Il Risorgimento E L'europa
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Commissione Italiana Storia Militareilitare SOCIETÀ ITALIANA MINISTEROINISTERO DELLA DIFESAIFESA DI STORIA MI L I TA R E QUADERNO 2010 L'anno di Teano Atti del Convegno Nazionale CISM-SISM su Il Risorgimento e l'Europa Società Italiana di Storia Militare PROPRIETÀ LETTERARIA tutti i diritti riservati: Vietata anche la riproduzione parziale senza autorizzazione A cura di: Contramm. (r) Paolo ALBERINI S. Ten. Elena BIGONGIARI Hanno contribuito alla realizzazione del Convegno Nazionale CISM 2010: Col. Matteo PAESANO Presidente della CISM e Capo Ufficio Storico dello SMD Ten. Col. Cosimo SCHINAIA Capo Sezione Documentazione Storica e Coordinamento dell’Ufficio Storico di SMD Ten. Col. Fabrizio RIZZI Capo Sezione Archivio Storico dell’Ufficio Storico di SMD Cap. Freg. Fabio SERRA. Addetto alla Sezione Documentazione Storica e Coordinamento dell’Ufficio Storico di SMD Primo Mar. Giuseppe TRINCHESE Capo Segreteria dell’Ufficio Storico di SMD Mar. Ord. Francesco D’AURIA Addetto alla Sezione Archivio Storico dell’Ufficio Storico di SMD 3 Presentazione Italia si prepara a ricordare i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità e il dibattito sul Risorgimento italiano riemerge, con notevole attualità, dalleL’ pieghe della storia. È certo innegabile come tale processo abbia creato un senso di appartenenza nazionale e popolare vivo fino ad oggi, ma è anche vero che il processo di trasformazione, condotto dalle classi dirigenti politiche post- unitarie, di questo sentimento in elemento fondante di un’identità nazionale, sia rimasto incompiuto e non pienamente in grado di resistere a sistemi politici diversi e alle crisi di carattere economico-sociale. È un problema, dunque, po- litico piuttosto che culturale, tuttavia il Risorgimento fu il primo movimento ad avere successo nell’Italia geopoliticamente frammentata. Il movimento unitario è stato un rilevante e indiscutibile movimento rivo- luzionario che contribuì in maniera determinate a mettere in crisi l’intero assetto europeo che il Congresso di Vienna del 1815 aveva ricostituito dopo la débâcle napoleonica. La carboneria, poi la massoneria, prima nei moti del 1820 e ’21, poi in quelli del 1830, tentarono di rivendicare nuovi spazi di libertà politica, sociale, economica, istituzionale: è la crociana “religione della libertà”(Benedetto Croce), che prende sempre di più il posto delle religioni tradizionali (in primis il cattolicesimo, fortemente legato ai poteri costituiti nel binomio del “trono e altare”, fondamento della Restaurazione). In tutto il “vecchio continente” esplodono così manifestazioni e ribellioni, moti e rivolte finalizzate al riconoscimento da parte dei sovrani della concessione di “Statu- ti”, un complesso di norme giuridiche costituzionali finalizzate a vincolare e garantire il rapporto tra sovrano e sudditi. Con il 1848 dunque si passa dalla “pace” della Santa Alleanza alla “rivoluzione europea” dei popoli (Luigi Sal- vatorelli), di ampio respiro continentale e sostenuta dai movimenti patriottici e nazionali di ispirazione liberale e democratica, ancora una volta irradiata da Parigi. Emergono anche modelli di rivoluzione “legalitaria”: l’Assemblea di Francoforte in Germania, la rivoluzione “costituzionale” condotta nel regno d’Ungheria, la Repubblica Romana. Svanita la soluzione rivoluzionaria, rima- nevano in campo gli esiti “moderati” per le grandi questioni nazionali: o di “compromesso” con il potere in cambio di un’autonomia quasi assoluta, (l’im- pero d’Austria diventa nel 1867 impero austro-ungarico), o dell’unificazione intorno a nuclei statali (il regno di Prussia e il regno di Sardegna) più moderni e avanzati, capaci di mobilitare a favore della propria espansione un movi- 4 IL RI SO R G I MENTO E L’EU R OPA . ATTO ri E P R OTAGON I ST I DELL ’UN I TÀ D’ITAL I A mento di consenso popolare e nazionale. Quest’ultimo modello, sebbene avrebbe avuto realizzazioni diverse in Germania (unificazione alla Prussia con il mantenimento delle altre istituzioni e autonomie locali) e in Italia (annessio- ne tout court al regno sabaudo), sarebbe comunque stato il modello ideale per le giovani nazioni emergenti dei Balcani (come il Montenegro e la Serbia, aspiranti a divenire centri per l’aggregazione dei popoli slavi meridionali, o la Romania del “vecchio regno”, che diventa Grande Romania soprattutto con l’annessione della Transilvania ungherese, nonché della Bucovina austriaca e della Bessarabia russa). Per tutti questi elementi il Risorgimento rimane un grande movimento libertario e liberale, modello per altre regioni d’Europa: gli attori nazionali di questo complesso panorama internazionale sembrano capa- ci di far valere i propri processi di “risorgimento” nazionale e di proporsi, sull’esempio del Risorgimento