Massimo Bulgarelli

Bianco e colori. Sigismondo Malatesta, Alberti, e l’architettura del

The use of white Istrian stone on the exterior of the Tempio Malatestiano in is due to a variety of reasons. On the one hand it is a reference to the evocative power of the colour white in ancient Roman architecture, recalling the origins of the city - the arch of Augustus and the bridge of Augustus and Tiberius - as well as, in more general terms, an Imperial attribute, already recorded in ancient literary sources, and well known by and the humanists at the court of Sigismondo Malatesta. On the other hand, the colour white is one of the aspects of the identification of the patron and the building. Together with white, in fact, red and green are also used – in the marble crustae of the gateway and in the painted traces of wall surfaces found recently on the sides of the building - showing the heraldic colours of the Malatesta. The Temple, like Castel Sismondo, was adopted as an emblematic image in Sigismondo’s medals together with the family livery.

Il 21 agosto 1756, a Rimini, si procede alla rico- porta con sé nel viaggio verso Istanbul, interrot- dre, attribuisce una responsabilità che va oltre gnizione del sepolcro di Sigismondo Pandolfo to dai veneziani a Creta. Si tratta della risposta di quella strettamente finanziaria e architettonica4. Malatesta, collocato sulla controfacciata della Sigismondo alla richiesta di Maometto II di in- Il progetto per il Tempio Malatestiano prevede- chiesa di San Francesco, il Tempio Malatestia- viare Matteo al suo servizio. Vergata in un ele- va inizialmente la collocazione della tomba del no. Si tratta dell’ultima di una serie di prospe- gante latino da Roberto Valturio, umanista della signore all’esterno, in uno dei fornici laterali del- zioni delle tombe malatestiane volute dall’abate corte di Rimini, la missiva contiene un passo sul la facciata, simmetrica rispetto a quella degli an- Francesco Antonio Righini – alla cui opera si de- ritratto, e sul ritratto su medaglia, considerato in tenati e dei discendenti. Si tratta evidentemen- vono i primi rilievi dell’edificio – che suscitano grado di conferire l’immortalità3. te della messa in scena di una continuità dina- accese polemiche anche oltre i confini cittadini. Che proprio quella medaglia rivesta una parti- stica, immaginaria quanto fortemente voluta da In quell’occasione sono eseguiti disegni e viene colare importanza lo dice la scelta di collocarla Sigismondo, che solo il conferimento di un tito- compilata una descrizione dei resti, delle vesti e nel sepolcro di Sigismondo. Una decisione che lo principesco avrebbe definitivamente assicura- degli oggetti, fra i quali alcune medaglie. rende esplicita l’identificazione fra committen- to. Mentre le tombe sui fianchi dell’edificio ren- Da un resoconto sulle Novelle letterarie di Firen- te e edificio, come conferma il fatto che templum dono visibile la presenza della corte5 (fig. 3). In ze sappiamo che le medaglie erano sei, “ed era- – così viene per la prima volta definita la chiesa tal modo la chiesa rappresenta, riflettendone la no disposte sotto il cadavere di Sigismondo, in nell’iscrizione della medaglia – e castello di Ri- gerarchia, il sistema di potere dello stato malate- modo crucis, cioè quattro lungo il dorso e una sot- mini sono i primi edifici in età moderna a com- stiano, fino a diventare il corrispettivo post mor- to ciascuna spalla”1. Almeno tre erano esempla- parire isolati, senza contesto, sul rovescio di una tem del castello, concepito non solo come strut- ri della stessa medaglia fusa da Matteo de’ Pasti, medaglia. Assumono in questo modo il significa- tura militare ma come residenza. Valturio lo de- che reca sul recto l’immagine di profilo, all’anti- to di imprese: immagini simboliche a commen- finisce “sublimis regia”, e, nella particolareggia- ca, di Sigismondo in armatura e con il capo orna- to del ritratto che compare sul diritto, corrispet- ta descrizione che ne dà, si serve del concetto to dalla ghirlanda del vincitore, e sul verso l’im- tivi del signore. Per il castello vale anche la de- aristotelico, ormai un topos, di magnificentia, e magine dell’esterno della chiesa, una delle ver- nominazione stessa, alquanto inusuale, che gli ne elogia la dispositio, reminiscenza vitruviana6, sioni del progetto di Leon Battista Alberti (fig. 2). viene conferita: Castel Sismondo, il nome stesso sembrerebbe. Il significato delle medaglie per Sigismondo è del signore. Una sorta di doppio – come afferma Si assiste a un duplice movimento: le immagi- chiarito in modo esemplare dall’abate Timoteo l’epigrafe composta da Maffeo Vegio e Tommaso ni del Tempio e del castello diventano emblemi Maffei, che vi accenna in una sua epistola del Seneca da Camerino, esposta sull’edificio – per di Sigismondo, mentre sugli edifici gli emblemi 1453: si tratta di manufatti celebrativi e di propa- il quale Sigismondo viene indicato come auctor, araldici – ossessivamente ripetuti – e i ritratti di ganda, rivolti programmaticamente al presente, nei testi celebrativi degli umanisti, che lo gratifi- Sigismondo celebrano la sua persona e la sua di- “inviate a nazioni straniere” e al futuro, “gettate cano mettendo in risalto le sue competenze nel nastia. qua e là sottoterra, o inserite nei muri”2. Ma ci ri- campo dell’edificazione di fortezze: “valde au- Come è stato più volte notato, quella del Tempio mane anche una testimonianza diretta, quanto tem in edificiis delectatus est”. Il termine latino è la prima facciata all’antica realizzata nel corso rara per l’epoca, della sua opinione in proposi- auctor non intende designare soltanto l’estenso- del secolo (fig. 4), e presenta una esplicita con- to: la lettera che nel 1461 Matteo de’ Pasti stesso re del progetto, ma sta anche per fondatore, pa- formazione trionfale: il modello cui si fa inten-

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pagina 49 Fig. 1 Tempio Malatestiano, Rimini. Campata centrale e portale.

