Lunarie de lu Uašte ~ L’Almanacco dei Vastesi ~

A cura di Giuseppe Tagliente Paolo Calvano Giovanni Di Rosso

~ 2011 ~ Premessa alla undicesima edizione

“A noi giovani piace cambiare”, dichiarava una pubblicità di qualche anno fa e noi, tanto per stare al gioco, abbiamo ritenuto di dover cambiare con questo undicesimo numero del Lunario, primo del secondo decennio di vita della nostra fortunata iniziativa editoriale. Il giudizio lo lasciamo a Voi, cari lettori, sperando che gli apprezzamenti bilancino le critiche. Ciò che teniamo comunque a dirVi è che la nuova veste, pur rispettosa della formu- la felicemente collaudata, è stata pensata per dare più spazio alle notizie storiche e di costume, alla riscoperta delle tradizioni e del dialetto, alle fotografie, alle curiosità, nel tentativo di coinvolgere con una grafica più moderna ed accattivante anche i più giovani, a cui vogliamo tramandare questi spiccioli di vastesità. Il Lunario 2011 si apre con una doverosa nar- razione degli avvenimenti accaduti centocinquant’anni fa. Il 2011 è l’anno della ricorrenza dell’Unità d’Italia ed un ricordo di quanto avvenne anche in questa Città, che fu la prima in Abruzzo a dichiararsi italiana, ci è sembrato doveroso. L’abbiam fatto però nello stile tipico del Lunario, raccontando 2 le vicende come probabilmente le vissero i nostri trisavoli, mondate dalla retorica e dall’enfasi che il tempo e la ragion politica ha appiccicato ad- dosso a loro, con particolare riguardo anche alle ragioni dei vinti di allora, bollati spesso impropriamente come “briganti”. Un’altra chicca la troverete in appendice: è la storia dei barbieri vastesi. Pubblicata lo scorso anno in un numero limitato, abbiamo ritenuto di doverla ripubblicare sul Lunario per soddisfare le innumerevoli richieste che ci sono pervenute in tal senso. Speriamo Vi piaccia, così come speriamo possa incontrare il Vostro favore il ciddì musicale allegato alla terza di copertina. Si tratta di canzoni scritte, musicate ed interpretate da un caro amico che ha voluto tentare l’opera- zione assolutamente ardita di coniugare il dialetto con la musica dei tempi nostri, con un sound assolutamente inedito in questo senso. Se lo giudi- cherete positivamente insisteremo anche l’anno prossimo. Ma abbiam già parlato troppo. Buona lettura. Gli autori

Novembre 2010 Feste e ricorrenze dell’anno

Feste religiose e civili Feste mobili 1 gennaio, Capodanno Giubileo vastese 16 gennaio 6 gennaio, Epifania del Signore Martedì grasso 8 marzo 25 aprile, Festa della Liberazione Ceneri 9 marzo 1 maggio, Festa del Lavoro Sacra Spina 15 aprile 2 giugno, Proclamazione della Repubblica Pasqua 24 aprile 15 agosto, Ferragosto Lunedì dell’Angelo 25 aprile 29 settembre il Patrono San Michele Madonna dell’Incoronata 1 maggio 1 novembre, Ognissanti Madonna della Penna 8 maggio 8 dicembre, Immacolata Concezione Pentecoste 12 giugno 25 dicembre, Natale del Signore Madonna delle Grazie 3 luglio 26 dicembre, Santo Stefano Corpus Domini 26 giugno San Lorenzo 12 settembre Calendario Astronomico

Gennaio Il 1° il Sole si leva alle ore 7.40 e tramonta alle 16.45. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.38 e tramonta alle 16.59. Eclissi anulare di sole (martedì 4 ore 9.51). Fasi lunari: luna calante dall’1 al 4 e dal 26 al 31. Luna crescente dal 5 al 19. Luna Nuova dalle ore 10.02 di martedì 4. Primo quarto alle 12.13 di mercoledì 12. Luna piena alle ore 22.21 di mercoledì 19. Ultimo quarto alle 13.57 di mercoledì 26.

Febbraio Il 1° il Sole si leva alle ore 7.25 e tramonta alle 17.21. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.08 e tramonta alle 17.39. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 3 e dal 18 al 28. Luna crescente dal 3 al 18. Luna Nuova dalle ore 3.30 di giovedì 3. Primo quarto alle 8.18 di venerdì 11. Luna piena alle ore 9.35 di venerdì 18. Ultimo quarto alle 0.26 di venerdì 25.

Marzo Il 1° il Sole si leva alle ore 6.47 e tramonta alle 17.57. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.23 e tramonta alle 18.13. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 4 e dal 20 al 31. Luna crescente dal 4 al 19. Luna Nuova dalle ore 21.45 di venerdì 4. Primo quarto alle 0.44 di domeni- ca 13. Luna piena alle ore 2.43 di sabato 19. Ultimo quarto alle 13.07 di sabato 26.

Aprile Il 1° il Sole si leva alle ore 6.54 e tramonta alle 19.33. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.32 e tramonta alle 19.39. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 3 e dal 18 al 30. Luna crescente dal 3 al 18. Luna Nuova dalle ore 16.32 di domenica 3. Primo quarto alle 14.05 di lune- dì 11. Luna piena alle ore 4.43 di lunedì 18. Ultimo quarto alle 4.46 di lunedì 25.

Maggio Il 1° il Sole si leva alle ore 6.06 e tramonta alle 20.06. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.49 e tramonta alle 20.27. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 3 e dal 17 al 31. Luna crescente dal 3 al 17. Luna Nuova dalle ore 8.58 di martedì 3. Primo quarto alle 22.32 di martedì 10. Luna piena alle ore 13.08 di martedì 17. Ultimo quarto alle 20.52 di martedì 24. Giugno Il 1° il Sole si leva alle ore 5.36 e tramonta alle 20.37. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.33 e tramonta alle 20.46. Eclissi totale di luna (ore 22.12 del 15) durata: un’ora e 40 minuti. Fasi lunari: luna calante l’1 e dal 15 al 30. Luna crescente dall’1 al 15. Luna Nuova dalle ore 23.02 di mercoledì 1.Primo quarto alle 4.10 di giovedì 9. Luna piena alle ore 22.13 di mercoledì 15. Ultimo quarto alle 13.48 di giovedì 23.

Luglio Il 1° il Sole si leva alle ore 5.37 e tramonta alle 20.48. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.47 e tramonta alle 20.43. Fasi lunari: luna calante l’1 e dal 15 al 30. Luna crescente dall’1 al 15 e dal 30 al 31. Luna Nuova: dalle ore 10.53 di venerdì 1 e dalle ore 20.39 di sabato 30. Primo quarto alle 8.29 di venerdì 8. Luna piena alle ore 8.39 di venerdì 15. Ultimo quarto alle 7.01 di sabato 23.

Agosto Il 1° il Sole si leva alle ore 6.02 e tramonta alle 20.27. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.17 e tramonta alle 20.09. Fasi lunari: luna calante dal 13 al 29. Luna crescente dall’1 al 13 e dal 29 al 31. Luna Nuova dalle ore 5.04 di lunedì 29. Primo quarto alle 13.08 di sabato 6. Luna piena alle ore 20.57 di sabato 13. Ultimo quarto alle 23.54 di domenica 21.

Settembre Il 1° il Sole si leva alle ore 6.37 e tramonta alle 19.42. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.50 e tramonta alle 19.18. Fasi lunari: luna calante dal 12 al 27. Luna crescente dall’1 al 12 e dal 27 al 30. Luna Nuova dalle ore 13.08 di martedì 27. Primo quarto alle 19.39 di do- menica 4. Luna piena alle ore 11.26 di lunedì 12. Ultimo quarto alle 15.38 di martedì 20.

Ottobre Il 1° il Sole si leva alle ore 7.07 e tramonta alle 18.50. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.23 e tramonta alle 18.26. Fasi lunari: luna calante dal 12 al 26. Luna crescente dall’1 al 12 e dal 26 al 31. Luna Nuova dalle ore 21.55 di mercoledì 26. Primo quarto alle 5.15 di mar- tedì 4. Luna piena alle ore 4.05 di mercoledì 12. Ultimo quarto alle 5.30 di giovedì 20.

Novembre Il 1° il Sole si leva alle ore 6.43 e tramonta alle 17.01. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.01 e tramonta alle 16.46. Fasi lunari: luna calante dal 10 al 25. Luna crescente dall’1 al 10 e dal 25 al 30. Luna Nuova dalle ore 7.09 di venerdì 25. Primo quarto alle 17.38 di mer- coledì 2. Luna piena alle ore 21.16 di giovedì 10. Ultimo quarto alle 16.09 di venerdì 18.

Dicembre Il 1° il Sole si leva alle ore 7.20 e tramonta alle 16.36. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.33 e tramonta alle 16.35. Eclissi totale di luna (ore 15.32 del 10) durata 52 minuti. Fasi lunari: luna calante dal 10 al 24. Luna crescente dall’1 al 10 e dal 24 al 31. Luna Nuova dalle ore 19.06 di sabato 24. Primo quarto alle 10.52 di venerdì 2. Luna piena alle ore 15.36 di sabato 10. Ultimo quarto alle 1.47 di domenica 18. CARTA D’IDENTITÀ

Nome Vasto (Istonio dal 1938 al 1944) Città dal 30 marzo 1710 Denominazione antica Histonium Altitudine 143 m. s.l.m. Superficie 70,63 Kmq Denominazione abitanti vastesi, localmente uaštarúli Numero abitanti Maschi 19.641 - Femmine 20.635 Tot. 40.276 al 31/10/2009 Provincia Chieti Economia A prevalenza industriale, commerciale e turistica Santo Patrono San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII) Gemellata con Perth (W.A.) dal 1989 Sindaci dall’Unità d’Italia 1860 - 1866 Filoteo D’IPPOLITO 1942 - 1943 Silvio CICCARONE Junior 1868 - 1876 Silvio CICCARONE Senior 1943 - 1944 Emilio ZARA 1876 - 1878 Carlo NASCI 1944 - 1945 Giuseppe NASCI 1878 - 1896 Francesco PONZA 1946 - 1955 Florindo RITUCCI CHINNI 1897 - Luigi D’ALOISIO 1955 - 1956 Olindo ROCCHIO 1897 - 1919 Luigi NASCI 1956 - 1962 Idiano ANDREINI 1919 - 1920 Gelsomino ZACCAGNINI 1962 - 1973 Silvio CICCARONE Junior 1920 - 1921 Filoteo PALMIERI 1973 - 1979 Nicola NOTARO 1921 - 1923 Florindo RITUCCI CHINNI 1979 - 1993 Antonio PROSPERO 1924 - 1933 Pietro SURIANI 1994 - 2000 Giuseppe TAGLIENTE 1934 - 1935 Gaetano DEL GRECO 2000 - 2001 Giovanni BOLOGNESE 1937 - 1940 Erminio SCARDAPANE 2001 - 2006 Filippo PIETROCOLA 1941 - 1942 Francescopaolo GIOVINE 2006 - Luciano LAPENNA

L’Amministrazione Comunale Sindaco: Luciano Lapenna Vice Sindaco: Vincenzo Sputore Assessori: Lina Marchesani, Marco Marra, Domenico Molino, Corrado Sabatini, Anna Suriani, Nicola Tiberio. Segretario Generale: Rosa Piazza. Consiglio: Riccardo Alinovi, Ivan Aloè, Mario Baiocco, Alfredo Bontempo, Francesco Paolo D’Adamo, Giuseppe Di Paolo, Antonio Di Santo, Giuseppe Forte, Tranquillo Luciano Gentile, Fabio Giangiacomo, Guido Giangiacomo, Alessandro La Verghetta, Simone Lembo, Giuseppe Madonna, Luigi Marcello, Manuele Marcovecchio, Massimiliano Montemurro, Giuseppe Napolitano, Michele Notarangelo, Mario Olivieri, Francesco Piccolotti, Gianni Quagliarella, Etelvardo Sigismondi, Fabio Smargiassi, Nicola Soria, Giuseppe Tagliente, Maria Annunziata Ulisse, Maurizio Vicoli. Dirigenti: Giacinto Palazzuolo (Direttore Generale), Michele Bevilacqua (Ragioneria), Michele D’Annunzio (Cultura), Roberto D’Ermilio (Lavori Pubblici, Servizi), Vincenzo Marcello (Turismo), Sergio Petrongolo (Polizia Municipale), Caterina Barbato (Ist. dei Servizi Sociali) A.S.L Direttore Generale: Francesco Zavattaro. Direttore Amministrativo: Giancarlo Barrella. Direttore Sanitario: Amedeo Budassi. Magistratura: Presidente Tribunale: Francesco Greco. Procuratore della Repubblica: Francesco Prete Forze dell’Ordine Commissariato Polizia di Stato: Cesare Ciammaichella. Compagnia Carabinieri: Giuseppe Loschiavo. Tenenza Guardia di Finanza: Luigi Minnitti. Ufficio Locale Marittimo: Daniele Di Fonzo. Distaccamento Vigili del Fuoco: Cosimo Colameo. Corpo Forestale dello Stato: Domenico Racciatti. Parrocchie Concattedrale di S. Giuseppe: Gianfranco Travaglini. S. Maria Maggiore: Andrea Sciascia. S. Pietro in S.Antonio: Stellerino D’Anniballe. S. Paolo Apostolo: Gianni Sciorra. S. Maria Incoronata: Eugenio di Gianberardino. S. Maria del Sabato Santo: Massimo D’Angelo. Stella Maris: Luigi Stivaletta. S. Giovanni Bosco: Francesco Labarile. S. Lorenzo: Antonio Bevilacqua. S. Marco Evangelista: Luigi Smargiassi. Dirigenti Istituzioni scolastiche Liceo Scientifico “R. Mattioli”: Silvana Marcucci. Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “F. Palizzi”: Nino Fuiano. Istituto Tecnico Industriale “E. Mattei”: Rocco Ciafarone. Liceo Classico “L.V. Pudente” e Istituto d’Arte: Rocco Di Scipio. Istituto Magistrale “R. Pantini”: Letizia Daniele. Scuola Media “G. Rossetti”: Letizia Stangarone. Scuola Media “R. Paolucci”: Maria Cauli. 1º Circolo Didattico “G. Spataro”: Maria Pia Di Carlo (regg.). 3º Circolo Didattico: Maria Pia Di Carlo. La vita quotidiana a Vasto ai tempi del Risorgimento

L’anno 1860 inizia con grandi feste: il 12 gennaio, per il Natale di Sua Maestà Francesco II (D.G.) solenne Te Deum in S. Giuseppe, con spari, sorteggi di maritaggi e banda. La sera al Carmine acca- demia con discorsi, lettura di poesie ed epigrammi di ecclesiastici e laici in onore del Sovrano. In Primavera grandi movimenti di trup- pe di fanteria e di cavalleria in transito nel nostro territorio. Il 25 giugno il Re Francesco II concede la Costituzione e l’amnistia ai condannati per reati politici. Dopo poco tempo alcuni vaste- si, già carcerati, tornano alle loro case e incominciano a svolgere apertamente in città attività politica contro la dinastia regnante. Da questo momento l’impiegato tecnico Pietro Fariello1, addetto al telegrafo, diviene una celebrità. Ogni giorno i signori lo vanno a trovare alla torre di Bassano per avere notizie fresche arrivate dalla capitale. Note A giugno, tentativo attuato da gruppi di contadini, armati di forche 7 1. Pietro Fariello (1836-1903) nato a e pietre, di appropriarsi del grano trebbiato nei terreni dei galan- Vasto da una famiglia di origini sor- tuomini. La fame nelle classi povere è grande, a causa del cattivo rentine.

1860 - Il Battaglione della Guardia Nazionale di Teramo raccolto granario, e il poco frumento disponibile è nascosto dai borghesi. C’è preoccupazione tra il popolo per la prossima distri- buzione delle terre demaniali che si teme possano essere asse- gnate quasi tutte ai già ricchi proprietari. Ai primi di luglio agitazione in città. I galantuomini diffondono la notizia della concessione della libertà di stampa e di indizione del- le elezioni. Si dice che anche il compaesano Emilio Celano2 abbia fondato a Napoli un nuovo periodico. Nei caffè e lungo le strade urbane ferve l’attività del radicale Filippo dei conti Tiberi3, coadiu- vato dai rampolli di casa Ricci4. Il palazzo di Silvio Ciccarone5 nella strada S. Giovanni è meta di ripetuti incontri. Quasi un pellegrinag- gio continuo di notabili, borghesi e soprattutto di sfaccendati che non hanno nulla da perdere e vogliono approfittare del momento opportuno. Alla fine del mese viene sciolta la vecchia Guardia Bor- bonica e costituita la Guardia Nazionale. Gli uomini sono sempre gli stessi, cambia solo il vertice: Silvio Ciccarone, sempre più in vista, è nominato capo compagnia e gli ufficiali sono tutti espo- nenti dell’alta borghesia e della residua nobiltà, alcuni dei quali già sostenitori dei Borboni. Da Napoli arrivano anche le nomine del nuovo consiglio decurionale. Il vecchio sindaco Codagnone6 è sostituito dal massone dottor D’Ippolito7; il resto dei componenti non è molto diverso dal precedente. In città diventano sempre più 2. Emilio Celano (1831-1893). Laurea- influenti Ciccarone e Nasci8, ambedue sposati con le figlie di Luigi to in Legge insegna Filosofia e Diritto Cardone9 ed unici eredi delle ingenti sostanze del barone. Pubblico. Come pubblicista fonda Ad agosto, mentre pervengono contraddittorie notizie sulle bat- “Il Globo” (1859) e “La Nuova Italia” (1860). Dopo il 1860 prefetto in diverse taglie dei garibaldini che stanno risalendo la penisola, la città è città italiane. pervasa da un soporifero, quasi indifferente, clima di attesa. Il 14

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3. Filippo de’ Conti Tiberi (1821-1869) Liberale di tendenze radicali viene per- seguitato e incarcerato dalla polizia.

4. Luigi e Giuseppe de’ Conti Ricci. Luigi (1841-1913), garibaldino a Capua in Aspromonte e a Bezzecca partecipa alla difesa di Parigi nel 1870. Esule in Inghilterra insegna letteratura Italiana al King’s College di Londra, ove fonda la Dante Society. Giuseppe (1844-1867) frequenta l’Uni- versità a Napoli, poi si trasferisce a Fi- renze per seguire la carriera giornalisti- ca. Garibaldino, muore nella battaglia di Mentana. Il maggiore Silvio Ciccarone Il Canonico Cantore Giacomo Tommasi in una foto di Giuseppe De Guglielmo

5. Silvio Ciccarone (1821-1897), pro- tagonista assoluto del Risorgimento locale. Maggiore della Guardia Na- zionale dal 1860 al 1867; sottogover- natore e sottintendente nel 1860-61; Sindaco dal 1868 al 1876; Consigliere provinciale nel 1869-70, diventa Presi- dente della Provincia.

6. Vitaliano Codagnone (1801-1870) esponente di una famiglia di notai tra- sferitasi a Vasto da Atessa. Sindaco dal 1855 al 1860.

7. Filoteo D’Ippolito (1802-1868). Pri- mo sindaco “Italiano” di Vasto. Capi- tano medico del secondo Reggimento Svizzero di Napoli.

8. Carlo Nasci (1833-1882) cognato del Ciccarone e capitano della Guardia Na- zionale, sposa nel 1852 la prima figlia del barone Cardone. 9 9. Luigi Cardone (1789-1855) Barone di Calcabottaccio, comanda la co- lonna di vastesi che nel marzo 1821 combatte ad Antrodoco contro i tede- arriva il novello nostro Sottintendente Don Decoroso Sigismondi schi. Sindaco nel 1839-41, deputato di Bomba, amico del moderato Silvio Spaventa10. Il Ciccarone, per al Parlamento Napoletano nel 1848, firma nel 1849 la protesta rivolta al Re. nomina diretta da Napoli, diventa Maggiore distrettuale della G. Muore per l’epidemia colerica. N. e il conte Tiberi fa girare la città da suoi incaricati per arruolare garibaldini da utilizzare nelle azioni di guerra. Il 4 settembre allarme tra i cittadini: una turba di esaltati manife- sta sotto la casa del giudice De Paschinis al grido di “Viva l’Italia! Viva Vittorio Emanuele, viva Garibaldi!" Il giorno dopo, vicino Porta Nuova, giovinastri armati rincorrono e minacciano Ludovico Geno- va11. Il pronto intervento della G.N. evita pericolose conseguenze e le pattuglie di soldati lungo le vie cittadine riporta la calma. La sera dai balconi del palazzo della sottintendenza il Sindaco e il Maggiore della G.N. proclamano la decadenza della dinastia borbonica e l’istituzione di un governo provvisorio. Il giorno dopo, un manifesto firmato dal Ciccarone invita la cittadinanza alla cal- 10. Silvio Spaventa (1821-1893). Co- ma e minaccia la repressione “pur di mantenere ad ogni costo spiratore politico sin dalla giovinezza. Deputato di Vasto nel 1848 e, dopo l’ordine in città”. La mattina dell’8 settembre Vasto è in agitazione: l'Unità, ministro nei governi della de- si sparge la notizia di un telegramma che comunica l’entrata in stra liberale. Napoli del generale Garibaldi. Nelle strutture pubbliche vengono 11. Ludovico Genova (1804-1873). deposti gli stemmi borbonici e Il consiglio decurionale delibera Del ramo secondario dei baroni Geno- l’adesione al governo di Vittorio Emanuele II Re d’Italia. Il giorno va, sposa nel 1828 la ricca ereditiera dopo ad ogni crocicchio sono affissi manifesti del Sottintendente Giovanna Rulli inaugurando la linea Sigismondi che plaude al nuovo corso e “consiglia” di stare tran- dei Genova Rulli. Ricopre la carica onorifica di Console del Regno Unito quilli indicendo tre giorni di festa. La popolazione non percepisce di Gran Bretagna e Irlanda. il cambiamento in atto; sembra che non sia successo nulla: i con- tadini partono la mattina presto per la campagna e tornano a tarda sera; gli artigiani continuano la loro attività senza variazioni. Tutti i funzionari ed impiegati che avevano promesso obbedienza al regi- me borbonico ora, senza nessun problema, la promettono a quel- lo Italiano. Avvengono solo timidi tentativi di sommossa causati dalla scarsità di pane e dalla voce diffusa di un rincaro del costo del sale. Tutti si accorgono della “rivoluzione avvenuta” quando, il 10 settembre nella Cattedrale di S. Giuseppe, l'Arcidiacono Don Florindo Muzii12 canta il Te Deum alla presenza delle autorità reli- giose e politiche. Alla cerimonia seguono per la gioia dei giovani gli spari e le bande che solennizzano l’avvenimento. Tutto l’abitato racchiuso nelle mura è illuminato a festa, sono organizzate rappre- sentazioni teatrali e addirittura un’esibizione di aerostati nel cielo. «E’ pervenuto un ordine superiore, non discutibile, dal dittatore! – scrive sul suo diario l'Arcidiacono – E poi, io rispetto sempre chi regna perché è per volontà di Dio e sono obbedientissimo per do- Il liberale Gaetano Anelli e consorte Encratide Cianci vere di coscienza.» La G.N. tiene sotto controllo tutta la città ed ad ogni minimo sospetto si procede all’arresto. Una iniziale dimostra- zione di alcuni giovani è stroncata sul nascere dai soldati e sono portati tutti in carcere. Le prigioni, situate in locali angusti, siano già piene di oltre 200 reazionari e parecchi detenuti dormono sui da- vanzali delle finestre. Pietro Scarano è fermato perché non rispon- de prontamente al saluto “Viva Garibaldi” rivoltogli da un giovane 12. Don Florindo Muzii (1795-1862), liberale. Cesario De Filippis, denunciato da qualche delatore, è im- dei Baroni di Dogliola. Canonico dal prigionato perché gli trovano nella cantina dei barattoli di polvere 1836, arcidiacono nel 1859, insegna 13 14 nella scuola pubblica Filosofia e Ma- da sparo. Don Giacomo Tommasi e Don Giacinto Martone , non tematica elementare. È uno dei più avendo partecipato alle celebrazioni in chiesa, sono convocati dal 10 influenti sostenitori del nuovo corso. Sottintendente e ammoniti a cambiare comportamento. 13. Don Giacomo Tommasi (1817- Nella G.N., oltre a tutti i galantuomini liberali e democratici, il mag- 1893), cugino di Luigi Marchesani, giore Ciccarone è riuscito a coinvolgere molti artieri. canonico dal 1846, cantore dal 1857 Finalmente, per la prima volta si sentono protagonisti, unendo diviene Vicario negli anni successivi semplici concetti ideologici laici e calcoli di prevedibili guadagni e Arcidiacono dal 1881. Scrittore, pit- tore ed intellettuale come principale che deriveranno dall’adesione al nuovo ordine. Il 26 settembre, oppositore dei liberali viene arrestato 105 vastesi partono inquadrati nella Legione Frentana seguendo il e mandato al confino nell’isola d’Elba- maggiore Ciccarone, a cavallo in grande uniforme, per combattere nel 1864. per la gloria dell’Italia; in bell’ordine con una divisa immacolata, 14. Don Giacinto Martone (1825- preceduti dalla banda musicale, dall’alfiere con la bandiera trico- 1890), mansionario e cancelliere lore e dai tamburini. Pochi giorni dopo in ordine sparso, rientrano di Curia viene anche lui confinato nelle ore serali da porta Nuova e da porta Catena, per dare meno nell’isola d’Elba. nell’occhio, senza fucili, con le divise stracciate, quasi di nascosto, 15. Francesco Paolo e Raffaele Pon- vergognosi. Interpellati raccontano di combattimenti all’ultimo san- za sono fratelli di origine napoletana. gue contro preponderanti forze borboniche e accusano Silvio Cic- Francesco (1828-1897). Collaborato- re del Ciccarone diviene poi leader carone di tener solo al potere ed alla propria posizione. Il malcon- della sinistra liberale a Vasto mante- tento è diffuso tra la popolazione. Coloro che prima erano ardenti nendo la carica di sindaco dal 1878 sostenitori dei liberali incolpano il Ciccarone di accentrare su di sé al 1896. Con tre successivi matrimoni le cariche di maggiore della G.N. e di Sottogovernatore. Addirittura acquista solidi legami con le famiglie De Blasiis, Palmieri e Genova. qualcuno, ben informato, assicura che la G.N. ha disertato in mas- sa a Sulmona, abbandonando il maggiore e scappando a casa. 16. Antonino Celano (1802-1883), Se nel centro urbano tutto sembra sotto controllo, in campagna è ricco proprietario sposa nel 1832 Gio- vannina de’ Conti Mayo. Sindaco nel l’anarchia più assoluta (i più anziani ricordano il 1814 in cui addi- biennio 1852-3,nel 1876 adotta il ni- rittura Vasto fu assediata da un gran numero di “briganti” che però pote Michele Pantini. Nel 1860, dopo qualcuno diceva essere aderenti alle società segrete). Si sente di la morte dell’unica figlia Marianna continue aggressioni avvenute lungo le vie e nelle case di campa- ristruttura l’eremitaggio dell’Incoro- nata e ottiene l’autorizzazione a farvi gna. I soldati non riescono ad assicurare l’ordine in quanto sprov- risiedere una comunità di Cappuccini. visti dei fucili che, dopo essere stati pagati dal comune, sono stati abbandonati durante la diserzione di Sulmona. Giacinto Scafetta è ucciso nella sua casa in un tentativo di furto. Drappelli di briganti armati si veggono or là, or qua; si dice che comitive numerose sia- no localizzate nelle vicinanze del Trigno. Un impiegato al Comune parla di indagini svolte sulle opinioni politiche degli impiegati e di accurate schedature degli insegnanti, quasi tutti ecclesiastici, in vista della conferma a svolgere l’attività di insegnamento, per ac- certarne non tanto la competenza quanto la simpatia per il nuovo corso. Il 10 ottobre arriva per telegrafo la notizia che è stato indetto in tutto l’ex Regno delle Due Sicilie un Plebiscito per approvare l’annessione al Piemonte, accettando Vittorio Emmanuele come Re d’Italia. Particolare attivismo dei fratelli Ponza15, provenienti da Napoli e da poco impiantati a Vasto, che “consigliano”, in modo molto chiaro di votare per il sì e di far votare anche altri parenti e amici. Il barone Raffaele Anelli Il 14, in previsione delle votazioni il Marchese di Villamarina, ar- rivato a Vasto, è stato ricevuto dai notabili locali. Dal balcone di palazzo CIccarone saluta i numerosi partecipanti alla manifesta- zione popolare in suo onore. Gli elettori vastesi convocati per il plebiscito sono più di 2.000 (quasi un quinto della popolazione). Nel seggio elettorale, organizzato con ghirlande dentro la Chiesa del Carmine, tante persone controllano che i votanti prendano la scheda bianca del sì. Francesco Desiati prova a prendere il foglio giallo e viene malmenato e cacciato dal seggio in malo modo. Novecento persone non vanno a votare. Quando è stato fatto lo 17. Don Francesco De Girolamo spoglio finale dei risultati escono solo 2 schede gialle del no in (1827-1903). Canonico, tramite la copertura politica diviene dal 1867 tutta Vasto: un risultato incredibile, considerato che molti popolani insegnante del locale Ginnasio. Arci- conosciuti, tra cui Zaccagnini e Del Prete, assicurato di aver votato prete a Casoli dal 1885. Famoso per no perché non gli piace questo nuovo governo del nord. le sue intemperanze era assiduo fre- 11 quentatore del teatro e della Casa di Molti ecclesiastici, deliberatamente, non partecipano alla vota- Conversazione. zione, chiedendo lumi all’Arcivescovo di Chieti su un eventuale scomunica per coloro che vi hanno aderito. Solo due frati riformati 18. Don Paolo Rossi (1806-1885), ca- di S. Onofrio votano, mentre tutti i cappuccini dell’Incoronata si nonico teologo dal 1836, fautore della costituzione nel 1848, insegnava nella astengono dal prendere posizione (forse si sentono sicuri perché scuola pubblica Grammatica Italiana sono raccomandati da un personaggio ricco e influente come Don e Latina, divenendo Direttore del Gin- Antonino Celano16). nasio quando venne istituita questa L’anno si chiude con tre giorni di festa. Il 9 dicembre sparo tutto il Scuola. giorno, musica di due bande, illuminazione con fanali per l’intera città, suono di campane e teatri. Il 10 dicembre in San Giusep- pe Don Ciccio De Girolamo17 celebra il Te Deum in musica per i “piemontesi”. All’uscita dalla chiesa infinito sparo. A conclusione l’11 messa celebrata nel Carmine per i defunti nazionali del nuovo governo. Messa di requie in musica e discorso. Quasi una fune- bre orazione del teologo Rossi18, altro personaggio ecclesiastico schierato col nuovo governo.

