Il Destino Politico Di Ippolita Maria, Secondogenita Del Duca Di Milano

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Il Destino Politico Di Ippolita Maria, Secondogenita Del Duca Di Milano 2-veronica_0Syrimis 12/19/12 2:23 PM Page 27 LA CreAzIoNe DI uNA FIgurA PoLITICA : L’ eNTrATA IN NAPoLI DI IPPoLITA MArIA SForzA VISCoNTI D’A rAgoNA , DuCheSSA DI CALAbrIA .* VeroNICA MeLe Riassunto : Il momento più alto di elaborazione e manifestazione dell’im - magine pubblica di Ippolita Maria Sforza, duchessa di Calabria, si rea - lizzò in occasione del viaggio che nell’estate 1465, da Milano a Napoli, doveva condurla sposa ad Alfonso d’Aragona. Il lungo itinerario attra - verso quasi tutti gli stati della Penisola fu caricato sia da parte sforzesca che aragonese di molteplici valenze politiche, collegate alle relazioni tra il ducato e il regno, così che l’imponente corteo che scortò Ippolita si con - figurò come una vera e propria ambasceria con la missione di rinforzare l’asse Napoli-Milano. Ma quella che doveva essere un’autentica marcia trionfale fu invece puntellata di ritardi, intimidazioni di arresto e minac - ce di dietro front , prima dell’ingresso trionfale nella capitale che, con la complessa e suggestiva simbologia del cerimoniale aragonese, doveva infi - ne consacrare il ruolo politico della futura (ma prematuramente morta) regina di Napoli. Il destino politico di Ippolita Maria, secondogenita del duca di Milano Francesco Sforza, era stato decretato quando ella aveva appena dieci anni, ma il momento più alto di elaborazione e manifestazione della sua imma - gine pubblica si realizzò in occasione del viaggio che nell’estate 1465, da Milano a Napoli, doveva condurla ormai ventenne finalmente sposa ad Alfonso d’Aragona, duca di Calabria ed erede al trono di Napoli 1. un iti - * La tavola delle abbreviazioni per le fonti citate è riportata in calce all’articolo. I criteri di edizione adottati sono conformi a quelli adottati nella serie dei Dispacci Sforzeschi da Napoli , coordinata da Francesco Senatore e Francesco Storti e com - presa nella collana di Fonti per la storia di Napoli aragonese , diretta da Mario Del Treppo, rispetto ai quali questo studio rappresenta un momento di riflessione, e ai quali, pertanto si rimanda. 1 Segnaliamo gli articoli e i contributi che hanno tracciato di Ippolita (18 marzo 1445, Pesaro o Iesi – 19 agosto 1488, Napoli) un profilo ampio, ma generico, se non addirittura, soprattutto nella storiografia più antica, stereotipato, tralascian - do qui la produzione letteraria coeva che ne ha cantato le lodi: Degli Arienti, Gynevera , 336-352; Foresti, De plurimis claris , col. 225; Della Chiesa, Theatro , Quaderni d’italianistica , Volume XXXIII, No. 2, 2012, 27-75 2-veronica_0Syrimis 12/19/12 2:23 PM Page 28 VERONICA MELE nerario minuziosamente programmato, attraverso quasi tutti gli stati della Penisola, che voleva significare, innanzitutto, l’approvazione universale del - l’unione dinastica tra gli Sforza e gli Aragona, in secondo luogo il ricono - scimento da parte di quei principi italiani della legittimità dei governi del duca Francesco e di re Ferrante, ancora, la ratifica dei nuovi equilibri inter - nazionali creatisi all’indomani della guerra di successione nel regno, ed infi - ne, la convalida della politica di pacificazione patrocinata dallo stesso duca di Milano. Il profondo e delicato valore politico connesso alla discesa della comitiva di Ippolita è inequivocabilmente testimoniato dalla redazione