PROVINCIA DI

SETTORE CACCIA

PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

RAPPORTO PRELIMINARE

OTTOBRE 2009

REDAZIONE: ING. GIACOMO MARTIRANO

Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza

INDICE 1 INTRODUZIONE...... 4 2 IL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE DELLA PROVINCIA DI COSENZA...... 6 2.1 I contenuti e la strategia del PFVP ...... 6 2.2 La schematizzazione del PFVP: macro-obiettivi e obiettivi specifici...... 10 2.3 L’analisi di coerenza interna del PFVP ...... 10 3 IL PROCESSO DI VAS: LA VALUTAZIONE E L’INTEGRAZIONE DELLA DIMENSIONE AMBIENTALE NEL PFVP ...... 11 3.1 Il processo di VAS del PFVP, documenti e riferimenti per la valutazione...... 11 3.2 Il rapporto preliminare ...... 11 3.3 Le consultazioni ...... 12 4 LA COSTRUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO, PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO...... 17 4.1 Il quadro normativo di riferimento ...... 17 4.2 Il quadro pianificatorio e programmatico di riferimento ...... 23 4.3 L’analisi di coerenza esterna ...... 30 5 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO ...... 38 5.1 Il contesto territoriale e socio economico della Provincia di Cosenza ...... 38 5.1.1 Considerazioni di carattere generale ...... 38 5.1.2 Il contesto socio-economico provinciale in relazione alle attività venatorie ...... 40 5.1.2.1 Distribuzione e densità dei cacciatori...... 40 5.1.2.2 Vigilanza ed infrazioni...... 43 5.1.2.3 Danni prodotti dalla fauna selvatica...... 47 5.2 Il contesto ambientale, gli indicatori e i dati di riferimento ...... 51 5.2.1 Considerazioni generali ...... 51 5.2.2 La componente ambientale “Acqua”...... 54 5.2.2.1 Il contesto...... 54 5.2.2.2 Gli indicatori ...... 54 5.2.3 La tematica ambientale “Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio” ...... 54 5.2.3.1 Il contesto...... 54 5.2.3.2 Gli indicatori ...... 55 5.2.4 La tematica ambientale “Cambiamenti climatici”...... 55 5.2.4.1 Il contesto...... 55 5.2.4.2 Gli indicatori ...... 55 5.2.5 La tematica ambientale “Energia”...... 56 5.2.5.1 Il contesto...... 56

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5.2.5.2 Gli indicatori ...... 56 5.2.6 La componente/tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità” ...... 56 5.2.6.1 Il contesto...... 56 5.2.6.2 Gli indicatori ...... 58 5.2.7 La tematica ambientale “Inquinamento atmosferico” ...... 58 5.2.7.1 Il contesto...... 58 5.2.7.2 Gli indicatori ...... 59 5.2.8 La tematica ambientale “Popolazione e salute” ...... 59 5.2.8.1 Il contesto...... 59 5.2.8.2 Gli indicatori ...... 59 5.2.9 La tematica ambientale “Rifiuti” ...... 60 5.2.9.1 Il contesto...... 60 5.2.9.2 Gli indicatori ...... 60 5.2.10 La tematica ambientale “Rumore” ...... 60 5.2.10.1 Il contesto...... 60 5.2.10.2 Gli indicatori...... 60 5.2.11 La componente/tematica ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio” ...... 61 5.2.11.1 Il contesto...... 61 5.2.11.2 Gli indicatori...... 61 6 GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E VERIFICA PRELIMINARE NEL PFVP... 62 6.1 Il quadro sinottico degli obiettivi ambientali e verifica preliminare di interferenza nel PFVP ...... 62 6.2 La matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e tematiche/componenti ambientali . 64 6.3 La matrice dell’interferenza preliminare...... 65 7 CONCLUSIONI ...... 67

ALLEGATI: Allegato 1: Dettaglio del contesto ambientale Allegato 2a: Calcolo della SASP (Superficie Agro-Silvo-Pastorale) e delle sue quote per il PFVP Allegato 2b: Cartografia contenente i tematismi utilizzati per il calcolo della SASP Allegato 3: Mappa della meta-informazione Allegato 4: Valutazione di Incidenza: Studio di Incidenza Preliminare Allegato 5: Proposta di indice del Rapporto Ambientale Allegato 6: Questionario guida per la stesura dei contributi da parte dei soggetti consultati nella fase preliminare o di scoping

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1 INTRODUZIONE

La Direttiva 42/2001/CE (c.d. Direttiva VAS – Valutazione Ambientale Strategica), concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, nonché il Titolo II del Testo Unico sull’Ambiente D. Lvo. 152/2006 e s.m.i. e il Capo II del Regolamento Regionale della Regione n. 3/2008 e s.m.i., che disciplinano, rispettivamente a livello nazionale e regionale, le attività in materia di VAS, introducono l’obbligo di valutazione ambientale per tutti i piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente. La valutazione condotta ai sensi della normativa VAS sopra citata rappresenta lo strumento per l’integrazione delle considerazioni ambientali durante l’elaborazione del Piano e comunque prima della sua adozione al fine dell’eventuale implementazione di strategie e strumenti per la loro mitigazione. Poiché il Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza rientra, per le caratteristiche che presenta, tra quelli da assoggettare a VAS ai sensi dell’art. 20 comma 2 lett. a del Regolamento Regionale n. 3/2008 e s.m.i., l’Autorità Procedente – Servizio Caccia e Pesca della Provincia di Cosenza, di concerto con l’Autorità Competente – Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, sulla scorta del primo incontro avvenuto presso il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria in data 11/03/2009, ha ritenuto superflua la verifica di assoggettabilità di cui all’art. 22 del Regolamento Regionale n. 3/2008 e s.m.i., dall’esito positivo scontato, e ha avviato la VAS secondo le modalità di cui all’art. 21 del Regolamento Regionale n. 3/2008 e s.m.i. partendo già dalla fase di elaborazione del rapporto ambientale, giusta determinazione dirigenziale n. 4599 del 22/05/2009 con cui è stato costituito il gruppo di lavoro per la redazione del PFVP, nell’ambito del quale all’Ing. Giacomo Martirano sono state affidate le attività relative alla VAS e alla VI (Valutazione di Incidenza). Da quanto sopra, si evince che la VAS costituisce un processo obbligatorio la cui peculiarità è quella di rendere dichiarati, in un percorso partecipato, i momenti decisionali sulle questioni ambientali che interagiscono con un piano o un programma. Il risultato principale del processo di VAS consiste nell’elaborazione del Rapporto Ambientale secondo le indicazioni contenute nell’ art. 23 del Regolamento Regionale n. 3/2008 e s.m.i. Tuttavia, lo schema procedurale della VAS prevede una fase preliminare, c.d. di “ Scoping” , che consiste nello svolgimento di considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata e le necessità conoscitive del piano. Tali considerazioni preliminari servono per organizzare e inquadrare gli elementi fondamentali del Piano e hanno l’obiettivo di porre in evidenza il contesto, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità del Piano stesso. Le condizioni minime dell’attività di scoping sono richiamate dall’articolo 5 comma 4 della Direttiva, laddove si prevede che “ Le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3 devono essere consultate al

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momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale e sul loro livello di dettaglio ”. Il presente Rapporto Preliminare, pertanto, è stato redatto al fine di consultare le autorità con specifiche competenze ambientali circa la portata e il dettaglio delle analisi ambientali da sviluppare ulteriormente nel Rapporto Ambientale. Nell’intento di facilitare le indicazioni delle autorità sui contenuti del presente documento è stato redatto un questionario guida per la stesura dei contributi contenuto nell’Allegato 6.

Inoltre, poiché ai sensi dell’art. 20 comma 2 lett. b del Regolamento Regionale n. 3/2008 e s.m.i., il PFVP della Provincia di Cosenza rientra, per le caratteristiche che presenta, nonché per l’esistenza in Provincia di Cosenza di numerosi siti della rete “Natura 2000”, anche tra quelli da assoggettare a Valutazione di Incidenza (VI), l’Autorità Procedente ha concordato con l’Autorità Competente, sulla scorta del primo incontro avvenuto presso il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria in data 11/03/2009, che, nell’ambito delle attività della VI da svolgersi ai sensi del Disciplinare “Procedura sulla Valutazione di Incidenza” approvato dalla Regione Calabria con D.G.R. n. 604/2005, lo studio preliminare di incidenza finalizzato alla VI secondo il Livello 1 – Screening , fosse allegato al presente rapporto preliminare VAS, fermo restando quanto stabilito dal comma 5 dell’art. 6 del Disciplinare e cioè che “… il Rapporto Ambientale dovrà includere tutte le informazioni richieste dallo studio di incidenza”.

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2 IL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE DELLA PROVINCIA DI COSENZA

2.1 I contenuti e la strategia del PFVP

Obiettivo generale del piano è quello di attuare concretamente il principio espresso dalle normative in materia, secondo il quale la fauna selvatica italiana costituisce patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale. La definizione di una corretta politica di gestione della fauna selvatica, così come l’individuazione dei principi tecnico-scientifici sui quali fondarla, costituiscono una delle finalità principali del piano stesso e rappresentano il presupposto su cui costruire dei rapporti quanto più corretti fra ambientalisti, cacciatori ed agricoltori e fra queste categorie sociali e tutti i cittadini.

Poiché da studi effettuati nell’ambito delle attività preliminari alla redazione del PFVP, i cui risultati sono riportati in dettaglio nell’Allegato 2, la quota di superficie agro-silvo-pastorale (SASP) della Provincia di Cosenza da destinare a protezione totale della fauna selvatica risulta essere superiore alle soglie massime fissate dalla normativa e dagli indirizzi vigenti 1, il PFVP può unicamente porsi l’obiettivo di mantenere in essere tale assetto territoriale, valorizzando al massimo gli interventi gestionali da attuarsi sul territorio degli Ambiti Territoriali di Caccia. Tale superamento, dovuto per lo più alla presenza di due Parchi Nazionali molto estesi quali Pollino e Sila Grande, impedisce infatti l’individuazione di nuove superfici a protezione totale, quali, ad esempio, oasi e zone di ripopolamento e cattura, oppure zone di protezione lungo le rotte di migrazione.

Alla luce delle considerazioni su esposte, gli obiettivi specifici su cui dovrà essere imperniata la fase attuativa del PFVP nel prossimo quinquennio sono:  individuare i comprensori omogenei;  realizzare carte di vocazione agro-forestale potenziale;  valutare l’eventuale vulnerabilità delle specie presenti all’interno dei siti Natura 2000, derivante dalle attività faunistico-venatorie;  pianificare gli interventi di miglioramento ambientale;  pianificare le immissioni di fauna selvatica;  istituire un osservatorio faunistico-venatorio provinciale.

1 Soglia massima del 30% fissata per ogni provincia dall’art. 3.4 del Documento di Indirizzo e Coordinamento della Pianificazione Faunistico-Venatoria Provinciale 2009-2013 della Regione Calabria – Dip. 6 “Agricoltura, Foreste, Forestazione, Caccia e Pesca” – Gennaio 2009 Soglia massima del 30% fissata per ogni regione dall’art. 10 comma 3 della Legge 157/92. Soglia massima del 26% fissata per la Regione Calabria dal comma 2 dell’art. 5 della Legge Regionale 9/96.

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Per quanto riguarda le strategie da adottare per il raggiungimento degli obiettivi specifici, è stato possibile individuare i seguenti criteri di pianificazione, che saranno utilizzati in fase di redazione del Piano, oggi in una fase ancora preliminare.

A) INDIVIDUAZIONE DEI COMPRENSORI OMOGENEI Saranno considerate come variabili significative di caratterizzazione dei diversi comprensori omogenei alcune variabili geografiche, prendendo per base le informazioni contenute nel PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Cosenza:  paesaggio ecologico prevalente  paesaggio ambientale prevalente  indice di boscosità  indice sintetico di valenza forestale L’entità geografica elementare adottata sarà il comune, al fine di poter poi attuare le successive fasi gestionali nel modo più efficace possibile.

B) DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ GESTIONALI DELLA FAUNA SELVATICA Saranno realizzate le carte di vocazione agro-forestale per le seguenti specie e gruppi di specie:  cinghiale  capriolo  fagiano  coturnice  lepre  uccelli migratori L’entità geografica elementare adottata sarà il comune, al fine di poter poi attuare le successive fasi gestionali nel modo più efficace possibile. La metodologia adottata sarà la seguente:  acquisizione, in base al sistema di classificazione CORINE Land-Cover, dei dati relativi alla distribuzione delle tipologie di uso del suolo;  acquisizione dei dati di danneggiamento riferiti ai comuni (non sono attualmente disponibili localizzazioni georeferenziate);  costruzione di un modello articolato in classi di idoneità ambientale elaborato poi per le specie animali prima citate;  non disponendo di dati attuali reali di densità sul territorio delle specie citate, si procederà quindi alla realizzazione di carte di vocazione agro-forestale potenziale.

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C) PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE Si procederà all’individuazione delle tipologie di intervento da realizzare per favorire la presenza delle diverse specie selvatiche. Sulla base delle carte di vocazione agro-forestale prevalente si procederà all’individuazione per ciascuna delle specie di cui al punto B) delle aree preferenziali di intervento, adottando specifiche tipologie di intervento.

D) PIANIFICAZIONE DELLE IMMISSIONI DI FAUNA SELVATICA Sulla base delle carte di vocazione agro-forestale prevalente si procederà all’individuazione per ciascuna delle specie di cui al punto B) delle aree preferenziali di intervento. Saranno quindi precisate per ogni specie interessata le metodologie di immissione da realizzare per favorire la ricostituzione di popolazioni naturali, adottando per la loro realizzazione i criteri per la programmazione e l’attuazione dei ripopolamenti.

E) CRITERIO PER L’INDIVIDUAZIONE DELL’IDONEITÀ TERRITORIALE ALLA PRESENZA DEGLI ISTITUTI DI GESTIONE FAUNISTICO VENATORIA Dai già citati studi effettuati nell’ambito delle attività preliminari alla redazione del PFVP, i cui risultati sono riportati in dettaglio nell’Allegato 2, la quota superficie agro-silvo-pastorale (SASP) della Provincia di Cosenza da destinare ad ambiti privati di caccia, ivi compresi i centri privati di riproduzione della fauna selvatica, le zone di addestramento cani e le altre destinazioni previste dalla lettera b) del comma 2 della Legge Regionale 9/96, nonché all’istituzione di aziende faunistico-venatorie e di aziende agro-faunistiche-venatorie, è di gran lunga inferiore alla quota massima del 15% stabilita dalla Legge Regionale 9/96 e ribadita dal già citato Documento di Indirizzo e Coordinamento della Pianificazione Faunistico-Venatoria Provinciale 2009-2013 della Regione Calabria. Pertanto si valuterà l’opportunità di individuare specifici criteri per la creazione di nuovi istituti in base all’idoneità territoriale e si procederà ad una revisione degli attuali regolamenti provinciali di gestione. In particolare, per le aziende faunistico venatorie e le aziende agri-turistico-venatorie si procederà ad individuare i criteri per valutare la conformità delle richieste avanzate in merito a nuove istituzioni rispetto al PFVP al fine di consentire alla Provincia l’emissione del parere previsto al comma 1 dell’art.8 della L.R. n.9/96. Nello specifico, ciò avverrà in base alla vocazione agro- forestale prevalente del territorio su cui verrà a collocarsi l’istituto e alle tecniche di ripopolamento e gestione ambientale proposte.

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Inoltre, per quanto riguarda gli Ambiti territoriali di caccia (ATC), sarà condotta una valutazione di merito che consenta di confermare o proporre una nuova delimitazione degli ATC, valutando principalmente l’efficienza gestionale e amministrativa, anche in relazione al numero di cacciatori iscritti, realizzatasi in questi primi anni di gestione e la vocazione faunistica del territorio.