Fig. 2 Matteo de’ Pasti, medaglia per Sigismondo Malatesta (medaglia bronzea, Londra, British Museum). Fig. 3 Tempio Malatestiano, Rimini. Veduta della porzione inferiore del fianco.

Ringrazio Luca Boschetto per aver discusso alcuni degli argo- zionalmente riferimento, anche per l’architettu- È probabile che Alberti contribuisca in modo menti di questo contributo. ra dell’interno, è l’arco onorario romano7. Il si- rilevante al processo decisionale fino dal 1450, 1 C. Ricci, Il Tempio Malatestiano, Rimini 1974 (prima ed. gnificato della ricercata identificazione fra il si- quando verosimilmente va collocato il nuo- Milano-Roma 1924), pp. 346-364; A. Montanari, Erudizione ‘malatestiana’ nel Settecento Riminese. Iano Planco e le tombe gnore di Rimini e l’edificio da lui patrocinato va vo progetto. A questo proposito, proprio la scel- del Tempio, “Studi Romagnoli”, LIV, 2003, pp. 205-222. Sui rilievi, A. Turchini, Il Tempio Malatestiano, Sigismondo Pan- interrogato ancora, alla luce di questa osservazio- ta delle fonti antiche cui riferirsi sembra parlan- dolfo Malatesta e Leon Battista Alberti, Cesena 2000, pp. 878- ne. Risulta di un certo interesse, a questo propo- te. Citare nel Tempio uno specifico arco, quello 880. 2 T. Maffei, Epistola, qua cunctos Italiae Principes exhortatur, sito, prendere in considerazione il testo del De re di Augusto (fig. 5) – la porta urbica a pochi passi quo suis copiis in Turcam quamprimum contendant, qui nuper militari di Roberto Valturio. dalla chiesa – risponde alle intenzioni di entram- Costantinopolitana urbe potitus est, in Thesaurus Anecdoto- rum Novissimus, a cura di B. Pez, P. Hüber, Augsburg 1729, Nell’ultimo libro del suo trattato – quello dedi- bi, architetto e committente. Se, infatti, per Le- VI, 3, col. 377. M. Schraven, Out of Sight, Yet Still in Place: On the Use of Italian Portrait Medals as Building cato ai trionfi – Valturio celebra le imprese guer- on Battista la ripresa di fonti locali è, e sarà, uno Deposits, “RES: Anthropology and Aesthetics”, 2009, 55-56, pp. 182-193. resche del signore di Rimini e insieme ne esal- dei procedimenti caratteristici della sua architet- 3 J. Raby, Pride and Prejudice: Mehmed the Conqueror and the ta la figura di costruttore, che rende grazie per tura11, per Sigismondo quell’arco non ha solo va- Italian Portrait Medal, “Studies in the History of Art”, XXI, 1987, pp. 175-176, 187-188. le sue vittorie. Topos di cui non mancano certo lenza onoraria, ma è l’edificio che incarna l’anti- 4 J. Woods-Marsden, How Quattrocento Princes Used Art: Si- i modelli nell’antichità. E nell’antichità di Val- chità della città, la sua fondazione romana – po- gismondo Pandolfo Malatesta of Rimini and cose militari, “Re- naissance Studies”, III, 1989, 4, pp. 390-397; Ead., Images of turio l’arco è per un verso Porta Triumphalis – sta sotto la protezione delle divinità rappresenta- Castles in the Renaissance: Symbols of “Signoria” / Symbols of Tyranny, “Art Journal”, XLVIII, 1989, 2, pp. 131-133; H.S. porta urbica di Roma antica attraversata dal cor- te nei tondi: Giove, Nettuno, Minerva e Vene- Ettlinger, The Image of a Renaissance Prince: Sigismondo teo trionfale – per l’altro triumphalis arcus, mo- re – forma catalizzatrice dell’identità civica, su Malatesta and the Arts of Power, Ph.D. Diss., University of Ca- lifornia, Berkeley 1988, pp. 92-99. Sul castello, A. Turchini, numento di cui viene dato il catalogo romano, cui si sono depositate nel corso dei secoli storie Sigismondo Pandolfo Malatesta e Castel Sismondo, in Castel 12 Sismondo e Sigismondo Pandolfo Malatesta, a cura di C. To- peraltro facendo ricorso a una definizione tarda. e leggende . Non solo. Sull’autorità dell’Antico, masini Pietramellara, A. Turchini, Rimini 1985, pp. 151-218; Agli effetti del nostro discorso, però, è significa- Sigismondo – preteso discendente di Scipione sul significato della sua costruzione M. Folin, Sigismondo Pandolfo Malatesta, Pio II e il Tempio Malatestiano: la chie- tivo che la funzione dell’arco antico sia funera- – intende fondare la sua immagine di signore, e sa di San Francesco come manifesto politico, in Il Tempio Ma- latestiano a Rimini, a cura di A. Paolucci, Modena 2010, pp. ria: monumento funebre dei condottieri dell’an- la ripresa dell’arco lo sottolinea, introducendo il 21-23. Citazione da T. Borghi, Continuatio cronice domino- tichità, che tramanda la memoria della figura parallelo con la figura di Augusto. La chiesa vie- rum de Malatestis, a cura di A.F. Massèra, in Rerum Italicarum Scriptores, XVI/3, Città di Castello 19392, p. 91. e delle gesta degli imperatori, affidata non solo ne designata templum, all’antica, mentre nel De 5 M. Bulgarelli, L’architettura, in Il Tempio Malatestiano a Rimini… cit., pp. 88-92. alla monumentalità dell’architettura – “rerum re militari la sua descrizione chiude significativa- 6 R. Valturio, De re militari, Parisiis 1534, I, pp. 9-10; Vitr., suarum insigni marmore et claro artificio” – ma mente l’ultimo libro, e la decorazione viene con- De arch., 1.2.2-3. 