La narrazione precedente è una libera ricostruzione tratta da do- cumenti dell’epoca. Dal diario manoscritto di Florindo Muzii, con- servato nell’Archivio Rossetti (1812-1862), dai verbali del consiglio comunale del 1860 e da notizie riportate nel libro di Luigi Smargias- si “Il Vastese tra la crisi finale della monarchia borbonica e gli inizi 19. Giuseppe Della Guardia (1838- dello Stato unitario”, che attinge dall’Archivio Ciccarone e da un 1915), farmacista a tempo perso, manoscritto originale di Giuseppe Della Guardia19. pittore, caricaturista, è uno dei più fi- dati collaboratori del Ciccarone. In età avanzata scrive un memoriale in cui narra gli avvenimenti vissuti in prima persona del Risorgimento locale. 21 ottobre 1860, il giorno del Plebiscito La data che segnò l’adesione dell’ex regno borbonico alla nuova Italia

21 ottobre 1860 – centocinquant’anni fa – venivano effettuate le operazioni del Plebiscito per l’annessione del Regno delle Due Si- cilie al costituendo Regno d’Italia decretata il 17 marzo 1861. Venti giorni dopo la battaglia del Volturno (1° ottobre) vinta da garibaldini e truppe sabaude e cinque giorni prima dell’incontro tra Giusep- pe Garibaldi e Vittorio Emanuele II (26 ottobre) passato alla sto- ria come incontro di Teano, sono celebrate le elezioni indette, per conto del Dittatore Garibaldi, dal pro-dittatore Giorgio Pallavicino il giorno 5 dello stesso mese. Con il risultato di 1.302.064 voti positivi contro i 10.312 negativi, il 21 ottobre 1860 gli ex-sudditi borbonici decidono il passaggio al nuovo Stato retto dalla monarchia sabau- da. Non è il caso di entrare sulle procedure elettorali. Ciò che conta è sapere che cosa accade in quel periodo così convulso anche sul piano locale. Nel seggio di Vasto, ad esempio, su 2804 allistati (vale a dire aventi diritto al voto) sono 1952 i residenti che deposi- tano la scheda nelle urne. Di questi 1950 dichiarano Sì e solo 2 No. Va da sé che, sulla base di tali dati, le forze liberali di ispirazione cavouriana guidate da Silvio Ciccarone mostrano di saper mantenere il controllo sociale della città contro i filoborbonici (astenuti) capeggiati da mons. Giacomo Tommasi (non vota nemmeno lo storico Luigi Marchesani, cugino del sacerdote). A differenza dei democratici filogaribaldini attivi nel Stemma della Guardia Nazionale di teramano (legati al Comitato d’azione), i liberali vastesi (incardinati Vasto. Si osservi la dicitura Vittorio Em- 12 manuele 1º Re d’Italia. In effetti questa nel Comitato dell’Ordine) seguono le indicazioni di Silvio Spaven- numerazione dinastica non venne mai ta. Il quale, del tutto contrario alle indicazioni di insurrezione delle introdotta, in quanto il Sovrano volle re- stare Vittorio Emmanuele II di Savoia. A province meridionali del continente in nome di Garibaldi, sostiene conferma che riteneva l'unità d'Italia un l’insurrezione in nome di Vittorio Emanuele. La vicenda – che in una processo di annessione al Piemonte. burrascosa riunione di Garibaldi con Spaventa a Caserta il 25 set- tembre avrebbe indotto il primo a espellere il secondo dal Regno – trova a Vasto la sua espressione più compiuta. In effetti, nell’in- surezione del 4 settembre, Ciccarone e il sindaco Filoteo d’Ippoli- to dichiarando decaduta la dinastia borbonica in nome di Vittorio Emanuele, di fatto si pongono in netto contrasto con gli indirizzi dei protagonisti della spedizione dei Mille. Le stesse azioni della Legio- ne Frentana (guidata dal Ciccarone) nel sulmonese mostrano l’in- comprensione con la colonna garibaldina di Teodoro Pateras (c’è diffidenza di quest’ultimo nei confronti dell’altro). Così, solo dopo lo scioglimento dell’esercito garibaldino e della fase politico-milita- re dittatoriale (il 7 novembre), verrà concluso il periodo diarchico a prevalenza garibaldina compreso tra l’11 maggio e il 7 novembre 1860 che, con il Plebiscito, avrebbe spianato la via all’affermazione della cosiddetta Destra storica. Il risultato elettorale di Vasto e del suo Distretto il 21 ottobre (con solo tre comuni in cui prevale il No: Dogliola, Fraine, Roccaspinalveti) avrebbe dimostrato il successo della leadership spaventiana di Vasto in funzione antigaribaldina. La successiva elezione di Silvio Spaventa a deputato di Vasto nelle elezioni politiche del 27 gennaio 1861 avrebbe definito in modo inequivocabile l’orientamento del quadro locale nel contesto gene- Salvatore Pes, marchese di Villamari- na. Politico e diplomatico piemontese, rale della nascente Italia. fu a Vasto il 14 ottobre del 1860, pochi Il 21 ottobre 1860, centocinquant’anni fa, sarebbe stata la misura giorni prima del Plebiscito, ospitato nel palazzo Ciccarone. iniziale di quella storia. I risultati del plebiscito a Vasto, San Salvo e dintorni

Il Plebiscito, che si svolse la domenica del 21 ottobre 1860 a Vasto si protrasse sino al pomeriggio del 22, era stato indetto sulla se- guente formula: “Il popolo vuole l’Italia una ed indivisibile con Vitto- rio Emmanuele, Re costituzionale, e i suoi legittimi discendenti?”. Il clima nel quale si svolse non fu certamente sereno. Garibaldi era entrato a Napoli il 7 settembre, ma i Borboni erano ancora asser- ragliati nelle fortezze di Gaeta, di Messina e di Civitella del Tronto. L’incertezza regnava sovrana e il Plebiscito fu promosso per so- stenere e difendere dalle insidie mazziniane la politica del Cavour in favore dell’annessione al Piemonte del Re sabaudo. Avevano diritto al voto solo gli uomini che avevano compiuto il ventunesimo anno d’età e che non erano stati raggiunti da sentenze di condan- na per reati gravi o di fallimento. Nel Distretto di Vasto gli allistati, cioè i cittadini inseriti nelle liste elettorali, furono 24.603 su 108.513 Vittorio Emanuele II, Re d'Italia abitanti. Vi furono certamente manipolazioni e condizionamenti sull’esito del voto. I risultati furono i seguenti:

Allistati 24.603 Voti espressi 19.024 (77% degli allistati) Sì 18.369 (96,55 % dei voti) No 655 (3,45% dei voti) Nel solo comune di Vasto i voti vennero così distribuiti Allistati 2804 13 Voti espressi 1952 Si 1950 No 2

Vasto ebbe, com’è ovvio, il numero più alto degli allistati di tutto il Distretto, ma anche il numero più alto degli astenuti che fu di ben 852. Il che è estremamente sintomatico di come andarono realmente le cose, al di là della retorica risorgimentale. Camillo Benso, conte di Cavour Nei paesi vicini si ebbero questi altri risultati:

A San Salvo gli allistati furono 379 voti espressi 362 Si 358 No 4 A Monteodorisio gli allistati furono 247 Voti espressi 244 Si 244 No 0 A Cupello gli allistati 597 Espressi 497 Si 497 No 0

Giuseppe Garibaldi La reazione antisorgimentale: il cosiddetto brigantaggio

L’abbattimento della monarchia borbonica e la presa del potere da parte dei liberali produssero reazioni in tutto il Mezzogiorno e anche nel Vastese. Sbandati dell’esercito di re Francesco II, ma soprattutto i cafoni ben presto disillusi dalle promesse di miglioramento del loro tenore di vita ed arrabbiati per l’accaparramento dei beni demaniali da parte dei borghesi, presero le armi dando luogo ad episodi di au- tentica reazione popolare nei confronti del movimento uni- tario. Episodi di ribellione si manifestarono a Casalanguida, Monteodorisio,Celenza,Palmoli,Tufillo, Dogliola, Lentella, Fresagrandinaria, San Buono, Furci, Gissi, Carpineto, Guil- mi, Liscia, Torrebruna, Fraine, Roccaspinalveti, Montazzoli, Castiglione Messer Marino, alcuni dei quali culminarono purtroppo in gravi episodi di sangue. In ognuno di questi paesi del Vastese vennero abbattute le insegne sabaude e ricollocate quelle borboniche al grido di Abbasso Vittorio Emmanuele e Garibaldi. Viva Francesco II, ma la repressio- ne, ad opera della Guardia Nazionale comandata dal mag- giore Silvio Ciccarone, fu spietata. Uno dei più gravi episodi La brigantessa Michelina De Cesare

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Francesco II e Sofia di Borbone si verificò addirittura il giorno stesso del Plebiscito a Torino di Sangro. L’abuso della forza nei confronti dei contadini e dei riottosi ad accettare il nuovo regime provocò anche un fenomeno destinato a protrarsi soprattutto in Provincia di Chieti ed in particolare nel Vastese negli anni successivi e sino al 1872/73: il cosiddetto brigantaggio.

La polemica tra Borbonici e Liberali era comunque destinata a protrarsi nel tempo, anche molto tempo dopo la fine dei fenomeni antirisorgimen- tali. Ne fanno testimonianza i due sonetti che seguono,scritti nel 1891 da Luigi Anelli. "Briganti" fucilati della banda Tranchella

BURBÒNECHE -Nin zi po’ cambà’ cchiî, è ‘n’arruvëine! Mar’ a nnî, chi cci séme capitate!... E ppinzá’ ca ci stàive li quatrëine, e chi ‘m mèzz’ a la grasce séme nate!

A ddu’ turnëisce si vinné’ lu vëine; cinghe rane di pane ‘na palate: mé nghi nu còppe vi’ chi cci cumbëine, si t’ avaste pi’ ffarte ‘na magnate!

Prëime, a la piazze, qualle chi vvulëive; mé si l’ome strascëine vita ‘tèrne 15 a ccapammànde...chi cci vu truvà’ ?

Li pisîure ti sîuche vive vëive, cullî ch’ acchiàppe tîtt’ è lu huvèrne: chi bbèlla chéuse ch’ è ‘ssa libbirtá!

LLIBBERALE Ti dëiche jë, prëime chiù mmäjje jeve! chi bbilli timbe chi mmi štè' a vvandà': sole si ppoche pêuch' arifiateve jeve 'n galere senza mal' a ffa'!

Dendr' ala casa tê' ci maštrijeve lu predde, e ttî ricchiätte, sa', cumbà'; e si ddu' pëile 'm bacce ti lasseve19, Lemme20 ti li purtav' a fa' tajjà'!

Si' dëtte ca nijende jave care; L'abbigliamento tipico dei "briganti" ma 'n d' aricurde ca štavame nî trumundate 'gne l1' acche dilu mare? 19. Nel 1854 una ordinanza aveva proibito di portare la barba, ritenuta segno di appartenenza alla setta car- Mê', alumene, a la länghe 'n gi fa' tarle: bonara. parlesse spare pure di Ggisî, 20. Cognome di un gendarme borbo- chi ti dëice cacchèuse?! ... Pache...e parle! nico assai solerte nel suo lavoro. Beneaugurante per l’anno che inizia, questa foto color seppia di Nicola Scotti. L’anno è il 1926 e il bambino, nell’improbabile atteggiamento guascone con la sigaretta in bocca, è Vittorio Tagliente. Jennàre / Gennaio Emeroteca Jennare / Gennaio 16 gennaio 1951 1 sabato / Cape d’Anne Qui, Radio Vasto! 2 domenica / Sande Ggrigorie Finalmente uno spettacolo tutto nostro, organizzato dai no- 3 lunedì / Sanda Genuèffe stri universitari a beneficio delle famiglie dei carcerati, con 4 martedì / Sand’Angela elementi e argomenti principalmente locali. Il “Ruzzi” per l’occasione è stato 5 mercoledì / Sanda ‘Mëliene abbastanza frequen- 6 giovedì / la Bbufanèje tato. La serata è sta- ta allietata dalla or- 7 venerdì / Sande Raimande chestra “Sette Voci” 8 sabato / Sande Severiane di Termoli. Al piano il mo A. Polsi. Canzoni, domenica / Sande Adriane 9 quadretti, spunti gar- 10 lunedì / Sande Alde batamente umoristi- ci, effemeridi nostra- 11 martedì / Sanda Unurüate ne han formato una 12 mercoledì / Sande Mudešte scena ampia, varia, divertente, che ha ricreato il numeroso pubblico. Nel repertorio moderno delle canzonette si sono 13 giovedì / Sande Ilarie prodigati rivelando anche pregevole talento di interpreta- 14 venerdì / Sande Primïane zione le sig.ne Pina Finiguerra, ammirate anche per le loro signorili toilettes e i giovani Michele Massone, specialmen- 15 sabato / Sande Maure te nei “duo” con la sig.na Finiguerra, Cesarino Ragni, Enzo 16 domenica / Lu Giubbullé Cicchitti e pour finir, Lelio Di Blasio in alcune sue particola- ri canzonette napoletane. Si sono disimpegnati nelle parti 17 lunedì / Sande Andunie comiche Tonino Sasso, Roberto Ventura e particolarmente 18 martedì / Sanda Lebbrate Vitelli Marcello in un attuale quadretto romanesco. Il prof. Michele Antonucci si è esibito in applauditi pezzi di musica 19 mercoledì / Sande Màrie operistica eseguiti magistralmente con la fisarmonica. 20 giovedì / Sande Baštiane L’attrazione principale della recita era formata dal bozzetto dialettale del compianto prof. Luigi Anelli: Crèste gna vàite 21 venerdì / Sanda ‘Gnaise accusci pruvàite (Il Signore come vede così provvede) 22 sabato / Sande Vincenze interpretato dalla sig.na ins. Maria Martone, F. Paolo De Guglielmo, rag. Sasso Tonino e stud.ssa Silvia Laporese. domenica / Sande Bernarde 23 Presentatore disinvolto e distinto della rivista è stato l’univ. 24 lunedì / Sande Frangische Peppino Furlan. 25 martedì / Sand’Arcangele 26 mercoledì / Sanda Paola 27 giovedì / Sande Vitaliane ~ Compleanni ~ 28 venerdì / San Tumuasse lu filósofe Grazia Menna 1; Lucia Canci Marino 5; Giuseppina Sera!ni 7; Concetta Pontillo 8; Sara Pomponio 10; Vincenzo Suriani 10; 29 sabato / Sande Cuštanze Gabriele Tumini 12; Anna Pia Pace 12 ; Antonio Finarelli 15; 30 domenica / Sanda Savene Felice Iacobucci 17; Peppino Mariotti 19; Giacinto Mariotti 19; Stefano D’Adamo 19; Alessandro Orlando 21; 31 lunedì / Sande Giuvuánne Bbosche Maria Grazia Baiocco 24; Rosa Milano 25; Michele Tana 26; Nadia Tagliente 27; Graziella Smerilli Ronzitti 28. Icone

Giuseppe De Guglielmo, il pioniere della fotogra!a vastese Sembrava incredibile che mancassero immagini proprio del pioniere della fotografia vastese, ricordato nelle enciclope- die per essere stato tra i primi fotografi in Italia. Dopo anni di ricerche il vuoto è stato alla fine colmato, come spesso accade grazie ad un inaspettato colpo di fortuna, ed eccola la foto tanto ambita di Giuseppe De Guglielmo, il nipote prediletto di Filippo Palizzi, che per primo imbracciò Dal retro della fotografia: “Giusep- camera e cavalletto dalle nostre parti. pe cav. De Guglielmo fu Gregorio, nato a Vasto il 19.06.1847, decedu- L’autoritratto, che s’affianca a quello del fratello Salvatore to il 31 maggio 1909, coniugato il pubblicato su queste pagine l’anno passato, ne rivela i tratti 13 agosto 1881 con Doralice Lungo somatici e permette di azzardare qualche ipotesi anche sul- di Nicola, sua cugina, pure nata a Vasto il 23 febbraio 1853… la sua personalità, che dovette essere forte e complessa. Ha tenuto nel S. Sacramento della Qualche accenno se ne ricava dalla lettura delle Memorie Cresima, funzionante S.E. l’arcive- scovo di Chieti ed amministratore di Francesco Ciccarone, come ad esempio quello che fa di Vasto, mons. Gennaro Costa- risalire ad un suo comportamento il motivo per cui Filippo gliola, il giovanetto Filippo Mariani Monacelli di Ettore la mattina del 14 Palizzi tagliò i ponti con la città natale per oltre un ventennio. ottobre 1906”.

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Giuseppe De Guglielmo: Ritratto dello zio Filippo Palizzi Antiche botteghe

Cappelli Stella, dal 1867

La Ditta Cappelli Stella è una specie d’istituzione, visto il lungo periodo di attività che annovera al suo attivo. Fondata nel 1867 da Francescopaolo Stella, che si vede sulla so- glia del negozio, nella vecchia foto di Nicola Anelli, l'azienda era specializzata oltre che nel vendere copricapi, anche nel confezionamento di galosce e scarpe da lavoro, impiegan- do ben cinque operai. Scomparso il fondatore nel 1941, l’attività passò al figlio Quirino (il bambino ritratto seduto dinanzi alla porta) e alla sua morte, avvenuta nel 1973, alla figlia Ester, la quale, alla bella età di ottantasette primavere, continua a commerciare l’elegante complemento d’abbigliamento con un garbo ed una devozione che rendono il negozio, old style perfetta- In alto la Signorina Ester Stella, mente conservato,un vero e proprio tempio del Borsalino. nipote del capostipite Francesco Paolo. A destra l’antico negozio fondato nel 1867 nel centralissimo corso de Parma.

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~ Modi scurrili di dire ~

Te puzza scì l’alme!, lett. Ti possa uscire l’anima, possa morire! L’alme di canda ni tì! oppure: li mùrte di canda ni tì! lett. Tutti i morti che hai. Il romanesco Li mortacci tua! Te puzza sdulluffà!, lett. Possa romperti l’osso del collo. Te puzz’annehà’!, lett. Possa annegarti! N’arrive a vascià la ciucce all’asene, lett. Non arriva all’organo sessuale dell’asino, nel senso di essere troppo basso. Amici del Lunario

Beniamino Fiore, il cercatore di memorie

Tra gli irriducibili collezionisti di memorie cittadine, documenti, libri, foto d’epoca, pellicole, c’è Beniamino Fiore. Come un cercatore d’oro setaccia archivi privati, antiquari, rigattieri, mercatini, cercarobe, alla ricerca delle pepite desiderate. Senza sosta, con una determi- nazione ed una caparbietà davvero fuori dal comune che gli hanno consentito di arrivare a raccogliere materiale prezioso che intelligentemente adopera anche per curare pubbli- cazioni fotografiche di storia e di costume locali, in assenza purtroppo di un’istituzione comunale che si occupi di queste cose.

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"Il Novecento a Vasto" e "Centoventi anni di vita in immagini fotografiche" sono i volumi curati da Beniamino Fiore per i tipi di Can- narsa Editore.

~ Block notes ~ I vastesi in missione militare nel mondo

Alle missioni militari italiane nel mondo partecipano anche i carabinieri della Com- pagnia di Vasto. Attualmente, secondo le informazioni gentilmente fornite dal capita- no Giuseppe Loschiavo, sono impegnate le seguenti unità: 1 maresciallo in Afghanistan. 1 sovrintendente in Iraq. 1 maresciallo, 3 brigadieri 1 appuntato in Kosovo. M’aricorde

C’era una volta il Fosso di San Sebastiano

Si fatica a riconoscere l’attuale corso Garibaldi in questa foto scattata nei primi del Novecento. Si nota la strada ap- pena realizzata con terreno di riporto sul Fosso di San Se- bastiano, la torre di Diomede del Moro oggi completamente affogata dai fabbricati e la palazzina della Centrale elettrica, Il Fosso di San Sebastiano, realizzata nel 1906 dalla ditta VIttorio Argnani & C. di Anco- ove attualmente si snoda corso Garibaldi. na, prima concessionaria dell'illuminazione pubblica. L'edifi- cio è stato abbattuto appena due anni fa.

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Poco più a valle... Shangai Nel 1963 la Statale 16 passava in mez- zo a Vasto davanti a Shangai. Carova- ne intere di autotreni, provenienti dal Sud, attraversavano Vasto, sovracca- richi all’inverosimile. Tra camion, "trer- ruote", bighe trainate da cavalli e urla di banditori che vendevano il pesce fresco, si creava una atmosfera tipica di certe città orientali.

~ Fétte e fettarìlle ~

Vulésse murè Giovanni è pieno di debiti e il suo pensiero va continuamente ad essi. E pensa alle pres- santi richieste dei creditori persino in chiesa durante una cerimonia funebre. - Canda vulésse murè – gli scappa di dire preso dalla disperazione... - Cumbuà – gli risponde Nicola, seduto accanto a lui – pinze ca se t’avessa murè’ mò mò, t’aritrùve pure lu cuatafalche aggiustète”. Coriandoli

I peperoncini rossi di Ra"aele Mattioli

Di Raffaele Mattioli, il mitico banchiere nato a Vasto che diresse la Banca Commer- ciale Italiana (Comit) per quarant’anni, si raccontano tanti aneddoti. Uno tra i più gustosi viene narrato da Gaetano Afeltra in un articolo del Corriere della Sera1 e riguarda il rapporto che “le plus grand banquier italien depuis Laurent de Médicis”, come venne defi- nito dalla stampa francese, ebbe con…il peperoncino rosso. Don Raffaele “ne te- neva sempre due o tre a por- tata di mano da spezzare e aggiungere, perché come lui diceva, “questo è fonte di salute; fa bene alla mente, pu- Raffaele Mattioli lisce il fegato, è il più forte disinfettante intestinale e con- con Riccardo Bacchelli 23 tiene tutte le vitamine”. Giancarlo Galli, nella biografia a lui dedicata2 aggiunge altre curiosità al riguardo. “Avrebbe ob- bligato a mangiarne Piero Sraffa3, che dopo l’esperimento abbandonò entusiasta la dieta a base di bistecca ai ferri, insalata e pillole; e coi peperoncini rafforzò l’amicizia con Nelson Rockfeller, quand’era governatore di New York e poi alla Casa Bianca a fianco di Gerald Ford. Poiché la dogana americana era estremamente severa nell’importazione di ogni sorta di generi alimentari, Mattioli ne teneva un’abbon- dante scorta all’Hotel Pierre, in un barattolo di vetro a chiu- sura ermetica. Per l’uso quotidiano li metteva nella valigia, ben sistemati in confezioni di medicinali. Insomma, aveva le sue umane debolezze: e come Nero Wolf accudiva alle orchidee, lui faceva altrettanto coi peperoncini. Raffaele Mattioli Ne consumava in tale quantità da avere organizzato con la complicità di Afeltra una sistematica produzione nel Napo- Note letano, sulla costiera di Amalfi, affidata ad una contadina, 1. Gaetano Afeltra, «Corriere della Sera», Giulinella, alla quale assicurava un regolare compenso, e 5 giugno 1984. che di tanto in tanto andava a trovare in occasione delle fre- 2. Giancarlo Galli, Mattioli, il Gattopardo della Banca Commerciale Italiana, Riz- quenti visite a Napoli per accudire all’Istituto Italiano di Studi zoli, 1991. Storici, onde assicurarsi del buon andamento delle coltiva- 3. Piero Sraffa, economista di fama mon- zioni. Poiché la donna era un’affascinante mora giunonica diale, professore nelle università di Peru- (con otto figli) circolò qualche pettegolezzo, legittimato dal gia, Cagliari e quindi al Trinity College di Cambridge, amico personale di Mattioli. fatto che Mattioli era bello, prestante, estroverso”. Vastesi che si fanno onore

Miss Maria Chiara Centorami

Maria Chiara Centorami ha vissuto il sogno di tante ragazze della sua età: partecipare al concorso di Miss Ita- lia, la manifestazione creata da Enzo Mirigliani, che ogni anno si svolge a Salsomaggiore. Ne è rimasta conten- ta soprattutto perché l’ha vissuto con intelligenza e con la consapevolezza che si tratta di un gioco e nulla di più. La sua bella figura comunque l’ha fatta e resterà per tanti vastesi la miss che ha testimoniato per bellezza, gra- zia, eleganza e vivacità il fascino del- le nostre donne. Tante grazie, cara Maria Chiara.

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La ricetta

Linguine con le fave rLinguine nghi li fàfe Ingredienti. Fave, santoreggia, burro, olio extra vergine, sale, parmigiano

Preparazione. Sbucciare le fave bollite e metterle da parte. Fare spumeggiare in una casseruola il burro, senza farlo soffriggere, aggiungere un cucchiaio d’olio e poi rovesciare le fave. Nello stesso recipiente aggiungere acqua calda, unire della santoreggia sminuzzata, e lasciar bollire a fuoco lento. Aggiungere le linguine e mescolarle con le fave aggiungendo del parmigiano. Ne risulta un ottimo primo con ingredienti semplici e nutrienti. Furbàre / Febbraio Emeroteca Furbare / Febbraio 1 Febbraio 1951

1 martedì / Sanda Virdejane Il nuovo Preside della Provincia 2 mercoledì / La Canniléure Comm. Pompeo Suriani 3 giovedì / Sande Biasce Il nuovo Presidente della Deputazione Provinciale, com- 4 venerdì / Sande Gilberte mendator Pompeo Suriani, all’atto del suo insediamento, ha 5 sabato / Sand’Àghete inviato a tutti i Sindaci dei Comuni della nostra Provincia, la seguente lettera: “Nell’assumere la Presidenza della Depu- 6 domenica / Sande Cusumëine tazione rivolgo il mio cordiale saluto ai sigg. Sindaci della 7 lunedì / Lu Viat’Angele Provincia, con il vivo augurio di una sempre più degna e reciproca collaborazione. Accoglierò con molto piacere le 8 martedì / Sande Rumüalde segnalazioni che mi perverranno dai singoli Comuni in ordi- 9 mercoledì / Sande Ggelòrme ne ai problemi che interessano la nostra Pro vincia..."

10 giovedì / Sanda ‘Pullonie

11 venerdì / La Madonne de Lurde

12 sabato / Sand’Adolfe

13 domenica / Sanda Remeggëlde

14 lunedì / Sande Valendëine

15 martedì / Sande Ggiacënde 26 16 mercoledì / Sanda Ggiulïana Da sinistra, nel corso di una visita a Vasto, il Presidente Suriani con i ministri Amintore Fanfani e Giuseppe Spataro 17 giovedì / Sande Romele La Befana alla casa del fanciullo 18 venerdì / Sande Liaune Presenti le autorità amministrative e religiose, ai 50 bambini assistiti dalla Casa del Fanciullo sono stati distribuiti i doni 19 sabato / Sande Curradëine raccolti fra la cittadinanza. Da Buenos Aires il cav. Carlo Del- 20 domenica / Sande ‘Leuterie la Penna ha inviato per i piccini un rilevante numero di pan- taloni, che hanno accresciuto il numero dei doni. 21 lunedì / Sande Felëice

22 martedì / Sanda Marecarëite Befana felice per un bimbo infelice 23 mercoledì / Sande Làzzere Con questo programma la locale Sezione del P.C.I. ha orga- nizzato la Befana del fanciullo. Al nobile intento, che esorbita 24 giovedì / Sand’Ida dall’atmosfera pesante delle irose divisioni politiche almeno 25 venerdì / Sanda Cuštanze una volta tanto, ha corrisposto anche la cittadinanza.

26 sabato / Sanda Matëlde

27 domenica / Sande Habbriéle de la ‘Ddulluruate ~ Compleanni ~ 28 lunedì / Sande Rumuane Sabrina Marrollo 2; Remo Salvatorelli 3; Ilenia Ritucci 4; Antonio D'Ettorre 4; Tindaro Pontillo 8; Daniela La Verghetta 10; Antonella Marrollo 11; Giuliano Delle Donne 15; Claudia Fiore 15; Spina Sputore Paglione 16; Carlo Bucci 16; Nico Tariddi 16; Elio Bitritto 20; Gabriele D'Ugo 23; Nicola Paglione 25. Personaggi

Gino Pierabella La maschera del Vastese

L’amore per il teatro dialettale è la sua vera, grande pas- sione e nessuno come lui riesce a dare ai personaggi dell’Anelli, del Ferrara o del De Guglielmo quei tratti, quelle cadenze, quelle movenze tipici dell’anima popolare vaste- se. Memorabili restano le sue interpretazioni in Crëšte gna veite cuscì privaite, in Aria di Città o nella Fattura recitate con il gruppo teatrale Due Pini. La sua passione per la reci- tazione è tale che da qualche tempo si è dedicato persino all’insegnamento portando le commedie del suo repertorio all’attenzione dei bambini della Scuola elementare Bachelet affinchè imparino l’idioma cittadino. Simpatico, arguto, im- persona anche nella vita il ruolo del buon vastese, timorato di Dio, amante della terra natale, preoccupato della famiglia e impegnato nel lavoro, da cui s’è da poco ritirato dopo aver esercitato per ventiquatt’anni il mestiere di sarto, che definisce con una smorfia teatrale lu ‘mbilapiducchie ca pe’ 13 la fame si cacce l’ucchie, e per ventotto quello di marmista.

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~ Modi di dire ~ A la Cifricònie, luogo immaginario per dire di un posto lontanissimo. Nin mi št’a ffà’ li cëce ‘mmùlle ! lett. Non mi far tenere i ceci a mollo. Nel senso di non far perdere tempo. Té’ lu rëcce ‘n zaccocce, lett. Ha il riccio in tasca. Nel senso di persona avara. È na fàva cacchiàte !, lett. È una fava germogliata male. In senso lato, è un imbecille. Patròne di bastimènde, va ‘mbarca ‘n affëtte, lett. Padrone di bastimento va in barca presa in affitto. Tempi moderni

Michele e Spina non abitano più qui Rivoluzione onomastica in pieno corso

C’erano una volta tanti Michele e Michelina, Teodoro, Cesa- rio, Gaetano, Espedito, Spina, Incoronata, Filomena, Con- cetta, Carmine e Carmelina, Eustachio, Biagio. Erano nomi tanto diffusi che quando ci s’imbatteva in qualcuno chiama- to così potevi star certo che avevi di fronte un vastese. La situazione è adesso cambiata. Negli ultimi dieci anni non ar- Iinsegna in caratteri arabi in una rivano a cinquanta i bambini registrati all’anagrafe col nome via cittadina. del Santo Patrono, anche nelle varianti di Michael, Maicol, Michelle o Mikaela, o quelli che derivavano dal culto di San Teodoro, antico protettore della Città, di Sant’Eustachio, La bella famiglia vastese di una Sant’Espedito, San Cesario e della Sacra Spina. Abbonda- volta. I familiari riuniti attorno a Pa- dre Alberto Mileno (al secolo Co- no quelli ispirati ai nomi di personaggi televisivi, cinemato- stantino Mileno) 1935. grafici, delle rockstar o imposti come risultato di una incon- In alto, da sx: Michele Valentini (ve- stito da muoniciarèlle) in braccio fessabile gara a stupire per originalità e fantasia, attingendo alla madre Filomena Mileno, Anna a piene mani nei vocabolari stranieri. Prevalgono i Christian, Raspa, Giuseppe Mileno, Genna- ro Stivaletta in braccio alla madre Andrew, William, Nicolas o le Noemi, Ester, Erika ma non Maria Mileno, Sante Stivaletta, Mi- mancano i Dylan, Kevin, Alvin, Megane, Desirée. Una rivolu- chelina Mileno. zione onomastica è in corso, mentre per effetto della immi- Seduti, da sx: Nicola Valentini, Rosa Del Borrello, Padre Alberto grazione s’affacciano nomi nuovi come Traian, Florin, Vasile 28 Mileno, Giovanni Mileno. ed ancora Karim, Amin, Alì, Jasmine. E di recente anche In basso, da sx: Gilda Mileno, Gio- vanni Mileno, Giovanni Valentini e nomi dal suono strano come Guo Liang, Hangxin, Yu Chen, Concetta Valentini segnali di una ancora sconosciuta presenza orientale. Vecchi Fusti

Vincenzo A"aldani, dal Salento con amore

Che non sia nato a Vasto lo si capisce subito dall’incon- fondibile accento leccese, ma soltanto per questo, perché per il resto Vincenzo Affaldani è vastese fino alla cima dei capelli ancora folti e corvini. È stato sin dal 1964 dipendente della Società Italiana Vetro e quindi della Pilkington e si è perfettamente integrato nella comunità cittadina, ove conti- nua a dar prova della sua particolare sensibilità nel campo del volontariato come socio dell’Avis, del Movimento Scou- tistico e dell’Università delle Tre Età. Grande appassionato di sport, si dedica con passione a favorirne la diffusione della pratica tra i giovani collaborando alle iniziative portate avanti dalla Comunità Salesiana.

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~ Proverbi ~ Nin fa bbène ca è sprecàte, nin fa male ca è piccàte, lett. Non far bene ch'è sprecato, non far male ch'è peccato. Cocce senza iudëzie, si jît’a la másse ‘nginnirëzie; lett. Testa senza giudizio, sei stato alla messa delle Ceneri. Nel senso di aver cenere in testa e non cervello. Cande Cicce tinàve danère, tinàve parìnde, micëzi’e cumbuère lett. Quando Ciccio aveva denari aveva parenti, amicizie e compari. Lu prim’anne spusate u mmalate u carceràte; lett. Il primo anno da sposato o malato o carcerato. M’aricorde

Il lungo inverno del 1940

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Foto di gruppo in un... esterno. Piuttosto inusuale vedere un'intera famiglia in posa davan- ti all'obbiettivo fotografico in mezzo ad un campo innevato con sottofondo di ulivi. La famiglia Sallese al completo: in piedi da sinistra, Cesario, Nicola, Antonio. Seduti, Maria Marino e Giuseppe con i figli più piccoli Michele, Corrado e Luigi.

~ Fett’e fettarìlle ~ 

In Pretura Cesario, analfabeta, compare davanti al Pretore con l’accusa di furto. - Cesario, siete accusato di esservi introdotto nel fondo confinante e di esservi appropriato di alcuni strumenti di lavoro custoditi nella rimessa. Cosa dite a vostra discolpa? - Ca nin è llu uàre, signor Ggiù. So spuštàte solamende li zappune e le faggije da 'na via all'addre. I so’mmèzze matte e nin zacce mà' quèlle che facce. - Ah, ma nella vostra pazzia – gli chiede il Pretore – v’è mai capitato di fare ad esempio il contrario, di prendere roba vostra e di spostarla nel magazzino del vicino? - Mbò, signor Ggiù, t’aje ditte ca so’ mezze matte... ma non tutte matte! Coriandoli

Il cul di Carolina

Gabriele Rossetti, almeno sulla base di quanto viene tramadato, è lo stereotipo dell’uomo se- rio, severo, assorbito dagli studi e dalla poesia, poco incline ai piaceri mondani. In realtà fu per- sona come tante, con difetti, passioni, forse an- che vizi, e ci piace pensare che fosse anche di spirito, simpatica, capace di rimare versi leggeri ed un pochino “spinti”. La Culeide, accreditata alla sua penna, né è un esempio. Sentite e non diteci che non vi piace questo insolito Rossetti.

Non canterò di favolosi Numi gli oracoli bugiardi; o di feroci mentiti eroi le gesta, ed i costumi; le gloriose colpe, o i casi atroci: Gli orrori, o i sogni d’una età ferina Non vo’ cantar; ma il cul di Carolina...

Culo non v’è; né fuvvi mai nel Mondo Maria Carolina (1752-1814) moglie di Ferdinando I di Fra quanti più bei culi unqua fioriro, Borbone, regina delle due Sicilie, alla quale Gabrie- le Rossetti dedicò il poemetto dal quale son tratte le 31 più tornito, più vago, e più giocondo. rime qui riportate. Né fra le statue del Museo rimiro, scavate là in Pompei, Stabia, e Resina, simile un cul a quel di Carolina...

Armida, Bradamante, Olimpia, Alzira, Laura, Leonora, Angelica, Virginia, Tamiri, Semiramide, Zaira, Ersilia, Clitennestra, Argene, Erminia, Giulia, Marzia, Aristea, Fulvia, Agrippina, Non ebbero il bel cul di Carolina...

Quando il fulgor d’un sì bel cul t’irradia,  senti fuggir la noia, il duol, l’inedia. Per me, lascio le Muse, e Apollo, e Arcadia; e più che in San Carlino alla Comedia, rido se amica sorte mi avvicina al romantico cul di Carolina...

