388 (927) Ricordo Perfettamente Il Mio Tartarino
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ANNO XVI N°927 21 OTTOBRE 2016 RIVISTA APERIODICA RISORSE CONVIVIALI DIRETTA DA E VARIA UMANITÀ ASTEFANO BORSELLI d f ISBSN2279–6924 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiIl Covile Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l’inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila OMAR WISYAM (CLAUDIO DETTORRE) RICORDO PERFETTAMENTE IL MIO TARTARINO Q icordo perfettamente il mio Tar- Quanti sceneggiati della RAI in quegli tarino. Si incarnava nell’immen- anni! Mi pare ovvio anteporre che il palin- R so Tino Buazzelli impersonando- sesto della RAI non offriva solamente fic- ne le disgraziate avventure alpine. Lo sce- tion ma anche varietà, quiz, intrattenimen- neggiato televisivo della RAI fu trasmesso to, informazione, sport, politica, program- in quattro puntate nel settembre del 1968 mi per ragazzi, musica, prosa, balletti, (un anno d’altronde assolutamente tarasco- ecc., tuttavia mi limiterò a quest’unico a- nesco — come pure quelli immediatamen- spetto divagando su poche note. te successivi). Tino Buazzelli era alla vigi- Quando ripenso al periodo che va dai lia del grandissimo successo a cui pervenne primi anni Sessanta (quando iniziai ad esse- come protagonista della serie televisiva trat- re spettatore durante lunghi pomeriggi) a ta dai romanzi di Rex Stout nella parte di quelli del decennio successivo mi vengono Nero Wolfe (una decina di puntate tra il in mente, tra gli altri e alla rinfusa (con 1969 e il 1971), assieme a Paolo Ferrari inevitabili lacune), le quattro serie di Mai- (nella parte del fido Archie Goodwin). gret con Gino Cervi (con rinnovato succes- Il Covile, ISSN 2279–6924, è una pubblicazione non periodica e non commerciale, ai sensi della Legge sull’Editoria n°62 del 2001. ☞Direttore: Stefano Borselli. ☞Redazione: Francesco Borselli, Riccardo De Benedetti, Aude De Kerros, Pietro De Marco, Armando Ermini, Marisa Fadoni Strik, Luciano Funari, Giuseppe Ciro Lomonte, Roberto Manfredini, Ettore Maria Mazzola, Alzek Misheff, Pietro Pagliardini, Almanacco romano, Gabriella Rouf, Nikos A. Salíngaros, Andrea G. Sciffo, Stefano Serafini, Stefano Silvestri, Massimo Zaratin. ☞© 2016 Stefano Borselli. La rivista è licenziata sotto Creative Commons. Attribuzione. Non commerciale. Non opere derivate 3.0 Italia License. ☞Arretrati: www.ilcovile.it.✉ [email protected]. ☞Caratteri utilizzati: per la testata i Morris Roman di Dieter Steffmann e gli Education di Manfred Klein,per il testo i Fell Types realizzati da Igino Marini, www.iginomarini.com ☞Programmi: impaginazione LibreOffice (con Estensione Patina), trattamento immagini GIMP e FotoSketcher. h (2) h so), La donna di fiori (1965), La donna di lo di Luigi Filippo D’Amico con Lando quadri (1968), La donna di cuori (1969) e Buzzanca, Salvo Randone e Gigi Proietti. La donna di picche (1972) con Ubaldo Lay De Il mestiere di vincere (1968), di Gian- ed ancora prima e meglio il suo celeberri- franco Bettetini, il soggetto era di Giorgio mo Sheridan, squadra omicidi, Belfagor il Cesarano, il quale, con Luciano Bian- fantasma del Louvre con Juliette Greco, ciardi, analogamente firmava quello de I lungo l’estate del 1966, Il conte di Monte- Nicotera (1972) di Salvatore Nocita, poi cristo di Edmo Fenoglio, regista di Tartari- da solo quello di Con rabbia e con dolore no sulle Alpi e di varie fiion dell’epoca, (idem) di Giuseppe Fina ed insieme a Gio- La freccia nera (con Loretta Goggi e Aldo vanni Raboni quello de La carriera (1973) Reggiani), I promessi sposi di Sandro Bol- di Flaminio Bollini. I primi anni Settanta chi con Nino Castelnuovo e Paola Pitago- annoverano numerose produzioni televisi- ra (1967), Gli atti degli apostoli di Rosselli- ve della RAI. Non voglio tediare il letto- ni, David Copperfield di Anton Giulio Ma- re, tuttavia dell’inizio del decennio sono jano, La famiglia Benvenuti (due serie tele- da segnalare ancora Papà Goriot (1970), visive) con Enrico Maia Salerno, Valeria interpretato e diretto da Tino Buazzelli, Valeri, Bice Valori e con il piccolo e per un Eneide di Franco Rossi con Giulio Brogi, po’ famoso, ma in seguito famigerato, Giu- A come Andromeda (1972) di Vittorio Cot- sva Fioravanti, Odissea con Irene Papas co- tafavi, La fantastica storia di Don Chisciot- me Penelope, Le mie prigioni e I fratelli te della Mancia con Gigi Proietti, Marco- Karamazov ancora di Sandro Bolchi e poi valdo con Nanni Loy e Arnoldo Foà, La Il circolo Pickwick di Gregoretti (1967), lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza Oblomov con Alberto Lionello, Nando (tra il 1970 e il 1971) di Roberto Rosselli- Gazzolo e Giuliana Lojodice, Luisa Sanfe- ni che firmerà l’anno successivo le due lice, Sherlock Holmes, Il giornalino di Gian puntate rispettivamente di Blaise Pascal e Burrasca con Rita Pavone (1965), I misera- di Agostino d’Ippona, Un certo Harry bili con Gastone Moschin, La figlia del ca- Brent con Alberto Lupo, Le avventure di pitano con Amedeo Nazzari, Resurrezione