8 7 Bulgarelli, L’architettura… cit., pp. 67-88, con bibliogra- alle altrettanto monumentali epigrafi . siderata, nell’iperbolico elogio di Valturio, più fia precedente. L’architettura del Tempio, e la scelta di colloca- antica di quanto di meglio si veda a Rimini: nihil 8 Valturio, De re militari… cit., XII, pp. 356-358, 272-273. 13 9 Sappiamo che Valturio agisce da consulente artistico per il re i sepolcri sulle facciate – un tipo che, a quanto antiquius, supera l’antico stesso . programma decorativo delle cappelle di San Francesco, S. ne so, non ha riscontro nell’architettura di metà Se guardiamo l’architettura, l’imitazione dell’ar- Kokole, Cognitio formarum and ’s Re- liefs for the Chapel of the Planets in the Tempio Malatestiano, Quattrocento – sono conseguenti dunque alle co è puntuale, non a caso più letterale che in in Quattrocento Adriatico. Fifteenth-Century Art of the Adria- tic Rim, papers from a colloquium (, Villa Spelman, intenzioni politiche di Sigismondo. Il caratte- ogni altra architettura albertiana. La tripartizio- 1994), edited by C. Dempsey, Bologna 1996, pp. 177-206. re propagandistico dell’insieme fa pensare che ne del registro inferiore della facciata – articolata 10 F.P. Fiore, Tempio Malatestiano - 1453-1454 e seguenti, in Leon Battista Alberti e l’architettura, catalogo della mostra il programma sia stato messo a punto in buona dalla sequenza dei tre archi inquadrati da semi- (Mantova, museo Casa del Mantegna, 16 settembre 2006-14 gennaio 2007), a cura di M. Bulgarelli et al., Cinisello Balsamo parte da lui e dai consiglieri umanisti della sua colonne – si deve all’intenzione di ripetere sul- 2006, pp. 283-295. corte9, una volta presa la decisione di procede- la facciata lo stesso modello, più che alla ripresa 11 A. Bruschi, Note sulla formazione architettonica dell’Alberti, “Palladio”, XXV, 1978, 1, p. 25. re al rifacimento all’antica della vecchia chie- di un arco a tre fornici. La disposizione delle se- 12 H. Burns, Architecture and Identity in , 1000-1600: An sa, che sancisce anche il passaggio dall’uso co- micolonne, a rispettosa distanza dagli angoli, ne Introduction and Overview, in Architettura e identità locali. I, a cura di L. Corrain, F.P. Di Teodoro, Firenze 2013, pp. 29-33. mune di arricchire di nuove cappelle la chiesa accentua il carattere di ornamento, come avvie- 13 Valturio, De re militari… cit., XII, pp. 381-382. funeraria di famiglia, alla sua trasformazione in ne nell’arco. Dall’edificio antico, poi, provengo- monumento alla gloria e alla fama dei Malate- no il basamento, le semicolonne scanalate senza sta, e, appunto, nell’emblema di Sigismondo10. rudentatura – caso raro – e i risalti di trabeazio-

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ne. Da lì derivano anche dettagli come le solu- nei contratti stipulati con Giorgio da Sebenico – 14 G. Pavan, Leon Battista Alberti a Rimini. Considerazioni e ag- giunte, “Studi Romagnoli”, XXVI, 1975, p. 382. O. Delucca, zioni dell’architrave a due fasce e dell’archivol- non rispettati, almeno non del tutto, a conferma Artisti a Rimini fra Gotico e Rinascimento. Rassegna di fonti ar- to, arricchiti entrambi con una gola intermedia delle difficoltà da superare per conseguire il ri- chivistiche, Rimini 1997, pp. 360-361. 