Sistemi Zootecnici E Pastorali Alpini Prof. Michele Corti

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Sistemi Zootecnici E Pastorali Alpini Prof. Michele Corti Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti Dispensa del Corso Corso di laurea in : Tutela e valorizzazione dell’ambiente e del territorio montano Introduzione L’importanza della zootecnia nella vita delle comunità alpine è legata ai vincoli imposti dal clima sulla possibilità di esercizio della attività agricola. Innanzitutto nelle Alpi il terreno agrario è scarso e poco produttivo. La zootecnia più di altre attività agricole si presta all’utilizzo di zone vegetative poste a diverse altitudini sfruttando risorse foraggere erbacee ma anche arbustive ed arboree. Dove l’uomo non è in grado di utilizzare le superfici coltivandole con piante alimentari il ruminante si inserisce come anello intermedio indispensabile di una catena trofica che nella veste di consumatore consente di convertire le risorse dei pascoli naturali ottenibili in condizioni nelle quali ogni attività agricola è preclusa in alimenti ad elevato valore biologico. Ciò vale per ambienti estremi per condizioni di temperatura e di piovosità come le steppe e le tundre alle quali si avvicinano come visto alcuni degli habitat della montagna alpina. Il ruolo fondamentale dell’allevamento animale nell’economia tradizionale delle comunità alpine è anche legato alla capacità degli animali di utilizzare una parte della produzione foraggera ottenibile durante il periodo vegetativo in modo differito consentendo all’uomo di alimentarsi con prodotti ricchi di principi nutritivi come le vitamine scarsamente presenti nei prodotti di origine vegetale conservati con le tecniche tradizionali. Parlare di agricoltura e di allevamento nei termini delle attività di tipo specializzato che ci sono più famigliari al giorno d’oggi appare inadeguato. Più adeguato risulta fare riferimento, nel caso dei sistemi produttivi dell’agricoltura di montagna al concetto di agropastoralismo che in qualche modo si avvicina al concetto tedesco di Alpwirtshaft . Il concetto di pastoralismo è spesso limitato nell’accezione corrente a sistemi produttivi ovi-caprini più che più di quelli bovini, che hanno conosciuto a partire da più lungo tempo un processo di specializzazione e di intensificazione produttiva, mentre i primi sono rimasti legati alle tradizionali modalità estensive del territorio. E’indicativo comunque che il termine molto utilizzato di spazio “agrosilvopastorale” comprenda anche quelle risorse pascolive (inquadrate nel sistema delle alpi o malghe) che nelle Alpi sono utilizzate principalmente con i bovini e che in Lombardia occupano ben 200.000 ha pari al 20% della superficie territoriale montana. Mentre oggi possiamo distinguere tra sistemi zootecnici alpini “di valle” e sistemi “integrati” che continuano ad utilizzare, sia pure in forme diverse dal passato, le varie fasce altimetriche del Tab.4 - Numero aziende con allevamenti e numero di capi per categorie di bestiame per zona altimetrica. BOVINI E BUFALINI OVINI E CAPRINI EQUINI SUINI TOTALE N. aziende N. capi N. aziende N. capi N. aziende N. capi N. aziende N. capi N. aziende LOMBARDIA 19.238 1.622.737 5.258 145.189 4.265 19.801 7.079,0 3.843.360 33.765 Var%1990-00 -44,9 -17,2 -39,3 -0,9 -36,3 -16,5- 55,4 33,5 -53,2 MONTAGNA 6.414 89.758 3.790 88.312 2.018 6.245 2.852,0 15.864 11.426 Var%1990-00 -44,6 -19,7 -39,1 -8,1 -33,5 -3,5- 60,7 -38,8 -59,2 COLLINA 2.736 119.526 732 19.615 865 5.295 1.120,0 141.541 5.458 Var%1990-00 -49,5 -26,2 -34,7 -4,5 -32,5 -28,5- 59,0 -2,3 -57,9 PIANURA 10.088 1.413.453 736 37.262 1.382 8.261 3.107,0 3.685.955 16.881 Var%1990-00 -43,7 -16,2 -43,9 25,1 -41,8 -16,1- 47,2 36,1 -45,9 2 Fonte: ISTAT V Censimento dell'agricoltura territorio montano, in passato l’integrazione delle risorse del fondovalle con quelle dei versanti Tab.5 - Numero medio di capi delle aziende con allevamenti ed incidenza percentuale degli allevamenti per categoria di bestiame per zona altimetrica. inc%sul totale inc%sul totale inc%sul totale inc%sul totale