IL PASSO DEL DESTINO

ATTIMI: fragilità vissute all'ombra della nostra debolezza ci portano via come foglie nel vento e pullulano come lucciole impazzite nella vana speranza dell'amore…

Fino ad allora avevo vissuto nella incosciente felicità, mi era bastato tendere la mano e l’amore era arrivato. “mi piaci”…”anche tu”… semplice, lapalissiano. Roba da “capitan ovvio” dicono ora i miei figli facendomi di riflesso, dire sottovoce: “lapalissiano”.

SPERANZE: il sole riflette sul mare e sulla mia anima bagliori di luce colorati di speranza…

La gioventù è piena, forte, amica. La gioventù mi spingeva giù per le strade di montagna ad occhi chiusi.

In quegli occhi chiusi c’era tutta la beatitudine dei miei 15 anni. Mi sorprendevo sempre, di qualunque cosa, e ridevo, ridevo, ridevo e piangevo forte dinanzi ad una ingiustizia.

Quell’anno, di ritorno dalle vacanze, sull’autostrada, un abbaiare disperato attirò la mia attenzione, un cane, un piccolo cane correva dietro ad una vettura urlando disperato il suo sgomento… “ehi ehi, bau bau cai cai…mi avete dimenticato”…

Non dimenticherò mai gli occhietti fiduciosi e pieni di amore del cagnolino, lungi dal pensare di essere stato abbandonato. Presenza incomoda di una vacanza altrimenti perfetta.

Io, seduta dietro l’auto dei miei genitori piansi per ore urlando a mio padre di fermarci noi a raccogliere quel povero cuore sanguinante…l’avrei ricoperto di attenzioni, l’avrei amato.

Ancora oggi, dopo trenta anni risento la commozione di allora.

PAPA': stringo le tue mani nodose, un tempo agili e forti...ora fragili al tocco d'affetto, mi guardi consunto non vinto e il mio cuore ritrova l'emozione di bimba…

“Devo partire per il servizio militare”, disse il mio amore. Il mondo iniziò a mancarmi sotto i piedi. Lui, l’essenza stessa del mio essere doveva andare via da me. Doveva tagliare i suoi capelli per diventare un militare, per imparare a fare la guerra. Lui, camicia lunga, jeans sdruciti…infilato dentro ad una divisa.

Dio non ci ha fatti per la guerra e noi la facciamo.

GUERRA: Ho visto, lontano da me il mio bambino, ho visto vicino a me, lampi di luce. Mi tenevi per mano e mi contavi la storia del fuoco...rivedo il tuo sguardo smarrito, rivedo i bagliori accecanti, lampi cattivi, presagi di morte…

Quella sera mi ero trasformata nel cagnolino dell’estate scorsa. Il treno partiva e io correvo, correvo. Le mie lacrime disperate nulla potevano contro il mostro di ferro che si portava via l’aria che respiravo.

LA PIETA' DEL TEMPO: Un abbraccio di tiepido sole scalda il mio cuore braccato...una morsa di gelo imprigiona il mio viso in una smorfia senza tempo...mi troverai così al tramonto delle nostre vite... una statua di cui il tempo non ha avuto pietà… Furono anni fatti di telefonate, di brevi visite a casa. Ricordo la prima. Temevo e bramavo di affacciarmi alla finestra. Lui era lì, alto, bello, con le braccia tese e i suoi incredibili occhi azzurri. Vissi di quell’abbraccio per mesi. La sua foto in grand’uniforme troneggiava nella mia stanza.

Io, contraria alla follia umana della guerra, tenevo in casa il simbolo di un guerriero.

L’addestramento lo aveva cambiato, io ero rimasta la ragazzina di sempre, “teen ager” mi aveva chiamata, lui un uomo innamorato di una donna che non ero io.

LACRIME: Mi lascio cullare da un'onda, nel cuore…un gabbiano disperato, urla l'impotenza di un amore finito...una speranza appena nata e subito disciolta, come l'eterea sabbia scossa dal vento...mi lascio cullare e lacrime salate rugiada di mare...solcano il viso e riardono al sole…

Il dolore e il disinganno furono crudeli. La sua donna era corsa via platealmente, vedendoci insieme, e lui guidava a folle velocità per prendere lei e dimenticare me. Il cucciolo ora correva di nuovo disperato su per l’autostrada… Non avevo i mezzi per arrivare a lui e nessuno avrebbe desiderato raccogliere la mia anima e portarla al sicuro.