F) CRITERIO PER DISCIPLINARE LE EVENTUALI ATTIVITÀ FAUNISTICO-VENATORIE ALL’INTERNO DEI SITI NATURA 2000 Per quanto riguarda i SIC, al loro interno l'attività venatoria è vietata ai sensi dell’art. 11 del Regolamento del Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 della Provincia di Cosenza approvato con delibera di Giunta Regionale 9 dicembre 2008 n. 948, pubblicata sul BUR Calabria n. 25 del 31.12.2008. Per quanto riguarda SIR e SIN, il PFVP, per le loro caratteristiche e ai fini della tutela della fauna selvatica, li assimila ai SIC e, pertanto, li include nelle aree a protezione totale. Per quanto riguarda invece le ZPS, nelle more dell’approvazione dei relativi Piani di Gestione, in corso di redazione, le eventuali attività faunistico-venatorie saranno disciplinate in accordo con i criteri minimi uniformi di regolamentazione previsti dagli artt. 5, 6 del DM 17/10/2007 n. 184 modificato dal DM 22 gennaio 2009.

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2.2 La schematizzazione del PFVP: macro-obiettivi e obiettivi specifici

Nella tabella 2.1 seguente é riportata la schematizzazione del PFVP in macro-obiettivi e obiettivi specifici.

Codice Codice Macro- Macro-obiettivo Obiettivo Obiettivo Specifico obiettivo Specifico

OS.1 Individuazione dei comprensori omogenei

Realizzazione di carte di vocazione agro- OS.2 forestale potenziale

Valutazione della eventuale vulnerabilità delle Attuazione concreta del principio espresso OS.3 specie presenti all’interno dei siti Natura 2000, dalle normative in materia, secondo il quale derivante dalle attività faunistico-venatorie la fauna selvatica italiana costituisce MO.1 patrimonio indisponibile dello Stato ed è Pianificazione degli interventi di miglioramento tutelata nell’interesse della comunità OS.4 nazionale ed internazionale ambientale

Pianificazione delle immissioni di fauna OS.5 selvatica

Istituzione e operatività dell’osservatorio OS.6 faunistico-venatorio provinciale

Tabella 2.1 – Schematizzazione del PFVP

Allo stato attuale di redazione del PFVP, non è ancora disponibile l’ulteriore declinazione degli obiettivi specifici in azioni/linee di intervento.

2.3 L’analisi di coerenza interna del PFVP

La coerenza interna di un Piano o programma valuta la corrispondenza e la consequenzialità tra l’analisi delle criticità, l’individuazione degli obiettivi e gli interventi in grado di raggiungerli. A questo livello di definizione del PFVP, in cui non sono ancora delineate le azioni da realizzare, l’analisi di coerenza è mirata a verificare se sussista una certa consequenzialità nel processo di programmazione attraverso la correlazione tra i macro-obiettivi e gli obiettivi specifici. Da una prima analisi della tabella 2.1 si evince l’elevata coerenza tra l’unico macro-obiettivo e i sei obiettivi specifici.

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3 IL PROCESSO DI VAS: LA VALUTAZIONE E L’INTEGRAZIONE DELLA DIMENSIONE AMBIENTALE NEL PFVP

3.1 Il processo di VAS del PFVP, documenti e riferimenti per la valutazione

Ad integrazione di quanto esposto nell’introduzione del presente rapporto preliminare, nella tabella 3.1 sono schematizzate le fasi della VAS del PFVP della Provincia di Cosenza:

FASI DELLA VAS ATTIVITA’ Scoping: definizione della portata delle Redazione del rapporto preliminare (o rapporto di scoping) sulla base informazioni da includere nel Rapporto della bozza del piano (Art. 5 comma 4 DIR 42/2001/CE, art. 13 comma 1 Ambientale D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 23 comma 1 R.R. 3/2008) Invio all’Autorità Competente e ai soggetti con competenze ambientali del Consultazione sul rapporto preliminare rapporto preliminare (art. 13 comma 2 D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 23 (45 giorni) comma 2 R.R. 3/2008) Invio delle osservazioni sul rapporto Esame delle considerazioni scaturite dalla consultazione e presa in preliminare da parte dei soggetti considerazione ai fini della redazione del Rapporto Ambientale consultati Rapporto Ambientale e Sintesi Non Redazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi Non Tecnica (art. 13 Tecnica commi 3 e 4 D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 23 commi 3 e 4 R.R. 3/2008) Invio e messa a disposizione dell’Autorità Competente, dei soggetti con competenze ambientali e del pubblico del Rapporto Ambientale, della Consultazione sul Rapporto Ambientale Sintesi Non Tecnica e della proposta di piano (art. 13 commi 5 e 6, art. 14 D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 23 commi 5 e 6, art. 24 R.R. 3/2008) Invio delle osservazioni sul Rapporto Esame delle considerazioni scaturite dalla consultazione e presa in Ambientale e sulla Sintesi Non Tecnica considerazione da parte dei soggetti consultati L’Autorità Competente, in collaborazione con l’Autorità Procedente, Valutazione del Rapporto Ambientale e acquisisce e valuta tutta la documentazione prodotta ed esprime il degli esiti della consultazione motivato parere (art. 15 comma 1 D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 25 comma 1 R.R. 3/2008) L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente, Eventuale revisione ed integrazione del provvede alla eventuale revisione del piano alla luce del parere motivato programma (art. 15 comma 2 D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 25 comma 2 R.R. 3/2008) Il piano ed il Rapporto Ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita, è trasmesso all’organo competente Decisione all’adozione o approvazione (art. 16 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. e art. 26 R.R. 3/2008) Procedure di informazione previste dall’art. 17 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. Informazioni sulla decisione e dall’art. 27 R.R. 3/2008 Modalità di monitoraggio previste dall’art. 18 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. Monitoraggio e dall’art. 28 R.R. 3/2008

Tabella 3.1 – Il processo di VAS del PFVP, documenti e riferimenti per la valutazione

3.2 Il rapporto preliminare

Il prodotto principale del processo di VAS consiste nell’elaborazione del Rapporto Ambientale, tuttavia lo schema procedurale della VAS prevede una prima fase, c.d. di “Scoping”, che consiste

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nello svolgimento di considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata e le necessità conoscitive del piano. Tali considerazioni preliminari servono per organizzare e inquadrare gli elementi fondamentali del Piano e hanno l’obiettivo di porre in evidenza il contesto, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità del Piano stesso. Le condizioni minime dell’attività di scoping sono richiamate dall’articolo 5 comma 4 della Direttiva, laddove si prevede che “ Le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3 devono essere consultate al momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale e sul loro livello di dettaglio ”. Le autorità consultate nel processo di scoping sono quindi le stesse che dovranno essere consultate sul Rapporto Ambientale e sulla proposta del PVFP (con l’aggiunta del pubblico) prima della sua adozione/approvazione e coincidono con quelle elencate nella prima parte della lista dei soggetti da consultare contenuta nel successivo paragrafo. Le loro indicazioni, circa la portata e il dettaglio delle analisi ambientali, esprimono dunque una precisa responsabilità e rivestono una specifica funzione ai fini della legittimità e trasparenza del processo decisionale. Le fasi dello scoping, elemento essenziale per la completezza e la coerenza dell’intero processo di piano, sono: 1. La costruzione del quadro pianificatorio e programmatico , ossia la ricognizione preliminare di indirizzi, obiettivi e vincoli espressi da altri piani, programmi e politiche vigenti e dei dati disponibili, attività propedeutica alla successiva analisi del contesto; 2. L’ analisi di contesto , ossia una prima analisi ad ampio spettro delle questioni ambientali, socioeconomiche e territoriali che formano il contesto del Piano; 3. La verifica di interferenza preliminare tra gli obiettivi del Piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale di riferimento. 4. L’ identificazione dei soggetti da coinvolgere , ossia l’identificazione dei soggetti, istituzionali e non, potenzialmente interessati alle decisioni.

3.3 Le consultazioni

In base alle definizioni riportate dall’art. 4 del R.R. 3/2008 e ad alle modalità di consultazione riportate dagli art. 23 e 24 del R.R. 3/2008, i soggetti da invitare alla consultazione sul rapporto preliminare sono i soggetti competenti in materia ambientale , cioè “le Pubbliche Amministrazioni e gli Enti Pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del Piano”, mentre alla consultazione sul rapporto ambientale, oltre ai soggetti competenti in materia ambientale, deve essere invitato anche il pubblico , cioè “una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone”.

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Nel caso del PFVP, le associazioni e le organizzazioni maggiormente interessate sono quelle che fanno capo al mondo venatorio, al mondo ambientalista e al mondo agricolo. E’ da sottolineare che in una fase preliminare della redazione del PFVP, per lo più incentrata sulla determinazione della SASP (Superficie Agro-Silvo-Pastorale) e delle sue quote massime a diversa destinazione previste dalla normativa vigente in materia faunistico-venatoria, l’Autorità Procedente ha svolto un’intensa e documentata attività di concertazione con le associazioni e le organizzazioni del mondo venatorio e di quello ambientalista. Con loro ha condiviso i criteri prima e i risultati poi di una serie di analisi che hanno portato alla determinazione di inderogabili indirizzi di pianificazione, quali l’impossibilità di prevedere l’istituzione di aree a protezione totale in aggiunta a quelle già esistenti, essendo queste ultime già in esubero rispetto alla quota massima fissata per legge. Nell’elenco seguente sono riportate le date delle riunioni della concertazione:  Riunione del 9/2/09  Riunione del 16/2/09  Riunione del 02/3/09  Riunione del 30/3/09  Riunione del 03/8/09

Nell’elenco seguente sono invece riportati i soggetti invitati alle riunioni della concertazione:  ATC CS1 (Ambito Territoriale Caccia Cosenza1)  ATC CS2 (Ambito Territoriale Caccia Cosenza2)  ATC CS3 (Ambito Territoriale Caccia Cosenza3)  FIDC – Federazione Italiana della Caccia  ANLC – Associazione Nazionale Libera Caccia  ENALCACCIA  ARCICACCIA  ITALCACCIA  EPS  ANUU – Associazione Migratoristi Italiani  CONFAVI  COLDIRETTI  CONFAGRICOLTURA  CIA  VAS – Associazione Verdi Ambiente e Società ONLUS  LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli  GIZA  CNAS

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 LISA  AIA  CAP  PRONATURA  WWF  ITALIA NOSTRA  LEGA AMBIENTE  KRONOS  CORPO DI POLIZIA PROVINCIALE

Copia dei verbali delle predette riunioni è consultabile presso il Servizio Caccia della Provincia di Cosenza.

E’ proprio in virtù di questa concertazione già effettuata che l’Autorità Proponente e quella Competente concordano sulla possibilità, prevista dal comma 2 dell’art. 23 del R.R. 3/2008, di concludere i tempi della consultazione sul rapporto preliminare, cui saranno invitati tutti i soggetti, sia quelli con competenze ambientali che il pubblico, entro 45 (anziché 90) giorni dal suo avvio.

Tutta la documentazione necessaria per la consultazione sul rapporto preliminare sarà resa disponibile sul sito web della Provincia all’indirizzo www.provincia.cs.it , da cui si accederà alla documentazione seguendo apposito link, oltre che consultabile presso gli uffici del Servizio Caccia – Dottor Lorenzo Vitari Responsabile del Servizio, via Crati c/da Vaglio Lise. Tel. 348.4529295, email [email protected]

Ai fini dell’individuazione dei soggetti da consultare in base alla normativa VAS, nell’elenco sottostante sono indicati i soggetti con competenze ambientali , individuati di concerto con l’Autorità Competente: 1) Provincia di Catanzaro; 2) Provincia di Crotone; 3) Provincia di Potenza; 4) Provincia di Matera; 5) Regione Calabria Dipartimento Politiche dell’ Ambiente; 6) Regione Calabria Dipartimento Attività Produttive; 7) Regione Calabria Dipartimento Lavori Pubblici; 8) Regione Calabria Dipartimento Presidenza – Settore Protezione Civile; 9) Regione Calabria Dipartimento Urbanistica;

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10) Regione Calabria Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione; 11) Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale ( ISPRA ); 12) Soprintendenza per i Beni A.A.A.S. ; 13) Soprintendenza per i Beni Archeologici; 14) Corpo Forestale dello Stato; 15) Consorzi di Bonifica; 16) ATO Provincia di Cosenza; 17) Autorità di Bacino Regionale per la Calabria; 18) ArpaCal; 19) Afor; 20) Enti Parchi nazionali e regionali: Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale della Sila, Parco Regionale della Riviera dei Cedri, Parco Regionale degli Scogli di Isca; 21) Enti di gestione delle riserve naturali regionali: Riserva Regionale Bacino di , Riserva Regionale Foce del Crati; 22) Enti di gestione delle riserve naturali statali (Riserva Naturale Gole del Raganello, Riserva Naturale Serra Nicolino - Piano d’Albero, Riserva Naturale Gallopane, Riserva Naturale Giganti della Sila – Fallistro, Riserva Naturale Golia Corvo, Riserva Naturale Iona Serra della Guardia, Riserva Naturale Macchia della Giumenta – San Salvatore, Riserva Naturale Tasso Camigliatello, Riserva Naturale Trenta Coste ); Ufficio Territoriale Biodiversità di Cosenza ; 23) Enti di gestione delle aree Sic, Sin e Sir: Provincia di Cosenza – Settore Ambiente; 24) Azienda Sanitaria Provinciale ( ASP); 25) Comunità montane: Greca/Destra Crati, Alto Jonio, Alto Tirreno / Appennino Paolano, Pollino, Silana, Savuto, Media Valle del Crati/Cosentina; 26) Comuni Provincia di Cosenza: , , , , , , , , , , , , , , , Bianchi, , , , , , , Campana, Canna, , , , Casole Bruzio, Cassano Jonio, Castiglione C., , , , , , , , , , , Civita, Cleto, , Corigliano C. , Cosenza, Cropalati, , Diamante, , , , , , , , , , , Grimaldi, , , Lago, , , , , Longobardi, , , , Maierà, , , , , Marano M. , Marano P. , Marzi, , , , , Morano C., , , , , , , , Paola, , Parenti, Paterno C., Pedace, , , , , , , , , , , Rose, , Rossano, , , , , , , , , , San Giovanni in F. , , , , , , , , , , , , , Santa Domanica Talao, , Santa Sofia d’Epiro, Sant’Agata d’Esaro, Santo Stefano di Rogliano, , , , , Serra d’Aiello, Serra Pedace, , , Spezzano Piccolo, Tarsia, ,

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Terravecchia, , , , Trenta, , , , Zumpano; 27) Unical; 28) Ordine Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali; 29) Ordine Provinciale dei Dottori Veterinari; 30) Collegio Provinciale dei Periti Agrari; 31) Ambiti territoriali di caccia : ATC CS1, ATC CS2, ATC CS3; 32) Associazioni venatorie: FIDC, ANLC, ENALCACCIA, ITALCACCIA, EPS, ANUU, CONFAVI; 33) Associazioni agricole: COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CIA; 34) Associazioni ambientaliste : VAS, LIPU, GIZA, CNAS, LISA, AIA, CAP, PRONATURA, WWF, ITALIA NOSTRA, LEGA AMBIENTE, KRONOS, AMICI DELLA TERRA ITALIA; 35) Provincia di Cosenza – Settore Corpo Polizia Provinciale.

