino a dieci anni fa, se lei da di vegetazione fitta, verde e miste- po’ di date per capire quanto c’è di vero ni, un giorno Ponce de Leon decretò entrava in un college o in una scuola e riosa, aveva deciso: qui sarebbe nata la nel ragionamento di Hastings. Quando che una delle tante sorgenti naturali era chiedeva agli studenti di St. Augustine, sua città. Pedro Menendez sbarcò con i suoi mil- proprio la “fontana dei miracoli”, si au- avrebbe visto solo facce sconcertate; e Il nome di quell’uomo era Pedro Me- leseicento coloni e soldati disposti a todichiarò reggente in nome del re di parliamo di gente, giovani, magari ap- nendez de Avilés, esploratore e avven- tutto, quando decise che quella regio- Spagna di quella terra e la chiamò “la pena usciti da una lezione di storia. Og- turiero. Era arrivato su quella costa che ne affascinante e pericolosa, benedet- Florida” a ricordo della “Pascua flori- gi saprebbero darle una risposta: qual- sarebbe diventata celebre come Flori- ta da un cielo azzurro ma infestata da da”, la festa dei fiori che si celebrava in cuno è sicuramente venuto qui con la da dalla natia Spagna dopo un lungo caimani e da altri animali sconosciuti Spagna. famiglia, magari solo per mezza gior- viaggio, lasciandosi alle spalle la con- agli spagnoli, era il posto adatto per nata tra una visita a Disneyworld e una sueta scia di sangue e di morti come piantare la bandiera del re di Spagna e Natura splendida e violenta alla spiaggia; ma altri ci arrivano pro- ogni prode che partiva alla ricerca di per impadronirsi di una terra sconfina- Affacciata al mare sulla costa nordo- prio perché attratti da una storia di cui fortuna e ricchezze nel Nuovo Mondo. ta e di smisurate ricchezze naturali, rientale della Florida, tre quarti d’ora di sanno molto poco, perché a scuola nes- La sua città venne battezzata San Au- qualcuno già la conosceva come “la macchina a nord di Daytona Beach, fa- suno gliela insegna». gustin. E oggi, con il nome appena stor- Florida”. Su quelle coste infatti si erano mosa per le sue corse automobilisti- Lungo le vie strette dove a fatica pas- piato di St. Augustine e all’età di 440 affacciati altri uomini bianchi — spa- che, mezz’ora a sud di Jacksonville e sa una macchina, figuriamoci un in- anni, è «The Nation’s Oldest City», la gnoli o francesi — ricacciati in mare o circa un’ora e quaranta a nord di Or- gombrante Suv, si incontrano nego- città più vecchia d’America. lando, la città più vecchia d’America sta zietti di arte e di antiquariato. Anche i Molti americani, la maggioranza, ne conoscendo un momento di fulgore. ristorantini sembrano fatti a misura sanno poco o nulla. Fatto curioso per Glenn Hastings è uno degli animatori d’un tempo: piccoli ma non troppo, per un popolo e una nazione dalla storia della rinascita, ma come lui ce ne sono soddisfare la folla crescente di turisti. I giovane come gli Stati Uniti, dove an- tanti altri, venuti dagli Stati del nord o numeri annuali cominciano a essere che edifici vecchi di cento anni sono dell’ovest e attirati da questo singolare soddisfacenti: tre milioni di visitatori considerati un pezzo di storia e ogni impasto di storia e architettura secola- passano qui almeno una notte, un mi- cittadina senza passato ha i suoi intoc- re, di natura splendida e violenta, di lione si ferma per tre giorni, gli “escur- cabili “landmark” affidati alle cure dei spiagge incontaminate e di America sionisti della mezza giornata” sono sei beni culturali e delle fondazioni priva- post-moderna. Sedotti dai vicoli dai milioni. Ancora pochi per le potenzia- nomi spagnoleggianti che si mescola- lità che offre un posto come questo, do- Repubblica Nazionale 34 28/08/2005 DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35

GLI INSEDIAMENTI ROANOKE ISLAND JAMESTOWN NEW PLYMOUTH PORT ORANGE PHILADELPHIA Nel 1584 un gruppo Il primo insediamento L’11 dicembre 1620, Un forte e poche case Una delle ultime di coloni inglesi sbarca è del 13 maggio 1607, 102 padri pellegrini, in legno: è Port Orange, colonie, nel 1682, a Roanoke Island, quando un gruppo salpati da Plymouth ribattezzata due anni è la Pennsylvania: tutto in Virginia, così di mercanti sbarca nella in Inghilterra a bordo dopo Nuova comincia con l’idea del chiamata in onore baia di Chesapeake della Mayflower, Amsterdam. È il primo filantropo William Penn di Elisabetta I, the Virgin sulla sponda del James sbarcano nel New nucleo di quella che di creare una colonia di Queen: è l’embrione River e fonda England dove fondano nel 1664 gli inglesi quaccheri. Nasce così del primo insediamento Jamestown la città di New Plymouth chiameranno New York la città di Philadelphia

ANIMA SPAGNOLA Sopra, la statua dedicata all’ammiraglio de Avilés, fondatore della città A lato, il castello di S. Marco Sotto, una stampa d’epoca dello sbarco spagnolo

ripetutamente: nel 1586 il corsaro in- glese Sir Francis Drake tentò senza suc- cesso di metterla a ferro e fuoco; nel 1668 un altro inglese, il capitano pirata John Davis, impegnò i suoi uomini in una battaglia strada per strada che la- sciò nei vicoli della città sessanta mor- ti. Ma per l’avamposto spagnolo in Flo- rida i pirati erano solo una faccia del pe- ricolo. La popolazione doveva combat- tere con le malattie, con gli attacchi del- le tribù indiane ostili, con gli uragani che squassavano stagionalmente le co- ste della Florida allora come oggi. Eppure fu la diplomazia politica, non una sconfitta militare, a segnare la fine della storia spagnola della Florida e a far partire l’orologio della nuova vita di St. Augustine negli Stati Uniti d’Ameri- ca. Nel 1763 una firma su un pezzo di carta segnò la cessione della Florida al- l’impero di Sua Maestà Britannica in ve a pochi minuti dalla visita alla «Na- ricchezza. Molti edifici poi sono occu- tempo molto americana, gente tolle- questo cielo azzurro la storia l’hanno cambio dell’Avana, a Cuba. Venti anni tion’s Oldest City», ci sono chilometri di pati da musei, molti sono di proprietà rante che ha scelto di venire a vivere qui fatta gli spagnoli e i francesi e ai “wasp” dopo lo “Stato del sole” torna nuova- spiagge bianche, club di ogni genere, ri- delle Chiese, da sempre molto oculate per godersi una esistenza più rilassata, — i bianchi, anglosassoni, protestanti mente sotto le bandiere spagnole. Ed è storanti fusion in grado di soddisfare i negli affari immobiliari. per trovare un ritmo di vita meno ne- — non piace troppo ricordarlo. E di sto- solo nel 1823 che la Spagna, convinta (a palati più raffinati. C’è gente che arriva vrotico di quello delle grandi città della ria qui se ne scopre ogni giorno un nuo- ragione) di non essere in grado di di- qui per fare surf sulle onde dell’Atlanti- Raffinato melting pot East Coast. In una sera di primavera vo pezzetto. Dal Ponte dei leoni scen- fendere quella sterminata terra contro co e poi si ferma stupefatta a guardare Un’altra benedizione della piccola an- può sembrare di passeggiare in una cit- dendo lungo la baia di Matanzas e cam- i coloni americani alla ricerca dispera- case spagnole del Settecento di cui non tica città spagnola aggrappata alle tadina della Andalusia, e anche qui il minando per il lungomare si arriva fino ta di nuove terre al sud e all’ovest, deci- immaginava l’esistenza. Amministra- spiagge della Florida è quella del tem- caldo d’estate può essere soffocante. al Castillo de San Marcos, la massiccia de che è giunto il momento di vendere tori e investitori già la immaginano co- po. Con un po’ di fortuna qui la stagio- Ma l’America preme da tutti i lati, e fortezza in pietra costruita dagli spa- agli Stati Uniti. Il 3 marzo 1845 la Flori- me una nuova Santa Fé, la città del New ne dura tutto l’anno. Ed ecco che na- come in ogni angolo del Paese anche gnoli nel 1672. Dentro si possono esplo- da entra a far parte degli States. Da quel Mexico che è oggi la più “trendy” per ar- scono e si moltiplicano i “pacchetti” «The Nation’s Oldest City» è circonda- rare le stanze delle guarnigioni di guar- giorno St. Augustine può fregiarsi del ti- tisti, tardo-hippies e milionari della per l’intera area. Il mese più gettonato ta dai riti e dai simboli della vita con- dia, una antica cappella e i magazzini tolo di «The Nation’s Oldest City». moda e della televisione. è marzo — «è il periodo di springbreak, temporanea. Grandi “mall” dove si tro- dove venivano conservati il cibo e le be- Negli ultimi due anni gli affitti delle quando chiudono scuole e college e le va di tutto, parchi-gioco a tema, castel- vande in previsione degli assalti. Sulle case sono quasi raddoppiati e trovare famiglie si prendono una settimana di li con i fantasmi, la “fattoria degli alliga- mura, dopo aver scalato molti gradini, si un appartamento nel centro storico è vacanza» — ma l’onda di piena arriva tori” con migliaia di rettili, il “Ripley’s può camminare lungo il parapetto orla- una caccia al tesoro. Non tanto per il anche quando si giocano i campionati Believe It or Not! Museum”, il museo to dai cannoni originali e ammirare dal- prezzo — ché a guardar bene si spende di golf e qui il green, stando ai patiti del delle cere, la “fabbrica del cioccolato”. l’alto la vecchia città spagnola. meno che per un “two-bedrooms” a gioco, è uno dei più belli d’America. Oggi la strada di St. Augustine sembra La fortezza è stata decisiva per tene- Manhattan — ma perché le case sono La gente che ci vive forma un raffina- dunque tutta in discesa, complice an- re in vita St. Augustine durante gli anni poche, piccole, e chi ce l’ha se le tiene to melting pot: una comunità multicul- che la sempre più potente lobby dei la- di fuoco della scoperta e dello sviluppo ben strette intravedendo un futuro di turale, ricca di stranieri ma allo stesso tinos. Non è stato facile, perché sotto della Florida. La città venne attaccata Repubblica Nazionale 35 28/08/2005 36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005

