ANNO XXX FEBBRAIO 2016

MENSILE DI INFORMAZIONE E AZIONE MISSIONARIA 2

PRETI STRANIERI Missione Italia In caso di mancato recapito, restituire all’ufficio di P.T. ROMA ROMANINA previo addebito In caso di mancato recapito, restituire all’ufficio P.T.

PRIMO PIANO ATTUALITÀ FOCUS Venezuela dopo Maduro Arabia Saudita e Iran Mons. Nunzio Galantino un Paese malato di inflazione Riad al collasso? Per un’ecologia integrale

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di GIULIO ALBANESE l terrorismo, la violenza, il degrado nelle loro solitudini, nelle loro miserie, [email protected] sociale, la disoccupazione, ma so- in “città felici” dove le persone sono Iprattutto la “cultura dello scarto”, aperte al futuro e dunque alla speranza. denunciata peraltro a più riprese da Qui è importante affermare a chiare papa Francesco, stanno penalizzando lettere la centralità della persona umana, fortemente le nostre città. Si tratta di creata ad immagine e somiglianza di una inquietante disumanizzazione ri- Dio, fondamento etico della cultura spetto alla quale, come credenti, non cristiana. È comunque evidente che possiamo essere indifferenti. Il fenomeno per essere cristiani bisogna sentirsi è riscontrabile un po’ a tutte le latitudini. parte di una comunità evangelizzatrice, Secondo un recente studio delle Nazioni assumendo, nelle nostre città, una pre- Unite, il 54% della popolazione mon- cisa identità, quella missionaria. diale vive in aree urbane, una percen- Parlando di identità, soprattutto in tuale che dovrebbe aumentare al 66% questi tempi di forti migrazioni, sap- entro il 2050. Alcune proiezioni mo- piamo di misurarci con un termine strano che l’urbanizzazione combinata difficile da gestire giacché, pur essen- con la crescita complessiva della po- do un sostantivo, si comporta come polazione mondiale potrebbe aggiun- un verbo. Esso può essere il propellen- gere altri 2,5 miliardi di persone a po- te della sensibilità ospitale ma anche polazioni urbane entro il 2050, con il suo esatto contrario, generando quasi il 90% dell’aumento concentrato comportamenti xenofobi e chiusure. in Asia e in Africa. Da questi dati si L’identità, dal nostro punto di vista, evince, comprensibilmente, che le città missionariamente parlando, deve ali- devono rappresentare una priorità nel- mentare lo “spirito del luogo” ed è il l’attività missionaria. Può aiutarci l’in- prodotto di un insieme dinamico e terpretazione di Italo Calvino. Nelle complesso, inclusivo e non esclusivo. È sue “Città Invisibili” non si trovano dato che la comunità cristiana deve città riconoscibili, ma «immagini di costruire ponti, facilitare l’incontro e città felici che continuamente prendono lo scambio; al contrario, quando pre- forma e svaniscono, nascoste nelle valgono l’omologazione e gli interessi città infelici». Si tratta di un approccio particolari che soffocano il bene che può offrire spunti di riflessione comune, l’identità si indebolisce e il sulle problematiche dei luoghi della rapporto tra luoghi, comunità locale e nostra vita, sepolti da un reticolato di persone si deforma facendo diventare infrastrutture. La sfida, dunque, evan- la città “terra di conquista”. La posta gelicamente parlando, consiste nel tra- in gioco è alta. Lungi da ogni retorica, sformare le “città infelici”, quelle vissute servono davvero menti illuminate dagli uomini nei loro “non luoghi”, capaci di affermare il concetto di » (Segue a pag. 2)

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 1 Indice

(Segue da pag. 2) “destino comune” come criterio di apparte- nenza. «La nuova Gerusalemme, la Città Santa (Ap 21,2-4), è la meta verso cui è incamminata l’intera umanità. È interessante che la rivelazione ci dica che la pienezza dell’umanità e della storia si realizza in una città» ( 71). È quanto scri- ve papa Francesco nella sua enciclica pro- 8 grammatica, nella consapevolezza che «abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze». 4

EDITORIALE FOCUS 1 _ Dai “non luoghi” 14 _ Una riflessione alle città per l’uomo del Segretario di Giulio Albanese generale della Cei I volontari PRIMO PIANO internazionali, 4 _ Nel Venezuela soggetti di ecologia del dopo Maduro integrale Il popolo di di Nunzio Galantino Simon Bolivar malato di inflazione L’INCHIESTA 18 _ Guerra ambientale di Paolo Manzo in Amazzonia ATTUALITÀ Lo spaventoso 8 _ Arabia Saudita e Iran: scenario della nuovi equilibri foresta derubata Riad al collasso? di Marco Ratti di Ilaria De Bonis SCATTI DAL MONDO 12 _ Siria: 22 _ Papa Francesco società civile in Messico sotto assedio Misionero della Morire di fame misericordia 29 a Madaya A cura di Emanuela Picchierini di Ilaria De Bonis Testo di Miela Fagiolo D’Attilia

2 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 RUBRICHE 51 _ Musica WAKE UP! Il disco del Papa di Franz Coriasco 52 _ Ciak dal mondo Chiamatemi Francesco ll sogno missionario del giovane Jorge OSSERVATORI di Miela Fagiolo D’Attilia 54 _ Libri DONNE IN FRONTIERA PAG. 6 Il nutrimento di Dio Somalia: il rischio di essere di Martina Luise giornalista di Miela Fagiolo D’Attilia 54 _ Nelle mani di Boko Haram di Chiara Anguissola ASIA PAG. 7 Desaparecidos con gli occhi 8 VITA DI MISSIO a mandorla 55 _ Campagna Missio, di Francesca Lancini Focsiv, Caritas MEDIO ORIENTE PAG. 13 MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ Una grande rete A Gaza per regalare sorrisi 37 _ Perù per sviluppare tanti progetti di Chiara Pellicci Tra le comunità della di Miela Fagiolo D’Attilia BALCANI PAG. 20 periferia di Lima Ecosistema a rischio in 57 _ Intervista a don Mario Vincoli Macedonia di Miela Fagiolo D’Attilia Guardando lontano di Roberto Bàrbera 39 _ A colloquio con il rabbino di Ilaria De Bonis AMERICA LATINA PAG. 21 Jeremy Milgrom Colombia, verso l’accordo 59 _ Missio Giovani Religioni insieme con le Farc Va’ dove ti porta il Vangelo di Paolo Manzo per la pace di Alex Zappalà AFRICA PAG. 47 di Chiara Pellicci 61 Solidarietà delle Pontificie Energia solare in Rwanda OPERE DI MISERICORDIA _ di Enzo Nucci Opere Missionarie 43 _ Visitare gli ammalati A Gitega tra gli studenti PANORAMA Medici in camper del Grand Seminaire di Ilaria De Bonis 26 _ Squadre di calcio in di Miela Fagiolo D’Attilia L’altra edicola Iraq e Siria 45 _ MISSIONARIAMENTE Cambiamenti climatici Un goal contro la guerra I falsi di Parigi e il 62 _ Intenzione missionaria di Sergio Taccone potere dei “piccoli” Piccoli semi di speranza DOSSIER di Ilaria De Bonis di Mario Bandera 29 _ Preti stranieri nelle diocesi 48 _ Posta dei missionari 63 _ Inserto PUM del nostro Paese Lumache, cicloni Le parole della Missione Italia e sartoria modernità di Annarita Turi a cura di Chiara Pellicci di Giuseppe Andreozzi

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 3 PRIMO PIANO Nel Venezuela del dopo Maduro

Caracas (Venezuela). Ressa per acquistare un pollo nel Paese sudamericano, attanagliato da una grave crisi economica. IlIl popolopopolo didi SimonSimon BolivarBolivar malatomalato didi inflazioneinflazione

di PAOLO MANZO come data per il ballottaggio. Appello la pace», soprattutto in questo periodo inascoltato ma - come volevasi dimo- di Natale ma anche dopo, «e invitiamo [email protected] strare – col risultato del secondo turno al rispetto reciproco affinché nessun imenticare le diatribe e gli presidenziale rimandato a data da de- gruppo nel bel mezzo di queste festività insulti» ed «evitare l’appro- stinarsi dal Consiglio elettorale haitiano alimenti l’odio, la paura e battaglie ste- «D vazione frettolosa di leggi» che, se avesse ascoltato subito i gesuiti rili». ma «concentrarsi sul Bambinello che sta (i primi a dare l’allarme), avrebbe scelto Motivo di tanta preoccupazione da per nascere e che ci deve unire per co- una data più in là con il tempo e non parte della Conferenza episcopale ve- struire il futuro che interessa tutti noi». “stretta” tra Natale e Capodanno. nezuelana è l’esito delle elezioni parla- A rileggerlo adesso, dopo lo scorso Na- Sul Venezuela, la speranza di Popoli e mentari del 6 dicembre 2015, che hanno tale, quest’appello alla civile convivenza, Missione è che, quando leggerete questo sancito una sconfitta senza precedenti lanciato il 18 dicembre dalla Conferenza reportage, l’appello della Cev non sia per il chavismo. Vero è che tutti i son- episcopale del Venezuela (Cev), è pre- caduto nel vuoto e la “ragionevolezza” daggi della vigilia davano tra l’80% e monitore quasi quanto quello su Haiti, e l’invito al dialogo abbiano avuto la l’88% il numero degli elettori desiderosi di qualche mese prima, lanciato dai pre- meglio sulla polarizzazione politica che di «un cambiamento» e, dunque, nessuno lati di Port-au-Prince. Circa la perla dei oramai da troppi anni martirizza il quo- può dirsi stupito dal fatto che l’opposi- Caraibi, martoriata da un tremendo ter- tidiano del popolo di Simón Bolívar. zione riunita intorno alla MUD – acro- remoto nel 2010, avevamo dato conto nimo che sta per Tavolo per l’Unità De- di come la Chiesa avesse preallertato sui L’ESORTAZIONE DEI VESCOVI mocratica – abbia conseguito la mag- rischi dell’assurda scelta del 27 dicembre «Noi vescovi del Venezuela reclamiamo gioranza qualificata dei due terzi del

4 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Il Paese latinoamericano ha la più alta inflazione al mondo con il 50% al mese e il 70% della popolazione vive in condizioni di povertà. L’ex presidente Maduro ha perso le elezioni non per motivi ideologici ma per la dura vita quotidiana in cui si trovano costretti oggi i venezuelani. La Chiesa svolge un importante ruolo di mediazione per evitare che la situazione sociale precipiti e si arrivi a disordini gravi. nuovo Parlamento venezuelano, con 112 seggi, contro i 55 ottenuti invece dal PSUV, il Partito socialista unito del presidente uscente Nicolás Maduro. A preoccupare la Chiesa cattolica sono state le reazioni, subito dopo il voto, tanto di alcune frange più radicali del- l’opposizione – che ignorando che si trattava di elezioni parlamentari hanno subito lanciato idee come il referendum per mandare a casa Maduro nel 2016 – quanto del chavismo più “magico” che ha estratto dal cappello dello stesso presidente un fantomatico “coniglio”, inventandosi il “Parlamento dei Comuni” cui dare «tutti i poteri per continuare la rivoluzione». Uno stratagemma per non cedere il potere, insomma, pur avendo perso la maggioranza parla- mentare.

UNA DEMOCRAZIA SUI GENERIS Il problema è che se il Venezuela fosse una democrazia “normale” – intendendo l’aggettivo “alla Montesquieu”, ovvero con una divisione reale tra poteri legi- slativo, esecutivo e giudiziario e con un governo al pari dell’opposizione pronta a riconoscere sconfitte e vittorie come parte del “gioco” – la presa di posizione dei vescovi del Paese suda- mericano sarebbe stata persino immo- tivata. Invece, purtroppo, così non è perché il Venezuela – e lo sa meglio di qualsiasi altro il segretario di Stato Pietro »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 5 PRIMO PIANO

OSSERVATORIO DONNE IN FRONTIERA di Miela Fagiolo D’Attilia

Palazzi fatiscenti nel quartiere SOMALIA: IL povero (cosiddetto ranchito) della RISCHIO DI ESSERE città venezuelana di Mérida.

