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DAVID BOWIE UT GRYPHON

MAT2020 - n°29 Gennaio 2016 MAT2020 MAURO MARTELLO VINCENZO ZITELLO Gennaio/Febbraio 2016 Prima uscita di MAT 2020 nel 2016 segnata, come tutti i contenitori musicali, dalla scomparsa di David Bowie. Francesco Pullè, recensendo a fine dicembre “Blackstar”, non aveva certamente pensato ad un epilogo così drammatico, ed ora il suo articolo descrive l’eredità lasciata al mondo da uno dei grandi della storia del rock. Copertina obbligata! Ma è tanta la “bella materia” presente in questo nuovo numero. Partiamo dalla creazione di una nuova rubrica che mischia la musica al sociale, quella affidataCarlo a Bi- sio, uno spazio in cui si utilizzerà il mondo dei suoni per disquisire sull’argomento “sicurezza” sul lavoro, materia di cui Bisio è esperto e che rappresenta un serio problema, spesso affrontato in modo errato: MAT 2020 - MusicArTeam racconta... parlarne potrebbe significare dare un piccolo contributo alla causa. [email protected] Non ci sono concerti nuovissimi da descrivere, ma la new entry Antonio Pellegrini racconta di un vec- chio live del 2011, quello che vide protagonista Paul McCartney a Milano, e Michelangelo Lucco ci Angelo De Negri regala un fantastico articolo legato ad una band “antica” ma da riscoprire, iGryphon: un po’ di storia, General Manager and Web Designer descrizione di una recente performance inglese ed esaustiva intervista ai fondatori della band. Sono invece molti i commenti alle nuove uscite discografiche, e al già citato “Blackstar” si uniscono gli Athos Enrile album del flautista Mauro Martello - articolo a quattro mani di Edmondo Romano e Athos Enrile -, 1st Vice General Manager and Chief Editor quello degli Arti & Mestieri - di Gianni Sapia -, il primo “solo” di Elisa Montaldo - di Gianmaria Zanier, anch’esso nuovo entrato -, il ritorno all’opera rock degli UT NEW TROLLS - con sostanziosa intervista di Massimo ‘Max’ Pacini Athos Enrile a Gianni Belleno e Maurizio Salvi - e la proposizione dell’LP “The TRIP live ‘72”, un reperto documentale che riporta ad un concerto che vide il gruppo di Joe Vescovi suonare al Piper di Roma. 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster Molte le novità di Lizard Records, etichetta “progressiva” per eccellenza, raccolte in sezione apposita. Franco Vassia intervista per MAT2020 Vincenzo Zitello, un polistrumentista che presenta la sua musica Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello contaminata e affascinante. Administration Importanti i due reportage fotografici, il primo diFrancesco Pullè che ha immortalato un concerto bolo- gnese della Ian Anderson Band, e quello di Oriano Ficco che, presente a New York, ci regala la testimo- Web Journalists: nianza di quanto accaduto davanti alla casa di David Bowie nei giorni successivi alla morte. Carlo Bisio Spazio simbolicamente importante quello che descrive la Greg Lake’s Honorary Degree consegnata dal Oriano Ficco Conservatorio Nicolini di Piacenza, con la possibilità di accedere al video della cerimonia, avvenuta in remoto, ma con Greg collegato all’evento: santa tecnologia! Michelangelo Lucco E veniamo alle rubriche: Maurizio Mazzarella Maurizio Mazzarella, nel suo angolo metal ci descrive il Il progettoNERO ALCHEMIST, mentre Riccardo Antonio Pellegrini Storti riesuma un Alan Sorrenti post “Aria”. Francesco Pullè Mauro Selis, nel suo “spazio psicologico”, termina il racconto iniziato lo scorso numero: sempre interes- Edmondo Romano santi i suoi percorsi tra musica e mente. Gianni Sapia Ma Selis ci regala anche ciò che nessuno ha mai pensato mai di fare, ed inizia ad analizzare il prog prove- Mauro Selis niente da un luogo a cui difficilmente si associa l’argomento musica - men che meno in questo periodo Alberto Sgarlato -, il Medio Oriente. Lascio per ultimoAlberto Sgarlato perché oltre ad occuparsi di uno dei dischi che hanno segnato la sua Riccardo Storti esistenza, il favoloso “The House on the hill” degli Audience, propone un’interessante panoramica su 40 Franco Vassia anni di rock progressivo, partendo però dal 1975, anno in cui in molti ritengono superato il momento Gianmaria Zanier d’oro. Dice Sgarlato: “40 titoli, uno per gruppo, uno per anno, vengono qui telegraficamente menzionati e riscoperti, per far tornare a chi ha rinunciato al rock progressivo la voglia di riscoprirlo”. MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. Un altro grande numero per iniziare bene il 2016, un’altra puntata completamente gratuita. Roba da matti!

Ultima ora: mentre il numero di MAT2020 è pronto per l’uscita giunge la notizia di un’altra perdita do- lorosa, quella di Paul Kantner, di cui parleremo prossimamente.

2 3 sommario MAT2020 - n° 29 Gennaio/Febbraio 2016 56 Paul McCartney 66 Jethro Tull Rock Opera

L’immagine di copertina: LAFAYETTE STREET 285, New York City, 11 gennaio 2016, poche ore dopo la notizia della morte di DAVID 76 BOWIE, lo scatto diORIANO FICCO davanti all’abitazione dall’artista. Arti & Mestieri 82 40 anni di Rock Progressive In questo numero: (click sul titolo per andare alla pagina) 92 Novità Lizard Records Lafayette Street 285, NYC 6 98 Elisa Montaldo MEDIO ORIENTE 1° PARTE: 10 LIBANO E SIRIA “BLACKSTAR” David Bowie Le Rubriche di MAT2020 (click sul titolo per andare alla pagina) Mauro Martello 14 New Millennium Prog Metalmorfosi a cura di Mauro Selis a cura di Maurizio Mazzarella MEDIO ORIENTE 1° PARTE: NERO ALCHEMIST Vincenzo Zitello 24 LIBANO E SIRIA 20 30 29 The Trip Once I wrote some poems Careful with that axe, Eugene a cura di Alberto Sgarlato a cura di Carlo Bisio AUDIENCE ATTENTO CON QUELL’ASCIA: “ E’ ” UT 34 THE HOUSE ON THE HILL 40 42 UN TEMA UNIVERSALE

Gryphon Live 46 Psycomusicology Gioielli Nascosti a cura di Mauro Selis a cura di Riccardo Storti CHIUDENDO LE PORTE ALAN SORRENTI Greg Lake 54 DELL’INFERNO pt. 2 58 80 SIENTIME, IT’S TIME TO LAND 4 5 11 Gennaio 2016 - NEW YORK, Lafayette Street 285 Foto di Oriano Ficco

6 7 8 AREA © Valter Boati 9 Quando Francesco Pullè, autore dell’articolo a se- diventa il pezzo pregiato della sua eredità, per- guire, ha inviato il suo commento al nuovo album ché l’associazione tra musica e dramma provoca di David Bowie, uscito nel giorno del suo sessan- una solennità che avvolgerà per sempre il disco tanovesimo compleanno, il pensiero era rivolto di commiato. David Bowie al futuro, perché progettare nuovi dischi di que- sti tempi non è cosa per tutti, perché il suo reale Pullè ne parla in termini entusiastici, e il suo giudi- stato di salute non era conosciuto dalla massa, zio è scevro dall’influenza che può accompagnare perché 69 anni sono ormai età da giovanotto e la morte di una star il cui valore è universalmente perché… Bowie è Bowie! conosciuto, essendo uno scritto antecedente alla prematura dipartita. “Blackstar” era sembrato un punto di partenza, una energica spinta verso un nuovo percorso, Un obbligo dedicare a Bowie la copertina di magari costellato di live promulgativi, e invece MAT2020. BLACKSTARdi Francesco Pullè

Confesso: da sempre provo una certa idiosincra- ra d’arte evocativa come questa. sia, quando non una vera e propria avversione, per quei temi soprannaturali così evocati in que- Ebbene sì: opera d’arte nell’accezione più com- sti giorni a proposito del video di Blackstar. piuta, perché qui abbiamo tra le mani non solo una tessera chiave del puzzle Bowie, ma soprat- Non indugerò quindi sui solitari lumi di Ormen, tutto uno di quei rari album che magari non as- i pentacoli, l’occultismo for dummies e tutto il surgono allo status di capolavoro universalmente cascame crowleyano di cui sopra, con cui peral- riconosciuto ma che, conciliando spirito dei tem- tro il duca ha già flirtato più volte in passato e pi e Weltanschauung dell’artista, riescono a con- di cui tanti esegeti dell’ultima ora sproloquiano ciliare mestiere e sperimentazione dando vita a su magike conserterie web e social, e cercherò di una scheggia di musica definitiva ed irripetibile. soffermarmi principalmente sullo specifico musi- cale, anche se qualche aggettivazione esoterica 7 tracce, 7 lenti di un caleidoscopio sound & vi- sarà inevitabile nel tentativo di decifrare un’ope- sion che distrugge e ricompone senza posa ric- 10 11 per la cronaca includerebbe Low, Aladdin Sane, 40 minuti d’altissima scuola, roba che tanti gran- Station To Station, Hunky Dory, Ziggy Stardust e di d’oggi (mettiamo uno ) e di ieri Let’s Dance). (mettiamo un Peter Gabriel) venderebbero un rene ed una gamba per pubblicare domattina, e ★ Salutiamo quindi come un assoluto Mei- una volta tanto si può condividere l’antico adagio sterwerk che riasfalta le strade perdute già per- che saluta ogni novità di casa Bowie come “la sua corse dallo Scott Walker più spericolato, dai Ra- miglior uscita da Scary Monster”. diohead più coraggiosi, dalla tradizione più illuminata e dall’electronica più raffinata, con Standing ovation! una generosa dose di autoreferenzialità mai gra- tuita.

di Alberto Sgarlato

chissimi tableaux sonori. scippati all’humbucker del Fripp berlinese. Colpisce al cuore come un sortilegio l’ossessiva Questi sono brani che sparano in orbita la quin- cadenze spettrale e spiritata della suite omoni- tessenza del genio bowiano come non accadeva ma, l’imprescindibile moloch che domina questi da decadi e collocano il nero stellone nell’olimpo solchi, col suo incedere rituale tra sincopate fa- discografico dello starman. scinazioni negromantiche, un intermezzo di lirico e l’infinita chiusa elegiaca e sciamani- La produzione, coadiuvata dal solito Visconti (si ca di fourth world music in putrescenza. vocifera di una forte influenza dell’ex LCD Soun- dsystem James Murphy, poi accreditato solo Ma di grandissimo impatto sono anche le altre 6 come percussionista in un paio di canzoni), è sorelline minori: c’è la teatralità dark e ipnotica un’alchimia mirabile di archi (raramente ne ho di Lazarus, ci sono i nuovi trattamenti a suon di sentito un uso così raffinato), fiati, pad polifoni- spallate drum ’n’ bass e virate jazzy per la cruda ci, modernissimi ingranaggi ritmici sabotati da PS: alla luce dell’improvvisa scomparsa di Bowie, un aspetto lacerante e definitivo, donando a que- Sue (Or In A Season Of Crime) e di ritmiche hip frammenti glitch e tutto il mestiere e la tradizio- mentre MAT2020 va in “stampa”, questo album sto lavoro lo status di supremo congedo dal reale hop e sax free jazz per Tis A Pity She Was A Who- ne dell’artigianato classic rock a stratificarsi su assume una valenza ancor più mitica e, passato il di chi ha sempre annusato, con talento, lucidità re, e poi il flusso di coscienza sensuale vomitato ogni benedetto channel strip. pathos di queste ore, sarà da rileggere con atten- e coraggio, l’orizzonte degli eventi con largo an- tra neologismi di drughi kubrikiani e slang Pola- zione in chiave simbolica, tragica, visionaria, qua- ticipo. ri, un tempo codice della comunità gay londine- Anche la parola scuote, e provoca, e ferisce, e si profetica. Il suo essere così pervaso di umori ★ se, di Girls Loves Me, il sogno bucolico infranto squarcia la tela del reale con la violenza del non cupi e malinconici, i suoi riferimenti apocalittici a diventa così il degno testamento artistico di declinato in blue-eyed soul dalla ballata Dollar detto, dell’eluso, del sussurrato, in un lavorio di morte, guerra e drammi esistenziali, la sua fram- un musicista unico che, dalle ballate spaziali ai Days, prima che si chiuda il sipario sulla melodia sottrazione sul verbo che riesce a rappresentare mentazione melodica, quei suoni così stratificati, fasti glam, dal white soul al krautrock, dal funky killer di I Can’t Give Everything Away, seducen- il mistero, il furore e l’ossessione con l’algida e proteiformi, sfuggenti ed elusivi che lo attraver- all’ambient, dall’elettronica all’art-dance, ha sa- te ed irrisolta, che deraglia in un intenso break perfetta essenzialità di una degenerata medita- sano, e quella mistica escapistica ed escatologica puto cristallizzare e spesso dettare i suoni di mez- sassofonistico (l’estrazione jazz di gran parte dei zione zen. da cui è pervaso, ora che emergono i dettagli dei zo secolo come pochi altri. musicisti coinvolti è decisamente l’elemento che Da bowieologo dilettante, ma di lungo corso, io 18 mesi di battaglia contro il cancro, assumono maggiormente contribuisce all’originale groove colloco senza dubbio questa inattesa supernova di Blackstar) e sfuma su uno sciame di fraseggi nella mia personale lista di titoli intoccabili (che Ciao David, grazie. 12 13 vive di orchestrazioni e temi precisi (forse è pur essendo realizzati con grande rispetto più giusto dire che viveva… oggi purtroppo si e attenzione, non del tutto indispensabili. A MAURO MARTELLO tende sempre più ad utilizzare la musica da mio avviso l’intera orchestrazione solo acusti- film solo come lungo, onnipresente tappeto). ca avrebbe avuto maggiore forza. Scritto sotto lo stimolo di un’altra arte, come Mauro Martello da voce all’aspetto “maschi- avviene spesso per un compositore, Martello le” del suo suono nei brani condotti dal du- è in questo caso guidato dalla pittura, ed in duk armeno, uno degli strumenti più profondi “Sul punto di particolare da quella toccata dalla collabora- ed affascinati esistenti al mondo. zione decennale con il gallerista Marco Gol- din. Quindi musica che accompagna le mostre Le tracce più interessanti sono racchiuse nella curate da Goldin non solo nelle immagini ma potente “La mareggiata delle stelle”, l’appas- essere altrove” anche nei contenuti, nei testi e nelle rappre- sionata “Il vento caldo della sera”, il bel tema di Edomondo Romano sentazioni teatrali che ne scaturiscono. Difatti di “Volti nascosti”, la verticale “Armenian dre- le tracce sonore del CD sono immagini, visibili am”, le piacevoli cadenze di “Scie infinite in nel ben curato libretto dalle foto di Daniela ogni sera”, il delicato finale di “Sul punto di Barone, foto a mio avviso ben focalizzate sul- essere altrove”. lo stile della costruzione musicale. Come sempre consiglio di ascoltare anche Il suono del flauto di Martello è classico ed è questo lavoro con la dovuta attenzione e presente in quasi tutte le composizioni come lentezza, nella propria stanza, rilassati… ogni assoluto solista, suono classico che si perpe- Cd è frutto di creatività e tantissima, tantis- tua nelle esecuzioni dei brani d’ispirazione sima cura e fatica; l’ascolto in auto o dalle britannica e mediorientale e nei suoni acusti- tremende “cassine“ del portatile o mentre si ci dei suoi collaboratori: Alessandra Scatola, fa dell’altro non potrà mai e poi mai cogliere violino; Michele Sguotti, viola; Laura Balbi- nessun sfumatura del percorso di un artista, e not, violoncello; Luisa Neve, pianoforte; Al- se è vero che la bellezza salverà il mondo, cer- berto Caltanella e Dario Massaggia, chitarra chiamo di rispettarla nel migliore e più sem- acustica; Federico Zugno, fisarmonica. Fede- plice dei modi… dedicandole il giusto spazio, rico Pelle, oltre ad essere il tecnico del suo- basta solo passare meno tempo davanti a Fa- no dell’intero lavoro, cura anche la parte dei cebook! suoni addizionali (campioni orchestrali nella maggior parte dei casi), forse, a mio gusto, Buon ascolto.