inc% aziende Bovini e Ovini e aziende con aziende con Equini aziende con Suini aziende con con allevamenti bufalini allevamento caprini allevamento allevamento allevamento sul totale LOMBARDIA 1990 56,1 48,4 16,9 12,0 3,5 9,3 181,3 22,0 54,6 2000 84,4 57,0 27,6 15,6 4,6 12,6 542,9 21,0 44,9 MONTAGNA 1990 9,7 41,3 15,4 22,2 2,1 10,8 3,6 25,9 62,3 2000 14,0 56,1 23,3 33,2 3,1 17,7 5,6 25,0 62,5 COLLINA 1990 30 42 18,32 8,6 5,78 9,9 53,0 21,1 50 2000 43,7 50,1 26,8 13,4 6,1 15,8 126,4 20,5 36,3 PIANURA 1990 94,1 57,4 22,7 4,2 4,1 7,6 460,2 18,9 51,1 2000 140,1 59,8 50,6 4,4 6,0 8,2 1.186,3 18,4 40,3 Fonte: ISTAT V censimento dell'agricoltura (dove erano distribuiti i maggenghi) e delle alpi era la norma dettata dalla necessità della sopravvivenza. Le risorse naturali erano utilizzate sfruttando al meglio (in senso spaziale e temporale) la differenziazione di periodi vegetativi e di produttività determinata dalla presenza di microclimi e di gradienti vegetazionali. Il periodo in cui gli animali erano mantenuti nella stalla nel villaggio veniva ridotto al minimo indispensabile. Bisogna pensare in base a quanto sopra ricordato che in passato il fondovalle era occupato da campi coltivati che si spingevano in alto lungo i versanti solivi, sfruttando all’inverosimile ogni fazzoletto di terra mediante i sistemi di terrazzamenti ed un lavoro oneroso di bonifica (spietramento, drenaggi, riporto di terreno agrario). In conseguenza le superfici da affienare in fondovalle erano scarse. Il fieno 1 pertanto veniva prodotto dovunque si potesse utilizzare la falce 2 (altezza del cotico, pendenza e pietrosità permettendo). Si falciavano i maggenghi ma anche le superfici più produttive degli alpeggi (i grassi. gràss). Tutt’oggi nelle situazioni migliori non è raro vedere prati falciati a 2.000 m di altitudine. Il fieno prodotto nei maggenghi in parte serviva da scorta per l’anno successivo quando, ancora a primavera prima della ripresa vegetativa il bestiame veniva colà trasferito ma in parte veniva portato a valle (spesso con slitte o gerli). La necessità di massimizzare le scorte di foraggio spingeva ad utilizzare tagliandolo con il falcetto il “fieno selvaico” ( ìsiga , Festuca varia) che si sviluppa su terrazzi rocciosi al di sopra della zona dei pascoli inaccessibili ai bovini. Dal punto di vista strettamente zootecnico il grado di integrazione dell’allevamento con le risorse del territorio era espresso anche dalla composizione (specie e categoria di età) del bestiame allevato da ciascuna famiglia. Anche le famiglie in grado di allevare una o più vacche da latte (grazie al 1 al fén , ma il prodotto del secondo taglio era chiamato digöir o rebùt ) 2 ranza 3 possesso di prati falciabili del fondovalle) non rinunciavano a mantenere anche qualche pecora e capra oltre al bestiame di “bassa corte”. Ciò consentiva non solo di ottenere una varietà di prodotti per l’autoconsumo (lana per la confezione di indumenti, latte di capra per i bambini), ma anche di utilizzare al meglio ed in modo complementare le risorse pascolive sfruttando le diverse esigenze nutritive ed il diverso comportamento al pascolo dei diversi tipi di animali. In passato come oggi alle vacche da latte sono riservate le superfici di pascolo migliori, con maggiore produttività e pendenza meno accentuata mentre le manze, e ancor più le pecore e le capre si devono accontentare di pascoli magri o caratterizzati da forti pendenze raggiungendo spesso le creste e le vette e arrestandosi solo al limite delle nevi perenni. I sistemi zootecnici della montagna alpina oggi sistema di vacche da latte stabulazione prati temporanei e “fondovalle” permanente permanenti, acquisto limitato foraggi extra- aziendali vacche da latte pascolo confinato su prati-pascoli temporanei terreni aziendali e permanenti, acquisto limitato foraggi extra- aziendali vacche da latte stabulazione acquisto prevalente permanente foraggio extra-aziendale (anche insilati) capre da latte razze stabulazione acquisto prevalente selezionate permanente foraggio extra-aziendale sistemi “valle- vacche da latte, giovane tutto il