Ottocento Da Favola Primo a Sorpresa Il Norvegese Rodal

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Ottocento Da Favola Primo a Sorpresa Il Norvegese Rodal 02SPO03A0208 ZALLCALL 14 10:00:17 08/02/96 K IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII pagina l’Unità Venerdì 2 agosto 1996 4 2 IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIOlimpiadiIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ’96IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Questione di stile. Grande saga televisiva la nona medaglia olimpica siva, certo ci si accorge della sua esistenza solo alle olimpiadi, ma nessu- di— Lewis: tutto e il suo contrario. Troppo altero, troppo bello, troppo ricco, CERCHINTV no ne chiederà mai la sua esclusione. Perché è una disciplina archetipa, troppo poco nero. Io mi limito all’osservazione che se l’uomo è lo stile, il originaria: prima che agonisticamente ineliminabile come parola. Oppo- figlio del vento può anche avere i “piedi gommati”, ma è un Lord Brum- sto il discorso per la ginnastica ritmica: è proprio la sua distanza siderale mel della pedana. Irripetibile. Con buona pace di Michael Johnson, che con la quotidianità, la sua suprema inutilità (chi gioca più con nastrini, aspira alla successione calzando scarpe d’oro, esibendo orecchino e col- Lord Brummel palle e clavette? nemmeno le bambine) che forse ne legittima lo status lanone massiccio. Come tanti altri campioni neri che brillano per l’osten- olimpico. Del nuoto sincronizzato non si sa invece che dire. L’unica cosa tazione di esagerati contrassegni di ricchezza (ricordate le unghie e i al secolo davvero straordinaria è la capacità delle sirenette di stare sott’acqua a lun- gioielli della Griffith?). Esibizionismo da arricchiti assolutamente scono- go ma di riemergere sempre con un radioso sorriso. La qualcosa ha solo il sciuto a Carl Lewis, impeccabile anche nella sua monacale tenuta d’atle- Carl Lewis merito di dimostrare come non sia solo la paura a farci trattenere il respiro ta. o stare col fiato sospeso. In bike con Merola. Molto meno signorile è risultato Cesare Toraldo, che Meglio il silenzio. Economia del fiato, per dir così, che mi permetto di con- fra le lacrime (forse per la mancata medaglie) ha lamentato la probabile o da cacciare dai giochi - che, come ha scritto Mc Luhan, «quando le cul- sigliare a Velasco: invitandolo a meditare sulla famosa affermazione di scomparso del pentathlon moderno dal programma olimpico. Ragioni per ture cambiano, cambiano anche i giochi». E mi pare che nessuno possa Platini che a proposito dei troppi giornalisti che gli chiedevano un’opinio- protestare ne ha più d’una. Ma come, ha detto ai microfoni, mettono il negare che per le sensibilità socio-culturali attuali sia assai più intonata la ne disse che pure Einstein alla ventesima intervista avrebbe rischiato la fi- beach volley e la mountain bike e vogliono abolire il pentathlon che è mountain bike del pentathlon. La scollatura sexy di Paola Pezzo ha dato gura del fesso. L’altra sera, alla vigilia di Italia-Argentina, si è offerto al mi- sport tra i più antichi e completi? Si può effettivamente concordare con solo quel tocco televisivo giusto in periodo di “merolismo”. crofono di Antonella Clerici: «Cosa sono per te le emozioni?», «Cosa ti lui, visto che anche altri sport come la scherma rischiano la cancellazione. L’importante è sorridere. Alcune altre considerazioni sugli sport minori. La emoziona di più?», «Sei romantico?», «Dimmi la verità: sei venuto qui per Resta però il fatto, al di là dell’azione di killeraggio della tv - è lei infatti lotta ad esempio (che ieri ha presentato televisivamente la baldanza del vincere?». Aggiungeremo che la “bellissima intervista di Antonella” l’ha vi- che decide se una disciplina è televisiva o meno e dunque da mantenere nostro Schillaci, presentato come l’erede di Maenza): non so se sia televi- sta e sentita solo Frizzi. [Giorgio Triani] L’oro del doppio giro di pista si allena usando il tunnel di un’autostrada Ottocento da favola Lambruschini, sperando che almeno un keniano Primo a sorpresa si smarrisca tra le siepi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI ATLANTA. Definirlo un deja vu incredibile naturalezza a fare la il norvegese Rodal è— il minimo che si possa fare: Ales- differenza». sandro Lambruschini si qualifica A confortare Alessandro, che in per l’ennesima finale importante queste Olimpiadi del Centenario si La lotta libera della sua lunga carriera sui 3000 gioca l’ultima chance, c’è però un Grande gara negli 800 metri e vincitore a sor- siepi e fa il solito, inevitale prono- precedente incoraggiante, purtrop- cerca medaglie stico: «Nella finale cercherò a tutti i po l’unico. Accadde nel 1993, du- presa il norvegese Vebjoern Rodal. Lui per alle- costi la medaglia. Prima di me ci rante i campionati mondiali di Schillaci sono i tre keniani, spero che alme- Stoccarda, allorché il Kenia si per- narsi è costretto ad usare il tunnel di un’auto- no uno di loro salti durante la ga- se un elemento per strada e il pun- è in semifinale