o b r e t i la V o r t n e C B C D - 1 a m m o c 1 . t r a )

6 ooggggeettttaa 4 notiziario di e la Tuscia

. di Piansano e la Tuscia n 4 0 0 2 - L 2 L - 6 2 . L n i . v n o c ( 3 0 0 2 / 3 5 3 . L . D - . P . A n i . d e p S - a p s e n a i l a t I e t s o P Una città di nome Tuscia a l o c c e r B o l r a c n a i G i d a n i t r e p o c Loc. Valperino, snc - 01010 Piansano (VT) wtÄ DLGG Tel./Fax 0761.451223 - Cell. 348.8842009 `A fA XA e-mail: [email protected] w| UÜtv{xàà| XÜÅtÇÇÉ www.msebrachetti.com

CANCELLI - INFERRIATE E RINGHIERE IN FERRO BATTUTO, ZINCATI E VERNICIATI A CALDO INFISSI IN ALLUMINIO: CENTINATI, FUORISQUADRO, TAGLIO TERMICO, LEGNO, ALLUMINIO E ZANZARIERE 4400 Indice

Una città di nome Tuscia , di Giancarlo Breccola p. 5 “Lessico famigliare”: La dimensione umana dei piccoli centri , di Roberto Sèlleri p. 10 Anagrafe (Nuovi arrivi, Sposi, Ricorrenze, Ci hanno lasciato) p. 13 Dicono di noi (recensioni su Biblioteca & Società ) p. 23 Storie di parole, storia di cultura: La “cacciarella” nelle terre di Maremma (III ed ultima parte), di Luigi Cimarra e Luciano Laici p. 25 La Cacciarella giù al Cannetaccio (poesia), di Luciano Laici p. 26 Piansano che lavora: Da puledro tignóso a... p. 28 Storia a fumetti: Castrum Planzani , di Marco Serafinelli p. 29 TusciaLibri news: Grandi storie, grandi libri, La Loggetta n.72, gennaio-febbraio 2008 grandi personaggi , di Romualdo Luzi p. 33 Una città di nome Tuscia Le ricette della nonna: La pasta con la pancetta , copertina di Giancarlo Breccola: “...Una copertina che propones - se una realtà urbanistica caratteristica della Tuscia con un’altra di Maria Pia Brizi p. 35 situazione globale e avveniristica. La scelta di un paese specifi - Voci di condominio: Vuoi il condizionatore? co mi sembrava criticabile e quindi ho optato per la città fanta - Ecco le condizioni , di Andrea Angeli p. 36 sma di Castro, che ritengo eloquente e al disopra di ogni cam - panilismo fazioso; sullo sfondo Tokyo. Una città che non esiste Streghe e dintorni: La nebbia di perle , messa a confronto con la città più popolosa del pianeta e che di Mario Lozzi p. 37 quindi è anche troppo concreta”. Alloro per... p. 39 Note di agricoltura: Meglio l’acqua o il PSR ?, di Giovanni Papacchini p. 41 la Agrodolce , di Nescio Nomen p. 43 Flash (Corso di pittura, Passeggiata per sentieri, Cambio della guardia alla Carivit) p. 44 oggetta Economia e Ambiente: Globalizzazione: le ricadute Lnotiziario di Piansano e la Tuscia economico-finanziarie , di Paolo De Rocchi p. 45 periodico bimestrale dell’Associazione Culturale omonima senza fini di lucro, finanziato prevalentemente attraverso le quote associative Detti di casa nostra , di Oliva Foderini p. 48 Cara Loggetta... (I “collaboratori di Satana”, Editore Associazione Culturale “la Loggetta” Fondatore e direttore responsabile Antonio Mattei La carissima zia suora, Canto africano, Vicedirettore Beniamino Mechelli Rivivere la mia terra, Ambulanza sì ambulanza no...) p. 49 Redazione Agostino Barbieri, Stefano Bordo, Giancarlo Breccola, Piero Carosi, Antonella Cesàri, Un po’ di latinorum , di Antonio Pelosi p. 52 Anna Ciofo, Rosa Contadini, Paolo De Rocchi, Sport Giuseppe Imperiali, Adelio Marziantonio, Roberto Sèlleri (Con la mountain-bike per mari e... Monti, Segretaria di redazione Caterina Magalotti Non solo pallone, Calcio: pulcini 95/96 Elab. immagini e impaginazione Mario Mattei e pulcini 96/97 vincitori del campionato provinciale), Fotografia Luigi Mecorio Fumetti Marco Serafinelli di Gianfranco Brizi p. 53 Carlo Bronzetti Vincenzo Melaragni Webmaster Cd-rom Dalla parrocchia (Don Alberto tra noi per affrontare Traduzione sommari in inglese on-line Anna Mattei il problema della droga, Anno catechistico) p. 54 Stampa Tip. Ceccarelli - Aut. Tribunale di n° 431 dell’8.5.1996 Strapaese: Stella , di Umberto Mezzetti p. 55 N° iscr. ROC 12722 - cod. fisc. 90041710568 - ccp 10914018 Il trigramma di San Bernardino , di Loretta Mattei p. 59 Direzione, redazione, amministrazione Piazza dell’Indipendenza 15-16, 01010 Piansano (VT) segr. tel./fax 0761 451221 - 450723 - direttore 320 2939956 www.laloggetta.it - [email protected] - [email protected] © TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Associato USPI Unione Stampa Periodica Italiana

la 3377 Loggetta gen-feb 2008 5555 3 6622

Dalla Tuscia

Per un tragico errore uccide il padre e la madre , di Vincenzo Ceniti p. 61 Il processo a “la Frociona” , di Normando Onofri p. 62 Ricordi di scuola , di Giovanni Riccini p. 79 Il più bel Pugnalone 2008 , di Giovanni Riccini p. 80 La chiesa della Madonna del Carmine , Il lago enigmistico, Bibliolago Festival di Giuliano Giuliani p. 64 (di Marcello Rossi), Onano in festa: Sant’Antonio abate minuto Acquapendente-- per minuto , di Francsco Massella p. 64 (di Giuliano Giuliani) p. 81 Torre Alfina Una vendita all’asta colossale , di Rita Pepparulli p. 65 Bonaparte o buonadonna...? Letizia Bonaparte Wyse Grotte di Castro , di Mary Jane Cryan p. 82 Italian book , di Adelio Marziantonio p. 67 Capodimonte Un’intervista difficile , di Piero Carosi p. 69 Sul “nostro lago” una diagnosi confortante , di Piero Carosi p. 70 San Lorenzo Nuovo Il sapore del pane , di Silvio Verrucci p. 71 E se parlassimo anche di vino? , di Luciano Piccinetti p. 72 82 82 Delitto di briganti? , di Cesare Corradini p. 74 Viterbo News: VII Festa del Malato, Memorie del tempo che fu: usanze, L’istituto comprensivo “Paolo III” si apre al territorio , credenze, modi di dire , di Giorgio Falcioni p. 75 di Roberto Sèlleri p. 84 Caro Prefetto ti scrivo... , “... avvelenare l’ostia che Sua Santità di Marco Quarantotti e Valeria Sebastiani p. 77 dovesse consacrare...” - il bagnorese D.B. Grande successo di pubblico per la e l’attentato contro la vita del papa , presentazione del libro Felicità Oscura p. 78 di Luca Pesante p. 85 I conti Macchi , di Paolo De Rocchi p. 87 Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione: una Beata a casa nostra , di Angelo Alessandrini p. 90

7700 7788 la 4 Loggetta gen-feb 2008 Una città di nome Tuscia

di Giancarlo Breccola

animati dalle stesse oneste motiva - zioni. Non vi nascondo di avvertire, allora, uno vago senso di nausea. In un suo scritto Isaiah Berlin dichiarava che: “Appartenere a una data comunità, essere connesso ai suoi membri dai legami indissolubili e impalpabili di un linguaggio , della me moria storica, del costume, della tradizione e dei senti - menti, è un bisogno umano fonda - mentale non meno naturale di quel - lo del mangiare e del bere, della sicurezza e della procreazione” . La Vita, con le sue leggi inflessibili,  a n

e sa comunque provvedere alle pro - s l o

B prie necessità, e inesorabilmente si i d

o difende da ciò che non rientra nelle g a L strategie dell’evoluzione e della i capita, talvolta, di riflet - Spingendo questa considerazione ten denza all’adattamento. L’effi- tere sul fatto che i circa all’estremo, mi trovo anche ad cienza dei meccanismi selettivi, 300.000 abitanti della immaginare un mondo in cui si sia infatti, dipende proprio dalla gran - provincia di Viterbo, ra- realizzata una totale omologazione, de varietà di differenze strutturali M che finiscono per costituire la vera dunati in un unico centro abitato, tale da produrre una “perfetta” andrebbero a formare una città che società in cui tutti gli individui pro - forza e ricchezza della “Grande Ma - oggi potremmo definire media, vano le stesse emozioni e agiscono dre”, la Natura. all’incirca simile a Bari, Catania o Firenze. Oppure potrebbero anima - re un solo quartiere di grandi città come Napoli, Roma o Milano; o disperdersi negli spazi di megalopo - li come Tôkyô (34.900.000), New York (21.600.000), São Paulo (20.250.000) e Bombay (18.150.000). Che cosa accadrebbe, allora, alla grande quantità di tradizioni, sto - rie, patrimoni culturali, dialetti di cui gli abitanti di ognuno dei nostri sessanta comuni sono depositari? Che cosa ne sarebbe di quel chiaro senso d’identità che scaturisce dalla consapevolezza di appartene - re ad una realtà in cui il numero degli individui rientra in concetti 

quantificabili? La risposta è preve - o t n e r

dibile: i “tusciani” sarebbero desti - e F

i d

nati a scomparire, omologandosi o n alle tendenze comuni o, più breve - a m o r mente utilizzando una parola in o r t a voga, globalizzandosi. e T

la Loggetta gen-feb 2008 5  , piccolo centro tipico della Tuscia viterbese

nostri centri storici il direttore Antonio Mattei nell’articolo Il bel paese (Loggetta 68-69 di mag-ago 2007): “... Non si può negare che essi rappresentano una risposta possibi - le ad un urbanesimo sempre più esa - sperato, una rivincita di umanesimo, [...] così che, da luoghi materiali del - l’esistenza, i centri storici diventano rifugi dell’anima, stili di vita e filoso - fie dell’essere. C’è il sentimento ambivalente di chi coltiva la storia locale: la sensazione di ‘perdere tempo’ con marginalità insignifican - ti, letteralmente travolte dalle emer - genze planetarie del villaggio globa - le, e al tempo stesso - o forse proprio per questo - un bisogno di identità Ecco perché, in un mondo che subito. Ed ecco perché i sessanta senza la quale non ci può essere sfrutta forme di comunicazione uni - comuni della Tuscia, con la loro apertura, confronto, coesistenza e- versali sempre più omologate e collocazione sparsa nel territorio, omologanti, si assiste all’affiorare costituiscono un antidoto naturale qui librata. C’è la rivendicazione di di prepotenti ansie locali, in appa - a questa “malattia”; antidoto che appartenenza che è anche riaffer - rente contraddizione con i priorita - viene corroborato dalle crescenti mazione di ritmi e prospettive meno ri orientamenti mondiali. La con - iniziative scolastiche, amministrati - alienanti, il riconoscimento del valo - traddizione, in questo caso, è sol - ve, private e associative rivolte al re paradigmatico del localismo, co - tanto apparente, perché questi ulti - recupero ed alla trasmissione del me se l’intera civiltà umana non mi, per la loro affermazione, neces - patrimonio identitario delle varie fosse altro che una somma infinita di sitano di un elemento complemen - realtà territoriali. piccole storie patrie che si integrano tare che ristabilisca una forma di Di questo, il fenomeno Loggetta ed evolvono” . equilibrio esistenziale e che, con - costituisce un esempio più che elo - “Penso che i motivi scaturiscano dal temporaneamente, rappresenti un quente, e in parallelo appare quan - fatto che siamo usciti dal tempo del formale risarcimento del dan no to mai calzante quanto scrive sui progresso - aggiunge in proposito lo storico Jaques Revel - . Fino agli anni ‘60-70 le nostre società viveva - no da quasi due secoli nell’idea di un progresso lineare orientato positi - vamente: si andava da un meno a un più. Potevano esserci degli inci - denti (anche gravi) come ad esem - pio la Prima o la Seconda guerra mondiale, ma, nonostante tutto, c’e- ra un’evoluzione che nel complesso era sentita come positiva. Per le nostre società, invece, l’avvenire è divenuto estremamente incerto, il presente praticamente indecifrabile, e quindi anche il passato ha cambia - to statuto. Esso non è più soltanto un punto di riferimento grazie al quale possiamo misurare il nostro progres - so, ma acquista il valore di ‘rifugio’” . Ma ora entriamo nella “città” Tuscia in modo meno speculativo,  o c

i utilizzando dei dati demografici V i d ISTAT

ed altri desunti dal portale o g a internet della Provincia. L

la 6 Loggetta gen-feb 2008  Selva del Lamone

Mutamenti demografici precedentemente descritto e I principali mutamenti che all’accesso alla classe superio - hanno caratterizzato le dina - re del comune di miche e la struttura della Romano con un incremento popolazione nella provincia della popolazione del 14,4%, e di Viterbo nel corso degli 29%. Incremento ultimi anni sono dovuti ad che ha interessato, nel quin - alcuni fenomeni demografici quennio analizzato, i comuni in atto in Italia ma anche in della fascia meridionale della tutti i paesi europei, come il provincia di Viterbo al confine calo delle nascite e dei matri - con la provincia di Roma, nel moni, l’aumento delle sepa - dettaglio i paesi di , Fa - razioni e dei divorzi e il progressivo hanno registrato un aumento del leria e . invecchiamento della popolazione. 21% dei residenti, il che è dovuto Le realtà comunali che mostrano In questo contesto le politiche pub - sia alla retrocessione a questa cate - una dinamica demografica più viva - bliche sono chiamate a far fronte a goria del comune di , che nel ce rispetto al dato provinciale sono i comuni situati a sud della provin - cia, limitrofi con la provincia di Roma. Il comune capofila risulta essere Monterosi con un incremen - to della popolazione pari a +9,6%, e i comuni con più di 10.000 abitanti come Montefiascone e Vetralla che risentono della vicinanza dell’area di Viterbo. Gli ambiti che invece presentano dinamiche demografiche negative o al di sotto della media provincia - le sono i comuni più decentrati ri- spetto ai grandi centri sia provin - ciali che limitrofi. Si tratta soprattutto di piccoli co - muni come , Onano, Lu - nuove esigenze dovute a un muta - 1999 contava 1.058 abitanti, sia alle briano, , ecc. mento delle condizioni socio-eco - dinamiche positive riscontrate in Normalmente, tanto minore è la nomiche che derivano dal cambia - alcuni comuni di questa classe densità abitativa, tanto maggiori mento continuo della struttura quali e . sono la qualità della vita e lo stato della popolazione. Un calo demografico è registrato, di benessere di un territorio. Se Passando ad analizzare i dati si invece, nei comuni di medio-picco - compariamo la densità abitativa osserva che la popolazione resi - le dimensioni (1.001-3.000 ab.), della provincia (censita al 2001) dente nella provincia di Viterbo al dovuto soprattutto al passaggio pari a 80 ab./kmq con il dato regio - 31 dicembre 2005 è pari a 302.547 alla categoria inferiore del comune nale (297 ab./kmq) e con il dato abitanti, più di un terzo dei quali risiede nei comuni con più di 10.000 abitanti: Viterbo (capoluogo 60.254 abitanti), (16.156 abitanti), (16.058 abitanti), Montefiascone (13.257 abitanti), Vetralla (12.675 abitanti). Nei comuni della provincia si deli - nea una realtà con dinamiche demografiche diverse: sostanzial - mente stagnanti per i centri più pic - coli, e positive per i comuni confi - nanti con la provincia di Roma. I comuni piccoli, con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, nei quali risiede l’1,9% della popolazione,

la Loggetta gen-feb 2008 7 Indice di vecchiaia La diminuzione progressiva delle nascite e il calo della popolazione che ne deriva viene contrastato anche dall’aumento della sopravvi - venza in età avanzata. Se si pone attenzione alla distribuzione della popolazione per età, la “città” Tuscia dimostra di essere un terri - torio piuttosto “anziano”, in quanto i giovani ne costituiscono la mino - ranza. I giovani sotto i 34 anni rap - presentano infatti solo il 38,2% del totale della popolazione residente. Una comunità con una grande quantità di anziani deve dedicarsi medio nazionale dello stesso anno della popolazione viene giocato intensamente ad iniziative per la (189 ab./kmq), ne possiamo conclu - dalla immigrazione, dai flussi migra - loro assistenza sanitaria e sociale, dere che la concentrazione della tori che, mantenendo sostanzial - a fornire servizi di facile accesso provincia è particolarmente bassa. mente inalterati gli standard di agli ultrasessantenni e così via. Un Essa è, infatti, inferiore alla densità fecondità del paese d’origine, danno comune prevalentemente giovane media nazionale (oltre la metà), un contributo considerevole ai livel - dovrà soddisfare richieste maggiori considerata tra le più alte in Eu- li di natalità del paese ospitante. di attività educative, di ricreazione ropa. Tale indicatore sintetico Il tasso di natalità nel 2003 è stato e di associazionismo adatto alla dimostra dunque una condizione più basso rispetto al tasso di mor - giovane età dei partecipanti. Un’a - favorevole per la provincia di Vi - talità, ossia per ogni 1000 abitanti a nalisi del fenomeno, quindi, oltre a terbo. Se si analizzano, inoltre, i fronte di 8 nascite si sono avuti mettere in evidenza la situazione parametri di densità rilevati per circa 12 decessi. attuale e ad offrire spunti per indi - singoli comuni, si notano differenze Il saldo migratorio, valutato per viduare le esigenze per una vita talvolta consistenti. Ciò in quanto l’intera provincia e per lo stesso sociale e culturale “sostenibile”, la vitalità economica dei diversi intervallo di tempo, indica una ten - permette di comprendere l’anda - centri e la presenza di infrastruttu - denza all’immigrazione che, a parti - mento nel tempo e, quindi, ipotiz - re che favoriscono il collegamento re dal 1992, ha caratterizzato la zare degli scenari futuri utili a pre - con i centri economici limitrofi, quasi totalità dei comuni. I comuni venire eventuali criticità che do - specie con il capoluogo regionale. che mostrano i valori più alti dei vessero manifestarsi nel tempo. Per esempio i comuni di Vigna - saldi migratori sono Montefiascone Riguardo all’indice di vecchiaia nello, Monterosi, , (+181), Vetralla (+169), Fabrica di emerge dai dati disponibili una ten - Civita Castellana presentano una Roma (+143), (+102) e Oriolo denza generalizzata all’invecchia - densità di popolazione al di sopra Romano (+99). mento della popolazione del viter - della media provinciale, contraria - mente a realtà come quelle di , Ischia di Castro, Tessen- nano e Farnese, dove i valori si riducono sensibilmente.

Bilancio demografico Il saldo naturale della provincia di Viterbo ha assunto nel decennio 1992-2001 valori negativi, mostran - do a partire dal 1992 un calo pro - gressivo che si è tradotto comples - sivamente nel passaggio dalle 384 unità (1992) alle 837 unità (2001) di decessi eccedenti il numero delle nascite. Pertanto nella nuova transi - zione demografica, il ruolo determi - nante per il riequilibrio naturale

la 8 Loggetta gen-feb 2008 Distribuzione per sesso Per quanto riguarda la distribuzio - ne per sesso della popolazione, nel corso degli anni 1991-2001 tale ripartizione ha sostanzialmente mantenuto gli stessi valori (media - mente la popolazione di sesso fem - minile è il 51% rispetto alla popola - zione totale). In realtà, sia pur quasi impercettibile, si è registrata una variazione progressiva in aumento per la popolazione femmi - nile a dispetto di quella maschile dell’ordine dello 0,30%.

Infrastrutture bese, ossia un notevole incremento che le variazioni tra il 1991 e il La dotazione complessiva delle in percentuale degli ultrassessanta - 2001 siano state minime rappre - infrastrutture della provincia viter - cinquenni rispetto ai giovani (0-14 senta un segnale non propriamen - bese è buona e leggermente miglio - anni). te negativo. re di quella nazionale e di quella Da un rapporto di circa 75 anziani Anche per l’indice di dipendenza dell’area di riferimento, all’interno ogni 100 giovani del 1981 si è passa - si delineano a livello comunale della quale occupa il terzo posto. A ti, infatti, ad un rapporto di 164 notevoli differenze. I comuni la cui rendere elevata questa posizione anziani ogni 100 giovani nel 2001. popolazione attiva nel 2001 era sono gli impianti elettrici, la cui Dall’ultimo censimento ISTAT della sottoposta ad un maggior carico dotazione rientra nelle prime dieci popolazione (2001) i comuni più da parte della popolazione che posizioni a livello nazionale classifi - “vecchi” si sono rivelati Onano (497 vive fuori dal mercato del lavoro, cando la provincia al secondo anziani per 100 giovani), Latera sono Latera (82,7), Onano (70,7), posto nel contesto del Centro. (310), Cellere (309) e Farnese (300); Civita Castellana (70,1) e Farnese Meno rilevanti, ma di sicuro spes - al contrario i comuni più “giovani” (68,7). Al contrario si trovano in sore, sono le dotazioni ferroviarie e sono stati Monterosi (90 anziani una condizione più favorevole i delle telecomunicazioni. Decisa- ogni 100 giovani), Vitorchiano e comuni di men te migliorabile, invece, la situa - Nepi (per entrambi 99 anziani ogni (40,7), Monterosi e Fabrica di zione relativa a strade, aeroporti ed 100 giovani). Roma (44,7) e impianti di depurazione e distribu - (44,9). zione delle acque. Indice di dipendenza Altro indicatore di rilevanza eco - nomica e sociale è l’indice di dipendenza generale, cioè il rap - porto percentuale tra il totale della popolazione in età non lavo - rativa e la popolazione in età atti - va (14-64 anni). Questo indicatore misura il “peso” delle classi di età che dipendono per la loro sussi - stenza e assistenza dal resto della popolazione. Osservando i dati rilevati per gli anni censuari 1981, 1991 e 2001 si rileva una dinamica dell’indice di dipendenza decre - scente nel primo decennio (da 52,3 a 49,17) e in ripresa nel secondo periodo (da 49,17 a 51,15). E’ da 

o rilevarsi che l’indice di dipenden - r t s a C

za del territorio viterbese è stato i d

superiore ai valori rilevati a livello e n i v regionale; ciò nonostante il fatto o R

la Loggetta gen-feb 2008 9 “Lessico famigliare” La dimensione umana dei piccoli centri

di Roberto Sèlleri

E’ indispensabile tornare con ostinazione all’idea che costruire vuol dire continuare la civiltà... E progettare l’oggetto, l’ambiente, la casa, la città, il territorio, il paesaggio è il solo modo sensato di dare forma alla realtà; dunque far continuare la storia”

(Furio Colombo, La città è altrove riflessioni sull’architettura )

a provincia di Viterbo distribuisce i suoi 285.000 abitanti su 60 comuni. Se consideriamo che solo 4 comuni, escluso Viterbo con i suoi L oltre 57.000 abitanti, superano i 10.000 abitanti, i re stanti 55 comuni hanno una popolazione che va dai 400 ai 7-8.000 abitanti. Piccoli nuclei abitativi. Il totale degli abitanti di Viterbo e provincia corrispon - de appena a un quartiere di una grande città. stan ze dalla città sfuggendo a ogni dovere di apparte - Tralasciando la struttura imprenditoriale e produttiva, nenza e di lealtà. “Una parte della devastazione di città, ci interessa qui un altro aspetto: la qualità della vita. di campagne, di coste, è stato dovuto a incuria e abu - Partiamo brevemente dalla condizione della città o di sivismo che non hanno uguali in Europa. Ma è stata la un quartiere corrispondente alla nostra dimensione fede nel futuro delle macchine che ha occupato in demografica. Le città in questi ultimi decenni hanno modo pesante, invadente il territorio italiano, un po’ subito una profonda evoluzione. I più anziani che vivo - ovunque, senza alcuna eccezione per la bellezza della no nelle città ricordano quando nel quartiere c’era natura e per quella dell’arte”. vita, identità dei suoi abitanti. Ora abbiamo strade La stessa popolazione, distribuita nei 60 comuni del occupate da folla, assembramenti, vandalismo, accet - viterbese, vive un’altra dimensione. Non che in queste tazione silenziosa delle scritte che deturpano il nuovo realtà tutto sia rimasto immutato. Le grandi trasforma - intonaco, il motorino abbandonato, l’immondizia che zioni stanno investendo anche i piccoli centri; anche fuoriesce dai cassonetti, l’anonimato più assoluto, la qui si nota un accentuato individualismo, un crescente diffidenza verso tutto e tutti. Quar tieri che stanno mo- disinteresse per ciò che è “altro”, “fuori”, “pubblico”. E rendo. La vita è esangue, le porte sono fatte per chiu - tuttavia ancora sono persistenti aspetti della tradizio - dersi. E’ la casa rifugio, la casa i cui confini segnano i ne, della vecchia cultura. Intanto la modesta di - confini della vita pubblica. Il resto (il fuori) non ci mensione dei centri urbani non favorisce isolamenti o riguarda. Per i più giovani esuberanti il resto è danneg - forme di vita autarchica. giabile. Per i più anziani è infido. Basta vedere cosa Naturalmente quanto si va affermando si basa su certe succede nelle città dopo una partita di calcio. La gente tendenze che stanno interessando i piccoli centri, non si fida più della città, preferisce blindarsi dentro senza pretesa di predeterminare orientamenti e flussi casa dove tutto avviene sotto il proprio controllo. o pronosticare veri e propri cambiamenti. Diciamo che Il traffico “è diventato un movimento di contestazione ci sono delle avvisaglie che non possono essere trascu - alle case, agli oggetti, ai simboli e arredi della città”. Gli rate. Il dato è questo: in molti dei nostri comuni si regi - uomini vivono come una folla solitaria. Gli spazi diven - stra un’immigrazione dalla città di persone, per lo più tano parcheggi. Chi può costruirsi una casa fuori città, pensionate, e quindi più libere di potersi muovere, alla circondato da fiori e aiuole lo fa grazie alle migliorate ricerca di una dimensione di vita più umana. condizioni economiche e per il desiderio di ritorno alla Facciamo due esempi. Il primo riguarda Giovanni (Ser - campagna, ma è anche un modo per prendere le di- ra), residente attualmente a , un uomo po -

la 10 Loggetta gen-feb 2008 “Lessico famigliare” liedrico, scrittore, poe- Così egli vive e percepisce il ta, mosaicista e scul- trasferimento da Roma a Tes- tore, un dicitore infor- sen nano, dalla grande città al mato, barbetta alla Pi- piccolo centro, dove ha trova - randello. Col suo cagno - to la sua giusta dimensione di lino batte molti comuni vita. E’ una posizione, la sua, viciniori, sempe attento velleitaria, di nicchia, un ecolo - alle trasformazioni e gista reazionario, una risposta pronto a contrastare radicale a problematiche esi - ogni atto che deturpi stenziali? Non sappiamo, e l’ambiente. Sempre comunque non sta a noi espri - pron to ad opporsi e a mere un giudizio. Un compor - polemizzare con tutte tamento, una scelta di vita, Opere in mosaico quelle iniziative che di Giovanni Serra: innanzitutto, vanno compresi tendono a trasformare il dio Mitra (a sinistra) e rispettati. il paese e renderlo simi - e Tex Willer (sopra) Un altro caso, questo molto le alla città, distruggen - più semplice e più solare, done il tessuto, le tradizioni, la cultura. Egli si è porta - riguarda un altro romano trasferito a Canino. Anche lui to nel cuore una Roma che non c’è più. Lui abitante pensionato vive nel quartiere le Buche con la signora. della Garbatella, una zona a sud ovest di Roma, fuori le Paolo, imprenditore edile, ora in pensione, è stato mura aureliane, un tempo circondata da orti e canneti, indotto a una tale scelta da un bisogno abbastanza piante da frutta, pini e prati per pascolo, ricorda quan - comprensibile, quello di avere intorno a sé delle perso - do i romani si riversavano nelle strade, negli orti, nelle ne con cui parlare, a cui raccontare la sua storia, le sue osterie con i tavoli fuori, nelle fraschette fuori porta. traversie, le sue giovanili scorribande, i suoi amori, il Ora “non si può stare a proprio agio nella grande città; grande affetto per la sua compagna. In pochissimo nelle metropoli si inizia a stare male sin dal primo mat - tempo si è inserito nella nostra comunità tanto da far tino. Si vedono quantità di tutto e sciami di metallo che dimenticare la sua provenienza. E’ un instancabile ani - sfrecciano e formiche di persone che paiono indaffarate matore di feste, frequentatore del centro anziani e del per un inutile fare... Qui [in Maremma] sono presenti gli bar. Si considera maestro della briscola, tressette e odori... qui c’è la possibilità di armonizzarsi con la natu - ramino. A suo dire ora è soddisfatto e sereno. Non ra, esiste e si accelera la sensazione di vedere crescere sente affatto la nostalgia della città d’origine; sembra alberi, erba, fiori, e questa è storia, la primordiale” . che l’abbia totalmente rimossa, tanto si è integrato Tessenna no rappresenta la metafora di una terra bene nell’ambiente nostrano. incontaminata, dai lunghi silenzi, dalla vita a dimensio - Gli esempi potrebbero continuare. E’ un fenomeno, ne umana. Qui si è creato una specie di romitorio, lon - questo, che non tano dall’inquinamento, dai disbocamenti, dalle cave, sta a noi studiare. dalle trivellazioni, dall’invadente cemento armato. Qui Né conosciamo pensa, scrive e compone mosaici. quan to sia la sua “Tessennano: il mio non mio paese. Fra tocchi e rintoc - estensione. Questo chi la campana del mio paese ricorda agli altri l’ora, a possiamo registra - me getta una scala ove con il suono è un salire sin dove re con certezza: c’è è possibile ancora nel cielo e perdermi fra le sue ariose qualcuno che braccia. E’ questo l’anticamera di un ricordo infantile? scap pa dalla città, Od il richiamo all’Assoluto? E’ un magnificare il Crea - che molte città tore? O solo voglia di significare? Talvolta il vento mari - ormai sono diven - no all’ultimo tocco della campana prolunga il suono e tate palcoscenici questo suono diventa la fune che annoda, unisce, colle - anonimi dove è ga il qui con il là sino a sparire” . “La Tuscia è difesa da sempre più difficile un ancestrale tabù: quel vivere in simbiosi con la natura, personalizzare un ideale degli antichi abitatori etruschi” . Dopo una giorna - sorriso, un dolore, ta di pioggia non è difficile trovarlo là per le campagne una gioia, aspetti a cercare cicoria, erbe commestibili, frutti selvatici ed della vita umana altro con cui confezionare i suoi pranzi. Le sue esigen - che passano inos - ze sono strettamente legate al necessario. “Er cicoriaro servati, consumati è quello c’ha capito tutto” , scrive in una sua poesia. E nel privato. già. Se volete sapere qualcosa sulle piante commestibi - li o salutari trovate in Giovanni una esauriente enciclo - pedia. Il romano Paolo

la Loggetta gen-feb 2008 11 Via Maternum, 100 Piansano (VT) Tel. 0761.451235 Anagrafe

con la collaborazione di simo mangiare e non ammetto deroghe! Sono sempre attento e sorridente, mi piace la compagnia e le cocco - Anna Rita le, e la sera non voglio dormire mai! Insomma sono pic - Campitelli colo ma mi do da fare anch’io! Vi ringrazio e vi mando e un salutone coi fiocchi. Giuseppa Alessandra Lucci , secondo - Falesiedi genita di Vittorio e Ombretta De Santis, è nata all’ospeda - le di Città di Castello lunedì 3 marzo per la gioia di geni - tori e nonni, ma soprattutto Nuovi arrivi della sorella Serena, che dal - l’alto dei suoi otto anni e Un bel citto , Simone Pesci : tre passa con la nuova arrivata chili e cinquecentosettanta fa le prove da mamma accu - gram mi per cinquantasette cen - dendola e spupazzandola. timetri di lunghezza! Pri mo ge - Figliona di quasi quattro nito del martano Alessandro e di chili e di oltre mezzo metro Simona Melaragni (l’amazzone alla nascita, Alessandra è di valentanese-piansanese - ricor- grande ap petito e a tre mesi date? - figlia di Grat tì no e della ha più che raddoppiato il suo peso. E’ tranquilla, attenta nostra Rosanna d’Orizzèo), Si- e gioiosa, e, come vi accostate, subito socializza coi suoi mo ne ha scelto una data impor - gorgoglìi. Buffe sono le due sorelline insieme, che se la tante per rivoluzionare la vita dei intendono a perfezione, e quando Serena intona l’inno neogenitori: sabato 14 luglio, della nazionale di calcio, Alessandra non smette più di anniversario della presa della ridere e chiacchierettare a suo modo. Buon pronostico Bastiglia, venendo al mondo all’ospedale di Tarquinia per i prossimi campionati europei? con qualche settimana di ritardo. La mamma non sen - tiva le contrazioni, mentre la zia Silvia (gemella della Ciao a tutti, sono Alessia mamma) nelle settimane precedenti alla nascita si è Ruiz . La mia mamma si chia - più volte allontanata dal posto di lavoro con forti dolo - ma Roberta Talucci ed il mio ri addominali di natura - per allora - sconosciuta. I babbo Emiliano. Sono nata nonni materni, manco a dirlo, non si tengono: Grattìno domenica 13 aprile all’ospe - ha finalmente un maschietto in casa dopo tre figlie dale di Belcolle . Per i nonni femmine! Sicché lo ha già fatto salire a cavallo e non grossetani Anna e Ales san - passerà molto che se lo porterà dietro a caccia, tanto dro sono la prima nipotina, che il babbo Alessandro gli ha già comprato un fucilet - mentre per quelli piansanesi to su misura; Rosanna, che ancora non ce la fa a capa - Augusta e Francesco ( Chéc - citarsi della promozione a nonna, col suo piglio per ora co ) sono la terza; infatti ho è l’unica che riesce a far stare un po’ tranquillo quel - due cuginette, Francesca e l’argento vivo del nipote. Per l’ingresso nella comunità Martina, che mi adorano. Il cristiana, infine, Simone ha avuto un battesimo davve - bisnonno Raoul che vive a ro speciale: a Marta, la notte di Natale, don Roberto gli Civitavecchia vorrebbe veni - ha impartito il sacramento dopo averlo adagiato nien - re tutti i fine settimana a tro - temeno che nella culla di Gesù Bambino! varmi, essendo la prima pro - nipote, mentre per il bisnonno Peppinèllo , che ha rag - Ciao, sono Simone Adagio , con giunto quota 97 anni, sono l’ottava pronipote. Sono i miei tre chili e mezzo sono una bimba vivace ma dolcissima, sorrido a tutti e pian - nato all’ospedale di Belcolle go solo quando ho fame, e se la mamma non mi dà venerdì primo febbraio per la subito il latte divento una vera leoncina. gioia dei miei genitori Pietro e Deliana Moscatelli e di tutti. Alle nove di mattina di Sono il primo nipotino per la martedì 5 febbraio nonna paterna e il terzo per la all’ospedale di Città di famiglia della mamma, ma il Castello è nato Flavio primo in casa anche per gli zii Papacchini , che oltre un piano più su. Mi piace tantis - che dai genitori Luca e

la Loggetta gen-feb 2008 Anagrafe

Paola Vetrallini era atteso in famiglia dai fratellini Iris e è chimico farmaceutico, Silvia ingegnere ambientale). Alessio, di sette e quattro anni. I quali ce lo presenta - Perlomeno in attesa di sviluppi futuri… no così: “Ha gli occhi azzurri, i capelli chiari, mangia e dorme tranquillamente nonostante tutte le nostre Aleatorietà del sim - grida e i nostri rumori... Non vediamo l’ora che cresca bolismo delle date! per poterci giocare...”. Nella contentezza generale, di Nel pomeriggio di sa - nonni e zii compresi, neppure Iris, che si ritrova due bato 24 maggio, anzi - maschietti per casa, si sente in minoranza, perché si fa ché dichiararsi guer - valere ugualmente per diritto di primogenitura. ra, i nostri Emiliano Brizi e Amelia Mo - Alle dieci e quarantaset - sca telli hanno addi - te spaccate di martedì 3 rittura coronato il giugno all’ospedale di loro sogno d’amore Orvieto è nato Gabriele nella nostra chiesa Sensoni , figlio di Li- parrocchiale. E a berato e di Patrizia Ce- con celebrare c’era no trini nonché fratello mi- la bellezza di quattro no re di Riccardo. Il quale preti, perché oltre ai Ric cardo, da degno pri - padroni di casa don Andrea e don Aristide c’erano mogenito di batterista, anche gli zii di Emi liano, don Giampiero e don Pierluigi. non appena il neonato è Dopo la cerimonia gli sposi so no andati di corsa a fare giunto a casa ha fatto le foto per i vicoli caratteristici della Roc ca e del cen - subito il suo programma: tro storico per concludere poi il servizio a Bol sena, “Gabriele suonerà il dove l’intero corteo di parenti e amici si è trasferito basso e io la batteria” . per il banchetto. Sorpresa del fratello di Amelia, Alé!, sicché il parentado Alessandro, che con l’aiuto dell’amico Luigi li ha accol - già si prepara ai concerti ti con musica e bandiere, e allegro intrattenimento familiari in arrivo. Qualcuno vorrebbe insinuare che della gang di amici, con il simposio protrattosi fino a sotto sotto c’è lo zampino paterno, ma possiamo assi - tarda notte. Adesso gli sposi “gironzolano” ancora per curarvi che il treènne Riccardo mostra già - di suo - Piansano, dove hanno costruito il loro nido in località orecchio e determinazione. Per il momento, comun - Sodi del Piano . Per il viaggio di nozze dovranno aspet - que, come vedete si tiene stretto il futuro bassista, a tare ancora un po’ per via del lavoro: Amelia è inse - scanso di indebite... “circonvenzioni d’incapace”! gnante alla scuola elementare di Vetralla ed Emiliano si occupa di contabilità alla CNA di Viterbo.

