Tesi Di Laurea
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Corso di Studio in Scienze Motorie "Il ruolo del portiere, metodologia, linee guida e differenze nel calcio internazionale." Relatore: Prof. Ferretto Ferretti Candidato: Matteo Bonavolontà Matr. N. 204699 Anno Accademico 2019-2020 1 INTRODUZIONE Questa tesi posso dire che nasce da molto lontano, perché riassume le esperienze, che ultimamente ho vissuto, scandite da tanti viaggi con aerei, treni, navi, pullman e macchine. Un movimento continuo, un cambiamento continuo. Ed è con orgoglio e passione che in essa mi preme raccontare e spiegare, non solo il mondo del portiere con tutte le sue sfaccettature tecniche, fisiche e filosofiche, ma i diversi mondi e i diversi continenti dove ho avuto la fortuna di lavorare, e grazie ai quali ho accumulato un bagaglio di esperienza straordinario e profondo. La premessa fondamentale è che il ruolo del portiere non cambia, magari si evolve o viene interpretato diversamente, ma ciò che cambia è il diverso modo di interagire con gli allievi e viceversa. Questa diversità è dettata dalle variegate culture, modi ed usanze differenti dalle nostre, ma ad ogni modo congiunte da un obiettivo comune, ovvero la passione per il calcio e l’amore per la nostra casa: “LA PORTA” da difendere. La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più.” (Fabian Barthez) Il ruolo del portiere è soggetto a molti eventi nefasti, vari attacchi degli avversari che cercano di violare la porta e batterlo a suon di tiri e colpi. È un ruolo molto particolare, è come uno sport dentro un altro sport. C’è poco da girarci intorno, siamo soli e spesso abbandonati al nostro destino e in questo nostro destino solo il sacrificio, la passione, l’amore, l’impegno e l’allenamento continuo possono indirizzarci verso una via positiva, fatta di successi e vittorie. Per me la vittoria più bella è creare le fondamenta per un bambino e invogliarlo a ricoprire questo difficile ruolo con entusiasmo e passione, fino a quando indossa i guanti da portiere e sente che non li deve togliere più per tutta la vita. È un po' come il mantello o la corazza per un super eroe, i guanti sono il nostro mantello, la maglia numero uno è la nostra corazza e ci danno la forza per affrontare ogni sfida, anche la più difficile. “I portieri sanno che è difficile per loro di compensare eventuali errori che potrebbero commettere. È una posizione che richiede concentrazione totale. Non si può mai permettersi di rilassarsi.” (Gianluigi Buffon) Scrivo in prima persona perché un po' mi sento ancora un portiere, ho avuto una breve carriera ma molto intensa e ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi maestri del ruolo. Ancora tengo dentro di me i loro insegnamenti che provo a trasmettere, mettendoci un po’ di mio, ai miei allievi in tutto il mondo. In questa tesi vorrei farvi vivere, almeno in parte, i miei viaggi e le mie esperienze ma soprattutto testimoniare il lavoro sul campo e su una metodologia che è in continua evoluzione e miglioramento, dovuta ai grandi cambiamenti che ci sono stati nel calcio negli ultimi trent’anni, ma con una certezza: LA TECNICA! Matteo Bonavolontà 2 INDICE: Capitolo 1 Aspetti e avviamento al ruolo 1.1. Cosa significa essere portiere 1.2. Avviamento al ruolo 1.3. Le basi tecniche della scuola portieri italiana 1.4 Aspetti fisici, condizionali e i meccanismi energetici del portiere 1.4. Aspetti Tattici 1.5. Aspetti psicologici 1.6. Metodologia di allenamento Capitolo 2 L’allenatore dei portieri 2.1 Competenze 2.2. Approccio e relazioni varie 2.3 Lavoro a 360 gradi 2.4 La filosofia della scuola portieri italiana Capitolo 3 Esperienze e risultati 3.1 Settore giovanile Lazio 3.2 Nazionale femminile Trinidad & Tobago 3.3 Nazionale Cina 3.4 Scuola portieri A.S.D. ImParando Academy 3.5 Differenze Italia-Estero 3.6 Questionari di ricerca, confronto e sviluppo. Capitolo 4 Conclusioni 3 Ringraziamenti Alla mia compagna di vita Federica, per il supporto giornaliero e per aver condiviso e incentivato il mio percorso attuale, per essermi sempre stata al fianco sia nei momenti positivi e sia in quelli meno, è la persona che riesce a darmi forza e l’amore quotidiano in tutto ciò che faccio, rendendomi migliore di quello che ero. Alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato a partire da mio padre Elio sempre presente al mio fianco e per avermi fatto iniziare a coltivare il mio sogno, mia madre Paola che mi ha illustrato sempre la corretta via con forza e sensibilità, a mia sorella Giorgia che è la mia prima tifosa insieme ai miei suoceri Francesco e Caterina e mia cognata Valentina che anche se sono lontani la loro spinta si è sempre sentita. Al mio relatore prof. Ferretto Ferretti per aver sposato in pieno il mio progetto guidandomi con professionalità, competenza e passione, a tutti i