Di chi fosse il “sacro monte” ispiratore dello scherzoso motteggio è presto detto. Nienteme- no che la Regina Carolina, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie, alla quale Rossetti non perdo- nava la repressione dei moti liberali. Gabriele Rossetti (1783-1854), ritratto in età giovanile. Vastesi che si fanno onore

Nicola Oliva, the great guitar

Davvero bravo Nicola il quale dal padre, il professor Gianni Oliva, ha ereditato l’amore per la musica e per la chitarra. A dirlo, è stata in una recente trasmissione televisiva con- dotta da Pippo Baudo, addirittura Ornella Vanoni, che l’ha scelto come suo chitarrista preferito. Nicola, nonostante la giovanissima età, è considerato un autentico virtuoso del più popolare tra gli strumenti a corda ed ormai è ricercato anche da altri big della canzone italiana.

32 Nicola Oliva ha appena 26 anni ma è già conosciutissimo nel mondo della musica per il talento innato e per la grande capacità tecnica.

La ricetta

Cavol!ori e patate in padella rCapi!ùre e patàne a la !ssàure Ingredienti. Cavolfiori, patate, peperoni secchi, aglio rosso, olio extra vergine, sale.

Preparazione. Far bollire in acqua salata i cavolfiori insieme alle patate sbucciate. A metà cottura, versare su un tagliere e ridurre a pezzi i cavoli e schiacciare le patate prima di versarli in una padella nella quale aggiungere due spicchi d’aglio soffritto e peperoni spezzettati. Far soffriggere e servire in tavola. Marze / Marzo Emeroteca Marze / Marzo

10 Marzo 1951 1 martedì / Sande Albëine 2 mercoledì / Sande Ruggïre Concorso Nazionale 3 giovedì / Sanda Camëlle Roma, 4 marzo 4 venerdì / Sande Casemire I giovani sportivi Pennese Antonio e Oriente Luigi di Vasto, 5 sabato / Sande Usébbie già 2. e 1. classificato nella gara zonale di Vasto, si sono piazzati fra 105 concorrenti, convenuti in rappresentan- 6 domenica / Sanda Rose za delle provincie di Italia al Concorso Nazionale di Corsa 7 lunedì / Sanda Filëciatte Campestre, rispettivamente al 14. e 18. posto assicurando alla provincia di Chieti il 4o posto nella graduatoria generale. 8 martedì / Carnëvale La nostra provincia avrebbe conseguito un migliore piaz- 9 mercoledì / Li Ciánnere zamento tra le consorelle di Italia se negli ultimi metri della importante gara il baldo Pennese non fosse stato vittima di 10 giovedì / Sande Simblèce una accidentale caduta. 11 venerdì / Sande Cuštandëine La classifica però torna ad onore dei valori sportivi della no- stra città riaffermati dalla brillante prova del Pennese spe- 12 sabato / Sand’Uriaune cialmente e di Oriente. Bravi. Allenatore: il prof. di ginnastica 13 domenica / Sanda Patrëzie De Fanis Donetro, che ha la sua gran parte di merito nella preparazione dei giovani atleti. 14 lunedì / Sanda Matëlde 15 martedì / Sanda Lujëise 16 mercoledì / Sande Ggiulïàne San Giuseppe (una breve lauda popolare) giovedì / Sanda Gertrude 17 San Ggiusèppe vicchiarèlle 18 venerdì / Sande Salvataure Nghe la mazze e lu cuappèlle, Nghe la vèrghela fiurite sabato / San Giusueppe 19 Che cce purte ‘m baradise; 20 domenica / Sanda Sandre ‘M baradise le bbille cose: Chi cce va ce s’ arepose ; lunedì / Sande Ermanne 21 A lu ‘mberne la mala ggende: 22 martedì / Sande Uttävie Chi cce va se n’ arepende E rrepènde e rripendìje mercoledì / Sande Benedàtte 23 Chi cce va n’ ce po’ rescije. 24 giovedì / Sande Habbrìele --- La “verga” di S. Giuseppe fiorì all’annunzio dell’Angelo, che venerdì / La ‘Nnungiaziàne 25 dichiarava l’umile falegname padre putativo del Signore. 26 sabato / Sande ‘Manuele 27 domenica / Sande ‘Libberte ~ Compleanni ~ 28 lunedì / Sande Sište Sara Mancini 7; Maria Pia Manzitti Di Rosso 8; martedì / Sande Secundëine 29 Giulio Paglione 9; Nunzia Salvatorelli 12; Angelo Paladino 13; 30 mercoledì / Sanda Giuvuanna Manuela Celenza 14; Davide Delle Donne 14; Mario Baiocco 15; Marco Di Michele Marisi 15; Carlo Di Giambattista 16; giovedì / Sande Beniamëine 31 Dario Marrollo 19; Valeria Mancini 25; Luigi D'Ettorre 26; Marino Artese 30; Beniamino Fiore 31. Icone

Nicola Miscione, il Ragioniere

Nicola Miscione è stato davvero una colonna del Comune, avendo ricoperto per tanti lustri la carica di direttore di ra- gioneria. Di lui si parla ancora in Municipio e fuori, quando si vuol far riferimento ad un’epoca in cui la burocrazia co- munale, seppur non elefantiaca come l’attuale, funzionava, eccome! Nutrito di un amore incontenibile per la sua Città, dedicava il poco tempo libero all’impegno sociale e sporti- vo. Fu per anni membro attivo della Società Operaia di Mu- tuo Soccorso, dirigente della Pro Vasto e dell’Associazione Vastese della Boxe e giudice di gara della Federazione Ci- clistica. Ebbe, al termine della sua attività di dirigente del Comune, una breve esperienza come assessore nel 1993, nella prima amministrazione Tagliente.

Riconoscimento del Comune

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~ Proverbi ~ Finchè ‘n casche l’hùteme dende ‘n pu’ sapè chi t’è cumunénde lett. Finchè non cade l'ultimo dente non puoi saper chi ti è amico. Tre cchéuse n’zi lasse máje: la prádeche, la mecëzij’ e lu prim’ amore lett. Tre sono le cse che non si lasciano mai: amante, amicizia e primo amore. La cicàle tànde cànde ca scàtte. lett. La cicala tanto canta che scoppia. Cchiù Màrche ggìre, cchiù marchiggiàne tròve lett. Più giro le Marche e più marchigiani trovo. La pilerîsce, ti mùre prime ca la canîsce lett. La donna rossa, muori prima di conoscerla. Tradizioni

La Štorie di Carnavàle 2011

Li cendecinquant’anne fištiggiàme e l’Unità d’Italie aricurdàme. Ma s’è riddutte male ‘šta nazziòne tra magna-magne, vizie e curruzziòne!

Quanda ggende à cumbattùte! Quanda ggende ci s’è mmorte! Chille scì, ci’hanne cridùte, mo ci šta chi n’ zi ni ‘mborte.

La Ggiunte ogne jurne s’arimbašte e sempre cchiù prubbléme té’ Lu Uašte, la Lište già è llonghe e cchiù s’allonghe, si jòchene la colpe a ping-pong. Ultimo dei cantori de "La Štoria", la filastrocca di Carnevale con cui si commentano i fatti di cronaca, Fer- Sônne sempre cchiù divìse, nando D'Annunzio ha scritto una šta’ li gruppe e li currènde. 36 ventina di componimenti di questo tipo, alcuni dei quali raccolti in un Nghi la scuse di la crise elegante volumetto. n’ zi cumbìne cchiù nijénde.

Chišt’anne s’arifà li vutaziùne pe’ Sìniche e Cunzìje a lu Cumùne. Tra nuvutà e mineštre ariscallàte, aumènde sempre cchiù li candidàte.

Ma la mùsich’ è la štesse, ogne une fa prumuesse. Doppe che s’hann’ assittàte fanne fésse ch’à vutàte.

Se vvu’ ji’ spâsse nghi la bbiciclétte, tanda pinzìre mo n’ di l’à da métte, abbass’ a La Marìne, cošta cošte, ci šta ‘na bbella pište fatt’ appòšte.

Ci štattéve li lambiùne, Giovanni D'Ermilio, uno dei miti- l’hanne fatte ccuni ccune. ci, indimenticati cantori di Štorie. Notissimo fu anche Nicola Gian- Pur’ a ppéte va la ggènd’ grande, al quale il Lunario ha già dedicato un profilo. e li ciclìšte si lamènde. Amici del Lunario

Giuseppe e Ra"aele Bosco Gli “scudieri” della tradizione culinaria vastese Professori di liceo, Giuseppe e Raffaele Bosco non hanno voluto disperdere l’enorme patrimonio di cultura gastrono- mica ereditato dalla mamma, l’indimenticabile donna Ro- salia, ed hanno appassionatamente continuato a gestire “Lo Scudo”, uno dei più rinomati ristoranti della Città, attivo sin dal 1967. Premiati con numerosi riconoscimenti a livello regionale e nazionale per la tipicità dei piatti proposti, in pri- mis per il Brodetto alla Vastese preparato secondo i dettami della più rigorosa ricetta vastese, i fratelli Bosco possono essere senz’altro considerati “scudieri” e difensori della tra- dizione culinaria locale.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Sacro e profano

Frà’ Peppe è un frate laico de la Ngurnàte, un picozzo, insomma. Gran lavoratore, rispettoso della Regola, ha una debolezza che non riesce a vincere: gli piace il vino, e gli piace tanto che ha trovato persino una giustificazione mistica da opporre ai rimproveri del Padre Guardiano: - Aja vàve a la sculatîre, pèccà ce šta la fàcce de Ggisù Crëste ‘mprèsse a lu fuànne de lu bbicchìre Non potendone più di quella giustificazione un tantino blasfema, il Padre Guardiano pensa un tal giorno di sostituirgli il bicchiere con un altro sul quale aveva disegnato sul fondo una testa con un bel paio di corna luciferine -Vujj’a vvidà se pure mé véte Ggisù Crëste Frà Peppe invece si scola usque ad fundum il bicchiere senza manifestare alcuna reazione e alla domanda del Guardiano che gliene chiede ragione risponde con incredibile faccia tosta: - Vàve a la sculatîre, piccà nin vuje lassà niende a lu diàvele. M’aricorde

Stadio Aragona e Consorzio Agrario

Attività fisica e sport ebbero negli anni del Ventennio Fasci- sta una notevole . La realizzazione dello stadio nella piana dell’Aragona, accanto alla Villa Comunale “Prin- cipe di Piemonte” destinata al tempo libero, ne fu a Vasto la plastica risultante per volere del podestà professor Pietro Suriani. Lo stadio venne all’inizio concepito come un ampio bacino circondato di spalti in terra battuta al quale si ac- cedeva attraverso la grandiosa scalinata “olimpica” che si vede nella foto. I lavori vennero portati a termine dalla socie- Anni Trenta. Lo Stadio Aragona tà Di Sciorno-Tagliente-D’Angelo-Ritucci-Della Guardia-No- prima maniera, appena realizzato. taro. Nell’immediato dopoguerra la fisionomia dello stadio Anni Cinquanta. Nella foto in cambiò con l’abbattimento della scalinata per far posto alla basso, la sede del Consorzio edificazione dell’edificio della sede del Consorzio Agrario, Agrario della Provincia di Chieti all'imboccatura di via Tobruk. che venne poi abbattuto negli anni Settanta del Novecento.

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Hic sunt leones

La foto è del 1959 e negli sguardi dei giovani calciatori, in posa come in ogni rituale sportivo che si rispetti, si legge l’ansia di crescere e di correre ad affrontare la vita. In piedi, da sx: Bruno Lattanzio, Giulio Artese, Luigi Canci, Nicola Sabatini, Piero Pizzuti, Luciano Notaro, Michele Grosso (dirigente). Accosciati, da sx: Vincenzo Lemme, Silvio Lattanzio, Michele La Verghetta, Giuseppe Longhi, Michele Zerra.

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~ Fétte e fettarìlle ~ A mmà ssu hué! Alla bella età di cinquant’anni Michele è ancora scapolo e non penserebbe minimamente a sposarsi se la vecchia madre, timorosa di lasciarlo prima o poi da solo, non lo assillasse con continue sollecitazioni di convolare a nozze. Rientrando un tal giorno a casa la trova in cordia- le conversazione con una signora ancora piacente ma visibilmente matura. - Fije mé, è témbe de cumbuìtte. Ti vuje ffà canosce šta ggiuvunàtte, che ffà prùpete pe’ ttà… N’te le fa scappà’. E subito a dirgli che certo, magari non è tanto giovane, ch’è pure vedova, ma con tante altre qualità, ad esempio nghe nu belle conde a la Poste. - E doppe, Micchè, ‘n zi manghe cchiù nu ggiuvunòtte. Chistì è ‘na bbona fàmmene, ggiudizià- se e sa fa pur’a mmagnà… È cuscì bbunàte ca s’è spusàte schinènze tre vòdde…” Spaventato piuttosto che incoraggiato da quell’ultima affermazione, Michele s’avvia gira i tac- chi e le dice facendo le corna: - A mmà ssu hué, mamma sé! Vastesi che si fanno onore

Michele Di Rosso Carabiniere sempre

Novant'anni appena compiuti, risiede a Perth dagli anni Cin- quanta ed è stato tra i fonda- tori del Vasto Club, il sodalizio che riunisce i vastesi residenti nella capitale del West Austra- lia. Carabiniere in gioventù, ha fondato la Sezione dei CC in congedo più lontana geografi- camente dall’Italia e, a dispet- to della distanza, non ha mai mancato di partecipare ai ra- duni nazionali, ai quali è stato sempre invitato direttamente dal Comando Generale dell’Ar- ma. Carabiniere a vent’anni, carabiniere sempre, persino in terra straniera.

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La ricetta

Coniglio porchettato

Ingredienti. rConiglio possibilmente nostrano, patate, aglio rosso, semi di finocchio, rosmarino, olio, sale e pepe nero.

Preparazione. Dissossare il coniglio, salarlo, peparlo e cospargerlo di semi di finocchio selvatico e di aglio rosso. Avvolgere su se stesso il coniglio, legarlo con lo spago e inserirlo in un tegame ben oliato mettendo intorno patate tagliate a ticchi ed un rametto di rosmarino. Mettere poi nel forno ben riscaldato ed aspettare la cottura. Servire tagliato a fette guarnito delle patate. Abbrëile / Aprile Emeroteca Abbreile / Aprile

1 Aprile 1951 1 venerdì / Sand’Ughe 2 sabato / Sande Frangische La stazione di Vasto ha bisogno di un apparecchio de Pavele 3 domenica / Sande Rëccarde telefonico 4 lunedì / Sand’Isidëre Benchè la rete te- lefonica abbia rag- 5 martedì / Sande Vingenze Ferrare giunto da parecchio 6 mercoledì / Sanda Ggiulœïane Vasto Marina, la Stazione di Vasto è 7 giovedì / Sanda Virginie ancora sprovvista di 8 venerdì / Sande Silvene apparecchio telefo- nico che la colleghi 9 sabato / Sande Caloggere con il resto della no- 10 domenica / Sand Pumbè stra città. Tale deficienza non si sa bene ancora se imputar- la al Comune, che non ha fondi per farci l’impianto, o alla 11 lunedì / Sande Tibberie Amministrazione delle Ferrovie che non vuole sostenere tale 12 martedì / Sande Ggilie spesa. 13 mercoledì / Sande ‘Dduarde Nell’Abruzzo 14 giovedì / Sande Masseme

15 venerdì / Sacra Speine Nel nostro Abruzzo il 1 aprile è il giorno delle gabbature e cuffiature. Gabbà’ (gabbare) e cuffujà’ (burlare) sono i ter- 16 sabato / Sand’Irene mini in voga durante le 24 ore. All’erta quindi! Gli scherzi 17 domenica / Lu jurne de le Palme sono a volte piacevoli, originali; a volte ironici e beffardi. Ve ne sono per tutti i gusti. Il più innocente è quello dei bam- 18 lunedì / Sanda ‘Pullonie bini. Un ragazzo, passandovi accanto, vi dirà maliziosetto: 19 martedì / Sande ‘Spedëite “Bell’hò te s’è sciodde la scarpe!”. E voi passate oltre non curante oppure sorridendo vi guar- 20 mercoledì / Mercluddé Sande date le scarpe per renderlo…contento. Costa così poco ac- 21 giovedì / Giuvuddé Sande contentare un birichino, che se ne andrà orgoglioso d’avere gabbato un uomo grosso. 22 venerdì / Vennardé Sande Quando eravamo ragazzi, spesso eravamo presi in giro dai 23 sabato / Sabbete Sande grossi. E ci mandavano a comprare “quattro soldi di rumore di carrozza”, due soldi di nase piste: e se ne le tì pistate, domenica / La Pasche 24 ecche te le piste. Bei tempi, vero? Anche ora però non fate 25 lunedì / Lu Pasquane troppo caso alle burle del 1 aprile: se ci cascate, pacinze! Dice lu muònece. Ditelo anche voi mentalmente. 26 martedì / Sande Marcelleine 27 mercoledì / Sanda Zéite ~ Compleanni ~ 28 giovedì / Sande Vitale Anna Baiocco 3; Maria Antonietta Gatto Di Cicco 5; 29 venerdì / Sanda Catarëine Giorgio Maggio 8; Angela Desiderio 8; Teresa Spallini 9; 30 sabato / Sande Mîzie Donatella Longo 12; Gloria Giovannelli 18; Gaetano Balzano 23; Leila Primavera 25; Elisabetta Zaccaria 26; Lidamaria di Sanza 29; Elisabetta Sigismondi 30. Personaggi

Fernando Fiore, l'ITIS c'est moi!

La carriera di Fernando Fiore coincide praticamente con la vita dell’Istituto Tecnico Industriale “Enrico Mattei”. Entrato giovanissimo in quella scuola nell’anno stesso della fonda- zione, il 1962, in essa ha svolto tutta la sua carriera come docente e poi come dirigente. Quarantaquattro anni nel corso dei quali l’Itis è arrivato a diventare il primo istituto di Vasto per numero di classi e di studenti ed uno dei primi della Provincia. Brillante conversatore, dotato di una istinti- va ironia che rende ancor più simpatica la persona, è stato anche amministratore della Città ricoprendo anche la carica di assessore.

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~ Modi di dire ~ Ha passàte lu callaràre e m'ha chiamàte facciaténte !, lett. È passato il calderaio (sporco in viso) e mi ha chiamato facciatinta. Gna nènghe squajje, lett. Come nevica squaglia. Nel senso di cosa che avviene rapidamente. Jì fa màle lu vènde de lu vendàje, lett. Gli fa male il vento del ventaglio. Nel senso di persona insoddisfatta della ricchezza che ha. È lu vróte gràsse, lett. è il brodo grasso. Nel senso di persona insoddisfatta del benessere. La cére se cunzîme e la pricissiàune nin camëne, lett. Il cero si consuma e la processione non cammina. Nel senso di perdita di tempo. Emeroteca

Pasqua 1951

Calendario dei riti Pasquali

2 - Primo Venerdi. Si “spuntano„ i capelli per scongiurare i dolori di testa. 11 - Domenica di Passione Inizio della tradizionale quintena della Sacra Spina nella Chiesa di S. Maria Maggiore di Vasto. 16 - Venerdi Solenne processione della venerata S. Spina. La manifesta- zione religiosa è caratterizzata dagl’innumerevoli “ceri” (le torce) variopinti portati dai fedeli in ossequio al voto fatto. Molti fedeli vanno umilmente a piedi nudi. Ai quattro punti principali della città, come a indicare i quattro punti car- dinali (Porta Palazzo, Porta Nuova, Corso Italia, Catena) si erigono gli altari per la rituale benedizione della terra, del mare e del cielo.Nella funzione serale la preziosa Re- liquia è presentata al bacio dei fedeli. 18 - Domenica delle Palme - Inizio della Settimana Santa. - Cumma, la Dumèneche de le Palme: Vaj’ a la ‘Mèsse e me ce coje jurne!... Espressione popolare ad indicare la durata della sa- cra funzione. 44 Dovunque si benedicono le palme di ulivo, spesso intrecciate in graziose ghirlandette e si distribuiscono ai fedeli e per le case. Una palmetta è posta al capezzale del letto accanto alla candela o alla Beata crocetta della candelora e alla bottiglietta della santa manna di S. Nicola recata dal pellegrinaggio di Bari a maggio. Amici e fidanzati, che per una ragione qualsiasi “sono in odio„ fra di loro, si scambiano la palma dopo la messa per conchiudere la pace ripetendo: Quest’ è la palma bbinedètte: oggi è vvèrde e ddumane è sècche e baciandosi l’un l’altro. 21 - Mercoledì Santo. Cavalli e Pupe, i dolci pasquali di pasta nera " 'ngileppati" di A sera inizio delle sacre funzioni fino a Venerdì Santo (le cioccolata, che ogni mamma lizziùne) che terminano, dopo il canto del Miserere, “nghe prepara per i suoi bambini a Pasqua. le vattiture„. 22 - Giovedì Santo. Un tempo si eseguiva la “lavanda”, dei piedi a ricordo della uguale cerimonia fatta dal Signore ai suoi apostoli. Nella chiesa di S. Giuseppe, su apposito palco, si allineavano dodici vecchietti del locale Ospizio di S. Onofrio e l’Arci- diacono, in camice e stola, lavava i loro piedi. Si legano le campane. A sera e per tutta la notte, la visita ai santi sepol- cri (li seppiliche). I fedeli devotamente si recano nelle chiese parrocchiali, recitando sottovoce per la strada il “credo„. II raccoglimento deve essere assoluto. Davanti al sepolcro si recita la seguente preghiera: Te vinghe a vvisità, sepolcre sande, E vvinghe a vvisità la vostra passione: La morte de Sugnurije Sia per ssalvazione De l’alma mije. Questa preghiera e integrata dalla re- cita di 5 Pater e 5 Ave. A notte alta poi vi sono ancora numerose donne, che si pongono bocconi a terra dietro un altare e recitano 33 “credo„ in memoria dei 33 anni di Nostro Signore. Questi 33 “cre- do„ formano il tesoro spirituale annuale della devota, che in caso di necessità li rammenta al Signore; « per la memoria dei 33 credo vi prego di farmi la grazia di…». 45 23 - Venerdì Santo. In mattinata: tradizionale funzione nella chiesa di S. France- sco (l’Addullurate) e a mezzogiorno processione della ve- neratissima statua dell’Addolorata. Nella chiesa di S. Maria Maggiore, al passaggio della Madonna Addolorata, comin- cia la fioritura miracolosa della S. Spina. Dalla maggiore o minore fioritura (poppe) il popolo argomenta l’abbondanza o la scarsità dei raccolti. Nella chiesa di S. Pietro, il pome- riggio, funzione delle Tre Ore di Agonia e a sera la suggesti- va e frequentatissima processione di Gesù Morto. 24 - Sabato Santo. Splendono i fuochi sacri e si rinnova l’ acqua dei fonti bat- tesimali. Nella chiesa di S. Maria Maggiore, funzione del Salvatore. Al Gloria, al suono delle campane, tra il fulgore delle luci, mentre cadono i veli dai finestroni e sole inonda la chiesa, contemporaneamente da dietro l’altare maggiore irrompe dal sepolcro il divino Redentore circonfuso da una nube d’ incenso: è la Resurrezione, è la Pasqua! 25 - Domenica - Pasqua. Pasche marzole Mar’ a cchi ce se trove! che cosa succederà?... M'aricorde

Appaltatori di luce

Agli inizi degli anni ’50 quando l’Enel non ancora muoveva i primi passi, Saverio Scopa, l’elettricista, decise di avviare una piccola ditta con il chiaro intento di “dare luce” alla città che iniziava a rialzarsi dopo il periodo buio del secondo conflitto mondiale. L’attività si basava principalmente sulla progettazione e realizzazione di illuminazioni stra- dali pubbliche e private e impianti elettrici sia a Vasto che nell’Alto vastese. L’ottimo lavoro svolto dagli oltre venti dipendenti ha fatto si che la ditta restasse in piedi per oltre trent’anni e il signor Scopa per sdebitarsi con i suoi operai li invitava ogni Primo di Maggio a pranzo.

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Nella foto scattata nel 1968 all’esterno del ristorante La Vela sono ben riconoscibili oltre a Saverio (il più alto, in piedi al centro), il ragioniere Nicola Ronzitti (al suo fianco in abito chiaro) e, accanto a loro, il capo squadra Nicola Luciani. Si riconoscono ancora, da sx: Nicola Del Casale, Antonio Tiberio, Michele Altieri, Cesario Maranca, Nicola Scopa, Giuseppe Trovarelli, Cesario Stivaletta, Domenico Del Borrello, Nicola Di Spalatro, Nicola Tomeo. Accosciati, da sx: Paolo Del Casale, Giuseppe De Felice, Umberto Cimino, Del Bonifro, Michele Acquarola, Nicola Maria Stivaletta. ~ Fétte e fettarìlle ~

‘N zi sgarre nu jurne - Tutte le matìne, dottò’, devo fare la pipì alle 7 in punto. ‘N zi sgarre nu jùrne dice zi Ruccucce al medico della mutua. - Complimenti, sei proprio un fenomeno. E allora di cosa ti lamenti ? - Ca nin m’arisvàje mà’ prime di li otte. Vecchi fusti

Francesco Paolo Gileno, la tradizione canora

Lo conoscono tutti in Cit- tà per la voce calda, pos- sente, caratteristica, che si sente immancabilmen- te in ogni manifestazione popolare. Quella che pri- meggia nei canti tradizio- nali del Natale, del Capo- danno, della Pasquetta e del Sant’Antonio o nelle serenate, è sempre la sua, inconfondibile per le sug- gestive sonorità che riesce a creare. Grazie a lui ed al suo ensemble, formato da- gli inseparabili amici, Gino Fiore, Michele D’Annunzio, Domenico Ronzitti, Nicola Gileno, Peppino Raimondi, i fratelli Fernando, Cesario e Nicola Valentini, Paolo Di 47 Bussolo, la continuità della tradizione canora è assi- curata.

~ Block notes ~

Qui, Quotidiano di Vasto

Fondato e diretto da Giuseppe Tagliente, vice direttore Elio Bitritto, Quiquotidiano rappresenta forse un unicum nel pur variegato panorama giornalistico italiano, essendo insolito il caso di un giornale a tiratura quotidiana in una realtà piutto- sto modesta dal punto di vista demografico. Oggi, a dieci anni dalla nascita, passato dal ciclostile alla stampa piana ed infine alla rotativa, può essere definito a pieno titolo come il giornale della Città, organo d’informazione, d’opinione e di socializzazione di una comunità in trasformazione. Aperto al contributo di tutti i cittadini, rispettoso delle idee e delle diver- sità di pensiero e di cultura, tanto da dedicare una pagina alla settimana alle comunità straniere presenti in città, si avvale d’una redazione di giovani e di donne ed è affiancato da un giornale on line aggiornato di ora in ora: www.quiquotidiano.it M’aricorde

Le orfanelle di Punta Penna

Era l’ente morale che i va- stesi avevano a cuore forse più d’ogni altro, l’Orfanotro- fio "Genova-Rulli". Ubicato nell’antico Palazzetto che i d’Avalos costruirono nel 1615 a Punta Penna, acco- glieva le fanciulle rimaste in- digenti a causa della morte di uno o di tutti e due i ge- nitori e dava loro un’educa- zione e spesso un mestiere. Nei confronti delle sfortunate ragazze si manifestava una vera e propria gara di soli- darietà e non c’era festività, avvenimento al quale i con- cittadini delle famiglie più agiate non partecipassero 48 con elargizioni e doni, ricam- biati dalle giovinette con una Il palazzo della Penna in una foto presenza costante, silenziosa e compita ai funerali, ai riti ed dei primi anni Sessanta alle manifestazioni religiose. L’Opera Pia era stata eretta per volontà del Cav. Uff. Avv. Luigi de’ Baroni Genova, il quale con testamento pubblicato in Vasto il 19 luglio 1941, aveva disposto: “Io qui sottoscritto Luigi Genova, sano di corpo e di mente, considerato che la morte è certa e che solo la sua ora è incerta, dopo aver raccomandato l’anima mia a Dio, alla Beata Vergine ed agli Angeli e Santi del Paradiso...

Anni Cinquanta, gita a Venezia. Le orfanelle sono come sempre accompagnate dalle suore "Figlie della Croce". M’aricorde

Anni Cinquanta, foto ricordo delle 49 dispongo che l’erigendo Istituto di Beneficenza abbia sede ospiti dell'orfanotrofio in grande nel Palazzo della Penna”. Nello stesso atto olografo aveva uniforme. dettato il regolamento e lo Statuto dell’erigenda Opera Pia e indicato il primo Consiglio di Amministrazione scegliendo- 49 lo “fra le persone più probe ed illuminate". Dell'organismo furono chiamati all'inizio a far parti i signori: On.le France- sco Ciccarone; Prof. Francesco Del Greco; Avv. Francesco Ponza; Avv. Roberto Scardapane; Dr. Filoteo Ricci; Sacer- dote Don Vincenzo Pomponio; Sacerdote Don Domenico Suriani, entrambi canonici della Cattedrale, "affinchè essi possano subito organizzare convenientemente quest’Ope- ra Pia, per bene avviarla al raggiungimento del suo scopo".

Anni Cinquanta, nel frutteto dell'Istituto.

Anni Cinquanta, gita alle Dolomiti Vastesi che si fanno onore

Luigi Petta. Più di una promessa

Sta confermando le aspettative ri- poste in lui il giovanissimo pianista Luigi Petta, il quale si è già meritato riconoscimenti in ogni parte d’Italia. Allievo del Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia si è esibito in diversi concorsi artistici distinguendosi per talento ed impe- gno di studio. Ricco il suo repertorio che spazia dalla musica classica ai generi più moderni. Al caro Luigi gli auguri di una an- cora più luminosa carriera da parte dei tanti ammiratori che è riuscito a conquistarsi. Primo tra tutti papà Giulio.

50 La ricetta

Peperoni ripieni

Ingredienti. Peperoni verdi, carne macinata di vitello, pane grattugiato, uova, parmigiano, prezze- molo, origano, olio, sale, pepe nero.

Preparazione. Lavare ed asciugare i peperoni, scelti della qualità allungata chiamata a Vasto a còrne de cràpe, avendo cura di togliere il pedunco- lo, le costolature interne ed i semi.

Preparare un impasto a base di carne maci- nata, uova, pan grattato, prezzemolo tritato, origano, sale e pepe con un po’ di parmigia- no.

Riempire i peperoni con questo impasto, sistemarli in una pirofila, aggiungere olio e lasciar cuocere per un’ora circa. Maje / Maggio Emeroteca Maje / Maggio

1 domenica / La Madonne de la ‘Ngurnuate 2 lunedì / Sande ‘Ttanasie Una grave sciagura aerea 3 martedì / Lu Legne de la Cráce Vasto, 11 maggio. Verso le nove due caccia militari, partiti 4 mercoledì / Sande Flurïane dal campo di Palese (Bari) in normale volo di allenamen- to, sorvolavano la nostra città con provenienza dal mare, 5 giovedì / Sande Nînzie allorchè l'apparecchio pilotato dal concittadino tenente 6 venerdì / Sanda Bbenedatte Francesco Paolo Della Guardia lanciava una alta fiamma- ta e sprofondava a picco nel popoloso rione San Michele 7 sabato / Sande ‘Nnucienze abbattendo due case, che delimitavano Vico del Giglio. Cit- 8 domenica / Madonne di la Panne tadini del rione Croci e di Vasto Marina hanno confermato l'incendio prima della caduta dell'aereo. Nell'urto tremendo 9 lunedì / Sande Libbratàure l'apparecchio si frantumava, le schegge si disperdevano, 10 martedì / Sande ‘Ndunëine un alettone rovinava al di là della strada nazionale su una officina meccanica sfasciando il tetto e il motore era proiet- 11 mercoledì / Sande Fabbïane tato diagonalmente nel recinto retrostante l'officina ad una 12 giovedì / Sande Nerè distanza di una trentina di metri. Il valoroso pilota è rimasto schiacciato tra i rottami in fiamme; ugual sorte miserevole 13 venerdì / La Madonne de Fàteme toccava alla piccola Nicoletta Neri, che a quell'ora mattutina 14 sabato / Sande Matté della giornata splendida di sole e di azzurro, riposava nella culla. Ben 12 sono le vittime tra la popolazione, ricoverate 15 domenica / Sanda Matalene sollecitamente nel nostro Civico Ospedale: Celenza Nicola 16 lunedì / Sande Ubbualde di anni 60, la di lui figlia Anna Celenza di anni 28, la sig.ra Celenza Maria di anni 21, il piccolo figlio Giuseppe di mesi 17 martedì / Sande Pasquale 7, la sig. ra Ciarallo Anna di a. 45, Giannagostino Giulia di 18 mercoledì / Sande Venanzie a. 22, Di Falco Luisa di a. 29, il figlioletto Di Falco Angelo di a. 3, Di Cicco Rosa di a. 48 Di Rosso M.a Spina di a. 32, la 19 giovedì / Sande Cilištëine maggior parte investita dalla benzina in fiamme. 20 venerdì / Sande Bernardëine Di esse sono decedute in giornata: la sig.na Celenza Anna, il piccolo Celenza Giuseppe, la sig.ra Ciarallo Anna. Altri 21 sabato / Sande Sicundëine versano in gravissime condizioni. Verso l'una i resti mortali 22 domenica / Sanda Rëite dell'aviatore sono stati estratti irriconoscibili dai rottami; alle da Cascie tre è stato recuperato il corpicino martoriato della piccola 23 lunedì / Sande Desiderie Neri Nicoletta di m. 8. I cittadini si sono prodigati ammire- 24 martedì / Sanda Giuvëine volmente nell'opera di soccorso. Tra i primi accorsi sono da segnalarsi la univ. in medicina sig.na Cristina Bile, l’impre- 25 mercoledì / Sande Gregorie sa Caroli di Avezzano con l’autobus antincendio agli ordini 26 giovedì / Sande Feleppe dell’assistente capo dell’ANAS sig. Mario Caldarelli, i citta- 27 venerdì / Sande Federëiche ~ Compleanni ~ 28 sabato / Sande Emëlie Luisa Maldera 1; Germana Benedetti Petroro 2; 29 domenica / Sande Massimëine Davide D'Ettorre 8; Antonietta Di Fonzo 10; 30 lunedì / Sande Ferdenande Fabio D'Ettorre 11; Anna Scipioni 18; Vincenzo Bassi 21; Vincenzo Fiore 24; Lia Giancristoforo 27; 31 martedì / Sande Giurduane Patrizia Sacchi Petroro 27; Clarice Petrella 27; Pino Cavuoti 28; Caterina Celenza 31. dini Espedito Sarodi, Alessandro Borrelli, Silvio Petroro, Mimì Molino, il personale della ditta Di Fonzo, l'Arma Benemerita dei CC., la Pubblica Sicurezza, il Consigliere di Corte d'Appello dr. Florio Longo, il pretore dr. Vittorio Liberati, il sig. Alderamo Cipollone e tanti tanti altri, tutti affra- tellati dalla grave sciagura che ha colpito nume- rose famiglie, si sono completamente adope- rati. Da tutte le parti in muto pellegrinaggio di dolore muovono i cittadini; le campane suonano mestamente; al caduto e alle vittime si appre- stano solenni onoranze. Nel pomeriggio sono giunte le autorità civili e militari, le quali si sono recate sul luogo del disastro, hanno fatto visita alle famiglie e alle vittime. Vasto si è abbrunata nei cuori; si stringe attorno al dolore delle case così duramente provate ed esprime tutta la sua solidarietà affettuosa in questa ora tristissima 53 della vita cittadina. 12 maggio. La notte scorsa è deceduto in seguito alle gravi ustioni il concit- tadino Celenza Nicola fu Michele di a. 60. Notte del 14, alle ore 23, dopo giorni di straziante agonia è morta la giovane 53 sig.ra Maria Baiocco Celenza, di a. 21, madre del piccino Celenza Giuseppe di m. 8.