Questo breve articolo è scritto da un musici- conduttori comuni per comprendere la musi- sta che ha iniziato a suonare i flauti da bam- ca di Mauro Martello direi che sono molti. bino, che compone musica per teatro e mo- Il Cd “Sul punto di essere altrove” di Mauro stre pittoriche, che ha militato nel mondo Martello è un lavoro strumentale delicato, progressive, che suona il duduk armeno, che eseguito con l’utilizzo di strumenti acustici e ama la musica del ‘700, la tradizione irlandese non, scritto in stile classico, con attenzione e si nutre di moltissime colonne sonore… i fili anche al mondo della colonna sonora che 14 15 tori d’Italia). Sono stato subito invitato a par- lizzare. Non una nota in più né una in meno. L’intervista tecipare alla registrazione del cd e a suonare Nel 2010 ho registrato, con il gruppo (ancora Chi ha partecipato alla realizzazione del tuo di Athos Enrile nei concerti. Mentre continuavo con i miei attivo) dei Sidera Noctis, un altro CD nel qua- progetto? soliti concerti classici (ormai stavo -abban le ho composto gran parte delle musiche. Mi racconti qualcosa della tua storia artistica, donando gli strumenti d’epoca) incontrai, Oltre a questo ho partecipato a decine di Questo è un aspetto che mi piace molto! Io dalle origini sino ad oggi? nel 2005 il duduk, il millenario strumento pubblicazioni discografiche: musica classica, insegno musica in una scuola media di Me- armeno. Ed iniziai a studiarlo approfittando contemporanea, per balletto, cantautorale, stre. E mi è venuta l’idea di far suonare nel Credo di aver deciso di diventare musicista dei corsi che il grande virtuoso Dabaghyan progressive, d’autore… disco dei miei ex alunni, ora affermati mu- dopo aver conosciuto la mia insegnante di teneva a Venezia. Nel 2008 Donella mi chia- sicisti professionisti. Così ho chiamato Ales- musica della scuola media. All’inizio ricordo mò perché Alfredo Tisocco aveva deciso di Che cosa contiene il disco? Mi spieghi il titolo? sandra Scatola al violino e Michele Sguotti che volevo diventare organista. Poi, non so ricostituire il gruppo del Opus Avantra ed alla viola. Ma la cosa stupenda è che al pia- come, ho iniziato a studiare il flauto, ma non entrambi mi volevano nella formazione. Con La quasi totalità dei brani è stata composta noforte suona Luisa Neve, grande pianista ero del tutto convinto. Ero rapito dall’Ham- i “nuovi” Opus andai in tour in Giappone per gli spettacoli delle presentazioni delle e mia ex insegnante di musica delle medie, mond di Emerson e da quello del mio concit- (suonando anche al Club Città di Tokyo, vero grandi mostre d’arte di Marco Goldin. Ad senza la quale non sarei mai diventato musi- tadino Tony Pagliuca. Poi a Mestre vennero tempio del progressive mondiale), Europa e ispirare ogni brano ci sono quadri, poesie, cista. E poi ci sono altri meravigliosi musici- a suonare gli Osanna che portavano in tour Italia. Bellissima esperienza e per me parti- lettere di grandi pittori. Dietro ad ogni pezzo sti come ad esempio Alberto Caltanella, uno Palepoli. In Quella occasione rimasi folgora- colarmente gratificante perché, finalmente, c’è una suggestione artistica. dei migliori chitarristi acustici che abbia mai to dal flauto di Elio D’anna e decisi che sì, potevo suonare il mio primo amore musi- Il titolo è tratto da una frase di un lavoro te- potuto ascoltare. Federico Zugno, un giova- il flauto sarebbe stato il mio strumento. Fui cale: il progressive. In quel periodo iniziò atrale proprio di Goldin. Venne pronunciata ne fisarmonicista dal talento sorprendente e ammesso al Conservatorio di Venezia nel anche la collaborazione con il critico d’arte da Paul Gauguin quando si trovava in Poli- di grande espressività. Al violoncello poi c’è 1973. In quel periodo suonavo nei gruppi e organizzatore di grandi mostre Marco Gol- nesia e vuole esprime un senso di inadegua- l’eclettica Laura Balbinot, in grado di spazia- rock locali, ma a partire dal 1976 iniziai a se- din. Per lui ho composto molte musiche per tezza, l’imbarazzo di trovarsi con il corpo nel re tra tutti i generi. E il mio vecchio amico guire esclusivamente la musica che mi veni- i suoi tour di presentazione, nei più grandi posto sbagliato, mentre la mente sogna altri Dario Massaggia ancora alla chitarra acusti- va proposta in conservatorio e mi innamorai teatri del nord Italia, delle sue mostre. orizzonti. ca. E così via. perdutamente di Bach. Dopo il conservatorio Dal 2013 ho iniziato a suonare con i Lincoln iniziai a dedicarmi all’esecuzione della musi- Quartet. Una formazione che suona reper- Le sedici tracce che proponi sono strumenta- La tua estrazione è di tipo classico: sei aperto ca antica, in particolare del 1700, eseguita torio Jethro Tull, spesso con lo stesso Clive li, ma il booklet contiene immagini e frasi che ad ogni tipo di contaminazione? su strumenti d’epoca. Contemporaneamen- Bunker, primo batterista dei Jethro. aiutano a descrivere il tuo mondo: come hai te iniziai a suonare con Donella Del Monaco realizzato l’artwork? Certo! Sono un musicista “bastardo”. Mi pia- (all’epoca ex Opus Avantra) che portava in A chi ti sei ispirato? Esiste qualche musicista ce passare a tutti i lati oscuri della forza. Che giro un bellissimo spettacolo con le musiche che ha condizionato pesantemente il tuo per- Questo è un grande regalo che ho avuto at- poi, nella musica, sono tutti lati luminosi. “da battello” del ‘700 veneziano. Negli anni corso? traverso Facebook (che non è sempre solo ’80, eravamo tra i primi in Italia a suonare utile al cazzeggio…). Avevo chiesto alle mie Pregi e difetti del lavoro in studio e dei con- su copie di strumenti antichi e le richieste di Qui fatico a rispondere, perché sono davvero amicizie virtuali qualche idea riguardo alla certi: dove ti trovi maggiormente a tuo agio? concerti erano davvero molte, tanto che a tanti. In ambito classico il mio punto di rife- copertina ed è corsa in mio aiuto Daniela volte eravamo costretti a rifiutarle. Fino alla rimento come flautista è stato sicuramente Barone, una visual artist romana di grande Mi piacciono entrambi. Mi piace progettare fine degli anni ’90 la mia principale attività è Rampal. Come compositore sono certamen- talento, che mi ha offerto di utilizzare le sue il lavoro discografico fin nei minimi dettagli. stata suonare il repertorio barocco con flauti te influenzato dai grandi classici del ‘700, in immagini. Così ho potuto scegliere le più Naturalmente poi, in studio, vengono cam- d’epoca. A partire dai primi anni 2000 sentii particolare Vivaldi, ma anche dalle atmosfe- adatte tra le migliaia di foto (che spesso ri- biate molte cose, ma non mi piace lasciare l’esigenza di fare qualcosa di nuovo. Ripresi re irlandesi. Spesso però noto in me potenti tocca dato che è anche pittrice) che mi ha nulla all’estemporaneità. Per lavorare ad un i contatti con Donella Del Monaco che stava influenze del grande Ennio Morricone. proposto. In alcuni casi ha realizzato espres- disco è però fondamentale avere un fonico ultimando un bellissimo disco intitolato “Ve- samente l’immagine. Come ad esempio in di fiducia. Io sono molto fortunato perché ho netia et Anima”. Lei aveva scritto i testi sulle Ho tra le mani il tuo album, “Sul punto di es- “Griet”. Si tratta del personaggio del famo- trovato Federico Pelle, del Basement Studio musiche di Paolo Troncon che all’epoca era sere altrove”: esistono precedenti episodi di- so dipinto di Vermeer, “La Ragazza con l’O- di Vicenza. È un professionista di rara com- Direttore del Conservatorio di Vicenza (ora scografici? recchino di Perla”. Qui Daniela stessa si è petenza e con un gusto estetico incredibile. dirige quello di Castelfranco ed è presidente fotografata reinterpretando il personaggio. Ha anche arricchito in alcuni pezzi il mio CD del comitato di tutti i direttori dei conserva- Questo è il primo disco interamente mio. E’ Quindi, per ogni brano c’è un’immagine. Il con suoi interventi di arrangiamento. E poi è esattamente quello che avevo in testa di rea- tutto curato dalla stessa Daniela Barone. simpatico, ti sostiene con il suo entusiasmo 16 17 e se deve dirti: “Mauro, ‘sta cosa fa schifo”, dia. Racconterò fatti e situazioni scolastiche te la dice. in una serie di quadri satirici. Sarà un mo- Mi è capitato, nei progetti non miei, di im- nologo con i musicisti in scena. La colonna provvisare in studio, perché così mi era stato sonora del tutto sarà principalmente proprio richiesto, ma poi, se qualcosa non mi garba, la musica di questo disco. In questo modo la la voglio rifare e rifare ancora. Quindi alla mia musica avrà una visibilità che andrà ol- fine non so se si può parlare davvero di im- tre la tradizionale collocazione concertistica. provvisazione. Questo è quello che spero ovviamente, ma Per quanto riguarda i concerti sarò breve: sono ottimista. non scenderei mai dal palco e sono sempre molto grato al pubblico per il tempo e l’at- Che cosa c’è nell’immediato futuro di Mauro tenzione che mi dedica. È sempre un grande Martello? regalo per noi umili pifferai. Oltre al lavoro nella dimensione teatrale so- Una curiosità: come collochi Ian Anderson pra descritta e concerti “normali”, sto com- nell’universo dei flautisti, mischiando rock e ponendo per il tour che mi vedrà in scena, classicità? a metà primavera 2016, ancora con Marco Goldin in importantissimi teatri, per la pre- La quasi totalità dei flautisti classici con cui sentazione della mostra che partirà in otto- ho avuto modo di parlare, ha una grande bre a Treviso. Sarà una grande produzione: ci ammirazione per Ian Anderson. C’è poco da saranno attori ed una grande orchestra d’ar- fare… il flauto rock è lui. E se vuoi fare rock chi. Non vedo l’ora! col flauto devi fare “alla Ian Anderson”, al- trimenti è meglio lasciar perdere il flauto ed imbracciare una Stratocaster. Ha inventato uno stile e per questo è stato un genio. Ogni volta che viene in Veneto lo vado a sentire ed è sempre una grande emozione. Per la verità da vari anni ha cambiato modo di suonare. Ora è molto più “pulito” e classicheggiante. Devo dire che lo preferivo prima, quando sul palco era selvaggio e pirotecnico, ma da lui c’è sempre da imparare.

Come pubblicizzerai “Sul punto di essere al- trove”?

Oltre ai live, internet, la stampa, eccetera (il cd è già stato presentato ufficialmente al Teatro Comunale “Del Monaco” di Treviso, esaurito in ogni ordine di posto, il 16 dicem- bre scorso a cui è seguito un bell’articolo sull’edizione veneta del Corriere della Sera, che puoi vedere sul mio profilo FB), sto la- vorando ad un progetto singolare per pro- muovere il disco. Si tratta di uno spettacolo teatrale nel quale io farò quello che sono: un insegnante di musica di una scuola me- 18 19 New Millennium Prog Amadeus Awad’s Eon il Progressive del terzo millennio Parallelamente alla carriera solistica, il a cura di MAURO SELIS valente compositore libanese nel 2014, con [email protected] la sigla Amadeus Awad’s Eon, ha dato alle stampe un lavoro, “The Book of Gates”, in collaborazione con il vocalist connazionale Elia Monsef (Ostura) sempre presente - tra l’altro - anche nelle sue uscite solistiche. Il Medio Oriente 1° parte: Il disco è un concept album suonato benissimo, di matrice Metal Prog orchestrale, con tematiche d’ispirazione mitologico- storica con protagonisti Re, Regine, Dei e Sacerdoti, alle prese con tradimenti, profezie e vendette. DopoLibano aver esplorato, attraverso un lungo e tour, i Siriaterritori del Centro e Sud America, Tra gli ospiti da citare la partecipazione analizziamo una zona che fa parlare più per aspetti politico-bellico terroristici che per tastieristica di Kevin Moore (Osi ,Chroma Key, ragioni musicali: Il Medio Oriente. ). Il termine Middle East fu introdotto dagli Inglesi dopo la prima Guerra mondiale per indicare quegli Stati nati dalla dissoluzione dell’Impero Ottomano, dall’Egitto al Golfo Persico. Gli archeologi utilizzano il più appropriato termine Vicino Oriente per indicare le regioni storiche dalla Palestina alla Siria, fino all’Iraq e all’Iran, oltre che per l’Egitto. Link utile: BANDCAMP POWER PROG In questa prima puntata ci recheremo - virtualmente giacché sarebbe assai pericoloso farlo in realtà - in Libano e Siria. Album consigliato: The Book of Gates (2014) Amadeus Awad Rabih Abdou-Khalil Amadeus Awad (1978) il cui nome autentico è Rabih Abou-Khalil non è propriamente Ahmad Awad è un chitarrista polistrumentista e un musicista progressive, seppur alcuni compositore libanese, artista fondamentale per brani che ho ascoltato siano molto vicini a la scena mediorientale. questo mondo, ma in questa sede desidero Dopo aver suonato in molte cover band, nel nominarlo ugualmente in quanto artista di 2010 ha iniziato una carriera da solista che lo grande perizia tecnica. ha portato a far uscire sul mercato discografico Questo compositore-strumentista è nato a tre interessanti lavori in cui troviamo come ospiti nomi altisonanti del Prog - e non solo– Beirut nel 1957, ma dal 1978 vive in Germania internazionale, come i batteristi e in Francia. (, Osi, ) e Marco Nella sua lunga carriera iniziata Minnemann (, Steven Wilson, The discograficamente nel 1981 ha spesso Aristocrats) o i cantanti mescolato musica araba tradizionale con il (The Gathering, , The Gentle Storm) jazz, il rock e la musica classica. e Mark Boals (Yngwie Malmsteen, Labyrinth) Nove sono i suoi album nel terzo millennio ove o il cantante polistrumentista olandese Arjen suona tra l’altro anche l’oud, uno strumento a Lucassen (Ayreon, , Stream of corde fretless, simile al liuto europeo. Passion). Il suo genere è più orientato al prog metal ma non disdegna passaggi sinfonici. Link utile: PROGSPHERE Link utile: MYSPACE Album consigliato: Death Is Just A Feeling (2015) Album consigliato: Death Is Just A Feeling (2015) 20 21 Wasaya Gene Wasaya è un progetto one man band del coraggio di cui il popolo siriano ha bisogno polistrumentista siriano Tarek Shehabi che è ancora oggi, giacché è immerso nella guerra nato e vive a Damasco. civile. L’unica produzione discografica finora dei Qua sotto il testo tradotto assai significativo. Wasaya (il cui significato italiano è testamento) è quella del 2014 dal titolo “Garden of doubts”, Oh figlio mio un album corto (dura trentadue minuti per Non piangere figlio mio, che il dolore della giovinezza passa cinque tracce) ove Shehabi suona tutti gli come il sogno al sorgere del sole strumenti con tappeti sonori più inclini al Omonimi di una british pop band degli anni e presto crescerai, ragazzo mio prog metal melodico. novanta, i Gene siriani sono ragazzi assai e quando vorrai piangere le tue lacrime non verranno fuori impegnati a portare un importante messaggio se la pioggia ha trascorso la notte sveglia con noi, a Damasco e dintorni. o il ghiaccio ha coperto le nostre strade, La loro missione è quella di dare spazio alle nonostante questo, il calore ci riempie il petto voci dei giovani arabi e siriani (frustrazioni, come la fiamma della terra fluisce dentro di noi. angoscia, ricchezza e ambizioni), il tutto attraverso una musica prevalentemente rock Se la tua voce diventa roca per una canzone, o i piedi nudi gemono ma con afflati progressivi, degna comunque allora i soli dei tuoi compagni torneranno di essere menzionata. e risorgeranno dalla furia della povertà Link utile: BANDCAMP Formatisi nel 2005, i Gene hanno suonato sia Io posso essere messo al muro, Album consigliato: Garden of Doubts (2014) in Siria, sia all’estero (Gran Bretagna, Turchia, ma se tu brami il mio amore e la mia gentilezza Egitto). I membri sono tutti dei musicisti allora guarda nel tuo cuore e mi vedrai professionisti, con un ricco percorso di studio perché le catene non possono andare oltre il Nu.Clear.Dawn pensiero e di lavoro alle spalle: Shadi Ali alla voce, I Nu.Clear.Dawn (NCD) sono una band prog Io ti abbraccerò anche se il mio petto è ferito, Hazem Alani al e tastiere, Omar Harb metal siriana formatasi nel 1997. amerò con passione anche se il mio cuore è al basso, Anas Abd Almoumen e Maen Rajab Dopo una serie di mutamenti di formazione, annientato alle chitarre, Mazen Choman alla batteria. qualunque vento soffi contro di me, nel 2003 sono arrivati al loro primo ed unico Hanno inciso un unico disco omonimo nel non piegherò mai la schiena full lenght dal titolo epico, “Poem of knight”. 2008, con testi estremamente significativi: In otto tracce per 59 minuti di robusto sound, Oh figlio mio... i delitti “d’onore” (vittime le donne), l’ensamble mediorientale produce i consueti Se il tempo è andato avanti con noi e sono finito l’inquinamento e la lotta individuale e canoni prog metal orchestrali senza guizzi sepolto sotto terra nazionale per l’indipendenza. originali, ma con una coerenza compositiva Tu mi succederai in questo viaggio, non perdere l’appuntamento all’alba Doverosa appendice: da apprezzare anche dovuta al territorio di in nessun modo le lacrime potrebbero irrigare i tuoi appartenenza non certo semplice… I Gene nel 2011 hanno messo in musica e alberi, Line up:Amr Rifai (voce), Shant Hagopian prodotto un video con gli intensi versi di una non ci potrai costruire il tuo muro aahh (chitarre), Aram Kalousdian (batteria), AK poesia del tunisino Adam Fathi. Link: https:// così grida alla paura ogni volta che viene a visitarti, (tastiere) e Elie Tawil Billy (basso). youtu.be/sAO7e9nn6G8 perchè il fuoco non ha paura del carbone che brucia Il componimento, intitolato Ya waladi (“Oh Oh figlio mio... figlio mio”), è indirizzato ad un bambino, è in pratica un commovente invito - da parte di suo padre o comunque di una persona adulta - ad abbattere i muri della paura. Parole che Link utile: HOME PAGE rappresentano una ventata di speranza e di Link utile: REVERBNATION Album consigliato: Poem of a Knight (2013) Album consigliato: Gene (2008) 22 23 24 25 26 27 E’ uscito il 16 gennaio, in occasione del con- recupero effettuato da nastri antichi non con- certo dei The New Trip a La Claque di Geno- cede spazio all’alta qualità, mentre diventa va, un album dal registrato nel 1972, una materia succulenta per i collezionisti. specie di Bootleg Ufficiale che immortala una storica performance del gruppo, l’ultima pro- Da registrare all’interno la voce recente di Joe prio con Pino Sinnone che più avanti sarà so- Vescovi, circa sei minuti audio in cui Joe rega- stituito da Furio Chirico. Si tratta della perfor- la un paio di aneddoti importanti, in partico- mance del 28 giugno al Piper Club di Roma lare il primo che permette di fornire una nuo- nel contesto “Controcanzonissima”. va chiave di lettura dello “sdoganamento” del prog in Italia. Realizzato dalla Black Widow Records, pro- pone una confezione fantastica per i colle- L’intervista risale al 2013, effettuata in occa- zionisti e amanti del genere, un vinile con sione della realizzazione di un numero specia- annesso booklet fotografico e poster ricordo, le di MAT 2020 dedicato al Piper di Viareggio. non certo un’impeccabile registrazione, ma il 28 29 METALMORFOSI di MAURIZIO MAZZARELLA NERO ALCHEMIST

30 31 Il progetto NERO ALCHEMIST nasce nella sua di lezioni di canto jazz style e pianoforte classico, forma più embrionale nel 2008 con il demo CD si forma musicalmente nelle band e con musicisti “Experiments Vol.I”, caleidoscopico, sfrontato della zona del delta del Po, a sud di Venezia, suo- ma ancora acerbo esercizio di stile; dopo qual- nando in pub e festival di provincia. che anno ecco arrivare nel maggio 2015 “Vol.II”, disco solista di Silvestro Ascari, la mente, le mani Emiliano d’adozione, sfoga in NERO ALCHEMIST e la voce dietro le dieci canzoni dell’album; que- “VOL.II” la sua personale visione dell’Hard Rock sta volta mette a fuoco gli intenti stilistici di un in un album trasversale ed a suo modo pro- Heavy Rock che non rinuncia a sperimentare so- gressive, ma cromato di metallo. Dieci canzoni luzioni armoniche che in realtà non rispondano dall’umore notturno, mid-tempos di sabbathiana per forza alle esigenze o ai canoni di un genere memoria, dove chitarre piene di sustain ed un musicale prestabilito. L’artista ha inoltre curato personale approccio vocale delineano quella for- la produzione e la fase di mixing all’insegna di ma canzone cara all’ hard’n’heavy anni ’80-’90. un “Do it yourself“ totale, filosofia messa anche Liricamente i dieci capitoli di “VOL.II” parlano, nell’artwork: di Pink Floydiana memoria fotogra- con storie autoconclusive, di esperienze in prima fa un diorama, creato ad hoc, che porta a sugge- persona: vicissitudini, ambiguità e scale di grigi stioni surreali di un deserto marziano e psichede- filtrate/distorte dal punto di vista dell’autore. licamente vintage. L’album è edito dalla Pirames di Milano ed è di- Silvestro Ascari, classe 1979, inizia il suo percorso sponibile nei principali digital stores. musicale come cantante, per poi approcciare col Nero Alchemist sito ufficiale : http://azzalinmar- tempo gli altri strumenti tipici delle rock band; tina.wix.com/nero-alchemist perlopiù autodidatta, se si escludono un biennio

32 33 di Athos Enrile

“Esiste qualcosa di più sorprendente dell’unione tra musica classica e rock? Maurizio ed io ci siamo trovati d’accordo su que- sto progetto. Abbiamo voluto chiamarlo UT New Trolls, non solo per rifarci al titolo dell’album omonimo, nel quale abbiamo scritto e suonato come New Trolls. “UT” è una parola latina, la pre- posizione che esprima una finalità, un desiderio che NOI per primi vorremmo si realizzasse!”.

E’ questa l’introduzione che Gianni Belleno e Maurizio Salvi, fondamenta degli UT New Trolls, utilizzano per descrivere il loro progetto, un’idea che dal giorno del passaggio alla concretezza ha portato tante soddisfazioni, tanti impegni live - anche fuori dai nostri confini - album inediti e DVD. L’aggettivo “inediti” va sottolineato perché le reunion, totali o parziali, dei mostri sacri della musica - italiana ma non solo - hanno spesso il profumo unico e affascinante del passato, con tutte le meraviglie annesse, ma non è facile tro- vare la proiezione verso il futuro, la progettualità, lo stimolo che conduce a seguire nuovi sentieri che, come in questo caso, non rinnegano la storia ma cercano di inglobarla in una nuova visione, un ammodernamento che è logica conseguenza del tempo che passa. Certo, circondarsi di bravi e più giovani musicisti aiuta, ma è anche questa una scelta che va nella direzione appena citata. E vediamo subito chi fa parte dell’ensemble UT: Gianni Belleno (batteria, chitarra acustica, voce), Maurizio Salvi (tastiere, pianoforte, hammond), Claudio Cinquegrana (chitarra elettrica, acustica e cori), Alessio Trapella (basso e voce), Stefano Genti (tastiere e voce), Umberto Dadà (voce), con la partecipazione sempre più frequente di Elisabetta Garetti (violino solista). Il frutto di questa collaborazione è la nuova opera rock degli UT, “è”, un titolo semplice ed incisivo che nasconde al contrario una certa complessità realizzativa. Ho avuto modo di ascoltare il CD, quello compo- sto da otto tracce, fresco di uscita con etichetta Ma.Ra.Cash e distribuzione Self.

