GIUGNO 2008 ANNO XXI EREMO DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO (BS)

LETTERE DALL’EREMO 65 Dall’Eremo Chiesa italiana… guadiamo avanti pag. 3 LETTERE Il lavoro espressione della dignità pag. 7 DALL’EREMO Pastorale della scuola pag. 10 Direttore Responsabile Dal Monastero La malattia mortale pag. 12 Don Gabriele Filippini Dalla Valle V... Come Vocazione pag. 14 Autorizzazione n. 4/89 Convegno ecclesiale pag. 16 Ancora la nostra cara statale 42 pag. 17 del Tribunale di Inaugurato il santuario di Minerva pag. 18

EREMO DEI Personaggi e tempi Una nuova santa, Geltrude Comensoli pag. 19 SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO Gruppi Il “Gruppo Galilea”… in cammino pag. 21 25040 BIENNO (Brescia) Educazione Il “compito urgente” dell’educazione pag. 22 Telefono 0364/40081 www.eremodibienno.it Storia Pietro Antonio Guadagni da Quinzano pag. 24 [email protected] Arte e letteratura Parrocchiale di Bienno pag. 28 ABBONAMENTO: € Letture Giacomo Cappellini, maestro partigiano pag. 31 Ordinario 30,00 La nuova biografia del beato Innocenzo pag. 33 Sostenitore € 50,00 Tino, la fisarmonica degli emigrati pag. 34 C.C. Postale n. 17738253 int. a Alma Tovini Domus Avvenimenti Prima pietra per la nuova parrocchiale pag. 36

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Si ringrazia la

che, condividendone le finalità, contribuisce alla stampa e spedizione di questa rivista. CHIESA ITALIANA... Dall’Eremo GUARDIAMO AVANTI...

Mi interessa la vita della Chiesa italiana. Perché è la “nostra” Chiesa, perché è il popolo a cui appartengo, perché è con essa che continuo ad andar dietro a Lui, perché continuo a credere che la buona notizia che porta possa essere riferimento di vita per chi crede e per chi non crede. Certamente guardiamo alla Chiesa con “l’atteggiamento pieno di amore e aperto al mistero di chi sa - per fede - di poter rintracciare nella storia della Chiesa i segni dell’amore di Dio e le grandi opere della salvezza da Lui compiuti”.1 La Nota pastorale dei Vescovi italiani con le conclusioni del IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona,2 ci è di riferimento per uno sguardo al futuro. Il Papa Benedetto XVI, nel suo discorso 3 a Verona, sottolinea che il IV Convegno Settimane Sinodali Sacerdoti bresciani, 2007 ecclesiale nazionale, celebrandosi all’ini- zio del pontificato, apre una “nuova tappa del cammino di attuazione del Vaticano di Dio e della fede; la necessità del rinno- II”. vamento della comunità cristiana e di una Dunque, le indicazioni dei nostri Vescovi, nuova evangelizzazione. attraverso la Nota post-convegno, ci sono Per questo, vincendo forti resistenze in- preziose per comprendere gli orientamenti terne alla Chiesa, non esitò, guardando dei prossimi anni. alla forza del Concilio, ad incrementare il Il grande Paolo VI (1963-1978) comprese che la fine della “cristianità” era ormai un dialogo con la modernità, combattendo le processo irreversibile e avrebbe condotto posizioni laiciste soprattutto riguardo alle i cattolici a minoranza. libertà individuali che non solo avrebbero Fu lui, per primo, ad indicare la necessità soffocato la dignità della vita ma avreb- di ricominciare ad annunciare il primato bero soffocato le esigenze dell’etica, della

1. Papa Benedetto XVI – Udienza generale – Mercoledì 13.06.2007 2. ‘Rigenerati per una speranza viva’ (1Pt 1,3): Testimoni del grande ‘sì’ di Dio all’uomo 3. 19 Ottobre 2006 Dall’Eremo 4

Momento di studio, Settimane Sinodali 2007 solidarietà e della giustizia. Papa Wojtyla (1978-2005) viene da una Perciò Paolo VI sollecitò la Chiesa italiana sensibilità culturale ed ecclesiale diversa: ad una nuova mediazione tra fede e storia, non si rassegna alla crisi del mondo cat- tra Chiesa e Stato, tra cattolici e politica. tolico e al dilagare della secolarizzazione La “scelta religiosa” fu il frutto maturo di in Italia, sede del papato. Perciò insiste questa “cultura della mediazione” che egli molto sulla “presenza”: dare visibilità indicò come metodo più appropriato per alla Chiesa, mobilitando masse enormi una nuova evangelizzazione. di fedeli e alla crisi di valori contrappone La contestazione all’interno della stessa lo splendore della verità. Di fronte alle Chiesa, la crisi dell’associazionismo, la nuove sfide della bioetica e della gene- nascita di nuove forme aggregate, il disa- tica, di fronte all’iniqua distribuzione delle gio diffuso nella lettura della situazione, la risorse mondiali, rivendica l’esistenza di scelta di sinistra di esponenti politici cat- principi etici assoluti. Reagisce ad una let- tolici, i risultati referendari sul divorzio…. tura troppo spiritualistica della “scelta re- portarono a far emergere uno scontro tra ligiosa” ed esorta la Chiesa italiana a farsi coloro che richiamavano una più decisa presente come “forza sociale” e a far va- formazione spirituale e culturale e quanti, lere le proprie ragioni. Ai cattolici chiede invece, insistevano sull’impegno sociale di essere uniti nella vita civile e politica. e politico. Durante il pontificato di Papa Giovanni 5 Dall'Eremo

Paolo II, i Vescovi italiani, insieme al loro Per fare questo non basta aggiornare i Presidente, puntano ad una solida e labo- programmi pastorali, ma la Chiesa deve riosa organizzazione centralizzata della “rinnovare” il modo di intendere la sua Chiesa italiana; sia a livello nazionale, sia presenza e la sua missione nella storia. a livello diocesano e ad una presenza uni- Senza rimpianti per il passato, ma senza taria sul piano culturale. rassegnarsi al rischio che il Vangelo possa In questo tempo la Chiesa italiana prende essere insignificante. coscienza delle gravissime sfide poste Le scelte di Verona rispondono a questa all’evangelizzazione dalla “questione an- sfida: uscire allo scoperto sia attraverso la tropologica”. testimonianza di una fede decisa, chiara e Flebile, in questi anni, la voce di un laicato matura di laici che si sentono parte della comunque presente sia a livello ecclesiale Chiesa e della storia che vivono; sia at- sia a livello politico. Forte la voce di un traverso un’opera di inculturazione del rinato laicismo per rimettere in campo uno Vangelo che getti luce su temi e valori e scontro tra Chiesa e Stato. presenze che servono la vita dell’uomo; Il clima nella Chiesa italiana, dopo il pon- sia condividendo questo servizio all’uomo tificato di Giovanni Paolo II, non è certo con tutti gli uomini di buona volontà, cre- sereno. Ecco perché le conclusioni del denti e non credenti. Laici formati, con Convegno ecclesiale di Verona assumono una chiara e decisa scelta di fede, per un rilievo particolare. Infatti, sarebbe essere presenti come fermento là dove si grave se, di fronte alle difficoltà, la Chiesa vive ferialmente, là dove si decide! si ripiegasse su se stessa, si chiudesse per Ecco perché da Verona e dalla Nota pasto- difesa, coltivasse l’esistente. rale dei Vescovi Italiani cogliamo tre indi- Se ciò avvenisse, sarebbe difficile soste- cazioni che possono farsi direttrici verso nere che la proposta della Chiesa in favore l’orizzonte sopra indicato: della famiglia, della vita e di altri valori a. Il primato di Dio o, come indicato da inerenti la persona non è una difesa di in- Benedetto XVI a Verona, il grande “sì” teressi confessionali ma una proposta in della fede. Noi siamo persone nuove pro- difesa della dignità e della grandezza della prio nell’incontro con il Risorto. La no- persona, di ogni persona. stra prima forza non sono le nostre opere, Certamente, mentre la Chiesa e i cristiani ma l’amore con cui, in Cristo, continua a dialogano con tutti circa questi grandi darci vita. Il primo compito della Chiesa orizzonti, non possono rinunciare alla te- italiana, oggi, deve essere quello di portare stimonianza aperta della fede all’annuncio i cristiani all’incontro con il Risorto, so- coraggioso e integrale del Vangelo. prattutto attraverso la Parola, l’Eucarestia, Tra l’altro, per il credente, il Vangelo è la Chiesa e i poveri. la prospettiva dalla quale partire per leg- Questo grande “sì” della fede rende i gere tutta la realtà della storia. Aperto al cristiani seminatori di germi di “vita ri- dialogo e al confronto ma senza negare sorta”. la forza dirompente di una Parola che è Una profonda spiritualità è il primo, forte, pienezza di vita per ogni uomo. messaggio di Verona per i cristiani italiani.

4. Nota finale di Verona – n.13 5. Ibidem, n.26 Dall’Eremo 6 b. Il grande “sì” della fede deve, poi, essere il loro impegno sia a livello sociale sia a tradotto in testimonianza della carità nella livello ecclesiale. Il Vangelo può raggiun- vita di ogni giorno. Ciò vale per i cinque gere la vita quotidiana delle persone e pe- ambiti suggeriti già nel documento di pre- netrare in ogni ambiente e in ogni luogo parazione a Verona e ripresi nella Nota dei proprio attraverso la presenza dei laici cri- vescovi. Ma a questi, sempre dalla Nota stiani. Saranno i laici, che per vocazione finale, è aggiunto il richiamo al servizio e in comunione con i pastori, saranno culturale reso dai credenti come alta forma presenti dentro le pieghe di questo tempo, di carità. Infatti in esso si coglie la possibi- sostenuti dalla loro scelta del Risorto e lità di un nuovo incontro tra fede e ragione presenti con la forza del Vangelo. Un lai- che permette ai credenti di mostrare a tutti cato più deciso sarà presenza più matura che “la vita cristiana è possibile oggi, è dentro questa storia che stiamo vivendo. ragionevole, è realizzabile”.4 Sappiamo che una certa mentalità clericale Per questo bisognerà trovare forme nuove fa fatica a morire e l’acquisizione dell’ec- perché i principi in sé “non negoziabili” clesiologia del Concilio e degli insegna- trovino traduzione storica, dentro questo menti sul laicato non ancora sono stati tempo. Anche per la Chiesa italiana vale il colti pienamente. Si fa così urgente anche bellissimo passaggio dell’Enciclica Deus una nuova stagione formativa che aiuti, caritas est, di Papa Benedetto XVI: “Il dice sempre la Nota dei vescovi, “l’unità cristiano sa quando è tempo di parlare della persona” e alimenti “il senso dell’ap- e quando è giusto tacere di Lui e lasciar partenenza e della comunione ecclesiale”. parlare solamente l’amore. Egli sa che Così nelle comunità cristiane si creeranno Dio è amore e si rende presente proprio luoghi “in cui i laici possano prendere la nei momenti in cui null’altro viene fatto parola, comunicare la loro esperienza di fuorché amare”. vita, le loro domande, le loro scoperte, c. Perché tutto questo diventi storia e pre- i loro pensieri sull’essere cristiani nel senza, conclude la Nota dei vescovi nel mondo”.5 dopo Verona, diventa essenziale “accele- rare l’ora dei laici”, credendo e favorendo DON RENATO MUSATTI

Sacerdoti e Vescovo, Settimane Sinodali 2007 “IL LAVORO, ESPRESSIONE DELLA Dall’Eremo DIGNITA' DELLA PERSONA E STRUMENTO DELLA CITTADINANZA ATTIVA”. PROPOSTA DELLA COMMISSIONE SOCIO-POLITICA AI CONSIGLI PASTORALI ZONALI