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4 LA COSTRUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO, PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO

4.1 Il quadro normativo di riferimento

Il quadro normativo di riferimento a livello nazionale è costituito dalla legge quadro nazionale sulla caccia 11 febbraio 1992, n. 157 -“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che regolamenta la pianificazione dell’attività venatoria atta alla salvaguardia della fauna selvatica. Il quadro normativo di riferimento a livello regionale è costituito:  dalla Legge Regionale 17 maggio 1996 n. 9 “Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio”;  dal Documento di Indirizzo e Coordinamento della Pianificazione Faunistico-Venatoria Provinciale 2009-2013 della Regione Calabria – Dip. 6 “Agricoltura, Foreste, Forestazione, Caccia e Pesca” – Gennaio 2009. In particolare, per quanto riguarda gli indirizzi di pianificazione contenuti nel quadro normativo di riferimento, l’art. 10 della Legge 157/92 specifica e caratterizza gli obiettivi della pianificazione faunistico venatoria, indicando le finalità da perseguire, vale a dire la tutela della fauna selvatica omeoterma vivente stabilmente o temporaneamente in stato di libertà sul territorio nazionale anche attraverso la regolamentazione dell’esercizio venatorio. La pianificazione deve garantire la conservazione delle specie carnivore attraverso il mantenimento delle effettive capacità riproduttive, e deve prevedere il controllo, in relazione al contenimento naturale delle altre specie. In coerenza con l’art. 10 della Legge 157/92, la pianificazione faunistica venatoria provinciale deve tendere:  per quanto attiene le specie carnivore: o alla conservazione delle effettive capacità riproduttive per le specie presenti in densità sostenibili; o al contenimento naturale per le specie presenti in soprannumero.  per quanto riguarda le altre specie: o al conseguimento della densità ottimale e alla loro conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio. Il processo di pianificazione coinvolge, a diverso livello, le regioni e le province chiamate, ciascuna in ordine alle rispettive competenze, a dotarsi del rispettivo piano faunistico-venatorio. Il Documento di Indirizzo regionale sopra citato, invece, contiene linee guida molto dettagliate sulla struttura ed i contenuti che devono avere i Piani Faunistico-Venatori Provinciali.

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In ogni caso il PFVP deve attenersi a quanto disposto a livello Comunitario, Nazionale e Regionale.

La disciplina nazionale di conservazione e tutela della fauna selvatica persegue gli scopi definiti a livello comunitario ed internazionale con numerosi trattati e convenzioni di seguito brevemente descritti.

La Convenzione Internazionale di Berna è relativa alla conservazione della natura e dell’ambiente naturale in Europa. È stata adottata nel 1979 ed è stata ratificata dal nostro paese nel 1981, con la legge n. 503. Obiettivo della Convenzione di Berna è la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, con particolare riferimento alle specie minacciate di estinzione e vulnerabili. Tra gli allegati della Convenzione sono presenti due liste di specie animali: l’allegato 2 delle specie rigorosamente protette (comprendente tutte le specie delle quali è vietata qualsiasi forma di gestione o sfruttamento); l’allegato 3 delle specie protette (comprendente tutte le specie per le quali è possibile attuare forme di gestione e sfruttamento compatibile con la loro conservazione). Gli elenchi delle specie protette riportati negli allegati sono oggi in gran parte superati da quelli di successive Direttive CEE.

La Convenzione di Bonn riguarda la conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica. Essa è stata firmata nel 1979 ed adottata dall’Unione Europea nel 1982. Obiettivo della Convenzione è la realizzazione di azioni internazionali per la conservazione delle specie migratrici, attraverso il mantenimento degli habitat e dei siti di sosta, riproduzione, svernamento. Finalità della direttiva è quella di assicurare un stato di conservazione favorevole delle specie migratrici, tenendo conto delle dinamiche di popolazione, consistenza, area di distribuzione e conservazione degli habitat. L’allegato 1 della Convenzione riporta le specie da sottoporre ad assoluta tutela, mentre l’allegato 2 della Convenzione riporta le specie che necessitano, per il perseguimento di una efficace attuazione della Convenzione stessa, la stipula di accordi tra diversi stati interessati dagli spostamenti delle specie ornitiche.

La Convenzione di Rio de Janeiro del 1992 o convenzione sulla diversità biologica è stata ratificata in Italia con la legge 124/94. La convenzione prevede la conservazione della diversità biologica attraverso l’elaborazione, da parte di tutte le nazioni coinvolte, di un piano di attuazione che individui e tenga costantemente monitorato il patrimonio locale di diversità biologica anche attraverso l’elaborazione di un osservatorio nazionale di informazione. Lo scopo è quello di individuare i componenti della biodiversità che hanno rilevanza ai fini della conservazione e

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dell’uso durevole degli stessi, onde permettere una ripartizione equa dei benefici derivanti da una utilizzazione razionale. L’annesso 1 alla Convenzione individua quali componenti gli ecosistemi e gli habitat contenenti un’elevata biodiversità oltre che specie endemiche o specie migratorie, ma contempla anche alcune specie e comunità oltre che tipi di genomi e geni di importanza sociale, scientifica o economica.

La Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” con le successive modifiche (Direttiva 85/411/CEE, 91/244/CEE) riguarda la conservazione di numerose specie di uccelli, indicati negli allegati della direttiva stessa, e l’individuazione da parte degli Stati membri dell’unione di aree da destinarsi alla conservazione di talune specie, le cosiddette Zone di Protezione Speciale (ZPS).

La Direttiva 92/43/CEE “Habitat” ha quale obiettivo quello della salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo. Questa Direttiva, recepita a livello nazionale dal D.P.R. 357/97, prevede di adottare misure volte a garantire il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di interesse comunitario. Gli allegati della Direttiva riportano liste di habitat e specie animali e vegetali per le quali si prevedono diverse azioni di conservazione e diversi gradi di tutela: l’allegato 1 contempla zone speciali di conservazione; l’allegato 2 le specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione; l’allegato 3 i criteri di selezione dei siti che presentano caratteristiche per essere designati zone speciali di conservazione; l’allegato 4 le specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede una protezione rigorosa. Le aree di maggiore importanza per la conservazione degli habitat di cui all’allegato 1 e delle specie vegetali ed animali di cui all’allegato 2 sono proposti all’Unione Europea come Siti di Interesse Comunitario (SIC). I SIC vengono valutati dalle competenti commissioni dell’Unione Europea per la successiva designazione a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) che, assieme alle ZPS, costituiscono il sistema delle aree protette europee, la cosiddetta “RETE NATURA 2000”.

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Nelle tabelle 4.1 e 4.2 é riportata la normativa di riferimento per la fauna omeoterma:

Convenzioni Internazionali Quadro di riferimento firmate dall'Italia

Protezione degli uccelli: durante il periodo di riproduzione; la Parigi (18 ottobre 1950) migrazione di ritorno (marzo-luglio) e tutto l'anno per le specie minacciate di estinzione; regolamentazione mezzi di caccia.

Conservazione zone umide di importanza internazionale e degli Ramsar (2 febbraio 1971) uccelli acquatici.

Washington CITES 3 marzo Regolamentazione commercio specie minacciate di estinzione. 1973

Protezione delle specie migratrici Integrazione delle misure di Bonn (23 giugno 1979) protezione dei diversi stati.

Conservazione vita selvatica e ambiente naturale in Europa, della Berna (19 settembre 1979) flora e fauna selvatiche e degli habitat.

Protezione ambiente alpino: popolazioni e cultura, pianificazione territoriale, salvaguardia della qualità dell'aria, economia nella Salisburgo – ALPI (14 gestione dell'acqua, protezione della natura e tutela del paesaggio, ottobre 1999) agricoltura di montagna, foreste montane, turismo e tempo libero, energia.

Rio de Janeiro (5 giugno Conservazione della biodiversità, uso durevole dei suoi 1992) componenti, ripartizione equa dei benefici delle biotecnologie.

Tabella 4.1 – Convenzioni Internazionali

Tipologia Atto Quadro di riferimento

Protezione degli uccelli selvatici e regolamentazione dello sfruttamento Istituzione di zone di protezione (ZPS); Dir. "Uccelli" Misure speciali di conservazione per specie Allegato I Direttiva 79/409/CEE Comunitaria Specie per cui è ammissibile il prelievo Allegati II/1 e II/2 2 aprile 1979 Specie per cui viene regolamentato il commercio Allegati III/1 e III/2

Conservazione habitat naturali e seminaturali, flora e fauna selvatica Dir. "Habitat" Costituzione della rete ecologica europea Natura 2000: Direttiva 92/43/CEE − Comunitaria Siti di importanza comunitaria (SIC) che conservano habitat 21 maggio 1992 naturali in Allegato 1 o specie elencate in Allegato Il (* specie o habitat prioritari) − Criteri di costituzione (Allegato III)

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− Art. 6: Valutazione di Incidenza Istituzione di regime di tutela per specie Allegato IV − Regolamentazione del prelievo per specie Allegato V

Tabella 4.2 – Direttive Comunitarie

A livello nazionale l'applicazione delle Direttive Comunitarie succitate ha determinato l'emanazione di vari atti legislativi, succedutisi negli scorsi anni, che hanno riguardato la Rete Natura 2000, di seguito si riportano i seguenti riferimenti normativi:

Decreto del Presidente della Repubblica dell'8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche" e successive modificazioni. Tale decreto ha recepito entrambe le direttive comunitarie e i relativi allegati, prevedendo la procedura di valutazione di incidenza nell'ambito della pianificazione e programmazione territoriale, al fine di tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. II decreto è stato aggiornato dal D.P.R. del 12/3/2003 n. 120, che, oltre a chiarire vari punti del precedente Regolamento, definisce con maggior precisione modalità di valutazione ed ambiti di interesse per la redazione di studi e valutazioni di incidenza, confermando, tra l'altro, che essi debbono essere elaborati per tutti i tipi di siti della rete NATURA 2000 (pSIC, SIC, ZPS).

Decreto del Ministero dell'Ambiente del 3 settembre 2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 224 del 24 settembre 2002, in cui vengono enunciate le linee guida per la gestione dei siti Natura 2000.

Decreto del Ministero dell'Ambiente 25 marzo 2004, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 167 del 19 luglio 2004, con il quale è stato definito l'elenco dei SIC per la regione biogeografica alpina in Italia, in relazione alla Decisione 2004/69/CE della Commissione. del 22 dicembre 2003, recante adozione dell'elenco dei siti di importanza comunitaria (SIC) per la regione biogeografica alpina.

Decreto del Ministero dell'Ambiente 17 ottobre 2007, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 258 del 6 novembre 2007, riguardante criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS), modificato dal decreto 22 gennaio 2009. Altri documenti fondamentali sono i documenti tecnici dell'INFS (Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, le cui funzioni sono oggi svolte dall’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), i cosiddetti “Quaderni”, che forniscono la base per la programmazione

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faunistica in Italia; la collana "Quaderni di Conservazione della Natura" ha come scopo quello di divulgare le strategie di tutela e gestione del patrimonio faunistico nazionale. I temi trattati spaziano da quelli di carattere generale, che seguono un approccio multidisciplinare, a quelli dedicati a problemi specifici di gestione alla conservazione di singole specie. Sono stati finora pubblicati i seguenti 28 Quaderni. − N. 1 - Raccolta delle norme nazionali e internazionali per la conservazione della fauna selvatica e degli habitat; − N. 2 - Mammiferi e uccelli esotici in Italia: analisi del fenomeno, impatto sulla biodiversità e linee guida gestionali; − N. 3 - Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette; − N. 4 - Linee guida per il controllo dello Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) in Italia; − N. 5 - Linee guida per il controllo della Nutria (Myocastor coypus); − N. 6 - Piano d'azione nazionale per il Gabbiano corso (Larus audouinii); − N. 7 - Piano d'azione nazionale per il Chiurlottello (Numenius tenuirostris); − N. 8 - Piano d'azione nazionale per il Pollo sultano (Porphyrio porphyrio); − N. 9 - Piano d'azione nazionale per la Lepre italica (Lepus corsicanus); − N. 10 - Piano d'azione nazionale per il Camoscio appenninico (Rupicapra pirenaica ornata); − N. 11 - Mammiferi dei Monti Lepini; − N. 12 - Genetica forense in applicazione della Convenzione di Washington CITES; − N. 12bis - Forensic genetics and the Washington Convention - CITES; − N. 13 - Piano d'azione nazionale per la conservazione del Lupo (Canis lupus); − N. 14 - Mammiferi d'Italia; − N. 15 - Orchidee d'Italia - Capitoli Generali - Schede specifiche; − N. 16 - Uccelli d'Italia; − N. 17 - Pesci d'acqua dolce; − N. 18 - Atti del Convegno - La conoscenza botanica e zoologica in Italia: dagli inventari al monitoraggio; − N. 19 - Monitoraggio chirotteri - Errata corrige; − N. 19bis - Guidelines for bat monitoring; − N. 20 - Pesci delle acque interne d'Italia; − N. 21 - Uccelli d'Italia (Falconiformes, Galliformes); − N. 22 - Uccelli d'Italia (Gaviiformes, Podicipediformes, Procellariiformes, Pelecaniformes, Ciconiiformes, Phoenicopteriformes, Anseriformes); − N. 23 - Piano d’azione nazionale per l’Anatra marmorizzata (Marmaronetta angustirostris); − N. 24 - Piano d’azione nazionale per il Lanario(Falco biarmicus feldeggii);

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− N. 25 - Piano d’azione nazionale per la Moretta tabaccata (Aythya nyroca); − N. 26 - Piano d’azione nazionale per il Falco della Regina (Falco Eleonorae); − N. 27 - Linee guida per l'immissione di specie faunistiche; − N. 28 - Linee guida per la conservazione dei Chirotteri nelle costruzioni antropiche e la risoluzione degli aspetti conflittuali connessi.

4.2 Il quadro pianificatorio e programmatico di riferimento

Per quadro pianificatorio e programmatico si intende l'insieme dei piani e programmi che governano i settori e il territorio oggetto del PVFP. L'esame della natura del PFVP e della sua collocazione in tale quadro è finalizzata a stabilire la rilevanza dello stesso e la sua relazione con gli altri piani e programmi. La costruzione del quadro pianificatorio e programmatico è propedeutica alla verifica di coerenza esterna tra gli obiettivi del PFVP e gli obiettivi degli altri programmi territoriali e settoriali. Al fine di garantire la massima coerenza con la programmazione regionale, il PFVP deve tenere conto delle indicazioni contenute negli strumenti di programmazione sovraordinati (analisi di coerenza verticale) e di quanto previsto dagli altri piani e programmi settoriali (analisi di coerenza orizzontale). In tale ottica, per la verifica di coerenza sono stati presi i considerazione solo i principali Piani e Programmi a livello regionale e provinciale già approvati. Per la costruzione del quadro sono stati individuati i principali piani e programmi a livello regionale e provinciale, che sono elencati nella tabella 4.3, in cui è schematizzata l’associazione di ciascun piano/programma con le 10 tematiche e/o componenti ambientali di seguito elencate:

ELENCO TEMATICHE E/O COMPONENTI AMBIENTALI: 1. Acqua 2. Beni culturali, architettonici, archeologici e paesaggio 3. Cambiamenti climatici 4. Energia 5. Flora, Fauna e biodiversità 6. Inquinamento atmosferico 7. Popolazione e salute 8. Rifiuti 9. Rumore 10. Suolo e sottosuolo e Rischio

TEMATICA E /O COMPONENTE PIANO /P ROGRAMMA A LIVELLO PIANO /P ROGRAMMA A LIVELLO

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AMBIENTALE REGIONALE PROVINCIALE Acqua Piano di tutela per le acque PTCP Piano per la valorizzazione dei beni Beni culturali, architettonici, paesaggistici e storici della Provincia archeologici e paesaggio di Cosenza PTCP Cambiamenti climatici PTCP Piano Energetico Ambientale Energia PTCP Regionale (PEAR)

PIS Rete Ecologica Regionale (POR Piano di gestione Provinciale dei SIC Fauna flora e biodiversità Calabria 2000-2006) PTCP Inquinamento atmosferico PTCP Popolazione e salute PTCP Rifiuti Piano Regionale Gestione Rifiuti PTCP Rumore PTCP Piano Stralcio di Bacino per l’assetto Programma provinciale previsione e Idrogeologico (PAI) prevenzione rischio Suolo sottosuolo e Rischio Programma regionale d’azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine PTCP agricola

Tabella 4.3 – Pianificazione/Programmazione a livello regionale/provinciale

Nella tabella che segue si descrivono, per ciascun Piano e/o Programma, gli obiettivi, i vincoli e, qualora ve ne siano, le prescrizioni.