bestiame in ridotto acquisto foraggio alpeggio” bestiame bovino, capre alpeggio extra-aziendale da latte vacche da latte, giovane vacche da latte o acquisto foraggio extra- bestiame bovino, capre vacche più produttive aziendale variabile da latte, equini stabulazione permanenente sistemi transumanti ovini da carne svernamento in acquisto foraggio invernale pianura, alpeggio di soccorso sistemi estensivi bovini, ovini, caprini, produzione carne, equini custodia ridotta, utilizzo risorse marginali sistemi di ovini da carne manutenzione di aree per intervento di enti “servizio” destinate attività territoriali o turistici extraagricole 4 Al fine di caratterizzare il sistema zootecnico il parametro più importante è l’intensità zootecnica espressa come carico animale per unità di superficie. Per ottenere una maggiore intensità oltre ad aumentare l’investimento in capitale animale devono essere aumentati di pari passo il capitale fisso e circolante. A questi fattori economici corrisponde un maggior ricorso a risorse naturali (energia e materie prime non rinnovabili, acqua), e all’applicazione di conoscenze scientifiche e di tecnologie. In passato i “sistemi intensivi” erano tali per il forte investimento di lavoro umano per unità di superficie, un fattore che è oggi “risparmiato” al massimo in favore dell’utilizzo di risorse non rinnovabili (capitale naturale). Tabella – Importanza relativa fattori produttivi nei diversi sistemi di produzione animale spazio capitale strutture lavoro mezzi energia tecnologia/impianti animale fondiarie tecnici fossile tecnologici pastorali **** **** ** * misti tradizionali ** *** * **** ** * * misti intensivi * ** *** ** *** *** ** industriali * ** * *** **** **** Sia a livello aziendale che territoriale la caratterizzazione del sistema zootecnico richiede di prendere in considerazione una serie di parametri; va tenuto presente, però, presente che una volta definita l’intensità zootecnica e l’indirizzo produttivo per diversi altri paramentri vi è un “raggruppamento” quasi obbligato.
Recommended publications
  • O041 Genotype by Environment Interactions and Response to Selection for Productive Traits in a Local Cattle Breed O042 Conservat
    Italian Journal of Animal Science 2017; volume 16: supplement 1 ANIMAL BREEDING AND GENOMICS – GENETIC DIVERSITY two approaches. These results suggest the importance to include O041 G × E when local breeds are selected. Genotype by environment interactions and Acknowledgements response to selection for productive traits The research was funded by ANARE, Italy. in a local cattle breed Cristina Sartori1, Francesco Tiezzi2, Nadia Guzzo3, O042 Roberto Mantovani1 Conservation status and rates of 1Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse inbreeding of Italian autochthonous beef Naturali e Ambiente, University of Padova, Italy breeds 2 Department of Animal Science, NC State University, Raleigh, USA Maria Chiara Fabbri1, Christos Dadousis1, Stefano 3 Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione, Biffani2,3, Riccardo Negrini3,4, Riccardo Bozzi1 University of Padova, Italy Contact: [email protected] 1Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali, Sezione di Scienze Genotype by Environment interactions (G × E) happen when Animali, University of Firenze, Italy individuals have diverse adaptations to local conditions. This 2Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, National Research study aimed to investigate G × E and response to selection (R) Council, Milano, Italy in dairy traits and somatic cells under the diverse environmental 3Associazione Italiana Allevatori, Roma, Italy conditions in which the local Rendena cattle breed is reared. 4Dipartimento di Scienze Animali, della Nutrizione e degli Target traits were milk, fat and protein yields (MY, FY, and PY; Alimenti, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, Italy kg), fat and protein percentage (F% and P%), and somatic cell Contact: [email protected] score (SCS), routinely collected over 12 years as test day data of nearly 10,000 cows daughters of ~600 sires.