La Dottrina Sociale della Chiesa, storica- tive e le proprie tensioni, riflette da sem- mente e diffusamente richiama la tematica pre la continua ricerca da parte dell’uomo del lavoro, quale strumento della promo- della felicità. zione e del primato della persona sull’eco- Due grandi problematiche generali da nomia, ponendo quest’ultima al servizio tempo aspettano risposte: della persona stessa e del bene comune. - la “questione salariale”, recuperando Il lavoro in questi anni ha subito profonde il potere d’acquisto dei salari e delle trasformazioni, effetto e causa di un’eco- pensioni erosi dall’inflazione reale e nomia globalizzata e di un diverso modo dall’aumento incontrollato dei prezzi di considerarlo come uno dei principali e delle tariffe, al fine di garantire vita valori intrinseci dell’uomo. dignitosa e decorosa ai lavoratori, ai Ma da sempre il lavoro è e rimane parte pensionati ed alle loro famiglie; fondamentale della vita delle persone: - la riduzione della precarietà del lavoro dalla sua qualità, dalla sua diffusione e che sempre più rappresenta un freno ed dalle sue tutele dipendono ancora la se- un ostacolo al futuro dei giovani, ma renità delle famiglie, la possibilità di co- non solo. struire una comunità solidale ed attiva, la Occorre allora porre mano in tempi ur- speranza dei giovani, l’affermazione dei genti e con decisione alle grandi politi- valori di libertà e democrazia del nostro che concertative che affrontino i nodi da paese e del nostro mondo. tempo irrisolti quali: Ecco perché su tale tema si devono concen- - uno sviluppo del lavoro industriale di trare le attenzioni, gli sforzi, “la coscienza qualità; civile” di quanti si devono occupare (isti- - il tema specifico del salario familiare; tuzioni a tutti i livelli, la politica, le parti - il mercato del lavoro ed il sostegno al sociali, gli imprenditori ed i lavoratori) del reddito per chi ne è temporaneamente “bene comune”, ognuno negli ambiti terri- escluso; toriali e nelle sedi in cui operano. - un sistema centrato sulla formazione E’ nel lavoro e nei suoi luoghi che si co- continua di giovani e adulti; struiscono le garanzie e le sicurezze per la - l’occupazione femminile e l’inclusione famiglia, che è possibile attuare politiche lavorativa dei disabili ; inclusive delle fragilità sociali, che si può - il welfare sociale. offrire alle persone la possibilità, insieme La concertazione e la contrattazione sono ai luoghi del territorio, di poter partecipare gli strumenti! Essi implicano una grande alla costruzione della comunità civile, da assunzione di responsabilità di tutti i protagonisti. soggetti chiamati a fare concertazione e Il lavoro, luogo attraversato da problemi e contrattazione, che devono produrre uno sul quale si ripongono le proprie aspetta- sforzo anche per garantire e far crescere Dall’Eremo 8 in tutti i luoghi di lavoro e nel territorio, Alta, Media, Bassa Vallecamonica e processi di partecipazione dei lavoratori Sebino); e della comunità alle scelte, per favorire e) la presenza di aree di lavoro nero-som- coesione sociale e crescita. merso e la pratica dell’evasione contri- Su questi aspetti ogni cattolico deve sen- butiva e fiscale; tirsi direttamente e fortemente impegnato, f) un’occupazione femminile insufficiente in spirito comunitario, per l’affermazione (che, dopo il crollo del compatto tessile della centralità della persona, della sua degli ultimi due decenni, non ha trovato dignità ed assoluto rispetto; valorizzando adeguata risposta in altri settori); il pluralismo, l’ascolto e la democrazia; g) un mercato del lavoro “paradossale”, assumendo la dottrina sociale della Chiesa dovuto all’inadeguatezza dell’infor- come parte insopprimibile ed inscindibile mazione per far incontrare domanda e della sua testimonianza di cristiano. offerta di lavoro (le aziende ricercano Il lavoro è attraversato da problemi e con- professionalità che il territorio non rie- traddizioni anche nel nostro territorio, al- sce ad offrire, ponendo così un grosso cuni rappresentano delle sfide nuove, altri limite allo sviluppo e all’espansione sono invece la testimonianza di nodi strut- dell’impresa di qualità); su questo turali che rischiano di procedere verso una aspetto si riscontra un’altra ‘anomalia” sicura implosione e quindi rappresentano rispetto al mercato del lavoro locale, la necessità di trovare ed individuare poli- quella del rifiuto del lavoro operaio tiche innovative, finalizzate a dare risposte ed delle sue modalità di prestazione concrete alle reali necessità dei lavoratori, in particolare il lavoro a turni, da parte della nostra gente, a partire dai più deboli dei nostri giovani: a ciò le imprese ri- e realmente bisognosi. cercano soluzione attraverso l’uso di Le priorità d’intervento sono: manodopera immigrata e/o di aree del a) garantire l’incolumità dei lavoratori, la Sud Italia); sicurezza e la salute (sono in aumento h) una non ancora diffusa partecipazione gli infortuni mortali ed i lavori invali- e contrattazione nei luoghi di lavoro e danti, occorre agire con determinazione a livello territoriale, (considerata la pre- sull’organizzazione del lavoro, nei suoi senza prevalente delle piccole imprese, aspetti oggettivi e soggettivi); ma in alcuni casi anche di medie im- b) il pendolarismo dei nostri lavoratori prese, che - ad eccezione di alcuni casi verso aree urbane più industrializ- rari - sono lontane dalla cultura della zate (tra le cui cause c’è la ricerca di partecipazione); un lavoro garantito e tutelato, mentre i) inadeguato ai fenomeni sopraccitati è il non pochi subiscono il fenomeno del personale degli organi ispettivi di vigi- pendolarismo per una pura questione lanza (per agire sul terreno della deter- economica, senza limiti di orario, senza renza e prevenzione per un lavoro più re- assicurazione e rispetto delle normative golare e rispettoso delle tutele e dei diritti vigenti); delle persone in attività lavorativa). c) l’immigrazione (con i noti problemi di Queste problematiche indicano la neces- integrazione ed accoglienza nei luoghi sità che sul territorio si avviino, in una di lavoro e sul territorio); logica di sussidiarietà, scelte di politica d) lo sviluppo diseguale tra le zone (fra industriale e formativa che accompagnino 9 Dall'Eremo lo sviluppo e la diffusione di un’econo- naturali dell’ambiente. La Commissione mia strutturale di qualità, unica in grado di Pastorale Sociale può essere da stimolo, garantire valore alle persone, costruendo proposta e pungolo affinché cresca e si stretto raccordo tra le imprese ed i suoi radichi una cultura del lavoro, così come lavoratori. Solo la conoscenza dei fabbiso- delineata e scritta nei documenti della gni (ad esempio formativi) delle imprese Dottrina Sociale e condivisa nell’ambito e la definizione di un progetto di sviluppo della Commissione stessa; a partire dal economico e sociale condiviso, può por- coinvolgimento dei Consigli Pastorali tare i soggetti e gli “attori” a politiche in- Parrocchiali ed a tutte quelle Associazioni cisive e concrete ed assegnare così ruolo (comprese quelle dei Lavoratori e degli e protagonismo a chi il territorio lo vive. Senza questi valori “comuni” il territorio e Imprenditori) che si richiamano ai prin- le sue persone rischiano di essere lasciate cipi cristiani e cattolici, per allargare poi al libero svolgersi degli eventi, in balia de- il confronto ai soggetti istituzionali sociali gli andamenti congiunturali del momento. e politici del nostro territorio. senza fornire un orizzonte e strutturalità ad un progetto e percorso di sviluppo equo COMMISSIONE SOCIO-POLITICA e duraturo, compatibile con le bellezze PARROCCHIE VALLECAMONICA

Mamme dei ritiri mensili alla Madonna di Curtatone (MN) COMMISSIONE DI MACROZONA Dall’Eremo PER LA PASTORALE DELLA SCUOLA: CORSO AGGIORNAMENTO DOCENTI “PERSONA, PERSONALITA' E SCUOLA” RELAZIONE AL CPZ DEL 15 APRILE 2008

La Commissione di Macrozona per la dagogia generale all’Università Cattolica Pastorale della scuola in Valle Camonica di Milano. rappresenta la manifestazione dell’in- In continuità con il corso “Educazione e teresse delle comunità cristiane per il persona” realizzato lo scorso anno, che mondo dell’educazione e della scuola. Si ha avuto un riscontro favorevole da parte è formata nel 2005 a seguito della pubbli- di un centinaio di docenti della Valle, la cazione del Piano di Pastorale della scuola commissione ha raccolto il bisogno dei della Diocesi di Brescia. docenti di una proposta di aggiornamento I compiti che la commissione si è data, di carattere educativo. tra quelli indicati dal Piano di pastorale In questo anno abbiamo quindi realizzato della scuola della diocesi, sono così in- il corso ‘Persona, personalità e scuola’, dividuati: svoltosi presso l’Eremo di Bienno nel pe- • sostenere le comunità cristiane nel co- riodo di gennaio-febbraio 2008. gliere l’importanza della scuola e della Mentre lo scorso anno avevamo proposto cultura per la maturazione della perso- un corso unico per i docenti dei vari ordini nalità di ciascuno; di scuola, quest’anno abbiamo pensato un • motivare i docenti cattolici presenti percorso differenziato che approfondisse nella scuola e proporre iniziative di for- il concetto di persona, presente anche mazione orientate in senso cristiano. nelle recenti ‘Indicazioni nazionali per Ne fanno parte 10 persone appartenenti il curricolo del primo ciclo d’istruzione’, alle quattro zone pastorali della Valle: con due modalità differenti, l’una per la don Renato, un dirigente scolastico, due scuola primaria e dell’infanzia, a partire da docenti di religione (un prete e un laico), un testo pedagogico, l’altra per la scuola due maestre della scuola primaria statale secondaria, a partire dalla difficoltà con- ed una della scuola primaria cattolica di creta della gestione della classe. Cogno, due docenti della scuola seconda- Il corso di aggiornamento si è proposto di ria di II grado, un genitore rappresentante raggiungere i seguenti obiettivi: dell’Age di Vallecamonica, un rappresen- - offrire una possibilità di aggiornamento tante della scuola cattolica di Cemmo. ai docenti che avesse il carattere della Proprio per rispondere agli obiettivi che ci continuità e che approfondisse alcune siamo dati, in questi due anni ci siamo ri- tematiche educative; volti ai docenti delle scuole di ogni ordine - formare e aggiornare i docenti cattolici e grado, ritenendo prioritaria la loro for- presenti nella scuola alla luce della pe- mazione cristiana. Ci siamo fatti aiutare dagogia cristiana; nella progettazione e nella realizzazione - favorire il confronto e il dialogo tra dei corsi dal dott. G. Mari, docente di Pe- docenti dello stesso ordine di scuola e 11 Dall'Eremo

la ricerca di strategie per migliorare la e l’accompagnamento del gruppo. propria azione educativa e didattica. I laboratori, guidati da docenti della com- La partecipazione al corso è stata buona: il missione, hanno offerto la possibilità di modulo per i docenti della scuola dell’in- condividere i contenuti proposti alla luce fanzia e della scuola primaria ha registrato delle esperienze educative e didattiche 56 partecipanti, mentre quello per i docenti delle diverse scuole, e di rilanciare ai della scuola secondaria di primo e di se- relatori aspetti problematici o contributi condo grado ne ha registrato 24. operativi. Alla fine del corso, è stato som- L’adesione alla proposta e la parteci- ministrato ai partecipanti un questionario pazione continua di un buon numero di di soddisfazione che ha evidenziato un persone ha messo in rilievo l’interesse generale gradimento dell’iniziativa. E’ per i temi educativi proposti e il bisogno stato consegnato ad ognuno un attestato dei docenti di momenti di confronto e di di partecipazione. scambio sulle sfide educative anche al di Si ritiene pertanto che il lavoro svolto dalla fuori delle proprie scuole. I docenti rela- Commissione di Macrozona per la Pasto- tori, provenienti dall’Università Cattolica rale della scuola sia stato efficace ed abbia di Milano, sono risultati particolarmente raggiunto gli obiettivi programmati. preparati e competenti nell’affrontare i vari argomenti. La continuità dei docenti SR. ROSA BETTA A NOME DELLA presenti per tre incontri consecutivi ha fa- COMMISSIONE DI MACROZONA PER LA vorito l’approfondimento delle tematiche PASTORALE DELLA SCUOLA