Una foresta segreta di menhir, dolmen, case di fate, tombe dei giganti. Manufatti venerati per millenni, poi bollati come “pietre infernali” dai primi cristiani, infine divelti, riciclati, dimenticati. Eppure sono gemelli di quelli che nel Nord Europa attirano milioni di turisti e torme di archeo-astronomi. Ecco dove e come trovarli DeiGli dipietra Le cento Stonehenge della Sardegna di prima della Storia SERGIO FRAU L’anatema del CAGLIARI papa Gregorio I, orreva, lento, l’anno 594 dopo Cristo. Il Pontefice di Roma, Gregorio I Ma- 1400 anni fa, gno, in vena di pulizie con quelC che restava del paganesimo, prese per condannare carta e penna e cominciò a scrivere let- tere durissime ai suoi, in Sardegna. Con “i barbaricini, Ospitone, duce delle Barbarie — le Bar- bagie di oggi — usò invece mano tesa e adoratori parole di miele: «Poiché nessuno del tuo popolo è cristiano, io so che in que- di legni e sassi sto tu sei migliore di tutto il tuo popolo: ” poiché tu sei cristiano. In effetti, men- tre tutti i Barbaricini vivono come be- stie prive di ragione, ignorano il vero troppo non è mai arrivata alle orecchie Dio, adorano legni e pietre, il fatto che giuste: per cui tra pastorizia e soprin- tu veneri il vero Dio mostra di quanto tendenze è lotta dura, da sempre. sei superiore a tutti quanti». Alle gerar- Altre fantastiche Pietre Sacre — qua- chie ecclesiastiche dell’isola, invece, il si segrete per ora a chi in Sardegna ci ar- Pontefice elargì consigli pratici “ex riva da fuori — fanno di Sorgono, nel cathedra” per accelerare la conversio- cuore della Barbagia, un museo all’a- ne e strappare i Sardi da quelle loro pie- perto del megalitismo. Anche lì sono tre sacre e dai loro idoli di legno: «... Se salve: anni fa il sindaco, Francesco un contadino ha tanta mala fede e osti- Manca, acquisì il terreno vicino alla nazione da rifiutare di venire a Dio, oc- Chiesa di San Mauro al suo Comune e corre imporgli un peso fiscale così ele- così oggi bulldozer e ruspe — che per vato che la fatica da sostenere per pa- anni, e con finanziamenti regionali, gare lo spinga ad affrettarsi verso la ret- hanno spietrato alla carlona mezza ta via». Sardegna per far lavorar meglio gli ara- Detto, fatto. Del resto i veri miracoli tri — là dentro non entreranno mai, se sono quasi sempre così: di lì a breve non per i restauri che prima o poi vi si Ospitone riuscì a convertire in blocco faranno per rimettere in piedi i cento quelle sue genti dal cattivo carattere che colossali menhir che rendono davvero avevano sempre fatto paura persino ai unico quel luogo. Romani: menhir, dolmen, tombe dei gi- Massacro di antichità ganti — adorati per millenni — diven- nero pietre infernali. Furono divelte, Mamoiada, poco distante, ha una ste- riutilizzate, massacrate, dimenticate. le-menhir che strabilia. Scolpita con Non risulta che papa Gregorio abbia spirali e cerchi concentrici è uno spet- inviato anatemi del genere anche ai Si- tacolo: sembra Irlanda, è Barbagia. A gnori di Francia e d’Inghilterra e nep- custodirla è un giardino privato, ma pure contrordini in Sardegna. Forse è stano a far innamorare chi ha occhi L’ALTARE sempre aperto e ospitale: non si capi- per questo che oggi Carnac e Sto- pronti a capirli. Immaginarsela 3300 DI GRANITO sce se davvero sia stata trovata lì o — nehenge sono ancora lì a chiamar turi- anni fa, Goni, viva e affollata — come Sopra, da sinistra per evitare che finisse deportata in sti, a far ragionare archeo-astronomi, a per certe sagre d’oggi, ancora antiche a destra: due qualche magazzino — si sia deciso tut- far decollare ufaroli. come allora — quella piana di mille riti, menhir ritrovati ti insieme che «è stata trovata lì». Goni, invece — un posto-gemello a spalanca il cuore. nella zona Sali ancora, puntando verso il Lim- quei due siti superstar, incardinato an- Sempre Atzeni — quasi a far da “anti- di Laconi, oggi bara a Nord est, e a Oschiri un intero ch’esso nei ritmi del sole, a un’ora da papa” — è riuscito a creare a Laconi, po- esposti nel museo roccione di granito è stato scolpito ad Cagliari — lo conoscono in pochi, per- co distante da Goni, un vero e proprio della città, altare con decine di edicole chissà sino nell’isola. Cos’è Goni? È un’ecce- Museo dei menhir (che ha anche rac- e una statua-stele quando, chissà da chi. Roba in zona, lì zione: una delle poche meraviglie di contato in un libro): ce ne sono decine di carattere e tutt’intorno, rimanda alla Creta del Sardegna ormai salve. Una fantastica in mostra che affratellano la Sardegna astronomico, tredicesimo secolo avanti Cristo. Altri spianata sacra con una cinquantina di dell’interno alla Lunigiana, alla Fran- simile a quelle segnali sembrerebbero indicare data- menhir (già da anni rimessi in piedi dal cia, ai Balcani, al Medioriente. Centi- d’Irlanda, zioni assai più recenti: bizantine. Il luo- professor Enrico Atzeni e dalla sua naia sono ancora in campagna, lì intor- rinvenuta presso go, comunque, invita a interrogarsi: équipe, per farne un parco archeologi- no, a combattere con i rovi e con i pa- Mamoiada quelli della Soprintendenza lo studiac- co di grande suggestione). I menhir stori che, temendo gli espropri, nascon- Qui a lato, l’altare chiano senza entusiasmo da anni, ma fanno da strada cerimoniale a un com- dono (e talvolta distruggono) tutto. La monolitico in poi non lo pubblicano come si deve. plesso di sacrari-tombe-mausoleo notizia che proprio con le pecore ven- granito di Oschiri Quindi date certe ancora non ci sono. (datati tredicesimo-dodicesimo seco- gono tenute a bada le erbacce di molti Così quelli di Oschiri con Franco Laner Repubblica Nazionale 36 28/08/2005 lo avanti Cristo) che, anche da soli, ba- siti megalitici europei, in Sardegna pur- — ordinario d’architettura a Venezia, DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37

SACRARI MEGALITICI E ANTICHI GUERRIERI Al centro della pagina, uno dei “sacrari” del complesso megalitico Pranu Mutteddu, a Goni. In basso a destra, testa di guerriero con elmo cornuto, appartenente a una grande statua di pietra. Le immagini sono tratte da “Sardegna preistorica e nuragica”, di Ercole Contu, edizioni Dessì; e da “Pietre magiche a Mamoiada”, di Giacobbe Manca e Giacomino Zirottu, edizioni Studiostampa

ma ormai innamorato delle strampala- tero capitolo di arte sarda, che, pure, bia” dell’archeologia sarda: La Civiltà Fino a una quindicina di anni fa si te architetture sarde — hanno inten- aveva affascinato fin da subito i più dei Sardi si chiama ed è la riedizione Veneri sarde uguali pensava che l’uomo nell’isola (geologi- zione di metterla in rete, quella loro grandi archeologi del ramo. (aggiornata) del più completo manua- camente considerata terra antichissi- meraviglia, chiedendo al mondo intero Nell’attesa — per conoscerla davve- le mai dedicato all’isola e alla sua storia. a veneri cicladiche, ma) fosse arrivato «da poco»: «Sei, sette- di suggerire spiegazioni. ro questa Sardegna segreta — conviene L’autore, Giovanni Lilliu, parte dall’I- mila anni avanti Cristo, al massimo» si Roba ormai salva, questa: visitabile. affidarsi a una sorta di fai-da-te. Anzi sola delle Torri e spazia per l’intero Me- dee madri anatoliche sentenziò. Poi, però, una grotta di Che- Tutt’intorno, però — tranne altre ecce- un vai-da-te: fatto di libri giusti e di pas- diterraneo a caccia di somiglianze tra i remule ha restituito resti umani e ani- zioni da prendere a modello come la saparola scelti, selezionati, chiedendo reperti che la sua terra ha restituito e mali che risalgono a 300mila anni fa. E necropoli di Montessu, a Villa Peruccio a gente del posto (o nei comuni) consi- quel che si conosce di altre etnie: vene- fotocopia di quelle d’improvviso, negli anni Novanta, la nel Sulcis di Santadi, e la salvaguardia gli e dritte che possono guidarti lì dove ri sarde e veneri cicladiche, ma gemel- Sardegna si è fatta vecchia, vecchissima, appena avviata a Muravera, in una val- i cartelli mancano, dirottano o confon- le; dee madri anatoliche e oristanesi, oristanesi, pezzi egizi e tutta ancora da indagare. le di menhir — la maledizione papalina dono. Due libri appena usciti rompono uguali come gocce d’acqua; decori ci- Spesso a guidare Pier Giorgio Pinna e ha funzionato. Si fa la bonifica dell’Ori- il secolare silenzio, sfidando il diktat di prioti e campidanesi che però sembran ritrovati a Tharros a regalargli le sorprese che lui gira al let- stanese? Tutto via — dolmen e menhir Gregorio I e riportando la gente ad am- fatti dalle stesse mani; scarabei egizi tore sono i grandi della geologia e della — senza ripensamenti. Spietramenti mirare le antiche pietre. Uno è la “Bib- saltati fuori però a Tharros, sulla costa paleontologia sarda. Così basta seguirli regionali? Un massacro di antichità. e, via via, ci s’imbatte in foreste pietrifi- Funzionari di Stato addetti alla salva- occidentale sarda. cate (vicino Perfugas, vicino Abbasan- guardia e ricerca? Uno su due non fun- La Civiltà dei Sardi è un volumone di ta), coccodrilli nani della Nurra (vicino zionano e spesso, per di più, non fanno 910 pagine (edizioni Eri, 20 euro) e per- Sassari), tronchi di palme ormai diven- funzionare gli altri. Colossali recinti mette di scoprire — millennio dopo tate roccia (al Museo Sanna di Sassari), preistorici che farebbero la felicità di millennio, a cominciare dal 6000 avan- tutta roba che altrove incolonna carova- mille archeologi? Usati come cave di ti Cristo, cioè dal Neolitico antico — ne di appassionati e deporta scolare- pietre già pronte. Furti? Uno via l’altro: una realtà che, per ora, i musei nascon- sche per visite guidate. In Sardegna no. basta tener d’occhio i giornali; quasi un dono dietro gerghi fin troppo speciali- A ogni intervista eccolo rispuntare — self service, la Sardegna, si ruba pure stici: integrato dalle guide tematiche nelle lamentele degli esperti che Pinna dai musei appena fatti. dei siti archeologici (edite da Carlo Del- consulta — il rimpianto di quel che si po- Insomma l’anatema di Papa Grego- fino) e da chi sul posto ha il compito di trebbe fare e non si fa: «In fondo, che ci rio colpisce ancora, dopo più di 1400 illustrare i luoghi, permette a chi arriva vuole a creare itinerari turistico-cultu- anni, le Pietre di Sardegna. Il caso forse da fuori di scassinare il doppiofondo rali?», si sfogano Carlo Spano e Sebastia- più vistoso è quello del pantheon na- della storia sarda. no Barca, docenti dell’Università di Ca- scosto: un intero pantheon di trenta gliari. «Serve — servirebbe — una rete grandi statue, una straordinaria parata Miniere di vita fossile ragionata di musei diffusi: garantireb- di figure alte due metri e più che ripeto- Per azzardarsi ad andare ancora più in- bero una conoscenza e una sorveglian- no i temi dei bronzetti sardi, ingigan- dietro — nelle vertigini cronologiche za generalizzata del territorio che a bre- tendoli. Scoperto nella zona di Cabras del periodo precedente, nel regno qua- ve darebbe i suoi frutti. E una sorta di en- dall’aratro di un contadino nel 1974, si fiabesco dei fossili — c’è ora un altro ciclopedia geologica quest’isola: vi si dissepolto nel 1979 — a parte due spez- libro: La Sardegna prima della Storia possono trovare ben conservati fossili di zoni esposti a Cagliari — quel (Cuec, 14 euro), che si ferma alle prime tutti i periodi, dal Cambriano al Quater- pantheon fu inumato di nuovo nei ma- testimonianze dell’uomo nell’isola. nario passando attraverso il Mesozoico gazzini della Soprintendenza di Caglia- Dolmen, menhir, “domus de janas” e il Terziario». ri, per trent’anni, fino a pochi mesi fa. (ovvero case di fate), tombe dei giganti Per ora, a conoscerne una per una le In giro se ne sapeva poco o niente, fin qui chiudono il racconto che inizia mi- pagine più segrete, sono soprattutto i quando Il Giornale di Sardegna non ha lioni d’anni prima. A realizzarlo è stato trafficanti di fossili: stringe il cuore il li- saputo che solo ora ne è stato avviato il Pier Giorgio Pinna, che per l’occasione bro-inchiesta di Pinna quando si mette restauro e ne ha dato notizia suscitan- ha perlustrato, setacciato e raccontato a raccontare di quanta roba vola via dal- do un’indignazione di massa che chie- le «miniere di vita antica» che punteg- l’isola verso la Svizzera e la Toscana, da de conto del perché sia stato coperto giano la Sardegna, tracciandone map- sempre centrali di traffici neppure trop- dall’oblio — e per tre decenni — un in- pe e itinerari. po clandestini. DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 39 la lettura La rivolta contro lo Scià per finire nella teocrazia Satira e dittatura dei mullah, il fragile innamoramento per Khatami, l’astensione suicida che apre la strada al reazionario Ahmadinejad. Marjane Satrapi racconta nelle storie disegnate di “Persepolis”, meglio di un’analisi politica, la passionalità e gli errori dell’intellighenzia persiana Iran, il sogno e la follia a fumetti

