[email protected] Ricordo Di Paola Clemente Attraverso Una
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_ n.3 Anno VI N. 52 | Luglio 2017 | ISSN 2431 - 6739 Quando c’erano la miniera e la fabbrica. Ricorrenze Cinema e classe operaia Ricordo di Paola Così scrivevo, qualche e scrittura. Così poetavo di ritorno dal cantie- tempo fa, per www. re: “Lavoro e non so lavorare”. Mi sentivo an- Clemente attraverso manifestosardo.org: ch’io come Charlot stritolato dagli ingranaggi, una cultura non “Non è più possibile, dalle ruote dentate, un corpo ferito. La fabbri- in questo tipo di so- ca come conoscenza diretta era di là da venire, omologata cietà, un ruolo gram- di lì a poco. Ancora la racconto con il senso del Ma un giornale di cul- sciano per gli intellet- cinema operaio che ha superato gli schemi del tura, di cinema, ha il tuali, un materialismo realismo socialista, forse non gli è mai appar- dovere di trattare della Natalino Piras storico su cui poggiare tenuto. Stalin, vuol dire acciaio di fabbrica so- realtà e di ricordare e fare affidamento, un poetare operaio come viet, le sue eroine ed eroi stakanovisti raccon- Paola Clemente morta prassi del pensare e come prassi del fare. Non tati dal cinema e dalla letteratura di regime il 13 luglio 2015? Paola c’è più classe operaia, liquefatta anch’essa non hanno mai abitato, come reale, la Barba- non era un’attrice e dentro gli egoismi del brutto che ha del tutto gia del lavoro. A proposito, un film del tempo non apparteneva al soppiantato la categoria della solidarietà”. del fascismo, Acciaio (1933) del tedesco Walter mondo dell’arte e della Eppure, quando ero operaio e amavo il cine- Ruttmann scritto da Luigi Pirandello, è un’o- cultura. Era solo una ma che metteva al centro la classe operaia sen- pera di finzione e insieme documento che sa Angelo Tantaro dannata della terra che tivo che questa solidarietà esisteva e aveva come dire la vita degli operai della fonderia di lavorava 12 ore, più il una sua funzione: come se fosse stato possibi- segue a pag. 37 viaggio, schiattata nei campi, sotto il sole, per le fare convivere lo status di compagno e quel- guadagnare 27 euro al giorno. Aveva 49 anni. lo di amico. Erano gli anni Settanta. Ancora Viveva insieme a suo marito e ai suoi tre figli a mi emoziona un film come I cospiratori (The San Giorgio Jonico. Usciva da casa alle 2 del Molly Maguires, 1970) di Martin Ritt, regista mattino. Prendeva l’autobus alle 3 per rag- che ha nella sue corde la narrazione di vite, e giungere i campi nei pressi di Andria dove ar- morti, operaie, Norma Rae (1979) per tutti. I rivava intorno alle 5.30. Ritornava a casa non cospiratori, minatori della Pennsylvania, lud- prima delle 17, a essere fortunata. Guadagnava disti, verranno scoperti e impiccati dopo che un salario da schiavitù, ma per lei e la sua fa- un agente federale si è infiltrato tra di loro. Il miglia era una benedizione e per questo “do- sabotaggio dei mezzi di produzione e di sfrut- no” lei e tutti gli altri dannati erano disposti a tamento, sono un leit-motiv del cinema ope- farsi umiliare dai moderni caporali infiocchet- raio se questo è sentito come tale. Anche tati in “agenzia interinale”. Ma solo il 13 luglio quando è un classico come Tempi moderni (Mo- di due anni fa si scopre che ci sono ancora ca- dern Times, 1936) di Chaplin, Charlot ingoiato porali e scafisti? L’ex analfabeta e bracciante di dalla catena di montaggio, tipo da fabbrica che Cerignola, il sindacalista Giuseppe Di Vittorio, più non si può. Cinema e lavoro salariato hanno lo sapeva già, come ricordavano Lizzani e Del avuto in me diverse coincidenze, quando ero ra- Sette nel loro Giuseppe Di Vittorio. Voce di ieri e di gazzo. Cinema, fabbrica, disoccupazione, poesia Lo “Ius soli” di Pierfrancesco Uva oggi. Di Vittorio esortava a non togliersi più il berretto davanti al padrone e avvertiva di mu- XII Edizione nirsi dell’arma più forte che è la cultura. Dice- va che i braccianti andavano difesi. E’ gente abituata a lavorare, a stare in silenzio e co- Sardinia stretta a dare parte del loro compenso al capo- rale. Ma oggi scopriamo che in questo sistema, Film che riporta il Paese indietro nel tempo fino agli anni Cinquanta, i diritti sindacali acquisiti dai Festival lavoratori e dalle lavoratrici nel corso degli an- INTERNATIONAL ni si sono persi nuovamente con l’uragano di SHORT FILM nuovi poveri provenienti da altri mondi. Tutti AWARD i dannati della terra preferiscono non denun- ciare la loro situazione perché hanno paura di perdere il posto di lavoro ed essere sostituiti Evento appena concluso. Nostro servizio da Aghero(SS) 26 giugno | 1 luglio, Masterclass di da altri più disperati. E’ con questa visione sul- Gianluca Arcopinto, Beppe Lanci, Béla Tarr e premio alla carriera al regista ungherese. le ingiustizie della realtà che siamo convinti Il festival prosegue a Villanova Monteleone (SS) – Agosto -Documentary | Bosa (Or) - Set- sia giusto che anche una rivista di cinema si ri- tembre - Animation cordi