Sposi Ci giunge notizia del matrimonio di Alessio Colelli , Andrea Silvestri e ventinovenne figlio di Domenico di Raniero - che a suo Silvia Di Fran ce- tempo presentammo anche come militare in Kosovo - sco si sono sposati il quale lunedì 5 maggio si è sposato civilmente a Cer - sabato 9 febbraio veteri con Elisabetta Trio . Un saluto e un augurio. nella basilica di S.Maria Maggiore a Ci giunge anche notizia delle seconde nozze del nostro Tu sca nia. Dopo la concittadino Angelo Egidi con Mariya Antoshkiv , cerimo nia la festa è celebrate civilmente nel comune di Montalto di Castro pro seguita in un sabato 7 giugno. Angelo - nipote del sagrestano, per no to ri storante di capirci, ossia figlio di suo fratello Bernardo - è uno dei Tar qui nia dove, nostri pesciaròli che lasciarono il paese nell’estate del no nostante il ca - ‘55. La sua famiglia abitava in fondo al Vicolo Vecchio, len dario inusuale, in quella casa sopra alla scalinata rimasta da allora l’atmosfera si è ri - disabitata: genitori e quattro figli, cui si aggiunse una velata... caliente . quinta dopo il trasferimento al podere. In paese lui non Dal sole di Tar qui - è tornato spessissimo, specie dopo la scomparsa dei nia gli sposi sono genitori che vi si erano ritirati dopo aver lasciato il passa ti alla neve di podere. Ve l’abbiamo rivisto con Mariya proprio in Vien na, dove hanno trascorso un romantico viaggio di occasione della festosa “rimpatriata” dei pesciaròli di nozze. Dopodiché sono rientrati a Perugia dove qualche anno fa, e quel clima di nuova serenità familia - entrambi lavorano dopo gli studi universitari (Andrea re c’era sembrato già allora di buon augurio.

la 14 Loggetta gen-feb 2008 Anagrafe

Ricorrenze

15 giugno 2008: festa dei sessantenni

A Piansano gran rimpatriata dei nati nel 1948 per festeggiare il loro sessantesimo compleanno! In una splendida giornata di metà giugno i vispi sessantenni venuti da ogni parte d’Italia (Ro ma, Genova, Napoli, Grosseto, Subiaco, ecc.) si sono dati appuntamento alle 11 davanti a quella chiesa dove furono battezzati, Ai nati nel 1948 dove fecero la prima comunione e dove molti di loro si sono sposati. Saluti, baci, abbracci, poi la messa con - Il millenovecentoquarantotto celebrata da d.Andrea, d.Aristide e dal diacono fu per Piansano ‘na gran bella annata e ‘n branco de cicogne col fagotto Antonio Fagotto (classe 1948). E’ stato quest’ultimo decisero de facce la fermata. che, salutando i convenuti, ha ricordato con poche ma La sor’Assunta, doppo qualche fiotto, toccanti parole il cammino fin qui percorso. Dopo la strillò: “Dateve ‘n po’ ‘na regolata!” : messa tutti a Marta per pranzare nel raffinato ristoran - uscìnno allora da le fagottelle te Da Gino al Miralago , di proprietà di Felicetta Monti sessanta tra gallette e pollastrelle. (classe 1948). Inutile dire che il trattamento è stato E cominciònno a crescia sane e belle, eccellente (si giocava in casa!). Molti i cibi prelibati, infanzia, gioventù... poe la famiglia. moltissimi i brindisi, innumerevoli le canzoni cantate Gioe e dolori impresse sulla pelle: in coro da tutti. Durante il pranzo tutto un intrecciarsi la vita a volte dà, a volte piglia; di ricordi lontanissimi nel tempo eppure ancora vivi un giorno manna acqua a catinelle quel’altro ‘n sole ch’è ‘na meraviglia, nella memoria di ognuno. finchè te trove, senza fa’ richiesta, Per non farsi mancare niente i sessantenni hanno pen - c’hae sessant’anne (e qui nun se protesta!). sato bene di concludere la giornata a Piansano con una Si mo’ qualche galletto è senza cresta spizzettata, musica e balli. Insomma una organizza zio- e qualche pollastrella è ‘n po’ spennata ne perfetta grazie ad An tonia ( de ‘Nfrizza ), Giusep pa nun s’émo d’avvili’, ma famo festa, (de Diodato ) e Silvana (mia). Sul tardi l’adunata si è tanto oramae è fatta la frittata. sciolta con i consueti abbracci, qualche lacrimuccia e Vivemo bene ‘l tempo che ce resta la promessa di non perderci di vista e di rivederci pre - e godémese ‘nsieme ‘sta giornata. sto. Quasi quasi... nun vedemo l’ora d’ave’ settant’anne! Del resto ce vo’ poco a èssa contenti; Quant’anne c’émo! ? ‘Mbe’... tre volte venti! Anzi, ‘nvecchiènno ‘mpazzènno, pensate ‘n po’!, me c’è scappata pure ‘na poesia: Luigi Mecorio (classe 1948) ai suoi coetanei

Palazzo Caposavi Bolsena Matrimoni - ricevimenti - Cene d’affari

www.palazzocaposavi.com - [email protected]

la Loggetta gen-feb 2008 15 Anagrafe

za e il vicoletto de le scòle , dove abitava, era rimasta a Ci hanno lasciato presidiare la vecchia casa paterna del Portonaccio , dove (a cura di am) per tanti anni aveva accudito il fratello Èlio, il Gradinòro di paesana memoria. Era un tipo estroverso, argutamen - Poco dopo le dieci di sera di martedì 8 te affabulatrice come tutte le Cicèrchie , e al tempo di gennaio all’ospedale di Belcol le di Gradinòro aveva familiarmente ospitato l’amico Viterbo è morto Federigo Bordo Francesco Petroselli, più volte “in missione” dall’univer - (Righétto de la Fontanàra , come sità di Göteborg per le sue ricerche lessico-antropologi - dicono in paese), che era nato a che sul nostro territorio. Rimasta sola e con i disagi della Piansano il 6 luglio 1929 da sua condizione, anni fa si era ricoverata nel centro geria - Domenico e Rosa Billi (appunto trico, facendo inevitabilmente perdere a quell’angolo di valentanese de Le Fonta ne , come paese un po’ della sua anima popolana. rivela il cognome). Uomo di campa - gna da tempo in pensione, Righetto Anna Brinchi Giusti è morta al - era persona tranquilla e piuttosto l’ospedale di Belcolle di Viterbo alle appartata, tra gli ultimi piansanesi rimasti a dieci e quindici di giovedì 17 genna - “presidiare” quell’angolo di centro storico tra le Scalette io. Da qualche anno non aveva più e la piazzetta del Fabbretto , davanti alla chiesa parroc - l’uso della vista e dopo chiale (anche se ciò l’aveva portato in passato a qualche l’assistenza in casa di una ba dante increscioso diverbio coi gestori del pub per via dei suoni era stata ospitata in una casa di notturni). Sicché più che altro si muoveva letteralmente riposo di Tuscania. Per sona curata per “la strada dell’orto”, tra andirivieni campestri e pic - e di modi precisi, la Nannina era ori - cole incombenze domestiche. Unica piccola rogna, quel ginaria di Grotte di Castro (da cui il nome personale con la g, esempio unico in paese e piut - cognome non piansanese), dov’era nata tosto raro in assoluto, che naturalmente lo condannava il 30 luglio 1923 da Biagio e Domenica Palombo. A Pian - a dover rettificare le frequenti (ed arbitrarie) correzioni sano era ve nuta nel ‘51 a seguito del matrimonio con burocratiche in Federico . Lascia la moglie Neris Nenuccio Falesiedi, stabilendosi inizialmente al Fab- Sciarretta, sposata nel ‘53, e tre figlie: Rosella del ‘54, bricone e poi in quella casa di Via Roma 51, sopra Giuseppina del ‘58 e Maddalena del ‘64, tutt’e tre trasfe - all’Ammasso , dove praticamente la famiglia è sempre vis - rite da tempo a seguito del matrimonio. suta fino all’ultimo trasloco di lei in Viale Santa Lucia. Vedova dall’81, lascia l’unico figlio Giuseppe, del ‘56, Alle quattro pomeridiane di lunedì 14 rimasto in paese. gennaio nel centro geriatrico Gio - vanni XXIII di Viterbo è morta Alle nove e cinquantacinque di lunedì Nazarena Ceccarini - la Nèna de 21 gennaio nella sua casa di Vicolo Gradinòro , sempre stando all’a na - dell’Archetto è morto Giacomo grafe paesana - che era nata a Lucci , che era nato a Piansano il 6 Piansano l’8 febbraio 1926 da luglio 1923 da Bernardo e Filo - Adele Brizi e dal povero Naza reno, mena Eusepi. Stava male da tempo morto neppure due mesi prima che ed era stato riportato a casa in lei nascesse e del quale la neonata questi ultimi mesi dopo un periodo “rinnovava” il nome. Ricordate il libro di permanenza in una casa di riposo sui nostri Caduti? Suo padre era stato richiamato in guer - di Tuscania. Bracciante e manovale ra che era già sposato. Aveva avuto il primogenito generico, anche Giacomino era stato tra i Olindo nel ‘15 e al ritorno dal fronte - ferito e gravemen - nostri emigranti in Germania tra il ‘61 e il ‘68, operaio, te ammalato - fece in tempo ad avere Èlio nel ‘20, Èlia nel insieme ad altri paesani succedutisi in quegli anni, in una ‘22 e Geltrude nel ‘24. “Ma l’anno dopo [1925] fu tragico impresa edile nella distrutta Norimberga. Da anni si per la famiglia. A luglio, nel giro di pochi giorni, morirono godeva la sua pensione tra il vicoletto di casa, la piazza sia Èlia sia Geltrude [...] e a dicembre Nazareno, che del comune e il centro anziani. Lascia la moglie Cesarina lasciò la moglie incinta di sette mesi. A febbraio l’Adele Guidolotti, sposata nel ‘53, e tre figli: Elda ( Guiduccia ) del dette alla luce una bambina e la chiamò Nazarena. La ‘54, Bernard(in)o del ‘57 e Toni del ‘64, sposati e da donna si ritrovò dunque con questa creatura e i due tempo trasferitisi per lavoro o a seguito del matrimonio. maschietti Olindo ed Èlio, di dieci e cinque anni. Non si risposò, e per mantenere onoratamente la famiglia una Giulia Eutizi è morta all’ospedale di donna non aveva allora altre strade: andar per serva. Belcolle a Viterbo la mattina di gio - L’Adele fu per tanti anni ‘la serva dei carabinieri’..., e poi vedì 31 gennaio. Da circa tre anni la ‘graziàna’ dei De Simoni” . era ospite di una casa di riposo a La Nèna comunque non si è mai sposata. Piuttosto toz - Tuscania, ma da tempo era biso - zetta e claudicante nei suoi brevi andirivieni tra la piaz - gnosa di assistenza costante per -

la 16 Loggetta gen-feb 2008 Anagrafe ché ridotta quasi alla cecità, sicché aveva sperimentato maturamente vedova di Franco Tuccini, come si ricorde - la presenza in casa di una badante ucraina e comunque rà, e Giuseppa sposata a Piansano e con due figli. L’unico da anni non la si vedeva più per il paese. Semplice donna maschio avuto da Chécco , Lazzaro, morì che aveva da di casa, di modi familiarmente apprensivi, la Giulia era poco compiuto sei anni, nel gennaio del 1975, in un tragi - nata a Piansano il 17 maggio 1934 da Francesco e Maria co incidente d’auto qui in paese. Fagotto. Dal ‘94 era vedova di Fiore Virtuoso, che aveva sposato nel ‘59 andando ad abitare in un appartamento Nella mattinata di sabato 23 febbraio di Via Roma; fino all’acquisto della “casa nuova” nel all’ospedale di Belcolle a Viterbo è morta nuovo piazzale Lucia Burlini, dove si trasferì con la fami - Felicita Marchionni (la Felicétta del glia una decina d’anni dopo. Lascia due figli: Massimo del Grottàno , nella solita onomastica pae - ‘60 e Gianfranco del ‘66, entrambi sposati e residenti in sana), che era nata a Piansano il 24 paese. dicembre 1931 da Arduino e Maria Cor de schi. Semplice donna di casa, la Verso la diciannove e trenta dello Felicétta stava male da tempo, e sono stesso giorno, giovedì 31 gennaio, a tutti noti i suoi continui andirivieni sempre all’ospedale di Belcolle è per il centro trasfusionale di Viterbo morto Pietro Brizi , che era nato a per le dialisi. Era detta del Grottàno per Piansano il 21 marzo 1935 da via del matrimonio con Giu seppe Scatena, Antonio e Angela De Carli. Chi non nativo appunto di Grotte di Castro, dove lei si era tempo - sapeva della malattia è rimasto raneamente trasferita a metà degli anni ‘50 con la incredulo, perché Pietro era un mamma Mariétta a seguito del trasferimento dell’allora omone dai modi franchi, ed ha parroco don Nazareno Gaudenzi, di cui la Mariétta era affrontato la situazione con dignità e appunto la perpetua. Ma subito dopo il matrimonio la forza d’animo. Pensionato con un passa - coppia si era stabilita a Piansano sistemandosi prima in to di agricoltore e manovale edile, lascia la moglie una casa delle Capannelle e poi in Vicolo Vecchio. Lì Teresa Bronzetti, sposata nel ‘62, e tre figli: Silvana del sono praticamente cresciuti i figli Maria Vincenza (del ‘64, sposatasi ventenne e subito trasferita a Ischia di ‘57), a sua volta emigrata a Ravenna con il matrimonio di Castro; Otello del ‘65, che dopo varie esperienze di cara - quasi trent’anni fa, ed Ernesto (del ‘65), il nostro benzi - biniere ausiliaro, cuoco, rappresentante di commercio... nàro e “angelo custode” dell’ambulanza. Era vedova da al momento tira avanti la piccola azienda di famiglia; e cinque anni quando la Felicétta , rimasta sola in quel vico - Marcello del ‘67, il nostro custode cimiteriale, sposato e lo ormai completamente spopolato, nell’88 si trasferì nel - rimasto in paese. l’attuale abitazione di Via Tuscania.

Nel pomeriggio di mercoledì 20 febbraio [Marchionni non è cognome indigeno, e con la morte all’ospedale Belcolle di Vi terbo è morto della Felicétta ora a Piansano è estinto del tutto. Vi fu Francesco Coscia , che era nato a importato nella seconda metà dell’800 da un fabbro di Piansano il 18 marzo 1925 da nome Venanzio, nato a Valentano nel 1851 da Luigi e da Giuseppe e Rosa Santimora. Un rico - una certa Attilia Lisini (che dal cognome neppure lei vero improvviso, perché nonostante sembra originaria di queste parti). Nell’80 Venanzio gli incomodi dell’età vedevamo tutti i giorni Chécco aggirarsi con il bastone sposò la nostra concittadina Felice Salvatori e si stabilì nei pressi della sua abitazione o affac - qui in una casa della Rocca , dove morì settantasettenne ciato con la moglie alla finestra di casa nel 1928. In una ventina d’anni ebbe undici figli, sei dei al piano terra. Persona semplice e mite di quali morti a pochi mesi di vita, due trasferitisi col modi, ricorderemo Chécco per il lungo servizio tempo a Tuscania e uno a Roma. Solo Arduino (dell’85) da netturbino del comune ( Chécco lo scopìno , dice anco - e Marianna (del ‘91) rimasero in paese, dove a poca ra la gente per capirsi), e anzi in tale ruolo è stato anche distanza l’uno dall’altra si sposarono con due Cordeschi , l’ultimo banditore pubblico, ossia l’incaricato di divulga - Luigi e Maria, anch’essi fratello e sorella e dal cognome re avvisi pubblici e privati girando per le vie del paese al d’importazione (precisamente di Cellere, e anzi destina - suono di una trombetta e gridando di quando in quando to ad estinguersi anch’esso, localmente, essendo il l’annuncio di turno (in gergo, manna’ o butta’ ‘l banno . nostro Anchise unico discendente maschio e senza Usanza che meriterebbe di essere ricordata, con le sue figli). Per la verità Arduino Marchionni ce la mise tutta atmosfere e le inevitabili gag, perché lontanissima nel per continuare la genìa, ma degli otto figli avuti dalla costume ma incredibilmente vicina nel tempo, reperto significativo di quella civiltà medievale da cui siamo usci - Mariétta - quattro femmine e quattro maschi, due dei ti appena l’altro ieri). Chécco lascia la moglie Francesca quali gemelli - sono sopravvissuti soltanto due femmi - Colelli ( Chécco e la Chécca , venivano infatti familiarmen - ne: la nostra Felicétta , appunto, e la sorella Annunziata, te indicati nel vicinato), sposata nel ‘52, e le figlie Rosa del ‘25, trasferitasi a Tuscania dopo la guerra a seguito Maria e Giuseppa, la prima residente a Tuscania e pre - del matrimonio con Giovanni De Grossi].

la Loggetta gen-feb 2008 17 Anagrafe

La mattina del lunedì di Pasqua, 24 Fulvio era nato a Piansano il 21 luglio 1936 da Francesco marzo, nella sua casa di Via Etruria e Rita Ciofo. Si era sposato con Erina Colelli nel ‘62 e oltre è morto Arnaldo Colelli , che era alla moglie lascia i figli Franco, nostro collaboratore, e nato a Piansano il 13 luglio 1920 da Vittorio, che ne ha continuato l’attività e proprio all’ulti - Vincenzo e Angela Zampilli ( Cèn - mo gli ha dato se non altro la gioia della nipotina cio del Testone e l’ultracen tenaria Alessandra (vedi pagina 13). zi’ Angelina , ricordate?). Anche lui “ha fatto presto”, come si dice, e, Ci giunge notizia anche della morte dei seguenti anzi, tanti neppure s’erano accorti concittadini trasferiti: dell’improvviso ricovero e del solleci - to ritorno a casa per il precipitare delle Ci viene segnalata la prematura scom - condizioni. Sicché ricorderemo Arnaldo nella sua anzia - parsa di Tiziana Lattanzi , avvenuta nità tranquilla, seduto sulle panchine di Via Umberto I o, all’improvviso ad appena 36 anni a col suo bastone e l’andatura claudicante per un antico causa di un male incurabile. Il incidente, nei brevi spazi tra casa, il centro anziani e le decesso è avvenuto l’11 dicembre comunelle di amici, che lui andava a trovare quando non al policlinico Tor Vergata di Roma, ce la facevano più a uscire di casa: sereno e familiarmen - dove Tiziana era ricoverata da te estroverso, col suo passato di uomo di campagna e circa un mese. Era sposata da dieci come con la coscienza di chi ha fatto la sua parte per la anni con Stefano Capradossi, primo - famiglia e gli affetti domestici. Musi cante storico della genito della nostra concittadina nostra banda, Arnaldo ne era stato anzi uno dei primi e Giovanna Ciofo, e la famiglia, che risiede più importanti elementi, sempre attento nel suo ruolo di a Roma, era apparsa al completo in un numero della seconda tromba al tempo del capomusica Tersilio, cui Loggetta del 2002 in occasione della nascita della piccola faceva da spalla fidata. Lascia la moglie Maria Ceccarelli, Ilaria. Oltre al marito, infatti, Tiziana lascia anche due sposata nel ‘47, e i due figli Vincenzo e Peppino - che nel bambine, Arianna di nove anni e Ilaria di sei. Tra le prove nome “rinnovano” entrambi i nonni - sposati e residenti difficili della vita, queste sembrano le più strazianti, in paese. appunto perché ci sono delle creature da crescere senza la guida insostituibile della mamma. Verso le nove e mezzo di sera di saba - to 29 marzo, nella sua casa di Via Giovedì 3 gennaio al policlinico Ge - Etruria si è spento Fulvio Lucci , il melli di Roma è morto Angelo nostro caro Fulvio, vinto dal male Zampetti , che era nato a Piansano che l’aveva attaccato un paio il 25 marzo 1924 da Giacomo e d’anni fa e contro cui aveva lottato Natalina Cecconi. Una delle fami - con una dignità e una coscienza glie che lasciò il paese per la cristiana davvero am mi revoli. Bonifica , quando nell’ottobre del Sottoposto ad intervento e quindi a ‘42, in piena guerra, chiuse la sua terapie e controlli continui, fino a casa alla Rocca per trapiantarsi in due/tre mesi prima appariva in condizio - un podere della Selvicciòla . Dopo la ni quasi normali, anche per quella sua facile e affettuosa guerra Angelo si sposò con Maddale na comunicativa con tutti. La situazione è letteralmente Moscatelli - altra piansanese della Bonifica - e ne ebbe precipitata nelle ultime settimane, e per quanto ormai due figli: Margherita nel ‘48 e Bruno nel ‘53, oggi entram - fosse nell’aria, la notizia ha toccato tutti. Fulvio era ben bi sposati a loro volta con figli e residenti a Roma. noto e stimato. Non solo gestiva da sempre il negozio di “Ritiratosi” con la moglie a Canino, Angelo aveva ultima - alimentari come da tradizione di famiglia ( “la bottega del nente qualche problema con il cuore. Lo teneva a bada Fabbrétto” ), ma era stato sempre coinvolto nelle locali con controlli periodici, ma l’ultimo ricovero - quaranta iniziative artistico-culturali come la corale e l’attività tea - giorni tra il Columbus e il Gemelli - non è riuscito a supe - trale ( “il tuo cuore e la mente sempre accese / per le cose rarlo. Nel darcene notizia, la moglie lo ricorda a quanti che rendono gioiosi / ... Ti piaceva la vita e il bel canto...” , l’hanno conosciuto. scrive il cognato Ireneo Moscatelli), e per temperamento e per educazione manteneva con tutti rapporti di serena Venerdì 1° febbraio al pronto soccor - cordialità. La prova difficilissima piombata sulla famiglia so dell’ospedale di Tarquinia è con l’incidente del figlio Franco l’avevano visto con la morta Domenica Brizi , nata a moglie Erina affrontare la situazione con sacrificio e Piansano il 23 dicembre 1934 da forza morale, esempio di abnegazione e quotidiana Domenico e Fermina Tagliaferri. Si accettazione delle avversità. Doveva sostenerlo la “non - può dire però che del nostro pae - curanza” del credente, per vederlo fino all’ultimo così se Mecuccia si ricordasse poco o confidente, di una umanità contagiosa. Bella figura, di cui niente, essendone partita a neppu - certamente il paese viene a mancare. re quattro anni, nella primavera del

la 18 Loggetta gen-feb 2008 Anagrafe

1938. Il destino della fa miglia era scritto nel mestiere del men to solo un paio di suoi coetanei e un’unica supersti - padre, boàro , come ancora si legge nel vecchio cartellino te della classe 1910. La Maria si era mantenuta autosuffi - anagrafico, che per necessità di lavoro lo portò appunto ciente e in discreta salute fino a un paio di anni fa, quan - nelle campagne della Maremma. La giovane famiglia, che do aveva dato giù tutto insieme allettandosi . Una donnet - dal Vicolo della Volpe era andata ad abitare nella Via ta forte e “lavoratrice”, figura di massaia rurale della delle Capannelle, lasciò il paese e non vi fece più ritorno. nostra tradizione con tadina. Nel ‘34, a 23 anni, si era Con i genitori c’erano quattro figli, dai tre ai tredici anni: sposata con Francesco Lu cat tini e due anni dopo ne Bernardino, Emilio, Mario e la nostra Mecuccia , appunto aveva avuto la figlia Maria Mad da lena ( la Madalena (oggi solo Mario è tuttora vivente). A Tarquinia Mecuccia d’Attiglio , per capirci). Rimasta vedova dopo appena si sposò nel ‘61 con Antonio Vitali e ne ebbe quattro figli: quattro anni, nel ‘38, la Maria si era risposata con Gia - il primogenito Camillo, defunto; Massimo, tuttora in casa como Brizi ( ‘l Caprarétto , nell’anagrafe paesana), anche con il padre vedovo, e Maurizio e Paola, entrambi sposa - lui vedovo di una prima moglie dopo quattro anni di ti e residenti a Tarquinia. matrimonio e con un bambino di soli tre anni, Francesco. Da queste seconde nozze nacquero Nazareno (1941), Venerdì 22 febbraio nella sua casa di Lina (1944) e Cesare (1947), che naturalmente si aggiun - Tarquinia è morta Rosaria Festa- sero in casa ai precedenti figli di entrambi. Fino a quan - relli , che era nata a Piansano l’8 do l’intera famiglia si trasferì nel podere di Pescia agosto 1921 da Vincenzo e Mar - Romana intorno alla metà degli anni ‘50, a seguito della gherita Lucattini. Una famiglia di riforma agraria dell’Ente Maremma. Rimase in paese solo cui ci siamo occupati altre volte Maddalena, ormai in procinto di sposarsi con Attilio. per ricordare la morte di due Dopodiché gli anziani coniugi, lasciato il podere ai figli, sorelle maggiori di Rosaria, scom - nei primi anni ‘70 tornarono a Piansano stabilendosi in parse tra il 2000 e il 2001 a neppure una casa delle Capannelle. Giacomo però si poté godere un anno di distanza l’una dall’altra. Il poco il meritato riposo (e la caccia, di cui era rinomato cognome non è originario di Pian sano. ed accanitissimo cultore), perché nel settembre del ‘75 Vi fu importato da un contadino di Farnese, Vincenzo, morì lasciando sola la Maria. La quale rimase a Piansano che era della classe 1884 e nell’11 sposò la nostra concit - ancora per parecchi anni, prima di raggiungere la figlia tadina Lucattini stabilendosi in una casa di Via Umberto Lina a Montalto. I. Qui, tra prima e dopo la guerra la coppia ebbe sei figli: Malfisa nel ‘12, Annunziata nel ‘14, Ruggero nel ‘19, Domenica 9 marzo nella sua casa di Rosaria nel ‘21, Antonia nel ‘23 e finalmente, nel ‘27, Valentano è morto Giu seppe Me - Ritardo, che con tale nome, evidentemente, per tutta la laragni , il più grande dei cinque vita avrà dovuto spiegare ogni volta il perché e il perco - figli del nostro concittadino me della propria venuta al mondo. Tra l’altro il cognome Reginaldo (era nato il 27 dicembre originario era Fastarelli , con la a, che rimase rispettosa - del 1933), che appunto nel ‘33 si mente inalterato per qualche tem po; quindi divenne trasferì a Valentano a seguito del Festarelli per Ruggero, Rosaria e Antonia, per tornare matrimonio con Santa Grossi. Lì all’originale Fastarelli alla nascita di Ritardo e consolidar - Reginaldo - apprezzato poeta a si invece definitivamente come Festarelli nei successivi braccio, morto appena sessanta - luoghi di residenza! (amenità dei servizi demografici di duenne nel ‘72 - ebbe cinque figli: il un tempo!). La famiglia, in ogni modo, nell’autunno del nostro Pèppe , Renzo (a lungo direttore della nostra ‘30 si trasferì al completo nelle campagne di Montalto di Corale), Enrico ed Ezio poi trasferitisi ad Onano, e infine Castro e in paese non tornò più. Vincenzo, anzi, che Caterina, anche lei trasferitasi con il matrimonio in quel avendo trovato lavoro come guardiano del marchese di Roma. Rimasto scapolo, Pèppe era anche l’unico figlio Guglielmi pensava di aver risolto ogni problema, proprio che aveva continuato l’attività paterna di agricoltore- quell’anno morì “di disgrazia” lasciando la moglie incin - allevatore, e praticamente conduceva la sua vita nel ta dell’ultimo figlio, che appunto nacque di lì a poco e podere-castagneto che si era comprato a Valentano “rinnovò” il nome del padre. dopo che la famiglia aveva liquidato le Mandrie nel nostro territorio. Lo stesso giorno - venerdì 22 febbraio - in casa della figlia Lina a Montalto Nel pomeriggio di mercoledì 2 aprile, di Castro è morta Maria Martinelli , alla vigilia del suo novantesimo che zitta zitta era quasi centenaria, compleanno, nella sua casa di essendo arrivata alla vigilia del Civitavecchia è morta Nazarena suo 97° compleanno. Infatti era Lepri , che era nata a Piansano da nata a Piansano, da Nazareno e Ce - Angelo e Maria Bordo appunto il cilia Eusepi, il 9 marzo del 1911, e 21 aprile del 1918. Era la mamma di quindi era tra le piansanese più don Giuseppe Papacchini, di cui granne de tutte , contandosi al mo - abbiamo dovuto riferire a suo tempo

la Loggetta gen-feb 2008 19 Anagrafe la prematura perdita, ricordate? Don Giuseppe, che era In memoria di mio padre Nazzareno del ‘39, era il figlio primogenito che Nazarena aveva di Rossana Ciofo avuto dal marito Na zareno Papacchini, scomparso anche lui ancor giovane nel ‘64. Don Giuseppe era stato E’ deceduto il 7 aprile scorso, all’età di 87 anni, mio padre ordinato sacerdote l’anno prima e inviato come vicepar - Nazzareno Ciofo. Trasferitosi in tenerissima età a Roma, dove tra - roco a Montefiascone, ma in casa con la madre ancora scorse tutta la sua vita, ebbe una giovinezza feconda di moltepli - c’erano la sorella Maria (del ‘42), il fratello Angelo (del ci interessi ed esperienze, affettuosamente unito al suo nucleo ‘49) e la sorella Teresa (del ‘53), che a quel punto lascia - familiare ed in particolare alla madre Rosa che, considerato il rono tutti la casa al Fabbricone per raggiungere don precario stato di salute del marito, tornato provato dalla Grande Giuseppe a Montefiascone. Nel ‘65 Maria sposò il com - Guerra, sempre si prodigò per il benessere della famiglia. paesano Francesco Eusepi, allora poliziotto, e lo seguì Chiamato alle armi all’avvio del secondo conflitto mondiale, fece dapprima a Cuneo e poi a Migliarino Pisano, dove tutto - parte della divisione Venezia , che inizialmente operò sul fronte ra abita (Purtroppo ne abbiamo dovuto ricordare la greco-albanese e successivamente nei Balcani: in particolare negli impervi territori della Bosnia, dell’Erzegovina e del morte per incidente del figlio Roberto, del ‘70, che era Montenegro. Come più volte mio padre mi ha narrato, furono maresciallo dell’esercito e in quel tragico venerdì 27 feb - quelli, per i soldati italiani, anni tragici e dolorosissimi, segnati da braio 2004 - due giorni prima della morte di don stenti indicibili e terribili sofferenze, attanagliati dalla fame, dal Giuseppe! - lasciò la moglie in attesa di un bambino). gelo e dalle malattie, costantemente in pericolo di perdere la vita, Verso il 1970 don Giuseppe fu trasferito a Civitavecchia nel corso dei quali ai già orribili eventi bellici si mescolavano le come parroco di S. Agostino e si portò dietro anche allo - vicende politiche e sociali di quelle terre straniere, non solo coin - ra i familiari. Dopodiché Teresa volò nientemeno che in volte nel conflitto ma teatro di lotte interne fra le stesse parti jugo - Australia diventandovi una manager, e dal ‘78 Angelo - slave belligeranti. del quale pure abbiamo riferito in passato importanti All’indomani dell’armistizio (8 settembre 1943), le divisioni affermazioni culturali e professionali - è ordinario di sto - Venezia e Taurinense , forti di circa 22.000 uomini, seppero resi - ria e filosofia all’università di Cali, in Colombia. Con don stere eroicamente all’invito alla resa incondizionata imposto dai Giuseppe era rimasta quindi solo la mamma, che lo tedeschi e dai loro alleati fascisti, ed il 2 dicembre 1943 costitui - aveva seguito nella parrocchia di S. Gordiano e nei vari rono la divisione italiana partigiana Garibaldi , collaborando alla incarichi di responsabilità nella diocesi di Civitavecchia. lotta di liberazione del popolo jugoslavo per vincere in nome della Patria lontana la propria stessa guerra di liberazione, e per riaffer - mare i più alti valori di libertà, democrazia e giustizia sociale. Lunedì 7 aprile è morto a Roma Naz - Undicimila i caduti accertati ed i dispersi, pari al 50% degli effet - zareno Ciofo , che era nato a Pian - tivi; l’altra metà i sopravvissuti, gran parte dei quali rimpatriati sano la sera del 24 giugno 1920 da per ferite o malattia, fra cui mio padre Nazzareno. Oreste e Rosa Brizi. Era venuto al E’ per me motivo di orgoglio trarre questo spunto dal libro Soldati mondo in una casa di Via della italiani nella Resistenza in Montenegro (p. 149), scritto dal gen. Fontana , che ora non esiste più e Angelo Graziani, all’epoca dei fatti anch’egli della divisione che neppure sappiamo dove si tro - Garibaldi col grado di capitano, e pubblicato nel 1992 in colla - vasse. Era l’ultimo di dieci figli, due borazione con la rivista Patria indipendente dell’ A.N.P.I. dei quali morti di spagnola tra il ‘18 (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), che assieme ad altre e il ‘19. Dopodiché la famiglia si opere dedicate a quelle vicende tragiche e gloriose, ripercorre le trasferì a Roma che Nazza reno aveva gesta dei militari italiani in Montenegro dall’estate 1943 alla pri - appena sei anni e con il paese si interruppero i contatti. mavera 1945. Eccone il testo: “Nazzareno Ciofo, di Piansano (Viterbo), classe 1920, geniere Solo a seguito della comunicazione di decesso abbiamo a rintracciato la figlia Rossana, che anzi ringraziamo per della ‘Garibaldi’, già effettivo alla 76 Compagnia artieri della Divisione ‘Venezia’, mutilato di guerra, vivente. Dopo l’armistizio averci inviato le foto e il commosso ricordo riportato nel dell’8 settembre 1943, con grave rischio della propria vita, box a lato. costruiva grosse bombe anticarro, ripiene di tritolo e di ferraglie, [Nel quale, per inciso, il nome Nazzareno è scritto con che trovarono largo impiego contro mezzi di trasporto tedeschi. Il 2 settembre 1944, catturato dai cetnici (nazionalisti monte - due z perché così consolidato nell’uso e nella stessa a documentazione amministrativa successiva all’emigra - negrini) mentre svolgeva attività operativa presso la 29 zione dal paese natìo (nonché per rispetto della memo - Divisione jugoslava, venne condotto a Gacko (Erzegovina) dove ria del defunto e della volontà della figlia), ma che andrebbe ricondotto all’originaria forma grafica con una reno , del quale evidentemente si volle “rinnovare” il sola z - Nazareno - perché così risulta nel relativo atto di nome per ben due volte: con questo nipote del 1920 e nascita, che è la prima attestazione pubblica delle gene - con un suo fratellino premortogli ad appena un anno di ralità della persona e dunque il documento al quale si vita nel 1919. Del resto è appunto questa la forma corret - ricorre appunto per dirimere controversie o dubbi in ta, derivando l’attributo dalla tradizione cristiana di materia. D’altronde tutti i Nazareni piansanesi dell’ulti - Gesù Nazareno , ossia nativo di Nazareth . mo secolo sono scritti con una sola z, a differenza di Vero è che il nome proprio è strettamente personale ed come usava tra ‘8 e ‘900, quando le due forme si alterna - entro certi limiti dipende dalla volontà del dichiarante la vano o addirittura era prevalente la versione con la dop - nascita (in genere il padre), il quale potrebbe volerlo pia z. Anche il nonno materno del Nostro era un Naza - scritto con due z, ma nella storia recente del nostro

la 20 Loggetta gen-feb 2008 Anagrafe

direzione generale dell’ INPS in Roma dove fu sempre apprezzato per la sua responsabilità e competenza. Nel 1949, ancora sofferente per la ferita e deambulante a fatica, si unì in matrimonio con mia madre Assunta Zollo, nata a Roma, che aveva già conosciuto negli anni antecedenti la guerra e che sempre lo sostenne, con la quale ha condiviso felicemente ben cin - quantanove anni di vita in comune e di comuni intenti, costruen - do per me, Rossana, loro unica figlia, nata nel febbraio del ‘50, una famiglia amorevole che tanto mi ha dato insegnandomi sani fu sottoposto a maltrattamenti e minacce di morte. Nel la stes - principi ed arricchendomi di valori di cui ho fatto tesoro. sa giornata un improvviso e violento attacco di partigiani jugo - Unico e bellissimo è stato il rapporto con mio padre, a cui mi uni - slavi ed italiani (2 a Brigata ‘Garibaldi’) costrinse il nemico ad vano molti aspetti del carattere ed altrettanti ideali ed aspirazio - una precipitosa ritirata. I cetnici, per non perdere il ‘prigioniero’ ni. Era amorevole e disponibile ma dignitoso, gioviale tuttavia che si attardava a seguirli, lo colpirono con una raffica di pal - impegnato; fu per me compagno di giochi ed amico, oltre che lottole esplosive che gli frantumò l’osso della gamba sinistra. maestro di vita. Sono felice di avergli potuto dare la soddisfazio - Ciofo subì sul posto un primo intervento chirurgico, ma per la ne di vedermi conseguire nel 1974 la laurea in scienze politiche gravità della ferita fu costretto al rimpatrio; lascia Gacko il 16 e più di recente, circa dieci anni fa, superare il concorso a diri - settembre 1944 con un aereo da trasporto che faceva ritorno in gente presso l’ INAIL di Roma dove sino allo scorso mese di settem - Italia. Atterrato a Bari fu ricoverato all’ospedale militare della bre ho prestato attività lavorativa. città e poi in altri luoghi di cura, dove la degenza si protrasse Mio padre Nazzareno fu sempre circondato dall’affetto dei suoi per altri due anni. familiari e dalla stima di tutti quanti lo conobbero e lo apprezza - A questa triste odissea del geniere Nazareno Ciofo intendo acco - rono per il suo animo generoso ed attento ai bisogni altrui, per i munare tanti altri compagni di lotta della Divisione Garibaldi” . suoi modi gentili e socievoli, per il suo atteggiamento positivo In effetti mio padre in Italia subì altri interventi chirurgici alla sempre aperto alla vita. gamba ferita e, al fine di consentire la ricostituzione del callo Nel corso della sua esistenza sopportò con forza e speranza molte osseo da sotto al ginocchio fino alla caviglia, essendo stata la malattie anche gravi, confortato dalla fede che mai lo abbando - tibia completamente distrutta dalle pallottole esplosive, restò nò, subendo nel tempo ulteriori interventi chirurgici e recuperan - ingessato per quattro lunghi anni. Fortunatamente, sebbene con do tuttavia ogni volta un discreto stato di salute. l’ausilio di scarpe ortopediche, di cui non poté più fare a meno, Nel 1986 fu allietato dalla nascita della sua unica nipote, mia fu poi in grado di riprendere lentamente a camminare e quindi figlia Ilaria, che amò moltissimo e con cui strinse fin da subito un condurre un’esistenza piena ed autosufficiente malgrado legame complice ed amichevole, arricchito dall’insegnamento dei l’oggettiva limitazione fisica. valori posti a base della sua vita. Accolse mio marito Carlo con Dallo Stato italiano gli furono riconosciute quattro croci di guerra sentimento paterno e Carlo lo ricambiò con altrettanto affetto al valor militare e, in data 17 febbraio 1986, alla presenza del sostenendolo nella malattia ed accompagnandosi con lui nei gior - presidente Sandro Pertini, fu insignito dalla Repubblica socialista ni più lieti. federativa di Jugoslavia di decorazione al valore con l’Ordine della Nel dicembre del 2004 fu purtroppo colpito da una grave forma Fratellanza e l’Unità con serto d’argento. Lo stesso Stato jugosla - di ischemia cerebrale che fiaccò gradatamente le sue condizioni vo, in segno di riconoscenza e gratitudine, già nel marzo 1981 gli generali ma non il carattere del suo animo, restato gentile ed aveva conferito altra medaglia per il “contributo prestato alla affettuoso, sino al recente decesso causato da complicanze da comune vittoria sul fascismo e per l’avvicinamento e l’amicizia ultimo insorte. Le esequie si sono svolte in Roma presso la basi - tra i popoli” . lica di Cristo Re il giorno 8 aprile ed è stato tumulato nella tomba Nel novembre 1977 gli fu attribuita dall’Associazione nazionale di famiglia presso il cimitero Verano . Resta ora un incolmabile Veterani e Reduci Garibaldini la stella al merito garibaldino, isti - vuoto appena attutito dalla certezza che ora vive nella pace eter - tuita da Giuseppe Garibaldi nel 1863, “per la fedeltà agli ideali na e veglia ancora su di noi con amore come sempre. Per Sua della tradizione garibaldina” . Di detta associazione, all’inizio Memoria. degli anni ‘80, ricoprì l’incarico di presidente della sezione di bibliografia minima: Roma, con sede in Porta San Pancrazio, continuando a coltivare, La divisione italiana partigiana Garibaldi , di Stefano Gestro, 1981 ed. Mursia tramite l’attività ivi svolta, gli ideali di libertà e democrazia che Soli in Montenegro , di S. Gestro e E. Bedini, 1972 ed. Tamari ispirarono durante il secondo conflitto mondiale le gesta della Ventimila caduti , di Giacomo Scotti, 1970 ed. Mursia divisione Garibaldi . L’armata stracciona - L’epopea della Divisione Garibaldi in Montenegro (1943- 1945) , di S. Gestro, 1976, ed. Comitato Regionale Toscano Dal 1948 al 1970 prestò lodevole servizio presso gli uffici della per il 30° della Resistenza e della Liberazione.

paese, per esempio, l’unico caso del genere è quello di Amulio , Liscia per Licia , Alfonzo per Alfonso , Gianpiero Nazzareno Scoccia - ‘l Sardegnòlo , per capirci - che a que - per Giampiero... : non è pensabile che l’abbia voluto sto punto l’ha trasmesso in tale forma al nipote omoni - espressamente il padre dei neonati; trattasi con tutta evi - mo e che per ciò stesso costituisce l’eccezione che con - denza della traduzione grafica del parlato operata dal - ferma la regola. Non è neppure da escludere - ed anzi per l’addetto allo stato civile. il passato è di gran lunga più probabile - che in casi simi - Distorsioni dialettali, ipercorrettismi e scarsa accultura - li in realtà non si sia trattato tanto di volontà del padre zione generale hanno sempre alimentato confusioni e dichiarante, quanto piuttosto di semplice ignoranza incertezze nelle forme onomastiche. Significativo è dello “scriba” municipale al momento della stesura del - l’aneddoto di quel Brizi - che a Piansano è il cognome più l’atto, così com’è capitato di trovar scritto Mulio per diffuso in assoluto e notoriamente è scritto senza ecce -

la Loggetta gen-feb 2008 21 Anagrafe zioni con una sola z - il quale, lasciato il paese per la genito Giuseppe, Cesira del ‘42, prima volta per il servizio militare, si trovò assegnato ad Girolamo del ‘46 e Rosa del ‘50. un reparto dove c’era un tenente romano con lo stesso Una famiglia contadina, come cognome. (Stiamo parlando di cinquant’anni fa, e quindi tutte, coi figli più grandicelli di gente tuttora vivente, non del tempo delle guerre puni - messi a garzone. Fin quando nel - che). Un po’ per dovere e un po’ per curiosità, l’ufficiale l’estate del ‘53 la famiglia al com - chiese al nostro concittadino: “Ma il tuo cognome com’è pleto si trasferì a Tuscania, nelle scritto, con una zeta o con due?” . Al che il Nostro lo guar - cui campagne era più facile trova - dò perplesso come per indovinare la risposta che l’altro re lavoro. Giuseppe - persona sem - voleva sentire, e quindi se ne uscì con un desolato: “Boh! plice e onesta, rimasto uomo di cam - ...Voe che dite, sòr tene’?” ]. pagna, sia pure ormai in pensione da una decina d’anni - si sposò piuttosto grandicello, nel Mercoledì 16 aprile a Villa Serena a ‘70, con Maria Teresa Della Posta, originaria di Ponte - Montefiascone è morta Tommasina corvo, nel Frusinate, e ne ebbe due figli: Rosa nel ‘73 e Sonno , che era nata a Piansano il 6 Fran cesco nell’80, oggi entrambi sposati a loro volta gennaio 1939 da Carlo e Vittoria ma con destinazioni diverse: Francesco in polizia a Coscia (del Poeta ). Una delle fami - Firenze, e Rosa, madre di una bambina, rimasta a glie dei nostri pesciaròli : genitori e Tuscania. quattro figli: Tommasina, Mario, Giuseppe e Gino, due nati prima Domenica 15 giugno all’ospedale di del richiamo alle armi di Carlo e due Grosseto è morto Angelo Catalani , dopo il suo ritorno dalla prigionia. Da che era nato a Piansano, in una casa via Umberto I la famiglia si era trasferi - all’imbocco di Via della Chiesa, il 31 ta nel Vicolo della Volpe, ma nell’estate del ‘55 aveva ottobre del 1928. Il cognome non è lasciato il paese al completo per il podere di Pescia indigeno, perché suo padre Carlo Romana. “Purtroppo la vita di Tommasina è stata piutto - era un contadino trentanovenne di sto tormentata - ci scrivono i familiari - perché la polio - Barbarano Ro mano trasferitosi melite che la colpì da piccola le ha lasciato gravi deficit nelle campagne di Montalto. Aveva mentali... È vissuta sempre in casa con i genitori, e poi, sposato la piansanese Marianna Me- dopo la loro morte, coi tre fratelli sposati. Con laragni e questa era venuta a partorire l’aggravarsi delle sue condizioni generali, e la frattura di qui i primi due figli: Francesco nel ‘26 e, entrambi i femori, era stata ricoverata a Villa Serena appunto, Angelo nel ‘28. Quindi nell’autunno del ‘31 la dove poteva essere accudita in modo più specifico...”. famiglia si era trasferita a Montalto, dove tre anni dopo nacque l’ultima figlia Maria, e in paese non era più torna - Sabato 14 giugno nella sua casa di Tuscania è morto ta. In pensione ormai da una quindicina d’anni, Angelo era Giuseppe Cesàri (omonimo del nostro vigile urbano in stato a lungo ragioniere contabile della cooperativa pensione, del quale è cugino), che era nato a Piansano Chiarone di Pescia Romana, dove oggi lascia la moglie il 2 febbraio 1933 da Francesco Giu seppe e Nazarena Caterina Berga maschi, sposata nel ‘59, e i tre figli, a loro Lucattini. Al l’epoca la famiglia abitava nel vicolo della volta tutti sposati con figli e residenti a Pescia: Anna Maria Torre, ma dopo la guerra si spostò in una casetta al del ‘60, Giuseppe del ‘64 e Cinzia del ‘72. pianoterra giù alla Rocca . Coi genitori c’erano il primo -

la 22 Loggetta gen-feb 2008 Dicono di noi (da Biblioteca & Società, anno XXVI, 1-2, giugno 2007, pp. 55-56)

la Loggetta gen-feb 2008 23 Mobili A PIANSANO Martinangeli Tel. 0761/450822 - 450455

