Maurizio-Baiata-Gli-Alieni-Mi-Hanno
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Maurizio Baiata Gli alieni mi hanno salvato la vita Verdechiaro Edizioni © 2012 Verdechiaro Edizioni Via Montecchio, 29 42031 Baiso (Reggio Emilia) ISBN 978-88-6623-058-8 Nessuna parte di questa pubblicazione, inclusa l’immagine di copertina, può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni. Prefazione alla seconda edizione Quando l’editore mi ha proposto l’idea di una seconda edizione di questo libro a oltre un anno dalla sua prima stesura, ho colto l’occa- sione per rileggerlo. Sono di nuovo emerse le sensazioni e le emo- zioni che mi avevano accompagnato nella scrittura, ma soprattutto la necessità di unire meglio il filo logico di un racconto che poteva essere chiarito, arricchito e completato a beneficio del lettore, con nuovi capitoli e un rinnovato impianto iconografico. Grazie dunque all’editore e a tutti coloro i quali mi hanno sempre sostenuto. Maurizio Baiata 4 Prologo, per mio Fratello di Carlo Barbera La storia di ogni essere umano lascia una traccia indelebile nell’esi- stenza collettiva della nostra razza, un solco inciso nella memoria dell’intero Universo che, annullando il tempo e lo spazio, diviene patrimonio di conoscenza e saggezza condivisa fino alla radice della materia e dell’energia, fino agli elementi fondamentali della vita co- smica. Ogni essere umano è quindi un protagonista dell’universo e, come tale, creatore e distruttore di vita, di realtà e di mondi. La storia di Maurizio Baiata è quella di un protagonista, con la sua energia, le sue idee, le passioni, la lotta, le vittorie e le sconfitte, le delusioni e i successi, le gioie e le sofferenze, l’amore. Ha cercato l’amore, Maurizio, quell’amore che «move il sole e l’altre stelle», quella forza motrice dell’universo che lo ha voluto protagonista della sua generazione, lo ha chiamato a vivere, tenace- mente, lo ha voluto fortemente presente nel suo tempo, come un combattente, come un vero karateka, innamorato della vita perché alla vita riportato da quelle invisibili mani che ora scopre essere state con lui, per lui, mani di amici invisibili che lo hanno amato davvero. Questo ha cercato Maurizio, più o meno consapevolmente, l’a- more che lo ha riportato in vita in quel lontano giorno di tanti anni fa, in cui la vita ha rischiato di perderla, senza sapere che tanto aveva ancora da vivere, che tanto aveva ancora da fare, che tanto era chia- 5 mato a compiere perché una realtà imponderabile divenisse manife- sta, perché ciò che veniva taciuto fosse rivelato. Ha cercato l’amore nel suo lavoro di giornalista, là dove dipingeva a parole le evoluzioni spasmodiche e multidimensionali della musica della sua lacerata generazione, là dove si spingeva oltre le nubi, oltre il cielo, scrutando il mistero dei mezzi volanti di origine ignota e dei loro ancor più ignoti piloti, creature viventi di altri mondi, altre realtà, altre dimensioni, manifesti nei cieli della Terra e proprio qui, fra noi. Così ho visto Maurizio andare, caparbio e a testa bassa verso l’i- gnoto, con l’incedere di un guerriero che non ha più nulla da per- dere, e l’ho visto combattere sì, duramente, e non sempre uscendo vittorioso dalla lotta, ma sempre lottando a onore del vero. E l’ho visto stringere i denti, serrando la disperazione dentro, chiusa e muta, e graffiare il cielo e la terra, con un amaro sorriso, ma quella, lui sa, è la sua forza e la sua dannazione, la disperazione muta di non incontrare mai il vero amore cercato, di non possederlo, è la forza e il coraggio di continuare a cercarlo. Nella primavera del 1997 accompagnai Maurizio a conoscere per la prima volta e a intervistare Eugenio Siragusa, famoso e ormai anziano “contattato” dagli extraterrestri dal lontano 1962, anno nel quale Siragusa affermava di aver avuto il primo di una lunga serie di incontri con esseri di altri mondi in missione sul pianeta Terra. Accompagnai personalmente Maurizio da Eugenio Siragusa avendo avuto negli anni precedenti un’intensa amicizia e un’attiva collaborazione con il contattista siciliano. Lo incontrammo nella sua casa di Nicolosi, alle pendici dell’Etna. Ci accolse com’era solito fare nel suo studio al piano terra e ci trattò amorevolmente come figli, lui anziano padre che aveva molto da raccontare riguardo agli UFO e a quella che lui definiva la “confederazione galattica” in missione sulla Terra. Maurizio visse molto intensamente quella giornata passata insieme perché, mi confidò, Siragusa gli ricordava suo padre, uomo particolare e d’altri tempi, anche lui siciliano ma emigrato giovanis- simo in America, che perse, quando ancora era bambino. 