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GLI SPETTACOLI l’Unità2 7 Mercoledì 12 novembre 1997 La Ninchi Ave Ninchi nella trasmissione è morta ieri enogastronomica «A tavola alle sette» a Trieste alla quale collaborava Soffriva Luigi Veronelli che fece con lei 12SPE03AF03 da anni anche «Buonasera con...» 2.33 di diabete In alto a sinistra 11.0 l’attrice A dicembre con Pippo Baudo durante avrebbe le prove di «Canzonissima» compiuto edizione 1972 83 anni Cinema, tv, lo con Antonella Steni e Sandra Mondaini, che si chiamava “La mi- operetta e ni-donna”. Lei faceva una battuta teatro: lavorò esilarante, diceva: “Io che tengo la 12SPE03AF02 cosciaforte...”». Eramolto spiritosa,vero,anche con Fabrizi, 2.0 fuoridallascena? 28.30 «Era una persona auto-ironica, Totò, De Sica davvero». Addio Che sintesi farebbe della sua Addio e la Magnani carriera? «Beh, ha avuto la gioia di lavorare coi più grandiattori d’Italia,conTo- tò...eradesideratasianeglispettaco- lidirivistacheinquelliseri,anchela figlia recita, ha cominciato a recita- renellostabilediCatania». D’altronde anche Ave era attri- ce di famiglia, i cugini Carlo e An- Nonna Ave nibale,seliricorda? Nonna Ave «Carlo Ninchi era un grandissi- mo attore, agli inizi del cinema ita- serafica, paciosa, ci riesce in ma- liano, dagli anni Venti agli anni niera esemplare. Quaranta-Cinquanta, nei film di Con il suo sorriso Non poteva essere diversamente Quando cappa espada faceva la parte del cat- per chi aveva alle spalle anche una tivo, impersonava sempre il catti- solida militanza teatrale. Ottenuto faceva vo». l’Italia usciva il diploma, era entrata nelle com- l’impiegata Cos’altro ricorda dei suoi in- pagnie di Maria Melato, Filippo contriconAveNinchi? Scelzo e Annibale Betrone. Si era «Cantava benissimo. La chiama- cimentata con personaggi della Ave Ninchi è morta ieri nella vano tutti affettuosamente nonna dal dopoguerra commedia goldoniana, passando sua casa di Trieste dopo una Ave, soprattutto Loretta Goggi la anche per la «Mandragora» di Ma- lunga malattia. Soffriva da chiamava così, Loretta aveva un chiavelli. «La mia più grande sod- molti anni di una grave rapporto fortissimo con Ave, un L’impatto era forte, al di là di un’ap- tro come a cinema. Si cominciava a disfazione professionale - raccon- forma di diabete che, negli rapportoquasididevozione». parenza dimessa, irrevocabilmente respirare aria di neorealismo, ma le tava - è legata all’esperienza con ultimi mesi, l’aveva costretta Quand’è stata l’ultima volta normale. Quel corpo grosso, che i ve- prime apparizioni della Ninchi sullo Orazio Costa, quando ho recitato a lunghi ricoveri ospedalieri. IL RICORDO chel’havista? stiti sembravano contenere a stento, schermo furono in commedie che nei “Dialoghi delle carmelitane”. Da qualche tempo era «Tanto tempo fa, s’era ritirata da ispirava al primo apparire simpatia e del nuovo spirito avevano solo qual- Ricordo che fui molto incerta sul- tornata nella sua casa di via moltissimotempo». fiducia, rievocava virtù antiche e fa- che vago sentore. Come «Vivere in l’accettare o no la proposta. Avevo Battisti, in pieno centro Come definirebbe il suo percor- miliari, quasi simbolizzate dai capelli pace», girato da Luigi Zampa nel paura: il pubblico è abituato a ve- cittadino dove era assistita Baudo: «Grande attrice soartistico? raccolti a crocchia sulla nuca. Il sorri- 1947, che pure i critici newyorchesi dermi in ruoli comici, pensavo, se da un’infermiera e dalla «Scompare una grande attrice, so pronto stabiliva un contatto im- accolsero e premiarono come un ca- succede che la gente si mette a ri- figlia Marina, attrice, che ha una caratterista, non è un termine mediato con lo spettatore.Tuttitratti polavoro della nouvelle vague italia- dere mentre recito, cosa faccio? Fu vegliato la madre nelle sue Un fisico prorompente diminutivo, il pubblico la rivedrà che restavano impressi nella memo- na, mentre un giudizio più medi- mio marito a levarmi di dosso i ti- ultime ore. Nata ad Ancona, sempre perché Ave Ninchi ha rap- ria. Ma quello che poi si imponeva, tato