Vastissimo assortimento interno

Cucine in muratura • Finanziamenti fino a 60 mesi Progettazione su misura e preventivi gratuiti Luigi Cimarra Storie di parole, storia di cultura:

e Luciano La “cacciarella” Laici III ed nelle terre di Maremma ultima parte i d r a

bbiamo attraver - n o e

sato gli inestrica - L

o r

bili viluppi di t e i

sottobosco, fatti P

i d

Adi rovi, edere e clematidi, o

i forteti, le macchie pro - n g e s

fumate e misteriose della i terra d’Etruria, seguendo D le orme di un animale vigoroso, tutto forza e fisicità, il cinghiale. Esso, come tutte le bestie sel - vatiche, ha uno sviluppa - to istinto di sopravviven - za, acuito dalla lotta per la vita. E’ diffidente e solingo, annusa l’aria, percepisce i rumori anche quelli impercetti - bili, avverte ogni minimo movimento. Vive immer - so nella natura ed usa le risorse che essa gli offre: per trarre nutrimento (bacche, radici e tuberi, pannocchie, frutti selvati - ci e cascaticci), per alle - vare i suoi piccoli, per rintanarsi in un covile, per trovare scampo da chi lo caccia. Quando si acquatta tra il folto delle erbe, i cacciatori dicono che s’è allascato : se ne sta, immobile ed invisibi - le, tra le lascàre , cioè i cespugli di fitto falasco, o tra le rogàre , do’ se ‘nfilza o s’allèstra al primo segno di pericolo. Tra le sue strategie difen - sive non v’è solo la preci - pitosa fuga, ma anche la ritirata silenziosa per Cucine in muratura • Finanziamenti fino a 60 mesi sottrarsi alla vista. la Progettazione su misura e preventivi gratuiti Loggetta gen-feb 2008 25 Ecco, abbiamo recupera - 336: vineam meam, pasti - mento o buca del terre - di “impiastricciarsi”. to un’altra parola, che num, sterpalia, terras et no, dove, nel ristagno Infine, a Tarquinia il non appartiene soltanto castagnetum et ascam, dell’acqua piovana, maia - verbo, oltre al significato al linguaggio settoriale quas habeo... ), di genere li bradi e cinghiali concreto, ne assume un della caccia: sia il verbo femminile come in tutti s’infangano” (Maremma), altro figurato: è riferito a lascasse che il sostantivo gli altri documenti dei a cui bisogna aggiungere persona sia per lo spor - lascàra derivano da lasco secoli successivi (con la il femminile ‘nzòjja co fisico che morale. La o asco , che è un termine variante grafica ascha e il “pastone di crusca per i base etimologica è la molto diffuso tra Lazio e diminutivo ascarella ). maiali” (Villa San stessa della voce antica Toscana, legato all’alle - Compare ancora nel 1506 Giovanni). sugliardo “sporco”, “schi - vamento o, più in genera - nella didascalia di una Non meno diffusa è la foso” (Guittone d’Arezzo, le, alla sfera animale: tavoletta votiva del san - corrispondente forma sec. XIII), cui corrispon - oltre che “ombra tuario della Madonna verbale: nzojjà “rotolare de il francese souillard e refrigerante”, a Ble ra, a della Quercia, che un tal nel fango” (detto dei che alcuni etimologisti Monteromano e altrove Francesco di maiali) (Villa San fanno risalire all’antico (per esempio Capranica) Michelangelo dedica alla Giovanni), anzojjasse / francese souiller / soiller , indica una macchiòzza di Vergine, perché, “stenno nzojjasse “voltolarsi nel a sua volta fatto derivare arbusti vicino ad un fon - in una ascha” , era riusci - fango”: le pòrche se nzòj - dal diminutivo latino tanile (es.: fontanile del - to a difendersi a colpi jono ner pantano (), suculus “porcellino”. Ma l’asco bbèllo ) o ad una d’ascia dall’assalto di un inzojjà “sporcare” l’etimo non è sicuro e pozzanghera, un luogo lupo feroce. (Oriolo Romano), inzo - non è da tutti condiviso. ombroso dove le bestie Stiamo ormai per giunge - gliarsi “rotolarsi nell’ac - Ci rimane un’ultima cosa vanno a ripararsi dalla re al termine del nostro qua melmosa” da aggiungere, a confer - calura estiva (Blera: i viaggio sul lessico relati - (Maremma). A Grotte di ma della tradizione popo - cavalli e le vacche vo alla “cacciarella”, ma Castro si registra nzujja’ , lare raccontata dal vec - s’allàscono ), così anche a non possiamo chiudere mentre a Piansano ‘ nzoj - chio cacciatore tuscane - Barbarano ( la bbèstia va senza far riferimento alla ja’ è riferito anche a per - se. In un dizionario del - all’asco, sotto l’ombra a voce forse più significati - sona: ‘N te ‘nzojja’! , si l’antica lingua francese il ffrescura ). Ma si usa va: un vecchio cacciatore raccomandavano le compilatore cita un testo anche riferito all’uomo: tuscanese, mentre ci rac - mamme; oppure, con nel quale si dice che “chi nnamo a llasco che ffa n conta le imprese venato - tono di rimprovero: va a caccia di cinghiali, callo che sse mòre rie fatte in gioventù, cita “Guardelo! S’è ‘nzojjato [sappia che] essi si vol - (Blera), ve séte llascate l’ inzòjjo , cioè il “luogo come un maiale!” . tolano volentieri nelle (). Un dove il cinghiale si va a Anche fuori della provin - acque melmose e, se ven - noto studioso di intrujjare di fango per cia di Viterbo, per esem - gono feriti, il rimedio per toponomastica toscana, levarsi di dosso i fasti - pio ad Ascrea, ‘nzojjasse guarire è quello di roto - Silvio Pie ri, vi riconosce diosissimi insetti parassi - ha il significato generico larsi nel fango”. una forma dell’italiano ti che lo tormentano, antico, usata con diverse cioè le cavujje , e per La Cacciarella giù al Cannetaccio accezioni, sia nel signifi - curarsi le ferite”. Nei dia - di Luciano Laici cato di “terreno molle, di letti della Maremma poca consistenza”, sia in toscana e dell’Alto Lazio Durante tutta la guerra mondiale quello “di terreno con la parola è nota con rife - nun se tiraron tante schioppettate vegetazione rada”. rimento alle abitudini come giù al Cannetaccio ce so’ state Qualche vocabolario, dell’animale. Ecco la per ammazza’ quattordici cignale; come lo Zingarelli, spiega serie di microvarianti, mo’ questo fatto de la sparatoria il vocabolo come “terre - che hanno tutte significa - da la mi’ penna ce diventa storia. no che si veste natural - to affine: zòjjo “fango” e mente d’erbe e di mac - zojjaréccia “pozzanghera Silvan Veruschi detto ‘l Patacchino visto ‘l gran branco che s’era puntato chia”. con fango” (Bassano col su’ fucile subbito ha sparato L’attestazione più antica Romano), inzòjjo “inso - miranno al branco, questo gran cecchino, a noi nota per l’Alto glio, luogo fangoso e ma le su’ bbòtte date co’ attenzione Lazio si ricava da una acquitrinoso” (Blera) o hanno farciato solo che l’erbone. carta viterbese del 1237, “acqua sporca di fango” dove compare sotto la (Oriolo Romano), ‘nzòjjo Francesco Alberti, a chi non ce creda, forma asca (Il “Liber qua - “pozzanghera fangosa” tre de panacche l’ha pure tirate tuor clavium” del Comune (Capranica), inzòglio , ma annate a vvòto so’ le schioppettate, di Viterbo , doc. 304, p. zòglio “piccolo avvalla - mentre ‘l Patacchino annava a veda

la 26 Loggetta gen-feb 2008 pj Cor io ch ch po e I E sè le Ma e me Alt r ch nu ch Quint sp fa ch ch a ch ma se L su la forse Se v Na pr e ch ma Po c ch ch Pa ‘ il si pur e si G tut 195genaio di Tdi (mensile ofiltr ” uscani)“Senza da e l l o id ic h ne p p

a d naf

ce ar b su’ R vost ra vot ont e nza ar q p se nu é é é e e ’ e e e é e

e r mp cig p lo a ando t p ra a ino ta è pas le nt

bec un ure r c ’h c’erano ec t e esp ag ora s o

ual l emo ba de mo’ sar se ch b op risa nd a arabi t l c se do ch t se st ‘na co’ c trenta ha scu fa “ p a la si dop le anac vale q era li ut l’h o p o re l su o nal r de al c va c eta c a gio, ei am ro p e revdo ram rio deg ia fi h l o ch p i ad p b ta c el la amp del r h me Pe o h f c i ro a po po ro a s e rat h e ha put g e rm l’er a iap ipa l lue ha e se cig e cac a el es da na sp a r ad el s e l adel o l ento va v nato va t bus co ol a ma g or l’al m cig e P is ò Maur el b ja , mi c o an fat a ent fatt an qua caitor ‘l i o l ico pal Vuel a òc rav ol po ‘l a mezo ‘n va at lm ol a sagia t ve’ v er q bifolcheto ‘l a Lear ’ mp lod de e ia fos e sop va ce a co p o im i p la ara to ch Ma le! al ba co più, e pe d mie che i nal to caciar d ’ ha ì l st e ci éng achin t n anich mezo e la o’ cia a nu pad hano e s , f senza e le d quel en qualch an s hi ti e Br Re a qui a nal b le nermo eh, quest de il pur e a l ’ da ta tav c p e esp mi’ la e’ r a gnal v io Rambo e c le a te ferito lì c’era e sa mon ‘l utto altr e i a e L on dor nu not te oe anch ta mitr ‘na se t e he sfoncato, st mi’ e ‘m so lenta mosa o d co mo hiesto D gran a rar tira de e ma ‘n pena d iz d ta c al’a ano sop oe ch mal pa vo’ e c o bersa a nò l’amic d on Luc aic r la r uno Pe icol erba un e nes e c senza gra e degno e Pian b ant ta le io e br e torna h’è ot ra ra e C p e igna ia c a fac le o ro p e p m’è Montero e ‘na ta r a a ma aje a c sc e p vuta l orme,le a Fea or ela amp fe rlacio ra c o, gua ut ta dev dicove nu e a c de e. bela iù p lte a n no aja c n seg l stuta ziena erinza ia ale. le del c ia uan ba dicoe ta iole, to, rof il . no. . ; a ìco ales, ont ia luna og no io c to t r a iòle, a to no jo. tta ol le. o sciojeno tu na e. ta ogna! no le na: coje ”un me. , , io ale , , ja mano , .

Disegno di Pietro Leonardi PPiiaannssaannoo cchhee llaavvoorraa DDaa ppuulleeddrroo ttiiggnnóóssoo aa......

alve, sono Antonio Papac- chini e attualmente mi oc- cupo della distribuzione di e- lettrodomestici ai negozi al dSettaglio. Ho iniziato ad abituarmi al “vizio” del lavoro molto presto per neces - sità di indipendenza dalla famiglia. Nel periodo giovanile, durante l’estate, ai classici lavori dell’epoca - prima manovale con Leonbruno e poi a cottimo in campagna come pajaròlo (che all’epoca era molto pesante ma formativo nella resi - stenza fisica di un giovanotto, e... anche ben remunerativo!) - seguì per un po’ di tempo il lavoro in fab - brica a Manzano ( UD ), dove monta - vo sedie. Ma ad uno spirito libero piansanese il lavoro di fabbrica sta un po’ stretto! Così dopo il periodo militare in Sarde gna (uno sfigato come me solo a Cagliari poteva andare), e dopo un grave incidente in moto dal quale uscii piuttosto malconcio, tentai le strade del com - mercio. ditta Olimpic International di Mi la - domi a mio fratello Flori, con il Il primo tentativo fu decisamente no, che all’inizio era molto diffiden - quale ho cercato di lanciare una demoralizzante: vendevo passeggi - te soprattutto per la mia giovane produzione di orologi da parete ni e carrozzine a Roma e partivo età (avevo solo 22 anni). Ricordo tutta fatta da noi con il marchio tutti i giorni con il 127 di Òschere . bene le prime parole che mi disse: F.P.A.; poi con l’avvento dei cinesi Roma all’epoca era una città molto “Io sto cercando un purosangue, per abbiamo abbandonato questa idea grande e dopo eccessive perdite questo lavoro, non un puledro” , allu - e sono ripartito da solo sempre con dovetti desistere. Ma non mollai, e dendo al fatto che non avrei mai l’agenzia Olimpic , poi sostituita nel 1979 iniziai il “vero” lavoro! Il raggiunto grandi risultati in termini dalla DCG Eltronics e da altre piccole tutto nacque dall’incontro che ebbi di vendite. Così ho iniziato la sfida aziende italiane ed estere, aggiun - con il direttore commerciale della per tigna (come se dice a Piansano) gendo orologi da parete e sveglie in una zona piccola alla distribuzione diretta di piccoli e poco remunerati - elettrodomestici. Opero tutt’oggi va, riuscendo però su Lazio, Umbria e parte della To- in pochi anni con scana. molto im pegno e sa - Il lavoro ti porta a conoscere sem - crificio a conquista - pre tanta gente, ma esiste un rove - re la fiducia della scio della medaglia. Si passa poco ditta e a raggiungere tempo a casa e molto in macchina il tetto di fatturato per cercare di visitare più negozi previsto (pensate possibili. Non vi di co la moglie... che ho lavorato per Che mi chiacchiera sempre per gli quasi due anni tra orari! Ma quando non sei un dipen - perdite e pareggi). dente c’è sempre tanto da fa’ e non Negli anni la mia si timbra mai né il cartellino di attività ha avuto entrata né quello di uscita. delle trasformazio - Ora scappo, ché i clienti aspettano! ni, prima associan - Alla prossima.

la 28 Loggetta gen-feb 2008 Castrum Planzani (segue dal n. 70) Storia a fumetti disegni di Marco Serafinelli (testi liberamente elaborati da “Piansano” di Antonio Mattei) la 30 Loggetta gen-feb 2008 la Loggetta gen-feb 2008 31 la 32 (continua) Loggetta gen-feb 2008 TusciaLibri news Grandi storie, grandi libri,

di Romualdo Luzi grandi personaggi

hi segue queste nostre Provincia di Viterbo. Così ai let - un ampio saggio. La riproduzio - documentata lettura del docu - segnalazioni bibliografi - tori è offerto un saggio di singo - ne fotografica a colori del testo mento. che sa con quanta lare profondità che, attraverso manoscritto rende l’opera parti - Montalto di Castro. Cattenzione si cercano di Bonaventura, ripercorre le tappe colarmente importante. Storia di un territorio. segnalare tutte le opere che della cultura cristiana del sec. Muzio Polidori, Discorsi, Vol. I - Dalle origini al riguardano il Viterbese, sia XIII. annali e privilegij di Medioevo , Viterbo, Zetacidue quando consistono in brevi Pietro Ispano (Papa Corneto , edizione dei tre ed., 2007, 487 p., 170 fig. monografie, spesso per questo Giovanni XXI), Il tesoro volumi manoscritti a cura di b.n. e colori. Si può finalmente introvabili, o in studi più appro - dei poveri. Ricettario Giovanni Insolera , Tarquinia, dire che Montalto di Castro ha fonditi. medico del XIII secolo , a una sua vera e “monumentale” In questa occasione vogliamo cura di Luca Pesante , S. storia, di cui questo primo volu - porre l’attenzione, come abbia - Sepolcro, Aboca Museum ed., me è un segno assolutamente mo scritto nel titolo, su di una 2007, 246 p., illustrazioni a notevole per la qualità dei saggi serie di studi importanti. Si trat - e la professionalità dei curatori. ta di opere complesse e che ci Dagli albori geologici sino agli sentiamo di trattare perché costi - avvenimenti medievali, il territo - tuiscono il risultato di ricerche rio della cittadina è presentato particolarmente complesse o, in maniera scientificamente quanto meno, che si segnalano ineccepibile e con un corredo di per un diverso e innovativo immagini e di disegni che ne modo di approccio anche ad fanno una vera e propria “fonte” argomenti apparentemente meno non solo per gli studiosi di que - impegnati. Come al solito, la sto centro. L’imponente opera brevità delle schede non inganni necessiterebbe di una trattazio - il lettore. Si dovrebbe dire molto ne più completa e circostanzia - di più per illustrare testi che ta. Non ne abbiano lo spazio, appassionano e che i “cultori” ma non possiamo esimerci non dovrebbero perdere! almeno dall’elencare i numerosi Joseph Ratzinger , San e qualificati studiosi che hanno Bonaventura. La teolo - Società Tarquiniese d’Arte e gia nella storia , Assisi, Storia, 2007, LXVI, 482 p., ill.. Edizioni Porziuncola, 2008, 16 tav. a colori, f.t. Nel 1977 fu 254 p. Questo studio dell’allora curata un’edizione dei primi due colori. Pietro Ispano nacque volumi del Polidori che andò verso il 1210 a Lisbona, ove presto esaurita. Con la solita iniziò gli studi. Lo troviamo poi competenza e profonda “cultu - studente nell’università di Parigi ra” storica, Giovanni Insolera si e, quindi, docente in medicina è sobbarcato alla grande fatica a Montpellier. Raggiunge l’Italia di curare questa straordinaria ed è lettore nell’università di edizione dell’opera completa del Siena e quindi impegnato pres - Polidori facendola precedere da so la Curia in Vaticano. Viene un saggio di rara puntualità eletto al pontificato nel concla - nelle citazioni storiche e docu - ve di Viterbo nel settembre mentarie, con un apparato 1276 ma, appena qualche bibliografico di duplice valenza: mese dopo, questo papa medi - quello di individuare le opere co e scienziato perisce tragica - citate dallo stesso Polidori e mente sotto il crollo del tetto quello di base utilizzato per la della sua stanza nel palazzo riedizione. Il tutto completato da costituito una straordinaria équi - vescovile di Viterbo e viene un indice cronologico dei docu - pe: Luciano Palermo, Carlo sepolto nella cattedrale. menti, di un “repertorio finale Alberto Falzetti, Daniele Mattei, Dell’unico papa portoghese delle cose più notabili” e di un Giacomo Cozzolino, Antonio della storia ci sono pervenute impianto iconografico essenzia - Menghini, Emanuele Eutizi, giovane Ratzinger, apparso nel diversi scritti, soprattutto di le, ma assolutamente necessario Vittorio Gradoli, Antonio Maffei, 1959, costituiva parte di uno carattere medico. Questo ricet - per la completezza dell’argo - Cristina Corsi, Manuela saggio più vasto dedicato al tario, contenuto in un codice mento. Particolare cura è stata Paganelli, Laura Romeo, Paolo concetto di rivelazione in pergamenaceo della fine del riservata alla trascrizione delle Emilio Urbanetti, Eugenio Bonaventura da Bagnoregio, di 1200-inizi 1330, proviene dal - carte del Polidori, munite della Susim, Stefano Del Lungo, cui traccia un profilo del pen - l’area viterbese. Luca Pesante - numerazione originale, di anno - Giuseppe Giontella, Loredana siero. L’occasione della ristampa tra l’altro collaboratore della tazioni relative allo stesso testo Peruzzi, Enrico Lupidi, Riccardo è stata suggerita dalla ricorren - Loggetta - ha curato la trascri - e di note a pie’ di pagina che Tardioli, Fulvio Ricci, oltre a za dell’80° della nascita della zione facendola precedere da consentono una migliore e più numerosi altri stu diosi.

la Loggetta gen-feb 2008 33 TusciaLibri news

Enrico Guidoni , Il sacro Santa Giacinta accennati: L. Osbat ( Momenti Bosco di nella Marescotti . Mostra di dipinti di santità nella Viterbo di S. cultura europea ,Vetralla a cura di Italo Faldi, Viterbo 3- Giacinta ); F.T.Fagliari Zeni Ed. Galeb, 2006, 180 p. ill., 25 nov. 2007. Viterbo, Assoc. Buchicchio ( Giacinta XXXII tav. Colori. Oltre che pre - S.G. Marescotti, 2007, 104 p. Marescotti e la sua famiglia ); sentare un’opera fondamentale ill. b.n. e colori. G. Giontella ( I vescovi della per approfondire lo studio del Giornate giacintiane. Diocesi di Viterbo e Tuscania - “sacro bosco”, curato con sin - Atti. Convegno di Studi 1585/1726); N. Angeli golare passione dall’amico prof. a cura di Giovanni Cesarini e (Monastero di S. Bernardino di Enrico Guidoni, ci sentiamo di Luca Cilli , Viterbo, 25-26 mag - Viterbo e le religiose ); S. Varoli gio 2007. Presentazione e pre - Piazza ( L’orto monastico di S. ghiera del vescovo mons. Bernardino e il giardino del incamminare in simili impegni. Lorenzo Chiari nelli. Assoc. S.G. Castello di ); R. Luzi Giovanni Faperdue , Viterbo Marescotti, p. 224, figg. (La spezieria del monastero ); in posa. Monumenti, Con la pubblicazione di questi G: Felini ( Le cerimonie per la Simboli, Misteri e due volumi si completa, dopo la beatificazione del 1726 e per Segreti , Viterbo, Agnesotti, presentazione del volume sulle la canonizzazione del 1807 ); 2007, 515 p. illustrate a colori. lettere di Santa Giacinta, la tri - Q. Galli ( La vita e le opere di Non nascondiamo che il primo logia dedicata alla santa in S. G. nel teatro ); G. Pannuti pensiero che ci è venuto in occasione del bicentenario della (Fonti per lo studio di Santa mente, nell’avere tra le mani canonizzazione. L’avvenimento Giacinta ); C. Pasqualetti ( Carità questo ponderoso libro su è servito a focalizzare molteplici verso il prossimo. Opere assi - Viterbo e nello scorrere le sue aspetti della figura della clarissa stenziali legate a S. G. ); B. pagine, è stato quello di aver di Vignanello e della storia della Barbini ( Le tappe della cano - fatto rivivere, in chiave moder - sua monacazione nel monastero nizzazione di G.M. ). na, l’altra preziosa pubblicazio - di San Bernardino in Viterbo. In Elena Agostini-Luciano ne dello Scriattoli, sempre dedi - particolare va ricordata la Piccinetti , Gradoli nelle cata a Viterbo, ormai da quasi mostra del 2007, tenuta nella cartoline. Immagini ed un secolo. In effetti le circa sala del conclave del Palazzo appunti sul Paese che 1300 immagini che sono poste ricordarlo agli amici dopo la sua dei Papi, il cui catalogo testi - cambia 1910-1980 , Grotte a corredo del libro, tutte ade - improvvisa e immatura compar - di C, Ceccarelli, 2007, 143 p. guatamente commentate, con - sa. Tornando a questo suo sag - ill. a colori. Di simili pubblica - sentono al lettore una completa gio, così particolareggiato per zioni, dedicate ai nostri paesi, visita della città che, sicura - note, documenti, e immagini, si esistono veramente in quantità, mente, non saremmo in grado può affermare che, pur nell’am - ma crediamo che l’edizione di percorrere con i nostri piedi pia bibliografia sull’argomento, curata dai nostri amici abbia e, soprattutto, anche se ci riu - l’autore ci svela - diremmo tra una valenza del tutto particola - scissimo, chissà quanti partico - una riga e l’altra - molte e re. Non si tratta di una sempli - lari ci sfuggirebbero e di quanti nuove curiosità nel confronto ce riproposizione di immagini non capiremmo il significato. con disegni, medaglie, opere con un commento più o meno Monumenti, chiese, vie, opere scultoree e riferimenti letterari. approfondito, ma della presen - dell’arredo urbano, sono meti - Le numerose illustrazioni e le tazione di uno spaccato di sto - colosamente documentate tavole a colori consentono di ria locale ove, alla pubblicazio - (anche con un’ormai necessaria ripercorrere un’avventura artisti - ne della cartolina, nelle due traduzione in inglese, se voglia - ca che solo la Tuscia può vanta - facce, sono affiancate annota - mo che anche gli “altri” ci re e che costituiscono il patri - zioni sui personaggi che hanno seguano) tanto che il libro monio lasciatoci nel sec. XVI scritto e ricevuto le missive, la costituisce un vero e proprio dalla profonda cultura umanisti - descrizione del francobollo, e, “archivio storico della città” e ci ca e artistica di Vicino Orsini. per ogni decennio, un ampio consente davvero di fermare ad Giorgio Felini, collaborazione. saggio che presenta i maggiori oggi quello che è Viterbo. Giovanni Cesarini e Cristiana monia della quantità e qualità avvenimenti della storia locale, Questa è la valenza fondamen - Parretti , Il volto di di dipinti, incisioni ed opere spesso legata, necessariamente, tale di una pubblicazione cui Giacinta. Iconografia di d’arte sacra legati alla a quella nazionale. Il tutto è possono ricorrere non solo i Marescotti. La lettura del volu - reso graficamente con una viterbesi, ma soprattutto gli sto - me consente appena di ricorda - forma assolutamente gradevole rici e gli studenti, perché le re il fascino e la religiosità del - e di grande gusto. Insomma pagine del libro sono letteral - l’atmosfera vissuta durante la una pubblicazione da prendere mente una “guida” a quanto visita del percorso espositivo ad esempio per chi si volesse offre la città, come dice ove si è percepita appieno la l’autore, non solo per la parte devozione cui ha goduto e gode monumentale, ma per il mondo la nostra santa. dei “Simboli, Misteri e Segreti”. Gli atti, invece, delle “giornate Un libro, per concludere, che giacintiane” consentono di vol - non può mancare a chi fa della gere lo sguardo su aspetti sin - “storia” il segno della propria golari e poco conosciuti, non cultura, come fa ormai da solo sull’agiografia della santa, tempo il nostro autore che ha quanto di ricostruzioni storico- anche voluto contenere il prezzo ambientali e della società del dell’opera ( € 40) che certamen - tempo. I singoli interventi, te è inferiore alla qualità della dovuti alla penna di valenti stu - pubblicazione. diosi, sono di seguito appena [email protected]

la 34 Loggetta gen-feb 2008 Le ricette della nonna La pasta con la pancetta e c i r t u a ’ l l e d

o t o f

d’oliva, sale, e un pizzico di peperoncino e formaggio pecorino grattugiato. Si taglia il guanciale a dadini, dopo averlo privata della di Maria Pia Brizi cotica, e si mette a soffrigere con poco olio (perché il guanciale stesso formerà il grasso), con la cipolla e pecialmente durante l’inverno il guanciale e la l’aglio finemente tagliati. Quando il tutto è ben rosola - pancetta vengono usate per preparare ottimi to, spruzzate con vino bianco e lasciate evaporare a sughi per condire bucatini o semplicemente un fiamma vivace, quindi aggiungete la polpa di pomodo - piatto di pasta di qualsiasi formato. ro e lasciate insaporire il sugo. Intanto lessate la pasta SLe nostre nonne avrebbero detto: “Ogge fo ‘l sugo co’ la nel formato da voi preferito in abbondante acqua sala - ventresca!” ; noi, invece: “Oggi preparo i bucatini ta. Cotta che sia, scolatela e conditela col sugo (per all’amatriciana” , ma in effetti parliamo della stessa pre - farla meglio insaporire passiamo la pasta lessata e sco - parazione. lata nella pentola del sugo). Non dimenticate, in ogni Gli ingredienti sono facilmente reperibili in qualsiasi caso, di aggiungere un’abbondante manciata di pecori - stagione dell’anno e sono: guanciale a fette di circa no grattugiato. Se vogliamo evitare di usare il pomodo - mezzo centimetro di spessore, cipolla e aglio, una ro avremo un sugo detto “alla grigia”. A voi la scelta! spruzzata di vino bianco, polpa di pomodoro, olio

la Loggetta gen-feb 2008 35 Voci di condominio Vuoi il condizionatore? di Andrea Angeli cell. 347/5552837 Ecco le condizioni a disciplina è regolata innanzi tutto dall’articolo 1122 del Lco dice civile, per il quale ciascun condomino, nel piano o porzione di piano di sua proprietà, non può ese - guire opere che facciano danno alle parti comuni del - l’edificio e alle proprietà degli altri condomini. In pratica, l’articolo di legge vieta ogni danno che comporti una diminuzione di valore delle parti comuni o delle singole proprietà, in base alla funzio - ne di queste ultime. In particolare, costituisce danno alle cose comuni anche il pericolo, attuale e non solo ipotetico, connesso al rischioso funzionamento o alla realizzazione imperfetta di un impianto - come un sistema di aria condizionata - quando l’installazione e l’uso dello stesso comporti la possibilità di danno alle parti o agli impianti centrali Quando vi sia necessità di Altro limite all’installazione presente che, agli effetti del (secondo la pronuncia della installare il motore all’ester - di un impianto di climatiz - rispetto delle distanze verti - Cassazione 870 del 25 gen - no - particolarmente quando zazione è rappresentato dal cali, per costruzione deve naio 1995). non c’è la possibilità di rispetto delle distanze in intendersi non solo il Vale inoltre la pena di ricor - alloggiare il motore sulla ter - verticali o in appiombo, di manufatto in mattoni e dare che le opere relative razza ed è quindi necessario cui all’articolo 907 del cemento, ma qualsiasi agli impianti di climatizza - installarlo sui muri perime - codice civile. Secondo que - opera di qualsiasi specie zione - ad aria o ad acqua - trali - la questione diventa sta norma, se si vuole che ostacoli l’esercizio della possono essere di diversa complessa. E’ vero infatti appoggiare la nuova costru - veduta (si vedano, ad entità e che gli impianti ad che, a norma dell’articolo zione al muro in cui esisto - esempio, le sentenze della aria sono generalmente 1102 del codice civile, il no vedute dirette od obli - Cassazione n. 1445 del costituiti da due corpi: uno condomino può usare delle que, essa deve arrestarsi 17.5.1955, e n. 12907 da installare all’interno della parti comuni condominiali almeno a tre metri sotto la del 22.11.1955). proprietà e l’altro (il motore) (naturalmente purché non loro soglia. Infine, tra le altre cautele all’esterno. Ed è proprio impedisca il pari godimento Il contenzioso sul punto è che devono essere tenute in questo motore esterno a degli altri e faccia l’opera a tuttavia assai meno consi - considerazione in vista del - creare le occasioni più fre - sue spese), ma è anche vero stente e può riguardare i l’installazione del climatiz - quenti di contenzioso (men - che, nell’uso delle parti condomini dei piani sopra - zatore, rientrano anche tre non esistono grosse que - comuni, il condomino non stanti, per la violazione quelle relative alle immis - stioni quando si tratta di deve alterare la sicurezza, la della distanza di tre metri sioni di rumore a norma piccoli apparecchi trasporta - statica e il decoro architetto - in verticale misurati dalla dell’articolo 844 del Codice bili oppure quando si tratta nico dell’edificio (articolo soglia della finestra o dei civile e quelle relative allo di apporre dei fori nel vetro 1120, secondo comma, del terrazzi del piano superiore. stillicidio della condensa. delle finestre). codice civile). A questo proposito si tenga

la 36 Loggetta gen-feb 2008 Streghe e dintorni La nebbia di perle

di Mario Lozzi

vvenne quando erano stati mandati i guerrieri di Allah da Ibrahim Al Aghlab, Emiro di tutti i paesi che guardano la SApagna e la Sicilia - su di lui sia la pace - ed avevano percorso e devastato la costa. Centocelle era stata arsa ed essi s’erano spinti dentro, fino a far gemere i bifolchi indifesi che s’aggrappavano alle rive del lago. Il kaid Al Hakim ben Malik - su dui lui sia il Perdono - aveva condotto le sci - mitarre di Muhammad fino a quelle sponde e le aveva percorse e scarnite. Aveva falciato i cristiani, la gente del Libro, miserabili e stracciati, e non aveva trovato chi si gli opponesse. Solo un castello aveva mostrato il freno delle sue esili torri, ma i soldati l’invocazione nei sacri novantanove dell’Occidente, fino alle grandi acque della mezzaluna l’ave vano prostrato e nomi dell’Altissimo. dell’oceano. E, al primo di essi, il kaid pareggiato alla ter ra. Il castello si chia - Poi, lungo l’immenso Magreb, i discen - Al Hakim ben Malik - su di lui sia il mava allora Rovigliano, o forse furono denti di Al Aghlab erano stati cacciati Perdono - aveva raccontato l’impresa. chiamati così i suoi ruderi a causa dei fino a perdere l’ultimo sangue davanti Aveva detto che l’Emiro lo aveva invia - viluppi di rovo che li oppressero nel all’oceano infinito. to perché si diceva che sulle sponde di tempo, fino a sprofondare nel pozzo Dopo di loro erano venuti i discendenti quel lago, bello come l’Occhio del della dimenticanza. Anche la piccola della Figlia del Profeta: Fatima - su di lei Misericordioso - che è Allah per i seco - chiesa vicina era stata diruta, così che sia la pace - ed avevano posto troni li eterni - si trovava un grande tesoro. i seguaci dell’Al Kitab non potessero duraturi fin dove si potevano vedere, Un intero carro d’oro massiccio, nasco - più pregarvi Dio, che solo il Profeta - dal mare, le montagne lontane che sto dai guerrieri del nord dopo che era su di lui sia la benedizione - aveva dominano il grande padre Sahara, e stata tradita e uccisa una loro regina. Al potuto conoscere appena attraverso dall’Egitto, per tutta la lunghezza Hakim ben Malik - su di lui sia il riposo

la Loggetta gen-feb 2008 - aveva cercato a lungo, ma nessuno dei Fu così che all’alba chiamò i suoi gene - servi della gleba che aveva interrogato rali e fu decisa la seconda invasione di sapeva nulla di quel carro. Esso era Civitavecchia, la porta sul mare da cui stato raccontato a lungo accanto ai fuo - penetrare fino al lago della leggenda. Il chi delle sere fredde. Ma la memoria, kaid Iussuf beni Hassam avrebbe gui - venuta della bocca dei vecchi, non dato la spedizione. Furono allestite sapeva più altro. Così il kaid era dovu - navi. Furono armati ancora i combat - to tornare, e in ginocchio davanti al - tenti per la fede, fu innalzata la bandie - l’Emiro aveva confessato il suo insuc - ra verde del Profeta, con la mezzaluna, cesso. Perciò era stato racchiuso nelle segno della rivelazione. catene degli schiavi fino a quando i re E l’esercito salpò. Le coste del Lazio Aghlabiti erano stati cacciati. subirono l’ennesimo tormento: morte, Questo aveva raccontato Al Hakim ben cattura di schiavi, incendio, e fu getta - Malik, ormai vecchio, al primo Califfo to ancora il seme della fame duratura. Fatimita. E queste cose stava leggendo, Poi Iussuf organizzò un gruppo scelto su una pergamena antica, il quarto di per l’incursione verso il lago. Anche su quei re che amava percorrere le vie dei quelle povere terre tranquille si scate - fatti antichi quando avevano dipinto di nò la rabbia delle spade ricurve. Fu sangue e di gloria le vicende dei suoi fatta mietitura di gente, furono intes - antenati - su di loro sia la felicità eter - suti tormenti, ma nessuno seppe dire na del giardino di Allah -. con precisione nulla di utile. Fra gli fezia è stato confermato da Mu hammed Egli era Abu al Aziz Bi-llah - su di lui sia spasimi qualcuno accennò ai ruderi - su di lui sia la pace! - Voglio vedere la pace - che leggeva mentre la sua d’un castello... questo teschio, perché era di una ragaz - favorita traeva dolcezza di musica dal E Iussuf giunse di nuovo a Rovigliano. za col coraggio di un guerriero” . Fece Qanun. Il sole andava ormai ad illumi - C’erano solo pietre sconnesse e atter - afferrare il vecchio e ordinò alle guar - nare con l’ultima carezza l’estremo rate e c’era un piccolo ammasso di die di portargli il cofanetto. E le guar - Ma greb, ed il Califfo decise che ormai frantumi, là dove prima avevano die cercarono di sollevarlo. Erano due era il tempo del riposo. Sognò, duran - costruito una chiesetta. Un vecchio mori d’ossa e muscoli potenti. Ma il te la notte, visioni d’oro che avrebbero era seduto su quelle macerie e aveva cofano non si mosse. Ten ta rono tre e riempito le casse del suo regno, stre - sulle ginocchia una piccola cassa. Fu quattro e dieci. Nulla! mate dalle guerre condotte per sedare circondato e minacciato. Egli depose a Poi cominciarono ad emergere dal le rivolte dei berberi in Sicilia. Sognò terra la cassetta quando Iussuf lo lago le mani della tempesta, a flagella - nuova potenza, nuovi eserciti da man - interrogò. “Cosa tieni lì, vecchio?” . E la re molto oltre le sponde, e il vento dare a travalicare i confini dell’Egitto, faccia era fatta come di scaglie di rapiva i guerrieri armati e li sbatteva verso la Siria, e nella Spagna a detro - basalto. “Un pegno di fede - rispose il fra le piccole canne e la grandine vio - nizzare gli Emiri e i Califfi ch se l’erano vecchio - E’ la testa, lisciata dal tempo, lenta tormentava le armature, e una spartita, rompendo così l’equilibrio di una giovane che offrì la vita per nebbia, lucida come il brillìo delle dell’Umma che il Profeta - su di lui sia Cristo, molto tempo prima che nascesse perle, stendeva un velo leggero intor - la Benevolenza - aveva sognato per il vostro profeta” . Iussuf rise: “Cristo è no al piccolo cofano e al vecchio che tutti i credenti nell’Islam. solo un profeta, ma il Sigillo della Pro - l’aveva di nuovo raccolto senza sforzo. E, dove c’era la nebbia di perle, in quel piccolo spazio, non c’era vento, né grandine, né furia di onde. E fuggirono gettando ogni arma, ogni peso che potesse impacciare. E il vecchio fu solo, fermo con la sua piccola cassa. La depose di nuovo a terra perché cominciava di nuovo ad esprimere peso. Essa stava lì, fra i tufi spezzati, e una piccola nebbia di perla alitava intorno. Il vecchio pregò. Poi raccolse un ba - stone perché lunga sarebbe stata, per la sua vecchiaia, la strada che condu - ceva al colle. Su fino al limitare della vallata, fino al castello e alla gente che l’abitava. Poiché sentiva, dentro di sé, come una spina che lo pungolava a dover annunciare ciò che era accadu - to.

la Loggetta gen-feb 2008 Alloro per...

Mercoledì 24 ottobre all’università della Tuscia di Giovedì 13 dicembre è stata la volta di Maria Grazia Viterbo si è laureata in lingua e letteratura tedesca (vec - Brizi , secondogenita dei nostri concittadini residenti a chio ordinamento) Emanuela Menicucci , la fja de Viterbo Bernar dino e Licia Ercolani, entrambi insegnanti. Mecuccio d’Ansuino de Maria Grazia si è laureata in giurisprudenza all’universi - la Bionda Maggiore e tà di Roma-Tor Vergata con una tesi di diritto comparato dell’Ersilia de Titta de dal titolo Il regime giuridico dell’adozione nazionale in Sbuchetta , per dirla alla Argentina ed in Italia , ciò che le ha comportato anche di paesana (se condo uno lavorare per tre mesi all’università cattolica di Buenos schema che a momenti Aires con una borsa di studio della propria università. Con tira in ballo le discen - la sua padronanza della lingua spagnola anche per prece - denze bibliche!). Ema- denti corsi e progetto Erasmus a Barcellona, Maria Grazia nue la - di cui tempo dovrà ora approfondire anche lo studio dell’inglese, indi - addietro avevamo ricor - spensabile per partecipare ai concorsi cui la neodottores - dato le nozze martane - sa si accinge. Intanto, però, non possiamo non sottolinea - ha conquistato un bel re per l’ennesima volta l’àmbito veramente internazionale 106 con una tesi dal dello studio e delle prospettive di lavoro di questi nostri titolo, pensate un po’: ragazzi, e non complimentarci con la bravissima Maria Ce spugli di sambuco, ca- Grazia (buon sangue non mente!) augurandole le migliori rote reali e piante velenose: alcuni aspetti della natura in fortune. E.T.A. Hoffmann , che sfidiamo chiunque a non ritenerlo di primo acchito uno studio di botanica. E invece si tratta di lingua, perché “il concetto di natura - ci spiega Emanuela - rappresenta uno dei grandi temi del Roman ticismo: la natura è il luogo in cui l’anima può dar sfogo ai propri sen - timenti, e le liriche dei romantici si trasformano in quadri armoniosi, accompagnati da parole che diventano musica. Da questo contesto si stacca la poliedrica figura di E.T.A. Hoffmann, nelle opere del quale il concetto di natura assu - me connotati completamente diversi”. “Nel mio lavoro - prosegue la neodottoressa - affronto alcuni aspetti della natura di Hoffmann, partendo dalla sua negazione con la conseguente dissoluzione della realtà. Quando la natura è presente, Hoffmann la mostra con la sua arma più pungen - te, quella dell’ironia...”. E qui ci fermiamo per non svelarvi tutto l’arcano. Non vi diciamo l’emozione di Emanuela, e quella di parenti e amici presenti alla discussione!