Eremo, corso di Iconografia, febbraio 2008 LA MALATTIA MORTALE Dal Monastero

Signore, dacci occhi deboli per le cose che non convengono e occhi di piena chiarezza in tutta la tua verità. Questa preghiera chiosa le riflessioni che il filosofo danese Soren Kierkegaard (1813-1855) affida ad un piccolo libro dal titolo allarmante per uno spaccato di tempo come il nostro, ossessionato da tutto ciò che è limite fisico, psichico e (anche) spirituale. Un titolo, La malattia mortale, a cui ag- giunge, come sottotitolo: Saggio di psi- cologia cristiana per edificazione e risve- glio.1 L’introduzione - in cui si pongono le li- nee essenziali dello scritto, lasciando comunque una certa suspense rispetto al loro scientifico sviluppo - si apre con la citazione dell’affermazione fatta da Gesù all’annuncio che il suo amico Lazzaro è malato: “Questa malattia non è mortale” (Gv. 11, 4). Eppure Lazzaro muore. E il filosofo si (e ci) chiede: è forse perché Lazzaro poi fu risuscitato dai morti che si può dire che questa malattia (cioè la morte) non tutto; anch’essa è soltanto un piccolo av- è mortale? venimento compreso nel tutto ch’è la vita La risposta è no. eterna; e nel senso cristiano, c’è infinita- Semplicemente e solamente perché c’è mente più speranza nella morte, che non, Gesù (uomo e Dio) questa malattia non parlando in un modo meramente umano, è mortale. dove non solo c’è la vita, ma una vita in Infatti Kierkegaard afferma: in senso cri- piena salute e forza. stiano la morte non è affatto la fine di E, voltando pagina, l’autore annuncia: la

1. Soren Kierkegaard La malattia mortale. Saggio di psicologia cristiana per edificazione e risveglio (1849). Le nostre citazioni sono tratte da Opere Vol. III, Piemme, Casale Monferrato 1995. 13 Dal Monastero disperazione è la malattia mortale (prima dell’uomo disperato (se ciò è possibile!) parte del suo scritto) e la disperazione è il può essere vista come un vantaggio; il peccato (seconda parte). vantaggio che l’uomo ha sull’animale. Unico rimedio: la fede. E aggiunge: il rendersi conto di questa Anche se non affronteremo qui il testo, malattia è la prerogativa del cristiano di ci pare interessante segnalarlo per lo sno- fronte al pagano e l’esserne guarito la be- darsi, nel rigore delle esigenze della ra- atitudine del cristiano. gione e della fede, dell’argomentazione Perché? Da dove vengono questa preroga- a partire dall’affermazione che l’uomo è tiva e questa beatitudine se la disperazione spirito, lo spirito un io e l’io un rapporto è la malattia mortale? Dal fatto che avere che si rapporta a se stesso. un io, essere un io, è la più grande con- E, quando l’uomo si pone di fronte a se cessione fatta all’uomo; ma, nello stesso stesso, riconosce di essere una sintesi di tempo, è l’esigenza che l’eternità pretende infinito e finito, di tempo e di eternità, di da lui. possibilità e di necessità; la sintesi di un E aggiunge: un io di fronte a Cristo è un io rapporto tra due principi, l’io dell’uomo potenziato da un’immensa concessione di e la potenza che l’ha posto. Dal rapporto Dio, potenziato per l’importanza immensa che tra questi due principi nasce, possiamo che gli viene concessa dal fatto che Dio parlare, secondo Kierkegaard, o di dispe- anche per amore di questo io si degnò di razione, quando l’io non vuole disperata- nascere, s’incarnò, soffrì e morì... Dal mente essere se stesso (non accettando la fatto che Cristo è la misura dell’uomo si propria debolezza) o, al contrario, ma con esprime da parte di Dio con la massima lo stesso risultato, quando l’io vuole di- evidenza l’immensa realtà che ha l’io; speratamente essere se stesso (ma non ri- perché soltanto in Cristo è vero che Dio è conoscendosi come un io dato e volendosi misura e meta dell’uomo. porre da sé) ; o di fede la cui definizione Credere è dunque l’unica possibilità per per il filosofo danese è: l’io, mettendosi in l’io di mettersi in cammino verso la pro- relazione con se stesso, volendo essere se pria meta e... alla propria misura. Ed è stesso, si fonda in trasparenza nella po- beatitudine come dice il salmo: beato chi tenza che lo ha posto, Dio. trova in te, Signore, la sua forza e decide Kierkegaard afferma, inoltre, che la di- nel suo cuore il santo viaggio.2 sperazione, considerata in modo astratto, senza tener conto, cioè, dello stato SORELLE CLARISSE

2. Salmo 84,6. V... COME VOCAZIONE, Dalla Valle V... COME : TRE NOVELLI SACERDOTALI CAMUNI

Lo sappiamo, ogni valle morfologica- disegnano un paesaggio e che pian piano mente ha la forma della lettera “V”: a hanno segnato anche il paesaggio del mio destra viene delimitata da pendii di al- cammino, della mia risposta, del mio es- cune montagne e così il lato sinistro è sere “ormai” prete novello. disegnato da altri prati, boschi; in mezzo, Se penso alle montagne che ho a fianco, a fondo valle passa sempre un fiume o che mi custodiscono e mi disegnano, non un torrente, che giorno dopo giorno, anno posso non pensare ai miei genitori, alla mia famiglia, alla mia casa… il ritrovare dopo anno, ha scavato quella valle, quel in loro la freschezza e la bellezza di donare bel paesaggio. Sono convinto che anche qualcosa agli altri senza chiedere o preten- ogni “V”ocazione, ha la forma di “V”, sì dere niente in cambio, ha fatto nascere in della “V”olontà che il Signore ha prepa- me il desiderio del dono di una vita in- rato, disposto, disegnato con la sua fanta- tera per Dio e per i fratelli. Se continuo a sia. E così pensando la mia storia di vo- guardarmi attorno riscopro nel mio essere cazione, posso ritrovare quegli aspetti che “fatto così”, la ricchezza e la gioia dell’in- 15 Dalla Valle

Don Claudio Laffranchini Don Federico Tilola Don Giovanni Bonetti ESINE (BS) BESSIMO DI ROGNO (BG) COSTA VOLPINO (BG) contro di tanti preti: disponibili, aperti al la preghiera, con la vicinanza, donandomi dialogo, che ti sanno incoraggiare, che ti una forte testimonianza di fede. Ed è con fanno vedere il bene dove tu non riesci tutto questo nel cuore che mi preparo a ri- a nemmeno a posare lo sguardo, grazie, cevere questo grande dono del sacerdozio allora, ai miei parroci, curati, e sacerdoti dalle mani e dal cuore di Dio. È il sentirmi con i quali ho condiviso questi anni di innestato anche in una terra di santi, come servizio in Valle e non solo. Sento forte è la nostra Valle, che mi dà il coraggio e l’impronta che il nostro Seminario ha la- sciato in me: ho sempre incontrato per- la forza di affidarmi e fidarmi alla fedeltà sone che mi hanno dato fiducia, ascolto, di Dio. E in questo grande dono non sono che mi hanno mostrato la volontà di Dio solo: ci sono altri «due camuni» che con- per i miei passi, le mie scelte. Mi sento dividono con me la bellezza di essere stati ben protetto con queste due sponde, sento chiamati dal Signore della vita; don Fede- la “mia valle” al sicuro, anche perché in rico di Bessimo di Rogno e don Giovanni mezzo continua a scorrere un fiume che, di Volpino. Ci sentiamo donati alla Chiesa continuando la sua corsa, continua anche a con il compito di portare a chiunque in- scavare la mia vita, i miei pensieri, le mie contreremo il sapore di una terra che, forse parole. Questo fiume, con certezza, dico anche senza accorgersene, ha custodito e che è la presenza di Dio nella mia vita. Chi accompagnato la nostra vocazione. Una mi ha fatto incontrare Dio in questi anni, valle che, tra i tanti echi che con le sue mi ha mostrato sempre il suo volto sor- ridente e misericordioso, e questo fiume belle montagne produce, ci ha fatto perce- si ingrossa sempre di più quando penso pire anche l’eco della voce della volontà al mio paese, Esine, alla mia gente, ma di Dio che ci ha raggiunto. anche a tutte le persone che continuano a pregare e accompagnano la mia strada con DON CLAUDIO CONVEGNO ECCLESIALE Dalla Valle DI VALLECAMONICA 27 GENNAIO 2008

Anche quest’anno, com’è ormai tradi- zione consolidata per le parrocchie della Vallecamonica, si è tenuto al Centro Con- gressi di Boario il Convegno ecclesiale 2008 dal titolo “La Profezia del Concilio - l’Oggi della Chiesa”. Intorno al tema la presenza di illustri relatori quali don Se- verino Dianich - teologo e tra i maggiori l’intervento del Prof. Triani che, oltre ad conoscitori dell’esperienza Conciliare - e essere segretario del Consiglio Pastorale del prof. Pierpaolo Triani, pedagogista e Diocesano di Piacenza, è anche Presidente segretario del Consiglio Pastorale Dioce- diocesano di Azione Cattolica. Nel tenta- sano di Piacenza Bobbio, ha scandito le tivo di descrivere la condizione del laico due direttrici di intervento: il profilo della cristiano di oggi - tra desiderio e realtà - Chiesa uscito dal Concilio Vaticano II e Triani ha tracciato un profilo che, anche la sua attualità, ed i nuovi termini di in- in prima persona da lui vissuto, dovrebbe dirizzo del laico cristiano post conciliare. essere il modo con cui il laico vive la sua Nella cornice del Centro Congressi, i 500 esperienza di fede in comunione, collabo- fedeli presenti si sono interrogati e con- razione e corresponsabilità con la Chiesa frontati, accompagnati dalla preghiera e di oggi. Da sottolineare come il convegno dal discernimento comunitario, intorno 2008 fosse stato preceduto da un percorso al ruolo del laico nella Chiesa di oggi, intrapreso dai membri dei consigli pasto- chiedendosi che cosa significa davvero rali parrocchiali delle nostre comunità, che essere in comunione, collaborare alla nei pomeriggi dei due sabati di gennaio realizzazione del disegno di Dio, essere si sono interrogati intorno alla nascita dei corresponsabili nelle proprie realtà pasto- consigli pastorali parrocchiali nella chiesa rali. Don Severino ha molto bene descritto del dopo concilio, e agli obiettivi e ai me- la base storica e contingente che ha por- todi dei loro incontri, proprio nel tenta- tato al Concilio, ovvero «la rottura con tivo di aggiornare e rendere più efficaci gli sviluppi moderni della società civile le intuizioni di comunione che sono nate che avevano stravolto l’assetto globale dall’evento Concilio Vaticano II. Le Co- della “società cristiana”». E ha riletto le munità della Vallecamonica hanno avuto varie tappe ed intuizioni del Concilio met- la gioia di avere in questa sede la presenza tendo in luce come la chiave della Chiesa - la prima ufficiale - del Neo Vescovo del domani sia appunto nella capacità Mons. Luciano Monari, che si è unito ai di relazione tra Cristo e il mondo, oggi relatori nel portare il suo pensiero e il suo sempre meno “credente”, ma sempre più saluto ai fedeli presenti. bisognoso di una speranza cristiana nella vita di ognuno di noi. Molto sentito è stato MICHELE DE TONI ANCORA LA NOSTRA Dalla Valle CARA STATALE 42

