TESI Con Frontespizio.Rtf

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TESI Con Frontespizio.Rtf Università degli Studi di Padova Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità Corso di Laurea Specialistica in Storia Moderna e Contemporanea Le ragioni dei Giusti Azioni, tecniche e motivazioni dei "Giusti" italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, 1941 - 1945 Relatore: Professoressa Monica Fioravanzo Laureando: Davide Spada Pianezzola Matricola n.: 585736 Anno Accademico: 2013 - 2014 1 2 I N D I C E Incipit . ............................................................................................5 CAPITOLO 1 STORIA DELL’ANTISEMITISMO . ...... 9 Sulla definizione del termine antisemitismo...................................9 I volti dell'antisemitismo....................................................................... 11 L'antisemitismo religioso: le origini .............................................13 Una leggenda dalla lunga vita: gli omicidi rituali.........................15 L'antisemitismo religioso: dal Medioevo al Secolo dei lumi. .......19 L'antisemitismo nazionalista: l'ebreo come ‘serpe in seno’. ........31 L’antisemitismo scientifico: l’ebreo ‘geneticamente inferiore’....50 L’antisemitismo scientifico in Italia .............................................61 Un antisemitismo di facciata? . .....................................................77 CAPITOLO 2 LE RAGIONI DI UNA SALVEZZA. .... 89 Opportunità o carattere?. ............................................................100 I perché dell’altruismo . ..............................................................117 Lo Yad Vashem. .........................................................................124 CAPITOLO 3 GIOVANNI PALATUCCI. ................. 139 Il trasferimento a Fiume. ............................................................142 Il canale fiumano. .......................................................................161 L’ 8 settembre. ............................................................................177 Gli ultimi giorni di un giusto. .....................................................188 La polemica su Palatucci: spunti di riflessione...........................197 CAPITOLO 4 GIORGIO PERLASCA. ....................... 211 Breve storia degli ebrei ungheresi. .............................................220 3 Budapest, l’inizio dell’assistenza agli ebrei................................225 Perlasca diplomatico spagnolo....................................................234 Solo contro lo sterminio ..............................................................250 La distruzione del ghetto di Budapest.........................................258 Epilogo: la comunità ebraica ungherese dopo lo sterminio........269 Raul Wallenberg e Giorgio Perlasca: un parallelismo...............271 APPENDICE ................................................................. 285 Intervista a Franco Perlasca.........................................................291 BIBLIOGRAFIA ........................................................... 295 4 Incipit Il titolo "le ragioni dei Giusti" indica in primo luogo le motivazioni, le ragioni appunto che portarono alcune persone a rischiare la propria vita per salvare quella di individui sconosciuti. Ma esso indica anche le tecniche e le strategie con cui i Giusti seppero "avere ragione" sui loro antagonisti. Non una, ma mille volte i Giusti riuscirono a prevalere su avversari più forti di loro, al punto tale che il termine "avere ragione" può quindi declinarsi al plurale. Questo studio intende analizzare le azioni di alcuni Giusti italiani e, in un breve capitolo, tentare di comprendere le ragioni per cui decisero di agire. La generosità, la solidarietà, l'empatia... sono tutti pregi innati o possono essere acquisiti? Quanto contano l'educazione familiare, la religione, la scuola, gli incontri giovanili? Sorprendentemente gli studi in questo campo non sono numerosissimi ed appartengono più all'ambito della psicologia e della sociologia che a quello della storia. Studiosi come Samuel Oliner, Daniel Batson, Steven Baum hanno analizzato dal punto di vista psicologico le ragioni dei Giusti fra le Nazioni (in particolare) e delle persone generose ed altruiste (in generale); tuttavia tali analisi risulterebbero incomplete se non fossero inserite in una precisa cornice storica. Solo essa infatti permette di inquadrare esattamente le modalità in cui queste azioni di protezione si svolsero, i rischi affrontati dai salvatori e dai loro protetti, le tipologie precise degli attori coinvolti in quello che fu probabilmente il dramma più grande della storia umana, sia per la sua magnitudo che per la sua estensione. La tesi si avvale di una ricerca condotta prevalentemente su fonti a stampa, memorialistica e opere letterarie e storiografiche, di cui la più