Martedì 27 novembre si è laureata in fisioterapia alla Mercoledì 19 dicembre si sono laureate all’università di Sapienza di Roma Elisa Colelli , figlia di Giancarlo, che per - Siena le gemelle Paola e Ilaria Zarabba , che qui vediamo sonalmente non è proprio conosciutissimo in paese ma che con il loro relatore prof. Emanuele Monto moli. Paola e a sua volta è figlio dell’ Ernesta e di Vittorio ‘l Guardiano , e Ilaria sono le figlie della nostra farmacista, e dunque, quindi fratello di Erina e Luigi. Nata a Roma, Elisa vive a secondo voi, in che cosa dovevano laurearsi? Sicché la Colleferro con i genitori e il fratello Matteo, anch’egli laurea - prima ha di- to due anni fa in psicologia, ma a Piansano capita spesso per scusso una tesi venire a trovare la dal titolo Ri- nonna e gli zii. La tesi schio pande - discussa aveva per titolo mia influen za- Il trattamento riabilitativo le: nuovi ceppi precoce e a lungo termi - virali emer gen- ne in fibrosi cistica , e ti , mentre l’al- l’intero cursus studiorum tra ha af fron- è stato coronato da un tato Nuove pro - bel 108. Ragion per cui spettive vac ci - auguri e felicitazioni alla na li: pa pillo ma - neodottoressa non solo vi rus, rotavirus dalla Loggetta , ma anche ed her pes zo - da tutti quanti la cono - ster , co me a scono. dire due lavori

la Loggetta gen-feb 2008 39 Alloro per...

com ple mentari su nuo vi malanni e nuo vi rimedi. Per ora le prevedibile, evidenzia - due ge melle le ab biamo intraviste qualche volta in farma - no una generale ten - cia insieme alla mamma (naturalmente confondendole, denza alla standardiz - perché loro si alternano, ma a noi, che le vediamo in cami - zazione del linguaggio ce bianco di là dal bancone, sembrano sempre la stessa), (L’abbiamo già vatici - ma non abbiamo dubbi che ben presto spiccheranno il nato che prima o poi gli volo. Augu rissimi! ultimi parlanti nelle lin - gue nazionali saranno Lunedì 21 aprile, natale di Roma, all’università per stra - confinati nelle riserve nieri di Perugia la nostra Manuela Bordo ha conseguito come gli indiani d’A - la laurea specialistica in Pubblicità e comunicazione merica?). In tanto, però, d’impresa. Un sonoro 107 ha premiato un cursus studiorum la no stra Angioletta potrà dedicasi completamente al brillante, che ha avuto come epilogo una tesi sicuramente lavoro e godersi il tem po libero. a genio di tutti gli amanti della buo na tavola: Con - Venerdì 6 giugno nella sede della Provincia di Viterbo sumo e co municazione sono state premiate con due borse di studio le nostre gio - pub blicitaria della pasta vani studentesse Paola Foderini (I media) e Francesca negli anni Ot tanta : della Moscatelli (II media), vincitrici di un concorso provincia - pasta da pa sto, natural - le sulla “Sicurezza sui luoghi di lavoro” studiato proprio mente, alimento tipico per sensibilizzare i ragazzi al problema. Al concorso degli italiani, quello che hanno partecipato tutte le scuole elementari e medie della ha nella Barilla l’azienda provincia e sono state previste cinque borse di studio per leader del settore. E pro - le prime e cinque per le seconde. E due di quest’ultime, prio con la Barilla la appunto, sono toccate alle Nostre. nostra Manuela è entrata in contatto per le sue ricerche. Data l’attuale situazione del rincaro dei generi alimentari, infatti, la tesi si poneva l’obiet - tivo di analizzare il calo dei consumi della pasta che si verificò negli anni ‘70 (in quel caso dovuto a motivi ideologici legati alla dieta e ad un’ossessiva cura del corpo scimmiottata dall’A me rica), e la successiva ripresa negli anni ‘80 grazie a campagne pubblicitarie di successo come quella del marchio Barilla , che resero pos - sibile una riaffermazione di questo alimento, simbolo appunto del mangiare all’italiana (Al berto Sordi l’aveva anticipato da un pezzo, ricordate?: “... Mac cheroni... m’hae provocato... e io me te magno!” ). “Finalmente - ci confida ora la nostra Manuela - si è conclu - so il tanto sudato ciclo di studi 3+2, formula che penso molti La cerimonia è stata molto bella. C’erano molti ragazzi dei studenti universitari si ricorderanno per essere stati soggetti diversi istituti, la commissione esaminatrice e il presiden - a ritmi di studio frenetici a causa dell’aumento considerevo - te della Provincia Alessandro Mazzoli. Lungo discorso le del numero degli esami. Ma alla fine ne è valsa proprio la introduttivo sul tema e sui lavori dei ragazzi e quindi la pena!... Ora si dovrà passare al mondo del lavoro, che spero premiazione. Visibilmente emozionati, i vincitori sono - sia pure con difficoltà - riesca a ricambiare gli sforzi com - stati chiamati nominalmente dal presidente per le congra - piuti” . tulazioni, la consegna di un bell’assegno di mille euro e la foto-ricordo (qui vediamo le due premiate con l’inse - Giovedì 8 maggio è stata la volta di Angela Forti, che ha gnante Ornella Mei e la preside Anna Maria Cori, entram - conquistato la laurea specialistica in Lingua straniera be presenti alla manifestazione). Grande e meritata soddi - per la comunicazione internazionale con la bellezza di sfazione per Paola e Francesca (che per assonanza riman - 110 e lode. La tesi, in lingua francese, sviluppa un’analisi dano al Paolo e Francesca di dantesca memoria, non è comparativa dei moderni testi di comunicazione come vero?), ma giusto ritorno d’immagine, come si dice, anche pubblicità, articoli di giornale, manifesti elettorali, e-mail, per la nostra scuola media, che non da oggi si distingue ecc. in francese, inglese e italiano, i quali tutti, com’era per il buon livello dei suoi allievi.

la 40 Loggetta gen-feb 2008 Note di agricoltura o d r o B

o n i h c c a o i G

i d

o t o f

Meglio l’acqua o il PSR ?

di Giovanni investimenti aspettavano con a fondo perduto fino al 55% di 10 anni ed è così calcola - Papacchini ansia questa pubblicazione sugli investimenti da effettua - to: 10.000 euro fissi + 200 per vedere finanziate le pro - re, più ancora un abbatti - euro per ogni 1.000 euro di prie iniziative. mento sugli interessi gravanti reddito an nuo dimostrabile Come ormai molti sanno, il sulla spesa che rimane a pro - come derivante dall’attuale opo tanti mesi di PSR è diviso in misure , ognu - prio carico. Si tratta di una attività agricola. Con questo attesa, l’8 giugno na delle quali è orientata al spinta non indifferente a chi meccanismo di calcolo si 2006 sono stati finanziamento di un settore vuole intraprendere l’attività arriva molto facilmente al Dpubblicati i bandi particolare di opere. I bandi agricola in proprio. premio mas simo di 18.000 del PSR e quindi è divenuto di misura ora approvati e di euro. pienamente operativo il Pro - maggiore interesse per gli 113- Prepensionamento gramma di Sviluppo Rurale agricoltori sono i seguenti: Anche questa è stata già illu - 121- Ammodernamento 2007/2013 . Una volta gli strata. Prevede un premio delle aziende agricole agricoltori aspettavano 112- Insediamento giovani annuo compreso fra 10.000 Si tratta della misura più uti - l’acqua, oggi invece una agricoltori e “pacchetto gio - e 18.000 euro a chi cede lizzata dalle aziende agricole. pioggia di euro. In questo vani” l’attività agricola. Il beneficia - Finanzia la maggior parte periodo sono arrivate entram - Di questa misura abbiamo rio deve avere almeno 55 degli investimenti; in partico - be! già anticipato i vantaggi in un anni se uomo, 50 se donna, lare: A parte gli scherzi, si tratta precedente articolo. Consente avere esercitato l’attività agri - 1) costruzione, ammoderna - di un fatto di vitale importan - al giovane agricoltore di otte - cola negli ultimi dieci anni ed mento e miglioramento o za per l’economia agricola nere un premio di primo essere in regola con i contri - riconversione di beni immobi - del nostro territorio; molte insediamento pari o superiore buti. Il premio annuo viene li dell’azienda, per la raziona - aziende in procinto di fare a 30.000 euro, più contributi corrisposto per un massimo lizzazione ed ottimizzazione

la Loggetta gen-feb 2008 41 Note di agricoltura dei processi produttivi; ci, frantoi, cantine, che tra - all’erogazione, a favore degli do verranno effettuate gra - 2) costruzione di serre (serre sformano prodotti agricoli, imprenditori agricoli e fore - duatorie fra le domande pre - fisse, serre mobili, e relativi utilizzando materie prime stali, di un sostegno volto sentate, per stabilire, in base impianti); prodotte da altre aziende alla copertura dei costi soste - ai fondi stanziati, quelle da 3) costruzione, ammoderna - agricole. Sono finanziabili, nuti per l’acquisizione di ser - finanziare. Nel l’attribuzione mento e allestimento di locali con un contributo massimo vizi di consulenza forniti solo dei punteggi per le graduato - e strutture per la trasforma - del 40%, le seguenti opere: ed esclusivamente da sogget - rie avranno un peso notevole zione, la conservazione e la 1) acquisizione, costruzione o ti preventivamente ricono - i seguenti requisiti: qualifica commercializzazione, inclusa miglioramento di beni immo - sciuti come “Organismi di di giovane agricoltore; avran - la vendita diretta di prodotti bili; Consulenza” dalla Regione no precedenza assoluta ad agricoli; 2) acquisto di nuove macchi - Lazio. esempio progetti integrati 4) acquisto dei terreni, per ne, attrezzature, compresi i aziendali presentati da giova - un costo non superiore al programmi informatici; 115- Avviamento di servizi ni agricoltori; partecipazione 10% del totale dell’investi - 3) acquisizione di know-how e di consulenza, gestione, dell’azienda a sistemi di qua - mento ammesso; supporto tecnico per sostituzione lità; adesione al sistema di 5) acquisto di macchinari, l’attivazione di sistemi di trac - La misura finanzia associa - controllo biologico. Avranno attrezzature nuove comprese ciabilità; zioni, società, cooperative e inoltre un certo peso il com - quelle informatiche, impiega - 4) spese propedeutiche all’ac - loro consorzi, che si costitui - parto produttivo, la localizza - te nella produzione agricola o quisizione di certificazioni di scano per l’erogazione di ser - zione dell’azienda, la tipolo - nelle attività di trasformazio - processo e di prodotto; vizi di consulenza, assistenza gia degli investimenti, ecc. ne e commercializzazione; 5) acquisto di brevetti e alla gestione e sostituzione Una sicura priorità spetterà 6) investimenti per la prote - licenze. temporanea del conduttore poi ai progetti integrati di zione e il miglioramento del - nelle aziende agricole, fore - filiera. Per progettazione inte - l’ambiente naturale, ivi inclu - 311- Diversificazione verso stali ed agroalimentari o che, grata di filiera si intende si quelli per il risparmio ener - attività non agricole se preesistenti, si organizzino l’insieme coordinato ed orga - getico; Questa misura serve a stimo - per l’offerta di tali servizi. I nico di azioni riferibili a più 7) investimenti per il miglio - lare le aziende agricole a cer - destinatari finali dei servizi misure del PSR alle quali una ramento delle condizioni di care nuovi sbocchi occupa - sono gli imprenditori agricoli aggregazione di soggetti che igiene e benessere degli ani - zionali, integrando l’attività e forestali. operano nei diversi segmenti mali; agricola con altre ad essa di una determinata filiera 8) adeguamento ai requisiti connesse. Vengono finanziate Queste ultime tre misure produttiva agroalimentare (ad comunitari di nuova introdu - iniziative volte ad integrare in forse sembreranno agli agri - esempio una cooperativa ed i zione; azienda attività plurifunziona - coltori di minor interesse pra - suoi soci o più cooperative 9) realizzazione di impianti li, artigianali, agrituristiche, tico, ma rivestono che operano nello stesso set - per la produzione di energia produzione di fonti energeti - un’importanza enorme, per - tore), accedono ai benefici basata su fonti rinnovabili che rinnovabili. Anche in ché in un contesto come attraverso la presentazione di (energia idroelettrica, solare, questa misura sono previsti quello attuale l’imprenditore una domanda collettiva pro - eolica e da biomasse); contributi compresi fra il 35 agricolo ha bisogno di un posta da un soggetto capofi - 10) realizzazione di nuovi e il 55%. continuo aggiornamento tec - la. L’iniziativa dovrà prevede - impianti di colture arboree ed nico, normativo, economico, re, quindi, una pluralità di arbustive poliennali, inclusi 132- Sistemi di qualità ali - ecc. Si ritiene che soggetti partecipanti (è previ - quelli finalizzati alla produ - mentare un’utilizzazione corretta di sto un numero minimo varia - zione di biomasse da impian - Questa misura finanzia con queste misure può contribui - bile a seconda del comparto ti forestali a rapido accresci - un contributo dell’80% tutte re al miglioramento delle produttivo) collegati tra loro mento. le spese sostenute per la cer - capacità imprenditoriali e da vincoli a carattere contrat - Vorrei sottolineare il punto n. tificazione dei prodotti azien - quindi dell’efficienza econo - tuale in cui vengono eviden - 9, nuovo e di estrema impor - dali, quali quelli biologici, mica delle aziende agricole. ziati obblighi e responsabilità tanza nell’attuale situazione DOP , DOC , ecc. Per questo ci si ripropone di reciproche nella realizzazione di mercato delle fonti energe - dedicare un successivo arti - dell’intero progetto e per il tiche. 111- Formazione professio - colo alle opportunità che pos - raggiungimento di specifici Sono previsti contributi com - nale e informazione sono essere colte nell’ambito obiettivi. In pratica ciascuna presi fra il 35 e il 55% a La misura prevede il finanzia - delle misure 111, 114 e azienda singola partecipante seconda del tipo di soggetto mento di enti preposti a for - 115. indica le opere da realizzare richiedente, della classifica - nire un servizio di aggiorna - Ritornando ad un discorso in proprio, ma tutte le opere zione del comune ove è ubi - mento professionale, per generale sul PSR , va detto che delle varie aziende devono cata l’azienda e del tipo di migliorare le competenze sono previsti quattro periodi avere uno scopo comune spesa. necessarie al conduttore di di presentazione delle relativo al miglioramento un’azienda agricola. domande; il pri mo scade il della filiera produttiva. Le 123- Accrescimento valore 10 ottobre 2008; il secondo opere da realizzare devono prodotti agricoli e forestali 114 - Utilizzo di servizi di il 29 maggio 2009; poi il 18 essere immediatamente can - Si tratta di una misura desti - consulenza dicembre 2009; infine il 30 tierabili. nata ad aziende quali caseifi - La misura è indirizzata giugno 2010. Per ogni perio -

la 42 Loggetta gen-feb 2008 Agrodolce di Nescio Nomen i l l e n i f a r e S

o c r a M

i d

o n g e s i d

Le ba’ sémo tutte uguale Rimandi Lo sfogo del Cristo

Quanno l’ora verrà de sta’ al cospetto Ciò giù al casale ‘na cagnòla e ‘n gatto Basta! Così nun se pò anna’ più avante! de quel Signore arcigno col barbone, che stanno tutto ‘l giorno a litica’: A ‘ste pastore ‘n’ je va bene niente: me tremaranno pure le calzone, quello alza ‘l pelo e solfia come un matto; qualunque tempo manno, ce so’ tante me se gelarà ‘l core dentr’al petto. quel’altra ‘nn’è mae stracca d’abbaia’. che bestemmieno e che ‘n so’ mae contente.

Me verrà fatto ‘l conto dell’azione, Basta però che io jé metto ‘n piatto Ogge fo piova?. “Piove, ...io birbante!” . sia quelle bòne che quelle a dispetto: con dentro qualche cosa da magna’ Jé manno ‘l sole?: “Sciutta, ...io Serpente!” . per quelle bòne bastarà ‘n fojetto, che lo scenario cambia tutt’an tratto: La nèbbia? ‘L gelo? ‘L vento de levante? pe’ le cattive ce vorrà in libbrone. ‘ndo’ c’era odio c’è fraternità. ‘L colpevole chi è? L’Onnipotente!

Però confido ch’a quel punto Dio, Allora me diverto a stalle a véde Cerco de fa’ del bene a ogni costo, ch’è ba’, e certe cose sa capille, magnasse ‘nsieme la scodella sana ma con queste ’n ce se ‘ndovina mae. farà come io fo col fjo mio: lì fianco a fianco: ... ròbba da nun créde! Vorrebe véda ‘n antro, qui al mi’ posto!

‘n cielo se vedaranno le scintille, Io ch’ogni giorno assisto a ‘sta mattana, Io ‘nde la vita ho passo tante guae, ma tutto finirà tra ba’ e fjo: nun ve so di’ perchè, ma me succede ma quant’è vero ‘l Sacramento esposto, con qualche ‘mprecazione e quattro strille. de pensa’ a la politica italiana. ‘l peggio commàtta è co’ le pecorae!

la Loggetta mgaeng--afegbo 20087 43 Flash

Corso di pittura Anche quest’anno a conclusione del corso di pittura si è svolta una bella mostra presso il locale del comune vicino alla chiesa Nuova (ex sala giochi). La mostra è stata inaugurata domenica 18 maggio ed è stata aperta anche lunedì 19, in coincidenza dei festeggiamenti patronali di San Bernardino da Siena. L’allestimento è stato gradevole da vedere, sia per i temi, sia per le tecniche usate. I quadri rappresentavano paesaggi, tramonti, ripro - duzioni di opere famose (Turner, Monet, Modigliani...), autoritratti, ritratti, riproduzioni di fotografie, nature morte, animali..., effettua - te con colori a olio, acquerelli e spatola. Gli allievi del corso erano sei, di Piansano e dei paesi vicini, e si incontravano tutti i giovedì pomeriggio, dalle quindici alle dicianno - ve, dal mese di ottobre fino a maggio. Un ringraziamento va al maestro Martin Figura, che con la sua elevata professionalità e la sua calma ha saputo insegnare e far conoscere le tecniche ed i modi con i quali si riesce a dipingere. L’ambiente si presentava gradevole e rilassante, aperto a chiunque si volesse iscrivere, e dunque speriamo di riprendere in autunno. (Gli allievi) Passeggiata per sentieri Lunedì 26 maggio i bambini si sono dati apppuntamento all’Oratorio per una passeggiata nei preziosi sentieri piansanesi. Circa una settan - tina di bambini camminavano sotto un sole cocente pensando alla merenda che li attendeva al palazzetto. A chiudere il gruppo c’erano alcune mamme che con notevole impegno cercava - no di affrontare le ripide salite sotto l’incitamento dei loro figli. E’ bastata la vista di pizzette, crostate con nutella e dolci vari per dimenticare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. E’ stato un pomeriggio molto divertente ed un’occasione per riunire i bambini di Piansano. Alla prossima!!! (Alessia Melaragni) Cambio della guardia alla Carivit Dopo una quindicina d’anni buoni, il direttore della nostra filiale Carivit dottor Giorgio Casavecchia ci ha lasciato. Promosso a più prestigioso incarico all’Agenzia 2 di Viterbo, Giorgio - come veniva semplicemente chiamato da tutti con rispettosa familiarità - ha lasciato il posto alla signora Daniela Venturini di Tuscania, che dal canto suo si è ugualmente imposta per simpatia e affabilità. Sposata con due figli - Riccardo di 22 ani e Serena di 16, i suoi gio - ielli , come ci tiene a precisare - la signora Daniela ha un’esperienza nel campo quasi tren - tennale, avendo esordito all’Agenzia 1 di Viterbo nel lontano 1979. Dopo alcuni anni a Viterbo e poi a Tuscania - preziosamente strategici, perché al tempo dei figli piccoli - la signora Daniela è stata vicedirettore per sei anni a Civitavecchia e poi all’Agenzia 3 di Viterbo, anch’essi più che utili per i diversi contesti di matu - razione professionale. Alla direzione della nostra filiale c’è dal 14 febbraio. “Per San Valentino” , ci fa notare. E noi, che pure non siamo scaramantici, siamo ugualmente convinti che sia un segno beneaugurale per una lunga e proficua entente cordiale con la cittadinanza intera. Intanto mandiamo un salutone coi fiocchi a Giorgio , che ringraziamo per il servizio reso e certamente ricorderemo sempre con affetto.

la 44 Loggetta gen-feb 2008 Economia e Ambiente Globalizzazione: le ricadute di Paolo economico finanziarie De Rocchi (seconda parte)

a un esame atten - azioni Cirio, Parmalat ed to dei dati forniti altri prodotti finanziari di dalla Banca notevole rendimento ma di Dd’Italia e pubbli - scarsa credibilità. cati sul suo sito web, E’ dei nostri giorni lo scan - emerge il grave disagio di dalo dei mutui “subprime” quelle famiglie italiane che americani, che sono, in negli ultimi dieci anni si termini più comprensibili, sono indebitate per prestiti erogati senza l’acquisto di una casa garanzie da banche senza attraverso il ricorso a scrupoli e speculatrici a mutui bancari, sia decen - clienti che hanno acquista - nali che ventennali. Il to una casa. Questo feno - tasso di interesse, quasi meno di enorme dimensio - sempre indicizzato nei con - ne (milioni di mutui di cui tratti sottoscritti con gli solo negli USA al 31 dicem - istituti di credito, ha subito bre 2007 sono andati in un incremento di almeno scadenza 800.000) ha quattro punti negli ultimi dato luogo alla vendita sul sei anni, passando dal 3,6 mercato finanziario (trami - al 7,6 e mettendo a rischio te società truffaldine) di di insolvenza la maggior questo tipo di titoli non parte dei contraenti. Infatti solvibili per almeno l’85% su un mutuo di 100.000 dei casi. Il debito contratto euro l’aumento di un solo attraverso il mutuo è punto del tasso di sconto diventato così un titolo che incrementa di 60 euro la cambierà proprietario infi - quota mensile del medesi - nite volte. La crisi di solvi - mo mutuo per cui, nelle bilità dei subprime ameri - peggiori condizioni (cioè di cani, che quasi sempre 4 punti), l’incremento copre l’intero costo dell’im - mensile per il contraente in stato di sofferenza. il mercato finanziario depu - mobile, è dovuta anche al diventa pari a 240 euro. E’ Questo fenomeno è di rile - tato alla compravendita di forte rialzo del costo del da tener presente che i vante impatto sugli equili - titoli, azioni, obbligazioni, dollaro (tasso di sconto) sottoscrittori di mutui bri economici familiari ed è ecc., dove è possibile inve - passato dall’1% del 2004 prima casa in Italia sono concomitante alla crisi del stire i propri risparmi ma al 5,25% nel 2007, che 3.200.000 e che nella settore immobiliare ameri - anche condurre spregiudi - ha quasi quintuplicato la sola provincia di Viterbo le cano di cui parleremo più cate speculazioni finanzia - quota interessi dei mutui. famiglie interessate al pro - avanti. La sua natura rie. In questo mare A questo si è aggiunto blema sono circa 28.500. manifesta una vincolante magnum del quale fanno l’effetto speculativo della In una sua recente dichia - interdipendenza finanziaria parte le borse di tutto il bolla immobiliare, che ha razione Antonio Catricalà - fra le economie mondiali, mondo, sono avvenute ed fatto crollare le quotazioni presidente Antitrust - provocando veri e propri avverranno con sempre degli immobili dal 30 al sostiene che 110.000 dissesti nei vari settori che maggiore frequenza opera - 40%. L’effetto di tutto que - famiglie italiane sottoscrit - caratterizzano l’intero zioni di vera truffa, che per sto ha determinato la crisi trici di mutui casa sono panorama finanziario mon - quanto riguarda l’Italia di un intero settore ameri - state dichiarate insolventi diale, poiché rispondono a hanno avuto dolorosi risul - cano, quello immobiliare, ed i loro immobili pignora - leggi di natura inequivoca - tati per i piccoli risparmia - che ha rivestito un ruolo ti, mentre, ulteriori bilmente globalizzata. tori che acquistarono a suo fondamentale nell’econo - 420.000 famiglie sono già A tutto questo non sfugge tempo bond argentini, mia statunitense. Le agen -

la Loggetta gen-feb 2008 45 Economia e Ambiente

mondo ha definito il feno - Joseph Stiglitz, premio meno più grave della Nobel per l’economia e recessione del 1929, men - docente alla Columbia tre gli osservatori più indi - University , a proposito di pendenti ed illuminati questa particolare crisi hanno stigmatizzato gli finanziaria ha dichiarato: Stati Uniti per aver espor - “Ci sono molte lezioni che tato coscientemente gli l’America e il resto del effetti di una crisi che da mondo potranno trarre da sola avrebbe affossato ciò che stà accadendo, e l’intera economia america - tra queste l’esigenza di na. Tutti i paesi, ma una più ampia regolamen - soprattutto quelli europei, tazione del settore finan - hanno subito il conseguen - ziario e soprattutto molta te panico finanziario che più trasparenza e una ha fatto registrare una migliore protezione verso Lavoratore americano assistito da sussidio statale generale diminuzione dei prestiti speculativi” . tassi di crescita economi - Una lezione emblematica, zie di rating quali Moody’s hanno così potuto trasferire ca ( PIL ). in rapporto alla spregiudi - e Standard & Poor’s , che sugli investitori finanziari di Questa crisi, le cui conse - cata politica finanziaria avevano il compito, delega - tutto il pianeta mutui defi - guenze globali sono ancora americana, è la recente to dalla Banca Centrale niti “carta straccia” per un tutte da verificare, ci inse - quanto incredibile notizia Americana (Federal valore complessivo di qual - gna che qualsiasi bolla secondo la quale la Banca Reserve), di valutare il che milione di miliardi di speculativa prima o poi Centrale cinese, in perfetta livello di sicurezza dei titoli dollari. Si è quindi inne - implode, facendo emergere sintonia con gli intendi - e quindi la loro solvibilità, scata una crisi globale il carattere spregiudicato di menti del suo governo, ha hanno ignorato, forse volu - implacabile che ha riguar - operazioni “confezionate” acquistato per cinque tamente, quanto stava dato le borse mondiali, le per arricchire aree di pote - miliardi di dollari la parte - avvenendo in questo enor - quali hanno registrato per - re economico-politico ai cipazione del 10% della me settore della finanza. dite così ingenti da produr - danni di milioni di rispar - Morgan Stanley : la banca L’insolvenza macroscopica re il panico degli investito - miatori. Non è la prima d’affari di eccellenza ame - dei subprime , ad oggi ri. Le Banche centrali volta che gli americani ricana, cuore dell’etabli - riscontrata, avrebbe nel hanno bruciato (so prattutto “esportano” le loro crisi shment di Wall Street che passato rappresentato un gli istituti di emissione finanziarie nel resto del per la prima volta in quasi problema limitato perché il d’America, Giappone, Cina pianeta e sicuramente que - 80 anni di operatività ha rapporto, in precedenza, ed Europa) rilevanti quanti - sta non sarà l’ultima. A registrato 10 miliardi di intercorreva fra le banche tà di danaro per immettere nostro giudizio la vera dollari di perdite in un solo ed i mutuatari: oggi non liquidità sui mercati, onde ragione della crisi è quella trimestre. Paradossalmente più; il titolo di credito è contenere nel breve perio - di aver imposto negli indi - si osserva che la crisi, che globalizzato. Infatti, detti do i danni arrecati agli isti - vidui quella falsa fiducia ha origine dal crac dei prestiti immobiliari sono tuti di credito. per cui è possibile spende - mutui casa (subprime), è stati inseriti (cartolarizzati) Le responsabilità di questo re di più di quanto si gua - stata sostenuta dalla Cina in altri prodotti finanziari terremoto finanziario vanno dagna; vivere cioè al di comunista: il regime auto - che poi sono stati venduti ascritte, come detto, allo sopra dei propri mezzi; ritario più grande del sui mercati finanziari mon - scorretto comportamento tant’è che oggi assistiamo mondo e da sempre peri - diali. Questo sistema defi - delle società di Rating ad indebitamenti nelle coloso nemico del neo libe - nito della “salsiccia” ha americane che hanno famiglie (soprattutto ameri - rismo americano. Gli veicolato ingenti masse di omesso ogni giudizio di cane) che talvolta supera - esperti finanziari di tutto il fondi comuni e obbligazio - merito sulla validità dei no alcuni anni di reddito mondo concordano che ni ad altissimo rischio che prodotti immessi nel mer - percepito. Quel comporta - questo è solo l’inizio del - sono stati esitati ai rispar - cato. Non possono essere mento virtuoso del rispar - l’assalto alle roccaforti del miatori. L’operazione è nemmeno esclusi i ruoli di mio, praticato in tempi capitalismo americano e stata concertata talmente controllo che le Banche passati da molte famiglie, non solo. Il fenomeno, di bene che nessuno, nem - Centrali (istituti di emissio - ha lasciato il posto ad una per sé inquietante, è figlio meno le banche di grande ne) di ogni paese avrebbe - società quasi sempre afflit - della inarrestabile globaliz - dimensione, ha percepito il ro dovuto esercitare sui ta dai debiti, quindi più zazione che ha sconvolto rischio contenuto in quei medesimi prodotti. La esposta ad operazioni di le regole a base dell’equili - prodotti. Gli americani stampa di settore di tutto il basso profilo speculativo. brio geopolitico ed econo -

la 46 Loggetta gen-feb 2008 Economia e Ambiente mico del mondo occidenta - poveri sia economico che concorrenza. La ture del nostro sistema le. sociale; l’appropriazione globalizzazione, in buona economico europeo. Per gli Abbiamo esaminato, in delle materie prime spesso so stanza, non è altro che il Stati Uniti lo scenario che questo e nel precedente avvenuto con metodologie risultato delle attività delle si intravede è ancora più numero della Loggetta , neocolonialiste; la pericolo - multinazionali che impon - pesante: non è più un due emblematici aspetti sa degradazione ambienta - gono ai paesi manifatturieri segreto che le perdite affe - del mercato globale che a le dovuta a processi pro - accordi commerciali e con - renti i mutui casa america - sua volta è parte integrante duttivi a bassissimo costo tratti a basso costo della ni (subprime), divenuti cre - della “filosofia neoliberista” d’investimento; una econo - manodopera, esercitando diti in sofferenza quindi che nasce sulle elaborate mia mondiale fragile e vul - in tal modo un dominio su non più esigibili, sono teorie di Milton Friedman, nerabile che comunque ha quei paesi senza contrarre valutati in 1000 miliardi di il quale sosteneva che “il concentrato ricchezze altri obblighi verso quelle dollari; gli enormi debiti profitto costituisce incommensurabili nelle popolazioni. Questo tanto accumulati dai titolari di l’essenza della democra - mani delle multinazionali. amato quanto odiato siste - carte di credito che zia; per cui le questioni Noam Chomsky, considera - ma, che non distribuisce ammontano a 250 miliardi attinenti il vero oggetto to fra i più importanti eco - cultura agli operai delle di dollari; i costi degli della politica quali la pro - nomisti americani viventi, fabbriche ma che trasfor - interventi bellici americani duzione, la distribuzione sostiene che “il neoliberi - ma enormi masse in in Afghanistan ed in Irak delle risorse, nonché smo è l’elemento dinami - consumatori; che non co - che hanno superato i l’organizzazione della co del capitalismo ed è struisce strutture sociali 1100 miliardi di dollari; i società, vanno lasciate rappresentativo di ma solo smisurati centri debiti di imprese industriali alle forze del mercato” . un’epoca in cui il potere commerciali, a nostro giu - fallite, le perdite delle ban - Il mercato globale, attuato economico è più forte ed dizio potrebbe andare che e delle compagnie di operativamente sui presup - aggressivo che mai, men - incontro ad un rigetto assicurazione oltre le per - posti anzidetti dalle conte - tre la società con cui deve (questo sì, globale) da dite di Wall Street che stuali politiche neo liberiste misurarsi è impotente parte di una rilevante com - insieme hanno bruciato di Ronald Reagan negli USA come non lo era mai stata ponente dell’umanità, o almeno 350 miliardi di e di Margharet Thatcher in in passato” . potrebbe essere fortemente Inghilterra, ha invece pro - A completamento del qua - condizionato da inderoga - dollari; il costo del barile di dotto un sistema economi - dro “dinamico” del com - bili esigenze ambientali a petrolio che ha sforato i co-politico dominante a mercio globale, per sua garanzia della sopravviven - 120 dollari; i 28 milioni di livello globale che ha mas - natura strettamente colle - za del pianeta. cittadini americani senza simizzato i profitti della gato alle politiche econo - Il risultato di tali macro - lavoro e che ricorrono al grande impresa e che, nel mico-finanziarie, va detto scopiche contraddizioni, sussidio governativo finaliz - contempo, ha imposto ed che non è sempre vero che oltre a scelte strategiche zato alla spesa alimentare, esercitato il controllo oltre la concorrenza stabilisca le non sempre oculate poiché connotano l’economia che le scelte di larga parte regole del gioco favorendo spesso speculative, han no americana non più in regi - della comunità umana. Da l’offerta più vantaggiosa, prodotto una vistosa frena - me di stagnazione bensì in tempo assistiamo al fatto perché, essendo ta alle previsioni di svilup - decisa recessione. Questa che le ricadute economi - l’economia per larga parte po delle economie euro - preoccupante fase, la cui che della globalizzazione dominata dal grande capi - pee, ormai avviate verso durata non è dato prevede - sono state molto simili tale (il quale esercita un un periodo di profonda sta - re, è rafforzata dal deprez - anche se a diverse latitudi - incondizionato potere di gnazione sia della doman - zamento della moneta ni soprattutto nei paesi del controllo sullo stesso mer - da che delle produzioni di americana sui mercati terzo mondo: un aumento cato), non viene di fatto a beni di consumo, modifi - monetari internazionali e del divario fra ricchi e stabilirsi il regime di libera cando in tal modo le strut - dalla crescente disoccupa - zione sia intellettuale che in settori qualificati del mondo imprenditoriale. L’aspetto più allarmante è quello del contagio della fase recessiva dell’econo - mia americana nei con - fronti dell’area dell’euro a causa delle leggi e dei vin - coli che rendono interdi - pendenti i sistemi econo - Interno della Borsa di Wall Street mici globalizzati.

la Loggetta gen-feb 2008 47 Detti di casa nostra

di Oliva Foderini o

Pan de legno d r o B

e vino de nuvole: o n i h c

chi vo’ mugula’, mùgule! c a o i G

i d

Letteralmente: “Castagne e acqua: o t o chi vuole lamentarsi, si lamenti!”. f Bellissima la definizione della casta - gna come “pan de legno” , ossia cibo proveniente da un albero, da una Angelo de Romano col suocero Pèppe Ciofo pianta legnosa, nonché frutto rico - su uno degli ultimi carretti per la strada delle Caciare perto prima dal riccio e poi da un (foto di Gioacchino Bordo) duro guscio fibroso, tra l’altro di colore marrone, e poi tendente ad surrogato del classico “pane e vino”. ni di lavoro si traducono in realtà in indurirsi come per la stagionatura Come dire: “Tempo de carestia: pan efficienza e maggiore produttività. del legno, appunto. Le castagne de véccia” . Il principio dunque è lo stesso, e anzi erano un alimento povero, a buon formalmente costituisce anche un mercato e facili da trovarsi, fossero riconoscimento esplicito del diverso “marroni” o “asinine” , ossia piccole ruolo di proprietari e imprenditori, e selvatiche; fresche o essiccate ‘L patrone delle loro funzioni-guida con esone - come “mosciarèlle” , quando non nun va pell’acqua! ro da più basse mansioni meramen - ridotte in farina per torte o focacce. te esecutive. Ma nel detto si avverte Ma singolare è anche l’immagine del Il “padrone” - che poteva anche esse - la “coscienza di classe” del sottopo - “vino de nuvole” per definire l’acqua, re semplicemente l’occasionale sto che sapeva di non doversi aspet - nella quale è avvertibile, per contra - datore di lavoro - non va a prendere tare solidarietà o umana compren - sto, l’uso esclusivo del vino come l’acqua per dissetare gli operai, sione, specie in un tempo in cui la bevanda da pasto. E il “vino de nuvo - ossia non si abbassa e/o perde distinzione di rango tra le persone le” mal si accompagna alle castagne. tempo con un umile servizio, solita - era più netta e fisicamente tangibile. In proposito venivano tirate in ballo mente riservato a un ragazzo o ad “Il padrone vuole essere servito”, o - non si sa con quale fondamento - uno degli operai stessi - l’ acquaròlo , “va servito”, sembra anche di sentir - anche proprietà di assorbimento, di appunto - a ciò espressamente depu - vi con una punta di stizza padronale. diverso “impasto” tra il frutto e il tato. Osservazione neutra e verità Sicché vi si mescolano il “comanda - liquido, tant’è che “Le castagne scontata che trae spunto dai lavori mento sociale”, un po’ di “ribelli - vònno ‘l vino” , si diceva; “... mejo della campagna, che per il fatto di smo” e di filosofica accettazione in - rosso” , si aggiungeva anzi, e altra svolgersi molto spesso sotto il sole sieme; più dell’uno, o dell’altro, a volta abbiamo ricordato il detto cocente per lunghe ore della giorna - seconda del tono e del contesto. “Castagne e vinello: spara castello” ta, richiedevano il sia pur minimo Paradossalmente, oggi tale principio per dire della flatulenza provocata supporto logistico dell’ acquaròlo non solo è sempre valido, ma anzi dall’accoppiata, facile da immagina - con la barlòzza e del portaspese , enormemente più spietato: quale re in una veglia con le caldarroste ossia dell’incaricato di ritirare dai multinazionale, nelle moderne ma - davanti al camino. familiari dei braccianti i fagòtti con il crodinamiche socio-economiche, in Acqua e castagne, dunque, non sono pranzo da consumare sul posto. In vista di un profitto si farebbe scru - un’accoppiata felice, ma in questo altro contesto si potrebbe dire - polo di gettare sul lastrico folle ano - caso, evidentemente, è quanto chessò - che l’industriale non è tenu - nime di piccoli azionisti e risparmia - passa il convento e ognuno è libero to a fornire agli operai della catena tori? Sicché “ ‘l patrone nun va pell’ac - di “mugulare” , ossia mugugnare, bor - di montaggio generi di conforto, o qua” diventa un assioma, la rasse - bottare (ma si noti l’efficacia di quel - momenti di svago, durante i turni in gnazione sconsolata ad una verità l’esortativo finale, selvatico, dal tono fabbrica o in laboratorio, quantun - sancita dalle vicende umane di sem - ultimativo e sprezzante, amplificato que siano enormemente mutate sia pre, il non doversi aspettare niente dalla e dialettale e dall’accentazione la sensibilità generale sia la legisla - da chi è più in alto, più ricco e poten - sdrucciola). Senza escludere, peral - zione sulle condizioni di vita negli te. tro, il mu gulìo, il borbottìo della pan - ambienti di lavoro, e non pochi (commenti di am) cia per la fame, dato che “castagne e imprenditori si siano resi conto da acqua” sono comunque un ripiego, tempo che più confortevoli condizio -

la 48 Loggetta gen-feb 2008 Cara Loggetta...

I “collaboratori La carissima di Satana” zia suora A proposito dell’ orchestrina Carissimi amici della Loggetta , Stella ricordata in uno degli vivo a Ladispoli ed ho la gradi - ultimi numeri della Loggetta , ta opportunità di sfogliare il mentre mi ha fatto veramente vostro giornale che trovo sem - piacere che si sia rammentata pre sul tavolo di mio fratello quella bella ventata di giovi - Marcello. A parte il sapore nezza nel paese dei primissi - dolce del dialetto, delle foto mi anni ‘50, volevo fare una d’epoca, delle vicende della precisazione importante: il più provincia, trovo nel vostro gior - acerrimo avversario della nale un che di rilassante, gio - nostra attività musicale non fu ioso intermezzo all’affanno dei il buon don Giacomo Barbieri, nostri giorni. E’ pane per lo vecchio e mite [morì giusto spirito. Non voglio banalizzare nel 1954, ndr], ma il giovane il vostro impegno, che immagi - parroco don Nazareno no dia spazio ad incontri, Gaudenzi, di ben altra tempra dibattiti, “polemiche” inevitabi - e peso nella vita della parroc - li in un contesto culturale; per chia (pensate al suo ruolo questo vorrei spiegarvi il per - nelle vicende per ché di “questa mia” (vedi il l’assegnazione delle terre!). Fu dialetto!). Ho una zia suora: suor Maria lui che stroncò con toni apo - Amalia Guidolotti, nata a calittici la nostra voglia giova - Piansano da Oreste e Assunta nile di suonare e divertirci. Massimi nel lontano gennaio Siccome - come è stato scritto del 1913. Ha lasciato - avevamo raggiunto una Piansano nel 1937 per intra - certa notorietà e ci chiamava - prendere la sua missione pres - no a suonare anche nei paesi so istituti religiosi e ospedali vicini (Valentano, Bolsena...), che (quelle belle giacche con - volete sape’? ‘Nco’ l’émo da che ha gestito da superiora ad succedeva che se gli organiz - fezionateci dalla Grazietta , fa’, le conte! Assisi, Castellammare di zatori erano democristiani o di che insieme con il cappello Sta di fatto, per tornare all’or - Stabia, Roma, Catanzaro. E’ chiesa, tutto filava liscio, ma della divisa ci erano costate chestrina Stella , che dopo stata apprezzatissima per le se per caso partecipavamo a un bel po’) e ci proibirono tas - qualche tempo ci ritrovammo sue qualità e capacità, per il festini o serate in odore di sativamente di continuare in per suonare (gli strumenti, suo sorriso instancabile, per il comunismo, apriti cielo! Noi, quelle pratiche offensive della che ci avevano fatto credere dono della comprensione naturalmente, accettavamo religione e della morale! di aver rotto, erano stati solo immediata di chi si rivolge a qualsiasi invito, perché quel Noi eravamo furiosi: jé volìve - nascosti), ma non fu più la lei. E’ l’ultima dei nove figli di soldino del compenso ci face - mo mena’!, al prete . E al stessa cosa. Anzi, tirammo Oreste e Assunta. Vive serena - va gola (e anzi pareva impos - tempo stesso eravamo dispe - avanti un altro po’ alla meno mente e lucidamente con le sibile, all’epoca, che si potes - rati, tanto che mio fratello peggio e ben presto finì. consorelle francescane alcanta - se rimediare qualcosa diver - neanche mangiava più dal Le prove le facevamo nella rine in una bella antica casa a tendosi e “senza lavorare”), magone. Io lì per lì non ci vecchia bottega di mio nonno ( RM ). Noi nipoti ma nel clima da don Camillo pensai a rinfacciarglielo, ma ‘l Bastàro [quella accanto al andiamo a farle visita perché e Peppone di allora, tutto poi mi ricordai che don vecchio forno di Benito vicino abbiamo bisogno di carica. E’ diventava occasione di scon - Nazareno mi aveva fatto un alla chiesa parrocchiale, oggi serena, ottimista, e sa tante tro. Finché una domenica altro “torto”, quando ero pic - garage di Mario Ciofo], che cose del mondo perché lo ha mattina, alla messa di mezzo - colo. Facendo il chierichetto era diventata la bottega di attraversato tra mille peripe zie. giorno, vedendoci entrare in col suo predecessore don falegname di mio fratello. chiesa in leggero ritardo, con Cruciano, infatti, mi ricordo Clelio, infatti, era stato quei suoi modi da Savonarola che ogni ab ba tèllo veniva apprendista falegname col don Nazareno tuonò dall’alta - compensato con una candela pòro Righetto Falesiedi, fratel - re: “Ecco i collaboratori di per ogni servizio funebre e lo di Tersilio, e mentre da Sa tana!” . Figuratevi noi! E con dolcetti e uova in occasio - Righétto aveva imparato il figuratevi la gente e i nostri ne della benedizione pasquale mestiere, da Tersilio aveva genitori, gente casa e chiesa e delle case. Don Nazareno imparato la musica. Anche col timordiddìo! Che vergo - volle cambiare: “Che ve ne Marino aveva studiato un po’ gna! Scappò fòra ‘na guerra! fate di uova e candele? - ci di musica, ma io e Pèppe Potrà sembrare assurdo, ma disse per convincerci - Meglio suonavamo a orecchio... quella “scomunica” ci rovinò! qualche soldino, che rimane Insomma era stata I miei genitori nascosero gli a voi... Registrate tutto in un un’esperienza esaltante. Il strumenti a me e mio fratello libretto, ché a fine anno fare - prete ci rovinò... Clelio. Ci stracciarono le giac - mo tutto un conto” . Beh, lo Duilio Moscatelli

la Loggetta gen-feb 2008 49 Cara Loggetta...

Perché racconto tutto questo? Semplice: vorrei che lei potes - Canto africano se essere presente tra le righe Mi piace andare alla prima messa nella del vostro giornale, che andrà chiesa Nuova di Piansano. Amo questa forse in mano a qualcuno che chiesa molto luminosa, dove non ci la ricorda. Ve ne saremmo sono dorature, stucchi, colonne, e nem - tutti grati. Vi invio una sua meno cupi quadri di santi, alcune volte foto e per dirvi grazie vi faccio sconosciuti. Vi è una statua della pervenire un libro su Ladispoli Madonna illuminata da ceri votivi e scritto da mio marito, prema - adornata di fiori profumati, e un piccolo turamente scomparso. Ancora altare dedicato a San Giuseppe; da grazie, amici di Piansano (o poco, anche due splendide vetrate. parenti?). Sopra l’altare c’è un grande pannello Maria Amalia Guidolotti, raffigurante il Cristo crocefisso. E’ un’opera meravigliosa che domina tutta la chiesa. Questo Ladispoli Cristo non piange lacrime di sangue, non è il Cristo di don Camillo che parla e sgrida le debolezze umane, bensì è un Gesù vituperato, umiliato, torturato, assetato, trafitto e moren - Indirettamente, di suor Maria te, inchiodato alla Croce, ma, dopo la morte, finalmente Risorto! Il suo volto dolente ti parla Amalia Guidolotti avevamo al cuore: ti dice che anche tu sei stato umiliato e calpestato, ma la tua croce la devi portare fatto il nome nel numero della con fede, che la tua croce è molto più leggera della sua. Con Lui io parlo, piango, prego e Loggetta di settembre 2000, racconto le mie pene; e Lui, sono sicura, mi ascolta. nell’articolo Nei secoli fedele Un giorno, durante la messa officiata da don Aristide, al mo mento dell’elevazione il sacerdote relativo a suo fratello Antonio ha intonato un canto sacro del proprio paese, un inno insolito e melodioso con toni dolci e (‘Ntògno del por’Oreste , come forti. Ovviamente non capivo le parole; ma la forza di quell’inno mi ha colpito per la passione dicevano i più anziani): e la profondità dell’amore per Dio. Mentre la musica si insinuava nella mia testa, ho chiuso “Antonio era del ‘2 - scrivem - gli occhi, ed allora mi è successa una cosa ben strana! Nella mia mente hanno cominciato a mo in quell’occasione - scorrere, come in un film, immagini dell’Africa vive, piene di colori, di canti e di persone. terzogenito ma primo ma schio Durante il canto ho visto il sole tramontare in un mare di fuoco, così velocemente che il buio di Oreste e Assunta Massimi, ne ha preso subito il posto in un tappeto di stelle, con la Croce del Sud, guida dei viandanti, che prima di lui avevano splendente come un grosso diamante. Ancora altre immagini: grandi civiltà erose dai millen - avuto Emilia nel ‘98 e Anna ni, fiumi, cascate tumultuose e deserti infuocati. Ho visto oasi in cui il tempo si è fermato: nel ‘900. Anna era morta ad ho sentito il tonfo del secchio immergersi nel pozzo, il ruminare dei cammelli, il belare delle appena un anno di vita nel - capre e un canto di bimbi dai grandi occhi scuri. Ho sentito la sabbia infuocata del deserto l’aprile del 1901 (rimpiazzata cantare sul suo eterno spostamento e una carovana di nomadi avanzare nel terribile caldo e da un’omonima nel ‘13), ma trovare riparo e riposo sotto tende dove tutti, anche gli stranieri, trovano ospitalità. C’erano tutti gli altri figli successivi - profumi intensi, aromi piccanti, frutti e grossi fiori profumati: tutto ciò mentre in chiesa il dieci in tutto, uno ogni due canto continuava; e tante antiche tribù danzavano: masai, bantù, pigmei, tuareg e persino i anni - sono tutti sopravvissuti piccoli boscìmani con le frecce avvelenate infilate nei capelli; schiavi in catene, animali tene - sparpagliandosi con il tempo ri e feroci, deboli e forti impegnati nella lotta quotidiana della sopravvivenza. E grandi città, in diversi paesi dopo il matri - ricche miniere, giardini e splendide ville. Ma anche tanto sangue versato nelle lotte e nelle monio; solo lui, alla fine, è guerre di potere su quel grande paese ricco e martoriato con tanti bimbi senza sorriso e col rimasto a Piansano...” . Suor pancino gonfio. Ho visto uomini e donne bianchi curare, aiutare, predicare e istruire, molte Maria Amalia, al secolo, è volte amati, altre uccisi con crudeltà. appunto quella Anna del ‘13 Il canto ora è terminato, riapro gli occhi, mi sento emozionata! Sotto il crocefisso nella mia venuta a “rimpiazzare” mente ho visto scorrere tutto: luce e ombre, pianti e sorrisi, acqua e sete, amore e odio, oro l’omonima sorellina maggiore e sangue, dolore e gioia, nascita e morte! morta ad appena un anno di Don Aristide, ogni tanto vorrei sentire quel canto del tuo paese: sotto le braccia del Cristo vita. E ci fa piacere averne morente, rivedrò ancora l’Africa... notizie, saperla ancora lucida e serena e ottimista dispensatri - Piera Scotuzzi, Piansano ce di “carica”, dopo una vita così ricca di opere in spirito di ... Accluso un assegno di due - ressante” rivista la Loggetta . adottato sulla spnta della servizio. A Piansano non cento dollari. Apprezziamo Come dichiarato nell’appello Regione Lazio. abbiamo mai avuto occasione molto le notizie da Piansano del n. 68-69/2007, la rivista Sono un pensionato, originario di conoscerla, ma se è come il e il vostro lavoro. Gradite i rappresenta una vera “espe - delle Puglie, attento alle ini - fratello Antonio, quella comu - nostri sinceri saluti. rienza culturale... unica nel ziative presenti nella Tuscia, nissima anima nobile di cui Phyllis Macchioni (Saronno), panorama provinciale” , e con ma con poca disponibilità ad ancora ricordiamo la signorilità per “Jimmy” e Rose Bronzetti, il mio scritto desidero espri - aggiornarmi su eventi e perso - austera e affettuosa insieme, Syracuse, NY, USA mere il mio apprezzamento e naggi della realtà locale. I non stentiamo a credere a l’incoraggiamento nel prose - miei attuali interessi vertono quanto ci scrivono. E ce ne ral - ... La cortesia della prof.ssa guire nella pubblicazione alla sulla Via Francigena e sulle legriamo, ringraziando per Piera Damiani mi ha consen - luce anche degli orientamenti attività di una associazione l’affettuoso ricordo della nostra tito nell’estate del 2007 di che l’assessorato alla Cultura archeologica ( Archeotuscia ). comune “piccola patria”. prendere visione della “inte - della Provincia ha di recente Filippo Maselli, Viterbo

la 50 Loggetta gen-feb 2008 Cara Loggetta...