GIORNALISTA Parolin, che ha operato per anni come senza sosta preti di strada e suore sco- indiyo Haji Mohamed, giornalista somala e nunzio apostolico in quel di Caracas, nosciute ma che «puzzano come le loro H madre di quattro figli, è stata uccisa a Mo- per cercare instancabilmente il dialogo pecore», per usare le parole di papa gadiscio il 3 dicembre scorso. Aveva 27 anni ed tra le parti – una democrazia “normale” Francesco - a preoccupare la gente è un era una delle telecroniste della Somali National Tv Station (Sntv), la televisione di Stato in cui la- non lo è affatto. Paese al limite del “disastro economico”, vorava anche il marito e collega, Liban Ali Nur, Al di là delle 20 elezioni svoltesi dal con un’inflazione che è di gran lunga la assassinato il 20 settembre 2012 durante un at- 1998, quando Hugo Chávez vinse la più alta al mondo, sfiorando ormai il tacco suicida in un ristorante della capitale. La sua prima presidenza, sino a quelle 50% al mese, ed una scarsità di beni di giovane donna era nella macchina in cui era dello scorso 6 dicembre, è infatti in- prima necessità che fa temere il disastro stato collocato un ordigno, esploso mentre at- traversava la zona centrale della città, chiamata dubbio che dal 2005 ad oggi non c’è umanitario persino alle Nazioni Unite. “Chilometro 4”, e stava tornando a casa dopo stata una sola sentenza di un tribunale Per questo Maduro ha perso, non per le lezioni della Somali International University – anche di prima istanza - che non motivi ideologici. (Siu). In seguito all’attentato non sono state fatte abbia favorito gli interessi del chavi- Insomma, se tra opposizione e governo rivendicazioni ma per lo “stile” dell’assassinio si smo. non si arriverà al più presto ad un “com- è subito parlato di gruppi estremisti somali Sha- Basti pensare alle decine di mandati promesso storico”, per cercare di risolvere baab vicini alla filiera di Al Qaeda, responsabili di simili attacchi contro politici e giornalisti. dei leader dell’opposizione cassati dal i problemi più gravi di quel 70% di ve- Omar Faruk Osman, segretario generale del Sin- sistema giudiziario per motivi ridicoli nezuelani che oggi sono “poveri” per dacato giornalisti della Somalia, ha dichiarato o ai 77 prigionieri politici, tra cui una loro stessa ammissione, un rischio alto che «il mostruoso assassinio di Hindiyo Haji Mo- decina di studenti colpevoli di «avere di “disordini gravi” interni esiste, ed è hamed non fa altro che rammentare a tutti i ri- usato Twitter in modo improprio» e, ciò che maggiormente teme proprio la schi che i giornalisti corrono regolarmente nel nostro Paese». Anche la Federazione internazio- per questo, da oltre un anno in stato Chiesa, che per questo, come già in pas- nale della stampa (Ifj) ha condannato l’assassi- di “arresto preventivo”, senza alcun sato, oggi si offre come mediatrice tra nio, uno dei 110 della killed list mondiale delle processo. E che dire di VTV – così si le due parti contrapposte. vittime del 2015, chiedendo «che sia fatta luce chiama l’emittente di Stato venezuelana sull’omicidio e che i colpevoli siano identificati e - una televisione controllata in modo puniti». Cosa che appare difficile in un Paese in così ferreo dal governo che nel giorno difficoltà dove la libertà di espressione è poco garantita. delle elezioni è riuscita a fare una In vista delle elezioni della prossima estate, si è diretta di 16 ore senza inquadrare riaccesa la guerra civile tra gli Stati federali del neanche un candidato dell’opposizione? Galmudug e del Puntland che si contendono l’antica città di Galkayo. Ora che Hindiyo ha IL SOGNO PER EL PUEBLO perso la vita, anche a livello internazionale si cerca di far sì che del suo impegno non si perda Della politica urlata sul piccolo schermo memoria. Jim Boumelha, presidente delle Ifj, ha o nelle piazze – a differenza di 15 anni detto: «Aveva perso il marito per colpa della fa, quando Chávez era il “sogno per el stessa, folle, violenza. Siamo vicini alla sua fami- pueblo” - oggi alla gente che vive nei glia ed in particolare ai suoi figli, che ora hanno quartieri poveri di Caracas (i cosiddetti perso entrambi i genitori. La Ifj continuerà il suo ranchitos, l’equivalente venezuelano impegno per garantire la sicurezza dei giornalisti in Somalia, che devono poter fare il proprio la- delle favelas brasiliane o delle villas ar- voro senza dover rischiare assurdamente la vita». gentine) interessa poco o nulla. Qui - dove operano quotidianamente

6 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Nel Venezuela del dopo Maduro

OSSERVATORIO Il mausoleo dove riposano le spoglie di ASIA Simón Bolívar a Caracas. di Francesca Lancini DESAPARECIDOS CON GLI OCCHI A MANDORLA lmeno 43.250 casi in 88 Stati. Nell’ultimo A rapporto della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate (ICCPED), si registrano ancora migliaia di desaparecidos e un triste primato dell’Asia. In questo continente solamente la Cambogia ha ratificato la Convenzione adottata nel 2006 ed entrata in vigore nel 2010. Secondo la moglie del rapito Sombath Somphone, che da 30 anni lavorava per lo sviluppo rurale del Laos, «l’Asia, attualmente, presenta il più alto numero di sparizioni, per lo più compiute da attori dello Stato». L’ICCPED, infatti, definisce LA BOLI-BORGHESIA Il chavismo aveva sempre vinto con la «enforced disappearance» la scomparsa di «Sangue per strada ce n’è già troppo, speranza che mettesse in cima alle sue un individuo causata dallo Stato o da elementi ogni settimana – racconta frate Gustavo, politiche di governo proprio quel 70% a esso legati. In alcuni casi è considerata anche un crimine contro l’umanità. un giovane domenicano che vive la sua di popolazione sino ad allora escluso dal Ng Shui Meng, originaria di Singapore trasfe- missione tra i ragazzi più poveri di Ma- corrotto sistema politico venezuelano. ritasi poi in Laos con Sombath dopo gli studi racaibo, riferendosi ai tassi di omicidi Senza dubbio ha fatto molto – dalle universitari, è durissima verso l’Associazione del suo Paese, tra i più alti al mondo – case popolari alle missioni educative e delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), la ora speriamo che tutti i politici man- sanitarie – ma ha commesso anche molti cui presidenza nel 2016 è affidata proprio al tengano quanto promesso in campagna errori, a cominciare dalla corruzione che Laos. In una recente intervista a The Diplomat spiega che, come insieme di nazioni, l’ASEAN elettorale, nell’interesse collettivo dei ha sfiorato tanti suoi leader, creando la non avrebbe fatto nulla e che solo il suo venezuelani». cosiddetta “boli-borghesia”, ovvero i Paese di provenienza avrebbe cercato di otte- “nuovi ricchi del regime” che, al di là nere risposte sul marito rapito tre anni fa. Il delle parole, si sono dimenticati del po- 15 dicembre 2012, l’uomo, che il 17 febbraio polo. compie 64 anni, fu fermato a un posto di Da quando Maduro è arrivato alla presi- blocco della polizia e prelevato da un furgone bianco verso un’ignota destinazione. denza, meno di tre anni fa, invece di al- Simile sorte è toccata al difensore dei diritti largare la propria base di consenso coin- umani thailandese Somchai Neelaphaijit, pre- volgendo l’opposizione più moderata e levato nel 2004 a Bangkok da cinque poliziotti. ammettendo alcune colpe, ha accusato Anche in questo caso è la moglie Angkhana a di “guerra economica” una lista infinita mantenere viva la memoria e la ricerca del consorte. Se da una parte i Paesi asiatici, e in di “nemici immaginari”. Per questo ha particolare il Pakistan, continuano a utilizzare perso e la speranza, della Chiesa e di diffusamente il metodo criminale della spari- Popoli e Missione, è che il messaggio che zione forzata, dall’altra individui e organizzazioni gli elettori-cittadini hanno voluto dare di questi stessi luoghi stanno conducendo tramite il loro voto, sia ascoltato da tutti una strenua battaglia. Ciò che più conta è in Venezuela. Democraticamente e, magari, darle voce. Come ha detto al Bangkok Post il giurista Sam Zarif: «È importante che i diritti «costruendo nuovi ponti», per citare della vittima non spariscano con la vittima». ancora una volta papa Francesco.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 7 ATTUALITÀ Arabia Saudita e Iran: nuovi equilibri

RiadRiad alal collasso?collasso?

di ILARIA DE BONIS La condanna a morte del predicatore sciita [email protected] Nimr al-Nimr, da parte dell’Arabia Saudita, li assetti geopolitici in Medio ha scatenato una rivalità regionale molto forte. Oriente si stanno rapidamente Gmodificando. La rinnovata ostilità Ma la vera spina nel fianco di Riad è l’Iran di tra Riad e Teheran (con un Iran riaccre- Hassan Rouhani. Di nuovo in auge e ditato dal mondo) cambia di nuovo le pedine sullo scacchiere internazionale. riaccreditato dal mondo intero, questo Iran In realtà, ci dicono esperti ed analisti, quello lanciato nei giorni scorsi dall’Arabia ormai libero dalle sanzioni economiche Saudita è un aut aut al mondo occi- spaventa la dinastia dei Saud. Preoccupata dentale: re Saud ci sta sostanzialmente chiedendo di fare una scelta di campo. di un potere che non regge più.

8 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Donne sciite manifestano per le strade della città di Qatif contro l’esecuzione del religioso sciita Nimr al-Nimr da parte delle autorità saudite.

L’alternativa concessa è tra un modello Veduta della Mecca. di monarchia assoluta – la propria - L’Iran, successivamente all’esecuzione di dominata dal medievale credo wahhabita, Nimr al-Nimr, ha sospeso il pellegrinaggio, e quello tutto sommato pluralista del accusando i sauditi di non riuscire a risorto Iran. A parlarne in questa intervista garantire la sicurezza dei fedeli. sono due esperti di geopolitica interna- zionale: il generale Giuseppe Cucchi, già direttore del Centro Militare di Studi Strategici e consigliere militare del pre- sidente del Consiglio e l’analista politico Nicola Pedde, direttore dell’Institute of Global Studies (IGS) di Roma e direttore della rivista Geopolitics of the Middle East. »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 9 ATTUALITÀ