multipla di istruzioni e “ricordi” de tuti li modi et ordini se hano a servare per quelli che vano nel reame in compagnia de la illustrissima Hippolita Maria, duchessa de Calabria, nostra inclyta figliola 2. Le tappe previste lungo l’itinerario dovevano toccare il ducato estense di Modena 3, il reggimento bolognese dei bentivoglio e dei Malvezzi 4, la Firenze medicea di Piero 5, la 182; bandiera, Trattato , 123-124; Volpicella, “Note biografiche”, 443-444; baccelli, “Ippolita Sforza”; De Marinis, La biblioteca napoletana , vol. I, 97-115; Cutolo, “La giovinezza di Ippolita Maria Sforza”; Cutolo, “Vita familiare di Ippolita Sforza”; bentivogli, “un omaggio poetico bolognese”; Ferrari, L’educazione dei bambini Sforza ; bryce, “Ippolita Sforza and her books”; Welch, “Ippolita Maria Sforza”; Castaldo, Ippolita Maria Sforza ; Mangione, “una mila - nese alla corte di Napoli”. Mi permetto di aggiungere gli studi condotti da chi scrive: la tesi di dottorato discussa nel 2012 presso l’Istituto Italiano di Scienze umane (SuM) di Firenze, e eadem, “Meccanismi di patronage”. 2 Instructione , Pavia 10.VI.1465, bNF, Italien , 1591, 56-62, ed. in app. n. 5; Instructio , Pavia 10.VI.1465, ASM, Sforzesco , Ippolita , 1479, s. n., ed. in app. n. 6, che contiene una lista dettagliata dei personaggi da raccomandare a re Ferrante, specificando per ciascuno il motivo della mediazione ducale. All’ambasciatore napoletano Antonio Cicinello furono invece consegnati una Memoria , Milano 22.XI.1464, bNF, Italien , 1590, 478, ed. in app. n. 1, un Ricordo , [Milano, febbraio 1465], bNF, Italien , 1591, 3-4, ed. in app. n. 2, e un secondo allegato di cui si è conservata la Copia de capituli , [Milano, marzo 1465], bNF, Italien , 1591, 6, ed. in app. n. 3. 3 Al duca este i fratelli Sforza avrebbero dovuto raccomandare il condottiero di tradizionale fede caldoresca raimondo Annechino, che insieme al fratello Cola deteneva feudi e castelli in alcune zone strategiche dell’Abruzzo (DbI 3, 325- 326, voce a cura di raffaele giamminelli; Cozzetto, Mezzogiorno e demografia , 78; Dispacci IV, 260n; Storti, L’esercito napoletano , 23) e che nella guerra di suc - cessione aveva guidato alcune squadre angioine ( Dispacci IV, 4n), arrendendosi solo nel giugno 1464 (Volpicella, “Note biografiche”, 319, Dispacci V, 296n). 4 Le feste in onore della giovane duchessa, che sostò a bologna dal 17 al 19 giu - gno, sono narrate nel Corpus Chronicorum Bononiensium , 342-343, e nel Diario — 28 — 2-veronica_0Syrimis 12/19/12 2:23 PM Page 29 LA CREAZIONE DI UNA FIGURA POLITICA comunità di Siena 6 e la signoria di Perugia, saltando la sosta a roma a causa bolognese di Nadi, 59-60. La presenza della compagnia sforzesca mise in grande agitazione il reggimento che aveva appena ricevuto una risposta negativa dal papa circa la revisione dei capitoli del 1447 che regolavano il regime misto della città; era ora quanto mai necessaria la influente mediazione di Francesco Sforza che da un quindicennio teneva la città sotto la sua protezione militare e diplo - matica, e il passaggio di Ippolita Sforza era un’occasione propizia per dimostra - zioni di fedeltà da parte del signore giovanni II bentivoglio, il quale si era tra l’altro affrettato a sposare la vedova del cugino Sante, ginevra Sforza, figlia di Alessandro Sforza (bentivogli, “un omaggio poetico bolognese”, 33-45; DbI 7, 622-623, voce a cura di gaspare De Caro). La leadership della città era contesa dalla prestigiosa famiglia dei Malvezzi, di cui alcuni