Tesi Di Dottorato (DINOIA)
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UNIVERSIT À DEGLI STUDI DELLA TUSCIA DI VITERBO DIPARTIMENTO DI STUDI PER LA CONOSCENZA E LA VALORIZZAZIONE DI BENI STORICO -ARTISTICI Corso di Dottorato di Ricerca in MEMORIA E MATERIA DELLE OPERE D ’ARTE ATTRAVERSO I PROCESSI DI PRODUZIONE , STORICIZZAZIONE , CONSERVAZIONE , MUSEALIZZAZIONE XXIII Ciclo Luigi Calamatta (1801-1869). L’uomo, l’artista, le opere. Temi per una analisi critica Coordinatore: Prof.ssa Maria Andaloro Tutor: Dottoranda: Prof. Ettore Spalletti Rosalba Dinoia Ad Andrea 2 “È cosa difficilissima parlare di sé: non si crede quasi mai la persona che racconta i propri fatti: se ne dice bene, si alzano le spalle, se male, lo dice per fare effetto: questo è il motivo della poca originalità delle biografie moderne, comparativamente alle antiche, perché si cerca più di dire quel che sarà creduto che la verità e non ci si riesce più.” (Calamatta, Memorie auobiografiche ) 3 INDICE Introduzione 6 I CAPITOLO: NUCLEO FAMILIARE E FORMAZIONE 1.1. Il nucleo familiare di Civitavecchia 17 1.2. La prima formazione romana all’Ospizio Apostolico di San Michele 21 1.2.1 La scuola di disegno di Francesco Giangiacomo all’Ospizio. Un maestro per tutta la vita. 21 1.2.2 La serie dei disegni delle Storie di S. Elia a S. Martino ai Monti di Gaspard Dughet. 28 1.2.3. La “Galleria dell’Ospizio” di S. Michele del Cardinale Tosti: l’importante contributo di Calamatta e Mercuri alla creazione di una collezione di stampe del XIX secolo. 33 1.2.4. L’ “intaglio in rame” alla scuola dell’Ospizio. 37 1.2.5. Il ruolo di Domenico Marchetti. 41 II CAPITOLO: L’INCISIONE COME TRADUZIONE: CALAMATTA E IL CLASSICO 2.1. La collaborazione con Thorvaldsen: i disegni ritrovati nel Museo di Copenaghen. 49 2.2. L’incontro con André-Benoit Taurel. 52 2.2.1 Taurel e la sua cerchia a Villa Medici 52 2.2.2. Tra la “maniera francese” e la “maniera romana”. 53 2.2.3. Taurel mediatore tra Calamatta e Ingres: dove e quando avvenne il primo incontro? 58 2.2.4. L’ospitalità e l’amicizia di Charles Thévenin e dei coniugi Taurel a Parigi e ad Amsterdam. 61 2.3. Ingres: un sodalizio durato tutta la vita 67 2.3.1. Il “sentimento religioso” per i grandi maestri del Rinascimento… 67 2.3.2. … e la “perfezione del disegno”. 74 2.3.3. Il Voto di Luigi XIII. 78 2.3.3.1. Il disegno. 79 2.3.3.2. Il contratto e l’esecuzione della lastra. 83 2.3.3.3. Al Salon del 1837: il successo e la critica. 87 III CAPITOLO: L’INCISIONE COME INTERPRETAZIONE: IL RITRATTO 3.1. George Sand. Storia di una lunga intesa. 93 3.1.1. Calamatta ‘ritratto da George Sand. 95 3.1.2.1. M. Ingres et M. Calamatta. 97 4 3.1.2.2. Les Maîtres Mosaïstes. 99 3.1.2.3. Histoire de ma vie. 101 3.1.2.4. La Joconde. 104 3.1.2.5. La Vierge à la chaise de Raphael. 105 3.1.2. George Sand nei Ritratti di Calamatta. 107 3.1.2.1. 1836: Portrait de George Sand . D’après Delacroix? 108 3.1.2.2. 1837-1840 : Portrait de George Sand, à la ferronnière. 111 3.1.2.3. Altri ritratti disegnati a Nohant. 113 3.2. Il ritratto politico. Scelte artistiche e implicazioni sociali. 118 3.2.1. La Maschera di Napoleone : un vessillo della resistenza repubblicana contro il potere monarchico. 120 3.2.1.1. Antonmarchi e Calamatta: motivi di una scelta dietro la Maschera. 123 3.2.1.2. I contratti e la celebrità. 127 3.2.1.3. Le versioni del 1840 e del 1846. 130 3.2.2. Il Ritratto di Mazzini. 132 3.2.2.1. Le intenzioni della committente Emilie Ashurst Hawkes. 134 3.2.2.2. Una parentesi sui dagherrotipi dei ritratti di Mazzini. 136 3.2.2.3. L’uso innovativo del dagherrotipo nel Ritratto di Mazzini . 139 3.2.2.4. Le intenzioni di Calamatta nei disegni preparatori e la prima versione. 142 3.2.2.5. Rottura con la Ashurst: una versione inglese. 146 3.2.2.6. L’intervento di George Sand. 148 3.2.2.7. La seconda versione. 151 3.2.2.8. Digressione su tre ritratti allegorici femminili. 153 3.2.2.9. Diffusione e fortuna. 154 Conclusioni 158 APPARATI Documenti Lista dei documenti del Fond Sand (BHVP) 165 Indice generale dell’epistolario 174 Scambi epistolari sulla vicenda del Ritratto di Mazzini 180 Trascrizioni di lettere e documenti citati nel testo 193 Partecipazioni al Salon e all’Esposizione Universale di Parigi del 1885 230 Elenco delle illustrazioni 233 illustrazioni 242 Bibliografia 285 Webgrafia 308 5 Introduzione Luigi Calamatta (Civitavecchia, 21 giugno 1801 - Milano, 8 marzo 1869) fu un incisore di traduzione appartenne, cioè, a quel genere di artisti che si dedicarono ad interpretare l’opera altrui. La sua attività si colloca a chiusura della secolare tradizione della stampa d’après che prima dell’avvento della fotografia, fu il mezzo attraverso il quale le opere