Molto più credibile e politicamente serio molto grave! – spiega ancora Cucchi - delle petromonarchie. Il messaggio è forse sfuggito al resto E in grado di scalzare almeno sul piano del mondo, ma l’Arabia Saudita lo ha politico gli alleati tradizionali. «L’Arabia còlto eccome! Accusandola di non riuscire Saudita adesso – aggiunge il generale a garantire la sicurezza dei fedeli, l’Iran Giuseppe Cucchi - vuole una definizione sta dicendo che il custode delle sacre precisa di quali siano i suoi nemici e moschee (ossia il re saudita) è in realtà quali i suoi amici». Ed ha iniziato a fare indegno e incapace. Il governante in- la conta di chi, fuori e dentro la regione degno deve essere rimosso e se necessario del Golfo, la sostiene a tutto campo. sottoposto anche all’uso della forza». Una volta rotto drasticamente con la E perché noi occidentali ci accorgiamo potenza iraniana, lo scacchiere appare solo ora dell’estremismo wahhabita e diviso in due. «Sta a noi europei, e del suo integralismo? «Perché l’Arabia anche a noi italiani, non cadere nella Saudita ufficialmente è sempre stata trappola dell’Arabia Saudita e non schie- considerata “buona”», risponde il generale. rarci in modo netto». Dice Nicola Pedde. Dove per buona si intende ricca e tec- Il presidente iraniano, Tuttavia la difesa dei diritti umani ci nologica, padrona di pozzi petroliferi e Hassan Rouhani. imporrebbe almeno di fare delle dure delle leve della finanza. «Siamo andati condanne. Human Rights Watch in un avanti per anni con una visione manichea report scrive che l’Arabia Saudita, all’alba del mondo: i buoni e i cattivi». Categorie «L’Arabia Saudita e le monarchie del del 2016, ha perpetrato la peggiore che andrebbero riviste e se possibile Golfo – scrive Pedde - considerano l’Iran delle esecuzioni di massa dal 1980. non più applicate ad un universo-mondo una minaccia esistenziale perché espres- che è invece complesso ed articolato; sione di un modello politico-sociale par- CONDANNE A MORTE SPIETATE sfaccettato e da studiare a fondo. «Dob- tecipativo e moderatamente pluralista». In un solo giorno ha fatto fuori 47 per- biamo rinunciare ad avere amici per- Al contrario di quanto finora l’Europa e sone, un trend che va avanti da anni e manenti ed interessi permanentemente gli Usa hanno creduto. Finalmente riac- che l’Occidente (impegnato nel suo bu- condivisi», ritiene Cucchi. «I sauditi hanno creditato dalla comunità internazionale, siness con gli emiri, compresa l’Italia afferrato perfettamente i meccanismi dopo l’accordo sul nucleare, e libero che ha varie attività commerciali in dalle sanzioni economiche che gravavano piedi con Riad) ha più o meno sempre su di lui, l’Iran di Rouhani spaventa di ignorato. «Il potere della dinastia saudita molto i regnanti sauditi. E con essi la sopravvive solo in quanto esprime uno pletora di Paesi del Golfo che uno ad degli islam più rigidi che esistano al uno si stanno esplicitamente schierando mondo: quello wahhabita - ricorda Giu- con Riad. A terrorizzare gli emiri è il seppe Cucchi - L’accordo tra i Saud e i riavvicinamento occidentale ad un Iran wahhabiti è questo: i monarchi rimar- fino a pochissimo tempo fa demonizzato ranno al potere fino a quando faranno come il peggiore dei mali. Ecco perché espandere il credo wahhabita». chiedono al mondo di scegliere. Ma quanto ci deve preoccupare lo scontro tutto politico (più che religioso) L’IRAN INTERLOCUTORE SERIO tra questi due Stati? Si rischia davvero «Il problema è che l’Occidente non è un conflitto? Gli analisti ritengono che mai uscito dallo stereotipo che si era lo scontro sia regionale e che non con- disegnato sull’Iran: e nessuno riusciva a durrà ad un vero e proprio conflitto. far capire ad Europa e Stati Uniti quanto Eppure l’Iran ha reagito con determi- in realtà quello fosse un Paese profon- nazione alla condanna a morte del pre- damente mutato – argomenta Nicola dicatore sciita Nimr al-Nimr, giustiziato Pedde – e già molto moderno. Oggi si è dai Saud. «La sospensione del piccolo di fatto stabilito che l’Iran è il miglior pellegrinaggio alla Mecca da parte del- Salman bin Abdulaziz, interlocutore possibile in quell’area». l’Iran è stato un atto simbolico molto re dell’Arabia Saudita.

10 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Arabia Saudita e Iran: nuovi equilibri

di quello che è il mondo finanziario «Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce Repubblica islamica. «Fine dell’isolamento mondiale – spiega - ed hanno gestito di morte, ma quando l’Isis mi arresterà politico, ovviamente. Ma di lì a poco meravigliosamente bene l’epopea del e ucciderà sarà tutto ok, perché loro mi avverrà soprattutto un’altra cosa che a petrolio. Retrogradi per quanto concerne taglieranno la testa e io ho la dignità. Riad non piacerà affatto: Teheran im- l’impostazione della vita e della politica, Meglio che vivere sotto l’umiliazione di metterà sul mercato circa un milione di non lo sono affatto sul piano economico. Isis». barili di petrolio in più al giorno, con Sono loro che determinano ancora qual l’obiettivo dichiarato di tornare ai livelli è il prezzo del petrolio». L’ARABIA SAUDITA PERDE COLPI ante embargo di 4,3 milioni di barili al Eppure la modernità finanziaria cozza Il comportamento fuori controllo dei giorno. Per Riad non è una questione di contro un barbaro medioevo sociale e sauditi ci dice altro: che l’Arabia Saudita concorrenza, ma di sopravvivenza». culturale. Che somiglia tanto alla barbarie è un Paese in difficoltà. Sempre meno Insomma, si tratta di una monarchia dell’Isis in Siria: nelle stesse ore in cui i credibile ed economicamente alla lunga che teme il confronto e l’isolamento. terroristi dell’Isis, tra lo sdegno del mon- insostenibile. Con una limitata indipen- «Questi fattori hanno determinato per do, decapitavano una giovane blogger denza economica, che si basa unicamente la prima volta in Arabia Saudita la ne- e giornalista siriana a Raqqa (la corag- sui pozzi di petrolio. «Ha una spesa mi- cessità di emettere debito. Il mercato giosa Raqia Hassan, 30 anni appena), i litare, anche per via del finanziamento finanziario inizia quindi a temere la sauditi tagliavano la testa ad un predi- al jihadismo, e per il sostegno alla guerra possibilità di un collasso», conclude catore sciita pacifista (l’innocuo Nimr in Yemen, molto molto elevata e sempre Pedde. E si torna al dilemma di sempre: al-Nimr). Che «protestava per chiedere meno sostenibile – fa notare Pedde – l’alta finanza, che continua a dettare una più equa redistribuzione dei profitti Inoltre i prezzi del petrolio tenuti così legge e a dominare sulla politica, perfino petroliferi, per combattere il settarismo bassi non fanno il gioco delle finanze in ambito di relazioni internazionali. alimentato dal regime saudita e per saudite». Collegando questa imminente «Quanto a lungo riusciremo a consentire denunciare l’autoritarismo delle mo- crisi economica all’eterno nemico ira- che sia la finanza a gestire e a manipolare narchie del Golfo», dice Nicola Pedde. niano, il giornalista Antonello Sacchetti le vite dei popoli?» è la domanda finale Quale delle due esecuzioni sia più in un suo articolo fa notare che con che l’analista Nicola Pedde lascia senza barbara è duro giudicare. L’ultimo tweet l’Implementation day dell’accordo sul risposte. E che noi rilanciamo affinché della giovane giornalista siriana, che nucleare tra Iran e gruppo 5+1 comin- qualcuno possa prima o poi prenderne scriveva sotto pseudonimo, è questo: ciano ad essere tolte le sanzioni alla atto.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 11 ATTUALITÀ Morire di fame a Madaya Ci sono città rurali assediate attorno a Damasco, dove i civili vengono lasciati morire di fame. A Madaya la distribuzione del cibo è avvenuta il 18 ottobre scorso e poi di nuovo solo dopo l’11 gennaio, da parte del Programma alimentare mondiale (Pam). L’assedio dei civili è una vera e propria tattica di guerra mutuata dal Medioevo. Come cambiare il Diritto e fare in modo che i processi non siano più solo mediatici?

di ILARIA DE BONIS là di alcune bufale mediatiche, una cosa morire di fame nel XXI secolo, stretti [email protected] è certa: nelle enclavi siriane al confine nella morsa di un conflitto che non con il Libano e in quelle yemenite la permette di intervenire per soccorrere i er giorni e giorni sono circolate popolazione locale vittima della guerra bambini? sui social media e sui siti delle soffre e muore. I bambini hanno man- «Il Pam trasporterà cibo da Damasco a P organizzazioni umanitarie foto giato per settimane solo decotti di foglie Madaya, sufficiente per un mese e de- agghiaccianti di bambini dagli occhi e acqua. Poi finalmente una buona no- stinato ad oltre 40mila persone, razionato giganti e le guance inesistenti. Immagini tizia: il Programma alimentare mondiale per 4mila famiglie, e pacchi di scorte shock dei “morti viventi” e degli scheletri (Pam), agenzia delle Nazioni Unite, ca- sufficienti per 20mila persone a Foah e di Madaya, Foah e Kufraya in Siria. Ma ricava camion con pacchi di riso e zuc- Kufraya da Homs», abbiamo letto sul anche quelle di Tiaz in Yemen. chero pronti a partire per le campagne sito del Pam, tirando un sospiro di sol- Nel contempo, alcuni siti di controin- attorno a Damasco e Homs. Per rompere lievo. Al momento in cui scriviamo non formazione minimizzavano le notizie l’assedio disumano del regime di Assad abbiamo la certezza che il convoglio mostrando foto ritoccate e falsi, ottenuti alle città fulcro della Siria in guerra. abbia raggiunto tutte le città citate e sulla pelle dei poveri. In ogni caso, al di Cosa è successo a Madaya? Si può che la popolazione siriana potrà davvero

12 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Il conflitto in Siria e la società civile sotto assedio

mangiare riso, fagioli, bi- Madaya, nel governatorato della Da- scotti, latte e assumere masco rurale. Dal 18 ottobre scorso, OSSERVATORIO le medicine necessarie. unico giorno di tregua concesso per la Ma sicuramente la co- distribuzione del cibo, la città è stran- MEDIO ORIENTE munità internazionale sta golata dalla morsa di un assedio totale». intervenendo. Ci si ac- Portare la gente a morire di inedia non di Chiara Pellicci corge però sempre troppo è un’arma nuova ma una tattica mutuata tardi dei “danni collate- dal Medioevo. E l’episodio ha dei pre- rali” che i conflitti pro- cedenti: «Il conflitto nel conflitto negli A GAZA PER vocano sulle popolazioni anni Ottanta ha visto tattiche di assedio inermi. Perchè? applicate ai campi profughi palestinesi, REGALARE SORRISI in Libano, da parte delle milizie nelle l numero di spettacoli che il clown Marco I GIORNI DI MADAYA aree urbane con conseguenze molto IRodari (in arte: Claun il Pimpa) ha tenuto «Camminare per strada simili a queste», scrive James Denselow davanti ai bambini palestinesi della Striscia di è estremamente perico- per Al Jazeera. Gaza è enorme: «Impossibile ricordare quanti loso, ma bisogna uscire momenti ho passato con i bimbi gazawi (cioè abitanti di Gaza, ndr)! La cosa certa – scherza TRAPPOLE PER POPOLI lo stesso per andare alla il clown, raggiunto da Popoli e Missione - è ricerca di legna da ardere L’assedio di Gaza è un altro evidente che dovrò passare ancora molti anni in quella ed evitare di morire con- esempio di come si possa esasperare terra, perché là vivono più di mezzo milione gelati; oppure nei campi una popolazione, chiudendola in una di bambini e, con l’aiuto di tutti gli altri clown, per trovare un po’ di erba trappola senza scampo: nessun cordone ci siamo promessi di donare un sorriso a umanitario è permesso nella Striscia tutti». Da sei anni Marco Rodari, un giovane di e fiori da mangiare – si Leggiuno (Varese), trascorre brevi periodi in legge in una delle cro- quando Israele ciclicamente la bombarda. questa terra martoriata, come ospite della nache dei giorni di Ma- E in tempi “normali” Gaza soffre di un parrocchia latina di Gaza: dopo aver dato una daya - Molti bambini isolamento che la porta a morire lenta- mano al parroco nell’organizzare un oratorio hanno perso un braccio mente. ben funzionante con tanti animatori, ha formato o una gamba per aiutare Il medico Pauline Cutting nel 1988 ha altri clown (cristiani e musulmani, senza di- stinzione) che lo aiutano nella missione di re- i propri genitori in questi scritto un libro “Bambini sotto assedio”, galare sorrisi e spensieratezza ai bambini di lavori. Anche allontanarsi raccontando la morte dei palestinesi una delle regioni più tristi della Terra. Fuori dalla città è rischioso, se nei campi di Bourj al-Barajneh in Libano. dai cancelli dei locali parrocchiali, raggiunge i non praticamente im- «Mentre i siriani lentamente muoiono più piccoli in ospedali, scuole, strade e si in- possibile: uscire da Ma- di fame non dovremmo farci illusioni trattiene con loro a colpi di magia, «ovunque sulle Nazioni Unite che sembrano inca- sia ben accetta un po’ di meraviglia», dice. daya significa morire per Precisando: «La gioia di un sorriso va oltre la mano dei cecchini o sal- paci di prevenirlo», scrive Denselow. Gli religione». tare sulle mine anti- aiuti potrebbero anche arrivare dal cielo, Claun il Pimpa non si è fatto spaventare dalla uomo posizionate tutte come pacchi-dono dell’aviazione bri- difficoltà della lingua: «Non servono le lingue intorno al perimetro della cittadina». tannica? Il regime siriano avrebbe il co- ad un clown per comunicare: le parole a volte Contro quanto riportato da alcuni siti raggio di abbatterli? La realtà è che le sono di troppo, rovinano la meraviglia. Però – confessa - a furia di stare con questi bimbi, web che smontano l’allarme “starving”, regole stesse del diritto internazionale sono loro stessi che mi hanno fatto un po’ di morte per fame, Medici senza frontiere (peraltro non scritto) vanno cambiate: scuola di arabo. Anche se devo riconoscere (Msf) scrive che il suo staff medico a è ora di tutelare davvero i civili e di che sono un pessimo studente». Madaya ha identificato 250 persone scrivere regole che poi siano rispettate. Nella terra governata da Hamas, merci e affette da malnutrizione acuta, «inclusi Pena dure sanzioni economiche e veri cittadini non possono entrare né uscire, se processi, non solo mediatici. L’informa- non in casi eccezionali con permessi rilasciati dieci pazienti in pericolo di vita che dall’autorità israeliana. Qui, in una delle zone hanno bisogno urgente di cure ospeda- zione dovrebbe servire a denunciare e più densamente popolate del pianeta e con la liere». E il numero aumenta di ora in non a comminare una pena, che è invece più alta percentuale di bambini al mondo, chi ora. Msf fa appello al diritto di evacua- compito della giurisprudenza interna- ha sei anni ha già vissuto tre guerre e subito zione in caso di pericolo di morte e ri- zionale. Indignarci attraverso la stampa sulla propria pelle la devastazione dei bom- corda che dal luglio scorso ad oggi «è è utile se poi questo ci predispone ad bardamenti. Regalare un sorriso a questi bam- bini è riempire i loro occhi, vuoti e spauriti, di stato imposto un assedio dalle forze un’azione effettiva, deterrente e punitiva quella luce che fa tornare la voglia di vivere. del governo siriano attorno alla città di verso chi viola i diritti umani.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 13 FOCUS Una riflessione del Segretario generale della Cei