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PIANIFICAZIONE /P ROGRAMMAZIONE A LIVELLO REGIONALE

PIANO O PROGRAMMA BREVE DESCRIZIONE OBIETTIVI QUALITATIVI E /O QUANTITATIVI VINCOLI /PRESCRIZIONI Il PIS Rete Ecologica è un progetto complesso finalizzato alla creazione della Rete Ecologica Regionale. Con il PIS Rete Ecologica si è inteso Progetto Integrato Strategico Corrispondenti a quelli del Piano di valorizzare e sviluppare gli ambiti territoriali Completare il quadro dei Siti Natura 2000 Rete Ecologica Regionale regionali caratterizzati dalla presenza di Gestione dei SIC. rilevanti valori naturali e culturali, garantendo al contempo l’integrazione tra i processi di tutela ambientale e di sviluppo sociale ed economico. − Garantire la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza ed economicità all’interno degli Ambiti Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti, Territoriali Ottimali (ATO) coincidenti con elaborato dall’ufficio del Commissario le cinque province; − Stabilisce i criteri per l’individuazione di aree Delegato per l’Emergenza Ambientale in − Riduzione quali-quantitava dei rifiuti; idonee e non idonee alla localizzazione di Calabria, prevede l’organizzazione del sistema − Conseguimento obiettivi di raccolta impianti; Piano regionale gestione dei integrato di gestione dei rifiuti urbani, individua differenziata (35% a partire dal 2003) (D. rifiuti i fabbisogni e l’offerta di smaltimento − Stabilisce la dotazione impiantistica primaria Lgs. n.22/97); del sistema integrato di gestione dei rifiuti complessiva per i rifiuti speciali, effettua una − prima indagine sui siti inquinati o Abbandono della discarica come sistema urbani (non ancora completata per mancanza potenzialmente inquinati da rifiuti urbani, inerti, di smaltimento e minimizzazione degli del consenso da parte delle popolazioni) ingombranti e speciali. impatti degli impianti; − Contenimento dei costi e attivazione di opportunità di lavoro connesse con il sistema di gestione Il Piano Stralcio di bacino per l’assetto − Perimetrazione delle aree a diverso grado idrogeologico (PAI) persegue le finalità del DL di pericolosità e di rischio, da alluvione e 180/’98 (Decreto Sarno) emanato per da frana; Il PAI ai sensi della legge 365/2000 art. 1 comma 5 bis, ha valore sovraordinatorio sulla accelerare quanto già previsto dalla legge − Definizione delle misure di salvaguardia e strumentazione urbanistica locale. Pertanto è Piano Stralcio di Bacino per organica sulla difesa del suolo n. 183/’89. i vincoli all’uso del suolo, atti a non necessario recepire nei Piani sotto-ordinati tutte le l’assetto Idrogeologico (PAI) Il Piano è finalizzato alla valutazione del incrementare il rischio nelle zone in cui misure di salvaguardia e i vincoli all’uso del suolo, rischio di frana ed alluvione ai quali la Regione esiste già un pericolo; atti a non incrementare il rischio nelle zone in cui Calabria, per la sua specificità territoriale (730 − Individuazione degli interventi di difesa esiste già un pericolo Km di costa), ha aggiunto quello conseguente (strutturali, non strutturali, di l’erosione costiera. manutenzione, ecc.) con relative stime

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dei costi, atti a ridurre il rischio idrogeologico nelle aree riconosciute a rischio e a non incrementarlo nelle aree critiche. − Stabilità, sicurezza ed efficienza della La Regione , in armonia con gli indirizzi della rete elettrica. politica energetica nazionale e dell’Unione − Sviluppo di un sistema energetico che dia Europea, disciplina con il proprio piano gli atti priorità alle fonti rinnovabili ed al di programmazione e gli interventi operativi risparmio energetico come mezzi per una − Le infrastrutture energetiche dovranno esser della Regione e degli enti locali in materia di maggior tutela ambientale, al fine di realizzate in armonia con il territorio, il Piano Energetico Ambientale energia, in conformità a quanto previsto ridurre le emissioni inquinanti in paesaggio e gli altri insediamenti Regionale dall’articolo 117, comma terzo, della atmosfera senza alterare − Per le infrastrutture che determinano esuberi va Costituzione, al fine di promuovere lo sviluppo significativamente il patrimonio naturale verificata la capacità di trasporto delle reti ai fini sostenibile del sistema energetico regionale della Regione. dell’export garantendo che vi sia una corrispondenza tra − Diversificazione delle fonti energetiche. energia prodotta, il suo uso razionale e la − capacità di carico del territorio e dell’ambiente Tutela dell’ambiente attraverso la promozione di interventi di efficienza e risparmio energetici. − Risanamento dei corpi idrici significativi e d’interesse che mostrano uno stato di qualità ambientale compromesso Il Piano di Tutela delle Acque (PTA), − Mantenere lo stato di qualità buono per recentemente adottato con Deliberazione di tutti quei corpi idrici significativi e Giunta regionale n. 394 del 30.06.2009, d’interesse che non risentono di pressioni permette di avere un quadro conoscitivo Il PTA deve essere approvato definitivamente, antropiche alteranti il loro stato finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di previa acquisizione dei pareri prescritti dalla legge Piano di Tutela delle Acque qualità dei corpi idrici e, più in generale, alla − Raggiungere il miglioramento dello stato ed espletamento della procedura VAS, e alla (PTA) protezione dell'intero sistema idrico di qualità delle acque a specifiche redazione dei Piano di Gestione delle Acque a superficiale e sotterraneo. E’ uno strumento destinazione d’uso ed attuare un sistema livello del distretto idrografico dell'Appennino dinamico che comporta costante di protezione delle stesse per garantirne Meridionale. aggiornamento ed implementazione dei dati un uso quali-quantitativo da parte di tutti nonché continuo aggiornamento alla − Conservare la capacità naturale di normativa di settore. autodepurazione dei corpi idrici superficiali, nonché mantenere la capacità di sostenere comunità animali ampie e ben diversificate.

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− Individuare e cartografare le zone vulnerabili ai fini della tutela delle risorse Il Programma, a seguito della delimitazione idriche sotterraneee. attraverso l’ARSSA delle aree vulnerabili da Il Programma prevede divieti di utilizzo di letami, Programma regionale d’azione nitrati di origine agricola, contiene norme − Limitare l’applicazione al suolo dei concimi azotati e liquami in particolari zone e per le zone vulnerabili da nitrati di tecniche vincolanti per le aziende agricole fertilizzanti azotati sulla base obbliga le aziende zootecniche all’adozione del origine agricola, 2006 finalizzate al contenimento del rischio di dell’equilibrio tra il fabbisogno prevedibile Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) inquinamento di azoto delle colture e l’apporto alle colture di azoto provenienti dal suolo e dalla fertilizzazione. PIANIFICAZIONE /P ROGRAMMAZIONE A LIVELLO PROVINCIALE

PIANO O PROGRAMMA BREVE DESCRIZIONE OBIETTIVI QUALITATIVI E /O QUANTITATIVI VINCOLI /PRESCRIZIONI − Rendere lo sviluppo del territorio compatibile con le risorse naturali − Tutelare e salvaguardare l'integrità fisica del territorio Il PTCP rappresenta lo strumento − Incrementare la qualità del sistema fondamentale di governo del territorio insediativo provinciale. Il Piano si occupa di tutti i settori − Ridurre l'uso del suolo a fini insediativi strategici della pianificazione territoriale. − Nell'ambito idrico, il Piano ha chiaramente Integrare la pianificazione della mobilità distinto la parte del servizio idrico integrato con la pianificazione territoriale ed Sono contenuti nel documento “Indirizzi per Piano Territoriale di (acquedotti, fognature e depurazione) dagli usi urbanistica l’attuazione del PTCP e per la redazione dei PSC Coordinamento Provinciale industriali e irrigui. Per tutti gli usi e le − Garantire il soddisfacimento dei bisogni e dei PSA”, che costituisce parte integrante del macroaree in cui il territorio provinciale è stato legati alla carenza di acqua PTCP suddiviso, per i settori dei rifiuti, ambientale, − Colmare lo scarto che si verifica tra energetico, infrastrutturale, urbanistica il Piano superficie dominata, superficie irrigabile e compie scelte precise e detta indirizzi irrigata strategici cogenti per la redazione dei rispettivi − piani di settore. Incrementare efficienza e razionalità negli usi finali dell'energia e accrescere il ricorso alle fonti rinnovabili − Potenziamento del quadro conoscitivo sui rifiuti e razionalizzazione del sistema di gestione

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− Migliorare lo stato delle conoscenze sulle specie e habitat di interesse comunitario; − Eliminare e/o ridurre i fattori di pressione e disturbo sugli ecosistemi, sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario; − Minimizzare e limitare la diffusione di Con il Piano si cerca di garantire il specie alloctone; mantenimento e/o il ripristino degli equilibri − Minimizzare/limitare il disturbo sulle ecologici che caratterizzano gli habitat, comunità costiere e dunali; Piano di Gestione Provinciale dei mirando a preservare le qualità ambientali e − Contribuire ad aumentare la Vieta l’attività venatoria nei SIC SIC naturalistiche che i SIC hanno attualmente, sensibilizzazione nella popolazione locale favorendo l’obiettivo principale di sostenere riguardo le esigenze di tutela degli habitat una fruizione degli stessi compatibile con le e specie di interesse comunitario presenti loro esigenze conservazionistiche. nei SIC ; − Promuovere una gestione forestale che favorisca l’evoluzione naturale della vegetazione; − Salvaguardare le interconnessioni biologiche tra i SIC limitrofi valorizzando gli elementi di connettività ambientale. Le attività del Piano sono state articolate in tre fasi, caratterizzate da obiettivi diversi. La concezione di una nuova cultura di previsione e prevenzione dei rischi è stata La prima è stata finalizzata alla previsione, sviluppata nel contesto di un progetto organico attraverso l’identificazione dei rischi presenti di Autotutela e Autoprotezione che ha nel territorio provinciale, analizzando a riguardato tre ambiti fondamentali: la scala comunale le principali tipologie organizzazione tecnica e amministrativa (inondazione, frana, sisma, incendio, Programma provinciale Il contenuto del presente programma sarà interna alla Provincia, la conoscenza mareggiata ed erosione costiera). previsione prevenzione del approfondito in sede di stesura del Rapporto scientificamente basata dei rischi naturali, la L’indagine è stata sviluppata sia attraverso rischio Ambientale loro previsione, prevenzione e possibile la raccolta e la riorganizzazione delle riduzione ed il sostegno alla formazione, informazioni disponibili, sia attraverso crescita e autorganizzazione di un sistema di approfondimenti sistematici ed indagini volontariato moderno, attrezzato e mirate. Le attività sviluppate nella prima consapevole del proprio importante ruolo fase sono state riportate in un volume di istituzionale e sociale. sintesi realizzato nel 1999. La seconda fase è stata dedicata all’aggiornamento dei dati,

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all’approfondimento di alcuni tematismi come il rischio di erosione costiera. In questa fase è stato affrontato anche il problema della prevenzione e in particolare degli interventi non strutturali, sviluppando numerose problematiche connesse alla gestione dell’emergenza. La terza fase ha consentito di sviluppare un ulteriore aggiornamento dell’analisi del rischio, per tener conto dei risultati conseguiti con il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico Regionale), che aveva comunque ampiamente attinto ai risultati conseguiti nella prima fase di attuazione del Programma di Previsione e Prevenzione. La terza fase, tuttavia, riguarda principalmente la prevenzione, attraverso l’identificazione di interventi di tipo strutturale (interventi di sistemazione di versanti in frana e di difesa di aree soggette a rischio di inondazione) e non strutturale (aggiornamento del Piano di Emergenza Provinciale). Il Piano mira ad una rinascita culturale del territorio attraverso l’individuazione del patrimonio culturale costituito da beni storici, architettonici e paesaggistici al fine di Censimento, analisi e valutazione del Piano per la valorizzazione dei promuoverne la valorizzazione senza Il Piano non contiene vincoli ma richiama quelli patrimonio culturale provinciale e beni paesaggistici e storici pregiudicare il valore contenuto nel bene. Il dettati dal D. Lgs. N.42/2004. individuazione di Distretti Culturali Locali. Piano mira inoltre ad attivare strategie di utilizzo, fruizione e valorizzazione attraverso attività dirette, indirette, protocolli d’intesa e azioni di coordinamento.

Tabella 4.4 – Obiettivi della Pianificazione/Programmazione a livello regionale/provinciale

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4.3 L’analisi di coerenza esterna

Al fine di verificare la coerenza esterna degli obiettivi del PFVP con i principali riferimenti programmatici regionali e provinciali si è utilizzata una matrice che permette di mettere in evidenza in quale misura il complesso degli obiettivi espressi nell’ambito del PFVP sia coerente con gli obiettivi strategici assunti nella programmazione regionale e in quella settoriale. Nella prima colonna della matrice sono riportati gli obiettivi generali dei principali piani e programmi a livello regionale e provinciale e nella prima riga gli obiettivi del PFVP. Nelle caselle di incrocio fra le righe e le colonne sono stati riportati dei simboli che esprimono la relazione di ciascun obiettivo con tutti gli altri. La simbologia definita per l’analisi di coerenza esterna è la seguente:

☺ coerenza diretta: gli obiettivi sono analoghi o comunque presentano forti elementi di integrazione coerenza indiretta: gli obiettivi assumono un carattere sinergico - non c’è una correlazione significativa tra gli obiettivi Incoerenza: gli obiettivi non convergono

La coerenza diretta esprime la perfetta comunanza tra gli obiettivi del PFVP con quelli degli altri piani e programmi analizzati. La coerenza indiretta rappresenta invece una diversità tra gli obiettivi che possono rappresentare l’uno la condizione perché si possa verificare l’altro. Due obiettivi diversi possono infatti essere comunque funzionali. Può verificarsi il caso in cui vi siano obiettivi diversi non funzionali fra loro e quindi senza alcuna correlazione significativa. Infine si può riscontrare l’incoerenza tra gli obiettivi. Si evidenzia inoltre che il tipo di coerenza esprime solo se gli obiettivi del PFVP e quelli contenuti negli altri Piani e Programmi vanno nella stessa o in una diversa direzione senza entrare nel merito dell’attuazione o meno dell’obiettivo. Considerato il grado di approfondimento del Documento, l’analisi fin qui condotta potrebbe presentare elementi di discrezionalità e, quindi, subire dei cambiamenti nelle fasi successive di Valutazione, a seguito di maggiori approfondimenti. Sarà molto importante il ruolo esercitato dalle Autorità con competenze ambientali che potranno fornire utili osservazioni durante la fase di consultazione.

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MATRICE DELLA COERENZA ESTERNA VERTICALE

OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI DEL PFVP

OS.1 OS.2 OS.3 OS.4 OS.5 OS.6

valutazione della istituzione e individuazione realizzazione di eventuale pianificazione pianificazione delle operatività dei carte di vocazione vulnerabilita’ delle degli interventi di immissioni di fauna dell’osservatorio comprensori agro-forestale attività faunistico- miglioramento selvatica faunistico-venatorio omogenei potenziale venatorie all’interno ambientale provinciale delle ZPS

PIS RETE ECOLOGICA

REGIONALE Corrispondenti a quelli del Piano di Gestione dei SIC, si rimanda pertanto all’analisi con tali obiettivi trattata nella matrice della coerenza esterna orizzontale PAI Perimetrazione delle aree a diverso grado di pericolosità e di rischio,    ☺   da alluvione, da frana e da valanga; Definizione delle misure di salvaguardia e i vincoli all’uso del suolo, atti a non incrementare il    ☺   rischio nelle zone in cui esiste già un pericolo;

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Individuazione degli interventi di difesa atti a ridurre il rischio idrogeologico nelle aree   ☺ ☺   riconosciute a rischio e a non incrementarlo nelle aree critiche.

PAINO DI TUTELA DELLE ACQUE Mantenere lo stato di qualità buono per tutti quei corpi idrici significativi e d’interesse    ☺   che non risentono di pressioni antropiche alteranti il loro stato Raggiungere il miglioramento dello stato di qualità delle acque a specifiche destinazione d’uso ed attuare un sistema di    ☺   protezione delle stesse per garantirne un uso quali-quantitativo da parte di tutti Conservare la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici superficiali, nonché mantenere la   ☺ ☺  ☺ capacità di sostenere comunità animali ampie e ben diversificate.