6 La figura di suo padre e gli Stati Uniti nei quali egli visse buona parte della sua vita rappresentano a tutt’oggi le pietre miliari nella ricerca di Maurizio delle proprie origini. Come fece suo padre, e come leggeremo in questo libro scritto a cuore aperto, Maurizio ha vissuto in America alcuni anni impor- tanti della sua vita e tuttora vi risiede, forte della sua disperazione di uomo alla ricerca dell’amore e delle proprie origini. Ma gli Stati Uniti hanno questa volta voluto fare un dono a Mau- rizio, non risparmiandogli tuttavia amare esperienze e difficoltà solo apparentemente insormontabili e solo apparentemente contrarie alla direzione della sua ricerca. Ha ricevuto un dono meraviglioso, quella della consapevolezza. Con il provvidenziale aiuto di Ruth Ho- ver che, come descritta dal lui stesso, è persona competente, respon- sabile e, cosa molto importante e rara per chi vuole aiutare gli altri nelle esperienze di contatto e abduction, dotata di una vasta consape- volezza, egli è riuscito ad aprire quella porta che gli ha dato accesso al suo mondo interiore, alla sua consapevolezza più profonda. E a ricordare ciò che probabilmente lui stesso aveva voluto nascondere negli anfratti più segreti della sua memoria. Aprendo quella porta, Maurizio ha finalmente iniziato una nuova fase del suo percorso, alla quale forse era predestinato fin dall’inizio dei suoi giorni in questo mondo: quella dell’incontro. Perché quando si varca quella porta e si entra dentro se stessi, si percorrono a ritroso i passi compiuti e si illuminano alla luce della consapevolezza i connotati oscuri del proprio essere, si genera uno straordinario processo di riunificazione del Sé con le proprie radici, con l’amore che genera e alimenta la vita, con la propria natura mul- tidimensionale che rende l’individuo sintesi ed espressione dell’inte- ro universo. Nel suo viaggio all’interno di sé egli incontrerà suo padre, che in lui sarà presente, nei suoi occhi, nel suo cuore, nei nuovi passi che compirà, nella vita che il suo amore originerà, perché l’amore che ora lascia scorrere nelle sue vene diverrà la forza motrice di ogni 7 sua azione e la forza coesile che renderà sacra e duratura ogni cosa che da lui si renderà manifesta. Incontrerà quegli esseri avvolti dal mistero, ora che, grazie alla sua scelta di aprire quella porta interiore, cominciano a rivelarsi a lui, lasciando trasparire i connotati del loro essere, la sostanza stellare della quale, come lui, come tutti, essi sono costituiti. Ne conoscerà gli intenti, la volontà, lo spirito che li anima, ora che la paura si dirada e lascia spazio alla fiducia, ora che comin- cia a comprendere che l’ombra e tutti i demoni che vi prendono dimora altro non sono che la sua stessa energia vitale relegata nel regime caotico dell’inconsapevolezza. Non è un augurio che faccio a Maurizio, è una certezza la mia, dichiarata a ragion veduta. Come è una certezza il fatto che in quel momento avrà un’altra sorpresa. Ovvero che tutto ciò che ha da sem- pre cercato, per cui ha combattuto e si è disperato, è sempre stato lì, a portata di mano, non dissimile né separato da se stesso, presente nella sua coscienza e lo ha sorretto e guidato attraverso la sua rocam- bolesca esistenza. Era la speranza di raggiungere il suo obiettivo, che invariabilmente genera la paura di non raggiungerlo e di perderlo, a tenerlo lontano dalla chiarezza e dalla certezza che tutto ciò che stava cercando non lo ha mai lasciato, neppure per un attimo, che da sem- pre è stato parte di lui, luce del suo firmamento interiore. Infine vorrei riferirmi a un’ultima nota, un’osservazione che la dottoressa Ruth Hover gli ha fatto pervenire, e che non cito per rispetto del lettore, che potrà arrivarci seguendo gradualmente il percorso di vita narrato dall’autore nelle pagine del suo libro. Sì, è la preziosità e la purezza dell’oro forgiato dal fuoco, il simbolo che rappresenta il nuovo cammino che ora il nostro caro amico e fratello dovrà compiere. Negli occhi risplenda il lucente colore dell’oro, riflesso interiore di un universo che ci attende, meravigliosa presenza di luce che tutti noi siamo, in questo preciso momento. Buon viaggio, Maurizio. 8 Il sapere in una canzone di Ernesto Assante Conosco Maurizio Baiata da molto prima che lui conoscesse me. Ero un lettore di Ciao 2001, un avido consumatore di letteratura rock e lui era una delle “figure di riferimento” per me, che sognavo di fare il suo lavoro, il giornalista musicale. Leggendo le cose che scriveva ho imparato a fidarmi di lui, dei suoi pensieri, delle sue idee. E solo anni dopo, quando l’ho conosciuto davvero ed è diventato mio amico, ho avuto conferma che quello che pensavo era vero: Maurizio vedeva più lontano degli altri. Bene, il libro che state per leggere parla esattamente di questo, di guardare oltre, sempre e co- munque, di vedere quello che normalmente non si vede, sentire quello che normalmente non si sente, provare quello che normal- mente non si prova.