Storia Economica
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Lettura critica dei bilanci della Difesa di alcune nazioni della NATO tra il 1949 ed il 1999 (Paolo Ramoino) La guerra può essere infinita? (Giorgio Gattei) Enrico Barone, economista e scrittore militare (Rodolfo Guiscardo) QUADERNO Storia economica Gli effetti delle spese militari nei due conflitti mondiali: 2007 - 2008 esplosione del debito pubblico e stabilizzazione postbellica (Stefano Farina) La politica dell’impotenza: Italia 1922-1943 (Nicola Pignato) Il finanziamento della grande guerra (Mariano Gabriele) Storia economica della Guerra Storia economica della Guerra della Guerra • L’economia delle armi: produzione e commercio nell’ultimo ventennio • A cura di Catia Eliana Gentilucci (Maurizio Simoncelli) Ricerca iconografica di Eugenio Garoglio Il peso-opportunità delle missioni militari (Catia Eliana Gentilucci) Gli interventi militari nel terzo millennio: un punto di vista empirico 2007-2008 (Antonio G. Fazio) 2007-2008 La finanza di guerra negli antichi stati italiani (Enrico Stumpo) Esercito ed economia militare nello Stato Pontificio (secoli XVI-XIX). Profilo storico e fonti nell’Archivio di Stato di Roma (Donato Tamblé) La ‘campagna d’Italia’ (marzo 1796-ottobre 1797) sotto il segno di una geniale ideologia politica (Paolo Pastori) Bellum se ipsum alet? L’expérience de Napoléon (Pierre Branda) Ragioni della guerra e utopia della pace perpetua in Leibniz (Sandro Ciurla) Il finanziamento della guerra civile americana (1861-1865) (Raimondo Luraghi) La pianificazione finanziaria della Hochseeflotte (Ernesto Pellegrini) La teoria della guerra economica (Germano Dottori) Il costo della guerra nell’era del Progresso: gli studi di Sir Robert Giffen sulla guerra franco prussiana (Piero Garoglio) Società Italiana di Storia Militare • Quaderno Società Italiana di Storia Militare • Quaderno L’economia e la finanza di un Paese in guerra. L’esperienza italiana del 1940-1945 (Luciano Luciani) Il Committee of Imperial Defence britannico e gli oneri della sicurezza comune (1902-1914) (Gianluca Pastori) In copertina: Cedola del S. Monte di Pietà di Roma, anni 1800 e seguenti Società Italiana di Storia Militare Società Italiana ATTI DEL CONVEGNO di Storia Militare VARALLO, 21-22 SETTEMBRE 2007 A cura di CATIA ELIANA GENTILUCCI Ricerca iconografica di EUGENIO GAROGLIO QUADERNO Storia economica 2007-08 della Guerra Società Italiana di Storia Militare Quaderno Roma © Società Italiana di Storia Militare Internet: wwwstoriamilitareit Email: info@storiamilitareit VIRGILIO ILARI Un territorio da esplorare ei Sette pilastri della saggezza Lawrence d’Arabia ha scritto che non abbiamo scuse se non conosciamo la guerra, dal momento che la «Nfacciamo da cinquemila anni. In realtà il nostro problema non è tan- to la mancanza di conoscenza, quanto la crescente specializzazione del sapere e la mancata interazione tra le nostre diverse conoscenze e i diversi metodi con cui le abbiamo accumulate e ridotte a sistemi. Tutte le scienze umane e sociali, tan- to nelle loro discipline teoretiche quanto nelle corrispondenti discipline storiche, includono nei loro campi di ricerca lo studio della guerra come fenomeno e, in definitiva di ogni singola guerra, se non altro perché la stessa esperienza bellica influisce necessariamente – in modi e misure spesso non percepiti – sulla costel- lazione delle scienze e sullo stesso sviluppo di ciascuna disciplina, inclusi teolo- gia e studi di genere. Malgrado alcuni importanti progressi compiuti negli ultimi decenni, la cre- scente specializzazione sembra però allontanare l’obiettivo – pur drammatica- mente necessario di fronte ai costi dell’improntitudine e della supponenza – di mettere in sinergia non solo le varie scienze umane e sociali ma perfino ciascu- na disciplina teoretica con la corrispondente disciplina storica. Se perfino scien- za militare e storia militare sembrano addirittura accentuare la loro reciproca in- dipendenza fin quasi ad ignorarsi vicendevolmente, ancor più difficile è un ar- ricchimento reciproco fra gli studi militari, politici, giuridici, economici, psico- logici – a carattere teoretico e storico. Nondimeno abbiamo ritenuto utile – se non altro come documento storico dello stato delle rispettive arti nell’Italia all’inizio del XXI secolo e come profi- cua esperienza personale degli intervenuti - un incontro e un confronto tra sto- rici militari e storici economisti sullo studio della guerra. Nell’idea originale del convegno, pensavamo di porre sul terreno alcuni grandi temi storiografici, come l’effetto pacificatore o invece bellogeno del commercio e del sistema monetario 4 Atti del Convegno settembre internazionale, le cause e gli effetti economici della guerra, l’influenza del pen- siero economico contemporaneo sulla preparazione