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PEAR Stabilità, sicurezza ed efficienza della rete       elettrica. Sviluppo di un sistema energetico che dia priorità alle fonti       rinnovabili ed al risparmio energetico Diversificazione delle fonti energetiche.       Tutela dell’ambiente attraverso la promozione di interventi di efficienza       e risparmio energetici.

PROGRAMMA AZIONE ZONE VULNERABILI NITRATI Individuare e cartografare le zone vulnerabili ai fini della       tutela delle risorse idriche sotterraneee. Limitare l’applicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dell’equilibrio tra il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture e    ☺  ☺ l’apporto alle colture di azoto provenienti dal suolo e dalla fertilizzazione.

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MATRICE DELLA COERENZA ESTERNA ORIZZONTALE

OBIETTIVI GENERALI MACRO - OBIETTIVI DEL PFVP

OS.1 OS.2 OS.3 OS.4 OS.5 OS.6 valutazione della istituzione e individuazione realizzazione di eventuale pianificazione pianificazione delle operatività dei carte di vocazione vulnerabilita’ delle degli interventi di immissioni di fauna dell’osservatorio comprensori agro-forestale attività faunistico- miglioramento selvatica faunistico-venatorio omogenei potenziale venatorie all’interno ambientale provinciale delle ZPS PTCP Rendere lo sviluppo del territorio compatibile con   ☺ ☺  ☺ le risorse naturali Tutelare e salvaguardare l'integrità   ☺ ☺   fisica del territorio Incrementare la qualità del sistema insediativo       Ridurre l'uso del suolo a fini insediativi Integrare la pianificazione della mobilità con la       pianificazione territoriale ed urbanistica Garantire il soddisfacimento dei bisogni legati alla       carenza di acqua

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Colmare lo scarto che si verifica tra superficie dominata, superficie       irrigabile e irrigata Incrementare efficienza e razionalità negli usi finali dell'energia e       accrescere il ricorso alle fonti rinnovabili Potenziamento del quadro conoscitivo sui rifiuti e razionalizzazione       del sistema di gestione

PIANO PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI PAESAGGISTICI E STORICI Censimento, analisi e valutazione del patrimonio culturale provinciale e    ☺  ☺ individuazione di Distretti Culturali Locali.

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PIANO DI GESTIONE DEI SIC DELLA PROVINCIA Migliorare lo stato delle conoscenze sulle specie e habitat di interesse  ☺ ☺   ☺ comunitario Eliminare e/o ridurre i fattori di pressione e disturbo sugli ecosistemi, sugli habitat e   ☺    sulle specie di interesse comunitario

Minimizzare e limitare la diffusione di specie alloctone  ☺ ☺  ☺  Minimizzare/limitare il disturbo sulle comunità ☺ ☺ ☺  ☺  costiere e dunali Contribuire ad aumentare la sensibilizzazione nella popolazione locale riguardo le esigenze di tutela degli      ☺ habitat e specie di interesse comunitario presenti nei SIC Promuovere una gestione forestale che favorisca l’evoluzione naturale della  ☺  ☺  ☺ vegetazione Salvaguardare le interconnessioni biologiche tra i SIC limitrofi  ☺ ☺ ☺  ☺ valorizzando gli elementi di connettività ambientale introdurre misure e forme di vigilanza e manutenzione   ☺   ☺ all’interno dei SIC

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Informare e orientare ad una corretta fruizione del sito in modo che sia compatibile con le esigenze di tutela       degli habitat e delle specie di interesse comunitario Promuovere lo sviluppo di attività economiche eco- compatibili con gli obiettivi di       conservazione dell’area Adeguare gli strumenti di programmazione e pianificazione comunali alle ☺     ☺ esigenze di tutela degli habitat raggiungere una adeguata consapevolezza del valore ecologico dei siti e delle loro esigenze di conservazione       da parte della popolazione locale promuovere attività economiche sostenibili ed eco-compatibili, anche nel       territorio circostante i siti

Dalla verifica di coerenza effettuata risulta che non vi sono obiettivi del PFVP in contrasto con gli obiettivi dei piani e programmi adottati a livello regionale e provinciale e che laddove sia stata riscontrata una interferenza significativa questa è sia di tipo sinergico (obiettivi complementari) che diretto (obiettivi fortemente integrati).

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5 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

5.1 Il contesto territoriale e socio economico della Provincia di Cosenza

5.1.1 Considerazioni di carattere generale Per la stesura del presente paragrafo si è fatto uso delle due seguenti fonti di dati ed informazioni, considerate le più recenti e dettagliate in merito al contesto sociale ed economico della Provincia di Cosenza, utilizzate anche per la descrizione del contesto territoriale e socio-economico di riferimento nell’ambito del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Cosenza:  Il rapporto 2002 Eurispes sulla Provincia di Cosenza – Indagine su opinioni e atteggiamenti dei cittadini su Pubblica amministrazione, economia, lavoro e formazione, sanità, ambiente e territorio, servizi sociali, cultura e tempo libero, sommerso;  Il rapporto 2005-2006 dell’Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Commercio di Cosenza – Evoluzione strutturale e dinamiche congiunturali del sistema produttivo locale della Provincia di Cosenza. La Provincia di Cosenza si estende per circa 665.000 Km2, pari al 44,1% della superficie calabrese. Su questo territorio risiedono circa 750.000 abitanti, con una conseguente densità demografica alquanto bassa: meno di 110 ab/Km2, a fronte dei 132 della Calabria e dei 187 dell’Italia. La capacità di carico demografico potenziale è dunque ancora molto ampia. Per di più, la popolazione provinciale è dispersa in un sistema urbano polverizzato, scarsamente connotato dalla presenza di vere e proprie città. La Provincia di Cosenza è ancora oggi caratterizzata da un ritardo economico rilevante rispetto alle aree più sviluppate, alle prese con un evidente deficit di reddito. Il reddito pro-capite, qui approssimato al valore aggiunto per abitante a prezzi correnti nel 1999, è all’incirca di 20 Milioni di vecchie lire, valore praticamente in linea con la media regionale. Il reddito complessivo della Provincia ammonta a poco meno di 16 mila Miliardi di lire, corrispondente a più del 36% del reddito calabrese e allo 0,8% del reddito nazionale. Nel 2004, la provincia di Cosenza si colloca al 98° posto nella graduatoria delle province italiane con un valore aggiunto pro capite, dato Italia = 100, pari a 61,5, a fronte del 59,2 del 1995. Grazie a questo progresso siamo in presenza di un lento ma costante processo di convergenza verso la media nazionale, anche se il gap rimane piuttosto consistente (38,5 punti percentuali rispetto all’Italia). I servizi sono il settore di attività economica largamente prevalente. Il 77% del reddito provinciale è infatti “prodotto” nel terziario pubblico e privato, tenendo presente che nell’ambito del terziario tendono a prevalere la Pubblica Amministrazione e l’arcipelago dei servizi pubblici a sostegno dei cittadini e dei consumatori locali. Per contro l’industria é fortemente sottodimensionata. Il settore

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secondario concorre alla formazione del reddito provinciale complessivo con appena il 17%, rispetto alla media nazionale del 29%, mentre il settore agricolo concorre con il 5,5%. Fortemente in crescita è la vocazione terziaria della provincia di Cosenza, grazie alla crescente incidenza che il settore dei servizi (78,8 % del totale). Il settore dei servizi è un comparto “trasversale” e rappresenta uno dei “motori” di un tessuto produttivo composto da micro-piccole imprese (numerose sono le imprese artigiane presenti in provincia), non organizzato in distretti e spesso “isolato” che, comunque, negli ultimi anni ha conosciuto un processo di trasformazione di tipo qualitativo in particolare della filiera agroalimentare. Sul piano delle relazioni di mercato la Provincia di Cosenza mostra l’inconsistenza della propria capacità ad esportare. Nel 2001 il valore delle merci esportate è pari ad appena 171 Miliardi delle vecchie lire, che rappresenta lo 0,03% dell’intero export nazionale. Il settore agroalimentare, con circa 90 miliardi delle vecchie lire, è il settore con la maggiore propensione all’esportazione. L’economia provinciale è per lo più un’economia di distribuzione e di circolazione delle merci, piuttosto che di produzione, quindi un’economia “chiusa” che assorbe beni e merci prodotti altrove. Una siffatta debolezza della struttura economica implica inevitabili effetti sul mercato del lavoro provinciale: gli occupati complessivi nel 2001 sono soltanto 221.000, cioè appena 30 ogni 100 residenti, 10 in meno dell’analoga incidenza a livello nazionale. Nel 2001 i cosentini privi di occupazione sono il 23,8% della forza lavoro, a fronte di un tasso del 10% in Italia e del 4% nelle province del nord-est. Più grave è il tasso di disoccupazione giovanile: ben 63 giovani su 100 sono privi di un’occupazione, contro i 33 dell’Italia ed i 12 del nord-est. Nonostante le evidenti difficoltà, l’Osservatorio rileva una incipiente crescita qualitativa del sistema imprenditoriale che vede aumentare l’incidenza delle società di capitale e di persone e una riduzione delle ditte individuali, con la creazione di un nuovo nucleo di imprese che potremmo definire Middle Class. Attualmente essa rappresenta il 12,4 % del totale delle imprese manifatturiere sul quale puntare in termini di policy. L’insieme di questi cambiamenti potremmo definirli come un processo graduale di ispessimento del tessuto di impresa. In relazione ai rapporti banche e imprese, siamo in presenza di un processo di ristrutturazione del sistema bancario che di fatto, ha “cancellato” la rete bancaria calabrese e dell’intero Mezzogiorno e dove il costo del danaro è superiore di ben due volte rispetto alla media delle province del Centro-Nord. Un costo che, unito a quello delle commissioni e ad un approccio alla “garanzia” invece che al “progetto”, condiziona fortemente le politiche di investimento delle imprese cosentine. Alla luce dei dati presentati, la condizione macrostrutturale della Provincia di Cosenza è allarmante, con i tradizionali indicatori dello sviluppo sempre sotto soglia, se non ai margini inferiori delle graduatorie nazionali.

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D’altro canto, però, per una più attenta valutazione del cambiamento sociale ed in parte di quello economico, è necessario affinare l’analisi ed aumentare il dettaglio per potere cogliere situazioni diverse presenti all’interno del territorio provinciale in ambiti più piccoli e definiti. Cosenza è diversa da Paola, il Pollino dalla Piana di Sibari, da Rende, e così via. Il Cosentino non è quindi un’area unitariamente refrattaria allo sviluppo economico, essendo rintracciabili sviluppi puntiformi e/o per chiazze, con il problema, però, di non riuscire a contaminare i contesti più vasti.

5.1.2 Il contesto socio-economico provinciale in relazione alle attività venatorie Nel presente sotto-paragrafo sono fornite informazioni relative a:  Distribuzione e densità dei cacciatori  Vigilanza ed infrazioni  Danni prodotti dalla fauna selvatica

5.1.2.1 Distribuzione e densità dei cacciatori

In base ai dati forniti dal Servizio Caccia e Pesca dell'Amministrazione Provinciale il numero di tesserini nella Provincia di Cosenza è passato da 11.299 nel 2004/2005 a 12.028 nell’anno 2008/2009 con un incremento rispetto al primo anno del 6,45%, mentre rispetto ai dati del precedente piano (da 11.364 nella stagione 1992/1993 a 10.882 nel 1994/1995) l’incremento è stato del 10,53% rispetto all’anno 1994/1995.

Anni 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 2008-2009 Tesserini 11299 11315 11681 11941 12028 Tabella 5.1 - Tesserini nella Provincia di Cosenza negli anni 2004-2009 (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale)

2007-2008 2008-2009 Cacciatori Cacciatori Cacciatori Cacciatori provenienti provenienti Cacciatori provenienti Cacciatori provenienti da altri ATC da altri ATC residenti da altre residenti da altre della Reg. della Reg. regioni regioni Calabria Calabria ATC CS1 3734 1130 3766 1225 ATC CS2 3105 498 85 3189 448 147 ATC CS3 Tabella 5.2 - Cacciatori nella Provincia di Cosenza negli anni 2007-2008 e 2008-2009 divisi per Ambito Territoriale di Caccia (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale)

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Nella figura 5.1 e 5.2 sono illustrate, rispettivamente, le densità di residenti per comune (dati 2001) e le densità di tesserini rilasciati per comune. Nelle figure sono visibili anche le estensioni dei 3 ATC.

Figura 5.1 – Densità residenti della Provincia di Cosenza - dati 2001 (fonte: ISTAT-PTCP – Elaborazioni VAS PFVP)

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Figura 5.2 – Densità tesserini della Provincia di Cosenza – dati 2008-2009 (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale - Elaborazioni VAS PFVP)

Da un’analisi più di dettaglio basata sempre sui dati della stagione più recente (2008/2009), risulta che nel comune di Rossano è stato rilasciato il più alto numero di tesserini (n = 650, il 5,4 % del totale). All’estremo opposto, in 6 località risultano rilasciati un numero di tesserini inferiore a 10 (Panettieri, Rota Greca, San Basile, San Pietro in Amantea, Serra Aiello Serra Pedace). Sulla base di tali dati, la più alta densità venatoria si registra nel Comune di Piane Crati (17,39 cacciatori/km2), seguito a distanza dal Comune di Cosenza (9,86 cacciatori/km2) e successivamente dai comuni di: (9,58 cacciatori/km2 ), Castrolibero (6,99

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cacciatori/km2), Trebisacce (6,84 cacciatori/km2), Trenta (6,49 cacciatori/km2), Diamante (6,23 cacciatori/km2). Tutti gli altri comuni della Provincia hanno una densità minore di 6 tesserini / km2 e solo 33 non superano la soglia di 1 cacciatore / km2; mentre la densità venatoria complessiva della provincia è di 1,81 cacciatori/km2. Se si considera, invece, l'indice venatorio: n. tesserini / n. abitanti, si rilevano i valori percentuali più elevati di densità nei comuni di Castroregio (9,38 %), Nocara (7,19 %), Plataci (6,52%), Albidona (6,45%). Seguono 23 comuni con valore compreso tra 3,02 e 5,03, 108 tra 1,02 e 3,02 ed infine 24 con valori inferiori ad 1,00. Mentre l’indice venatorio relativo all’intera Provincia è dell’1,64%.

5.1.2.2 Vigilanza ed infrazioni

Il sistema di vigilanza è costituito dagli agenti del Corpo di Polizia Provinciale e dalle guardie volontarie delle associazioni venatorie agricole e di protezione ambientale. Gli agenti di Polizia Provinciale attualmente in servizio sono 31, mentre le guardie volontarie delle associazioni venatorie agricole e di protezione ambientale sono 154 (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale). Il rapporto tra il numero dei cacciatori (12.028 unita) e il numero di agenti di vigilanza dell'Amministrazione Provinciale indica la presenza di 1 agente di vigilanza ogni 388 cacciatori, nel periodo 2008/2009 ed una guardia volontaria ogni 78,1 cacciatori. Dal rapporto, invece, con la superficie territoriale, risultano presenti 1 agente provinciale ogni 21.444 ha ed 1 guardia volontaria ogni 4.317 ha. Relativamente alle tipologie di infrazioni commesse, si riporta di seguito l’elenco per tipologia e articolo di legge violato. Si nota come la maggior parte delle sanzioni siano di tipo amministrativo, in particolare violazione dell’art. 31 della L.N. 157/92 e dell’art.20 della L.R. 9/96, con un numero di 246 infrazioni registrato dal Corpo di Polizia provinciale nel periodo 2006-2008 e di 71 nel solo periodo 2007-2008 dalla Vigilanza Volontaria. Mentre le violazioni penali (in particolare art. 30 L.N.157/92) registrate dal Corpo di Polizia provinciale nel periodo 2006-2008 sono 80, di cui il maggior numero sono state compiute ai danni dei patrimonio ambientale (abbattimento di specie protette ed esercizio della caccia in ambiti protetti). Il rapporto n.infrazioni/n.cacciatori nella Provincia nel biennio più recente 2007/2008 fornisce un “Indice d’infrazione” complessivo pari a 2,35%.

