Beato Aniceto Frate Minore Cappuccino Minore Aniceto Frate Beato Tualità Francescana, Tra I Quali: Vivere Il Vangelo Con Francesco D’Assisi
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BIBLIOTHECA ASC.-MYSTICA 14 Wiesław Block Aniceto Koplin(ski) (1875-1941), frate cappuccino appartenente alla Provincia Renano-Westfalica, dopo aver vissuto la prima parte della sua vita nella Provincia madre, per molti anni ha lavorato a Varsavia, facendosi “fglio adottivo” della terra polacca. Il fatto di abitare e lavorare in due paesi, che in quel momento della storia, pur essendo confnanti, per vari motivi non vivevano in pace, ha fatto sì che questo fglio di san Francesco d’Assisi sia diventato un vero ponte tra due nazioni, come suggerisce il titolo di questo libro, così pure tra due Province dei frati cappuccini e anche tra ricchi e poveri, ai quali in modo speciale egli dedicò la sua attenzione. La sua attività, svolta fuori dell’ambiente consueto, segnò un nuovo stile di collaborazione e solidarietà tra i popoli, che oggi confuisce nella cosiddetta “cultura dell’incontro”. La vita del frate cappuccino trovò pieno compimento nel campo di sterminio di Auschwitz, come conseguenza dell’odio nazista e frutto della sua decisione di non dare il placet alla politica hitleriana. Aniceto è stato beatifcato con altri 108 martiri dell’oppressione nazista da papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo ottavo viaggio in Polonia (13 giugno 1999). Wiesław Block , frate minore cappuccino della Provincia di Varsavia, docen- te all’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università “Anto- nianum” in Roma. Ha pubblicato vari testi dedicati soprattutto alla spiri- Beato Aniceto frate minore cappuccino minore Aniceto frate Beato tualità francescana, tra i quali: Vivere il vangelo con Francesco d’Assisi. Temi e figure della fraternità minoritica, EDB, Bologna 2013; Un frate dai Tartari. Le Beato Aniceto avventure del primo europeo nell’impero del Gran Khan, EDB, Bologna 2014; Il san Francesco di Varsavia. Un frate tedesco nel lager di Auschwitz, EDB, Bo- logna 2017; insieme con M. Bartoli e A. Mastromatteo ha curato anche il I frate minore cappuccino volume della Storia della spiritualità francescana, EDB, Bologna 2017. W. Block W. un ponte tra due nazioni ISBN 978-88-99702-10-6 ROMA 9 7 8 8 8 9 9 7 0 2 1 0 6 ISTITUTO STORICO DEI CAPPUCCINI 2018 7 26,00 ROMA 2018 COPERTINA BEATO ANICETO 2018 ASCETICO 14.indd 1 09/11/18 09:08 BEATO ANICETO FRATE MINORE CAPPUCCINO, UN PONTE TRA DUE NAZIONI BIBLIOTHECA ASCETICO-MYSTICA 14 Wiesław Block BEATO ANICETO FRATE MINORE CAPPUCCINO, UN PONTE TRA DUE NAZIONI ROMA 2018 ISTITUTO STORICO DEI CAPPUCCINI In copertina: Krzysztof Kubiak, Beato Aniceto (Convento dei Cappuccini a Lublino-Krakowskie Przedmieście, 1999). In quarta di copertina: Krzysztof Kubiak, Beato Aniceto (Chiesa dei Cappuccini a Lublino-Krakowskie Przedmieście, 1999). Le foto: Archivio della Provincia di Varsavia dei Cappuccini a Zakroczym. Copyright © 2018 by Istituto Storico dei Cappuccini, Roma. ISBN 978-88-99702-10-6 Edizioni Collegio San Lorenzo da Brindisi ______________________________________________ Istituto Storico dei Cappuccini Circonv. Occidentale 6850 (GRA, km 65.050) I-00163 ROMA Tel. +39-06.66.05.21 – Fax +39-06.66.05.25.32 E-mail: [email protected] – web: www.istcap.org Finito di stampare nel mese di otttobre 2018 dalla Tipografia Giammarioli Via Enrico Fermi, 8/10 – I-00044 Frascati (Rm) Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. Elie Wiesel, La notte PREMESSA Br. Marinus Parzinger Provinzialminister München, 23. März 2018 Der Kapuziner Anicet Koplin ist nicht nur ein beispielge- bender Mensch, der das Charisma des Kapuziners verkörpert hat, sondern er war auch ein Brückenbauer zwischen Arbeitern und Kirche, zwischen Reichen und Armen, zwischen Polen und Deutschland. Seine Kraft schenkte er den armen Menschen und den Menschen im Beichtstuhl. In seinem Handeln war er bewun- dernswert konsequent und hatte das Glück, dass seine Vorgesetz- ten im Orden ihn diesen Weg gehen ließen. So konnte er seine Talente gut entfalten. Wenn ich seinen Lebensweg betrachte, muss ich über manche Aussage schmunzeln. Wie er es verstand, junge Menschen zu begeistern. Wie er Gewichtheben trainierte und Taschen voll Lebensmittel heimschleppte für seine Armen oder wie er den Beichtenden zur Buße auferlegte, den Armen ein Almosen zu geben. Er hat sich auf die Seite der Bedürftigen gestellt. Für sie war er unermüdlich unterwegs und wurde daher zu Recht „Vater der Armen” genannt. Seine Haltung nötigt mir Respekt ab. Er war bescheiden und mutig zugleich. An seinem Leben zeigt sich, dass die Nachfolge Jesu wirklich frei macht von Angst um sich selbst, frei macht für den Dienst an den Armen. P. Anicet