Rivivere provvederò subito a riparare umile contributo a favore blea generale dei soci per al mio mancato dovere. della Chiesa. Mi son fatta l’elezione del nuovo direttivo. la mia terra Per me, leggere la Loggetta “vecchia” (come dicono in Quest’anno, 2008, nel mese Gentile redazione, ho ricevuto non è semplice curiosità per Maremma), ma l’amore e la di giugno avverrà questo oggi la lettera di sollecito per tutto ciò che accade nella nostalgia per le proprie radici importante adempimento al la richiesta del periodico la “mia” terra, ma è anche sco - non si è affievolito. La fede quale tutti gli aventi diritto Loggetta . Personalmente chie - prire, ricordare, rivivere... Ho semplice e genuina dei nostri saranno invitati a partecipare do scusa della mia negligen - lasciato Piansano a undici cari ci ha formati e ci ha dato e a votare. Ed è proprio que - za, dovuta più che altro ai anni, ho girato un po’ per l’opportunità di aprirci alla sto organismo, nel gergo chia - cambiamenti di residenza. l’Italia lavorando sempre realtà con occhi attenti alle mato Magistrato , guidato da Attualmente mi trovo a Roma come maestra pia, inserita necessità degli altri e un un Governatore coadiuvato e il mio nuovo indirizzo nella scuola statale, nelle cuore grande per amare senza dai Provi Viri e dai Sindaci è...[...]. Vi chiedo cortese - diocesi, nelle parrocchie, ap - riserve tutti i fratelli (penso a Revisori , che, dopo aver valu - mente di inviarmi il numero portando ovunque il mio quanti religiosi e religiose, sa - tato le diverse ipotesi - rifaci - della rivista con il bollettino, cerdoti, missionari, mento del motore all’attuale ha partorito la chiesa ambulanza; acquisto di un di Piansano). mezzo usato o di uno nuovo... La rivista ci permette - con i pro e i contro per ogni di mantene i contatti soluzione, ha deciso per con il presente e l’acquisto di una nuova ambu - o d r rileggere gli avveni - lanza. A questo punto sono o B

o menti del passato stati chiesti dei preventivi a n i h

c con gli occhi un po’ ditte specializzate nel settore, c a

o velati di nostalgia. e a parità di prestazioni sarà i G

i Mentre vi chiedo gen - accolta l’offerta economica - d

o t tilmente di continuare mente più conveniente. o f ad inviarmi la Ma il problema che incuriosi - Loggetta , mi compli - sce alcuni e che preoccupa mento con tutta la altri è sicuramente quello del redazione che con prezzo e di come sarà pagato. competenza e dedi - Il costo si aggira sui 50.000 zione svolge euro; la Misericordia ha in un’attività gradita ed cassa all’incirca la metà dei utile. Saluto e auguro soldi occorrenti; per il resto a tutti ogni bene. abbiamo la promessa di inte - Suor Rosa Rocchi ressamento del presidente M.P.F. della Regione on. Piero Marraz zo, del nostro sindaco Ambulanza Roseo Melaragni presso la sì, Provincia di cui è consigliere, ambulanza le lettere inviate a banche e privati, e soprattutto... la no forza dei piansanesi , che vor - Come ogni volta che ranno contribuire - come già c’è da prendere delle alcuni hanno fatto - nel modo decisioni si trova chi che riterranno più idoneo. è favorevole e chi è Oltre a questi, per ora solo la contrario, così la noti - Carivit ha risposto esprimen - zia della trattativa per do un positivo avviso al l’acquisto di una riguardo. nuova ambulanza ha Per ora è tutto quanto era aperto due fronti. doveroso far conoscere. La La Confederazione popolazione continuerà ad della Misericoria non essere informata tramite la è proprietà privata di consueta disponibilità della nessuno, appartiene Loggetta . alla quali totalità dei piansanesi che la Il Direttivo della Misericordia sostengono e ne fanno parte come soci attraversao la tessera. Ogni quattro MISERICORDIA anni avviene la con - vocazione dell’assem - DI PIANSANO

la Loggetta gen-feb 2008 51 o i r o

Un po’’ di latinorum Antonio c e M

Pelosi o t o f

HECTORI PARATORE A ETTORE PARATORE PLAECLARISSIMO IN VRBE ED IN ORBE FAMOSISSIMO FILOLOGO LITTERARVM LATINARVM E MAESTRO DI LETTERE LATINE PHILOLOGO ATQVE MAGISTRO IN ROMA E NEL MONDO SEPTEMBER SETTEMBRE

Proemium Proemio

En September adest! Rident in collibus uvae; Eccoci a settembre! Sui colli ridono le uve e soffia una aër ac tepidus perflat qui corpora mulcens tepida brezza che, accarezzando i corpi, reca agli agri - agricolis fert laetitiam blandumque levamen. coltori letizia e un dolce sollievo. Ormai le selve odora - Iam silvae redolent fungos; per prata serena no di funghi, per i prati tranquilli si diffonde il tintinnìo errantis pecoris tinnitus funditur atque dell’errante bestiame e di lontano risuonano già i canti pastorum longe resonant iam vespere cantus. dei pastori. Memoriae Memorie In Urbe, contra, fumus, odor malus Al contrario, a Roma regnano il fumo e i cattivi odori e sonique, rumor, turba, negotia i suoni, il rumore, la folla, i moltissimi negozi, cose che permulta regnant, quae gravant cor appesantiscono il cuore e troppo infastidiscono atque animum nimium molestant. l’animo. In Urbe, vero, dego Penatibus Purtroppo vivo in città lontano dalla casa paterna e procul benignis saepeque temporis spesso mi ricordo del tempo che fu, allorché trascor - recordor acti cum trahebam revo in campagna la mia vita modesta ma piacevole. ruri humilem placitamque vitam. Ricordo le piogge dell’autunno, le foglie che cadevano Sic memini: autumni pluvias frondesque caducas e le voci dei giovani che, cantando scherzose poesie, ac iuvenum voces carmina qui lepida leggermente saltellando, pistavano le uve mentre cantantes, pedibus leviter saliendo premebant all’intorno, con la fronte cinta d’edera, contenti, si uvas dum pulchre tempora cincti hedera divertivano fanciulli e fanciulle. circum ludebant hilares pueri atque puellae. E ricordo i gesti dell’anziano contadino che con sacro Et memini gestus ruricolae veteris rito spargeva sollecito i semi sotto un cielo plumbeo a qui solers sacro spargebat semina ritu causa delle dense nuvole. sub caelo densas ob nebulas piceo. In seguito, accompagnato dalla gelida tramomtana e Dein, gelido Borea comitante albaque pruina, dalla bianca brina, arrivava l’inverno e nei caldi focola - adveniebat hiems; inque focis calidis ri, di nuovo scoppiettando, risplendeva un piacevolis - denuo splendebat crepitans gratissimus ignis. simo fuoco. Tandem mane aliquo (commoveor memorans) Finalmente, una qualche mattina - mi commuovo ricor - mirum! desiliens de celso candida caelo dando - cosa meravigliosa! quando una candida neve nix! Tunc festivi nos subito pueri scendeva dal cielo! Allora noi fanciulli, subito usciti di egressi domibus niveis certamina sphaeris casa, davamo inizio ad una gara con pallate di neve; insituebamus; perque vias, plateas mentre per le vie e le piazze altri costruivano pupazzi perque vicos alii passim simulacra struebant. qua e là. Post cenam ante focum voce sua tenui Dopo cena, davanti al fuoco, la madre con la sua voce mater “Morganae” fabellas, gesta latrorum sottile narrava le favole della “Maga Morgana” e le sto - narrabat... rie dei briganti... (continua) Questa poesia venne premiata ex aequo con medaglia d’argento nella XXVII Gara Vaticana dell’anno 1984. I versi, secondo l’ordine, sono: esametri, alcaici, distici, alcaici, saffici, alcaici, asclepiadei, alcaici, esametri. Traduzione italiana del prof. don Domenico Cruciani.

la 52 Loggetta gen-feb 2008 Sport Gianfranco Brizi

Con la mountain-bike per mari e.... Monti Si è concluso nel migliore dei modi per la nostra Serena Monti il 9° Trofeo Baby Cross Country , una serie di gare in mountain-bike per bambini da 6 a 11 anni che si sono svol - te in diverse località del centro Italia e che hanno visto la partecipazione di numerosi baby-corridori, maschietti e fem - minucce. Serena, classe 1998, militante nelle file del Gruppo Ciclistico Grotte di Castro , ha partecipato a tutte le gare, vincendole tutte tranne due nelle quali è giunta seconda, ovviamente nella sua categoria (G3F), ma dopo aver dato filo da torcere anche ai maschietti. Questi punteggi le hanno permes - so di aggiudicarsi il trofeo dell’intera stagione, oltre ad essere campionessa provinciale e regionale! Non paga dei traguardi otte - nuti, Serena ha partecipato anche al Meeting Nazionale di Treviso dove ha vinto la propria batteria surclassando le avversarie e finendo sulle pagine sportive dei giornali locali. Non solo pallone Dopo aver sfiorato l’impresa l’anno passato, quando è giunto secondo ai campionati pro - vinciali studenteschi di corsa campestre nonostante avesse gareggiato contro ragazzi più grandi, quest’anno il nostro piccolo concittadino Lorenzo Bordo ha colto il successo nella stessa manifestazione che si è svolta al campo scuola di Viterbo giovedì 31 gennaio e che ha visto la partecipazione di circa 150 ragazzi frequentanti la prima media delle scuole della provincia. Primo! Questo exploit gli ha permesso di partecipare alle finali regionali studentesche che si sono svolte a Rieti il 19 febbraio presso il mitico stadio di atletica leg - gera Raoul Guidobaldi , sede del famoso meeting. Alla gara, che si è sviluppata sulla distan - za di 1500 metri, hanno partecipato circa 100 atleti provenienti dalle scuole medie di tutta la regione, e il nostro Leonardo, pur non avendo fatto allenamenti specifici, si è fatto onore arrivando settimo assoluto e primo fra gli atleti della provincia di Viterbo (!), tanto da esse - re premiato dall’organizzazione con una medaglia individuale (per la cronaca, la competi - zione è stata vinta da una ragazzo di colore di una scuola media di Roma). Insomma, un risultato brillantissimo che fa di Lo ren zo un nostro campioncino! Calcio: pulcini 95/96 e pulcini 96/97 vincitori del campionato provinciale Le due squadre del settore giovanile piansanese hanno vinto i rispettivi gironi del campionato provinciale realizzando degli otti - mi risultati in campo, sia sul piano del gioco che su quello della disciplina, sconfiggendo le avversarie a suon di gol. Ecco le vittorie ottenute dai nostri campioncini 95/96: S. Barbara Viterbo-Piansano 1-4; Piansano-Tuscania B 4-0; Tuscania A-Piansano 1-5; finale Monterosi-Piansano 1-9. E queste le vittorie dei campioncini 96/97: Piansano-Vignanello 3-0; Piansano-Monterosi 6-1; Piansano-Barco Murialdina 2- 0; Piansano-Cus Viterbo 5-2; finale Montero mano-Piansano 1-10. Mister don Andrea e mister Brizi Germano, con la collabo - razione dei dirigenti Sandro Bordo e Scipio Claudio, possono vantarsi di aver lavorato bene. Finisce il campionato Amatori guidati da mister Brizi Germano con tre sconfitte, una vittoria e un pareggio, con lo scivolone a metà classifica: Tuscania-Piansano 2-0; Piansano-Acquapen dente 2-0; Marta-Piansano 3-1; Piansano-Torrese 0-1; Zeppo - nami-Piansano 1-1. Dalla parrocchia

Don Alberto tra noi per affrontare il problema della droga di Margherita M. e Daniela F. droga non fa altro che riempire un impera e dove tutti vogliamo tutto e vuoto che alberga dentro tanti nostri subito. Ma ringraziamo don Alberto ragazzi; che ci sono dei malesseri pro - per i suggerimenti che ci ha dato e lo a sera di venerdì 4 aprile nel fondi che portano l’adolescente o il abbracciamo forte, e con lui abbrac - salone parrocchiale abbiamo giovane ad essere poi vulnerabile ciamo e ringraziamo Angelo e Fabio avuto un caro e gradito ospite: davanti all’amico più grande o più che ci hanno fatto ricordare una bella Ldon Alberto. Sono molti anni disinibito che una sera gli propone canzone di De André che canta: “... che non è più con noi, ma è ricordato qualcosa di più eccitante. Ma ci Non saranno gigli ma pur sempre figli con affetto ed è stato accolto con tale hanno detto che la società e soprat - e vittime di questo mondo...” . calore che speriamo si sia sentito un tutto la famiglia possono giocare di Sentiamo il dovere di informare la po’ a casa. prevenzione. generosa comunità di Piansano che Ma lui non è venuto a parlare con noi Don Alberto ci ha lasciato alcuni sug - nei giorni 29 e 30 marzo sono stati di quando ci faceva giocare al Grest, o gerimenti preziosi: lasciate che i vostri raccolti per il Ce.i.s. San Crispino di quando ci ospitava nella sua mac - figli portino il peso delle loro respon - (ossia tutto l’apparato composto da china, in dieci o dodici bambini, e ci sabilità, ad ogni età, fin da piccoli, accoglienza e varie comunità per il portava a Capodimonte a prendere un senza toglierglielo dalle spalle nella recupero di tossicodipendenti di gelato. E’ venuto, dopo nostro insi - convinzione di far loro del bene. Fate Viterbo, presieduto da don Alberto) stente invito, a parlarci di un proble - in modo che la sera vadano a dormire circa 900 euro con la vendita di botti - ma grande quale è la droga: qualcosa con la soddisfazione di aver fatto del glie di olio biologico da loro prodotto. che entra nelle vite di tanti ragazzi loro meglio. Insegnate ai vostri ragaz - Vogliamo infine aggiungere che se sconvolgendole. Un problema del zi i valori veri della vita: la sincerità, alcuni dei nostri ragazzi volessero pro - quale si parla troppo poco e che inve - l’onestà, il rispetto verso loro stessi e seguire la chiacchierata con don ce affligge tante famiglie. gli altri, l’importanza della parola Alberto e gli ospiti della comunità, o Don Alberto, che da venticinque anni data. Fate in modo che desiderino, avessero altre domande da fare, non accoglie e accompagna tanti giovani aspettino e conquistino qualcosa: ben devono far altro che rivolgersi a don in un percorso di “riconquista di loro altro sapore avrebbe così l’oggetto Andrea o alle mamme all’oratorio, desiderato, ben altra stima di loro stessi” che si chiama comunità tera - poiché don Alberto si è reso disponibi - stessi sentirebbero. peutica, insieme a Fabio e Angelo, le per un’eventuale continuazione del Non è facile recepire tali messaggi nel due ospiti della comunità, introdotti discorso. nostro benessere, dove il consumo dal nostro don Andrea, in neanche due ore di chiacchierata ci hanno chiarito alcuni punti sulla droga e hanno messo a fuoco alcuni aspetti Anno catechistico della società e della famiglia attuali. La sera di sabato 7 giugno al salone parrocchiale si è concluso il catechi - Ci hanno detto che fra le tante droghe smo 2007/2008 con tanti canti e delle mini-recite. Hanno partecipato esistenti non va sottovalutato l’uso tutti i bambini delle scuole elementari, i ragazzi della scuola media e di dell’ ashish (considerato una droga prima superiore. Le recite erano incentrate sui valori della solidarietà, leggera e purtroppo comunemente della tolleranza, dell’altruismo, del rispetto delle persone anziane..., valo - usato dai più giovani), perché anche ri oggi un po’ dimenticati, che la società non propone. quello crea una dipendenza e può por - Il salone era gremito di persone, con tanta gente in piedi - genitori, nonni, tare ad una forma di depressione. familiari... - ed ognuno si è spesso ritrovato ad immedesimarsi nei vari Fabio e Angelo ci hanno spiegato personaggi proposti: un buon modo per fermarsi a riflettere, sia per i gran - quanto è forte il richiamo della droga di, sia per i bambini. La serata è stata allietata dai ragazzi del prof. Bruno pesante; come chi ne fa uso calpeste - Del Papa, che con chitarre e tastiere hanno eseguito diverse canzoni. rebbe tutto pur di averla; di quanto è Un ringraziamento caloroso va alle catechiste per il duro lavoro svolto e difficile tirarsi fuori una volta entrati in soprattutto per quello fatto durante l’anno: spesso con tanto spirito di quel giro; di come non ci si sente rag - sacrificio hanno messo da parte i loro interessi per mettersi a disposizio - giunti da nessuna voce familiare, ne della comunità e dei ragazzi. Un grazie infine a don Andrea per il coor - neanche la più accorata, che chiede dinamento, e un arrivederci al prossimo anno. di smettere. Ci hanno spiegato che la

la 54 Loggetta gen-feb 2008 Strapaese  a l l e t S i d o l l a v a c a i l a i r e p m I o n i n o T o t Umberto n a i p Mezzetti m o c l i n o c e r o t u a ’ l l e d o t o f a i h c c e v a

n Stella U

Un altro racconto del nostro autore di tante storie di essendo di indole focosa, era maneggevole ed affettuo - Strapaese . Un racconto “serio”, semplice, ricordo sa, e dimostrò subito la sua innata intelligenza per la commosso di un bellissimo esemplare di cavallo che spiccata capacità di imparare i comandi ed eseguirli tanta parte ebbe nella storia di famiglia dell’autore, docilmente. Man mano che la puledra cresceva, il suo compagno di lavoro e presenza affettuosa per una mantello diveniva sempre più grigio, finché da adulta lunga fase della vita. assunse un colore grigio-scuro, schizzato di marrone. Vogliamo proporlo non solo come lettura gradevole di Quando raggiunse i due anni di età, mio padre ritenne ricordi adolescenziali (tra l’altro anche per le immagi - giunto il momento che la puledra cominciasse a ren - ni davvero inedite di un giovane Tonino Imperiali), ma dersi utile, e un giorno le infilò il pettorale per farle trai - anche come testimonianza del diverso rapporto con nare l’ èrpice (attrezzo di ferro, largo e dentato, che gli animali - vicino nel tempo e insieme lontano anni all’epoca serviva a spianare il terreno arato e coprire luce dalla sensibilità odierna - esistente nei paesi con - le sementi). La puledra rispondeva bene ai comandi tadini fino a mezzo secolo fa. Un rapporto severo e che mio padre le impartiva attraverso le guide (redini), profondamente affettuoso, “vero”, come tutto ciò che finché per la troppa facilità mio padre commise un nasce dalle necessità primarie dell’uomo e si irrobu - errore: lasciò le guide e si mise a gettar lontano alcuni stisce per lunga faticosa consuetudine. sassi che l’erpice aveva portato in superficie. Sentendosi libera, la puledra cominciò a muoversi per ro bambino quando mio padre, agricoltore e raggiungere l’altra cavalla che distava una cinquantina pastore, possedeva un’anziana cavalla gravida di metri. Partì di passo, poi cominciò a trottare. che in primavera partorì una bella puledra. Urtando tra i sassi, l’erpice sobbalzava producendo un Questa aveva il pelo color roano, la coda riccia rumore sinistro che le sensibili orecchie della puledra Ee nera, e in fronte aveva una vistosa macchia bianca non avevano mai sentito. Sicché questa ebbe paura e frastagliata a forma di stella. Da qui il nome. cominciò a correre, aggravando così la situazione. Mio La puledra cresceva bene, vivace, snella, docile. padre cercò di rimediare correndole dietro e chiaman - Quando veniva lasciata libera nei campi insieme alla dola. Troppo tardi. Ormai in preda al panico, la pule - madre, correva veloce in semicerchio, allungando il dra correva all’impazzata trascinandosi dietro il peri - collo e drizzando la coda come certi purosangue. Pur coloso ferro dentato. Non c’era ostacolo che la fermas -

la Loggetta gen-feb 2008 55 Strapaese se. Scavalcò fratte, fossati, reti per le pecore, e persino carla bisognava legarle le zampe in modo che non si staccionate munite di filo spinato. Eravamo nella zona muovesse e non scalciasse. Mio padre si oppose: del Fiocchino . Mio padre, confuso, amareggiato, si “Dotto’, le piede je le reggio io. State tranquillo che la sentì colpevole dell’accaduto e con il patema d’animo polléra ‘n se mòve” . E la puledra non si muoveva. che potete immaginare si mise a seguire la direzione Sopportava le cure senza alzare un piede, nemmeno della puledra, sperando in cuor suo di ritrovarla non quando nella ferita della coscia le infilavano un tubet - molto lontano. Ma questa speranza veniva sempre to di platica collegato ad una pera di gomma che le meno man mano che lungo il percorso trovava i pezzi spruzzava del disinfettante. Queste medicazioni dura - deformati dell’erpice, l’attacco, collegato a questo, rono a lungo, e il veterinario rimaneva ogni volta stupi - macchiato di sangue, e i lunghi crini della coda e del to della docilità e della forza di volontà di quella pule - collo impigliati nelle fratte e nei fili spinati. Ancora più dra. “ ‘Sta cavalla l’ha capito - disse un giorno - che si je avanti trovò ampie chiazze di sangue sulle erbe e sul famo male co’ le medicazione, è pe’ falla guari’” . Na - terreno, e a questo punto credette che la puledra si turalmente mia madre seguiva giornalmente le cure, e fosse massacrata o sfracellata dentro qualche fosso. ogni tanto, commossa, si asciugava gli occhi pieni di Avvilito, angosciato, proseguì la sua ricerca senza più lacrime. La puledra guarì completamente e su tutte le speranza. Pensò a quei due anni di addestramento parti del corpo le cicatrici scomparvero, ricoperte dal sprecati per una banalità, all’affezione che quella pule - pelo. Ma sulla coscia destra rimase indelebile una dra aveva suscitato in lui e soprattutto in mia madre, vistosa cicatrice a forma di doppia vu rovesciata, triste che le voleva bene come fosse stata una componente monito di quella brutta avventura. della famiglia. Sicché proseguì la ricerca in preda allo L’addestramento riprese, non senza qualche difficoltà sconforto finché giunse in prossimità della fonte di per via della vivacità e dell’esuberanza della puledra, Marano . E qui, fosse per un pizzico di fortuna o per ormai cavalla. Ma mio padre era un buon addestratore, l’intercessione di Sant’Antonio - che mia madre invoca - nell’usare sia le buone che le cattive maniere, e l’ani - va spesso affinché proteggesse quell’animale - mio male imparò alla perfezione ad eseguire i comandi, a padre trovò la puledra, che qualcuno aveva legato ad trainare la coltrìna e l’èrpice. Poi mio padre comprò da un ramo. Lorenzino [Gu gliel- Era fradicia di sudo - mi] una solida, pe- re, tremante, con sante vignaròla , una vistose escoriazioni via di mezzo tra il sulle zampe e qua e carretto e il calessi - là su tutto il corpo; no, allora piuttosto nella coscia destra diffusa come mezzo aveva uno squarcio di trasporto cam - largo e pro fondo, da pestre. La ca valla cui il sangue usciva im parò a trainarla co pioso imbrattan - egregiamente, e in dole coda e garretti. breve imparò anche Mio padre le si avvi - a portare in groppa, cinò premuroso e cosa che poi diven - cercò di confortarla, ne la sua specialità. parlandole a acca - Mio padre mi faceva rezzandola sul mu - montare fin da bam - so. Alla sua vista la bino ed io ne ero puledra si rincuorò entusiasta. In quel ed emise qualche periodo non si usa - sommesso nitrito, vano le selle come poi mio padre lavò e ora: erano un lusso cercò di tamponare che pochi si conce - la grossa ferita san - devano. Si cavalcava guinolenta. Per cu- a pelo, o tutt’al più si rar la a dovere fu metteva sulla grop - chia mato il veterina - pa una sacchetta rio di Capodimonte, vuota del grano. Di - il dottor Moschini, venuto un po’ più che alla vista delle grandicello, non per - molteplici ferite si devo occasione per impressionò e disse farmi una cavalcata, subito che per medi - e per la mia gioventù

la 56 Loggetta gen-feb 2008 Strapaese e passione mi de streggiavo molto be ne do la parte sinistra, che meglio si presta anche quando, nel periodo della semina, per salire e scendere. Se non era vicina per scorciare un po’ di strada salivamo abbastanza da farci salire agevolmente, per le Coste de Pancéllo , quelle che da Via mio padre le diceva: “Ao’, ma ‘n te pare Valleforma portavano alla strada del Po’ d’èssa troppo distante? Tìrete qua!” , e lei di Stecche . Superato il fosso, il tratturo si accostava ancora, tanto che bastava saliva repentinamente, e per via delle alzare la gamba destra per ritrovarsi a piogge e del gelo, degli smottamenti e del - cavallo. Per guidarla non servivano bri - l’ombra cupa che gravava sul posto a glie né capezzóne ; bastava metterle un causa degli alti alberi che lo attanagliava - pezzo di corda intorno al collo e con no, questo tratto era difficile da superare questa la guidavi con leggerezza in ogni anche a piedi. Il percorso era viscido, con direzione voluta. crepe profonde, e qua e là ostruito da In quegli anni si partiva per i campi al grossi massi che una natura selvatica vi mattino e si ritornava la sera. Quando la aveva fatto rotolare. Ma tutto questo non cavalla non serviva per il lavoro, la ci impressionava, eravamo abituati, e lasciavamo pascolare libera negli spazi potevamo contare sull’abilità della cavalla incolti e negli stradoni di confine. Però, che anche in quelle circostanze sapeva come cavarse - per il continuo brucare, in quegli spazi ristretti l’erba la. Le caricavamo sul dorso il sacco contenente il era scarsa e poco appetitosa. Di contro, il grano che in grano per la semina giornaliera e via in marcia. Io stavo primavera cresceva rigoglioso lì a portata di bocca, era cavalcioni sopra al sacco, dovevo sorreggerlo affinché un boccone ghiotto ed invitante, e perciò la cavalla non scivolasse all’indietro, sicché mi aggrappavo con ogni tanto ci provava, allungava il collo e se ne riempi - le mani alla folta criniera della cavalla con le gambre va la bocca. Ma mio padre che la teneva d’occhio, con strette intorno al sacco, come una scimmia. Mio padre tono imperativo le gridava: “Brutta birbacciona, lassa seguiva a piedi, mantenendosi di lato per tenere fa’ quel grano!” . E lei ritornava composta al suo posto. d’occhio la situazione. La cavalla mostrava tutta la sua La sera, quando era ora di tornare a casa, la chiamava - intelligenza superando con cautela i punti più difficili, mo con una voce o con un fischio e lei accorreva pron - senza urti o sobbalzi che mi avrebbero fatto cadere tamente. insieme al sacco. Così giungevamo indenni nel terreno Aveva un solo difetto. Come già detto, era sempre sle - del Fiocchìno o in quello de le Formóne . gata, e qualche volta, ubbidendo a chissà quale atavi - Col passare del tempo la cavalla affinò le sue doti, esal - co genetico richiamo, alzava la testa guardando lonta - tate dall’addestramento pressoché costante che mio no, allargando le froge del naso emetteva tre o quattro padre le impartiva, tanto da raggiunere livelli circensi. sonori soffi, alzava la coda e partiva al galoppo. Sorda Molti bambini di allora, ormai sessantenni e passa, ai richiami, nessuno riusciva a fermarla fin quando quando vedevano mio padre di ritorno dall’abbeverata giungeva davanti al cancello dell’orto dove avevamo la alla Fonte del Giglio gli chiedevano: “Ore’, fateje fa’ ‘l stalla. In questo caso mio padre non gliela faceva pas - cavallo campione!” , riferendosi alle avventure di un sare liscia, ed oltre all’immediato viaggio di ritorno noto cavallo “televisivo” di allora. Mio padre li accon - l’animale si buscava una buona dose di bòtte. Ma que - tentava. Lasciava libera la cavalla togliendole la cavez - ste repentine fughe accadevano raramente, sì e no un za, e nel tratto che da Checcarìno entra in Via paio di volte all’anno. Per farla stare più comoda le Valleforma la incitava, battendosi le mani sulle cosce e costruimmo un piccolo recinto annesso alla stalla, con dicendole: “Via, fa’ le giòche!” . La cavalla partiva al relativo cancello di legno fermato da una corda ben galoppo inarcando il collo, alzandosi dritta a candela, annodata. Ma in breve tempo la cavalla imparò a scio - reggendosi sulle zampe posteriori e rampando con le gliere i nodi con i denti, con un colpo di muso apriva il anteriori. Quindi tornava con le zampe a terra e scrol - cancello e noi la ritrovavamo a zonzo dove voleva. lava la testa scalciando. Quando mio padre la richia - Dovemmo legare il cancello con un robusto filo di ferro mava a fischio, la cavalla si fermava e tornava da lui ben attorcigliato. per farsi mettere la cavezza, e quei ragazzini si allonta - A furia di salirle in groppa e scendere, io ero talmente navano soddisfatti. allenato che le balzavo sopra usando una sola mano. Molte altre cose imparò, quella cavalla. Ad esempio Gli adulti presenti si stupivano, e quando Sante De bastava metterle davanti al muso il pettorale perché lei Carli, il padre di Ubaldo il giornalaio, mi vedeva con la vi infilasse dentro il collo; oppure, quando era tutta cavalla, non perdeva occasione per farmi esibire: bardata dei finimenti per essere attaccata alla vignarò - “Umbe’, famme ‘n po’ veda come piane a cavallo” , dice - la, mio padre le diceva: “Via, va sotto!” , e lei si metteva va. Io non mi facevo certo pregare: mettevo la mano da sola nella giusta posizione tra le stanghe. Quando destra sulla criniera, spiccavo un salto ed ero in grop - dovevamo salirle in groppa, la avvicinavamo a qualche pa, e il volto di Sante, sempre un po’ cupo per natura, rialzo del terreno, o meglio ancora a qualche muretto; si apriva compiaciuto ad un lieve sorriso. in questo caso la cavalla si metteva in posizione offren - (continua)

la Loggetta gen-feb 2008 57 AAggrriittuurriissmmoo ““LLaa MMaacccchhiiaa””

Podere S. Stefano, 10 - TREVINANO - fraz. di Acquapendente (VT) Tel./Fax +39 0761.450533 - Cell. +39 338.5682944 [email protected] - www.lamacchiaguesthouse.com Il trigramma di San Bernardino

di Loretta Mattei (classe 1968)

opo 600 anni un simbolo ancora attuale, pieno di si- gnificati storici, culturali e religiosi. Simbolo di fede e Ddi evangelizzazione che porta con sé un nome ancora di moda. Così i ragazzi delle nostre scuole, su realizzato dai ragazzi della 3 a media su com - raccolta di notizie e curiosità storiche sulla sollecitazione del comitato festeg gia- pensato di legno, sarà posto nella chiesina del - figura di San Bernardino realizzato dai ragazzi menti (classe 1968) in oc casione del- l’oratorio del catechismo di 2 a media la ricorrenza del santo patrono, dalla scuola dell’infanzia alla scuola media Il simbolo consiste in un sole raggian - lo hanno interpretato e rappresenta - te in un campo azzurro. Sopra ci to, grazie alla collaborazione dell’in - sono le lettere I H S che sono le prime se gnante di religione Ciri pic chio tre del nome di Gesù in greco. Ad Marica, dell’insegnante di edu ca zio - ogni elemento del simbolo Ber- ne artistica Mei Ornella e delle cate - nardino applicò un significato: il SOLE chiste Milvia, Marcella e Oliva. CENTRALE è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole; il calore del sole è diffuso dai RAGGI , ed ecco allora i dodici raggi serpeggianti, cioè i dodici apostoli, e poi da otto raggi realizzato dai ragazzi del catechismo di 1 a media diretti che rappresentano le beatitu - Simbolo dai colori vivaci, il trigram - dini; la fascia che circonda il sole rap - ma veniva posto in locali pubblici e presenta la felicità dei beati che non privati. Fu disegnato da San Bernar- ha termine; il CELESTE dello sfondo è dino stesso, per questo è considera - simbolo della fede; l’ ORO è simbolo to “Patrono dei Pubblicitari”. dell’amore.

realizzato dai bambini della scuola dell’infanzia

Comitato festeggiamenti classe 1968 realizzato dai bambini della 3 a elementare

la Loggetta set-ott 2007 59 la 60 Loggetta set-ott 2007 dalla Tuscia

Per un tragico errore Vincenzo Ceniti uccide il padre e la madre San Giuliano detto l’ “Ospitaliere” è il patrono di , che lo ricorda due volte all’anno con solenni liturgie. Della sua travagliata esistenza, che si concluse con una sofferta redenzione, parla anche Gustave Flaubert in uno dei suoi “Tre racconti”

arricida e matricida, poi santo. Durante una bat - storico dove è custodito un affresco quattrocentesco tuta di caccia Giuliano trafisse per sua disgrazia con l’immagine del santo. La sua devozione è molto radi - un cervo fatato che prima di morire gli fece una cata nel paese ed i fedeli sanno esprimerla con gesti dav - premonizione agghiacciante: “Ucciderai i tuoi vero singolari. Intanto la sua memoria viene celebrata Pgenitori” . Sconvolto da questo anatema, scappò di casa il due volte all’anno, a gennaio e maggio. La seconda più lontano possibile dal padre e dalla madre. Conobbe domenica di gennaio, oltre alla messa, si svolge la pro - in terra sconosciuta una castellana e la sposò. I genitori cessione in suo onore e si procede al sorteggio di due che da tempo stavano alla ricerca del figlio, giunsero un capifamiglia (festaroli) che hanno il privilegio di conser - giorno al castello di Giuliano dove, in sua assenza, ven - vare nelle rispettive abitazioni un piccolo simulacro in nero accolti dalla moglie. La premurosa nuora li fece rifo - metallo, deposto su un occasionale altarino, con cillare offrendo loro il proprio letto perché potessero l’obbligo, specialmente durante la prima settimana, di meglio riposare del lungo viaggio. Giuliano, insidiato dal aprire la porta a chiunque desideri venerarlo. L’impegno diavolo, ritornò improvvisamente di notte e trovando il è anche quello di offrire vino e dolcetti della casa. Il talamo nuziale occupato ebbe l’impressione di vedere primo festarolo tiene la statuina da gennaio ad aprile e il nella penombra sua moglie giacere con un amante. secondo da maggio a settembre. Le celebrazioni liturgi - Accecato dall’ira sfoderò la spada e uccise, secondo la che si ripetono con maggiore partecipazione, complice il profezia, i malcapitati genitori. bel tempo, la terza domenica Per redimere l’anima dall’infa - di maggio. In questo caso la me delitto giurò penitenza processione si svolge due affrontando una vita di carità volte: la sera del sabato e la nei confronti del prossimo e domenica successiva dopo la soprattutto dei malati e dei messa. San Giuliano è venera - bisognosi (verrà chiamato to in numerosi paesi europei: l’ “Ospitaliere” ), trasformando Belgio, Francia, Spagna. In il suo castello in un ospedale. Italia mol te città ricorrono Si adoperò anche per traghet - alla sua protezione, come tare i pellegrini da una riva Macerata, che conserva nel - all’altra di un corso d’acqua l’atrio della pinacoteca comu - alquanto malsicuro. In una nale una scultura (1326) raffi - notte di tempesta, visto un leb - gurante il santo a cavallo. A broso in difficoltà nel fiume, Roma la chiesa tardo sei- incurante del pericolo del con - centesca di San Giuliano tagio, scese in acqua e lo soc - Ospi taliere (nei pressi di corse. Mentre lo trasportava largo Argentina) è dal 1844 sulle braccia, s’accorse che tempio nazionale dei Belgi. La quel lebbroso era Gesù in per - sua singolare tragedia rivive sona che dopo averlo benedet - in molti testi latini, di lingua to sparì. Fin qui la leggenda. romanza e contemporanea. Giu liano è davvero esistito? Gustave Flaubert, l’autore di Per gli occhi della Chiesa non “Madame Bova ry” , ne ha fatto ha importanza; contano solo la il personaggio di uno dei “Tre sua sofferta redenzione e racconti” scritti tra il 1875 e il l’esempio che viene dato ai 1876. fedeli. Nel Viterbese è venerato a Faleria (dove è patrono dal San Giuliano nella pala d’altare 1442) che gli ha dedicato la all’interno della chiesa chiesa romanica nel centro di Faleria a lui dedicata

la Loggetta gen-feb 2008 61 dalla Tuscia

Montefiascone

Normando Onofri

Il processo a “la Frociona”

uella che segue è una brutta La cronaca iniziale degli accadimenti l’abitazione indicata, situata al lato del “Storia di Adulterio, Pregnan - riguarda la prevenzione di un possibile palazzo Lampani, ove trovò due za, Parto illegittimo, Vita sco - infanticidio. Era esattamente il due donne: la Frociona che emetteva stumata e Scandalosa” , come ottobre 1833 ed avvalendosi della lamenti e l’anziana madre che la conso - Qrecita il titolo del processo tenutosi legge che prevedeva l’intromissione lava. Le lagnanze della partoriente, presso il Tribunale Ecclesiastico di nelle abitazioni private, monsignor come presto scoprì il commissario, Mon te fiascone. Racconta d’un fatto Vicario Generale decise d’intervenire non erano dovute alle doglie ma al av venuto centosettantacinque anni fa man dando in casa di Teresa B., detta la timore dell’arrivo del fratello che, igna - e, a modo proprio, è anche una storia Frociona , abitante a Mon tefiascone in ro della situazione, l’avrebbe sicura - d’amore, o di amori, che evidenzia sen - contrada il Butinale presso via del mente picchiata a sangue per il disono - timenti femminili mal riposti nel classi - Borgo, il Cancel liere Commissario re che essa arrecava alla famiglia. Per co personaggio dal fascinoso bello e Crimina le Comunale , Filippo Paradisi. tranquillizzare e confortare la donna, il dannato le cui pessime azioni, anziché Secondo attendibili voci, Teresa B. era commissario chiamò allora la pubblica squalificarlo, gli conferiscono un alone gravida senz’essere coniugata e prossi - e approvata levatrice Ridei, detta di accattivante attrazione relegando le ma al parto, avendone avuto i segni Pelina , alla quale fece giurare di riferire donne che di lui s’invaghiscono al premonitori. Alle ore 22, il vicario solamente a lui l’andamento del trava - ruolo di vittime. Paradisi si recò pertanto presso glio. Le chiese inoltre di verificare se la

la 62 Loggetta gen-feb 2008  La piazza di Montefiascone nei primi decenni dell’800, disegno di Ludwig Emil Grimm dalla Tuscia partoriente era in condizione di cam - Bicchierina. Lo scorso aprile io e mio Calisti è ritenuto e provato inimico del minare per trasferirla in altro luogo evi - marito andammo a trovare la Commare Governo Pontificio avendo con allegrez - tando così l’incontro col terribile fra - in casa sua per mostrarle il bambino e za detto “E’ finito il Governo dei Preti”, tello. L’ostetrica controllò ed emise il in casa c’era anche l’altra sorella, appartiene egli alla Setta Massonica, è suo verdetto: sarebbero passate altre Teresa detta la Frociona ed un certo N. stato persecutore dei Ministri del cinque ore prima del parto e la Calisti. Dopo essere uscita con mio mari - Santuario, ha negato l’esistenza del Frociona poteva sopportare lo sposta - to risalii in fretta per riprendere il fazzo - Purgatorio chiamandolo “Bot teghino dei mento ad altra sede. Si formò allora un letto che m’ero dimenticata e trovai che Preti”. Egli mena vita eccessiva, dissolu - quartetto di persone che, favorito dal la madre era andata via e la Frociona ta e scandalosa, ha confessato extrajudi - buio della notte, lentamente prese la era seduta proprio accanto accanto al cium d’essere stato complice nell’ucci - Via della Rocca ove si fermò in una Calisti ond’io capii che s’erano intimori - sione di certo Leopoldo G. In aggiunta, delle camere appartate al lato della ti assai quando mi videro comparire e l’imputato era stato riconosciuto autore Stamperia. non sapevano che se dì e che se fa. Ora di due pregnanze nella stessa giovane Dopo un paio d’ore, quando l’ostetrica per tutte le botteghe e per tutte le strade nubile Annunziata P., allorché la ritene - Pelina comunicò al commissario si sente dire che la Fro ciona ha partori - va al suo servizio nonché quando stava l’avvenuta nascita di un maschietto to e che l’autore è N. Calisti, uomo in casa di Girolamo M . vitale, ricevette l’immediato incarico di ammogliato del quale ho sempre inteso Nell’anno 1816 emerse: Il Calisti ha tra - portare il neonato alla Casa degli dire di guardarsi bene da lui perché smesso la Lue venerea a Lucrezia C. Esposti (trovatelli) in Viterbo e tornare avea rovinato sei o sette ragazze” . moglie di Giovanni Battista C. che avuto - con la relativa documentazione. Il pro - Fu la volta di Serafina R., trentenne: ne infezione avvenne la divisione del cesso per porre riparo allo scandalo e “Faccio la Viniera, ossia vendo vino, in Matrimonio. Scaturì inoltre che per determinare sia l’autore della pre - contrada Butinale, vicino a Casa l’imputato aveva avuto una scandalosa gnanza sia lo stato di nubilato della Lampani. Lo vendo a molti e conosco pratica con certa femmina di Celleno correa cominciò il successivo dicias - tutte la famiglie della zona, compresa per nome Agnese la quale veniva a tro - sette ottobre con gl’interrogatori dei quella di B. che è composta di padre, varlo in una delle casette in Contrada singoli testimoni, previo loro giura - madre, due fratelli e due sorelle. Si sente “Le Cannelle”, mentre nel 1819 risultò mento dopo aver toccato le scritture, dire dappertutto che la figlia grande, autore di una pregnanza nella giovane di dire la verità senza mentire e senza Teresa detta la Frociona, abbia partorito Anna Maria F . senza aver marito anche se l’autore si occultare. Nell’anno 1827 il Calisti fu autore di una dice che sia stato N. Calisti che, per le Prima testimone fu Teresa C. dimoran - pregnanza nella giovane Marina C. alla te in contrada il Butinale : “Pel vicinato, donne, buscherelo quant’è cattivo! quale suggerì d’incolpare un incognito, da un anno in qua, viene un certo N. Quando veniva il Calisti e saliva in cosa che la corresponsabile eseguì, Calisti di Cel leno, uomo di nome pessi - casa, la madre scendeva a pigliare un rimanendo in contraddizione e con testi - mo circa le Donne. Viene quasi sempre boccale lasciandolo solo con la moni de visu alla copula col Calisti. il dopo pranzo e talvolta anche la matti - Frociona per cui ben gli sta quello che na. Pel vicinato quando si vedeva, dice - gli è accaduto perché siamo tutti di Risultò inoltre che l’anno precedente vano tutti: ecco lo zimbello e se è vero Monte Fiascone e sapemo bene quali con la stessa Marina C. s’era fatto reo di che la Frociona ha partorito dico che sono le pecore bianche e quali le nere” . un’altra pregnanza e anche in quell’oc - non può essere stato che lui perché la La testimonianza di Giovanni P., venti - casione le aveva suggerito egual sotter - ragazza non s’è veduta mai con nessu - settenne stampatore, celibe: “Posseggo fugio, pienamente escluso dagli Atti. no. Confermo la deposizione e aggiungo una casa in Contrada Borgariglia di Dalla documentazione fu accertata che il Calisti ha moglie e la Frociona è Sopra e l’ho appiggionata a varj tra i anche la condanna a mesi due di zitella” . quali Tommaso B. con tutta la sua fami - Esercizi Spirituali (sic!) nel Ritiro di La testimonianza di Anna Maria M., glia. Di costui dicono che la figlia più Vetralla . ventiquattrenne montefiasconese, grande detta la Frociona abbia partorito Alla ripresa del processo, il cancelliere donna di servizio in Viterbo: “Tutta la senza aver marito. Mi sono recato più Filippo Paradisi sentenziò che, avendo famiglia de la Frociona s’era stabilita a volte in casa loro per chiedere la pigio - acquisito un cumulo d’indizi sufficienti Viterbo in zona la Crocetta, ma ho senti - ne o per avere vino, che pubblicamente a farne ragione di prova, si proponeva to che furono cacciati via. Sulla gravi - vendevano. Con più frequenza di altri ci contro l’inquisito N. Calisti l’ordine di danza della figlia tutti dicono che è stato ho veduto N. Calisti che domandi pure arresto con riserva d’invocare qualun - N. Calisti e tutti ci convengono perché il quante ragazze ha rovinato e sentirà que altra misura contro la correa Teresa Calisti in genere di donne è un pezzac - che tutti dicono: arrabbialo Calisti, ne ha B. detta la Frociona, attualmente puer - cio e si sa che ne ha rovinate parecchie. fatta un’altra! Poi, su suggerimento del pera . Il giorno dopo, 18 ottobre 1833, il Inoltre, una sera dello scorso mese di Cano nico De Angelis mandai via tutta la comandante la brigata dei carabinieri, aprile o maggio presso la Porta di famiglia B. da casa mia per la condotta maresciallo Poccioni, comunicò che N. Borgariglia ho visto Calisti dietro la delle figlie con gli uomini, specialmente Calisti si trovava già in prigione per Frociona. Sua sorella più giovane, detta la Frociona col Calisti, dato che lui ha debiti e rimaneva a disposizione della la Bicchierina, era invece sotto braccio moglie” . magistratura. con Giovanni P., suo padrone di casa” . Agli atti del Tribunale Ecclesiastico di Quasi come ai giorni nostri, una laconi - La teste successiva fu Marianna C.: “Ho Montefiascone contro N. Calisti di ca annotazione del cancelliere Filippo un solo figlio maschio nato lo scorso Celleno ma domiciliato in Montefia sco - Paradisi conclude la documentazione dicembre e la Commare fu la sorella de ne, furono rinvenuti numerosi addebiti pervenutaci: “Il presente incarto non ha la Frociona, Margherita detta la giudiziari. Nell’anno 1814 risultò: Il proceduto più oltre con rapidità” .