15 L. Bruni, Epistularum Libri VIII, a cura di L. Mehus, I, Fi- e un tondino superiore. I tondi clipeati dell’arco, sultato voluto – per la fornitura del materiale dal- renze 1741, pp. 76-77. con bordi recanti gli attributi delle divinità, di- le cave dell’altra sponda dell’Adriatico14. ventano ghirlande con dischi di porfido. Dall’ar- Di pietra d’Istria è anche l’altro monumento ro- co romano proviene l’uso di epigrafi monumen- mano superstite a Rimini, il ponte di Augusto e tali in caratteri capitali, in facciata e negli archi- Tiberio (fig. 6). In una lettera dell’inizio del se- volti delle cappelle. colo, in cui Leonardo Bruni, scrivendo a Nic- Il processo di imitazione, tuttavia, significativa- colò Niccoli, celebra le antichità riminesi, si tro- mente non si limita alla ripresa diretta delle for- va la descrizione di entrambi gli edifici. A pro- me, ma si estende alla materia stessa del monu- posito dell’arco, Bruni annota “magnifica [por- mento antico, la pietra d’Istria. Pietra che, con il ta] lapide quadrato”, mentre, riferendo del pon- suo caratteristico biancore, contribuisce in mo- te scrive: “pons est ex marmore ornatissimus ac do decisivo all’aspetto della facciata del Tempio, pulcherrimus”, e qualche riga sotto insiste, “pon- avvicinandola ancora di più al modello. Anche tis structura est permagnifica, marmora undique questa scelta, che comporta esborsi consisten- decorant”15. Non possiamo aspettarci che l’uma- ti, data la necessità di importare la pietra, molto nista aretino sia preciso nell’indicare i materia- probabilmente dipende dal committente, e co- li costruttivi antichi, ma probabilmente per lui munque è oggetto di discussione con lui. Una è ovvio associare il marmo all’architettura impe- decisione in merito viene presa già nel dicembre riale. 1450, quando Sigismondo si procura a una Lo stesso vale anche per Sigismondo. Non tanto certa quantità di pietra d’Istria, sottraendola al- per la difficoltà di valutare la qualità della pietra, la sua originaria destinazione, la costruzione di Alberti e i maestri impegnati nel cantiere erano un ponte. Decisione di cui rimane traccia anche lì a fornire tutti i dettagli tecnici del caso. Quanto

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16 C. Grillini, I materiali lapidei del Tempio Malatestiano: ma- per la potenza evocativa del bianco. Tutto som- quando scrive: “Cicerone […] seguendo gli in- teriali, metodi e indagini tecnico-scientifiche, in Il Tempio del- la meraviglia. Gli interventi di restauro al Tempio Malatestiano mato gli inserti di spolia e di biancone sulla fac- segnamenti di Platone, reputò giusto indurre per per il Giubileo (1990-2000), a cura di C. Muscolino, F. Canali, 16 Firenze 2007, pp. 143-146. ciata del Tempio stanno a indicare prima di tut- legge i suoi concittadini a lasciare da parte, nella 17 L.B. Alberti, L’architettura. , a cura di G. to l’intenzione di realizzare un’architettura bian- costruzione del tempio, la frivolezza e le attratti- Orlandi, P. Portoghesi, Milano 1966, I, pp. 140-141 (libro II, cap. IX). ca, e si sarà valutato il costo della pietra d’Istria, ve degli ornamenti, e a preferire la purezza e la 18 Burns, Architecture and Identity… cit., pp. 30-32, che discu- confrontandolo con quello del marmo di Car- semplicità [candorem (…) probarent]”20. E Ci- te la bibliografia precedente. 19 L. Luzzatto, R. Pompas, Il significato dei colori nelle civiltà rara, ad esempio. Peraltro, nel De re aedificato- cerone, prendendo in esame i materiali degni di antiche, Milano 1988, pp. 95-123. ria Alberti dichiara che esiste “in Istria un tipo di essere utilizzati nel tempio, introduce un’analo- 20 Alberti, L’architettura… cit., VII. 10, pp. 608-609. 17 21 Cic., De leg., 2. 18. Si veda F. Barry, The Symbolism of Colo- pietra non dissimile dal marmo” . gia significativa, “color autem albus praecipue red Marbles in the Visual Arts and Literature from Antiquity un- til the Enlightenment, Ph.D. Diss., Columbia University 2011, È chiarissima la volontà di imitare nel Tempio decorus deo est, cum in cetero tum maxime in pp. 13-14, che si sofferma sulla distinzione fra candidus e albus, i monumenti antichi della città, ma non è im- textili”: vedremo che pietre e tessuti giocano un ivi, pp. 13-24. 22 Ovid., Fasti., I 70; Id., Trist., III 1. 60. Altra possibile fonte è probabile che questo implichi una componen- ruolo di rilievo sulla scena della corte malatestia- Plinio, Nat. Hist., XXXVI, 45-46, ad esempio. te erudita – forse la stessa presente nell’epistola na21. 23 Verg., Georg., 3. 