Pensi al brand “New Trolls”, qualunque siano le diramazioni, e ritornano alla mente gli albori del 34 35 rock, diventato rapidamente materia da servire Un’altra evidenziazione riguarda gli aspetti voca- su di un piatto d’argento alla solennità del mondo li, da sempre punto forza del gruppo genovese. classico, oppure viceversa, perché la fusione dei Alla straordinaria estensione di Umberto Dadà - L’intervista due poli ha fatto perdere alla fine la percentua- che suddivide l’impegno vocale con Gianni Bel- le di maggior importanza di un genere rispetto leno e Alessio Trapella - occorre aggiungere la all’altro, un lavoro intellettuale davvero poco in- propensione alla coralità di tutti i componenti, teressante. Ma il marchio resta, e così l’attitudine che continuano una tradizione nata molti, molti BELLENO e SALVI a fare proseliti, e ciò che un tempo poteva esse- anni fa, e tuttora elemento vincente delle costole re la ricerca dell’originalità e la sua applicazione, dei New Trolls. dopo lustri di impegno e di esperienza assomiglia Credo sia il disco della svolta. ad un vero DNA dei musicisti. Gli Ut New Trolls sono una band dall’impatto so- 2 dicembre 2015 “è” arriva a distanza di due anni da un altro con- noro devastante nelle situazioni live e l’appeal sul pubblico è sempre di altissimo livello, ma il risul- tenitore di inediti “DO UT DES”, ma esistono dif- E’ appena uscito il vostro nuovo album, “é”: mi che brani dall’ impronta più progressive o come tato arriva anche dal lavoro in studio, una fase ferenze palesi. pare d’obbligo chiedere la motivazione di un tito- si vuole dire); in “é” sono evidenti e più rimar- solitamente delicata che richiede la cura dei det- Nell’album uscito nel 2013 il focus è il messaggio, lo inusuale… cate certe soluzioni musicali di minor facile pre- tagli contestualizzata con la linea musical filoso- e i temi sociali abbondano, con l’obiettivo di “… Il momento nel quale si sceglie la denominazio- sa. A noi piacciono entrambi anche se avremmo fica che si vuole tenere; la nuova proposta degli dare la voce a tuti i delusi…”, come diceva Belle- ne di un disco, di un libro o quant’altro è un sus- voluto fare di più, ma bisognava avere il tempo UT riesce in un difficile intento e in un tempo bre- no in quei giorni. seguirsi di idee che frullano per la testa, inizial- che non ci è stato concesso! ve: sposare alla perfezione esigenze lontane tra Il modo migliore per dare enfasi agli intenti era mente eravamo indirizzati verso una titolazione loro - classiche e rock - un obiettivo quasi sempre quello di fornire estrema chiarezza, liriche diret- più articolata ed a seguito di ciò si “è” invece Nonostante l’importanza dell’aspetto musicale chiaro sulla carta, ma che non sempre porta alla te e forti, perché nessuno potesse immaginare preferito per qualcosa di assolutamente sempli- sono comunque molto forti i temi che affronta- soddisfazione quando il cerchio si chiude. interpretazioni lontane dai propositi degli autori. ce ed incisivo…”è”! te nel nuovo lavoro: qual è l’anima dell’album? Beh, la situazione attuale non appare certo ro- Voto massimo per “è”. Quali i messaggi? sea, ma per Belleno, Salvi and friends è tornato Il disco in fase di presentazione è stato definito Ascoltando i testi con un poco di attenzione si il momento di dare maggior spazio alla trama “Opera Rock”, e quando si parla di mondo “New percepisce nettamente una ricerca ed una pro- musicale, senza peraltro abbandonare l’efficacia Trolls” la memoria vola al primo esempio italiano posta verso il mondo che abitiamo, non inteso della lirica. di commistione tra modernità e classicità: possi- solo come fatto meramente oggettivo, ma più Il disco, registrato analogicamente in presa diret- bile tracciare una linea di continuità tra quanto indirizzato ad una espressione esoterica e spiri- ta, è descritto dai due ex New Trolls, nell’intervista a avete realizzato molti lustri fa, con altri attori, e tuale verso ogni elemento che ci circonda e del seguire. il nuovo disco? quale facciamo parte! “é” contiene quindi i due volti musicali di una Nella vita di chi spende il suo tempo confron- band dalle capacità tecniche straordinarie, due tandosi e nutrendosi d’ arte (che sia con la A Chi ha partecipato alla realizzazione dell’album, lati della medaglia che in questo caso presentano maiuscola o con la a minuscola) trova sempre oltre ai componenti la band? una buona linea di demarcazione, con una spic- qualche punto di incontro nel suo cammino, la Certamente di fondamentale importanza il no- cata propensione al classicheggiante - Dies Irae, linea artistica di questo gruppo, pur nelle diver- stro ingegnere del suono Davide Perico, che ha Opera Suite, Trullo Lungo, Ostinato - che richie- sità dei suoi componenti, rimane sempre rico- dovuto prodigarsi in una difficile ripresa live e de un ripetuto ascolto per la piena assimilazione, noscibile. poi… tanti amici che hanno collaborato con la controbilanciate dal seme New Trolls, quel pop loro presenza virtuale! nobile già presente a fine anni 60 -Cambiamenti , La proposta si distacca dal precedente “DO UT Cherubino -che diventa di largo respiro nel brano DES”, dove forse avete avvertito la necessità di Avete rilasciato come anticipazione un video re- “Io”. chiarezza, di prendere posizione netta rispetto al lativo al brano “CAMBIAMENTI”, e qualcuno ha Contaminazione diversa per Oggi non sono spen- momento contingente, mentre in “é’” la musica sottolineato che non è rappresentativo dell’intero to, dove la tessitura tastieristica di Salvi/Genti e torna ad essere la protagonista più decisa: come album, nel senso dell’appartenenza alla musica la parte solistica di Claudio Cinquegrana riporta- si può definire questo percorso che, nell’ultimo progressiva: a prescindere dal fatto che è buona no ai momenti più significativi dei seventies. atto, riporta a quello che mi pare sia il DNA degli opera di marketing scegliere sonorità che faccia- Importante l’apporto di Elisabetta Garetti, ma UT, sicuramente quello di Gianni Belleno e Mau- no presa immediata, a me è sembrato di trovare per comprendere come la sua presenza sia fun- rizio Salvi? tracce dei New Trolls delle origini, e in questo sen- zionale al lavoro degli UT, e non solo un pregia- Non vi sono differenze sostanziali, “Do Ut Des” so mi pare di vedere ulteriore continuità rispetto to cameo, consiglio la partecipazione ad un loro contiene dei brani gradevoli visti proprio come al passato: è solo una mia impressione? concerto, e tutto risulterà improvvisamente chia- canzoni, quindi certamente meno dedite allo Il disco contiene numerosi brani, quello sopra ro. sviluppo musicale più articolato (ma vi sono an- citato è uno dei tanti e certamente rappresenta 36 37 solo una parte e, purtroppo, per motivi di tem- grigio all’orizzonte, e il risultato si palesa con il http://self.it/ita/details. Come pubblicizzerete l’album dal vivo? E’ previ- po il video è stato reso monco del suo sviluppo… lavoro prodotto: che tipo di alchimia esiste tra di php?nb=8019991879801&tc=c sto un tour nazionale e oltre? peccato ma non si poteva fare diversamente. voi? LP Gatefold + CD Limited pz. 600 Sì, è previsto sicuro un tour nazionale, interna- Certo le reminiscenze del gruppo si manifestano L’unica alchimia possibile… Amicizia e Rispetto! http://self.it/ita/details. zionale, ci stiamo lavorando. in modo abbastanza evidente, quasi una sorta php?nb=8019991879818&tc=c Stiamo chiudendo per Teatri partendo dal 2016, di déjà-vu! L’album esce in forma sontuosa, tra vinile, CD, e BOX SET Collector’S Limited pz 601 – “CD in- Puglia, Roma, Verona, Trieste e poi vedremo! BOX SET a tiratura illimitata: mi chiarite l’intera ternazionale + 2 Bonus Tracks – POSTER auto- Ma il vero inizio del percorso è iniziato il 21 gen- Un altro aspetto importante è l’utilizzo delle voci proposta e il modo in cui i fan possono fruirne fa- grafato dalla Band – VINILE Gatefold – T. SHIRT naio a Genova, quando al 29 Rosso di via del che, aldilà della bravura dei singoli, sono peculia- cilmente? esclusiva” Campo l’album verrà presentato ufficialmente. rità della band: quanto tempo dedicate al perfe- Vittorio Lombardoni, managing director di SELF Occorre dire che il nostro nuovo lavoro nasce zionamento di questo aspetto? e nostro primo referente, è rimasto da subito Da quanto ho capito la collaborazione con la dalla spinta, dalla richiesta dei nostri fan, quelli La voce è lo strumento primordiale per eccel- entusiasta del lavoro “uscito dallo studio”, e ha Ma.Ra.Cash Records è nata successivamente! che ci seguono da sempre, ed è quindi giusto la- lenza nei New Trolls, in questo caso gli Ut, e ha coinvolto Massimo Orlandini di Ma.Ra.Cash Re- Sì, è’ nata per caso, mentre il primo contatto in sciare a Genova e ai genovesi il privilegio di par- sempre ricoperto una particolare importanza la cords. assoluto è stato con Vittorio “Self”, con il qua- tecipare allo start up; a ruota arriveranno occa- vocalità o meglio la coralità, il tempo che dedi- Le immagini riusciranno a spiegare al meglio tut- le abbiamo un grande rapporto di amicizia, di sioni per tutti quelli che ci seguono e amano la chiamo è sempre troppo poco rispetto a quello ti e tre i supporti con i quali SELF Distribuzione stima e di rispetto da parecchi anni. Parlando nostra musica, la prima il 13 febbraio, quando che vorremmo, ma come si dice dobbiamo fare ha voluto premiare Noi e i Fan. I link aiuteranno con lui della nostra idea di pubblicare un nuovo al Teatro di Milano ci esibiremo con la special di necessità virtu’. i fan a fruirne facilmente, comunque verranno album di inediti di musica rock-progressive, ci guest, Elisabetta Garetti (violino solista): eil distribuiti anche in tutti i negozi. disse successivamente che voleva farci conosce- viaggio continua! Non ho mai avuto le idee chiarissime sulle varie re Orlandini “Ma.Ra.Cash”, e insieme loro due diramazioni dei New Trolls, troppo complicato ri- http://self.it/ita/details. hanno dato vita al progetto. Noi Ut abbiamo fat- annodarne i fili, ma vedo con piacere che il con- php?nb=8019991879795&tc=c to il resto! nubio Belleno/Salvi sembra un matrimonio senza CD Italia/Europa

38 39 breve passaggio di pianoforte nella opener cover bands e passerebbero ancora alla radio ONCE I WROTE SOME POEMS… “Jackdaw”, suonato con piglio molto rock’n’roll esattamente come una “Hotel California” Riflessioni sugli album che hanno maggiormente segnato la mia esistenza (e peraltro nemmeno accreditato, ma forse degli Eagles o una “Horse with no name” suonato dal cantante, Howard Werth, o forse degli America. Circostanze sfavorevoli hanno a cura di ALBERTO SGARLATO invece dal produttore ). invece condannato questa band all’oblio, Ecco, partiamo proprio da questa “Jackdaw”: tranne che per pochissimi cultori e ultra- [email protected] essa apre il disco e, in circa otto minuti, appassionati. riassume già gran parte della cifra stilistica Un’altra perla di nobilissimo, purissimo prog- della band; parte con un arpeggio di chitarra rock è la strumentale “Raviolé”, nella quale acustica “folkeggiante”, sul quale si innesta un il cantante Howard Werth sfoggia incredibili potentissimo riff imbastito da quel sax di cui doti tecniche di chitarrista classico (mentre in sopra ed ecco entrare, violenta, lancinante, tutto il disco non suona quasi mai l’elettrica), come un urlo, la voce di Werth che, dopo solo duettando addirittura con un’orchestra un paio di strofe lente e struggenti, di colpo d’archi. Gli Audience, poi, pagano il loro tributo cambia volto al pezzo, trasformandolo in un al blues con una cover della celeberrima “I put vero, trascinante rock’n’roll: sotto la voce il a spell on you” di uno dei “Grandi Maledetti” tempo raddoppia, entra il piano, ma questo del blues, Screamin’ Jay Hawkins. cambiamento dura poco e il pezzo rientra nel Abbiamo già parlato del parallelismo tema iniziale, si fa cupo, quasi inquietante, Audience/VDGG: due band immediatamente per poi dare libero sfogo alle divagazioni di riconoscibili per due voci uniche, jazz canterburiano della band, dal quale poi estremamente presenti, molto carismatiche, torna a chiudersi ancora una volta tornando, ma totalmente opposte tra loro. Cupo, con l’ingresso della voce, al primo tema. Una drammatico, teatrale, Peter Hammill dei costruzione da manuale, ineccepibile. Van der Graaf; acido, nasale, a tratti molto Altra differenza tra gli Audience e le mode acuto, ma anche molto “bluesy”, uno strano, progressive dell’epoca era la durata dei pezzi: indescrivibile e imprevedibile cocktail tra Audience – The House on the hill (1971) in questo album solo il brano di apertura e Robert Plant, Ian Anderson, Marty Balin e Chris quello di chiusura, la bellissima title-track, Farlowe, questo Howard Werth. Leggenda Che strano gruppo che erano, gli Audience! del sax, sempre presente in primo piano nelle le cui strofe si chiudono con un sapore quasi narra che dopo la morte di Inseriti nel grande calderone del progressive trame della band, il sax visto come elemento- jethrotulliano, superano i sette minuti. A tal persino avessero vagliato l’ipotesi rock, probabilmente in virtù del fatto che chiave, trattato, effettato, distorto, capace proposito è interessante ricordare che una di sostituirlo con Werth, perché cercavano erano sotto contratto con la Charisma Label, di riff, tessuti armonici e soli. Ma lo stile del versione ancora un po’ “embrionale” di “The un cantante altrettanto unico, altrettanto la stessa etichetta che all’epoca spaziava validissimo Keith Gemmel era molto diverso house on the hill” era già presente nell’album presente sul palco, ma, al tempo stesso, non tra le trame fiabesche dei Genesis e il folk da quello di David Jackson dei VDGG: Gemmel di debutto della band, più semplice e corta. altrettanto famoso da rischiare di oscurare dei Lindisfarne, gli Audience erano in effetti era più vicino ai fraseggi e alle sonorità del La band decise di riprendere in mano questa la fama del suo predecessore e, soprattutto, profondamente, intensamente “prog” nel Canterbury Sound, e a tratti, per brevissimi composizione, evolvendola e ampliandola, ed talmente diverso da rendere impossibile ogni senso più letterale del termine, perché nel loro sprazzi qua e là, poteva far pensare a certi il risultato fu talmente convincente da dare il paragone. Non se ne fece mai nulla, ma chissà sound miscelavano blues, soul, folk, teatralità, passaggi di o di . E titolo all’intero album. Le altre tracce sono che band incredibile ne sarebbe nata. rock, jazz e classica nei modi più imprevedibili. poi c’è un altro aspetto da non sottovalutare: più legate alla forma-canzone. Ad esempio, Per concludere questa narrazione non si può Però è, al tempo stesso, vero che della nei Van der Graaf i fiati di Jackson si snodavano “You’re not smiling”, lenta e romantica, o la trascurare la meravigliosa copertina dello dolcezza fatata dei già citati Lindisfarne o dei sopra un complicatissimo intreccio di tastiere, più grintosa e country “Nancy”, erano due studio Hypgnosis (famoso, tra l’altro, per Genesis del periodo fra “Trespass” e “Nursery frutto dell’ottimo pianismo di Peter Hammill “canzoncine” azzeccatissime; non si può fare a le sue collaborazioni con e Peter Cryme”, gli Audience ne avevano ben poca. e il complesso lavoro organistico di Hugh meno di pensare che se gli Audience avessero Gabriel): per descrivere il titolo dell’album Erano più cupi, rudi, sanguigni. Forse, al limite, Banton. Negli Audience, contrariamente avuto alle spalle una casa discografica e un questo team di grafici diede vita a una potevano essere accomunabili in parte ai Van agli abituali costumi del , le management più potenti, oggi questi brani inquietante “scena con delitto” che sembra der Graaf Generator, per l’uso sperimentale tastiere erano del tutto inesistenti: solo un sarebbero ancora canticchiati, suonati dalle un vero e proprio quadro di Edward Hopper. 40 41 CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENE a cura di CARLO BISIO http://www.carlobisio.com/

Il rilascio di MAT2020 permette di proporre un nuovo argomento inserito in un nuovo spazio. La proposta fatta a Carlo Bisio, uno dei più attenti e blasonati esperti in materia di sicurez- za sul lavoro, è quella di realizzare articoli che utilizzino l’argomento musicale come mezzo per affrontare un tema sociale di spessore, quello della Sicurezza e del benessere personale, aspetti che non riguardano solo l’ambiente lavorativo, ma toccano ogni risvolto del quotidia- no. Gli aspetti comportamentali, organizzativi e psicologici sono la vera sostanza da analizzare e Carlo proverà a provocare l’esercizio sempre utile della riflessione e dell’autocritica. Dice Carlo: “Collegare i classici della musica con gli argomenti della sicurezza è la missione della mia rubrica, il cui titolo sarà Careful with that axe Eugene, brano dei Pink Floyd che ci propone il tema degli incidenti nell’uso delle attrezzature”. Attento con quell’ascia: un tema universale Inizio con questo numero una nuova ru- brica che ha l’obiettivo di proporre -at traverso la musica di alta qualità i temi della sicurezza. Di volta in volta si trove- ranno nelle narrazioni della musica rock collegamenti con il rischio, le emergen- ze, la sicurezza stradale, il burnout e paura e di attenzione che può esservi di fron- tion, riferiti al decennio 1998-2008), con circa molti altri soggetti. te ad un rischio percepito come alto. Le urla 300 milioni di incidenti all’anno che causano Ho scelto questo titolo poiché esso ci di Roger Waters a metà canzone, che rappre- assenze di 4 o più giorni. Gli infortuni sono propone l’argomento universale della sentano il picco adrenalinico del brano, la- però solo il 15% circa delle cause di mortalità sicurezza attraverso un vero e proprio sciano a intendere che accade un incidente. derivante dal lavoro, il resto è da riportare a mito dei musicofili. “Careful with that Non si sa bene a quale storia o personaggio malattie contratte sul lavoro. Ma delle malat- axe Eugene” venne pubblicata dai Pink gli artisti si ispirarono, vi sono diverse ipotesi tie derivanti dal lavoro mi occuperò in altro Floyd nel 1968, fu inizialmente il lato al riguardo. Ma al di là di ciò la canzone pro- numero. B di Point me at the sky; ebbe succes- pone il tema universale della sicurezza e degli Perché accade un infortunio? Vi sono due sivamente una lunga storia comparen- In questo primo articolo cercheremo appun- incidenti, in particolare nell’uso di attrezzatu- variabili fondamentali. La prima è legata alla do in Relics, Ummagumma, Pink Floyd at to di scoprire alcuni significati universali che re. condizione in cui le persone svolgono il pro- Pompei. Con un nome diverso venne ripresa sono collegati a questo famoso e stupendo Parlando di soli infortuni sul lavoro, i dati a prio lavoro. Ad esempio l’adeguatezza di un in Zabriskie Point, e venne suonata in molti brano. livello mondiale parlano di circa un infortu- attrezzo (ascia, cacciavite o automobile che concerti. Forse è uno dei brani centrali della L’atmosfera che accompagna Careful with nio non fatale all’anno ogni 10-12 lavoratori sia), l’illuminazione del luogo, l’equilibrio sta- band nel periodo “pre-dark side”. that axe Eugene rappresenta bene il clima di (dati dell’ILO International Labour Organisa- bile dei punti di appoggio, e molte altre. 42 43 La seconda, forse più importante, è legata al vestiti? Scivolare? Inciampare? Urtare comportamento dell’operatore stesso o ope- altre persone? Ecc.); questa fase è cru- ratrice. Quanto è competente, come sa gesti- ciale poiché sarai in grado di gestire al re i rischi presenti. E come sa percepire i rischi meglio solo i rischi che riesci a identifi- attorno a sé. care preventivamente; • In conseguenza dei rischi identificati La nostra percezione del rischio dipende da pensa a quali precauzioni prendere per diverse variabili, ad esempio: gestirli; • Spesso per gestire i rischi è necessario • Quanto sentiamo di avere il controllo anche comunicarli ad altre persone che della situazione: se mi sento in grado possono interferire con la tua attività; di controllare e gestire ciò che faccio e • Chiediti anche se il tuo stato è adatto gli eventi che possono accadere, que- a compiere il lavoro o se è al contra- sto alza la mia accettazione del rischio; rio opportuno posticipare il suo compi- • Quanto può essere immediato il dan- mento, chiedere assistenza, o prendere no: il fumo può provocare il cancro, ma ulteriori precauzioni; ad esempio qual lo può fare in un periodo di anni; ciò è il tuo livello di stanchezza? La tua sa- alza l’accettazione del rischio; lute in quel momento? Il tuo grado di • La familiarità con quel tipo di rischio: competenza ed esperienza in quel tipo tendiamo a sottostimare i rischi a noi di operazione? Hai avuto esperienze familiari; nei minuti o ore precedenti che ti han- • La percezione di vulnerabilità: se mi no turbato e che potrebbero portare la sento poco vulnerabile l’accettabilità tua attenzione altrove? del rischio aumenta; molti hanno un • Se individui dei rischi che non puoi ge- “ottimismo non realistico”, dovuto a stire in modo efficace, valuta di fermar- volte a mancanza di esperienza; spesso ti e creare prima le condizioni per ope- i più giovani hanno questa percezione rare in sicurezza di minore vulnerabilità; • Quando hai terminato il lavoro, non la- • Vi sono anche influenze legate alle dif- sciare rischi per chi verrà dopo in quel ferenze individuali, dovute alla perso- luogo (ad esempio oggetti per terra nalità, al grado di maturità, alla ten- che potrebbero causare inciampo, at- denza ad assumere rischi. trezzature che potrebbero cadere o in- tralciare una via di fuga) È possibile evitare di assumere rischi inutil- mente? Si può imparare una buona gestione Porsi le giuste domande e seguire alcuni prin- del rischio con l’esperienza e avendo dei buo- cipi di base può portare a gestire al meglio i ni maestri ed esempi. Ma nel frattempo, per rischi e ad evitare infortuni. diminuire e controllare i rischi, è opportuno Credo che in definitiva il brano dei Pink Floyd, seguire alcuni principi e farsi alcune doman- nel rammentarci che usando un attrezzo ci si de: può far male o farne ad altri, ci richieda un’at- tenta riflessione sul rischio e su come possia- • Prima di iniziare il lavoro prenditi due mo controllarlo. Facilitare questa riflessione o tre minuti, osserva la situazione e ri- attraverso la musica è la missione di questa fletti sulle operazioni che stai per fare; nuova rubrica. • Immagina come si svolgerà il lavoro e Pink Floyd - Careful with That Axe, Eugene chiediti quali sono i danni che potreb- bero accadere (è possibile schiacciarsi Live at Pompeii - 1972 un dito o un piede? Tagliarsi? Essere in- (click sul titolo per visualizzare il link) 44 45 GRYPHON LIVE: IL GRIFONE VOLA ANCORA Reportage e interviste di Michelangelo Lucco