professori e i tutor che sono stati fantastici a trasmettermi le loro competenze in questo fantastico viaggio, a tutti miei allievi della Imparando Academy che ogni giorno mi aiutano a scoprire un mondo fatto di amore e passione per questo ruolo e mi rendono orgoglioso dei loro successi, allo staff dell’ Imparando Academy che quotidianamente mi supportano nel lavoro e soprattutto nel confronto e aggiornamento continuo rendendomi sempre migliore. A tutti i miei compagni di viaggio ed agli amici, in special modo ad Andrea e Stefano che sono come dei fratelli, a Max, Emanuele e Roberto per il supporto quotidiano e la loro spinta che non è mai mancata, un grazie speciale va alla mia amica e grande professionista Isabella Gasperini che ha saputo sempre supportarmi ed aiutarmi nei momenti più delicati. A tutti i miei mister in special modo a tutti gli allenatori dei portieri che ho avuto nella mia carriera da portiere, perché mi hanno lasciato dentro tanto e grazie a loro ancora oggi riesco a trasmetterlo ai miei allievi, ringrazio ogni singolo minuto trascorso in campo con i miei ragazzi/e in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi condizione atmosferica, qualsiasi minuto di allenamento in qualsiasi lingua, perché mi ha permesso e mi permette di vivere il mio sogno giornaliero. A tutti gli allenatori dei portieri che hanno contribuito rispondendo alle mie domande con gentilezza, disponibilità e tanta competenza, hanno dimostrato che esiste il confronto e il grande rispetto nel nostro lavoro, a tutti i portieri che ho allenato e soprattutto a quelli che hanno risposto alle mie domande con sincerità, passione e amore per il ruolo, li ricordo tutti con tanto affetto perché sono parte integrante del mio percorso da allenatore dei portieri. Conosco quell’emozione misto a frustrazione, vivendola spesso sulla mia pelle e quindi non posso che dedicarla a tutti i portieri che soprattutto dopo un goal subito, devono rialzare la testa velocemente e andare avanti più forti di prima, con la speranza e consapevolezza che ci sarà sempre una parata successiva, perché la vita è fatta di cadute ma soprattutto di rialzate, che determinano la forza ed il coraggio di ognuno di noi. Questa tesi testimonia non solo il mio lavoro e le mie avventure nel mondo ma è un valido supporto a chi giornalmente si impegna ad aiutare la crescita del movimento e di questo ruolo affascinante e ci tengo a ringraziare anche loro. Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni ed io penso che con questa laurea che sta per arrivare ne abbia realizzato uno tra quelli in cima alla lista! GRAZIE! 4 CAPITOLO 1 1.1.Cosa significa essere portiere “E’ un ruolo ingrato, basta esserne consapevoli, saper reagire alle difficoltà, essere sempre lucidi.” (Josè Manuel Reina) Essere portieri è uno stile di vita, un modo diverso non solo di giocare ma anche di vivere, un portiere ha una sua sfera emotiva chiusa dentro la sua area di rigore che possiamo benissimo paragonare al suo castello da proteggere dagli attacchi continui degli avversari. Questo castello non è solo il suo ma è di proprietà di un’intera squadra, di un’intera società, di un’intera città e a volte di un’intera nazione. Le responsabilità crescono, ci sono sempre, il margine di errore è sempre minimo, per questo è un ruolo da tutelare, da proteggere e da curare fin dalle prime fasce d’età. “Il portiere è un ruolo a rischio, ti martellano e tu sei solo. Ti devi prendere la responsabilità, anche se agisci d’istinto” (Emiliano Viviano) Perché un bambino sceglie di fare il portiere? Coraggio: Un bambino alla prima esperienza che si posiziona in quella porta, da solo, con una maglia diversa e con i guanti, che prova a fermare l’azione altrui, per me ha già vinto! Originalità: tutti i bambini vogliono fare goal, vogliono imitare i campioni come Ronaldo e Messi, vogliono correre e sfogare i propri talenti liberi da vincoli, ma chi sceglie di imprigionarsi in quella porta, in quell’area di rigore rispettando regole diverse, ha un talento diverso e forse qualcosa in più rispetto agli altri bambini. Imprigionarsi non è la parola giusta anche se sembra così, ma basti pensare che è l’unico giocatore che può prendere la palla con le mani e questo lo chiamiamo limite? Io direi proprio di no! Fisico: anche l’altezza e le doti fisiche influenzano la scelta, tuffarsi e bloccare un pallone richiede una coordinazione più complessa di calciare un pallone, una predisposizione innata, il fisico e la genetica sicuramente aiutano la scelta ma non necessariamente è così, anche un bambino meno alto, ma atletico e coordinato può essere più efficace nel gesto tecnico. Un altro motivo della scelta di questo ruolo può essere legato al modello del campione che vedono in tv, nei social, nelle riviste; le loro maglie sgargianti colpiscono i bambini più vivaci e speciali.