VANNA VANNUCCINI nuova casta di mullah, capace di impa- dronirsi (Rafsanjani è l’esempio più io mio, che cosa GATTO E TOPO, UNA METAFORA POLITICA DEL 1300 impressionante) delle ricchezze del abbiamo fatto?». Poesia satirica di un poeta del 1300 (Obayad Zakani): un topo bevve vino paese. A loro Ahmadinejad aveva pro- Il giorno dopo da un’anfora, si ubriacò e cominciò a prendere in giro un gatto. Questi, messo di distribuire una fetta delle im- l’elezione di offeso, lo catturò con un balzo. Il topo spaventato cambiò tono: “Ero mense rendite petrolifere e così l’han- Mahmmud Ah- ubriaco e mangiai merda” (in persiano significa commettere un grave no votato. madinejad, il errore), si scusò. Ma fu mangiato. Più tardi un amico del topo, nascosto Tra coloro che, invece, si sono rifiu- «conservatoreD che si è insediato la scor- dietro il pulpito di una moschea, vede il gatto che prega e chiede perdono tati in buona coscienza di andare a vo- sa settimana al posto del riformatore per aver mangiato il topo. Corre dagli altri topi e annuncia: “Buone notizie. Il tare c’erano i puristi, come il premio Khatami, gli iraniani si guardavano gatto si è pentito. È diventato un devoto musulmano”. Allora i topi andarono Nobel per la pace Shirin Ebadi, che sgomenti. In 17 milioni avevano votato dal gatto portandogli omaggi e doni. E il gatto, che fino ad allora aveva «non voterà fin quando il Consiglio dei per uno che diceva «non abbiamo fatto mangiato dei topi solo saltuariamente, li attacca tutti insieme e se li mangia. Guardiani avrà diritto di veto sui candi- una rivoluzione per avere la democra- dati». C’erano minoranze etniche co- zia»; mentre gli altri si erano rifiutati di me gli azeri, che vivono nell’Azerbaijan votare per «il male iraniano e parlano minore», l’ex pre- una lingua turca sidente Hashemi ma si sentono ira- Rafsanjani. Non è niani, anzi l’élite la prima volta che civile e intellettua- gli iraniani scopro- le dell’Iran, e che no di aver agito per portano a Raf- eccesso di emoti- sanjani un rancore vità e di passione, incancellabile per senza pensare alle come, da presi- conseguenze. Gli dente, aveva trat- slanci emotivi tato Tabriz, la loro hanno scandito la amata capitale re- loro storia — dalla gionale un tempo rivolta del tabacco capitale di tutto l’I- in cui tutti smisero ran. Questa non è di fumare perché i una città, aveva Qajar, una dinastia detto Rafsanjani, alla perenne ricer- ma un grande vil- ca di quattrini, laggio. aveva ceduto il La sua parte d’ir- monopolio del ta- razionalità l’ha bacco al britanni- mostrata anche co Talbot (e poco l’Occidente. Prima dopo cedette a un non ha creduto che altro britannico le Khatami fosse ve- concessioni petro- ramente un rifor- lifere), alla rivolu- matore, nonostan- zione costituzio- te lo fosse sicura- nale del 1906; fino mente agli occhi naturalmente a dei mullah. La quella, più a sor- guerra in Iraq, poi, presa di tutte, del ha regalato al regi- 1979, quando gli me teocratico degli iraniani si resero assi in mano che conto troppo tardi mai si sarebbe so- di aver preso «un gnato. Un governo terribile abba- a maggioranza glio»: per abbatte- sciita a Bagdad è re una dittatura un’occasione sto- avevano volonta- rica, e il premier riamente fatto po- Safari sa bene che è sto ad un’altra. più saggio stringe- I fumetti di re un’alleanza con Marjane Satrapi, la il regime teocrati- sua Persepolis, Sto- co di Teheran piut- ria di un’infanzia, tosto di rischiare ci raccontano pas- che l’Iraq precipiti so per passo quel in un caos ancora crescente sgo- maggiore. mento. A quel tem- Mahmud Ahma- po, lo Scià era di- dinejad è una pagi- ventato per gli ira- na ancora da scri- niani il responsa- vere. Mira allo bile di tutti i mali. scontro o fa solo la Bastava un litigio voce grossa? L’Iran tra marito e mo- vuole davvero la glie, e la colpa era bomba atomica o dello Scià. Fu facile vuole solo non su- ai mullah manipolare e canalizzare solo un’immagine da Mille e una notte: LA RIVOLUZIONE A STRISCE re, come se l’avesse inghiottito un ter- bire discriminazioni e poter disporre di queste forti emozioni. In uno dei fu- di satrapi crudeli e dissoluti, e harem In alto, tavole tratte da Persepolis, remoto». energia nucleare come tutti i paesi fir- metti, i rivoluzionari tirano fuori dagli lussuriosi. La rivoluzione sembrò la più il fumetto autobiografico di Marjane Una volta cresciuta, Marjane si ac- matari del Trattato di non proliferazio- ospedali persone morte di morte natu- folle mai avvenuta contro i sistemi che Satrapi che racconta le trasformazioni corge che dietro le azioni degli adulti ne? La questione nucleare è diventata rale e le portano sulla spalla per far cre- reggono il mondo. Chi si sarebbe mai dell’Iran, dalla rivoluzione islamica una logica non c’è. Vede i suoi concitta- acuta come se la bomba potesse essere dere al popolo che siano martiri uccisi aspettato che quegli stessi studenti che ai giorni nostri dini agire preda di sentimenti e risenti- pronta domani, mentre tutti sanno be- dalla Savak, la polizia segreta dello Scià. venivano a studiare nelle università eu- menti, passioni ed emozioni: di razio- ne, e i servizi d’intelligence americani Il padre della piccola Marjane si accor- ropee e americane sfidassero i carri ar- nalità non c’è traccia. Anche il voto per lo confermano, che ci vorranno alme- ge dell’inganno ma non lo stigmatizza. mati dello Scià per seguire la parola di Khatami, otto anni fa, era stato dettato no dieci anni prima che l’Iran abbia Solo lei ha qualche dubbio su questa un vecchio imam che viveva nella ban- dalla passione. Khatami era un mullah questa capacità. Ma una discussione mescolanza incongrua di cadaveri, lieue parigina e di cui si sapeva solo che atipico. Sorridente, affascinante, ele- razionale sulla questione sembra or- cancro, martiri e assassini. ogni mattina all’alba attraversava la gante e colto. Prometteva democrazia. mai impossibile, come si è visto per il ti- strada per inginocchiarsi in direzione Ma non controllava né l’esercito né la ra e molla di questi giorni sulla “ripresa Con gli occhi di una bambina della Mecca? E chi si sarebbe aspettato polizia né i tribunali. Gli iraniani lo sa- immediata” delle attività nucleari, con Marjane guarda la rivoluzione con gli che donne della borghesia, liberali o pevano bene, ma poi lo dimenticarono. i cameramen della tv iraniana che sono occhi di una bambina di nove anni. comuniste, che non avevano mai por- Dopo aver aspettato pazientemente rimasti per ventiquattro ore ad aspetta- Crede che vi sia una logica dietro le de- tato il velo, se lo mettessero nelle mani- per sei anni, all’improvviso decisero re a Isfahan la riapertura degli impian- cisioni degli adulti e annota con stupo- festazioni solo perché qualche barbuto che Khatami non era che un miraggio. ti per l’arricchimento dell’uranio, che re tutte le loro contraddizioni. I genito- di turno glielo chiedeva, in nome del- E non andarono più a votare. Fu così poi è stata rinviata. ri sono ricchi di famiglia, di discenden- l’indipendenza dell’Iran? E che il no- che nel febbraio del 2003 Mahmud Ah- Attoniti, gli iraniani sfogliano Hafez, za principesca, rivoluzionari a tempo vanta per cento degli iraniani votasse- madinejad, l’attuale presidente, co- il poeta che hanno sempre interrogato pieno, liberali, amici di comunisti e, co- ro per una costituzione con cui la ditta- minciò la sua carriera politica: fu eletto per avere una predizione del futuro. me tutti gli iraniani, appassionatamen- tura del Leader spirituale diventava sindaco di Teheran con il dodici per Vanno a Shiraz sulla sua tomba, apro- te nazionalisti. L’orgoglio nazionale è dottrina dello Stato e i diritti delle don- Studenti usciti cento dei voti, quelli della parte tradi- no a caso il suo Diwan e mettono il dito al centro di tutte le loro azioni, spesso li ne venivano dimezzati? zionalista, fortemente minoritaria, su un poemetto. Ma il poeta immanca- rende irrazionali, fa vedere il complot- Come la piccola Marjane, l’Occiden- dalle università della popolazione iraniana che è sem- bilmente risponde: «Hafez, la vita è un to contro l’Iran dappertutto. te cercò di trovare una logica in quella pre stata contraria alla penetrazione indovinello, rinunciaci: non vi è rispo- Prima della rivoluzione del ‘79 l’Oc- follia. «Il sogno degli iraniani era trova- della modernità. sta, solo questa coppa». cidente, dice Satrapi, dell’Iran aveva re una via alternativa alla modernità occidentali occidentale. Cercavano una spiritua- Il tradimento dei poveri lità nella politica, ciò che noi abbiamo innamorati Alle ultime elezioni a quel dodici per perso dopo il Rinascimento» scrisse il cento si sono aggiunti i voti di quel tren- filosofo francese Michel Foucault, che di un vecchio imam, tacinque per cento (spesso sono gli seguiva gli avvenimenti come inviato stessi, perché i più poveri sono anche i del Corriere della Sera. Colse meglio il donne libere più tradizionalisti) che vive sotto la so- carattere emotivo e irrazionale degli glia di povertà in un paese che è il se- avvenimenti Ryszard Kapuscinski che condo al mondo per risorse di petrolio annotò: «Quando gli iraniani non ne e liberali e di gas. Questi poveri si sentono tradi- possono più di un governo, tutto il po- ti da una rivoluzione che era stata fatta polo si irrigidisce e il governo scompa- in piazza col velo in loro nome e invece ha arricchito una 40 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA28 AGOSTO 2005