membri si erano opportu - namente già imparentati con gli Sforza (giulio impalmò Camilla di Michelotto Attendoli, mentre il fratello Virgilio, già imparentato con bosio Sforza, era stato un autorevole sostenitore in città degli interessi degli Sforza, Carteggio oratori mantovani II , 359n). Nell’ Instructione il duca raccomandava di rendere onore ad entrambe le famiglie («Andando poi a bologna […] Volemo apresso faciati grata acoglientia a domino zohanne di bentivoglii et a domina zenevra soa mogliere, et cossì a Virgilio de Malvezo et ali fratelli et a Camilla figliola de Marcheto di Attendoli, maritata in casa di Malvezi») e così fu fatto: Ippolita e le sue donne alloggiarono presso la dimora di giovanni bentivoglio, mentre i fratelli Sforza furono ospitati da Virgilio Malvezzi. 5 La sosta della compagnia di Ippolita, costituita «da trenta nobili done e molti altri principi e signori e lombardi e del regno più che 300 cavagli», e che durò appena dal 22 al 27 giugno, in tempo per presenziare alla festa di San giovanni, costò alla Signoria ben 32 995 fiorini, ASF, Carte di Corredo , registro 61, f. 8v, ed. in app. n. 7. Il seguito fu ragionevolmente ridotto rispetto a quanto preventivato dal duca qualche mese prima: «Avisando che quelli veniranno de qua, computando la famiglia de casa de madonna principessa che ha ad remanere di là, similiter li illu - stri Philippo et Sforza con li loro famigli et compagni, li gentilhomini et donne che gli faranno compagnia, carriagi et altri, non se vede possano essere mancho de cavalli 500 alla scarsa», Ricordo . La nuova lista, corredata dal numero di fami - gli e cavalli, è conservata in copia in bNF, Italien , 1591, 5, ed. in app. n. 4. Antonio da Trezzo aveva invece notificato al duca che la comitiva di Federico d’Aragona, inviato dal sovrano a prelevare e sposare per procura la principessa milanese in nome del fratello Alfonso, e accompagnato dal principe di Salerno roberto Sanseverino e dal duca di Melfi giovanni Caracciolo, viaggiava con circa 400 cavalli (Antonio da Trezzo a F. Sforza, Napoli 18.III.1465, ASM, Sforzesco , Napoli , 214, 4). Il concreto spirito mercantile fiorentino, incarnato da Alessandra Macinghi Strozzi, le fa confezionare in questi termini l’informazione del passag - gio di Ippolita a Firenze ai figli Filippo e Lorenzo Strozzi, esuli a Napoli: «Sete avvisati dalla venuta qui della duchessa e di don Federigo, e dell’onore s’è fatto loro. grande ispesa s’è fatta; ma colla medesima si poteva fare loro maggiore — 29 — 2-veronica_0Syrimis 12/19/12 2:23 PM Page 30 VERONICA MELE della peste 7; il passaggio per roma avrebbe dovuto prevedere che si cele - onore. Lascianci governare!»; riprendo la citazione della lettera, datata 5 luglio1465, da Castaldo, Ippolita Maria Sforza , IX. 6 La compagnia arrivò a Siena il 29 giugno (Marrese, Marco Parenti , 82; Allegretti, “Diario delle cose sanesi”, coll. 771-772) e ne ripartì solo il 26 agosto (F. Sforza a Ferrante, Milano 19.VIII.1465, ASM, Sforzesco , Napoli , 215, 90-91), intratte - nuta da feste, danze e banchetti organizzati dalle Arti della città. In occasione del suo ingresso in città la duchessa fu salutata con fuochi d’artificio, «fessi uno bello apparato a piè il Palazzo [vescovile, dove alloggiava il gruppo napoletano] e fuvvi 200 giovane sanesi e molti giovani, e la Signoria di Siena e della Civiltà e i Signori forestieri, e lì si fé bellissimi balli e una bella e onorata colazione.
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