In questa analisi di monsignor Galantino, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana, emerge in tutta la sua ampiezza la dimensione dell’ “ecologia integrale” necessaria ad ogni aspetto della vita umana sul pianeta. In un momento storico delicato come quello attuale, bisogna essere coscienti che solo integrandosi con il Creato, la dignità umana potrà scoprirsi accolta in un progetto che la vuole parte viva di un universo pulsante.

di NUNZIO GALANTINO I volontari [email protected] espressione “ecologia integrale” ha radici profonde. Nell’inse- internazionali, L’gnamento dei papi dell’ultimo secolo risale anzitutto a quell’appello a una «conversione ecologica globale» lan- ciato da Giovanni Paolo II in una densa soggetti di ecologia catechesi del gennaio 2001. Riascoltia- mone le parole: «Occorre stimolare e so- stenere la conversione ecologica, che in questi ultimi decenni ha reso l’umanità integrale più sensibile nei confronti della catastrofe

14 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 verso la quale si stava incamminando. L’uomo non più ministro del Creatore, ma autonomo despota, sta compren- dendo di doversi finalmente arrestare davanti al baratro. […] Non è in gioco […] solo un’ecologia fisica, attenta a tutelare l’habitat dei vari esseri viventi, ma anche un’ecologia umana che renda più dignitosa l’esistenza delle creature, proteggendone il bene radicale della vita in tutte le sue manifestazioni e preparando alle future generazioni un ambiente che si avvicini di più al pro- getto del Creatore». La globalità della conversione additata da papa Wojtyła è indice del suo riferirsi a tutta la sfera dell’umano: “fare” ecologia PAPA FRANCESCO E L’“ECOLOGIA senza risanare tutte le relazioni umane non è soltanto un compito da svolgere INTEGRALE” fondamentali» (nn. 118-119). “a tempo perso”, ma un impegno che si Nella sua esplicita citazione del modello È evidentemente il richiamo alla com- identifica con l’edificazione a immagine francescano, l’enciclica Laudato si’ addita plessità ordinata delle dimensioni umane, di Dio della figura umana nella storia lo stile di «un’ecologia integrale, vissuta collegate tra loro ed espresse in armonia del mondo. È per questo che lo stesso con gioia e autenticità» (n. 10). In linea con il Creato. In un unico abbraccio, Giovanni Paolo II poteva parlare delle con i suoi predecessori, papa Francesco questa sensibilità tiene insieme molteplici imprescindibili «condizioni morali di ne esplicita le coordinate antropologiche: quadri di riferimento: c’è un’ecologia un’autentica ecologia umana» (Centesimus tale ecologia, infatti, «richiede apertura economica, chiamata a considerare gli annus, n. 38). Ed è ancora per questo verso categorie che trascendono il lin- equilibri dello sviluppo a livello globale, che Benedetto XVI, quasi facendovi eco, guaggio delle scienze esatte o della bio- e un’ecologia sociale, aperta alle dimen- ha inteso richiamare il nesso tra degrado logia e ci collegano con l’essenza del- sioni della solidarietà e dell’amicizia; c’è della natura e la «cultura che modella la l’umano» (n. 11). Scrive il papa: «Non si un’ecologia culturale, inclusiva rispetto convivenza umana» (Caritas in veritate, può prescindere dall’umanità. Non ci alle differenze e alle interpretazioni, ai n. 51). Parliamo dunque di un’ecologia sarà una nuova relazione con la natura simboli e alle tradizioni, e c’è un’ecologia interamente umana, concentrata sulla senza un essere umano nuovo. Non c’è della ferialità, che vive negli spazi della verità dell’uomo, nella totalità delle sue ecologia senza un’adeguata antropologia. vita quotidiana. dimensioni. È un’ecologia che “non si […] Non possiamo illuderci di risanare la “Ecologia integrale” è tutto questo insieme. fa”, ma “si è”. nostra relazione con la natura e l’ambiente In un momento storico in cui la diffidenza verso gli integralismi può contaminare Monsignor Nunzio questa idea, non dobbiamo stancarci di Galantino, Segretario ripeterne la verità: solo integrandosi con generale della il Creato, la dignità umana potrà scoprirsi Conferenza episcopale accolta in un progetto che la vuole parte italiana. viva di un universo pulsante. L’ecologia integrale è un’ecologia che non funziona a tratti, a intermittenza, a compartimenti stagni. Non è – dice il papa – quell’ecologia «superficiale o apparente che consolida un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilità» (n. 59), quasi bastasse fare a gara a chi è più bravo a non gettar cartacce per dire di aver fatto il proprio dovere. È qualcosa di molto »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 15 FOCUS

sviluppa «secondo una trasformazione personale» si può parlare di impegno efficace ed effettivo. E più ancora: «So- lamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico» (n. 211). Il volontariato è precisa espressione di questo orientamento virtuoso e consa- pevole. Fare volontariato significa sempre fare della determinatezza delle proprie scelte un dono. Ne può essere destinataria la società nel suo insieme, ma più spesso a beneficiarne sono gruppi marginalizzati, esperienze ferite dell’umano che diver- samente faticherebbero a trovare acco- glienza e solidarietà. Nella sua declinazione ecologica, il più grande, e al contempo di molto più creativamente e legittimamente in questo servizio volontario è rivolto alla custodia profondo e radicale: è una prova dell’es- dovere di responsabilità. Risponde, per della casa comune, della quale intende sere, più che dell’agire; è l’esperienza restare ancora a quanto ci dice la Laudato valorizzare l’unicità e la ricchezza. Essere confortante di abitare spazi e tempi di- si’, all’esigenza di supportare in maniera volontari per l’ecologia e l’ambiente è latati; è sentirsi ovunque responsabili di concreta e realistica quella pur necessaria sempre un esercizio di responsabilità: è una «casa comune» di cui, spesso, sem- educazione ambientale che, pur essendo risposta alla consapevolezza di aver ri- briamo aver perso le chiavi. chiamata a creare una “cittadinanza cevuto tanto, è impegno per la preser- ecologica”, «a volte si limita a informare vazione di un dono che riconosciamo VOLONTARIATO E DOVERE e non riesce a far maturare delle abitu- non essere soltanto nostro. DI RESPONSABILITÀ dini». Solo quando la prassi ecologica Lo abbiamo ascoltato più volte, ed è L’esperienza del volontariato si innesta nasce da «motivazioni adeguate» e si stato ripetuto anche durante il meeting

16 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Una riflessione del Segretario generale della Cei

Non c’è quindi spazio per l’opzionalità un tragico luogo comune identifica il volontariato con qualcosa di accessorio, di sostituibile, di non necessario. Il vo- lontariato “da salotto”, quello che si fa come espressione di carità a basso prezzo, quello che è unicamente volto a pacificare la coscienza dinanzi ai drammi e alle contraddizioni del mondo, non ha nulla a che fare con il servizio integrale all’uomo negli spazi e nei tempi che esso abita. Il vero volontariato fa piuttosto casa con l’uomo: lo visita, lo trova e lo scova negli anfratti che la storia gli ritaglia; siede affianco a lui, mangia, lavora, studia, sogna, soffre con lui; e se il tetto che ha sulla testa non è solido, lo aiuta a ripararlo. Ma forse che fare casa, co- struire, custodire, restaurare la casa del- l’uomo non sia in fondo il senso più ge- nuino dell’ecologia? Al di là dell’immediato di Parigi sul clima: potremmo davvero cessariamente integrale, nel senso che impegno per l’ambiente, non vi è forse essere l’ultima generazione ad essere ha per oggetto e per soggetto l’uomo, – nella prospettiva integrale che abbiamo chiamata in causa per un cambiamento la totalità delle sue dimensioni, la verità tracciato, con papa Francesco – la doppia globale. Dopo, potrebbe essere troppo più profonda e indisponibile del suo es- esigenza di uscire incontro all’uomo e di tardi. Nella sua azione di gratuità, il vo- sere. Si potrebbe anche dire che ideal- abitare con lui? lontariato esprime proprio la convinzione mente l’impegno volontario di un cri- Uscire e abitare sono due delle coordinate di essere destinatari di un appello estremo: stiano non è mai part-time: è impegno che il recente Convegno di Firenze ci ha esso non è soltanto un ultimatum, ma è totale anche nel tempo, è dedizione du- donato. Esse convergono nella dinamica anche un invito a prendere consapevo- ratura, senza riserve. Questo non significa che tiene vivi il volontariato internazionale lezza in maniera decisa e radicale di che non risenta delle naturali limitazioni e il suo slancio ecologico. Si tratta di un quella che da più parti viene intesa nella disponibilità degli individui, ma in impegno totalizzante, di una responsa- come la transitività del dono: abbiamo linea di principio non si lascia determinare bilità avvincente ed esigente. Per un cri- avuto in eredità la Terra dai nostri padri, da compromessi, se sono in gioco la di- stiano, è la naturale conseguenza dell’aver siamo chiamati a riconsegnarla (perlo- gnità dell’altro e l’autenticità del servizio preso sul serio il monito di Gesù, per il meno intatta, se non migliorata) a chi alla sua umanità. Non fa meraviglia che quale «ogni volta che (non) avete fatto verrà dopo di noi. Di padre in figlio, di un’espressione qualificatissima di tale queste cose a uno di questi miei fratelli dono in dono, questa catena virtuosa servizio scelga deliberatamente di esten- più piccoli, (non) l’avete fatto a me» (Mt produce vita: è generativa. E lo è ancor dersi oltre ogni confine di nazionalità, 45,41-46). Quell’«ogni volta» non lascia più se si considera la proporzione del lingua, cultura e tradizione. Un volon- spazio ad alibi. Non parla di una tantum, lascito, che non riguarda solo questo o tariato internazionale esprime proprio ma è chiarissimo e provocante: ogni quel contesto locale, ma ha estensioni l’universalità – vorrei dire: la cattolicità volta l’amore chiama, ogni volta c’è una planetarie. – del dono, nella lucida consapevolezza casa da abitare, da restaurare, da custodire, che il destino dei popoli, delle molteplici da rallegrare della gioia di Dio. L’ecologia IL VOLONTARIATO DI ISPIRAZIONE culture e delle complesse società che di Dio è in quell’ogni volta: senza riserve, CRISTIANA vivono sul nostro pianeta è sempre in- senza omissioni, senza risparmio di energie L’ispirazione cristiana ha effetti tutt’altro trecciato. La finalità di questo volonta- e di risorse. Perché «chi fa opere di mi- che secondari in quest’esercizio di gra- riato non è servire un uomo, o un gruppo sericordia, le compia con gioia» (Rm tuità. Un volontariato cristiano è ne- di uomini, ma servire l’uomo. 12,8).