    [Show full text]
  • Population Structure and Genetic Diversity of Italian Beef Breeds As a Tool for Planning Conservation and Selection Strategies
    animals Article Population Structure and Genetic Diversity of Italian Beef Breeds as a Tool for Planning Conservation and Selection Strategies Maria Chiara Fabbri 1,*, Marcos Paulo Gonçalves de Rezende 2, Christos Dadousis 1 , Stefano Biffani 3 , Riccardo Negrini 4,5, Paulo Luiz Souza Carneiro 6 and Riccardo Bozzi 1 1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali, Università di Firenze, 50144 Firenze, Italy; christos.dadousis@unifi.it (C.D.); riccardo.bozzi@unifi.it (R.B.) 2 Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese, 12061 Carrù, Italy; [email protected] 3 Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, 20133 Milano, Italy; biff[email protected] 4 Associazione Italiana Allevatori, 00161 Roma, Italy; [email protected] 5 Istituto di Zootecnica, Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università Cattolica del S.Cuore, 29100 Piacenza, Italy 6 Universidade Estadual Sudoeste da Bahia, Jequié, Bahia 45205-490, Brazil; [email protected] * Correspondence: mariachiara.fabbri@unifi.it Received: 20 August 2019; Accepted: 22 October 2019; Published: 29 October 2019 Simple Summary: The recent alarming reports on global climate change and the challenges facing the agricultural sector to meet the increase in meat consumption, impose research in biodiversity. An important genetic pool of local breeds might play a crucial role in the near future to address these challenges. Although Italy is considered as one of the richest countries in biodiversity, there are autochthonous cattle breeds under extinction. To safeguard biodiversity and increase genetic diversity within breeds, appropriate management tools must be developed. To achieve this, precise knowledge of the population structure and genetic diversity per breed are required.
    [Show full text]
  • Istituto Tecnico Agrario Licei: Ist
    I.I.S. “EINAUDI -ALVARO” - PALMI ISTITUTO TECNICO ECONOMICO ISTITUTO TECNICO AGRARIO LICEI: IST. PROF. INDUSTRIA ARTIGIANATO LINGUISTICO – SCIENZE UMANE – EC. SOCIALE COD. MEC:RCTD03201P COD. MEC:RCTA032018 COD. MEC:RCPM03201X COD. MEC:RCRI032014 Via Scuola Agraria - 89015 Palmi (RC) Via T. Campanella n°1 - 89015 Palmi (RC) Via G. Guerrera n°1 - 89015 Palmi (RC) Via Basile n°2 - 89015 Palmi (RC) 0966/46013 0966/439134 0966/439137 0966/413740 ISTITUTO TECNICO AGRARIO Indirizzo: agraria, agroalimentare, agroindustria Articolazioni: produzioni e trasformazioni Viticoltura ed enologia ESAMI DI STATO A.S. 2018-2019 DOCUMENTO CONSIGLIO CLASSE 5° ARTICOLATA- A/B Prot. n° 5162/11.2 Prot. n° 5163/11.2 DEL 15/05/2019 1 PREMESSA I percorsi degli Istituti Tecnici sono parte integrante del secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, come modificato dall’articolo 13 della legge 2 aprile 2007, n. 40. Gli Istituti Tecnici costituiscono un’articolazione dell’istruzione tecnica e professionale dotata di una propria identità culturale, che fa riferimento al profilo educativo, culturale e professionale dello studente, a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione di cui all’articolo 1, comma 5, del decreto legislativo n. 226/05. PROFILO CULTURALE E RISULTATI DI APPRENDIMENTO DEI PERCORSI DEGLI ISTITUTI TECNICI L’identità degli istituti tecnici è connotata da una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’Unione europea. Costruita attraverso lo studio, l’approfondimento, l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico, tale identità è espressa da un numero limitato di ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese.
