APRILE 2009 ANNO XXIV EREMO DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO (BS)

LETTERE DALL’EREMO 67 Dall’Eremo Tra fede e testimonianza pag. 03 LETTERE Vicini nella gioia e nella preghiera a mons. Beschi pag. 05 DALL’EREMO Buona strada, vescovo Francesco pag. 07 Direttore Responsabile Ieri “Bollettino Parrocchiale”, oggi… pag. 09 Don Gabriele Filippini Dal Monastero Chiamati alla santità pag. 10 Dalla Valle Mons. Beschi, dagli anni verdi a Autorizzazione n. 4/89 vescovo di Bergamo pag. 12 La memoria che vive pag. 14 del Tribunale di I cento anni della Tipografia Camuna pag. 18 Il Consultorio sul fronte impegnativo della prevenzione pag. 20 EREMO DEI Strada e ferrovia pag. 21 SANTI APOSTOLI Storia Intellettuali napoleonici camuni pag. 22 PIETRO E PAOLO Personaggi e Tempi Santa in una terra di santi pag. 32 25040 BIENNO (Brescia) Telefono 0364/40081 Istituzioni La realtà della Fondazione www.eremodibienno.it della Comunità Bresciana pag. 44 [email protected] Letture Ascolta… piccolo uomo pag. 49 Giorgio Gaioni pag. 50 150 anni delle Terme pag. 52 ABBONAMENTO: Conventi nella Lombardia alpina pag. 54 € Ordinario 30,00 I cento anni di Matteo Re pag. 56 Sostenitore € 50,00 Testimonianze C.C. Postale n. 17738253 int. a Alma Tovini Domus

Stampa: Tip. Camuna S.p.A. - Breno Tel. 0364/22007

Si ringrazia la

che, condividendone le finalità, contribuisce alla stampa e spedizione di questa rivista. Dall’Eremo

TRA FEDE E TESTIMONIANZA

Il Convegno della Chiesa italiana a Ve- rona1 ha ribadito l’urgenza della testimo- nianza personale e comunitaria. Se è vero che la Chiesa sta riscoprendo, oggi, la propria identità dentro l’oriz- zonte della missione, di un nuovo an- nuncio del Vangelo all’uomo di oggi, la testimonianza ne diventa via privilegiata. “Mostrare il ‘sì’ di Dio tocca le fonda- menta stesse della Chiesa… Per que- sto, la via della missione ecclesiale più adatta al tempo presente e più compren- sibile per i nostri contemporanei prende la forma della testimonianza personale e comunitaria: una testimonianza umile e Incontro al risorto appassionata, radicata in una spiritua- dentro un mondo secolarizzato, nella di- lità profonda e culturalmente attrezzata, mensione dell’ateismo, nella sfera di una specchio dell’unità inscindibile tra una razionalità tecnico-scientifica. fede amica dell’intelligenza e un amore 2 In tale contesto la responsabile del sin- che si fa servizio generoso e gratuito”. golo nella sua decisione di fede è neces- Una testimonianza da pensare rispetto an- saria e richiesta in maniera più radicale zittutto al tempo che viviamo. A riguardo che in passato”.3 suonano ancora attualissime le parole del teologo Karl Rahner: “la spiritualità del fu- Certamente la necessità di dare senso turo non sarà più sostenuta socialmente… alle cose del mondo innesca nella per- da un ambiente cristiano omogeneo; essa sona la ricerca di ‘qualcosa’ che possa dovrà vivere, molto più che fino ad oggi, in venire riconosciuto quale ‘misura’ del forza di una personale e diretta esperienza suo giudicare ed è esattamente ‘ciò’ che di Dio e del suo Spirito. egli ‘testimonia’, manifesta. Oggi la fede cristiana, e quindi la spiri- Con la sua vita, dal suo modi di vestire - tualità, vanno vissute in prima persona di parlare - di affrontare le varie vicende

1 ‘Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo’ - 16-20 ottobre 2006 2 CEI – ‘Rigenerati per una speranza viva’ (1Pt 1,3): testimoni del grande ‘sì’ di Dio all’uomo’ Nota dell’episcopato italiano dopo il 4° Convegno ecclesiale nazionale, 29 giugno 2007, n.11 3 Rahner Karl, Elementi di spiritualità nella Chiesa del futuro, in Goffi T.-Secondin B (edd.), Problemi e prospettive di spiritualità – Queriniana, Brescia 1980, pg 437-438 Dall’Eremo 4 dell’esistenza, la persona rende presente che nulla di buono e di bello possa essere ciò che ha scelto come ‘misura’ del pro- tratto dall’incontro con il Vangelo. prio vivere. Il testimone è, dunque, colui Non negano nulla della fede del credente che sta tra una verità che merita di essere … semplicemente… scelgono altro come ricordata e il destinatario al quale si vuol riferimento per la propria esistenza. far giungere la verità stessa. Destinatari molti dei quali non provano A questo punto il cristiano non può non più nulla nei confronti della vita stessa chiedersi quale è la verità che è essenziale e sono caduti in quella condizione che rendere manifesta? indichiamo di apatia, indifferenza, ‘de- La risposta non può che essere una: il cri- pressione’. Spesso, tra i credenti, si pensa stiano è testimone della grande verità che che tutto sommato è abbastanza semplice la fede è un vantaggio per la vita. ‘venire alla fede’ o compiere un cammino Ecco cosa ‘dice’ il credente: egli testimo- di ‘ritorno alla fede’. nia che credere in Gesù di Nazareth in- Non si ha, molte volte, coscienza della fa- crementa la qualità della vita umana; che tica che la fede richiede proprio partendo credere è una possibilità in più; che solo dalle condizioni prima dette. in Dio l’uomo può incontrare se stesso; Vivere da cristiani, plasmare la propria che solo aprendosi al Vangelo può meglio vita secondo i sentimenti di Cristo implica dare un nome ai desideri che porta den- il generare dentro alcuni atteggiamenti tro; che solo accogliendo Gesù Cristo può verso di sé, verso gli altri, verso Dio che fare pace con il proprio limite e le proprie non sempre appaiono immediatamente fragilità; che solo in questo incontro con vantaggiosi per la vita stessa. l’Altro riesce ad esprimere le potenzialità D’altra parte il cristiano, ricco della sua di bene, di bello, di buono che sono in umanità proprio nell’incontro con Cristo, lui; che solo in questo ‘patto’ riconosce e è un uomo libero! Libero di incontrare e resiste al male visto come impoverimento amare il suo Signore. della mia umanità, del mio essere uomo. E la testimonianza si fa ancora più forte Credere, insomma, è il modo più umano e decisa perché il credente da libero si per prendermi cura della mia esistenza! mostra appassionato di Dio. Accogliere così il Vangelo è essere te- E dire con la vita che si è uomini liberi… stimone: una vita guidata dalla bellezza questo sì… prende e fa pensare l’altro che della fede è una vita che sarà trasparenza mi cammina a fianco. di essa. L’esposizione nella vita concreta Da Verona, allora, i credenti hanno ri- che la fede è davvero un vantaggio per la cevuto l’invito a trovare dentro le espe- mia vita… si fa qualità della scelta stessa rienze ordinarie, soprattutto da laici, del Vangelo. “l’alfabeto con cui comporre parole che Dentro questo orizzonte si devono fare, dicano l’amore infinito di Dio” , con cui poi, i conti con i destinatari della testimo- insegnare agli uomini e alle donne di oggi nianza cristiana. la via della libertà. Destinatari molti dei quali non ritengono che la fede sia un vantaggio per la vita e DON RENATO MUSATTI

4 CEI – ‘Rigenerati per una speranza viva’ (1Pt 1,3), 12 VICINI, NELLA GIOIA, Dall’Eremo NELLA PREGHIERA E NELL’AUGURIO A MONS. FRANCESCO BESCHI

Dal 15 marzo mons. Francesco Beschi è colarizzazione, di attacchi grossolani Vescovo di Bergamo a tutti gli effetti. alla Chiesa, di demotivazioni pastorali La diocesi di Brescia si è sentita onorata e missionarie, di calo delle vocazioni per la scelta, pur nella constatazione di un questa nomina è segno di speranza per- diffuso rammarico nel perdere un punto ché viene a parlare della vitalità delle di riferimento importante qual era quello Chiese lombarde. di mons. Beschi nel suo ruolo di Vescovo Quella delle diocesi di Lombardia è una ausiliare e Vicario generale. storia molto positiva nella quale emerge Ma le ragioni della soddisfazione sono che i valori cristiani hanno contribuito certamente superiori a quelle del malin- a formare la civiltà delle popolazioni di conico distacco. questa regione e la Chiesa ha camminato Infatti, in questi tempi di crisi della fianco a fianco della gente influenzandola fede, di forte scristianizzazione e se- nella scelta dell’onestà, del bene comune,

Mons. Francesco all'Eremo con don Renato Dall’Eremo 6 nel creare opere di carità e solidarietà. tare ad essere lieti di questa nomina: La vitalità delle Chiese lombarde è stata mons. Beschi, nel suo lungo impegno per ammirevole anche grazie allo scambio la famiglia, le coppie, gli sposi e nella sua di risorse personali e istituzionali quali azione al Centro pastorale Paolo VI, so- famiglie religiose sorte in una città e tra- prattutto in qualità di Vicario episcopale piantate in tante altre, e pastori passati da per i laici, è un pastore che ha stima del una diocesi all’altra. laicato: ne conosce l’alta vocazione, il va- Bergamo ha donato a Brescia grandi Ve- lore, le potenzialità, la missione. Per una scovi: mons. Gerolamo Verzeri per un realtà come l’Eremo dei Santi Pietro e Pa- trentennio nel secondo Ottocento e nel olo in Bienno, nato anche per sostenere e Novecento mons. Luigi Morstabilini e alimentare la spiritualità, l’impegno e la mons. Bruno Foresti. formazione dei laici è confortante sapere Ora Brescia dona mons. Beschi a Ber- che il pastore dell’importante diocesi ber- gamo: continua una storia di fede e di gamasca parte nel suo ministero con uno civiltà dell’amore che ci conforta e in- sguardo attento al laicato, con una cono- fonde fiducia in questa stagione storica scenza singolare di gruppi, movimenti, complessa e complicata. aggregazioni, associazioni. Ma vi è una seconda ragione per gioire di A Brescia ne ha conosciuto la storia, ne ha questa nomina. apprezzato il carisma, ne ha promosso la Chi ha conosciuto mons. Beschi sa quanto presenza. A Bergamo potrà ancor meglio fede cristiana e umanità possono armo- essere, oltre che un padre per i presbiteri, nizzarsi fra loro. Mons. Beschi è persona un maestro e una guida per i laici. amabile, equilibrata, buona, sensibile, pa- E il pensiero dei laici, anche in relazione cata anche quando deve affermare verità all’Eremo, ci induce infine a pensare ad che possono spiacere. una quarta ragione per essere: è sempre Amante della musica e lui stesso musi- stato, lui originario della città, vicino alla cista è attento ai tempi, ai fatti, agli av- Valle. Diventa, allora, spontaneo il ri- venimenti. cordo della sua presenza, fin da giovane, Rispettoso di tutti, sa ascoltare tutti: dai nel Consiglio di amministrazione di Villa più alti vertici istituzionali all’umile fe- Luzzago a Ponte di Legno, le feste di dele sconosciuto che chiede di incon- Natale e la settimana santa trascorse ad trarlo. Angolo Terme, la sua frequente presenza La sua affabilità lo porta a piacere molto all’Eremo per svariate iniziative. ai bambini che capiscono sempre quanto Siamo certi che i monti della Val Seriana comunica. Ma sa parlare anche ai giovani, e della Val Brembana, non cancelleranno agli anziani e agli adulti di elevata cul- in lui il ricordo della Valle Camonica, tura. della sua gente, della sua storia, del suo Ha anche quel pizzico di ironia e di hu- Eremo. mor, anche con se stesso, che è segno di La Chiesa vive anche di questa comu- intelligenza e umiltà. Mons. Beschi saprà nione che non conosce confini né usura essere un buon pastore proprio perché ha del tempo. un bagaglio di virtù umane che spiane- ranno la via alla sua azione episcopale. DON GABRIELE FILIPPINI Vi è, poi, una terza ragione che può por- (Direttore Responsabile di “Lettere dall'Eremo) BUONA STRADA... Dall’Eremo VESCOVO FRANCESCO!

Carissimo Vescovo Francesco, Giuseppe, come mai nessuno ci aveva di- ti abbiamo salutato in occasione dell’ul- pinto, hai illustrato il rapporto tra il "gio- timo incontro di spiritualità-giovani vane posseduto" del Vangelo di Marco all’Eremo, quando già la tua partenza ed il padre, in maniera sorprendente… per Bergamo era ‘imminente’. Passo dopo passo, con te, Vescovo Fran- Abbiamo gustato, assaporato, custodito cesco, abbiamo approfondito, letto, gelosamente le meditazioni, le riflessioni, mediato, pregato la Parola e ci siamo le preghiere, “in una parola”, i ricordi, di scoperti giovani di Parola… Nel nostro questi splendidi incontri spirituali men- cuore resterà a lungo il ricordo dell’ul- sili, attraverso i quali ci hai condotto timo tuo dono: hai riletto, rimodellato, per mano e fatto conoscere gli aspetti drammatizzato per noi la parabola del più inusuali e sconosciuti della Parola Figliol Prodigo e mentre ti ascoltavamo, di Dio. Hai tratteggiato il volto di San incantati, pensavamo a come, tu, questa

Mons. Beschi durante la festa del Ringraziamento 8 misericordia infinita del Padre l’avevi di certo sperimentata ed ora la “regalavi” anche a noi… Quasi ci sembrava di av- vertire l’abbraccio benedicente di Dio… È ancora vivo in noi il timore con cui, una sera della Quaresima 2008, in Cattedrale, al termine della Scuola della Parola, ti abbiamo preso da parte ed, intimoriti, ti abbiamo chiesto il “regalo” di venire in Valle Camonica per condurre gli incontri senza al Guglielmo per la GMG 2008 da di spiritualità-giovani e tu, senza remore te fortemente voluta per permettere anche né perplessità alcuna, ci hai risposto con il a chi non era a Sydney con il Santo Pa- tuo disarmante sorriso: “E perché no? Si dre di assaporare quel clima e di vivere può fare! Il prossimo anno sarò da Voi!” l’esperienza). Ci mancherai, è vero, ne E quest’anno, puntuale, ogni mese ti pre- abbiamo avuto la piena consapevolezza sentavi silenzioso in chiesa all’eremo: al momento del saluto, ma siamo convinti incontravamo il tuo sguardo mite, il tuo che il tuo esempio, la tua sapiente guida, sorriso luminoso, le tue mani aperte, il tuo servizio umile alla chiesa bresciana ma soprattutto il tuo cuore capace di ci sarà di sprone ed ora diverrà il più bel ascolto, di comprensione per ciascuno e dono alla e per la chiesa bergamasca. per tutti… Quando ti abbiamo salutato Salutandoci, ci hai confidato che con i in Cattedrale a Brescia (giovedì 5 marzo giovani stavi bene perché “i giovani con- 2009), in prossimità dell’ingresso nella servano il gusto del bene, del bello, del diocesi orobica, ci ha ricordato ancora santo e del vero e lo sanno riconoscere in una volta che vale la pena vivere di Cri- chi lo testimonia in maniera credibile”. sto e per Cristo e per lui vale sempre la E tu, Vescovo Francesco, ce lo hai, con pena scommettere la vita, giocare fino in semplicità, senza vanagloria, senza or- fondo la nostra quotidianità! Ci hai chie- pelli, fortemente e tenacemente testimo- sto di continuare a rimanere nella chiesa niato. In te abbiamo incontrato un TE- pietre vive, donando alla chiesa la nostra STIMONE CREDIBILE DI CRISTO! vita e la nostra vocazione di laici ed an- BUONA STRADA VESCOVO FRAN- cora una volta hai dimostrato che per te CESCO e che il Signore ti accompagni, la collaborazione tra clero e laicato è la illumini il tuo cammino, ti custodisca e vera forza motrice della chiesa, anzi ne ti aiuti a guidare la chiesa bergamasca è la speranza. Caro Vescovo Francesco, come hai fatto in mezzo a noi, come no- (proprio tu hai voluto essere chiamato stro Vescovo ausiliare. Noi ti assicuriamo amichevolmente così e spesso ci hai fatto la preghiera e ti facciamo una promessa: notare che preferivi il “don Francesco”, quando passeremo da Bergamo e osser- quasi ad evidenziare che il cuore del tuo veremo stagliarsi in alto, sul colle, la cu- ministero sta nel sacerdozio), con te ab- pola della cattedrale penseremo a Te con biamo ascoltato, pregato la Parola, spez- la certezza che tu penserai a noi… zato il Pane dell’Eucaristia e ti abbiamo Buon cammino! avuto vicino, quasi complice, nelle varie adunate giovanili (da ultimo la tua pre- I GIOVANI DELLA VALLE CAMONICA Dall’Eremo IERI BOLLETTINO PARROCCHIALE, DOMANI GIORNALE DELLA COMUNITÀ