ließ sich den Mund nicht 8 PREMESSA verbieten und auch durch Verhöre nicht einschüchtern. Er sagte, was er dachte. Nach dem Überfall der Deutschen auf Polen zeigte er sich solidarisch und änderte seinen Namen in Koplinski. Im KZ Ausschwitz, wo er misshandelt und mit dem Tod bedroht wurde, ist er nicht verbittert. Er blieb ein Liebender, er betete und vertraute sich dem Herrn des Lebens an. Anicet Koplin verbindet die Geschichte unserer beiden Provinzen. Denn er hat in Warschau nicht nur die dort wohnen- den Deutschen betreut, sondern auch am Aufbau einer neuen polnischen Ordensprovinz mitgeholfen. Das vorliegende Buch mag helfen, dass wir uns seiner erinnern. In einer Zeit, in der nationalistische Strömungen sich verstärken, verweist der Selige uns auf das, was uns über Grenzen hinweg verbindet. Wir alle sind von Gott gewollt und beauf- tragt, solidarisch zu leben, aus Liebe zu Gott und den Menschen. Es ist unsere Berufung, heute dafür einzutreten. Ich danke Br. Wiesław Block für sein Buch, das uns den seligen Anicet Koplin nahe bringt. Möge es viele interessierte Leserinnen und Leser finden. Fra Marinus Parzinger Ministro Provinciale Monaco, 23 marzo 2018 Il frate cappuccino Aniceto Koplin non è solamente un uomo di grande esempio, che ha vissuto e incarnato il carisma cappuccino, ma egli è stato un costruttore di ponti tra i lavoratori e la Chiesa, tra il ricco e il povero, tra la Polonia e la Germania. Ha donato la sua forza ai poveri e agli uomini nel confes- sionale. Nella sua attività è stato meravigliosamente consequen- PREMESSA 9 ziale e ha avuto la fortuna di avere superiori che l’hanno lasciato percorrere questa strada. In questo modo egli ha potuto svilup- pare bene i suoi talenti. Quando considero il percorso della sua vita devo sorri- dere per qualche sua espressione. Egli è riuscito a entusiasmare i giovani. Egli trasportava gravi pesi nelle tasche piene di generi alimentari per i poveri. A coloro che si confessavano dava come penitenza di fare un’elemosina ai poveri. Era sempre dalla parte dei bisognosi. Per loro egli era il “Padre dei poveri”, come era chiamato. Ed era instancabilmente attivo. La sua condotta richiede rispetto da parte mia. Egli era umile e coraggioso allo stesso tempo. Nella sua vita si rivela evidente che la sequela di Gesù lo ha reso veramente libero dalla paura di se stesso, lo ha reso libero per il servizio ai poveri. Padre Aniceto non si lasciò chiudere la bocca e non si intimorì neanche durante gli interrogatori. Egli diceva quello che pensava. Dopo l’invasione della Polonia da parte dell’esercito tedesco egli si mostrò solidale con i polacchi e cambiò il suo nome in Kopliński. Nel campo di concentramento di Auschwitz, dove fu trattato male e minacciato di morte, non si amareggiò, rimase un uomo che amava, pregava e si raccoman- dava al Signore della vita. Aniceto Koplin collega le storie delle nostre Province. Infatti, egli non solo ha assistito a Varsavia i tedeschi che vivevano in città, ma ha aiutato anche la rinascita di una nuova Provincia polacca dell’Ordine. Il presente volume possa aiutarci a ricordarci di lui. In un periodo in cui sembrano irrobustirsi le correnti nazionalistiche, il Beato indica quello che ci unisce ben oltre le frontiere. Noi siamo tutti voluti da Dio e abbiamo ricevuto il compito di vivere in solidarietà con l’amore per Dio e per gli uomini. La nostra missione è di impegnarci per questo oggi. Ringrazio fra Wieslaw Block per il suo libro, che porta vicino a noi il Beato Aniceto Koplin. Che esso possa trovare molti lettori interessati. 10 PREMESSA Andrzej Kiejza OFMCap Minister prowincjalny Warszawa, 25 marzec 2018 Ewangelia, którą przyniósł Jezus i wniósł ją na świat, jak światło, którego nie ukrywa się pod korcem, w każdym pokole- niu potrzebuje świadków, abyśmy ją owocnie przyjęli. Tak wymownymi świadkami są święci i błogosławieni, wśród nich zaś szczególnie męczennicy. W orszaku tych autentycznych świad- ków Chrystusa jest bł. Anicet Kopliński (1875-1941), kapucyn męczennik z czasów II wojny światowej. Jego życie przed aresztowaniem i śmiercią w obozie koncen- tracyjnym w Auschwitz było świadectwem służby ludziom najuboższym. To w nich szukał Chrystusa, gdy ich karmił, ubierał, pochylał się nad ich cierpieniem. Jego zaangażowanie na rzecz ubogich zjednało mu wielki szacunek i przydomek „świętego Franciszka Warszawy”. W swojej posłudze wobec bliźnich był zawsze pełen radości i franciszkańskiego poczucia humoru. Różne anegdoty z jego życia ukazują go jako postać barwną, nieszablonową i wybitną. Swoje powołanie przeżywał zainspirowany przykładem św. Franciszka jako wyjątkową drogę do Boga. Jednak najbardziej heroiczny okazał się w przyjęciu uwięzie- nia i śmierci. Posiadał niemieckie obywatelstwo, mógł się od tego wybronić.