    [Show full text]
  • Le Razze Di Bovini Da Carne in Veneto
    a cura del SETTORE STUDI ECONOMICI ottobre 2011 I dati della BANCA NAZIONALE dell’ANAGRAFE ZOOTECNICA del MINISTERO DELLA SALUTE istituita presso l’I.Z.S. ABRUZZO E MOLISE, sede di TERAMO INDICE INTRODUZIONE .......................................................................................................................... 2 PREMESSA ................................................................................................................................... 4 IL PATRIMONIO BOVINO ............................................................................................... 5 I DATI ISTAT ............................................................................................................................... 5 IL PATRIMONIO BOVINO VENETO ......................................................................... 8 I DATI DELL’ANAGRAFE BOVINA ......................................................................................... 8 LE RAZZE DA CARNE ............................................................................................................. 13 L’ANDAMENTO MENSILE DELLA NUMEROSITA’ ........................................................... 16 REDAZIONE .............................................................................................................................. 17 1 INTRODUZIONE Questo report di analisi è centrato principalmente sui dati disponibili presso la banca dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica del Ministero della Salute, consultabili liberamente e direttamente via internet. La
    [Show full text]
  • Le Razze Autoctone Caprine Dell'arco Alpino E I Loro Sistemi Di Allevamento
    Michele Corti1,2, Luigi Andrea Brambilla1 1Associazione R.A.R.E (Razze autoctone a rischio di estinzione) 2 Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria Convegno L’allevamento ovicaprino nelle Alpi: Razze, tradizioni e prodotti in sintonia con l’ambiente Cavalese il 21 settem- bre 2002, pp. 61-80 Le razze autoctone caprine dell’arco alpino e i loro sistemi di alleva- mento Parte prima aspetti generali Introduzione Nel corso degli ultimi 20 anni la capra ha riconquistato un posto di tutto rispetto nel quadro del sistema zootecnico alpino. A partire dall’età moderna (XVI secolo) le trasformazioni dell’agricoltura e della socie- tà (non solo in ambito alpino ma anche nel più vasto ambito europeo) avevano sempre più circoscritto l’importanza della capra nell’ambito dell’economia di sussistenza. La crisi delle piccole comunità alpine e l’applicazione di misure forestali e fiscali anti-capre nel corso del XX secolo hanno condotto alla pres- soché totale scomparsa dell’allevamento caprino in alcune aree delle Alpi orientali ed ad un drastico ri- dimensionamento del patrimonio allevato anche nelle Alpi centrali e occidentali. L’aspetto più noto del revival caprino è consistito nell’introduzione di nuove razze “migliorate” o “gentili” e, con esse, di nuove tecniche di allevamento e tecnologie casearie. In questo modo la capra è uscita da una condizione di marginalità zootecnica. Meno note risultano le trasformazioni che hanno interessato il mondo dell’allevamento “tradizionale”. Anch’esso ha conosciuto un’evoluzione importante, segnata in alcuni casi da dinamiche positive, in al- tre da atrofizzazione o regressione. Tale dinamica dal punto di vista quantitativo si è tradotta in un for- te recupero del patrimonio caprino alpino che è cresciuto in modo significativo dai minimi degli anni ’70 sino agli anni ’90 del XX secolo.