nazionale alla guerra e sull’i- deologia e la decisione politica, sulla pianificazione finanziaria e la condotta stra- tegica di una singola guerra. E magari anche questioni e problemi più specifici della scienza economica e della scienza militare, come la teoria e la prassi dell’e- conomia di guerra, l’analisi economica delle spese militari, il metodo di calcolo dei costi della guerra, la storia dell’“economia militare” (una disciplina nata dal- l’esperienza delle guerre napoleoniche come applicazione delle scienze ammini- strative alla pianificazione delle forze armate). O, infine, la grande questione dei nostri tempi, l’impiego della modernissima “arma economica” al posto delle ob- solete forze militari, come strumento principale per conseguire lo scopo politico della guerra (che è in ultima analisi l’assoggettamento del vinto alla volontà del vincitore). Su ciascuno di questi temi è possibile riunire una copiosa letteratura: ma è fa- cile rendersi conto che sono stati trattati quasi esclusivamente in modo inciden- tale, in margine a dibattiti politici contingenti ovvero all’esposizione di teorie economiche o militari a carattere generale. Non sono stati ancora – in una paro- la – oggetto di un vero studio scientifico. In questa fase forse neppure pionieri- stica degli studi, un convegno può tuttavia segnalare un territorio ancora ine- splorato. CATIA ELIANA GENTILUCCI Un confronto fra varie esperienze no degli aspetti più importanti della guerra è l’economia. Adottare una giusta strategia economica per poter applicare una giusta strategia di Uguerra è una evidenza che si è manifestata dalla Prima Guerra mondia- le. La consapevolezza acquisita in tal senso ha preparato il terreno per il fiorire di studi, analisi e riflessioni sempre più sistematiche su ciò che viene identifica- to come Economia di guerra (o warfare). Il termine economia di guerra non si riferisce all’economia nel periodo belli- co in generale, ma all’adeguamento del sistema economico alle necessità della guerra. Nell’economia di guerra, lo Stato sottopone a una regolamentazione molto estesa l’economia di mercato, senza però sospendere del tutto né quest’ul- tima, né la proprietà privata dei mezzi di produzione o la libera circolazione del- la manodopera. L’approvvigionamento della popolazione, dell’apparato produttivo e dell’eser- cito viene garantito da un sistema burocratico-amministrativo di allocazione e distribuzione delle risorse. Adattare l’economia alle condizioni belliche compor- ta notevoli rischi: una parte dei consumi, la cui ampiezza varia a seconda del pe- ricolo, viene trasferita dalla sfera civile a quella militare; i costi della guerra ridu- cono le entrate delle economie domestiche; la produzione di materiale bellico al posto di beni di investimento (cannoni invece di macchine) comporta disinve- stimenti; salvaguardando i redditi infine, si rischiano spinte inflazionistiche. Ai tempi in cui la guerra era un affare dei principi e si conduceva con limita- ti gli eserciti di volontari e di mercenari l’economia del paese ne era scarsamen- te influenzata. L’avvento degli eserciti mercenari con le relative ingenti spese ha influito sull’economia trasformando gli ordinamenti fiscali e quelli politici, poi- ché non bastavano più le normali entrate del fisco. La condotta della guerra si inseriva sull’economia di pace prelevando tutte le risorse necessarie. Tutto ciò fino alla prima guerra mondiale, anche se in questa 6 Atti del Convegno settembre occasione i paesi coinvolti hanno cercato di adottare piani economico-strategici che si riferissero al finanziamento della guerra, alla politica industriale e ai tra- sporti. Era evidente che mancava ancora la consapevolezza che in un sistema eco- nomico nel quale l’economia aveva intrapreso la fase dello sviluppo industriale l’economia militare incideva fortemente su quella civile. Con lo sviluppo capitalistico, le risorse impiegate per la guerra non vengono più prelevate dai forzieri del principe, ma vengono sottratte al capitalismo arre- standone la crescita. In questo modo l’intera macchina economica si blocca e viene sottoposta a forti shock. Gli stati coinvolti nel primo conflitto mondiale nonostante l’impreparazione verso una filosofia di guerra basata sul warfare, so- no riusciti a far fronte, con tentativi improvvisati e volti a tamponare situazioni urgenti e contingenti, alle necessità di una guerra che gli economisti e gli uomi- ni politici pensavano breve e indolore. Nonostante le contraddizioni e le difficoltà il sistema economico ha dimo- strato di sapersi adattare ai cambiamenti repentini trasformando la struttura pro- duttiva e distributiva in quello che è stato definito come “guerra totale”: concen- trazione e espansione di tutte le energie nazionali militari e economiche alle ne- cessità immediate della guerra.