13; Basinio da Parma, Ausoniae decus, in Le poesie liriche di Basinio. Isottaeus, Cyris, Carmina varia, a bruniana – riguardante lo splendore della mate- Può darsi che Leon Battista e il suo committen- cura di F. Ferri, Torino 1925, p. 119. S. Kokole, Agostino di Duccio in the Tempio Malatestiano 1449-1457: Challenges of ria, che introduce valenze ulteriori. Per un verso te avessero in mente anche i “candida templa” Poetic Invention and Fantasies of Personal Style, Ph.D. Diss., si tratta della memoria delle origini di Rimini, e ovidiani22. Oppure il “templum de marmore”, Baltimore 1997, p. 200, che cita anche un verso dell’Eneide co- me locus classicus per i templi marmorei, ivi, p. 263, nota 19. quindi della dichiarata, e tutta ideologica, con- contenente il simulacro di Augusto, delle Geor- tinuità fra la persona del principe e la storia del- giche, programmaticamente ripreso da Basinio la città. Anche il ponte, infatti, diventa nel corso da Parma, umanista e poeta di corte, in uno dei dei secoli monumento civico, e come tale com- numerosi passi encomiastici da lui dedicati a Si- pare sul sigillo comunale e su quello dei dazie- gismondo, nel quale appunto si istituisce un pa- ri18. Per un altro è la memoria del bianco come ragone – per via di citazione – fra il signore di Ri- Fig. 4 Tempio Malatestiano, Rimini. Facciata. 19 23 Fig. 5 Arco di Augusto, Rimini. colore sacrale dell’antichità . Alberti lo ricorda mini e l’imperatore . E oltre ai marmi libreschi,

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24 C. Smith, Leon Battista Alberti e l’ornamento: rivestimenti si disponeva, naturalmente, dei resti monumen- cazione del Tempio – inusuale e antiquaria – a parietali e pavimentazioni, in Leon Battista Alberti, catalogo 30 della mostra (Mantova, Galleria Civica di Palazzo Te, 10 set- tali ancora visibili. Dio e alla città . tembre-11dicembre 1994), a cura di J. Rykwert, A. Engel, Mi- lano 1994, p. 206. Il “de Pario […] marmore templum” di Basinio È stato notato che la descrizione dell’edificio 25 Suet., Aug., 28. 3. è la ripresa di un’espressione formulare24. Stando nell’Hesperis non è più una fantasia poetica e 26 Valturio, De re militari… cit., XII, p. 382; LIV, 4. 20. a Cicerone, però, si tratta di una questione di de- immateriale, come nelle opere precedenti di Ba- 27 Plin., Nat. Hist., XXXVI, passim. 28 Basinio da Parma, Hesperis, 13. 344-347, in Basini parmen- corum: il bianco è attributo divino. Passando poi sinio, ma l’ecfrasi del monumento in via di co- sis poetae opera praestantiora, a cura di L. Drudi, Rimini 1794, 31 32 p. 288. di citazione in citazione – una prassi propria de- struzione . E la descrizione recita : 29 Verg., Aen., VIII, 714-716. gli umanisti – ci si imbatte nella vita di Augusto 30 Ma si veda Folin, Sigismondo Pandolfo Malatesta… cit., pp. Porta aeterna ingens nigro durissima saxo di Svetonio, nel celebre detto attribuito all’impe- 35-39. Vestibulo posita est pulchro, quam candida circum 31 Kokole, Agostino di Duccio… cit., pp. 202-206. ratore stesso: “ut iure sit gloriatus [urbem] mar- Quatuor in caelum capita arrexere columnae 32 Basinio da Parma, Hesperis… cit., 13. 349-352, p. 288. 33 Ricci, Il Tempio Malatestiano… cit., pp. 210-214, documen- moream se relinquere, quam latericiam accepis- Candida praeterea muri latera undique magni. ti a p. 586; G. Ricci, spogliata fra tardo Medioevo e set”25. E, come scrive Valturio, citando Tito Li- prima età moderna, “Quaderni Storici”, XXIV, 1989, 2, pp. 542- 546. P. Novara, Il reimpiego di marmi nel Tempio Malatestia- vio, “Augustus Caesar omnium templorum con- Il colore dominante è il bianco – i capitelli, le no, in Il tempio della meraviglia… cit., pp. 127-136; Grillini, I 26 colonne, le pareti laterali – ma nel verso inizia- materiali lapidei… cit., pp. 140-143. ditor legitur aut restitutor” . Il marmo, nel suo 34 R. Jones, Mantegna and Materials, “I Tatti Studies in the Ita- splendore, si addice alla dignità e alla sacralità le compaiono il portale e la policromia del forni- lian Renaissance”, II, 1987, p. 71, che si sofferma sulle difficol- ce centrale, e Basinio allude anche ai materiali, tà di approvvigionamento, pp. 75-80. R. Gnoli, Marmora ro- dell’imperatore, come sembra confermare an- mana, Roma 1971, pp. 98-118. che la condanna da parte di Plinio del suo impie- le pietre scure e resistenti, dure. Si tratta del rive- 35 M. Horster, Brunelleschi und Alberti in Ihrer Stellung zur Römischen Antike, “Mitteilungen des Kunsthistorischen In- go spropositato27. Mi pare probabile che il tutto stimento, composto di lastre di porfido rosso, ser- stitutes in Florenz”, XVII, 1973, 1, p. 51; Barry, The Symbo- pentino, verde antico, inserite in una griglia geo- lism… cit., p. 476. fosse ben presente ai protagonisti delle vicende 36 Ivi, p. 477. che portano alla realizzazione del Tempio Mala- metrica che richiama la tessitura dell’opus sectile 37 M. Bulgarelli, Alberti a Mantova. Divagazioni intorno a antico (fig. 1). Probabilmente parte di quei “mar- Sant’Andrea, “Annali di Architettura”, XV, 2003, pp. 18-21; Id., testiano. Agli occhi dei quali il bianco sembra as- L’architettura… cit., p. 75. Sull’imitazione nelle opere di Al- sumere anche un altro significato. mora et tabulas porphireas ac serpentinas”, fat- berti, Id., Leon Battista Alberti 1404-1472. Architettura e storia, Milano 2008, pp. 37-39. Nell’elogio di Sigismondo che conclude l’He- ti asportare da Sigismondo dalle pareti della ba- 38 Basinio da Parma, Hesperis… cit., 1. 