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 17 L’INCHIESTA Guerra ambientale in Amazzonia Lo spaventoso scenario della foresta derubata

Nel Nord-est del Brasile i traffici di legnami mettono a rischio l’intero ecosistema di questa zona dello Stato del Maranhão. Minacce, omicidi, fuga di indios e instabilità sono il risvolto sulla comunità sociale dell’arricchimento dei fazendeiros. E intanto continua il traffico di camion carichi di tronchi di alberi centenari, raccolti tra gli ultimi rimasti nella foresta Amazzonica del Maranhão, con il tacito placet di alcuni parlamentari a tutti i livelli di governo e di molti sindaci dei municipi interessati.

di MARCO RATTI 40% del suo territorio è occupato: circa mundo dos Santos Rodrigues, è stato 4mila persone abitano dentro i confini ucciso mentre ritornava in moto a casa [email protected] della riserva, sono attive una ventina sua, nella città di Bom Jardim. Anche la ella riserva biologica del Gurupi di aziende agricole che allevano be- moglie, Maria da Conceição, che par- si sta combattendo una violenta stiame, mentre di notte si aggirano tecipava dello stesso Consiglio, è stata Nguerra ambientale. In questa cacciatori alla ricerca di animali rari da raggiunta dagli spari, ma è sopravvissuta area del Nord-est del Brasile, grande rivendere sul mercato clandestino. In- e si trova oggi in un luogo segreto e poco più di 271mila ettari, l’unica legge somma, una situazione fuori controllo. inserita nel programma speciale di pro- in vigore è quella del più forte. Per ac- Tanto che l’Istituto Chico Mendes di tezione dei testimoni. cedere alla zona ci vuole la scorta dei Conservazione della Biodiversità (ICMBio), militari. E si continuano a registrare l’autorità impegnata ad assicurare il ri- PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE omicidi, minacce, persone in fuga. Oltre, spetto delle regole, ha messo a punto Raimundo era ben conosciuto per il naturalmente, agli alberi abbattuti, alle una controffensiva che prevede persino suo lavoro a difesa dell’ambiente e dei porzioni di foresta che scompaiono da l’uso di armi come sistema di protezione. diritti della comunità di Brejinho Rio un giorno all’altro e alle specie di animali Una strategia che è ben spiegata in un das Onças II, di cui presiedeva l’asso- uniche al mondo a rischio di estinzio- documento “confidenziale”, come ri- ciazione degli abitanti. Tanto che - ne. portato a caratteri cubitali su ognuna ironia della sorte - «nel 2014 aveva Questo ultimo tratto di Amazzonia so- delle 30 pagine da cui è composto, su partecipato a un laboratorio per la pro- pravvissuto nello Stato del Maranhão, cui Popoli e Missione è riuscito a mettere tezione dei difensori di diritti umani tanto importante per l’ambiente che le mani. organizzato in collaborazione con la una legge del 1988 ne aveva stabilito L’escalation di violenza ha avuto una ong carioca Justiça Global», come ricorda la “protezione integrale”, è diventato il brusca accelerazione a metà 2015. Lo Xoán Carlos Sánchez Couto, membro Far West brasiliano. In teoria non ci scorso 25 agosto un consigliere del- della rete Justiça nos Trilhos (Sui binari potrebbe vivere nessuno, eppure oggi il l’ICMBio della riserva del Gurupi, Rai- della Giustizia).

18 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Rete ecclesiale Pan-Amazzonica sotto- linea che «niente è fatto per colpire il motore economico di questa organiz- zazione criminale: le segherie, che con- tinuano in pieno funzionamento, rice- vono tutti i giorni decine di camion carichi di legname illegale». Secondo la Rete Pan-Amazzonica, inoltre, «i traffi- canti di legname (principalmente quelli di Buriticupu) formano un’estesa orga- nizzazione criminale, con ramificazioni in vari municipi e agenti infiltrati in La comunità di Raimundo, che aveva di famiglie in tutto, decisero di scappare vari organi pubblici, che sorregge milizie alle spalle una lunga storia di lotta per in tutta fretta dalla riserva. fortemente armate e disposte a sparare la terra, si era installata nella riserva ri- su chi osi affrontare l’impero della legge spettando le regole dell’ICMBio e aiu- TRAFFICI ILLEGALI della forza, che è attualmente ciò che tando a preservare la foresta nativa. E così arriviamo all’oggi. Queste persone sta regolando questa porzione di Brasile». Questo comportamento, però, non an- sono vittime dei commercianti di le- Risultato? «Il costante traffico di camion dava bene a tutti. Non piaceva alle gname. Gli eventi degli ultimi mesi, in- carichi di tronchi di alberi centenari, persone della zona che vivevano ta- fatti, hanno cambiato per sempre le raccolti tra gli ultimi rimasti nella foresta gliando alberi e vendendo legname alle loro vite: nessuno è potuto ritornare Amazzonica del Maranhão, continuano segherie, perché sospettavano che Rai- alla riserva, mentre tanti hanno accettato a essere il paesaggio urbano più fre- mundo stesse denunciando i loro traffici. la proposta compensatoria dell’Istituto quente a Buriticupu». E tutto questo, E non piaceva neppure a un grande fa- nazionale di colonizzazione e riforma conclude la nota, «con l’appoggio di zendeiro della zona, che avrebbe voluto agraria (INCRA), che ha offerto loro alcuni parlamentari a tutti i livelli di che tutti quei contadini se ne andassero una nuova terra nel comune di Parna- governo e di molti sindaci dei municipi per fare spazio ai suoi allevamenti rama, molto lontano dalla città di Bu- interessati». bovini. Inoltre, secondo i racconti di al- riticupu, dove hanno le loro origini. In Da ormai diverso tempo, inoltre, l’azione cuni testimoni, nello stesso giorno in ogni caso, comunque, tutti hanno perso dei trafficanti di questa regione colpisce cui fu ucciso Raimundo ci fu un secondo il fazzoletto di terra che coltivavano e anche le popolazioni indigene locali (la omicidio. Questa volta la vittima sarebbe dovranno lavorare sodo per ricostruirsi riserva del Gurupi è circondata dalle stato un non meglio identificato Jessé, una vita. terre Alto Turiaçu, Awa e Carú). L’ultimo fatto fuori nella stessa zona. Di fronte In seguito ai fatti dell’agosto dello episodio in ordine di tempo risale allo a questa situazione di pericolo immi- scorso anno, diverse organizzazioni na- scorso dicembre, quando la ong Survival nente, gli abitanti della comunità di zionali e internazionali hanno denunciato International aveva denunciato che Brejinho Rio das Onças II, una trentina la situazione. In una nota pubblica la «gang di trafficanti di legname sono »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 19 L’INCHIESTA

OSSERVATORIO BALCANI

di Roberto Bàrbera ECOSISTEMA A RISCHIO IN MACEDONIA l confine tra Macedonia, Kosovo e AAlbania c’è uno dei massicci più impor- tanti della penisola balcanica, i Monti Šar (Šar Planina). Non molto conosciuti nel resto d’Europa, sono uno dei patrimoni na- turali più preziosi del Vecchio continente. I Šar sono ricchissimi di vegetazione e tra i boschi di pini macedoni (Pinus peuce) e di pini bosniaci (Pinus heldreichii) vive ancora la lince dei Balcani (Lynx lynx balcanicus, una sottospecie della lince eurasiatica Lynx lynx). Immensa è anche la memoria culturale che si nasconde tra questi monti: uno studio dell’United Nations Environment Programme responsabili degli in- (Unep) ha ricordato che la regione è ricca cendi nelle aree indi- di sorgenti, fiumi, cascate, rilievi glaciali, e gene del Maranhão», che «l’eccezionale biodiversità di questa zona è dovuta alla combinazione di carat- appiccati «per forzare teristiche dei Balcani e del Mediterraneo gli indigeni ad abban- che ne determinano la ricchissima flora e donare le proprie ter- fauna, che comprende un gran numero di re». specie rare, endemiche e minacciate». La Macedonia, però, non garantisce la necessaria SITUAZIONE FUORI protezione a questo paradiso ancora in- contaminato. Nel mese di agosto dello CONTROLLO scorso anno inondazioni e smottamenti In generale, un’analisi hanno prodotto vittime e danni gravi e il di- particolareggiata della sboscamento illegale è considerato uno dei situazione si trova nella fattori della catastrofe. Unite dallo slogan “Pianificazione opera- “Friends of Šar”, alcune ong di Tetovo e Te- arce, insieme alla Macedonian Ecological tiva del controllo nella Society (Mes), stanno raccogliendo firme Riserva biologica del per la costituzione in Macedonia di un parco Gurupi e dei suoi din- nazionale. Il progetto è affiancato dalla te- torni”, un documento desca Euronatur Foundation e finanziato riservato scritto a fine L’Onça Pintada, uno dalla German Federal Environmental Foun- degli animali a rischio dation. Frosina Pandurska-Dramikjanin, re- 2015 dall’ICMBio. Qui estinzione che vivono sponsabile del progetto per Mes, ha dichia- si trova la conferma nella riserva biologica rato: «Il valore ambientale dei Monti Šar è di quanto la situazione del Gurupi. così grande che la necessità di protezione è sia fuori controllo e nata molti anni fa. Esperti e ricercatori ma- delle conseguenze cedoni sostengono che i due terzi della bio- sull’ambiente. I controllori della riserva del Brasile. E fanno la lista di tutte le diversità su tutto il territorio del Paese è concentrata in quest’area, quindi la necessità elencano una serie di piante e animali pratiche illegali che stanno eliminando di protezione è fondamentale». a rischio estinzione, tra cui la specie la biodiversità nella riserva: l’apertura Guaruba guarouba, l’uccello simbolo di strade nel mezzo della foresta; l’ab-

20 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Guerra ambientale in Amazzonia

OSSERVATORIO battimento degli alberi nativi; i vasti incendi che mirano alla creazione di AMERICA pascoli per le mucche; la nascita di LATINA aree di “occupazione permanente”, spes- so per l’allevamento di bovini (attività di Paolo Manzo responsabile di oltre la metà delle emis- sioni brasiliane di gas che contribuiscono COLOMBIA, VERSO all’effetto serra); la caccia. Per contrastare l’azione dei trafficanti, L’ACCORDO il documento si chiude con un piano di contrasto a breve, medio e lungo termine CON LE FARC che sembra un’offensiva militare. Oltre a speranza che dopo 52 anni la a studiare i sistemi più efficaci per di- L Colombia riesca finalmente a liberarsi struggere i macchinari dei trafficanti e dal conflitto più sanguinoso ed antico rendere inutilizzabile il legname già dell’America Latina – quello tra lo Stato e la guerriglia delle Farc, che ha già causato pronto ad essere portato via, questa 240mila vittime – è oggi più concreta a relazione descrive le modalità per re- detta di tutti, compresa la Chiesa cattolica. cuperare le terre occupate illegalmente Trovato, infatti, l’accordo tra le parti lo scor- dai commercianti e dai fazendeiros, so dicembre sul risarcimento alle vittime, con tanto di previsione di armi e mezzi con un tribunale speciale che giudicherà, senza possibilità d’appello, chiunque si sia che dovranno essere macchiato di gravi crimini contro l’umanità, utilizzati. Non pos- manca adesso solo la firma finale sulla siamo pubblicare i smobilitazione degli oltre 7mila uomini e dettagli dello scenario donne armati delle Forze armate rivoluzio- progettato per non narie della Colombia, oltre all’ok delle due dare un vantaggio alla parti in causa. Secondo il presidente Manuel Santos, la scadenza entro la quale rete criminale. Ma per dovrebbe annunciarsi questa pace storica farsi un’idea può es- che, se raggiunta, rappresenterebbe davve- sere utile riportare ro un punto di svolta senza precedenti per due parole con cui il Paese sudamericano, sarà il prossimo 23 l’ICMBio descrive la marzo. Di diverso avviso le Farc che, poco prima dell’ultimo Natale, hanno raggelato realtà attuale: si trat- le attese di Santos per bocca del loro nego- ta, scrive l’ente pub- ziatore all’Avana, Jesus Santrich, secondo il blico, di uno «scenario quale «ci vorranno ancora almeno sei mesi spaventoso». prima di siglare l’accordo di pace definiti- vo». Che, tradotto in date, significa la fine di giugno 2016. Difficile che, con negoziati ini- ziati nell’ormai lontano 2012, Santos, che sulla pace punta gran parte del suo patri- monio politico, s’irrigidisca per pochi mesi. Anche perché, nel frattempo, stanno conti- nuando i tentativi d’includere nell’accordo anche l’Esercito di liberazione nazionale (ELN) nonché il secondo gruppo guerriglie- ro più importante della Colombia. Oltre a Cuba, che ospita la sede dei negoziati, in prima linea per un esito positivo del conflit- to che ha causato oltre cinque milioni di rifugiati nell’ultimo mezzo secolo, anche le diplomazie di Norvegia, Venezuela e Santa Sede.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 21 SCATTI DAL MONDO