Tra le due sponde dell’Atlantico si gioca una partita a colpi di concerti e cd. Da sempre i campioni sono gli artisti “stelle e strisce”, ma anche i sudditi di Sua Maestà si prendono a volte clamorose rivincite. Come con Beatles e Stones negli anni Sessanta e come adesso che, dopo un decennio di sconfitte, sono tornati a dominare le classifiche. Con band giovani destinate a dominare a lungo la scena

BEACH BOYS SPRINGSTEEN Il loro surf è Il difensore arrivato prima del rock “puro del beat. Ma e duro” arriva la band californiana al cuore dei fan ha dovuto negli anni 70 “inseguire” Ed è ancora i Beatles a lungo il più amato

BEATLES DAVID BOWIE Nessuno Con i suoi è mai riuscito “Spiders from a superarli Mars” Bowie I Beatles sbanca negli Usa conquistarono E contribuisce l’America alla riscoperta in maniera totale di Lou Reed ’60 ’70 Lasfida dellamusica Se gli inglesi le cantano agli americani

ERNESTO ASSANTE non nel suono alme- Paul McCartney no nell’abbigliamento lROCKsi muove per ondate, per wavesse vogliamo o nel taglio di capelli; per- mantenere un termine inglese che ha segnato varie “È una storia semplice. La musica viaggia e ognuno di sino chi era lontano mille epoche della musica giovanile. E queste onde sol- miglia dalla sensibilità del cano l’oceano, vanno dalle coste britanniche a noi è influenzato da quello che ascolta. Brian Wilson beat, come Frank Sinatra, dovet- quelle americane e tornano indietro, portando con dice che ascoltò “Rubber Soul” dei Beatles e che quel te cedere all’ondata, e adattare il loro suoni, atmosfere, sentimenti, mode, linguag- suo mondo sonoro alla nuova moda Igi, codici espressivi che, nel viaggio, conquistano pian disco lo ispirò per realizzare “Pet Sounds” con i Beach planetaria. Oggi i giovani, giovanissimi piano i ragazzi di tutto il mondo. L’impero del rock è an- ragazzi del nuovo rock inglese non posso- cora saldamente angloamericano e dalle province nulla è Boys. Noi ascoltammo “Pet Sounds” e fummo no essere individuati come un movimento arrivato, se non per breve tempo, a scuotere questo domi- omogeneo, non hanno un suono dominante, nio. Ma tra Londra, New York, San Francisco, Liverpool, influenzati nel realizzare “Stg.Peppers” ognuno si veste come vuole, non portano con lo- Seattle, Glasgow, è ben difficile decidere quale sia la capi- ro una moda, mescolano volentieri i suoni e gli stili. tale dell’impero, quale nazione possa detenere il titolo di Da The Guardian Si vestono con abiti attillati e neri, come fanno i Ferdi- “terra del rock”. Perché in epoche diverse lo scettro è pas- del 23 Gennaio 2004 nand, o in maniera spettacolare e seventiescome i Dark- sato di mano in mano e, a seconda delle ondate, è stata la ness, sono multirazziali come i Bloc Party, o estrema- musica britannica o quella americana a dettar legge, è sta- mente british come The Rakes, figli di una nuova Inghil- to lo stile british o quello yankee a dominare la scena. terra che parla mille lingue diverse nelle sue periferie ur- Oggi, dopo molti anni di relative “sconfitte”, sembra es- bane e che gioca con il rock con la stessa leggerezza dei sere nuovamente tornato il momento della musica che ar- gruppi beat quarant’anni fa. riva dal Regno Unito e in America si parla sempre più fre- E non è Londra a tenere banco, e nemmeno Manchester quentemente di una nuova «British Invasion», proprio a che per tanto tempo ha “governato” il brit-pop e che dieci quarant’anni di distanza dalla storica prima invasione anni fa lanciò l’ultima grande ondata inglese. Quella di og- delle band inglesi, quella capitanata dai Beatles che, alla gi è una scena nella quale vanno alla grande i piccoli cen- metà degli anni Sessanta, arrivarono negli Usa seguiti dai tri, le località di provincia, i luoghi dove il rock è ancora Rolling Stones, dagli Who, dai Kinks e da centinaia di altre suonato nelle cantine e nei club, dove raccontare storie è band, che sconvolsero la musica americana e conquista- sicuramente più importante che apparire. Da Leeds arri- rono le classifiche. vano i Kaiser Chiefs, la più in vista delle giovani band, una I nomi delle band sono ancora sconosciuti al grande delle formazioni che ha già conquistato il pubblico ame- pubblico ma già nel cuore dei fan del rock: Kaiser Chiefs, ricano. James Blunt, che ha dominato anche le classifiche Athlete, Keane, Franz Ferdinand, Snow Patrol, Kasabian, italiane per tutta l’estate con la sua Beautiful, è di Bedlam. Bloc Party, accanto ai quali ci sono i cantautori, da James Da Birmingham arrivano gli Editors e The Streets, mentre Blunt a Damien Rice, voci soul e rap come quelle di Joss la Scozia ha messo in campo i Franz Ferdinand, da Gla- Stone e The Streets, e molte star già affermate, da Robbie sgow. I Futureheads sono di Sunderland, da Londra arri- Williams agli U2, dai Coldplay ai Radiohead, dagli Oasis ai vano i Bloc Party e da Manchester i Doves. Muse, fino ai Gorillaz, nati dall’inventiva di Damon Albarn Se una costante si può trovare nei nuovi campioni del dei Blur. Nelle classifiche inglesi, per la prima volta dopo brit-pop è quella di un continuo riferimento all’ultima dieci anni, sono gli autoctoni a dominare, in tutta Europa grande stagione della musica britannica, quella degli an- le band britanniche sono state le star dei festival estivi e ne- ni Ottanta, quando la new wave travolse il rock e gli ame- gli Usa questa estate sono stati gli inglesi a contendere le ricani dovettero piegarsi ad un lungo periodo di dominio posizioni alte delle classifiche agli artisti di casa. E il feno- britannico. Il revival degli anni Ottanta ha colpito, ovvia- meno promette di essere ancora più ampio, con molte al- mente, anche il rock americano ma adesso sono le band tre band sulla rampa di lancio, pronte ad attraversare l’o- inglesi a far da traino e a guidare le danze. ceano per andare alla scoperta dell’America del rock. Cosa è successo al rock americano? Innanzitutto negli «La nuova British Invasion è inevitabile», scrive trionfal- Usa sono il rap, il nuovo soul, il r’nb nelle sue mille versio- mente il Guardianin Inghilterra, riportando i dati del mer- ni, da quelle più pop a quelle dance, da quelle commercia- cato inglese di quest’anno. E anche dall’altra parte dell’o- li a quelle raffinate, a dominare la scena. Il suono america- ceano sembra che la situazione sia chiara, e i giornali par- no del nuovo millennio è sostanzialmente il suono della lano di una nuova «golden age» della musica britannica. musica nera, e persino le starlette bianche come Britney La “nuova ondata” inglese è decisamente interessante e Spears o le boy band di maggior successo, come gli ormai ricca di band e personaggi che meritano di essere ascoltati. tramontati N’Sync di Justin Timberlake, hanno orientato Innanzitutto perché è un ondata di gruppi che riscoprono il loro suono verso quello della black music. Il rock viene di- il gusto di suonare il rock ad alto volume e con le chitarre feso ancora dai gruppi metallici (gli Staind sono primi in elettriche, mettendo da parte sia le tastiere elettroniche che classifica negli Usa questa settimana), o dal punk melodi- hanno dominato il suono negli anni Ottanta, sia i compu- co dei Green Day, ma per il resto non c’è una nuova gene- ter del decennio successivo: «Non è che non ci interessi la razione di formazioni rockin grado di offrire al pubblico dei tecnologia», sottolineano i Franz Ferdinand, una delle mi- giovanissimi la necessaria “scossa elettrica”. «La musica gliori formazioni emerse negli ultimi anni in Inghilterra, inglese oggi è più viva, più libera, meno condizionata dai «ma pensiamo sia arrivato il momento di tornare a suona- dirigenti delle case discografiche», sottolinea Simon Frith, re davvero». E come loro la pensano tutte le band e i solisti uno dei più grandi studiosi di popular music, «il pop di della nuova generazione, che hanno imparato ad usare le grande consumo in America è standardizzato ed il rap ri- macchine e che oggi ne fanno un uso intelligente. schia di entrare in un circuito ripetitivo e autoreferenziale. Quarant’anni fa, dopo l’esplosione tutta americana del Le nuove band britanniche, invece, sono veloci, leggere, rock’n’roll, furono i Beatles a far sventolare l’Union Jack raccontano storie vere, hanno il gusto dell’ironia, non pre- sulle classifiche americane, portando il beat negli Stati tendono di essere megastar irraggiungibili, sono molto si-

Repubblica Nazionale 40 28/08/2005 Uniti: tutti divennero dei cloni dei gruppi britannici, se mili a chi le ascolta». DOMENICA 28AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 41