Corso per animatori della comunica- zione e della cultura, all’Eremo durante il mese di febbraio, con lo scopo di aiutare i “giornalisti” dei nostri bollettini a tra- sformarli in “Giornali della Comunità”. Giornali ormai a pieno titolo e di grande importanza proprio perché della comunità, del paese, del borgo, del quartiere che si identificano, religiosamente, ecclesial- mente e culturalmente con la parrocchia. Giornali che giungono in tutte le famiglie, Ieri bollettini parrocchiali anche in quelle non credenti e per queste la volta di Massimo Tedeschi, giornalista ultime, forse, unico collegamento con la del “Bresciaoggi” che reca un contributo loro chiesa locale. Organizzati dall’Ufficio su “Struttura di un giornale ed organizza- delle comunicazioni sociali gli appunta- zione redazionale: figure, compiti, respon- menti sono stati introdotti da don Adriano sabilità”. Conclude la terza tornata un al- Bianchi, massimo responsabile del setti- tro Massimo, questa volta però Venturelli, manale diocesano “La Voce del Popolo” giornalista di “Voce del Popolo” secondo partendo dal racconto dell’avventura ate- cui è urgente pensare e mettere in pratica niese di Paolo all’areopago (At 17, 22- stili di comunicazione e linguaggi che 34). Bianchi prende lo spunto dall’anno consentano al giornale d’esser recepito paolino per sottolineare come l’Apostolo come tale. Le regole auree sono: sempli- (giornalista “ante litteram”) tenti subito un cità, parole di uso comune, conoscenza del aggancio con gli ascoltatori, cogliendo le pubblico. La sfida delle sfide - conclude domande e catturando l’attenzione. Entra Venturelli - che dovremmo assumere an- quindi nel merito con un intervento sulla che nei linguaggi adottati, sarebbe quella necessità di un giornale della comunità cui di fare della religione un evento sconvol- segue nel primo incontro la relazione di gente. La conclusione degli incontri tocca Claudio Baroni Vice direttore del Gior- al Prof. Castrezzati sull’importanza del di- nale di Brescia su: “Il giornale della co- segno grafico e a Federico Natali con un munità, voce autorevole del territorio”. precisa collocazione delle norme relative Nel successivo incontro don Giuseppe alla stampa dei nostri non più bollettini Mensi parla del parroco e delle oppor- parrocchiali, ma ora (un poco alla volta se tunità offerte dal giornale per pensare e non subito) giornali della comunità. promuovere l’azione pastorale e Angelo Onger della “regia redazionale”. E’ quindi LUIGI DOMENIGHINI Dal Monastero CHIAMATI ALLA SANTITA'

Possiamo forse giustamente pensare che la nostra Valle, piccola e sperduta, sia cara agli occhi di Dio. Ancora una volta, infatti, la Chiesa proclama santa una delle sue fi- glie. Con il 26 aprile, infatti, si aggiunge alla schiera delle sante anche la biennese Caterina Geltrude Comensoli. Vogliamo lasciarci provocare da queste donne e uomini, che con noi condividono non solo l’umanità, ma anche l’orizzonte fisico, quello di monti, fiume e torrenti, boschi, case, chiese e campanili? Alzare lo sguardo e sentire (bruciante?) nel cuore la domanda: se lei/lui, perché non anch’io? Questa è la vera provocazione di ogni ca- nonizzazione e beatificazione: mostrare che uno di noi, uno proprio come noi, è entrato, attraverso la porta del Vangelo, che Gesù dice essere stretta, nel Regno promesso. Un Regno che è possesso dei Bienno, Casa Natale di S. Geltrude Comensoli poveri, di quanti sono afflitti, dei miti e degli operatori di pace, dei misericor- dal cammino (che dovrebbe essere quello) diosi, di quelli che cercano, senza tregua di ogni cristiano? Molto poco. Forse solo e senza lasciarsi scoraggiare, di realiz- le occasioni concrete in cui è chiesto a zare la volontà di Dio anche sulla terra ciascuno di riflettere il volto di Gesù, di e non si rassegnano a contemplarla solo rendere concreto il suo modo di rivelare nel cielo, per questo affrontano lieti an- l’amore del Padre. I santi (coloro che sono che qualche persecuzione, perché ciò a guidati dallo Spirito) del medioevo, come cui anelano può essere pagato (e sarà un Chiara e Francesco, l’hanno fatto, per il prezzo comunque scontato, tanto è grande loro tempo, in cui il denaro e la nobiltà il suo valore) con un po’ di sofferenza. In avevano un’importanza eccessiva e di- fondo, se pensiamo alle vite dei santi che sgregante, richiamando l’attenzione sulla cosa c’è di tanto particolare, se non uno povertà (ontologica) di Gesù il Cristo, il sguardo rivolto costantemente a Gesù, Figlio di Dio che per noi si è fatto uomo. tanto che un po’ alla volta la sua vicenda Santa Caterina Geltrude e la beata An- (l’essenza della sua vita) è diventata anche nunciata, nell’ottocento, si sono fatte ca- la loro? E che cosa c’è di tanto diverso rico della miseria di tanti (e soprattutto di 11 Dal Monastero tante), cercando di riscattarla, riportando idea di quali difficoltà, incomprensioni, almeno, pur nella povertà, la dignità. durezze hanno dovuto affrontare. Per tutti E soprattutto hanno aiutato a scorgere, an- e per ogni tempo rimangono come bussola che nelle ristrettezze più acute, il volto di e come cartina geografica il cuore di Gesù Gesù, che conosce, soccorre, condivide in e il suo Vangelo. un amore che non viene mai meno. Un cuore che contempliamo trafitto per Così gli altri beati di casa nostra. Forse noi e per la nostra salvezza e un (IL) Van- proprio questo intendeva Giuseppe Tovini gelo, la buona notizia che, in una storia quando affermava che senza la fede i no- concreta, ci testimonia la determinazione stri figli non saranno mai ricchi, e con la di Gesù a svelare quanto siamo preziosi fede non saranno mai poveri: uno sguardo per il Padre suo. continuo a Gesù autore e perfezionatore Tutto qui? Il materiale di base, sì, è tutto della fede, come lo descrive la lettera agli qui. A portata di ciascuno, perché, come Ebrei. ci ricorda la Lumen Gentium1 tutti nella Non sempre è facile scorgere nei sentieri, Chiesa sono chiamati alla santità, secondo spesso tortuosi della quotidianità, i tratti il detto dell’apostolo (Paolo) “Certo la del volto di Cristo. volontà di Dio è questa, che vi santifi- Non è facile per nessuno, non lo è stato chiate... e Lui, con il suo Spirito, è sempre neppure per coloro che oggi la Chiesa ci in azione...e c’è sempre spazio! indica come santi. Basta leggere le loro biografie per farsi anche solo una pallida LE SORELLE CLARISSE

Lettere dall'Eremo AUGURA ai suoi lettori una Santa Pasqua di resurrezione

1 Lumen Gnetium, Costituzione Dogmatica sulla Chiesa, documento del Concilio Ecumenico Vaticano II, cap.5: L’universale chiamata alla santità, n.39 MONSIGNOR FRANCESCO BESCHI Dalla Valle DAGLI ANNI VERDI ... A VESCOVO DI BERGAMO

Incontro per la prima volta il giovane se- Non mi sfuggì, anche solo per brevi mo- minarista Francesco Beschi nel Settembre menti, tra questi anche Francesco Beschi. del 1970 in un pellegrinaggio che le classi Ebbi con lui la possibilità, dopo due anni di prima e seconda Teologia del nostro di diventare amico di viaggio per gli ul- Seminario fanno al Santuario di Lourdes, timi tre anni del corso teologico, decisivi per il sacerdozio. al quale partecipo pure io, da pochi giorni Per gli amici Francesco venne sempre chiamato in Seminario per una nuova chiamato “Cece” che già aveva conse- esperienza. guito il diploma in violino al Conservato- Mi sentivo alquanto timoroso per il nuovo rio Luca Marenzio di Brescia. incarico e con una certa curiosità osser- Con Francesco che faceva parte di un vavo quel bel gruppo di giovani allegri, “quartetto” musicale (due fratelli e un gioviali e bene impegnati. loro amico) ci fu un tacito consenso per

La consegna del Segno e del Mandato ai giovani 13 Dalla Valle

apprezzato consigliere”. Don France- sco diventa Sacerdote il 7 Giugno 1975 con altri trenta compagni. La classe più numerosa di quegli anni. Ognuno per la propria destinazione. Ci si incontrerà di tanto in tanto per intensificare amicizia e esperienze. Curato al Villaggio Sereno 2 poi in Cattedrale con lo stesso compito dove ebbe la fortuna di incontrare come Prevosto Mons. Gianni Capra col quale fece un’ottima esperienza. Poi altro incarico come Direttore del Cen- tro Pastorale Paolo VI, anche delegato per la Pastorale Familiare Diocesana e pure impegnato a guidare i corsi di prepara- zione al Matrimonio. Poi la nomina a Provicario Generale quindi chiamato da Mons. Giulio Sanguineti ad affiancarlo come Vescovo Ausiliare. Si è sempre distinto nelle tante mansioni in cui ha operato. Sono convinto che la vicina Chiesa di Mons. Beschi durante l'omelia del 13 febbraio 2009, Bergamo lo saprà apprezzare, stimare e all'incontro di spiritualità dei giovani amare. Ottima la sua calda e suadente elo- quenza da tutti apprezzata e goduta. le uscite fino a tarda sera per le loro prove Ebbi la fortuna di partecipare con parecchi e concerti. miei parrocchiani a tre Pellegrinaggi Dio- L’amicizia e la stima crebbero ancora di cesani da lui guidati spiritualmente. più conoscendo la sua numerosa famiglia Tutti si rimaneva entusiasti per la sua vivace e degna di stima e ammirazione. affabilità, per le sue riflessioni calde e Ricordo un particolare di quando più tardi suadenti e mettendo a proprio agio quanti diventai Parroco di Villacarcina, che par- con lui volessero parlare, dialogare e porre lando con un giovane di “lotta continua” qualche problema personale. andando a visitare sua mamma molto Auguro a Mons. Francesco un fecondo malata, ebbi occasione di parlare del suo apostolato, carico di tante responsabilità lavoro in ferrovia a Milano. ma anche con qualche soddisfazione. Cer- Nella conversazione dissi che conoscevo tamente pure Mons. Francesco, come ogni abbastanza bene il papà di Francesco, altra persona avrà qualche limite ma, sono Capo Stazione di Brescia. profondamente convinto, che Brescia doni Mi fece questo apprezzamento, lui così alla vicina Bergamo un Pastore attento, lontano dalla fede:”quando noi abbiamo ben preparato, sensibile e ricco di fede e seri motivi o personali o familiari ci rivol- di umanità. giamo a papà Beschi Pietro che riteniamo essere un po’ il nostro Padre Spirituale e DON FRANCO RIVADOSSI Dalla Valle

LA MEMORIA CHE VIVE

La “Giornata della memoria” fu istituita con Legge n. 211 il 20 luglio 2000 al fine di non dimenticare Shoah, le leggi raz- ziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deporta- zione, la prigionia, la morte. La posizione storica di questa scelta è particolarmente significativa: negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale il bisogno di memoria era subordinato alla necessità di chiarezza. Al sentimento di “rimozione” che segue e accompagna i traumi, si sostituì, con il passare degli anni, una marcata tendenza che, partita da alcune legittime richieste di “revisione” (la storia non si fa con i ma e con i se, ma è in contempo ricostru- zione, quindi soggetta ad interpretazione: negare il diritto alla rilettura sarebbe atto formalmente e culturalmente scorretto), si spinse su linee di aperto negazioni- smo, di cui abbiamo avuto una brutta dimostrazione anche recente in ambito “cattolico”. Le finalità e i modi di attuazione della La collocazione il 27 gennaio 1945 ri- Legge sono chiariti nell’Art.2: “In oc- corda l’entrata delle truppe sovietiche casione del Giorno della Memoria […] dell'Armata Rossa nel campo di concen- sono organizzati cerimonie, iniziative, tramento di Auschwitz e, conseguente- incontri e momenti comuni di narrazioni mente, la dimostrazione formale degli dei fatti e di riflessione, in modo partico- orrori nazisti, precedentemente solo so- lare nelle scuole di ogni ordine e grado spettati. […] in modo da conservare nel futuro C’è da dire che la commemorazione partì dell’Italia la memoria di un tragico ed in sordina, anche in virtù della scarsa o oscuro periodo della storia nel nostro Pa- nulla messa a disposizione di finanzia- ese e in Europa, e affinché simili eventi menti che potessero sostenere iniziative non possano mai più accadere”. concrete. 15 Dalla Valle

Accanto alle cerimonie ufficiali si regi- le tradizioni delle comunità istriano-dal- strò un coinvolgimento “tiepido” delle mate residenti nel territorio nazionale e scuole, invitate ad esprimersi attraverso all'estero”. la pratica del “minuto di silenzio”, con- L’istituzione di questa seconda giornata, testata soprattutto nelle classi inferiori del colta da molti come contraltare della sistema di formazione, per la sua dubbia prima, si è col tempo dimostrata, per efficacia educativa: sospendere le atti- ragioni di calendario, fortemente utile vità ha senso se prima si è costruito un e funzionale. Si è infatti andata deline- percorso di informazione e formazione, ando la tendenza a progettare iniziative il simbolo deve essere riempito di signi- di sensibilizzazione e riflessione che, ficato, perché valga. dilatando ulteriormente il periodo fino Non mancarono poi le polemiche più alla “Giornata della Pace”, hanno fatto squisitamente “partitiche”, in alcuni casi di gennaio una sorta di “mese della Pace sfociate anche in piazzate di dubbio gu- nel ricordo”. sto, finalizzate a ribadire che l’orrore e I contenuti delle diverse proposte sono le vittime andavano ricercati al di là de- spesso plasmabili e allargati, soprattutto gli schieramenti e dei colori. Allo scopo nelle zone come la nostra in cui, nella venne promulgata la Legge 30 marzo mentalità comune, è ancora tutta da co- 2004 n. 92 con la quale “La Repubblica struire una cultura che riconosca il coin- riconosce il 10 febbraio quale "Giorno volgimento del territorio in azioni storica- del ricordo" al fine di conservare e rin- mente fondate. Non che i fatti manchino, novare la memoria della tragedia degli anzi. italiani e di tutte le vittime delle foibe, E’ che il silenzioso bruciare delle ferite dell'esodo dalle loro terre degli istriani, del primo periodo è stato sostituito dalla fiumani e dalmati nel secondo dopo- voglia di dimenticare, più che dal biso- guerra e della più complessa vicenda del gno di ricostruire e ricordare. Complici confine orientale. la scuola, che per anni ha relegato la Nella giornata [...] sono previste inizia- storia del Novecento agli ultimi capitoli tive per diffondere la conoscenza dei tra- del libro, quelli a cui non arrivi mai, e gici eventi presso i giovani delle scuole la prudenza, che insegna che “certi argo- di ogni ordine e grado. menti è meglio non toccarli, perché sono È altresì favorita, da parte di istituzioni troppo freschi”, la generazione di adulti ed enti, la realizzazione di studi, conve- che non ha vissuto direttamente gli eventi gni, incontri e dibattiti in modo da con- ha generalmente, per questi decenni, ampi servare la memoria di quelle vicende. buchi di conoscenza, facilmente manipo- Tali iniziative sono, inoltre, volte a va- labili in termini negazionisti. lorizzare il patrimonio culturale, sto- Ben ha fatto l’ANPI di Valle Camonica rico, letterario e artistico degli italiani a costituire una Commissione Scuola- dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, Cultura allo scopo di sostenere l'azione in particolare ponendo in rilievo il con- degli insegnanti, fornendo loro documenti tributo degli stessi, negli anni trascorsi e ed organizzando mostre, incontri ed altre negli anni presenti, allo sviluppo sociale attività. e culturale del territorio della costa nord- Documentare, mediare, promuovere, orientale adriatica ed altresì a preservare quindi. Un lavoro di selezione condotto Dalla Valle 16

silenziosamente negli archivi che, spesso dell’evento musiche e canti della tradi- senza clamori e riconoscimenti, da gen- zione klezmer e popolare dell'Est euro- naio a maggio, dalla Giornata della Me- peo, inframmezzate da letture dal testo di moria al 25 aprile, si sposta nelle scuole. Isaac B. Singer "Quando Shliemel andò Qui, gratuitamente, vengono promossi in- a Varsavia". contri con ex deportati e con partigiani, La comunità di Bienno ed alcune sale ci- sono allestite mostre sulla deportazione nematografiche camune, hanno proposto ambientate in contesti diversi, sono or- la poetica storia d’amicizia raccontata dal ganizzati incontri di formazione nel corso film “Il bambino con il pigiama a righe”. dei quali alcuni storici locali forniscono Ancora bambini come protagonisti per documenti e proposte su Fascismo e la l’iniziativa del Comune e della Biblioteca Resistenza, calandoli concretamente in Comunale di Berzo Demo dove le leggi contesto camuno. Un “qui e poco tempo razziali e l’Olocausto sono stati presentati fa” fondamentale per sottolineare la con- nel corso di una serata in cui Emanuele cretezza del bisogno di continuare a par- Turelli ha presentato "Il coraggio di vi- larne e ad insegnarne. vere", la storia vera di Nedo Fiano, libe- La commemorazione quest’anno si è ramente tratto dal romanzo "Il coraggio tinta di musica a Cividate Camuno dove di vivere". l'Auser Insieme Camuna-Università Storia, documentazione, testimonianza, della Libera età ha organizzato un con- sensibilizzazione anche a Capo di Ponte certo del gruppo "Sesto Tono" con i vo- con lo spettacolo “La memoria che vive”. calist del coro "Hope Singers". Al centro La definizione "spettacolo" è di fatto ri- 17 Dalla Valle

duttiva: si è trattato di una mostra - le- carattere semplice, ma allo stesso tempo zione, offerta allo scopo di sensibilizzare denso di drammatica emozione. il territorio e di formare, nei ragazzi, La partecipazione di pubblico è stata co- la voglia di testimoniare. Gli studenti rale: oltre 180 spettatori alla prima rap- della scuola secondaria, sotto la guida presentazione (dato di iscrizione), oltre della prof. Zanetta e dei docenti della 450, più adulti che ragazzi, per l'edizione Commissione "Il treno della memoria", serale (dato stimato dagli addetti al ser- hanno raccolto e selezionato documenti, vizio di vigilanza e protezione), altri 240 li hanno classificati e organizzati in una ragazzi l'ultima giornata (dato di iscri- rappresentazione. zione). Il plauso va senz'altro agli inse- Hanno quindi pensato un contenitore che gnanti e a quanti hanno collaborato alla potesse permettere di offrirli ai coetanei e manifestazione (ANPI, Fiamme Verdi, Le al paese in una occasione di riflessione sul Nord, Protezione Civile, Carabinieri, Am- dramma dell'Olocausto. L'iniziativa, che ministrazione Comunale, personale ATA ha ottenuto il patrocinio dell'Assessorato della scuola, Banda Capontina, privati alle Attività e Beni Culturali e alla Valo- cittadini, associazioni e ditte della zona) rizzazione delle Identità Culture e Lingue ma soprattutto agli interpreti che, nono- Locali della Provincia di Brescia, ha visto stante la giovane età, hanno saputo calarsi un unanime consenso di critica, per il suo perfettamente nella parte (g.r.)*.