~ Proverbi ~ Chi spute ‘n ciele jà ‘recàsche ‘n màcche, lett. Chi sputa in cielo gli ricasca in bocca. Li chiàcchiere nin fà farëne, lett. Le chiacchiere non fanno farina. Li chicàcce e li patàne dormene n’ terre, lett. Zucche e patate dormono a terra. A mmale penzà’ se fa peccàte, ma ce se còjje , lett. A mal pensare si fa peccato ma s’in- dovina. Chi tè nu cuavàlle bbeune dentr’a la stalle, v’a ppète, lett. Chi ha un cavallo buono nella stalla va a piedi. Amici del Lunario

Marino Artese

Gongola di gioia in mezzo ai collaboratori dell’Aragona, or- goglioso di quello che ha saputo realizzare ancora in giova- ne età, sulla scia degli insegnamenti e dei consigli ricevuti da papà Mario e dal nonno che porta il suo stesso nome e cognome. Marino Artese è riuscito a dare al suo ristorante, situato in uno dei punti più suggestivi della Città, una noto- rietà ch’è arrivata anche molto lontano. Impegnato nell’as- sociazionismo di categoria e nelle iniziative di promozione turistica, si prodiga attivamente anche nel sociale, mediante l’Associazione Chiara, dedicata alla sorella gemella prema- turamente scomparsa, che svolge una meritoria attività di sostegno e di servizio in favore dei malati terminali di cancro.

Marino col tutto lo staff dell'Aragona.

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~ Fétte e fettarìlle ~ All’u!cio Anagrafe - Signurë, vulèsse arriggištrà štu cëtele nate prùpete l’addraddìre – dice una signora all’ufficiale d’anagrafe. - Ma tu ‘n de n’affëde manghe a št’all’imbìte – gli risponde l’impiegato vedendola ancora tanto provata dal parto – putìve mannà marëtte? - E che ne sacce addò šta cu lu uahimùrte? È cchiù de ddù anne ca n’ze fa vvedè’… - Beh – replica sornione l’ufficiale – allore…putìve mannà l’aiutànde. Icona

Donetro De Fanis, l'mpegno nell'educazione

Donetro De Fanis, che quanti hanno superato il mezzo secolo ricordano come impareggiabile docente di educa- zione fisica, sarebbe stato lieto di vedere questa foto sulle pagine del Lunario. Era stato ufficiale d’artiglieria in guerra ed aveva in quella veste maturato un’esperienza dolorosa che spesso rievocava agli alunni con toni dimessi e senza alcuna vanagloria, piccandosi tutt’al più di saper d’algebra e trigonometria assai di un professore di matematica in quanto ne aveva avuto bisogno nell’uso dei cannoni. Il pi- glio marziale nell’incedere, la sobrietà negli atteggiamenti e nella parola traevano spesso in inganno ma bastavano due minuti appena, a chiunque lo avvicinasse, per capire che si trovava dinanzi una persona generosa, affabile, motivata, innamorata soprattutto del suo lavoro di educatore.

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55 Pagine di devozione e di fede

Il cammino di San Nicola

Il culto di San Nicola è uno dei più diffusi in Italia, già presente oltre tre secoli prima della traslazione delle reliquie da Mira a Bari. Radicatissimo nelle regioni del Meridione d’Italia, ha nell’Abruzzo moltitudini di fedeli e sedi di culto. Una di queste, edificata a cura della famiglia Miscione intorno al 1870, si trova anche a Vasto sul colle che degrada sino all’insenatura della Meta, una volta porto della Città. Ogni anno nella prima domenica di maggio si celebra la fe- sta del Santo Taumaturgo di Bari intorno alla chiesetta. Sino a qualche anno fa era in uso portarne per mare la statua, che veniva sbarcata alla Marina e da lì in processione, accompa- gnata dagli agricoltori, alla Chiesa di San Pietro dove rimane- va per un giorno prima di rientrare in sede seguita stavolta dai pescatori. Il culto di San Nicola porta poi ogni anno un nutrito gruppo di pellegrini a Bari lungo un itinerario di fede, di pre- 56 ghiera e di penitenza che dura più giorni. Un tempo il viaggio veniva fatto a tappe e completamente a piedi, zaino (visàcce) sulle spalle, borraccia (burracce) co- perta a tracolla e un caratteristico bastone adornato da rami con le foglie aghiformi del pino mediterraneo, a cui era fissa- 56 to anche un ombrello. Indimenticabili animatori dei gruppi di pellegrini sono stati Giovanni Del Borrello, Michelina Santoro D’Adamo (la Prijòra), Mauro Petruzzelli, Tonino Di Nisio (Cu- 1937. Pellegrini in sosta sul standëne), Gino Muscariello (Giattè’), Nicolino Crisanti. Gargano, guidati da Giovanni Del Borrello, il priore, e da Vincenzo Santoro, gli ultimi due a destra. Il crocifero attorniato dai fedeli.

Anni Cinquanta. Un giovanissimo Nicolino Crisanti in assetto di… pellegrino, insieme ad alcune compagne di viaggio

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Anni Sessanta. Al centro del gruppo di pellegrini la Prijòra Michelina Santoro D’Adamo, in abito e fazzoletto al collo rigorosamente neri. Il viaggio di San Nicola poteva durare anche più di sette giorni e si snodava da Vasto attraverso tappe ben definite. San Severo di Puglia, San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Monte 58 Sant’Angelo, Manfredonia e quindi lungo la pianura sino al capoluogo pugliese. Nella foto a fianco, secondo da sinistra è Mauro Petruzzelli, uno degli organizzatori abituali del pellegrinaggio.

Il rito del Perdono. Si svolgeva e si svolge ancora a pochi chilometri dal centro di Bari nei pressi della Chiesa di Santo Spirito e prevede una preghiera collettiva da recitare in ginocchio. Funge da cerimonia di purificazione prima di mettere piedi nella terra di San Nicola. Nelle foto accanto degli anni Sessanta, la Prijòra Michelina Santoro in ginocchio apre il rito della penitenza. In piedi col microfono in mano per registrarne la voce Peppino Canci, attento studioso di queste manifestazioni di fede popolare. Pagine di devozione e di fede

La méta è raggiunta ed i pellegrini sfilano per le strade di Bari alla volta del Santuario. Nelle foto si riconoscono Nicolino Crisanti, accosciato, e Gino Muscariello (Giattè), in piedi secondo da destra.

Il rito del Perdono in una foto degli ultimi anni Settanta. Dinanzi al crocifero nel rito del Perdono si riconosce Nicola Valentini (Rafanìlle).

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Le foto in basso sono recenti e sono state scattate a Vasto dinanzi alla chiesa di San Nicola e sulla scalinata della chiesa del Carmine. Vastesi che si fanno onore

Poker di donne

Un bel poker di donne: Antonella Marrollo, Silvana Iacobuc- ci, Nunzia Salvatorelli e Antonietta Di Fonzo, quattro impren- ditrici che si son fatte davvero onore. Le prime due sono state elette rispettivamente presiden- te e vice presidente provinciale dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili. L’altra ha ricevuto il prestigioso premio Donna Impresa Industria 2010, conferito per il se- condo anno consecutivo dal “Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile” costituito presso la Camera di Commercio di Chieti. L'ultima, ma non in ordine d'impor- tanza, è una della poche amministratrici di società di tra- sporti in Italia.

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La ricetta

Fagiolini al pomodoro Faciulëtte ‘nghe la pammadéure

Lavare i fagiolini facendo attenzione ad eliminare le punte in entrambi i capi, deposi- tarli poi in un tegame aggiungendo olio extra vergine d’oliva, prezzemolo, uno spicchio d’aglio rosso ed ancora pomodori e foglie di basilico. Salare e lasciare cuocere a fuoco lento rimestolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Appena il sugo sarà visi- bilmente ristretto ritirare dal fornello e servire in tavola. Ggigne / Giugno Emeroteca Gigne / Giugno

1 giugno 1 mercoledì / Sande Giuštëine 2 giovedì / Sand’Uggenie La spiaggia di Vasto 3 venerdì / Sanda Clutëlde La nostra spiaggia è da tempo sulla china della decaden- za e l’animo non può che rattristarsene. Disponiamo di po- 4 sabato / Sande Quirëine chissima acqua potabile durante l’estate, siamo privi di fo- 5 domenica / La ‘Scenziaune gnature. Un’amministrazione più previdente avrebbe potuto agevolmente risolvere questi due vitali problemi durante la 6 lunedì / Sande Feleppe fervida ripresa costruttiva del dopo-guerra. Invece purtrop- 7 martedì / Sande Robberte po nulla si è fatto in proposito, non si è pensato alla marina, si è costruito disordinatamente alla periferia della città un 8 mercoledì / Sande Severëine po’ qua un po’ là. Non serve recriminare il passato: augu- 9 giovedì / Sande ‘Rrëiche riamoci che presto vengano uomini nuovi, immuni da pre- concetti settari, uomini di azione, capaci di sacrificare il loro 10 venerdì / Madonne di li Merécle personalismo alle esigenze della marina. Oggi una città vive 11 sabato / Sande ‘Nufre o per commerci e per industrie o per turismo. Il commercio di Vasto è quello che è: la deficienza di linee ferroviarie in- 12 domenica / La Pendecoste terne la difficoltà di crediti hanno paralizzato oggi questa 13 lunedì / Sande ‘Ndonie de Padeve attività che pur conobbe epoca favorevolissima nell’imme- diato dopo-guerra. Le iniziative industriali sono lente perché 14 martedì / Sande Zaccarëje chi ha mezzi e disponibilità di investire parte delle proprie 15 mercoledì / Sande Veite ricchezze è restio, miope al progresso economico per sé e per gli altri. Resta il turismo, unica sorgente di ricchezza 16 giovedì / Sand’Ureliane economica della nostra città. Disponiamo di tesori incom- 17 venerdì / Sande Adolfe parabili: mare, collina, spiaggia, scogliere, campagne lus- sureggianti, orti ricchi di ogni ben di Dio. I turisti verrebbero 18 sabato / Sande Curnuelie volentieri a Vasto. Eppure noi stessi indugiamo ad invitarli 19 domenica / La Ternetè per trascorrere le vacanze estive perché sappiamo che Va- sto Marina manca di quelle comodità indispensabili al viver 20 lunedì / Sanda Micchelëine civile. Avremmo potuto agevolmente attrezzare la nostra 21 martedì / Sande Lujëgge spiaggia in quattro e quattr’otto dotandola di acqua e fo- gnature: l’albergo sarebbe subito sorto! Dobbiamo avere la 22 mercoledì / Sande Paulëine forza di risalire la corrente per metterci decisamente in testa 23 giovedì / Sande Nazzarie alla ripresa delle attività turistiche del nostro litorale. Questo è l’imperativo categorico dell’ora che sottoponiamo all’esa- 24 venerdì / Sande Giuuánne Battešte me dei nuovi amministratori, quali essi siano. 25 sabato / Sande Hujerme A. Cianci 26 domenica / Lu Corpus ‘Ddòmene ~ Compleanni ~ 27 lunedì / Sande Clemende

28 martedì / Sand’Irené Nando Miscione 4; Anna Maria Di Falco 7; Nicola Cinquinia, 7; Gianluigi Delli Quadri 8; Simona Vinciguerra 12; 29 mercoledì / San’Bitre e Pavele Carmine Di Risio 15; Michele Di Chiacchio 15; 30 giovedì / Sande ‘Nnuciénze Giuseppe Castaldi 15; Rosella Turilli 16; Mauro Sambrotta 17; Luca Fiore 18; Maria Teresa Palazzo 19; Gazietta Marcello 20; Adone Del Negro 21; Rolando di Nardo 21; Silvana Iacobucci 24; Massimo Stivaletta 27; Anna Iole Andreini D’Adamo 28. Personaggi

Peppino Marino, la capacità manageriale

Di Giuseppe Marino, Peppino per tutti, non si può non ammirare la dinamicità, l’intraprendenza e le non comuni capacità manageriali. Formato alla scuola dei quadri della Società Italiana Vetro, prima che diventasse Pilkington, e quando ancora si pen- sava che l’Azienda dovesse servirsi innanzitutto di cervelli locali, vi ha ricoperto incarichi di respon- sabilità per passare alla Puccioni Spa, azienda di fertilizzanti nella quale svolge funzioni di gene- ral manager. Convinto come pochi che il porto di Punta Penna possa essere il volano della crescita economica del territorio in questa fase storica, si è impegnato attivamente nella promozione di con- vegni e dibattiti volti a stimolare iniziative in questa direzione.

~ Block notes ~

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Il Solstizio d’estate. Lu jùrne de Sande Ggiuhuànne

Il Solstizio d’estate, che cade tra il 21 ed il 24 giugno, è stato considerato una ricorrenza magica sin dall’antichità più remota. Nel calendario cristiano il 24, indicato come il giorno della nascita di San Giovanni Battista, che la tradizione vuole sia nato sei mesi esatti prima di Gesu Cristo, viene considerato un giorno particolarissimo, nel quale si propiziano riti augurali. I più diffusi nelle nostre zone erano ed ancora forse sono i seguenti: - versare il bianco d’un uovo in un bicchiere d’acqua, che viene lasciato per tutta la notte della vigilia sul davanzale della finestra; -comprare l’aglio per avere un anno senza guai; -cogliere le noci acerbe per farne il Nocino, un liquo- re forte da bere in occasioni di bisogno; -cogliere un ramo di felce alla mezzanotte e conser- varlo in casa per favorire ricchezza; - mangiare le lumache con le corna per allontanare ogni avversità; - contro la grandine, che sarebbe provocata da spiriti maligni, streghe, diavoli e bambini morti sen- za battesimo, i contadini invocano il Santo: Sande Ggiuhuànne Battéste, battìzze ‘šta nìvela trëste. Nella notte di San Giovanni era abitudine anche di sugellare comparanze. M’Aricorde

La vita grama

C’era una volta “la vita agra”, ricordata da Luciano Bianciardi nel suo libro dal titolo omonimo, ma c’era anche la vita "grama" della campagna.

Nella foto, datata 1956, un grup- po di zappatori in un momento di pausa. Da sinistra, Angelo Rossi, Michele Di Spalatro, Tindaro Pon- tillo, Luigi Fiore, Sante Mariani, Giuseppe Pracilio, Pontillo, Anto- nietta Marchesani.

Una tipica famiglia d’ortolani. I coniugi Luigi ed Antonietta D’An- 64 nunzio con i figli Domenico, Elisa e Fernando intorno alla vasca, la pischìre. L’asino è già pronto per il rientro con i canestri colmi di or- taggi e verdura agganciati al ba- sto, nghe li cistëne attacchète a lu mmuašte. Sul bordo della vasca mazzi di cavolfiori bianchi e neri (capefiàre e fujje) verze e finocchi (verzòtte e finùcchie). A terra, lu cîcine, il caratteristico contenitore di terracotta per l’acqua.

~ Fétte e fettarìlle ~ Li bbùne li bbune Era abitudine dei ragazzi d’una volta divertirsi a “prelevare” frutta negli orti. Così fecero un giorno anche Teodoro e Luigino ai danni di un tal Giovanni Del Borrello, proprietario di un bell’albero di pricissòtte. Salito sulle spalle di Teodoro, Luigino si perde tra il fogliame per cercare i fichi più maturi - Cuje li bbune li bbune – l’esorta da sotto Teodoro – cuje li bbune li bbune… m’ariccumuànne… Intenti all’ “asporto proletario”, i due amici non si accorgono però dell’arrivo del contadino, il quale agitando un forcone di rimando urla minaccioso, ma rassegnato: - E si capisce!…Cuje li bune li bbune, ca li frécete me li magne jè Vecchi fusti

Domenico Pierini, come l'Alfredo di Tornatore

Avete presente il Philippe Noiret del «Nuovo Cinema Paradiso», nella parte dell’operatore di cabina cinematografica che armeggiava con la vecchia lanterna a carboncini, pizze e ritagli di pellicola ? Ebbene, meno in sovrappeso e senza l’accento siciliano di Alfredo del film di Giuseppe Tornatore, Domenico Pierini è l’esatta riproposizione in chiave loca- le di quell’indimenticabile personaggio. Ha trascorso oltre quarantacinque anni dietro il proiettore, seguendone il pro- gresso tecnico sino al moderno digitale, 65 ed è stato l’invisibile e misterioso deus ex machina che dirigeva il fascio di luce dall’alto stanzino del Politeama Ruzzi, del Supercinema e del Globo. Non si può quindi che dirgli grazie per i tan- ti momenti di magia che ha regalato a 65 generazioni di spettatori e di evasione soprattutto, perché, come dice Alfredo nel film, “la vita non è come l’hai vista al cinematografo: la vita è più difficile”.

L'interno del vecchio Supercinema in via Giulia. Realizzato da Nicola Bonacci passò quindi in proprie- tà a Edmondo Del Borrello, prima d'essere chiuso sul finire degli anni Ottanta. ~ Proverbi ~ Chi è ggilàuse è curnîte, lett. Chi è geloso è cornuto. Da l’amëice e da li parìnde, s’aricëive tradimìnde, lett. Dagli amici e dai parenti si ricevono tradimenti. Canda lu véuve nin vò’ arà, hai vujj’a pindillà, lett. Quando il bue non vuole arare, hai voglia a pungerlo. Chi è ‘rrubbàte fa cende picchëte, ch’arròbbe ni fa’ hìune. lett. Il derubato fa cento peccati, il ladro ne fa uno soltanto. M'aricorde

IERI. 1960. In prima fila da sx: Giovanni Sabatino, don Michele Ronzitti, Fernando Raspa, Prof. Toschi, prof.sse Gaspari e Monteferrante, Pasquale De Cristofaro, Italo Iammarino. In seconda fila: Pietro Ruzzi, Valentino Di Paolo, Michele Ronzitti, Aldo De Santis, Adolfo D’Onofrio, ?, Pietro Ronzitti, prof. Ing. Manlio Cordella, prof. Giuliano Ciccarone, Rocco D’Aimmo,?, Vincenzo D’Adamo, ?. Fila in 66 alto, da sx: Roberto Terpolilli, Bruno Garzarelli, Angelo Totaro,Vincenzo Ranalli, Luigi Perrozzi, Lucio Antonucci, Vittorio Marracino, Oreste Mariani, Antonio Fiorini, Vincenzo Bontempo, Romano Valentini, Antonio Anzivino, Fernando Scopa, Adamo D’Onofrio.

OGGI, 2010. Accosciati, da sx: Pietro Ruzzi, Vittorio Marracino, Angelo Totaro, Oreste Mariani, Rocco D’Aimmo, Antonio Anzivino, Pasquale De Cristofaro, Vincenzo Bontempo. In prima fila, da sx: Italo Iammarino, ing. Nicola Molino, Nicola Ranalli,?, Luigi Perrozzi, Ciccio Ercolano, Lucio Antonucci, Nicola Buda. In seconda fila da sx: Vincenzo D’Adamo, Giuliano Ciccarone, Raffaele Cian- cia, Giovanni Sabatino, Giovanni Smargiassi e Fernando Scopa. M'aricorde Sport e sportivi

Ecco il Boca Punta Penna. Il vessillo biancorosso sventola (almeno) a Bologna grazie ad un gruppo di studenti

Si chiama ‘ASD Boca Punta Penna’, l’associazione dilettan- Nella foto, in piedi da sinistra: Save- rio Colella, Gaetano Mariotti, Franco tistica sportiva costituita ad iniziativa di un gruppo di giovani Baccalà, Giuseppe Serafini, Christian vastesi che dimorano a Bologna. A crearla sono stati Do- Tana, Graziano Cantalicio, France- menico Zillotti, Luca Giardino, Christian Tana e Francesco sco Mileno, Domenico Zillotti, Nicola Bruno, Angelo Pachioli, Ivano Della Mileno con l’intento di aggregare la piccola comunità di stu- Casa, Simone Giardino. Accosciati, denti e lavoratori mediante il calcio. Il Boca Punta Penna sta da sinistra: Luca Giardino, Vincen- zo Russo, Andrea Gileno, Antonio 67 partecipando al campionato dell’Uisp. L’associazione colla- De Gregorio, Stefano La Verghetta, bora attivamente con un altro gruppo di vastesi a Bologna, Paolo Urbano, Luigi Tresca, Daniele Di Laudo. Fanno parte del Sodalizio l’Associazione culturale “Vabbò”, che opera nel capoluogo anche Luigi La Verghetta, Luigi Ia- felsineo con scopi diversi da quelli sportivi. covitti, Nicola (Panzer) La Verghetta, Simone D’Addario, Federico Brindisi, Fabio Pomponio, Pierangelo Fino, Paolo Palazzo, Antonio Maccione, Domenico Cupaiolo, Francesco Del Forno, Francesco Baccalà, Gianluigi Fino, Alessio Radoccia, Emanuele Di Giacomo, Maurizio Vicino, Graziano Di Fabio, Riccardo Fiore, Gianluca Vicino, Michele Bozzelli. ~ Block notes ~ La Quarajène

Na vodde pe’ la chîure de la virminàre ci vulàive la quarajène. Secondo la credenza popolare, il vermi- fugo ideale per i bambini era la corallina di mare, che gli stessi speziali consigliavano alle mamme. L'erba officinale veniva strappata agli scogli del mare ad opera di ragazzotti in cerca d’una mancia, lasciata essiccare e quindi venduta. La modalità di assun- zione del portentoso “medicinale” era affidata alle capacità culinaria delle genitrici che l’adoperavano Antonio Bevilacqua intento per far decotti e farcire frittelle ingannatrici. a raccogliere la quarajène. Vastesi che si fanno onore

Giulia De Ascentis, vice campionessa nazionale

Lo sport vastese può vantarsi di aver rag- giunto picchi di assoluta . Fatta purtroppo eccezione per il calcio, addirit- tura scomparso dal panorama nazionale, negli altri sport si sono affermati ad altissi- mi livelli non pochi atleti vastesi. Tra questi una considerazione particolare merita la giovanissima Giulia De Ascentis, la qua- le ha toccato un risultato che potrebbe definirsi storico per l’Abruzzo e per Va- sto, essendosi classificata, al termine dei Campionati Italiani Assoluti Estivi in vasca corta di Ostia, seconda nei 200 rana con il tempo di 2’26”65. Medaglia d’Argento e titolo di vice campionessa italiana, con un risultato a dir poco strepitoso. Passata dalla San Francesco Nuoto Vasto al Cir- colo Canottieri Aniene Roma, il club spor- tivo di cui fa parte anche la campionessa Federica Pellegrini, si sta accreditando 68 sempre di più, a giudizio degli esperti, per la partecipazione alle prossime Olimpiadi.

La ricetta

La ‘léive cònce

Ingredienti. rOlive verdi, soda caustica, finocchietto selvatico, sale.

Preparazione. Sciogliere in un recipiente 20 grammi di soda caustica per ogni litro d’acqua e quindi immergervi le olive lasciandole per almeno 24 ore. Scolarle e sciacquarle ben bene aggiungendo 50 grammi di sale per ogni chilogrammo di olive ripetendo l’operazione ogni giorno sino a quando l’acqua risulterà chiara. Travasare le olive in un contenitore aggiungendo del finocchietto bollito a parte. Lijje / Luglio Emeroteca Lije / Luglio

10 Luglio 1951 1 venerdì / Sande Dumiziane 2 sabato / Sande Urbane Turismo domenica / Madonne di li Grazie 3 Sulla spiaggia di Vasto si sono allineate le variopinte cabine 4 lunedì / Sanda Sabbette per la delizia delle bagnanti; ma, picchia qui, tasta lì (le ca- bine s’intende) esse risultano tutte di legno. Non vi sono ca- martedì / Sanda Filummuéne 5 bine di cemento promesse, si dice, col contributo dell'Ente 6 mercoledì / Sanda Maréjja Guràtte Prov. del Turismo. E non vi potevano essere secondo noi. Le cabine di cemento possono essere trasformate in torrette giovedì / Sanda Cláudie 7 di bombardamento. Ora il Diktat proibisce all'Italia e quindi 8 venerdì / Sand’Adriane a Vasto la costruzione di fortificazioni, soprattutto lungo il mare. Di ciò si son ricordati a Chieti e il promesso contributo sabato / Sande Ggiste 9 e stato congelato. Questa è la unica ragione. A Vasto però 10 domenica / Sanda Isabella non ne sono convinti. 11 lunedì / Sande Bbenedàtte 12 martedì / Sande Furtunüate 13 mercoledì / Sande ‘Rreiche 14 giovedì / Sande Camélle 15 venerdì / Sande Bbonavendïre 16 sabato / La Madonna de lu Cármene 17 domenica / Sande Cirille

18 lunedì / Sanda Marëine

19 martedì / Sand’Arsenie

20 mercoledì / Sand’Aurelie

21 giovedì / Sande Claudie

22 venerdì / Sanda Maréjja Matalene

23 sabato / Sanda Bbréggede

24 domenica / Sanda Cristëine

25 lunedì / Sande Giàcheme 26 martedì / Sand’Anne e Giuvuacchëine ~ Compleanni ~ 27 mercoledì / Sande Celestëine Graziella Marino 1; Manuel De Felice 3; Grazia Del Frà 4; 28 giovedì / Sanda Serene Teresa Carusi 9; Nicola Carlesi 15; Gaetano Mariotti 16; 29 venerdì / Sanda Marte Michelina Di Foglio Di Lello 17; Vincenzo Properzio 18; Alfonso Candeloro 19; Buono Del Villano 22; 30 sabato / Sanda Biatrëice Giovanna Molino 23; Piero Sisti 26; 31 domenica / Sande ‘Gnazie Magda D'Ercole 27; Mirella Mariotti 31. Icone

Vincenzo Russo, legionario !umano

L’Impresa di Fiume, suscitata dalla dannunziana accusa ri- volta all’Intesa di avere "mutilato" la vittoria riportata dall’Ita- lia nella guerra contro l’Austria-Ungheria, appassionò la gioventù del Primo dopoguerra e tanti furono i giovani ad accorrere in armi al richiamo del Vate. Tra questi figuravano anche due vastesi, Raffaele Mattioli, il futuro banchiere del- la Banca Commerciale, che ebbe un ruolo importante nella vicenda per essere stato il trait d’union tra D’Annunzio e al- cuni gruppi industriali milanesi, ed un giovanissimo ufficiale radiotelegrafista, Vincenzo Russo, il quale si rese protago- nista di un gesto d’audacia e di valore. A darne notizia è un atto, firmato da uno dei capi militari della Città irredenta, fiumano di nascita, Nino Host Venturi, il quale certifica che “in sul finire dell’anno 1920, cooperò con appassionato fer- vore e fede legionaria, e con opera di intensa propaganda” affinchè il piroscafo « Persia», sul quale era imbarcato, ve- nisse dirottato su Fiume. Il bastimento, come si legge nella stessa nota, “portò alla città, che attraversava uno dei suoi più critici momenti, larghe scorte di viveri, rifornimenti, armi ed altri materiali”. 71

Gabriele D'Annunzio a Fiume, attorniato dai suoi legionari. ~ Modi di dire ~ Sciàle Petrîcce! ca ti sò frëtte n' éuve, lett. Godi Pierino, che ti ho fritto l’uovo. Nel senso di incitamento al divertimento. Sciàle popole! Ca dumuàne è Ggiubbullé, lett. Godi popolo che domani è Giubileo. Víte mandì’ šta cànne, cànne mandì’ šta víte, lett. Vite sorreggi questa canna, canna sor- reggi questa vite. U ssà menèstre u capabbàlle pe la fenèstre, lett. O questa minestra o fuori dalla finestra. È fij’ a lu patre, lett. È figlio al padre. Nel senso che ha lo stesso carattere o le stesse sem- bianze del padre. M’aricorde

Un tranquillo week-end di…mare

Attimi di giovanile spensieratezza fissati da un obiettivo foto- grafico degli anni Cinquanta. Sembrano immagini di un film di Pupi Avati, ricordi di una società che non c’è più. Sorri- denti e puliti i visi delle ragazze distese sulla sabbia, “bellez- ze al bagno” pudiche, discrete, che sprigionano un eros che non scade in volgare erotismo. I bikini sono ancora lontani ed ancor più topless e tanga. I giochi sulla spiaggia sono ancora il tamburello che impugna la fanciulla sulla destra o i cerchi. Lo sfondo è quello delle paranze ormeggiate sulla battigia. Il sapore che promana sa di mare, di sale.

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Anni ’50. Belle ragazze vastesi in spiaggia dinanzi alle paranze tirate a riva.

~ Fétte e fettarìlle ~

Alla Villa comunale Zì Micchèle, ormai ottantenne, confessa sfiduciato all’amico. - Pìnze ca Giuvuànne, ca tè nuvand’anne, m’ha dëtte c’ha fatte li prèuve nghi ‘na giuvunàt- te. M’ha dëtte ca sàcce c’ha fatte…‘na vodde, ddî, tre vodde. M’ha dëtte ca è jîte gne nu trene schinenze senza pallàtte…Viàt’a hasse! E jë che puzze fa? - Dille pure tî – gli consiglia sornione l’amico.

In farmacia - Dottò’, dottò’…damme ‘na pallette di… come si chiame?... viacra, viagra. - Nonnò’ angora a quàsse pinze? Tì quasi cend’anne… – gli risponde il farmacista – e canda ni vu? - Sultande nu ccone pe’ nin pisciarme sopr’a li scarpe. L'angolo di poesia e prosa

Giuseppe Francesco Pollutri Vasto nell'anima

Ha nelle vene sangue vastese, ma anche l’acqua del nostro mare; nel cuore un amore forsennato per questa Città e negli occhi le sue immagini scandite dal tempo. Giuseppe Fran- cesco Pollutri vive da anni a Tivoli, ma non ha mai cessato di essere tra noi. Queste sue liriche ne sono un esempio. Per navigare In quel tempo ebbi cuore Di bussare una volta ancora Alla tua porta da gran tempo chiusa Sul quel muro d’ombra e di sonora In un !ato di vento Ghiaia, lungo il solco dei camminamenti E guardo con occhi mai paghi il mio mare Negati al sole, al canto e all’aria. Nel mattino sull’onda levigata e distesa Attesi per gran tempo al tuo limitare E nella curva dell’anca della mia donna accanto A lungo, il silenzio durò quel tanto Il golfo tranquillo di tutte le mie voglie e tremori. Che il mio cuore avesse un battito Torna a vibrare nell’aria il sole e il calore Nient’altro che un respiro, un abbrivo Prometto alla terra di lasciarle un mio segno Di vento breve, in mare aperto. Al mio amore, in un fiato di vento Per navigare, di nuovo, amando. Lieve, il mio cuore. 73

Adelio Tilli. "Parlar coi morti"

Uomo di scuola innanzitutto, ha lasciato anche una notevole produzione letteraria e storiografica che meriterebbe di esse- re riscoperta. Motivi dominanti l’amore per questa nostra terra antica, il carattere della sua gente forte, il fascino delle storie, delle tradizioni popolari, dell’idioma. Dai suoi scritti questo piccolo, significativo brano. «Forse mai come oggi si è sentito prepotente il bisogno di dialogare con i morti, ed ovviamente perché mai come oggi i vivi hanno languito. Si dirà da taluno: “Ma di che languo- re si ciancia quando tutto è fervore di vita e di progresso?” È facile rispondere che, se il viver materiale presenta slanci senza dubbio progressivi, il vivere morale langue di un lan- guore che, per dirla con Dante, “poco più è morte”. Ed io sento di poter gridare che l’affermazione dantesca sarebbe oggi generosa di fronte alla “spiritual morte” che incombe e tutto investe inesorabilmente l’uomo in un essere preoccupato solo ed esclusivamente di soddisfare i bisogni fisici e pertanto riducendolo a pura bestialità. E non vale la realtà di un mondo proteso alle conquiste più ardite di fronte all’altra, purtroppo amarissima realtà, di un’umanità dimentica dei valori universali dell’onesto e del giusto, del bello e del lecito, del santo e del sublime”. Pianeta volontariato

Il sorriso come medicina. L’esperienza del “Ricoclaun Vasto onlus”

La clownterapia, chiamata anche comicoterapia, si basa sulla interazione sociale tra malati, medici ed infermieri. Ad inventarla è stato il dottor Patch Adams, che in Virginia ha creato un ospedale nel quale la pratica di cura è basata sul sorriso e sul buonumore. Sbarcata in Italia sull’onda del famoso film interpretato da Robin Williams, è approdata anche nel nostro ospedale, dove opera da qualche anno l’associazione Ricoclaun Vasto onlus, fondata e diretta dalla dott.ssa Rosaria Spagnuolo. Attiva anche negli ospedali di Lanciano e Termoli, l’associazione, nella quale militano oltre una trentina di volontari, ha ottenuto importanti riconosci- menti sia a livello locale che nazionale ed è riuscita laddove altri normalmente falliscono: far sbocciare il fiore d’un sorri- so sul volto delle persone sofferenti.