566-570, p. 24, e 13. silica di Sant’Apollinare in Classe nel 1449, per 347, p. 288. speris, Basinio da Parma celebra la pietas del si- gnore di Rimini che, dopo la vittoria, fonda un procurarsi marmi preziosi e rari da utilizzare nel 33 edificio sacro marmoreo28: cantiere del Tempio . E forse alla difficoltà di procurarsi pietre antiche si deve la raffinatissima Victor ubi Superis votum dum solvit, honorem soluzione adottata nel fregio del portale, dove le Ipse Deo reddens summo, mirabile Templum lastre di porfido sono racchiuse entro modanatu- Marmore de pario construxit, et Urbe 34 locavit in media. re bronzee, quasi esibite come reliquie (fig. 7). L’opus sectile compare appunto in edifici raven- I versi sono esemplati – fatte le debite proporzio- nati – è stato fatto l’esempio del Battistero Neo- ni, di nuovo Sigismondo a paragone con Augu- niano – e veneziani, come il tesoro di San Mar- sto – su quelli dell’Eneide, dove si racconta del- co. Ma è probabile che la decorazione della la fondazione di trecento templi al ritorno di Au- campata centrale ricordi anche quella dell’an- gusto vincitore, in ossequio a un voto agli dei ita- dito del Pantheon, che, fino agli anni Venti del lici29. E Basinio convoca Sigismondo vincitore Cinquecento, presenta fra le paraste un rivesti- che adempie al voto – su cui tanto si è dibattu- mento lapideo in porfido e altre pietre35. Come to nella storiografia sull’edificio – Dio, il Tempio dal Pantheon provengono il portale con stipite e la città. Gli stessi protagonisti, parrebbe, delle tripartito, le proporzioni delle sue fasce e la con- raffinate targhe epigrafiche greche sui fianchi formazione delle sue modanature intermedie. della chiesa, sulle quali si legge la duplice dedi- Di recente è stato ipotizzato che anche nella lu-

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netta sopra la porta bronzea dell’edificio antico portano al Pantheon, un altro gruppo di esametri Fig. 6 Ponte di Augusto e Tiberio, Rimini. si trovasse un analogo paramento policromo, o di Basinio sembrerebbe confermare la consape- quantomeno che Alberti possa averlo immagina- volezza con la quale vengono declinati i model- to36. Il tutto, peraltro, ci suggerisce di aggiunge- li antichi alla corte malatestiana. Nel primo libro re il Pantheon – modello antico per eccellenza – dell’Hesperis, Sigismondo in persona si rivolge a all’elenco delle fonti convocate nel progetto del Giove, promettendo, in caso di vittoria, di dedi- Tempio. cargli un tempio – ovviamente di candido mar- La disposizione di andito centrale e nicchie la- mo – e una statua degna di Dedalo: terali, intervallate da piedritti, infatti, sembra ri- mandare – nei modi dell’imitazione propri di Al- tibi [Iovi] tum de marmore templa Candenti statuam miris surgentia signis, berti – all’ipotetica fronte muraria di una Roton- Daedaliis miranda modis, aedesque dicabo da priva di pronao, che Leon Battista ricostruisce Urbis Arimineae in medio, quas barbarus omnis precocemente, e fantasiosamente, mettendola atque Italus stupeat in relazione a una prima campagna costruttiva. Per poi convocarla sulla facciata di Sant’Andrea un giro di frase singolarmente simile – cambiata a Mantova. Peraltro l’epigrafe monumentale sul la forma verbale – a quello in cui si dà per costru- fregio del Tempio, che dichiara la paternità di Si- ito il Tempio, tredici libri dopo: “et Urbe locavit gismondo, può essere paragonata all’iscrizione in media”38. Nella finzione letteraria, esemplata dedicatoria di Agrippa sulla trabeazione del pro- sull’epica antica, il voto cui Sigismondo adem- nao del Pantheon. E anche la soluzione, allestita pie è la promessa a Giove. E, negli studi degli all’interno, di cingere per intero la navata di una umanisti del tempo, il Pantheon è considerato sequenza di paraste, poste su un registro superio- tempio dedicato a Giove Ultore, sulla base della re, risulta plausibilmente albertiana e mutuata corruzione di un passo di Plinio: lo scrivono Gio- dall’attico del monumento antico37. vanni Tortelli e Bernardo Rucellai alla fine del Seguendo gli indizi, più o meno colorati, che secolo, probabilmente avendone discusso con