MISIONERO DELLA MISERICORDIA

éxico te recibe con los brazos «M abiertos» e «Bienvenido, Misio- nero de la Misericordia y de la Paz». Le scritte di saluto campeggiano ovunque tra la folla che accoglie papa Francesco all’aeroporto internazionale “Benito Juàrez” di Città del Messico. Il quarto pellegrinaggio in America Latina di papa Francesco ha come meta il Messico che, con i suoi 117.410mila abitanti, è la seconda nazione del continente dopo il Brasile con il maggior numero di cattolici. È il settimo viaggio apostolico di un pontefice nel Paese che, dopo le cinque visite di Giovanni Paolo II e quella di Benedetto XVI, riceve il terzo papa della sua storia, dal 12 al 18 febbraio. «La visita del papa in Messico durante l’Anno della Misericordia ci conferma nella fede e si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace», avevano scritto nel dicembre dello scorso anno i vescovi messicani in una lettera ai fedeli del Paese, per esprimere le speranze su- scitate dal viaggio papale. I vescovi si sono detti certi «che la presenza del Santo Padre ci confermerà nella fede, nella spe- ranza e nella carità, aiuterà la Chiesa a proseguire nella missione permanente, e incoraggerà credenti e non credenti a im- pegnarsi nella costruzione di un Messico giusto, solidale, riconciliato e in una pace che renda possibile a tutti uno sviluppo integrale, rispettoso dell’ambiente». E an- cora, la Conferenza episcopale messicana ha messo in luce le numerose situazioni che ledono la dignità delle persone: «Ci preoccupano la possibile legalizzazione della marijuana, il deterioramento dell’am- biente, l’ineguaglianza sociale, l’aumento della povertà, il calvario dei migranti». In questo contesto l’arrivo del papa è vis- suto da tutto il popolo messicano come un segno di novità e speranza. Non a caso il primo giorno del viaggio è segnato da una solenne celebrazione nella basilica della Madonna di Guadalupe, amatissima patrona del Messico. Dopo la visita al- l’ospedale pediatrico “Federico Gòmez” e l’incontro col mondo della cultura nel- » Veduta della città di Morelia. (Segue a pag. 25)

22 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 PAPA FRANCESCO IN MESSICO

Basilica della Madonna di Guadalupe a Città del A cura di EMANUELA PICCHIERINI Messico. [email protected] Testo di MIELA FAGIOLO D’ATTILIA [email protected]

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 23 SCATTI DAL MONDO

La Cattedrale di San Cristóbal de las Casas.

24 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 PAPA FRANCESCO IN MESSICO

La Vergine di Guadalupe.

l’Auditorium nazionale di Città del Messico, lunedì 15 febbraio della città di Morelia. In chiusura del viaggio apostolico, l’ap- papa Francesco “abbraccia” le comunità indigene del Chiapas a puntamento è il 17 gennaio a Ciudad Juàrez, città violenta e San Cristòbal de Las Casas. Un abbraccio condiviso nel simbolo delle periferie del mondo, preda delle organizzazioni pomeriggio, con le migliaia di famiglie riunite nello stadio di criminali dedite al traffico di droga, ai rapimenti, alle violenze Tuxtla Gutiérrez, una folla festante di persone che da tempo si sulle donne e alla tratta dei clandestini. Sulle rive del fiume Rio stanno preparando a questo evento nelle 93 diocesi in cui è Grande corre la frontiera tra Messico e Stati Uniti e i collegamenti diviso il territorio nazionale. Alla base dell’animazione pastorale con la città texana di El Paso sono continui. Secondo le è l’indicazione che viene dal papa stesso e cioè che il "sogno" di statistiche, Ciudad Juàrez è una delle città più violente al mondo, Dio per gli uomini è che tutti siamo parte di una sola famiglia. La davanti a Miami, Caracas e New Orleans. Qui i flussi migratori Chiesa è la casa in cui si forma, mediante la fede, una grande sono da decenni una realtà quotidiana e la vita di un uomo in famiglia che è presente nelle Chiese particolari. fuga verso il futuro appartiene a quella “cultura dello scarto” Il 16 febbraio tocca ai giovani gridare la loro gioia al papa che papa Francesco non si stanca mai di denunciare, ad ogni argentino, ammassati nello stadio “Josè Maria Morelos y Pavòn” latitudine.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 25 I piccoli allievi della scuola calcio di Fabio Tricarico, ex centrocampista della quadre di calcio italiane, Monza e Torino. SQUADRE DI CALCIO IN IRAQ E SIRIA PANORAMA [email protected] SERGIO TACCONE DI UnUn goalgoal controcontro ll

arlare di calcio nella kurda Erbil, terza città dell’Iraq, con oltre un milione di abitan- Pti, è una delle vie per rimanere attaccati ad una dimensione umana, in un contesto caratterizzato dagli orrori della guerra. La vicinanza con il califfato dell’Isis non ha scal- fito l’amore per il football. L’Erbil Sport Club è la squadra più titolata del campionato ira- Il football riesce a dare cheno. E anche qui c’è un pezzo d’Italia. Il responsabile tecnico della pianificazione gio- vanile è, infatti, il sardo Giuseppe Murgia. Ad Erbil, città capoluogo del governatorato una dimensione umana ai omonimo e della regione del Kurdistan iracheno, Murgia è arrivato alcuni mesi fa. Un’espe- giovani iracheni e siriani, rienza molto significativa da un punto di vista professionale e, soprattutto, umano. Da Giuseppe Murgia a Fabio Tricarico, che ad Erbil è il promotore di una scuola cal- dove la guerra e le cio. Un altro modo per ribellarsi alla guerra e al terrore. Ex centrocampista di Monza macerie non riescono a e Torino, 45 anni compiuti nel novembre dello scorso anno, Tricarico ha riunito nell’Erbil Sport Academy ben 250 bambini, molti dei quali figli di miliziani. Da gioca- spegnere la voglia di tore, Tricarico ha vestito anche le maglie di Spezia, Mantova ed Empoli (qui trovò in giocare e di vivere dei panchina Luciano Spalletti). Così, alla chiamata dell’ingegner Ruggero Guanella, da tempo in Iraq per impegni professionali, l’ex incontrista del Toro ha detto sì, giungen- piccoli campioni in erba. do ad Erbil.

26 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 calciatori è molto elevato. «Spero che qualcuno di loro possa un domani arriva- re in Europa – ha affermato Tricarico - con la speranza di coltivare il suo sogno, non solo calcistico». Riaffiora una frase del grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: «Come spiegherei la felicità ad un bambino? Gli darei un pallone e lo farei giocare a calcio». Si continua a tirare calci ad un pallone nei campi polverosi kurdi, nei bar non si perde occasione per guardare le partite del calcio spagnolo, inglese, tedesco e italiano. Al termine, con lo spirito rinfran- cato da un’ora e mezza di passione spor- tiva, si spengono le televisioni e si torna alla guerra, imbracciando le armi per non lala guerraguerra lasciare sguarnito il fronte occidentale del Kurdistan, sottoposto agli assalti dei mili- ziani del vicino Stato Islamico. Difficile PICCOLI CALCIATORI GIOCANO 80 chilometri di distanza. Ad Erbil la guer- trattenere i giocatori europei. La guerra Quando l’Isis prese Makhmour, posizio- ra si percepisce in ogni angolo. «Sono contro l’Isis ha portato nel Kurdistan oltre nandosi a poche decine di chilometri dalla orgoglioso – ha dichiarato Tricarico a un milione e 300mila rifugiati siriani. Ogni città, i primi a fuggire, nel luglio 2014, Tuttosport – di aver dato il mio contributo sforzo di natura economica, pertanto, si furono tre giocatori spagnoli: Victor per regalare un po’ di serenità a gente che è spostato giustamente sul versante del- Manuel, Rubyato Borja e Jorji Gotor. Così, vede cose brutte e che, tuttavia, è piena di l’accoglienza. Per larghi tratti dello scon- senza i tre iberici, l’Erbil dovette riporre nel entusiasmo. Qui c’è una voglia pazzesca tro con il califfato, i kurdi hanno interrotto cassetto le velleità di imporsi nella di calcio». Mezzi materiali pochissimi, praticamente da soli l’avanzata dell’Isis in Champions League asiatica, via maestra voglia di imparare tanta, propensione al tutto l’Iraq. «Eppure, quando giochiamo per disputare il Mondiale per Club, con la lamento praticamente inesistente. A fargli contro una squadra irachena, ci fischia- possibilità di confrontarsi con il Barcellona da interprete c’è un ex nazionale iracheno, no», afferma Safin Kanabi, presidente di Messi e Neymar. che vive a Venezia: Schiwan Zengana. La della Federazione calcistica del Kurdistan. Le forze di sicurezza peshmerga hanno fascia anagrafica dei piccoli componenti cercato di evitare che la violenza della sol- della scuola calcio di Erbil va dai sei ai 16 NELLA CITTÀ FANTASMA DI KIRKUK dataglia del Califfato arrivasse ad Erbil. anni ed è il primo settore giovanile A Kirkuk si cerca di resistere. Quando è Mosul, città in mano all’Isis, è ad appena dell’Iraq. Lo spirito di sacrificio dei piccoli iniziata la guerra contro lo Stato »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 27 regime di Assad. L’ex portiere della nazio- nale giovanile siriana, Abdelbasset Saroot, soprannominato “canarino”, tra i leader del sollevamento della città di Homs, inizialmente unitosi all’Isis, è pas- sato ad un gruppo affiliato ad Al Qaeda. Il fronte degli oppositori di Assad vede anche Omar al-Soma (che fece sventola-