46 47 La pigrizia del sottoscritto è proverbiale e, (1973) e interamente acustico, registrato anche elementi jazzati. L’uso del fagotto edei di etichetta (dalla Transatlantic, con cui i rapporti nonostante siano passati diversi mesi, mi accingo con pochi mezzi in un cottage di campagna, flauti dolci anche in questo contesto divenne si sono deteriorati, alla Harvest, più interessata solo ora a scrivere due righe sul bel concerto sorprendentemente ha molto successo. Una il loro marchio di fabbrica, immediatamente al prog), tre nuovi membri (il chitarrista Bob che i ritrovati Gryphon hanno tenuto a maggio variegata selezione di traditionals e di danze riconoscibile e personalissimo, insieme al sempre Foster, il bassista Jonathan Davie e il batterista nella suggestiva cornice (così la definirebbe rinascimentali (tra cui Pastime With Good presente humour. Alex Baird), e il cambio di ruolo di Oberlé: da Bruno Pizzul) della Union Chapel, nel quartiere Company, attribuita a Enrico VIII, che i fan dei L’anno successivo Nestor saluta, e viene batterista e occasionalmente vocalist al ruolo di londinese di Islington. Jethro Tull conoscono nell’interpretazione del sostituito da Malcolm Bennett, il cui vero cantante full time, e un paroliere esterno, Tim E comincio proprio dalla bella location, una chiesa gruppo di Ian Anderson col titolo di King Henry’s cognome è Markovich, anch’egli di estrazione Sebastion. anglicana di epoca vittoriana ma riecheggiante Madrigal) e due soli originali, eseguiti con feeling classica (suona anche il flauto traverso). L’album Il risultato è Treason, il cui titolo è tutto un stilemi architettonici rinascimentali e Tudor, e tecnica sorprendenti, nei quali la velocità e le Raindance prosegue sulla falsariga prog del programma (tradimento), album non molto secondo quella che fu una delle mode dell’epoca. notevoli trovate dell’arrangiamento non sono precedente, anche se ritorna la voce solista di amato dai fan storici dei Gryphon, in cui il sound Dall’acustica pressoché perfetta, è continuamente mai fini a sé stesse. Grande humour e tipica Oberlé e i brani sono in gran parte più brevi. Da sembra ispirato in larga misura dagli Yes, anche sede di concerti, nonostante sia tuttora aperta irriverenza giovanile, con divertite citazioni da ricordare la bella cover, molto personale ma al se non mancano i momenti che rimandano al loro al culto: illustri nomi come Procol Harum e Glenn Miller, Scott Joplin e Somewhere Over the tempo stesso fedele, della beatlesiana Mother glorioso passato, come le belle Fall Of The Leaf e Renaissance (o, meglio, l’ultima formazione dei Rainbow inserite tra le righe. intrecci strumentali Nature’s Son (dall’album Bianco); la title track, la lunga Spring Song, o simpatiche bizzarrie quasi Renaissance, che in realtà con quella classica, di alta scuola con i fiati protagonisti, con Gulland uno strumentale basato su un’ipnotica melodia zappiane come Flash In The Pantry di Gulland. ha in comune solo Annie Haslam e il repertorio) e Oberlé che si dividono le parti vocali, con una minimale che riesce a fondere suggestioni Non male anche Falero Lady, specialmente la hanno registrato qui loro DVD dal vivo. Scusate la leggera prevalenza di quest’ultimo, arcaiche, medievali e celtiche con Debussy; la sequenza centrale, però con una chitarra forse digressione e torniamo ai Gryphon. Il secondo album Midnight Mushrumps, simpatica ma troppo breve Don’t Say Go, che troppo heavy per loro. Per chi non la conoscesse appieno, ritengo all’inizio del ‘74, vede una serie di significativi sembra divertirsi a fare il verso ai Caravan, e la Ma nel 1977 arriva lo sciogliete le righe. Ecco, la doveroso accennare brevemente alla storia di cambiamenti: il gruppo divenne un quintetto lunga suite Ein Klein Heldenleben, che ripropone musica è finita. gli amici se ne vanno… questo che è sempre stato uno dei gruppi più con l’aggiunta del bassista Philip Nestor; la atmosfere alla Midnight Mushrumps in un Non finisce però la loro attività. Jon Davie diventa originali degli anni ‘70, difficilmente inquadrabili strumentazione viene considerevolmente contesto però molto elettrico, in cui qualcuno vi un noto sessionman a 360° (il classical in uno stile ben preciso, con cinque album tutti ampliata potendo anche contare sull’appoggio sente analogie con i Genesis. hero Gordon Giltrap, gruppi di fusion e persino differenti tra di loro, e caratterizzati dall’insolita di un vero studio di registrazione e, soprattutto, A conferma del momento d’oro (seppur breve) il nostro Ivan Graziani!) prima di entrare… negli strumentazione, che vede chitarre rock accanto a i brani pur mantenendo l’allure antica, sono del gruppo, gli Yes li chiamano come gruppo di Home Service di Graeme Taylor. Ecco che abbiamo strumenti antichi, ecclesiastici e pure giocattolo. originali (a parte un solo traditional e una breve supporto per le loro tournée oltreoceano, mentre la curiosa situazione in cui due ex Gryphon non Che io sappia, i Gryphon sono stati l’unico versione stravolta della danza Tourdion, all’inizio Taylor, Bennett e Oberlé appaiono pure nel primo hanno mai suonato insieme nei Gryphon ma in gruppo di rock progressivo che abbiano usato, della collettiva Ethelion). Si segnala la title track, album solista di , Beginnings. un altro gruppo. in modo strutturale e stabile, strumenti del tutto di Harvey, una suite che copre l’intera prima Ma ora siamo già al 1976, i gusti del pubblico Bob Foster suonerà pure brevemente in un insoliti come il fagotto (talvolta usato come un facciata, nella quale si cominciano a sentire le stanno cambiando non necessariamente in abortito progetto degli ex Jethro Tull David sax), i flauti dolci e persino uno strumento che prime avvisaglie di vero progressive, pur in un meglio, e il terreno comincia a farsi pesante per Palmer, John Evan e Barriemore Barlow, appena si reputava limitato all’ambito della musica contesto “antico” e shakespeariano (il brano fu il rock progressive, specialmente se imparentato giubilati dall’irascibile Anderson) e quindi si antica, come il cromorno, una sorta di antenato usato per accompagnare la rappresentazione con la musica antica e se richiede una grande riciclerà come autore e produttore. dell’oboe, con una sonorità bizzarra e squillante. de La Tempesta con John Gielgud, a cura del tecnica compositiva ed esecutiva, peculiarità Oberlé dapprima si cimenterà con il giornalismo Giovanissimi, ma con alle spalle studi classici e National Theatre. vista come il fumo negli occhi da molti. musicale, per dedicarsi poi alla produzione di ruoli in orchestre, Richard Harvey, flauti dolci e Con la stessa formazione, pochi mesi dopo, il Taylor e Bennett fiutano l’aria e gettano la gruppi rock. E i due elementi più iconici del cromorni (registro acuto), tastiere, plettri, Brian gruppo esce con quello che viene considerato spugna. Il primo si accasa brevemente con gruppo? Oh, non stanno certo con le mani in Gulland, fagotto, cromorni e flauti dolci (registro il loro magnum opus, l’eccentrico Red Queen To l’Albion Band di Ashley Hutchings in quello che mano. basso), tastiera e voce (basso), e Graeme Taylor, Gryphon Three, ispirato al gioco degli scacchi e con è ricordato come il loro periodo migliore, prima Gulland diventa un noto sessionman e chitarre, voce, qualche tastiera, con l’aggiunta una bella e famosa copertina dell’illustratore Dan dell’ammutinamento (tutto il gruppo se ne va arrangiatore d’orchestra: lavora con Rick del percussionista/cantante Dave Oberlé, Pearce (già all’opera sul primo album). Ancora un meno Hutchings! caso credo unico…) da cui Wakeman, con i francesi Malicorne e con il loro cominciano con concerti acustici nei folk club, cambio nel sound: ora elettrico, con Oberlé che nascerà il supergruppo folk Home Service: in leader Gabriel Yacoub, con vari ensemble classici, in cui si segnalano per il loro virtuosismo e la passa ad una batteria vera e propria che suona in pratica l’Albion Band meno Hutchings, il cui primo canta canzoni su testi del Nobel Patrick Modiano, grande preparazione tecnica, e ottengono un piedi (!!!), Taylor con Fender Stratocaster e Harvey bassista sarà proprio Malcolm Bennett, sostituito fonda un gruppo di folk puro (o quasi), la New contratto con la famosa Transatlantic Records, che si diletta con sovraincisioni di Minimoog, à successivamente da… ma sto precorrendo i Scorpion Band, si leva pure lo sfizio di vincere, la stessa etichetta dei Pentangle e di tanti nomi la Wakeman. Quattro lunghi brani, interamente tempi. insieme a David Byrne e Ryuchi Sakamoto, l’Oscar illustri del folk revival. strumentali e dichiaratamente prog, talvolta con Tornando ai Gryphon, i superstiti Harvey, Gulland per la colonna sonora de L’Ultimo Imperatore Il primo disco, intitolato semplicementeGryphon assonanze Yes e , in cui compaiono e Oberlé vivono una ulteriore rivoluzione: cambio di Bertolucci. Compone pure musiche per serie 48 49 televisive (persino Sponge Bob!) e commenti musicali assortiti. Inoltre suo è il fagotto solista che sentiamo in molte colonne sonore di altri autori. Insomma, non batte certo la fiacca. Harvey, che di fatto era il leader e principale autore dei Gryphon, prosegue la sua attività su due binari paralleli: da una parte il flauto dolce (del quale è uno dei massimi virtuosi al mondo) con cui incide dischi di musica classica con brani di Haendel, Vivaldi, Loeillet, Bach, Van Eyck (la cui raccolta di variazioni Der Fluyt Lust-Hof del 1646 è ritenuta praticamente insuonabile dai miseri mortali per la sua enorme difficoltà). Suona anche su dischi di Kate Bush, di Gerry Rafferty, del già citato Gordon Giltrap, del chitarrista classico John Williams e su molte colonne sonore (persino Harry Potter e Il Re Leone). Dall’altra si dà da fare come compositore di colonne sonore cinematografiche e sigle televisive (sue molte delle musiche che la allora neonata Channel 4 userà come jingles), da solo o in coppia con . Sue musiche figurano in Death Of A President, Luther, Il Codice Da Vinci, e il recente Le Petit Prince (in coppia con Hans Zimmer) solo per citare i più noti. Scrive anche concerti classici contemporanei, dirige la Symphony Orchestra, vince premi e nomination, tra cui il prestigioso Bafta, suona anche come ghost guitarist nel gruppo punk dei Banned (una band farlocca - mi scusino i fan - nella quale i membri che apparivano sui poster, sulle copertine e a Top Of The Pops NON sono i veri musicisti: inoltre, il basso è suonato da Jon Davie). Insomma, quel che si dice un ragazzo dotato. Ma il rapporto con gli altri ex Gryphon non si è mai interrotto e, anzi, in effetti sono rimasti tutti amici. E così, dietro grande richiesta dei fan, il gruppo si riunisce nel 2006 con la formazione originale (Harvey, Gulland, Taylor, Oberlé), più il bassista di Treason, Jon Davie, e un sesto elemento, Graham Preskett (violino, mandolino, tastiere, chitarre) che non è certo un carneade, avendo Thelma & Louise suonato con McCartney, George Martin, Gerry molte colonne sonore, tra cui , Gryphon si sono esibiti in una tournée sul stars (che pure potrebbero permettersi di avere), Il Capitano Corelli Moulin Rouge Harry Potter Rafferty (suoi gli arrangiamenti orchestrali e , , e suolo patrio, compatibilmente con i numerosi sono stati molto cordiali e assai alla mano. le tastiere sugli album Night Owl e City To City, pure con i Muppet… impegni dei singoli elementi. Arrivato alla Union Dopo aver scaricato, portato e montato essi Reunion Gig inclusa la leggendaria Baker Street), Yes (su A giugno del 2009 il alla Queen Chapel con larghissimo anticipo, ho avuto stessi la propria strumentazione come un gruppo 90125), e persino Cher, Bon Jovi e Deep Purple, Elizabeth Hall, al quale il sottoscritto è presente modo di incontrare i musicisti, che conoscevo di giovani esordienti, mi hanno poi descritto e la cui perizia strumentale può essere udita in in prima fila. personalmente già da tempo, i quali m’invitano tipi e utilizzo dei vari strumenti, specialmente E così eccoci arrivati ai nostri giorni, in cui i al soundcheck. Lontanissimi dall’immagine di quelli a fiato, qualcuno di marca, qualcun altro 50 51 fatto a mano appositamente. Curiosamente, con veloci scambi di strumenti e interplay la Kemp’s Jig con cui aprirono il loro primo nemmeno Roger Dean avrebbe saputo progettare visto il tipo di musica e la location, ognuno di coordinatissimi, per esempio Harvey eseguiva la concerto in assoluto, l’intermezzo finger picking una scenografia migliore. essi aveva pure un tablet bene in vista: usato melodia al flauto, fissato all’asta del microfono Crossing The Stiles (gioco di parole tra Stiles, Un rilassato party conclude la serata (e la principalmente come spartito virtuale, capace sopra la tastiera, poi magari continuava a suonarlo un fiume, e styles, stili) con cui Taylor passa da tournée). A chiosa, affettuosi saluti con i membri di scorrere autonomamente mentre il tale brano con la mano sinistra mentre con la destra iniziava atmosfere elisabettiane a stacchetti ragtime del gruppo, i loro familiari e pure con il simpatico andava avanti, impiegato da Harvey anche come a fare qualche accordo sulla tastiera, per poi con nonchalance e grande flemma, e la lunga e Malcolm Markovich (alias Bennett), presente expander MIDI, con suoni da lui precedentemente dedicarvisi completamente; nel frattempo suggestiva Midnight Mushrumps. anch’esso tra il pubblico. Assente giustificato Phil caricati e richiamabili in qualsiasi momento, da Preskett passava dalla sua tastiera al violino con Ci sono anche degli inediti, tra i quali la bella Nestor, da anni residente in Australia. pilotare con la sua tastiera master, camuffata un breve contrappunto mentre Gulland, che Ashes (scartata da Raindance dalla Transatlantic), abilmente da vecchio harmonium. Interessante e stava suonando il fagotto, lo posava eproseguiva firmata da Taylor e cantata molto bene da Inevitabile e doverosa qualche domanda con i curiosa contraddizione… la melodia al flauto che stava suonando Harvey… Gulland: un brano dedicato al gioco del cricket protagonisti. La formazione era così schierata: all’estrema il tutto molto fluido e senza incertezze di sorta. E e con una interessante atmosfera a metà tra i sinistra Gulland (come suo solito, rigorosamente questo per tutti i brani del concerto. Caravan di Grey & Pink e i Gentle Giant… un brano ML: Richard, il tuo stile compositivo è scalzo e con il look sempre diverso… stavolta Naturalmente più il brano è lungo più ci si apprezzatissimo dal pubblico, il quale manifesta il immediatamente riconoscibile e assai personale, portava una bella barba candida, “modalità Santa immagina quanto sia stata difficile non solo proprio entusiasmo quando Harvey dice “questo sia nei tuoi pezzi per i Gryphon sia per le tue Claus” così definita scherzosamente dalla moglie l’esecuzione (già difficile di suo), ma anche la brano non ce l’ha fatta ad apparire sul nostro musiche per la TV, per le tue colonne sonore o i Yvette) con davanti una rastrelliera che includeva perfetta coordinazione di tutti questi scambi quarto album [appunto Raindance, nda] ma ce tuoi dischi solisti: sembra partire dal Rinascimento fagotto, cromorno basso, flauti dolci di svariate e interplay. Tanto di cappello. Molti esecutori la farà sul nostro sesto!”. Non so se fosse una ma c’è qualcosa d’altro… Ravel, Debussy, dimensioni e tonalità, alle sue spalle persino un odierni dovrebbero assistervi, se non altro per boutade o se Harvey volesse annunciare sul serio Poulenc, Grainger… Cosa pensi che possa essere e, davanti, un piccolo harmonium. capire cosa vuol dire veramente padroneggiare la prossima uscita di un nuovo album. Loro non si l’ingrediente harveyano nella tua musica? Poi Jon Davie “solo” al basso, quindi Oberlé in uno o più strumenti e suonare in un gruppo sbottonano, ma in effetti so che hanno registrato mezzo non ad una vera batteria, bensì al suo affiatato. qualcosa in studio… non ci resta che attendere. Richard Harvey: Questo è una questione strano kit di percussioni, costituito da bonghi, In chiusura, dopo una trascinante e nuova di zecca interessante. La collezione di dischi di mio padre, toms, percussioni etniche assortite, piatti vari, Come già detto, i musicisti hanno fatto notevole suite di danze chiamata EU Dance e dedicata che ho ascoltato mentre crescevo (ammesso che triangoli, bell tree, chimes, rullante, tamburelli, sfoggio, oltre che di grande perizia tecnica e all’Europa unita, una divertentissima e del tutto sia mai cresciuto) poteva dividersi in tre categorie: legni (e mancava il gong che aveva in occasioni di molto feeling, anche di un grande senso insolita sequenza che parte da Le Cambrioleur Est musica pastorale inglese (Vaughn Williams, precedenti). Quindi, al centro del palco, Taylor dell’humour sia nelle esecuzioni che nelle brevi Dans Le Mouchoir (da Raindance), un simpatico Holst, Grainger ecc.), musica francese del XX sec. e la sua chitarra classica. Continuando verso chiacchierate con il pubblico, specialmente da pastiche a metà tra ragtime e vaudeville da music (Ravel, Debussy, Milhaud, Poulenc, ecc.), musica destra, Preskett seduto alla sua tastiera, sulla parte di Harvey: “Abbiamo appena suonato hall, e che prosegue poi con un lungo medley, antica (David Munrow, Musica Reservata, ecc.). quale faceva mostra di sé un portatile Mac Book il nostro opening number, intitolato Opening un po’ zydeko un po’ cajun, che include varie Questi sono rimasti i pilastri della mia sensibilità Pro, mentre dietro aveva una rastrelliera con Number…”, oppure “Questo brano s’intitola sezioni tra cui Walking The Dog di Gershwin, musicale. Sono poi stato influenzato dai gusti violino, viola, mandolino e chitarra acustica 12 Dubbel Dutch, e fu scritto da Graeme [Taylor, nda] con velocissimi scambi tra il clarino di Harvey e di Graeme Taylor da studenti (Incredibile String corde. A destra Harvey, in mezzo a due tastiere in occasione della nostra tournée olandese… il il violino di Preskett, per concludersi poi con un Band, Shirley Collins, John Renbourn, Bert Jansch, e letteralmente sommerso da una specie di che è strano, perché non ricordo assolutamente veloce standard di inizio ‘900, Tiger Rag, con ecc.), mentre Brian Gulland, al Royal College of attaccapanni con appesi un numero notevole di di averla mai fatta.” e così via. I musicisti si Gulland impegnato al trombone. Finale che il Music, m’introdusse agli Yes, a Zappa, ai King flauti dolci e non, clarinetti, chalumeaux, cromorni prendono in giro sul palco e, cosa invero insolita pubblico ha dimostrato di gradire con numerosi Crimson. Quando mi unii ai Musica Reservata soprano e contralto, svariati whistles e anche un nello showbiz, nemmeno si prendono sul serio, applausi a scena aperta. Un’ultima standing rimasi molto coinvolto dal mondo della musica sax soprano, di quelli dritti. Non volendosi far pur avendone tutti i diritti. Insomma, una lezione ovation ed è arrivato il momento dei saluti. antica. Sviluppai presto anche un interesse per mancar nulla, alla sua postazione erano pure di umiltà per tanti. Che dire? Un bel concerto, divertente ed al l’accoppiata musica / immagini, come hai notato: presenti un mandolino, un salterio e un ukelele a Il concerto scorre via divertente ed emozionante, tempo stesso emozionante, senza la minima a venti anni ero già interessato alle partiture per 8 corde. Spero di non aver dimenticato niente… con molte standing ovation (in una chiesa!), incertezza e senza un solo momento di stanca. cinema e televisione. questo per dire. e graditissimi ripescaggi del passato, come la Bei giochi di luci, con azzeccati contrasti di colore, Naturalmente va raccontato come i musicisti, virtuosistica Juniper Suite, uno dei due brani e la scenografia adattissima della Union Chapel ML: Nel 1979 hai registrato il bell’album “A specialmente Gulland, Preskett e Harvey, originali dal primo album, la divertente Second hanno completato il tutto. New Way Of Seeing”, purtroppo misconosciuto riuscissero a gestire tutta la gran mole di Spasm (da Red Queen) con il suo intermezzo “Penso sia stato il nostro miglior concerto in dal grande pubblico. Anche se utilizzato per strumenti. Magari qualcuno si ricorderà dei finto Pomp & Circumstances, in un comico e assoluto negli ultimi 42 anni”, mi racconta pubblicità di computer, lo ritengo superiore ai Gentle Giant, i quali si barcamenavano tra improbabile trait d’union tra Elgar e la musica ridendo Brian Gulland, “e la naturale scenografia dischi di Mike Oldfield contemporanei, e vi sento tastiere, chitarre, flauti, vibrafono, violoncello, elisabettiana, e poi la solenne Lament, e della Union Chapel si adattava benissimo alla analogie con Midnight Mushrumps e con Ein Klein violino e sax… ecco, la situazione è molto simile: ancora suites di danze di Susato, di Praetorius, nostra musica.” conclude giustamente. Infatti, Heldenleben. Avresti potuto iniziare una carriera 52 53 come mago delle tastiere, con armamentari alla qualcosa, ma non morirò chiedendomelo… Graeme Taylor: Nel ’77 cominciai a percepire che chiamata The Other Dances, ma ora la mia vera Rick Wakeman… la nostra proposta stava già passando di moda: professione è quella di avvocato. Spero però che ML: Grazie di tutto, Richard, e a presto. il punk aveva cambiato il mondo musicale, e la ora tu faccia la caricatura pure a me, dopo averla Richard Harvey: Sono affezionato a questo nostra miscela di progressive rock e di musica fatta agli altri! progetto e vorrei ripubblicarlo. Come sai, in ML: Dave, come hai vissuto i ripetuti cambiamenti antica stava perdendo appeal presso il pubblico, questo disco ho suonato tutti gli strumenti del tuo ruolo all’interno dei Gryphon? Che io così pensai che il mio lavoro con i Gryphon fosse In attesa quindi di fare la caricatura a Malcolm meno la batteria. Lavorai a stretto contatto con i sappia, sei inoltre uno dei pochi batteristi / finito. That’s all, folks, pensai. Markovich, e in attesa degli sviluppi futuri (un creatori delle animazioni e degli slide shows che cantanti solisti della scena, insieme a Phil Collins, Facciamo un nuovo passo, mi dissi, così accettai nuovo tour, chissà, pure un DVD dal vivo e magari furono usati per il lancio di questi computer… Levon Helm della Band, tale Ringo Starr e il nostro l’invito ad unirmi all’Albion (Dance) Band. un nuovo album), non ci resta che sedere ed penso che sapessero che nessun altro faceva Franz Di Cioccio… aspettare. A me, intanto, resta il ricordo di una lavori con così molte sovraincisioni in quegli anni. ML: E che ne pensi realmente di “Treason”? bella serata tra amici. Ho lavorato con buoni tecnici del suono, tra cui Dave Oberlé: Avevo cantato anche prima di Nick Glennie-Smith, che fecero un buon lavoro. unirmi ai Gryphon, ma solo come corista. Graeme Taylor: non tra i miei preferiti, Per chi fosse interessato, questi sono alcuni link: Ma praticamente nessuno era interessato alla Con loro fu la mia prima volta. Non è agevole sinceramente: anche se ci sono buonissimi Sito ufficiale Gryphon: http://www.gaudela.net/ sua distribuzione, visti i tempi. suonare e cantare contemporaneamente dal momenti come Spring Song, Fall Of The Leaf e la gryphon/ Contemporaneamente ad A New Way iniziai le vivo, specialmente con le poliritmie dei Gryphon. divertente Flash In The Pantry di Brian. Jon Davie Sito ufficiale Richard Harvey: http://www. registrazioni per un nuovo album, che la EMI Così, all’epoca di Treason, con il cambiamento di vi fa un ottimo lavoro, comunque. richardharvey.net/ rifiutò di pubblicare (era l’epoca dei Sex Pistols… stile musicale, fu deciso che un batterista “vero” Sito ufficiale Graeme Taylor: http://www. periodaccio!), i cui brani furono utilizzati per sarebbe stata una buona idea, lasciandomi libero ML: Le tue impressioni sulla reunion? graemetaylor.com/ stacchi e sigle televisive su Channel 4 e che fu di concentrarmi sulla voce solista, sui cori e su Sito ufficiale New Scorpion Band: http://www. pubblicato anni dopo dalla KTM come Richard percussioni occasionali. Graeme Taylor: Le cose sono molto diverse dal new-scorpion-band.com/ Harvey’s Nifty Digits (non ho scelto io questo ML: Il tuo set di percussioni è sempre stato molto ’77, ora: molto meno pressanti e molto più brutto titolo!). insolito e inconfondibile come sound, includendo rilassate, ed è bello ritrovarsi di nuovo con i anche strumenti giocattolo, teiere, pentole (molti vecchi amici. E’ un po’ ritornare giovani. ML: I lettori potrebbero stupirsi di come un anni prima di Tony Esposito!)… musicista classico (e un autentico virtuoso) come ML: Malcolm, mi fa piacere ritrovarti qui, ad te, abituato ad eseguire Vivaldi, Haendel, Van Eyck Dave Oberlé: Lo stile percussivo nei Gryphon fu assistere al concerto dei tuoi vecchi compagni. e musica antica, possa padroneggiare tecnologie creato totalmente per il gruppo, e il kit fu inventato Ma che hai fatto dopo aver lasciato la band, varie, sequencer, synt e programmazioni appositamente per soddisfare queste esigenze. Ci all’indomani di “Raindance”? assortite. E’ lo stesso caso dell’ex Curved Air ed voleva qualcosa che potesse funzionare sia come ex Sky Francis Monkman, per esempio. Il sistema sezione ritmica rock ma che al tempo stesso Malcolm Markovich: Dopo l’abbandono, io didattico musicale italiano ha sempre creato potesse risultare personale e funzionale al sound. e Graeme abbiamo formato un gruppo pop barriere tra la musica classica e tutte le altre, e Avevo suonato in precedenza in gruppi rock, rock chiamato Precious Little, durato tuttavia non è interessato ad esplorare e a sperimentare sicché il cambiamento per me fu molto grande, poco senza aver fatto dischi. Ho pure fatto il in altri campi… ma mi ci è voluto poco per immedesimarmi nel sessionman per gruppi punk (più o meno). nuovo ruolo. Ho suonato sull’album Relics Of The Past di Richard Harvey: Io penso che i musicisti creativi una band chiamata Billy Karloff & The Goats dovrebbero allargarsi a ciò che i loro tempi ML: come è stato ritrovare i vecchi compari? (!!!), quindi mi sono unito brevemente includono, guardare cosa sta accadendo intorno a agli Home Service di Graeme con i quali ho loro. Per esempio, io sono passato attraverso due Dave Oberlé: Siamo sempre stati in contatto, inciso un singolo, per poi lasciare e venire rivoluzioni musicali attraverso i decenni: il revival negli ultimi 40 anni, e siamo sempre rimasti sostituito – nuovamente! – da Jon Davie. Ho della musica antica e la rivoluzione tecnologica. amici. La riunione in pratica c’era già. Questo ha quindi accompagnato rappresentazioni del Ho dischi di Walter [ora Wendy] Carlos accanto enormemente aiutato per l’organizzazione del National Theatre, suonato per John Cage e a quelli di David Munrow: qualunque cosa nuova tour e ci siamo divertiti molto. Non vediamo l’ora con la London Symphony Orchestra, e poi (e migliore) dovrebbe eccitarti anche se ti muovi di ripetere l’esperienza l’anno prossimo! con Michael Nyman sulla famosa colonna nella più tradizionale delle arti, come l’opera, sonora de I Misteri Del Giardino Di Compton per esempio. A casa ho più di 800 strumenti, ML: Graeme, esattamente, puoi raccontare i House, e fui pure il primo bassista dei… Talk tra storici, classici, etnici e tecnologici… voglio motivi del tuo abbandono dopo “Raindance”? Talk, che divennero poi famosi ma senza di conoscere tutto! Naturalmente posso sbagliare me! Mi diverto ancora a suonare, in una band 54 55 Greg Lake’s honorary degree Conservatorio Nicolini Piacenza