    [Show full text]
  • Aziende Selezionate Per Prelievo Seme
    Azione 8 Raccolta di materiale biologico e germoplasma Identificazione delle Aziende per il campionamento del seme Di seguito è riportato l’elenco totale delle aziende (n° = 120) in cui sono stati raccolti i dati di caratterizzazione morfologica per le razze Calvana, Pontremolese, Sarda, Sardo Bruna e Sardo Modicana. AUA RAZZA 4222117 Calvana 4225011 Calvana 4623136 Pontremolese 9121193 Sarda 9140581 Sarda 9140760 Sarda 9161866 Sarda 9161874 Sarda 9162398 Sarda 9165308 Sarda 9170938 Sarda 9210128 Sarda 9241012 Sarda 9241250 Sarda 9241269 Sarda 9241286 Sarda 9250721 Sarda 9250989 Sarda 9250990 Sarda 9261304 Sarda 9533103 Sarda 9120280 Sardo Bruna 9121105 Sardo Bruna 9121193 Sardo Bruna 9121196 Sardo Bruna 9121271 Sardo Bruna 9121286 Sardo Bruna 9121305 Sardo Bruna 9121824 Sardo Bruna 9122113 Sardo Bruna 9122131 Sardo Bruna 9122248 Sardo Bruna 9123374 Sardo Bruna 9140581 Sardo Bruna 9140599 Sardo Bruna 9140778 Sardo Bruna 9150512 Sardo Bruna 9151030 Sardo Bruna 9161866 Sardo Bruna 9161874 Sardo Bruna 9170334 Sardo Bruna 9170545 Sardo Bruna 9170938 Sardo Bruna 9171404 Sardo Bruna 9181107 Sardo Bruna 9181144 Sardo Bruna 9181146 Sardo Bruna 9191081 Sardo Bruna 9210128 Sardo Bruna 9230155 Sardo Bruna 9240369 Sardo Bruna 9240371 Sardo Bruna 9240457 Sardo Bruna 9240459 Sardo Bruna 9240671 Sardo Bruna 9240672 Sardo Bruna 9240687 Sardo Bruna 9241250 Sardo Bruna 9241254 Sardo Bruna 9241269 Sardo Bruna 9241277 Sardo Bruna 9241278 Sardo Bruna 9241286 Sardo Bruna 9241288 Sardo Bruna 9242604 Sardo Bruna 9242606 Sardo Bruna 9250810 Sardo Bruna 9250811
    [Show full text]
  • Country Report Italy 2011
    European Regional Focal Point for Animal Genetic Resources (ERFP) 21 st April 2011 ERFP Country report 2010 – 2011 COUNTRY: ITALY reported by: Giovanni Bittante Strategic Priority Area 1: Characterization, Inventory and Monitoring of Trends and Associated Risks The inventory of Italian animal genetic resources and the monitoring of trends and associated risks has been undertaken and summarized il the paper "Italian animal genetic resources in the Domestic Animal Diversity Information Systm of FAO" (Giovanni Bittante, 2011, Italian Journal of Animal Science,vol 10:e29, Annex 2). Several research activities on this topic have been carried out by Universities and Research Institutions. Among them see the important activity of ConSDABI (Annex 3). Strategic Priority Area 2: Sustainable Use and Development Beyond the systematic control of animals of Italian populations (herd books, pedigree registries, milk recording, type evaluation, etc.) made by the different associations of breeders, as outlined in Annex 2, several projects dealing with sustainable use, products valorisation and development has been carried out by national and local governments, agencies, breeders associations and consortia. Strategic Priority Area 3: Conservation (please give details for the most relevant institutions for national genebanks / cryopreservation in the table in Annex 1) In situ conservation activities are going on for almost all the Italian AnGR, while the project of a national virtual cryo-bank is not yet fully established, despite the intense work of the
    [Show full text]
  • La Newsletter N.7 Di RARE
    La Newsletter n.7 di RARE Aprile 2003 “RARE News” è uno strumento di comunicazione aperto a tutti; se vuoi far conoscere la tua azienda e il tuo allevamento, se desideri comunicare dati e notizie sulle razze, se sei a conoscenza di problemi e soluzioni, ti invitiamo a collaborare alla redazione di “RARE News” inviandoci i tuoi articoli alla sede di Torino o all’indirizzo [email protected]. “RARE News” è un quadrimestrale inviato per posta ordinaria o per posta elettronica ai soci dotati di e-mail; altre notizie sulle razze italiane sono disponibili al sito web di RARE (www.save-foundation.net/RARE). Buona lettura Riccardo Fortina - Presidente In questo numero ❑ Informazioni ai Soci 2 ❑ Bovini: la razza Agerolese 2 ❑ Caprini: le razze caprine dell’Arco Alpino 5 ❑ Suini: la Mora Romagnola 12 36 Informazioni ai Soci Il Consiglio di R.A.R.E. è a disposizione dei Soci che hanno quesiti e domande sulle razze autoctone. Le persone