Biografia di

Figlio di Giuseppe Antonio (1758-1839), trombettista comunale di Lugo di Romagna (da dove discende la famiglia) e di Anna Guidarini (1771-1827), Gioachino Rossini nasce a Pesaro il 29 febbraio 1792. Iniziato alla musica dai genitori (anche la madre si dilettava di canto) a sei anni, nel 1798, guadagnava i suoi primi denari come "listaro della banda" (suonatore di triangolo). La fervente vena giacobina del padre, manifestatasi con ardore durante l'entrata a Pesaro dei Francesi il 5 febbraio 1797 e perpetuatasi anche durante la restaurazione dello Stato Pontificio, lo porterà in prigione nella fortezza di Pesaro dove rimarrà recluso dal settembre 1799 fino alla battaglia di Marengo. Dopo questa esperienza matura in Giuseppe Antonio la decisione di trasferirsi, con moglie e figlio, a : siamo nel 1800. A Bologna Rossini prende lezioni di musica dal maestro Primetti e a Lugo di canto e clavicembalo dal canonico Malerbi. Durante una villeggiatura a Ravenna, nel 1804, compone le sue bellissime Sei sonate a quattro ispirandosi ai modelli di Haydn e Mozart (Rossini, in età matura, le definirà orrende). Accettato dai soci dell'Accademia Filarmonica di Bologna il 24 giugno 1806 Rossini entra al Liceo Musicale seguendo le classi di violoncello, pianoforte e, sotto la guida di padre Stanislao Mattei, di contrappunto.

Già nel 1806 scrive un opera seria Demetrio e Polibio rappresentata a Roma sei anni più tardi mostrando già il suo crescente interesse verso la musica per il teatro. Per il saggio annuale dell'Accademia, l'11 agosto 1808 compone la cantata Il Pianto d'Armonia sulla morte di Orfeo. Il 23 dicembre dello stesso anno esegue, all'Accademia Polimnica, una sinfonia che, nel 1812, diventerà l'introduzione alla sua opera L'inganno felice rappresentata a Venezia. Sempre a Venezia il 3 dicembre 1810 debutta la sua prima opera La cambiale di matrimonio, il 29 ottobre 1811 a Bologna si tiene la prima de L'equivoco stravagante.

Nel 1812, ancora a Venezia, il primo capolavoro buffo rossiniano: di seta, nel 1813 in tre differenti teatri della Serenissima vengono rappresentate Il signor Bruschino, il Tancredi e L'italiana in Algeri. Quest'ultima, come annoterà Stendhal, venne accolta entusiasticamente da un pubblico soffocato per il gran ridere. Nel settembre del 1812 per Rossini, reduce dei successi veneziani, arriva un incarico per la scrittura di un melodramma giocoso da rappresentarsi al Teatro alla Scala di Milano. Fu così la volta de La pietra del paragone su libretto del poeta Luigi Romanelli. Tra la fine del 1813 e l'estate del 1814, sempre a Milano, vengono rappresentate altre due opere tratte da libretti di Felice Romani: e Il turco in Italia che non vengono, però, accolte con l'entusiasmo a cui ormai Rossini si era abituato. Anche a Venezia, nel 1814, si deve annotare il fiasco del Sigismondo. A seguito di questi insuccessi e a causa della composizione della musica per un Inno dell'Indipendenza, risultato sgradito agli occupanti del Lombardo-Veneto, Rossini lascia l'Italia settentrionale per Napoli. La città partenopea, orfana oramai da tempo di Cimarosa e con Paisiello in piena decadenza, sente la necessità di un compositore che la riporti ai fasti del passato (Scarlatti, Porpora e il grande Pergolesi). Rossini si presenta al pubblico napoletano con un opera seria Elisabetta regina d'Inghilterra su libretto di Giovanni Schmidt eseguita al San Carlo il 4 ottobre 1815. Grande fu il successo malgrado l'ostentata diffidenza di Paisiello. Inizia a Napoli la collaborazione con il potente impresario Domenico Barbaia (1778-1841). In un breve periodo di licenza a Roma, Rossini firma un contratto con il duca Francesco Cesarini Sforza per un opera buffa da consegnarsi per il 20 gennaio 1816 (era già il 15 dicembre 1815). La scelta del librettista Cesare Sterbini e i tempi ridottissimi fanno decidere per un soggetto non originale: la commedia di Beaumarchais Il barbiere di Siviglia. Già il Paisiello aveva musicato tale commedia e, per non creare ulteriori attriti con il compositore partenopeo, il titolo venne modificato in Almaviva, ossia l'inutile precauzione.

I problemi sorti si dalla prima esecuzione dell'opera (replicata altre due volte) non le impedì di essere rappresentata lo stesso anno a Firenze e Bologna e nei successivi a Londra, Parigi e Vienna. Ritornato a Napoli il 26 settembre 1816 rappresenta La Gazzetta al Teatro dei Fiorentini e il 4 dicembre 1816 Otello al Teatro del Fondo (che sostituiva il San Carlo distrutto da un incendio il 12 febbraio dello stesso anno).

Compone la Cenerentola nel 1817, La donna del lago nel 1819. Chiamato a Vienna da Domenico Barbaja (impresario anche dell'An der Wien) dove ebbe una calorosissima accoglienza e dove rimase dal 13 marzo al 22 luglio 1823. Al ritorno da Vienna dopo un breve passaggio a Bologna si dirigerà a Venezia per rappresentare al Teatro alla Fenice la Semiramide. Il 16 marzo 1822 sposa Isabella Colbran. Nel dicembre dello stesso anno si trasferisce a Londra per mettere in scena alcune sue opere ma il fallimento dell'impresario del King's Theatre lo costrinse verso Parigi dove assume l'incarico di direttore del Théâtre Italien. Nella capitale francese, in occasione dell'incoronazione di Carlo X (19 giugno 1825) scrive la cantata Il viaggio a Reims. Negli anni 1828-29 compone Il Conte Ory e Guglielmo Tell. Durante un viaggio in Spagna inizia la composizione dello Stabat Mater (partitura ritenuta dal Rossini irripetibile dopo la meravigliosa opera del Pergolesi) che completerà a Bologna dove nel 1836 si era trasferito.

La rappresentazione dell'opera avviene il 13 marzo 1842 sotto la direzione di Donizetti. Nel 1845 assume la carica di direttore del Liceo Musicale e, dopo la morte della sua prima moglie (separata nel 1837), sposa Olimpia Péllissier conosciuta nel 1832 a Parigi. Nel 1848, durante i moti liberali, fugge a Firenze città che alternerà con Bologna fino al 1855 anno del suo ritorno a Parigi. Nel 1863, dopo solo due mesi di lavoro, compone la Petite messe solennelle. Il 13 novembre 1868 quest'uomo "veramente grande e degno d'ammirazione" (Wagner) si spegne. Personalità da tutto il mondo giungono a Parigi per le esequie. Le sue spoglie vengono poste nel cimitero di Père Lachaise. Nel 1887 la salma viene traslata in Santa Croce a Firenze.

Bibliografia Fedele D’Amico, Il Teatro di Rossini, Bologna, Il Mulino, 1992 Stendhal, La vie di Rossini, 1824, Edizione Italiana EDT Riccardo Bacchelli, Vita di Rossini, 1954, Ristampa Passigli 1987