* Le immagini si riferiscono alla manifestazione di Capo di Ponte Dalla Valle I CENTO ANNI DELLA TIPOGRAFIA CAMUNA

All’avvicinarsi della primavera fervono i preparativi per le celebrazioni del cen- tenario di fondazione della Tipografia Camuna, realtà aziendale valligiana che, fondata a Cividate Camuno nel lontano 6 ottobre 1909, è ormai giunta a festeggiare il primo secolo di vita. Iniziative di carattere culturale, com- merciale e religioso legate all’attività tipografica saranno al centro di un ricco e lungo calendario di eventi, organizzati dall’azienda per festeggiare questo im- portante traguardo: coronamento di quel sogno in cui, cento anni fa, i ventinove soci fondatori vollero sperare, credere ed investire. Grande l’impegno umano: sin dagli albori infatti l’attività ha gravitato attorno alla pubblicazione ed alla divulgazione della cultura e delle informazioni su tutto il ter- Attuale logo realizzato, dal pittore S. Peci nel 1958 ritorio valligiano (la stampa del periodico “La Valcamonica”, è addirittura indicata all’Articolo 2 dell’Atto Costitutivo, re- tracciata dai fondatori, dagli albori della datto nel 1909 dal notaio Daniele Tovini) meccanica industriale sino alle recenti oltre alla creazione di posti di lavoro. rivoluzioni tecnologiche, perpetrandone Questi sono i principi ed i valori che per la volontà ed il profondo impegno etico, un secolo hanno animato l’attività di que- sociale e civile. sta azienda, tramandati nell’impegno di Non meno importante l’aspetto indu- coloro che, negli anni, si sono succeduti striale di questa azienda, che nonostante alla guida della tipografia. le difficoltà delle epoche attraversate, se- Depositari di quel capitale di ricchezza gnate tra l’altro dai due violenti conflitti morale lasciato dai fondatori, uomini for- mondiali e da alterni periodi di crisi, si temente ispirati ed immersi nel contesto rispecchia nella realtà limpida e coerente della propria epoca, queste persone hanno di un’attività che ha saputo tener testa alle saputo continuare la linea dei principi situazioni e guardare al futuro, aggiornan- 19 Dalla Valle dosi continuamente per restare al passo coi tempi, rinnovandosi nelle tecniche e nei macchinari ed accrescendo quell’ine- stimabile patrimonio di saperi che, legato alle maestranze dei diversi settori, è real- mente in grado di offrire un servizio d’ec- cellenza. Le strategie aziendali seguite in questi cento anni, la spiccata capacità di adattamento nonché quel notevole spirito innovativo che ben si rispecchia nelle scelte che hanno guidato l’azienda, hanno fatto di questa realtà una tra le più note ed efficienti tipografie del territorio, che oggi può contare su due centri produttivi: Logo scelto per il centenario uno a Breno ed uno a Brescia, dopo l’ac- “o” del carattere “Bodoni Poster”, che quisizione nel 1999 della Cartografica simboleggia appunto la tradizione, ovvero Bresciana, amministrati dal dottor Mas- la continuità nel tempo, mentre il secondo simo Ghetti e diretti dal dottor Francesco “0”, di nuovo una lettera “o” ma apparte- Marcolini, sotto la presidenza del dottor Pier Paolo Camadini. nente al carattere “Futura”, proietta, con Particolare attenzione merita il simbolo il proprio aspetto ed il proprio nome, lo scelto per raffigurare il centenario, già stesso concetto di stampa verso un’ideale visibile sui calendari prodotti per l’occa- di innovazione e di ricerca. Insieme, que- sione: un’immagine gradevole e colorata sti due zeri, disposti in modo tale per cui ma nel contempo ricca di significati e ri- l’uno sia leggermente sollevato rispetto al ferimenti a questi cento anni di fervida secondo, rappresentano due rulli: i cilin- attività. Interamente realizzato all’interno dri meccanici della macchina da stampa. dell’azienda dopo un attento studio di Tra questi due rulli scorrono i fogli di progettazione grafica, il simbolo si com- carta, qui rappresentati da linee formate pone di numerosi elementi, non appar- da puntini colorati, cento in tutto come tiene a nessun carattere conosciuto, ma è gli anni della tipografia, ed adagiati l’uno stato piuttosto ricavato estrapolando una sull’altro come in una risma, la cui grada- sezione degli scompartimenti in legno zione cromatica ricompone le sfumature dell’antica cassa tipografica, in cui erano contenuti i caratteri tipografici di piombo dei colori utilizzati della quadricromia ti- utilizzati per la stampa. Questo elemento pografica (ciano, magenta, giallo e nero) rappresenta l’essenza più antica della tipo- il cui intreccio simboleggia la compatta grafia e le sue origini strettamente legate sinergia tra le risorse umane che operano all’ambito a connotazione manuale della nell’azienda nei diversi settori che la composizione, che richiedeva grande at- compongono. tenzione e bravura da parte dell’uomo. Il primo “0” è invece in realtà una lettera ANDREA RICHINI Dalla Valle IL CONSULTORIO SUL FRONTE IMPEGNATIVO DELLA PREVENZIONE

Si è tenuta alla fine di gennaio l’assemblea del 2008 ci sono otto coppie che si sono ordinaria annuale del Consultorio familiare ricomposte superando così le difficoltà in- di Breno. Si è trattato di un appuntamento contrate. Visti i tempi, non è davvero poca significativo, utile a fare il punto su una cosa. In tre casi il consultorio è stato utile realtà ormai consolidata sul territorio ca- per giungere alla dichiarazione di nullità muno-sebino che si pone al servizio della matrimoniale. Al Consultorio si rivolgono coppia e della famiglia ma anche dei singoli per consulenza o terapia soprattutto le per- che si trovano nel bisogno. Il Consultorio sone che hanno un’età compresa tra i 19 e intitolato al beato Tovini è nato per volontà i 45 anni, anche se sono numerosi quelli delle zone pastorali della Vallecamonica che rientrano nella fascia compresa tra i 46 in collaborazione con la sede di Breno e i 55 anni o che si trovano in età adole- dell’Istituto Pro Familia nei cui ambienti scenziale. A fianco della normale attività ha fissato la propria sede. Tra i principali di consulenza e sostegno, in questi anni il propositi vi è quello di puntare sull’educa- Consultorio familiare “Tovini” ha attivato zione e la formazione delle persone e dei numerose iniziative che vanno dai corsi a gruppi, senza dimenticare che è necessario favore delle famiglie a guida monoparen- offrire aiuto, sostegno e consiglio quando tale alle iniziative formative e di preven- si affacciano le difficoltà e i problemi. Ed zione rivolte agli adolescenti, dai progetti è proprio quello che il Consultorio fa attra- destinati alle scuole fino alla formazione verso la consulenza e la terapia quando c’è degli studenti rappresentanti di classe. Una bisogno. L’assemblea è stata chiamata ad serie di iniziative che negli ultimi due anni approvare il bilancio consuntivo del 2008 si è sviluppata sotto la direzione di Lucia e quello preventivo del 2009, un’occasione Pelamatti. Basterebbe pensare agli incon- preziosa per prendere conoscenza delle tri formativi per gli alunni dell’istituto cose fatte e di quelle programmate per “Olivelli” di Darfo, “Ghislandi” di Breno l’anno in corso. E’ così emerso che anche il e “Meneghini” di Edolo. In quest’ultimo 2008 è stato un anno di intensa attività. Per caso sono stati coinvolti anche i genitori. riepilogare l’attività complessiva possiamo Così facendo, il Consultorio si pone sul dire che dal settembre del 1997 (anno di fronte sempre delicato ed impegnativo inizio) al 31 dicembre 2008 le consulenze della prevenzione. Si tratta di progetti per erogate sono state 10.468 ed hanno inte- i quali non sono mancati gli apprezzamenti ressato 2.980 persone. Guardando più da e i riconoscimenti da parte della Regione, vicino i dati del 2008, ci accorgiamo subito autentici incoraggiamenti ad andare avanti che i nuovi casi sono stati 78 e che circa la sulla strada intrapresa. metà sono già stati espletati. Va fatto no- tare che tra i 113 casi espletati nel corso G. M. M. Dalla Valle

STRADA E FERROVIA

Senza particolari cerimonie, dopo tanti anni di abbandono sono ripresi i lavori per il compimento dei lotti IV, V e VI della superstrada che da Nadro sfocia a Berzo Demo. A Breno, presso il salone del Bim, rispettando una certa periodicità, s’è riunito il comitato di coordinamento sulla viabi- lità in Valcamonica, convocato da Mauro L'ATR 220 Parolini, assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Brescia. Presenti: il presidente ulteriori difficoltà, il tratto Nadro-Capo di Alberto Cavalli, gli altri assessori Corrado Ponte-Sellero-Berzo Demo dovrebbe essere Scalari e Riccardo Minini ed i consiglieri consegnato al traffico per dicembre 2012. Nilo Pedersoli e Pierluigi Mottinelli; il pre- Costo complessivo dell’opera 191 milioni sidente Anas Pietro Ciucci, il capo-compar- di euro, Iva esclusa. Buone notizie anche timento Lombardia Claudio De Lorenzo; sul versante della ferrovia. Le “Ferrovie Alessandro Bonomelli e Mario Pendoli, Nord Milano” (ente gestore della strada rispettivamente presidente ed assessore ferrata per ordine e conto del Pirellone) della comunità montana di Valcamonica; hanno acquistato dalla società ferroviaria i parlamentari camuni Davide Caparini e polacca Pesa due modernissimi treni Atr Giampiero De Toni. Circostanziata rela- 220, composti di tre carrozze della lun- zione tecnica di De Lorenzo: estensione to- ghezza di metri 55, che hanno una capienza tale del tratto in costruzione km 8,4, di cui di 154 posti a sedere. Le vetture sono tutte 6,9 in galleria e 1,5 all’aperto. Due gallerie: dotate di aria condizionata, motore Diesel, la “Sellero” di m 5.047 (tratti già scavati in possibilità di trasporto per disabili, partico- precedenza m 3.530 ed ancora da scavare lare attrezzatura che informa automatica- 1.496) e la “Capo di Ponte” di m 1.866, mente l’utente, tramite altoparlante, circa la Sezione stradale, con lunghezza della piat- prossima stazione di arrivo. La commessa tafiorma pavimentata m 10,5, con panchina va ad aggiungersi a quella prevista di 25 di 1,50. La galleria “Capo di Ponte” sarà milioni di euro Regione e Provincia) per dotata di 6 piazzole per l’accesso alle vie di l’acquisto di ulteriori otto nuovi treni. Il fuga e la “Sellero” di una galleria finestra tutto ha il preciso scopo di valorizzare la naturale e di una centrale di ventilazione. ferrovia, non solo in favore dei pendolari, Sin dal primo istante della progettazione ma anche per scopi turistici. Presso varie è stato tenuto particolarmente d’occhio stazioni si stanno poi mettendo a punto i l’impatto ambientale. Il cronoprogramma centri d’interscambio ferro-gomma. previsto fissa il completamento dell’intera opera in 1.220 giorni: se non vi saranno ERMETE GIORGI Storia INTELLETTUALI NAPOLEONICI CAMUNI

Sollecitato dal suo diretto superiore Bru- netti, titolare della prefettura del Diparti- mento del Serio, sedente in Bergamo, il 16 dicembre 1803 il vice prefetto del circon- dario di Breno Gerolamo Tadini Oldofredi (Brescia 1774 - 1839) faceva girare tra uno scelto gruppetto di “letterati” residenti nella giurisdizione della Valle Camonica una cir- costanziata nota contenente le linee pro- grammatiche del foglio di natura politica intitolato “Il Giornale Italiano”. Il periodico era in procinto di avviare le proprie pub- blicazioni nella città di Milano (licenziato dai torchi dello stabilimento tipografico del “cittadino” Federico Agnelli), diretto dal valente storico e patriota abruzzese Vin- cenzo Cuoco (1770 - 1823), in esilio nella città meneghina, incaricato di stenderne le Ritratto del Notaio linee portanti del progetto editoriale. Sotto Candido Bonettini la sua guida il giornale fiancheggiò con intelligenza l’attività del governo napole- onico, ospitando in seguito –in modo sem- propone di dare tutte le nuove del giorno pre più crescente- argomenti di contenuto con la massima veracità, e sollecitudine, letterario. Nei propositi dei promotori era non che gli atti officiali del Governo. Tutto destinato a diventare l’espressione ufficiale ciò che verte sulla popolazione, sulle fi- dei corpi dirigenziali della Repubblica Ita- nanze, sul commercio, in fine quanto si liana (e poi del Regno d’Italia, sorto nel riferisce alla descrizione fisica, e politica 1805)1. La circolare diffusa dal Tadini Ol- delle nazioni, sarà l’oggetto della seconda. dofredi informava come l’organo di stampa Le arti che sono il più bel retaggio degli fosse strutturato in quattro sezioni: novelle italiani, le arti che avvicinano l’uomo alla politiche, statistica, arti e varietà. potenza creatrice, e che hanno cotanta rela- Nella prima ripartizione “il giornalista si zione coll’economia e morale pubblica, sa-

1 Il giornale venne stampato dal gennaio 1804 al 31 dicembre 1815; al Cuoco successero nella direzione Giovanni Gherardini e (dalla primavera del 1806) l’abate Guillon. Con l’insediamento del potere austriaco cessò le pubblicazioni, sostituito dalla “Gazzetta di Milano”. 23 Storia ranno sotto i loro diversi aspetti analizzate nella terza parte. Onde rallegrare lo spirito e ridonargli con utilità ed economia, quella elasticità che viene rallentata nell’analisi di oggetti complicati, si è opportunamente pensato ad inserire la quarta parte sotto il titolo di varietà. Il giornalista previene che comunque quest’articolo si abbia in mira di dilettare la mente, cionullameno i diversi squarci che si avrà cura di ripor- tare, avranno per oggetto la morale, e la maggior parte saranno cavati dalla nostra storia, riproducendone i tratti più istruttivi, ed i nomi più illustri. Si è già fatto un gran passo verso la pubblica istruzione, quando si è convinto il popolo, che esso discende da uomini che altre volte furono grandis- simi, e per valore, e per prudenza, e per Incipit di componimento poetico del notaio Tomaso Quartari virtù. Un siffatto giornale è destinato a far conoscere al consumatore, all’artista, al ne- ganciati al potere della soppressa Comu- goziante, le derrate di cadaun circondario nità di Valle e all’epoca gravitanti attorno dello Stato, le sue manifatture ed al Go- alla nervatura burocratica del circondario verno l’indole de’ suoi abitanti, la natura (organizzata negli uffici di vice prefettura, del suolo, e le provvidenze che esiggono pretura, ispettorati censuario, stradale e bo- per giugnere al migliore possibile stato di schivo), nonché sacerdoti in cura d’anime prosperità”. Il vice prefetto chiariva come o dotati di beneficio laicale; era tutta gente le autorità rimanessero in calda attesa “che che si era formata con buoni studi condotti anche i dotti di questo circondario forni- in Valle, a , a Brescia e presso le scano al compilatore degli articoli sopra università di Padova, Bologna e Milano. qualunque soggetto giovevole alla pubblica Ecco, di seguito, le brevi schede biogra- istruzione”2. L’elenco dei destinatari della fiche riguardanti i personaggi coinvolti sollecitazione del pubblico funzionario nell’iniziativa. comprendeva una ventina di personalità, esponenti di punta della vivace società ca- 1. Cristoforo Leonardo Agostani (Capo muna, costituita sia da una piccola nobiltà di Ponte 1754 – 27 agosto 1819). Figlio che viveva di quanto avanzava di antiche del medico Giulio Ottavio (Capo di Ponte e già floride rendite terriere, sia da un ceto 1721 - 1784), si laureò anch’egli in me- borghese dedito agli affari, ai traffici di fer- dicina, esercitando la condotta di Cemmo. rarezza e ai commerci di pannine, tessuti Perfezionato in ostetricia, venne “riputato e granaglie. Da queste classi uscivano au- eccellente” in tale branca e considerato lo torevoli professionisti (notai, agrimensori, specialista più capace a livello valligiano. avvocati, medici, farmacisti), un tempo ag- Si adoperò nell’azione di contenimento

2 Archivio di Stato di Brescia, Atti della , b. 161. Storia 24

Pastore aggregato all’Arcadia, scrisse al- cune poesie, tra cui Nume adorato Virginal Pudore e Uscite o Driadi dal cavo speco, inserite nelle Rime per le nozze de’ nobilis- simi Signori conte Rutilio Calini feudatario di Pavone e contessa Paola Uggeri (1788). Un suo ritratto giovanile è conservato in casa Bonettini a Breno.