la Loggetta gen-feb 2008 63 dalla Tuscia Onano La chiesa della di Giuliano Giuliani Madonna del Carmine

a chiesa della Madonna del Carmine sorge sulla via di di don Bernardino Luzi, la chiesina del Carmine era detta Valenta no, poco prima del bivio che conduce al “Madonna del Bargello” , perché fatta per sua devozione dal castello di S. Cristina. Co me tutti gli oratori campestri bargello di stanza a Onano (col termine bargello si usava Ldi Onano, anche quello dedicato alla Madonna del indicare l’ufficiale longobardo incaricato di controllare il Carmine è di origine cinquecentesca, anche se di quel tempo castello). All’interno vi era un affresco, oggi scomparso, che non si riconosce nulla. raffigurava la Madonna del Carmine e attribuito al concitta - Le notizie su questo tempietto sono scarse, sembra che sia dino Serafino Can-nucciari. Attualmente il tempietto è molto stato ricostruito due volte. Nella prima ricostruzione l’edificio curato sia all’interno che all’esterno, e questo grazie all’im - risultava di modestissime dimensioni tanto da contenere pegno assunto dalla famiglia Eutizi, ed in particolare dal appena l’altare; con la seconda, datata 1964, ha assunto maestro Dario, onanese di adozione visto che le sue origini l’attuale conformazione. sono piansanesi, e stimatissimo maestro della locale scuola In tempi andati, secondo la preziosa testimonianza del Cabro elementare. Onano in festa: Sant’Antonio abate minuto per minuto Dal re della foresta Un connubio, questo, Parte favorito all’uomo sapiens, antico quanto il pane, il carro di Antonio c’è in mezzo S. Antonio Abate. tanto nobile quanto bastonato, con pochi animali che oggi più non vale. e di spalle il demonio Curatore e saggista, più sorridente che mai: ieri come oggi, Da quando il mezzo agricolo, il trattore, non tanto per l’uomo Santo per un mondo naturalista. in concorrenza per l’acqua santa, in quanto tale, bensì si è presentato ad Antonio, per il carro che segue, Come santo di parte, Antonio, anche per la bottiglia di champagna. sicuramente e più di ogni altro, a tutto vantaggio del re carnevale. deve aver visto all’opera, e In piazza intanto capito, il saggio Un re sorridente e magico, del piccolo ragno appena nato. la festa incalza: corre il sacco, aperto a tutti, la padella a piccoli e grandi, Un mistero come tanti per la gioia di un giorno per la trama del ricamo: e la pentolaccia e come da copione costellato di coriandoli, per Antonio a prima vista di trombette e ciuffoli, il Paradiso Santo. corrono pure le maccherone. di tamburi e piatti: Dal Sacro al profano, Assenti... chi suona bene se è vero che il 17 di ogni mese per essere ricordati, e chi suola male, da tutti è schivato, primo fino a ieri, e e chi gioca alla farina, per Antonio e la sua gente primi a figurare: schiuma e talco, poi è un giorno fortunato. il palio con l’asino, per giorni e giorni la corsa del saracino perdenti e vincenti, L’alba è salutata e l’albero della cuccagna tutti avranno di che spazzolare. da un fragoroso sparo, da fusto insaponato. mentre in piazza Dopo cena le foche, per la grigliata Memorie a tutt’oggi in piazza le girandole brucia il ciocco in vita a noi grandi. per tutta e poe la buonanotte. la giornata. Al termine della Santa Messa Questa festa dell’ora media, per il paese di Onano, Man mano che la notte pronta è la banda si va spegnendo nel silenzio lasciatemelo dire, per il consueto ecco che arrivan fumanti in tavola è la festa folcloristica il maiale, la pecora e l’agnello. servizio in piazza, il popolo più bella dell’anno: frontalmente schierato “S. Antonio Abate” Il tutto per l’uomo forchettone dal campanello amante della ciccia plaudente ringrazia. arrivato in piazza a piedi a lungo richiamo, e non più a cavallo della miccia. A questo punto, lui benedice dopo un pranzo a strozzo, per far star bene Come avrebbe voluta la tradizione tipico di un manovale, tutto l’anno uomo e somaro insieme eccoci di nuovo in piazza per la santa benedizione. per la stretta finale. Francesco Massella

la 64 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Torre Alfina Una vendita all’asta colossale di Rita Pepparulli

uando nel marzo 1969 tutto il con - tenuto del castello Qdi Torre Alfina andò all’asta perché le banche lo requisirono per debiti al proprietario Alberto Baroli di Roma, la collezione di ope re e arredi d’arte accumulata da Teofilo Rodolfo Cahen era una delle più prestigiose d’Italia. Il marchese di Torre Alfina, raffinato uomo di cultura, le aveva raccol - Copertina del catalogo te in più di un trentennio. Amico di Matilde Serao e Primo articolo battuto: di Gabriele D’Annunzio, ri- Busti marmorei di Sforza Cervara e Dianira Baglioni (fine sec. XVI) coppa circolare con piatto tratti insieme a lui nelle attribuibili a Ippolito Scalza in ottone lavorato; ultimo: pitture murali della galleria caffettiera in Sheffield. In al piano nobile, vide anno - i suoi averi, non fece ritor - completamente dispersi. mezzo: arazzi, tappeti, verate le sue ricchezze no a Torre Alfina se non Trasportati sui camion di salotti, scrigni e tavoli negli annali turistici del - per chiudere il bilancio di notte senza che i più intarsiati, opere pittoriche l’epoca, finché la furia un’epoca or mai definitiva - immaginassero tanto sface - di Andrea del Sarto, nazista non si abbatté mente passata. lo, i 1296 “articoli” venne - Innocenzo da Imola, Luca sulla testa degli ebrei. Salvati persino dalla guer - ro battuti in un’asta colos - Cambiaso, Giulio Romano, Costretto a un esilio forza - ra, anche col concorso di sale durata otto giorni Agostino Carracci... Ciò to e seguito solo dal mag - molti torresi, in meno di presso l’ Hotel Cavalieri che più ci manca sono i giordomo a cui lascerà tutti dieci anni gli arredi furono Hilton di Roma. due busti in marmo, forse

Castello di Totte Alfina: la prima galleria Sarcofago etrusco Statua romana

la Loggetta gen-feb 2008 65 dalla Tuscia

Andrea del Santo: Madonna col Bambino Luca Cambiaso: il bagno di Diana Giulio Romano: ritratto femminile

opera dello scultore e Monaldeschi in questi luo - Da allora la società SIATA quelle di Luciano Gaucci, architetto orvietano ghi. Erano loro dei veri abi - gestisce castello e proprietà, fino al disastroso crack del Ippolito Scalza, che ritrae - tatori del castello, i numi il tutto rimasto pressoché Perugia Calcio . Ancora oggi vano Sforza Cervara e sua tutelari da più di quattro - invariato per circa un qua - il castello è sottoposto a moglie Dianira Baglioni, cento anni. Ma i creditori, rantennio, anche se passato sequestro, solitario e titu - signori di Torre Alfina nella si sa, non amano inutili per più mani: negli anni bante del suo futuro, di seconda metà del ‘500 e “distinguo” di carattere settanta quelle di una socie - nuovo abbandonato come ai quali si deve l’ultima culturale e tantomeno tà di architetti romani; dai quando Edoardo Cahen lo epoca d’oro della famiglia affettivo. primi anni ottanta al 2005 acquistò nel 1881.

Agostino Carracci: San Gerolamo Elisabetta Vigee-Lebrun: Carlotta Corday in carcere

la 66 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Grotte di Castro Italian book Adelio un testo scolastico del 1907 Marziantonio scritto per gli emigranti italiani in U.S.A.

egli anni 1905-6-7 emigraro - no negli Stati Uniti circa duecento grottani. Alcuni di questi si trasferirono pNer lavoro nella città di White Plains, una sessantina di chilometri a nord di New York. Tra questi vi era anche Berna Antonio di Fran- cesco. Metto in evidenza questo emigrato poiché un amico, venuto a cono - scenza delle mie ricerche fatte sugli emigranti nel nostro paese, mi ha regalato un piccolo testo scolastico dal titolo “Libro illustrato di lingua inglese - English-Italian language book and reader” , edito a Boston nel 1907, nel quale, nella sua prima pagina, è riportato a matita il nomi - nativo di Berna Antonio. Il volumet - to era stato consegnato all’immigra - to, il 25 gennaio del 1908, dalla dire - zione della scuola serale di White Plains. Per comprenderne lo spirito e lo scopo, riporto in parte quanto è scritto nella sua prefazione: “Questo piccolo libro è stato prepara - to specialmente per gli operai italia - ni, che vengono in America a vivere onestamente. Senza la conoscenza del linguaggio l’operaio è in difficol - tà, e non può trovarsi un impiego, né può soddisfare a chi lo impiega. Dovendo poi diventare un cittadino americano, ha bisogno anche di conoscere i costumi e le leggi del Paese; i privilegi ed i vantaggi che gli si offrono, e come evitare inganno contro se stesso e offese contro la legge della nuova Patria [...] Di gior - no per lo più si lavora; perciò l’adulto forestiero deve dipendere per la sua istruzione dal nostro sistema delle scuole serali” . E’ evidente che potevano frequenta - re questo tipo di scuola soltanto coloro che non erano analfabeti. Berna aveva sicuramente fatto, come era nella consuetudine di allo - English-Italian language book, Map of

la Loggetta gen-feb 2008 67 dalla Tuscia ra, la terza elementare. Infatti nel - Il 7 dicembre, alla cerimonia di l’ultima pagina in bianco del volu - aperturra dell’anno accademico metto compare la copia di una lette - 2007-2008 alla Scuola sottufficia - ra, scritta a matita da Antonio ad un li dell’esercito, oltre alle autorità amico, nella quale è riportata la civili e militari della città era pre - data 19-9-1908 . E la località: Vate sente il capo di stato maggiore Plense , scritta come la pronunciava - dell’esercito, generale di C.A. no in modo deformato gli italiani. Fabrizio Castagnetti, che nel corso Il testo si articola in 32 lezioni e 26 della cerimonia ha tributato un letture. Tra le varie illustrazioni encomio solenne ad un nostro compaiono le carte geografiche compaesano, il 1° maresciallo degli U.S.A. e dell’Italia. Ho voluto Gianfranco Sacco. Nel riproporne riprodurre quest’ultima perché, tra la motivazione, formuliamo al le altre curiosità (si noti per esem - nostro bravo concittadino i nostri pio il confine con l’Austria di prima complimenti insieme a vivissimi della guerra, e i territori jugoslavi auguri. ancora soggetti all’impero ottoma - “Sottufficiale istruttore di nuoto e no), vi è riportata anche la città di responsabile delle attività natatorie Viterbo che non era capoluogo di della Scuola Sottufficiali provincia. dell’Esercito, in possesso di indi - La lettura n. 24 “The night school” scusse qualità umane, professiona - li e di carattere, ha costantemente descrive come si svolgevano le Dott. Franklin Marini, nato a Binghamton lezioni: “Vi è un’aula, con lavagne operato con impegno, serietà, (New York) nel 1928, nel giorno della laurea costanza e senso di responsabilità. alle pareti, un lungo tavolo e intorno (1950). Era figlio del grottano Antonio La sua azione formativa, di eleva - ad esso sono seduti una dozzina di Marini, emigrato in U.S.A. nel 1920, operaio delle ferrovie. I padri, dunque, hanno forse tissimo livello tecnico, è risultata ragazzi. Gli scolari vanno dai 16 ai frequentato le scuole serali; i figli, in molti, sempre determinante per la prepa - 18 anni ed oltre, sono uomini che hanno voluto raggiungere il massimo, il dot- razione psicofisica degli allievi torato all’università. vengono dopo il loro lavoro; alcuni marescialli. sono barbieri, sarti, calzolai, murato - In particolare, durante un periodo ri, giardinieri, fruttaioli, altri sono they should do unto you’” , il cui signi - di nuoto libero dedicato ai fre - lavoratori giornalieri che fanno qua - ficato è il seguente: “Non fare mai quentatori dei corsi, resosi conto lunque lavoro che gli capita. agli altri quello che tu non vuoi sia che un allievo maresciallo era Vengono a scuola per imparare fatto a te”. stato colto da malore ed era rima - l’inglese, perché non desiderano Un solo commento: cento anni fa un sto privo di sensi sott’acqua, inter - vivere in America come ‘forestieri’, grande Paese, l’America, accoglieva veniva tempestivamente e, nel in un paese straniero...” . La lezione gli immigrati, ed allo scopo di inte - riconoscere i segni dell’annega - continua con insegnamenti di geo - grarli aveva istituito le scuole serali, mento, praticava le necessarie tec - gragia e storia americana. distribuendo gratuitamente un pic - niche di rianimazione fino a far L’ultima lettura, dal titolo “A word of colo testo scolastico che era una riprendere all’allievo maresciallo advice!” (una parola di consiglio), testimonianza significativa di gran - l’attività respiratoria e cardio-circo - che è stata scritta da un “ naturali - de valore morale e dell’elevato latoria. Successivamente, accortosi zed American” , è la seguente: senso di civiltà del popolo america - dell’occlusione delle vie respirato - “Conna zio nali, volete vivere bene in no. Berna Antonio desiderava rie determinata dalle ripetute e America? Allora studiate la lingua diventare cittadino americano ed violente crisi dovute ai rigurgiti, si inglese, onorate le leggi di questa aveva messo da parte il denaro per prodigava nel porre in atto tutte le terra, rispettate voi stessi, aiutate i pagare il viaggio in America alla pratiche di primo soccorso del vostri fratelli, e non opprimeteli mai, consorte, Filomena di Giovancarlo, caso, al fine di mantenere in vita abbiate fede in Dio, sopportate i vo - insieme con i figli. Purtroppo un l’allievo maresciallo Marini sino stri travagli con coraggio, non cerca - grave infortunio, la perdita di un all’arrivo del personale sanitario. te mai la vendetta, e non disonorate braccio durante il lavoro, lo costrin - Chiarissimo esempio di sottufficia - mai il buon nome dell’Italia [...] Tu se a rientrare in patria. Al paese le animato da profondo senso del avrai molti amici e sarai benvenuto riprese il suo faticoso e solitario dovere e di responsabilità che, con in questo Paese. Per l’onore del - lavoro di pastore che con sacrificio il valore umano del gesto compiu - to, ha indubbiamente contribuito a l’Italia e il bene dell’Ame rica, tieni e coraggio aveva tentato invano di salvare una vita umana e dare presente questa regola d’oro: ‘Do cambiare. ulteriore lustro alla Forza Armata” . unto others ye [=you] , would that

la 68 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Capodimonte Un’intervista difficile

Piero Carosi La nevicata, la scuola, immagini lontane ma ancora vive e tali da offrire al poeta Pietro occasione per trarne una riflessione profonda: cose di ieri, tanto vive come se fos - “Correva un tempo / dietro a quelle pecore matte / per i sero accadute pochi istanti o mille anni fa: “ Sapeva tutto poggi / della piansanese...” . del posto / Perché c’era già stato / Migliaia d’anni prima...” . Questi versi di Pietro Pannucci richiamano tempi andati Questi versi, tratti dalla raccolta “Dì sempre quello che ma, a guardar bene, essi possono ben fotografare il suo pen si” , tradiscono, tra l’altro, un attaccamento viscerale spirito di oggi, sempre irrequieto e d’una irrequietezza alle radici paesane che diventano spunto di racconto e smaniosa, tesa alla continua ricerca di cose nuove, spazi punto di raccordo con le vicende più grandi, vissute in inesplorati, mondi fantastici che possono ospitare con - altri àmbiti ed in altre epoche. Pannucci non è solo un temporaneamente immagini d’una infantilità disarmante poeta o, meglio, non scrive poesie soltanto con la penna insieme a spunti d’una profondità non meno disarmante. ma lo fa, ed in maniera eccellente, anche con la fotogra - Ho avuto modo di conoscere Pietro in più occasioni, fia. In occasione della presentazione in Capodimonte del sempre legate ad eventi culturali, ed ho potuto apprezza - libro prima citato, affermai che se si voleva cogliere re la sua eccezionale sensibilità per tutto ciò che può l’essenza genuina di quelle poesie le si doveva “leggere” suscitare creatività artistica, sia essa d’immagini, sia più con gli occhi che con la mente: flash improvvisi, scat - poetica ma non nego di trovarmi ti inaspettati, tesi a cogliere parti - in difficoltà allorché tento d’im - colari d’immagini solo apparente - brigliarlo entro un disegno mente secondari. preordinato quale può essere “... andate per la strada tra Tu - un’in tervista: lascio allora che scania e Vetralla / alle otto della sia lui a parlare di sé, del suo sera del 20 giugno / e fermatevi ad mondo, delle sue esperienze cer - osservare / il giallo del grano / il cando così di cogliere, per quan - verde della quercia, / il rosso dei to m’è possibile, ciò che può defi - papaveri / il blu delle nuvole con - nirne la personalità, i suoi per - trosole...” . corsi artistici, i suoi ideali. E’ un quadro, quello che i bellissi - Come tutte le persone sensibili mi versi - tratti dalla stessa raccol - Pannucci non fa che assorbire ta - ci offrono: pennellate rapide, immagini, sensazioni, ricordi; ma quasi rabbiose, dove il grano, le a differenza di altri, lui non li querce, i papaveri, le nuvole, archivia secondo una logica ben mescolano i loro antichi colori per preordinata ma li accumula così, darci emozioni sempre nuove. come flash apparentemente sen - Non è sufficiente leggerle le poe - z’ordine che il suo modo di far sie di Pannucci, occorre meditar - arte restituisce poi nei momenti le, analizzarle parola per parola: più impensati allorché un ina - solo così sarà possibile assapo - spettato e magari insignificante rarne la magìa che è tanto più spunto fa scattare il lui l’opera genuina quanto più semplici sono poetica, sia essa una poesia, una fotografia od un’altra le immagini come queste: “Evidenti / sono le tracce d’un qualsiasi forma d’espressione artistica. cavallo / sulla sabbia nera / proprio a pelo della riva del “Pietro, Capodimonte...”. “Già, Capodimonte: due cose ho lago / che stamattina è celeste / come un cielo rovescia - impresse nella mia mente... due ricordi, ancora netti come to” . fossero accaduti ieri: la grande nevicata del ’56 e le espe - E sotto quel cielo, o sopra la sua immagine rovesciata, rienze di scuola elementare. La neve del ’56! Mio padre Pietro Pannucci continuerà la sua febbrile ricerca di teneva le barbabietole per le mucche nei bigonci dell’uva tutto ciò che un mondo senza apparenti dimensioni sa al pianterreno di casa: per poterle prelevare, mia madre le offrirgli; noi non ce la sentiamo di costringerlo a seguirci irrorava d’acqua calda...” . in un’intervista che sa solo porre domande. E vogliamo “E la scuola?”. “Già, la scuola! Quell’anno, mi pare fosse lasciarlo mentre osserva le tracce che il cavallo ha la terza elementare, eravamo nell’aula allora ospitata nel - lasciato sulla riva del lago, che l’acqua certamente can - l’attuale sala consiliare; d’inverno la tramontana che cellerà perché un poeta possa imprimerci ancora altri entrava dalle finestre e dalla Loggia, il terrazzo che dava segni, o scoprirvi altre immagini che, nell’incessante sulla Rocca Farnese, ce bevìva, e la Maria, la bidella, ce andare della vita, saranno per lui motivo di nuove ispira - portava il foco” . zioni, di nuovi sogni.

la Loggetta gen-feb 2008 69 dalla Tuscia Sul “nostro lago” una diagnosi confortante di Piero Carosi

ing. Piero Bruni, presidente dell’ Associazione scientificamente, consentono di trarre una “fotografia” Lago di Bolse na, deve sentirsi, da un po’ di dello stato di salute del lago ma anche precise indicazio - tempo a questa parte, più che ingegnere, dot - ni sulla sua evoluzione nel tempo. Ed è quest’ultimo tore internista. Non di rado infatti si sente aspetto il più importante; infatti il lago può essere usato Lfare do’ mande del tipo: “Come sta il nostro degente?” ; per fini utili all’uomo a condizione però che alla fine del - “Quali di sturbi accusa?” ; “Si tratta di malattia grave o di l’anno la qualità dell’acqua rimanga la stessa che era un male passeggero?” , e via di seguito. all’inizio, altrimenti questo meraviglioso bene naturale E’ paziente, Bruni, e come tutti i medici incontrati per diventerebbe un bene “usa e getta” e questo nessuno lo strada non può che limitarsi a dare del lago, perché di vuole. esso stiamo ovviamente parlando, informazioni verbali, E’ confortante la diagnosi di Bruni: “In estrema sintesi lo ma se si ha la fortuna d’incontrarlo in un luogo che gli stato di salute del nostro lago è considerato buono e con - permetta di mostrare tutte le sue diavolerie elettroni - tinuerà ad esserlo se, nell’arco dell’anno, l’ossigeno al che, allora mostra grafici, statistiche, analisi così che le fondo non si esaurisce mai e madre natura gli assicura sue parole disegnano del “malato” una situazione preci - normali condizioni meteorologiche (piogge abbondanti sa e convincente. ed inverni freddi con persistenti venti di tramontana)” . E’ ciò che è avvenuto nel corso della sua prima confe - Lodevole il lavoro svolto dall’ Associazione “Lago di renza “Stato di salute del Lago di Bolsena” tenutasi il 3 Bolsena” che, per puro volontariato, svolge un’azione di novembre scorso presso la sede del Club Nautico tutela del lago sempre più apprezzata: ne sono prova le Capodimonte alla presenza di un folto e qualificato pub - richieste di collaborazione di diverse amministrazioni blico. Tanti i nomi illustri - il sindaco di Capodimonte, il pubbliche, delle scuole, di vari istituti di studio, ecc. sindaco di Marta, due assessori, il gen. Natalino Non meno lodevole la disponibilità offerta dal Club Bellavia, e il principe d. Giovanni del Drago presidente Nautico presso cui, grazie all’iniziativa del magg. ad honorem dell’associazione e vari altri - che non si Giuseppe Fabri, si stanno tenendo, a cadenze mensili, sono limitati ad ascoltare ma hanno impegnato l’illustre conferenze sui più diversi argomenti d’interesse pubbli - conferenziere con domande le più diverse. E risposte, co. Già quattro le conferenze tenute e sono auspicabili tante, e tutte documentate grazie alle precise diagnosi incontri su importanti materie d’interesse quali, ad che l’Associazione fa a scadenze stabilite, avvalendosi esempio, sulla storia della famiglia Farnese, sull’archeo - di una sonda multiparametrica e delle analisi del presti - logia del bacino lacustre, sulle produzioni agricole, sulla gioso Istituto Idrogeologico del C.N.R. pesca e via di seguito. Grazie alla proiezione d’interessanti diapositive, Bruni Un grazie agli sponsor dell’iniziativa per il loro apprez - ha mo strato gli aspetti più delicati del suo lavoro che va zato supporto: Rivablù Albergo Ristorante , Franklin’s dalle analisi chimiche alle varie profondità, alla misura - Shipyard Can tiere Navale , Paolo Storri Assicurazioni , zione, nelle diverse stagioni, dell’ossigeno, della tempe - Lega Navale di Capo di monte e, ovviamente, Club Nautico ratura, della trasparenza, della clorofilla, ecc., in una Capodimonte ASD . parola di tutti gli elementi che, correlati e confrontati

la 70 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia San Lorenzo Nuovo Il sapore del pane

forno”. “Come lo volete: la fornaia passava sotto le portate dalle donne di Silvio Verrucci alla prima infornata o alla finestre a “comandare”: casa o ritirate dalla forna - seconda?” . “Alla prima” , “Giggia, fate il pane!” . ia stessa. “Amate il pane rispondeva mia madre, e In paese si diceva scher - Erano in due, quelle del cuore della casa, la fornaia annotava a zosamente: “... Chi com - nostro forno. Le chiama - profumo della mensa, matita su di un grosso manna?” . “... La fornara!” . vano le fornarine , vestiva - gioia del focolare...”. quaderno. Poi, una volta Mia madre si buttava giù no ancora all’antica con tornati a casa, bisognava dal letto e correva in cuci - una lunga gonna scura a osì recitava mettere il lèvito . Si na ad accendere il fuoco fiorellini e polacca (blusa l’incipit di una tiri - ammucchiava della farina sotto la legna già prepara - corta), avevano un porta - tera, di mussoli - setacciata in un angolo ta. Sopra pendeva il paio - mento eretto, la vita sotti - niana memoria, della mésa (madia), si sca - lo con l’acqua. Quando le per via del busto, e Cche spiccava sulle pareti l’acqua era calda si camminavano spedite in vava una buchetta al cen - delle aule scolastiche fino tro e lì si metteva la por - cominciava ad impastare coppia, una dietro l’altra, alla seconda guerra mon - zione di pasta inacidita prima dentro la madia, reggendo sulle coròje (il diale 1940-45, quando il accantonata dalla volta poi si trasferiva l’impasto cercine) messo sulle teste pane era la base principa - precedente che avrebbe sulla spianatora , e sempre le tavole del pane, che per le della nostra alimenta - fatto lievitare l’intero impastando si formavano il peso e la lunghezza era zione. impasto. Poi, con le mani - filoni o pagnotte da siste - impossibile portare da Ma il tempo, si sa, corre e che succinte fino al gomi - marsi sulla tavola del una sola persona. tutto modifica; migliora o to ed un fazzolettone in pane sopra un telo di Prima di pranzo mia peggiora quelli che per testa per proteggere canapa. madre si recava al forno a secoli furono codificati l’impasto dai capelli ed i Nel frattempo la fornaia, ritirare il pane cotto: modi di vita. capelli dalla farina, si terminato il suo giro di pagava il dovuto e ripor - Oggi si può scegliere ogni impastava il tutto con “comando”, ritornava al tava a casa sette pagnotte tipo di pane (rosette, sfila - acqua calda. Al termine si forno e provvedeva a dorate e fragranti che tini, pane al latte, fruste, abbassava il coperchio riscaldarlo bruciandovi venivano sistemate den - filoni) sfornato fresco della madia dove avveni - fascine di legna. Più tardi, tro la madia. Ci avrebbero tutte le mattine nei va la lievitazione. quando il forno era pron - assicurato il pane per una moderni e meccanizzati La mattina dopo, di buono - to, cominciavano ad arri - settimana e già il loro pro - forni, ma sanno i giovani ra, spesso ancora al buio, vare le tavole del pane fumo rallegrava la casa. di oggi quanta cura era necessaria alle madri di famiglia di un tempo per portare in tavola quel filo - ne di pane? Parlo degli anni trenta e quaranta del novecento, quando nei nostri piccoli paesi non esistevano ancora panifici come in città ed ogni famiglia doveva provvedere al fab - bisogno quotidiano panifi - cando in casa una volta alla settimana. A S.Lorenzo esistevano tre forni pubblici, ben individuabili per le fascine di legna spesso appoggiati ai lati della porta. Il lavoro cominciava la sera avanti quando si andava dalla fornara a “richiedere il

la Loggetta gen-feb 2008 71 dalla Tuscia Gradoli

Luciano Piccinetti i t t o i r a M

o l e g n A

i d

o n g e s i d

E se parlassimo anche di vino?

iamo nell’anno 1790, in un’estate caldissima che loro produzione esclusivamente a piccole fiaschette ed a toglie il respiro. I gradolesi, specialmente quelli più caro prezzo. Sostengono di non essere soggetti alle proi - poveri costretti ad andare in campagna a lavorare, bizioni del Camerlengo e, figurarsi, nemmeno agli ordini hanno sete, tanta sete, e non vorrebbero bere solo e bandi del luogo. aScqua, ma, in modo particolare per loro, il vino costa Il cardinale chiede lumi sulla situazione alle autorità troppo e in più non si riesce a trovare chi lo venda sfuso ecclesiastiche locali, fra l’altro parte interessata. La rispo - o almeno a misure garantite. sta che esce dal Palazzo priorale di Gradoli dichiara E’ forse questa la causa che spinge un certo Giuseppe infondato il ricorso e descrive una situazione, secondo Zecca a prendere un’iniziativa forte a nome di tutte le loro, del tutto diversa. Il priore Nicola Manni e Gio:Batta famiglie povere e prive di protezione. Invia al cardinale Nocchia bollano come falso quanto contenuto nel ricor - Camerlengo un ricorso contro quello che è diventato un so, assicurando che l’oste pubblico vende, com’è abuso comune di tutte le osterie, compresa quella pubbli - d’obbligo, a boccali , fogliette e mezze fogliette . Altre botte - ca: non rispettano più, ormai da tempo, le prescrizioni ghe vi sono che vendono con la stessa regola, e perciò i dell’Eminenza in indirizzo che prevedono l’obbligo di gradolesi possono servirsi come meglio aggrada loro. vendere il vino... con misure bollate di Boccale, Mezzo e Quanto alla contestata capacità dei fiaschi, che i ricorren - Foglietta con il Bollo della Comunità . Al presente questi ti considerano l’equivalente di due fogliette scarse, il ordini non vengono osservati dagli osti e nemmeno... dai priore af ferma che è la stessa in uso negli altri paesi. Chierici, Frati, ed altri Patentati... che vendono il vino di Passano solo pochi giorni, siamo al 31 ottobre, e Zecca, al

la 72 Loggetta gen-feb 2008 quale si sono affiancati altri compaesani, fa vedere che non è d’accordo con la difesa d’ufficio dei maggiorenti e rincara la dose. Prepara un’istanza che ricalca i contenuti del ricor - so e la fa sostenere da cinquantaquattro firme, anzi una firma e cinquantatré croci. L’esposto è accompagnato da una missiva del podestà, datata 6 novembre, che si schiera dalla parte dei cittadini poco abbienti, in opposizione agli osti poco corretti e a quelli che tengono loro bordone, Gioielleria, denunciando però la sua impotenza contro il “racket” della foglietta . Scrive... che qui da niuno si vende il vino con misu - Argenteria, Orologeria re giuste e sigillate; ma soltanto à piccoli fiaschi non bollati, ma à prezzi esorbitanti... sia nelle bettole e sia nell’osteria pubblica . Quest’ultima la tiene a pigione il... Balivo, persona miserabilissima, ... che, chissà perché, la fa rimanere spesso priva di vino ed anche di qualunque altro genere necessario per la sua corretta conduzione. La lettera si conclude con un’invettiva contro... questi Bem pensanti che con tirannico Monopolio vo gliono vendere il vi no come meglio gli aggra - da... , e non rinuncia ad azzardare una previsione, per mette - re in apprensione il Camerlengo, di una... possibile insorgen - za popolare, da non potersi nel mo mento ricavare le conseguenze di qualsisia in conveniente . Si potrebbe sperare che lo scritto dell’amministratore Fran - ce sco Muzi sia sufficiente ad indurre il Camerlengo a “leva - re il vin dai fiaschi” abbastanza velocemente, ma così non è. Il cardinale non si preoccupa ed il tempo passa senza che succeda niente. Il prolungato stallo spinge di nuovo Zecca ed i suoi compagni a riprendere carta, penna, calamaio e sollecitare, senza peli sulla lingua, la soluzione della faccen - da. L’indirizzo è sempre lo stesso, Eminentissimo e Reve ren dis- simo Signore , Roma; il tenore un po’ più vigoroso. La platea dei danneggiati si allarga con l’inserimento dei... forastieri, che se vogliano bere una foglietta, ó per mancanza di soldi li conviene morire di sete, ó pure restano forzati a prendere un fiasco al gravoso prezo di 5:, o 6: bajocchi . In questo stato di cose il ricorso, che risale allo scaduto ago - sto , si comprende non aver sortito ancora alcun effetto, per questo... i poveri di Gradoli, dubbitano caduta l’informazione in mano di qualche parsiale, e ó attinente di quelli, che gran - de quantità di vino hanno da vendere, ó vero l’abbiano sob - bornato con regali, come in altra simile occasione avvenne, che regalando una quantità di fiaschi ad un certo soggetto, che per degni riguardi si tace, e per timore di esso, seguitorno, e seguitano nel suddetto monopolio . Dopo questo passo, il cui contenuto può essere considerato sempre molto attuale, concludono chiedendo ancora di porre fine a questa... mani - festa angaria, ed oppressione... emettendo nuovi ordini e, magari, vigilare sulla loro attuazione. Se non avessero trovato qualche saggia soluzione, senz’al - tro possibile in un paese da sempre conosciuto come culla del buon vino e dell’arte di arrangiarsi, i gradolesi, in attesa della decisione, sarebbero senz’altro morti di sete, perché la pilatesca disposizione del cardinale Camerlengo che così recitava: Gradoli-Perché la vendita del vino si faccia a misure Via Cavour, 3/5 - Viterbo bollate o almeno da tutti a Fiaschi , fu resa nota soltanto il 19 Tel. 0761.307409 luglio 1793. www.gioielleriepala.com la Loggetta gen-feb 2008 e-mail: [email protected] 73 dalla Tuscia Castiglione in Teverina Delitto di briganti?

Cesare Corradini

l fenomeno del bri- gantaggio fu tipico del l’Ot to cento, e fu per la massima pIarte legato alle pre- carie condizioni di vi- ta dei contadini, trat - tati come schiavi dai proprietari terrieri ai quali vanamente re- cla mavano migliore trattamento. ed Eugenio informandoli dell’acca - rivela che era già morto diverse ore Tra questi proprietari ebbero note - duto, ma quest’ultimo riesce a tro - prima del ritrovamento, a causa di vole rilevanza nell’orvietano i conti vare soltanto 30.000 lire, che conse - dieci colpi di arma da fuoco. La sua Faina di San Venanzo, che molto gna ad un garzone che incarica di uccisione è rimasta sempre un miste - ampliarono le loro proprietà grazie recarsi a Montefiascone. Eugenio ro, forse è stata una vendetta di qual - alle leggi sulla liquidazione dell’asse segue il garzone insieme a due cara - cuno dei rapitori nei confronti di ecclesiastico, comprando terre a binieri travestiti, ma appena fuori Claudio. Nes suno degli oggetti perso - Castel Giorgio, Torre Alfina, Fi culle Orvieto lo ritrova insieme a due nali di grande valore era stato tocca - e Bolsena. Intorno al periodo del- suoi contadini. Uno di questi ha una to: né il portafoglio, né l’orologio, né l’Unità d’Italia, le tenute dei Faina busta consegnatagli dai rapitori con l’anello d’oro con la preziosa pietra sono amministrate dal conte Clau- un messaggio del conte Claudio e riportante lo stemma di famiglia...” . dio, particolarmente conservatore, nuo ve istruzioni dei banditi. Eu ge- Per la morte di Claudio Faina vengo - che si dedica all’allevamento di nio legge il messaggio ma, sembra a no arrestate sei persone ed il pro - bovini, suini e polli, ai quali sembre - causa del buio, non lo comprende cesso si conclude con la condanna rebbe dedicare più attenzioni che bene, credendo che il riscatto, a morte di Gorgonio Guerrini di non ai contadini. Secondo la tradi - sceso a 20.000 lire, debba essere Civitella d’Agliano, ai lavori forzati zione orale sarebbe per questa pagato nella casa di un suo contadi - di Giovanni Sassara di Marta e a ragione che la sua vita si conclude no. Alla quattro del mattino incon - venti anni di carcere per Antonio tragicamente nel 1874, anche se tra nuovamente il garzone il quale Pierini e Agostino Trovati di Or- ufficialmente a causa del brigantag - gli riferisce di non aver potuto paga - vieto. gio. re il riscatto, perché a casa del con - Il figlio Eugenio rimarrà molto tur - Nel volume di Fabio Facchini “La tadino non c’è nessuno dei banditi. bato dall’omicidio del padre e quan - famiglia Faina, tre secoli di storia” , si Eugenio rilegge allora il messaggio do si candiderà alle elezioni del dice che il 24 maggio 1874, mentre accorgendosi del grave errore com - 1882 i suoi avversari politici lo ac- torna da Vi terbo, nei pressi di messo e decide così di mandare il cuseranno di non aver voluto paga - Montefiascone la carrozza del con - garzone a Montefiascone con il re il riscatto; ma la verità sulla sua te Clau dio viene fermata da due denaro richiesto, mentre lui ritorna morte starebbe in un particolare uomini armati con il volto coperto ad Orvieto. che ci tramanda la tradizione orale che lo costringono a scendere e “Quarantotto ore dopo, però... - scri - e che non si legge nel testo del seguirlo sotto un ponte, insieme ad ve il Facchini - due contadini ritrova - Facchini: al momento del ritro va- un notaio che viaggia in sua compa - no il corpo di Claudio con il volto mento, il conte Claudio a vrebbe gnia. Sotto il ponte ci sono altri due rivolto al terreno fangoso, quasi vi avuto la faccia immersa nel fango, uomini incappucciati che ordinano fosse stato compresso e soffocato. Su- ma anche la bocca piena di paglia, e al notaio di recarsi ad Orvieto con bito i due contadini chiamano i c’è chi dice che ai suoi contadini la richiesta di 150.000 lire di riscat - carabinieri che informano Eu genio che chiedevano più grano risponde - to da consegnare la stessa notte. dell’accaduto. La perizia necroscopi - va che mangiassero paglia. Il notaio si reca subito dai figli Clelia ca sul cadavere del conte Claudio,

la 74 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Memorie del tempo che fu: Viterbo usanze, credenze, modi di dire

direttamente a casa dopo Giorgio Superstizioni Te fò magna’ Falcioni Dare fondamento positivo o un funerale; il giovedì santo dal bao! negativo a (supposte) forze le visite ai “Sepolcri” Minacciosa espressione occulte benefiche o malefi - (l’attuale reposizione del rivolta ai bambini capriccio - Manna’ a li Vecchi che accompagna irrazional - Corpo di Cristo) dovevano si affinché smettessero di essere assolutamente dispa - I “Vecchi” indicavano popo - mente e spesso la vita degli disturbare, sperando che larmente l’importante istitu - uomini: il gatto nero, il ri e c’era chi, pur di evitare cessassero le ramate di il numero pari, rientrava zione di assistenza agli numero tredici, il gobbetto, capricci. Tra i numerosi anziani di S. Carlo (ubicato le corna, lo spargimento di nuovamente nella stessa aneddoti che si narrano su chiesa dalla quale era a Pianoscarano) e S. sale, il ferro di cavallo. don Pietro Schiena, grande Carluccio (a S. Pellegrino), Ricordo alcuni casi di appena uscito... Fatto con - figura di parroco viterbese, siderato assolutamente ove venivano accolte le per - superstizione che erano dai modi spicci ma profon - negativo era pure la rottura sone più povere e abbando - molto in voga negli anni damente umano, confratelli nate della città: Ve manno della mia infanzia, a comin - di una bottiglia d’olio d’oliva: ma questo, è proba - sacerdoti assicurano che in a li Vecchi! era la frase ciare dagli infausti giorni occasione di una edizione minacciosa che i familiari, del martedì e venerdì, rite - bile fosse dovuto - come della storica e affollatissima specie le nuore - che fino al nuti assolutamente nefasti attualmente - al suo elevato processione del Corpus secolo scorso avevano per l’inizio di qualsiasi atti - costo. vità, dal partire per un viag - Domini che coinvolgeva l’incombenza di prestare gio all’indossare abiti o M’hai detto l’intero rione di Pia no - assistenza in casa ai vec - indumenti nuovi; figuriamo - un prospero! scarano, don Pietro, che chietti - pronunciavano con ci poi per sposare, in osse - Espressione usata in senso ammantato con un fastoso atteggiamento forzatamente quio al ben noto detto ironico in risposta ad una piviale recava l’ostensorio, intimidatorio in occasione popolare “Né di Venere né proposta o invito a fare una irritato per il continuo e di richiami o rimproveri per di Marte non si sposa e cosa ritenuta eccessivamen - fastidioso cicaleccio di uno qualcuna delle solite rama - non si parte, né si dà prin - te onerosa o pesante o dei suoi sagrestanelli, gli si te o giostre dei loro cari. cipio all’arte” , che oggi è spiacevole. E’ riferita all’in - rivolse protendendo il sacro Ricordiamo che l’Ospizio caduto assolutamente in consistente valore del fiam - apparato con l’ostia consa - dei Vecchi di S. Carlo fu disuso, tanto che sono mifero o zolfanello, chiama - crata: A ragazzi’, si no la istituito da S. Giacinta molte le coppie che preferi - to popolarmente “prospero” smetti te fo magna’ dal Marescotti con Francesco scono scegliere proprio que - per assonanza con fosforo. bao! Pacini nel XVII secolo, e le sti due giorni per il loro matrimonio (forse solo per - ché è più facile trovare la disponibilità di una chiesa o del comune e di un risto - rante) iniziando contestual - mente il viaggio di nozze... Se si desse retta, nessuno più partirebbe il venerdì per l’week-end o il “ponte” e molte attività ricettive o di ristorazione sarebbero sul - l’orlo del fallimento; anche gli esercizi commerciali di qualsiasi tipologia sarebbe - ro prossimi alla bancarotta. Ma torniamo ad altre cre - denze e pregiudizi, come quelli relativi alla posizione del letto nelle stanze, per - ché ritenuta connessa ai sogni e alla salute di chi vi si corica: guai a dormire con i piedi rivolti verso la porta, come pure rientrare

la Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia

“Costituzioni” furono appro - nando la sagoma incerta il pranzo e la cena con la avessero avuto uno specifi - vate dal vescovo card. del cane fedele che segui - tovaglia in modo che le bri - co trattamento preventivo. Brancaccio nel 1643. In va più che il carro, la fati - ciole non sporcassero il Il crine vegetale aveva seguito venne intitolato a ca del contadino, e che pavimento della cucina o l’inconveniente di un odore Garibaldi e successivamen - lasciava intravedere della “saletta”... Tali abitu - poco gradevole, al contrario te a Giovanni XIII. Da alcu - l’argentea suola delle scar - dini sono andate perdendo - dei fiori di tiglio, che si rite - ni lustri occupa la più fun - pe dell’asino” . si con il tempo, ma capita neva avessero azione cal - zionale sede realizzata sulla ancor oggi, specie nei quar - mante per i nervi; consiglia - provinciale Teverina. Vae all’inferno co’ tieri più eleganti, di veder ti i materassi di foglie di tutte le scarpe sciorinare tovaglie e lenzuo - faggio, che potevano racco - Far ora Pericolo che veniva fatto la (e lussuosi tappeti...) da gliersi da chiunque in Attendere che arrivi l’ora di aleggiare sul capo dei bam - finestre e balconi, con ine - autunno e fatte essiccare: pranzo o di cena, quando bini in occasione di capric - vitabile fuggi fuggi dei pas - oltre ad emanare un odore non si ha niente da fare e ci o temute disobbedienze santi. (Certo tutto questo è gradevole, risultavano molto c’è la possibilità di trastul - di particolare gravità, ad niente rispetto alla millena - elastiche e necessitavano di larsi in chiacchiere, pette - indicare che il diavolo ria usanza di vuotare dalle pochissima manutenzione. golezzi ed altre amenità. avrebbe potuto trascinare finestre buglioli e vasi da I contadini usavano soprat - Specie in estate, era il pas - repentinamente il marmoc - notte...). tutto le foglie di granturco, satempo dei ricchi e dei chio nel luogo della soffe - che però avevano alcuni poveri: le madri di famiglia renza e punizione. Gojo come un ovo inconvenienti: principal - tiravano fuori di casa la covato mente la rumorosità a sedia bassa , quella con le Tira su che la L’attributo gojo (sul cui seguito di qualsiasi movi - gambe segate per stare più colla è cara... significato si sono sbizzarriti mento; non trasmettevano comode, e insieme ad altre Richiamo rivolto ai bambini decine e decine di esperti calore; poi, tendevano, vicine, a tutto spiano taglia - moccolosi che, nonostante di dialetto viterbese) riferito sotto il peso dei corpi, ad vano e cucivano i panni le continue esortazioni, non ad un uovo sta a significare ammassarsi verso i bordi, addosso a parenti, amici e si soffiavano il naso, ma che è divenuto immangiabi - problema che, tuttavia, conoscenti, interrompendosi continuavano a ìtirar suî; le: figurarsi, quindi, come poteva essere facilmente ogni tanto per andare a tale modo di dire era gene - deve essere quando è stato eliminato il mattino succes - dare una maneggiata alla ralmente completato da addirittura incubato! sivo infilando le mani nelle cazzaròla che bolliva a ...quattro soldi la cucchia - L’espressione ha il valore di fessure appositamente fuoco lento sul fornelletto. ra... , riferito al costo della matto, mattacchione, Anche le signore non erano colla, che, come quella cer - bislacco, stravagante, stra - lasciate lungo i lati della da meno: magari stavano vione (cervona), veniva ven - no, strampalato, burlone... fodera di ruvido saccone. su poltroncine di vimini, duta sciolta, a cucchiaiate. all’ennesima potenza. I materassi potevano infe - all’ombra del pergolato e starsi di parassiti (cimici, non avevano l’incombenza Sgrullare dalla Il materasso pulci, pidocchi) che la notte della cucina, perché ci pen - finestra Se dobbiamo comprare un invadevano i letti e infasti - sava “la donna” (di servi - Era un punto d’onore per le nuovo materasso non sono divano gli occupanti cau - zio). Ma leggete come, in donne di casa che effettua - pochi né semplici i dilemmi sando prurito, ed era diffici - poche righe, riesce a rievo - vano tale operazione con che ci si presentano: le eliminarli per la mancan - care l’atmosfera il giornali - lenzuola, cuscini, coperte, Quante zone di portanza za di adeguate norme igie - sta Giovanni Mazzaroni in camicie da notte, ecc. la differenziata deve avere? niche e di disinfettanti ido - un articolo di mezzo secolo mattina presto, rassettando Come deve essere la fascia nei. Un manuale del primo fa, nella rubrica “Viterbo e arieggiando la casa e tridimensionale ? E la lastra Novecento consigliava, per com’era” : “... Ed ecco il lasciando tutto a spuzzo - in lattice traspirante e combattere le cimici, una brusio, il sussurro, lentirsi sul davanzale: fon - antiscivolo ? Che si fa per il miscela composta di allume l’incertezza, i ‘si damentale norma igienica rivestimento losangato ? (22 grammi), acido borico dice’...Signore borghesi! Ed che veniva seguita senza Anche in passato c’erano (6 gr) e acido salicilico (12 un Poeta rimò ‘Sta bbona preoccuparsi di chi abitasse diversi dubbi: di crine, di gr) da cospargere sui mate - società quant’è cattiva!’. al piano inferiore o degli vegetale, di foglie di gran - rassi, lavando anche le con - ‘Far ora!’. Ma che bella sventurati che passavano in turco, di paglia? Oppure di nessure di pavimenti e muri espressione! E l’ora scen - strada. Purtroppo non si lana o di piume ? Una volta, nei quali potevano annidar - deva solenne dal campani - trattava di cosa di poco per la maggior parte della si gli insetti; oppure, collo - le della splendida Chiesa conto, perché un tempo gente era esclusa la lana; care nei letti cenci imbevuti de La Quercia, mentre le (neppure tanto lontano) non parliamo dei materassi di ammoniaca. prime lampade elettriche nella biancheria dei letti si con piume, che oltretutto E dire che oggi ci lamentia - brillanteggiavano tra il fre - annidavano pulci, pidocchi erano fermamente sconsi - mo se il materasso non ha sco fogliame degli alberi, ed altri parassiti, che in tal gliati dagli igienisti in quan - le due superfici estate- mentre le lanterne dondo - modo si pensava di “scari - to troppo soffici e facilmen - inverno... lanti passavano sotto la care” fuori. Operazione ana - te soggetti ad infezioni e sala di un carretto: illumi - loga veniva effettuata dopo alle tarme, a meno che non

la 76 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Tuscania Caro Prefetto ti scrivo...