Risale alla metà dello scorso mese di cento rispetto alle previsioni iniziali risa- febbraio il parere favorevole e definitivo lenti a quasi un decennio fa. L’aumento è della Regione al completamento dei lotti dato dalla variante di Nadro imposta dalla quarto, quinto e sesto della statale 42 della Sovrintendenza che ha richiesto di proget- Valcamonica. Ciò significa che è termi- tare una galleria di 1850 metri in luogo di nato l’iter burocratico di approvazione del una di soli 850; dal nuovo svincolo di fine progetto definitivo e che la risposta posi- lotto di Berzo Demo ma anche dalle opere tiva della Regione permette di chiudere collegate alla finestra di Sellero che inter- la fase dei permessi preliminari e di dar romperebbe a metà i cinque chilometri modo di definire gli ultimi dettagli esecu- dei lotti quinto e sesto e, infine, dal nuovo tivi. Dal canto suo l’Anas ha garantito che svincolo di Capodiponte sud. i fondi necessari per il completamento dei Va pure ricordato che il tratto di viadotto cantieri ci sono. Sono state dunque poste che va da Capo di Ponte all’imbocco della le premesse per un inizio dei lavori entro galleria di Sellero è rimasto a lungo sotto l’estate dopo anni di rinvii. Le buone no- sequestro in seguito all’incidente mortale tizie giunte da Milano hanno dato un po’ accaduto mentre si stava collaudando una di respiro alle attese della Vallecamonica delle rampe d’accesso alla nuova statale. che durano da troppo tempo. Da almeno La speranza dei Camuni e dei tanti fre- cinque o sei anni si è alle prese con un quentatori della Valcamonica è che non problema che solo ora sembra aver im- sorgano altri ostacoli per questo trava- boccato la strada di una possibile solu- gliato tratto di variante atteso come pochi zione in tempi ragionevoli. altri. Di mezzo, lo ricordiamo, c’è il tratto com- Sempre in tema di viabilità, sono arrivate preso tra Nadro di Ceto e Berzo Demo buone notizie anche per quanto riguarda che, una volta concluso, permetterà di la statale 39 dell’Aprica per la quale sono scavalcare l’abitato di Scianica di Sel- stati finanziati dall’Anas due nuovi tratti lero e soprattutto di evitare la pericolosa alternativi al tracciato attuale. e disagevole strettoia di Cedegolo. Tra Ancora non si conoscono i tempi di aper- qualche mese potrebbe dunque rimettersi tura dei cantieri ma tutto lascia pensare in movimento la macchina della viabilità che nel corso del 2008 qualcosa si possa camuna rimasta al palo troppo a lungo. vedere. L’opera complessiva costerà circa 180 mi- lioni di euro, con un aumento del 100 per GIAN MARIO MARTINAZZOLI INAUGURATO ED APERTO Dalla Valle AL PUBBLICO IL “SANTUARIO DI MINERVA” A BRENO

E’ stato il provvidenziale squarcio di una sibile dalla nuova galleria della pista ciclo- pala meccanica, vent’anni fa, a portare pedonale che si sta concludendo. alla luce le tracce di un pavimento a mo- L’importante tassello di Spinera viene così saico di cui gli esperti non faticarono a ad aggiungersi a quello già ricco e pre- capire che risaliva al periodo romano. zioso del parco archeologico di Cividate Qualche mese fa, nella stessa piana di Camuno che in linea d’aria dista meno di Spinera di Breno, a ridosso delle rocce un chilometro. tufacee fino a pochi anni fa impregnate Una volta che i due siti saranno raggiun- di acque sorgive, il santuario di Minerva gibili con percorso ciclo-pedonale si potrà è stato ufficialmente inaugurato e aperto accedere ad un’area di primario valore nel al pubblico. contesto dei luoghi e dei monumenti le- Oggi la vasta superficie coperta, che ha gati all’età romana che si trovano a ridosso messo al riparo i resti di aule, piscine e dell’intero arco alpino. corridoi che costituivano il complesso Per Cividate va inoltre aggiunto il museo sacro-termale, può accogliere contempo- romano, vero fiore all’occhiello insieme raneamente decine e decine di visitatori al parco. sotto gli occhi vigili della copia di Mi- Se il museo è attivo già da molti anni, nerva, di cui l’originale acefalo, rinvenuto diverso è il discorso per il parco arche- proprio durante gli scavi, si trova nel Mu- ologico che è stato inaugurato solo quat- seo romano di Cividate Camuno. tro anni fa. Quest’ultimo è composto dai I lavori di recupero e restauro sono stati resti del teatro e dell’anfiteatro romani diretti in questi anni da Filli Rossi della del primo secolo dopo Cristo, rimasti per Sovrintendenza ai beni architettonici della quasi due millenni sotterrati sotto una Lombardia che fin dall’inizio ha seguito spessa coltre di terra o, peggio ancora, gli scavi. devastati e spogliati fino all’osso. Dal canto suo l’assessore alla cultura del La “civitas camunnorum”, nell’arco di un Comune di Breno, Giampiero Pezzucchi, ventennio, ha così restituito uno scampolo negli ultimi anni si è costantemente in- di architettura, un brandello di tessuto cit- teressato delle varie fasi di realizzazione tadino che si affianca alle tante altre vesti- dell’opera. gia che qui fanno pensare a terme, templi, Questo complesso archeologico potrebbe luoghi pubblici e dimore signorili. L’in- diventare volano per il turismo e quindi dividuazione del teatro avvenne nel 1972 fonte di economia e di sviluppo per tutta quando riaffiorò una piccola porzione la Vallecamonica se ben valorizzato ed che subito fece pensare alla punta di un patrimonio sommerso. Adesso il risultato utilizzato. è sotto gli occhi dei visitatori sempre più Soprattutto se si tiene conto del collega- numerosi. mento con il parco archeologico romano di Cividate Camuno che ormai è reso pos- GIAN MARIO MARTINAZZOLI UNA NUOVA SANTA Personaggi e tempi TRA BRESCIA E BERGAMO, PARTENDO DA BIENNO

Lo scorso sabato 15 marzo 2008 papa Be- nedetto XVI ricevendo in udienza privata il prefetto della Congregazione per le cause dei santi - card. José Saraiva Martins - ha autorizzato il competente dicastero vati- cano a promulgare il decreto riguardante un miracolo, attribuito all’intercessione della beata Geltrude Comensoli (al secolo Ca- terina), fondatrice dell’Istituto delle Suore del Santissimo Sacramento, le Suore Sa- cramentine di Bergamo. E’ giunto così a compimento il percorso canonico avviatosi nel 2002 volto ad ap- profondire accuratamente gli eventi che nell’ottobre del 2001 portarono alla gua- rigione ritenuta scientificamente inspie- gabile di un bambino di Agnosine, Vasco Ricchini, affetto da una gravissima forma di meningite. Nel contempo ha preso avvio l’itinerario Geltrude Comensoli formale che condurrà nei prossimi mesi alla canonizzazione di questa figlia della Val Camonica dei futuri beati del secondo nostra terra camuna, dopo la beatificazione Ottocento (Giuseppe Tovini, Annunciata avvenuta il 1° ottobre 1989 per volontà di Cocchetti, Giovanni Scalvinoni - frate In- papa Giovanni Paolo II. nocenzo da Berzo, Nata a Bienno il 18 gennaio 1847, Cate- e Vincenza Gerosa); la continua ricerca rina Geltrude Comensoli moriva nel capo- interiore per corrispondere adeguatamente luogo orobico il 18 febbraio 1903, dopo alla propria vocazione, prima con le Suore aver realizzato il suo sogno di istituire - a di Maria Bambina e poi con le Figlie di partire dal 1882 - una famiglia religiosa S. Angela delle sorelle Girelli; le difficoltà dedita all’adorazione perpetua di Gesù famigliari e la improvvisa necessità di con- eucarestia ed all’educazione delle giovani tribuire al mantenimento dei suoi cari, cui generazioni. segue l’allontanamento da Bienno, verso Di mezzo ci stava un cammino umano e Chiari prima e S. Gervasio d’Adda poi; spirituale di cui è possibile solo richia- l’incontro con sacerdoti illuminati (tra mare brevemente alcuni aspetti: l’intensità questi anche il bresciano vescovo di Lodi del rapporto con Dio sin da piccina, nella Giambattista Rota), e soprattutto con papa Personaggi e tempi 20

Altare dell'Adorazione perpetua oggi in Casa Madre In adorazione del SS. Sacramento

Leone XIII, con il suo pressante invito ad gamo, si pone davvero come premessa affiancare all’adorazione per il Santissimo valida per una ulteriore diffusione del ca- Sacramento anche l’impegno educativo risma sacramentino, vissuto e testimoniato per i fanciulli; finalmente la fondazione anzitutto proprio dalla camuna Caterina dell’Istituto Suore Sacramentine a Ber- Geltrude Comensoli. Pare opportuno se- gamo, nel 1882, tra entusiasmi iniziali, gnalare, a tale riguardo, che negli ultimi improvvise ed imprevedibili difficoltà anni alcuni preziosi studi si sono occupati finanziarie poi completamente superate, in particolare di questa importante figura di ed infine uno sviluppo lineare e solido santità religiosa femminile, basti pensare della congregazione oggi diffusa in tutto al profilo biografico redatto da G. Zanchi, il mondo. La notizia ha destato natural- Geltrude Comensoli. “L’abbandono in mente gioia e soddisfazione ovunque, ma Colui che tutto può” 1847-1903 (Glossa soprattutto nelle comunità bresciane dove Milano 2005), mentre per quanto concerne le Sacramentine sono presenti ed attive: l’ambito strettamente umano e spirituale si Bienno, Agnosine e Brescia (parrocchia di può consultare oggi anche la monografia S. Maria della Vittoria). Evidentemente a di E.Bolis, “Gesù, amarti a fari amare”. Bienno - ma anche nel resto della Val Ca- L’esperienza spirituale della beata Geltrude monica - l’evento assume una rilevanza ed Comensoli (Glossa, Milano 2007). Tutta- una portata del tutto particolare, nella sua via, come evidente, specie con riferimento straordinarietà che diventa impegno morale al nostro territorio valligiano, l’anno che serio per la riscoperta e la valorizzazione porterà verso la celebrazione della canoniz- di questa luminosa esperienza umana di zazione a Roma sarà fittamente intessuto donna santa. In questa prospettiva il lavoro di momenti e proposte religiose, spirituali, compiuto nell’ultimo decennio dagli amici culturali, di animazione ecclesiale e civile. dell’Associazione Simoni Fé di Bienno, a livello locale - parrocchiale e zonale - ma CATERINA BETTONI, ADA MICHELI anche interprovinciale tra Brescia e Ber- (ASSOCIAZIONE SIMONI FÈ) IL GRUPPO GALILEA... Gruppi IN CAMMINO

“Quando brancoliamo nel buio e non sappiamo dove andare, cosa fare incontriamo una luce. La mano del Signore con amore ci conduce per la strada sicura. A Lui nostra luce e guida, sciogliamo entusiasti il nostro canto di gioia”.