Parlano i Kaiser Chiefs, protagonisti della new wawe d’Oltremanica “Suono genuino, sincerità e un po’ d’ironia ecco il segreto del nostro successo” guidare la nuova invasione degli Sta- sa il successo, ovviamente, ma non a scapi- ti Uniti d’America è una band di pro- to della nostra musica. E poi credo che la Avincia che ha mutuato il nome da gente capisca che non ci prendiamo trop- quello di una squadra di calcio sudafricana po sul serio. Troppe band lo fanno, sono su- e che ha un suono inconfondibilmente bri- perimpegnate, credono che tutto giri attor- TALKING HEADS NIRVANA tish. Si chiamano Kaiser Chiefs, vengono da no a loro. A noi invece piace l’ironia, e cre- Hanno segnato È l’ultima ondata Leeds, hanno realizzato un ottimo album do si capisca bene dalle canzoni che scri- il suono degli anni del rock, quella d’esordio, Employmente tre singoli davve- viamo e dal modo in cui siamo in scena». Ottanta. Anche se del grunge ro imbattibili, come Everyday i love you less La musica inglese sta attraversando un con l’aiuto di un di Seattle ed è and less, Na na na na na e I predict a riot. periodo di grande fermento, soprattutto il inglese, Eno capitanata Hanno da poco terminato un tour di suc- rock. E con un leader dalla band cesso negli Stati Uniti: «È stato un giro di «Si, erano molti anni che non accadeva nato in Scozia di Kurt Cobain concerti davvero entusia- nel campo del rock. Sono tan- smante», dice il tastierista del tissime le nuove band che gruppo, Nick Baines, «i ragaz- stanno ridisegnando il pano- POLICE OASIS zi hanno affollato tutti i nostri rama musicale inglese. Ed il È l’Inghilterra Da Manchester concerti, abbiamo avuto bello è che ogni band suona a dominare la band dei fratelli un’ottima accoglienza». È lui diversa dalle altre, c’è una il decennio, Gallagher per primo a credere ad una grande varietà di proposte e di anche con cerca di far nuova «british invasion»: «Si, idee». il reggae’n’roll rivivere il brit-pop è possibile davvero, sta già ac- Formazioni che arrivano di Sting e dei suoi Con alterne cadendo. Noi, i Kasabian, i in gran parte dalla provincia. compagni fortune Futurehads o i Bloc Party, ad «E altre ne stanno arrivan- esempio, stiamo avendo un KAISER CHIEFS do, da Hull, da Sheffield. Il buon successo. Penso che il I nuovi eroi del brit-rock nuovo rock inglese è molto rock inglese oggi funzioni in ben radicato nel territorio...». America perché i ragazzi han- Molte idee sembrano arri- no bisogno di ascoltare una musica che ab- vare dall’ultima grande stagione del rock ’80 ’90 bia meno fronzoli e più passione. In Ameri- britannico, quella degli anni Ottanta. ca è tutto superprodotto, sembra tutto fin- «Il suono degli anni Ottanta è certamen- to, c’è molto rock e molto punk ma non ci te presente nella nostra musica, molti dico- sono band come le nostre». no che in alcuni momenti ricordiamo i Jam, Cosa vi rende diversi? i Clash, ma a noi piace dire che abbiamo «Il fatto che siamo così come la gente ci preso anche molto dalla musica degli anni vede. Siamo naturali, quello che facciamo Sessanta e Settanta, e che tutte queste in- e scriviamo ci rappresenta davvero. Sap- fluenze le abbiamo messe in una musica piamo che le canzoni che scriviamo sono che è di oggi, moderna». quelle che vorremmo ascoltare, ci interes- (e. a)

GREEN DAY Hanno “rifondato” il punk, depurandolo di tutto quello che c’era di britannico e rivendendolo agli inglesi come un prodotto americano, più vicino al pop e al rock di Mtv e delle radio Fm. Sono tra i grandi campioni del rock americano di questi ultimi anni, accanto ai Blink 182, agli Offspring, o alle band del nuovo metal, come gli Staind, primi in classifica una paio di settimane fa, i System of a Down, Korn, Linkin’Park, o la più giovanile e pop Avril Lavigne. A rispondere alla nuova ondata “brit” ci sono gli Strokes, The Bravery, i White Stripes, i Good Charlotte e molte altre formazioni che arrivano dalla scena “indipendente”

COLDPLAY La formazione di maggior successo del nuovo rock britannico è quella di Chris Martin, arrivata al terzo album, “X & Y”, ancora ai vertici delle classfiche in tutto il mondo. Sono stati i primi a dare i segni di una nuova vitalità della scena inglese, dopo il successo dei Radiohead, dei Muse, dei Blur e degli Oasis, che dalla metà degli anni Novanta ad oggi hanno tenuto alta la bandiera del rock britannico. Repubblica Nazionale 41 28/08/2005 42 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005 i sapori Un agosto particolarmente umido lancia la stagione Frutti del bosco di porcini, ovuli, galletti e le fiere di questi buonissimi parassiti, prima fra tutte quella di Albareto, dall’8 all’11 settembre. Un cibo prelibato fin dall’antichità ma non facile: ogni anno si paga pegno, con centinaia di avvelenamenti, per gli esemplari raccolti e mangiati con troppa leggerezza Funghi

Sole e pioggia, la caccia è aperta

Ovulo buono ni, pronti a farsi ammirare, turgidi e setosi, nei cesti dei quasi cento Raro, bellissimo LICIA GRANELLO espositori presenti, prima di finire in padella. e buonissimo – a patto ioggia e sole, sole e pioggia. Roba da farsi venire mal di Per gli appassionati, l’appuntamento più intrigante coincide con testa. Eppure, il saliscendi meteorologico di questi gior- la prima sera della rassegna, quando verrà assegnato il decimo Por- di non confonderlo ni ha un merito: quello di riempire cuore e paniere dei cino d’Oro. Da lì in poi, nulla vi sarà negato: escursioni guidate e mo- con la velenosa Amanita cercatori di funghi. Perché non c’è modo di dire più az- stre fotografiche, convegni e mini-stage di cucina. Ma soprattutto, Muscaria –, l’Amanita zeccato: nascono come funghi. Appunto. Frutti di una ad Albareto i funghi si gusteranno in tutti i modi, con il solo limite pianta, il micelio, composta da filamenti sottilissimi in- della fantasia dei cuochi. L’elenco è pressoché sterminato, che si Caesarea è il più prezioso Ptrecciati nel terreno o in altri substrati, i funghi non vivono grazie tratti di cotture “in purezza” — grigliati, fritti, trifolati, scaloppati — tra i funghi da consumare alla sintesi clorofilliana come gli altri vegetali, bensì per merito di o ricette composte: bignè, carpacci, crostini, insalate, torte, crepes, crudi. Strepitoso il mix sostanze organiche “rubate” alla pianta-ospite o recuperati nel maccheroni, polenta, risotti, zuppe, su su fino al suadente gelato al terreno. Insomma, che siano parassiti, saprofiti o simbionti (come porcino. Il tutto, a patto che gambi e cappelli siano all’altezza della con il tartufo bianco i licheni), gli ottantamila tipi di funghi classificati a partire dagli ini- fama, tanto al naso — odore profumato, non piccante, senza infles- zi del Settecento sono inversamente proporzionali alle nostre cri- sioni di fieno — che in bocca — sapore fungino intenso e purissimo si meteoropatiche. — come recita la descrizione del prodotto Igp. E infatti, si fregano le mani gli organizzatori della Fiera del fungo Certo, non si tratta di un cibo facile. Malgrado siano conosciuti e porcino di Albareto, in programma dall’8 all’11 settembre: negli ul- consumati da migliaia di anni, ogni anno si paga pegno per gli esem- Chiodino timi giorni, l’Appennino tosco-emiliano è tutto uno spuntar di por- plari che ancora vengono raccolti con leggerezza e mangiati con L’Armillariella Mellea cini, tutelati dall’indicazione geografica protetta da ben dodici an- ignoranza. Gli avvelenamenti sono centinaia, di cui pochi, per for- è detta chiodino per la sua forma puntuta. Date le dimensioni ridotte, non va tagliato e necessita una sbollentata prima della preparazione. Ottimo trifolato e in umido, con gnocchi e polenta

Colombina dorata Il nome botanico, Russula Aurea, sottolinea il colore dorato-arancio del cappello. Ha consistenza soda ma delicata: ottima per le preparazioni a fuoco vivo – grigliata, fritta – mentre le lunghe cotture la penalizzano

Galletto Mazza di Tamburo Porcino Prataiolo Il Cantharellus Cibarius – Riconoscibilissima per la Il Boletus Edulis, primo Pochi funghi come detto anche finferlo forma lunga e affusolata, tra i tanti boleti derivati l’Agaricus Campestris e gallinaccio – ha sapore da cui il nome procera, dagli alberi-madre – crescono nei prati, lontani caratteristico, lievemente lunga, la Lepiota Procera leccino, porcino dalla bioculla amaro e piccante, ha gambo fibroso, dei castagni, laricino, del sottobosco e di rado perfetto per il goloso sugo inutilizzabile, mentre il pinarello, albarello… – è associati ad alberi. Se rosso della cucina laziale. cappello impanato e fritto prelibato e versatile. giovani, possono essere Si cucina anche trifolato – ottimo – va considerato Carnoso, si conserva sia gustati crudi in insalata, e nel risotto una cotoletta vegetale essiccato che sott’olio altrimenti si fanno trifolati DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 43

Albareto (Pr) Piazza Brembana (Bg) Camigliatello Silano (Cs) Gemellato da tre anni Sopra la stazione Poco più di un secolo con Alba, delimita termale di San di attività per il centro itinerari con Borgo Val Pellegrino, nel cuore turistico della Sila Al ristorante di Taro e Pontremoli della Val Brembana, a quota 1.272, il triangolo terra di formaggi che offre buone piste St.Hubertus geografico (Branzi, Taleggio) per sciatori a partire del Porcino Igp e della polenta dal Rifugio del Tasso. di San Cassiano (indicazione Taragna - a base Ma l’economia locale (Bolzano), geografica protetta). di grano saraceno, ruota soprattutto Nei suoi boschi, a partire dalla primavera, si trovano burro e formai de mut (monte) – si trovano porcini, intorno alla raccolta e commercializzazione Norbert anche i profumatissimi Prugnoli gallinacci e mazze di tamburo di funghi e frutti rossi

Niederkofler DOVE DORMIRE DOVE DORMIRE DOVE DORMIRE miscela sapori CASA DELLE ERBE ALBERGO PIAZZA BREMBANA (con cucina) AQUILA-EDELWEISS Loc. Pieve di Campi Via Bortolo Belotti 70 via Stazione 11 globali e materie prime tel. 0525 990235 Tel. 0345 81070 Tel. 0984 578044 apparentemente distanti, camera doppia da 60 euro, colazione inclusa Camera doppia da 51 euro, colazione inclusa Camera doppia da 85 euro, colazione inclusa come nei fagottini DOVE MANGIARE DOVE MANGIARE DOVE MANGIARE BERZOLLA ALBERGO DELLA SALUTE (con camere) LA TAVERNETTA fatti in casa ripieni Via Provinciale 42 Via G. Donizetti 13, Olmo al Bremo contrada Campo San Lorenzo Nord-Est di porcini e scampi, Tel. 0525 999828 Tel. 0345 87079 Tel. 0984 579026 accompagnati Chiuso venerdì, menù da 22 euro Senza chiusura estiva, menù da 20 euro Chiuso mercoledì, menù da 30 euro DOVE COMPRARE DOVE COMPRARE DOVE COMPRARE da calamaretti spillo FUNGHI ORSI ORTOFRUTTA DONATI FRUTTA E VERDURA OCCHIUTO Località Buzzò 15/A Via Calvi 1 Corso Europa 133, Spezzano della Sila Tel. 0525 999705 Tel. 0345 81158 Tel. 0984 431602