dei grandi maestri antichi e contemporanei sono state divulgate in tutto il mondo. La stampa di traduzione ha avuto un ruolo di vasta portata nella diffusione dell’estetica, nei cambiamenti del gusto, nella fortuna visiva di alcune opere d’arte e in molti casi a questa valenza si è affiancata quella di essere considerata essa stessa un’opera d’arte. Tuttavia, nella più recente letteratura storico-artistica che riguarda il panorama italiano, se non mancano contributi che hanno preso in esame il concetto interpretativo di incisione di traduzione 1 e diversi studi monografici sui più valenti incisori di traduzione dal XV al XVIII secolo 2, restano scarsi gli apporti sull’Ottocento, dove si ravvisa un certo ritardo nel recupero storico e critico delle personalità più rappresentative 3. 1 Tra i contributi più rilevanti dagli anni Settanta in poi sul concetto critico e storiografico della stampa di “traduzione”, cfr. G. C. Argan, Il valore critico delle stampe di traduzione , in Studi e note dal Bramante al Canova , Roma 1970, pp. 157-165; E. Spalletti, La documentazione figurativa dell’opera d’Arte, la critica e l’editoria nell’epoca moderna (1750-1930) , in Storia dell’Arte Italiana , vol. 2 Torino 1979, pp. 417-430; M. Miraglia, “Invenzione” e “traduzione”nei disegni della Calcografia Camerale e Regia , in I disegni della Calcografia 1785-1910 , a cura di Marina Miraglia, Roma 1995, pp. 1-18, cui si aggiunge lo studio terminologico e storico di V. Meyer, Gravure d’interprétation ou de reproduction? Invention, traduction et copie: réalités historiques et techniques , ‘Travaux de l’Institut de Histoire de l’Art de l’Université de Lyon’, cahier 12, 1989, pp. 41-46. Alla necessità di trattare l’argomento nel contesto di una rivalutazione più ampia degli studi attraverso differenti approcci metodologici e alla luce di un aggiornamento del tema risponde il recente lavoro di E. Borea, Lo specchio dell’arte italiana nelle stampe di cinque secoli , Pisa 2009, che ripercorre le tappe storiche dell’incisione italiana di riproduzione dal XIV secolo alla prima metà del XIX. 2 Per una rassegna esaustiva e aggiornata fino al 2009 si rinvia alla Bibliografia citata del testo della Borea (2009, pp. 685-730). 3 Relativamente poche sono ancora le monografie più significative tra le quali alcune di esse necessitano già di revisioni e di ulteriori approfondimenti: A. Musiari - L. Aversano, Paolo Mercuri incisore , 2. ed., Marino 1960; L. Traniello - L. Stocco, Luigi Boscolo incisiore (1823 - 1906) , Rovigo 1969; G. Cambin, Domenico e Carlo Aspari, incisori e architetti olivonesi , Lugano 1972; A. Bernucci e P. Pasini, Francesco Rosaspina “incisor celebre” , Cinisello Balsamo (Milano) 1995; Dai difficili inizi alla scuola romantica. Vincenzo Vangelisti, Giuseppe Longhi, Pietro Anderloni, in La città di Brera: due secoli di incisione a cura di R. Bellini, Milano 1996; Elena Bertinelli - Marco Fragonara, Giuseppe Longhi e il dibattito sull'incisione agli inizi dell'Ottocento , in “Rassegna di studi e di notizie”, n. 20.1996, pp. 127-193; C. Volpi Il fondo di incisioni di Raffaello Morghen , in La città di Brera : due secoli di incisione , Milano 1996, pp. 24-39; A Crespi, Giuseppe Longhi e la scuola d’incisione dell’Accademia di Brera , Monza 1999; Giovita Garavaglia (1790 - 1835): note critiche e catalogo delle incisioni , a cura di T. Tosi, Como 2000; Paolo Toschi (1788 - 1854) incisore d'Europa , catalogo della mostra a cura di F. Mandrini, Parma 2005; Musée des Beaux-Arts - Tours, Giovanni Volpato. Les Loges de Raphaël et la galerie du palais Farnèse , sous la dir. d'A. Gilet, Cinisello Balsamo, Milan, 2007; L. Giannoccolo, Samuele Jesi (1788 - 1853). Incisore , in “Calepino di disegni. Note e saggi su disegni e stampe e sulla loro storia”, n. 2: Incisioni e traduzioni , Rimini 2007, pp. 87-121; Giuseppe Longhi e 6 L’interesse della critica si è infatti prevalentemente soffermato sulla più seducente incisione ‘originale’ dei peintres-graveurs della seconda metà del XIX secolo, considerata opera d’arte vera e propria per la presenza della componente creativa che, in alcuni casi, coinvolge l’artista in prima persona durante tutto il processo di esecuzione, dall’ideazione del disegno alla stampa della matrice. 4 Di converso, l’attenzione per l’opera dei maestri traduttori è andata affievolendosi, poiché le stampe che hanno tramandato per secoli i capolavori dell’arte si presentano oggi di difficile lettura, venendo meno nel tempo quegli strumenti di conoscenza tecnici e storici che hanno permesso di farle apprezzare in passato e di cogliere il significato intrinseco della personalità artistica dell’incisore nella complessità del tessuto segnico.