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56 57 Psycomusicology a cura di MAURO SELIS

[email protected] CHIUDENDO LE PORTE DELL’INFERNO Il percorso di PierVittorio Riassunto della prima parte pubblicata sul numero di Ottobre di Mat 2020

PierVittorio, detenuto presso il carcere di Marassi a Genova, riceve la visita del nuovo Psicologo a cui inizia a narrare la propria esistenza, esordendo con questa frase ad effetto: “Ebbi tantissimo ebbi. Chiudendo le porte dell’inferno ho lasciato immense scie di dolore, ora sono nella salita più lunga del mio destino, quella che si erge verso il colle della vita, dell’adeguatezza e del quotidiano senza eccessi e senza fratture interiori!”. Il paziente racconta dell’infanzia, costellata da problematiche con un padre assente e una madre “caratteriale”, dell’adolescenza in cui visse il dramma di un fratello maggiore eroinomane, trovato riverso su una panchina del parco con la “spada” ancora nel braccio. mi venne in mente la triste fama di una proseguì con buon passo verbale: “Da quel Parte seconda canzone “Gloomy Sunday” (per chi desidera momento diventai più cinico con il mondo, approfondire l’aurea negativa di questo brano iniziai a sbarcare il lunario con lavoretti poco ecco il link: inclini all’adeguatezza sociale: ricettazione, “Anch’io ho pensato molte volte al suicidio”, come lui!” “Come coraggioso?”, domandai qualche furtarello rimasto impunito, entrai in sospirò con uno sguardo ricco di tensione. con cautela. “Sì, vivere costa fatica ma “Gloomy Sunday” - Wikipedia un giro di prostituzione con donne dell’Est, nel PierVittorio ora appariva più contratto decidere di farsi fuori per me è un atto di (click sul titolo per visualizzare il link) senso che facevo l’autista ad un magnaccia rispetto a qualche momento prima. Il ricordo coraggio!- ribattè PierVittorio con rinnovato e al suo compare, l’esattore degli affari. del fratello morto in quel modo aveva sospiro - io ci provai almeno una volta qua la propongo nella strepitosa versione di Non mi ponevo domande, andavo avanti lasciato sulle spalle della famiglia un marchio seppur sbadatamente. Ero con un amico in Billie Holiday: meccanicamente, probabilmente con un di “difetto di fabbrica”, e ciò si riverberava montagna, una giornata uggiosa di domenica. senso spiccato di morte in sottofondo”. sul suo “groppone”. Mi venne in mente un Lui si stava divertendo con una ragazza nella “Gloomy Sunday” Billie Holiday Sempre per associazione mi sovvenne la vecchio brano di Faust’ò, “Suicidio” camera da letto. Io nella saletta iniziai a bere (click sul titolo per visualizzare il link) canzone Mechanical World degli Spirit: come un forsennato tutti i liquori della casa e “Death falls so heavy on my soul/Death falls “Suicidio” - Faust’ò ad ingurgitare svariate pasticche di farmaci. Lo sguardo di PierVittorio era immerso nel so heavy, makes me moan…” (click sul titolo per visualizzare il link) Volevo distruggermi, ma tutto ciò produsse vuoto, ricordare appariva come una via solo un leggero coma etilico. Mi svegliai tra catartica che arrecava però sofferenza, quella Il paziente proseguì: “Pur desiderando morire conati di vomito, dolori intercostali-viscerali e di una persona naturalmente sensibile, “Mechanical World” Spirit come GianLuca, non ero così’ coraggioso un mal di testa da paura!”. Per associazione proiettata però in un mondo distorto, (click sul titolo per visualizzare il link) 58 59 Questo male di vivere più non c’è Mi chiedo dov’è? La mia mente come noti non cogita più Il giorno in cui E ho nel cuore Questo male di vivere più non c’è Nel profondo , ferite eterne La mia mente come noti non cogita più Forte dolor E ho nel cuore E sequenze di dolore, dolor per me Nel profondo , ferite eterne Notti Bianche e pensieri e realtà Forte dolor Dove passano silenziose le mie fragilità E sequenze di dolore, dolor per me Il mio ego devastato ormai non c’è. Notti Bianche e pensieri e realtà Ma un alito di vita alberga dentro di me”. Dove passano silenziose le mie fragilità Il mio ego devastato ormai non c’è Rimasi stupito favorevolmente, talvolta Ma un afflato di morte alberga dentro di me. accade che i pazienti si dimostrino differenti dalle schede di presentazione, redatte a Le dosi del pusher s’arrichiscono di nuove volte frettolosamente. Spesso per entrare in sostanze /L’ esistenze s’intrecciano nelle sintonia è sufficientemente ascoltarli con la criptiche stanze/ Per un pugno di A maiuscola, senza pregiudizi o stereotipie, bruciasti le vite, quanti dolori/ Sorseggio anche perché un famoso aforisma del filosofo “Non riuscivo ad avere nessuna relazione fermata da antisociale. Ora scrivo poesie, la sorte e non credo ai favori/ Mi domando Talete afferma che Gli dei hanno dato agli stabile: né affettiva, né amicale, né lavorativa. racconti, leggo moltissimo e frequento il corso soltanto se il destino è foriero/ Di luoghi di uomini due orecchie e una bocca per poter Sopravvivevo lasciandomi guidare dalla di teatro qui in carcere. Pochi giorni fa ho cura su cui poggiare il cimiero. ascoltare il doppio e parlare la metà. corrente degli eventi. L’unico momento di cercato di descrivere i miei clienti di quando PierVittorio aveva davvero chiuse le porte introspezione me lo concedevo con qualche vendevo droga, facendo una mistura con il Mi chiedo dov’è? dell’Inferno, la motivazione al cambiamento buon libro; l’ha mai letto il “Libro dei dannati” mio stato d’animo d’allora, questo per non Il giorno in cui lo adornava ormai con vigore. di Charles Fort? dimenticare le storture della mia vita recente. Ho riscritto il testo de I Giardini di Marzo di “Il libro dei dannati” Battisti (click sul titolo per visualizzare il link) è un vecchio testo che parla di cose inspiegabili, “I giardini di Marzo” Battisti (click sul titolo per visualizzare il link) come la mia vita che fluttuava su correnti ascensionali improbabili…”. e l’ho intitolato Le Dosi del Pusher, se vuole Era interessante ascoltarlo, il paziente aveva gliela declamo”. le stigmate depressive ma non con questo era assente il suo pensiero critico nel revisionare PierVittorio iniziò, prima sottovoce ma poi le prove che la vita gli aveva posto davanti, con maggior volume, a recitar cantando il suo esami permanenti. componimento: “Quando qualche anno fa morì fa mia madre, non ho pianto - proseguì con desiderio “Il pusher arrivava, non vendeva di certo comunicativo - ho invece ricalcato, almeno in gelati /Alle dieci di sera i miei soldi erano già parte, le orme della tossicodipendenza di mio terminati/Riflettevo su questo e mi dicevo fratello, giacché ero diventato spacciatore, non farlo/ La più forte era nera e la bianca una ma solo di roba buona. Quando la polizia dose da urlo./Scrutavo la strada per trovare mi ha fermato in fragrante con il bagagliaio il mio mondo/ Rimanevo per ore a cercare, dell’auto zeppo di panetti di droga per il a girare lì in tondo/Poi vinto rientravo a casa mercato della città, giunto in galera ho con il freddo sudore/Alla continua ricerca di compreso che sarebbe stata la mia ultima una calda carezza d’amore. 60 61 Un viaggio nel (mio) passato di Antonio Pellegrini (https://tonyinviaggio.wordpress.com) PAUL McCARTNEY Ci sono tanti modi per raccontare un concerto. e credo lo sia sempre stato, ma con il dono Per parlare di quello di Paul McCartney, naturale di scrivere canzoni meravigliose. live a Milano 27/11/2011 voglio dire prima di tutto cosa lui era per me. Vederlo al piano cantare e suonare, come nel McCartney era per me un ossimoro. video di “Let it be”, fu una cosa da brividi. Il più grande autore di canzoni mai esistito, Ricordo “All my loving”, molto fedele quello di cui sentii “Hey Jude” come canzone all’originale, e lì il merito va anche alla sua di un gioco musicale per Commodore 64 da band, sebbene mi sembrassero più una tribute bambino. Ecco, credo che la mia passione per band che degli artisti. Ricordo “The long and la musica sia nata lì. E’ stata la prima volta che winding road” con quelle orchestrazioni, quel un brano musicale mi ha investito, attraversato piano, e quella melodia, in grado di mettermi fisicamente e trasmesso qualcosa. ko. Ma McCartney era anche quel vecchio Ricordo “I will” e “Blackbird”, con la chitarra imbolsito, tutto tirato, piacione e al centro acustica, e una delicatezza espressiva quasi della cronaca rosa. commovente. Dopo tanti anni da quell’ascolto di “Hey Jude”, La prima parte del concerto finì con “Let it nel 2011, ho visto che ci sarebbe stata un sua be”, “Live and let die” e “Hey Jude”. Non riesco data dietro l’angolo, a Milano. a farmi venire in mente un autore che possa fare tre propri pezzi di seguito di un livello Era una domenica, il 27 novembre 2011. Partii simile. verso le 16.30 da Genova con la macchina e in autostrada c’era una nebbia pazzesca. Poi, quasi alla fine, “Yesterday” e una bella versione rock di “Helter Skelter”. Verso le 19.30 ero al Forum di Assago, c’era una coda incredibile e divisa in due Paul aveva ancora energia da vendere, oltre lunghissime file per entrare, la temperatura che voce, teneva il palco quasi come un era molto bassa, e c’era talmente tanta ragazzino. Molto spazio anche alle scene nebbia, che quasi non si riuscivano a vedere spettacolari. In questo concerto vidi per la le altre persone in coda. prima volta i lanciafiamme che sparavano in alto lingue di fuoco, durante “Live and let Finalmente ero dentro e dopo un po’ iniziò die”, e poi anche in altri pezzi. Anche i petardi il concerto. C’erano alcune ragazze che non mancarono. svenivano, una cosa incredibile, sembrava di essere negli anni ’60. Ma questo era solo un corollario. Il centro era l’autore, declinato con quella voce, quel La scaletta del concerto fu lunghissima, la pianoforte e quegli arrangiamenti. riporto qui in fondo: suonò molti pezziBeatles e alcuni pezzi Wings, più qualcos’altro. Aveva Finita la magia, tornai a casa avvolto in una ancora “quella” voce, probabilmente era fitta nebbia, che in qualche modo mi aveva ancora “quella” persona, un po’ piacione, permesso un viaggio temporale nel mio passato. 62 63 Setlist Hello, Goodbye Dance Tonight Junior’s Farm Mrs. Vandebilt All My Loving Eleanor Rigby Jet Something Drive My Car Band on the Run Sing the Changes Ob-La-Di, Ob-La-Da The Night Before Back in the U.S.S.R. Let Me Roll It I’ve Got a Feeling Paperback Writer A Day in the Life The Long and Winding Road Let It Be Come and Get It Live and Let Die Nineteen Hundred and Eighty-Five Hey Jude Maybe I’m Amazed I’ve Just Seen a Face Bis: I Will The Word Blackbird Day Tripper Here Today Get Back 64 65 Bologna TEATRO MANZONI 29/11/2015

