PRESENTAZIONE DEL PROGETTO Prof.Ssa Anna Tomassi, Coordinatrice Del Progetto “Due Epoche, Due Generazioni a Confronto”
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PRESENTAZIONE DEL PROGETTO Prof.ssa Anna Tomassi, coordinatrice del progetto “Due epoche, due generazioni a confronto” Il contenuto di questa pubblicazione ricostruisce, nei passaggi più significativi, le attività e le ricerche svolte dalle classi liceali del Varrone (III A SU - III B SU – III C SU – IV B SU – IV C SU – IV SEC) e dai docenti delle discipline coinvolte (Italiano, Scienze umane, Filosofia, Inglese, Storia con il supporto di Diritto), con la pregevole e costante collaborazione dell’autrice, Chiara Ingrao. Tutti i protagonisti in questo percorso didattico-formativo hanno operato direttamente sul campo attraverso la ricerca di fonti e documenti, con interviste a testimoni privilegiati e incontri assembleari con esperte. Da sempre i nostri studenti si sono impegnati in attività di ricerca sociale con l’obiettivo di rendere più concreto e stimolante quanto appreso dai libri di testo, ma come lo stesso titolo del progetto suggerisce ”Due epoche, due generazioni a confronto” in questa esperienza, attraverso la lettura del romanzo “Dita di dama”, di cui sono protagoniste una studentessa e una giovane operaia, si sono cimentati in un’analisi riflessiva e critica su problematiche di grande attualità: la situazione del periodo post bellico, in particolare gli anni dal 1968 in poi. In tal modo, confrontandosi con l’esperienza della generazione dei propri genitori/nonni, ragazzi e ragazze hanno potuto riflettere sulle sfide che accompagnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, sia sul piano personale che su quello lavorativo e sociale. Non è facile cogliere e interpretare in modo dialettico e oggettivo tali cambiamenti e trasformazioni, soprattutto quando riguardano il vissuto e toccano l’emotività di chi racconta. Noi abbiamo voluto provarci facendo tesoro di documenti e immagini, ma anche della memoria storico-culturale di testimoni che hanno raccontato la loro storia. Il lavoro è stato svolto nel corso dell’intero anno scolastico: studenti e studentesse dopo una libera lettura hanno evidenziato in classe, in ambiti disciplinari diversi, le situazioni, i personaggi, il linguaggio del testo esaminato, estrapolando ciò che maggiormente aveva sollecitato la loro curiosità. Ricerche di approfondimento, immagini, interviste dirette, video e visione di filmati hanno contribuito al lavoro di rielaborazione e di stesura dell’ipertesto. E’ stata un’esperienza positiva e produttiva sotto diversi aspetti: relazionali, sociali, professionali; studenti e studentesse hanno stimolato la curiosità e la ricerca personale e/o di gruppo, potenziando le loro conoscenze/competenze non solo teoriche ma pratiche. Questo lavoro ha dato loro l’opportunità di realizzare percorsi formativi diretti alla costruzione di personalità dinamiche e di maturare un’identità personale, sociale e professionale al passo con i tempi, in relazione alle capacità e alle inclinazioni di ciascuno/a. Inoltre, abbiamo potuto recepire e attuare le innovazioni normative presenti nella Riforma scolastica, ritenendo che il nostro Liceo possa farsi interprete dei cambiamenti e delle trasformazioni verificatesi, negli ultimi tempi, sia nella scuola che nel contesto socio-familiare e culturale di riferimento. Le produzioni effettuate sono state notevoli e denotano lo sforzo, l’impegno e la collaborazione di tutti e tutte. Voglio ringraziare coloro che in qualche modo si sono adoperati per il successo del progetto, in particolare la dott.ssa Chiara Ingrao che con pazienza certosina e competenza ha saputo guidarci e sostenerci in questo percorso, la prof.ssa Filomena Rossi, Dirigente del Liceo, per averci dato questa opportunità, la prof.ssa Gabriella De Santis e la prof.ssa Marietta Conti per il prezioso aiuto e la disponibilità. … Ci sono molti modi per leggere o interpretare un’esperienza … si può raccontare, disegnare, ascoltare … noi la presentiamo cosi! (L’incontro fra le ragazze di oggi e le operaie di allora, nel disegno dell’allieva Rebecca Evangelisti) 1 INTRODUZIONE Prof.ssa Filomena Rossi – Dirigente Scolastico dell’IMS “Varrone” di Cassino Il decennio a cavallo tra la fine degli Anni Sessanta e quella degli Anni Settanta rappresenta in Italia una fase cruciale per la nostra storia sociale, economica e culturale. Esso aveva sancito il declino lento e inesorabile della civiltà contadina che, nel bene e nel male, da secoli ci aveva caratterizzato, dopo aver vissuto l’esplosione del cosiddetto boom economico anche grazie alla ricostruzione post bellica e al processo d’industrializzazione forzata che aveva determinato l’abbandono delle campagne e dei centri urbani. Un periodo che si è caratterizzato per l’adesione del mondo produttivo e degli operai alla