di questa triste ricorrenza. La tenacia sin- segue a pag. 16 dacale di qualche dirigente che tenta la disperata segue a pag. successiva [email protected] n. 52 segue da pag. precedente Una legge sbagliata riscossa in solitudine o la volontà di qualche regista come Vicari che un anno dopo si inte- La legge 220 è una legge sbagliata per 10 resserà di Eli, un’altra dannata, protagonista di una storia simile in una città come Roma, motivi + 1: fanno emergere altre storie che altrimenti ri- marrebbero sommerse, destinate a sparire nel 1. È una legge non innovativa: invece di istituire, come è avvenuto nulla. Sbaglia chi pensa che il cinema sia un in tutta Europa, un unico centro nazionale responsabile in materia di ci- mero spettacolo circense di evasione. Chi ha la nema e audiovisivo, mantiene la struttura organizzativa risalente al fa- scismo: ministero + istituzioni vassalle (CSC, Luce/Cinecittà, Biennale Cinema)+ corporazioni del settore (Anica, Agis, ecc.). 2. È una delega in bianco alla politica: la politica anzi i politici sono i principali beneficiari della legge stessa: dispongono infatti di molte più risorse da assegnare sulla base di criteri fissati in modo del tutto arbitra- rio o discrezionale da parte dei politici stessi. Giovanni Ernani 3. È una legge azzeccagarbugli: invece di essere una legge auto-ap- plicativa , come previsto dalla promessa riforma Renzi della P.A., per re- alizzare il precedente obiettivo la legge ha previsto un iter inutilmente complesso di attua- zione (decreti ministeriali, dpcm, bandi, circolari, decreti delegati) senza valutarne difficoltà e i tempi . 4. È una legge burocratica: scritta da burocrati per compiacere politici ingenui e vanitosi e per attribuire tutti i poteri decisionali a se stessi senza alcuna apparente responsabilità. 5. È una legge arrogante e velleitaria: non ha regolato il passaggio da un sistema all'altro di- mostrando tutta la propria indifferenza nei confronti dei beneficiari diretti o indiretti del- la legge stessa, siano essi le imprese, da mesi senza più riferimenti, senza sostegni finan- ziari, abbandonate a livello di rapporti internazionali, o il pubblico. 6. È una legge anacronistica: insiste sulla centralità del prodotto e della sala invece di ade- guarsi agli obiettivi europei della cultura, dell'accessibilità per il pubblico e dello sviluppo del pubblico. 7. È una legge malsana: produrrà un'ipertrofia della produzione cinematografica e audiovisi- Paola Clemente madre di tre figli morta il 13 luglio va e della promozione. Se nel 2004 (fine legge 1213) si producevano oltre 100 film, nel 2016 2015 sotto il sole (fine legge Urbani) si sono prodotti oltre 200 film, nel 2018, con la nuova legge, si produr- sensibilità di occuparsi di cinema o di cultura ranno forse 300 film. I politici, poi, potranno realizzare e finanziare ogni tipo di iniziativa in genere, deve ricordarsi anche dopo due an- di promozione, per quanto inutile o cervellotica, in Italia o all'estero. ni di Paola e della sua maledetta storia. Paola è 8. È una legge per l'industria del cinema e dell'audiovisivo non per la cultura del cinema e importante come Anna Magnani che nel cine- dell'audiovisivo: le opere cinematografiche non sono più d'interesse culturale e, infatti, la ma ha sempre interpretato donne di grande legge si occupa per l'82% di finanziare l'industria e per al massimo il 18% di buone intenzio- valore, commuovendoci. E’ dovere di una rivi- ni. Non si comprende perché se ne occupa il Ministero della Cultura invece che il Ministero sta di cinema ricordare Paola che ci riporta ad dello sviluppo economico. La legge non si preoccupa del cinema come bene culturale, ag- Eli interpretato dalla deliziosa Isabella Arago- giornando il relativo testo unico, né di modificare le norme sul diritto d'autore, per favorire nese nel toccante film “Sole cuore amore” che la massima circolazione delle opere in particolare quelle prodotte con risorse pubbliche. abbiamo visto alla festa del cinema di Roma lo 9. È una legge fiscalmente ingiusta: ha stabilizzato le agevolazioni fiscali come tax-credit ma scorso anno e finalmente recentemente uscito senza rispettare il principio della progressività, previsto dall'articolo 53 della Costituzione, nelle sale. Cosa resterà di Paola e di mille come e non ha reintrodotto il tax-shelter (detassazione degli utili) favorendo chi spende piutto- loro se non le ricordiamo anche noi? La Sala sto che chi fa ricavi. Ministri del ministero delle politiche agricole 10. È una legge discriminante: degrada le Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica, alimentari e forestali che è stata intitolata a le uniche riconosciute dallo Stato, al rango degli altri soggetti attivi nel campo della promo- Paola Clemente il 28 marzo scorso dal Mini- zione cinematografica; pone i circoli del cinema, associazioni laiche, anch'esse riconosciu- stro Martina e dalla Presidente della Camera te dallo Stato, sullo stesso piano delle sale ecclesiali dipendenti da autorità religiose.