di Francesco Pullè

66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 di Gianni Sapia Ci sei subito dentro. Appena comincia. Ti ci me- scoli dentro. Come acqua con acqua, aria con aria, terra con terra, fuoco con fuoco. Ma anche come nuvole e cielo, sole e mare, stelle ed uni- verso, Zacapa e Cohiba. Ti stringe nel suo abbrac- cio fino ad amalgamarti a se, fino alla fusione di anima e musica. È come un vestito senza taglia, o meglio, di tutte le taglie. La tuta nera sul corpo di Eva Kant. È musica senza tempo e di tutti i tempi. Primordiale e futurista. Musica del multiverso. E mi domando se siano stati i musicisti a scegliere il titolo del disco o il titolo a scegliere il disco, per- ché l’ultimo lavoro di Arti & Mestieri non pote- va non chiamarsi Universi Paralleli. Evidenti col- lisioni spazio temporali ti fanno vivere, durante l’ascolto, “vissuto” e “avresti vissuto”, ti fanno percorrere il sentiero che hai scelto, ma ti lascia- no latente la sensazione che, da qualche parte non troppo lontana, stai percorrendo anche gli altri, quelli che in questo universo ti sei lasciato alle spalle. Emozioni piacevoli si mescolano tra vi- scere e cervello e sensazioni diverse mulinellano in te come foglie in balia del vento. C’han fatto aspettare un bel po’ i ragazzi, ma alla fine eccoli qua, con un bel disco nuovo di pacco, che non è il nuovo Tilt o qualcosa di già fatto, è Universi Paralleli, un bel disco, di più, un disco figo! Cer- to, l’impronta è quella, Arti & Mestieri sono sul- la breccia da quarant’anni, hanno fatto la storia della musica prog in Italia, insieme a Area, P.F.M., Osanna, Banco e tutti i maestri del genere, ma Universi Paralleli ha una sua identità, che lo collo- ca, a mio parere, tra i dischi senza tempo. Sonorità riflessive, variabili jazzistiche che si insinuano tra rock, classica e fusion, il tutto cullato tra le onde del Mediterraneo. Come dicevo, un disco figo. La formazione per questo concept album vede due dei fondatori della band, Furio Chirico stori- co batterista e Gigi Venegoni, altrettanto storico chitarrista e Iano Nicolò (voce), Roberto Puggio- ni (basso) e Marco Roagna (chitarra acustica ed elettrica) più l’inserimento di talentuosi musicisti, quali Piero Mortara, fisarmonicista/ tastierista/compositore (Venegoni&Co.), il giovane violinista Lautaro Acosta, premiato più volte con onore dalla critica italiana di musica clas- 76 77 sica ed inoltre ospiti d’eccezione, come Ar- ritmo e variabilità, ancora musica che ti veste Universi Paralleli Piero Mortara-accordion, piano, keyboards turo Vitale (sax soprano), componente come un guanto. storico della prima formazione, Mel Italian version CD and LP version -released in Lautaro Acosta-, electric violin Collins, straordinario saxofonista e flautista Ho ascoltato Universi Paralleli almeno tre vol- 2015 Cramps / Sony Music te di seguito mentre scrivevo le mie parole, Roberto Puggioni-bass, fretless bass dei mitici King Crimson e Lino Vairetti de- Universi Paralleli gli Osanna, presente nella bonus track Nato. o forse di più, forse quattro, cinque. In realtà Marco Roagna-acoustic and electric Si comincia con Alter Ego e, come dicevo, ci non so quante volte di seguito ho ascoltato Japanese version Blu-SpecCD - released in sei subito dentro, la bellezza della variabilità e quest’album di Arti & Mestieri, ho perso il 2015 Nexus / King Records conto, anzi, non ho mai contato, perché non lì a portata di mano. Bellezza che resta acces- Featuring sibile col brano seguente, Dune. Pacha Mama mi stufa mai, perché mi libera la mente, per- ché scorre insieme al tempo, perché fa sì che è il primo brano cantato che si incontra. In Line-up - Arturo Vitale-soprano sax lingua quechua significa madre terra, per gli il mio io dialoghi con gli altri miei io, quelli che hanno preso altre strade, quelli che vivono in Gigi Venegoni-acoustic and electric guitars, - Mel Collins (from King Crimson)-soprano antichi Inca rappresentava la Dea della terra, sax and dell’agricoltura e della fertilità. Una riflessio- Universi Paralleli. keyboards ne sull’ “uomo senza dignità, quell’uomo che http://artiemestieri.org/ Furio Chirico-drums and percussion - Lino Vairetti (from Osanna)-vocals exclu- un giorno la rimpiangerà”, rimpiangerà quel- sively featured in “Nato”, Universi Paralleli la madre terra che al momento sembra voler Iano Nicolo’-vocals Italian version distruggere. Riflessione sull’uomo che prose- Tracklist gue ne L’Ultimo Imperatore, dove il protagoni- sta rimpiange i tempi in cui avere un’ideologia 1.Alter Ego era un valore e non una cosa da sfigati. Violi- no da brividi prima della chiusura. Finisterre, 2.Dune ovvero la fine della terra eJohann continuano 3.Pacha Mama a far fluire il disco come un fiume di imma- gini che scorre nella testa e Johann prende 4.L’Ultimo Imperatore corpo tra le note e mi appare, bella come il sole. Restare Immobile sembra proprio esse- 5.Finisterre re un invito al mondo a darsi una mossa, un 6.Johann mondo che sembra anestetizzato e quindi la malinconia della fisarmonica apre Borea e la 7.Restare Immobile musica è sempre avvolgente, calda, familiare, 8.Borea prima di diventare incisiva e persuasiva. L’at- tacco di Pandora mi ha fatto venire in mente 9.Pandora il live di De Andrè con la P.F.M., bello vispo, scoppiettante, tecnicamente superbo. Un 10.Linea D’Ombra pezzo ben pieno di ritmo. L’evocativo fiume 11.Comunicazione Primordiale sonoro che caratterizza tutto l’album prose- gue con Linea d’Ombra che mi accompagna 12.La Luce In Fondo Al Tunnel tenendomi per mano fino a Comunicazione 13. Nato *Exclusive Italian Bonus Track Primordiale, proprio quella, fatta di tamburi nella foresta. Siamo praticamente alla fine e 13. La Porta Del Cielo *Exclusive Japanese il titolo del brano seguente non fa niente per Bonus Track nasconderlo, infatti siamo a La Luce in Fondo al Tunnel. Anche se di luce è stato pieno tut- arti&mestieri Universi Paralleli to l’album. Il congedo è dolce, gustosamente with special guest Lino Vairetti from Osanna malinconico, profumato di mille colori. Resta la bonus track di cui ho già accennato, Nato, che vede protagonista Lino Vairetti. Ancora 78 79 della scena di San Francisco, benché lo si ri- abitazione nel 2002. GIOIELLI NASCOSTI cordi - purtroppo solo... - per avere ispirato il Non finisce qui se pensiamo che la title-track pupazzo batterista dei Muppets Show (“Ani- (la canzone di punta) verrà registrata, invece, a cura di RICCARDO STORTI mal”). Anche il tastierista David Kahne è assai tra Roma e Londra con una line-up da smuo- giovane e promette già bene come arrangia- vere anche il più radicale dei detrattori del tore: negli anni successivi diventerà un ricer- nostro: Gianni Leone (Il Balletto di Bronzo) [email protected] cato produttore di artisti quali Jorma Kauko- alla chitarra acustica e alle tastiere, Corra- nen, Patti Pravo, Deacon Blue, Tony Bennett do Rustici (Nova) alla chitarra elettrica, Mike e, soprattutto, sarà l’eminenza grigia dietro Howlett (Gong) al basso, Mike Deacon (Vine- il fenomeno di successo delle Bangles, non- gar Joe) al clavinet e John Lingwood (più tardi ALAN SORRENTI ché un preziosissimo collaboratore di Paul nella Manfred Mann’s Earth Band) alla batte- McCartney. Last but not least, il vibrafonista ria. Sienteme, It’s Time to Land Larry Blackshere, un nome legato agli It’s a Questi, amici, gli ingredienti base. La premes- (Harvest, 1976) Beautiful Day ma avrebbe suonato anche con sa era necessaria: per un’analisi (con qualche i Grateful Dead e Pharaos Sanders; dopo una sorpresa), un minimo di pazienza. Ci rileggia- PARTE PRIMA sa... “Sienteme, it’s time to take off”. E qui, strepitosa carriera a Broadway, morirà tra- mo tra un mese... secondo la stragrande maggioranza dei pro- gicamente durante una rapina presso la sua Alan Sorrenti. Per noi del prog, più che un gster, si consumerebbe il peccato orginale - artista, un mistero discografico. Sembra non un pò faustiano... - verso i figli delle stelle e le esserci dubbio su tutta la linea e, quando non uniche donne. Per lui. ci sono dubbi, ogni minimo dettaglio si raf- Chiedo venia, ma “troppo facile”. Proviamo a forza originando, però, qualche inossidabile fare una radiografia per capire se le fratture ci (e immancabile) pregiudizio. Non ci credete? siano veramente? Aria del 1972 è il capolavoro: c’è chi si spin- Siamo nel 1976 e non sono pochi gli artisti che ge addirittura a dipingerlo come uno dei ma- si interessano sempre di più a sonorità black sterpiece assoluti di tutto il prog universale. e che, nei loro flirt tra soul e rhythm’n’blues, Bel disco, non c’è dubbio. Pietra miliare? Di- arrivano a giocare con parametri assai vicini ciamo un distinto (e ben distinguibile) segno alla fusion. E accade anche tra musicisti di dei tempi, forse - il mio è un dubbio... ;-) - un ambito prog. A Napoli, poi, non ne parliamo: tantinello sopravvalutato. C’è chi lo accoppia al di là dei Napoli Centrale (per i quali le que- senza timore al secondo frutto, Come un vec- stioni di base sono assai lontane dal contesto chio incensiere all’alba di un villaggio deserto, che ci apprestiamo ad analizzare), pensiamo fornendo al neofita una sorta di imprescin- a cosa stiano combinando Lino Vairetti e i suoi dibile dittico. Poi, per molti, quella brillante Città Frontale. carriera avrebbe subìto un’inspiegabile vol- Alan Sorrenti va a registrare il suo nuovo lavo- tura: a dire il vero, però, l’Alan Sorrenti del ro in California ed è contornato da strumen- 1974 trova qualche ascoltatore indulgente. tisti dotati di un pregevole curriculum. Svet- Non è proprio da buttare forse perché il free ta, intanto, un trio di fiati da paura: Al Bent climbing in hit parade appare ancora timido al trombone, Mike Butera al sax e Bob True e moderato. Invece, con Sienteme, It’a Time alla tromba. Il bassista Jeff Neighbor era sta- to Land, il fronte si mostra compatto e si dà to colonna portante della band californiana appuntamento presso la più vicina agenzia Joy of Cooking, una band di soul psichedelico di pompe funebri per organizzare a dovere non insensibile ad un certo folk). Il chitarri- il funerale discografico del buon Alan, ormai sta acustico Roger Voudouris è una sorta di prossimo a divenire un’icona pop sotto le luci sex symbol con la faccia da ragazzino ma che, strobo della discoteque, vero traditore del qualche volta, è salito sul palco con i Doobie prog all’avanguardia. Ascoltami, è venuto il Brothers, Stephen Stills e John Mayall. Steve tempo di atterrare? No, qui si scappa in mas- Mitchell è uno dei sessionman più accreditati 80 81 sempre, nemo propheta in patria: oggi la Locanda è più amata in Giappone (dove ha aperto anche alcuni concerti dei Pooh) o in 1975 - 2015 Sud America (dove ha partecipato a festival prestigiosi), che in Italia. 40 ANNI DI 1978: Saga – Omonimo. I veri “outsiders” del pomp-rock nordamericano, schiacciati in termini di visibilità dai conterranei Rush e da diverse band statunitensi, ROCK PROGRESSIVO come Toto e Foreigner, debuttarono di Alberto Sgarlato con questo album davvero ottimo e, per Nel corso degli anni ha preso sempre più forse 4.000 L’articolo, da questo punto di l’epoca, sorprendentemente attuale nel piede una corrente di pensiero di detrattori vista, ricopre un ruolo puramente simbolico: fondere barocchismi prog, chitarre hard e del progressive rock che sostiene che elegge una sorta di “disco prog dell’anno” ogni arrangiamenti di tastiere quasi electro-pop. questo genere era già morto nel 1974. Per 365 giorni come capofila di una produzione 1975: Hatfield and the North – The Rotters’ Band estremamente longeva che continua appoggiare questa tesi vengono tirate in ballo che non è mai cessata. Club. Un vero capolavoro di quella corrente per ancora oggi a sfornare titoli sempre validi e diverse motivazioni: i Genesis dopo Gabriel Attenzione: sono ovviamente banditi da pochi eletti chiamata “Scuola di Canterbury”. interessanti. non erano più gli stessi, opere come “Brain questa selezione i “soliti noti”, proprio Avanguardia e melodia, sperimentazione Salad Surgery” degli ELP o “Relayer” degli Yes per porre l’accento sul valore divulgativo e dolcezza, virtuosismi jazz e stralunatezze 1979: Nightwinds – Omonimo. Band erano diventate eccessivamente macchinose, dell’articolo. Quindi non troverete menzionata psychedeliche. E, su tutto, svetta quel canadese che fondeva forti influenze di autocelebrative e prolisse, i Pink Floyd del nessuna opera dei “grandi nomi” degli anni meraviglioso gioiello che è “Share it”. A tutti Yes e Rush nella voce sovracuta e nelle dopo-”Dark side” avevano cercato una svolta ’70 (Genesis, Yes, ELP, King Crimson, Gentle gli effetti una vera e propria canzone pop, ma linee di basso articolate e molto presenti più commerciale e così via. Giant, VDGG, Jethro Tull, Pink Floyd), coloro la più bella pop-song di tutti i ‘70. con strutture di chitarre e tastiere di chiara Il problema è che questa teoria ha cominciato cioè che chiunque conosce, anche tra i non impronta genesisiana. Un solo album, ma a contagiare anche numerosi appassionati amanti del genere, né nessuna opera solista 1976: Cathedral – Stained glass stories. un capolavoro. Successivamente alcuni del genere, che così si sono negli anni sempre di musicisti provenienti dagli stessi; stesso Band fondata dagli italo-americani Rudy componenti ebbero miglior fortuna come più immobilizzati sull’ascolto dei loro amati discorso per quelle bands italiane famosissime Perrone e Mercury Caronia IV, che risentiva turnisti in altri gruppi e/o come produttori. capolavori fino al 1973-1974, trascurando in tutto il Mondo (Pfm, Area, Banco, New dell’influenza dei Gentle Giant nelle armonie tutto quanto sia stato fatto dopo e rinunciando Trolls, Le Orme); al di là dell’Oceano sono vocali e nell’uso delle percussioni, ma anche così a tutta una serie di scoperte che, invece, evitate tutte quelle band (Kansas, Styx, Rush) degli Yes nelle trame di chitarra e basso. avrebbe potuto farli “innamorare” tante altre che ancora oggi vengono citate a piene mani Tuttavia venivano introdotti tentativi di volte. persino nelle commedie hollywoodiane sperimentazione bizzarri, come un certo uso Poiché è appena terminato il 2015, questo con Adam Sandler o con Ben Stiller, o nelle arpeggiato del Mellotron, quasi mai usato articolo si pone come obiettivo proprio serie tv come “South Park” o “Desperate come solista fino a quel momento. Negli quello di porre la lente sul “dopo”, cioè sui housewives”; sono altresì evitati anche anni ‘80 Perrone e Caronia ottennero breve 40 anni tondi tondi tra il 1975 (data della coloro che hanno riportato in auge il genere visibilità con tutt’altri progetti musicali, più presunta morte del genere) e oggi. 40 titoli, negli anni ‘80, i (che furono persino orientati verso il pop da classifica. uno per gruppo, uno per anno, vengono qui ospiti al Festivalbar) e nei ‘90, come i Dream “telegraficamente” menzionati e riscoperti, Theater o Steven Wilson (recentemente 1977: Locanda delle Fate – Forse le lucciole per far tornare a chi ha rinunciato al rock persino inserito in una raccolta a fascicoli di non si amano più. La sola colpa di questa band progressivo la voglia di riscoprirlo. Ovvio che “Repubblica” in edicola). Insomma: in questo fu quella di uscire con un vero capolavoro di si tratta di una scelta assolutamente parziale elenco troverete solo nomi “di nicchia”, rarità, rock progressivo romantico e sinfonico in pieno e certamente influenzata dal gusto personale: perle semisconosciute, artisti che, comunque, 1977, mentre l’Italia era scossa da tutt’altri in questi 40 anni di ottimi dischi di prog-rock non è affatto giusto definire “minori”. E ora, si fermenti, dall’irriverenza degli Skiantos alla 1980: Enid – Six Pieces. Sarebbe davvero non ne saranno usciti 40, ma almeno 400 o va a incominciare. sfacciataggine della Kandeggina Gang. Come limitativo archiviare la band guidata dal 82 83 tastierista Robert John Godfrey nel calderone in realtà esistevano numerosi gruppi tedeschi scopiazza un po’ i già citati Twelfth Night, un cantato moderno e new-wave, che ricorda del new-prog inglese. La loro era vera e molto più vicini alla scuola “british” del genere, rispetto ai quali, però, i Comedy sceglievano The Smiths. propria “musica da camera del XX secolo”. nomi come Eloy, Grobschnitt, Anyone’s una deriva più leggera e pop. Non mancano, Questo album è forse il loro capolavoro: sei Daughter E, appunto, questi Amenophis: però, nelle varie tracce, varie godibilissime 1989: – Pungent Effulgent. La tracce strumentali dedicate ai sei musicisti che un trio di incredibili polistrumentisti capaci “impennate” strumentali assai genesisiane. band guidata da Ed Wynne si poneva come formavano la band in quel periodo. Deliziosi di fughe pianistiche alla o Da pochi anni la band, con una svolta obiettivo quello di fondere le stralunatezze anche i sei acquerelli in copertina, che ben di toccanti intermezzi per chitarra classica leggermente più metal nel sound, è tornata dei Gong e i viaggi spaziali di e descrivono graficamente le dolci atmosfere alternati a momenti rock più acidi che alla carica sfornando dischi a raffica, tutti Tangerine Dream con influenze più moderne, che pervadono tutto il disco. diedero vita a questa autoproduzione di molto interessanti. ritmiche reggae e dub, arpeggi elettronici eccellente livello. Alla fine degli anni ‘80, con quasi techno, contaminazioni esotiche di 1981: Terpandre – Omonimo. Abbiamo formazione un po’ rimaneggiata ed estesa, gli 1987: Deyss – Vision in the dark. Band svizzera vario tipo, arabe, indiane e mediorientali. appena parlato di Enid. I Terpandre avrebbero Amenophis realizzarono un secondo album che probabilmente meglio di chiunque altro La formula ben presto ha mostrato la corda, potuto benissimo essere gli Enid francesi, con e, inaspettatamente, nel 2014, un paio dei ha saputo far tesoro della lezione del new- rivelandosi ripetitiva e un po’ noiosa, ma il loro prog strumentale elegante e raffinato, componenti fondatori, affiancati da altri prog inglese e lo ha ben miscelato con le almeno il primo album è un vero capolavoro, dal godibile sapore a tratti quasi cameristico. musicisti, annunciarono l’uscita del terzo atmosfere degli Yes di “90125” e dei Genesis e anche i successivi due meritano un paio di disco. di “Duke”; ne nasce un’opera maestosa, dove ascolti. 