CORPO DI POLIZIA PROVINCIALE VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE CACCIA anni 2006-2008 ANNI Articolo violato Descrizione della violazione TOT. 2006 2007 2008

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Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in una forma diversa da quella prescelta 1 1 comma 1 , lett. a) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza avere stipulato la polizza di 4 4 3 11 comma 1 , lett. b) assicurazione Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza aver effettuato il versamento della 2 3 5 comma 1 , lett. c) tassa di concessione governativa Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza aver effettuato il versamento della 1 1 1 3 comma 1 , lett. c) tassa regionale Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza autorizzazione all'interno delle aziende 5 1 6 comma 1 , lett. d) faunistico-venatorie Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza autorizzazione nei centri pubblici o 0 comma 1 , lett. d) privati di riproduzione Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza autorizzazione negli ambiti e 14 11 13 38 comma 1 , lett. d) comprensori destinati alla caccia programmata Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in zone di divieto non diversamente 12 12 comma 1 , lett. e) sanzionate Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in fondo chiuso 1 1 comma 1 , lett. f) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in violazione degli orari consentiti 2 4 6 comma 1 , lett. g) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi abbatte, cattura o detiene fringillidi in 3 1 1 5 comma 1 , lett. g) numero non superiore a cinque Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi si avvale di richiami non autorizzati 1 1 2 comma 1 , lett. h)

Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi non esegue le prescritte annotazioni 26 24 30 80 comma 1 , lett. i) sul tesserino regionale

Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi importa fauna selvatica senza 0 comma 1 , lett. l) l'autorizzazione di cui all'articolo 20, comma 2

Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi, pur essendone munito, non esibisce, 1 1 comma 1 , lett. m) se legittimamente richiesto, la licenza

Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi, pur essendone munito, non esibisce, 1 2 1 4 comma 1 , lett. m) se legittimamente richiesto, la polizza di assicurazione

Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi, pur essendone munito, non esibisce, 1 2 3 comma 1 , lett. m) se legittimamente richiesto, il tesserino regionale

Legge Regionale 9/96, per gli abusi e per l'uso improprio della tabellazione dei terreni 0 art. 20, comma 1

Legge Regionale 9/96, per chi abbandona i bossoli delle cartucce sul luogo di caccia 13 9 1 23 art. 20, comma 2

Legge Regionale 9/96, per chiunque violi le disposizioni in materia di Rettili ed Anfibi 0 art. 20, comma 3

Legge Regionale 9/96, per chi violi i divieti non espressamente sanzionati dalla legge 6 30 9 45 art. 20, comma 4 regionale n. 9/96 e dalla legge n. 157/92

TOTALE 79 105 62 246 CORPO DI POLIZIA PROVINCIALE VIOLAZIONI PENALI CACCIA anni 2006-2008 ANNI Articolo violato Descrizione della violazione TOT. 2006 2007 2008

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l'arresto da tre mesi ad un anno o l'ammenda da lire 1.800.000 a Legge 157/92, art. 30, lire 5.000.000 per chi esercita la caccia in periodo di divieto comma 1 , lett. a) generale, intercorrente tra la data di chiusura e la data di apertura fissata dall'articolo 18 l'arresto da due a otto mesi o l'ammenda da lire 1.500.000 a lire Legge 157/92, art. 30, 4.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene mammiferi o uccelli comma 1 , lett. b) compresi nell'elenco di cui all'articolo 2 l'arresto da tre mesi ad un anno e l'ammenda da lire 2.000.000 a Legge 157/92, art. 30, lire 12.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene esemplari di comma 1 , lett. c) orso, stambecco, camoscio d'Abruzzo, muflone sardo l'arresto fino a sei mesi e l'ammenda da lire 900.000 a lire 3.000.000 per chi esercita la caccia nei parchi nazionali, nei Legge 157/92, art. 30, parchi naturali regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi di 4 3 7 comma 1 , lett. d) protezione, nelle zone di ripopolamento e cattura, nei parchi e giardini urbani, nei terreni adibiti ad attività sportive Legge 157/92, art. 30, l'arresto fino ad un anno o l'ammenda da lire 1.500.000 a lire 1 2 3 comma 1 , lett. e) 4.000.000 per chi esercita l'uccellagione; Legge 157/92, art. 30, l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a lire 1.000.000 per chi

comma 1 , lett. f) esercita la caccia nei giorni di silenzio venatorio l'ammenda fino a lire 6.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene Legge 157/92, art. 30, esemplari appartenenti alla tipica fauna stanziale alpina, non comma 1 , lett. g) contemplati nella lettera b), della quale sia vietato l'abbattimento l'ammenda fino a lire 3.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene Legge 157/92, art. 30, specie di mammiferi o uccelli nei cui confronti la caccia non è 4 8 7 19 comma 1 , lett. h) consentita o fringillidi in numero superiore a cinque o per chi esercita la caccia con mezzi vietati l'ammenda fino a lire 3.000.000 per chi esercita la caccia con Legge 157/92, art. 30, l'ausilio di richiami vietati di cui all'articolo 21, comma 1, lettera r). 28 6 13 47 comma 1 , lett. h) Nel caso di tale infrazione si applica altresì la misura della confisca dei richiami l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a lire 4.000.000 per chi Legge 157/92, art. 30, esercita la caccia sparando da autoveicoli, da natanti o da comma 1 , lett. i) aeromobili l'arresto da due a sei mesi o l'ammenda da lire 1.000.000 a lire Legge 157/92, art. 30, 4.000.000 per chi pone in commercio o detiene a tal fine fauna comma 1 , lett. l) selvatica in violazione della presente legge Legge 110/75 art. 4 esercizio dell'attività venatorio in assenza di licenza 1 1 2 4

TOTALE 38 20 22 80 Tabella 5.3 - Numero d'infrazioni venatorie amministrative e penali rilevate dal Corpo di Polizia Provinciale nella Provincia nel triennio 2006-2008 (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale).

COORDINAMENTO PROVINCIALE VIGILANZA VOLONTARIA VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE CACCIA anni 2007-2008

Articolo violato Descrizione della violazione TOT. 2007 2008 Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in una forma diversa da quella prescelta 0 comma 1 , lett. a)

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Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza avere stipulato la polizza di assicurazione 3 3 comma 1 , lett. b) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza aver effettuato il versamento della tassa di 0 comma 1 , lett. c) concessione governativa Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza aver effettuato il versamento della tassa 1 1 comma 1 , lett. c) regionale Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza autorizzazione all'interno delle aziende 1 1 comma 1 , lett. d) faunistico-venatorie Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza autorizzazione nei centri pubblici o privati di 0 comma 1 , lett. d) riproduzione Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia senza autorizzazione negli ambiti e comprensori 1 5 6 comma 1 , lett. d) destinati alla caccia programmata Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in zone di divieto non diversamente sanzionate 11 11 comma 1 , lett. e) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in fondo chiuso 0 comma 1 , lett. f) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia in violazione degli orari consentiti 0 comma 1 , lett. g) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi abbatte, cattura o detiene fringillidi in 0 comma 1 , lett. g) numero non superiore a cinque Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi si avvale di richiami non autorizzati 2 2 comma 1 , lett. h) Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi non esegue le prescritte annotazioni sul 6 9 15 comma 1 , lett. i) tesserino regionale Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi importa fauna selvatica senza 0 comma 1 , lett. l) l'autorizzazione di cui all'articolo 20, comma 2 Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi, pur essendone munito, non esibisce, se 0 comma 1 , lett. m) legittimamente richiesto, la licenza Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi, pur essendone munito, non esibisce, se 2 2 comma 1 , lett. m) legittimamente richiesto, la polizza di assicurazione Legge 157/92, art. 31, esercizio della caccia per chi, pur essendone munito, non esibisce, se 0 comma 1 , lett. m) legittimamente richiesto, il tesserino regionale Legge Regionale 9/96, art. per gli abusi e per l'uso improprio della tabellazione dei terreni 0 20, comma 1 Legge Regionale 9/96, art. per chi abbandona i bossoli delle cartucce sul luogo di caccia 6 10 16 20, comma 2 Legge Regionale 9/96, art. per chiunque violi le disposizioni in materia di Rettili ed Anfibi 0 20, comma 3 Legge Regionale 9/96, art. per chi violi i divieti non espressamente sanzionati dalla legge regionale 2 12 14 20, comma 4 n. 9/96 e dalla legge n. 157/92

TOTALE 15 56 71 Tabella 5.4 - Numero d'infrazioni venatorie amministrative rilevate dalla Vigilanza Volontaria nella Provincia nel biennio 2007-2008 (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale).

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5.1.2.3 Danni prodotti dalla fauna selvatica

Nella tabella seguente sono riportati i danni liquidati dalla Provincia di Cosenza, per Comune, per danni prodotti dalla fauna selvatica alle colture agricole nel triennio 2004-2006

COMUNI 2004 2005 2006 ACQUAFORMOSA 843,61 961,28 506,13 ACRI 258,00 1.081,47 0,00 AIELLO CALABRO 0,00 210,00 1.776,13 ALBIDONA 2.029,77 762,71 1.427,24 ALESSANDRIA DEL CARRETTO 10.991,79 7.697,53 6.651,22 ALTOMONTE 818,05 204,51 930,65 AMENDOLARA 0,00 4.086,81 432,00 APRIGLIANO 300,00 0,00 0,00 BELMONTE CALABRO 750,00 0,00 0,00 BELVEDERE MARITTIMO 306,00 1.495,00 0,00 BOCCHIGLIERO 0,00 0,00 2.428,10 BUONVICINO 0,00 137,10 0,00 CASTROREGIO 7.606,68 8.218,15 4.053,69 CASTROVILLARI 1.684,36 1.641,03 1.110,23 CELICO 13.164,00 24.179,66 203,43 CERCHIARA DI CALABRIA 0,00 0,00 85,05 CETRARO 0,00 0,00 3.615,31 DIPIGNANO 0,00 872,64 750,00 GRISOLIA 255,00 458,70 0,00 LAGO 480,00 414,00 670,50 LATTARICO 1.510,20 120,96 0,00 LUNGRO 225,58 150,39 161,00 MAIERA' 1.431,50 986,50 1.044,32 1.786,59 2.253,85 1.812,00 MOTTAFOLLONE 408,31 511,29 766,93 NOCARA 0,00 282,51 0,00 ORIOLO 11.618,97 11.986,22 8.947,58 ROCCA IMPERIALE 0,00 784,20 1.944,00 S. DOMENICA TALAO 0,00 386,00 0,00 SAN DONATO DI NINEA 16.570,13 13.394,74 23.847,60 SAN GIOVANNI IN FIORE 0,00 0,00 1.742,40 SAN PIETRO IN AMANTEA 0,00 909,00 472,50 SAN PIETRO IN GUARANO 0,00 828,00 0,00 SAN SOSTI 510,39 403,29 2.433,28 SANT'AGATA D'ESARO 0,00 230,08 0,00

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SARACENA 5.210,21 4.088,00 1.856,94 SPEZZANO DELLA SILA 15.400,00 351,00 0,00 Totali (lire) 94.159,14 90.086,62 69.668,23

Tabella 5.5 – Somme liquidate dalla Provincia di Cosenza, per Comune, per danni prodotti dalla fauna selvatica alle colture agricole nel triennio 2004-2006 (fonte: Servizio Caccia e Pesca, Amministrazione Provinciale)

COMUNI 2004 2005 2006 2007 2008 Acquaformosa 3.335,60 1.279,80 1.491,70 2.374,77 5.253,97 Aieta 280,00 1.300,00 250,00 Alessandria del C. 783,60 3.858,50 6.682,00 2.641,00 Altomonte 705,60 Belvedere M.mo 531,25 900,00 400,00 400,00 1.670,00 Buonvicino 3.975,00 4.953,00 5.899,00 Castrovillari 960,00 1.248,00 3.938,00 3.962,00 6.750,00 Cerchiara di Calabria 3.742,50 9.351,31 16.117,72 54.295,43 57.254,00 Civita 1.338,70 4.262,46 9.034,08 12.999,20 8.682,50 Francavilla M.ma 1.850,40 6.680,03 4.094,80 24.263,02 9.845,20 Frascineto 20.960,00 3.674,38 53.331,00 44.392,40 18.733,50 Grisolia 871,00 8.257,00 19.194,50 20.027,50 28.617,50 Laino Borgo 1.510,00 420,00 Laino Castello 1.975,00 2.902,00 2.302,00 2.905,50 4.202,00 Maierà 1.210,00 2.271,80 3.240,00 3.275,00 Morano Calabro 1.475,00 6.120,80 8.731,00 25.262,02 12.185,45 Mormanno 16.573,37 34.576,66 38.994,45 95.950,97 87.529,20 Mottafollone 1.000,00 800,00 676,60 2.503,04 6.258,00 Orsomarso 4.680,00 4.214,50 14.816,70 23.197,18 19.233,75 Papasidero 1.850,00 456,25 355,00 11.080,20 4.459,00 Plataci 212,50 1.800,00 3.405,00 S. Domenica Talao 200,00 780,00 S. Donato di Ninea 257.910,46 150.000,62 114.566,08 186.147,17 229.896,68 S. Lorenzo Bellizzi 1.250,00 4.672,63 12.810,28 25.728,50 34.001,50 S. Sosti 1.269,20 5.143,50 6.179,00 6.718,50 10.916,64 Sangineto 182,50 1.508,00 1.114,00 790,00 300,00 Saracena 1.120,00 910,00 400,00 1.140,00 Tortora 264,00 Verbicaro 3.054,90 6.948,75 16.760,50 28.185,25 Totale complessivo 321.754,98 253.414,54 329.384,96 578.468,62 591.534,14

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Tabella 5.6 – Somme liquidate dall’Ente Parco Nazionale del Pollino nel periodo 2004-2008 (fonte: Parco Nazionale del Pollino)

COMUNI 2004 2005 2006 2007 2008 Acri 1.800,00 - - - - San Giovanni in Fiore 5.200,00 - - - 5.750,00 Totale complessivo ( €) 7.000,00 - - - 5.750,00

Tabella 5.7 – Somme liquidate dall’Ente Parco Nazionale della Sila nel periodo 2004-2008 (fonte: Parco Nazionale della Sila)

Nella figura 5.3 seguente è invece illustrata la distribuzione dei danni causati nel Parco del Pollino dalle varie specie (cinghiale, lupo, uccelli), da cui si evince l’elevata incidenza dei danni causati dal cinghiale sui danni totali.

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92,8% 85,6%

13,6% 0,8% 0,1% 7,1%

2004_cinghiale 2004_lupo 2004_uccelli 2005_cinghiale 2005_lupo 2005_uccelli

77,9%

60,5%

39,3%

22,1% 0,2% 0,0%

2006_cinghiale 2006_lupo 2006_uccelli 2007_cinghiale 2007_lupo 2007_uccelli

84,9%

15,1%

2008_cinghiale 2008_lupo

Figura 5.3 – Incidenza danni cinghiale Parco del Pollino su danni totali – anni dal 2004 al 2008

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5.2 Il contesto ambientale, gli indicatori e i dati di riferimento

5.2.1 Considerazioni generali Il contesto ambientale riguarda l’intero territorio della Provincia di Cosenza. Per ciascuna delle 10 componenti/tematiche ambientali identificate in precedenza e schematicamente riportate nella tabella 5.1, nel presente capitolo è fornita una descrizione dello stato e, ove disponibili, indicazioni sul relativo trend, oltre all’elenco degli indicatori individuati come rappresentativi della componente/tematica stessa. I metadati degli indicatori sono strutturati per ciascun indicatore secondo gli schemi illustrati nelle tabelle 5.9 e 5.10. Approfondimenti per alcune componenti/tematiche sono consultabili nell’Allegato 1. Altri approfondimenti sono contenuti all’interno del Rapporto Ambientale del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Cosenza, disponibile all’indirizzo www.provincia.cs.it . Alcuni aspetti fondamentali quali il popolamento degli indicatori, l’eventuale approfondimento del contesto relativo ad alcune componenti/tematiche ambientali e la definizione del piano di monitoraggio saranno oggetto del Rapporto Ambientale. Si sottolinea fin d’ora la potenziale criticità legata alla scarsa disponibilità di dati faunistico-venatori al di fuori dei Siti Natura 2000.