PANORAMA re la bandiera dei ribelli durante una par- tita) ed il giocatore più esperto della La nazionale siriana alla squadra, il portiere Mosab Balhous, arre- conquista della qualificazione stato nel 2011 con l’accusa di aver forni- ai Mondiali del 2018. to rifugio e sostegno a dei ribelli armati. Tra le storie più belle c’è quella di Islamico, è diventata una città fantasma. I GIOCATORI IN FUGA DALLA SIRIA Mohammed Jaddou, considerato tra i Ma il Kirkuk Football Club non si arren- Anche in Siria il calcio sopravvive in migliori talenti under 17 siriani. Jaddou è de. Nella rosa di giocatori c’è anche il mezzo alle tragedie e alla guerra. La il capitano della squadra. Alcuni mesi fa, nigeriano Sanday, soprannominato “la nazionale siriana punta a qualificarsi alla ha deciso di lasciare la Siria, attraversan- tigre”, che a differenza dei tre spagnoli Coppa del Mondo 2018. Sono appena tre do la Turchia, il Mediterraneo e l’Italia per dell’Erbil ha deciso di restare pur con i giocatori siriani a militare nel campiona- recarsi in Germania. Nel suo Paese sono una decurtazione contrattuale molto to della Siria, gli altri sono sparsi in rimasti la madre e i fratelli. La traversata consistente: da 10mila dollari l’anno a Oman, Qatar, Iraq, Libano, Arabia in mare l’ha affrontata a bordo di un nove dollari al mese. Tra Iraq e Nigeria, Saudita, Turchia e Bosnia. La nazionale si guscio di noce a malapena galleggiante, in questo momento, c’è poca differenza: sfalda continuamente, tra giocatori che stringendo la foto di un suo compagno di da una parte l’Isis, dall’altra Boko fuggono all’estero ed altri che perdono la squadra, il 15enne Tarek Ghrair, morto a Haram. «Puoi morire ovunque e sempre vita, come Youssef Suleiman, vittima di Homs, vittima dei mortai. In Germania ha per colpa dello stesso terrorismo - un colpo di mortaio. Alcuni stadi sono trovato posto nel Ravensburger, un club aggiunge Sanday - Dopo aver percepito diventati basi militari o centri di detenzio- calcistico militante nella quinta divisione lo stipendio si pensa ad allestire una gri- ne. Altri giocatori hanno detto no alla tedesca. Jaddou sogna di giocare in gliata per stare tutti insieme, cercando di maglia della nazionale, come il mediano Bundesliga, il massimo campionato teu- dimenticare per un attimo la guerra. assiro-svedese Louay Chanko e l’attac- tonico, magari con la maglia del Bayer Giochiamo per restare vivi dentro». La cante Firas al-Khatib, ritiratosi nel 2012 Leverkusen con cui ha sostenuto un pro- Federazione calcistica kurda, con sede a dichiarando di non voler rappresentare il vino. Erbil, non è affiliata alla Fifa. Al momen- to non si può parlare di nazionale, ma soltanto di selezione. Nel 2009 il Kurdistan è giunto secondo nella Coppa del Mondo dei Paesi non riconosciuti, centrando la vittoria tre anni dopo, in casa, battendo in finale la selezione di Cipro Nord. Per i kurdi, avere una squa- dra nazionale riconosciuta dalla Fifa, il massimo organismo calcistico mondia- le, potrebbe diventare uno strumento diplomatico di grande importanza. L’obiettivo è partecipare alla Coppa d’Asia del 2019, in programma negli Emirati Arabi Uniti. In tanti sperano in un Moham Jaddou: il gioiellino della nazionale Kurdistan indipendente, così da prende- siriana under 17 fuggito in Germania. re parte a tutte le competizioni interna- zionali, non solo nel calcio.

28 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 *Ufficio nazionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese [email protected] di DOSSIER ELABORATO PER MISSIO FORNISCE LE RISPO ITALIA UN DAVVERO EAFARE COSA? SIAMO CHE DIVENTATI DIMISSIONE”? NUOVA “TERRA MILANO. MA ANCHE A PRATO E A REGGIO CALABRIA. PER QUALI RAGIONI VENG AROMA, SOPRATTUTTO APPRODANO RUOLI. EOCCUPANO DIVERSI 45 ANNI MEDIA IN POLONIA. DALLA HANNO PREVALENTEMENTE EVIENE EUROPEE 27% HAORIGINI IL DAL CONGO), MENTRE (SOPRATTUTTO DALL’AFRICA VIENE STRANIERI SACERDOTI 45%DEI IL NOSTROPAESE STUDENTI. PASTORALI E645ANCORA NEL SERVIZI ITALIA, IN 1045 SVOLGONO CHE QUALISACERDOTI DEI STRANIERI SONO 1690 IPRESBITERI PRETI STRANIERI NELLE DIOCESI DEL NOSTROPAESE DEL DIOCESI NELLE STRANIERI PRETI Annarita Turi* Italia Missione Italia Missione Italia Missione STE. POPOLI EMISSIONE FIRENZE E ONO IN - FEBBRAIO 2016

29 DossierDossier Il gruppo di animazione missionaria (Gamis) del seminario di Torino.

sacerdoti stranieri in Italia hanno finalmente un di collaboratore parrocchiale. Mentre nove sono rettori I volto statistico, oltre che umano. Sono per lo più di istituti. congolesi, ma anche polacchi e indiani, ed hanno in Ma cosa spinge questi sacerdoti a divenire parte media 45 anni. Vivono ed operano prevalentemente attiva della pastorale della Chiesa italiana? Quali sono a Roma, Firenze e Milano. Ma anche a Reggio Calabria le motivazioni che guidano i loro vescovi a cercare e Messina. Secondo i dati elaborati al primo gennaio occasioni di cooperazione missionaria che vadano al di quest’anno dall’Ufficio nazionale per la Cooperazione di là del semplice ed univoco movimento, sia di missionaria tra le Chiese, i presbiteri stranieri nel persone, sia di mezzi, tra Nord e Sud del mondo? nostro Paese hanno raggiunto quota 1690. Di questi, Le modalità e le motivazioni di ingresso sono tra le 1045 sono già sacerdoti e vengono in gran parte dal- più varie: rapporti personali tra vescovi italiani e l’Africa (45% del totale, ossia 491 persone) ma sacerdoti da poco ordinati o seminaristi giunti in Italia anche dall’Europa (27%, ossia 269) e dall’Asia (il per studiare, richieste di vescovi delle giovani Chiese 15%). I restanti 645, già ordinati sacerdoti, studiano sulla scorta di amicizie con vescovi italiani, gemellaggi però ancora nelle università italiane. missionari con diocesi di Paesi del Sud del mondo, Nel dettaglio: ben 148 su 1045 sono della Repubblica presenze sacerdotali legate a Movimenti e Società di Democratica del Congo e hanno un’età media di vita apostolica, progressiva internazionalizzazione di quasi 50 anni; mentre 114 sono originari della Polonia Istituti religiosi. Ma anche emergenze dovute alla si- ed hanno in media 42 anni. Seguono India (82 in tuazione interna dei Paesi di provenienza, soprattutto servizio pastorale), Romania (63 sacerdoti) e Nigeria africani. (50 persone). Al fondo della lista troviamo i sacerdoti È innegabile che agisca pure, come fattore motivante, di Perù e Venezuela (dieci da ognuno dei due Paesi). un’idea di emancipazione individuale e sociale, più Secondo questi dati, raccolti in un report per la Fon- forte rispetto alla motivazione missionaria. Come si dazione Missio, sui 1045 in servizio pastorale, 476 ri- spiega, altrimenti, il fatto che giunga in Italia un coprono il ruolo di vicario parrocchiale e 270 quello numero elevato di sacerdoti dall’Africa? Questa eman-

30 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 cipazione riguarda non solo il singolo sacerdote, ma terza è la diocesi di Milano. tutta la Chiesa locale di origine. Grazie alla presenza in Italia di clero straniero, la missione conosce oggi un movimento pluridirezionale Reciprocità e cooperazione e la cooperazione missionaria non può prescindere Al di là delle singole spinte motivazionali, è innegabile dalla comunione autentica tra le Chiese. Questo che avere un clero proveniente dalle più diverse binomio comunione-missione fa comprendere che nazioni o etnie è in sé un’enorme ricchezza culturale ormai da tempo si è entrati in una nuova epoca della e spirituale per la nostra Chiesa. Ed anche per l’intera missione, dove la distinzione tra Chiese del Nord che società italiana. Il personale apostolico non italiano è inviano e Chiese del Sud che accolgono, risulta ina- un dono della fede delle Chiese sparse nel mondo. deguata. In un ambiente ecclesiale nel quale incombono

Inoltre è testimonianza del fatto che la missione oggi Dossier

difficoltà e interrogativi, la strada dello scambio dei Dossier è sempre più intesa come reciprocità, come coope- doni e dei carismi, ricca di prospettive nuove, appare razione tra Chiese, per cui ogni Chiesa particolare è quella più idonea per la missione di una Chiesa che, una comunità che invia e che riceve allo stesso tem- in un mondo globalizzato, accetta le sfide che da po. esso provengono. Sempre in base ai dati in nostro possesso, sappiamo che 171 diocesi italiane sul totale delle 224 prese in Il progetto, i percorsi formativi esame, sono oggetto della presenza di sacerdoti Dal punto di vista strettamente pastorale, la collabo- stranieri. A Roma e Firenze va la palma delle prime razione di un presbitero diocesano proveniente da due per numero di preti che superano le dieci unità, un’altra Chiesa non può essere un fatto privato legato alle personali sensibilità al riguardo, ma dovrebbe nascere da un attento ETÀ MEDIA SACERDOTI PER CONTINENTE discernimento e da un profondo coinvolgimento di tutta la realtà ec- clesiale diocesana. Si tratta di un evento tra Chiese, e come tale sti- ASIA EUROPA mola e richiede progettualità e cor- 43,89 44,1 responsabilità di tutta la Chiesa locale, al fine di evitare che lo scambio resti strumentale ai bisogni AMERICA AFRICA reciproci di Chiese o persone. Per 47,22 47,12 questo, ogni accordo e ogni con- venzione che ne consegue devono essere l’espressione di un dialogo costruttivo e stimolante di tutta la PRETI STRANIERI NELLE DIOCESI DEL NOSTRO PAESE Chiesa diocesana, nella quale gli agenti pastorali, dal vescovo al laico impegnato, siano stati e vengano costantemente coinvolti nel chiarire le motivazioni, il progetto, i percorsi NUMERO SACERDOTI PER CONTINENTE formativi, gli impegni ecclesiali e le naturali aspirazioni di ogni soggetto pastorale proveniente da una Chiesa EUROPA sorella. Sarebbe sufficiente que- 269 st’ultimo aspetto per giustificare, da AFRICA solo, la bontà e la bellezza di 491 un’esperienza come quella di cui AMERICA stiamo parlando. 126 ASIA Ma il desiderio di compiere un’espe- 159 rienza fuori diocesi è sempre l’espres- sione di una Chiesa che entra »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 31 PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE DEI SACERDOTI

VENEZUELA 10 PERU' 10 BENIN 13 CINA 14 MADAGASCAR 16 ARGENTINA 17 TANZANIA 19 COSTA D'AVORIO 20 CAMEROUN 21 BRASILE 21 SRI LANKA 22 RWANDA 23 TOGO 28 BURUNDI 28 CONGO BRAZZ. 31 COLOMBIA 34 UCRAINA 46 NIGERIA 50 ROMANIA 63 INDIA 82 POLONIA 114 R.D. CONGO 148 0 20 40 60 80 100 120 140 160

in un discorso di cooperazione e di scambio? Oppure Lo strumento delle Convenzioni dietro a questa scelta a volte si celano motivazioni Il 25 aprile 2001 la Congregazione per l’Evangelizza- che, sia pur buone, non rispondono a criteri di coo- zione dei Popoli, il dicastero della Santa Sede che ha perazione e di ecclesialità? Per non parlare delle competenza per tutto quello che riguarda l’attività situazioni problematiche personali, che si vorrebbero missionaria, pubblica l’“Istruzione sull’invio e la per- vedere risolte attraverso l’insano stratagemma della manenza all’estero dei sacerdoti del clero diocesano loci mutatio, del cambiamento di sede, a volte scelta dei territori di missione”, preoccupata dall’aumento in maniera autonoma e indipendente dal singolo del clero in partenza per altre diocesi e dalla possibilità soggetto, altre volte scelta per lui dai suoi superiori. di far diffondere una tendenza che avrebbe potuto Se a questo si aggiunge l’aggravante della gratificazione danneggiare le Chiese di invio, impoverendole di economica o dell’accomodamento personale, quello forze già scarse. sopra espresso non è più un semplice interrogativo, Sulla base dell’Istruzione, la Conferenza episcopale ma può addirittura giungere, in alcuni casi, ad essere italiana ha inteso regolamentare l’accoglienza dei fattore scatenante di situazioni delle quali pagano le presbiteri non italiani in modo prima sperimentale conseguenze le comunità parrocchiali o le precarie nel 2003 e poi definitivo nel 2006, con apposite situazioni ecclesiali periferiche. In questi casi, nel Convenzioni che regolano sia i rapporti tra la diocesi segno della carità, non sarebbe male un po’ più di che invia e quella che accoglie, sia le modalità di fermezza e rigore nell’operare alcune scelte da parte presenza dei presbiteri stranieri in Italia. delle diocesi. All’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria

32 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 mero strumento burocratico, ma come una provocazione alla progettualità delle Chiese locali.