La presidente di Ricoclaun, Rosaria Spagnuolo, accanto al ministro Mara Carfagna che ha voluto personalmente 74 complimentarsi con l'Associazione vastese in occasione di un incontro svoltosi a Roma.

Nelle altre foto alcuni momenti di attività del gruppo di volontari vastesi. Occhi dipinti, nasi a pomodoro, trampolieri e saltimbanchi per cancellare la tristezza dal volto dei bambini malati. Pianeta volontariato Curiosità

Pesca miracolosa

Sono passati circa quarant’anni, ma la memoria dell’avveni- mento rimane ancora viva tra gli uomini di mare che solcano questa parte dell’Adriatico. Nel luglio del 1972 gli uomini del motopeschereccio Everest, armato dai fratelli Valentini, nel ritirare le reti a strascico ebbero la sorpresa di trovarvi impi- gliato uno splendido esemplare di pesce spada del peso di ben 82 chilogrammi. Pesca da Guinness dei primati, alme- no da queste parti, che fruttò ben sessantamila lire di allora e la soddisfazione di finire anche sui giornali.

L'armatore Giovanni Valentini a bordo del motopeschereccio Everest

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Lo splendido esemplare di pesce spada in mostra dinanzi al vecchio mercato del pesce ~ Modi scurrili di dire ~

Nin màgne pe’ nin cacà, lett. Non mangia per non cagare. Vattel’a pijà’ ‘n zaccòcce !, lett. Vattene a quel paese! Che ssi ccëse !, lett. Che tu sia ucciso. Te pozzan’aloma’npénne !, lett. Ti possano impiccare. Va ccacà a lu muàre !, lett. Vai a cagare al mare. Vastesi che si fanno onore

Angelo Martino Giancola Il sogno coronato

Trentun’anni, laurea in scienze motorie, Angelo Martino Giancola arbitra dal 1994 ed è appro- dato in , coronando il sogno coltivato dai tanti giovani che ogni anno vengono formati dal- la locale scuola dell’AIA, oggi diretta da Nicola Molino. I giudizi positivi accumulati negli anni del tiro- cinio e della gavetta, l’esperienza maturata an- che in tornei internazionali, l’hanno proiettato nel Gotha del calcio nazionale ripagandolo dell’im- pegno intenso dedicato all’attività arbitrale. Ha fatto l’esordio in il 27 ottobre 2009 nella partita Empoli-Triestina e quindi in serie A nella partita Cagliari-Livorno il 16 gennaio 2010.

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La ricetta

Pepatelli

Ingredienti. ½ Kg di Miele, ½ Kg: di farina, 500 grammi di mandorle, 2 arance, pepe nero e burro.

Preparazione. Pelare le mandorle dopo averle fatte bollire e quindi ridurle a pezzettini. A parte, mettere del miele in un tegamino, farlo spumeggiare e quindi aggiungere i pezzettini di mandorle, un po’ di buccia grattugiata delle arance e farina di cruschello insieme ad un cucchiaino di pepe tritato. Mescolare con un mestolo di legno e, ottenuto l’impasto, versarlo in una teglia e lasciarlo raffreddare. Tagliare quindi in rettangolini, sistemarli in una teglia e mettere al forno. Ottimi inzuppati al mostocotto o per accompagnare un vino da meditazione. Ahâšte / Agosto Emeroteca Ahašte / Agosto

1 lunedì / Sande ‘Liffanze 1 agosto 1961 2 martedì / Sand’Usebbie Nucleo Polizia Stradale 3 mercoledì / Sanda Lèdie È stato ufficialmente inaugurato il Comando Nucleo Polizia Stradale nei locali della vecchia "Conciliazione". Coman- 4 giovedì / Sande Giuvuanne dante il bravo sottoufficiale concittadino Nicola Malatesta. 5 venerdì / Sand’Osvalde Una bella notizia per i poveri pedoni. 6 sabato / Sand’Uttaviane Spett. Autotrasp. Tessitore Vasto 7 domenica / Sande Caddane Sugli autobus è ben scritto (San da 8 lunedì / Sande Ddumuéneche Lucija mà!...): En- 9 martedì / Sande Rumüane trata da una parte e Uscita dall’altra. 10 mercoledì / Sande Lurenze A quale scopo, se 11 giovedì / Sanda Chiare un povero diavo- lo per scen dere 12 venerdì / Sand’Erculüane deve fare a boxe 13 sabato / Sand’Ippolete col gentilis simo pubblico, che vuole a tutti i costi salire là dove quel disgraziato deve scendere? 14 domenica / Sande Massemiliane 15 lunedì / L’Assunziane Villa del Popolo Vasto de Sanda Maréjje Ammiro la progressiva sistema zione di Piazza Marconi, per 16 martedì / Sande Rocche dan do un addio nostalgico al vecchio Sportello mandato al diavolo da una garbata bordata inglese, ammiro la Casa 17 mercoledì / Sande Settëmie degli Impiegati Comunali, che attende a braccia aperte gli 18 giovedì / Sand’Elene Impiegati Comunali (e certamente non saranno gli impie- gati poveri ad andarci), ammiro il Viale della Rimembranza, 19 venerdì / Sanda Sare ammiro tutto insom ma, ma vuoi provvedere a qualche sedi- 20 sabato / Sande Bernarde le? O credi che le gambe della gente siano di ferro?

21 domenica / Sande Fabbrézie La prima parola 22 lunedì / Sanda Maréjje Riggëine Che disse la doccia sulla croce di Vasto – Spiaggia: Sitio…(ho sete) 23 martedì / Sanda Réuse

24 mercoledì / Sande Bartlummué

25 giovedì / Sanda Lucille 26 venerdì / Sande ‘Lessandre ~ Compleanni ~ 27 sabato / Sanda Mòneche Angela Marchesani Marino 1; Orazio Di Stefano 1; 28 domenica / Sande ‘Hušteine Vittorio Tagliente jr. 4; Sera!na Calvano 4; Federica Fiore 4; Sabrina Acquarola 6; Sina Santoro 6; Luigi Murolo 8; 29 lunedì / Sanda Candede Sergio Menna 8; Sergio Del Casale 12; Cosimo Diella 15; 30 martedì / Sanda Sabbëine Mario D’Ermilio 15; Nicola Traino 16; Savino Pollutri 19; Susanna Wilhelm Celenza 19; Enzo Fioretti 20; 31 mercoledì / Sande Marëine Eustachio Frangione 20; Peppe Galasso 22; Giovanna Monteodorisio 29. Personaggi

Ennio Palucci, professione Preside... nte

Ha sempre saputo concretizzare con passione ed entusiasmo le multiformi attività dirette. Preside prima dell’Istituto Agrario “Ridolfi” di Scerni e poi per un ventennio del Commerciale e Geometri “Filippo Palizzi”, Ennio Palucci svolge ancora una vivace attività di imprenditore coronata dalla presidenza della Cooperativa Eurortofrutticola di San Salvo. Nella Società Operaia di Mutuo Soccorso, dopo avere esercitato la presidenza nella seconda metà degli anni Sessanta, ha riassunto da poco questa responsabilità ridando nuovo vigore alle attività del Sodalizio.

La Società Operaia in gita a Scanno (1953)

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~ Modi di dire ~ L’ove che n’ze scogne ‘m Basche, n’ze scogne cchî, lett. L’uovo che non si rompe a Pasqua, non si rompe più, nel senso di ora o mai più. Vrùcche de rape e ppridecatìure fine a Ppàsche dìure, lett. Broccoletti e predicatori durano fino a Pasqua, nel senso di qualcosa che ha durata limitata al tempo. Va facenne li sippìliche, lett. Va facendo i sepolcri, il rito del Giovedì Santo, nel senso che va in giro senza far niente. Facce lu Cruéste pe’ sette carlèine, lett. Faccio il Cristo per sette soldi, vuol dire affaticarsi molto per poco guadagno. Vecchi fusti

Pierino Coletti, il burbero bene!co

Lo senti sempre borbottare e commentare causticamente ma è di una bontà unica, una conferma del vecchio detto “can che abbaia non morde”. Pierino, così lo chiaman tutti, è un personaggio che s’è guadagnato una vastissima popolarità anche per i mestieri che ha praticato. Barbiere da giovane, poi titolare di un laboratorio di parrucchiere per signora gestito insieme alla dolce consorte Maria Celenza e quindi bidello presso il Liceo Scientifico, ha avuto il privilegio di stare costantemente tra la gente e di conservare in mezzo agli studenti uno spirito giovanile che altri della sua stessa età spesso non hanno. Socio tra i più vecchi d’iscrizione e tra i più attivi della Società Operaia di Mutuo Soccorso, ama, da quando è andato in pensione, dare disinteressatamente una mano ai parroci 80 delle Chiese del centro storico.

80 Coriandoli

Scrittori in piazza… Barbacani

In una sera d’agosto di circa vent’anni fa, una piccola libreria che si affaccia in piazza Barbacani, decide, quasi per caso, di ospitare una scrittrice emergente e di presentarla a un pubblico non molto numeroso. Nasce così “Scrittori in piazza”, l’iniziativa che è andata crescendo nel tempo e che oggi può vantare al suo attivo la partecipazione di scrittori molto noti e una presenza di pubblico sempre più numeroso. A farne la fortuna un mix alchemico di elementi: la piazza con la fontana seicentesca; la suggestiva facciata del castello caldoresco; la partecipazione di scrittori famosi Lo scrittore Andrea Camilleri come Camilleri, Carofiglio, Affinati, Beha, De Cataldo, Nori, alla presentazione di un suo libro Lucarelli, Fois, Pennacchi, tanto per citarne qualcuno, ed "in Piazza". infine tre libraie, Germana, Emanuela e Anna Laura Petroro, gentile tramite tra gli autori ed il pubblico, rivelatesi capaci di gestire con professionalità l’iniziativa culturale, offrendo un tipo di loisir diverso ai vastesi e soprattutto ai turisti che affollano la città nei mesi estivi.

81 Anna Laura Petroro e Germana Benedetti della "Nuova Libreria"

~ Fétte e fettarìlle ~ Ritirata strategica Tre vecchietti, di quelli che non si vogliono arrendere all’età, vengono avvicinati alla villa comunale da altrettante ragazze di pochi scrupoli. Per celia, ed anche per cercare di guadagnare qualche euro, danno appuntamento a ciascuno di loro, con la promessa di paradisi perduti. L’indomani i tre si ritrovano: - Mbeh, gne jîte? – si domandano l’un l’altro. - Nu cciudàje, frate sé. Niende. N’ze mòsse nu fèile de vende - dichiara il primo. - Che ne pérle’a ffà?Manghe ‘na sidìuta spirëteche putève fà zzà’ štu tavuléine - dice il secondo. - Mmëce jé… – dice il terzo – so jîte gne nu trène e aje fatte nu fihuràune. - E gna si fatte? – gli chiedono sbalorditi gli altri. - Ngi so jîte… M’aricorde

Immagini rubate al tempo, scene, abitudini, movenze d’una vita marinara che non esiste più. Nicola Bassi in una foto del 1955, mentre ripara le reti sul vecchio pontile, e il figlio Antonio colto nello sforzo di far funzionare l’argano de lu travòcche

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~ Fétte e fettarìlle ~ Lu polendone - A la scòle m’hanne soprannuminàte polendone – dice Giovannino al padre – pecché sanne c’a šta case magnàme ser’e matìne la pézze de hrandënije. - E fatte furbe, fije mé. Djje ‘nvece ca mégne le sagne a rrahù – gli consiglia il genitore. L’indomani torna a scuola e i compagni lo sfottono: - Si magnate angòre la pézza di hrandënije, pulendò ? - No, so’ magnàte le sagn’appezzate… a rrahù. - Mboh? e canda ti ni si magnàte? - Tre fèlle… tre fèlle, me ne so’ magnàte - risponde Giovannino tra le risate di tutti. Sport e sportivi

La calda estate del Beach Soccer

La Lemme Beach Soccer in assetto di... gara.

Sopra, da sx: Di Giulio, Robertinho, Turdò, Mieri, Sputore, Alfieri.

Accosciati, da sx: Soria, Heck, Pomponio, Ventrella, Bruno.

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- Polvere di stelle -

Aldo Della Penna, l'artista orafo

Se n’è andato con quella signorilità che lo ha con- traddistinto per tutta la vita nel settembre del 2009, Aldo Della Penna, conosciuto ed apprezzato quale titolare di una delle più note gioiellerie. Artiere di valore, ha realizzato numerosi lavori in oro ed argento destinati a premi e riconoscimenti per le manifestazioni culturali o sportive svolte negli ultimi quarant’anni. Meritano di essere ricordate le due medaglie d’oro massiccio che fanno parte del ricco medagliere che il sen. Giuseppe Spataro ha donato a Vasto; un’artistica riproduzione della Torre di Bassa- no; la Sirena d’oro, su disegno di Rodolfo Toschi, pri- mo premio al VII Festival delle Sirene; il Golfo d’Oro, il Toson d’Oro, La Racchetta d’Oro. Aldo è stata perso- na gentile, disponibile e distinta che amava il lavoro e la famiglia, gli amici. Per circa vent’anni è stato anche presidente del mitico Iston Club. SportVastesi e sportivi che si fanno onore

Dario Scardapane Un vastese a Hollywood

Il merito di avercelo fatto conoscere va a Dom Serafini, giornalista americano originario di Giulianova, che ha scritto di lui su "Il Messaggero". Parliamo di Dario Scardapane, sce- neggiatore e produttore di Trauma, una fiction molto seguita negli Usa, nato a Seattle nel 1966 ma dalle ori- gini chiaramente vastesi, essendo il nonno nato proprio su questa sponda dell’Adriatico prima di emigrare a New York e di trasferirsi quindi sulla costa occidentale. Dario sta facendo una splendida car- riera e la serie televisiva che sta cu- 84 rando per conto della Nbc-Universal, che narra le vicende di un gruppo di paramedici del pronto soccorso di un ospedale, si sta rivelando un autentico 84 successo.

La ricetta

Cannolicchi al forno Cannìll’ a lu fuàrne

Ottimi da mangiare crudi con qualche goccia di limone, i cannolicchi si servono anche gra- tinati al forno, dopo averli ripuliti della sabbia e separati dalle valve. La ricetta è semplice: preparare un pasticcio a base di pan gratta- to, prezzemolo tritato, mezzo spicchio di aglio schiacciato, olio ed un pizzico di sale. Ristemare i molluschi nelle valve e stendervi sopra uno strato del composto. Allinearli quindi in un tegame e tenerli in forno fino a che il pasticcio assumerà un colore do- rato. Tirare il tegame dal forno, servire caldi. Settembre / Settembre Emeroteca Sittembre / Settembre

1 giovedì / Sand’Eggedie 16 settembre 1951 2 venerdì / Sande ‘Lpedie Corte d’Assise 3 sabato / Sande Durutué In seguito alla recente revisione delle circoscrizioni giudizia- 4 domenica / Sanda Rosalie rie la Corte di Assise di Vasto è stata soppressa. Restano in Abruzzo le Corti di assise di Chieti, Lanciano, Aquila e Teramo. 5 lunedì / Sanda Riggëine

martedì / Sanda Eve Categorie di Lavoratori richiesti 6 Fra i primi partiti c’erano cinquanta muratori, duecento cal- 7 mercoledì / Sande Sticchenicchje derai, settanta tornitori, centodieci aggiustatori. Fra quelli che stanno per partire figurano trecento carpentieri, ottanta- 8 giovedì / Cand’è nate Sanda Maréjje cinque tubisti idraulici, quarantacinque stuccatori, settanta 9 venerdì / Sanda Sarafëine pittori. Nella terza richiesta ci sono lavoratori rurali, minatori della roccia dura, muratori, falegnami, stuccatori, stagnini, 10 sabato / Sanda Nichëule da Tulundëine tegolai, fabbri, calderai, fonditori utensilisti, montatori e tor- 11 domenica / Sanda Ggiacënde nitori. Questa emigrazione assistita non impedisce affatto la emigrazione individuale, cioè quella per chiamata. 12 lunedì / Sande Guide Gli italiani che risiedono in Australia, e vogliono chiamare i 13 martedì / Sande Lebborie loro parenti e i loro amici, cui garantiscono lavoro, son pa- dronissimi di seguitarlo a fare. 14 mercoledì / Sande Crescenze Palazzo impiegati Comunali 15 giovedì / La Madonne de le Sette Dilïure Sono stati assegnati gli appartamenti del “Palazzo Impie- 16 venerdì / Sande Cipriane gati Comunali „ c. s.: sig. Giuseppe D’ Ercole; geom. Mario Cauci; sig. Ottorino Cieri; sig. Ermanno Obino; ins. Pietro 17 sabato / Sande Robberte Colanzi; rag Michele Di Cicco; segr. Primiano Panunzio (per 18 domenica / Sanda Sufuëje legge) A quanto le assegnazioni dell’Ina-Case? 19 lunedì / Sande Gennere Telefono La stazione di Vasto avrà il telefono. Finalmente e grazie. 20 martedì / Sanda ‘Usebbie Comincerà a funzionare presto?... 21 mercoledì / Sande Mattè Marciapiedi 22 giovedì / Sande Maurëzie Occorre prolungare i marciapiedi. Non pretendiamo di mar- 23 venerdì / Sande Lëine ciare con lo stile novecento d’una bella ed elegante stazione - colpa di una bombetta mancata - ma almeno di far quattro 24 sabato / Sande Pacëfeche passi ammazzando il tempo in attesa dell’arrivo dei treni. 25 domenica / Sande Sérge 26 lunedì / Sande Coseme e Damïane ~ Compleanni ~ 27 martedì / Sande Terrenzie Vincenzo A"aldani 3; Filomena D’Alessandro 7; 28 mercoledì / Sande Fauste Roberto De Ficis 7; Evandro Sigismandi 9; Nicolino Delli Benedetti 9; Nino Cannizzaro 9; 29 giovedì / Sande Micchéle Fiorangelo Di Nisio 14; Maria Gizzarelli 15; 30 venerdì / Sande Gelòrme Domenico Falcucci 18; Massimiliano Berghella 19; Piero Falcucci 25; Rino Pomponio 28. Icone

Ettore De Simone, notaio e galantuomo

Non s’è perso, nonostante siano passati più di trent’anni, il ricordo del notaio Ettore De Simone. Vastese per vocazione più che per adozione, essendo nato nella vicina Schiavi d’Abruzzo, aveva assimilato la cultura ed il carattere dei concittadini per i quali era semplicemente don Ettore. Una popolarità ed una stima generale acquisita con la dirittura morale, con l’esercizio rigoroso della pro- fessione, con lo svolgimento di incarichi pubblici di grande delicatezza sia presso il Comune, ove fu assessore, che nell’Ospedale Civile e nell’Orfanotrofio Genova Rulli, di cui fu presidente per diversi anni, sia ancora con la dirigenza della Pro Vasto che mantenne per quattro anni con risultati indimenticati. Una bella figura di galantuomo entrata nella storia della Città.

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~ Proverbi ~

Chi canàsce lu nnëde, ariccòje l’euve, lett. Chi conosce il nido, raccoglie le uova. Fa cchiù miréchile ‘na vòtte de vëine ca ‘na Chíjse di Sénde. lett. Fa più miracoli una botte di vino che una chiesa di santi. La fammen’è come la ciammajëche. Si li tùcche càcce la vàve, si ni li tucche càcce li corne. lett. La donna è come una lumaca. Se la tocchi ti tira la bava, se non la tocchi ti tira le corna. A mezzanòtte, tand’è lu tè’ e tand’è lu mè’ dëce la zànghere, lett. A mezzanotte, tanto è il mio e tanto il tuo, dice la zingara. Plaza delle meraviglie

Se vuoi con me sognare al chiaro della luna al luccicar dell’onda andiamo al Miramare. Se il cuore ti tormenta, bambina innamorata andiamo al Miramare potrai sognar con me. Iniziava così una bella canzone degli anni Cinquanta, pre- sentata in una delle prime edizioni del Festival della Canzo- ne Abruzzese e Molisana e dedicata appunto al più bello, suggestivo ed accattivante dei locali vastesi: il Miramare. Il locale adibito a ristorante, bar, sala danzante, era stato aperto in via Tre Segni da don Ciccio Pomponio negli anni Trenta, passando al suo erede, Vincenzo Pomponio che lo tenne aperto sino agli anni Settanta. A prendere degnamente il suo posto nell’immaginario col- lettivo, per l’amenità della vista sul mare, per lo splendore degli arredi e per la magnifica cucina c’è adesso il Plaza Happening Center, realizzato e gestito dalla famiglia Paglio- ne, che è tornato ad offrire appunto ai vastesi ed ai turisti l’opportunità di “sognare al chiaro della luna e al luccicar La terrazza del ristorante Miramare in una cartolina degli anni dell’onda”. 88 Cinquanta. Amici del Lunario

Leano Di Giacomo, il paroliere

I primi passi nel mondo della canzone li compie come speaker di Radio Vasto dal 1978 al 1981. Iscritto alla SIAE come paroliere, ha scritto testi per diversi cantanti e segna- tamente per Franco Tozzi, Tony Dallara, Mal, Cristian, Wilma De Angelis, Auro Zelli, Gianni Drudi, Mara Meis, Antonella Giò, Alex Damiani, I Mitici, Fantasy Band, Dino, I Nuovi An- geli, Andrea Andrei, Omar Lambertini, Dj Pery. Alcune can- zoni scritte per bambini sono state presentate a Microfono d’oro, Cantablu, Giocamusica, Pompei Giovani, Verdinote, Murgia d’oro, Bimbofestival, Ambrogino d’oro. Come paroliere collabora con importanti etichette disco- grafiche, come Duck Record, DV More, Polygram, Globo, Venus, Duck Gold, Pull, Bang Bang, GateOne Music, Az- zurra Music, Baccano, LG, PubbliZeta, Self, Fabbri Editori, Emi International, Vitaminic, Alto Livello, Crocò, Micia Re- cord, Mandolino, Panamusic, Baracca, Peter Pan, Cedi, Carosello, Warner Music Italia, MoltoPop.

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~ Fétte e fettarìlle ~ La zanzara Un ginecologo alla sua cliente che viene dalla campagna. - Allora signora, le ha fatto bene la spirale che le ho dato? - Gnornò, dottò’, gnornò. So ddivendàte n’addra vodde préne. Però,‘n zo vište cchiù manghe ‘na zanzàre. Curiosità

La lišcìja, il detersivo naturale d’una volta

‘Na vodde’n zi sprecàve nijènde, manghe la ciannère, ed è assolutamente vero. Dalla cenere,infatti, si ricavava la li- scivia, una soluzione liquida usata sino agli anni Sessanta come detergente nel bucato, per la pulizia della casa ed anche, opportunamente diluita, per quella del corpo. La lišcìja si poteva comperare già pronta in pani dal nego- ziante (lišcìja felice) oppure si faceva più comunemente in casa mediante un procedimento chiamato la cularèlle, che consisteva nel depositare la cenere ricavata dalla combu- Evelina Di Nardo ripresa stione della legna da riscaldamento in un panno, con fun- nell’atto di versare l’acqua zioni di filtrante, e nel versarvi sopra acqua calda. calda sulla cenere: la La soluzione acida filtrata, ricca di carbonati, era appunto cularèlle, il procedimento per la liscivia, il detersivo naturale adoperato prima dell’avvento ottenere la lišcìja. della lavatrice quando il bucato era affidato esclusivamente alle mani screpolate e callose delle donne. Particolare de- gno di nota era la scelta del tipo di cenere da usare, che do- veva essere di quella candida, derivata dalla combustione di legname stagionato che lascia pochi residui incombusti.

90 Coriandoli

San Micchéle Prutettàure e le corse di cavalli all'Aragona

È ancora oggi la festa più attesa, quella del Patrono San Michele. Il centro si riempie di luminarie, di musica, di attra- zioni, di gente che arriva dai quartieri e dalle contrade e di bambini richiamati irresistibilmente dai luna park. Il programma da più di cent’anni è pressochè lo stesso, un mix di sacro e profano, di riti religiosi e di manifestazioni sportive o commerciali. Qualche variazione naturalmente c’è stata: la statua del Santo veniva allocata nei giorni ca- nonici della festa nella Chiesa del Carmine e non in Santa Maria Maggiore, come avviene oggi, e non si svolgono più le corse di cavalli sulla piana dell’Aragona con tanto di pu- ledrino come premio al vincitore.

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Anni Cinquanta. Nella foto scattata alla Villa Comunale il puledrino che veniva messo in palio come premio al vincitore delle corse ippiche. - Polvere di stelle - Un a"ettuoso ciao a Franco e Lello Se ne sono andati in punta di piedi, veloce- mente, con discrezione, senza salutare nes- suno ma lasciando un vuoto che fa ancora rumore. Li vogliamo ricordare perchè li portiamo e li vogliamo portare nel cuore per tanto tempo ancora gli amici Lello Scolavino e Franco Pa- lombo che del Lunario furono lettori appas- sionati, prodighi di notizie e di consigli. Ciao, a tutt’e due. Sport e sportivi Vastesi che si fanno onore

Premio San Michele 2010

Giunto alla XIV edizione, il Premio San Michele, cre- ato da Giuseppe Tagliente e gestito da un apposito comitato scientifico presieduto da Elio Bitritto, è stato quest’anno attribuito nel corso di una affollatissima cerimonia svoltasi a Palazzo d’Avalos alle personalità riunite nella foto di gruppo. Da sinistra, la madre della prof.ssa Silvia Fabrizio-Co- sta, che ha ritirato il premio per conto della figlia; il prof. Andrea Mazzatenta; don Michele Ronzitti; il generale di divisione, comandante dell’Accademia Militare di Mo- dena, Massimiliano Del Casale, e l’anatomopatologo prof. Corrado Cipolla d’Abruzzo.

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La ricetta

Frittata con gli asparagi Frittàte ‘nghi li spërne

Lavare gli asparagi e togliere le parti dure. Metterli in padella con olio, aggiungere acqua e far cuocere sintanto che sarà evaporata. Versare le uova sbattute nel recipiente e far cuocere avendo l’accortezza di rigirare la frit- tata da entrambi i lati durante la cottura. Servire calda in tavola o usarla per farcire due belle fette di pane casareccio. Uttàbbre / Ottobre Emeroteca Uttabbre / Ottobre

1 sabato / Sanda Trisëine de Ggisì 1 Ottobre 1951 2 domenica / Sande Remegie Piazza Marconi 3 lunedì / Sande Mudešte Il vecchio Sportello è finito: sorge la nuova Piazza Marconi 4 martedì / Sande Frangische (inaugurata dal Ministro Spataro il 30 settembre) di fronte al mare, ampia e moderna. La linea del marciapiede però non 5 mercoledì / Sande Sande può essere nella direzione del terrazzino di Sante Ricchio- 6 giovedì / Sande Brune ne? L’occhio dice di sì, a meno che non si opponga una ragione tecnica. 7 venerdì / la Madonne de lu Rusuarie

sabato / Sande Scimàune La parole al campo Boario 8 I cittadini del Campo Boario attendono: 1) L’energia elet- 9 domenica / Sanda Sare trica; 2) l’illuminazione del viale; 3) la sistemazione di Via Naumachia; 4) la rimozione delle immondizie… lunedì / Sande Ciatté 10 Ci sembra un po’ troppo, ma, vedrete, sarete esauditi. 11 martedì / Sande Sandëine Fichi 12 mercoledì / Sande Serafëine A proposito di fichi, un albero davvero cresce sull’arco di 13 giovedì / Sande ‘Duarde Porta Nuova, tanto che l’ingresso alla città del Vasto sem- bra pavoneggiarsene. Sarà un fico storico senza dubbio. In 14 venerdì / Sanda Furtunüate questo caso sarebbe preferibile trapiantarlo in uno storico 15 sabato / Sanda Trèse orto botanico. Ci sorprende che la famiglia Chinni non abbia fatto presente questo fico 16 domenica / Sanda Marecarëite alla nostra Amministrazio- 17 lunedì / Sande Ruduolfe ne. È un fico pericoloso. Non solo può rovinare 18 martedì / Sande Lìuche l’arco come ora ne rovina 19 mercoledì / Sanda Lauratte l’aspetto, ma minaccia di affondare le radici anche 20 giovedì / Sanda ‘Delëine nell’occipite di S.Pietro 21 venerdì / Sand’Ursulëine (maiolica artistica) messo nel punto opposto. Se- 22 sabato / Sande Dunüate gnaliamo la cosa al parro- 23 domenica / Sande Giuvuanne co Don Romeo, responsa- de Capeštrane bile di S.Pietro. 24 lunedì / Sande Raffajele

25 martedì / Sanda Grazie 26 mercoledì / Sand’Umbüerte ~ Compleanni ~ 27 giovedì / Sande Crispëine Liberata D'Ettorre 4; Maria Ialacci 4; Nicola Fiore 4; 28 venerdì / Sande Taddè Elisa Celenza 5; Anna Maria Vinciguerra 5; Luigi Giuliani 6; Marcello Di Toro 7; Dino Cilli 10; Antonio De Felice 11; 29 sabato / Sand’Unurüate Michele Di Rosso 12; Bruno D’Adamo 13; Ilaiza Tagliente 14; 30 domenica / Sanda Duruté Maria Sprocatti 14; Maria Teresa Lazzaro 15; Paolo Di Santo 17; Gabriella Scafetta 18; Nagana Cupaiolo 19; Luciana Leone 20; 31 lunedì / Sande Quindëine Daniela Scafetta 21; Teresa D'Adamo 26; Michele Naglieri 28; Paolo A"aldani 29. Personaggi

Mimì Longhi, la simpatia gli "calza" a pennello

Domenico Longhi non ha bisogno di presen- tazioni essendo il suo bel negozio di scarpe in via Cavour diventato da decenni l’abituale punto di sosta nel giro degli acquisti in centro storico. Simpatico, cordiale, gentile con tutti, professionale come pochi nel lavoro, gode della stima dei concittadini, i quali lo conosco- no anche come un brillante gourmet, che co- nosce ed apprezza la buona cucina ed i vini di casa nostra. Una tappa nella sua boutique co- stituisce un’occasione per un buon acquisto, una cena insieme a lui una serata d’allegria che non si dimentica tanto presto.

~ Block notes ~ Assovasto, vent’anni al servizio delle imprese. 95 Le venticinque imprese associate al momento della fondazione, avvenuta nel 1990, rap- presentano ormai lo zoccolo duro di Assoasto, che può vantare oggi l’adesione di oltre 130 aziende del Vastese. Attraverso la presidenza di Remo Salvatorelli prima, di Giusep- pe Argirò poi e di Gabriele Tumini oggi, Assovasto è divenuta a pieno titolo l’organizzazio- ne che rappresenta e tutela le imprese del Territorio. Le “Giornate di Assovasto- Noi per conoscere Noi”, la manifestazione che organizza ogni anno dal 2008, rappresentano la vetrina dell’economia locale.

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*LVVL 6DQ6DOYR Sport e sportivi

Correva l’anno 1970 e la Pro Vasto correva. Eccome!

Allontana la tristezza che suscita la situazione attuale del Calcio vastese,lo sguardo a questa foto scattata nel giorno della promozione in . Correva l’anno 1970.

In piedi, da sx: Gino Cinquina, Remo Salvatorelli, Michele Molino (Rendònije), Antonio Fiore, Antonio Galuppi (detto Boniperti), Calogero Marrollo, Franco Nardecchia. Accosciati, da sx: mašte Pietro Mattioli e mašte Vincenzo D’Adamo.

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Il Circolo Tennis, non è Wimbledon ma...

L’anno di nascita del Circolo Tennis Vasto è il 1976, il giorno è il 15 di marzo. In quel giorno ed in quell’anno, su invito dei promotori Rino Benedetti, Nicola Cappa, Antonio Bo- selli, Gaetano Cipollone, Roberto Tedesco e Sergio Scatola, si riuniscono i ventiquattro soci fondatori per approvare lo statuto sociale ed eleggere consiglio direttivo e probiviri. A capo del neonato sodalizio viene designato Antonio Boselli, unanimemente riconosciuto come l’animatore di quel pic- colo gruppo di appassionati di uno sport allora pressochè sconosciuto ed ancora ben lontano dal conoscere i fasti di una popolarità che arriverà molti anni dopo. Da allora sono trascorsi trentacinque anni e di cammino il Sodalizio ne ha fatto tanto da divenire uno dei più partecipati e dinamici del- la Città con oltre centottanta soci all’attivo. L’attuale diret- tivo, che si muove sull’onda della continuità con lo spirito dei fondatori, è composto da Gianni Di Giambattista, presi- dente; Gabriele Tumini, vice presidente; Guglielmo Gaggini,

Il presidente del Circolo Tennis direttore; Fernando D’Ascenzo, segretario; Marcello Pado- Gianni Di Giambattista vano, Gaetano Cipollone, Giovanni Menna. Vecchi fusti

Tindaro Pontillo, il bagnino Commendatore

La notorietà l’ha conquistata svolgendo negli anni giovanili le funzioni di bagnino sulla spiaggia distinguendosi per zelo e per l’entusiamo che gli leggete nella foto. Una passione civile che l’ha portato anche a compiere un atto di vero e proprio eroismo che evitò il deragliamento di un treno e un sicuro disastro ed in virtù del quale ha ottenuto diversi ri- conoscimenti e, da ultimo, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, concessagli dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Simpatico, disponibile e cortese anche nel lavoro svolto come dipendente del Co- mune, è un vecchio fusto ancora sulla breccia, che conti- nua a mettere la sua persona al servizio degli altri operando attivamente nel volontariato.