Codice componente/tematica Componente/tematica ambientale ambientale

C.1 Acqua

Beni culturali, archeologici, architettonici, C.2 paesaggio

C.3 Cambiamenti climatici

C.4 Energia

C.5 Flora, fauna e biodiversità

C.6 Inquinamento atmosferico

C.7 Popolazione e salute

C.8 Rifiuti

C.9 Rumore

C.10 Suolo, sottosuolo, rischio

Tabella 5.8 – Componenti/Tematiche ambientali

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Codice componente/tematica ambientale Componente/tematica Codice indicatore Nome Indicatore Descrizione indicatore Unità di misura Codifica DPSIR Qualità informazione (1) Copertura Spaziale (2) Copertura temporale (3) Periodicità dell'aggiornamento Target fissato dalla normativa Stato (4) Trend (4) Fonte dati per il popolamento degli indicatori Figure e tabelle di rappresentazione Note

(1) si veda la tabella successiva 5.3 (2) Indica il livello di copertura geografica dei dati raccolti per popolare l’indicatore. C = comunale, C x/155 = comunale ma con soli x comuni su un totale di 155, P = provinciale. (3) Indica il periodo di riferimento della serie storica disponibile e/o dei dati riportati nelle tabelle allegate all’indicatore. (4) In questo campo viene fornita una sintetica valutazione dell’andamento del fenomeno e del raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa desumibile dai valori dell’indicatore, in base allo schema seguente:

Stato e trend positivi. Il trend dell’indicatore ☺☺☺ mostra che ragionevolmente gli obiettivi saranno In assenza di obiettivi fissati dalla conseguiti normativa, viene espresso un giudizio basato sull’esperienza personale, sulla conoscenza del Stato stazionario. Il trend dell’indicatore è nella fenomeno in oggetto e utilizzando direzione dell’obiettivo ma non sufficiente a farlo  valori (obiettivo) di riferimento, conseguire nei tempi fissati attraverso la consultazione della letteratura o di esperti della  Stato e trend negativi. Il trend dell'indicatore materia.  mostra che gli obiettivi non saranno raggiunti

non è significativa l’attribuzione di un valore di trend (esempio nel caso degli indicatori relativi al rischio naturale in quanto trattandosi di fenomeni naturali sull’origine dei - quali non esiste alcun controllo da parte dell’uomo) o quando non erano disponibili sufficienti informazioni per valutare il fenomeno.

Tabella 5.9 – Schema metadati e relative note esplicative

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Codice indicatore

Nome Indicatore

Rilevanza (1)

Accuratezza (2)

Comparabilità nel tempo (3)

Comparabilità nello spazio (4)

Somma valori (5)

Qualità (6)

(1) Giudizio soggettivo in merito all'aderenza dell’indicatore rispetto alla domanda di informazione relativa alle problematiche ambientali: Criterio Punteggio Rilevanza Elevata 1 Rilevanza Media 2 Rilevanza Bassa 3

(2) Giudizio soggettivo complessivo in merito a elementi quali: comparabilità dei dati, affidabilità delle fonti dei dati, copertura dell’indicatore, validazione dei dati: Criterio Punteggio Accuratezza Elevata 1 Accuratezza Media 2 Accuratezza Bassa 3

(3) Completezza della serie nel tempo, consistenza e omogeneità della metodologia nel tempo: Criterio Punteggio Comparabilità temporale <= 1 anno 3 2 anni =< Comparabilità temporale <= 5anni 2 Comparabilità temporale > 5 anni 1

(4) Numero di comuni rappresentati, uso da parte di questi di metodologie uguali o simili unitamente all’affidabilità all’interno del comune stesso: Criterio Punteggio Comparabilità spaziale < 40% 3 40% =< Comparabilità spaziale <= 70% 2 Comparabilità spaziale > 70% 1

(5) Somma dei punteggi dei singoli parametri di qualità. N/A (non applicabile se almeno uno dei parametri non ha punteggio)

(6) Il risultato derivato dalla somma con uguali pesi dei punteggi attribuiti a rilevanza, accuratezza, comparabilità nel tempo e nello spazio definisce la qualità dell’informazione secondo la seguente scala di valori:

Somma Qualità dell'informazione Punteggio valori Alta *** da 4 a 6

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Media ** da 7 a 9 Bassa * da 10 a 12 Non Disponibile N/D N/A

Tabella 5.10 – Schema metadati relativi alla qualità dell’informazione e relative note esplicative

5.2.2 La componente ambientale “Acqua”

5.2.2.1 Il contesto

Sebbene la componente ambientale “Acqua” rivesta un ruolo di primaria importanza nella definizione del contesto ambientale della Provincia di Cosenza, soprattutto per le sue implicazioni di natura socio-economica, nell’ambito del PFVP la descrizione del contesto sarà limitata agli aspetti della qualità biologica delle acque superficiali. In particolare, per la valutazione della qualità biologica delle acque superficiali, sono disponibili dei dati relativi all’indice I.B.E. (Indice Biotico Esteso) 2, il cui scopo è quello di formulare diagnosi di qualità di ambienti di acque correnti sulla base delle modificazioni nella composizione della comunità di macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da significative alterazioni fisico-morfologiche dell'alveo bagnato. Nella tabella A.1.1 dell’Allegato 1 sono riportati i dati disponibili, elaborati per la Provincia di Cosenza e relativi al periodo 2002-2006, a seguito dell’applicazione del D.Lgs. 130/92 (dati prodotti dall’ARPACal di Cosenza, che tuttavia negli ultimi anni ha ridotto sensibilmente il numero dei punti di monitoraggio, limitandosi nel 2006 all’indagine di un solo corso d’acqua). Per maggiori dettagli si rimanda all’Allegato 1.

5.2.2.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.4 è riportato l’unico indicatore identificato per la componente ambientale “Acqua”.

Variazione annuale dell’I.B.E. per i corsi d’acqua monitorati

Tabella 5.11 – Indicatori della componente ambientale “Acqua”

5.2.3 La tematica ambientale “Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio”

5.2.3.1 Il contesto

Il paesaggio naturale e quello costruito rappresentano una delle più importanti risorse della Provincia di Cosenza, nella misura in cui a questo patrimonio si riescono ad attribuire nuovi usi compatibili con le sue caratteristiche. L’attività di tutela territoriale/paesistica si configura, in questo

2 Rapporto sullo stato dell’Ambiente – Regione Calabria

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caso, come lo strumento con il quale conservare e trasmettere alle generazioni future un capitale equivalente almeno a quello di cui, oggi, si può disporre. Poiché sul territorio provinciale esistono numerose testimonianze di elementi naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica, tra cui siepi, frangivento, arbusti, boschetti, residui di sistemazioni agricole, vecchi frutteti e vigneti, maceri, laghetti, occorrerà che nell’ambito degli interventi di miglioramento ambientale previsti dal PFVP, siano evitate forme di alterazione del paesaggio, salvaguardando, mantenendo ovvero ripristinando gli elementi di interesse ecologico e paesaggistico.

5.2.3.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.5 è riportato l’unico indicatore identificato per la componente ambientale “Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio.

Numero di interventi a tutela dell’identità del Paesaggio/anno

Tabella 5.12 – Indicatore della componente ambientale “Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio”

5.2.4 La tematica ambientale “Cambiamenti climatici”

5.2.4.1 Il contesto

L’unica fonte di informazione utile relativa al contesto climatico è al momento costituita dal risultato a cui è pervenuta l’ARPACal nella redazione dell’Indice di Qualità Climatica realizzato nell’ambito del progetto Interreg IIIB Medocc, denominato Desertnet, per il quale è stato necessario indagare su una serie di parametri climatici al fine di individuare sul territorio regionale le aree a rischio desertificazione. Per i dati di dettaglio si rimanda all’Allegato 1.

5.2.4.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.6 è riportato l’unico indicatore identificato per la tematica ambientale “Cambiamenti climatici”.

Estensione aree IQC

Tabella 5.13 – Indicatore della componente tematica “Cambiamenti climatici”

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5.2.5 La tematica ambientale “Energia”

5.2.5.1 Il contesto

Per quanto riguarda la tematica ambientale Energia, nell’ambito del PFVP il contesto sarà limitato ad alcuni aspetti legati alla produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare alla presenza attuale e futura di impianti eolici, che possono avere un effetto di disturbo sulle attività dell’avifauna. Sebbene in tal senso l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico richieda il preventivo superamento di articolati iter quali la VIA e, ove occorra, anche la VI, nell’ambito dei quali sono prescritte le misure di mitigazione per gli eventuali impatti/incidenze negative, da adottarsi necessariamente e preliminarmente alla realizzazione dell’impianto, si ritiene opportuno in questa sede effettuare due raccomandazioni:  l’effettuazione di studi mirati a valutare l’eventuale insorgenza o permanenza di impatti/incidenze negativi causati sulle attività dell’avifauna dagli impianti eolici;  l’obbligo per i realizzandi impianti eolici di includere nelle procedure di VIA/VI analisi di interferenza con il PFVP. Inoltre, l’autorizzazione di eventuali parchi solari dovrà essere valutata anche in funzione della conseguente riduzione di Superficie Agro-Silvo-Pastorale.

5.2.5.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.7 è riportato un primo elenco di indicatori identificati per la tematica ambientale “Energia”.

N° di impianti eolici presenti sul territorio provinciale/anno N° di parchi solari presenti sul territorio provinciale/anno N° di studi effettuati, mirati a valutare l’eventuale insorgenza o permanenza di impatti/incidenze negativi causati sulle attività dell’avifauna dagli impianti eolici

Tabella 5.14 – Indicatori della tematica ambientale “Energia”

5.2.6 La componente/tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità”

5.2.6.1 Il contesto

La componente/tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità” è senza dubbio quella che, rispetto alle altre, presentando la correlazione maggiore con il PFVP, necessita di un’analisi di contesto più approfondita. Il patrimonio naturalistico ed ambientale costituisce una delle risorse fondamentali della Provincia; notevole è la ricchezza di biodiversità grazie alla varietà di ambienti presenti, alla posizione centro- mediterranea, alla storia geografica, geologica e all'uso del territorio.

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Si è proceduto ad un inquadramento territoriale della Provincia, descrivendone i sistemi ambientali, la biodiversità, le fasce bioclimatiche, l’uso del suolo, le serie della vegetazione nonché le unità di vegetazione potenziale. Segue poi un’analisi delle caratteristiche della flora e della fauna provinciale attraverso la suddivisione dal punto di vista geobotanico delle specie floristiche e la presenza e localizzazione delle varie specie faunistiche. Si è cercato di dare un quadro esaustivo di tutte le peculiarità delle aree protette che ricadono nel territorio della Provincia e la cui superficie occupata, ad oggi, è ragguardevole. Le aree protette hanno come obiettivo principale la conservazione della biodiversità finalizzata alla tutela delle numerosissime specie animali e vegetali presenti sul territorio provinciale. Grande importanza deve essere data alla tutela della biodiversità per ridurre o contenere i processi di degrado ed impoverimento, favorire la produzione ed il mantenimento della naturalità diffusa e della qualità del territorio ed allo stesso tempo consentire la miglior fruibilità sociale delle risorse e degli spazi naturali. L’analisi delle caratteristiche e delle peculiarità delle aree protette rappresenta un momento essenziale per fornire un quadro dettagliato sullo stato delle risorse naturali ed un primo passo per l’individuazione delle criticità ambientali legate al nostro territorio. I siti trattati in dettaglio nell’Allegato 1 che ricadono completamente o in parte nel territorio provinciale sono:  SIC - Siti di Importanza Comunitaria  ZPS - Zone di Protezione Speciale  SIN e SIR  Parco Nazionale del Pollino  Parco Nazionale della Sila  Riserve naturali biogenetiche statali  Riserve naturali orientate statali  Riserve biogenetiche guidate statali  Riserve naturali regionali  Oasi di protezione E’ stata condotta un’analisi dei Siti Natura 2000, per come concepiti dal relativo Piano di Gestione della Provincia, al fine di valutare l’incidenza che il PFVP ha su di essi. L’obiettivo generale del Piano di Gestione dei SIC è la conservazione degli habitat e delle specie vegetali e animali inclusi nella Direttiva Habitat (92/43/CEE). Con il Piano si cerca di garantire il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri ecologici che caratterizzano gli habitat, mirando a preservare le qualità ambientali e naturalistiche attuali dei SIC, favorendo l’obiettivo principale di sostenere una fruizione degli stessi compatibile con le loro esigenze conservazionistiche.

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Una prima lista di indicatori identificati per questa tematica tiene conto del numero e dell’estensione di tutte le aree protette su elencate. Grande importanza riveste, inoltre, il patrimonio forestale: circa il 60% della superficie boscata regionale presente nella fascia altimetrica definita come “montagna interna” ricade in Provincia di Cosenza. Si registra anche la maggiore estensione di boschi ricadenti all’interno di aree sottoposte a tutela. Per maggiori dettagli si rimanda all’Allegato 1.

5.2.6.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.8 è riportato un primo elenco di indicatori identificati per la tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità”.

% superficie protetta su superficie totale provinciale Siti Natura 2000 (numero) Siti Natura 2000 (estensione) Superficie boscata su superficie totale N° di violazioni accertate di attività venatorie in aree a protezione totale/anno N° di violazioni accertate di attività venatorie/anno Perdita di aree di habitat all’interno della SASP Perdita di aree di habitat all’interno dei Siti Natura 2000 Perturbazione della specie all’interno della SASP Perturbazione della specie nei Siti Natura 2000 Perturbazione delle specie protette all’interno della SASP Perturbazione delle specie protette nei Siti Natura 2000 Densità delle specie all’interno della SASP Densità delle specie nei Siti Natura 2000 Densità delle specie protette all’interno della SASP Densità delle specie protette nei Siti Natura 2000 Frammentazione delle specie all’interno della SASP Frammentazione delle specie nei Siti Natura 2000 Frammentazione delle specie protette all’interno della SASP Frammentazione delle specie protette nei Siti Natura 2000

Tabella 5.15 – Indicatori della tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità”

5.2.7 La tematica ambientale “Inquinamento atmosferico”

5.2.7.1 Il contesto

La tematica ambientale “Inquinamento atmosferico” non presenta criticità nel territorio della Provincia di Cosenza. Vista la scarsa presenza sul territorio di attività industriali che producono

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emissioni inquinanti in atmosfera, la principale fonte di inquinamento atmosferico è senz’altro rappresentata dagli scarichi degli autoveicoli, i cui effetti dannosi assumono rilevanza in prossimità dei pochi punti ad elevato congestionamento del traffico (area urbana e grandi agglomerati urbani della Provincia). Ciò malgrado, é auspicabile la realizzazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria, oggi assente, al fine di raccogliere i dati necessari per effettuare una valutazione quantitativa del contesto. Ad ogni modo, non si prevede che il PFVP abbia delle interferenze significative con la tematica ambientale.

5.2.7.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.9 è riportato l’unico indicatore identificato per la componente ambientale “Inquinamento atmosferico”, già identificato per la tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità”.

Superficie boscata su superficie totale

Tabella 5.16 – Indicatore della tematica ambientale “Inquinamento atmosferico”

5.2.8 La tematica ambientale “Popolazione e salute”

5.2.8.1 Il contesto

Per la descrizione del contesto di questa tematica ambientale si rimanda a quanto esposto nel paragrafo 5.2.1 “Contesto socio-economico provinciale in relazione alle attività venatorie”, nel quale sono state fornite informazioni relative a:  Distribuzione e densità dei cacciatori  Vigilanza ed infrazioni  Danni prodotti dalla fauna selvatica

5.2.8.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.10 è riportato un primo elenco di indicatori identificati per la tematica ambientale “Popolazione e salute”.