3. Luigi Maffeo Gaetano Calvi (Edolo 26 febbraio 1766 – 29 agosto 1833). Figlio del medico Ignazio Pietro (Edolo 1724 – 1785). Ottenuta l’ordinazione al sacer- dozio (che esercitò in patria), fu delegato all’amministrazione dei beni nazionali per la zona di Edolo (1802) e svolse l’incarico di fabbricere della locale pieve (1822). Incipit di componimento poetico “Degnissimo sacerdote di tutta moralità”, del Notaio Quartari morì di tisi. della grave epidemia di peste petecchiale scoppiata nel 1817. Morì “di veleno, di- 4. Ludovico Capoferri (Castro 14 febbraio cesi”. 1752 - 18 marzo 1830). Figlio dell’im- prenditore di ferro Bonaventura, aderì alla 2. Pietro Luigi Candido Bonettini (Ma- Cisalpina e fu esponente di rilievo della legno 1753 - 1821). Figlio dell’avvocato pubblica amministrazione durante l'epoca Giovan Maffeo (Malegno 1711 – 1769). napoleonica. Diplomato notaio grazie a tabellionato Membro della consulta di Lione (1802) e conseguito l’11 dicembre 1783, venne del consiglio dipartimentale del Serio, stu- anche abilitato a rogare nelle cause civili; diò il nuovo piano di distrettualizzazione in seno alla Comunità di Valle fu deputato della provincia bergamasca, a cui venne pubblico, calmedraro e nunzio. Caduto aggregata nel 1801 la Valle Camonica. l’antico regime, fu pro-presidente e presi- Impegnato nell’attività mineraria e siderur- dente dell'Amministrazione Centrale del gica, fece funzionare forni fusori a Castro Dipartimento d'Adda ed Oglio (con sede e a Cemmo; in Valle possedette miniere, a Morbegno, in Valtellina). fucine e diritti di bosco. Pubblicò a Ber- E’ autore dell’opuscolo Riflessioni sopra gamo nel 1803 il saggio Memoria sulla la località della Valcamonica, presentato Valcamonica, contenente informazioni di nel 1798 al “Corpo legislativo” della Cisal- carattere geografico, storico, economico, pina al fine di ottenere una più appropriata politico e sociale. collocazione amministrativa della Valle nell’ambito del comparto territoriale della 5. Francesco Cattaneo (Malonno 12 luglio Repubblica, creato a tavolino da funzionari 1751 - Edolo 19 giugno 1830). centrali ignari delle più elementari cogni- Figlio di Domenico, abbracciò la voca- zioni di storia e di geografia. zione sacerdotale; dal 1784 alla morte fu 25 Storia

6. Giovanni Anto- nio Corna (Pisogne 19 aprile 1774 - 14 novembre 1855). Figlio di Pietro (Par- zanica 1736 - Piso- gne 1803), fu attivo nei commerci, con grosso emporio di generi da pizzica- Segno di tabellionato del gnolo, macelleria, ri- notaio Luigi Raimondi vendita di cereali ed alimentari. In seguito si impegnò nel settore del ferro, comprando quote nelle miniere e nelle compagnie dei forni di Pisogne. Du- rante la Repubblica Cisalpina (1801-1802) Frontespizio di Opuscolo commemorativo di fu presidente della municipalità distrettuale Giovanni Antonio Corna avente sede a Pisogne. Sindaco del paese dal 1808 al 1816, in canonico -del titolo di Santa Caterina- nella epoca austriaca fu per decenni deputato pieve di Santa Maria di Edolo. Venne anche municipale, membro della commissione nominato nelle mansioni di sub-economo amministratrice della locale Congregazione ai benefici vacanti del distretto superiore, di carità, fabbriciere, presidente del con- incarico a cui rinunciò nel 1820. siglio comunale e del collegio-liceo “Don “Valente naturalista” ed “uomo distinto per Giacomo Mercanti”. i rari di lui talenti”, si impegnò nelle ricer- Promosse la costruzione, tra il 1828 e il che mineralogiche. Scoprì diversi filoni di 1850, della strada lacuale. Nel 1848 fu “galena, piriti, granate, ferro, marmi pre- tra i capi della guardia civica. Dispose un giati, rame, piombo”. notevole legato a beneficio del Pio Luogo Nel 1803 rintracciò un banco di “ottimo Elemosiniere di Pisogne “per la fondazione sale purgativo amaro come il sale d'Inghil- di un ospitale pei poveri ammalati”. terra”, un solfato di magnesia da allora Egli “si guadagnò la stima universale, curò chiamato “sal Cattaneo”, estratto da una la pace e la concordia delle famiglie, fu de- cavità situata sul monte Carona, tra i co- voto di Dio e de' poverelli, a tutti sapiente muni di Sellero e di Cedegolo. Collezionò e gratuito consigliere, stimato degno di se- minerali e fossili che donò all'Ateneo di dere capo di provincia, ingegno robusto, Scienze, Lettere e Arti di Brescia, di cui della storia specialmente degli ultimi tempi era “socio d'onore”. eruditissimo”. Dedito ad allevare le api, fu “egregio colti- Il dotto don Pietro Zanardini (Pisogne 1811 vatore delle scienze naturali, indefesso stu- – 1867) compose alcune Iscrizioni ne' so- dioso del suolo del proprio paese e pratico lenni funerali del signor Giovanni Corna assai nelle scienze naturali, valoroso e for- celebrati nella chiesa parrocchiale di Pi- tunato cooperatore d'ogni buono studio”. sogne il giorno 16 novembre 1855. Storia 26

Figlio del Corna fu don Giacomo Maria (Pisogne 1827 – Brescia 1913), vescovo della diocesi di Brescia dal 1883 alla scomparsa.

7. Valentino Segno di tabellionato Camillo Dabeni del notaio Girolamo Vielmi (Borno 9 marzo 1769 – Pian di Borno 1848). Figlio del notaio Lodo- vico (Borno 1723 - 1776), compì i corsi di studio elementari presso la scuola retta dall’arciprete di Cividate don Giambattista Guadagnini. Nel 1787 si iscrisse alla fa- coltà di medicina e chirurgia dell’università di Padova dove si laureò l’8 giugno 1791. A lungo medico condotto in patria e inte- Frontespizio di opuscolo commemorativo rinale (nel 1814) ad Angolo, dal 1797 fu del medico Pietro Antonio Gaioni giudice di pace del circondario di Borno, rimanendo in carica durante il periodo na- poleonico. 8. Giambattista Damioli di Pisogne. Im- Amministratore (1803-1817) dei beni prenditore minerario e siderurgico, ebbe della locale società degli antichi originari, rilevanti quote di partecipazione nel forno coltivò la musica, esercitandosi come or- vecchio di Pisogne. ganista presso la parrocchiale di Cividate. Stabilitosi definitivamente con la famiglia 9. Giovan Battista Favallini (Zoanno 5 feb- nella frazione di Pian di Borno, continuò braio 1777 – 1 aprile 1835). Figlio di Bo- ad avere incarichi pubblici: primo deputato nifacio, frequentò l’università di Padova; e consigliere del comune, presidente della laureatosi in medicina, fu assistente presso congregazione di carità, fabbriciere della la cattedra medica dell'università di Pavia. cappellania Gheza (1812-1815), presidente In epoca austriaca esercitò la condotta di della Delegazione agli argini sul fiume Ponte di Legno. Oglio (con sede in Darfo) raggruppante i proprietari da Pian di Borno a Pisogne 10. Alessandro Fiorini (Gianico 28 ottobre (1830). Venne tenuto in alta considerazione 1750 - 17 agosto 1824). Figlio del medico per “il senno, il sentimento religioso, l’one- Zaccaria (Gianico 1707 - 1774). Ordinato stà dei costumi, l’amore alla fatica, la carità sacerdote, fu ecclesiastico “degnissimo”, coi poverelli, l’ospitalità sincera con tutti”, vivendo in casa sua senza accollarsi alcun doti ampiamente dimostrate in ogni occa- incarico pastorale. Nel 1802 venne no- sione. minato delegato governativo del ministro 27 Storia

vidate, si consolidò nelle scienze frequen- tando il collegio dei gesuiti di Brescia. Iscritto a medicina a Padova, fu allievo del celebre professore di anatomia Giambatti- sta Morgagni (1682 - 1771) e del filosofo Giannalberto Colombo (1708 - 1777), ottenendo nel 1764 il posto di “prima- rio consigliere nel teatro anatomico” di quell’ateneo, dove il 5 luglio 1763 aveva conseguito la laurea in medicina e filosofia. Medico condotto a Nadro e Ceto, fu pro- tofisico (dal 1783) e sindaco (1781, 1787) di Valle, nonché presidente della chiesa di Nadro (1788). Amante di speculazioni filosofiche e di letteratura, compose alcuni sonetti, tra cui quattro redatti nel 1800 e rimasti inediti: Poiché di Benedetto a un novo figlio; Scio- gliesi l’acre inverno al giovinetto; Roma, odi ‘l novel gran Sacerdote; Il lieto augu- Ritratto dell'Arciprete Giambattista Guadagnini rio, e l’umile preghiera. Il suo necrologio, a firma del direttore ge- per il culto, con competenza sul distretto nerale del Censo Antonio Balduzzi, com- di Darfo (per le parrocchie da Pisogne e parve sulla “Gazzetta di Milano” del 15 Rogno, fino a Erbanno), reggendo l’ufficio giugno 1833; su di lui vedasi il volumetto per qualche anno. Memorie della vita e degli studj del pro- tomedico dottore Pier-Antonio Gajoni di 11. Defendente Francesconi (nato a Bienno Nadro in Valcamonica (Brescia 1834). il 5 settembre 1771). Figlio del notaio Agostino (Bienno 1743 - 13. Giambattista Guadagnini (Esine 22 ot- 1820), fu anch’esso abilitato all’esercizio tobre 1723 - Cividate 22 marzo 1807). Fi- della professione notarile con tabellionato glio dell’agrimensore Oberto (Esine 1688 assegnato il 30 aprile 1792 e reso idoneo - 1744). a partecipare alle cause civili. Imbevuto Compiuti gli studi di grammatica e di re- di idee illuministe, nel primo Ottocento si torica a Borno, presso il parroco del luogo trasferì a Rovato. don Arcangelo Barcellandi (Borno 1709 – 1747), studiò filosofia a Lovere e teologia 12. Pietro Antonio Maria Gaioni (Nadro a Brescia, plasmandosi sotto l'eccezionale 1746 – 28 aprile 1833). Figlio di Lorenzo influsso intellettuale del vescovo cardinal (Nadro 1710 – 1794). Angelo Maria Querini (Venezia 1680 – Dopo gli studi di grammatica, compiuti Brescia 1755). a Capo di Ponte presso don Santo Pen- Ordinato sacerdote nel 1746, fu organi- nacchio, e quelli di umanità e di retorica sta e maestro di scuola a Borno, Breno ed nell’accademia di don Guadagnini a Ci- Esine, nonchè titolare (1750-1760) della Storia 28 cappellania esinese del Rosario. Dal 1760 14. Gaetano Giuseppe Nicolini (Edolo 13 alla morte fu arciprete di Cividate, disimpe- luglio 1758 - 29 novembre 1818). Figlio del gnando per alcuni decenni anche l’incarico nobile Francesco Cristoforo (Edolo 1703 c. di vicario foraneo. Predicatore instancabile, - 1777). Sacerdote, amico del Guadagnini, autore di innumerevoli composizioni poe- simpatizzò per le posizioni gianseniste. tiche, continuò per tutta la vita a svolgere Nel 1784 venne promosso rettore della l’attività di insegnante. chiesa nobiliare di San Giovanni Battista Esponente di spicco della corrente italiana di Edolo, conservando il beneficio sino del movimento giansenista e finissimo stu- alla morte, unitamente al chiericato di San dioso di scienze sacre, fu teologo dogma- Martino della parrocchiale di Vezza. Nel tico e morale, scrittore politico, agiografo, 1786 brigò, invano, per ottenere la cattedra storico, aritmetico, cronologo e calendari- di Sacra Scrittura presso l'ateneo di Pavia. sta, apologeta, biografo, paleografo, autore Nel settembre 1788 il suo nominativo di una sessantina di opere a stampa e di venne proposto –senza successo- dalle vi- oltre 270 inediti. cinie di Edolo e di Mù per la promozione Tra l’altro, pubblicò: De antiqua paroe- ad arciprete pievano di Edolo, poichè “dal ciarum origine (1782); Difficoltà sopra il popolo si giudica abbia tutti quei requisiti pio esercizio della Via Crucis (1786); Vita degni d'un parroco”. (1790) e Apologia di Arnaldo da Brescia Morì “dopo luonghissima e penosissima (1790); Memorie de' Santi Confessori malattia”, sopportata “con ammirabile di Cristo Costanzo ed Obizio di Niardo rassegnazione”. (1791); Vita di Santa Giulia Vergine e Mar- tire (1794); Del diritto della civil podestà 15. Giacomo Martino Maria Panzerini sul contratto del matrimonio (1797); Sul (Capo di Ponte 12 novembre 1775 – 7 celibato ecclesiastico (1798). Postumi usci- luglio 1836). Figlio dell’imprenditore di rono: Confessarius cleri (1813); Ricerca ferrarezze Giovanni Battista (Cedegolo istorica in cui si mostra che in Valcamo- 1740 c. – Capo di Ponte 1803). Sacerdote nica mai fu l'Ollio il confine del territorio e abate, fu delegato del ministro per il culto bergamasco (1857); Riflessioni sopra la al controllo dei benefici ecclesiastici della caduta del temporale principato del ro- zona di Cedegolo. mano pontefice e della corte ecclesiastica Diede vita con il fratello Nazaro (Capo di di Roma (1862). Sulla sua insigne figura: Ponte 1787 - 1836) a una ditta nel settore F. CALDANI, Memoria sulla vita e sulle del ferro, espletando anche l’incarico di opere di Giambattista Guadagnini, arci- procuratore dei mineranti di Cemmo e di prete in Val Camonica (Padova 1808). Cerveno.

Segno di tabellionato e sottoscrizione del Notaio Defendente Francesconi 29 Storia

16. Tomaso Quartari (Breno 6 gennaio nica divenne anziano del Comune e giudice 1735 – 15 novembre 1807). Figlio dello di pace a Edolo, nonchè pretore a Tirano, speziale e musicista Giovanni (Breno 1689 in Valtellina. – 1770). Studiò a Pavia e a Bologna, laure- andosi in diritto civile e canonico. Svolse 18. Giannantonio Luigi Ronchi (Breno in patria la professione notarile, avendo 12 giugno 1775 - 15 ottobre 1839). Figlio ottenuto il tabellionato il 18 giugno 1756; dell’avvocato Andrea (Breno 1736 – Lo- esaminatore dei notai camuni, fu sindaco sine 1819). (l’ultimo della serie, nel 1797) e avvocato Laureato in giurisprudenza a Padova nel (1796) di Valle. 1796, membro della commissione dipar- Cultore di belle lettere e maestro di cap- timentale di polizia e fiduciario del com- pella, nel 1770 fondò in Breno l’Accade- missario straordinario ai confini con il Ti- mia detta degli Eccitati. Autore di “molti rolo Francesco Gambara (1771 - 1848), fu consulti legali raccolti, ma non pubblicati”, “acclamato” pretore di Breno (1801-1805) scrisse vari componimenti poetici (in mas- e di Romano di Lombardia (1805-1807), sima parte rimasti allo stadio di inediti), esattore distrettuale di Breno (1803), de- tra cui: Venite, o Grazie, venite, Amori, in putato alla consulta di Lione e componente occasione della rappresentazione in Breno, del consiglio generale dipartimentale del durante il carnevale del 1784, de “Il Giu- Serio (1807). seppe riconosciuto, e ‘l Gioas del Meta- Membro del collegio elettorale dei possi- stasio”; l’Idilio pastorale Me non vedesti denti, nel 1807 divenne primo presidente porgerti, dedicato al capitano di Valle conte dell'Imperial Regia Alta Corte di giustizia Cesare Martinengo Cesaresco (1784); Le civile e criminale di Bergamo. Con la Re- ninfe dell’Oglio. Idilio per le nozze de’ No- staurazione, rimase nella città orobica in bili Signori Conte Rutilio Calini e Paola qualità di capo della giudicatura politica Uggieri Nobili Bresciani seguite dopo la fino all'estate 1818 quando venne trasferito metà d’aprile dell’anno 1787. Secondo il alle funzioni di consigliere del tribunale di vice prefetto di Breno Balduzzi, “il merito Brescia. del dottor Quartari in fatto di lettere, e mas- Iscritto alla loggia bergamasca della mas- sime delle antiche, è forse men conosciuto, soneria, durante l’età austriaca venne con- che non converrebbe. trollato come soggetto pericoloso per le Le sue poesie italiane sono di gusto molto sue idee liberali da “antico repubblicano”, sodo, e vi spicca la purità della lingua”. mantenendosi tuttavia “esemplare nel suo “Uomo di somma probità”, morì “preso ministero ed incensurabile”. Morì di “stra- improvvisamente da uno scopio di san- vaso sciroso”. gue”. 19. Giovan Battista Rosa (Breno 16 agosto 17. Luigi Raimondi (Edolo 1761 - 1810). 1770 – 21 ottobre 1845). Figlio del com- Figlio di Fabio. merciante cremonese Giuseppe Antonio Ottenuto il diploma di notaio con tabellio- (originario di Formigara, † Breno 1805). nato concesso il 22 novembre 1787, venne Sacerdote, decorato con il titolo di abate, abilitato ad aver parte nelle cause civili; fu durante il periodo napoleonico esercitò le deputato, elezionario e stimadore della Co- funzioni di delegato per i benefici ecclesia- munità di Valle. Durante l’epoca napoleo- stici del distretto di Breno. Storia 30

“D'abilità, e di sanità ferrea, mà quasi sem- fessione (pubblicato a Cremona nel 1800), pre in giro, absente dalla parrochia per il redatto per contrastare le tesi contrarie alla suo impiego di Sub-Ecconomo, o per in- confessione sostenute dal giacobino pie- teressi d'altra natura”, tenne la carica di montese Giovanni Antonio Ranza. responsabile dei benefici vacanti anche Commissario di sanità del distretto di durante l’epoca del Lombardo Veneto, fino Breno nel 1801, nel 1817 diresse presso alla morte avvenuta per “idrotorace”. l'ospedale degli esposti di Malegno l’infer- meria aperta per la cura degli ammalati di 20. Giacomo Luigi Simoni (Bienno 21 tifo petecchiale. Morì consumato da “longa giugno 1761 - Bergamo 23 ottobre 1841). infermità”. Figlio di Orazio (Bienno 1715 – 1793), compiuti gli studi a Bergamo, fu presi- 22. Antonio Maria Taglierini (Breno 3 dente dell'ospedale degli esposti di Ma- febbraio 1743 – 16 febbraio 1813). Figlio legno (1803), sindaco di Bienno (1811) e del notaio e cancelliere della Comunità di deputato comunale (1832). Valle Pietro Giuseppe (Breno 1699 - 1748). Possidente, “caldissimo amatore delle cose Conseguita la laurea in legge a Milano nel patrie e forse il più ricco della Valle”, raf- 1762, svolse la professione a Breno; fu sin- finato antiquario, si distinse nella raccolta daco (1779, 1785, 1792) e avvocato (1776, di testimonianze dell'antichità; acquistò in 1784, 1790, 1796) di Valle, nonché esa- Valle una notevole collezione di epigrafi e minatore nel collegio dei notai valligiani. di reperti dell'epoca romana che “immurò Durante la breve parentesi austriaca (aprile nel giardino della bella casa di sua abita- 1799 - metà anno 1800), funse da vicario zione” in Bergamo, dove si era stabilito con di Valle, con competenza nelle materie di la famiglia. Nel 1847 i figli donarono le natura criminale. Morì di malattia “pleu- lapidi al Museo Civico di quella città. ritide”.