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~ Modi scurrili di dire ~ Mangh’a li chëne !, lett. neanche ai cani (possa capitare) Mangh’a li chëne !, lett. Neanche ai cani (possa capitare). Chi ssi ‘ccëse !, lett. che tu sia ucciso Chi ssi ‘ccëse !, lett. Che tu sia ucciso. Mo te fàcce ‘nu muàzze tande! lett. Ti spacco la faccia! Mo te fàcce ‘nu muàzze tande! lett. Ti spacco la faccia! Acca càlle, chîule ti pàile, lett. acqua calda, culo ti pela. Acca càlle, chîule ti pàile, lett. Acqua calda, culo ti pela. Puzza fa’ lu butte de lu sanghe, lett. Che tu possa vomitar sangue. Riferito alla tisi. Puzza jittà’ lu vulàne, lett. Che tu possa vomitar veleno. M’aricorde

Quando c’era il tiro a segno

Esattamente centocinquant’anni fa, non solo a scopo spor- tivo ma anche di addestramento della Guardia Nazionale, cui spettò di combattere la reazione borbonica, sorsero dappertutto nel neonato Regno d’Italia le Società del Tiro a Segno. In conformità del Regio Decreto 1 aprile 1861, venne istituita anche a Vasto una sede del Sodalizio. Nel corso degli anni venne anche istituita una sede ed un poligono, situati dove corre attualmente il viadotto Histo- nium (le sagome che si trovano ancora posizionate di fronte al Camposanto servivano appunto per fissare i bersagli), e numerose furono le gare sportive e le esercita- zioni militari che si svolsero in Città sino alla vigilia del Secondo Conflit- to Mondiale. A svolgere mansioni di custode dell’impianto venne chiamato in- torno agli anni Trenta il signor Luigi Marchesani, un carabiniere riforma- to dal servizio per invalidità, che si 98 vede anche nella foto di gruppo, primo da sinistra in piedi.

Anni Trenta. Nell’immagine sono riconoscibili: Luigi Marchesani (il primo da sinistra in piedi), il podestà Pietro Suriani (2° seduto,da sx), Giovanni Cavallone (6° seduto da sx) ed in ultima fila Lorenzo Russo (4º da sx). L'ambiente è quello della caserma dei Carabinieri in via Francesco Crispi, fuori Porta Nuova. Amici del Lunario

Luigi Del Casale. L’Ape laboriosa

Luigi Del Casale, che tutti chiamano sem- plicemente Gino oppure Surdìlle, col so- prannome di famiglia, è stato una colonna dell’Ufficio Servizi del Comune, alle cui di- pendenze ha lavorato, unanimemente ap- prezzato, per trentasette anni. Non c’era posto in città dove non arrivasse alla guida dell’Apecar per mettersi al lavo- ro come giardiniere, ch’era il suo mestiere, oppure per dare una mano con molta umil- tà ai colleghi. Disponibile, generoso, timorato di Dio, come si diceva una volta, e buon padre di famiglia, tiene moltissimo alle tradizioni locali che si fa vanto di conservare e tra- smettere a figli e nipoti.

Vincenzo Tenaglia. Il Rullista 99 Vincenzo segue il Lunario da sempre e lo colleziona con la passione di un vastese verace. Rullista di professione dal 1969. Ricercato per la sua capacità, ha lavorato con quasi tutte le ditte più importanti del circondario del Vastese ed in Molise nel campo delle infrastrutture stradali, riuscen- do a guadagnarsi stima e fiducia da parte di quanti lo conoscono.

~ Modi scurrili di dire ~ Mangh’aMi sì fatte li chëne abbiretà’ !, lett. li neanche vidèlle aide cani la panze(possa ,capitare) lett. Mi hai fatto attorcigliare le budella. ChiScì ssiccëise ‘ccëse ,! ,lett. lett. Che che tutu siapossa ucciso essere ucciso MoScì teccëìse fàcce ‘nu l’alma muàzze di candatande! lett. ni tì’Ti, lett.spacco Che la faccia!siano uccise tutte le anime che hai. AccaRiferito càlle, ai chîuledefunti ti pàile, lett. acqua calda, culo ti pela. Si ‘na cocce di cràpe, lett. Sei una testa di capra. Sbruvugnàte ca ‘n zi addre, lett. Svergognato che non sei altro. Fraffàse ! lett. Moccioso! Tì’ lu cuile pe’ facce, lett. Hai il culo per faccia Puzza arde li callarìune, lett. Che tu possa ardere i calderoni. Come dire: ma va all’inferno! Vastesi che si fanno onore

Vincenzo D’Adamo, da Vasto nella Compagnia di Gesù

Padre Vincenzo D’Adamo, gesuita, ha raggiunto il tra- guardo dei 25 anni di sacerdozio che ha voluto cele- brare con una solenne Santa Messa di ringraziamento celebrata presso la chiesa di Sant’Antonio in San Pietro a Vasto. Padre Vincenzo è responsabile della Cappel- la presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Vastese d’antica stirpe, ha dedicato la sua vita alla Compagnia di Gesù senza dimenticare le sue radici. Rammentando la sua giovinezza tiene a dire: “A Vasto devo la mia sen- sibilità personale, culturale e sociale e l’anima religiosa che mi accompagna; ai Salesiani devo la mia matura- zione giovanile, affettiva, comunitaria e di fede; alla par- rocchia di San Pietro la mia formazione sacramentale ed ecclesiale, la mia iniziazione cristiana (penso sempre con gratitudine al parroco don Stellerino e alla cara Livia, la ‘mia catechista’). Alla parrocchia devo anche le mie 100 prime esperienze relazionali (dai pellegrinaggi, alle gite, dai ritiri, allo sport); alla famiglia la mia struttura umana e spirituale, la fede e l’amore per il Signore, la mia libertà 100 e la mia creatività”.

La ricetta

Papalina fritta

Ingredienti. Pesce minuscolo, farina, olio, limone e sale.

Preparazione. Lavare la papalina (così si chiamano i pe- sciolini di sciabica) in acqua possibilmente di mare, senza eviscerarli ed infarinare abbondantemente. Passare i pesciolini in un setaccio allo scopo discrollare la farina in eccesso e poi versarli in una padella con olio già a temperartura elevata. Estrarli con una schiumarola e metterli ad asciugare su carta assorbente, di quella che s’usava ‘na vodde pe’ li maccharîne e servirli con uno spicchio di limone. Nnuvembre / Novembre Emeroteca Nuvembre / Novembre

Prima Pietra 1 martedì / Tutte li Sende 2 mercoledì / L’Alme di li Murte A.D. MCMLI 3 giovedì / Sande ‘Ggisarie Carolus Della Penna donavit 4 venerdì / Sande Carle Burrumué Il 17 ottobre, mentre la Storia e la Religione celebravano la 5 sabato / Sande Giude Vittoria di Lepanto, e stata posta la prima pietra del costruen- 6 domenica / Sande Faušte do Asilo “Carlo Della Penna”. Una vittoria anche questa di gentilezza, di sensibilita, di amore, di apostolato destinata 7 lunedì / Sand’Ernešte a dare un raggio di luce, un raggio di gioia alla nostra in- 8 martedì / Sande Guffrede fanzia povera dal cuore paterno del cav. Carlo Della Penna. Ha impartito la benedizione il Delegato Arcivescovile Mons. 9 mercoledì / Sanda Déure don Vincenzo Russi, il quale, illustrando I’alto significato 10 giovedì / Sanda Germane della cerimonia, ha messo la nuova opera sotto il patrocinio di Maria SS. del Rosario, celebrata oggi nel mondo quale 11 venerdì / Sande Martëine Regina delle Vittorie, invocando infine sull’illustre fondatore, 12 sabato / Sande Giusaffátte vanto della nostra emigrazione all’estero, le benedizioni del Cielo. Ha preso quindi la parola il V. Sindaco notaio Olindo 13 domenica / Sande Bonomme Rocchio, a nome dell’Amministrazione Comunale e della 14 lunedì / Sande Giuquànde cittadinanza... Al termine della cerimonia e stato acclamato I’invio del se- 15 martedì / Sande ‘Libberte guente messaggio al Cav. Della Penna: 16 mercoledì / Sanda Marecarëite Oggi, 7 ottobre 1951, alle ore 16, posando prima pietra co- struendo nuovo Asilo, bambini beneficiandi invocano bene- 17 giovedì / Sanda Sabbette dizioni loro munifico benefattore. 18 venerdì / Sande Crištejìane 19 sabato / Sanda Tëlde 20 domenica / Crëšte Rrà 21 lunedì / Sande Diàghe 22 martedì / Sanda Cecëlie 23 mercoledì / Sande Clemende 24 giovedì / Sanda Flére 25 venerdì / Sanda Catarëine 26 sabato / Sande Lunuarde ~ Compleanni ~ 27 domenica / Sande Virgëlie Santino Petruzzelli 3; Marcello Dassori 4; 28 lunedì / Sande Giácheme Antonio La Verghetta 4; Enrica Mileno 6; Donatella Garbati 10; Luciano Marchesani 11; 29 martedì / Sande Saturnëine Vincenzo Tenaglia 12; Manuele Marcovecchio 13; 30 mercoledì / Sand’André Alessandra Smerilli 14; Maria Grazia Marino 16; Agostino Travaglini 18; Francesco Piccolotti 22; Nino Bixio 24; Maria Marinelli 25; Michela De Felice 25; Tato Carlesi 25; Miriam Melle 30. Icone

Vittorio d'Anelli, l'occhio della memoria

L’uso della particella cognominale non confonda. Vittorio d’Anelli, è figlio di Luigi Anelli, il più popolare ed amato tra i poeti dialettali, ed ha brillantemente calcato le orme pater- ne dando nel corso della sua lunga vita un altro qualificato contributo alla conoscenza della storia di Vasto e dei suoi giacimenti culturali. È stato autore di alcune pregevoli monografie tra cui si ri- cordano “La capitale dei Frentani” (1957), “La collazione del Toson d’oro” (1963), “Il castello caldoresco del Vasto” (1966), “Ricerche di Araldica Vastese” (1973), “Histonium ed il Vasto attraverso i secoli” (1977), e “Cronaca Vastese (1700-1729 di Diego Maciano)” (1983), scritta in collabo- razione con Giuseppe Pietrocola. Con quest’ultimo e con un manipolo di amici fraterni accumunati dall’amore per la

Città, tra i quali Francescopaolo Cieri, Giuseppe Raimondi "Ricerche di araldica vastese" è e Angelo Cianci, diede vita ai primi degli anni Ottanta del stato l'ultimo saggio di Vittorio secolo passato al Club Amici di Vasto, un’associazione che d'Anelli, pubblicato, a cura di Vastophil alla fine degli anni meritoriamente si proponeva la riscoperta della storia, di co- Ottanta. stumi e delle tradizioni locali.

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~ Modi di dire ~ Fa lu stîbbete pi nin pahà la Fundujàrie, lett. Fa lo stupido per non pagare la Fondiaria. Fa lu stîbbete pi ni jë a la guerre, lett. Fa lo stupido per non andare in guerra. Gna è la sumènde, aèsce la piande, lett. Com’è il seme così la pianta. La minàre, tanda vdde v’a lu puàzze, schinènze ci lasse lu colle, lett. L’orcio, tande volte va al pozzo che alla fine ci lascia il collo. Mi sì fatte abbiretà’ li vidèlle de la panze, lett. Mi hai fatto attorcigliare le budella. Scì ccëise, lett. Che tu possa essere ucciso. Scì ccëìse l’alma di canda ni tì’, lett. Che siano uccise tutte le anime che hai. Riferito ai defunti. Coriandoli

Clero e luoghi di culto

Un’antica storia di fede quella dei vastesi. Soccorre in que- sta direzione la Storia di Vasto del Marchesani, che opportu- namente elenca “la serie de’ sacri nostri edifici, ben nume- rosi a paragone del popolo e del paese”quali “dimostrazioni della vastese religiosità e devozione”. L’elenco dei luoghi di culto più importanti è quello che segue, opportunamente aggiornato. Chiesa concattedrale di S. Giuseppe, Chiesa di S.Pietro (crollata nella frana del 1956); Chiesa di S. Maria Maggio- re; Chiesa di S. Antonio di Padova; Chiesa di Stella Maris; Chiesa di S. Lorenzo; Chiesa di S. Giovanni Bosco; Chiesa dell’Incoronata; Chiesa di S. Paolo Apostolo; Chiesa di S. Filomena (Genova Rulli); Chiesa di S. Francesco di Paola; Chiesa di S. Onofrio; Chiesa di S. Anna; Chiesa dell’An- nunziata, Chiesa del Carmine; Chiesa della Madonna della Penna; Chiesa di S. Lucia (abbattuta); Chiesa di S. Michele; Chiesa di S. Nicola di Bari; Chiesa dei Sette Dolori; Chiesa di S. Maria di Costantinopoli (abbandonata); Chiesa della Maddalena; Chiesa della SS. Trinità; Chiesa di S. Teodoro; Chiesa dell’Addolorata a Pagliarelli; Chiesa della Madonna 104 delle Grazie; Chiesa di S. Marco Evangelista; Chiesa di S. Antonio Abate. Tra i conventi si annovera quello dell’Incoro- nata. Non esistono più quello di S. Onofrio, trasformato in una residenza per anziani, ed il monastero di S.Chiara. Amici del Lunario

Filippo Menna, sangue vastese

Sono davvero poche in Città le persone impegnate come Fi- lippo Menna. Attivamente inserito nel contesto sociale in cui vive, non ha limitato l’impegno alla professione di insegnan- te, di agronomo, di giudice tributario o di consulente, ma ha allargato i suoi interessi nel campo del servizio sociale e del volontariato civile. È stato presidente e delegato di zona del Lions Club Vasto Host, fondatore e presidente dell’Aido, l’associazione do- natori di organi, delegato del Fondo Italiano per l’Ambiente, ma soprattutto presidente dell’Avis di Vasto, alla cui causa sì è da anni dedicato insieme ad un affiatatissimo gruppo di amici con una passione veramente fuori dal comune e con un profondo senso della solidarietà umana.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Questione di testa Luigi tè ‘na coccia grosse ed è da tempo alla ricerca di un cappello adatto per lui. Entra nel nego- zio che vende questo articolo in corso De Parma e ne trova inaspettatamente uno: un Borsalino taglia 60. Essendo un po’ tirato di tasca, al momento di pagare inizia però una trattativa con la venditrice, la quale rimane irremovibile. – Manghe ‘na lëre di méne, si li vu štu cappélle… – Armëttele a lu puste… – replica spazientito Luigi – tande… mò li trùve ‘na cocce pi ssu cappélle. – Può darsi – gli risponde senza scomporsi la donna – ma tu …ni li truve nu cappélle pi ssa cocce… M’aricorde

Il Liceo Classico “Lucio Valerio Pudente” di Vasto

Istituito nel 1953, il Liceo Classico “Lucio Valerio Pudente” ha licenziato in cinquant’otto anni di vita generazioni di pro- fessionisti. Per ricordarne una significativa tranche de vie, Lu Lunarie de lu Uašte ripropone la testimonianza di Giuseppe Tagliente apparsa nel 2003 sulla pubblicazione edita in occa- sione della ricorrenza del Cinquantesimo anniversario della istituzione del Liceo1.

“Confesso d’essere rimasto sino alla fine indeciso se scrivere Il professore di Italiano Elio Verzellini queste note e di essermi arreso soltanto dinanzi alle conti- nue sollecitazioni di mio figlio Vittorio ed alla minaccia che gli avrei procurato una brutta figura con la professoressa Gianna Compagnoni, sua insegnante di storia e filosofia e mia indimenticata compagna di classe. L’istintiva riluttanza mi appariva quanto mai giustificata. Cosa si può dire del tuo liceo e degli anni giovanili passati su quei banchi che altri non abbiano già detto? Cosa, se non ripetere riflessioni, descri- zioni, emozioni che fanno parte del bagaglio dei ricordi di tutti e, vorrei dire, di tutte le generazioni? Il rischio della rimasti- catura, della banalità delle frasi e del patetico in cui sovente 106 s’incorre quando l’occhio della memoria s’appanna di senti-

La professoressa Olga Boraschi, mentalismo e di nostalgia per gli anni della giovinezza è dif- che ha insegnato francese a ficile da evitare, anche per uno come me che vuol vivere nel generazioni di vastesi. presente. E poi, non ho sempre risposto a chi mi sollecitava ad organizzare la cena del trentennale con gli ex compagni di scuola (Madonna, quanti anni son passati e sembra ieri!) che poteva risultarne una situazione da psico-dramma collettivo, 1968. La sezione A del 2º Liceo Classico. Da sinistra: Silvana come in quel bel film di Verdone? Certi momenti, soprattutto Esposito, Adriana Del Borrello, Sandra Monni, il prof. Alberto La Barba, Pino Bacceli, Michele Carmenini, Antonello Longo, Marilisa Amorosi, Giancarlo Vicino, Elena Rondoni, Gianna Compagnoni, Gabriella Canci, Marisa Mattia, Concetta Brigida. Accosciati da sinistra: Peppino Mariotti, Silvia Fabrizio, Peppino Tagliente e Wilma Scardapane.

1 Liceo Classico “Lucio Valerio Puden- te” Vasto, 50 anni di vita 1953-2003, nella fedeltà all’indirizzo classico verso nuove sperimentazioni, Grafic Art quelli irripetibili in quanto indissolubilmente legati al periodo più bello della vita, vanno consegnati al tempo per non farli sciupare e rivissuti semmai con discrezione, qualche volta in solitudine, per sottrarli al confronto con la realtà e rigustarne tutto il sapore, la fragranza, l’atmosfera. Ma potevo dire di no a mio figlio? Puoi dire di no a tutti, tran- ne che ad un figlio che teme di venir meno ad un impegno d’onore per colpa tua. Prendo allora la foto in bianco e nero che poggia da anni (non dico bugie) incorniciata sulla scri- vania…”sul chiuso quaderno di vati famosi”, come la con- chiglia fossile di Zanella, (si vede, eh? che ho frequentato il classico!) e la osservo. C’è la mia classe di prima liceo. Co- nosco a memoria i nomi di tutti e ricordo persino le voci ed il Il professore di Storia e Filosofia posto nell’aula in piazza Rossetti prima e in via Janni dopo. I Michele Mattia. In seguito maschi, tirati in giacca e cravatta, dimostrano più dei sedici fu primo Preside del Liceo anni che hanno; le femmine in grembiule nero hanno l’aria di Scientifico "R. Mattioli". prefiche senza età. Eccomi là, con una montatura nera alla Gino Paoli sugli occhi ed un baffetto di peli radi sulle labbra. Le pose studiate, i visi seriosi e compunti non rendono giu- stizia alla fotografia, che potrebbe essere confusa per una d’almeno trent’anni prima: nulla lascia presagire che di lì a poco tutto sarebbe cambiato nella società e soprattutto nella scuola con la rivoluzione cosiddetta del Sessantotto. 107

Formidabili quegli anni! ha scritto Mario Capanna. Manco per niente! mi vien da dire col senno (si fa per dire) di oggi e più esattamente con l’amara consapevolezza del fallimento di tante battaglie combattute più tardi nell’università e di tanti progetti rimasti irrealizzati, forse perché irrealizzabili. Formi- dabili sono stati invece gli anni passati al liceo vissuti tra l’an- sia di crescere e l’attesa ingenua di un rinnovamento che si sentiva nell’aria ed al quale si voleva, chi più chi meno ma comunque tutti, partecipare. Straordinario è stato il periodo di vigilia nel quale quei ragazzi, fotografia d’una generazione, si sentivano (perdonatemi il paragone abusato, ma nella fretta di concludere non ne trovo altri) come farfalle imprigionate nel bozzolo della crisalide, inconsapevolmente insofferenti del presente ed impazienti del futuro, infastiditi ma non per que- sto irriverenti (contestazione globale e anni di piombo erano Il professore di Educazione Fisica lontani ed alle buone maniere si teneva ancora) nei confronti Damiano Ruta. del Sistema, come si diceva allora, ed in attesa un’alterna- tiva che rimaneva a tutti sconosciuta e senza contorni. Una generazione sospesa tra vecchio e nuovo, è stata la mia in quegli anni, che ha vissuto (non voglio farla lunga) il sogno di un cambiamento epocale e della trasformazione della società con candore ancora adolescenziale e senza le passioni che sarebbe venute in seguito con effetti spesso drammatici. M’aricorde

Il circolo liceale presso la Domus pacis di San Giuseppe era (pensate!) il nostro abituale luogo d’incontro e per breve pe- riodo anche il locale della Repubblica studentesca, una sorta di autonomia ante litteram, ma in giacca e cravatta (in golf, I PRESIDI tutt’ al più); le sezioni di partito, le assemblee studentesche c’erano già, ma non assorbivano più di tanto. La massima 1952-1955 maoista secondo cui anche “il personale è politico” era an- Saverio Rossi Sezione staccata del Liceo Classico cora di là da venire. Il personale (che tradotto per i giovani di “Vitttorio Emanuele II di Lanciano oggi significa il privato anzi la privacy) era per fortuna ancora personale e le pulsioni politiche si coniugavano bene con al- 1955-1962 tre di diversa natura, con i primi amori (giuro, esclusivamente Mario Merlino platonici), con il pallone al Campo Boario (scomparso sotto il cemento dei nuovi palazzi), con qualche pizza in comitiva, 1962-1965 visto che da poco era stata inaugurata la prima pizzeria in via Ermando Galante Adriatica ( si chiamava Beatiful flower ed era di Amedeo Bel- fiore) con qualche raro the danzante (così venivano definite 1965-1966 le feste da balli che si svolgevano di pomeriggio ovviamente, Luigi Capozucco mai di sera!) oppure con i dischi di Gianni Morandi e di Rita Pavone e poi (una autentica folgorazione) dei Beatles. Il resto 1966-1984 era scuola, soltanto scuola. Ma che scuola, mi vien da dire. Ermando Galante Mi tornano in mente frammenti di quelle giornate: i graffiti sui banchi di legno (archeologia scolastica), la lavagna impolve- 108 1984-1994 rata, la ricreazione, la pizza di Vincenzo il bidello, detto Po- Antonino Pastorelli lifemo, la stessa sigaretta fumata nervosa in due, in tre nel bagno, lontano dagli occhi severi dei professori. I professori, 1994-1999 appunto. Francesco Santulli Lì per lì non te ne accorgi ma dopo, con il passar degli anni, ti rendi conto di quanto facciano parte di te e come ti siano 1999-2005 incredibilmente entrati dentro. La commozione estatica di Elio Franco Palombo Verzellini quando declamava Dante; le considerazioni storico filosofiche del buon Michele Mattia; l’impeccabile pronuncia 2005 francese dell’immarcescibile signorina Boraschi (che sgo- Gianna Compagnoni mento, quando sentenziava solenne: les devoirs en classe (reggente) sont allè tres mal: commencent par un deux et terminent par un deux !) la pignoleria di Mario De Caro, così esigente in 2006-ad oggi latino e greco; la simpatia della signorina Melle, che riusciva Rocco Di Scipio a lenirmi il dolore e l’angoscia dell’ora di matematica, sono immagini che mi porto insieme agli insegnamenti avuti. Ricor- di che non si perdono nel tempo. Eccoli, il preside Galante, essenziale e caustico nelle battute, Damiano Ruta, l’asciutto e militaresco docente di educazione fisica, la signora Gua- stadisegni di cui sento ancora la voce raffreddata che declina i verbi greci irregolari, la Giordano, la Formiconi, il prof. De Berardinis (zì ‘Ndonie) mi sfilano davanti nel pensiero sem- pre vivo del liceo classico Lucio Valerio Pudente. Il mio liceo. Ma che faccio, mi commuovo? Corro a consegnare a Vittorio queste poche righe, ch’è già tardi”.

Zoom

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Carabinieri a cavallo nel centro storico. Perfetta coniugazione che dà sostanza e valore al motto “Nei secoli fedeli” Sport e sportivi Vastesi che si fanno onore

Pino Cavuoti, carta stampata nel cuore

Dagli schermi di TV2000, la televisione creata negli anni Ottanta da Lello Pe- troro, dove ha iniziato la carriera come pubblicista, è passato alla carta stam- pata come giornalista professionista sino a diventare, dopo la proverbia- le gavetta, direttore di Nuovo Molise, l’importante testata giornalistica della vicina regione, a cui negli ultimi mesi un nuovo gruppo editoriale ha restituito l’antico vigore. Apprezzato per l’impegno, l’equilibrio e la serenità di giudizio dai colleghi e dai lettori ha acquisito una credibilità ed una popolarità che ne hanno fatto un punto di riferimento del giornalismo abruzzese e molisano.

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La ricetta

PARROZZO

Ingredienti: 6 uova fresche, 250 gr. di zucchero, 150 gr. di semo- la, 150 gr. di mandorle, limone, burro, olio d’oliva, cioccolato fondente.

Preparazione: Sbattere i tuorli delle uova aggiungendo zucchero, succo e scorza di limone grattugiata, semola, man- dorle tritate con la buccia e mescolare. A parte montare i bianchi delle uova, unirli al compo- sto e farli amalgamare. Imburrare uno stampo con la tipica forma del parrozzo e versarvi l’impasto e tener- lo in forno per un’ora circa. Tirare dal forno a cottura avvenuta, lasciarlo raffreddare e quindi rivestire con cioccolato fondente opportunamente fatto sciogliere. Servire in tavola e… pancia mia fatti capanna! Decémbre / Dicembre Emeroteca Dicembre / Dicembre

1 giovedì / Sanda ‘Ligge 1 Dicembre 1951 2 venerdì / Sanda Bibbïane Circolo Universitario Vastese 3 sabato / Sande Frangische Saverie II 15 nov. i nostri universitari han festeggiato in goliardica 4 domenica / Sanda Barbere giocondità il 3° annuale del loro Circolo. Per l’occasione si è proceduto alla nomina annuale del 5 lunedì / Sande Vasse Consiglio Direttivo. Sono stati eletti: Presidente: Roberto 6 martedì / Sanda Nichële de Bbare Bontempo; V. Presidente: Tommaso Tiberio; Segretaria Sez. Femminile: Anna Lalli; Consiglieri: Concezio Del Monaco, 7 mercoledì / Sand’Urbane Carlo D’Adamo, Franco Del Prete, Antonio Murgante, Alber- 8 giovedì / la Cungiuzïane to Melle. Auguri ai neo eletti e vita e prosperità alla balda famiglia dei nostri goliardi. 9 venerdì / Sanda Valerie 10 sabato / la Madonne de Lurète 11 domenica / Sande Sabbëine Per il Cimitero Si chiede al nostro Sindaco, anima sensibile di artista, se 12 lunedì / Sanda Amalie esiste una commissione, la quale abbia I’incarico di vigilare 13 martedì / Sanda Lucëie sulla costruzione delle tombe e sulle dizioni delle lapidi. E ciò ad evitare ancora sgorbi artistici e orrori epigrafici. Si 14 mercoledì / Sande Giuvuanne de la Crauce pretende ora aprire una porta in corrispondenza della tom- 15 giovedì / Sanda Silvia ba di Antonio Rossetti ed anche una finestra. A parte l’in- congruenza della cosa (progettata?), ma che niente niente i 16 venerdì / Sand’Adelaide nostri morti debbano prendere l’aria gne’ Matalene! 17 sabato / Sande Làzzere 18 domenica / Sande Ggraziane L’ Espre a lu Uašte 19 lunedì / Sande Darie I nostri marinai gridano: L'espre è ffiniute e lu pesce mènnele nen sa addò j a sguvè (a deporre le uova). martedì / Sande Libbrate 20 Cari amici marinai, precisiamo: l’Espre ne sta cchiiù a... II’ 21 mercoledì / Sande Severëine Espre, ma e mminute de case a lu Uaste! Chesse je, dice Tumasse Zaccarè. Non vedete come le caste nubili della giovedì / Sande Flaviane 22 montagna vengono a scovare a Vasto i propri muletti e chie- 23 venerdì / Sanda Vittorie dono per di più l’iscrizione all’anagrafe? Eppure una volta si diceva: lu Municipie n’ se po’ toje la siccature d’alluvà le sabato / Sanda Irmëine 24 crijature. Ed erano crijiature delle proprie mura. Come mai 25 domenica / la Sanda Natale ora alleva le crijature della nostra città?

26 lunedì / Sande Štefene

27 martedì / Sande Giuvuanne 28 mercoledì / le Sende ‘nnucïnde ~ Compleanni ~ 29 giovedì / Sande Davede Cristofer Ronzitti 3; Giuseppina Sera!ni 4; 30 venerdì / Sanda Ilarie Francescopaolo Canci 11; Adriana Di Lanciano 11; Marcella Assettati 22; Donatella Fabrizio 29; Silvia Celenza 30. 31 sabato / Sande Silveštre Vecchi fusti

Lellino Raimondi

Vecchio fusto, anzi, vecchia gloria della Pro Vasto del se- condo dopoguerra, Lellino Raimondi conserva un fisico ed un aspetto invidiabili, che fanno da pendant ad un carattere riservato ma cordiale. E quando parla di calcio, la sua grande passione, lo fa sen- za l’enfasi del miles gloriosus, ma con l’umiltà e la compe- tenza di chi è stato abituato dalla pratica sportiva ad avere rispetto per gli altri.

Nella foto del 1950: Lellino (Michele) Raimondi, Franchino Budano, Eustachio Frangione, Mario Recinelli, Gino Forte

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~ Fétte e fettarìlle ~ Teorie sull’evoluzionismo - Il mio papà dice che noi discendiamo dalle scimmie… – dice il piccolo Vincenzo con aria saccente all’anziano contadino seduto su una panchina a piazza Rossetti. Dij’a pétte ca nin me ne fréche n’accidende di lu štruppunëte sé…- risponde convinto il vecchio. Incontentabile -Papà, oggi festeggiamo il tuo compleanno: Non sei contento? – dicono i figli radunati attorno al vecchio padre. - Lu combleànne mé? E cand’anne so fatte? - Ma come non lo sai? Sono ottantadue… - Mamma majje – risponde sbigottito l’ottuagenario – e mmo ‘rrëve a cende ! Novità

Le carte Uaštarùle

Arrivate dalla Cina passando per i paesi arabi, le car- te da gioco si sono diffuse in tutta Europa a partire dalla fine del XIV secolo. Il primi mazzi di carte di cui si ha notizia risalgono infatti agli anni tra il 1390 ed il 1430 e l’ambito del loro impiego si ritiene fossero inizialmente l’Italia e la Germania. Allora come oggi, le carte si presentano riunite in un mazzo di numero variabile (40, 52 o 36) in relazione al gioco ed alla zona geografica, divise per classi di segni distintivi, detti semi, (denari, spade, coppe e bastoni) sul davanti ed identiche sul dorso. Le car- te italiane vengono classificate in quattro tipologie che si differenziano per dimensioni e per disegno a seconda delle regioni. Si ascrivono al tipo Setten- trionale, diffuse nel nord-est della penisola, le Ber- gamasche, le Bolognesi, le Bresciane, le Venete, le Alcune delle carte Vastesi Triestine e le Trentine, le quali hanno la particolarità di avere le spade in forma di scimitarre e i bastoni in forma di scettri. Vengono invece annoverate tra quelle di tipo spagnolo, in circolazione nelle regioni del centro-sud, le Napoletane, le 114 Piacentine, le Romagnole, le Siciliane e le Sarde. Appar- tengono al tipo cosiddetto Francese, le Genovesi, le Mila- nesi, le Fiorentine, le Piemontesi ed infine a quello definito Tedesco le Salisburghesi, impiegate in Alto Adige, le quali hanno i semi mutuati dall’uso germanico (cuori, ghiande, foglie e campane). Mancavano a questa classificazione le Carte Vastesi, che nascono da un’idea di Giuseppe Tagliente e dal magistrale pennello di Pier Canosa. Le carte si presentano con i tratti di una complessiva rivi- sitazione su base localistica delle Napoletane. Lo scopo è evidente e rientra nello spirito che ha animato sin dall’origi- ne la pubblicazione de Lu Lunarie de lu Uašte, giunto ormai al traguardo dell’undicesima edizione: rinsaldare lo spirito di appartenenza alla Città.

~ Proverbi ~

Belle, forte e di sparàgne, lett. Bello, forte e di risparmio. Scùrteche ssa ràsce, lett. Scortica sta razza. Sîghite štu lumuàne, lett Suggiti questo limone. Il senso è quello del detto precedente. Ti si pozza seccà ‘n gànne!, lett. Ti si possa togliere la voce! Addò’ šta hìšte ‘n gi šta pirdenze, lett. dove c’è gusto non c’è perdenza. Novità Personaggi

Nicola Molino, una vita dedicata al commercio Per gli amici Nico, è persona seria, affidabile, con quel sorriso sempre sulle labbra che trasmette a tutti serenità e fiducia. Lo ha dimostrato nelle vesti di operatore econo- mico, di amministratore pubblico quando è sta- to vicesindaco della Città negli anni Ottanta, di presidente provinciale della Confcommercio e di vice presidente della Camera di Commercio di Chieti. Esperto dei problemi del Terziario, ottimo cono- scitore delle problematiche economiche del ter- ritorio, è impegnato attualmente con un gruppo di valorosi nell’ambizioso e non facile traguardo di creare una Banca di Credito Commerciale che porti il nome di Vasto e che sia volano economico per il territorio.