Pinocchio (1972) di Luigi Comencini con di Franco Enriquez con Alberto Lupo e Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Valeria Moriconi (l’adattamento televisi- Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, I rac- vo dal libro di Tolstoj era di Oreste Del conti di Padre Brown (1970) con Renato Buono), Jeckyll (1969) di Giorgio Alber- Rascel, Il mulino del Po (in due serie televi- tazzi, Francesco d’Assisi di Liliana Cavani, sive, la seconda del 1971), in cui lo stesso Cristoforo Colombo di Vittorio Cottafavi, Riccardo Bacchelli collabora alla sceneg- La coscienza di Zeno (1966) di Daniele giatura con il regista Sandro Bolchi, I D’Anza che l’anno prima aveva firmato Buddenbrook di Edmo Fenoglio, con Va- Questa sera parla Mark Twain con un ricco lentina Cortese e Nando Gazzolo, Le sorel- cast comprendente Paolo Stoppa, Rina Mo- le Materassi di Mario Ferrero (sceneggia- relli, Corrado Pani, Renzo Palmer, Stefa- tura di Luciano Codignola e Franco Mo- no Satta Flores, Ave Ninchi, Nando Gaz- nicelli), Lungo il fiume e sull’acqua con zolo ed altri ancora, Il mondo di Pirandel- Sergio Fantoni, Nicoletta Machiavelli e dIl Covilef N° 927 h (3) h Laura Belli e Il segno del comando, diretto gio di Franti», «Portrait of the artist as da Daniele D’Anza con Ugo Pagliai, Car- Manzoni» e la celebre «Fenomenologia la Gravina e Rossella Falk, trasmesso in di Mike Bongiorno». cinque puntate nella primavera del 1971. Mentre dai Cinquanta che segnano la na- scita della trasmissione televisiva a tutti i Sessanta siamo in presenza, nella fiion, di produzioni mimetiche, di ricalchi lette- rari, di una divulgazione prettamente pe- dagogica che guarda al romanzo classico (Sandro Bolchi ne è figura emblematica ma non certo unica; sue sono le regie di film tratti da Shakespeare, Manzoni, Bac- chelli, De Marchi, Hugo, Arthur Miller, Dostoevskij, Tolstoj), nel decennio succes- sivo si delineano delle linee di fuga, di- verse e divergenti prospettive narrative e in generale si manifestano intuizioni e in- tenzioni meno didascaliche e piú mature e smaliziate consapevolezze sulle potenziali- tà specifiche del medium, intrecciate alle dinamiche del progresso tecnologico in tutti i campi, negli strumenti di ripresa, nella trasmissione del segnale, nelle tecni- che, negli effetti speciali, nel mezzo stesso (l’Italia, per quanto la RAI fosse pronta a Ritornando ai soggetti dei filmati televi- trasmettere a colori già dall’inizio degli sivi di Giorgio Cesarano, Il mestiere di Sessanta, avviò finalmente queste trasmis- vincere, trasmesso nel 1968, mostra le vi- sioni solo dal febbraio del 1977, soprattut- cissitudini di un giovane pugile che per to per contrasti politici sullo standard da vincere e guadagnare molti soldi si piega adottare, mentre Francia, Gran Bretagna ad altrettanti compromessi riscattati nel e Germania Occ. avevano iniziato trasmis- corso di un durissimo match dal quale sioni regolari già nel 1967). uscirà sconfitto. Con rabbia e con dolore, Il ritardo dell’industria culturale italia- soggetto ancora del solo Cesarano, si dipa- na rischia tuttavia di essere ingannevole, na attorno ad un architetto sposato con la qualora non si tenga presente che le rifles- figlia di un imprenditore edile, il quale si sioni di Umberto Eco sulla cultura di mas- rivela uno speculatore senza scrupoli. sa e sul medium televisivo raccolte in Apo- L’architetto, meno spregiudicato, cerca di calittici e integrati apparivano già nel 1964 riportare il suocero alla correttezza, men- mentre nell’anno precedente usciva il Dia- tre si avvicina ad un gruppo di giovani che rio minimo che includeva tra l’altro «Elo- 21 Ottobre 2016 Anno XVI h (4) h si battono contro la destinazione d’uso di soluta e sconvolgente, quanto egli pure alcuni edifici, attratto anche da una ragaz- vivesse un mutamento decisivo, tanto za del collettivo. In questa trama, scritta piú destabilizzante perché sopravve- nel 1971, Cesarano riprende qualche nuto in qualche modo di sorpresa. spunto dal romanzo I giorni del dissenso, Cioè il tema portante del romanzo e dei specialmente nel rapporto non facile tra soggetti per la tv. Ranieri fotografa quello un professionista quarantenne e la gioven- che appare come l’istante del primo incon- tú contestatrice, in particolare verso la ra- tro con Cesarano (un’immagine invernale gazza, nel tentativo di stabilire un vero perché lo scrittore indossa un montone): contatto reciproco. Anche in I Nicotera, Indelebile per me rimane il ricordo scritto con Luciano Bianciardi, lo sceneg- di aver veduto in mano a Giorgio, av- giato, in cinque puntate, mostra le tensio- volto e quasi celato da un fascio di ni familiari e sociali di quegli anni attra- giornali che regolarmente l’accom- verso lo spaccato di una famiglia siciliana pagnava il Traité di Vaneigem, nella immigrata nella periferia milanese, soprat- prima storica edizione Gallimard. tutto attraverso le diverse scelte compiute Da questo momento nel resoconto di Ra- dai figli dell’operaio specializzato Salvato- nieri i due rivoluzionari subiscono un con- re.