21. Giacomo Maria Sola (Saviore 12 set- 23. Girolamo Francesco Vielmi (Breno 17 tembre 1760 - Bienno 24 ottobre 1829). febbraio 1744 - Artogne 12 maggio 1817). Di famiglia dedita ai commerci, figlio di Figlio del notaio e cancelliere di Valle Bar- Andrea, si laureò in medicina e chirurgia tolomeo (Breno 1721 - 1767), laureato in a Padova il 4 maggio 1783; stabilitosi a giurisprudenza a Milano nel 1762, esercitò Bienno, tenne la locale condotta (unita- la professione notarile per la quale aveva mente a quella di Prestine). ottenuto il tabellionato il 14 aprile 1767. Allievo ed amico di don Guadagnini, nel Fu più volte sindaco generale (1785, 1787, 1797 fu deputato presso l'assise della Re- 1793), avvocato (1788, 1791, 1794), de- pubblica Bresciana, interessandosi ad ar- putato, esaminatore vitalizio dei notai, gomenti legati all'introduzione di riforme elezionario, calmedraro e consigliere di legislative per regolamentare la materia segreto della Comunità di Valle. Giudice, del matrimonio; la fedeltà alla Chiesa lo commissario militare di truppe antifran- consigliò di rimettere il mandato. cesi raccolte in Pisogne (1797), tra il 1797 “Premuroso di veder difesa la cristiana re- ed il 1799 guidò le insorgenze filo venete ligione”, nel 1798 ispirò al Guadagnini la contro il dilagare della rivoluzione, reg- stesura del saggio Antidoto contro il pesti- gendo pure le cariche di capitano e di vice fero libro del Ranza sopra la segreta con- capitano di Valle (fino a metà dell’anno 31 Storia

1800). Costretto a fuggire in Trentino, ri- tori Agostani e Quartari, con l’aggiunta di entrò quando le acque si furono calmate. quello del dottor Flaminio Antonio Gaetano Sindaco di Artogne-Piano (1810), nel 1816 Luigi Griffi (Breno 21 aprile 1764 – 27 ot- divenne capo di gabinetto della prima di- tobre 1818). Questi, figlio dell’avvocato visione della vice prefettura di Breno. Fu Giovan Francesco (Breno 1732 - 1781), anche deputato della Delegazione agli ar- immatricolato presso la facoltà di medicina gini lungo l'Oglio esistenti da Pian Borno dell’università di Padova nel 1782, vi con- a Pisogne, costituita per iniziativa del vice seguì la laurea il 6 giugno 1787. Esercitò prefetto di Breno nel 1813. Morì di febbre la professione in patria, facendosi valere petecchiale. in particolare nella cura delle affezioni pe- tecchiali; fu, inoltre, delegato dell’ufficio *** distrettuale per la libertà di stampa (1807). Cultore di lettere, produsse alcune rime, tra Il 20 maggio 1807, su indicazione del vice cui, nel 1809, Questa che per mia mano prefetto di Breno Antonio Balduzzi, ven- umil ti porge e Questa vita mortal, che in nero segnalati al prefetto di Bergamo cava- una, o in due. In occasione dei suoi fune- lier Curzio Frangipane per l’inserimento in rali “si distribuì un componimento poetico, “una specie di repertorio de' letterati, dotti quale giustamente si dovea al defonto per ed artisti più distinti in ciascun ramo”, in le sue preggievoli qualità e in medicina, preparazione per iniziativa della Direzione e in musica, e in letteratura, e in onestà e generale della Pubblica Istruzione del Re- buon costume”. gno d'Italia3, i nominativi dei già citati dot- OLIVIERO FRANZONI

Stemmi della Repubblica Cisalpina

3 Archivio di Stato di Brescia, Atti della Val Camonica, b. 161. Personaggi e Tempi

SANTA IN UNA TERRA DI SANTI

Nel suo discorso mai letto, rivolto all’Uni- versità La Sapienza di Roma, papa Be- nedetto XVI affermava tra l’altro: “varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle auto- rità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono. Ma allo stesso tempo è vero che la storia dei Santi, la storia dell’umanesimo cresciuto sulla base della fede cristiana dimostra la ve- rità di questa fede nel suo nucleo essen- ziale, rendendola con ciò anche un’istanza per la ragione pubblica”. La verità della nostra fede cristiana, nel suo nucleo es- senziale, viene dunque dimostrata dalla storia dei Santi, il che è un altro modo per dire quello che qualche anno fa aveva sostenuto il bresciano mons. Enzo Giam- Santa Geltrude Comensoli mancheri, con queste ulteriori espressioni: “il più grande tesoro che la Chiesa porta - Innocenzo da Berzo, Annunciata Asteria con sé e consegna al giro di boa del terzo Cocchetti, Giuseppe Tovini, Mosé Tovini, millennio, insieme con la Parola di Dio e e la biennese Caterina Geltrude Comen- l’eucarestia, è la Santita dei suoi figli”. soli. Questo non può non indurci a medi- A ben vedere, con entrambe queste impor- tanti riflessioni, una rilevante responsabi- tare, attentamente, cercando di andare in lità viene riversata su tutte le comunità profondità nella nostra ricerca personale cristiane presenti in Val Camonica, impe- e comunitaria. gnandoci a confrontarci seriamente con la Un motivo di più per assumerci questa re- nostra storia contemporanea, impregnata sponsabilità viene dalla circostanza gio- proprio di storie di Santi. In effetti è straor- iosa della canonizzazione proprio della dinariamente singolare la circostanza per camuna Geltrude Comensoli, avvenuta il la quale una fitta serie di figure di Santi ha 26 aprile a Roma, insieme ad un altro bre- veramente costellato la nostra valle specie sciano, il sacerdote diocesano Arcangelo nel periodo ricompreso tra l’Ottocento e il Tadini, fondatore delle Suore Operaie della primo Novecento: Santa casa di Nazareth, a Botticino. Si e Vincenza Gerosa, Giovanni Scalvinoni tratta di un evento straordinario anzitutto 33 Personaggi e Tempi per Bienno, paese d’origine di Caterina, ma più in generale per quella stessa Val Camonica che abbiamo individuato come terra di Santi nel XIX secolo. Vale dunque la pena ripercorrere il profilo biografico della nuova Santa, proprio per iniziare a corrispondere alle importanti parole dalle quali abbiamo preso le mosse.

Le origini a Bienno Caterina Comensoli nasceva a Bienno, il 18 gennaio 1847, alle nove di sera. Il padre si chiamava Carlo e la madre Anna Maria Milesi. Il giorno dopo, 19 gennaio, riceveva il battesimo celebrato dal cugino del papà, don Angelo Comensoli. La fami- glia, come molte altre all’epoca, diventava nel tempo assai numerosa, con ben dieci figli - Caterina era la sesta - anche se solo tre di questi giunsero alla maggiore età. La Santa al tavolo con il crocifisso Particolarmente funesto fu l’anno 1860, quando Caterina era tredicenne, perché e fino all’apprendimento del programma morirono a causa di un’epidemia di mor- stabilito. billo i fratellini Francesco a gennaio, Ip- Caterina fin da questa età, già a cinque polita a febbraio e Maddalena a marzo. anni, iniziava a vivere alcune esperienze Questi lutti privavano la famiglia del so- interiori che nel tempo si confermavano: stegno importante dei figli maschi, i soli Gesù le faceva sentire dentro al cuore un in grado di proseguire l’attività del padre nella fucina. Nel frattempo la piccola grande desiderio di amarlo intensamente, Caterina cresceva, sull’esempio dei suoi ed insieme la ammaestrava su come do- genitori e all’interno della comunità par- veva comportarsi per piacergli e potersi rocchiale di Bienno. Il padre era un uomo quindi dedicare completamente e lui. semplice e di intensa orazione, così pure Iniziava in questo modo misterioso il suo la mamma. Quest’ultima era sempre ap- cammino vocazionale. prensiva per via del carattere decisamente vivace della bimba, la quale tuttavia capi- La vocazione religiosa tava che la consolasse dicendole tenera- Gesù continuava ad istruirla e ad attrarla mente: “niente paura, vedrete quello che in maniera irresistibile. Al punto che un io farò! lasciatemi giocare, sono ancora giorno, non potendo più resistere al de- piccola”. In quella fase seguiva i corsi siderio di accostarsi all’eucarestia, non della scuola elementare minore in paese, avendo ancora l’età per ricevere il sacra- che consisteva in due classi che gli alunni mento, decideva di farlo segretamente cominciavano a frequentare dai sei anni pensando che Gesù non ne avrebbe avuto Personaggi e Tempi 34

desiderio di una regola di vita che fosse contemplativa ma anche attiva, di essere accolta quindi in un’altra famiglia più grande, una famiglia religiosa. Anche per questo nel 1863 stendeva con cura un pro- gramma di vita al fine di garantire alla sua condotta un carattere inconfondibilmente religioso, pure nella vita secolare. Ciò che ad esempio colpiva le amiche erano la de- vozione ed il fervore veramente singolari con cui si accostava alla comunione, e ad essa seguiva immancabilmente un lungo ringraziamento durante il quale rimaneva assorta in una contemplazione così intensa che nulla poteva distrarla. Anche per que- sto si confermava in lei l’intendimento di avvicinarsi ad alcune esperienze di vita religiosa che aveva avuto modo di cono- scere. In questa prospettiva, tuttavia, in- Incontro personale, prolungato con Gesù contrava anche la prevedibile opposizione dei genitori che tendevano a rinviare la decisione sino ai 21 anni. a male. Una notte dunque si alzò molto Nel frattempo Caterina iniziava a frequen- presto e al richiamo dell’Ave Maria en- tare Giovanna Rizzieri e Marianna Ver- trò nella chiesina dell’oratorio di S. Carlo tova, due figure esemplari di educatrici officiata da don Paolo Simoni e vicina a che ebbero un’influenza non marginale casa sua, dove era conservata l’eucarestia. sui suoi orientamenti. Di conseguenza, a Ritta in piedi, poggiata sulla balaustra, il soli quindici anni e mezzo e quindi su- sacerdote le dava la comunione, all’insa- perando le perplessità dei genitori, acce- puta di tutti. Quella comunione furtiva si deva al noviziato delle Suore di carità di rivelava un’emozione incredibile. Lovere, dove Bartolomea Capitanio il 21 Nel corso del 1854 riceveva da mons. novembre 1832 aveva dato avvio ad una Simoni la prima comunione, mentre già nuova congregazione religiosa, destinata da tempo si confessava con regolarità, di ad una amplissima espansione, le Suore di solito il sabato ma se riusciva anche più Carità, dette di Maria Bambina. Tuttavia spesso. In generale sostava lungamente in una malattia grave costringeva Caterina chiesa, davanti all’adorabile sacramento, a lasciare Lovere già sei mesi dopo, per in una sorta di raccoglimento eucaristico. fare ritorno a Bienno. La forzata uscita dal Il 6 ottobre 1861 il vescovo di Brescia, convento di Lovere si rivelava per Cate- mons. Girolamo Verzeri, le impartiva il rina un’esperienza traumatica, che non sacramento della cresima a Bienno, in- seppe affrontare con tutta la forza del suo sieme a tante ragazzi e ragazze della co- temperamento anche a causa della stessa munità. Nel contempo cresceva in lei il malattia che la tormentava per oltre un 35 Personaggi e Tempi

Il lavoro dei bambini

anno. Non appena rimessasi, riprendeva Da Chiari a S. Gervasio d’Adda, fino comunque con rinnovato vigore uno stile a Bergamo di vita nel quale la preghiera rappresen- Poco dopo il 1870 la tranquillità della tava l’impegno centrale e il momento più famiglia Comensoli veniva duramente alto della giornata. Specie durante l’ado- scossa da un evento imprevedibile ed razione eucaristica Caterina provava le inatteso. In seguito ad una grave malattia consolazioni che l’aiutavano a vivere con del padre, colpito da una paralisi progres- maggiore serenità la cocente delusione siva ed impossibilitato quindi a lavorare, della momentanea rinuncia allo stato re- si venivano a trovare d’improvviso in ligioso. una difficile situazione economica. Per Proseguendo comunque in un cammino dare un aiuto ai genitori Caterina deci- vocazionale inarrestabile, a vent’anni en- deva dunque di andare a lavorare come trava a far parte della Compagnia di S. domestica presso una famiglia benestante. Angela - ricostituita a Brescia dalle sorelle Grazie alle conoscenze maturate dentro la Maddalena ed Elisabetta Girelli - per cui il Compagnia di S. Orsola, entrava allora in 29 agosto 1867 avveniva la sua vestizione contatto con la famiglia Rota, una delle seguita il 23 dicembre dalla professione, più prestigiose della cittadina di Chiari. adottandone dunque la regola di vita che I Rota cercavano una giovane donna che permetteva di soddisfare l’aspirazione alla si occupasse delle faccende domestiche vita religiosa anche di molte giovani im- e desse anche garanzie di sana condotta possibilitate a lasciare la famiglia. morale e religiosa. Nei primi mesi del Personaggi e Tempi 36

Preghiera in un asilo delle Madri Sacramentine

1873 la giovane Caterina Comensoli ac- le due residenze dei conti, dove avrebbe cettava l’offerta e si trasferiva a Chiari. vissuto per otto anni. I Vitali-Fé d’Ostiani Nel palazzo dei Rota trovava un ambiente erano ricchi proprietari terrieri e si sposta- molto sensibile dal punto di vista religioso vano spesso da una residenza all’altra. Do- e aperto su vari fronti di apostolato. Tre vendo accompagnare i suoi padroni anche sorelle erano figure di spicco tra le Figlie per occuparsi dell’educazione del piccolo di Sant’Angela; due fratelli occupavano Bartolomeo, Caterina aveva l’occasione di posti di primo piano nel movimento catto- migliorare la sua preparazione culturale e lico bresciano, e di questa numerosa fami- di apprendere i modi garbati e aristocratici glia faceva parte anche don Giambattista dell’alta società; potè viaggiare e si reca Rota, futuro vescovo di Lodi. spesso a Milano, Brescia, Bergamo ed an- L’esperienza a Chiari durava poco più di che a Bienno. Queste esperienze e contatti un anno. Infatti, per i rapporti di cono- nel tempo le si riveleranno utili, anche se scenza che la sua famiglia intratteneva la momento le rendono un poco difficile con la famiglia Simoni di Bienno, Cate- conciliare il lavoro con il raccoglimento rina si lasciava ben presto convincere dalla e la preghiera. madre ad accettare la proposta di lavoro, A San Gervasio, più in particolare, cono- come governante, offertole dalla sorella sceva, e si faceva personalmente promo- della contessa Barbara Fé d’Ostiani, Ippo- trice, della Guardia d’onore, un’associa- lita Fé d’Ostiani, coniugata con il nobile zione nata al fine di promuovere il culto Gian Battista Vitali. Nell’estate del 1874 al sacro cuore di Gesù, una devozione si trasferiva quindi a Milano e a San Ger- alla quale resterò sempre legata anche vasio d’Adda, in provincia di Bergamo, nella mia esperienza spirituale succes- 37 Personaggi e Tempi

Foto ricordo di un anno insieme siva. Lo scopo della Guardia d’onore era Il nuovo istituto religioso: una nuova proprio la diffusione della devozione al famiglia sacro cuore, sottolineando soprattutto la Già negli anni della mia permanenza a volontà di riparare alle offese che Gesù San Gervasio la giovane Caterina aveva riceve dai peccatori, e di consolarlo per abbozzato un’idea di congregazione de- le tante ingratitudini di cui è fatto og- dita all’adorazione perpetua dell’eucare- getto. Da sempre devota al sacro cuore, stia. Si sentiva sempre più attratta dalla Caterina Comensoli trova nella Guardia vita contemplativa; si lamentava sempre d’onore uno strumento prezioso per nu- della mancanza di tempo per la preghiera trire la propria interiorità e per dare una e desiderava ardentemente un clima di si- formazione religiosa alle ragazze che la lenzioso raccoglimento. Nell’inverno del frequentano. Anche la sua spiritualità eu- 1880, durante un pellegrinaggio a Roma, caristica ne risulta arricchita, per lo stretto aveva ottenuto un’udienza presso papa rapporto esistente tra l’eucarestia, sacra- Leone XIII, al quale aveva confidato il mento dell’amore divino, e il sacro cuore, suo progetto. Nella circostanza lo stesso simbolo più alto di quell’amore. pontefice l’aveva incoraggiata, orientan- Nel frattempo, tra il 1877 ed il 1879, mo- dola verso un’istituzione che si facesse rivano papà e mamma, mentre Caterina carico anche della difficile situazione so- intravedeva sempre più concretamente ciale e religiosa in cui si trovava il nostro la possibilità di realizzare il suo progetto mondo all’epoca, specie quello operaio e di vita religiosa con la fondazione di una dell’educazione. nuova congregazione autonoma, questa Dovendo accompagnare spesso la signora volta nella città di Bergamo. Ippolita Fé d’Ostiani presso la sorella Personaggi e Tempi 38