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Fig. 7 Tempio Malatestiano, Rimini. Dettaglio del portale. Alberti39, e lo scrive Valturio, citando per intero nenza a una cultura cortese – propria di un arti- Fig. 8 Tempio Malatestiano, Rimini. Dettaglio del fianco. il passo in questione, inserendolo nell’elenco di sta, come Matteo de’ Pasti, formatosi alla bottega edifici costruiti da condottieri vincitori dell’anti- di Pisanello e operante al servizio di committenti chità, che precedono il fulgido esempio del Ma- di alto rango fra Veneto, Emilia e Toscana – atte- latesta: “Pulcherrimum operum Pantheon Iovi stata dai monumentali archi acuti delle cappel- ultori ab Agrippa factum veterum monumenta le, dall’ossessivo ripetersi di emblemi malatestia- produnt”40. E da monumenta non altrettanto an- ni, dalla concezione dello spazio analoga a quel- tichi, ma certamente ritenuti degni di attenzio- la della pagina di un codice miniato, dall’uso di ne, si sapeva che Augusto in persona interviene “un’intelaiatura gotica come la cornice di un po- a modificare l’assetto voluto da Agrippa, facen- littico vivarinesco”45, e appunto dalla policromia do spostare la sua statua sotto il pronao41. Quan- delle pareti, che si presenta come la stesura di to alla possibilità che tutto ciò dica qualcosa an- grandi drappi. Una specie di trionfo tardo-gotico che sulla tribuna cupolata – come il Pantheon? cui corrisponde, fuori, il trionfo all’antica. Co- – prevista da Alberti – che a sua volta conosce struito con forme analoghe ma romane, in gran bene il passo della Naturalis Historia, lo cita in- parte. E allora il drappo si trasforma nella tessi- direttamente42 – un monte Olimpo nella descri- tura ordinata dell’opus sectile, disposto in corri- zione di Basinio, (“Parte alia ingenti surgit testu- spondenza del portale e anche, dipinto con gli dine Templum / Aetheris in morem, magnum stessi colori, sulla parete esterna delle cappelle46, imitatus Olympum”43), pare un’interpretazio- oltre la teoria solenne dei pilastri e degli archi al- ne un po’ azzardata. Mentre ci sarebbero tutti gli bertiani (fig. 8). A creare un effetto spettacolare elementi per ritenere intenzionale la ripresa nel di trasparenza sulla policromia oltre il manto la- Tempio di forme provenienti dal Pantheon – un pideo bianco. gioco erudito e destinato alla corte – e dunque Non c’è dubbio che il porfido sia utilizzato, o considerare augusteo e imperiale anche l’allesti- evocato, nella sua qualità di materiale antico e mento delle crustae policrome in facciata. prezioso, e rimandi al significato di attributo im- La presenza di campiture dipinte verdi e ros- periale47. Ma Valturio ricorda che di quel colore se all’interno dell’edificio, note fino dall’inizio sono anche le vesti reali, in un excursus sugli abi- del secolo scorso, e ripristinate nell’ultimo re- ti degli antichi, intesi come attestazione di sta- stauro44, suggeriscono di procedere a un ultimo tus48. E proprio questa riconosciuta ubiquità del- passaggio interpretativo. L’architettura dentro il la porpora suggerisce di considerare la policro- Tempio dichiara esplicitamente la sua apparte- mia del Tempio in relazione anche agli emble-

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mi araldici malatestiani. L’intero edificio, non roe del poema, Sigismondo, abbigliato con una 39 Bulgarelli, Alberti a Mantova… cit., pp. 18-21. 40 Valturio, De re militari… cit., XII, p. 282. soltanto la sua immagine sulla medaglia di Si- veste purpurea, fa la sua comparsa spettacolare 41 Dio. Cass., 53. 27. 2. gismondo, diventa emblema del signore, gra- dall’alto di un tumulo54: 42 Bulgarelli, L’architettura… cit., pp. 110-111. 43 zie all’esibizione dei colori dei Malatesta, bian- Basinio da Parma, Hesperis… cit., 13. 