L’uomo raccoglitore superstizioni e magie

MICHELE SERRA appassionato che si accosta al venerabile regno dei funghi con spirito scientifico, L’ munito di regolamentari libroni e libretti, è in netta minoranza. Sì, ha letto le dotte introdu- zioni alla micologia nelle quali si spiega che solo la classificazione botanica delle diverse specie consente di orientarsi, evitando gli avvelenamen- ti. Ma in breve, nei boschi e nelle cucine, nelle chiacchiere e nelle ricette, il suo risicato abicì sprofonda nel mare oscuro delle credenze, dei proverbi, delle tradizioni locali, ancora diffusissi- mi e spesso utilizzati come precaria bussola dagli incauti raccoglitori. 80mila Il mondo dei funghi appartiene alla botanica, le specie dei funghi ma il mondo dei fungaioli è ancora pervaso di cul- classificati in botanica tura contadina, dunque di cultura magica. E il ve- ro “relativismo”, spieghiamolo una volta per tutte al nostro amico Marcello Pera, si dispiega in tutta la sua perniciosa potenza proprio nella credulità 85% a-scientifica e irrazionale. Se non esiste più, alme- la percentuale d’acqua no si spera, la convinzione che i funghi tossici an- contenuta nei funghi neriscano il cucchiaio d’argento immerso nel te- game, oppure la strampalata idea che i funghi in- taccati dalle lumache siano comunque buoni, è 8mila però ancora forte l’inerzia di antichissime usanze tuna, mortali, e meno della metà, secondo le sta- Superato l’esame, avete solo l’imbarazzo del- che contraddicono e a volte capovolgono le indi- le specie che troviamo cazioni della scienza. In molte regioni dell’Est eu- tistiche, denunciati o vincolati al ricovero in abitualmente nei boschi la scelta. Dando per scontato che i funghi man- ospedale. tengono turgore e profumi solo per poche ore ropeo si consumano interi barili di boletacci tossi- Ai conoscitori tout court, mai sfiorati dal dubbio, (non andate oltre le 24 ore di conservazione), le ci (compreso il Satanas) messi a macerare sotto sa- il botanico Sacco (famoso per aver battezzato una ricette dedicate sono tantissime. le, considerati una squisitezza. Nelle Alpi Maritti- varietà di menta) rispondeva inquieto che una 60 A livello nutrizionale, abbondano in sali mi- me ho visto raccogliere con entusiasmo un latta- pioggia è sufficiente a cambiare il colore — e quin- nerali e vitamine, a fronte di un impatto calorico rio del larice definito non commestibile (provo- le calorie contenute in media cherebbe diarrea) da molti testi sacri, nelle di uno dei parametri di identificazione — del fungo in cento grammi di fungo ridottissimo. Il guaio è che la sostanza fibrosa di più velenoso, mimetizzandolo da commestibile. cui sono fatti li rende difficili da digerire, cotti o Madonie si preferiscono i coriacei pleurotus ai Del resto, l’agiografia fungaiola si porta ap- crudi che siano (in alcuni casi, la cottura miglio- porcini, la Lombardia va matta per il chiodino presso quantità robuste di disastrose credenze ra la digeribilità). Se poi, come spesso succede, si stracotto e irrimediabilmente amaro, in Polonia, popolari, dall’argento che si annerisce se immerso nell’acqua di cot- opta per preparazioni grasse, come la frittura o l’aggiunta di panna una quarantina di anni fa, mezzo villaggio andò al- tura di funghi velenosi al preteso cambio di colore al taglio, dalla pro- per legare, difficile sfuggire alle fatiche di una digestione complica- l’altro mondo per una scorpacciata collettiva del va-odore alla prova-gatto (comunque orribile), dal lavaggio con ta. Però, chi ha gustato anche solo una volta una cappella di porci- famigerato Cortinario Orellanus, che inchioda le aceto alla cottura o all’essiccazione. Niente e nessuno ci mette al si- no impanata sa che la tentazione è pressoché irresistibile… reni dopo un’incubazione di dieci giorni. curo dalla tossicità, se non il controllo sanitario. Quindi, anche se ci Del resto, non tutti i funghi vengono per nuocere. Deve averlo C’è sempre qualcuno disposto a giurare che la si sente micologi professionisti, meglio fare un piccolo esercizio di pensato anche l’imperatore Claudio, un attimo prima di addentare nonna cucinava proprio quelli, ma evidentemen- umiltà e far controllare i tesori appena raccolti (e rigorosamente in- il piatto a base di Amanita Falloide, amorosamente servita dalla mo- te le nonne polacche non sono state in grado di tra- teri, i frammenti possono non essere indicativi) in una qualsiasi Asl. glie Agrippina. smettere con la dovuta precisione i propri saperi e sapori. Molto diffusa è anche la convinzione che stracuocere i funghi li mondi comunque dei vele- ni, ottenendo, nella migliore delle ipotesi, infami papponi di cappelle disfatte, indigeste come la cel- lulosa. E se la fame, generazioni fa, giustificava questo genere di forzature, oggi non si capisce pro- prio perché ostinarsi, in tanti luoghi del mondo, a ingurgitare funghi di serie C per la dubbia ragione che li si è raccolti con le proprie mani. La regola, che ogni buon dilettante impara da subito, è questa: i funghi velenosi sono poche spe- cie (cinque o forse sei, in Italia, quelli potenzial- mente mortali, una decina quelli che danno solo una robusta gastroenterite), e per prima cosa bi- sogna imparare a riconoscere quelli. È facile, sono quattro amanite, un cortinario e un entoloma, più una manciata di agarici, russole pepate, lepiote di piccola taglia. All’altro capo del problema, sono piuttosto pochi anche i funghi buoni, trenta o qua- ranta al massimo. In mezzo, c’è la marea delle specie che non so- no tossiche ma nemmeno eduli, insomma non fanno male ma non si capisce la soddisfazione di mangiarli. Quelli, che sono la grande massa dei funghi, si impara a conoscerli negli anni. Riem- pirne cestini interi è, tra l’altro, un significativo ol- traggio all’ambiente. I funghi, tutt’altro che fon- damentali come alimento umano, sono decisivi per l’equilibrio e la salute del bosco, un prezioso scambiatore di sostanze biochimiche. Sono bel- lissimi e utili in loco, osservati e poi lasciati tran- quilli a fare il loro mestiere. In pentola o sott’olio meritano di finire solo poche specie, e solo gli Prugnolo Spugnola Trombetta dei morti esemplari sani. Gli altri andrebbero rispettati, e Detto anche spinarolo Altro fungo primaverile, Detta anche Imbutino non colti né rotti a bastonate (come molto spesso accade) anche se la nonna li cucinava così bene. o virno, è una vera la Morchella Esculenta per la forma caratteristica Le nonne non sono infallibili, e soprattutto non è primizia, perché nasce (la “morille” molto diffusa (nome colto Craterellus infallibile la memoria, che arriva a indorare per- in maggio, avendo come nella cucina francese) Cornucopioides) cresce fino certe micragnose cene contadine, povere di proteine e di calorie. Meglio la spesa al super- albero di riferimento il cresce in terreni erbacei in gruppi nei boschi mercato che certe ingorde e irragionevoli razzie castagno. Fine e gustoso, incolti, vicino a pioppi umidi, specie in autunno. nei boschi. L’uomo raccoglitore è stato rimpiaz- si soffrigge con aglio e olmi. Ha sapore Ottima saltata con burro e zato dall’uomo coltivatore e poi, via via, da altre tappe dell’evoluzione. Perché regredire a quello o cipolla per le frittate o al delicato, si consuma solo prezzemolo, in umido o in stato così arcaico, e precario? sugo della pasta all’uovo cotta, risotti in primis zuppa, va lavata con cura Repubblica Nazionale 43 28/08/2005 44 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO2005

le tendenze È bello, colorato, impreziosito dalla mano dei designer, Ritorni di fiamma riciclabile e dunque ecologico, sempre più robusto, ha un passato affascinante e leggendario. E gli italiani hanno ricominciato a comprarlo, come dicono i sondaggi e come si prepara a dimostrare il Macef, COME ALABASTRO salone specializzato in calendario dal 2 al 5 settembre Venature e sfumature alabastrine per i vasi in vetro soffiato a bocca e lavorati a mano di Cierre, da 9 a 20 centimetri di diametro Veil t r o e fino a 67 di altezza Il riscatto di un materiale eterno

AURELIO MAGISTÀ lativa fragilità (un cubo di un centimetro di lato soppor- ta fino a dieci tonnellate) e l’elevato peso specifico ci re- l miracolo del vetro è una delle tante meraviglie stituiscono immediatamente il senso di un materiale che affollano la nostra vita, condannate a restare prezioso, misterioso, di cui anche la scienza fatica a dare invisibili, sotto la soglia della nostra attenzione, una definizione, e quindi finisce per darne molte, per solo perché troppo familiari. Basta però riflettere esempio liquido sottoraffreddato, quasi alludendo alla sul fatto che un materiale amorfo, incoerente e or- sua ubiqua capacità di appartenere simbolicamente a dinario come la sabbia, grazie al fuoco, possa di- due diversi stati della materia: solido e liquido. Iventare un materiale divino come il vetro, per rinnovare La rinnovata fortuna del vetro è registrata dall’osser- la sorpresa. Duro, puro, trasparente, eterno perché sem- vatorio di Astra-Demoskopea, che verifica più volte pre riciclabile, appare sceso fra noi direttamente dal de- l’anno il settore e annota che le famiglie italiane che cimo cielo, quell’Empireo immateriale dove Dante vede hanno comprato oggetti di vetro per usi domestici negli scorrere il fiume di luce dei bea- ultimi sei mesi hanno raggiunto il 70 ti, da cui gli angeli in sembianza per cento. «Il riguadagnato amore de- di faville affiorano e affondano in gli italiani ha diverse ragioni», spiega un movimento incessante. Enrico Finzi, presidente dell’istitu- Come tutti i miracoli, anche to di ricerca: «La bellezza, per quello del vetro cela la sua origi- esempio, che si è arricchita di tan- ne: non sappiamo quando e co- to colore, a prezzi anche molto me sia nato, anche se Plinio nella bassi; il design, che negli ultimi sua Storia naturale racconta, di- anni ha avviato un profondo cendola leggenda, la storia di al- rinnovamento stilistico di que- cuni mercanti di nitro che, ap- sto materiale; la democratiz- prodati su una spiaggia della Fe- zazione, nel senso che un nicia, videro i primi rigagnoli lu- tempo gli oggetti di vetro ve- centi di un liquido ignoto uscire nivano acquistati soprattut- dal fuoco che avevano acceso, le to da donne, mentre oggi so- cui fiamme avevano fuso la sab- no diventati unisex; la distri- bia. Poi ci sono voluti secoli di buzione, perché oggetti di esperimenti, anche pericolosi vetro si trovano anche al di (nel 1291 le già rinomate vetrerie fuori dei negozi specializza- di Venezia furono confinate a ti, per esempio nei super- Murano per proteggere la città market di alimentari; il mi- dagli incendi), e di pazienti arti- glioramento della qualità, giani per riuscire a ottenere il pri- perché il vetro è più robusto, mo vetro perfetto, ovvero puro e quindi più pratico e sicuro trasparente, prima che la plasti- FORNELLO TRASPARENTE che in passato. Inoltre il nuovo ca, nuova pretendente, giunges- Il vetro Saint Gobain, lo stesso successo del vetro è enfatizza- se a insidiarne il primato. delle piramidi del Louvre, to da due grandi tendenze: le Tuttavia il vetro non ha mai co- nel progetto di Ennio Arosio ragioni dell’ecologia, perché è nosciuto una vera eclissi e anzi per Santambrogio diventa interamente riciclabile, e il nuo- sta vivendo una seconda giovi- piano lavoro e cottura per cucina vo boom del vino». nezza. Logico quindi che se ne Alla diffusione di happy hour e torni a celebrare il miracolo anche in manifestazioni co- aperitivi corrisponde una sensibilità rituale del me il Macef, l’appuntamento che dal 2 al 5 settembre rac- bere, con il corollario cerimoniale di un’innume- conterà le nuove tendenze dell’abitare. Piatti e bicchie- revole varietà di bicchieri. E proprio i bicchieri so- ri, vasi, decanter, tavoli, specchi, lampade, sculture, per- no gli oggetti di vetro e cristallo più acquistati (uno fino piani di lavoro da cucina: il vetro in casa ha mille usi, su tre), a un prezzo medio di 3,6 euro. Un miraco- malgrado difetti come il peso e la fragilità. Eppure la re- lo davvero popolare.