Barbara, che dimorava a Bergamo, nella generazioni bisognose di educazione e parrocchia di S. Alessandro in Colonna, di assistenza nella giovane età. Il nuovo Caterina incontrava casualmente don istituto, accolto con favore dal clero e , un giovane sacerdote dall’opinione pubblica, conosceva un ra- pieno di entusiasmo. Dall’intesa iniziale pido sviluppo: opere e vocazioni avevano tra queste due anime nasceva, il 15 dicem- una crescita straordinaria. bre 1882, il nuovo istituto religioso, in una Tuttavia questi inizi brillanti si scontrano modesta casa di via Cavette a Bergamo, abbastanza presto con complesse diffi- nella stessa parrocchia di S. Alessandro. coltà, inerenti all’attività intrapresa in uno La comunità era di soli tre membri: Cate- stabilimento di cui si era acquisita la pro- rina, che prendeva il nome di Geltrude; la prietà per renderne più efficace la gestione sorella Bartolomea, che si chiamava suor secondo le finalità della congregazione. Maria addolorata; e Maria Panini, che as- Un’intricata situazione economica in poco sumeva il nome di suor Giuseppa dell’as- tempo portava l’istituto a un irrimediabile sunzione. Si trattava dunque di una nuova dissesto finanziario. All’inizio del 1889 il piccola famiglia. Sin dal Primo abbozzo Tribunale di Bergamo giungeva a dichia- manoscritto delle Costituzioni, steso tra rare il fallimento dell’istituto stesso. il 1884 e il 1885, confermato poi nella La casa madre di via Cavette veniva messa Regola del 1899, suor Geltrude indivi- all’asta, e le suore trovavano alloggio al- duava nell’adorazione dell’eucarestia il trove, anche se dovevano comunque ab- primo scopo della nuova congregazione, bandonare Bergamo, trasferendosi nella inizialmente chiamata delle Suore Ado- diocesi di Lodi. Qui madre Geltrude in- ratrici, poi Suore Sacramentine. Voleva contrava nuovamente, ottenendone acco- che così si riconoscesse chiaramente che glienza, consiglio e la sua alta protezione, la missione delle suore aveva la sua forza il vescovo Giambattista Rota. Nel 1891, motrice nell’incontro personale e prolun- dunque, la sede di Lavagna (in comune di gato con Gesù, contemplato, ascoltato, Comazzo, Lodi) veniva designata come gustato, quasi “toccato” nell’adorazione nuova casa madre della congregazione, quotidiana. Lì si attingeva davvero di- che riprendeva il suo cammino di cre- rettamente dalla carità divina l’amore scita virtuosa guidata dalla provvidenza, per servire i fratelli. Senza questa sosta che le consentiva anche di rientrare in quotidiana si rischiava invece di agire in possesso della abitazione bergamasca di modo vuoto e infecondo. Tuttavia questo via Cavette, dove ritornava a stabilirsi la non bastava. L’eucarestia, fonte di carità, direzione ed il cuore dell’istituto a par- doveva spingere le Sacramentine a servire tire dal marzo del 1892. In effetti il ra- i poveri. Ed ecco il secondo obiettivo del pido incremento numerico delle suore, la nuovo istituto. Tra i più bisognosi ini- fondazione di nuove sedi tra Lombardia e ziavamo ad individuare alcune categorie Veneto, il correlato consolidamento finan- sociali poco tutelate, come le ragazze e ziario della congregazione permettevano le donne povere, in particolare le dome- l’ampliamento dell’istituto in maniera stiche, molto numerose, spesso vittime di inarrestabile, sino alla scomparsa di ma- sfruttamenti e soprusi, ma anche le gio- dre Geltrude Comensoli avvenuta sempre vani operaie, le orfane ed in generale le a Bergamo, il 18 febbraio 1903. 39 Personaggi e Tempi

La carità opere assistenziali promosse dalle Sacramen- Come noto, la finalità caritativa-assi- tine fino alla scomparsa della fondatrice: stenziale era caratteristica comune delle numerose congregazioni religiose che sorgevano tra XIX e X secolo, e questo riguardava anche le Suore Sacramentine di Bergamo fondate da madre Geltrude Comensoli. In tal modo anche questo nuovo istituto esprimeva e testimoniava la sensibilità della Chiesa nei confronti delle necessità sociali. In particolare nel tardo XIX secolo il brusco passaggio dal mondo contadino e artigianale al conte- sto cittadino e industriale comportava un cieche

peggioramento delle condizioni di vita dei filande orfnotrofi

ceti più deboli, come i bambini e i ragazzi, domestiche riformatorio le donne, gli operai e i malati, categorie convitti operai opere parrocchiali spesso prive di ogni tutela. La coscienza cucine economiche civile non teneva il passo di queste tra- sformazioni, e lo Stato non era in grado pensionati, collegi, seminari scuola, asilo, istruzione privata di contenerne gli effetti negativi, per cui si attività caritative svolte dalle Suore Sacramentine 1882-1903 provvedeva con molta difficoltà e ritardo a un’equa regolazione dei diritti sociali. Per quanto concerneva in particolare i In questo autentico vuoto della politica, convitti per operaie, queste erano le case la Chiesa considerava proprio dovere aperte negli anni del generalato di madre l’assistenza agli infermi, ai poveri, ai ra- Geltrude Comensoli: gazzi. In questa prospettiva, il campo di apostolato proposto da madre Geltrude Data Località Ditta Comensoli alle sue suore abbracciava apertura una vasta gamma di opere: dall’ospitalità casa a domestiche e cieche alla gestione di cu- 1885 Bergamo, Borgo S. Caterina Filanda Monzini cine economiche, dalle scuole agli asili, 1887 Alzano Superiore - Bg Filanda Frizzoni dai convitti operai alla presenza negli or- 1890 Campagnola - Bg Setificio Agostino fanotrofi femminili, fino all’umile servi- Lurani zio di cucina e guardaroba dei seminari e 1891 Melzo - Mi Setificio Pio nei collegi. Madre Geltrude comprendeva, ed Egidio Gavazzi infatti, che l’educazione della gioventù era 1899 Alzano Maggiore - Bg Setificio Franzi un elemento poliedrico ed essenziale in 1901 Rho - Mi Setificio Colleoni ogni tempo per cui spendersi totalmente, e Bossi un’autentica missione, non meno neces- 1901 Parabiago - Mi Setificio saria di quella che altri intraprendevano Paolo Castelnovo andando a evangelizzare in terre lontane. 1902 Seregno - Mi Cotonificio Giuseppe Ecco comunque rappresentato il quadro delle Ronzoni Personaggi e Tempi 40

L’istituto delle Sacramentine cresceva mistero dell’incarnazione del figlio di dunque, estendendosi geograficamente Dio e la sua presenza reale nel SS. Sa- oltre che accogliendo sempre nuove vo- cramento. Anzi, l’eucarestia era il compi- cazioni, diffondendo in tal modo il cari- mento della presenza divina che accom- sma della fondatrice, un carisma poggiato pagnava Israele. sulle radici forti di una profonda ed in- Caterina viveva il suo rapporto con Gesù tensa vita di preghiera. al modo di un’esperienza mistica, cioè di una conoscenza amorosa. Il paradiso in terra: la spiritualità eu- Questa relazione la portava a riconoscere caristica Gesù come il suo Signore, come il centro, Oh bontà del mio Gesù! Egli di quando il significato, la ragion d’essere, il bene in quando mi faceva sentire la sua voce e supremo, la gioia, lo scopo della sua le interne parole di vita. vita. La sua sequela di Gesù diventava L’orazione ed il Santissimo Sacramento adesione appassionata alla sua persona: d’amore formavano il mio paradiso in per lei credere significava gioire con Lui, terra. pensare Lui, pregarlo volentieri, deside- Gesù Cristo abita in mezzo a noi, per es- rarlo con trepidazione, accogliere in piena serci accanto sempre pronto ad aiutarci. disponibilità le sue parole, essere pronta L’amore lo tiene prigioniero in un’ostia, a percepire ogni suo cenno e fare intera- nascosto giorno e notte nel santo taberna- mente la sua volontà. colo, Egli tiene le sue delizie nella luce Questo legame con Cristo non era sol- inaccessibile del Padre eppure trova de- tanto assenso intellettuale; era anche slan- lizie lo stare con gli uomini. cio del cuore. Gesù non era un’idea, né Come si evidenziava nei suoi scritti più un concetto metafisico, né un programma intimi, madre Geltrude Comensoli era ra- d’azione sociale; non era soltanto un per- pita dal mistero di un Dio che nell’euca- sonaggio storico che appartiene al pas- restia si annienta per rimanere presente e sato, ma era persona viva. accompagnare il cammino di ogni uomo. Quello per Gesù eucarestia era dunque un Già dalle annotazioni spirituali stese la amore totale, esigente, che non ammet- sera del suo ingresso in convento, emer- teva mezze misure. geva con chiarezza il senso che madre Dagli scritti, e soprattutto dalle vicende Geltrude attribuiva all’adorazione euca- biografiche di madre Comensoli, emer- ristica: essa era un modo per rendere glo- geva una sequela di Gesù caratterizzata ria a Dio, per riconoscerlo come il Tutto da una volontà risoluta, non pervasa so- della vita, il Re dell’universo, il “Centro lamente da vaghi desideri. di tutti i cuori”, come recitano le litanie Ella dimostrava sempre una volontà ferma del Sacro Cuore, a lei tanto care e così e tenace in questo senso, pronta ad affron- spesso pregate e raccomandate. tare qualsiasi prova pur di rispondere alla La spiritualità eucaristica di madre Co- chiamata che la vuole conforme a Gesù. mensoli cresceva dentro una sensibilità Per Caterina Geltrude Comensoli ado- che sottolineava lo stretto legame tra il rare Gesù, “tenergli compagnia”, alzare 41 Personaggi e Tempi lo sguardo verso di lui e invocarlo, voleva spettiva in cui deve porsi tutto il cammino dire riconoscerlo presente, vicino, acces- pastorale è quella della santità. sibile; significava scoprire il suo amore Occorre riscoprire, in tutto il suo valore preveniente, porsi in relazione con lui che programmatico, il capitolo V della costi- desidera la nostra compagnia molto più di tuzione dogmatica del Concilio Vaticano quanto noi desideriamo la sua. II sulla Chiesa Lumen gentium, dedicato Nell’adorazione eucaristica stabiliva con alla vocazione universale alla santità. Gesù un rapporto di amore, di fiducioso Sarebbe un controsenso accontentarsi di abbandono e di unione intima. una vita mediocre, vissuta all’insegna di Lì percepiva che Dio non abita in cieli un’etica minimalistica e di una religiosità lontani ma si fa incredibilmente vicino, superficiale. sempre disposto ad ascoltare chi si ri- E’ ora di riproporre a tutti con convin- volge a Lui. zione questa ‘misura alta’ della vita cri- La certezza di questa presenza e la possi- stiana ordinaria”. bilità di incontrarlo come e quando vuole, Accogliamo tutti insieme, da soli e come erano per lei motivo di grande gioia, le comunità, questa sfida decisiva, partendo davano sicurezza nell’affrontare i gravosi proprio dalla storia dei nostri Santi: Santi impegni, perché sapeva di avere Gesù ac- dell’educazione popolare, Santi della vita canto a sé, nella propria casa. di tutti i giorni, Santi sociali e aperti al Ma l’obiettivo finale era quello di esten- mondo, Santi della preghiera. dere a tutti la passione per Gesù e per il suo messaggio d’amore rivolto all’uomo Bibliografia minima di ogni tempo. Per chi desiderasse approfondire il per- Da qui il motto delle Sacramentine: corso biografico e spirituale di questa im- “Gesù, amarti e farti amare”. Un motto portante figura religiosa, non si dimenti- ancora oggi vissuto dalle sue figlie nella chi che negli ultimi anni alcuni preziosi fede, le oltre ottocento Suore Sacra- studi sono stati pubblicati, basti pensare mentine di Bergamo sparse in tutto il al profilo biografico redatto da Goffredo mondo. Zanchi, Geltrude Comensoli. “L’abbandono in Colui che tutto può” La santità e noi 1847-1903 (Glossa Milano 2005), mentre Il discorso sulla santità - bisogna essere per quanto concerne l’ambito strettamente onesti - si conferma estremamente impe- umano e spirituale si può consultare oggi gnativo nel nostro tempo, anche laddove anche la monografia di Ezio Bolis, “Gesù, venga mediato dal confronto con figure amarti a fari amare”. concrete, a noi vicine nelle origini, addi- L’esperienza spirituale della beata rittura figlie della nostra stessa terra. Geltrude Comensoli (Glossa, Milano Tuttavia si tratta di un discorso necessa- 2007). rio, come ci ha raccomandato papa Gio- vanni Paolo II nella lettera Novo millen- CATERINA BETTONI, ADA MICHELI nio ineunte: “non esito a dire che la pro- PER L'ASSOCIAZIONE SIMONI FÉ DI BIENNO Personaggi e Tempi 42

LA SINTESI DEL CARISMA NEL LOGO DELLA CANONIZZAZIONE

Il logo molto antichi che raffigurano la Passione, il Cri- Il logo ha la funzione di esprimere, per così sto indossa una tunica violacea, quasi a suggerire dire, «il tutto nel frammento». Quello ideato e il sangue del sacrificio consumato sulla Croce. realizzato da Valter Dadda in occasione della Le linee che tratteggiano l’Ostia e la Croce sono canonizzazione di madre Comensoli, risponde invece giallo-oro, il colore caldo del sole, della pienamente a questo compito: consente di indi- divinità, della luce splendente, della gioia piena. viduare, in modo stilizzato e sintetico, ma assai Di questo colore sono, per esempio, le aureole efficace e immediato, il nucleo essenziale della dei Santi, a indicare la loro piena partecipazione spiritualità di madre Geltrude. Proponiamo qual- della vita divina. che breve suggerimento che aiuti ad apprezzare e a valorizzare meglio questo simbolo, compren- La colomba dendolo nel contesto del suo originale orizzonte Nella parte sinistra il logo disegna il profilo sfu- spirituale. mato di una colomba, di cui si notano chiara- mente il becco e la grande ala, sovrapposta alla La grande C C. Il simbolo della colomba ricorre spesso nella La C è la lettera iniziale Bibbia per designare lo del nome di battesimo, Spirito Santo, come al Caterina, e del cognome, battesimo di Gesù nel Comensoli: essa rinvia Giordano, quando lo alle radici della sua esi- Spirito scese su di lui stenza, a quel germe di proprio in forma di co- santità che è nato grazie lomba. Con il suo tubare ai suoi genitori, nella sua senza sosta, la colomba famiglia; è cresciuto e si suggerisce lo Spirito di è sviluppato in seno alla Dio, che da sempre canta comunità parrocchiale di all’uomo il suo amore, Bienno, dove ha ricevuto in attesa di risposta. Lo il Battesimo, ha mosso i dice bene san Paolo, per primi passi di quel cam- il quale il gemito della mino che è poi giunto colomba esprime l’at- alla pienezza esemplare tesa e il desiderio: «Lo riconosciuta nella cano- Spirito stesso intercede nizzazione. per noi con gemiti ine- sprimibili» (Rom 8,26). I colori viola e giallo- Elevata e sostenuta oro dalle «ali» dello Spi- Il logo utilizza due colori rito, madre Comensoli complementari, viola ha potuto realizzare in e giallo. La grande C è modo esemplare la sua viola, colore ottenuto vita e giungere alla san- dalla mescolanza del tità. La colomba appare rosso con l’azzurro, rispettivamente il colore anche nel Cantico dei Cantici, come simbolo della vita e quello del cielo. Da questa combi- dell’Amata, di Israele. In questo senso, essa nazione scaturisce il significato tipico che fin ricorre più volte anche negli scritti di madre dall’antichità è stato attribuito al viola: richia- Comensoli che cita il versetto del Cantico dove mando il passaggio dalla vita all’eternità, esso l’amato invoca l’amata e le propone un’intimità è il colore tradizionale della mistica e della totale: «O mia colomba, che stai nelle fenditure spiritualità. Ispira un atteggiamento meditativo della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami e austero, tanto che in ambito liturgico viene as- il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la sociato allo spirito penitenziale. In alcuni quadri tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro» (Ct 43 Personaggi e Tempi