da contattare per posta o all’indirizzo di mail [email protected] : o Bovini: Vincenzo Peretti, Riccardo Fortina o Suini: Riccardo Fortina, Daniele Bigi o Caprini: Michele Corti, Luigi Andrea Brambilla, Joséphine Errante o Ovini: Joséphine Errante, Emilio Pastore, Roberta Leonarduzzi, Michele Corti, Luigi Andrea Brambilla, o Asini e Cavalli: Vincenzo Peretti, o Fattorie didattiche: Carlo Tamanini. Campagna nuovi Soci L’adesione a RARE può essere fatta tramite versamento di 25 € per i Soci Sostenitori o 10 € per i Soci Simpatizzanti sul c.c.p. n. 21786397 intestato a: RARE – C.so G. Agnelli, 32 – 10137 Torino. Bovini IL BOVINO AGEROLESE E IL PROVOLONE DEL MONACO Il Bovino di razza Agerolese è una razza definita dalla FAO “in pericolo” e quale patrimonio genetico unico e irripetibile è da salvaguardare e tutelare.
    [Show full text]
  • Report on the State of Animal Genetic Resources in Italy
    Report on the State of Animal Genetic Resources in Italy English (Compact version) July 2005 Report on the State of Animal Genetic Resouces in Italy INTRODUCTION The authorization for the preparation of this Report on the State of Animal Genetic Resources in Italy has been extended in March 2001 following a communication from the Director General of the Food and Agriculture Organization of the United Nations – FAO. The Ministry of Agricultural and Forestry Policies (MiPAF) has assigned the task of preparing this First Report to ConSDABI (Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative) under the direction of Prof. Donato Matassino. This Report, in synthesis, describes the current situation of animal genetic resources for food and agriculture and identifies the needs to implement their monitoring, conservation and utilization, their potential contribution to agriculture, nutrition and to sustainable and multifunctional rural development; it also analyzes the current capacity of the country for the management of these resources and describes the priorities that may be useful for international cooperation. 1 Report on the State of Animal Genetic Resouces in Italy CHAPTER 1 THE STATE OF BIODIVERSITY IN THE ANIMAL SECTOR IN ITALY 1.1. Italian agriculture, animal production systems and relative biodiversity 1.1.1. The country Italy has borders with France (west), Switzerland and Austria (north), Slovenia (east), and in its interior is found the Vatican State and San Marino. The country has 20 regions with 103 provinces and 8.101 municipalities (comuni). In 2003 it had 57, 3 million inhabitants on an area of 301.336 km2, and a mean density of 190 inhabitants / km2.
    [Show full text]
  • L'allevamento Caprino in Valle D'aosta
    L’allevamento caprino in Valle d’Aosta: un’opportunità e una passione per i giovani allevatori Rapporto di Ricerca 2 ➔ sommario “Pare infatti che il governo avesse da poco scoperto che la capra è un animale dannoso all’agricoltura, poiché mangia i germogli e i rami teneri delle piante: e aveva perciò fatto un decreto valido ugualmente per tutti i comuni del Regno, senza eccezione, che imponeva una forte imposta su ogni capo, del valore all’incirca della bestia. Così, colpendo le capre, si sal- vavano gli alberi. Ma a Gagliano non ci sono alberi, e la ca- pra è la sola ricchezza del contadino, perché campa di nulla, salta per le argille deserte e dirupate, bruca i cespugli di spi- ne, e vive dove, per mancanza di prati, non si possono tenere né pecore né vitelli. La tassa sulle capre era dunque una sven- tura: e, poiché non c’era il denaro per pagarla, una sventura senza rimedio. Bisognava uccidere le capre, e restare senza latte e senza formaggio”. Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, 1945 Ho parlato a una capra Era sola sul prato, era legata. Sazia d’erba, bagnata alla pioggia, belava. Quell’uguale belato era fraterno al mio dolore. Ed io risposi, prima per celia, poi perché il dolore è eterno, ha una voce e non varia. Questa voce sentiva gemere in una capra solitaria. In una capra dal viso semita sentiva querelarsi ogni altro male, ogni altra vita. Umberto Saba, “La capra”, 1907 (ne “Il Canzoniere”, 1921) 3 ➔ sommario Questo lavoro nasce da un progetto della Fondazione Cour- mayeur coordinato da Elise Champvillar.