contestazione studentesca degli anni 1968-69 che aveva sconvolto gli equilibri socio – economici di gran parte dei paesi occidentali e che comincia a subire i primi contraccolpi economici innescati soprattutto dalla crisi petrolifera determinata dalla guerra del Kippur del 1973. La guerra tra gli Israeliani e parte del mondo arabo aveva innescato un fenomeno ritorsivo posto in essere soprattutto dai Paesi del Golfo Persico a sostegno della lotta dei Palestinesi, ritenuti ingiustamente allontanati dalle proprie terre. Il clima di austerity che ne derivò, oltre a incidere sullo stile di vita produttiva e sociale degli europei in generali e degli italiani in particolare, era riuscito a mostrare tutti i limiti del processo di industrializzazione del mondo occidentale in gran parte dipendente dal petrolio arabo. Fu chiaro che i rifornimenti di energia provenienti da alcune zone del pianeta, data la loro instabilità politica, avrebbe influito sui diversi sistemi industriali nazionali. Il clima di austerity, inoltre, influì sia facendo emergere l’arretratezza degli impianti produttivi industriali dell’Europa dell’Est, sia sui tassi di crescita dei paesi dell’Europa occidentale invertendo la tendenza positiva che, dalla fine della guerra fino ad allora erano stati positivi e che aveva caratterizzato in particolar modo quei paesi europei che dipendevano dagli approvvigionamenti energetici mediorientali. Inoltre, aspetto ancor più importante per le implicazioni che comportava nella quotidianità, l’aumento della produzione di petrolio registrata verso la fine degli Anni Settanta contribuiva a spostare ingenti risorse finanziarie verso i Paesi del Medio Oriente e ciò modificava in modo significativo gli equilibri geopolitici dell’intero pianeta. La crisi petrolifera ha costituito per l’Italia: L’occasione per ricercare nuove fonti di approvvigionamento energetico per le diverse industrie nazionali, ma soprattutto favorì il diffondersi di interesse verso la produzione di energie alternative quali l’industria eolica, il gas naturale e, in alcune realtà nazionali di energia atomica; L’opportunità per cambiare la mentalità degli italiani su alcuni importanti temi favorendo la diffusione di nuove parole come 'ecologia' e 'risparmio energetico' che entrarono a far parte del loro vocabolario quotidiano, simboli di un cambiamento della mentalità della società europea; L’opportunità per l’industria nazionale di ricercare nuovi materiali di produzione e nuovi sistemi produttivi sempre meno legati alla manualità e all’uomo e sempre più orientati verso procedure tecnologizzate, per l’altro la nascita del fenomeno degli esuberi degli addetti alla produzione; la prima vera crisi della Lira, la nostra moneta nazionale, esplosa nel 1976; l’inizio di un processo di deindustrializzazione che negli anni a venire avrebbe sempre più indotto molte industrie a delocalizzare le proprie produzioni in paesi dalle economie cosiddette emergenti; l’innesco di significativi processi inflattivi e l’aumento sempre più consistente del debito pubblico del Paese capace di assorbire il PIL nazionale azzerandone gli effetti positivi. Si può cioè affermare con buona approssimazione che i mali che oggi ci affliggono traggono le proprie origini proprio negli Anni Settanta e nell’incapacità, o per meglio dire, nella nolontà delle nostre classi governanti e dirigenti di affrontare sul nascere quei problemi che oggi strozzano la nostra economia e determinano profonde quanto pericolose divisioni sociali. “Dita di dama” della scrittrice Chiara Ingrao è un romanzo che, con leggerezza compositiva e stile narrativo semplice e immediato, tratteggia il quadro di quegli anni, si sofferma sugli aspetti che in seguito avrebbero inciso sulla vita dei protagonisti, coglie i movimenti di idee e la voglia di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita sociale, culturale, economica, politica e sindacale del loro tempo. Il romanzo tratteggia la problematicità della condizione operaia nel suo divenire, nel suo modificarsi ed evolversi in un contesto produttivo, sociale e culturale in repentina quanto radicale trasformazione. L’autrice non manca di sfiorare anche la questione del terrorismo che ha segnato profondamente la storia italiana dell’ultimo trentennio del XX° sec.. Il terrorismo è stato uno dei temi più scottanti che ha attraversato alcuni settori, benché estremamente minoritari, della società italiana e che proprio nelle fabbriche cercava di reclutare adepti. La partecipazione operaia alle decisioni padronali (prima dell’introduzione dello Statuto dei Lavoratori) e datoriali (successivamente alla sua adozione), non è fine a sé stessa, mira invece a promuovere e diffondere la cultura e la consapevolezza dell’essere cittadini, della parità uomo – donna, lavoratore – lavoratrice. Le 2 donne e gli uomini partecipano alla vita della fabbrica, soffrono al