2,14). La colomba, cioè la sposa del Cantico, è quello che caratterizza anche il nome della sua il modello che le suore devono contemplare e famiglia religiosa. imitare: «Gesù sta aspettando ansiosamente nel Questa centralità è sottolineata fin dal suo in- forame della pietra le sue dilette spose… Egli è gresso in Convento: quella sera, davanti a Gesù, già in cappellina nel santo Tabernacolo che sta ella manifesta così il suo proposito: «Non ho spiando chi è destinata ad andarci» (Lettera a di mira che la vostra gloria… farvi adorare nel suor Concetta Pasini, del 20.02.1894). SS.mo Sacramento […]. Soffrirò di cuore tutti i Nella colomba la tradizione cristiana vede poi tormenti purché vi veda esposto all’adorazione un chiaro riferimento alla verginità consacrata. di tante anime che altro non cercano che Voi» Anche madre Comensoli fa proprio questo sim- (Note intime del 15.12.1882). Nell’adorazione bolo di fedeltà, di mitezza e di pudore: «Quanto eucaristica madre Geltrude stabilisce con Gesù ama Gesù la purezza del cuore! O Sposa di Gesù, un rapporto di amore, di fiducioso abbandono cerca di essere severa con te quando si tratta di e di unione intima. Lì, percepisce che Dio non offendere minimamente la perfezione del tuo abita in cieli lontani ma si fa incredibilmente vi- stato. La più piccola mancanza spiace tanto al cino, sempre disposto ad ascoltare chi si rivolge tuo Signore che ti vorrebbe unire a Lui come a Lui. Ponendosi in adorazione, «faccia a fac- Colomba» (Esortazioni e ricordi n. 41). cia» con Gesù Sacramentato, si lascia plasmare da Lui, dai suoi tratti, dalle sue virtù, dalla sua La Croce carità: sviluppa un’esistenza eucaristica! L’ado- Sulla destra del logo svetta la Croce, «nuda», razione, che precede e continua la celebrazione essenziale. Essa è un elemento fondamentale eucaristica, diventa una vera e propria «scuola nella vita e nella spiritualità di madre Comen- di carità», dove si impara ad amare come ama soli, come lei stessa confida: «Voglio farmi Gesù: le Suore sono invitate a «imitare la vita santa, divenire una fedele immagine del Croci- eucaristica del divin Salvatore Gesù, con l’amore fisso, mio Bene» (Note intime del 05.10.1897). alla immolazione, al nascondimento e alla umi- La Croce esprime l’amore ostinato di Dio che liazione» (Primo abbozzo delle Costituzioni). A vuole donarsi all’uomo e che, anche di fronte al una superiora raccomanda: «Accostati a Gesù, rifiuto, accetta di lasciarsi ferire e uccidere, pur vai spesso innanzi al s. Tabernacolo, e digli che di rimanere fedele. ti conceda quell’amabilità, dolcezza e umiltà di La Croce è simbolo dell’amore «folle», smi- cui è ripieno il suo amante cuore» (Lettera a una surato, con il quale Dio ci ama oltre ogni ra- superiora, del 27.10.1902). gionevole misura umana. Tale pensiero domina l’esperienza spirituale di madre Geltrude. Ella La maternità dichiara spesso di voler essere solidale con Gesù, La linea dolce e avvolgente formata dalla C sem- l’«Amatore crocifisso», seguendolo fino a con- bra suggerire il profilo di una madre chinata sul dividere il destino della Croce «nuda»: «Con la proprio bimbo. Richiama così un tratto essen- grazia di Dio neppur io sto distaccata dalla croce ziale di madre Comensoli, il suo atteggiamento alla quale mi sento strettamente legata, e quivi materno. Tutti le riconoscono infatti le qualità di rimango quieta contro tutti gli assalti diabolici. una vera «mamma»; lei stessa esorta le superiore In mezzo all’ineffabile patire adesso ho trovato a svolgere il loro ufficio in modo materno: «Fa’ questo secreto di gettarmi come morta ai piedi che amino in te non la superiora, ma la mamma, della croce nuda, la croce nuda […]. di’ loro sempre una buona parola perché pos- Mi si presenta di nuovo, sempre così chiaramente sano aver confidenza» (Lettera a suor Teodolinda come la vedessi con gli occhi, la croce nuda – mi Colombo del 29.10.1895). Tiene contatti stretti prostro in spirito e l’abbraccio – m’abbandono con le suore, si preoccupa della loro salute, delle come un corpo morto e trovo il riposo, la pace, condizioni in cui abitano e lavorano. la quiete e così tiro innanzi» (Lettera a padre È attenta a ciascuna ma predilige i soggetti dal Rodolfi, del 09.08.1894). temperamento più difficile. Sa cogliere ogni occasione per motivare e sti- Il pane spezzato molare; interviene con discrezione e franchezza La grande ostia spezzata, al centro del logo, rin- per consigliare, ammonire e correggere; però, via immediatamente a Gesù-Eucaristia, celebrato sa anche consolare e incoraggiare con grande e adorato nel SS.mo Sacramento dell’altare, che dolcezza. si fa cibo nel cammino della vita. Siamo al punto più tipico della spiritualità di madre Comensoli, DON EZIO BOLIS “AIUTA LA COMUNITA' A CRESCERE”: Istituzioni LA REALTÀ DELLA FONDAZIONE DELLA COMUNITÀ BRESCIANA ONLUS

Nell’ultimo ventennio i flussi della filan- tropia, intesa in senso lato, hanno acqui- stato una notevole rilevanza economica in tutti i paesi sviluppati, non solo per le risorse finanziarie mobilitate e per l’occu- pazione creata, ma anche per le funzioni svolte. Significativa in tal senso appare l’iniziativa che Fondazione Cariplo in questi anni ha promosso attraverso la costituzione, in particolare nell’ambito lombardo, delle "Fondazioni territoriali". In riferimento alla nostra provincia, nel proseguo, verranno approfonditi gli scopi e l’attività svolta dalla Fondazione della Comunità Bresciana Onlus.

1. Cariplo e le Fondazioni territoriali Gli uffici di via Gramsci 17, presso l'Università degli Studi di Brescia. La Fondazione Cariplo rappresenta la con- tinuazione storica della Cassa di Rispar- mio delle Provincie Lombarde istituita a Milano il 12 giugno 1823. dalle Casse. Sin dagli inizi, la Cassa di Risparmio ha Nel 1999 la Fondazione Cariplo decise di operato al servizio dell’economia del ter- promuovere la costituzione di Fondazioni ritorio e ha sostenuto la crescita sociale e delle Comunità Locali nei territori in cui culturale della comunità lombarda, con- essa aveva tradizionalmente operato, al formando la propria attività ai principi di fine di perseguire in modo più efficace ed autorganizzazione e di sussidiarietà. efficiente i propri fini statutari e di favo- Formalmente la Fondazione Cariplo è nata rire la crescita di una forte società civile nel dicembre 1991 in seguito al processo permettendone una concreta e reale attua- di ristrutturazione del sistema creditizio zione dei principi di sussidiarietà. italiano dettato dalla legge Amato-Carli e Le Fondazioni delle Comunità Locali sono finalizzato ad avviare un ampio processo oggi considerate uno degli strumenti più di razionalizzazione e di privatizzazione. moderni della filantropia. Esse infatti per- Le Fondazioni sorte da questo processo mettono di dare concretezza ai principi di avevano come missione istituzionale solidarietà e responsabilità civile di spe- quella di proseguire nell’attività filantro- cifiche realtà territoriali. Nate negli Stati pica di beneficenza svolta fino ad allora Uniti nei primi anni del 1900, queste or- 45 Istituzioni ganizzazioni si sono diffuse rapidamente dell’imprenditoria sociale, della solidarietà anche in Europa e si sono evolute sino a internazionale, della tutela e valorizza- diventare un punto di riferimento per la zione delle cose di interesse artistico, della comunità. Fondazione Cariplo, da sem- natura e dell’ambiente, della ricerca scien- pre impegnata in progetti di solidarietà, tifica, e in generale sostenendo iniziative si è ispirata al modello di “Community volte a migliorare la qualità della vita ed Foundation” americano dando vita anche il rafforzamento dei legami solidaristici in Italia alle Fondazioni delle Comunità e di responsabilità sociale fra tutti coloro Locali, con l’obiettivo di favorire attra- che vivono e operano nel territorio della verso organismi territoriali autonomi, una Provincia di Brescia. La Fondazione, con più efficace destinazione delle risorse. sede a Brescia, in via Gramsci n° 17: Le Fondazioni territoriali, attraverso strut- a) promuove la raccolta diretta o indiretta ture autonome e profondamente radicate di fondi da erogare - unitamente alle ren- nel territorio, permettono il raggiungi- dite derivanti dalla gestione del patrimo- mento di quegli obiettivi di efficacia ope- nio - a favore di progetti ed iniziative di rativa e di trasparenza che Fondazione cui alle suindicate finalità; Cariplo si è posta prioritariamente. b) collabora con altri enti privati o pubblici L'obiettivo di costituire alcune Fondazioni impegnati in iniziative di erogazione a fa- delle Comunità Locali è oggi pienamente vore di soggetti del territorio bresciano; realizzato: 14 sono le Fondazioni che ope- c) promuove e sostiene iniziative volte rano a livello provinciale in Lombardia e a creare, in varie forme, stabili fondi di nei territori di Novara e Verbania. dotazione destinati agli stessi suoi fini, re- lativamente a specifiche aree territoriali 2. La Fondazione della Comunità Bre- della provincia; sciana Onlus d) promuove e attua ogni forma di stabile Per Brescia e provincia si è costituita il 21 collaborazione e integrazione con tutti i dicembre 2001 la Fondazione della Comu- progetti di organizzazioni non lucrative nità Bresciana – Onlus, con l’obiettivo di che operano per la crescita civile, cultu- migliorare il livello di benessere integrale rale e sociale della comunità bresciana. della collettività bresciana e di valorizzare La Fondazione, operando di fatto dal gen- il territorio della provincia. naio 2002, ha contato su un patrimonio Fondazione di diritto privato, riconosciuta iniziale di 5 milioni di Euro fornito dalla dalla Regione Lombardia, essa non ha Fondazione Cariplo, che si è impegnata scopo di lucro e persegue esclusivamente a garantire un ulteriore identico apporto fini di solidarietà sociale promuovendo a patto che sul territorio venisse raccolta lo sviluppo civile, culturale, sociale, am- una somma analoga (mediante donazioni) bientale ed economico della comunità, so- entro 10 anni dalla costituzione della Fon- stenendo coloro che, attraverso una reale dazione comunitaria. Nel 2007 tale tra- progettualità, forniscono concrete risposte guardo è stato raggiunto, grazie alle ge- ai bisogni del territorio. nerose donazioni raccolte tra i bresciani, A tal fine la Fondazione opera finanziando con ben 4 anni di anticipo, permettendo progetti ed iniziative particolarmente nei all’istituzione di disporre oggi di un pa- settori dell’assistenza sociale e sanitaria, trimonio netto di circa 16,5 milioni di della cultura, dell’istruzione e formazione, Euro. Istituzioni 46

La Fondazione, oggi presieduta dal Dott. stesso arco temporale (e che sono indi- Giacomo Gnutti, appartiene all'intera co- pendenti dal patrimonio suaccennato) munità bresciana ed è indipendente da sono stati complessivamente pari ad Euro ogni interesse particolare; rappresenta un 17,7 milioni. patrimonio permanente a beneficio della Nel corso del 2008 la Fondazione ha reso comunità della provincia di Brescia e ga- disponibili contributi sull’intera provincia rantisce che le risorse raccolte verranno per complessivi euro 3.601.525. perpetuamente utilizzate per il fine per il Maggiori informazioni sono ricavabili quale sono state donate; essa distribuisce consultando il sito internet all'indirizzo: i propri contributi con la massima traspa- www.fondazionebresciana.org. renza, controllando che i beneficiari li utilizzino come stabilito. 3. Fondazione al servizio dei donatori “Aiuta la comunità a crescere” è il motto Scopo della Fondazione della Comunità della Fondazione, individuato dalla sem- Bresciana Onlus è, fra gli altri, quello di plice lettura degli scopi che la stessa per- promuovere le donazioni. In particolare segue con il proprio operare. L’attività la Fondazione può aiutare il donante nella della Fondazione non si esaurisce però costituzione di un fondo, sia esso perma- nell’opera di finanziamento di progetti nente o temporaneo, o in alternativa, nel attraverso l’erogazione di risorse eco- finanziamento di specifiche iniziative. nomiche, frutto del patrimonio di cui la Partendo dagli ideali, dalle disponibilità stessa dispone. Essa infatti, ha tra le pro- e dalle necessità del donatore, ma anche prie finalità primarie quelle di sollecitare dalle sue caratteristiche soggettive (per- la generosità di soggetti privati che, con sona, impresa, ente) la Fondazione può donazioni o con la costituzione di fondi, proporre un ventaglio di soluzioni, così possono fare della Fondazione uno stru- da permettere a chi dona di conseguire i mento per operare filantropicamente sul propri scopi e di vivere pienamente il pia- territorio bresciano. cere del dono. Il motto sopracitato esprime dunque anche Attraverso la costituzione di un fondo il un’esortazione, un invito alla generosità donante può gestire e dare continuità, an- che la Fondazione rivolge a tutti coloro che in via permanente, alla propria atti- che sul territorio bresciano abbiano a vità filantropica. Si tratta di un’alternativa cuore il tessuto sociale, l’assistenza sani- estremamente efficace alla costituzione di taria, l’arte, la cultura, l’ambiente e l’istru- una nuova fondazione. E' infatti possibile zione. scegliere se donare: Nell’arco di pochi anni l’istituzione ha ot- • ad uno specifico progetto fra quelli già tenuto formidabili risultati sul territorio, selezionati dalla Fondazione; dimostrando una grande capacità di pro- • ad uno dei fondi che sono già stati muovere la cultura del dono: dalle origini costituiti; e fino alla data del 31/12/2008 infatti sono • alla Fondazione per costituire un nuovo stati donati al patrimonio della Fondazione fondo che prenderà il nome e avrà le circa Euro 16,5 milioni (comprensivi di finalità che il donante vorrà stabilire Euro 10 milioni ricevuti da Fondazione all'atto di donazione; Cariplo). • alla Fondazione per la realizzazione I fondi erogati dalla Fondazione nello delle proprie finalità statutarie. 47 Istituzioni

E' anche possibile scegliere se il proprio mente e con mezzi appropriati la co- contributo dovrà essere destinato alla munità bresciana circa il proprio modo costituzione di un patrimonio i cui frutti di operare, gli obiettivi, la destinazione siano perennemente destinati al finanzia- dei fondi ed i risultati raggiunti. mento di attività d'utilità sociale o se in- vece potrà essere utilizzato fin da subito 4. Fondo territoriale per la Valle Camonica per la realizzazione di progetti o di altre Presso la Fondazione, come già accen- iniziative. nato, sono già stati costituiti numerosi La Fondazione comunitaria può offrire ai fondi, ciascuno con nome, finalità e mo- donatori i seguenti benefici: dalità operative proprie. a) Semplicità di costituzione: ogni fondo Tra di essi è di recente formazione il potrà essere costituito con atto pub- Fondo Territoriale per la Vallecamonica, blico o con semplice scrittura privata, costituito in seno alla Fondazione in data a seconda dell’entità, attraverso una 31 maggio 2007, e promosso dalla Co- donazione, o per testamento. munità Montana di Valle Camonica, dalla b) Benefici fiscali a favore dei donatori: Banca di Valle Camonica SpA, dal Sol. le donazioni fatte alla Fondazione Co Camunia e dalla Fondazione Camuni- della Comunità Bresciana compor- tas. Agli enti promotori si è aggiunto nel tano vantaggi fiscali. Per le imprese le giugno 2008 il Rotary Club Lovere Iseo erogazioni liberali sono deducibili dal Breno. reddito complessivo nel limite del 10% Il Fondo si compone di 2 sezioni: del reddito e comunque nella misura - la Sezione patrimoniale, in cui le risorse massima di 70.000 Euro annui (o in al- vengono capitalizzate ed incrementano la ternativa nel limite del 2% del reddito dotazione iniziale del Fondo (oggi am- e nella misura massima di Euro 2.065). montante a nominali Euro 90.000); Le donazioni fatte alla Fondazione da - la Sezione corrente, ove le risorse sono qualsiasi cittadino privato, permettono invece destinate al finanziamento di ini- di ottenere una detrazione d’imposta ziative indicate dalla Commissione di ge- Irpef pari al 19% su un ammontare stione del Fondo e deliberate dal Consiglio massimo erogato di Euro 2.065 (o in di amministrazione della Fondazione. alternativa le donazioni sono dedu- Il Fondo Territoriale per la Vallecamonica cibili dal reddito complessivo nel li- ha lo scopo di sostenere iniziative di uti- mite del 10% del reddito e comunque lità sociale che promuovano lo sviluppo nella misura massima di Euro 70.000 civile, culturale, sociale, economico e di annui). Per usufruire dei benefici fi- tutela ambientale nel territorio della Valle scali, occorre effettuare i versamenti Camonica promuovendo la cultura del mediante bonifici bancari, versamenti dono presso i diversi soggetti pubblici presso gli uffici postali, o con carte di e privati del territorio. Il Fondo intende debito, di credito e prepagate, assegni quindi, di intesa con la Fondazione della bancari e circolari, conservandone la Comunità Bresciana, sollecitare quanti relativa ricevuta. possano apportare risorse ad un disegno c) Trasparenza: la Fondazione è impe- comune di crescita sociale culturale, ci- gnata a dare la massima trasparenza al vile ed ambientale del territorio della Valle proprio operato, informando costante- Camonica. Istituzioni 48

I primi due Fondi Territoriali presso la Fondazione della Comunità Bresciana. Fondo Terme di Sirmione Manfredo di Collalto e Fondo Territoriale per la Valle Camonica.

Dopo un primo bando pubblicato nel zazione del patrimonio artistico, storico 2007, nella seconda metà del 2008, anche e ambientale, delle iniziative culturali e su iniziativa degli enti promotori il Fondo, dell’istruzione. Il contributo massimo ero- la Fondazione ha attivato un “Bando rac- gabile su ogni progetto è stato di 7.500 colta a patrimonio”, uno strumento nuovo Euro, non potendo coprire più del 50% e sperimentale (anche se già utilizzato con dei costi. La Fondazione ha selezionato successo da altre fondazioni comunitarie) recentemente i progetti ritenuti migliori e che richiede la partecipazione dei benefi- che dimostravano di aver raccolto dona- ciari dell’erogazione, chiamati a coinvol- zioni (a favore della Fondazione) pari al gere concretamente la comunità locale per 20% del contributo erogato; tali donazioni raccogliere direttamente le donazioni che costituiranno un incremento della sezione finanzieranno in parte i progetti. patrimoniale del Fondo territoriale per la E’ ben chiara in questa iniziativa la fun- Valle Camonica. L’iniziativa del Fondo zione di intermediario etico svolto dalla territoriale e del bando raccolta a patri- Fondazione, affiancandosi ai veri e pro- monio, che hanno interessato la Valle Ca- pri attori che sono, oltre ai partecipanti al monica, replicano dunque a livello locale Fondo, gli enti che presentano progetti e quanto Fondazione Cariplo ha fatto e fa tutte le persone fisiche e giuridiche che nei riguardi delle fondazioni comunitarie danno il loro contributo. da essa generate. infine, un dato econo- Il bando ha messo a disposizione della mico: dalla sua costituzione e fino alla comunità valligiana risorse per Euro fine del 2008, la Fondazione della Comu- 100.000, per la metà di fornite dalla Fon- nità Bresciana Onlus ha erogato contri- dazione e per l’altra metà apportate, in buti a favore di enti operanti sul territorio varia misura, dagli Enti partecipanti al camuno per complessivi Euro 1.360.836 Fondo. pari all’ 11% del totale erogato sull' intera I richiedenti hanno potuto presentare i loro Provincia. progetti (di importo non superiore a euro 25.000) nei settori dell’assistenza sociale, socio sanitaria, della tutela e della valoriz- VAIFRO CALVETTI Letture