parte in lingua inglese, in quanto molte di esse non sono ancora state tradotte in lingua italiana o sono di difficile reperimento. Di particolare utilità è stato il Dizionario 5 dell’Olocausto curato da Walter Laqueur: un’opera che permette di comprendere sia i tratti generali e comuni della Shoah sia i dettagli che la differenziarono nei vari Stati europei. Non è stato possibile lavorare direttamente su documenti originali in quanto l’estesa documentazione sui Giusti fra le Nazioni è presente quasi interamente nel museo Yad Vashem di Gerusalemme. Fortunatamente tali preziosi documenti sono in corso di digitalizzazione ed entro alcuni mesi dovrebbero essere resi accessibili nella loro interezza agli studiosi del mondo intero. Grazie alla cortese collaborazione del Museo, lo scrivente ha comunque potuto consultare il fascicolo dedicato a Giorgio Perlasca, che era già stato digitalizzato: alcune sue pagine sono presenti in appendice. La tesi si articola in quattro capitoli. Nel primo si analizza lo sviluppo del pregiudizio antiebraico; dalla sua nascita come odio religioso alla sua evoluzione in pregiudizio nazionalista ed alla sua ultima spietata manifestazione: il razzismo genetico. L'analisi dimostrerà come l’odio nei confronti degli ebrei non fu creato ad hoc dal nazismo ma fu piuttosto una realtà nascosta, un fiume carsico di disprezzo (e al tempo stesso timore) che riemerse ad intervalli irregolari nel corso della storia sotto forma di persecuzioni occasionali, di sanguinosi pogrom ed infine della spaventosa Shoah. Sono stati utilizzati in particolare gli studi di Leon Poliakov, Randolph Braham, Martin Gilbert, Walter Laqueur e Renzo De Felice. Particolare attenzione è stata data alla realtà storica italiana ed in particolar modo al Manifesto della razza, che viene analizzato punto per punto. Da tale analisi si comprenderà come i Giusti fra le Nazioni dovettero operare in un ‘mondo capovolto’, in cui l’odio e la violenza erano leggi dello Stato, mentre l’uguaglianza fra le persone e la difesa dei deboli erano dei crimini da perseguire severamente. Intere società avevano accettato, più o meno entusiasticamente, tale capovolgimento dei valori e solo poche persone ebbero la forza di volontà di mantenere fede ai propri ideali, di affermare con le parole e con l’esempio: «Etiam omnes, ego non». 6 Nel secondo capitolo si cerca di identificare le ragioni per cui i Giusti rischiarono la propria vita per salvare gli ebrei perseguitati. Si proverà a rispondere all’interrogativo se tale salvezza avvenne più per ragioni caratteriali (pura empatia) o per motivi di opportunità (risorse particolari di carattere economico-sociale possedute solo dai Giusti). Si vedrà come i Giusti appartenessero a tutte le categorie sociali e come abbiano prestato la loro opera di assistenza unendo coraggio fisico, grande lucidità ed enorme inventiva. Si cercherà di comprendere se esista comunque un nesso fra tutti i salvatori di ebrei; se tale denominatore comune sia legato ad una situazione straordinaria ed irripetibile o non possa piuttosto essere coltivato con cura per un eventuale uso futuro. Viene anche presentata una breve storia dell'istituzione dello Yad Vashem ed una spiegazione della metodologia utilizzata per proclamare una persona "Giusto fra le Nazioni". Il terzo capitolo tratta della figura di Giovanni Palatucci, il ‘questore Giusto’ di Fiume. Verrà narrata la sua biografia ed esaminata nel dettaglio la metodologia dei suoi numerosi salvataggi, relazionandoli con il particolare sfondo storico in cui si realizzarono. Il paragrafo finale è dedicato alla breve quanto aspra polemica storiografica sulla figura di Palatucci, scoppiata nell'estate del 2013 ma rapidamente esauritasi perché basata più su illazioni e pregiudizi che su dati e documenti storici. Si cercherà brevemente di comprendere le ragioni per cui tale polemica sia nata e se essa non sia legata a ragioni che vanno ben oltre la figura del Giusto esaminato. Il quarto capitolo è dedicato a Giorgio Perlasca, il Giusto padovano che prestò la sua opera salvifica in Ungheria. Anche in questo caso verrà studiata la sua biografia, le tecniche di salvataggio e la cornice storico-politica in cui il salvatore si trovò ad agire. Il paragrafo finale è dedicato ad un'analisi comparata fra la figura di Giorgio Perlasca e quella del più famoso Raoul Wallenberg, due Giusti che agirono in parallelo con dei metodi molto simili nella 7 forma ma profondamente diversi nella sostanza. Nell’appendice sarà possibile esaminare parte del fascicolo dello Yad Vashem dedicato a Giorgio Perlasca, con la copia di alcune lettere di protezione di ebrei ungheresi e con dichiarazioni autografe che testimoniano il suo impegno per la salvezza degli ebrei di Budapest. È inoltre presente una breve intervista a Franco Perlasca, figlio di
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