Solo in Dio riposa l’anima nostra, solo in che hanno trovato accoglienza, consiglio, Lui il nostro scoraggiamento e il nostro sollievo, confronto. dolore diventano fecondi di doni. Si è creata fra i membri del gruppo una Lui ci ama sempre, ci accoglie sempre solidarietà genuina e per alcuni è diventato come FIGLI anche quando noi non ci sen- un appuntamento mensile impedibile. tiamo più tali perché offuscati e oppressi Nella breve verifica fatta dopo questo dal nostro peccato e dal senso di colpa primo anno, tutti hanno affermato di aver che ne deriva. trovato beneficio dall’esperienza. Tali erano le convinzioni da cui è scaturito Rimangono alcuni problemi aperti fra cui, il desiderio di offrire uno spazio a chi vive quello che pesa maggiormente è: perché situazioni familiari irregolari. la Chiesa impone l’astensione dai sacra- In linea con una delle quattro indicazioni menti (eucarestia e penitenza) alle coppie generali di pastorale familiare indicate dal ricostituite dopo una separazione e/o un vescovo Giulio Sanguineti: predisporre divorzio? Con pazienza, attraverso il rac- cammini per persone separate, divorziate, conto di esperienze vissute e affidandoci risposate. A novembre 2007 hanno avuto allo Spirito Santo, affronteremo ogni argo- inizio gli incontri mensili del gruppo mento, anche quelli più difficili. dove i partecipanti, oltre a fare insieme L’augurio è che sempre più persone col- un percorso di fede, si scambiano le espe- gano l’occasione che il gruppo Galilea rienze di vita. Galilea non è un gruppo rappresenta per sentirsi sempre cristiani, di mutuo-aiuto nel senso classico del ter- appartenenti alla chiesa e amati da essa mine, il fulcro degli incontri è la Parola, con una tenerezza particolare. ma poiché è parola viva, si intreccia alla Dopo una breve pausa estiva il gruppo ri- vita di ognuno e vi apporta beneficio, di- prenderà il suo cammino. scernimento, luce, pace, ma anche dubbi e difficoltà. ANIMATORI DEL GRUPPO Sicuramente sono emersi anche drammi DANIELA SAVIORI personali e ferite ancora aperte e laceranti DON RENATO MUSATTI IL “COMPITO URGENTE Educazione DELL'EDUCAZIONE”

Il S. Padre Benedetto XVI, ha recente- lare i nostri bambini adolescenti e gio- mente inviato alla diocesi ed alla città vani; di Roma una lettera sul compito urgente - non possiamo dunque non essere solle- dell’educazione, abbiamo sentito in pro- citi nella formazione delle nuove gene- posito il parere del nostro collaboratore razioni per dare loro la capacità di orien- Luigi Domenighini tarsi nella vita e di discernere il bene dal male per la loro salute non solo fisica, 1) Il S. Padre si è mostrato sempre molto ma anche morale. attento ai problemi dell’educazione, an- che questa “lettera” lo dimostra 3) Educare è dunque un compito al Certo sarà una sorpresa per taluni sco- quale non possiamo sottrarci, delegando prire che il Papà - oltre che teologo dot- ad altri o - peggio - trascurandolo? tissimo - è anche un grande pedagogista. E’ l’affermazione iniziale del Pontefice E - devo dire - lo è stato tutte le volte che che può sembrare ovvia, ma che è fonda- ha toccato temi relativi all’educazione. mentale proprio perché molti genitori si Per ricordare solo le più recenti: quando sono defilati dal loro compito educativo ha aperto il convegno diocesano di Roma ed addirittura - oggi - lo temono. Certo l’11 giugno 2007 (in quell’occasione educare non è facile e perciò il papa parla aveva lanciato l’allarme sull’emergenza di “emergenza educativa”, confermata da- educativa), quando ha scritto l’Enciclica gli insuccessi cui spesso vanno incontro “Spe salvi” (dicendoci “in che cosa pos- i nostri sforzi per formare persone solide siamo - e possono i nostri figli - sperare); capaci di collaborare con gli altri e di dare quando ha salutato le scuole cattoliche di un senso alla propria vita. Roma domenica 20 gennaio all’angelus ed ora in occasione della sua lettera alla 4) Ma di chi è la colpa di questa situa- Diocesi di Roma del 21 gennaio u. s. zione? Viene spontaneo, incolpare le nuove ge- 2) E noi allora lasciamo parlare il Papa nerazioni, come se i bambini che nascono che si dimostra, come tu dici, anche oggi fossero diversi da quelli che nasce- pedagogista ben attento ai problemi vano nel passato. dell’educazione! Si parla anche di “frattura tra le genera- E’ proprio questa lettera (intitolata “Let- zioni” che certamente esiste e pesa, ma tera alla diocesi ed alla città di Roma sul che è l’effetto, piuttosto che la causa della compito urgente dell’educazione” che vo- mancata trasmissione di certezze e va- glio proporre oggi. In essa il Papa parte lori. dalla premessa che: - abbiamo tutti a cuore il problema 5) Dobbiamo dunque dare la colpa agli dell’educazione; adulti di oggi che non sarebbero più in - perché abbiamo tutti a cuore il bene grado di educare? delle persone che amiamo, in partico- In realtà sono in questione non soltanto le 23 Educazione responsabilità degli adulti o dei giovani che educatore sa che soltanto amando i suoi esistono e non devono essere nascoste; ma allievi li aiuta a superare i loro egoismi e anche un’atmosfera diffusa, una mentalità a diventare a loro volta capaci di autentico ed una forma di cultura che portano a du- amore. E’ poi una ben povera educazione bitare del valore della persona umana, del quella che si limitasse a dare delle nozioni significato stesso della verità e del bene. o delle informazioni, ma lasciasse da parte Diventa allora veramente difficile trasmet- la grande domanda rispetto alla verità, so- tere da una generazione all’altra qualcosa prattutto a quella verità che può esser di di valido e di certo, regole di comporta- guida nella vita. mento, obiettivi credibili intorno ai quali La verità della vita: costruire la propria vita. - comprende la sofferenza che non va evi- tata ad ogni costo ai nostri giovani; 6) Difficoltà eccessive - dunque - per gli - comprende un giusto equilibrio tra la educatori? libertà e la disciplina; Difficoltà certo (e quando mai l’educa- - comprende l’autorevolezza che rende zione è stata un compito facile?), ma non credibile l’esercizio della libertà impossibili. “Non temete! Tutte queste - e infine non può mancare la responsabi- difficoltà, infatti, non sono insormonta- lità dell’educatore ma anche, nella mi- bili”. Come? Riappropriandoci consape- sura in cui cresce, del figlio, dell’alunno, volmente dei grandi valori del passato che del giovane. Responsabilità che si vanno fatti nostri e rinnovati attraverso estende da noi alla società intiera per- una, spesso sofferta, scelta personale. Su ché c’è veramente bisogno del contri- questi valori è possibile fondare un’edu- buto di ognuno di noi perché la società cazione che sia davvero tale: diventi un ambiente favorevole all’edu- - la chiedono i genitori preoccupati per il cazione. futuro dei propri figli; - la chiedono tanti insegnanti che vivono 8) Una grande speranza che sia possi- la triste esperienza del degrado della bile educare? loro scuola; Oggi la nostra speranza è insidiata da molte - la chiede la società nel suo complesso; parti, alla radice della crisi educativa vi è in- - la chiedono gli stessi ragazzi che non fatti una crisi di fiducia nella vita. Ma noi vogliono essere lasciati soli di fronte alle riponiamo in Dio la nostra speranza, che non scelte della vita. è speranza solo per me, è sempre anche spe- ranza per gli altri: non ci isola, ma ci rende 6) Ma la fede, in questo ci è di aiuto? solidali nel bene, ci stimola ad educarci reci- Chi crede in Gesù Cristo ha un ulteriore e procamente alla verità ed all’amore. più forte motivo per non avere paura: sa infatti che Dio non ci abbandona, che il 9) Siamo alla fine, che si può dire in con- suo amore ci raggiunge là dove siamo… clusione? per offrirci nuova possibilità di bene. Che mi rendo conto di aver riferito molto modestamente il pensiero del papa e per- 7) Senza aver paura, anche oggi dunque tanto non mi resta che dire: “andate alla si può fare della buona educazione? fonte” che è di ben altro livello. La let- Certo tenendo conto di alcune “esigenze tera si può trovare sul sito www.vatican. comuni”. va; utilizzando il motore di ricerca con le La buona educazione ha bisogno, innan- parole “lettera diocesi Roma”. zitutto, di quella vicinanza, di quella fi- ducia che nascono dall’amore. Ogni vero MARCO VIGNOLETTI PIETRO ANTONIO Storia GUADAGNI DI QUINZANO, PITTORE IN

Il 20 maggio 1727, martedì della “se- gamo e di Brescia, nella stanza “cami- conda rogatione”, moriva a Lovere, in nata” della canonica abitata dal rettore del età di 54 anni, il signor Pietro Antonio luogo don Giovan Battista Pernici di Pian del fu Gabriele Guadagni, originario del di Borno († Volpino 19 gennaio 1724)2 - paese di Quinzano, nella nebbiosa pia- aveva fatto testamento, depositato nei ro- nura bresciana, dov’era nato intorno al giti del notaio Bernardo Biancardi (1667 c. 1673. Funerato, venne seppellito nella - Lovere 1732), un distinto professionista chiesa parrocchiale di San Giorgio1. Da e cultore di ricerche di erudizione storica parecchi anni abitava nella graziosa e in- originario di Vione3. dustriosa cittadina adagiata sulla sponda Dopo aver “humilmente raccomandato bergamasca dell’alto lago d’Iseo, svol- l’anima sua all’Onnipotente Iddio uno, gendo l’onorato mestiere di pittore. Qui e trino, et alla Beatissima Vergine Maria, aveva sposato la signora Domenica del fu come a tutta la Corte Celeste, pentito di Giacomo Asperti (1679 c. – 22 febbraio cuore d’haver offeso Sua Divina Mae- 1737), dalla quale non aveva avuto figli. stà, supplicandola ad haver misericordia “Non essendo cosa più certa della morte, dell’anima sua massime nel ponto di sua né cosa più incerta dell’hora di quella” morte”, egli affidava incombenza agli ese- e desiderando troncare sul nascere ogni cutori testamentari di saldare le spese re- possibile “lite o controversia fra suoi lative al funerale4 e di far celebrare “dalli heredi”, in età fatta e matura, ma ancora reverendi padri Reformati del convento relativamente giovane, e del tutto “sano, di Sant Mauricio di Lovere” un certo nu- per gracia di Dio, di mente, sensi, vista, mero di messe, “con l’elemosina di soldi loquela, et intelletto, come di corpo”, il trenta per messa, con dispensarne in’al- 3 dicembre 1716, il Guadagni –stando tri conventi della sudetta religione della nell’appartata terricciola di Volpino, sul Provincia Bresciana”5. Ai medesimi frati confine tra i serenissimi territori di Ber- residenti sull’ameno colle di San Mauri-