ASCOLTA... PICCOLO UOMO

E’ la sua terza pubblicazione. Raccoglie oltre un centinaio di brevi scritti, stesi quasi a mo’ di diario e scrupolosamente datati, nutriti di riflessioni, confidenze, confessioni, stati d’animo i più diversi. Francesco Abondio, oggi settantenne, ex dipendente delle Acque di Boario, è nato e vive a Darfo con la famiglia e qui con- serva gli affetti più cari. Nel 2001 la Tipolitografia Quetti di Arto- gne stampava il suo “diario poetico” in- titolato “Oi de la Valcamonica”; qualche anno dopo pubblicava “Nostalgia” per arrivare, alla fine del 2008, a quelle che ha voluto indicare come riflessioni di un settantenne e che in copertina portano il Francesco Abondio titolo di “ Ascolta…piccolo uomo”. In genere si tratta di spunti dettati da una Dalla lettura alla scrittura il passo a volte vigile introspezione, dalla voglia di capire è breve. E quando riaffiora costantemente, il mondo, di spiegare il senso della vita e ora dopo ora, la visione dolorosa della vita gli accadimenti che ci toccano giorno dopo e il senso della precarietà, l’unico appi- giorno, soprattutto quando le circostanze glio restano i buoni sentimenti e le cose si caricano di sofferenza, di malattia, di belle fatte dal Creatore. E così emergono struggente ricordo di ciò che era e che ora su tutto, come richiamo struggente, i canti non è più. Ed è stata proprio la malattia alpini e le montagne della Valcamonica. invalidante a spingere Francesco Abon- Sono tre volumetti che, pur nelle loro di- dio a mettere mano alla penna. Nelle sue messe pretese, fanno bene all’intelligenza note, nelle sue poesie, nei suoi spunti di e al cuore. Sono da leggere con calma, riflessione emergono i ricordi più intimi, assaporandone i dettagli e gli stimoli alla le gioie e i dolori, lo stupore incantato e la riflessione. Si capisce che pensieri ed delusione temperata dai sentimenti e dagli emozioni sono frutto di esperienze vissute affetti. E allora se è vero che “la notte non e spesso sofferte. finisce mai per chi non dorme”, se capita Sono le pubblicazioni di un uomo sem- qualche mattina di “alzarsi col magone”, plice che lotta da dieci anni con coraggio se attorno si colgono i segni snervanti contro il Parkinson. dell’indifferenza, è pur vero che il libro resta “un amico che non delude mai”. GIAN MARIO MARTINAZZOLI

FRANCESCO ABONDIO, Ascolta piccolo uomo, Quetti Artogne, 2009 Letture

GIORGIO GAIONI

Il gruppo Alpini di Angolo Terme ha re- centemente edito un volume-ricordo di Giorgio Gaioni (1926-1998) che reca il titolo “Sul Cappello” (Tip. Camuna, Breno) Padre di famiglia, insegnante, scrittore, poeta, uomo politico, Alpino, il Nostro lasciò in Valcamonica ampia trac- cia di sé. Il curatore della pubblicazione, Giuliano Ganassi, in sede di prefazione scrive: “Il volume dedicato a Gaioni in- tende essere una canzone corale, dove più voci si fondono per cantare le qualità di questo grande personaggio. Una canzone alla buona come quelle che il maestro Giorgio non disdegnava di can- tare insieme agli amici durante una gita in montagna, o nel corso di una delle tante ricorrenze alpine che lo hanno visto tra i protagonisti. Alla buona sì, ma comunque capace di muovere sentimenti, fare affiorare ricordi, portare a riflettere su alcuni valori irrinun- ciabili”. La copertina del volume “Sul Cappello” Ecco che così, accanto a contributi di molti amici che ricordano l’uomo, appa- e siano sempre uomini forti e credenti che iono stralci di suoi scritti, tratti dalla molte si prodigano per costruzione della civiltà cose di cui l’uomo di lettere si occupò: dell’amore”. fiabe, racconti, “bòte”, poesie, discorsi, Si faceva dianzi cenno alle testimonianze riflessioni sul dialetto camuno, preghiere, scritte di molti: oltre al sindaco di An- ecc., ecc. golo, Mario Maisetti, Sira Borboni, don Ed a proposito di orazioni, è celebre quella Franco Corbelli, Vera Zappia, Angelo Bet- brevissima, scritta per Giovanni Paolo II, toni, Ferruccio Minelli, Gianni De Giuli, in occasione della sua venuta sulla Lobbia Eugenio Fontana, Adriano Sigala, Nicola Alta, il 16 luglio 1988 (XXV Pellegrinag- Stivala, Paola Abondio. Ma, per tornare gio in Adamello): “Signore, che tutti gli alle pagine firmate dal defunto e presenti Alpini rimangano fedeli alle loro tradi- nel volume, sempre Ganassi sostiene: zioni di bontà, onestà, coraggio e coerenza “Non potevano mancare poi gli scritti del 51 Letture maestro Giorgio, alcuni articoli e racconti diventato oggetto e soggetto di letteratura, pescati tra la sterminata produzione lette- provinciale solo per la diffusione dei testi raria, con l’attenzione di trovare qualcosa e non certo per la qualità della parola”. di inedito, o di poco conosciuto per dare Una particolare parte dell’opera, ed esat- testimonianza della sua vena narrativa. In tamente il III capitolo, è dedicata all’uomo particolare ci si è avvalsi della preziosa di cultura. Qui Eugenio Fontana testimo- collaborazione tra lo scrittore ed il giorna- nia: “Pochi come te, Giorgio, possono lino parrocchiale di Angolo Terme che ha uscire dalla vicenda di questo mondo con avuto l’onore di presentare in anteprima la certezza, la consolazione ed il premio una quarantina dei suoi racconti. di non lasciare nemici, perché tua grande Ed a nome della comunità religiosa ango- forza morale e spirituale fu la tua serenità, lese s’è espresso il parroco di allora, don il tuo candore: canto della mente che ti Franco Corbelli (oggi monsignore arci- poneva in ascolto delle montagne nel mo- prete di Breno): “Oso parlare a nome della mento in cui si spalancano all’aurora, o si comunità di Angolo che il prof. Gaioni ha nascondono nel tramonto. Hai conosciuto amato e servito con amore: come giovane l’ingratitudine, l’ingiustizia e la sconfitta, insegnante ed educatore dei piccoli nella senza mai smarrire o offuscare la limpi- scuola elementare; come animatore, rifon- dezza, la luminosità della tua anima, senza datore e strenuo sostenitore del gruppo voler essere un inutile eroe, per rimanere Alpini e di ogni attività da questo pro- fedele alla tua umanità. mossa in loco e fuori; come scrittore: con la penna di Gaioni il nostro “Angolo” è ERMETE GIORGI

G. Ganassi, Sul Cappello, Tipografia Camuna, Breno, 2009 Letture 150 ANNI DELLE TERME

Con la prefazione di Michela Vielmi e ponendo in appendice un saggio di Re- nato Conti su ‘Una civiltà dell’acqua. La Valcamonica, le Terme di Boario e lo stile Liberty’, è offerto ai cultori di storia e delle tradizioni, ma anche a quanti amano il proprio territorio sia come memoria e traccia del tempo sia come attualità e lo vogliono custodire e migliorare per il fu- turo, un volume che mancava per un’ese- gesi valutativa dei 150 anni delle Terme, compiuta da G. Franco Comella. Nella prefazione dell’architetto Michela Vielmi, cui molto si deve per la spettaco- lare rinascita delle Terme, c’è la chiave di lettura del volume: lampi di prosa e di immagini che permettono in fase conclu- siva una composizione vitale ed essen- ziale, partendo dalla landa acquitrinosa e fissando l’interesse nell’excursus storico. Del saggio di Conti viene sottolineata la naturale equazione fra acqua e civiltà, come simbolo di ben-essere fisico e rela- zionale. Così in prefazione. Il pesante compito di Comella, storico Seguono momenti alterni, dai conflitti camuno dalla straordinaria capacità, di mondiali alla ricostruzione postbellica rendere fonte di emozione quanto scrive che riporta vitalità operativa; si conia lo e noi si legge, parte ab imis, frazionando slogan ‘Boario fegato centenario’. il tempo in 21 argomenti. Comella detta la data di nascita del ter- Boario, area urbana, ha una vita quasi tutta malismo di Boario: il primo giugno 1858 novecentesca. apre il nuovo stabilimento e Gaetano Fe- I primi decenni sono fondamentali per le derici di Gorzone ne è il fondatore. Terme: nel 1905 nasce la Società Termale Comella si sofferma, poi, sui momenti Casino Boario; nel 1913 ecco il prodigio della Belle époque; ricorda il Teatro Igea; del nuovo colonnato ad esedra sormontato accenna al Grand Hotel des Thermes che dalla cupola circolare opera dell’architetto la nuova proprietà vuole riportare agli an- svizzero Americo Marazzi. tichi fasti; ripresenta i primi alberghi. 53 Letture

Un capitolo particolare è dedicato al Ma- La seconda parte del libro è affidata a razzi; questo argomento sta molto a cuore Renato Conti, autore di spiccata globalità allo storico gianichese, che ne aveva già culturale che passa dall’acqua come mito parlato assieme a Paola Macario nel n . 5 nel tempo a mezzo benefico di oggi, in del gennaio 2006 della rivista ‘Il postale’ una mantenuta atmosfera di sacralità. L’at- (quaderni di cultura e politica del lago tenzione allo stile Liberty-floreale precede d’Iseo, della Franciacorta e della Valle il rilievo al manifesto pubblicitario (e qui Camonica). Conti cita Toulouse Lautrec e Jules Ché- Tra i ricordi, ancora, l’arrivo del tramway ret), nel quale dominano il paesaggio, le e del treno, la vaghezza oggi perduta dei figure femminili, la mitologia. paeselli d’intorno. Le ultime pagine sono dedicate al Parco e Importanti pagine sono dedicate alle sor- alla collina sacra di Luine. genti: l’Antica Fonte, la Fonte Sacco o L’impaginazione del libro è di Claudio Silia, la Fonte Igea, la Fonte Fausta. Ci Vanoli, mentre la Cittadina, azienda gra- sono accenni all’idrologia medica, alle fica di Gianico, cura fotolito e stampa. cartoline umoristiche a tema, alle foto ri- Le illustrazioni di pertinente interesse sto- cordo degli anni 30. Gli ultimi passaggi rico sono numerosissime e danno un tocco riguardano l’architettura razionalista e di eccellenza alla pubblicazione. i momenti della rinascita, partendo dal 1948 fra nuovi alberghi e nuove attività SEBASTIANO PAPALE commerciali.

G. Franco Comella, C’era una volta Casino Boario, Cenni di storia e vecchie immagini, a cura di TERME di BOARIO, 2008. Letture

CONVENTI NELLA LOMBARDIA ALPINA

La pubblicazione conclude la serie di vo- lumi che la Banca di Valle Camonica ha dedicato negli ultimi anni al ciclo L’alta Lombardia nel Medioevo mediante l’illu- strazione - sotto i diversi profili storici e artistici - della presenza e dell’evoluzione di monasteri, pievi, castelli, dimore si- gnorili e conventi, analizzati in particolar modo in un’ottica di sviluppo del vasto territorio che si estende tra i laghi d’Iseo e di Como. Al ricercatore camuno Oliviero Franzoni il compito di curare tale volume, con particolare riferimento ai conventi della Valle; a Piergiovanni Damiani è af- fidato il territorio del lago di Como e ad Elisa Gusmeroli, l’area alpina valtellinese. Negli ultimi secoli del medioevo si diffu- sero in maniera massiccia ordini religiosi noti come “ mendicanti”, i cui componenti La copertina: Eremo dei Santi Pietro e Paolo, vivevano di elemosine, del personale la- Madonna con il bambino, affresco sec. XV voro manuale e della pratica della predi- cazione itinerante. Più tardi, lungo la Valle di cappellanie, confraternite ed istituti lai- Camonica, si avvicendarono gli Umiliati, cali e si dovette attendere l’Ottocento per i benedettini, i frati Francescani, tutti ac- assistere al rinvigorimento dei Conventi comunati dalla fiduciosa ricerca di Dio e dei Cappuccini a Borno e a Lovere e due dal netto rifiuto nei confronti della vio- monasteri di Clarisse, mentre sorgeva sui lenta società dell’epoca. Tutti questi fatti ruderi del cenobio francescano la casa di contingenti rappresentarono l’humus per spiritualità, l’Eremo dei Santi Pietro e Pa- la diffusione di tanti eremiti sul territorio, olo. Gli aderenti ad alcune confraternite che conducevano una vita ritirata in luoghi fondate nel XII Secolo in Lombardia, noti appartati, cui seguì la creazione di alcuni come Umiliati, per la pratica dell’umiltà ospizi, nati dall’esigenza di fornire asilo come imitazione della vita di Cristo ave- d’urgenza dei frati. Così come Brescia vano insediamenti a Cemmo ed a Esine. all’indomani del concilio di Trento vide I Francescani, improntati sull’assoluta la diffusione di Ordini quali i Gesuiti, Te- povertà vivevano di elemosina, tra pre- atini e Somaschi, così il territorio camuno ghiera ed apostolato, inizialmente noti si caratterizzò per la diffusione di una rete come “Conventuali”, termine con il quale 55 Letture si soleva indicare tutti coloro che apparte- nevano ai frati minori, si divisero succes- sivamente in Osservanti, Riformati e Cap- puccini, per poi essere riuniti nel 1897. Tra i diversi conventi presenti sul nostro terri- torio, richiama l’attenzione la particolare storia che ha caratterizzato il Convento di San Pietro di Bienno (oggi Eremo dei Santi Pietro e Paolo), fondato negli anni 1228 – 1230 ad opera di Sant’Antonio di Padova. Dopo l’avvicendamento di Frati Minori e Conventuali, gli edifici rimasti deserti, affidati alla sorveglianza del cano- nico della pieve di Cividate, necessitavano di sostegni finanziari per la celebrazione delle messe. Grazie a lasciti più o meno co- spicui, inizialmente fu possibile edificare solo il campanile della chiesa. In seguito, quando le entrate si fecero più consistenti, si realizzarono le manutenzioni straordi- Eremo dei Santi Pietro e Paolo, vista aerea narie. La custodia della chiesa, la celebra- zione delle funzioni e la conservazione della suppellettile sacra vennero affidate al papa Bresciano Paolo VI ed è per questo all’arciprete di Cividate don Gianbattista motivo che all’antico nome di San Pietro Guadagnino. Nel contempo il complesso fu affiancato quello di San Paolo. Nella fu venduto nel 1770 alla deputazione della primavera del 1966 l’Eremo ha intrapreso Comunità di Valle Camonica con l’intento la propria ricca e variegata attività, a tutti di trasformarlo in un collegio con scuole ben nota, ricevendo in occasione della be- pubbliche, sezione staccata del seminario nedizione del compimento delle opere un diocesano di Lovere. Il progetto non andò messaggio da papa Giovanni Paolo II con a buon fine per mancanza di fondi e cat- il quale riconosceva all’iniziativa il merito tiva volontà politica e in breve tempo fu di aver recuperato a vita nuova un centro di sottoposto a spoliazioni e ad atti di vanda- fede e di preghiera, posto in posizione in- lismo e dopo diversi passaggi di proprie- cantevole, riportando quel luogo benedetto tari, nel 1961 i fratelli Morandini disposero alla sua primitiva destinazione, quella di la donazione del terreno ex conventuale irradiare negli animi la luce del Vangelo e a favore della fondazione “Alma Tovini i valori supremi della fede cristiana, sor- Domus”, affinché venisse eretta una casa gente inesauribile di gioia e pace. di esercizi spirituali. La casa rappresentò l’omaggio spirituale offerto dalla Diocesi LUISA BULFERETTI

O. FRANZONI, (a cura di) Conventi nella Lombardia alpina, Tipografia Camuna, Breno, 2008, Copyright Ubi-Banca di Vallecamonica Testimonianze

I CENTO ANNI DI MATTEO RE

Un secolo di vita raggiunto il 18 dicembre 2008, cent’anni portati con energia fisica e lucidità di pensiero invidiabili: è il traguardo raggiunto da Matteo Re, padre del cardinale Giovanni Battista, Prefetto della Congrega- zione per i Vescovi. Un secolo di vita com- piuto nell’assoluta ordinarietà delle cose di sempre. Matteo Re, infatti, a dispetto della sua veneranda età, ha conservato lo stile semplice, sobrio e laborioso che ha carat- terizzato il lungo corso della sua esistenza. Ancora adesso, tutti i giorni lavorativi, dopo la messa mattutina nella parrocchiale di Borno e dopo la prima colazione scende nella falegnameria e si dedica alla sua atti- vità di sempre, la stessa che gli ha permesso in passato di mantenere la numerosa fami- glia composta di sette figli. E proprio qui a Borno trascorre i suoi giorni, seguito da vi- cino (anche se conserva un’incredibile auto- nomia) dai figli Franca e Giuseppe che sono rimasti in casa. E’ stato un piacere incon- trarlo il giorno prima del compleanno nella sua bottega mentre, da solo, stava piallando le piccole ante di un mobile destinato alla Matteo Re nuova casa di famiglia di Croce di Salven, pochi chilometri fuori paese, in direzione della Val di Scalve. “E’ l’unico mio diver- la creazione a cardinale, le belle giornate timento, è l’unica possibilità che ho di far passate a Roma”. E dire che in quest’ultima passare il tempo” ci ha spiegato con argu- occasione papà Matteo aveva già 93 anni. zia. E intanto il ragionamento fila con per- La voce gli si affievolisce quando ricorda fetta lucidità, ricorda fatti ed episodi lontani la moglie Antonietta, morta già da ventidue ma anche vicini, non gli manca lo spirito anni. Alla fine della conversazione, con un di osservazione, sale con speditezza una po’ di insistenza, riusciamo a farci dare la stretta scala a chiocciola che porta ai piani ricetta… di così lunga vita. “ Bisogna evi- superiori della casa, non accetta di essere tare i vizi - dice - perché quelli portano alla troppo protetto e tanto meno vuole essere morte prima del tempo”. Una sentenza che compatito, a dispetto di quei cent’anni che sembra essere la sigla di un’intera vita vis- ha la certezza di avere raggiunto e superato. suta con semplicità ma anche con intensità, Inevitabilmente gioie, sofferenze e fatiche si sempre sorretta da una fede robusta. sommano. Tra le tante cose belle ricorda “la prima messa di don Giovan Battista e poi GIAN MARIO MARTINAZZOLI LETTERE DALL’EREMO È IN INTERNET AL SITO: www.eremodibienno.it (pubblicazioni)