Marco Quarantotti Da una ricerca effettuata negli archivi della biblio - e teca comunale è emerso tra gli altri un documento Valeria Sebastiani curioso e interessante

ei primi del novecento al sot - sebbene non necessari; Acquedotto; Il co scarico. Un bel giorno Cesetti lo ha toprefetto di Viterbo fu invia - lavoro in via della Scrofa; Enfiteusi occupato, non paga il canone e il comu - ta un lettera dal titolo delle case comunali; Il lavori al lazza - ne tace. Vi è un terreno denominato “Addebiti a carico dell’am mi - retto; il carro funebre; Modificazioni Romitorio, posseduto da De Marchi, ove Nnistrazione comunale di Tus ca nia” ; la alla scalata del Palazzo Comunale; La sono diritti del comune, e l’ammini - lettera non fu firmata e venne catalo - telefonista; Casse del Comune; Impianto strazione tace . gata come ricorso anonimo. E’ curioso illuminazione elettrica teatro; La legna Oggetti d’arte rinvenuti e non notare come nonostante il passare da ardere e il carbone; I lavori di fogna - inventariati [secondo nostre ri cerche degli anni l’interesse dei cittadini per tura . Tutti gli argomenti sono degni di si tratterebbe di alcune tombe rinve -

Il palazzo comunale al tempo della lettera la cosa pubblica sia sempre stato essere menzionati, ma ne elenchiamo nute in località Pian di Mola , in un ter - manifesto e poca fiducia fosse riposta alcuni che sembrano rappresentativi reno di proprietà Scriboni]: Vari anni nelle istituzioni comunali. Il ricorso del periodo storico e del tradizionale or sono fu trovata una sepoltura antica consta di 21 voci che il suo relatore malcontento tuscanese. di proprietà del comune. Il segretario anonimo cataloga dalla A alla Z, una Usurpazioni : Vi è un terreno subito Cerasa ispettore di antichità provvide a lettera per ciascun male che affliggeva fuoriporta di Poggio, sulla piazza subur - tutto. ma dov’è l’inventario degli oggetti il paese: L’inventario; Affitti ventinoven - bana di S. Antonio che fu già di utile trovati? Dove sono riposti quelli di mag - nali; Usurpazioni; Oggetti d’arte rinve - dominio di tal Giovanni Cesetti (zio del gior valore? nuti e non inventariati; Spese per atti Prosindaco) che non pagò mai il cano - Sussidio Pompei : Al consiglio comu - enfiteutici; Indennità di rappresentanza; ne al comune. Quel terreno da oltre nale a Secondo Pompei fu subito accor - Sussidio Pompei; Impieghi; Custode trent’anni era posseduto per intero dal dato un sussidio di lire 500 perché il mattatoio; Posti mantenuti e retribuiti comune che se ne serviva come pubbli - comune, sussidiando l’automobile, non

la Loggetta gen-feb 2008 77 dalla Tuscia poteva più sussidiare la diligenza già Grande successo di pubblico per la presentazione del libro Felicità Oscura prima condotta dal Pompei, o meglio, la più di 400 persone intervenute per la prima opera di Annalisa Eutizi concessione si mascherò fornendola alla vedova del fratello di questi, con la E’ sicuramente andata al di là di ogni più rosea previsione la presentazione della quale esso convive ed ha comuni inte - raccolta di poesie di Annalisa Eutizi, tenutasi presso la sala conferenze della ressi [si tratta del servizio diligenza tra biblioteca comunale di Tu sca nia domenica 24 febbraio; la presenza di oltre 400 Corneto e Tuscania]. persone, alcune delle quali rimaste fuori per l’esiguità dei locali, è stato il giusto tri - Posti mantenuti e retribuiti sebbene buto che Annalisa ha saputo merita - non necessari : Con l’appalto del dazio re per l’autenticità e la sensibilità consumo veniva a cessare la necessità d’animo profuse nel suo libro di poe - dell’ispettore daziario e del ricevitore. sie Felicità Oscura . invece questi due (Quaran totti Placido e “E’ un titolo emblematico - spiega Gambi Paolo) hanno seguitato ad anni nella prefazione Annamaria Cande - loro - che con un elegante ossimoro lo stesso stipendio. E quando è morto accosta le due tematiche principali Eusepi, guardia comunale, non occorre - della silloge, poste in contrasto tra va fare una nuova guardia, perché non loro: nella raccolta, infatti, da una vi era più il servizio del dazio, ma si è parte sono espressi temi positivi, in nominato Pasquali Alfeo. Prima le guar - particolare legati alla vita, alla libertà, die comunali erano addette anche alla alla solarità dell’esistenza, allo splen - conta del bestiame ora si è aggiunto un dore dell’amore. Dall’altra parte, altro impiegato, Ciccioli Federico, Presi - invece, la celebrazione della bellezza den te dell’Università agraria. della vita viene incrinata dalla rifles - I lavori al Lazzaretto : al tempo del sione sui problemi di attualità del colera la giunta provvide a trasformare mondo in cui viviamo, che l’autrice un braccio del convento di S. Paolo a intende denunciare con la sua Lazzaretto. I lavori salirono ad alcune opera” . migliaia di lire ebbene si dettero senza Durante la presentazione sono esperimento di asta a trattativa privata. intervenuti il relatore Enio Stac cini, Il carro funebre : Furono fatti dei carri l’assessore alla cultura dott. funebri di lusso mentre per la giacitura Salvatore Fusco, ed un insegnante colliva e con vie incomode e gradinate delle scuole superiori di Annalisa, il e per come è disposta la città non è pra - prof. Cesare Aloisi, il quale ha sorpre - tico l’uso di detti carri. Anche qui, senza so tutti leggendo pubblicamente un gara si sono spese migliaia di lire e si è tema dell’autrice quando aveva creato un nuovo impiegato: si da un appena 17 anni, scritto in poesia, e assegno di lire 200 a Bruno Luchetti, per che già rivelava lo stato d’animo sensibile e la predisposizione ai versi dell’autrice. il trasporto di cadaveri mentre prima Coloro che sono riusciti ad entrare nella sala hanno potuto assaporare i momenti questo servizio era svolto dai parroci toccanti di alto spessore emotivo della lettura delle poesie dell’autrice in un elegan - gratuitamente. te connubio artistico con l’accompagnamento di pianoforte, composto ed eseguito La telefonista : Fu nominata la telefoni - per l’occasione dalla bravissima pianista Marina Gavelli. sta, dal consiglio comunale nella torna - La raccolta di poesie di Annalisa è stata selezionata dopo aver partecipato ad un ta dell’11 aprile 1911 e fu eletta la concorso della casa editrice Il Filo , la quale in seguito ha pubblicato il libro. Si trat - cognata del prosindaco Cesetti. Tra sei ta della prima raccolta di Annalisa e già il giorno della presentazione sono state ven - mesi questa sposerà, ma la giunta ha dute oltre 100 copie. Il libro si può acquistare nelle librerie oppure on line collegan - già nominato per cinque anni si dice, la dosi al sito della casa editrice Il Filo . Cesetti Celeste so rella del prosindaco. perché la nomina è stata effettuata dalla giunta e non dal Consiglio? ne dei biglietti si fa in modo irregolaris - dino. Non siamo riusciti a sapere chi La legna da ardere e il carbone : simo, per non dire peggio. L’assessore fosse, ma sappiamo che la prefettura Tuscania ha il bosco comunale riserva. Fiorini fa come crede. Egli stabilisce accolse il ricorso e interrogò l’am - Ivi i cittadini vanno a prendere la legna quanti ne deve dare ad ogni famiglia e ministrazione sulle irregolarità da e il carbone. Pensa il comune a fare li da così, a piacimento e senza un esso denunciate. Il co mune rispose tagliare la legna e a produrre il carbone; turno, ma i suoi amici ne hanno! E’ un alle interrogazioni e agli accertamenti Poi vende ai cittadini i biglietti per ingiustizia gravissima che produce un della prefettura eccetto per quanto andare a ritirare la legna e il carbone. lamento generale. riguardava le presunte irregolarità Prima i cittadini acquistavano i biglietti nelle assunzioni, ma non sappiamo se a loro piacimento secondo il bisogno; e Questi alcuni punti del ricorso il nostro “antico” concittadino riuscì ve ne era per tutti, tanto che il comune anonimo alla prefettura di Vi terbo che mai nel suo intento di migliorare le vendeva fuori di Tuscania il carbone a abbiamo riportato per intero, così cose. centinaia di quintali. Ora la distribuzio - come furono scritti dall’anonimo citta - [email protected]

la 78 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Acquapendente Ricordi di scuola

di Giovanni Riccini

completamento della Festa

della Madonna del Fiore,  ) o r come da recente consuetu - t n e c

dine, non poteva mancare l a (

l’iniziativa culturale della biblioteca a A s s e r

comunale, curata anche quest’anno P

o t dai volontari. I precedenti successi r e b o

avuti dalla rivisitazione delle foto di R

o r t

Acquapendente più o meno antiche, s e a

sono stati presupposti per continua - m

l i

re su questa strada. In effetti c’era n o c

molta attesa per questa mostra e sul 8 1 9 tema che quest’ultima avrebbe pro - 1

a c posto all’attenzione dei visitatori. s e r a l

A sorpresa è spuntato un titolo o c caro proprio a tutti: RICORDI DI SCUO - S LA . Chi di noi in effetti non ha un ricordo più o meno Oltre alle foto, sono esposti oggetti del passato, il gradevole della scuola?, dei maestri o professori che banco di legno con il calamaio, gli astucci di legno, la siano?, degli amici e compagni di classe?, delle mara - cartella, la lavagna e nelle bacheche pagelle, quaderni chelle fatte?, dei “torti” subiti?, e così via.... Tutte cose, e libri scolastici d’epoca e i registri scolastici. magari, sbiadite dal tempo, ma che riemergono all’im - Tante sono le curiosità e le informazioni che emergono provviso nella memoria come fossero di ieri e che por - da quest’ultimi con i quali si riesce ancor più a capire tano un attimo di serenità, gioia e grande nostalgia. il susseguirsi delle fasi storiche e cambiamenti della I visitatori ritrovano davanti a quelle foto, qualcuna società. malinconicamente rovinata dagli anni ma per questo Primo elemento che si evidenzia è l’alto numero degli ancora più importante, emozioni nascoste, cose alunni iscritti per ogni classe. Così riporta una maestra dimenticate. I compagni di classe o magari di banco, nelle “cronache” di un registro di classe: (2 ottobre che allontanati dalla vita e non più rivisti, tornano agli 1942) “Come nello scorso anno prevedo di dover fatica - occhi con un misto di incredulità e commozione: ogni re se non sdoppiano la classe. Per ora sono 45 ragazzi personaggio fa ripensare ad un aneddoto o semplice - ma devono iscriversi almeno 49 su 51 obbligati. E’ la sco - mente ad un ricordo sempre gradito. laresca più numerosa e spero che la R° Direttrice prov - La mostra offre le foto delle scolaresche degli anni a veda. I ragazzi di oggi non sono più quelli di 25 anni fa cavallo della prima guerra mondiale fino agli anni ’80- e le famiglie lo stesso. Direi quasi (e di chi il torto?) che ’90, passando per il periodo fascista e il primo dopo - in materia educativa si segnala un regresso” . (27 otto - guerra. Anche le immagini dal bianco e nero al colore bre) “Mi viene comunicato che la classe è sdoppiata. Sia testimoniano lo scorrere inesorabile del tempo ed evi - ringraziato il Signore! Resto con trenta ragazzi e spero di denziano i vari mutamenti delle abitudini e della socie - poterli abituare alla disciplina e allo studio” . tà. Le prime foto del novecento fanno risaltare più di Altro elemento caratterizzante di quei tempi è quanti oggi i ceti sociali della popolazione: dai colletti inami - ragazzi non portavano a compimento l’anno scolastico dati, i vestitini ben stirati e i fiocchi eleganti degli alun - rimanendo indietro con gli anni o abbandonando com - ni delle famiglie più facoltose, ai vestiti più sciatti e le pletamente la scuola: “Il programma è stato svolto com - scarpe chiodate (le famose “bollette”) dei meno pletamente nonostante la deficienza degli alunni. La abbienti. Poi con il tempo che scorre le divise diventa - maggioranza di essi, con tutto ciò, è stata promossa, per - no tutte uguali: da “balilla” a “piccola italiana” durante ché nella prima metà dell’anno scolastico [1932-1933] il ventennio fascista, e bianche per le femmine e azzur - ho curato moltissimo le materie principali... Su 45 scruti - re per i maschi durante il secondo dopoguerra, fino nati, 31 sono stati approvati e 4 rimandati alla IIa sessio - alle attuali giacche a vento ed indumenti più o meno ne” . griffati. Nelle foto più antiche, in mezzo agli alunni spic - Specie gli anni di guerra, i disagi per la frequenza sco - ca la figura del maestro o della maestra che denota lastica sono ancor più evidenti, come pure la necessi - sempre autorità, severità e soprattutto rispetto [come tà per i ragazzi di aiutare la famiglia specie nei lavori sono cambiati i tempi!]. agricoli: (2 dicembre 1942) “Fa freddo, il locale è espo -

la Loggetta gen-feb 2008 79 dalla Tuscia sto a ponente, vi è un vetro rotto, la tempera - tura è bassa. A un certo momento le menti dei ragazzi sono intorpidite, è necessario muover - si... fuori non si può andare e in classe si sol - leva la polvere” . (8 dic.) “La frequenza è sem - pre buona, solo nelle giornate piovose non vengono, perché 5 o 6 difettano di scarpe” . (18 dic.) “Raccolta dello straccetto di lana. Anche i ragazzi si sono interessati a questa raccolta e han portato con entusiasmo il loro cartoccet - to di stracci di lana” . (19 dic.) “Chiusura delle scuole fino al 15 febbraio per economizzare la legna...” . 

“La fre - i Nel giudizio finale la stessa maestra diceva: le materie “Lavoro manuale e donnesco” ( Attaccatura n o r t quenza degli alunni a principio d’anno è stata totalitaria, di bottoni e di nastri, Monogramma a punto erba, Filza e P

o ma nella stagione invernale è diminuita e in quella pri - d libera, Fazzoletto a orlo a giorno,... ); “Canto, disegno l o r A maverile si sono più accentuate le assenze perché i spontaneo, bella scrittura, recitazione” ( Inno del Piave, o r t ragazzi han dovuto lasciare la scuola per aiutare la s

Inno al Re,... ), “Igiene” ( Pratica di pulizia scolastica: abi - e a m famiglia nei lavori agricoli. La diligenza nello studio, tuarsi a non gettare carta per terra, pulirsi le scarpe l i

n fatta eccezione di 5 o 6, non l’ho riscontrata sufficiente, entrando in scuola, non cancellare con le dita, non lec - o c

poiché gli alunni si sono dimostrati indolenti, distratti, 2 care la gomma e la matita, non voltare le pagine leccan - 2 9 1 indifferenti, sembravano solo vivi quando si parlava di dosi le dita,... ); “Cultura fascista” ( Questa materia trove - a c s guerra. I ragazzi sono stati trascurati dalle famiglie, forse e

rà il suo sviluppo e la sua spontanea applicazione nel - r a l o le preoccupazioni della vita han distolto i genitori da ciò l’insegnamento giornaliero, scaturito mirabilmente da c che è loro dovere: l’educazione dei figli...” . tutte le materie ed in modo speciale da quelle lezioni, S Altro elemento è l’igiene e la profilassi: [1932-33]: “Si dagli avvenimenti giornalieri, dagli spunti occasionali in riaprono le scuole dopo quattro mesi di vacanze! Le cui si rifletterà la vita della Nazione, lo studio di grandi, scuole sono rimaste chiuse per ragioni profilattiche e il ricordo dei passati e presenti eroismi, il sacrificio delle vacanze del decennale [fascista]” . (4 dic.) “E’ una vera anime forti. disperazione, mancano sempre in media 10-12 alunni a Porrò ogni cura per condurre i miei alunni all’obbedien - causa della malattia del morbillo che si presenta ora con za, alla sincerità, alla costanza; per richiamarli al senso complicazioni...” . (17 dic.) “Visita del medico sanitario di responsabilità delle proprie azioni, alla dignità in per la scelta dei bambini bisognosi di olio di fegato che ogni atto e parola, al compimento di piccoli sacrifici,... ). viene dato gratuitamente dal dispensario della Croce Quelle citate sono piccole pillole in un mare di notizie Rossa” . che appartengono ad un mondo così diverso e così Ulteriori notizie che ormai fanno “storia” si desumono lontano che nessuno sembra più rimpiangere ma che dai programmi e dalle materie d’insegnamento della per tanti anni hanno forgiato intere generazioni di scuola elementare. Oltre alle classiche troviamo anche ragazze e ragazzi.

Il più bel Pugnalone 2008 Nell’ambito della Festa più bella dell’anno in onore della Madonna del Fiore cele - brata ad Acquapendente, quest’anno il 51° concorso dei “Pugnaloni” è stato vinto da uno dei gruppi storici e più gloriosi che partecipano alla realizzazione di que - sti stupendi arazzi floreali, autentico vanto delle tradizioni dell’Alto Lazio: la “Prima Equipe - Via del Fiore” su disegno di Paolo Marziali. Il verdetto della giuria ha messo tutti d’accordo, popolo e pugnalonari : “Eccezionale il progetto e la realizzazione tecnica. Mediante una originale visione prospettica che unisce elementi realistici e creazioni fantastiche, presenta una situazione di forte attualità: il sontuoso portale che dal passato si apre ad un futu - ro di pace e di serenità”. La festa ha avuto come di consueto, un trionfo esagerato di pubblico, coinvolto emotivamente da tanto folklore e tanta passione. Se ne riparlerà tanto fino alla prossima edizione per la riconferma dei vincitori e soprattutto per la rivincita degli altri. Un grazie di cuore a tutti! (Giovanni Riccini)

la 80 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia

Il lago enigmistico Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” dall’8 maggio al 12 giugno, ha avuto un carattere territoriale, coinvolgen - Finalmente un gioco do tutti i paesi del Sistema nella costruzione di un pro - sul territorio dell’alto gramma per valorizzare le nostre zone con manifestazioni Lazio, anzi tanti giochi legate al libro e alla biblioteca. In questo periodo ogni sui paesi intorno al paese ha presentato un’iniziativa di lunga durata, ad lago di Bolsena. “Il esempio una mostra, e intorno ad essa sono state fatte lago enigmistico” è ruotare altre iniziative per la promozione del libro e a stato il concorso orga - carattere didattico. Ne è scaturito un cartellone di tutto nizzato dal Sistema rispetto con eventi ed offerte in parte “costruite” dalle Bibliotecario “Lago di biblioteche e in parte prodotte da altre realtà culturali. Bolse na” du rante Tutte le manifestazioni sono state apprezzate e fruite da l’anno scolastico scuole e cittadini; in particolare si vuole ricordare, tra gli 2006-2007 per pro - eventi promossi nel Bibliolago Festival dalle biblioteche muovere questo territo - del Sistema , oltre a tanti incontri con autori, illustratori e rio, conoscerne la sto - studiosi, la mostra “Il libro illustrato” , presentata per la ria e gli elementi carat - prima volta ad Ischia di Castro e successivamente a terizzanti attraverso Grotte di Castro, come pure la mostra “Saluti dal l’ideazione di giochi Novecento” , che tanto successo ha avuto fino ad oggi e per ragazzi. che è stata presentata ora a Bolsena, e la mostra didatti - Il risultato è stata ca “La storia del libro dagli scaffali della biblioteca” un’ampia partecipazio - riproposta per la seconda volta a Gradoli. ne delle scuole prima - Sicuramente la prima edizione del Bibliolago Festival è rie e secondarie di 1° stata un banco di prova per le potenzialità che le bibliote - grado dei comuni del Sistema , con la produzione di gio - che, specie riunite in sistema, possono offrire, ma pensia - chi enigmistici simpatici e divertenti. mo anche che questa esperienza abbia tracciato una stra - Con i lavori prodotti è stata organizzata una mostra e da importante per la crescita culturale di tutto il territorio pubblicato un libro-gioco “Il lago enigmistico” , contenen - dell’alto viterbese. te tavole con i giochi enigmistici prodotti dalle scuole par - (Marcello Rossi) tecipanti al concorso. Sul retro delle stesse si apre invece un grande gioco da tavolo, il “Girolago” , ideato da Francesca Rossi, che unisce i vari paesi in un unico terri - Acquapendente-San Lorenzo Nuovo-Bolsena torio e i ragazzi in un unico, comune gioco: si potrà così gareggiare con personaggi storici locali (il medico E’ stato presentato di recente il terzo quaderno di studi Girolamo, la regina Amalasunta, il viaggiatore Defuk, della biblioteca comunale di Castel Giorgio. Si tratta di l’etrusco Tiro, Giulia la bella...) lungo un percorso irto di una ricerca curata dal cav. Enzo Prudenzi dal titolo La domande sulla storia, le tradizioni e l’ambiente locale. viabilità antica nell’Alfina e relativa alle strade Cassia e L’obiettivo è che questo gioco, destinato ai ragazzi da 7 ai Traiana nova, in epoca romana. L’altopiano dell’Alfina è 12 anni ma magari anche ai più grandi e ai loro genitori, un’ampia zona geografica che si colloca a cavallo tra possa essere un modo diverso per stare insieme e scopri - Umbria, Lazio e Toscana, ed interessa i comuni di Castel re il nostro ambiente giocando e scherzandoci sopra. Viscardo, Castel Giorgio e parte di quelli di Ac- (Marcello Rossi) quapendente, San Lorenzo Nuovo e Bolsena. Il lavoro contiene estrapolazioni, relative all’argomento, dalle pubblicazioni di Evaristo Moretti (1925), Edoardo Bibliolago Martinori (1930), Fabiano T. F. Zeni Buchiccio (1970), Festival William Harris (1965), Pietro Tamburini (1990), Arnold Esch (1996) e Paolo Bruschetti (1999). Con la presentazione La presentazione del volume si è tenuta prima a Castel di questa manifesta - Giorgio, dove è stata sviluppata dal dott. Pietro zione la biblioteca di Tamburini, direttore del museo territoriale di Bolsena, e Acquapendente ha successivamente a Castel Viscardo da parte dell’arch. chiuso il primo festival Alberto Satolli, storico e scrittore. In entrambe le circo - dedicato al libro e alla stanze, una performance narrativa ha fatto da corollario lettura denominato all’iniziativa: gli attori Nadia Tizzi e Federico Fagiani Bibliolago Festival : hanno infatti ben raccontato - con lodevole interpretazio - “un’occasione ne - un viaggio sulla consolare Cassia, nell’età romana, d’incontro con i libri, rivisitato anch’esso dall’autore del lavoro Enzo Prudenzi. con chi li legge, li Le dolci musiche del flauto di Rita Graziani hanno com - rilegge, ci studia e ci pletato una formula integrata di cultura, musica e teatro lavora”. L’iniziativa, con finalità di animazione e valorizzazione. organizzata dal (Giuliano Giuliani)

la Loggetta gen-feb 2008 81 dalla Tuscia Vetralla Bonaparte o buonadonna...? Mary Jane Cryan Letizia Bonaparte Wyse

“Portrait group of the Luciène Bonaparte Fa mily” (1815) di Ingres, oggi proprietà del Fogg Art Museum di Harvard

andata all’asta Letizia era una delle oggi proprietà del Fogg della famiglia con gli recentemente pres - nove figlie di Luciano, Art Museum di Harvard. introiti provenienti dalla so la Whyte’s quindi nipote di Napo leo- Letizia ha molti legami vendita di vasi ed altri ÈAuctioneers di ne Bonaparte, ma rimane con Viterbo e la Tuscia, a oggetti etruschi trovati Dublino una collezione di quasi una sconosciuta cominciare dal busto- nei loro terreni. manoscritti appartenente negli annali storici e ritratto di Dupré in Sfortunatamente alla alla famiglia Bonaparte anche nella recente bio - marmo che il visitatore morte di Luciano le pro - Wyse di Waterford. Sono grafia di Luciano la figlia nota appena entrato nel prietà dove poi si scopri - state pagate più di cento - “irlandese” è appena Museo del Colle del rà la tomba François mila euro per la collezio - menzionata. La possiamo Duomo a Viterbo. La erano già state vendute ne di 34 lotti di lettere e vedere ritratta bambina principessina passa la alla famiglia Torlonia. documenti che possono all’età di undici anni con giovinezza tra Frascati, A soli sedici anni Letizia aiutare gli storici a svela - la madre Alexandrine e Canino e le proprietà dei si sposò con il gentiluo - re la vita frenetica di una gli altri fratelli e sorelle Bonaparte nella campa - mo irlandese Thomas delle più irrequiete nel bellissimo disegno a gna di Vulci e Wyse ed il padre le diede discendenti dei principi matita “Portrait group of Musignano, dove i ge - in dote alcuni gioelli di di Canino, Luciano e the Luciène Bonaparte Fa - nitori erano felicissimi di famiglia e la palazzina Alexandrine Bonaparte. mily” (1815) di Ingres, riempire le casse vuote conosciuta come il

la 82 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia

Casino di Viterbo, appe - Hodgdson. ra diplomatica come nobbe come suoi. Il na fuori Porta Fiorentina, Passarono altri tre anni e membro di parlamento e primo fin da adolescente oggi Hotel Nibbio. venne alla luce una figlia, ambasciatore britannico mostrò evidenti segni di Dopo la nascita del che venne chiamata ad Atene. schizofrenia, causata primo figlio di Letizia e Studolmina-Maria, la Ogni tanto i coniugi dalla solitudine sofferta Thomas Wyse, quale, come Letizia, Wyse-Bonaparte si senti - da bambino, mentre il Napoleone, conosciuto aveva un carattere molto vano, ma solo per i vari secondo sarà conosciuto come Nappo, Letizia fu vicino a quello della zia, imbrogli e cause in cui come esperto della lin - accusata (giustamente o la bella Paolina Bona- venivano invischiati gua provenzale e come no?) di infedeltà e rin - parte, principessa anche cardinali e vesco - storico di questa famiglia chiusa nel convento di Borghese. Come la zia, vi. Le richieste di soldi complicata. Santa Rosa per otto mesi, furono conosciute per la da parte di Letizia e i Molto del materiale dal - per riflettere sulle sue loro avvenenza e perso - suoi figli (veri e presunti) l’archivio di famiglia supposte colpe e anche nalità, ma oltre alla bel - tuttavia continuarono. Wyse è adesso nel per assicurare la famiglia lezza avevano una certa Mentre Wyse era amba - museo di Waterford in che non fosse incinta di “leggerezza” morale. sciatore inglese ad Irlanda, ma in passato si qualcun altro. Negli anni che seguirono Atene, Letizia lo diceva che a Waterford Nel 1825, quando uscì la sua nidiata di figli importunò e Stu dhol- non si poteva comprare dalla sua prigione presso aumentò ed in sieme al mina-Marie mandò i un pesce senza trovarlo le suore, partì per compagno di turno e vari conti dei vestiti comprati in cartato in lettere o l’Irlanda insieme al mari - amici girò nei vari paesi usando il suo nome a manoscritti della famiglia to. Arrivati a Waterford, e capitali europee, men - Parigi. Nappo e suo fra - Wyse. Thomas si concentrò tre il marito Thomas tello William sono gli sulla sua vita politica Wyse continuò la carrie - unici figli che Wyse rico - www.elegantetruria.com mentre Letizia, a 21 anni, diede alla luce un secon - do figlio, William. Mentre la carriera di Tho mas cresceva e lui diventava membro del parlamento, il suo matrimonio con Letizia crollava. La bella e stravagante principes - sa diventò un imbarazzo per il marito irlandese per il resto della sua vita, ma lui non divorziò da lei nonostante avesse avuto tre figli da altri uomini. Il brillante ma serio Thomas non bastava per una principessa francese cresciuta nel caldo clima italiano, e nel giro di un anno lei era già a Londra, lasciando a Waterford marito e figli e facendo parlare di sé per la sua vita sregolata e brillante. Tre anni dopo inscenò un suicidio buttandosi nel laghetto di un parco, dal quale venne ripesca - ta da colui che sarà per molti anni il suo amante- convivente, il capitano Studholme John Busto di Letizia Bonaparte

la Loggetta gen-feb 2008 83 dalla Tuscia Caninonews

di Roberto Sèlleri

VII festa del malato e dell’anziano

Sabato 7 giugno, presso l’atrio comunale, si è svolta la VII Festa del Malato e dell’Anziano , organizzata dalla sezione femminile di Canino, una delle due componenti della Croce Rossa. La benemerita associazione di volontari con la sua ragazzi della scuola elementare e della scuola media, dopo componente femminile, ben radicata nel territorio, si è una ricerca storica e una puntuale descrizione dello stato distinta per le numerose opere umanitarie a favore delle della cappella, hanno raccolto dei fondi con i quali inten - famiglie bisognose, degli infermi e degli anziani ed opera dono effettuare degli interventi per restituirle decoro e ac - attraverso una sede, aperta ogni pomeriggio, a cui le per - coglienza. sone possono rivolgersi per ogni necessità. Alla festa sono Un altro progetto riguarda una ricerca realizzata dagli alun - stati invitati tutti gli anziani di Canino che hanno compiu - ni delle classi 3 e 4 B della scuola elementare avente per to 80 anni: si sono presentati in 350, di cui 43 ultranovan - oggetto il suggestivo paesaggio lungo il corso del Timone . tenni. Un applauso sentito è stato riservato ai due di que - Il lavoro, raccolto in una interessante pubblicazione, ha sti, quasi centenari, classe 1909: Ricci Santa e Menichetti prodotto una puntuale mappa delle risorse idriche del ter - Bruno. A tutti è stato consegnato un attestato di partecipa - ritorio e delle attività produttive (frantoi, ferriera, mulini) zione. legate ai corsi d’acqua. Dopo la messa, concelebrata da don Lucio e don Pino, le E per finire il 5 giugno presso i locali dell’Arancera si èsvol - donne della sezione femminile hanno servito un rinfresco a ta la cerimonia di assegnazione della I Borsa di studio tutti i presenti. Inoltre è stata donata un’immagine della “Luciano Bo na parte e il territorio vulcente” riservata agli Madonna che il presidente della Croce Rossa, Antonio alunni delle classi 5 elementare e 3 media dell’Istituto Battisti, ha portato da Medjugorie. comprensivo “Paolo III”, promossa dall’ Associazione cultu - rale Luciano Bonaparte principe di Canino , con il patroci - nio della Provincia di Viterbo e dei comuni di Canino, Cellere e Tessennano. L’Istituto Comprensivo “Paolo III” Gli elaborati degli alunni della scuola elementare sono stati di Canino si apre al territorio raccolti in un fascicolo dal titolo Da alcuni anni l’Istituto comprensivo statale “Paolo III” si “A scuola parlia - sta evidenziando per una particolare attenzione alle proble - mo di Luciano matiche del territorio. Bo naparte”. Col - Un sentito riconoscimento va agli alunni e alle insegnanti legata a que st’u l- che hanno elaborato e realizzato progetti finalizzati alla tima ricerca, è conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico-archeo - stata portata a - logico e ambientale. Iniziative di questo genere consento - vanti da alcune no il raggiungimento di un triplice obiettivo: l’acquisizione classi della scuo la e il consolidamento della metodologia della ricerca, la primaria, nel l’am - padronanza di contenuti curricolari (storia, scienze, geo - bito del pro getto grafia, italiano ecc.) e lo sviluppo di comportamenti atten - Sapere Sa pori , ti e sensibili al territorio, alla sua storia e al suo ricco e una ricerca sui vasto patrimonio. Nel corso dell’anno scolastico, ormai piatti tipici della giunto al termine, abbiamo registrato almeno tre iniziative tradizione, con - degne di menzione. clusasi con una La prima riguarda la Cappella dell’Addolorata o della degustazione, presso la mensa Pietà , un piccolo tempietto collocato sulla strada Castrense scola sti ca, di pie - di cui si hanno scarse notizie. Nel passato, quando il traf - tanze con fe zio na - fico era costituito da pedoni, cavalli e carri, sicuramente ha te se condo le anti - svolto una funzione come luogo per una breve sosta e per che ricette. una preghiera. Oggi l’intenso traffico di questa arteria stra - dale ha determinato il graduale de clino della cappella. I

la 84 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Bagnoregio “... avvelenare l’ostia che Sua Santità dovesse consacrare...” Luca Pesante Il bagnorese D.B. e l’attentato contro la vita del papa

affeo Barberini era il qualche breve cenno anche in quinto figlio di un ricco Pastor. mercante fiorentino. A - Scrive il de Novaes in Elementi di ve va solo vent’anni storia de’ sommi pontefici : “Anno qMuan do entrò nell’amministrazione 1640 - Per avviso segreto fu informa - dello Stato pontificio, ove assunse to Mons. Spada, Governatore di Ro - inizialmente l’incarico di nunzio ma, che una persona era partita per apostolico a Parigi, e all’età di 38 Napoli, ad offerire al Vice Re di far anni, nel 1606, ricevette la berretta morire il Papa, quando perciò gli cardinalizia da papa Paolo V. desse tre mila scudi. Era questi Il periodo di governo di Urbano VIII Tommaso Orsolini Sacerdote di Re - Barberini fu segnato da guerre lace - canati, già segretario del Conte ranti sia in ambito internazionale d’Aglè Ambasciatore di Savoja. che nel territorio italiano. Il pontifi - Scrisse il Governatore a Monsignor cato si aprì (1623) quando la guerra di Gerace Nunzio in Napoli, perché dei trent’anni era in pieno svolgi - osservasse gli andamenti dell’Or - mento. Le operazioni belliche era- solini. Furono contro questi trovati no già iniziate da ben cinque anni e bastanti indizi, onde carcerato e por - si stava per concludere il cosiddet - tato a Roma, confessò che ad istiga - to “periodo boemo-palatino” con la zione di Fra Domenico Bronza, sconfitta dei protestanti e la vitto - Agosti niano di Bagnorea, era andato ria degli imperiali. Urbano VIII, rite - a Napoli per manifestare al Vice Re nendo che la guerra in Europa si un sospetto trattato de’ Principi, col - combattesse ancora per fini di reli - rini attinse a mani basse alle casse legati col Papa ad invadere quel gione, si era schierato con la Fran - dello Stato, sia per favorire i suoi Regno, per ovviare al quale si offeri - cia ancor prima che il Richelieu de- familiari, cui concesse cospicue do- va al Bronza di far morire il Papa, se cidesse di schierarsi contro l’Im- nazioni consentendo arricchimenti gli dessero tremila scudi, ch’egli pero. scandalosi e illeciti, sia per realizza - avrebbe dato al Sagrista di Urbano, Una vicenda ancor più gravosa lo re i numerosi interventi edilizi, civili già inabile, per succedergli nella vide impegnato nella impresa della e militari, che caratterizzarono il Carica, ed allora avvelenare l’Ostia riconquista del ducato di Castro e suo ventennio sulla cattedra di Pie - che Sua Santità dovesse consacrare. , che in quel momento tro. Ciò comportò un dissangua - Se poi non gli succedesse, avrebbe era nelle mani di Odoardo Farnese. men to delle finanze dello Stato che fatto, che il Carcarasio, Spe ziale suo Il ducato di Castro era stato asse - impose il ricorso a numerose ed ele - parente, nel medicare al Papa il fon - gnato da papa Paolo III (Alessandro vate tassazioni che colpivano in par - ticolo, gli ponesse il veleno. In vigo - Farnese) ai nipoti, unitamente a no - ticolare i ceti meno abbienti. re della sua confessione l’Orsolini fu tevoli privilegi fiscali. Appro fit - In un clima di così complesse ten - degradato, ed impiccato agli 11 tando del fatto che i Farnese in quel sioni - politiche, religiose ed econo - Agosto 1640. Il P. Bronza in tanto momento erano fortemente indebi - miche - che coinvolgevano interes - fuggì Apostata da Bagnorea, ma sa - putosi che fosse andato in Venezia, tati presso alcuni banchieri romani, si nazionali ed internazionali, la il papa confiscò tutti i loro beni e e quindi nella Schiavonia, fu preso spregiudicatezza degli attori non a - dichiarò loro guerra. Il ducato di in Trieste, donde condotto in Ra - Castro fu occupato nel mese di ot - veva limiti. At ten tati, cospirazioni, venna, già condannato in contu - tobre del 1641; successivamente congiure contro la vita degli avver - macia, fu per ordine del Papa pro - Odoardo Farnese fu scomunicato e sari erano all’ordine del giorno. E cessato dal Cardinal Legato Fran - il pontefice lo dichiarò decaduto da proprio tra le maglie di queste vi- ciotti, e nel Luglio del 1641 pagò an - tutti i diritti di proprietà e sovrani - cende si ritrova il nome di un per - ch’egli la pena della perversa sua tà, minacciandolo di privarlo anche sonaggio di Bagnoregio. L’episodio intenzione, essendo ritornato il pro - del ducato di Parma e Piacenza. è citato dai princpiali storici della cesso in Roma, e posto nell’Archivio Durante il suo pontificato il Bar be - chiesa: de Novaes, Ranke, Moroni, di Castel s. Angelo” .

la Loggetta gen-feb 2008 85 dalla Tuscia

Nel 1926, il 21 novembre, comparve in seguito “resse il cenobio bagnore - sul Corriere d’Italia , a firma di Decio se l’anno 1624 e seguenti. Fu uomo Cortesi, un articolo su questa di zelo apostolico e di molta elo - vicenda, in cui vengono riprese le quenza [...] dopo di che chiamato solite informazioni (purtroppo fuori di patria fu impiegato per oltre senza indicarne la fonte) ma con 30 anni nel laborioso officio del qualche particolare in più: “Correva magistero, insegnando nei più cele - l’anno 1640 in Roma, in quella bri collegi dell’Ordine” ; infine, con - Roma del XVII secolo così piena di clude il Quintarelli, nel 1659 padre contrasti. In quell’anno viveva il Do menico Brancazi ritornò a sacerdote D. Tommaso Orsolini di Bagnoregio come commissario ge - Re canati [...] scelto dal conte ne rale dei conventi della privincia d’Agliè, ambasciatore del Duca di romana. Sassonia, a suo segretario, provve- Nessun riferimento quindi all’atten - duto di un lauto stipendio a vrebbe gendo secondo una pra tica supersti - tato al pontefice, ed inoltre è evi - potuto viver felice se una colpevole ziosa del tempo una statua di cera dente la discordanza delle date per passione per una donna perduta non che rappresentava Urbano VIII era un’eventuale identificazione delle l’avesse condotto alla rovina [...] Il sicuro d’ucciderlo...” . due figure che rispondono al mede - conte cacciò il suo segretario, il simo nome. Sappiamo infatti che il quale si rifugiò nel convento di S. A - Le notizie riportate dai diversi sto - Brancazi citato dai biografi di go stino, ove strinse amicizia con un rici della chiesa (compreso il Urbano VIII muore impiccato a tal frate Domenico Branza di Ba- Novaes) provengono in gran parte Roma nel 1641, a Campo de’ Fiori. gnorea, cervello torbido, nel quale dal Racconto delle cose più conside - Per concludere, si può dire che la s’agitavano arditi disegni. [...] rabili che sono occorse nel governo maggior parte di questa storia deve L’Orsolini lo pregò d’aiuto e il di Roma in tempo di Mons. Giovan ancora essere scritta. I documenti Branza gli disse che ben volentieri Battista Spada (governatore di su cui si basano le principali rico - l’avrebbe aiutato, s’egli si fosse volu - Roma al momento dei fatti), ove è struzioni (anche quella del to sobbarcare ad un’impresa nella citata la vicenda dell’attentato alla Quintarelli) sono molto esigui e quale era necessaria prudenza ed vita del pontefice, ma con una sin - lasciano aperta la questione sulla figura del frate Domenico Brancazi ardire. [...] L’Orsolini accettò la pro - golare differenza: il nome del di Bagnoregio coinvolto nell’atten - posta e di notte, camuffato da conta - nostro protagonista è qui indicato tato alla vita di Urba no VIII. dino uscì da porta S. Giovanni e come “Domenico Brancaccio da Potrebbe fornire ulteriori elementi imbattutosi in un carretto che anda - Bagnorea Augustiniano” . Molte in - una ricerca indirizzata sul rapporto va a Napoli se ne servì per recarsi in for mazioni sono note riguardo alle tra il frate bagnorese e la guerra quella città. [...] Poco dopo l’Orsolini famiglie bagnoresi dei secoli che opponeva il pontefice e la fami - fece ritorno a Roma. Nel frattempo passati, tuttavia dei Bran caccio , glia Farnese, ed infatti il 1641 è Mons. Spada Governatore di Roma, Bronza o Branza non c’è traccia tra l’anno della morte di fra Domenico avuto sentore che qualcosa si trama - i documenti. ed anche l’anno in cui viene occu - va contro la vita del Pontefice, appe - In realtà è molto probabile che pato il ducato farnesiano di Castro. na l’Orsolini giunse, lo fece im - Brancaccio sia una corruzione del prigionare. Innanzi i giudici dichiarò cognome Brancazi , una nobile d’essersi recato in Napoli solamente famiglia bagnorese estinta sul fi nire [email protected] per isfuggire alla persecuzione dei del ‘700. Nel secolo che interessa la creditori, ma sottoposto alla tortura vicenda in questione ne faceva della veglia confessò che il Bronza parte un Panfilio, notaio attivo dal gli aveva confidato che per mezzo 1650 circa fino al 1663, e Giuseppe, d’un ben affetto del Papa avrebbe nominato anch’egli notaio il 3 trovato il modo d’avvelenare l’Ostia dicembre 1666. colla quale il Pontefice si sarebbe Ma scorrendo le pagine di un im - comunicato dicendo la Messa, e che portante libretto del benemerito se ciò non gli fosse venuto fatto, il Giuseppe Quintarelli, edito a Roma farmacista del Papa che gli curava nel 1887 dal titolo Degli uomini illu - una fontanella vi avrebbe immerso stri bagnoresi dell’ordine agostinia - il veleno. Questi attentati cervellotici no , si trova che il capitolo XV è spesseggiavano parecchio nel seco - dedicato a “P. Maestro Domenico Nelle immagini: lo XVII. Poco prima aveva avuto Brancazi da Bagnorea” . La prima ritratto, busto e moneta luogo quello del Cantini, che tra fig- notizia che lo riguarda è del 1623; del pontefice Urbano VIII

la 86 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia Cellere

Paolo De Rocchi I conti Macchi

È la storia di una importante famiglia che ha avuto un ruolo de terminante nelle travagliate vicende storiche che hanno attraversato un lungo periodo temporale, iniziato nel diciassettesimo secolo fin quasi ad arrivare ai nostri giorni. Tutto pren - de avvio dalla leggendaria figura di Francesco Macchi di Capodimonte, il quale, proveniente da una nobile famiglia di Cremona, arriva nel Lazio per incarico del duca Ranuccio Farnese e assume il ruolo di governatore della città di Castro e capitano delle milizie farnesiane, tra l’altro nel momento storico più critico del ducato, nel quale appunto si preparava il conflitto fra la famiglia Farnese e l’esercito pontificio. Il primo documento che menziona la presenza nel Lazio di Francesco Macchi è il registro parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta in Capodimonte, dal quale si evince che nel 1610 venne celebrato il matrimonio di Francesco Macchi e tale Lucrezia Cagnazzini, appartenente alla medesima parroc - chia. Presso l’archivio storico di Capodimonte sono inoltre conservati numerosi documenti che confermano l’origine cremonese del ramo della famiglia di Francesco, capostipite, a sua volta, del ramo di Capodimonte e Viterbo. Francesco, che nasce quindi a Cremona nel 1575, è un militare divenuto ufficiale farnesiano, che dal matrimonio con Lucrezia ebbe ben dodi ci figli di cui solo Giovanni Maria sopravvisse al padre. Il Macchi morì nel 1669; aveva 94 anni. Sono molti i discendenti del ramo di Capodimonte e Viterbo della fami - glia; per ragioni di spazio ci occuperemo solo di alcuni personaggi, e fra questi i maggiori interpreti di un perio - do storico nel quale hanno inciso profondamente lasciando indelebili influenze sia politiche che religiose.