1 Archivio Parrocchiale di Lovere, Defunti 1720-1755; nel suo testamento egli aveva, tuttavia, espresso il desiderio di essere inumato nella chiesa conventuale di San Maurizio. 2 Fu curato di Volpino dal 4 gennaio 1690 alla morte. 3 Archivio di Stato di Bergamo, Notarile, notaio Bernardo Biancardi, filza 7390, protocollo B; presenziarono alla stesura dell’atto alcuni testimoni: il chierico Alberto Negri, Bartolomeo Bettoli, Stefano e Francesco Rasiti di Volpino, Francesco Albrici di Rovetta, abitante a Volpino, e il valtellinese Gasparo Gaspari di Cepina di Bormio. 4 Alle esequie chiedeva fossero invitati sei sacerdoti della parrocchia di Lovere e sei frati del convento serafico di San Maurizio. 5 Divenuto, nel frattempo, “di corpo infermo” e “giacendo in letto posto in una camara aerea nelle case di raggione della signora Gieronima figlia del signor Giovan Giacomo Tadoldi di Castro, e moglie relitta quondam signor An- tonio Capitanei di Provaglio d’Iseo site nella terra di Lovere in contrata di Castel Vecchio”, il Guadagni aggiunse al 25 Storia zio lasciava “in elemosina per ornamento ranno a quel tempo, con dispensarne anco della sacrastia di detta chiesa un quadro in altri conventi, in suffraggio dell’anima di pittura in tela con l’effiggie del Croci- sua, et de suoi deffonti”. Dei beni che an- fisso con cornice adorata”. Ai suoi fratelli cora possedeva in Quinzano indicava eredi Giovan Paolo e Carlo destinava, invece, le proprie sorelle nubili Caterina, Isabella la sommetta di dieci lire “piccole di mo- e Maria7. neta corrente, per cadauno d’essi in segno Nello strumento testamentario aveva ordi- d’amore”6. nato fosse redatto “diligente inventario, et A beneficio della moglie Domenica pre- stima” del suo mobilio, una volta lui pas- scriveva la messa a disposizione della sato a miglior vita. Infatti, qualche giorno dote ricevuta e incamerata “al tempo del dopo il suo decesso, il 24 maggio 1727, i sponsalitio”, pari al valore complessivo di commissari ed esecutori Domizio Baglioni 600 lire, “in tanti mobili, cioè in questo di Lovere e Paolo Foresti di Castro8 si modo, annelli numero tre d’oro, una filcia recarono nell’appartamento del defunto e di corali fini con patrini d’oro, una filcia di fecero compilare al notaio loverese Gio- granate fine incapellate con patrini d’oro, vanni Rizzieri, con la vigile partecipazione vesti, biancaria, e mobili di legname”. della vedova, un meticoloso catalogo “de’ Alla consorte lasciava, altresì, “in segno mobili, utensili, ed altre ragioni, ed effetti” d’amore”, l’importo integrativo di 150 lire, che si trovavano nei vani dell’alloggio9. “un quadro di pittura in tela con l’effig- Il documento passava innanzitutto in ras- gie della Beatissima Vergine del Spasimo segna quanto contenuto “nella saletta delle con cornice, et una lampadina d’ottone”. case di sua habitatione in contrata delle Il Guadagni ordinava che tutta la sua roba Prigioni”, riscontrando la presenza di una di casa venisse attentamente valutata e poi lunga e assortita lista di quadri, alcuni an- venduta all’incanto, impiegando con ocu- cora non terminati, quasi tutti di soggetto latezza il ricavato in investimenti sicuri e religioso. Eccone il fedele elenco: “L’ef- redditizi al fine di consentire -con la ren- figgie di Sant Paolo in tela senza cornice dita maturante annualmente- il dignitoso lire 14; un quadro pittura con cornice mantenimento della moglie, nominata pura sgrezza con l’effiggie di Sant Francesco usufruttuaria dell’intera sostanza. Venuto lire 26; altro senza cornice in tela con l’ef- meno tale godimento esclusivo, il capitale figgi di Nostro Signore e della Samaritana avrebbe dovuto essere integralmente uti- lire 2010; altro con cornice verda, e rossa lizzato per far celebrare “tante messe dalli con l’effiggie di Sant Giuseppe moribondo reverendi padri di San Mauricio, che sa- lire 25; altro senza cornice con l’effigge

testamento un codicillo, rogato dallo stesso notaio Biancardi il 17 novembre 1725, con il quale modificava il legato disposto a proprio suffragio, lasciando “tante messe d’elemosina di soldi vintiquatro correnti l‘una, per l’amontar di lire mille piccole”; inoltre, aumentava a 420 lire il donativo riservato a beneficio della moglie, “in segno d’amore, et per la fidele compagnia, e servitù havuta, et che spera d’havere dalla medesima” (Archivio di Stato di Bergamo, Notarile, notaio Bernardo Biancardi, filza 7391, protocollo A). 6 Il 5 giugno 1727 Giovan Paolo ricevette dai procuratori dell’eredità del defunto pittore la propria quota di 10 lire, oltre ad analoga somma consegnatagli come erede del fratello Carlo, nel frattempo scomparso. 7 Altra sorella, Cecilia, già defunta, aveva sposato Santo Asperti di Lovere. 8 Il 9 aprile 1718 il Guadagni aveva aggiunto la nomina di un terzo commissario, Giuseppe Banzolini di Lovere (Archivio di Stato di Bergamo, Notarile, notaio Bernardo Biancardi, filza 7390, protocollo B). 9 Archivio di Stato di Bergamo, Notarile, notaio Giovanni Rizzieri, filza 11098. 10 Reca l’annotazione, a margine, di essere stato dato a un certo reverendo don Antonio Dugo. Storia 26 della Beata Vergine del Rosario lire 10 et altri instromenti per l’arte pittoria”. e soldi 10; altro con l’effigge di Davide Negli altri locali e spazi del fabbricato senza cornice lire 1211; altro di Sant Fran- -costituiti da cucina, camera, “camarotto”, cesco senza cornice lire 40; altro sul telaro loggiato e cortile- stavano sparsi specchi, di Santa Catterina dalla rota lire 21; altri tavolini, sedie e sgabelli, “uno scrittorino due in tela con l’effiggie di Sant Francesco di noce con cinque ordini”, armadi, “una Xaverio lire 30 ; altro con cornice con l’ef- schioppa guarnita d’ottone di tutta cassia figgie di Sant Francesco Xaverio lire 3012; con macchia”, una pistola e una spada con altro con cornice nera, e con l’effigge di manico d’ottone, bancali, casse dipinte, Sant Pietro in vincula lire 25; altro di Sant scansie, cavalletti, l’attrezzatura per il Giuseppe con cornice verde, e rossa lire camino, padelle, pignatte, secchi, olle e 25; un effigie di Sant Antonio di Padova contenitori vari, un corredo di cucchiai, in tela lire 12 e soldi 12; altro con cornice coltelli e forchette, piatti, tondi e scodelle, grezza di Nostro Signore, e due Santi lire boccali, tovaglie, tovaglioli ed asciuga- 32; altro in tela con l’effigge d’un Santo mani, candelieri, il letto con materasso e in forma di pelegrino credo Sant Ignazio pagliericcio, cuscini, coperte, valenzane e lire 10; altro con l’adoratione delli trè Rè perponte, lenzuoli di lino e stoppa, federe; Magi con sua cornice adorata lire 45; al- il guardaroba personale era fornito di abiti tro con l’effiggie del Salvatore in atto di in vari tessuti, tabarri, calze, camicie, colli, consegnar le chiavi a Sant Pietro con cor- provviste di lana, scarpe. E ancora, qua nice sgrezza lire 36; altro piccolo con la e là, qualche rimasuglio d’arte: “dodesi testa di Sant Paolo, con cornice sgrezza quadretti in carta con sue cornici lire 24; lire 42; altro simile con l’effiggie di Santa altro in tela con l’effigie di Gesù con croce Catterina lire 12; altro con cornice nera, in spalla lire 7; sei anconettine adorate in con la testa di Nostro Gesù Salvatore lire carta lire 4 e soldi 10; un quadretto con 14; altro piccolo con l’effiggie di Sant Fi- l’effigie della Beata Vergine in viaggio di lippo Neri lire 6; altro piccolo con cornice Egitto con cornice nera lire 7”. In cantina, nera, e con l’effigge di Sant Giorgio lire infine, stavano accatastati botti, tinozze e 6; altro piccolo, senza cornice con la testa recipienti da vino. d’un pontefice lire 10; due piccolini con L’8 luglio 1729 anche la vedova del pittore pittura di frutti, e cornice nera lire 4; altro faceva scrivere a persona fidata (dichia- in tela con l’effigge dell’Annonziata non randosi analfabeta) e consegnava al notaio compito13; altro in telaro con l’adorazion Rizzieri, presenti i notai Agostino Bonetti delli Rè Magi lire 40; altro con l’effige di di Lovere e Giuseppe Gazera di Sellere, Sant Gaetano con cornizetta lire 12; quadri il proprio testamento14, sigillato e corro- in tela, ed in telaro numero sei impressi borato con segno di croce15, con l’indica- solamente lire 18; la pietra porfido per ma- zione dei commissari esecutori Francesco cinar, e componer colori, con penelli varij, Antonio e Giambattista Gallini, pregati

11 Anche questo dato a don Dugo. 12 Uno di questi consegnato al sacerdote don Dugo. 13 Con l’annotazione di venduto. 14 Archivio di Stato di Bergamo, Notarile, notaio Giovanni Rizzieri, filza 11098. 15 Presenziarono alla stesura, lettura e convalida dell’atto, in qualità di testimoni, Giacomo Gallini, Matteo Zitti, don Giovan Maria Rossi, don Cristoforo Gasparinelli, don Giacomo Mondinelli, Evangelista Gallini, Antonio Luna, Giuseppe Bonetti, Antonio Brusarospi e Orazio Rizzieri, tutti di Lovere. 27 Storia

“doppo la mia morte subito prender in aristocratici, cospicui borghesi dediti alla consegna tutto il mio havere per dispo- tessitura degli affari, grassi commercianti nerlo come in detto mio testamento, ed in e capaci artigiani, clero competente e con- oltre farmi quel funerale, che gle parerà, fraternite assai liquide di quattrini- pote- e farmi dar sepoltura in Santo Mauritio”. vano provenire interessanti e consistenti Con questo suo estremo atto la signora di- commissioni d’arte. sponeva alcuni modesti legati a favore di Nell’elenco figurano: Giuseppe Bazzini fratelli, sorelle, nipoti, parenti e amici vari, (Lovere 1631 c. – 24 maggio 1696)16; istituendo erede universale “l’anima sua, e Lodovico e Francesco Gaioncelli, ope- così in suffragio, e beneffitio della quale, ranti rispettivamente nel 1665 e nel 1670; di quella del suo marito, e delli suoi de- Giuliano Caleppio († 18 agosto 1694)17; fonti parenti in ogni suo havere gle siano il “perito pittore” bresciano Antonio figlio fatte celebrare tante messe privilegiate, di Francesco Zanuchi, morto a 36 anni nel quanto sarà il ricavato” dalla vendita di 1742 in casa del nobile Adorno Bazzino ogni sua sostanza. Tali messe avrebbero “a cui pingea”18. Dal canto suo, l’onesto dovuto essere officiate metà dai france- artista Antonio Morone19, pure loverese, scani della famiglia conventuale di San percorse e stazionò stabilmente in Valle Maurizio e metà da sacerdoti secolari. Camonica, lavorando per la chiesa par- Per quanto si conosce, il pittore Guadagni rocchiale dei Santi Nazaro e Celso di La- appare sconosciuto in bibliografia e non è veno di Lozio, la veneranda confraternita dato di sapere se esistano opere da lui fir- del Santissimo Rosario di Esine, la chiesa mate. Per il momento, il semplice suo no- di San Bernardo di Pellalepre, la raccolta minativo va ad infoltire la discreta nota di chiesa del convento dei francescani ri- artisti segnalati in Lovere nei decenni a ca- formati della Santissima Annunciata di vallo tra Sei e Settecento, attivi nella bella Borno, e terminando la sua operosa gior- e dinamica cittadina, decorata nel periodo nata nel capoluogo valligiano di Breno nel da una pletora di eleganti palazzi patrizi e 169320. civili, stabilimenti pubblici, chiese ed ora- tori, dai cui tenutari –piccoli ed ambiziosi OLIVIERO FRANZONI

16 Archivio Parrocchiale di Lovere, Defunti 1695-1719. 17 Cfr.: Cronologia di Lovere. Particolarità notabili e sue vicende. Compilate ed accresciute da Conti prete Giovanni nell’anno MDCCCXL, a cura di G. SILINI e V. MOSCA. Lovere 2002, p. 88. 18 Archivio Parrocchiale di Lovere, Defunti 1720-1755. 19 Sposato con una signora Ludovica, morta cinquantenne l’1 ottobre 1697 (Archivio Parrocchiale di Lovere, Defunti 1695-1719), ebbe i figli Giuseppe, battezzato il 16 ottobre 1663, e Giovanni, battezzato il 27 ottobre 1669 (Archivio Parrocchiale di Lovere, Battesimi 1639-1679; Biblioteca Queriniana di Brescia, Sina, Lovere). 20 “Adì 8 aprile 1693. Signor Antonio Morone pittore di Lovere munito de Santissimi Sacramenti della confessione, viatico, et estrem’ontione morse adì 7 sudetto, prima munito delli Santissimi Sacramenti ut supra, e fu sepolto in quella del Corpus Domini” (Archivio Parrocchiale di Breno, Defunti 1683-1717). PARROCCHIALE Arte e letteratura DEI SANTI FAUSTINO E GIOVITA A BIENNO