lo cataloga come un anello mori: accettai e tutto andò benissi- Ave Ninchi ad appena sette presentato una maschera indimen- era la sua forte personalità di attrice: importante nell’evoluzione verso mo». mesi giunse a Trieste con la e tanta auto-ironia» ticabile». serena, semplicissima, sicura dei pro- la commedia rosa. Due anni dopo Come benissimo andò il suo famiglia. Qui trascorse Oggi non c’è nessuna attrice pri mezzi. Perché un’attrice vera e Luciano Emmer la dirige, assieme rapporto con il teatro leggero, la ri- l’infanzia e l’adolescenza ROMA. Una grande attrice dal fisico Una Caratterista con la “C” che abbia le caratteristiche di Ave versatile è stata Ave Ninchi, nata il 15 ad un giovane Marcello Mastroian- vista, quando Garinei e Giovanni- frequentando dapprima la prorompente, ironica e allegra, che maiuscola. E un sorriso, una risa- Ninchi? dicembre 1914 ad Ancona da una fa- ni (la cui voce sarà doppiata da ni la chiamano come presenza fis- scuola elementare in lingua non si tirava mai indietro. Appas- ta, un ammiccare semplice e in- «Oggi assolutamente no, perché miglia di ricchi possidenti , capace di Sordi), in «Domenica d’agosto», sa al Sistina di Roma in «Un man- tedesca e poi il liceo classico sionata di dialetto e d’operetta, è sieme ricco di sfumature. Massi- lei sommava l’auto-ironia alla sua passaredalteatroalcinema,disvaria- carosello di episodi ambientati nel darino per Teo» accanto a Delia «Dante Alighieri». Dopo il morta proprio nella città dove era mo Girotti, che lavorò con lei pri- fisicità, a teatro il suo fisico prorom- renell’operetta,edicimentarsiconla carnaio di Ostia con l’ambizione Scala, poi a Sandra Mondaini, e conseguimento del diploma, stata bambina e dove, sino alla fine ma nel 1948, sul set di Anni diffi- pente dava un colore particolare a televisione, risultando sempre per- di mettere a fuoco l’identità del . E benissimo fa in si trasferì a Pesaro dove dei suoi anni, aveva potuto vivere cili di Luigi Zampa, e poi in Duel- tutto quello che faceva, la sua è una fetta. Qualcosa, certo, doveva conta- popolino romano appena uscito televisione, prima con «Il Mulino lavorò come impiegata queste due passioni: a Trieste era di- lo senza onore di Camillo Mastro- generazione di attrici che è scom- re il fatto di appartenere ad una dina- dall’incubo della guerra. del Po» e «Le anime morte», e nel all’Ina. Poi, nel 1935, ventata presidente della associazio- cinque l’anno dopo, ha detto ieri parsa: Ave Ninchi, Giusy Raspani stia di attori di teatro tra i più seri ed Sui set di quegli anni conosce 1972 con «Le sorelle Materassi», ri- l’iscrizione all’Accademia ne «Armonia» per il teatro dialetta- sera: «Era davvero una donna Dandolo. Dagli anni Sessanta, in apprezzati, come i suoi cuginiCarloe , a cui resterà sempre duzione del romanzo di Aldo Pa- d’arte drammatica di Roma le, a Trieste aveva interpretato le molto simpatica e allegra. È stata Italia caratteristi non ce ne sono Annibale. Il resto, e non era poco, lo legata da amicizia. E ne «L’onore- lazzeschi, interpretando la figura che segnò la svolta della sua operette che molto amava, e che va- una grande perdita per il cinema più, mentre in America ancora col- aveva fatto l’applicazione con cui si vole Angelina» (che è del ‘47) in- di Niobe in maniera considerata vita. Dopo la morte del lorizzavano la sua capacità di passa- e per il teatro». , tivanograndicaratteristi». era dedicata al mestiere dell’attore, contra di cui con- magistrale. Non si era sottratta ad marito, avvenuta nel 1981 e re dal comico al triste, dalla recita- sua giovane collega ne La sposa LosacheèmortaaTrieste? seguendo i corsi dell’Accademia di serverà un ricordo commosso: esperienze singolari, come la con- un soggiorno di qualche zioneal balloealcanto.NonnaAve, non può attendere di Gianni Fran- «In un certo senso, mi fa piacere ArtedrammaticadiRoma. «Siamo state tanto vicine, ci univa duzione de «Il sabato dello Zecchi- anno a Verona, l’attrice si come la chiamava Loretta Goggi, è ciolini, usa quasi le stesse espres- che sia morta lì. Questa