COLONNA DI LUCE L’ha fatta Sottsass per Venini: una lampada da tavolo che somiglia a un tavolo: è Colonna di luce

ALTERNATIVA Vasi, ma quasi ampolle: Widor I e II: il primo trasparente, il secondo colorato, rosso. Di Driadekosmo Repubblica Nazionale 44 28/08/2005 DOMENICA 28 AGOSTO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 45

MURRINE PRIGIONIERE I bicchieri in vetro e i calici incorporano le murrine, sorta di mosaici fatti a caldo, oggi caratteristiche di Murano ma già prodotte nell’antichità dalle vetrerie alessandrine. Di Coin SPIRALI PER TORNADO La spirale verde e ambra che ingentilisce i vasi conici con piede Tornado, soffiati a bocca, consiste in un decoro pazientemente applicato a mano

DOUBLE FACE La grande tradizione dei maestri vetrai di Murano All’interno in tinta unita, fuori maculato, Il calice-fiore di Fornarina lavorato craquelet, è il vaso “double vivo della vita del soffio umano face” Ding di Cive GIANDOMENICO ROMANELLI Annunzio ha intensa- mendo una svolta radicale e pre- mente amato il vetro di veggente a una realtà produttiva D’ Murano: le stanze del di inaspettate potenzialità. Anche Vittoriale ancora mostrano i pez- la rassegna d’arte più importante zi che per lui disegnarono e realiz- del mondo, la Biennale, recepirà il zarono alcuni degli artisti e dei messaggio, ponendosi anzi nella maestri vetrai più in voga del pri- prospettiva di accompagnare e di mo Novecento. Ma vi è poi ne Il sostenere lo sforzo imprendito- Fuoco una traccia consistente di riale in atto a Murano dedicando questa sua passione: per ben due ben presto una sezione della ras- volte, nel romanzo, il vetro mura- segna dei Giardini proprio al vetro nese vien acquistando un’impor- contemporaneo. tanza che trascende l’episodio o il Così la storia del vetro novecen- gusto dell’invenzione favolistica tesco vede a Murano un susse- per acquistare trasparenti valen- guirsi di personalità e di invenzio- ze simboliche, incastonate den- ni. Anche al di là di presenze ecla- tro alla turbinosa dialettica della tanti seppur effimere (da Picasso fine di un amore impossibile e tra- a Chagall, da Cocteau ad Arp), il gico. Una lunga, tormentata pas- vetro muranese ha sempre rivela- seggiata per le fondamente e le to talune non trascurabili affinità: calli di Murano porta gli amanti a quelle stesse che hanno prodotto una piccola fornace gestita da un filoni di eccezionale qualità e im- NERO CON RAGIONE Seguso (nome mitico e sacro al ve- pegno nella sua storia recente. Rivoluzionario tro veneziano) che riconosce Fo- Carlo Scarpa, ad esempio, ha sta- per due ragioni, scarina; egli, alla fine, le renderà bilito con la grande e pur moder- il calice Sommeliers omaggio donandole un vaso a for- na tradizione di Venini un rappor- di Riedel: ma di calice che la donna (che è to particolarmente felice. Lo stes- è senza stelo, poi, come si sa, la Duse) porterà so si può dire per Fulvio Bianconi ed è nero, con sé «senza invilupparlo, come e, già prima, per Tommaso Buzzi, con una buona si porta un fiore». Nel prosieguo Napoleone Martinuzzi, Giò Ponti; ragione: serve della drammatica peregrinazione non meno dei grandi stranieri di per le degustazioni l’acme del racconto sarà costitui- Murano: Wirkkala, Sarpaneva e “cieche” to proprio dalla rottura del calice: altri ancora, fino ai giapponesi, «Il vetro s’infranse nella sua mano agli americani, agli australiani. convulsa, la ferì, cadde ai suoi pie- Così che si potrebbe forse dire che di in frantumi». E il vetro di Mura- macchierà di no è diventato un vermiglio il faz- linguaggio mon- zoletto con cui diale. ella si era avvolta Non c’è e non le dita: in pezzi c’è mai stata con- come l’amore di traddizione in Stelio e Foscari- tutto ciò: se da un na. lato ancora qual- Ma vi è, nelle che gruppetto di pagine del ro- nostalgici vien manzo, una delle chiedendo pro- descrizioni più tezione e segre- tecnicamente tezza appellan- corrette e com- dosi a tradizioni plete del proces- che hanno avuto so di lavorazione senso e qualche del vetro così co- ragione nell’Eu- me della singola- Gabriele D’Annunzio ropa di antico re- re organizzazio- gime (le famose ne produttiva pene minacciate dell’unità minima e necessaria (la e comminate dalla Repubblica a piazza) in cui è strutturato e sud- chi avesse divulgato i segreti del- diviso il lavoro dei vetrai murane- l’arte, in una efficace commistio- si, dal garzone al maestro. ne di interessi economici e com- Il secondo spunto dannunzia- merciali e di saperi quasi alchemi- no è invece costituito dalla favola ci ed esoterici), ai più risulta chia- di ambientazione rinascimentale ro che il confronto e la circolazio- narrata dal protagonista Stelio, ne delle idee e delle stesse cono- secondo cui un altro Seguso, Dar- scenze scientifiche e tecniche di, si impegna, a rischio della vita, hanno costituito l’ultima, in ordi- per realizzare presso Murano un ne di tempo, vitale sollecitazione enorme organo di settemila can- e occasione di rinnovamento in ne di vetro. La sua amante, trascu- tempi di globalizzazione e in una Il boom del vino rata per l’impegno e tradita a fa- tipologia di prodotti di cui è asso- vore del vento Ornitio, si getterà lutamente impossibile tenere ce- e delle tra gli ingranaggi del mantice fa- lati componenti, materiali, mo- cendo fallire l’impresa dell’Ar- dalità di lavorazione, scelte tec- ciorgano e condannando a morte nologiche e così via. degustazioni Dardi Seguso. Che cosa rimane, allora? Come La passione vetraria del vate si distingue e si difende un’area ha contribuito Gabriele si collocava tuttavia — al culturale, artistica e — perché no? di là della immaginifica veste let- — economica, come quella del ve- a spingere teraria con cui essa è presente nel tro di Murano, oggi? Il patrimonio romanzo — in uno dei momenti più grande e certo non imitabile è, la produzione più delicati e promettenti della una volta di più, costituito dalla storia di quest’arte in Venezia. storia viventedel vetro di Murano: Uscita dalle secche di un Ottocen- saperi e sapienze, gusto e colpo e la vendita to in bilico tra storicismi pedisse- d’occhio, colori e forme. «Bellissi- qui, tradizione volgare e tentativi mo, veramente — come il calice di dei nuovi di innovazioni tecnologiche, l’in- Foscarina —, e come le cose natu- dustria dell’isola del vetro si stava rali misterioso, recante nella sua bicchieri lanciando con inusitato vigore su concavità la vita del soffio umano, una strada assolutamente nuova: nella sua trasparenza emulo delle “professionali” da una parte, quella della moder- acque e dei cieli, simile nel suo or- nità e dei linguaggi artistici con- lo violetto alle meduse che vagano temporanei e, dall’altra, di un rin- sui mari, semplice, puro, (…) novamento qualitativamente di senz’altre membra che il suo pie- CAPOLAVORO grande portata arruolando final- de il suo stelo e il suo labbro; e per- Tourbillon, come mente designer, progettisti, inge- ché fosse tanto bello, nessuno il meccanismo gneri e chimici o, meglio, creando avrebbe potuto dire né con una che impreziosisce figure professionali nuove da af- parola né con mille». gli orologi meccanici fiancare alla insuperabile perizia L’autore è direttore più sofisticati, tecnica dei maestri e così impri- dei Musei civici di Venezia è il nome del vaso capolavoro di Lalique 46 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 AGOSTO 2005 l’incontro Artisti tuttofare È un rocker da seicento concerti in quindici anni. Non solo: ha scritto due libri e diretto due film di successo. Ora il “Liga” si confessa e parla della sua ricerca della leggerezza: nella musica, che deve restare popolare; nella vita, che ha scelto di vivere in provincia; nella religione, che vorrebbe Luciano Ligabue vedere spogliata da rituali pesanti e faticosi; nella politica, che lui sogna capace di creare “un mondo comico, che faccia ridere”