    [Show full text]
  • Atlante Delle Razze Autoctone Bovini, Equini, Ovicaprini, Suini Allevati in Italia
    00_Avanti_00_Avanti 15/07/19 10.26 Pagina I L'estratto contiene pagine non in sequenza Atlante delle razze autoctone Bovini, Equini, Ovicaprini, Suini allevati in Italia Daniele Bigi e Alessio Zanon 00_Avanti_00_Avanti 20/12/19 15.51 Pagina II L'estratto contiene pagine non in sequenza 1a edizione: novembre 2008 2a edizione: gennaio 2020 In copertina: Asino Romagnolo (A. Zanon, RARE); Scrofa Casertana (V. Peretti, RARE); Cavallo Salernitano (V. Peretti, RARE); Vacca Piemontese con vitello (R. Fortina, RARE); Capra Alpina Comune (L. Brambilla, RARE). © Copyright 2020 by “Edagricole – Edizioni Agricole di New Business Media S.r.l.”, Via Eritrea, 21 – 20157 Milano Redazione: Piazza G. Galilei, 6 – 40123 Bologna Vendite: tel. 051/6575833; fax 051/6575999 email: [email protected] – www.edagricole.it 5561 Proprietà letteraria riservata - printed in Italy La riproduzione con qualsiasi processo di duplicazione delle pubblicazioni tutelate dal diritto d’autore è vietata e penalmente perseguibile (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633). Quest’opera è protetta ai sensi della legge sul diritto d’autore e delle Convenzioni internazionali per la protezione del diritto d’autore (Convenzione di Berna, Convenzione di Ginevra). Nessuna parte di questa pubblicazione può quindi essere riprodotta, memoriz- zata o trasmessa con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma (fotomeccanica, fotocopia, elettronica, ecc.) senza l’autorizzazione scritta dell’editore. In ogni caso di riproduzione abusiva si procederà d’ufficio a norma di legge. Progetto
    [Show full text]
  • Download Full
    Proceedings of the World Congress on Genetics Applied to Livestock Production, 11. 236 A genome-wide perspective on the population structure of Italian cattle breeds S. Mastrangelo1*, E. Ciani2, P. Ajmone Marsan3, A. Bagnato4, L. Battaglini5, R. Bozzi6, A. Carta7, G. Catillo8, M. Cassandro9, S. Casu7, R. Ciampolini10, P. Crepaldi4, M. D’Andrea11, R. Di Gerlando1, L. Fontanesi12, M. Longeri4, N.P.P Macciotta13, R. Mantovani9, D. Marletta14, D. Matassino15, M. Mele16, G. Pagnacco4, C. Pieramati17, B. Portolano1, F.M. Sarti18, M. Tolone1 & Fabio Pilla11 1University of Palermo, Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, 90128 Palermo, Italy 2University of Bari, Dipartimento di Bioscienze Biotecnologie e Biofarmaceutica, 70124 Bari, Italy 3University of Sacro Cuore, Istituto di Zootecnia, 20122 Piacenza, Italy 4University of Milano, Dipartimento di Medicina Veterinaria, 20133 Milano, Italy 5University of Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari, 10095 Grugliasco, Italy 6University of Firenze, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente, 50144 Firenze, Italy 7Agris Sardegna, Unità di Ricerca di Genetica e Biotecnologie, 07100 Sassari, Italy 8CREA, CREA Research Centre for Animal Production and Acquaculture, 00015 Monterotondo, Italy 9University of Padova, Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse naturali e Ambiente, 35020 Legnaro, Italy 10University of Pisa, Dipartimento di Scienze Veterinarie, 56100 Pisa, Italy 11University of Molise, Dipartimento Agricoltura, Ambiente e
    [Show full text]