città, che Parlava del suo lavoro con schiet- un profondo affetto». Il cinema le no d’oro» dell’ 88. Era, in fondo, trasferì definitivamente a stata sempre diversa e tuttavia sioni: «Era un personaggio sim- pure ha attraversato grandi dolori, tezza e semplicità. «Noi attori siamo offre anche l’occasione per misu- un modo per affermare, tra tutti Trieste, che considerava la uguale. S’è messa alla prova con l’A- patico, una brava attrice, sempre ma che ogni anno si concede la artigiani - diceva - e quando ottenia- rarsi col talento esplosivo di Totò; quei bambini, un ruolo da nonna, sua città d’adozione. Ed è qui lice di Lewis Carrol, con le operette cordiale». Pippo Baudo, che la fe- spensieratezza con il festival dell’o- mo il successo non è perché la gloria nel 1951 girano insieme «Guardie che sicuramente doveva adorare.E che, domani, si svolgeranno i che ogni anno la portavano proprio ce ballare e cantare negli anni peretta, cui aveva tante volte parte- cihabaciatioppureperchésiamoriu- e ladri» dove ritrova anche Aldo per dispensare anche a quei piccoli funerali. L’attrice sarà poi a Trieste, la città che ha segnato la Settanta, la ricorda «molto dispo- cipato proprio lei, Ave Ninchi. Un sciti a creare un miracolo, ma sempli- Fabrizi; nel 1954 l’occasione è for- aspiranti divi quel sorriso semplice sepolta nella tomba di sua vita; con gli spettacoli televisivi nibile, allegra, molto giovane». luogo dove lei si divertiva, mi sem- cemente perché abbiamo fatto bene nita da «Totò cerca pace». Un’im- e forte con cui aveva saputo con- famiglia a Pomino, vicino come Ieri e oggi,ilGran simpatico, Leiquandol’haconosciuta? bra un segno del destino che sia il nostro lavoro». E lei lo faceva dav- presa non facile, tener testa a quel- quistare la fiducia del pubblico. Firenze. con lo sceneggiato Le sorelle Mate- «L’ho conosciuta appena ho co- mortalì». vero bene. Infatti, si affermò presto, l’esuberante animale da scena che rassi, infine con le rubriche di cu- minciato a fare questo mestiere. Me sul finire degli anni Quaranta, a tea- era il comico napoletano. Ma lei, Giuliano Capecelatro cina insieme a Luigi Veronelli. la ricordo in teatro, in unospettaco- Nadia Tarantini

LA CURIOSITÀ A Palermo un festival di «corti» amatoriali ha fatto il pieno di pubblico Petomani e porno da ridere alla «video-corrida» Roberta Torre fa il bis L’iniziativa, nata per scherzo tre anni fa, è cresciuta: 37 i titoli selezionati e Gianna Nannini in giuria. Ha vinto la romana Rita Rocca. con «Giulietto e Romea»

Dite la verità: che vi fa venire in punto una formula unica: non l’attore-distributore Andrea Occhi- borsa di studio, è stato scelto Anto- A Palermo «Tano da morire» è ancora cult. Nel bene e nel male. mente la parola «vergogna»? Genita- l’ennesimo festival per cineasti pinti, i registi Pasquale Pozzessere nio Aggìca, assistente sociale in Nessuna minaccia mafiosa, come qualcuno ha immaginato, ma li, sudore, cattivi odori, brutte figure, aspiranti, ma uno spazio anarchi- e Franco Maresco, la cantante carcere e autore di Paris Kitsch,che una partecipazione popolare che non si vedeva da tempo. E peli superflui, ditanel naso...Robada co per sfogare ansie di cinema dif- Gianna Nannini. Trentasette i cor- è un simpatico giochetto erotico qualche spettatore - scontento per la brutta figura di Cosa Nostra nascondere o, al limite, da tirar fuori fuse. Chi manda il suo Vhs, spesso, ti selezionati su circa duecento. E il dove un walkman e una C-60 mi- nel film - ha divelto le poltrone di un cinema. Roberta Torre, tra intimi e, appunto, con un po‘ di non ha la minima ambizione di fa- premio (due milioni) è andato a La mano un rapporto sessuale poco comunque, la prende benissimo. Contenta che la sua incursione vergogna. Se è così, non siete tanto re un vero film. «E questo mi pia- valigetta della romana Rita Rocca, gratificante in un albergo di Parigi. dissacrante nel mondo intoccabile dei padrini divida. E così lontani dal vero. Almeno a giudicare ce», dice Roberta Torre. «Penso che una variazione sul tema - tra i più E lei, per