Vincenzo Macchi nacque a Ca po - che nel periodo del potere tempo - di monte il 30 agosto 1770 nell’antico rale della Chiesa rappresentavano palazzo di famiglia. Fu avviato agli impegni di notevole prestigio e di studi presso il seminario di Monte - estrema delicatezza. Contestual - fiascone, dove li ultimò con notevo - mente venne nominato commissa - le profitto tanto da sostenere giova - rio straordinario per le quattro nissimo dispute pubbliche di teo - Legazioni dell’Emilia Romagna, logia e filo sofia. Seguirono gli studi incarico di notevole livello nel universitari in Roma dove si laureò quale il cardinale Vincenzo dimo - in scienze legali. Papa Pio VII, ap - strò capacità organizzative, vivace prezzandone le doti intellettuali, lo in tel letto, equilibrio ed anche mo - nominò uditore nella nunziatura di derazione. Le competenze a lui at- Lisbona, dove restò fin quando l’ar - tribuite da Gregorio XVI suggeriro - mata napoleonica nel 1808 invase il no il suo trasferimento presso la Portogallo. Rientrato a Roma, gli Legazione di Bologna, dove rimase vennero conferiti dal papa poteri per alcuni anni onorato e stimato straordinari che ne confermarono dai cittadini. Nel 1844 il nuovo papa capacità degne di encomio. Nel 1818 Pio IX lo nominò membro della venne nominato nunzio apostolico com missione per gli Affari di Stato presso la Confederazione Svizzera, e nel 1847 decano del Sacro Col - ma appena due anni dopo assunse legio. A questi prestigiosi incarichi lo stesso incarico presso la nunziatura di Parigi, dove si aggiunse la nomina a Datario di Sua Santità, la trascorse ben otto anni durante i regni di Luigi XVIII e Segreteria dei Brevi apostolici, la Segreteria dell’inquisi - Carlo X. Il 2 ottobre 1826 , rientrato a zione e quella di Cancelliere degli Ordini Equestri. Si Roma, venne promosso cardinale da papa Leone XII e oppose a qualsiasi ipotesi di riforma della Chiesa ammo - destinato, quale legato apostolico, alla provincia di nendo per le possibili conseguenze: la rilassatezza dei Ravenna e Forlì. Il successivo pontefice Gregorio XVI nel costumi, l’ignoranza quale facile fomentatrice degli erro - 1835 gli affidò la Congregazione per la revisione dei conti ri umani, deplorando apertamente la licenza delle opi - e della pubblica amministrazione, oltre alla prefettura nioni. Non molto dopo la nomina Pio IX costituì una della sacra congregazione del Concilio, cariche, queste, nuova Congregazione di Stato con il compito di provve -

la Loggetta gen-feb 2008 87 dalla Tuscia dere alla corretta gestione del governo della Chiesa e di al restauro delle celebri logge di Raffaello, e subito dopo ammodernarne le funzioni. Il cardinale Vincenzo Macchi indusse il papa ad aprire agli studiosi di tutto il mondo la fu quindi un personaggio di primo piano della organizza - biblioteca e gli archivi vaticani. Le biografie di Leone XII zione e gestione delle attività della Chiesa in un periodo ne connotano un carattere difficile ed ostinato che solo storico critico nel quale i moti risorgimentali in atto ten - abilità e pazienza potevano rimuovere. Fra i cardinali, devano a modificarne il ruolo temporale. Passò a miglior po chissimi erano quelli che avevano capacità di influen - vita il 30 settembre 1869 e fu sepolto nella chiesa dei zare il pontefice, e fra questi sicuramente il Macchi. In Santi Giovanni e Paolo in Roma. qualità di cardinale fu Consultore del Concilio e prefetto dei Brevi . Nel 1899 fu nunzio presso la corte bavarese Luigi Macchi nacque il 3 marzo 1832 nel palazzo di dove manifestò indubbie doti diplomatiche. Nel concla - famiglia in Viterbo. Frequentò, in età scolare, il collegio ve del 1903 il cardinale Luigi sostenne la can didatura del Clementino di Viterbo per proseguire poi gli studi al patriarca di Venezia cardinale Sarto che venne incorona - seminario Capranica in Roma, dove successivamente to nuovo pontefice quale papa Pio X. Nel tempo i rappor - frequentò l’università gregoriana laureandosi in legge. Il ti fra il nuovo papa ed il cardinale Macchi si mostrarono difficili, con riferimento ai diversi temperamenti ed an - che alla semplicità del modo di vivere del papa, in evi - dente contrasto con gli splendori rinascimentali della famiglia Macchi. Nelle attività più significative del cardi - nale Luigi vi fu quella della riforma dell’Ordinamento vaticano, vale a dire l’insieme delle norme che conserva - vano ancora una impronta medioevale tipica del potere temporale. Per questa impegnativa opera si avvalse della collaborazione di suo fratello, conte Vincenzo, il quale lo sostenne nel definire il nuovo ordinamento che vige quasi interamente ancora ai nostri giorni. Fu, tra l’altro, un amato benefattore verso i poveri, che soccorreva pre - valentemente con mezzi propri, e per le opere di recupe - ro di chiese e monumenti sacri. La casa del Macchi era frequentata da influenti uomini politici dell’epoca (regno d’Italia) poiché egli apparteneva ad una scuola politica influente e conciliante. Era favorevole ad una intesa con lo Stato italiano onde dirimere ogni divergenza e nego - ziare con equità i reciproci interessi. Il cardinale Luigi condusse, tuttavia, una esistenza semplice e spartana: dormiva in un lettino in ferro ed in una stanza disadorna. Morì nel suo palazzo dell’Ara Coeli in Roma a 75 anni. Era il 30 marzo 1907.

Vincenzo Macchi nacque a Roma il 28 ottobre 1866. Negli anni della scuola e poi dell’università seppe distin - guersi come elemento di notevole intelligenza e di apprezzabile profitto che lo portò a risultati eccezionali suo corso di studi fu brillante e sollecito dimostrando un nella sua preparazione culturale. Iniziò la sua carriera carattere deciso, notevole intelletto e tenace volontà. diplomatica presso il ministero degli Esteri come segre - Nel 1859 venne ordinato sacerdote presso il Collegio tario di legazione e, dopo diversi altri incarichi, venne Romano iniziando giovanissimo la sua rapida e fortuna - inviato presso la legazione italiana di Buenos Aires. ta carriera quale addetto alla Segreteria di Stato. Dopo soli due anni tornò a Roma presso il ministero, Ovviamente la presenza dello zio cardinale Vincenzo dove diventò capo di gabinetto del sottosegretario agli favorì l’inserimento di Luigi nella carriera ecclesiastica, esteri conte d’Arco. Con la stessa mansione assiste il tant’è che nel 1878, in qualità di Maestro di Camera di nuovo sottosegretario Bonin fino a quando nel 1898 S.S. Pio IX, assistette il pontefice nel suo sereno trapasso tornò in Argentina come incaricato di affari e segretario e ne curò le esequie. Seguirono numerosi ed importanti di Legazione. Nel 1903 venne inviato all’ambasciata incarichi fra cui quello di Amministratore del palazzo d’Italia a Washington col grado di primo segretario ed apostolico e Maggiordomo del nuovo pontefice Leone ambascia tore reggente in assenza del titolare, barone XIII, che lo nominò cardinale nel concistoro dell’11 feb - Mayor de Planches. Nel 1904 tornò nuovamente in Italia braio 1889. Nelle sue nuove funzioni il cardinale Luigi quale capo di gabinetto dei ministri degli Esteri Tittoni e Macchi si di mostrò attivissimo e di rara competenza: Guicciardini. Tornò ancora a Buenos Aires nel 1906 riordinò l’archivio ed i musei vaticani dando attuazione (dove cinque anni prima aveva contratto matrimonio) in

la 88 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia

vano funzione di sostegno alla nostra immagine ed ai nostri interessi. Le qualità diplomatiche di Vincenzo Macchi emersero sul piano internazionale alla fine della prima guerra mondiale quando i vincitori si sedettero al tavolo della conferenza per il trattato di pace deI 1919. Quello che avvenne in tale ambito è storia nota, ma quel - lo che condusse agli accordi fra le parti fu un prezioso lavoro svolto dalla diplomazia “dietro le quinte”, di cui l’opera di Macchi fu intensa, difficile ed essenziale: incontri, contatti, trattative congiunte e riservate, conci - liazioni su interessi contrapposti e quanto altro fu neces - sario alla definizione del trattato di pace. Che fu una atti - vità frenetica e massacrante per l’Italia e per l’am - basciatore Macchi, lo testimonia nelle sue memorie il ministro Crespi. Macchi tornò al suo posto a Washington il 4 luglio 1919. Il 20 ottobre dello stesso anno, dopo breve malattia, passava a miglior vita con gli onori del governo americano che provvide al trasferimento della salma in Italia con l’incrociatore North Dakota . E’ sepolto a Roma nella tomba di famiglia al cimitero il Verano.

I Celleresi, a ragione, si domanderanno: cosa c’entra tutto questo con Cellere? Il pontefice Pio IX con Breve del 4 maggio 1858 concedeva ad Oreste Macchi (1797- 1878) il titolo di conte , costituendo in contea le terre delle castellanìe di Cellere, Tessennano e Pianiano, ed appog - qualità di ambasciatore, nel quale ruolo profuse perso - giando il titolo al predicato di Cellere . Tale titolo fu con - nali energie ed influenti conoscenze per mitigare il clima ferito al titolare ed alla discendenza maschile primogeni - di ostracismo che la popolazione locale nutriva per i ta. Per la verità i Macchi non assunsero mai la residenza nostri emigranti. Nel 1910 il governo argentino, con il in Cellere. Tuttavia per il disbrigo delle attività locali e pretesto di provvedimenti di natura igienica bloccò con per l’amministrazione del patrimonio si appoggiavano ai un decreto, peraltro contrario alla convenzione sanitaria locali della locale Rocca Farnesiana. internazionale, l’emigrazione proveniente dall’Italia. L’azione del Macchi fu tempestiva ed efficace sia sul governo argentino che su quello italiano fino alla ripresa di normali rapporti fra i due paesi. Fu questa una opera - zione volta a valorizzare e tutelare il lavoro italiano anche quando di offerta scarsamente qualificata. Nel 1911 tornò a Washington come ambasciatore del regno d’Italia per svolgere una mansione dalla forte connota - zione politica: favorire l’emigrazione italiana negli Stati Uniti e costruire solidi contatti commerciali con un paese esportatore di quelle materie prime necessarie alla nostra industria di trasformazione. Quando scoppiò il primo conflitto mondiale, nel 1914, l’America riteneva che questo fosse un problema esclusivamente europeo. Giunse l’ottobre del 1917, quando Caporetto stava decre - tando la vittoria degli austro ungarici. Il Macchi, in stret - ta sintonia con il governo italiano (presieduto da Nitti), giocò la sua parte affinché gli Stati Uniti si decidessero per l’intervento nella guerra. Certo, l’ambasciatore Macchi non fu il solo ad auspicarlo e volerlo con forza, Ringraziamo vivamente il sig. Giuseppe Cerioni che ha voluto fornirci la docu - ma certamente diede un contributo risolutivo ad inverti - mentazione necessaria alla redazione di questo articolo. Ci auguriamo di poter re il corso degli eventi. Molte furono le iniziative condot - far seguire un ulteriore articolo riguardante Il Codice Cellerese (Cellere Codex) te dal Macchi in terra d’America, talvolta finanziate e custodito in originale presso la Pierpoint Morgan Library di New York. Trattasi del libro di bordo o rapporto di bordo dell’ammiraglio Giovanni da Verrazzano supportate anche con mezzi personali; tra queste durante il suo viaggio verso le “Indie” nel quale approdò nell’isola di Manhattan l’organizzazione di due uffici a New York e Chicago che (oggi New York) dove realizzò il primo insediamento umano. Questo documen - agendo sui nostri emigrati e sulla stampa “amica” svolge - to fu ritrovato nel 1909 negli archivi dei conti Macchi in Roma.

la Loggetta gen-feb 2008 89 dalla Tuscia Ischia di Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione: Castro una Beata a casa nostra Angelo Alessandrini corre a casa davanti allo spec - chio per ammirarsi. E le acca - de allora il fatto importante on la solenne liturgia che dà una svolta decisa alla propria di queste ceri - sua vita. Lo raccontò Isabella monie, il 3 maggio Baldeschi, educanda della Cscorso nella basilica di scuola pia delle monache, al San Giovanni in Laterano a processo testimoniale davanti Roma è stata beatificata la fon - al vescovo di Acquapendente: datrice dell’ Ordine delle “Nelle occasioni in cui la Adoratrici Perpetue del SS. Serva di Dio vedeva noi Sacramento , Madre Maria ragazze un poco studiose nel - Maddalena dell’Incarnazio ne, l’abbigliarci, facevaci il che fece della sua vita una racconto da me po c’anzi rife - non comune e totale donazio - rito [circa la relazione con il ne a Dio ed alla missione affi - giovane sorrentino] e, nella datale, in mezzo a gravi diffi - sua semplicità e per disto - coltà e contrasti, affrontati glierci dalle vanità del mondo, con fede e virtù eroiche. aggiungeva l’avvertimento di L’evento, di frequente ricorren - essere noi piuttosto amanti di za nella Chiesa, è stato per Gesù Crocifisso; e così comu - Ischia di Castro eccezionale, nicò a noi quanto le avvenne poiché la Beata si può dire nello specchio. Disse pertanto che è di qui, avendo vissuto che un giorno era innanzi allo per quasi 20 anni, dal febbra - specchio per vedersi abbiglia - io del 1788 al maggio del ta, e vide in luogo della pro - 1807, nel monastero dei santi pria immagine quella di Gesù Filippo e Giacomo, delle ter - Crocifisso col capo chino e ziarie francescane, luogo della tutto pieno di sangue. Le sua consacrazione religiosa e parlò il crocifisso Signore e le della ispirazione a fondare un ingiunse di prendere lo stato nuovo ordine religioso. Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione (tela della metà del XX sec.) religioso. Tale visione le Caterina Sordini - così si chia - rimarrà sempre viva nella famiglia: “Erano di una onestà sposare un giovane di mava al secolo - era nata a mente ed, in considerazione Porto Santo Stefano, allora specchiata e di una grande Sorrento, Alfonso Capece, piccolo centro di pescatori di pietà. Esercitavano la merca - commerciante maritti - non più di 600 abitanti nella tura dei coralli, possedevano mo, e quindi conside - vicina Toscana, il 16 aprile dei beni stabili e dei basti - rato un buon partito. 1770, da “genitori facoltosi, e menti per il trasporto di Caterina non si sente molto divoti del Sagramentato cereali e di tonni. Ma quel portata al matrimonio, Signore, specialmente il patrimonio non era soltanto ma, per accondiscen - padre, che spesso soleva loro: anche dei poveri. Il dere al desiderio del farLo esporre a pubblica Sordini era un grande elemo - padre, accetta da venerazione” , come scrive, nel siniere e la sua donna potreb - Alfonso i gioielli di libro “Perpetue Adoratrici di be chiamarsi oggi una dama fidanzamento. Con Gesù nel Divin Sacramento di beneficenza. Sul letto di questi un giorno, tutta dell’Altare” (1829) il sacerdo - morte lasciò al figlio Giovanni agghindata e sprizzan - te ischiano don Giovanni un vivo ricordo: fare sempre te felicità, va in chiesa Antonio Baldeschi, direttore la carità” . per mettersi in mostra spirituale e confessore della Non c’è che dire. In quel nido alla gente vicino all’ac - Madre, “uomo di grande spiri - caldo di affetti e di buoni sen - quasantiera. Il padre la to, sacerdote pio e dotto” , timenti la piccola Caterina cre - cerca e, trovatala, la come lo definisce don Eraclio sce bene, esuberante e a volte rimprovera aspramente Stendardi. anche piuttosto irrequieta. A per mortificarne la Un altro biografo della Beata, sedici anni è una bella ragazza vanità; ma la ragazza Gaetano Renzetti, dice della ed il padre - allora usava così è talmente presa e La visione dello specchio - le mette davanti per farglielo compiaciuta di sé, che

la 90 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia di tale visione, appena creata questa nuova fondazione in ciò si sarebbe realizzato, per - tà la chiamano. La sofferenza Ab badessa nel monastero di tempi così contrari - è l’anno ché consapevole che l’Opera è è grande per le calunnie, le Ischia, introdusse l’uso di della rivoluzione francese ed il voluta da Lui, che le ha scon - inimicizie, i dispetti. “Ma nella portare al petto il Cro cifisso secolo della esaltazione della volto la vita. A lei non resta sua umiliazione - scrive il Gori in ottone su croce di legno, Ragione fino al delirio di onni - che collaborare, nei limiti alla luce dei documenti pro - avente il capo chino; e sinché potenza e alla soppressione di della natura umana, affinché dotti nel processo di beatifica - ella visse, mandò da Roma a conventi e comunità religiose il disegno di Dio divenga real - zione - procurò di attendere quelle monache i crocifissi in già esistenti - sembrerebbe un tà” . I miracoli della fede, che sempre più all’osservanza di quella forma” . controsenso... Scrive a com - riesce ad illuminare e sostene - quelle virtù che la rendessero Dopo quel fatto, l’addio al mento Nicola Gori nel suo re il “corto vedere” della più cara a Dio e meritevole di mondo per una vita di ritiro e interessante libretto sulla mente umana. quelle grazie che le abbiso - di preghiera è la risposta gene - Beata, intitolato “Una luce E intanto per la giovane suora gnavano per resistere alle rosa ed irrevocabile di nella Chiesa” (Edizioni San si prospettano giorni di dura fiere tentazioni da cui veniva Caterina. Con sigliata dai padri Paolo, 2004): “Queste sono le pro va. Svolge nel monastero il spesso assalita e tormentata” . passionisti dell’Argentario, che vie a noi sconosciute tracciate compito di infermiera e di Tentazioni e prove non nuove ben conoscevano Ischia per le da Dio. Possiamo immaginare sacrestana, ma non gode della nella vita dei santi, come quel - loro frequenti predicazioni e lo stupore di Madre Maria stima e dell’affetto di molte le della umanissima e grande per il grande zelo profuso in Madre Teresa di Calcutta, o di quegli anni da San Paolo della uno straordinario Giovanni Croce nella co struzione della Paolo II, di un don Bosco, di nuova più grande chiesa un San Francesco d’Assisi, di arcipretale di San t’Er mete, nel un Padre Pio, a cui dovettero febbraio del 1788, resistendo bruciare di più le ferite procu - agli ultimi tentativi del padre e rate al suo spirito da “fuoco del fidanzato per dissuaderla, amico”, che non le stimmate entra nel monastero dei Santi nelle mani. Anche laicamente, Filippo e Giacomo e, dopo otto questi esempi di totale dedi - mesi di prova, veste l’abito zione alla “causa” fino al mar - monacale delle terziarie tirio di sé nell’accettazione e francescane col nome di Maria nel silenzio non possono non Mad dalena dell’Incarnazione . destare ammirazione e rispet - Nella vita della giovane novi - to. zia, un secondo fatto straordi - E’ di fondamentale importanza nario accade il 19 febbraio del e sostegno per la giovane 1789, ad un anno appena dal suora il suo confessore don suo in gresso nel monastero. Baldeschi, che la guiderà nel Mentre è intenta a fare le percorso spirituale e la assiste - pulizie del re fettorio, passa di rà nella fondazione dell’ Opera lì la badessa, che le dà un dell’Adorazio ne Perpetua , fino pezzo di pane per la colazione. sul letto di morte. Appena lo assaggia, sulla Nel convento cresce intanto la parete bianca della stanza le stima della comunità per suor appaiono in visione vergini Maria Maddalena, che il 20 adoranti il santissimo sacra - aprile del 1802 viene eletta men to. Nell’estasi, Dio le badessa. Se ne dichiara pian - manifesta il desiderio che gendo indegna e incapace: fondi un ordine religioso per accetterà l’incarico solo per l’ adorazione perpetua e le obbedienza. rivela il futuro riguardante Nell’aneddotica della Beata si l’ordine stesso e gli sconvol - racconta di fatti straordinari e genti avvenimenti della rivolu - La visione del giovedì grasso (tela del XIX sec.) di guarigioni avvenute per zione francese e della vicenda intercessione della Madre, che napoleonica, dell’esilio del pa - Madda lena di fronte alla sue consorelle. fecero parlare di miracolo e le pa e del suo stesso esilio a richiesta del Signore, lei L’incomprensione, o la gelosia, procurarono la fama di santa. I Firenze. Riavutasi, racconta povera monaca di un mona - si annidano talvolta an che nei tempi erano difficili ed il tutto alla madre badessa, che stero della estrema provincia luoghi più impensati. Quelle monastero mancava quasi di le impone per obbedienza di dello Stato Pontificio, sen za visioni estatiche, quelle fre - tutto, anche del la farina per mantenere il segreto: solo al mezzi materiali necessari per quenti allusioni profetiche dei fare il pane. Un segno di croce suo confessore potrà rivelare il raggiungimento dello scopo; suoi discorsi, sono considerate sopra la poca farina e tre Ave l’accaduto. eppure, lei si fida, si affida a debolezze della mente, frutto Maria recitate in ginocchio con Ad una riflessione puramente lui e attende con pazienza e della vanità di una “sciocche - le tre sorelle addette al forno, umana, la richiesta divina di in preghiera il giorno in cui rella” , come molte in comuni - faranno crescere la pasta e

la Loggetta gen-feb 2008 91 dalla Tuscia cuocere pane sufficiente per buoni uffici del cardinale 1800, ma Madre Maria nelle gerarchie ecclesiastiche: quattordici giorni alle venti - Castiglioni introdusse don Maddalena, al confessore che il vescovo di Acquapendente quattro monache, cinque edu - Michelangelo Calmet, arciprete la frena pregandola di stare mons. Pierleoni, ed il papa Pio cande, due serve e il casiere. di Ischia di Castro, negli con i piedi per terra, risponde: VII. Nel già citato libretto di Nicola ambienti del sovrano, con una “Non voglio farla io l’opera, Scrive per il nuovo ordine le Gori si legge che “di un fatto lettera della Madre. Carlo ma il Si gno re lo vuole. Gesù Costituzioni , che sono appro - miracoloso fu protagonista Emanuele non solo inviò una provvederà per quanto ci biso - vate dalle autorità ecclesiasti - anche il Cardinale Castiglioni, bella somma di danaro, ma gna. Lei non ci pensi!” . La che, e il 31 maggio 1807 il quale, nell’autunno del volle personalmente conoscere sua è la cocciuta determina - parte per Roma per fare la 1806, trovandosi ad Ischia in la Madre. Il 21 no vembre del zione dei santi, fondata su una fondazione con due consorelle, villeggiatura, ebbe un attacco 1803 il sovrano venne a fede senza limiti, che le fa dire alcune giovani, il ve scovo, il di gotta al piede, che gli pro - Ischia, dove fu ospite del car - con serafica semplicità di confessore Baldeschi e la curava dolori tremendi. Un dinal Castiglioni. Il giorno giorno, don Baldeschi entra in seguente andò a far visita alle camera del Car dinale con un suore ed incontrò Madre Maria purificatoio, che Madre Maria Maddalena. Tanto rimase col - Maddalena gli aveva dato, pito il pio re dalla bontà dei dicendo di recitare alcune modi e dalla lungimiranza preghiere in onore della delle sue parole, che lasciò Santissima Trinità e di sten - una cospicua offerta per i derlo sulla parte malata che bisogni del monastero, del sarebbe guarita; dopo due quale poi fu sempre un munifi - giorni, così avvenne. Il co benefattore. Anche sua Cardinale Castiglioni, in segno moglie, la principessa Maria di riconoscenza, per trenta Clotilde, vivamente ammirata scudi, fece eseguire dei lavori della ricchezza e profondità di dividendo il locale della vita interiore della comunità, sacrestia dal confessionale” . fece dono alla Madre di un Altre storielle hanno il gusto e suo abito indossato una sola il sapore tipici dei fioretti di volta, che le suore conservano San Francesco, come quella ancora con amore come pre - delle galline rimproverate e zioso ricordo. Nel pianerottolo messe a di giuno fino a che del monastero, sotto il ritratto non fecero le uova, o l’altra di del re si può leggere la lapide mastro Zuzzurro che, calato commemorativa dell’evento all’interno del pozzo del chio - con la seguente epigrafe: “Sia stro per ripulirlo, ci cadde den - sempre in tutti i giorni del - tro e riuscì a risalire sano e l’anno per noi il più felice, il salvo solo per l’intervento della più fausto il dì XXI Novembre Madre. Di questi suoi poteri del 1803, in cui, ricorrendo taumaturgici ella faceva sem - la festa della Presentazione di pre riferimento alla potenza di Maria Vergine al Tempio, Dio, che attraverso la sua Carlo Ema nue le IV, Re di intercessione veniva in soccor - Sardegna, presentossi in que - so di chi aveva bisogno. E non sto sagro ritiro di vergini per mancava di aggiungere, con riempirlo non solo della reli - Le prime due “messicane” del 1989: suor M. Maddalena e suor M. del Rosario santa astuzia, che anche il giosa sua maestà, ma per col - monastero ave va tanto biso - marlo pur anche de’ regi suoi gno della generosità della benefizi. La pietà, la munifi - avere “Uno con tanto di signora Margarita Castiglio ni. gente. cenza, la religione di tanto borsa, il quale le dava tanti Così racconta don Baldeschi la Un illustre benefattore del monarca sarà ad eterna denari che voleva” . Le sono partenza da Ischia: “Il distac - convento fu il re di Sardegna memoria de’ posteri” . vicini nella Fondazione i suoi co da quel Monastero fu dolo - Carlo Emanuele IV di Savoia, Ed intanto che la badessa “angeli custodi”: don Giovanni rosissimo per tutte, ma ognu - che, perso il regno per la bufe - provvede alla sopravvivenza Antonio Baldeschi e don na si rassegnò a tutto quello ra napoleonica, si era rifugiato del suo monastero in tanta Michelangelo Calmet a Ischia; che voleva Iddio. La gente del a Roma. L’idea di ricorrere a povertà, non dimentica la mis - mons. Mario Baldeschi ed il paese si radunò in quell’istan - lui deve essere stata di don sione affidatale nella visione cardinale Casti glioni a Roma. te, e con la tenerezza del loro Baldeschi, che, tramite il fra - del giovedì grasso di fondare La Provvidenza le fa trovare un cuore le videro partire alla tello mons. Mario, “primo l’ Adorazione Perpe tua del facoltoso benefattore nell’am - volta di Roma... La Madre, minutante” presso la segreteria Santissimo Sacramento . Non basciatore di re Carlo IV di prima di partire per Roma di Stato vaticana poi nunzio potevano esserci tempi peggio - Spagna a Lisbona, il marchese promise alle consorelle che il apostolico a Madrid, con i ri di quel primo decennio del Ne grete, e due grandi amici suo cuore si sarebbe sempre

la 92 Loggetta gen-feb 2008 dalla Tuscia incontrato con loro ai piedi di pri ma, la portoghese Das così disponeva sopra di lei, San Rocco. Nel 1743, morta Gesù Sacramentato” . Minas poi - spiegano, forse, la forse per una maggiore purifi - la Baciocchi, da religiosa suor Alloggiano per circa un mese larga diffusione dell’Ordine cazione dell’anima sua per Maria Caterina della Croce, il presso le suore agostiniane di nell’America Latina, particolar - dargli poi un premio grande vescovo di Acqua pen dente Santa Lucia in Selci, per tra - mente nel Messico. nel Paradiso dopo la sua dette incarico a suor Lilia sferirsi poi l’8 luglio 1807 nel L’opera della Fondazione va morte” . La Madre sente pros - Maria del SS. Crocifisso di fon - convento dei SS. Anna e finalmente verso il compimen - sima la meta del suo impe - dare il monastero, che prese il Gioacchino alle Quattro to. Il 12 maggio 1818 la gnativo viaggio terreno e chie - nome dei Santi Filippo e Fontane, dove ha inizio Madre e tre consorelle emetto - de che le portino in cella un Giacomo, secondo la regola l’esposizione e l’adorazione del no la professione religiosa tamburello ed il cembalo per delle terziarie francescane. Nel santissimo sacramento. A come Adoratrici Perpetue e cantare la gioia della sua 1798 le suore cessarono diciotto anni dalla visione, dopo qualche mese, al termi - ricongiunzione a Dio. Con la l’impegno educativo per diven - l’opera è compiuta. Le mona - ne dell’anno di prova, la emet - camicia più logora, per lascia - tare contemplative con clausu - che avrebbero osservato la tono anche dieci giovani novi - re quella nuova alle consorelle, ra vescovile. Per Regola di Sant’Agostino con zie. Resta la formale approva - e in perfetta povertà serena - l’insegnamento, al loro posto Costituzioni proprie, adatte zione della Santa Sede, che mente spira il 29 novembre nel dicembre 1797 erano all’adorazione perpetua, scritte giunge con breve apostolico il 1824. venute le prime due maestre dalla Madre. 22 luglio del 1818, giorno del Scrive don Eraclio Stendardi pie . Coll’occupazione napoleonica com pleanno della Madre. Alle nel suo “Ischia di Castro- Anche il monastero di Ischia di Roma anche la vita del religiose, 14 in tutto, vestite di Memorie Storiche” (1969): subì la soppressione napoleo - monastero di Sant’Anna è una tunica bianca con lo sca - “Nel Monastero d’Ischia la nica nel 1810, ma nel 1814 disturbata e turbata da gravi polare rosso ed il mantello Madre si preparò e formò alla poté riaprire e riprendere la fatti: l’arresto di don bianco per le celebrazioni grandiosa missione, alla propria attività. Baldeschi, le perquisizioni al solenni, Madre Maria quale, anima eucaristica, il Le suore, pur vivendo nel convento e le persecuzioni Maddalena assegna il turno di Signore misteriosamente la nascondimento e nella pre - fatte alla “profetessa d’Ischia” , adorazione, secondo la Regola chiamava...” . ghiera, erano molto amate come è indicata la Madre nei che è ancora oggi in vigore. Del monastero d’Ischia, per - dalla gente del paese, che rapporti della polizia, la chiu - Nel 1822 le suore di clausura tanto, sarà interessante trac - numerosa frequentava la sura del monastero e l’ordine, del monastero di Sant’Anna ciare una breve storia, riman - “chiesa delle monache” ed nel luglio del 1811, di tornar - sono 23 e sette le converse. dando chi volesse saperne di affollava il parlatorio per far sene non ad Ischia, ma a Ma nuove prove sono in arrivo. più alla sopra citata opera visita, chiedere consigli e pre - Porto S. Ste fano, suo paese di Dicerie ed insinuazioni spingo - dello Stendardi ed al volumet - ghiere, portare doni e regali in origine. Inizia un vero e pro - no l’autorità ecclesiastica ad to di Giuseppe Gavelli, “Ischia natura per il sostentamento prio esilio, che la Madre accet - effettuare ispezioni e controlli di Castro e le Scuole Pie della Comunità, numerosa e ta con rassegnazione e fede nel convento, durante i quali è Femminili di Santa Lucia bisognosa di tutto. Cogli anni, incrollabile. Nel paese natale e smascherata la menzogna dei Filippini” (1997), oltre che a però, le vocazioni diminuivano poi a Firenze, dove è costretta maldicenti e, per contro, emer - pubblicazioni e opuscoli dispo - ed il numero delle suore si ad andare ed a restare, con - ge l’altissimo profilo della vita nibili presso il monastero dei assottigliava, tanto che si trollata dalla polizia, per circa spirituale nel monastero. Santi Filippo e Giacomo di cominciò a pensare ad una tre anni, la sua condotta di “Eminenza, io le augurerei Ischia di Castro. fusione coll’ Ordine delle vita e la paziente sopportazio - che avesse altro Monastero L’edificio fu fatto costruire nel - Adoratrici Perpetue del SS. ne di sofferenze ed umiliazioni simile a quello delle l’arco di tempo dal 1715 al Sacramento , col quale c’erano eccezionali, fanno diffondere Adoratrici...” , riferisce l’abate 1720, ad uso di scuola fem - legami, si può dire, di sangue tra la gente comune, come Canali al cardinale Della minile e di abitazione per le e rapporti mai interrotti. Nel negli am bienti dell’aristocrazia Genga, il futuro papa Leone maestre, dalla signora 1959 iniziò l’adorazione euca - nobiliare, la fama di santità XII, piuttosto prevenuto dalle Margherita Baciocchi, maestra ristica quotidiana e il 2 febbra - della Madre e di un suo parti - false informazioni. di Pitigliano, ma residente ad io 1973 fu emesso il decreto colare carisma. Finalmente nel La salute della Madre, messa Ischia, coll’autorizzazione e di fusione. Il 29 settembre marzo del 1814 può far ritor - a dura prova durante gli anni l’aiuto economico del ve scovo 1973, festa di San Michele no a Roma e il 13 luglio nella dell’esilio, è minata da un di Acquapendente mons. Arcan gelo, le poche suore del chiesa di Sant’Anna è nuova - male che la fa molto soffrire Recchi e dell’amministrazione convento deposero l’abito delle mente esposto il SS. nel corpo e nello spirito. “Poco comunale. Fu chiamato francescane e rivestirono quel - Sacramento. o nulla mangiava - scrive don Conservatorio di Santa Maria lo delle adoratrici perpetue, Un’altra grande benefattrice Baldeschi - e passava quasi della Misericordia e di Santa per continuare a vivere “in intanto appare all’orizzonte, la tutte le notti senza mai poter Caterina da Siena . Pur conti - unum” nella sua genuina lim - ricca marchesa portoghese prendere sonno. Soffriva nuando l’attività di educazione pidezza lo spirito eucaristico Das Minas, che fa all’Ordine ancora soffocamento di gola, delle ragazze del posto, dopo della loro madre Maria un lascito destinato ad assicu - e tanti strapazzi nella vita, qualche anno la Baciocchi e le Maddalena dell’Incar na zione. rargli la sopravvivenza nel che gli cagionavano atroci sue compagne decisero di riti - Fu assicurata così la futuro. dolori, e non vi era altro rime - rarsi in clausura, come terzia - sopravvivenza al monastero Queste conoscenze e supporti dio di quello, che rassegnarsi rie dell’ordine dei Servi di d’I schia, poiché sarebbe potu - iberici - lo spagnolo Negrete alla volontà di Dio, il quale Maria , i frati del convento di ta venire nuova linfa dai molti

la Loggetta gen-feb 2008 93 dalla Tuscia monasteri del nuovo Ordine sparsi in tutto il mondo. Subito dopo, infatti, vennero in aiuto e sostegno delle sorelle france - scane e contribuirono alla cre - scita del “nuovo carisma” Madre Maria Vincenzina, da Monza, superiora per anni; Suor Maria Giuliana, da Seregno, economa; Madre Maria Paola, da Oristano, superiora per anni; Suor Margherita Maria, da Cagliari. Queste prime suore sono anco - ra ricordate con gratitudine e riconoscenza nel monastero. Un nuovo avvenimento, peral - tro, si preparava ancora per il monastero di Ischia. Le voca - zioni continuavano purtroppo a mancare e le monache, rimaste in poche, chiesero aiuto al Mes sico, da dove giunsero in Italia il 23 dicem - Dal Messico all’Italia, con il vescovo Tagliaferri e don Tito Monanni. bre 1989 Suor Maria La Comunità nel 1992 Maddalena e Suor Maria del Rosario, della Comunità di Cotija. Il 5 gennaio 1990, accompagnate da Madre M. Elena Ponzini del monastero di Roma, che rimase due anni con loro, entravano a far parte della Comunità di Ischia. Nel 1992 la Federazione Italiana Adoratrici, d’accordo col vescovo di Viterbo mons. Fio - rino Tagliaferri, ritenne neces - sario affiancare alle due, altre sorelle del medesimo mona - stero messicano. Partirono per Co tija le due suore messicane accompagnate dal loro cappel - lano, don Tito Monanni, e ritornarono con altre cinque sorelle. Oggi la comunità è composta di dodici suore, delle quali dieci vengono dal Messico. L’auspicio di tutti è che ad esse si possano aggiungere presto giovani forze nuove per ischiani, con le autorità e la dentro il monastero, dove, al cura del comune, ha scritto la il convento, che si apre a chi banda cittadina. La settimana suono della banda, la gente ha badessa, madre Maria desideri passarci qualche gior - dopo, l’11 maggio, nel duomo festeggiato fino a sera. Dal Dolores: “In questo piccolo e no, o per una semplice visita si è svolta una solenne ceri - Cielo, la presenza della Beata umile Monastero di Ischia di di conoscenza. Le suore monia con la presenza del aleggiava protettrice sul chio - Castro, Dio ha voluto rivelare risponderanno al numero vescovo di Viterbo mons. stro, “che solo amore e luce un progetto d’amore per 0761.425029 o anche per Lorenzo Chiarinelli e della ha per confine” , direbbe l’umanità”: il progetto di testi - posta elettronica MSFGA1@ Comunità delle Adoratrici. Dante. Com pendiando effica - moniare la presenza viva di Virgilio.it Subito dopo, un lungo corteo cemente il significato profondo Gesù nel mistero eucaristico, A Roma, alla cerimonia di di popolo con le autorità citta - dell’evento, particolare per missione e carisma dell’ Ordine Beatificazione del 3 maggio, dine ha affettuosamente Ischia, in un bell’opuscoletto delle Ado ra trici Perpetue del erano presenti numerosi accompagnato le suore fin fatto uscire per l’occasione a Santissimo Sacramento .

la 94 Loggetta gen-feb 2008 CENTRO OTTICO DE SANTIS OTTICA - ORTOTTICA - LENTI A CONTATTO PROTESI OCULARI - MAPPA CORNEALE

E HIAL OCC O 1 LET ) OMP lenti C ra + ntatu E (mo RTIR A PA RO VITERBO 9 EU DA 3 Piazza del Plebiscito, 4 Tel. 0761.307685 VALENTANO Piazza Cavour, 20 Tel. 0761.453000 Via Cordelli Scossa, 83 01025 Grotte di Castro - Viterbo Tel. 0763.796029 - 798177 - Fax 0763.797230 - email: [email protected]