Ogni chiesa che nel corso della storia cancellate in ferro battuto e ottone ai lati viene eretta in un luogo, ne assorbe l’ dell’ unica navata centrale; perdersi nell’af- anima, i costumi, i problemi, le gioie e fresco sconfinato dell’antico soffitto, che le paure; cresce con quel luogo, lo nutre, quasi pare di viverci dentro e di potersi lo fortifica, lo protegge, lo accoglie nei allungare verso i personaggi; indirizzare periodi bui. Ha un valore profondo e vero lo sguardo verso l’altare, che in lontananza per le persone che credono, che vedono dà una sensazione di perfezione e candore qualcosa di più misterioso e stupendo die- ed ascoltare il sovrapporsi dell’organo e tro le alte mura che mettono severamente delle campane, irraggiungibili e lontane soggezione ed oltre le piccole ed alte sul vecchio campanile; dona un brivido vetrate impolverate. E’ notevole, però, confuso ed accomodante. È incredibile come essa riscuota una grande attenzione come qualcosa di così familiare, possa non solo dai credenti ma anche da coloro continuare a stupire, a rilassare, a donare che la vedono come un’opera d’arte, che emozioni nuove. La chiesa parrocchiale il tempo ha generosamente conservato; sorge nella parte più alta e antica del pa- come un ricco forziere dal quale poter ese, dominando ed osservando silenziosa estrarre i tesori del passato: gli artisti che tutto il territorio circostante; è circondata l’hanno resa viva e ammirabile, i perso- dall’oratorio di Don Bosco con il suo naggi illustri che l’hanno visitata, le epo- campo da calcio, dalle case che portano che ed i segreti che l’hanno segnata, i sui muri le crepe ed i disegni del tempo e cambiamenti che l’hanno portata ad er- dalle strade dove ai ciottoli è subentrato da gersi fiera fino ad oggi, nell’era moderna. tempo un asfalto sbiadito e discontinuo. A parer mio ogni chiesa contiene anche Tre scalinate in pietra poste su tre lati dif- la moltitudine di sentimenti ed emozioni ferenti - che invitano ad entrare in chiesa soffuse, di tutte quelle anime che nei se- e accentuano la comunicazione con l’am- coli l’hanno abitata e frequentata; e que- biente intorno - conducono al sagrato, ste sensazioni è come se fossero rimaste ricoperto da un’erbetta verde ed umida, imprigionate nelle mura, nei dipinti, nei protetto da tre alte mura che si riversano banchi di legno corroso, nei pavimenti sulle vie e caratterizzato da due file paral- freddi e non possono non essere avver- lele di alberi. Per la gran quantità di ossa tite, perché sono la vita stessa di quella rinvenute durante degli scavi precedenti, costruzione. Quando si entra nella chiesa si sostiene che in passato fosse sede di un parrocchiale di Bienno, non si può non cimitero, ora situato a poca distanza dalla avvertire l’ energia che emana: sedersi tra parrocchia. La chiesa che noi vediamo i banchi scuri e allineati perfettamente in oggi è il risultato di una serie di cambia- una moltitudine di file parallele che por- menti significativi, voluti da personaggi tano all’altare; guardare la luce fioca della storici di grande rilievo, come San Carlo candele consumate che proviene dalle che, durante una visita pastorale nel 1580, 29 Arte e letteratura diede ordine all’architetto Pier Maria Ba- gnadore di predisporre un progetto di amplificazione della struttura, struttura al posto della quale, tempi addietro, sor- geva un fortino militare costruito a scopi difensivi. La parrocchia, eretta nel Seicento, riflette lo stile barocco del periodo, grazie alle de- corazioni fastose, quali colonnati, stemmi, numerosi dipinti che accentuano l’effetto scenografico, alla facciata monumentale ma piuttosto sobria rispetto alla quasi ec- mente come facevano al tempo dei nostri cessiva decorazione interna e al prevalere nonni e bisnonni. Il rapporto tra campanile all’esterno della linea curva rispetto alla e chiesa sembra tracciare una linea tempo- retta, che accentua il rapporto con l’am- rale, una linea invisibile che pare eviden- biente circostante, rifiutando la simmetria ziare il passaggio dal periodo buio e gri- e la proporzione rinascimentali. La fac- gio del medioevo, a quello di meraviglia ciata si presenta con toni chiari, antichi, e stupore del pieno Seicento. L’interno è che sembrano volersi ispirare ai colori a una sola navata, entro la quale, la luce della terra, attraverso l'uso dell'ocra pallido scorre fievole e furtiva donando un’atmo- e una tinta terriccio. L'alto portale prin- sfera di calma soffusa; la volta è solenne, cipale, è sbarrato da un portone di legno un concentrato di colori, personaggi e si- scuro ed è costituito da arenaria di Sarnico gnificati è stata affrescata da Mauro della con due colonne scanalate con capitelli co- Rovere detto il Fiamminghino, che l’ha di- rinzi; in due nicchie in alto si trovano le pinta come un loggiato suddiviso in vari statue dei Santi Faustino e Giovita, a cui riquadri: vi sono rappresentati vari profeti la chiesa è dedicata; sopra il timpano in un che a volte fuoriescono dalla cornice e vi grande riquadro, un affresco rappresenta la è sovrabbondanza di decorazioni. Ai lati Madonna in Gloria col bambino e ancora della navata si trovano sei altari, quattro i santi protettori: qualcuno lo attribuisce nella prima parte della chiesa e due oltre al Fiamminghino; su entrambi i lati sono le porte laterali; le cancellate che li rac- disposte due finestre, impolverate, che non chiudono sono datate 1647 e sono opera lasciano trapassare molta luce, suddivise di artisti biennesi, da sempre specialisti da sottili sbarre di ferro a ritmi regolari che nell’arte della lavorazione del ferro. Il riempiono, seppur minimamente, il vuoto primo a destra è dedicato a sant’Orsola, delle ampie pareti laterali. Dietro alla per la grande tela che ha questo soggetto e chiesa si erge il vecchio e rude campanile, si pensa sia del Fiamminghino; il paliotto sicuramente di costruzione molto anteriore dell’altare, eseguito dall’ artista biennese alla chiesa, probabilmente era una torre a Giacomo Ercoli, rappresenta la parabola scopo difensivo, e in un certo qual modo delle vergini stolte e delle vergini prudenti. in contrasto con la natura imponente e af- Il secondo altare è dedicato a Sant’Ago- fascinante della parrocchiale; è caratteriz- stino, con una tela del Fiamminghino del zato da merlature ghibelline ed ospita le ri- 1662: la Madonna col bambino è circon- sonanti campane che scandiscono il tempo data da Sant’Agostino, San Carlo, San e ci richiamano ad una vita abitudinaria; Francesco e Sant’Antonio Abate. Dopo la animano la nostra vita nel paese esatta- porta laterale c’è l’altare dedicato alla Ma- Arte e letteratura 30

riflettere, commuove per la sua cruda rappresentazione. È stata dipinta dal ve- neziano Giovan Battista Pittoni e rappre- senta il martirio dei santi Faustino e Gio- vita, mentre una schiera di angeli scende somma sulla scena riportando giustizia e testimoniando l’ infinita potenza di Dio. L’ altare maggiore, in marmi policromi, ha la forma ricurva ed è posto in posizione centrale, coperto da una leggera tovaglia di candido pizzo ricamato, con due vasi donna del Rosario, con una statua lignea di fiori sbocciati all’ estremità ed il libro di Ercoli e quindici quadretti, di autore sacro aperto sulla funzione del giorno; all’ ignoto, che danno il nome alla cappella. A estrema destra, vicino alla porticina che sinistra il primo altare è dedicato al Sacro permette l’accesso alla sacrestia, si trova Cuore; la statua del redentore non è molto il leggio interamente realizzato in legno, antica; il secondo è dedicato alle Anime raffigurante un angelo con una morbida Purganti ed è quello che ha la data sulle veste, i capelli mossi e le ali ricurve sul bel cancellate e la tela è del Fiamminghino; la corpo snello, con le braccia protese verso terza, con un’altra tela dello stesso artista, l’alto a reggere con sontuosa delicatezza è dedicata all’Eucaristia. Ad ornare ulte- la parola di Dio. riormente i lati della navata sono appesi Tutto all’ interno della chiesa sembra vo- i quadri della via crucis, di forte carica ler riportare indietro nel tempo, quando drammatica e mistica e grande realismo; ancora la banalità e la superficialità non l’autore è rimasto ignoto, anche se molti avevano preso il sopravvento, quando an- li attribuiscono a Mauro della Rovere. Il cora si aveva l’ umiltà ed il coraggio di sbarrare gli occhi davanti ad un dipinto presbiterio è sormontato da un’alta cupola secolare, quando ci si lasciava traspor- luminosa, di forma ovale, affrescata dai tare dall’ odore dell’ incenso e della cera fratelli Cominelli della Franciacorta nel sciolta dei candelabri, quando, stretti alle 1896, mentre le due nicchie monocolore proprie credenze ed ai propri affetti, si poste ai lati, raffigurano San Pietro a sini- aveva il cuore di donarsi completamente stra e San Paolo a destra e sono del pittore a qualcosa, mettendoci tutta la forza e tutta Guadagnini. La pala dell’ altare domina l’anima possibili. sovrana su tutto lo spazio interno, abbassa gli sguardi indiscreti, invita le menti a LUISA BELLICINI

Luisa è una studentessa del Liceo Camillo Golgi di Breno, classe 4^A indirizzo Scienze Sociali. Il corso prevede nell’ambito del curricolo di storia dell’arte, un approccio ai beni culturali artistici del territorio camuno. L’analisi della chiesa di Santi Faustino e Giovita di Bienno è scaturita da una ricerca relativa agli edifici religiosi , nel quadro dell’offensiva cattolica post-tridentina contro il dilagare dell’eresia e della dissidenza protestante. L’analisi che Luisa ha fatto della parrocchiale, non si ferma solamente ad una mera elencazione di dati e di elementi strutturali che spesso inducono il lettore a una lettura distratta, ma riesce a coinvolgere emotivamente anche le persone poco esperte nel campo dell’architettura. La studentessa, dotata di una particolare sensibilità e di una capacità espositiva riesce a trasmettere sensazioni e ricordi che la maggior parte di noi ha sepolto sotto la polvere del tempo. GIACOMO CAPPELLINI Letture MAESTRO PARTIGIANO

cercato solo nella figura del protagonista della ricerca, il partigiano Giacomo Cap- pellini, nato a Cerveno nel 1909, fucilato in castello a Brescia il 24 marzo 1945, tren- tasei anni così sintetizzati nel “brevetto” di conferimento della medaglia d’oro alla memoria dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: “modesto maestro elementare in un villaggio valligiano all’inizio della lotta contro l’oppressione nazifascista, abban- donò la sua missione per organizzare una delle prime formazioni partigiane di Val- camonica, con cui per 17 mesi condivise i rischi e le durezze della lotta”. A fare la differenza è il taglio pacato ma nel contempo rigoroso di una ricerca che non temette di essere coraggiosamente fuori dal coro. Le pubblicazioni del periodo, com- plice la difficoltà a reperire documenti in massima parte secretati negli archivi cor- renti, risentivano di eccessi memorialistici, La copertina del volume intensamente condizionati da versioni di parte. Nessun dubbio sulla buona fede e E’ di una modernità sorprendente il libro di sulle rette intenzioni degli autori: la piaga don Daniele Venturini che, a trent’anni di della guerra civile era ferita talmente re- distanza, torna in seconda edizione, nelle cente ed una lettura analitica ed oggettiva librerie. Una modernità che deve giusta- avrebbe potuto, più che sanare, produrre mente far riflettere quanti, non solo in Valle ulteriori lacerazioni. A farne le spese sareb- Camonica, si sono occupati e si occupano bero stati i Valori della Resistenza, allora di storia del Fascismo e della Resistenza, (come oggi, purtroppo) ancora bisognosi perché se a distanza di così tanto tempo di difesa. Resta il fatto che la parzialità di questo libro resta storiograficamente attuale alcune ricostruzioni di allora costituì quella ed esemplare, ciò significa che l’autore ha zavorra di imprecisioni ed ingiustizie che saputo anticipare i tempi ma, contempora- ha fornito e fornisce facile materia di di- neamente, che la lezione di Venturini non sputa ai fautori del negazionismo revisio- è stata sufficientemente imparata. nista. Il nodo centrale della questione non va ri- Il pregio principale di quest’opera di don Letture 32