CONSAPEVOLEZZE: Il tuo cuore, così vicino, eppure così lontano, lo sento ardere d'amore nei pochi istanti in cui riconosco che ami un'altra…

Quando scopri che sei solo sei cresciuto.

Ogni speranza, ogni illusione si sgretolavano piano piano. Le sue amorose lettere, di quando non ero solo la “teen-ager” le avevo solcate con i miei occhi innocenti… guardate di quali oltraggi, lacero, devo soffrire un tempo di millenni… rileggevo i versi del “Prometeo” e mi rosicchiavo l’anima… contemplate gli strazi inflitti a me, Nume dai Numi…

Mi straziavo e mi affacciavo al mondo con nuove consapevolezze, nuovi sogni… La gioventù chiama, l’ non più. La teen- ager si stava costruendo la sua corazza, la sua maschera per il mondo…

La vita faticosamente si impossessava di nuovo del mio cuore.

VOLI DELL'ANIMA: Ho volato e sorvolato i cieli della mia anima...vi ho scorto i frammenti di un dolore profondo, vi ho scorto i frammenti di sogni perduti...vi ho scorto l'urgente necessità di scovare più in là, la bellezza dell'odore forte di muschio nel bosco, la bellezza del rumore penetrante di uno scroscio d'acqua, la bellezza del ritmo incostante delle onde marine... e soprattutto vi ho scorto...il desiderio di spazi infiniti e il sogno, disarmante e consolatorio di un cuore mai sazio d'amore…

Un giorno, uno come tanti, lui ritorna, non è più un militare, ha di nuovo i capelli lunghi e con il suo sorriso prova a strapparmi il cuore…”noi siamo predestinati” mi dice.

Per un lungo attimo il cuore mi si ferma. Accarezzo l’ipotesi, la faccio mia, la faccio nostra.

INCANTI SVANITI: Ho atteso invano che la tua bocca si schiudesse sulla mia, così a lungo inaridita e tormentata, ho atteso invano che il tuo cuore percorresse le strade del mio. Dipingevo per me il momento e...quando mi sei passato accanto, ho atteso invano che la mia bocca cercasse la tua, ho atteso invano che il mio cuore si fondesse nel tuo... L'incanto svanito come un sogno troppo a lungo accarezzato… Il mio principe azzurro si era sgretolato come i miei sogni di un tempo. Il mio nuovo amore e i frutti che esso aveva portato superavano di gran lunga il suo ricordo che mi aveva massacrato l’esistenza… con l’amore si cessa di per se stessi… e io per lungo tempo avevo vissuto e sognato chimicamente.

MENTE CHIMICA: Pensami...le tue parole...i miei pensieri... sopra un foglio bianco, neutro come lo sguardo che ti diedi...sei foglia sei vento...spazzato via da un alito di morte. Un sorriso, una speranza...tutto potrà ricominciare nella follia della mia mente chimica…

“Non è più il tuo tempo. Non guardarmi smarrito, io sono rinata e tu hai perso te stesso”…

MURO DI SILENZIO: infrangi il muro di silenzio che si è creato... esci dalla prigionia della tua mente intrappolata nei sogni dell'altra tua esistenza, respira l'aria di un nuovo incanto e lasciati trascinare dalla corrente della vita, di quando le mie mani al sicuro tra le tue sfidavano il mondo…

Il tuo ricordo si è preso parte di me, ma non mi ha avuta, io ora fremo e tremo per il frutto del mio nuovo amore…la vita si ripete all’infinito. Il passo del destino ritornerà ma questa volta non mi coglierà impreparata. Con l’amore si cessa di vivere per se stessi ed io ora vivo per lei, voglia il destino regalarle gioia e sorpresa…

PRIMO APPUNTAMENTO: Vestita di sogni, la mia bambina sorride alla vita, lo sguardo incantato, promessa d'amore... e la mente ritorna al tempo lontano della mia fanciullezza... quella stessa bambina mi sorrideva incerta allo specchio e aveva i miei occhi che sono i suoi... gli occhi dell'incanto e della speranza, gli occhi degli anni della dolcezza e del cuore in tumulto.