ra». tuale italiano ne approfittò per strada. «Parlate delle mie imprese sportive ma Questo dei keniani favoriti, della prendersi la medaglia di bronzo. C’è l’ha fatto il nostro rappresentante speranza che almeno uno si riveli «Spero che possa accadere anche lasciate stare il mio privato». nella lotta libera categoria fino a 62 meno “africano” degli altri, è un qui - ha commentato lui -. Del ter- kg ad entrare in semifinale. Giovanni refrain che accompagna questo zetto keniano, Kiptanui, Keter e Bi- Schillaci si è qualificato battendo nei trentunenne toscano (ma la faccia rir, l’unico vulnerabile mi sembra DA UNO DEI NOSTRI INVIATI quarti il giapponese Takairi Wada. è quella di un ragazzino) fin dal quest’ultimo, però non posso certo MARCO VENTIMIGLIA L’italiano non aveva iniziato molto 1988. Allora “Lambrusca” conclu- giurare di riuscire a stargli davan- ATLANTA. Al passaggio dei invece la bagarre che spesso con- bene, andando sotto di due punti. I se al quarto posto la finale olimpi- ti». Con Lambruschini sarà in gara —seicento metri Johnny Gray, vec- traddistingue le prove su questa cinque minuti regolamentari ca di Seul, naturalmente dietro pure Angelo Carosi, anche lui chia volpe del doppio giro di pista distanza. finivano con lo stesso punteggio. Si 02SPO03AF01 una coppia d i keniani, Kariuki e esperto frequentatore delle siepi, che cerca sempre di stroncare gli proseguiva dunque, visto che per Koech, nonché dell’”intruso” bri- seppur con minori ambizioni del avversari, ha guardato boccheg- Sepeng il predestinato assegnare la vittoria è necessario tannico Rowland. In quell’occasio- compagno di squadra. giante l’adiacente tabellone cro- Bandana bianca ed occhiali so- uno scarto di tre punti. Al round ne Alessandro da Fucecchio Dalle siepi alla strada (intesa nometrico: “Un minuto e 15 se- pra la testa, prende la parola il supplementare il giapponese (compaesano quindi di Indro come luogo di gara) per un’altra condi!! - deve aver pensato con il ventiduenne Hezekiel Sepeng, un appariva assai provato. Un attacco Montanelli) non fu poi così dispia- gara molto cara ai rappresentanti cuore in gola -, stavolta me li sono altro tipo di cui si parlerà a lungo: dell’italiano dimezzava lo svantaggio ciuto, si trattava pur sempre della nostrani, la 50 chilometri di marcia scrollati tutti di dosso”. Nell’istante «Ho sbagliato - dice -, ho preso e una successiva presa metteva i due sua prima comparsa sul grande che andrà in scena stamattina pre- successivo Gray si è girato ed ha l’argento ma ho sbagliato... Mi so- avversari in parità. Di fatto si palcoscenico internazionale. Quat- sto (pomeriggio in Italia). L’affetto scoperto l’incredibile e amara ve- no lasciato intruppare nel mo- ricominciava, l’incontro era tro anni dopo, nel catino olimpico in casa Italia non è tanto riferito al rità: in sei, non un paio ma sei av- mento decisivo, quando sono totalmente riaperto. Il nipponico di Barcellona, la storia si ripetè ma lontano successo di Abdon Pa- versari, gli stavano dietro con il sbucato sul rettilineo e ho potuto chiedeva una sosta per un dolore alla cambiò decisamente la reazione mich nei Giochi del ‘64, quanto coltello fra i denti nonostante l’an- iniziare lo sprint Rodal era troppo caviglia che sembrava più una scusa dell’azzurro. Preceduto senza di- agli incoraggianti e recenti risultati, datura pazzesca... lontano». per tirare il fiato. Il lottatore italiano scussioni da un terzetto intera- primo fra tutti il secondo posto di È stato il più grande ottocento Mai ci era capitato di ascoltare tentava il ribaltamento che l’arbitro mente «made in Kenia», Birir, Sang Giovanni Perricelli nei mondiali metri della storia dell’atletica no- ottocentista che conclude in però non premiava. Il confronto e Mutwol, si lasciò andare ad un dell’anno scorso. Proprio l’atleta nostante la forzata assenza di Wil- 1’42”74 (1’42”58 per il vincitore) attraversava poi un momento di pianto irrefrenabile dopo il tra- lombardo sarà l’elemento di punta son Kipketer, il campione del e si lamenta per essere rimasto stasi. nessuno dei due contendenti guardo, disperato per essersi fer- di una formazione comprendente mondo “appiedato” da problemi ”intruppato”. Eppure, il simpatico arrischiava mosse azzardate. Poi una mato ancora una volta ai piedi del anche Giovanni De Benedictis (in di cittadinanza. A vincere è stato il Sepeng ha ragione. Quando il nor- serie di spinte mandava fuori dalla podio, ma anche per la sua impo- realtà più portato per la “venti”) e portentoso Vebjoern Rodal, colui vegese ha rotto gli indugi ai due- materassina e dalla pedana ufficiale tenza contro i fantastici corridori Arturo Di Mezza (dato in grande che a soli 23 anni si annuncia co- cento conclusivi, si è addirittura il siciliano. Il round supplementare degli altipiani. forma dai tecnici). me uno dei più grandi interpreti di formato un gruppetto di sei ele- finiva così in parità. I giudici a quel «Contro i keniani - ha ribadito Confortante il ricordo di Gote- questa gara affascinante.
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