italiano, dalla seconda metà del XIX secolo fino alla prima guerra mondiale, come i principali fattori di disgregazione dei grandi imperi plurinazionali. L’unificazione nazionale avviene su ispirazione democratico-mazziniana, realizzata da volontari-garibaldini con esiti moderato-cavouriani. Nella Peni- sola i “risvegliatori” ottocenteschi della nazione risorgimentale, gli attori e i protagonisti sono dunque numerosi: dal profeta dell’Unità italiana e dell’alta missione spirituale della nazione, Mazzini, al generale Garibaldi, punto di riferimento non soltanto per i patrioti italiani ma per tutti i popoli dell’Europa centro-orientale che invocano e ottengono l’intervento dei suoi uomini. Da Camillo Benso conte di Cavour al caleidoscopico panorama di pensatori e “osservatori” come Gioberti, Balbo, Rosmini, Durando, Cattaneo, D’Azeglio. Una fase storica di grande importanza, dunque, non soltanto per la Penisola, ma per l’intero continente che vide nell’Unificazione italiana un notevole elemento di destabilizazazione dell’obsoleto ordine europeo e il compimento di un’importante tappa nel processo di liberazione dei popoli (Tamborra). Il Presidente della CISM Col. Matteo Paesano 5 L’impegno della SISM antenendo fede all’impegno assunto nel 2009, la Società Italiana di Storia Militare ha collaborato anche nel 2010 al secondo dei tre con- vegniM nazionali indetti dalla Commissione Italiana di Storia Militare presso il Centro Alti Studi della Difesa nel quadro delle celebrazioni per il 150° anni- versario dell’Unità d’Italia per commemorare gli eventi politico-militari del 1859, 1860 e 1861- facendone oggetto non di mera rievocazione patriottica, ma di studio critico. La nostra collaborazione, consistita nella consulenza scientifica prestata dal prof. Mariano Gabriele per l’organizzazione dei tre convegni e nella par- tecipazione di numerosi nostri Soci, testimonia il nostro concreto e determi- nante sostegno di cittadini e di studiosi alle attività culturali del Ministero della Difesa. Se il 1859 fu l’anno di Cavour e dell’indipendenza, il 1860 fu l’anno di Garibaldi e dell’unità, proclamata nel 1861. Le sue vittorie - il Volturno e Castelfidardo - furono riportate non sullo straniero, ma sugli ultimi due anti- chi stati italiani, costretti dalla logica delle istituzioni a tentare una impossibi- le resistenza contro l’unità, voluta dalla storia, dai nuovi equilibri europei e, soprattutto, dagli stessi siciliani, napoletani e romani. Ma l’incontro di Teano tra il re di Sardegna e il dittatore delle Due Sicilie fu il simbolo di una unità duplice, non solo geografica tra l’Italia Settentrionale e l’Italia Meridionale, ma anche politica tra l’Italia monarchica e l’Italia democratica. Meditando su questo simbolo della nostra identità nazionale, Noi, cittadini della Repubblica ed orgogliosi di esserlo, cediamo rispettosi la parola al primo Re d’Italia, le cui spoglie riposano nel Pantheon e il cui monumento ospita il sacello del Milite Ignoto: Signori Senatori! Signori Deputati! Libera ed unita quasi tutta, per mirabile aiuto della Divina Provvidenza, per la concorde volontà dei Popoli, e per lo splendido valore degli Eserciti, l’Italia confida nella virtù e nella sapienza vostra. 6 IL RI SO R G I MENTO E L’EU R OPA . ATTO ri E P R OTAGON I ST I DELL ’UN I TÀ D’ITAL I A A voi si appartiene il darle istituti comuni e stabile assetto. Nello attribuire le maggiori libertà amministrative a popoli che ebbero consuetudini ed ordini diversi veglierete perché l’unità politica, sospiro di tanti secoli, non possa mai esse- re menomata. L’opinione delle genti civili ci è propizia; ci sono propizi gli equi e liberali principii che vanno prevalendo nei Consigli d’Europa. L’Italia diventerà per essa una guarentigia di ordine e di pace, e ritornerà efficace stro- mento della civiltà universale. Tratto dal Discorso della Corona per l’apertura del Parlamento Italiano, 18 febbraio 1861 Il Presidente della SISM Prof. Virgilio Ilari 7 Intervento del Presidente del CASD Amm. Sq. Marcantonio TREVISANI ignor Sottosegretario alla Difesa, Signor Capo di Stato Maggiore della Difesa, Autorità, graditi ospiti tutti. Come Presidente del Centro Alti Studi perS la Difesa, sono particolarmente onorato di poter ospitare, ancora una volta, i lavori di questo convegno. Il tema proposto contiene, a mio avviso, due con- cetti fondamentali e stimolanti. In primo luogo, il carattere europeo dei principi ed ideali alla base del pro- cesso risorgimentale nazionale. Le dinamiche che hanno dato luogo ai primi moti rivoluzionari e alle guerre d’indipendenza, trovano una continuità con le vicende dell’ultimo secolo, quando si ritorna a parlare di “secondo risorgi- mento” tanto a livello nazionale che europeo. E’ sufficiente ricordare la costruzione delle prime concrete comunità europee a partire dagli anni ’50 del