1982: Twelfth Night – Fact and Fiction. potenza e melodia procedono a braccetto. Il grande ritorno del rock progressivo 1984: Pallas – The Sentinel. Il volto epico inglese viene in genere fatto coincidere del new prog-rock britannico. Roboanti ed 1988: Terraced Garden – Within’. Il con l’incredibile e inaspettato successo dei eccessivi, solenni e, a tratti, persino un po’ polistrumentista e cantante canadese Carl Marillion al festival di Reading del 1983. pacchiani, ma degni di essere amati proprio Tafel ha partorito solo tre album nei ritagli In realtà tutta una scena prog di nuova per tutti questi motivi. Da sottolineare in di tempo (per sua stessa ammissione) negli generazione era in costante fermento in Gran questo disco l’eccellente produzione sonora anni ‘80, dopodiché ha promesso per i due Bretagna tra il 1978 e il 1979 e, in questo di Eddie Offord (già dietro il mixer con Yes ed decenni successivi un suo possibile ritorno panorama, i primi a giungere al traguardo ELP) e la meravigliosa veste grafica realizzata sulle scene. In questo disco, come del resto dell’album furono proprio i Twelfth Night, dal compianto illustratore e scenografo anche nei due precedenti, Tafel è circondato dapprima con lo strumentale “Live at the Patrick Woodroffe. da ottimi comprimari: ne nasce un album target” del 1981 e poi con questo più maturo interessante e unico, delicato e raffinato, nel e preciso “Fact and Fiction”, con una media 1985: North Star – Feel the cold. Un trio quale le trame di sax, violino, chitarre, synth di circa un paio d’anni d’anticipo rispetto agli nettamente dominato dalle tastiere e con e percussioni alla Gentle Giant supportano altri gruppi di questa corrente. chitarre ridotte ai minimi termini. La formula Un prog-rock teso e nervoso, capace di è quella degli ELP, ma le soluzioni armoniche momenti glaciali come gli Ultravox e distesi e melodiche sono, invece, fortemente come i Pink Floyd, sempre, costantemente, influenzate dai Genesis. Il tutto con inaspettate 1990: Ezra Winston – Ancient Afternoons. imprevedibilmente a cavallo tra new wave e divagazioni strumentali tra fusion e new age Basterebbe dire una sola cosa: quel sound romanticismo. elettronica. E a “condire” in modo ancor più soffuso e rarefatto che adesso è tanto di spiazzante questo cocktail, una voce che moda ed è il marchio di fabbrica dell’etichetta 1983: Amenophis – Omonimo. Mentre evoca David Surkamp dei Pavlov’s Dog. Una , gli italiani Ezra Winston lo avevano in Gran Bretagna e in Italia tanti gruppi miscela unica e imprevedibile, da riscoprire. già esplorato una decina buona di anni prog faticavano a continuare ad esistere, o prima. Splendidi intrecci di chitarre acustiche sceglievano altre strade, più melodiche e 1986: Comedy of Errors – Omonimo (mini e melodie flautistiche quasi folk, tappeti di commerciali, in Germania è sempre esistita, album). Un mini-LP in autoproduzione tastiere minimali ed esplosioni sinfoniche a cavallo tra ‘70 e ‘80, una vivace scena distribuito poco, che anticipava gran parte affidate a un’intera sezione di ottoni. E romantica e sinfonica: chi identifica nei del materiale destinato a confluire nel disco non dimentichiamo la presenza di Aldo Corrieri Cosmici del cosiddetto “krautrock” la d’esordio vero e proprio, di un paio d’anni Tagliapietra come ospite alla voce e al basso sola via tedesca al progressive rock ignora che dopo. Il nome di derivazione shakespeariana 84 85 in una traccia. Uno dei più grandi album di “Afterglow” dei Genesis. fortuna di vederli sul palco è uno spettacolo progressive rock, non solo italiano, non solo 1994: Citizen Cain – Somewhere but nello spettacolo vedere come si scambiano degli anni ‘90, ma in senso assoluto. yesterday. Un disco così Genesis che più 1997: Magellan – Test of wills. Band guidata ruoli e strumenti nelle varie canzoni: i Gentle Genesis non si può. Merito soprattutto dai due polistrumentisti fratelli Gardner, Trent Giant che sposano il power-metal. 1991: Galahad – Nothing is written. Dopo della voce gabrielliana del cantante Cyrus. (tastiere, trombone e voce solista) e Wayne aver macinato una lunga gavetta aprendo Cinque tracce lunghissime, ispirate, (chitarra, basso e cori), qui affiancati da Brad 1999: & Oliver Wakeman – i concerti per Marillion, IQ, Pendragon e meravigliosamente composte e arrangiate, Kaiser alla batteria. Un disco dalla potenza Jabberwocky. Clive Nolan, vero e proprio Twelfth Night e dopo aver sfornato diverse ciascuna con un finale bizzarro che, in qualche inaudita: riff chitarristici quasi metal e folli Jolly del prog britannico, da 30 anni ormai audiocassette autoprodotte, i Galahad, modo, cita un’altra delle canzoni presenti. inserti fiatistici zappiani, ballate pianistiche coinvolto in innumerevoli progetti (tra cui guidati dal carismatico cantante Stuart (“Stu”) Circa 70 minuti di musica che, però, non è spigolose e tutt’altro che melodiche e una compagnia teatrale), decide di dare Nicholson approdano finalmente all’album solo nostalgia. momenti fortemente debitori della lezione sfogo a tutta la sua vena operistica e, per d’esordio, che resterà il loro capolavoro in dei Jethro Tull. Certamente l’album migliore farlo, coinvolge uno dei tanti figli di Rick una pur ricca produzione. 1995: Spock’s Beard – The Light. Prima che il in una produzione non rigogliosissima (una Wakeman degli Yes. Ne nasce un lavoro loro drummer Nick D’Virgilio acquisisse una mezza dozzina di titoli in circa vent’anni). La barocco e complesso che raccoglie in modo 1992: Casino – Omonimo. Il grandissimo certa visibilità come turnista nel controverso prematura scomparsa del chitarrista Wayne interessante proprio l’eredità delle grandi Geoff Mann, ex-leader dei Twelfth Night, stava “Calling all stations” dei Genesis, prima che lo Gardner, un paio di anni fa, ha messo (per opere wakemaniane, come “Six wives of perdendo la sua battaglia contro il cancro. Un stesso D’Virgilio diventasse direttore artistico ora? Per sempre?) la parola fine al progetto. Henry VIII” o “Journey to the center of the manipolo di amici, capitanati da Brian Devoil del prestigioso Cirque du Soleil, e anche prima Earth”. (batterista dei Twelfth Night) e da Clive Nolan che il leader venisse folgorato (tastierista dei Pendragon e di numerosi altri da una inaspettata conversione religiosa, gli progetti) e comprendente persino l’ex-Pallas Spock’s Beard debuttarono con questo album Mike Stobbie (ormai da anni lontano dal “giro” che ridefiniva i confini del prog: la lezione prog e dedito a colonne sonore e sigle tv) lo (molto evidente) di Genesis, Yes, ELP e Gentle sapeva e ha composto per lui questo disco, Giant veniva filtrata attraverso melodie vocali un concept-album dedicato al “demone” del beatlesiane, virtuosismi jazz-rock e fusion, gioco d’azzardo, da portare ai posteri come qualche riff chitarristico alla Kansas e persino testamento. Il bel vocione grave e pastoso di contaminazioni sudamericane (“I am Senor Geoff ha ormai lasciato il posto a un timbro Valasco, i drink my milk with tabasco ). Tra rauco e affaticato che tradisce la sofferenza, fasi alterne e varie vicissitudini, la band è ma il disco è memorabile. Mann, purtroppo, attiva tuttora e quasi ogni loro album merita se ne andrà pochi mesi dopo l’uscita di questo la giusta attenzione. ultimo, amaro capitolo. 1996: Flower Kings – . Ultimo 1993: IQ – Ever. Dopo un tentativo fallito di album veramente memorabile di questa band successo pop, un attimo di sbandamento svedese prima di una svolta eccessivamente e persino un rischio di scioglimento, gli IQ virtuosistica un po’ freddina e fine asé tornano con quello che probabilmente è stessa. Questo disco è una vera dichiarazione il loro capolavoro, anche se è difficile dirlo d’amore di verso tutti i suoi idoli: ci 1998: Shadow Gallery – Tiranny. Gli ipervirtuosi 2000: and in una discografia tutta di altissimo livello. sono gli 11 minuti strumentali canterburyani del metal-prog statunitense, nonostante popular songs. Il tastierista degli IQ ha Questo album segna anche il ritorno del della title-track, il cantato alla Yes sul finale siano nati più o meno contemporaneamente prodotto, al di fuori della sua band, due soli cantante storico Peter Nicholls e l’arrivo del di “There is more to this world”, gli esotismi ai Dream Theater e benché siano forse album da solista: il secondo, il meraviglioso nuovo bassista (che uscirà dal un po’ Gong di “The meltin’ pot”, la floydiana ancora superiori tecnicamente, sono stati “The Old Road”, è stato il suo addio alla gruppo nel 2011, per seguire altri progetti). “The rhythm of the sea”, una “Judas kiss” letteralmente eclissati da questi ultimi in musica. Circa dieci anni prima, invece, Di tutta la scena british new prog gli IQ sono che sembra cantata da e la termini di popolarità mondiale. Gli Shadow ecco questo disco che, come già il titolo certamente quelli che sulla lunga distanza meravigliosa cavalcata finale di “The road Gallery hanno fatto pochissimi concerti dal preannuncia, contiene veramente di tutto: hanno saputo offrire i risultati migliori. back home”, che sulle ultime note quasi evoca vivo in tutta la loro esistenza, ma se si ha la flauti genesisiani e cornamuse scozzesi, 86 87 brani per solo pianoforte e per sola chitarra britannico. E se esistesse un contraltare chiara impronta genesisiana. E questo album classica, strumentali jazz/fusion e melodie 2004: Matthew Parmenter – Astray. Il femminile all’enfatica teatralità interpretativa di debutto degli Agents of Mercy è talmente quasi radiofoniche, e persino un cameo di leader dei Discipline in questo suo primo di Peter Gabriel e di Fish, il titolo dovrebbe esplicito, sotto questo punto di vista, che verso John Wetton con la sua bellissima voce. album solista si rivela uno dei più completi andare certamente proprio a Tracy. il quarto minuto della title-track, che apre il polistrumentisti al mondo, suonando chitarre, disco, sembra di ascoltare quasi una versione 2001: Pendragon – Not of this world. Il tastiere, violino, sax, marimba, theremin, 2007: Apple Pie – Crossroads. In questa alternativa di “Broadway Melody of 1974”. chitarrista e cantante Nik Barrett (nessuna batteria, percussioni e affidando solo il basso rassegna dedicata a 40 anni di prog-rock, Merito anche dell’eccellente cantante Nad parentela con Syd) ha sempre rappresentato a Mathew Kennedy (anch’egli nei Discipline). poteva forse mancare una band dalla Russia? Sylvan, la cui voce è chiaramente debitrice nei l’anima più romantica, gentile e delicata del Ogni canzone è una piccola perla: “Some Nulla, nel loro sound, farebbe mai sospettare confronti di Peter Gabriel, ma a tratti evoca new-prog inglese, quella discendente dai fears growing old” è figlia direttamente che provengano da Kursk: robuste influenze qua e là anche David Cousins degli Strawbs e Camel, dai Barclay James Harvest e dai primi di “Afterwards” dei VDGG, la lunga suite degli Spock’s Beard, indurimenti del sound persino Cat Stevens e Bernardo Lanzetti. dischi solisti di e di Anthony “Modern times” dondola tra Genesis e King alla Dream Theater qua e là, echi floydiani e Phillips. In una discografia tutta eccellente, Crimson, l’angosciante “Between me and the ammiccamenti melodici AOR fanno di questo 2010: Gazpacho – A Night at Loreley. I questo è forse il suo album più riuscito. end” non vi lascerà dormire la notte. concept-album, davvero ben strutturato, norvegesi Gazpacho sono forse i massimi un’opera da ricordare. esponenti attuali della più recente corrente 2002: La Maschera di Cera. – Omonimo. Il 2005: . Oggi è stilistica del progressive rock, quel sound polistrumentista e compositore Fabio Zuffanti, curioso pensare che tra la fine degli anni ‘80 2008: Tangent – . elegante e rarefatto, melanconico e dopo avere già raggiunto ampia visibilità e i primi anni ‘90, quando hanno iniziato la Questa band “multinazionale” era nata per introspettivo, soffuso e intimista un po’ con numerosi progetti, ma soprattutto con loro attività, gli Echolyn si ritenevano parte volontà del chitarrista Roine Stolt (Flower imposto “urbi et orbi” da Steven Wilson. Finisterre e Hostsonaten, decide di rendere il del movimento grunge, un genere musicale Kings, , Transatlantic) e del sassofonista Forse non tutti i loro album di studio sono suo personale omaggio al progressivo italiano certamente di tutto rispetto ma molto meno David Jackson (VDGG, Osanna), che però a pienamente riusciti e a tratti la loro proposta “d’epoca” con questo album fedelissimo complesso e raffinato rispetto alla proposta causa dei troppi impegni da gestire hanno può risultare monocorde, ma certamente in ogni dettaglio alla musica di tre decenni musicale echolyniana. Se punto di contatto abbandonato il progetto quasi subito. Le questa “summa” di tutta la loro produzione prima, dalle sonorità alla grafica. Completa c’è, esso può essere forse reperito nel timbro redini sono passate ben presto nelle mani del più ispirata, guadagnando anche qualcosa perfettamente il tutto la splendida, magica dell’eccellente cantante Ray Weston e del tastierista/cantante , che ne ha in termini di grinta grazie all’esecuzione dal voce di Alessandro Corvaglia. Questa band chitarrista , che spesso con Weston reso il sound più agile e frizzante. In questo vivo, risulta godibile e a tratti profondamente si rivelerà anche una delle più prolifiche del si divide le parti vocali soliste. “The end” è album, forse il più ispirato nell’intero percorso emozionante. nuovo prog italiano, in un panorama dove probabilmente la loro opera più completa di questo assai prolifico progetto, il leader ha non è mai facile arrivare oltre il secondo o il e matura, quella in cui progressive rock, saputo circondarsi di collaboratori eccellenti, 2011: Gran Turismo Veloce – Di carne, di terzo album. funky, metal, jazz-rock e, appunto, grunge, da (che nella sua carriera ha anima. Un disco geniale, che taglia i ponti si sposano nel migliore dei modi. Dopo suonato anche con , Level 42 e con il passato e che non denuncia palesi 2003: Arena – Contagion. Quando i Marillion questo album gli Echolyn, tuttora in attività, ) a (che ha persino discendenze. Finalmente una band che non diedero una svolta al loro sound che li continueranno a produrre opere un po’ più di militato nelle ultime evoluzioni di Gong e Soft è possibile accostare a nessun’altra con allontanava dal prog-rock in senso classico, routine ma sempre molto valide. Machine). Un album intelligente e ironico fin facili similitudini. Un prog moderno, agile, il solito onnipresente Clive Nolan decise di dal titolo, estremamente brillante e variegato. compatto e diretto. Testi arguti, graffianti, raccoglierne l’eredità fondando gli Arena. 2006: Landmarq – Turbulence. La bella e talvolta ironici quanto basta ma spesso anche Questo concept-album dedicato agli anni bionda Tracy Hitchings ha un curriculum di 2009: Agents of Mercy – The fading ghost of capaci di profonda e inaspettata poesia. I drammatici delle pestilenze, degli untori e della tutto rispetto: ha collaborato con Clive Nolan twilight. L’ormai pluricitato Roine Stolt, che fans della band da anni stanno aspettando caccia alle streghe rimane probabilmente la in molteplici suoi progetti e con Gandalf. Dopo dal vivo con i Flower Kings e con i Transatlantic un seguito a questo straordinario debutto: loro opera più riuscita, originale e completa e tanto girovagare ha trovato la sua band nei aveva spesso eseguito brani come “Firth of tutti sanno che qualcosa giace in un cassetto forse anche uno tra i vertici dell’intera carriera Landmarq, che prima avevano un cantante Fifth”, “The Lamb lies down on Broadway”, e, dalle premesse, il risultato potrebbe di Nolan, tra riff chitarristici metal e ritornelli uomo (Damien Wilson, poi apprezzato solista) “The cinema show”, “The return of the Giant addirittura superare il suo predecessore. Nel in coro dal sapore molto AOR, strumentali e ne ha stravolto il sound. Questo bell’album Hogweed” e non solo, ad un certo punto della frattempo accontentiamoci di assaporare di chiara fattura genesisiana e l’inevitabile live registrato in Polonia è probabilmente la sua carriera ha sentito il bisogno di esplicitare questo vero capolavoro. spettro dei primi album dei Marillion che miglior fotografia del più brillante periodo al massimo questa passione per il suo gruppo aleggia su tutto. artistico di questa band di tipico new prog di riferimento allestendo una band dalla 2012: Shadow Circus – … On a dark and 88 89 stormy night. Un prog “circense” fin dal nome, Shaw degli Styx. Un prog epico e melodico, una band americana che non fa mistero della toccante e commovente, che guarda alla sua devozione per Yes, Genesis e Gentle Gran Bretagna di Marillion, Pendragon e Giant su tutti, ma che spiazza con un cantato Genesis ma non tradisce le proprie origini spesso sopra le righe, sfacciato e teatrale, che nordamericane, ricordando spesso da vicino tradisce la lunga gavetta di David Bobick nel Kansas, Styx e Dream Theater. mondo del musical. Tastiere dalle sonorità Per il momento questa narrazione finisce qui, vintage e roboanti crescendo orchestrali per con la speranza che ai Lettori cresca la voglia un’opera veramente maestosa. di riscoprire tante ottime pubblicazioni di un recente passato… ma soprattutto i molti 2013: Il Cerchio d’Oro – Dedalo e Icaro. Forse ottimi album che ancora usciranno in futuro. i più grandi tra le bands “di seconda fila” degli anni ‘70, decennio in cui avevano pubblicato solo pochi 45 giri, a 30 anni di distanza dallo scioglimento i musicisti del nucleo-base de Il Cerchio d’Oro tornano sulla scena con un concept-album di ottima fattura intitolato “Il Viaggio di Colombo” e poco dopo si superano con questo ancor più riuscito “Dedalo e Icaro”. Un disco fresco e sincero, vintage ma non nostalgico, godibilissimo dalla prima nota all’ultima e impreziosito dalle “ospitate” di alcuni componenti storici di Delirium, The Trip e Pfm.