115 ~ Block notes ~ Il Solstizio d’inverno. Lu Natàle

Il Solstizio d’inverno, il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno, cade tra il 21 ed il 25 del mese di di- cembre. Anche ad esso viene attribuito un significa- to magico tanto che già dall’antichità veniva consi- derato come il giorno del Sole Invictus. Il Natale, che papa Giulio I fissò intorno al 350 d.C. al 25 dicembre, è la versione cristiana della ricorrenza, giorno della nascita di Gesù Cristo, considerato Sole di Giustizia e Luce del mondo. I riti del Solstizio, alcuni ancora in uso, sono i seguenti: - esporre dinanzi la porta di casa il vischio; - addobbare la tavola con cesti di arance, che rap- presenta il calore ed il colore del sole; - mettere ad ardere un grosso ceppo (lu técchie) nel caminetto che dovrà ardere sino a Capodanno, per simboleggiare la fine del vecchio e l’inizio del nuo- vo. Le ceneri del ceppo vengono quindi sparse nei campi; -friggere screppèlle e caggiunëtte; Nella notte di Natale si recitano le devozioni, scon- giuri contro le malattie e i malocchi. M’aricorde

Il cantiere scuola

A partire dal secondo dopo guerra, quando più intensa fu la ricostruzione e fino a tutti gli anni Sessanta, per far fronte ad una sempre maggiore richiesta di infrastrutture viarie e di rimboschimento, furono creati anche nella zona del Va- stese i cantieri scuola, a cui era affidato anche il compito di istruire le maestranze che venivano reclutate attraverso l’Uf- ficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione. La foto, scattata nel 1954, ritrae un gruppo di operai in un momento di pausa dal lavoro.

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In piedi, alto. Antonio Mariani (lu Cruvullàre), Nicola Scopa (lu Làpe), Giuseppe Di Chiacchio (Mezz’òmmene), Giuseppe ~ La foto curiosa~ Bollino. Seduti da sx, col berretto Franco Vitale e Giulio Di Viesti. Finalmente un divieto... di buon augurio Nel gruppo, Domenico e Giuseppe Sanframonti, Antonio Carabba, Giovanni Maiali (tredimàzze) Giovanni Salvatore (lu Mùte) Domenico e Michele Di Bussolo, Michele Di Guilmi, Mario Belfiore (ex pugile), Nicola D’Adamo,Vittorio Gentile. In ultima fila. Domenico Brevetti e Paolo Calvano I collezionisti

Antonio Marchesani, il collezionista di ombre

Non lo si direbbe. Eppure, dal suo stambugio di scarpe a Santa Chiara, Antonio Marchesani governa il tempo dei col- lezionisti di film. Dal suo caveau mediale, ricco di oltre 25000 titoli, Tonino passa al setaccio l’intera storia del cinema (con un limite: gli anni Ottanta del Novecento). Tutti i corrispondenti – italiani e esteri – gravitano intorno al suo archivio che è lo snodo per la ricostruzione storica di serie filmiche complete. E Tonino, in questo modo, reperisce materiali rarissimi in tutti i supporti duplicabili (anche analogici come il vecchis- simo Betamax). Quasi non bastasse, chiude le operazioni con il montaggio degli audio originali italiani (di cui è accorto e paziente colle- zionista), contribuendo al recupero e alla ridefinizione della stessa storia del doppiaggio nostrano antico. E Tonino non è solo fisicità del film. È biblioteca complessa, informazione. I materiali a stampa da lui raccolti costituisco- no un centro di documentazione di altissima specializza- zione. Quanti vogliano seguire percorsi cinematografici sul 117 versante dei generi hanno in Tonino Marchesani una guida insostituibile.

Tonino Rotondo, il collezionista di Mickey Mouse

Dalla stazione di servizio in cui lavora, Antonio Rotondo scruta con attenzione il mondo disneyano del fumetto. Il rapporto con i clienti sempre indaffarati, il rumore delle auto, il carburante che fluisce nei serbatoi, il cambio dell’olio non disturbano i pensieri del collezionista-benzinaio, che vanta con orgoglio la collezione completa degli albi disne- yani pubblicati dalla Mondadori a partire dal n.1 dell’aprile 1949 fino al n. 1701 del 1988 e dalla divisione italiana della Disney fino a oggi. Ma le sorprese non finiscono qui. Il bravo Tonino Rotondo va ben oltre questa raccolta com- pleta in ogni dettaglio (ivi comprese ristampe e varianti). Il suo fiuto lo ha portato a spingersi indietro, oltre la soglia del 1949. alla ricerca di tutti i numeri del Topolino formato giornale. A casa di Tonino Rotondo passa un segmento importante della storia italiana della comunicazione di massa. La Polizia di Stato

La Polizia di Stato, garanzia di libertà anche a Vasto

Sub lege libertas. Il motto inciso a lettere d’oro nel cartiglio alla base dello stemma araldico della Polizia di Stato esprime perfettamente il concetto che giustifica l’esistenza stessa del Corpo ed il suo ruolo, ch’è quello di assicurare il rispetto della legge, garanzia di libertà per i cittadini.

Presente a Vasto sin dalla formazione dello Stato Unitario con il cosiddetto Delegato presso la Sottoprefettura, la Po- lizia funziona poi con un Ufficio di P.S., che rimane ininterrot- tamente in servizio sino al 1927 e ancora, dal 1936 al 1938, quando dopo una lunga parentesi di inattività viene affidato alle cura di un solo funzionario, Giuseppe Dossi, che ebbe Il Dirigente del Commissariato di in seguito anche notorietà nazionale in ambito investigativo. Vasto, vicequestore Cesare Ciam- maichella Con il Paese ancora diviso in due dalla guerra, la Polizia torna in attività nel 1944. Era stato il sindaco Giuseppe Nasci a far richiesta al Prefetto 1 Lettera del Sindaco di Vasto al Pre- 1 fetto della Provincia di Chieti del 16 di Chieti “almeno di un Commissariato di Pubblica Sicurez- luglio 1944. za”, motivando che “ tale istituzione potrebbe essere molto utile anche in previsione di possibili contrasti politici dato il 2 Nota del Prefetto di Chieti all’On.le Ministro dell’Interno-Direzione Gene- progressivo risvegliarsi dei vari partiti e gli atteggiamenti as- rale della P.S. datata 4 agosto 1944. sunti da qualche elemento un po’ torbido”. La proposta, in- 118 contra subito il parere favorevole del rappresentante del Go- 3 Nota del Prefetto di Chieti Gaetano Petrella all’On.le Ministro dell’Interno- verno, il quale la fa sua con una nota alla Direzione Generale Direzione Generale della P.S, prot. della P.S. presso il Ministero dell’Interno2, che si premura di 0215 del settembre 1944, oggetto: 3 Istituzione di un Commissariato di P.S. rinnovare poche settimane più tardi alligando una dettaglia- a Vasto. ta relazione del sindaco della Città4 al Questore. La risposta del Ministero degli Interni non si fa attendere e, dopo uno scambio epistolare per individuare il fabbisogno di locali idonei e dell’organico necessario, quantificato in un I Dirigenti della Polizia di Sta- Funzionario dirigente l’Ufficio, un impiegato d’ordine e quat- to avvicendatisi nel comando tro agenti, il Prefetto, acquisito il parere del Ministero degli In- del locale Commissariato da- terni, firma il decreto per la riattivazione dell’Ufficio distaccato gli anni Cinquanta ad oggi: P.S. di Vasto “con giurisdizione sulla sola città e frazioni” 5. Matacena, Capecelatro, Francesco Pedace, Ad assumerne il comando viene inviato il Commissario Vincenzo Campo, Aggiunto Alfredo Rocci, il quale prende servizio il 25 aprile Antonio Cozzolino, seguente. Da allora la presenza della Polizia, con le trasfor- Franco Venditti, mazioni intervenute nel tempo, l’elevazione a Commissaria- Mauro Sambrotta, to autonomo e la trasformazione del Corpo delle Guardie di Piernicola Silvis, Pubblica Sicurezza in Polizia di Stato, è cresciuta in maniera Massimo Di Lorenzo, parallela allo sviluppo della Città, dotandosi anche di un di- Ugo Terracciano, staccamento di Polizia Stradale dal 1951. Guadagnandosi Cesare Ciammaichella l’apprezzamento e la gratitudine dei vastesi.

4 Municipio della Città di Vasto, 22 set- tembre 1944, oggetto: Ripristino Com- missariato di P.S. a Vasto. «omissis… Senza un Commissariato in Vasto circa 20.000 persone restano Nelle due pagine foto de "La Befana della Polizia 1958" completamente abbandonate a loro senza nessuna sicurezza pubblica; 119 salvo quella esercitata dalle Stazioni dei CC.RR., che hanno però diversi fini e ben altro carattere, data la na- tura militare e non politica dell’Arma, data la scarsezza del suo personale e data la sua minore coesione con gli organi amministrativi locali. An- che la organizzazione amministrativa dell’ampia zona richiede un’attiva ed avveduta collaborazione di un organo diretto della P.S. qui residente. Per tutti questi motivi ritengo che la S.V. Ill.ma non mancherà di prospettare favore- volmente e validamente la detta resti- tuzione di un Commissariato in Vasto»

5 Decreto del Prefetto di Chieti del 15 marzo 1945. «Il Prefetto della Provin- cia di Chieti, Considerata la necessità che venga d’urgenza provveduto alla riattivazione del soppresso Ufficio di- staccato di P.S. di Vasto; Vista la nota n. 333/6227 in data 24/12/1944 del Ministero dell’Interno, con la quale si autorizza il ripristino nel comune sud- detto dell’Ufficio di P.S.; Visto l’art. 20 T.U. della Legge Comunale e Provin- ciale, R.D. 15 ottobre 1925 n. 2578, Decreta L’Ufficio distaccato di P.S. di Vasto è riattivato dalla data del presen- te decreto, con giurisdizione sulla sola città e frazioni. Il Sig.Questore in sede è incaricato della esecuzione del pre- sente decreto. F.to Il Prefetto, Chieti, 15 marzo 1945».

Appendice di Giuseppe Tagliente

Non avrei mai tentato di abbozzare questa piccola storia (ammesso che di storia si possa correttamente parlare) dei barbieri vastesi, se non fossi stato sollecitato a scriverla da Nicolino Delli Benedetti in occasione del venticinquennale della sua attività. Gli devo troppa riconoscenza per le inutili attenzioni che dedica alla mia sempre più glabra testa per potergli negare questo favore e sono troppo curioso di vi- cende vastesi per poter perdere un’occasione così ghiotta di esplorare nei segreti di una corporazione artigiana, a cui mi sento indegnamente, ma istintivamente, anche di appar- tenere per un trascorso di gioventù che pochissimi cono- scono. Beninteso non sono mai stato barbiere, quanto piut- tosto una sottospecie di apprendista, e lo fui per un’estate 122 quando mio padre ritenne di dovermi punire così per essere stato “rimandato a settembre” in seconda media. L’espe- rienza, positiva sotto l’aspetto formativo, fu però fallimentare e terminò con la resa del mio maestro, Claudio Crisci, il qua- le, stufo delle continue lamentele dei clienti da me scorticati Primi del Novecento. vivi, mi congedò dicendomi sconsolato “Dijj’a pètte c’aèc- Un Salone in piazza Pudente, all’imbocco della Corsea. che fì’ cchiù dammàjje c’a la schéule”. È probabilmente quello di La storia che voglio raccontare parte da lontano e rinvia al Napoleone Cieri. tempo in cui quello de lu varivìre era un mestiere con tratti tanto diversi che la stessa definizione di barbiere risultava 11 maggio 1913 forse approssimativa, una sineddoche, si potrebbe dire, per Il 17º Fucilieri a Vasto indicare il tutto con una parte, essendo l’attività di far bar- per le Grandi Manovre sfila dinanzi ad un... salone. ba e capelli soltanto una delle tante da svolgere. Tutt’altro dall’acconciatore, dal coiffeur dei giorni nostri. Non posso evidentemente spingermi sino a ricordare l’eser- cizio di alcune di queste pratiche integrative, come cavar denti e calli, applicare sanguette, prescrivere decotti o po- mate, svolte almeno a tutto l’Ottocento ed eloquentemente testimoniate dall’uso, ormai dismesso, di indossar un ca- 123 mice bianco, ma conservo nitide le immagini di un’epoca, nella quale al maestro delle forbici e del rasoio si continuava generalmente ad attribuire una considerazione più ampia ri- spetto ad oggi. Si fatica a crederlo, avendo di fronte professionisti dell’hair style che esercitano in locali tanto confortevoli quanto freddi, ove si accede solo per prenotazione come in un ambulatorio medico, ma li varivìre e la putéche de lu varivìre ch’io ram- mento erano davvero un’altra cosa e credo di non sbagliare affermando che i barbieri rappresentavano l’aristocrazia de- gli artigiani e il Salone, come con ingenuo provincialismo ve-

Anni Trenta. Al posto della Corsea c’è il nuovo Corso De Parma e di barbieri ce ne sono tanti. Anni Trenta. Foto di gruppo di niva definito il monolocale 5x4 dove s’esercitava il mestiere, barbieri in Corso De Parma. Da aveva una funzione, oserei dire, quasi sociale. sinistra, Giuseppe Fiore, Cesario Anche quando scomparvero le più antiche connotazioni 124 Fiore (Rissciùle), Pasquale De complementari di cerusico e di flebotomo dei poveri, al Guglielmo, Giuseppe Scampoli, Michele Di Candilo (la Di Pàule), barbiere rimase comunque attaccata nell’immaginario col- Domenico Florio, Giovanni lettivo una distinzione rispetto alle altre categorie artigiane Monteferrante (Pan’e fràffe) ed a causa della perdurante attività di musico, canzonettista, un giovane apprendista. rimatore, custode delle tradizioni ludiche locali, che ne face- va sconfinare la figura nella sfera dell’artista più che dell’ar- tiere. Lu varivìre ‘n’arta liggíre, che ‘nghi quattre bbotte s’abbùsche ‘na lire. Si ti li dà ‘na ‘ncipriàte, mezza varve t’ha lassàte.

Il ricordo qui è nitido e mi riporta ai giorni delle prime esplo- razioni nell’ambiente dei Saloni, che attraevano irresistibil- mente per quell’atmosfera di svagatezza che vi si respirava insieme alla fragranza della cipria e dell’acqua di colonia vaporizzata sul viso dei clienti, per il suono delle chitarre o dei mandolini pizzicati nei momenti di pausa, per il varie- gatissimo tenore delle conversazioni e la quantità di notizie che si potevano raccogliere, per la eterogeneità della clien- tela, per il carisma del mastro barbiere, prim’attore della vivacissima commedia che si recitava lì ogni giorno a sog- getto, seppur seguendo un canovaccio antico. Rivedo la putéche de ‘na vodde, arredata con le due pol- troncine segnate di bruciature di sigaretta; il grande spec- chio a muro; la correggia per rifare la lama, la mensola con i rasoi allineati insieme a spazzole, pettini, forbici, saponi, emostatici, macchinette tosatrici, piumini e spruzzatori a Nella foto del 17 giugno 1934, intorno a Luigi Anelli la bombetta; gli sgabelli o in qualche raro caso le poltron- filodrammatica vastese con 125 cine per i clienti in attesa; il tavolinetto con l’immancabile i barbieri Giuseppe Fiore, Domenica del Corriere dalle coloratissime tavole di Achille Giuseppe Sputore, Cesario Fiore Beltrame e di Walter Molino; lo strumento musicale attac- (violino), Nicola De Guglielmo (batteria), Domenico Florio cato alla parete o appoggiato all’angolo. (tromba). Al centro di questo invariabile scenario lui, il protagonista, il maestro, che scolpiva barbe e modellava chiome ac- compagnando ogni tocco e ritocco con volteggi sapienti, movenze studiate di tutto il corpo, provocazioni verbali su- scitate ad arte allo scopo di far discutere ed intrattenere i clienti seduti ad aspettare il turno. Lu varivìre de ‘na vodde era davvero un personaggio unico per la spiccata perso- nalità, per la capacità di eloquio e di affabulazione, per l’abilità nel cantare o suonare esibita anche in occasione di ricorrenze, matrimoni, serenate ruffiane, ed infine per l’eleganza nei modi e per la cura nel vestire che poteva assumere aspetti addirittura caricaturali, riferiti alla cerimo- niosità, all’eccentricità debordante nel kitsch, al baffettino ben curato, al capello impomatato, all’unghia allungata oltre misura del mignolo, alle dita ingiallite di nicotina, ai piedi piatti, inesorabile conseguenza d’un vivere... vertical- mente. Di barbieri a Vasto ce n’erano proprio tanti, almeno sino all’inflazionamento delle Gillette ad uso domestico e dei rasoi elettrici, e il primo di cui s’ha memoria è niente meno che Antonio Rossetti, fratello del Poeta, il quale, barbiton- sore a tempo pieno, amava definirsi “in culto natural vate” per l’istintiva vena lirica dalla quale seppe trarre versi d’im- pegno civile e d’amore di grande forza espressiva. Tanti, che un elenco preciso, ricostruito sulle memorie dei più an- ziani e in assenza di documentazioni, non è possibile fornirlo senza correre il rischio di inciampare in errori ed omissioni. La ricerca, che parte dal primo Novecento, individua un folto numero di barbieri nelle zone di corso De Parma, piazza Pu- dente, via Bebbia, piazza del Popolo, allora intitolata a Um- berto I, corso Palizzi ed in quella intorno alla Chiesa di San Pietro. Vasto contava poco meno di quindicimila abitanti e tutta la vita sociale e produttiva era concentrata attorno ad esse, sedimentata sulle rovine dell’antica Histonium e cir- coscritta nei limiti individuati dalle antiche mura medievali.

In questo ambito incredibilmente ristretto avevano bottega Francescopaolo Di Bussolo Napoleone Cieri, nel locale adesso occupato dalla libreria Di (1882-1942), capostipite di una Lanciano, che, coadiuvato dal fratello Vincenzo, era anche dinastia di barbieri. Aveva un salone in via in grado di estrarre denti e di far salassi, Francescopaolo Arcivescovado Di Rosso (Ciaragnìlle), Adamo Di Fano, Francescopaolo Di Bussolo, un non meglio individuato Lu Ggiudiciàtte, un tale Mastro Filippo, detto Cascètte, il quale operava in un basso di via San Pietro alle porte del Casarino, l’antichissima piaz- zetta abitata da pescatori, scomparsa con la frana del 1956. Difficile dire se ve ne fossero ancor di più, ma è certo che 126 nelle botteghe di questi figaro si formò una generazione di giovani più attenta ad assecondare la riscoperta dell’este- tica nel corpo e nell’abbigliamento sull’onda emotiva della fine delle rinunzie imposte dalla Grande Guerra e sull’eco delle mode che arrivavano dall’America, dove molti vastesi erano emigrati. Prova ne sono l’apertura in quel periodo, ad opera di Levino D’Amore, di una moderna barberia in corso De Parma, che aveva chiamato “Al pettine d’oro”, con ben tre poltrone reclinabili Kochen fatte arrivare dall’altra parte dell’Oceano, ed anche gli spostamenti periodici di questi

Leonardo D’Adamo (Nardìcce) all’opera nella sua bottega di Corso Dante. giovani a Roma, in modo particolare, ed a Milano allo sco- po di aggiornare le tecniche. Fanno parte di questa nouvelle Anni Quaranta. Da sinistra, vague Giuseppe Fiore, Domenico Florio, Cesario Fiore (Ris- Giuseppe De Filippis (Lu Prucitàne) con due colleghi 127 sciùle), Antonio Di Risio (Cacabuscë), Pasquale De Gugliel- davanti alla sua bottega in corso mo, Pasquale Celenza (Passalàcche), Giuseppe Scampoli, Palizzi. Giovanni Monteferrante (Pan’e fraffe), Leonardo D’Adamo (Nardîcce), alla maggior parte dei quali non dispiace an- che di manifestare la passione per l’arte in generale, per la buona musica, per l’operetta, molto in voga a quel tempo, e per il teatro.

Giuseppe e Cesario Fiore con il violino, Domenico Florio e Michele Di Candilo con la tromba, Giovanni Monteferran- te con il mandolino, Pasquale De Guglielmo e Leonardo D’Adamo con la chitarra organizzano allegre brigate mu- sicali e si ritrovano spesso accanto a Luigi Anelli, comme- diografo, poeta, compositore e demologo,che affida a loro la rappresentazione dei suoi lavori sia al Rossetti che negli improvvisati teatrini del circondario.

Nella ristretta realtà paesana sono questi giovani, all’inter- no dei rispettivi saloni, frequentatissimi e aperti persino la domenica, che contribuiscono a far conoscere canzonette, stornelli, poesiole, storielle; a rendere, insomma, meno gri- gie le giornate con questo tipo di sollecitazioni o addirittura Anni Cinquanta. di pruderie, come avviene ad esempio in occasione delle Giuseppe Di Bussolo, davanti al feste natalizie, con la distribuzione dei calendarietti illustrati Salone in Corso Plebiscito. con le immagini ammiccanti e profumate di qualche attri- 1953. Corso Palizzi. Giuseppe De Filippis (Lu Prucitàne) e l’apprendista Filippo Giancola posano insieme a Nicola La Palombara, Michele Perrozzi con il figlio Luigi e Nicolino Baccalà.

cetta. Negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale s’uniscono a questa schiera altri giovani come Cesario Vinci (Cellescacàzze), che abbandonerà il salone per aprire il Bar Roma in pieno centro, Luigi e Michele Di Rosso, figli di Cia- ragnìlle, i fratelli Angelo (Pidilìgge) e Giuseppe (Cchiappacìl- le) Miscione, Michele Cinquina (Péte de fëchere), Pasquale D’Angelo (La Vezzàse), Mario Altieri (Mamàrio), che i miei coetanei ricordano, ormai anziano ma sempre con i capelli neri ed impomatati, effettuare servizi a domicilio ad uso di defunti, invalidi e ricoverati nell’Ospizio di Sant’Onofrio. Anni Cinquanta. Al violino Michele Di Rosso (Ciaragnìlle), 128 al contrabbasso Antonio Uno stuolo già abbastanza nutrito a cui si aggiungono via Molino (Caresèlle), alla batteria via Nicola De Guglielmo (Coccia Bbiànghe), i fratelli Mi- Nicola De Guglielmo (Coccia chele e Giuseppe Di Bussolo (Zannutìlle), Giuseppe Verna Bbiànghe), alla fisarmonica Michele Stivaletta, alla chitarra (Minànza), Paolo De Guglielmo (Cappucciàlle), Giuseppe Gaetano Ciancio. De Filippis (Lu Prucitàne), Nicola Del Prete (La Scëmmie), Antonio Valentini, Vincenzo Di Cicco (Criscènze) con il sa- Anni Sessanta. Angelo Ialacci (Tiratêire) quand’era apprendista a Roma. Tornato a Vasto rileva il salone di Pasquale Celenza (Passalàcche) in corso Italia.

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lone “Shangay” a Piazza Verdi, Antonio Ialacci (Tiratêire), Nicola Marinozzi (Cianculàne), Amedeo Belfiore, che negli anni Sessanta aprirà una pizzeria, Raffaele Lanzetta, Alber- to Rossi (Bonvenuto), che si trasferisce a Milano dove apre bottega col concittadino Giovanni D’Adamo, Giuseppe Mel- le, il quale s’insedia in corso De Parma con tanto di insegna verde al neon, Amedeo Del Borrello, Giulio Zucaletti, Pierino Coletti, Giuseppe Scampoli (Mbapùcchie), Claudio Crisci, Luigi e Ninnì Cinquina (Corve Nàire) e Antonio Molino (Ca- resèlle) alla Marina.

Alcuni di loro sono personaggi nel vero senso della parola, i cui nomi evocano storie o avvenimenti rimasti nella memoria collettiva, come quello di Pasquale De Guglielmo, che non finiva mai di raccontare di quando fece la barba al generale Montgomery, durante l’occupazione inglese nel 1943, e di come questi l’avesse pagato malissimo, trattandolo sgar- batamente; oppure di Paolo De Guglielmo, barbiere in via Veneto a Roma per circa vent’anni, brillante interprete di Anni Cinquanta. Claudio Crisci immortalato mentre si priva dei proverbiali baffoni da Corsaro.

commedie in lingua ed in dialetto ed autore, lui stesso, di una pièce intitolata La fattîure; oppure di Claudio Crisci, lu màštre mé, il quale fa il pendolare tra Vasto e Londra, ove canta nei ristoranti del compaesano Otello Scipioni, e poi torna per aprire Il Corsaro, un locale tutto suo, la cui fama raggiunge vette di notorietà nazionale.

Nel pieno del boom degli anni Sessanta la categoria si 130 rinnova ulteriormente e fanno via via il loro ingresso sulla scena Luigi D’Attilio, Enrico Silla, Giuseppe Cicchini (Ric- ciolino), Lino Gileno (Lu pescarese), Raffaele De Rosa (Or- Anni Sessanta. chestrale), Paolo, detto Paulîcce, e Nicola detto Ninnì, Di Nicola (Ninnì) Di Bussolo all’opera. Anni Sessanta. Maštre Nicola De Guglielmo (Coccia Bbiànghe) davanti al Salone in via Bebbia.

Bussolo, i fratelli Luigi e Paolo Celenza (Pittiràsce), Anto- 131 nio e Nicola Saraceni, Tonino Pollutri, Lino Memmo, Nicola Piccirilli e Gino Celenza (La purtulàne), Ernesto Cancellieri e Giuseppe D’Adamo (Štobbène) con un salone dedicato niente di meno che a “Singapore”, Mario Fiore, Fernando Monteferrante (Paparìlle), Enzo Mancinelli e Bernardo, detto Dino, Fioretti, il quale rileva nel 1959 l’attività da Paolo De Guglielmo in piazza del Popolo ponendosi subito all’atten- zione per una serie di iniziative a favore della categoria sia in senso sindacale che formativo con l’intenzione di fissare Anni Novanta. Giuseppe Cicchini (Ricciolino) nel Salone di Piazza Rossetti.

nuove regole e di assecondare una clientela giovanile che contesta il “taglio all’Umberto” e vuol manifestare, a partire dal modo di portare i capelli, la voglia di cambiare che per- vade il mondo intero.

Non tutta questa moltitudine di tonsores tuttavia esercita stabilmente l’attività: alcuni la trasformano in profumeria, 132 Cesario Mileno, centro estetico o di massaggi come fa Angelo Marchesani; Giovanni Monteferrante altri emigrano come Nardino Ricciardi, Pietro Bosco, Paolo (Pan’e fraffe) e Cosimo Fiore, Peppino Peluzzo, Filippo Giancola, Umberto Di Lallo, De Fazio. Antonio Saraceni, il quale, ammalato di nostalgia, incide Da sinistra Enzo Mancinelli, Dino Fioretti, Umberto Di persino un disco intitolato Torna a Lu Uašte mé, oppure scel- Lallo, Nicola Daniele, Piero gono il posto fisso, come nel caso di Lucio Del Prete, Luigi Brattoli, Paolo Di Bussolo, 133 D’Attilio, Antonio Valentini, Vittorio Reale, Luigi Fioravante. Angelo Colamarino. Seduto Altri ancora diventano gestori di bar e imprenditori, come Tonino Pollutri. Domenico Ciappa o Michele Di Cicco e Lino Frasca, miei compagni di scuola scomparsi prematuramente, Michele Perazzelli, Vittorio Ronzitti, Giuseppe D’Adamo, il quale dopo una permanenza di qualche anno in Australia, torna e realizza l’Hotel Vittoria.

Una foto giovanile di Bernardo Lino Frasca Michele Di Cicco (Dino) Fioretti La piccola storia dei barbieri termina qua, sulla soglia della contemporaneità(*). Non so se l’ho narrata bene o se con- tenga più lacune di quanto possa immaginare, so di certo però che l’ho scritta col cuore e con il rispetto che nutro nei confronti di una corporazione che nei secoli ha ispirato poeti e commediografi come Molière e Beaumarchais e musicisti come Rossini, il quale affida al suo Figaro il compito di dire che:

Vita più nobile per un barbiere vita più nobile no, non si dà. Un giovane Tonino Pollutri, apprendista da Nardîcce.

Nicola Delli Benedetti.

134 Nicola (Ninnì) Di Bussolo.

(*) Non posso non citare gli eredi della antica corporazione, e cioè gli acconciatori Nicola Danie- le, Piero Brattoli, Ilvo, Fernando Gileno, Angelo Colamarino, Ra- phael Mallardo, Adriano Marino, Luigi Della Penna. Luigi D’Ange- lo, Daniele Pettinari, Domenico Cupaioli, Piero, Ego, New Age Hair, Nicola Speranza ed eviden- temente l’amico Nicola Delli Be- nedetti.

Ilvo Paolo Di Bussolo Mario Fiore La Qualità delle nostre realizzazioni è la nostra vera Priorità

La Fiducia dei nostri Clienti il nostro Patrimonio

www.paglionesrl.it I nuovi ritmi Vastesi Parole e musica di Francesco Paolo Sorgente

Francesco Paolo Sorgente, dirigente a ri- poso di un’importante azienda vetraria, la musica ce l’ha nel Dna, così come la lin- gua, le tradizioni ed i costumi di questa Terra. Gli è venuto quasi naturale quindi comporre le canzoni, registrate nel ciddì allegato alla terza di copertina di questa edizione del Lunario. Il risultato è un tenta- tivo di coniugare la musicalità della lénga uaštarèule con ritmi più moderni e accatti- vanti nei confronti dei giovani.

Che te vuleve dí’ Che te vuleve dí’, che te vuleve dí’, sopr’ a chišta terre nisciune cchiù ti vò sindí’. Che te vuleve dí’, che te vuleve dí’, 136 È l’amáure si pinze sembre a ijre È l’amáure chi ti dà n’ apprizze quelle che mó fì. la vòjje di vulá’, ti fà ‘vvidá’ lu bbène addò ‘ngi štà. E’ la vita che và È l’amáure chi ‘n di fà Scì, ‘nu pinzire tingh’ij niscîune allundaná’, ca mi fà štá’ accuscì, ti fà circà’ ‘na séure d’ abbracciá’. ca mi št’a fá’ suffrí’, È l’amáure chi ti fà ca nin zi ni vò jí’. la vijje ‘ritruvá’, Scì, ij ci šting’a pinzá’ ti fà ‘pprizzá’ li chéuse da scanzá’. e nin puzz’accittá’ Piccà ci štì a ppinzá’? quelle chi mi štì dí’… Li sé c’avéma fá’… ij nin vujje capí’. La vite è ‘nu furá’ di vènde. No! ma, chi ti l’à ditte ca tutt’è scritte Vija sî n’zi po’ cagná’; Chi ci štì fá’, e tutte quende chi ci štì fá’, sopr’a šta terre chi ci štì fá’ ma…che ci štem’a fá’. dendr’a ssa città. Senza picchè, Mi canîšce?! senza pinzá’, Mi canîšce… e ni li pù nihá’. tire a diritte, Doppe quelle che c’è štate nghi tte, n’dà rivuddá’. ma picchè tu nin mi pù cchiù vvidé’? Jemene, vija sî, Nghi niscìune ài parlate di tte, da šta città. e štu fatte ái tinute pe’ mme. I vuleme bbene Nin zi vàive e nin zi mágne, pèuche tinghe ma nin mi lágne, si candáme allegramende la famèjje vive cundènde. Nghi li cánde e nghi li sune j’abbuttáme di canzune, accuscè tiréme annènde nghi caràzze, sune e cánde. Core mè, nin ci pinzá’, lu pàne manghe ma l’amore ci šta. Monne è, monne sarà, ssodde e riccàzze ggióje nin bo’ dá’. Cand’è bbelle a ssunná’ Ma cand’è bbelle a ssunná’! La bballáte di l’emigrande Ma chi ci coste a ssunná’? E’ la bballáte di l’emigrande, N’gi vò quatreine, la ggende dice ca té l’amande, n’gi vò niscîne, scì, nott’e jurne sembre ci penze, la mende sà addò và… dendr’a lu core l’Abbruzze sende. Sole culîre, E’ la bballáte di l’emigrande, sole l’amáure, šta terra nove è bbell’e grande, videme ‘ndurne a nu. ci si štà bbone, l’amame tande, ma nin bó ‘resse come l’amande. A lu pundone Sting’a lu pundone 137 Dendr’a ‘na variche a circá’ ‘na pirsone, Ni ‘nzacce come è jjute ij nin vede l’ore… ma štu fatte s’è sapute, mamme! chi sà com’è ore. só nate a la marine Chila treccia longhe, dendr’a ‘na variche ‘na matine. l’ucchie virde crištalline, Ma! Šta cicogne la vocca dogge, addò m’à lassate? bille mane fine fine. A mmezz’a l’acche, ‘Nu vasce sott’a lu purtone gnè ‘nu dusgrazijate. nghi la paure d’ogne rumore, Ma! Šta cicogne addò si n’è jjute? mi l’abbracciave, mi li strigneve, Ji mó m’ammolle a cul’a la nute. nghi lu core m’arispunneve.

Lu surgiutèlle La védeve allécre Mó ci mette la scaricarelle Ji štinghe sole matine e sere, ca ci dà nghi la zambitelle. aspette sembre la primavere. Mó ci mette la scaricarelle Ji štinghe sole matine e sere, p’acchiappá’ štu surgiutèlle. cande arrive šta primavere? Guard’aècche, guard’aèlle, E ji mi vujje cunzulá’, mó mi scoppije li videlle. la furtune ma d’ajjutá’. Guard’aècche, guard’aèlle, E ji mi vujje cunzulá’, addò štà štu surgiutèlle? cacchedune ma dà vussá’. Guard’aècche, guard’aèlle, Nin buzze štá’ sembre a pinzá’ ji’ sò perse lu ciurvelle. ca l’anima mé si po’ danná’. Guard’aècche, guard’aèlle, Nin buzze štá’ sembre a pinzá’ addò štà štu surgiutèlle? a la bonanime chi ni ‘ngi štà.