N tesserini/Popolazione residente Danni prodotti dalla fauna selvatica/anno N. infrazioni/N. cacciatori

Tabella 5.17 – Indicatori della tematica ambientale “Popolazione e salute”

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5.2.9 La tematica ambientale “Rifiuti”

5.2.9.1 Il contesto

Sebbene la tematica ambientale “Rifiuti” rivesta un ruolo di primaria importanza nella definizione del contesto ambientale della Provincia di Cosenza, anche per le sue implicazioni di natura socio- economica, nell’ambito del PFVP l’attenzione è limitata agli aspetti legati ai “rifiuti” costituiti dai bossoli delle cartucce usati dai cacciatori e che si disperdono nel terreno e nei corsi d’acqua.

5.2.9.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.11 è riportato l’unico indicatore identificato per la tematica ambientale “Rifiuti”.

Numero di violazioni per abbandono di bossoli delle cartucce/anno

Tabella 5.18 – Indicatori della tematica ambientale “Rifiuti”

5.2.10 La tematica ambientale “Rumore”

5.2.10.1 Il contesto

La tematica ambientale “Rumore” non presenta criticità nel territorio della Provincia di Cosenza; non esistono dati rilevanti, sia di natura qualitativa che quantitativa, per una descrizione del contesto. Gli unici dati disponibili sono quelli relativi all’operatività dell’ARPACal in termini di sopralluoghi effettuati per i controlli delle sorgenti sonore ed in termini di nulla osta rilasciati. Da tali dati è emerso che delle 98 sorgenti controllate (tra attività produttive e di servizio e/o commercio) nel 2005, 37 hanno superato il limite consentito dalla legge. Nell’ambito del PFVP l’attenzione è limitata agli aspetti legati all’inquinamento acustico causato dagli spari.

5.2.10.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.12 è riportato l’unico indicatore identificato per la tematica ambientale “Rumore”.

Numero di violazioni per caccia fuori dagli orari consentiti/anno

Tabella 5.19 – Indicatori della tematica ambientale “Rumore”

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5.2.11 La componente/tematica ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio”

5.2.11.1 Il contesto

I principali elementi da considerare nell’inquadramento del contesto ambientale relativamente alla tematica/componente ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio” sono le caratteristiche fisiche dei suoli, le condizioni di uso dei suoli e i rischi che minano l’integrità dei suoli (rischio di inondazione, rischio di frana, rischio di mareggiata ed erosione costiera, rischio di incendi boschivi). Tali elementi presentano un forte livello di inter-relazione, che spesso, purtroppo, produce effetti negativi e determina condizioni di elevata criticità. Per contro, la definizione e l’attuazione di politiche e buone prassi di gestione sostenibile della risorsa suolo, quali, ad esempio, quelle introdotte dall’ARSSA – Agenzia Regionale di Servizi di Sviluppo in Agricoltura – in materia di spandimento dei reflui di origine olearia e di vulnerabilità dei suoli ai nitrati di origine agricola, nonché quelle introdotte dalla Legge Urbanistica Regionale in materia di limitazione dell’uso dei suoli sottoposti a vincoli di natura idrogeologica e ancora tutte quelle che si potrebbero introdurre a partire da una razionalizzazione dei risultati ottenuti a valle di numerosi ed autorevoli studi effettuati in materia dal sistema della ricerca regionale, costituirebbero risposte di notevole efficacia alle molteplici minacce cui la risorsa suolo è sottoposta. Per maggiori dettagli si rimanda all’Allegato 1.

5.2.11.2 Gli indicatori

Nella tabella 5.13 è riportato l’elenco degli indicatori identificati per la componente/tematica ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio”.

Uso del suolo (estensione %) Superficie percorsa da incendi boschivi Estensione aree ESAs Estensione aree a rischio erosione dei suoli

Tabella 5.20 – Indicatori della componente/tematica ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio”

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6 GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E VERIFICA PRELIMINARE NEL PFVP

6.1 Il quadro sinottico degli obiettivi ambientali e verifica preliminare di interferenza nel PFVP

L’analisi dei principali documenti di riferimento per le politiche ambientali in ambito regionale, nazionale ed internazionale ha consentito di definire il quadro di riferimento degli obiettivi generali di protezione ambientale per ciascuna componente/tematica ambientale. In questo capitolo si prenderanno in considerazione gli obiettivi di sostenibilità ambientale particolarmente rappresentativi, schematizzati nella tabella 6.1, estrapolati da: Ambito Internazionale  VI Programma d’azione per l’ambiente  Strategie tematiche comunitarie (inquinamento atmosferico, uso sostenibile delle risorse, prevenzione e riciclaggio dei rifiuti, protezione del suolo e ambiente urbano)  Direttiva “Habitat” e Direttiva “Uccelli” Ambito Nazionale  Strategia d’azione per lo sviluppo sostenibile in Italia Successivamente si è proceduto, in via preliminare, alla costruzione di una matrice di correlazione tra i singoli obiettivi specifici del PFVP e le componenti/tematiche ambientali e ad una matrice di interferenza (positiva e negativa) del PFVP nel suo complesso sulle singole componenti/tematiche ambientali (per quanto riguarda la componente Flora, Fauna e Biodiversità si rimanda ad un ulteriore approfondimento nell’Allegato 4).

T/CA OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE

− Conservazione, miglioramento della qualità e produzione/consumo sostenibile della risorsa acqua − Proteggere, migliorare e ripristinare tutti i corpi idrici superficiali e le acque sotterranee al Acqua fine di raggiungere un livello di qualità buono

− Salvaguardia e sviluppo creativo dei paesaggi culturali di speciale rilevanza storica, estetica ed ecologica − Valorizzazione dei paesaggi culturali nel quadro delle strategie integrate di sviluppo territoriale

paesaggio −

heologici e e heologici Riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto espressione dell’identità culturale delle

Beni Beni culturali, popolazioni architettonici,arc

Riduzione delle emissioni climalteranti climatici Cambiamenti

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− Incrementare efficienza e razionalità negli usi finali dell’energia − Accrescere il ricorso alle fonti rinnovabili Energia

− Conservazione della biodiversità, l’uso sostenibile dei suoi componenti e l’equa distribuzione dei benefici scaturiti dalla utilizzazione delle risorse genetiche − Salvaguardia della biodiversità mediante misure di conservazione, mantenimento e ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni, di specie di fauna e di flora, selvatiche − Adottare misure in merito alla salvaguardia, mantenimento o ripristino di un habitat vario e idoneo per tutte le specie di uccelli elencati nella Direttiva 79/409 ed, inoltre, alla protezione diretta degli uccelli selvatici da qualsiasi danno, ivi compresa la protezione dei nidi e delle uova − Sviluppo e gestione sostenibile delle foreste − Promuovere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali Flora, faunaFlora, biodiversitàe − Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste atmosferico Inquinamento

− Tutelare la salute pubblica e migliorare la protezione rispetto ai fattori di minaccia (inquinamento atmosferico, rumore ecc) − Garantire che i rifiuti pericolosi non costituiscano una minaccia per la popolazione o per

salute l'ambiente − Migliorare la qualità della vita e la salubrità degli insediamenti Popolazione e

− Prevenzione e Riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti − Incentivare il riutilizzo e dare priorità al recupero ( di materia e di energia) e al riciclaggio

Rifiuti − Riduzione dei rifiuti avviati allo Smaltimento finale

Riduzione dell’inquinamento acustico e riduzione della popolazione esposta Rumore

− Bonifica e recupero delle aree e dei siti inquinati. − Arrestare o eliminare gradualmente le emissioni, gli scarichi e le perdite di sostanze pericolose prioritarie nel suolo e sottosuolo − Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste Rischio − Prevenzione e Protezione del territorio dai rischi idrogeologici, sismici e dai fenomeni erosivi delle coste Suolo sottosuolo e − Mantenere l’assetto del territorio T= Tematica, CA= componente ambientale Tabella 6.1 –Obiettivi di protezione ambientale

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6.2 La matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e tematiche/componenti ambientali

TEMATICHE E /O COMPONENTI AMBIENTALI Cod. OBIETTIVI BENI CULTURALI , FLORA , FAUNA SUOLO Obiettivo SPECIFICI PFVP ARCHITETTONICI , CAMBIAMENTI INQUINAMENTO POPOLAZIONE ACQUA ENERGIA E RIFIUTI RUMORE SOTTOSUOLO ARCHEOLOGICI E CLIMATICI ATMOSFERICO E SALUTE BIODIVERSITÀ E RISCHIO PAESAGGIO Individuazione dei OS.1 comprensori X X X omogenei Realizzazione di carte di vocazione OS.2 agro-forestale X X potenziale Valutazione della eventuale vulnerabilità delle specie presenti OS.3 all’interno dei siti X X X Natura 2000, derivante dalle attività faunistico- venatorie Pianificazione degli interventi di OS.4 miglioramento X X X X X X X ambientale Pianificazione delle OS.5 immissioni di fauna X X X selvatica Istituzione e operatività OS.6 dell’osservatorio X X X X X faunistico-venatorio provinciale

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Le celle con la X indicano la presenza di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e tematiche/componenti ambientali.

6.3 La matrice dell’interferenza preliminare

Di seguito viene descritta una prima interferenza del PFVP sulle componenti e/o tematiche ambientali specificando che si tratta di un’analisi preliminare sui potenziali effetti, in quanto l’analisi più dettagliata sarà contenuta nel Rapporto Ambientale una volta che gli interventi del PFVP saranno dettagliati. Appare evidente che la tematica con più interferenza è quella relativa alla Fauna, Flora e Biodiversità, per la quale è stata realizzata una più attenta analisi per i Siti Natura 2000 (Allegato 4), mentre per le restanti tematiche gli effetti del Piano sono poco significativi.

T/CA INTERFERENZA POSITIVA INTERFERENZA NEGATIVA

Il PFVP non prevede interventi diretti se non la realizzazione di interventi atti al miglioramento della qualità Non esistono misure del PFVP che possano influire negativamente su ambientale da definire in fasi successive che potrebbero tale tematica Acqua Acqua contribuire ad aumentare la qualità dei corsi d’acqua

Il PFVP prevede interventi atti al miglioramento ambientale E’ necessario integrare l’obiettivo di Pianificazione degli interventi di che potrebbero rafforzare e preservare l’identità del miglioramento ambientale con misure di salvaguardia e valorizzazione paesaggio dei fattori identitari del paesaggio paesaggio paesaggio architettonici, architettonici, Beni culturali, culturali, Beni archeologici e e archeologici

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Non esistono misure del PFVP che possano influire Non esistono misure del PFVP che possano influire negativamente su positivamente su tale tematica tale tematica climatici climatici Cambiamenti Cambiamenti

Non esistono misure del PFVP che possano influire Non esistono misure del PFVP che possano influire negativamente su positivamente su tale tematica tale tematica Energia Energia

- Il PFVP prevede il divieto dell’attività venatoria nei SIC ed estende lo stesso per le aree SIR e SIN, evitando - Un inadeguato sistema di sorveglianza può determinare, nelle aree così effetti significativi escluse dall’attività venatoria e non, una pressione sulla fauna - Il PFVP prevede per le ZPS misure atte a valutare la selvatica vulnerabilità dei siti alle attività faunistico-venatorie - Una inadeguata caratterizzazione dei fattori critici che determinano - Il PFVP prevede una pianificazione degli interventi di lo stato di vulnerabilità dei siti può determinare un’attività venatoria miglioramento ambientale che favoriscano la presenza che aumenta l'intensità della perturbazione biodiversità biodiversità

Flora, Fauna e e Fauna Flora, della fauna selvatica, nonché di ricostituzione delle - Una inadeguata individuazione delle aree di intervento potrebbe popolazioni di specie di fauna selvatica determinare pressioni sull’uso delle stesse e perturbazioni nella - Il PFVP prevede di istituire un Osservatorio Faunistico- fauna e nelle fitocenosi Venatorio Provinciale

Non esistono misure del PFVP che possano influire Non esistono misure del PFVP che possano influire negativamente su positivamente su tale tematica tale tematica Inquinamento Inquinamento atmosferico

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La mancata individuazione di efficaci azioni del PFVP mirate alla Non esistono misure del PFVP che possano influire riduzione dei danni al patrimonio causati dalla fauna selvatica può positivamente su tale tematica aumentare il livello di criticità, già alto in alcune aree limitrofe ad salute alcune aree protette. Popolazione e e Popolazione

Un inadeguato sistema di sorveglianza può determinare un aumento di Non esistono misure del PFVP che possano influire rifiuti derivanti dall’abbandono di bossoli delle cartucce sui luoghi di positivamente su tale tematica

Rifiuti caccia

Non esistono misure del PFVP che possano influire Un inadeguato sistema di sorveglianza può determinare un incremento positivamente su tale tematica dell’inquinamento acustico Rumore Rumore

Il PFVP prevede una pianificazione degli interventi di Una inadeguata pianificazione delle immissioni della fauna selvatica miglioramento ambientale che possono avere effetti positivi può produrre una pressione sull’uso del suolo Suolo e Suolo Rischio su tale tematica sottosuolo e e sottosuolo

Dalla matrice preliminare di interferenza tra gli obiettivi del PFVP e le tematiche/componenti ambientali sono emerse le seguenti criticità:

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♦ Flora, Fauna e biodiversità: gli elementi di criticità sono diversi, sia in aree sottoposte a tutela che non. Le criticità principali che possono determinare perturbazione degli habitat sono: una scorretta determinazione della vulnerabilità della fauna sottoposta all’attività venatoria, una inadeguata immissione della fauna selvatica e un sistema di sorveglianza inadeguato. ♦ Popolazione e salute: La mancata individuazione di efficaci azioni del PFVP mirate alla riduzione dei danni al patrimonio causati dalla fauna selvatica può aumentare il livello di criticità, già alto in alcune aree limitrofe ad alcune aree protette.

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7 CONCLUSIONI

Questa prima fase del processo di valutazione ambientale strategica, consistente nella identificazione della portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale e sul loro livello di dettaglio, che si concluderà con la consultazione delle autorità con specifiche competenze ambientali, ai sensi dell’art.5, paragrafo 4 della Direttiva 42/2001/CE, ha permesso lo svolgimento di considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata e le necessità conoscitive del piano e a proporre le integrazioni al contenuto dello stesso al fine di migliorare il grado di rispondenza del PFVP alle politiche e strategie comunitarie e nazionali inerenti lo sviluppo sostenibile. Tali considerazioni e integrazioni sono sintetizzate di seguito:

Dall’ analisi di coerenza interna è emersa l’elevata coerenza tra l’unico macro-obiettivo e i sei obiettivi specifici del PFVP.

Dall’ analisi di coerenza esterna risulta che non vi sono obiettivi del PFVP in contrasto con gli obiettivi dei piani e programmi adottati a livello regionale e provinciale e che laddove sia stata riscontrata una interferenza significativa questa è sia di tipo sinergico (obiettivi complementari) che diretto (obiettivi fortemente integrati).

Dalla prima Matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e tematiche/componenti ambientali si rileva come la componente Flora, Fauna e Biodiversità sia quella che potenzialmente può subire impatti significativi e che richiede una maggiore attenzione durante l’attuazione del PFVP e nella fase di monitoraggio.

Dalla prima analisi di interferenza tra gli obiettivi di sostenibilità ambientale inerenti le singole tematiche/componenti ambientali e gli obiettivi del PFVP sono emerse, oltre che per la componente Flora, Fauna e biodiversità , criticità inerenti la tematica/componente Popolazione e salute .

Le criticità emerse rivelano la necessità in tale fase di individuare alcuni obiettivi da introdurre ex novo e di apportare delle interazioni in alcuni di quelli già esistenti nel PFVP, al fine di migliorare il grado di rispondenza di quest’ultimo alle politiche e strategie comunitarie e nazionali inerenti lo sviluppo sostenibile, specificando, inoltre, che il processo di integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell’adozione finale del Piano sarà completato nel Rapporto Ambientale.

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Obiettivi nuovi:  Conseguire la densità ottimale delle specie e la loro conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio  Conservazione delle capacità riproduttive per le specie presenti in densità sostenibili  Rafforzare il sistema di sorveglianza

Obiettivi già presenti nel PFVP da integrare (l’integrazione è riportata in corsivo )  Pianificazione degli interventi di miglioramento ambientale, tenendo conto dei fattori identitari del paesaggio e dei fattori di rischio del suolo

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