2014: Rosenkreutz – Back to the stars. Il chitarrista, tastierista, compositore, arrangiatore e produttore Fabio Serra ci offre un album di debutto davvero coraggioso, di forte respiro internazionale, per nulla legato alle sonorità classiche del progressive italiano ma che nelle sue influenze guarda al di là della manica (Genesis, Marillion, Asia, Queen) e anche al di là dell’oceano (Rush, Styx, Kansas, Saga). Il risultato è un cocktail riuscito, originale, spiazzante, per nulla etichettabile. Una delle migliori “opere prime” degli ultimi due decenni.

2015: Mystery – Delusion rain. Dopo 30 anni di onesta gavetta e diversi titoli all’attivo il sestetto canadese guidato dal polistrumentista Michel St-Père sforna il proprio capolavoro, grazie all’innesto della bellissima voce del nuovo cantante Jean Pageau, che a tratti ricorda non poco Dennis Deyoung e Tommy 90 91 seventies (ma non solo), caratterizzata da tutti i a sette nuovi brani, le cui influenze spaziano dal sette brani presenti nell’album. In primo piano rock al prog degli anni ’70, uniti a sonorità più Le novità in casa l’Hammond di Paolo Gatti (anche cantante) e la moderne. I primi responsi sono ottimi e la criti- chitarra di Francesco Colosio ad interagire con ca coglie il salto di qualità e la maturazione dei una solida base ritmica e il cantato in italiano. In BORN IDOL anche nelle esibizioni dal vivo. LIZARD RECORDS studio è stato scelto di registrare tutto senza ri- correre a sovraincisioni per rispecchiare al massi- mo un sound tipicamente live, ricco di feeling ed DOWNLOUDERS-”Arca” energia. Tutti i brani sono caratterizzati da linee LOCANDA DEL VENTO melodiche che spesso sfociano in tessiture stru- mentali in tempi dispari, ma col preciso intento ANACONDIA-“L’Orizzonte degli Eventi” work di Walter Marocchi, dai tratti sinfonici delle di non risultare mai forzate o fini al solo tecnici- tastiere di Andrea Canonico, dalla calda voce e smo esecutivo. flauto di Gabriele Ramilli (suoi anche i testi, mai banali, con profondità e poesia), dalla duttile se- Bornidol II è da consigliare senza dubbio a chi zione ritmica di Vincenzo Valerio (basso) e Anto- ama il prog a tinte hard, sulla scia del Biglietto nio Emanuele Sergi (batteria). per l’Inferno, Rovescio della Medaglia, Museo Rosenbach. Si sono fatti attendere gli Anacondia, tuttavia già conosciuti nell’underground prog, ma ora lascia- I Bornidol nascono nel corso del 2006 da un’idea no il segno. Un segno importante per la persona- del cantante e tastierista Paolo Gatti e del batte- lità e la musicalità, che potrà distinguerli sin d’ora rista David Garletti, che decidono di coinvolgere nel panorama progressive italiano. strumentisti con cui già avevano collaborato per diversi anni per dar vita ad un nuovo progetto. L’obiettivo del gruppo è quello di sviluppare dei In casa Lizard Records le creature aliene sono Quella degli ANACONDIA è una storia lunga pezzi di musica inedita, idea che si concretizza nel spesso a proprio agio. I DOWNLOUDERS confer- vent’anni. Un lungo viaggio, non sempre agevole, maggio del 2007, con la registrazione del primo mano alla grande lo spirito creativo, visionario, che finalmente trova suggello nel primo album EP autoprodotto dal carattere classicamente rock di ricerca che spesso ha caratterizzato la storica ufficiale “L’Orizzonte degli Eventi”, nuova produ- con alcuni spunti più hard/heavy che lasciano in- etichetta trevigiana. zione targata Locanda del Vento (Lizard Records travedere la direzione sonora che il gruppo pren- DOWNLOUDERS è un collettivo strumentale side-label). derà qualche anno dopo. Nel 2010 il bassista Ste- fano Boldini e il chitarrista Fabio Danesi lasciano aperto (ben 9 sono i partecipanti in questo de- Ed è un esordio coi fiocchi: sette brani di chiara il gruppo, che decide di proseguire con una sola butto ufficiale), dalle profonde connotazioni matrice progressive che sanno esprimere diver- chitarra, affidata a Massimo Colosio. Al basso immaginifiche, escursioni space-prog-rock che proiettano immagini come sequenza di un viag- se atmosfere, ma soprattutto frutto di un’otti- BORNIDOL-”II” viene ingaggiato Daniel Nicolini che con il suo sti- ma scrittura, pregevoli arrangiamenti e melodie le influenzerà positivamente la composizione di gio. “Arca” è infatti un concept che “racconta” in sempre avvincenti. Un mix che a tratti può ricor- alcuni dei nuovi pezzi. Per un paio di anni il grup- nove tracce il viaggio su un’astronave a forma di dare, oltre a taluni rimandi hard-prog tra i ‘70 e i po sarà attivo nel circuito dei locali, sia come co- capodoglio da parte degli umani che abbandona- ‘90, lo stile italian-prog de La Maschera di Cera. ver band che come gruppo di musica inedita, ma no la terra ormai devastata. Non si fa mancare nulla il sound degli Anacon- a fine 2012 viene presa la decisione di dedicarsi Un super-trip cosmico dai tratti epici e malinco- dia, dalle tinte heavy-prog di “Eroi di Solitudine” esclusivamente al progetto inediti. All’inizio del nici, in cui si incontrano magicamente i primi Pink e di “Gerico” con le proprie variegate evoluzioni 2013 entra a far parte della band il nuovo bas- Floyd, i Godspeed You Black Emperor, i Mogwai, (ottimo anche il flauto tra le pieghe di “Nel Silen- sista Francesco Fregoni si integra alla perfezione la psichedelia settantiana, il kraut-rock, il post- zio”), allo splendido song-writing di “Ideale o Ve- con il gruppo dando un supporto attivo al sound rock più atmosferico. La gamma sonora è dunque rità”, sorta di ballad in crescendo dagli umori folk ed alla stesura di tutti i nuovi brani. A fine 2013 il ampia, caratterizzata da un ricco dispiegamento (in un’ipotetica hit-parade del rock progressivo gruppo inizia la pre-produzione del nuovo lavoro di sintetizzatori, chitarre lisergiche, basso, batte- italiano sarebbe da primissimi posti), sino a mo- che verrà poi registrato a maggio 2014 presso i ria, percussioni, piani elettrici, tromba, voci alie- menti psichedelico-floydiani come nel suggestivo Phoenix Studio affidandosi per la seconda volta ne. finale di “Il Colore dell’Aria”, col sax protagonista. all’esperienza del bravo tecnico Emilio Rossi. Il nuovo “II” lascia trasparire le influenze di tutti i “Un viaggio nello spazio pieno di fascino e po- Nessun momento di flessione per tutto l’arco del Il secondo lavoro in studio dei BORNIDOL rappre- componenti, rappresentando la sintesi perfetta esia, in cui è facile chiudere gli occhi e lasciarsi disco, caratterizzato anche dall’eccellente guitar- senta una netta svolta prog, ispirata a sonorità del mix sonoro delle varie personalità, dando vita trasportare”. 92 93 accanto a Festa e al co-fondatore Giorgio Parato. Sono proprio i fortunati romanzi di Festa Il pas- FEAT. ESSERELA’-”Tuorl” INVERNALIA- “s/t” LINGALAD-”Confini Armonici” saggio dell’orso (2013) e L’ombra del gattopardo (2014), pubblicati con grande successo anche all’estero, a ispirare Confini Armonici, al croce- via tra narrativa e musica come evoca il titolo: “I confini del mondo letterario e di quello musicale si muovono in modo armonico finendo per inter- secarsi, creando un luogo, una “terra di mezzo”, in cui ha messo le radici la nostra musica”. A proposito di “terra di mezzo”, sono lontani i tempi degli esordi, quando i Lingalad cantavano le avventure tolkieniane, ma resta viva nel loro Un debutto straordinario in casa Lizard: FEAT. immaginario musicale un’idea di canzone folk- ESSERELA’ è un funambolico trio strumentale INVERNALIA è un nuovo progetto nato dall’estro rock che dia voce al mondo della natura: “Molti ci tastiere-chitarra-batteria, anomala line-up che creativo di Aldo Pinelli, già leader degli storici chiedevano di ritornare alle origini e di pubblica- risolve la questione basso alla stessa maniera di I personaggi degli acclamati romanzi di Giuseppe Habitat, oltre che autore di diversi album solisti. re un altro album su Tolkien, magari ispirato a Lo Ray Manzarek dei Doors (note basse con la mano Festa ispirano il quinto album della storica band L’omonimo album apre uno scenario maggior- Hobbit, ma non ce la siamo sentita di realizzare sinistra e parte melodica, su pianoforte e suono lombarda, inconfondibili cantastorie folk-rock tra mente strumentale, ricco di variegate atmosfere, un album solo per rincorrere l’attenzione dei me- Hammond, con la destra). Ne deriva un sound narrativa e musica. a volte delicate e malinconiche, a volte più epi- dia. Tuttavia un aspetto che è rimasto costante è vintage dal brillantissimo interplay, sorta di Obli- che e movimentate. “In Confini Armonici abbiamo raccontato in mu- il potere evocativo della natura. Una natura viva, vion Express di Brian Auger lanciato su binari de- sica alcuni personaggi dei libri di Giuseppe Fe- personificata, che permea i testi delle canzoni raglianti e ipervitaminici, ricchi di cambi ritmici “Invernalia” è una coltre di neve su paesaggi di- sta, approfondendone il carattere o esplorando quanto le pagine dei romanzi. In questo senso, le e soli esaltanti. Un sound eclettico che pare rie- versi tra loro, tra tessiture e atmosfere che pos- aspetti che emergevano solo in parte, come il nuove canzoni sono altrettanto “elfiche” di quel- cheggiare il grande epicentro rock dei ‘60 e ‘70, sono richiamare Genesis, Yes e Le Orme dei pe- bracconiere Orante Della Morte o il guardaparco le di Voci dalla Terra di Mezzo, seppure spoglia- ma rivitalizzato da nuova energia e da grande fre- riodi con chitarra, con dolcezza e tratti onirici, tra Sandro Di Ianni. Fanno tutti parte di quel mera- te dalle componenti fantasy del nostro album di schezza intepretativa, tutt’altro che museale. rimandi seventies e neo-prog, profumi barocchi viglioso sottobosco di umanità che ancora si in- esordio”. e momenti più ambientali. I nostri eroi (bolognesi) si chiamano Renato Min- contra sulle strade meno frequentate, in quegli angoli di spazio e tempo lasciati indietro da una guzzi (chitarra), Francesco Ciampolini (pianoforte Invernalia si avvale, oltre ad Aldo Pinelli (chitar- civiltà in perenne corsa. Uomini e donne che può e tastiere) e Lorenzo Muggia (batteria), non ama- re, basso, tastiere, percussioni, voce), di Mario LVTVM-”Adam” conoscere solo chi ha ancora voglia di sedersi al no prendersi troppo sul serio (i titoli attestano Pugliese, Paula Dolcera (flauto), Sebastian Calise tavolo di una locanda per parlare. Ma, soprattut- una propensione molto divertita), ma suonano (violino), Eli Minervini (piano), Roberto Sambrizzi to, per ascoltare”. Come sempre impareggiabili alla grande una sorta di jazz-rock-blues con ri- (percussioni, batteria in “La Batalla de los Cinco cantastorie folk-rock, i Lingalad tornano a cinque mandi classici e tinte prog-fusion e psichedeliche Ejercitos”, ispirata a “Lo Hobbit”). (con i Doors ci stanno pure certe analogie sono- anni di distanza da La locanda del vento (2010) re). Invernalia è un nuovo viaggio, che attinge anche con il quinto album Confini Armonici, pubblicato dalle escursioni europee di Pinelli, da cui nasce da Lizard Records (side-label Locanda del Ven- Non sono certo casuali le muse ispiratrici ringra- la mini suite “Vajont 9 Octubre 1963 10.39 PM”, to). Un lavoro raffinato e coinvolgente, con una ziate nei credits, oltre al personaggio immagina- dedicata alla nota catastrofe. fisionomia sonora e testuale unica nel suo gene- rio Esserelà:” Dave Matthews Band, Stefano Bol- re, nella quale la canzone acustica è innervata di lani, e forse Claude Debussy per le tracce 5 e 6”. Un viaggio ancora ricco di fascino, di tante im- rock, tra preziosismi melodici e slanci strumenta- Ed è più di un forse perchè il pianoforte di France- magini, che sa alimentare con nuova freschezza li. sco Chiampolini, col suo il respiro classico, impre- creativa e compositiva i fasti del progressive -set ziosisce certe trame spiccatamente progressive, tantiano argentino. Confini Armonici è un disco di “ripartenza” dopo sino a rasentare momenti Canterburyani. Gli otto i cambiamenti avvenuti negli ultimi cinque anni minuti e 25 secondi di “No ()” rappresentano il nel mondo Lingalad: il fondatore e cantante Giu- momento più emozionante in tal senso. seppe Festa è diventato un affermato romanziere (Salani, Mondadori Scuola, Piemme) e volto te- LVTVM è una creatura aliena, figlia di oscurità Sabbathiane e fratture post-Crimsoniane. Una fantastica nuova realtà italiana: let’s go Prog levisivo (Rai2), il longevo organico del gruppo si «Adam» è un concept in nove tracce dalle sono- & Roll! è rinnovato, mutando in quintetto con l’ingresso di Luca Pierpaoli, Dario Canato e Andrea Denaro rità epiche, sature, apocalittiche. 94 95 Due bassi, batteria e synth. Le loro composizioni ROZ VITALIS -”Lavoro d’Amore” SINTONIA DISTORTA-”Frammenti d’incanto” TACITA INTESA-”s/t” strumentali hanno una solida base post-metal- prog e doom-stoner ma non disdegnano apertu- re ambient, esplorazioni psichedeliche, divaga- zioni jazz. Una strada ulteriore per il progressive del nuovo millennio!

CONCEPT di ADAM “Adam” è il primo uomo, plasmato dalla terra, legato ad essa in maniera profonda. Lui stesso è terra, un’ esaltazione di essa (Session 1). Egli si L’ultimo album dei ROZ VITALIS, l’ottavo da stu- evolve parlando e camminando, cambia, diven- dio, inizia una nuova fase per il gruppo di San La Locanda del Vento (side-label della Lizard) ta altro da sé, si rinnova senza mai dimenticare Pietroburgo. Come i precedenti quattro dischi, apre i battenti al debutto discografico SINTOdei - Finalmente ristampato ufficialmente lo splendi- quello che è stato, fino a scontrarsi con la realtà “Lavoro d’Amore” (titolo che omaggia il prog NIA DISTORTA, quintetto lodigiano che sancisce do debutto discografico dei TACITA INTESA, al- che lo circonda (Twalking). Poi un’allucinazione, italiano) contiene pura musica strumentale. Il con questo disco vent’anni della propria storia bum di breve durata (settantiano anche in que- un sogno vago e fragile: questo è ciò che si chia- suono in generale è basato sulle tastiere di Ivan underground. Ed è un esordio in grande stile sto senso) ma di grande estro e intensità. Sette ma realtà (The Dreamer). L’uomo si accosta ad Rozmainsky, da sempre il leader della band, ma hard-progressive, che sa coniugare tensione ed brani con forti assonanze con il rock progressivo essa attraverso i sensi, ponendosi come misura di trova un’importante alchimia con batteria, per- energia rock a sonorità epiche e sinfoniche. degli anni settanta, atmosfere e ritmi variegati, a tutte le cose, ma non riesce a tracciarne i confini. cussioni, basso, chitarra elettrica e acustica, flau- volte incalzanti, a volte su tempi dispari, melodie Ne consegue una crisi interiore in cui egli si mette to e tromba. Soprattutto questo album ha un “Frammenti d’incanto” è la sequenza di dieci sognanti, Hammond sempre protagonista assie- in discussione, trovandosi in bilico tra la sua na- piglio più prog-rock fra tutti i lavori del gruppo canzoni dal grande impatto ritmico e melodico, me a chitarre hard-psichedeliche, a volte delica- tura terrena e la volontà di erigersi verso il cielo russo, registrato con un vero interplay da concer- che sanno sprigionare tensioni rock, atmosfere tamente acustiche, sempre molto ispirate. (Internal Desease). Ma la terra trema (Tremorz) to. maestose, passione e forza espressiva nel segno ed insieme a lei trema anche l’uomo che di terra di un song-writing sempre avvincente, con la vo- I testi particolarmente simbolisti e immaginifi- è fatto. Tremano le certezze che lo hanno sem- Lo stile espresso da “Lavoro d’Amore”, tipico dei calità e gli ottimi testi (sempre in italiano) di Si- ci arricchiscono un sound che può riecheggiare pre sorretto, si disgrega la crosta terrestre a cui ROZ VITALIS, può essere descritto come “un ramo mone Pesatori in grande rilievo. tanto prog italiano dei 70 (inevitabile pensare si era sempre ancorato. La conoscenza che pren- inclassificabile del progressive rock”. Tuttavia, a nomi come Il Rovescio della Medaglia, Racco- de le mosse da questo stravolgimento (Gnosis) anche per il peculiare dispiegameto di tastiere Gli oltre nove minuti di “Anthemyiees” sono il mandata Ricevuta Ritorno, Buon Vecchio Char- è inizialmente legata alla terra, alla matrice, poi (grand Steinway piano, harpsichord, Hammond, manifesto del sound di Sintonia Distorta, un’epi- lie), con aperture Pinkfloydiane, tuttavia ispirato sempre più metafisica ed intangibile. Essa proiet- Tesla Delicia mini 2, Elka Rhapsody 490 e altro), si ca cavalcata, con tastiere e chitarra protagoniste, da una propria autenticità e freschezza creativa. lanciata verso un sogno da raggiungere o da bru- ta l’uomo oltre le proprie potenzialità, uno slan- potrebbe collocare tra il prog sinfonico e l’avant- Per questo i toscani TACITA INTESA potrebbero cio insondabile. Egli pecca di tracotanza (Hybris), prog, con influenze psychedelic-art-rock. ciare nel volgere di una notte. Una trascinante progressione che caratterizza anche “Il Canta- diventare una prossima grande rivelazione della abbandonando la propria animalità e mettendosi scena progressive italiana. sullo stesso livello del divino. È un affronto che “Lavoro d’Amore” è la sequenza di undici episodi storie”, “Il Suono dei Falsi Dei” e “Il Canto della scatena l’invidia degli dei stessi (Fthonos Theon). strumentali, dal tratto romantico e immaginifico, Fenice”, “Pioggia di Vetro”, ma non mancano mo- Li aspettiamo al varco per una grande conferma! La loro vendetta sarà una giustizia compensatri- a volte dal respiro lieve, incantato e pastorale, a menti di grande respiro melodico come “Men- ce (Nemesis) che ricorderà all’uomo dove deve volte più incalzanti. ta e Fragole”, “I Ponti di Budapest”, “No Need a Show”. stare, ma soprattutto da dove viene e dove, suo “La musica di ROZ VITALIS ha a che vedere con malgrado, tornerà inesorabilmente. l’ineffabile e l’insondabile. In particolare “raccon- Nel nome di un hard-prog italiano che ha tanta ta” l’aspirazione umana per una luce inaccessibi- tradizione nei seventies, ma anche nell’eco di un le”. certo british-heavy-rock (talvolta sovvengono certi Uriah Heep), riaggiornato e rivitalizzato con odierna freschezza, Sintonia Distorta pone il suo primo suggello nel panorama prog-rock nazio- nale. Con umiltà, tanta energia, ottima scrittura compositiva e... tanto cuore.

96 97 Il primo disco solista di Elisa Montaldo FISTFUL OF PLANETS

di Gianmaria Zanier

Mettevi comodi, chiudete gli occhi e lasciate che immediatamente rimanda l’ascoltatore che “In the cold white desert”, la traccia iniziale ad una delle immagini che Elisa Montaldo del primo cd solista di Elisa Montaldo, possa ha inserito all’interno del booklet: sarà che il riverberarsi con tutta la sua potenza evocativa sottoscritto è da sempre innamorato di Kate nella vostra mente e nel vostro cuore. Bush, ma qui c’è davvero un’atmosfera molto Si sentono dei passi nella neve, un silenzio coinvolgente, quasi “Sospesa nell’incredibile”, assordante simulato dai synt e un pianoforte citando un titolo particolarmente caro ai tanti che, nella parte sinistra dell`audio, con appassionati progsters. compostezza e sobrietà, ricama un tema In “Eclectic Rocks” sono le note gravi del rassicurante, con un leggero velo di synt pianoforte a dettare subito i tempi, seguite che contribuisce ad allargare gli orizzonti da un fraseggio fluido che si integra alla del paesaggio quasi lunare che si palesa perfezione con una serie di percussioni dinnanzi agli occhi della cantautrice e volutamente essenziali, ma funzionali al musicista genovese e che, di rimando, contesto e un assolo di chitarra in stile sembra quasi materializzarsi davanti agli “hackettiano”. occhi dell’ascoltatore. Una chitarra slide e un synt suonato su Il tutto, prima che una melodia molto una nota grave introducono “Blackgrass”, suggestiva, suonata con una serie di sicuramente il brano più movimentato di tutto sovraincisioni di koto elettrico giapponese il cd, in un clima che, a tratti, ricorda certe (strumento insolito e piuttosto raro), ci colonne sonore di film western o, comunque, conduca all’esplosione dell’ultima parte. ambientati negli immensi e assolati spazi del A questo punto si resta.... “Senza parole”, deserto. con un piano elettrico fender rhodes e il suo Superata la metà del pezzo, ecco una sorta tipico riverbero che cattura l’ascoltatore sin di tenero fuori programma, con un dialogo in dalle primissime note (è uno dei suoni di inglese (un padre e una figlia?), prima della tastiera ‘vintage’ tra i preferiti in assoluto del ripresa del tema iniziale, che si conclude con sottoscritto...) e i vari tipi di percussioni ed una tipica svisa di organo hammond. “effetti natura”, che, dapprima, cominciano In “Vodka e limone”, si parte con il pianoforte ad aprirsi sulla parte sinistra dell`audio, per subito doppiato con le note all’ottava poi riverberarsi con discrezione fino alla fine superiore da un glockenspiel, con una della traccia. melodia particolarmente suggestiva che, a “To gather” si apre con un suono di autoharp, tratti, ricorda alcuni dei temi più suggestivi 98 99 composti da Nicola Piovani o Ennio Morricone anche tanta nuova linfa vitale! per molte celebri colonne sonore: non a In ordine di ascolto: che meraviglia apprezzare caso, sono presenti anche vari “rumori” e suggestioni dark-prog in stile Goblin, passaggi suoni particolari, ottenuti mescolando vari super-sincopati (che riportano alla memoria campionamenti. non solo un momento molto simile all`interno E’ questo un ottimo esempio di “musica non del brano “Il passo” del Tempio delle Clessidre, urlata” (se mi è consentita la licenza poetica...), ma addirittura certe soluzione adottate da in cui un tappeto di mellotron ci aiuta a Kerry Minnear insieme ai Fratelli Shullman e respirare a pieni polmoni la particolarissima agli altri componenti dei gloriosi Gentle Giant) atmosfera che Elisa Montaldo ha vissuto nel e inserti di pianoforte classicheggiante che corso di un recente soggiorno in Trentino Alto faranno la gioia, in particolare, dei tantissimi Adige. appassionati che hanno amato suggestioni In “Weeping Willow”, le note iniziali del piano simili all’interno di molti brani di Emerson, sono quelle più acute e accompagnano un Lake & Palmer e Banco del Mutuo Soccorso. vocalizzo soave, volutamente sottovoce: la Il tutto, fino al momento che unisce in modo qualità di registrazione è davvero notevole praticamente perfetto sonorità classic-prog e si può cogliere e apprezzare ogni respiro e e suggestioni canterburiane: sarebbe molto sussulto della voce dell’artista: da brividi. interessante, a tal proposito, chiedere un Cambio repentino di atmosfera con “Robot giudizio a sull’emozionante madness – First meteor of chaos”: ovvero, vocalizzo, presente verso la fine del brano. l`inserto sicuramente più sperimentale e Concludendo questa recensione, va quasi “industrial” (in particolare per l’uso sottolineato come sinora si sia detto della batteria) dell’intero cd. praticamente poco o nulla a proposito della In certi momenti, le sperimentazioni cover e del boocklet presente all`interno del cd sonore sembrano quasi riecheggiare della splendida Elisa Montaldo: proprio Max soluzioni dodecafoniche e comunque post- Manfredi, qualche anno fa, aveva parlato di psichedeliche, un pò come fecero i Beatles “verve, entusiasmo ed eleganza gozzaniana” nella traccia “Revolution ”, 9 presente nel (Athos Enrile, “Le ali della Musica”, pag. 299). celeberrimo “White Album”: in questo caso, Il sottoscritto, appassionato anche di cinema, i suoni di fondo sono ottenuti rallentando a oltre che di musica, si limita, a parafrasare il mano non solo un vinile di jazz anni ‘30, ma titolo di un vecchio film di Luciano Salce: basta addirittura registrazioni su nastro di bambini guardarla e, soprattutto, basta ascoltarla... che parlano. Chapeau, Elisa ! Last but not least: attenzione ai due brani del Tempio delle Clessidre (band di cui Elisa Gianmaria Zanier è anche su facebook: Montaldo è la tastierista, i cui cd sono stati https://www.facebook.com/profile. prodotti dalla Black Widow Records), inseriti php?id=100009919271983 - come bonus tracks all’interno di “Fistful of [email protected] planets Part 1” ! Per ciò che riguarda “Notturna”, in particolare, oltre al testo cantato in italiano, si possono apprezzare molte soluzioni sonore già utilizzate da Elisa Montaldo nel capolavoro “Dremong”, inciso nel 2015 da Max Manfredi. Finale con il botto, poi, visto che in“Danza esoterica di datura”, insieme al Tempio delle Clessidre, l’obiettivo raggiunto è quello di magnificare ed omaggiare tante sfaccettature del panorama progressive del passato, infondendo contemporaneamente, però, 100 101