GIUSEPPE VIDETTI le sfighe delle canzoni è che sono com- quello che faccio, ora che ho di che vive- bra retorica, ma era un’aspirazione che averlo scritto nei suoi libri». Ma duran- poste da duecento parole, che non solo re per vent’anni, la priorità non è mai muoveva tutte le speranze di chi aveva te la lunga malattia era tornato al paese CORREGGIO devono “suonare” ma anche avere una economica. Di professione faccio sem- quindici anni negli anni Settanta. Oggi e si era riavvicinato alla chiesa. «Da ex certa facilità comunicativa. Con un ro- pre il musicista. Il cinema mi serve per ho imparato che la politica ha scopi più cattolico, anche io continuo ad avere n ogni paese c’è un angolo che al manzo, invece, hai a disposizione un dare una risposta a un bisogno, a un’ur- brutali e immediati. Col tempo le mie un fortissimo bisogno della figura di un paese non assomiglia affatto. numero di pagine illimitato per dire tut- genza, quando ho una storia che non speranze si sono orientate altrove, e la qualche dio. Ma non riesco più a tolle- Correggio è preziosa, con i porti- to quello che vuoi. Fare un film è ancora posso non raccontare, come è successo cosa non mi fa felice. Restare in provin- rare la cultura dell’espiazione, della pe- ci, le case ocra riportate con in- diverso: sai che la sceneggiatura deve fa- con Da zero a dieci». Ma c’è un altro suo cia è una scelta naturale. I miei affetti so- na, del dolore, del sacrificio che ha a che Itelligenza e buon gusto alle antiche gra- re i conti con una realtà produttiva. Ma libro che ancora non è diventato sce- no qui: sono separato e vedo mio figlio fare con il cattolicesimo. Non sono mi- zie, e persino una piccola medina, dove le canzoni, quando vengono bene, han- neggiatura. «Non sa quanto mi piace- metà settimana, e lui vive in paese. Mia grato verso altre religioni, mi muovo a vivono le famiglie di extracomunitari, no una magia in più. Una frase che può rebbe fare un film da La neve se ne frega. madre è vedova da tre anni, e mi piace te- naso, ma sono rimasto colpito nel ve- riconoscibile più dagli odori di spezie e sembrare ovvia, messa in musica si apre Ma non è realizzabile in Italia, costereb- nerla d’occhio. Qui sono il mio studio di dere il Dalai Lama professare la sua fe- di kebab che dall’architettura della a un’infinità di interpretazioni e assume be troppo, è ambientato nel 2173. Si po- registrazione, la mia compagna e gli de in un incontro a Pomaia, in provin- viuzza. Il centro storico è immobile sot- già in partenza un irresistibile valore re- trebbe fare solo a Hollywood, ma pare amici di sempre. Correggio, asseconda cia di Pistoia, in una giornata piena di to la canicola. Gli anziani sono in casa torico. Che poi si traduce in quella leg- che lì siano concentrati su altri proget- la mia poetica: sono un tignoso, uno che sole, di arancione, di marrone, di verde, per il pranzo. I pochi giovani costretti a gerezza che la fa fischiettare, una canzo- ti», scherza. insiste sull’utilità della musica popola- di pace, di gioia. Lui sorrideva e sbadi- restare per Ferragosto hanno approfit- ne, quando finisce nella doccia di qual- Mentre apparecchiano la tavola, Po- re. Un battistiano convinto. La mia aspi- gliava, profondamente umano, rilassa- tato del weekend per un tuffo a Rimini o cuno. È una “cosa” tua che entra in casa via canta Quando i bambini fanno oh. Il razione è di riuscire a porgere quel tipo to. Non c’era un rituale così pesante e a Riccione. degli altri: questo è il punto centrale nel- profumo dei tortelli messi a mantecare di leggerezza, di speranza e di riflessione faticoso come il nostro. Questo non mi Lo studio dove Ligabue sta comple- la mia carriera, quello che fa sì che nella riempie l’aria e riscalda l’enorme spazio con una canzone di qualità, come ha fat- ha spinto a diventare buddista, però ho tando Nome e cognome, l’undicesimo cd mia carta d’identità ci sia scritto “profes- disadorno. Con gli odori di casa, la pro- to Battisti». pensato alle potenzialità che avrebbe che esce il 16 settembre, si trova nella sione: musicista”». vincia entra prepotentemente nel di- Credevamo che il rock’n’roll fosse la religione cattolica se solo riuscisse ad Correggio che non assomiglia a Correg- Nell’ampio salone si diffonde una scorso. Ricordi, entusiasmi, sogni in- musica per adolescenti. Poi i nostri eroi acquistare quella leggerezza». gio. Un hotel supermoderno e un iper- musica soffice, da ascensore di grand franti. «È crollata la certezza di quando sono invecchiati, e noi con loro. Ma i ra- Il tempo che passa non lo disarma, lo mercato hanno scippato la scena all’an- hotel. Liga non presta attenzione, con- ero ragazzino negli anni Settanta che la gazzi di oggi corrono ancora ai loro ha riconciliato con la vita e con se stes- tica pieve e ai filari di pioppi. Il Kochiss centrato a spiegarsi perché «quella ma- politica fosse lì, pronta a far diventare il concerti. Il rock ha cinquant’anni, ma so. «Non immaginavo che i qua- del rock italiano si rifugia lì dentro per la gia» a un certo punto non riesce a col- mondo come lo sognavamo. Ora sem- non li dimostra. «Meno male, perché io rant’anni fossero così fighi. Nonostan- pausa pranzo: un bicchiere di vino e un mare la voragine che ogni artista ha ne ho 45. E sono l’esatto contrario del- te negli ultimi anni abbia vissuto una piatto di tortelli. La popolarità e sei mi- dentro. «In realtà le “divagazioni” che l’enfant prodige. C’è un numero im- serie di esperienze molto forti — la lioni di dischi venduti non l’hanno al- mi sono capitate — soprattutto quella Ho 45 anni, pressionante di rocker morti a 27 anni: morte di mio padre, di un cugino che lontanato dalla provincia. Correggio di fare film — non hanno mai spento la Jimi Hendrix, Brian Jones, Janis Joplin, per me era come un fratello, una sepa- d’estate diventa il suo laboratorio. «Qui mia passione per il pop-rock. Ma per un non immaginavo Kurt Cobain. Io a 27 anni ho fatto il pri- razione, una nascita — ho acquistato nell’agosto 2002 preparavo il concerto appassionato di cinema come me, l’i- mo concerto. Sono un tardivo, e quan- una consapevolezza che mi fa vivere negli stadi. Nell’agosto 2003 scrivevo La dea di scrivere una sceneggiatura era ir- do l’anno scorso sono andato a vedere meglio. Mi sento più tollerante. Prima neve se ne frega, per la voglia incontrolla- rinunciabile. Così è venuta fuori la sto- che questa fosse i Rolling Stones a Milano ho goduto co- ero rigido e rabbioso. A vent’anni ero bile di buttar fuori cose che non fossero ria di Freccia, che è un po’ la storia delle me una bestia, perché è difficile spie- snob, pensavo che la gente vivesse ma- canzoni», racconta. Il viso non parla di radio libere della fine degli anni Settan- un’età così bella. gare cos’è il rock’n’roll se non lo ascol- le, che non capisse niente. Convinto, notti insonni, l’aspetto è tonico, il fisico ta. E da lì è partita un’altra fase della mia ti da chi ancora lo sa suonare. Ma non povero sfigato, che gli altri sbagliassero asciutto, la pelle abbronzata («da cin- vita, non solo professionale. Per un A vent’anni ero snob, sono uno di quelli che pensano che un sempre. Una cosa che mi ha fatto respi- quanta minuti di corsa al giorno»), i rocker, fare cinema può essere un’e- tempo tutto era più bello. Non voglio rare profondamente, è quella che ho gioielli di argento brunito e turchesi na- sperienza mortificante. Quando sali sul pensavo che la gente diventare il palloso di turno. Cerco di fatto dire a Freccia in uno dei suoi cre- turali in bella vista sulle dita e sul collo. I palco, hai di fronte la gente che ti rican- essere più curioso possibile rispetto al- do: “Non è giusto criticare la vita degli capelli lunghi e selvaggi, come sempre. ta in faccia le tue parole, nei loro volti l’evolversi degli avvenimenti, capire altri, perché degli altri non sai vera- Rocker, ma non a tempo pieno, Lucia- vedi il trasporto, c’è passione nell’aria. non capisse niente, come vanno le cose». mente un cazzo”. Il mio sogno è un’u-

no Ligabue ha diretto due film (Radio- Lo stadio diventa il recinto di chi si la- L’amore, dice, è il motore delle sue topia: vorrei un mondo comico, che frecciae Da zero a dieci) e scritto due libri scia andare, dove si fanno le cose che ero rigido e rabbioso. canzoni. Ora, dopo la separazione dal- faccia ridere. Invece viviamo ai margi- di successo (Fuori e dentro il borgo e La non fai per strada: urlare, piangere, la prima moglie, ne sta vivendo uno ni della catastrofe, augurandoci di non neve se ne frega). «A volte sento che la mu- cantare a squarciagola. Nel cinema, in- Ora so più cose, nuovo. Di quel momento di estrema finirci dentro. Il pensiero economico sica, il motore della mia vita, non mi la- vece, dopo che ti sei fatto il culo per un fragilità sentimentale, Liga inaspetta- occidentale ha ucciso lo slogan più feli- scia lo spazio di cui ho bisogno. Una del- anno, con la testa sempre ingombra, sono più tollerante tamente mise a conoscenza anche i ce del 68: “Una risata vi seppellirà”». mandando a cagare il resto della tua vi- fan, con una lettera pubblicata sul suo

ta, il massimo che ti può capitare è di in- sito. «Ero preoccupato che la storia po- contrare qualcuno che ti dice: “Ho visto tesse diventare materia per giornali il tuo film, mi è piaciuto”. Quell’espe- scandalistici, anche perché stavano gi- rienza lì, il cinema, mi ha devastato. Ho rando voci che non rispecchiavano il dato più di quello che potevo». vero. Ai miei fan raccontai che stavo at- Ogni volta che racconta le esperienze traversando una fase delicata, chiede- di palco (seicento concerti in quindici vo pazienza e rispetto per un momen- anni) la mente vola al prossimo appun- to particolarmente difficile. La privacy ‘‘ tamento. Un evento unico, il 10 settem- è importante anche per garantire una bre al Campovolo di Reggio Emilia, più vita serena ai bambini, che hanno set- di centomila biglietti già venduti e quat- te anni e dieci mesi. I figli sono un do- tro palcoscenici che lo aspettano: un set no, ci costringono a pensieri nuovi, e la con i Clandestino, la sua prima band, cosa fantastica è che hanno sempre più uno con il suo gruppo attuale, uno acu- risorse dei genitori». stico voce e chitarra, e uno teatrale con Di Correggio era anche lo scrittore Mauro Pagani («mi gioco tutto in una Piervittorio Tondelli, morto nel ‘91 botta sola, a casa mia»). quando il primo disco di Liga era appe- Magari adesso che i progetti musicali na uscito. I due si conoscevano solo di stanno tutti andando in porto, lui, in- vista, «a causa della mia timidezza cro- gordo, già si cova dentro il terzo film. nica non riuscivo mai ad avvicinarlo. «No. E le spiego perché. Io fino a sedici Tondelli viveva a Milano, veniva di ra- anni fa guadagnavo un milione e due al do, la Correggio cattolica non gli per- mese, tanto per mettere in chiaro che in donava di essere un omosessuale e di ‘‘ FOTO HGRAZIA NERI