357-358, p. 288. Surgit, et exiles tunicas indutus, amictu 44 Ricci, Il Tempio Malatestiano… cit., p. 361, nota 6; F. Ca- co, rosso e verde49. I colori che si trovano sulle li- nali, C. Muscolino, L’aula: spazialità albertiana e appara- Purpureo, chlamydemque super circumdatus auro, ti celebrativi, in Il Tempio della meraviglia… cit., pp. 246-247. vree dei cavalieri, sulle finiture dei cavalli, e sulle Peronesque pedi jungit, simul accipit ensem 45 C. Brandi, Il Tempio Malatestiano, Torino 1956, p. 29. tende degli accampamenti, che compaiono nel- Fulmineum, et gemmis insignem, auroque superbo, 46 A.M. Iannucci, L’ultimo restauro del Tempio Malatestiano, in Leon Battista Alberti e l’architettura… cit., pp. 306-310. Caelatum et signis, olli quem fecerat ipse le miniature dei codici dell’Hesperis. E sono i co- 47 M. Reinhold, The History of Purple as Status Symbol in Anti- lori di veste e farsetto del personaggio che si suole Mulciber, et fulvis stridentem merserat undis. quity, Brussels 1970, pp. 37-47. 48 Valturio, De re militari… cit., X, p. 208. identificare con Sigismondo in uno degli affre- 49 Per una curiosa ironia della sorte, Sigismondo, P.G. Pasini, I Malatesti e l’arte, Milano 1983, pp. 130-140; schi di Benozzo Gozzoli nella cappella di palaz- Id., Araldica malatestiana, in Malatesta Novello Magnifico si- nonostante la sua ricerca di legittimazione trami- gnore. Arte e cultura di un principe del Rinascimento, catalogo zo Medici in via Larga50. della mostra (Cesena, Biblioteca Malatestiana, 14 dicembre te le arti, le lettere e l’architettura, sarebbe rien- 2002-30 marzo 2003), a cura di P. G. Pasini, San Giorgio di Pia- L’identificazione fra il signore, la sua dinastia, e trato di diritto nel novero dei ‘signori dipinti’ di no 2002, pp. 78-79. l’architettura – di cui si è detto – si esplica, allo- 50 Sul guardaroba di Sigismondo, E. Tosi Brandi, Abbiglia- Romagna. Espressione dantesca e feroce con la mento e società a Rimini nel XV secolo, Rimini 2000, pp. 76-79 ra, anche tramite l’esibizione dei colori. Colori quale – dopo la morte di Sigismondo – Ferrante e passim; Ead., Un esempio di magnificenza signorile. Il guar- di pietre rare e antiche e di nuovi e preziosi tes- daroba di Sigismondo Pandolfo Malatesta, in Il potere, le arti, la d’Aragona giudica, decretandone l’inappellabile guerra. Lo splendore dei Malatesta, catalogo della mostra (Ri- suti. Lo splendore dell’edificio, la pietra candi- mini, Castel Sismondo, 3 marzo-15 giugno 2001), a cura di A. fallimento politico, una forma di signoria priva Donati, Milano 2001, pp. 68-69. da – termine ricorrente nelle descrizioni, che ri- 51 di fondamento giuridico55. Espressione che per Serv., Ad Verg. G., 3. 82; Valturio, De re militari… cit., VI, manda al significato antico, riportato da Servio: p. 106. noi suona, singolarmente, come un’altra confer- 52 T. McCall, Brilliant Bodies: Material Culture and the Ador- “candidum […] id est quadam nitenti luce per- nment of Men in North Italy’s Quattrocento Courts, “I Tatti Stu- ma dell’analogia fra il signore di Rimini e il Tem- dies in the ”, 2013, 1-2, pp. 445-490. fusum”, citato alla lettera da Valturio51 – i colo- pio da lui voluto. 53 G. Pontano, I libri delle virtù sociali, a cura di F. Tateo, Ro- ri brillanti e le dorature all’interno, rappresenta- ma 1999, pp. 222-243; G. Guerzoni, Liberalitas, Magnificen- tia, Splendor: The Classic Origins of Italian Renaissance Life- no l’analogo dello splendore del signore, attribu- style, in Economic Engagements with Art, edited by N. De Mar- chi, C.D.W. Goodwin, Durham-London 1999, pp. 332-378. to del potere ottenuto tramite un adeguato para- E. Welch, Public Magnificence and Private Display: Giovanni mento di abiti, metalli, armi, gioie e oggetti pre- Pontano’s “De splendore” (1498) and theDomestic Arts, “Jour- nal of Design History”, 2002, 4, pp. 211-221. ziosi, e descritto con gli stessi termini encomiasti- 54 Basinio da Parma, Hesperis… cit., 1. 81-86, p. 4. ci utilizzati per l’architettura52. Alla fine del seco- 55 Il riferimento è alla ‘gente dipinta’ in Inferno, XXIII, 58. N. Covini, “Como signori dipinti”. Le signorie di Romagna nel lo, splendor diventerà una categoria teorizzata da contesto diplomatico e nei rapporti con la società locale (seconda 53 metà del Quattrocento), in Caterina Sforza una donna del Cin- Giovanni Pontano insieme alla magnificentia . quecento. Storia e arte tra Medioevo e Rinascimento, catalogo E un esempio piuttosto calzante di splendore si della mostra (Imola, Chiostri di San Domenico, 5 febbraio-21 maggio 2000), Imola 2000, pp. 49-50; Folin, Sigismondo Pan- trova ancora fra le rime dell’Hesperis, dove l’e- dolfo Malatesta… cit., p. 20.

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