Venturini è stato proprio quello di aver che fare con una lezione di metodo, forse aperto una strada nuova alla ricerca. Lo inconsapevole, che all’epoca della prima storico guarda alla vicenda senza negarsi pubblicazione non fu pienamente colta e un ruolo “politico” ma senza essere vit- che sarebbe un peccato perdere una se- tima delle proprie posizioni. Diversi sono conda volta. gli elementi a conferma di questo impegno oggettivo. Daniele Venturini, “Giacomo Cappellini e la Innanzi tutto la ricerca del documento, ad Resistenza in Valle Camonica”, prima edizione integrazione critica della testimonianza. In 1978, seconda edizione 2007, Tipolitografia questo senso il libro è senz’altro una mi- Valgrigna, Esine, pp. 309. niera di proposte e di stimoli ed è apprez- GIACOMO RICCI zabile come l’autore, accanto alle tradizio- nali, nobiliti fonti all’epoca meno consuete come quella fotografia e la documentazione del quotidiano (le pagelle, ad esempio). Quindi la scelta di inquadrare la vicenda particolare nel contesto generale d’insieme: non abbiamo a che fare con una biografia di Cappellini, ma la biografia del maestro Giacomo è occasione per la ricostruzione della storia della Resistenza camuna. Ed ancora, al cuore del lavoro troviamo non il “partigiano”, ma un uomo di cui si cerca di cogliere la dimensione a tutto tondo, in una visione della storia come prodotto dell’azione della Persona. Infine, ed è forse il dato più interessante, si apprezza la ca- pacità dell’autore, rara allora come oggi, di affrontare la propria materia con maturo equilibrio. Venturini è ugualmente lontano dalla passione di parte come dalla fred- dezza asettica del laboratorio scientifico. Esprime una sincera ricerca del vero, nella partecipazione alle vicende dell’uomo. Come si accennava in apertura abbiamo a Giacomo Cappellini LA NUOVA BIOGRAFIA Letture DEL BEATO INNOCENZO

Perché ancora oggi tanta gente è affascinata ed attratta dalla vita e dalla testimonianza del beato Innocenzo da Berzo? E' attorno a questo quesito che ruotano le pagine della nuova biografia del "fratino" della Valca- monica pubblicato dalle edizioni Velar ed Elledici in una collana dedicata alle grandi figure della spiritualità cristiana. Scritto dal giornalista Roberto Alborghetti, il testo - che ha per sottotitolo: "Occhi per il cielo" - accompagna il lettore lungo le tappe principali della vita del beato Inno- cenzo, "un frate dalla vita apparentemente lineare, minuto nel corpo, ma dal cuore senza limiti, tanto da voler essere solo per Dio e per gli altri"; un seguace del Pove- rello d'Assisi che le biografie descrivono come un "fallito", uno "senza importanza", "inaffidabile", balbuziente pure. L'autore si chiede che "mistero" avvolge un piccolo uomo che "quanto all'esercizio di autorità era men che nulla"? E perché è assunto alla gloria degli altari, come testimone esemplare del Vangelo, definito dal beato Giovanni XXIII, papa, stodiva un testo del beato Innocenzo, con i "un santo moderno"? lembri delle pagine consunte dalla continua Come in una sorta d'inchiesta giornalistica, lettura. Alborghetti ripercorre le orme lasciate da Questa nuova biografia del beato Inno- Giovanni Scalvinoni. ricostruendo i mo- cenzo ci consegna il "fratasì de Bers", sotto menti e le vicissitudini terrene di "un pic- una luce di modernità e di attualità. Una colo uomo" che conquistò anche il cuore figura straordinaria, che ancora oggi parla di san Pio da Pietralcina, il quale - come al cuore degli essere umani attraverso la documentano le foto a suo tempo scattate propria incredibile vita, dedicata tutta a Dio nella cella di San Giovanni Rotondo - cu- e al prossimo.

R. ALBORCHETTI, Beato Innocenzo da Berzo, Ellenici-Velar, Bergamo, 2008. Il volume può essere richiesto alla Vicepostulazione - convento Annunciata - 25052 -PIANCOGNO (BS) al prezzo di Euro 5 comprese le spese postali. TINO, LA FISARMONICA Letture DEGLI EMIGRATI DI VALCAMONICA

Nel 1961 Tino (all’anagrafe Giovanbettino) Bonomi lascia Gianico (dove era nato il 25.03.1927) dopo l'alluvione che distrusse il suo negozio, per l'estero. Era già stato in Francia e Belgio in miniera; ora va in Svizzera (Basilea ed in Canton Ticino dal 1964). In questi anni di duro lavoro era sua fedele compagna la fisarmonica, che egli maneggiava con tecnica sopraffina e slan- cio creativo. Nel 1977 apre una Scuola di Musica, che vede subito la partecipazione di cinquanta allievi. Scuola che durerà altre la sua morte (muore il 13 agosto 2001) fino ad oggi: la Scuola ora ha sede a Bellinzona ed è diretta dal figlio Mario. Tino Bonomi non fu soltanto un virtuoso della fisarmo- nica ma anche prolifico compositore di ben 259 brani registrati in Siae. Su questa figura di uomo lavoratore ed ar- tista si è soffermata recentemente l'atten- San Faustino, in un locale dove si ballava zione di Gian Franco Comella, scrittore di e cantava al suono di un'orchestrina, quale vena storica e di finezza poetica, che riesce magica atmosfera! a riprodurre le fasi della vita del “Tino fi- Nel terzo capitolo si parla dei “lingera”, sarmonicista” con struggente nostalgia. quegli emigranti senza residenza stabile, Comella chiarisce in partenza il tema: "La che portano appresso la biancheria (lin- figura di T. Bonomi” riverbera i travagli di gerie), gente senza paura, talora disperata, una generazione dalla giovinezza negata, che sembrava volere sprezzare tutto e tutti tante storie minute che vanno ad impigliarsi e indossa una singolare divisa: braghe alla nei possenti ingranaggi della Grande Sto- zuava, basco in testa, barba incolta. In ria: fascismo, guerra, ricostruzione, enormi realtà in loro agisce un imperativo quasi trasformazioni sociali. kantiano verso la concretezza dell'azione Tino è un uomo cristallino, ricco di estro, e la probità del cuore, ciò che conta presso amante della famiglia, che si batte per i Dio e presso gli uomini. Bonomi non fu un suoi ideali. Nel secondo capitolo si parla lingera, ma del movimento accettò tempe- di Silvia Spagnoli, moglie di Tino. L'in- ramento ed operosità. contro tra i due (beata gioventù:16 anni Poi c'è un Tino partigiano, in diverse fasi lei, 19 lui!) avviene al ritorno dalla fiera di e con vari incarichi, non ultimo di tenere 35 Letture alto il morale del gruppo con le note del suo strumento. II quinto capitolo è dedicato al Tino la- voratore in Italia, in Francia, in Belgio, in Svizzera. In Belgio è occupato nella mi- niera di Kessal. La sua abilità di musicista gli consente di evitare il rientro in patria, dopo i cinque anni di miniera, perché ab- braccia la carriera artistica. Corre in moto a Marcinelle per la tragedia dell'agosto '56. A Natale dello stesso anno rientra a Gianico e tenta la carriera di commerciante (vendita e riparazione radio e tv). Deve ritentare all'estero nel novembre 1961, con la mo- glie, lasciando i due figli, uno in collegio a Breno, uno alla nonna Cesarina. Sono gli anni della dura Basilea. La soluzione che ricompatta la famiglia avviene nell'aprile 1964 trasferendosi tutti nell'ospitale Bel- linzona. L'uomo-artista è delineato nel capitolo fi- nale. Nei vari gruppi in cui si esibisce è il musicista di spicco con uno strumento capace di fare sognare, ma anche di com- muovere. L'anno 1977 segna la decisione di lasciare il lavoro per dedicarsi in toto alla musica; è l'anno di nascita della Scuola Moderna di Musica, che troverà sede prestigiosa e definitiva a Bellinzona.

SEBASTIANO PAPALE

“Tino, La fisarmonica degli emigrati di Valcamonica" di G. Franco Comella, Edizioni Toroselle 2007, XVI volume della Collana di Autori Camuni, Sebini e Scalvini, diretta da Giacomo Sebastiano Pedersoli. PRIMA PIETRA PER LA Avvenimenti NUOVA PARROCCHIALE DI BEATA

Commozione, sì, sabato 26 aprile 2008, per i tantissimi presenti alla posa della prima pietra della nuova parrocchiale di Beata, frazione di Piancamuno, in costante au- mento di popolazione! Non capita, infatti, tutti gli anni di parte- cipare ad una cerimonia di questo tipo e, poi, si è coinvolti in quella che è una data storica per la comunità di Beata, che avrà una chiesa adeguata alle esigenze religiose ed anche sociali! Il Vescovo di Brescia, mons. Luciano Mo- nari ha avuto parole chiare per la popola- zione: "Cristo invita alla chiamata tutte le persone. La nostra debolezza ha salvezza religioso confluirà nella nuova costruzione, in Lui. che è a due piani: quello seminterrato con La Chiesa si pone come centro per annun- salone ed aule per varie iniziative, anche ciare il Vangelo". Don Giuseppe Garatti, 92 culturali e ricreative; quello superiore che anni il 22 maggio 2008, parla dell'edificio abbraccia assieme al campanile la chiesa, sacro come mezzo di testimonianza della la quale avrà una facciata che permetterà fede. la visibilità dell'interno a chi passa, fedele Don Vittorio Brunello, parroco di Beata e o meno, destinatario di un messaggio spi- Solato, vede la struttura religiosa nel suo rituale. complesso come strumento primario per La pietra locale, presente nei rivestimenti, rafforzare la fede e per la socializzazione lega la nuova chiesa al territorio camuno. delle famiglie. Il progetto è dell'architetto Giorgio Ema- Della nuova chiesa si parlava mentre era nuele Montini ed è finanziato in parte con parroco Don Gottardo Pellegrinelli (morto l’8 per mille; mentre per il resto attingerà nel 2004) e vescovo di Brescia mons. Giu- alla generosità degli enti locali e dei fedeli. lio Sanguineti. Ancora qualche anno, dunque, e poi la Be- L'attuale chiesetta, costruita attorno al ata avrà la sua nuova parrocchiale, per la 1747, era diventata parrocchiale nel 1922, cui intitolazione saranno di suggerimento il staccandosi da Piancamuno. cammino e le esigenze attuali della comunità cristiana. Resterà in attività per le esigenze della co- munità, mentre la centralità dell'impegno SEBASTIANO PAPALE LETTERE DALL’EREMO È IN INTERNET AL SITO: www.eremodibienno.it (pubblicazioni)