la sera dopo, preferisce anche il suo secondo lungometraggio sarà palermitano. Una dai cortissimi che hanno partecipato il festival possa contribuire a rac- ricorrenti - della pedofilia con un ordinare una bottiglia di champa- versione contemporanea dello scespiriano «Romeo e Giulietta» al concorso palermitano «Sessanta contare la realtà». falso prete a caccia di bambini pre- gne vuota. Per farne l’uso che po- con inversione dei sessi e dei ruoli e con attori non professionisti. secondi senza vergogna». Tra sugge- Idea un po‘ voyeuristica che pe- so in giro da due teen agers punk. tete immaginare. E, ovviamente, non è difficile immaginare perché le due famiglie stioni hard, sensi di colpa cattolici e rò funziona. Il livello dei materiali «Probabilmente ha pesato anche la La maggioranza ha inteso il te- sono in guerra. Parlare di «Giulietto e Romea» è ancora petomaniadilagante. non sarà esaltante, ma la gente presenza di una storia, perché alla ma in chiave erotica o scatologica prematuro, ma lei conferma che sarà un musical. «Il successo di Tema alla cinico tv, svolgimento (specialmente giovani) fa la fila fine si va sempre alla ricerca del o ispirata all’universo parallelo Tano si spiega in gran parte con le canzoni di Nino D’Angelo, per spesso prevedibile - ma con qualche per vederli. In fondo è come spiare racconto», commenta Torre. Il pre- della barzelletta spinta. Ma non me è una cifra stilistica». Stavolta, però, non ci sarà una stella dei sorpresa - per lo pseudo-festival in- il vicino dal buco della serratura. E mio speciale Edizioni della Batta- mancano denunce del degrado po- vicoli dietro la colonna sonora. «Vorrei collaborare con un ventato dalla regista Roberta Torre e la partecipazione diventa tifo da glia è andato all’anglo-milanese litico, umano o ecologico (la mat- cantautore italiano, anche se non so ancora chi». Magari Gianna dal giornalista (specializzato proprio stadio, come in una video-corrida Roberta Torre S. Ciprì Lawrence Jacomelli per Fear of the tanza dei tonni di Aspe‘ un minuto) Nannini, che è in giuria al festival? «Potrebbe essere». Un nuovo in «corti») Marco Olivetti. Tre anni dove tutti possono fare tutto. Gli Pillow, tutto costruito sul contrasto e qualche volta c’è un abbozzo di «West Side Story»? No, perché il contesto è troppo diverso, fa, quando la cosa nacque, Roberta anni scorsi andava bene, quest’an- tra adulti guardati e bambini che ricerca stilistica a basso costo con anche se l’amore per il musical di Robert Wise è incondizionato. E era una stimata videomaker, ma do- no è andata benissimo. Sabato sera ventato un evento mediatico. Ma, guardano cose che non si dovreb- frammenti di vero cinema. Mentre se dovesse girarli lei sessanta secondi senza vergogna? «Boh. veva ancora vivere l’exploit di Tano c’è stata anche la festa con le ra- ovviamente, i micro-video hanno bero guardare. Il pubblico, preve- tra le cose sanamente naif si segna- Certo, non la butterei sul sesso, forse me la prenderei con le da morire, il mafia-musical che per gazze della parruccheria e Tano, fatto la loro parte. Magari ingenui dibilmente, ha gradito soprattutto la l’home movie Marino anno uno: parole che ti fanno accapponare la pelle, tipo budget, molti ha rappresentato l’evento ormai una star assoluta, invitato a o cialtroni, spesso costruiti tra Puzzo da morire di Fabio Busetta, un neonato - il figlio dell’autrice? - brainstorming o grazioso». italiano al festival di Venezia. E le cena persino dal sindaco Orlando. amici, solo a volte «pensati». Ep- una cronaca trans-trash della mor- che sputa la pappa. E chi è senza prime due edizioni - «60 secondi Insomma, adesso che Roberta pure valutati da una serissima giu- te di Lady D. e Dodi Al Fayed con vergogna scagli la prima pietra. Cr. P. dalla fine» e «60 secondi trasvesti- Torre la fermano per strada per ria di cui facevano parte i critici sorpresa olfattiva finale. Tra gli au- ti» - hanno permesso di mettere a complimentarsi, il concorso è di- Goffredo Fofi e Paolo Mereghetti, tori siciliani, a cui era riservata una Cristiana Paternò