Glossario dei termini dialettali usati COME LEGGERE LU UAŠTARÉULE Duro, aspro, ricco, almeno originariamente, di La è con l’accento grave si legge come lèbbre, lepre; dittonghi, il Vastese occupa un posto particolare aècche, qui o qua; pèchere, pecora. nella classi!cazione dei dialetti abruzzesi, risentendo La ë con la dieresi si pronuncia apertissima. La vëgne, chiaramente dell’in$usso delle parlature delle la vigna; la fëchere, il !co; la fëjje, la !glia. popolazioni con!nanti, in primis quelli molisani e Parimenti la lettera o. pugliesi. Senza aver l’ambizione di codi!care nulla La consonante g viene normalmente pronunciata che non risulti dall’ascolto attento della pronunzia come fosse aspirata, sostituita dalla h. Guardiano e del modo di dire, mutevole spesso anche da zona si pronuncia huardijàne; Guglielmo si pronuncia a zona della stessa città (nelle zone agricole ed alla Hujjièrme. Il gatto si dice la hàtte. Nuhòzie, negozio; Marina v’è un’altra in$essione), tentiamo di dare al pahà’, pagare. lettore qualche consiglio veloce e pratico su come La consonante š, con l’accento circon$esso leggere il dialetto vastese. rovesciato,si pronunzia con il suono sibilante sc, La lettera e, ad esempio, si legge soltanto se ha un come il ch del francese. Lu Uašte, quašte, Crëšte. accento, altrimenti è atona. Ad esempio vàttene, vai La î con l’accento circon$esso ha un suono a metà via; štattene, stai lì; mèdeche, medico. tra la i e la u. Caminatîure, andatura; bîusce, buco; La é con l’accento acuto si legge come l’italiano tre ba"îute, ba"uto. Normalmente è la u che al plurale od il francese été. Esempi: arivé, torna; méne, mani; assume questo suono: assùtte, assîtte, asciutti, lu scupunére, suonatori di $auto. prisùtte, li prisîtte, i prosciutti. $ DFFDWWi·YFRPSUDUHDFTXLVWDUH DEEjOODIqXUHJHUJDOODUJR 139 DEEDOOi·YEDOODUH DFFsLWH·YXFFLGHUH$QFKHQHOVHQVR DEEjOOHDYYVRWWR0PRQG·HEEjOOH GLVHQWLUVLVWDQFRPLVpQG·DFFsLVH VRSUDHVRWWR ,PSUHFD]LRQHFKLåFL¶FFsLVH DEEDWWH]]i·YEDWWH]]DUH jFFKHRDQFKHjFFDVIDFTXD7vOL DEELFLQi·YDYYLFLQDUH YjLYHGpQGUHDQXEELFFKuUHG·jFFKHWH DEELUUHWj·YDYYROJHUH OREHYLLQXQELFFKLHUG·DFTXD6RSU·D DEELWXi·YDELWXDUH OXFzWWHO·jFFDYLOOqQWHVRSUDLOFRWWR DEELWXD]LjXQHVIDELWXGLQH O·DFTXDEROOHQWH DEELWXpWHDJJDELWXDWR DFFKLDSSi·YSUHQGHUHDFFKLDSSDUH DEEUsLOHPDSULOH DFFKvSSHRDFFKLXSSHVIJLRFRGHO DEEUXVFp·YEUXFLDUH QDVFRQGLQRMXFiDOD¶FFKvSSH DEEXOs·YVWDQFDUHLQGHEROLUH DFFLiUHVPDFFLDLR DEEXOsLWHDJJVWDQFRLQGHEROLWR DFFLDYDWWi·YIDUOHFRVHDOODFDUORQD DEEXWWi·YJRQÀDUHDQFKHQHO DFFLEEs·DQFKHDUFLEEs·YVD]LDUVL VLJQLÀFDWRGLVFRFFLDUVL0·jMM·DEEXWWiWH DFFLQQi·YDFFHQQDUHDPPLFFDUH 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Dante 73 Berghella, Massimiliano 86 Cannarsa, Renato 21 Alinovi, Riccardo 6 Bevilacqua, Antonio 6 Cannizzaro, Nino 86 Aloè, Ivan 6 Bevilacqua, Antonio 67 Canosa, Pier 114 Altieri, Mario 128 Bevilacqua, Michele 6 Cantalicio, Graziano 67 Altieri, Michele 46 Bianciardi, Luciano 64 Capanna, Mario 107 Amorosi, Marilisa 106 Bile, Cristina 53 Capecelatro 119 Andrei, Andrea 89 Bitritto, Elio 20, 47, 92 Capozucco, Luigi 108 Andreini, Idiano 6 Bixio, Nino 102 Cappa, Nicola 96 Andreini, Anna Iole 62 Bollino, Giuseppe 116 Cardone, Luigi 8, 9 Anelli, Gaetano 10 Bolognese, Giovanni 6 Carabba, Antonio 116 Anelli, Luigi 15, 18, 27, 103, 125, Bonacci, Nicola 65 Carfagna, Mara 75 127 Bontempo, Roberto 112 Carlesi, Nicola 70 Anelli, Nicola 20 Bontempo, Alfredo 6 Carlesi, Tato 102 Anelli, Raffaele 7 Bontempo, Vincenzo 66 Carmenini, Michele 106 Antonucci, Lucio 66 Boraschi, Olga 106, 108 Carofiglio, Giannico 81 Antonucci, Michele 18 Borbone (famiglia) 13 Caroli (ditta) 53 159 Anzivino, Antonio 66 Borbone (di), Carolina 31 Carusi, Teresa 70 Argirò, Giuseppe 95 Borbone (di), Ferdinando I 31 Castaldi, Giuseppe 62 Argnani (ditta) 22 Borbone (di), Francesco II 7, 14 Cauli, Maria 6 Artese, Chiara 54 Borbone (di), Sofia 14 Cavallone, Giovanni 98 Artese, Giulio 39 Borrelli, Alessandro 53 Cavuoti, Pino 110 Artese, Marino 34, 54 Bosco, Giuseppe 37 Celano, Emilio 8 Assettati, Marcella 112 Bosco, Pietro 133 Celano, Antonino 11 Avati, Pupi 72 Bosco, Raffaele 37 Celano, Marianna 11 Boselli, Antonio 96 Celenza, Anna 52 B Bozzelli, Michele 67 Celenza, Elisa 94 Baccalà, Franco 67 Brattoli, Piero 133, 134 Celenza, Gino 131 Baccalà, Nicolino 128 Brevetti, Domenico 116 Celenza, Giuseppe 52 Bacceli, Pino 106 Brigida, Concetta 106 Celenza, Luigi 131 Bacchelli, Riccardo 23 Brindisi, Federico 67 Celenza, Manuela 34 Baiocco, Anna 42 Bruno, 83 Celenza, Maria 80 Baiocco, Maria Grazia 18 Bruno, Nicola 67 Celenza, Nicola 52, 53 Baiocco Celenza, Maria 52, 53 Bucci, Carlo 26 Celenza, Paolo 131 Baiocco, Mario 6, 34 Buda, Nicola 66 Celenza, Pasquale 127 Balzano, Gaetano 42 Budano, Franchino 113 Celenza, Silvia 112 Barbato, Caterina 6 Budassi, Amedeo 6 Centorami, Maria Chiara 24 Barrella, Giancarlo 6 Chinni (famiglia) 94 Bassi, Antonio 82 C Ciafarone, Rocco 6 Bassi, Michelina 136 Caldarelli, Mario 53 Ciammaichella, Cesare 6, 118, Bassi, Nicola 82 Calvano, Paolo 116 119 Baudo, Pippo 32 Calvano, Serafina 78 Ciampi, Carlo Azeglio 97 Cianci, Angelo 62, 103 D’Adamo, Nicola 116 18, 27 Cianci, Encratide 10 D’Adamo, Stefano 18 De Guglielmo, Giuseppe 19 Ciancia, Raffaele 66 D’Adamo, Teresa 94 De Guglielmo, Gregorio 19 Ciancio, Gaetano 128 D’Adamo, Vincenzo 66 De Guglielmo, Nicola 125, 128, Ciancio, Livia 100 D’Adamo, Vincenzo 96 131 Ciappa, Domenico 134 D’Adamo, Vincenzo 100 De Guglielmo, Paolo 128, 130, Ciarallo, Anna 52 D’Addario, Simone 67 132 Ciccarone (famiglia) 11 D’Aimmo, Rocco 66 De Guglielmo, Pasquale 124, Ciccarone, Francesco 19, 49 D’Alessandro, Filomena 86 127, 129 Ciccarone, Giuliano 66 Dallara, Tony 89 De Guglielmo, Salvatore 19 Ciccarone, Silvio junior 6 D’Aloisio, Luigi 6 Del Bonifro, 46 Ciccarone, Silvio senior 6, 7, 8, Damiani, Alex 89 Del Borrello, Adriana 106 9, 10, 12, 49 D’Amore, Levino 126 Del Borrello, Amedeo 129 Cicchini, Giuseppe 130, 132 d’Anelli, Vittorio 103 Del Borrello, Domenico 46 Cicchitti, Enzo 18 D’Angelo (ditta) 38 Del Borrello, Edmondo 65 Cieri, Francesco Paolo 103 D’Angelo, Luigi 134 Del Borrello, Giovanni 64 Cieri, Napoleone 122, 126 D’Angelo, Massimo 6 Del Borrello, Giovanni 56 Cilli, Dino 94 D’Angelo, Pasquale 128 Del Borrello, Rosa 28 Cimino, Umberto 46 Daniele, Letizia 6 Del Casale, Luigi 99 Cinquina, Gino 96 Daniele, Nicola 133, 134 Del Casale, Massimiliano 92 Cinquina, Luigi 129 D’Anniballe, Stellerino 6, 100 Del Casale, Nicola 46 Cinquina, Michele 128 D’Annunzio, Antonietta 64 Del Casale, Paolo 46 Cinquina, Nicola 97 D’Annunzio, Domenico 64 Del Casale, Sergio 78 Cinquina, Nicola 62 D’Annunzio, Elisa 64 Del Forno, Francesco 67 Cinquina, Ninnì 129 D’Annunzio, Fernando 36, 64 Del Frà, Grazia 70 Cipolla d’Abruzzo, Corrado 92 D’Annunzio, Gabriele 71 Del Greco, Francesco, 49 160 Cipollone, Alderamo 53 D’Annunzio, Luigi 64 Del Greco, Gaetano 6 Cipollone, Gaetano 96 D’Annunzio, Michele 6 Del Greco, Luigi 49 Codagnone, Vitaliano 8, 9 D’Annunzio, Michele 47 Della Casa, Ivano 67 Colamarino, Angelo 133, 134 D’Ascenzo, Fernando 96 Della Guardia (ditta) 38 Colameo, Cosimo 6 Dassori, Marcello 102 Della Guardia, Francesco Paolo Colella, Saverio 67 D’Attilio, Luigi 130, 133 52 Coletti, Pierino 80, 129 De Angelis, Wilma 89 Della Guardia, Giuseppe 11 Compagnoni, Gianna 106, 108 De Ascentis, Giulia 68 Della Penna, Aldo 83 Cordella, Manlio 66 De Berardinis, 108 Della Penna, Carlo 26, 102 Costagliola, Gennaro 19 De Blasis (famiglia) 10 Della Penna, Luigi 134 Cozzolino, Antonio 119 De Caro, Mario 108 Delle Donne, Davide 34 Crisanti, Nicolino 57, 59 De Cataldo, Giancarlo 81 Delle Donne, Giuliano 26 Crisci, Claudio 122, 129, 130 De Cesare, Michelina 14 Delli Benedetti, Nicolino 86, Cristian 89 De Cristofaro, Paquale 66 122, 134 Cupaioli, Domenico 67 De Fanis, Donetro 34, 55 Delli Quadri, Gianluigi 62 Cupaioli, Domenico 134 De Fazio, Cosimo 132 Del Monaco, Concezio 112 Cupaiolo, Nagana 94 De Felice, Antonio 94 Del Moro, Diomede 22 De Felice, Giuseppe 46 Del Negro, Adone 62 D De Felice, Manuel 70 Del Prete, 11 D’Adamo, Bruno 94 De Felice, Michela 102 Del Prete, Franco 112 D’Adamo, Carlo 112 De Ficis, Roberto 86 Del Prete, Lucio 133 D’Adamo, Francesco Paolo 6 De Filippis, Cesario 9 Del Prete, Nicola 128 D’Adamo, Giovanni 129 De Filippis, Giuseppe 127, 128 Del Villano, Buono 70 D’Adamo, Giuseppe 131, 134 De Girolamo, Francesco 11 De Marinis, Luigi Maria 11 D’Adamo, Leonardo 126, 127, De Gregorio, Antonio 67 De Paschinis, Federico 8 134 De Guglielmo, Francesco Paolo D’Ercole, Magda 70 D’Ermilio, Giovanni 36 Di Nisio, Costantino 57 Fiore, Claudia 26 D’Ermilio, Mario 78 Di Nisio, Fiorangelo 86 Fiore, Federica 78 D’Ermilio, Roberto 6 Dino, 89 Fiore, Fernando 43 De Rosa, Raffaele 131 Di Paolo, Giuseppe 6 Fiore, Gino 47 De Santis, Aldo 66 Di Paolo, Valentino 66 Fiore, Giuseppe 124, 125, 127 Desiati, Francesco 11 D’Ippolito, Filoteo 6, 8, 9, 12 Fiore, Luigi 64 Desiderio, Angela 42 Di Risio, Antonio 127 Fiore, Luca 62 De Simone, Ettore 87 Di Risio, Carmine 62 Fiore, Mario 131, 134 D’Ettorre, Antonio 26 Di Rosso, Francescopaolo 126 Fiore, Nicola 94 D’Ettorre, Liberata 94 Di Rosso, Maria Spina 52 Fiore, Paolo 133 D’Ettorre, Luigi 34 Di Rosso, Luigi 128 Fiore, Riccardo 67 Di Blasio, Lelio 18 Di Rosso, Michele 40, 94 Fioretti, Dino 131, 133 Di Bussolo, Domenico 116 Di Rosso, Michele 128 Fioretti, Enzo 78 Di Bussolo, Francescopaolo Di Santo, Antonio 6 Fiorini, Antonio 66 126 Di Santo, Paolo 94 Florio, Domenico 124, 125, 127 Di Bussolo, Giuseppe 127, 128 di Sanza, Lidamaria 42 Fois, 81 Di Bussolo, Michele 116, 128 Di Sciorno (ditta) 38 Ford, Gerald 23 Di Bussolo, Nicola 130, 131 Di Scipio, Rocco 6, 108 Formiconi, 108 Di Bussolo, Paolo 47, 131, 133, Di Spalatro, Michele 64 Forte, Gino 113 134 Di Spalatro, Nicola 46 Forte, Giuseppe 6 Di Candilo, Michele 124, 127 Di Stefano, Orazio 78 Frangione, Eustachio 78, 113 Di Carlo, Maria Pia 6 Di Toro, Marcello 94 Frasca, Lino 133, 134 Di Chiacchio, Giuseppe 116 Di Viesti, Giulio 116 Fuiano, Nino 6 Di Chiacchio, Michele 62 Dj Pery, 89 Furlan, Giuseppe 18 Di Cicco, Michele 133, 134 D’Onofrio, Adamo 66 Di Cicco, Rosa 52 D’Onofrio, Adolfo 66 G Di Cicco, Vincenzo 128 Dossi, Giuseppe 118 Gaggini, Guglielmo 96 161 Diella, Cosimo 78 Drudi, Gianni 89 Galante, Ermando 108 Di Fabio, Graziano 67 D’Ugo, Gabriele 26 Galasso, Peppe 78 Di Falco, Angelo 52 Galli, Giancarlo 23 Di Falco, Anna Maria 62 E Galuppi, Antonio 96 Di Falco, Luisa 52 Ego, 134 Garbati, Donatella 102 Di Fano, Adamo 126 Ercolano, Ciccio 66 Garibaldi, Giuseppe 8, 12, 13, Di Foglio Di Lello, Michelina 70 Esposito, Silvana 106 14 Di Fonzo (ditta), 53 Gaspari, Maria 66 Di Fonzo, Antonietta 60 F Garzarelli, Bruno 66 Di Fonzo, Daniele 6 Fabrizio, Donatella 112 Gatto Di Cicco, Maria Antonietta Di Giacomo, Emanuele 67 Fabrizio-Costa, Silvia 92, 106 42 Di Giacomo, Leano 89 Falcucci, Domenico 86 Genova, Ludovico 8, 9 Di Giambattista, Carlo 34 Falcucci, Piero 86 Genova, Luigi 48 Di Giambattista, Gianni 96 Fanfani, Amintore 26 Genova (famiglia) 10 Di Giamberardino Eugenio 6 Fantasy Band 89 Genova Rulli (famiglia) 9 Di Giulio, 83 Fariello, Pietro 7 Gentile, Tranquillo Luciano 6 Di Guilmi, Michele 116 Ferrara, Espedito 27 Gentile, Vittorio 116 Di Lallo, Umberto 133 Finarelli, Antonio 28 Gesù Cristo 63, 115 Di Lanciano (ditta) 124 Finiguerra, Pina 18 Giancola, Angelo Martino 76 Di Lanciano, Adriana 112 Fino, Gianluigi 67 Giancola, Filippo 128, 133 Di Laudo, Daniele 67 Fino, Pierangelo 67 Giangiacomo Fabio 6 Di Lorenzo, Massimo 119 Fioravante, Luigi 133 Giangiacomo Guido 6 Di Michele Marisi, Marco 34 Fiore, Antonio 96 Giangrande, Nicola 36 Di Nardo, Evelina 90 Fiore, Beniamino 21, 34 Giannagostino, Giulia 52 Di Nardo, Rolando 62 Fiore, Cesario 124, 125, 127 Giardino, Luca 67 Giardino, Simone 67 Lazzaro, Maria Teresa 94 Marino, Giuseppe 63 Gileno, Fernando 96 Lembo, Simone 6 Marino, Grazia 70 Gileno, Francesco Paolo 47 Lemme, 15 Marino, Maria 30 Gileno, Lino 131 Lemme, Vincenzo 39 Marino, Maria Grazia 102 Gileno, Nicola 47 Leone, Luciana 94 Marinozzi, Nicola 129 Gileno, Vincenzo 67 Liberati, Vittorio 53 Mariotti, Gaetano 67, 70 Giò, Antonella 89 Longhi, Domenico 95 Mariotti, Giacinto 18 Giordano, 108 Longhi, Giuseppe 39 Mariotti, Giuseppe 18, 106 Giovannelli, Gloria 42 Longo, Antonello 106 Mariotti, Mirella 70 Giovanni Battista (San) 63 Longo, Donatella 42 Marra, Marco 6 Giovine, Francescopaolo 6 Longo, Florio 53 Marracino, Vittorio 66 Giuliani, Luigi 94 Loschiavo, Giuseppe 6, 21 Marrollo, Antonella 26, 60 Giulio I (Papa) 115 Lucarelli, Carlo 81 Marrollo, Calogero 96 Gizzarelli, Maria 86 Luciani, Nicola 46 Marrollo, Dario 34 Greco, Francesco 6 Lungo, Doralice 19 Marrollo, Sabrina 26 Grosso, Michele 39 Lungo, Nicola 19 Martone, Giacinto 9, 10 Guastadisegni, 108 Martone, Maria 18 M Massone, Michele 18 H Maciano, Diego 103 Matacena, 119 Heck, 83 Maccione, Antonio 67 Mattia, Marisa 106 Host Venturi, Nino 71 Madonna, Giuseppe 6 Mattia, Michele 107, 108 Maggio, Giorgio 42 Mattioli, Pietro 96 I Maiali, Giovanni 116 Mattioli, Raffaele 23, 71 Iacobucci, Felice 18 Mal, 89 Mazzatenta, Andrea 92 Iacobucci, Silvana 60, 62 Malatesta, Nicola 78 Mayo, Giovanna 11 Iacovitti, Luigi 67 Mallardo, Raphael, 134 Medici (de), Lorenzo 23 162 Ialacci, Antonio 129 Mancinelli, Enzo 131, 133 Meis, Mara 89 Ialacci, Maria 94 Mancini, Sara 34 Melle, Alberto 112 Iammarino, Italo 66 Mancini, Valeria 34 Melle, Clelia 108 Ilvo 134 Manzitti Di Rosso, Maria Pia 34 Melle, Giuseppe 129 I Mitici 89 Maranca, Cesario 46 Melle, Miriam 102 I Nuovi Angeli, 89 Marcello, Grazietta 62 Memmo, Lino 131 Marcello, Luigi 6 Menna, Felice 104 L Marcello, Vincenzo 6 Menna, Giovanni 96 La Barba, Alberto 106 Marchesani, Angelo 133 Menna, Grazia 18 Labarile, Francesco 6 Marchesani, Antonietta 64 Menna, Sergio 78 Ladd, Alan 117 Marchesani, Antonio 117 Merlino, Mario 108 Lalli, Anna 112 Marchesani, Lina 6 Mieri, 83 Lambertini, Omar 89 Marchesani, Luciano 102 Milano, Rosa 18 Lanzetta, Raffaele 129 Marchesani, Luigi 10, 12, 104 MIleno, Cesario 132 La Palombara, Nicola 128 Marchesani, Luigi 98 Mileno, Costantino (Padre Al- Lapenna, Luciano 6 Marchesani Marino, Angela 78 berto) 28 Laporese, Silvia 18 Marcovecchio, Manuele 6, 102 Mileno, Enrica 102 Lattanzio, Bruno 39 Marcucci, Silvana 6 Mileno, Filomena 28 Lattanzio, Silvio 39 Mariani, Antonio 116 Mileno, Francesco 67 La Verghetta, Alessandro 6 Mariani, Oreste 66 Mileno, Gilda 28 La Verghetta, Antonio 102 Mariani, Sante 64 Mileno, Giovanni senior 28 La Verghetta, Daniela 26 Mariani Monacelli, Ettore 19 Mileno, Giovanni junior 28 La Verghetta, Luigi 67 Mariani Monacelli, Filippo 19 Mileno, Giuseppe 28 La Verghetta, Michele 39 Marinelli, Maria 102 Mileno, Maria 28 La Verghetta, Nicola 67 Marinelli, Umberto 72 Mileno, Michelina 28 La Verghetta, Stefano 67 Marino, Adriano 134 Minnitti, Luigi 6 Mirigliani, Enzo 24 P Polsi, Aniello 18 Miscione (famiglia) 56 Pace, Anna Pia 18 Pomponio, 83 Miscione, Angelo 128 Pachioli, Angelo 67 Pomponio, Ciccio 88 Miscione, Giuseppe 128 Padovano, Marcello 96 Pomponio, Fabio 67 Miscione, Nando 62 Paglione (famiglia), 88 Pomponio, Rino 86 Miscione, Nicola 35 Paglione, Giulio 34 Pomponio, Sara 18 Molière, Jean-Baptiste 134 Paglione, Nicola 26 Pomponio, Vincenzo 49 Molino, Antonio 128, 129 Paladino, Angelo 34 Pomponio, Vincenzo 88 Molino, Domenico 6 Palazzo, Maria Teresa 62 Pontillo, Concetta 18 Molino, Elio 72 Palazzo, Paolo 67 Pontillo, 64 Molino, Giovanna 70 Palazzuolo, Giacinto 6 Pontillo, Tindaro 26, 64, 97 Molino, Michele 97 Palizzi, Filippo 19 Ponza, Francesco 6, 10, 39 Molino, Mimì 53 Pallavicino, Giorgio 12 Ponza, Francesco 49 Molino, Nicola 66 Palmieri (famiglia) 10 Ponza, Raffaele 10 Molino, Nicola 76 Palmieri, Filoteo 6 Pracilio, Giuseppe 64 Molino, Nicola 115 Palombo, Franco 91, 108 Prete, Francesco 6 Molino, Walter 125 Palucci, Ennio 79 Primavera, Leila 42 Monni, Sandra 106 Pantini, Michele 11 Properzio, Vincenzo 70 Monteferrante 66 Pastorelli, Antonino 108 Prospero, Antonio 6 Monteferrante, Fernando 131 Pateras, Teodoro 12 Monteferrante, Giovanni 124, Pedace, Francesco 119 Q 127, 132 Peluzzo, Peppino 133 Quagliarella, Gianni 6 Montemurro, Massimiliano 6 Pennacchi , 81 Montedorisio, Giovanna 78 Pennese, Antonio 34 R Murgante, Antonio 112 Perazzelli, Michele 134 Racciatti, Domenico 6 Murolo, Luigi 78 Perrozzi, Luigi 66 Radoccia, Alessio 67 Muscariello, Gino 57, 59 Perrozzi, Luigi 128 Ragni, Cesarino 18 163 Muzii, Florindo 8, 9, 11 Perrozzi, Michele 128 Raimondi, Giuseppe 47 Pes, Salvatore 10, 12 Raimondi, Giuseppe 103 N Petrella, Gaetano 118 Raimondi, Lellino 113 Naglieri, Michele 94 Petrongolo, Sergio 6 Ranalli, Nicola 66 Napolitano, Giuseppe 6 Petroro, Anna Laura 81 Ranalli, Vincenzo 66 Nardecchia, Franco, 96 Petroro, Emanuela 81 Raspa, Anna 28 Nasci, Carlo 6, 8, 9 Petroro, Lello 110 Raspa, Fernando 66 Nasci, Giuseppe 6, 118 Petroro, Silvio 53 Reale, Vittorio 133 Nasci, Luigi 6 Petruzzelli, Mauro 57 Recinelli, Cesario 113 Neri, Nicoletta 52 Petruzzelli, Santino 102 Ricchione, Sante 94 New Age Hair, 134 Petta, Giulio 50 Ricci, Alfonso, 49 Nicola di Bari (San) 56 Petta, Luigi 50 Ricci, Filoteo 49 Noiret, Philippe 65 Pettinari, Daniele 134 Ricci, Giuseppe 8 Noris, 81 Piazza, Rosa 6 Ricci, Luigi 8 Notarangelo, Michele 6 Piccirilli, Nicola 131 Ricciardi, Nardino 133 Notaro (ditta) 38 Piccolotti, Francesco 6, 102 Ritucci (ditta) 38 Notaro, Luciano 39 Pierabella, Luigi 27 Ritucci, Ilenia 26 Notaro, Nicola 6 Pierini, Piero, 134 Ritucci Chinni, Florindo 6, 112 Pierini, Domenico 65 Rocchio, Olindo 6, 102 O Pietrocola, Filippo 6 Robertinho, 83 Oliva, Gianni 32 Pietrocola, Giuseppe 103 Rocci, Alfredo 119 Oliva, Nicola 32 Pizzuti, Piero 39 Rockfeller, Nelson 23 Olivieri, Mario 6 Pollutri, Giuseppe Francesco 73 Rondoni, Elena 106 Oriente, Luigi 34 Pollutri, Savino 78 Ronzitti, Cristofer 112 Orlando, Alessandro 18 Pollutri, Tonino 131, 133, 134 Ronzitti, Domenico 47 Ronzitti, Michele 66 Scarano, Pietro 9 Stivaletta, Massimo 62 Ronzitti, Michele 66, 92, 104 Scardapane, Dario 84 Stivaletta, Michele 128 Ronzitti, Nicola 46 Scardapane, Erminio 6 Stivaletta, Nicola Maria 46 Ronzitti, Pietro 66 Scardapane, Leonardo 49 Stivaletta, Sante 28 Ronzitti, Vittorio 134 Scardapane, Roberto 49 Suriani, Anna 6 Rossetti, Antonio 112, 126 Scardapane, Wilma 106 Suriani, Domenico 49 Rossetti, Gabriele 31 Scatola, Sergio 96 Suriani, Pietro 6, 38, 98 Rossini, Gioacchino 134 Sciascia, Andrea 6 Suriani, Pompeo 26 Rossi, Alberto 129 Sciorra, Gianni 6 Suriani, Vincenzo 18 Rossi, Angelo 64 Scipioni, Otello 130 Rossi, Saverio 108 Scolavino, Lello 91 T Rotondo, Antonio 117 Scopa, Fernando 66 Tagliente (ditta) 38 Rucci, Romeo 94, 104 Scopa, Nicola 46 Tagliente, Giuseppe 6, 35, 47, Rulli, Giovanna 9 Scopa, Nicola 116 92, 106, 114 Russi, Vincenzo 102 Scopa, Saverio 46 Ta g l i e n t e , I l a i z a 9 4 Russo, Lorenzo 98 Scotti, Nicola 16 Tagliente, Nadia 18 Russo, Vincenzo 71 Serafini, Dom 84 Tagliente, Vittorio senior 16 Russo, Vincenzo 67 Serafini, Giuseppe 67 Tagliente Vittorio jr 78, 106, 109 Ruta, Damiano 107, 108 Serafini, Giuseppina 18 Tana, Christian 67 Ruzzi, Pietro 66 Serafini, Giuseppina 112 Tana, Michele 18 Sigismondi, Decoroso 8 Tariddi, Nico 26 S Sigismondi, Elisabetta 42 Tedesco, Roberto 96 Sabatini, Corrado 6 Sigismondi, Etervardo 6 Tenaglia, Vincenzo 89, 102 Sabatini, Nicola 39 Sigismondi, Evandro 86 Terpolilli, Roberto 66 Sabatino, Giovanni 66 Silla, Enrico 130 Terracciano, Ugo 119 Sallese, Antonio 30 Silvis, Piernicola 119 Tessitore (ditta) 78 164 Sallese, Cesario 30 Sisti, Piero 70 Tiberi, Filippo 8 Sallese, Corrado 30 Smargiassi, Fabio 6 Tiberio, Nicola 6 Sallese, Giuseppe 30 Smargiassi, Giovanni 66 Tiberio, Nicola 46 Sallese, Luigi 30 Smargiassi, Luigi 6, 11 Tiberio, Tommaso 112 Sallese, Michele 30 Smerilli, Alessandra 102 Tlli, Adelio 73 Sallese, Nicola 30 Smerilli Ronzitti Graziella 18 Tomeo, Nicola 46 Salvatore, Giovanni 116 Sorgente Francesco Paolo 136 Tommasi, Giacomo 9, 10, 12 Salvatorelli, Nunzia 34, 60 Soria, 83 Topolino, 117 Salvatorelli, Remo 26, 95, 96 Soria, Nicola 6 Tornatore, Giuseppe 65 Sambrotta, Mauro 62, 119 Spagnuolo, Rosaria 74 Toschi 66 Sanframondi, Domenico 116 Spallini, Teresa 42 To s c h i , R o d o l f o 8 3 Sanframondi, Giuseppe 116 Spaventa, Silvio 8, 9, 12 Totaro,Angelo 66 Santoro D’Adamo, Michelina Spataro, Giuseppe 26, 83, 94 Tozzi, Franco 89 56, 57, 58 Speranza, Nicola 134 Traino, Nicola 78 Santoro, Sina 78 Sputore, 83 Tranchella (banda) 15 Santoro, Vincenzo 56 Sputore, Giuseppe 125 Travaglini, Agostino 102 Santulli, Francesco 108 Sputore Paglione, Spina 26 Travaglini Gianfranco, 6 Saraceni, Antonio 131, 133 Sputore, Vincenzo 6 Tresca, Luigi 67 Saraceni, Nicola 131 Sraffa, Piero 23 Trovarelli, Giuseppe 46 Sarodi, Espedito 53 Stangarone, Letizia 6 Tumini, Gabriele 18, 95, 96 Sasso, Antonio 18 Stella, Ester 20 Turdò, 83 Savoia (di), Vittorio Emanuele Stella, Francescopaolo 20 Tu r i l l i , R o s e l l a 6 2 II 8, 12 Stella, Quirino 20 Scafetta, Giacinto 10 Stivaletta, Cesario 46 U Scampoli, Giuseppe 124, 127, Stivaletta, Gennaro 28 Ulisse, Maria Annunziata 6 129 Stivaletta, Luigi 6 Urbano, Paolo 67 V Verdone, Carlo 107 Z Valentini (fratelli) 75 Verzellini, Elio 106, 108 Zaccagnini, 11 Valentini, Antonio 128, 133 Vicino, Giancarlo 106 Zaccagnini, Gelsomino 6 Valentini, Concetta 28 Vicino, Gianluca 67 Zaccaria, Elisabetta 42 Valentini, Cesario 47 Vicino, Maurizio 67 Zaccaria, Tommaso 112 Valentini, Fernando 47 Vicoli, Maurizio 6 Zanella, 107 Valentini, Giovanni 28, 75 Vinci, Cesario 128 Zara, Emilio 6 Valentini, Michele 28 Vinciguerra, Anna Maria 94 Zavattaro, Francesco 6 Valentini, Nicola 28 Vinciguerra, Simona 62 Zelli, Auro 89 Valentini, Nicola 47 Vitale, Franco 116 Zerra, Michele 39 Valentini, Nicola 59 Vitelli, Marcello 18 Zillotti, Domenico 67 Valentini, Romano 66 Zucaletti, Giulio 127 Vanoni, Ornella 32 W Venditti, Franco 119 Wilhelm Celenza, Susanna 78 Ventrella, 83 Williams, Robin 74 Ventura, Roberto 18 Wolf, Nero 23 Verna, Giuseppe 128

165 Gli autori ringraziano per la collaborazione Fabio Mascio per le foto del mese e della copertina, Osvaldo Santoro e Francesco Michele Scafetta per le denominazioni dei Santi in vastese,

Un grazie particolare a Luigi Murolo per il prezioso apporto nell’elaborazione del glossario, alla Polizia di Stato nella persona del Dirigente del Commissariato, dott. Cesare Ciammaichella, all'Arma dei Carabinieri nella persona del Comandante della Compagnia, Cap. Giuseppe Loschiavo e al Sig. Antonio Petruzzelli.

Il materiale storico-fotogra!co è tratto dalle collezioni Calvano e Tagliente, Beniamino Fiore e Giacomo de Crecchio.

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