Non solo accogliere ma accompagnare Occorrerebbe verificare poi se i sacerdoti che giungono in Italia sono preparati a espe- rienze pastorali italiane completamente va- riegate, e quali siano i frutti effettivi del loro lavoro non in termini di prestazione, ma di cooperazione ecclesiale, non di manovalanza, Dossier ma di fraternità presbiterale, non di quantità Dossier di celebrazioni liturgiche, ma di testimonianza e qualità sacerdotale. Non basta accogliere, bisogna accompagnare: per questo, accanto alle garanzie economiche e normative, occorre che i superiori favoriscano lo spirito sacerdotale, l’esperienza pastorale, l’accoglienza fraterna, lo scambio ecclesiale, con pari dignità. Dove possibile, i Centri missionari diocesani potranno offrire la loro collaborazione, per aiutare le comunità ospi- tanti e l’intera diocesi a comprendere meglio l’identità missionaria e universale della Chiesa. La vigilanza da parte della diocesi che accoglie dovrebbe durare per tutto il tempo dell’esperienza, e non di rado i presbiteri abbandonano le diocesi per trasferirsi in altre, perché poco accolti e non valorizzati. In altri casi, invece, vengono loro affidati in- carichi importanti che, per svariati motivi, non sempre trovano adeguata corrispondenza, tra le Chiese è stato affidato il compito di verificare e e gli Ordinari si ritrovano a doverli rimuovere o approvare la documentazione proveniente dalle addirittura allontanare.

diocesi, sopratutto in ordine all’applicazione di un ef- La modalità più corretta sarebbe quella di prendersi PRETI STRANIERI NELLE DIOCESI DEL NOSTRO PAESE fettivo criterio di cooperazione tra le Chiese. cura e di vigilare su di essi e sul loro operato per Lo strumento delle Convenzioni, nel corso degli tutto il tempo della durata della Convenzione. Va poi anni, si è rivelato utile, perché coinvolge e responsa- sempre interpellato il vescovo che invia sulla possibilità bilizza sia le Chiese che accolgono sia quelle che in- del rinnovo della Convenzione, per far sì che non sia viano, chiamando direttamente in causa la responsabilità una decisione legata a un desiderio del presbitero episcopale. Non mancano, infatti, casi in cui i vescovi, stesso, ma espressione della comunione tra il vescovo più che inviare o accogliere, cedono all’insistenza di che invia e il vescovo che accoglie. un sacerdote desideroso di lasciare il Paese di origine Il non accompagnamento e la mancata sequela del o di sistemarsi in Italia. cammino pastorale dei presbiteri stranieri accolti sia È peraltro chiaro tali procedure conseguono l’obiettivo per motivi di studio che per motivi pastorali, determina per cui sono state pensate ad alcune precise condizioni. oggi, nella maggior parte dei casi, una esperienza Se prevalgono logiche di bisogno o di soluzioni che diventa esclusivamente personale, slegata dallo private e non criteri di scambio tra Chiese sorelle scambio di cooperazione tra le Chiese, inducendo non si promuove la comunione, ma ci si limita a go- spesso i presbiteri a decidere autonomamente sulle vernare le richieste emergenti dall’una o dall’altra modalità della loro presenza in diocesi e soprattutto parte. Le convenzioni non vanno viste come un sulla loro durata nel tempo. »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 33 Dawit Worku, rettore del Pontificio ciò non accade nella stessa misura per i Collegio Etiopico, situato allʼinterno presbiteri non italiani. della Città del Vaticano. In alcune diocesi i Centri missionari, e in qualche caso lo stesso clero diocesano, non sono a conoscenza della presenza nella propria diocesi di presbiteri non italiani in Convenzione. A prescindere se prestino servizio pastorale a tempo pieno o part- time, in alcuni casi sono ignorati o non molto considerati, sia per le difficoltà lingui- stico-culturali sia per le difficoltà d’inserimento nelle comunità parrocchiali. Una delle finalità della cooperazione missionaria tra le Chiese è proprio quella di mettere al servizio comune le esperienze che si vivono nelle varie Chiese locali, e la diocesi che accoglie dovrebbe anche valorizzare i presbiteri non italiani, predisponendo per loro le stesse attenzioni pastorali che si hanno per i pre- sbiteri diocesani inviati come fidei donum. La presentazione alla comunità diocesana, il coinvolgimento nelle attività, ove possibile, del Centro missionario diocesano, il racconto dell’esperienza della propria Chiesa locale, i motivi dell’invio e le difficoltà incontrate nell’inserimento: tutto questo sarebbe di grande aiuto anche per il presbitero non italiano per una valorizzazione della sua esperienza all’interno della diocesi. L’ac- compagnamento è infatti una fase importante per ogni scambio esperienziale, e nel caso dei presbiteri lo è ancora di più, sia per poter seguire il loro percorso pastorale al- l’interno delle diocesi dove sono chiamati Il modello dei fidei donum ad operare o a svolgere il loro percorso di studi, sia Tenendo conto di questo aspetto, sembrerebbe insi- soprattutto per poter capire le motivazioni della loro nuarsi che non è quella della cooperazione tra le presenza, che spesso li porta ad allontanarsi definiti- Chiese la logica che porta ad accogliere i sacerdoti vamente dalla propria diocesi, chiedendo in Italia di non italiani nelle varie comunità diocesane, restando passare di diocesi in diocesi, giungendo poi in alcuni così aperto l’interrogativo sulla tipologia di pastorale casi all’incardinazione. che soggiace a questo fenomeno. Per l’invio dei sa- Non dovrebbe mancare anche nella Chiesa di origine cerdoti e laici italiani fidei donum (sacerdoti e laici una riflessione che predisponga l’esperienza al miglior inviati pro tempore in missione dalla diocesi di ap- successo, evitando di procedere superficialmente e partenenza), essendo per lo più il Centro missionario stabilendo fin dall’inizio il momento del rientro del ad occuparsene, quest’ultimo valorizza gli aspetti pa- presbitero nelle diocesi di appartenenza. Questo storali: dall’esperienza dell’invio in missione come non sempre accade, soprattutto in alcune diocesi strumento di animazione per l’intera comunità dio- africane o asiatiche dove, a causa di situazioni socio- cesana, alle attività formative, ai momenti di preghiera, politiche complesse, il clero fa enorme fatica a rien- ai percorsi di valorizzazione e di studio dei Pa esi in trare. cui prestano servizio, alle iniziative di solidarietà man- Circa la comunità dove svolgere servizio, l’ideale tenendo così un legame con la Chiesa d’invio. Tu tto sarebbe che la scelta non dipendesse solo dal

34 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 bisogno pastorale, ma anche dall’individuazione di conferire al religioso un incarico diocesano, con il un sacerdote italiano idoneo ad accompagnare il conseguente ingr esso nell’Istituto centrale per il so- presbitero nella vita pastorale e nell’approfondimento stentamento del clero. Se il presbitero è stato costretto della spiritualità sacerdotale ma purtroppo non è a lasciare il proprio Pa ese per gravi motivi, qualora quello che avviene. Il Centro missionario diocesano cioè fosse profugo o rifugiato politico, è opportuno potrebbe mettere a disposizione del vescovo la sua stipulare l’Atto di accoglienza dei presbiteri diocesani competenza specifica sia per collaborare nell’accom- provenienti dai territori di missione costretti a lasciare pagnamento dei presbiteri non italiani, sia per valo- il proprio Pa ese per gravi motivi e incaricati di servizi rizzarne la presenza nell’ottica della cooperazione pastorali in Italia. missionaria e dello scambio tra Chiese. In tali circostanze, oltre alla richiesta scritta e motivata Sarebbe opportuno che nel mese dell’ottobre mis- del presbitero al vescovo della Chiesa che lo accoglie, Dossier sionario, quando si è soliti celebrare in varie forme e necessita della documentazione relativa alla richiesta Dossier modi la Giornata Missionaria Mondiale, si presenti dello stato di rifugiato politico indirizzata alle autorità alla comunità locale il cammino del presbitero. italiane, che di solito viene rilasciata dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della Protez ione in- Caratteristiche delle Convenzioni ternazionale. La compilazione delle Convenzioni deve essere seguita con cura, il testo letto con attenzione da tutte Una prassi articolata le parti interessate e gli allegati predisposti per tempo Tu tti i documenti devono pervenire all’Ufficio nazionale e nella loro completezza. per la cooperazione missionaria tra le Chiese in L’iter identificato per le Convenzioni riguarda esclusi- originale o in copia conforme. I presbiteri interessati vamente i presbiteri diocesani incardinati in diocesi devono inoltre acquisire i documenti necessari per non italiane, non riguarda invece i presbiteri non la loro permanenza in Italia a termini di legge. italiani appartenenti a Istituti religiosi, di norma È necessario per tutti i presbiteri stranieri in servizio presenti in Italia all’interno delle rispettive comunità. pastorale la partecipazione al corso di formazione Per i presbiteri religiosi è la diocesi che accoglie, in specifica di carattere pastorale e non solo linguistico accordo con l’Istituto o la Congregazione, che stabilisce presso la Fondazione Cum di Verona che rilascia ap- delle regole e dei criteri, anche sull’opportunità di posito certificato. I titolari della Convenzione per il servizio pastorale in Italia dei presbiteri diocesani provenienti dai territori di missione o della Convenzione per il servizio pastorale in Italia dei presbiteri diocesani provenienti dai territori non di missione, come pure quelli accolti per gravi motivi, acquisiscono il diritto ad essere

inseriti nel sistema di sostentamento del clero e rice- PRETI STRANIERI NELLE DIOCESI DEL NOSTRO PAESE vono un trattamento economico equiparato a quello dei presbiteri diocesani italiani in servizio pastorale a tempo pieno. Spetta all’Ufficio nazionale per la Cooperazione mis- sionaria tra le Chiese confermarne l’iscrizione all’Istituto centrale per il sostentamento del clero all’atto di ap- provazione della Convenzione, indicando la data di decorrenza della Convenzione. Per i presbiteri a tempo pieno in servizio a migranti o a comunità etniche l’Ufficio nazionale per la Coo- perazione missionaria istruisce la pratica in collabo- razione con la Fondazione Migrantes. La modulistica da allegare alla Convenzione è la medesima per i presbiteri in servizio pastorale. L’approvazione delle Convenzioni è subordinata alla formazione richiesta e certificata dalla Fondazione »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 35 Dossier Dossier

Migrantes, che cura la formazione stessa e l’accom- la disponibilità del sacerdote studente. La presenza pagnamento dei presbiteri. A tale proposito si richiede “per motivi di studio” esige l’oggettiva prevalenza del di produrre il titolo abilitante, conferito dalla Com- tempo dedicato allo studio (frequenza delle lezioni, missione episcopale per le migrazioni della Cei, e ri- consultazione di testi, superamento degli esami, lasciato a seguito della partecipazione al corso di for- compilazione della tesi, ecc.) rispetto a quello dedicato mazione appositamente predisposto ogni anno dalla al servizio pastorale. Spetta ai responsabili vigilare Fondazione Migrantes. saggiamente su tale equilibrio. La Convenzione per I presbiteri studenti sono sacerdoti il cui vescovo motivi di studio è ammessa per il conseguimento di chiede il perfezionamento degli studi presso un un solo titolo accademico, sino al grado del dottorato Istituto accademico ecclesiastico o civile, con la pos- incluso. Non è ammessa per il conseguimento di PRETI STRANIERI NELLE DIOCESI DEL NOSTRO PAESE sibilità di una collaborazione pastorale a tempo master o corsi di specializzazione. La richiesta del parziale; è prevista la sottoscrizione della specifica vescovo inviante deve essere corredata dalle notizie convenzione tra i vescovi, ma non la nomina a un utili a identificare il percorso: Università prescelta o ufficio ecclesiastico e di conseguenza non sono altro Istituto, materia di studio, titolo da conseguire, inseriti nel sistema di sostentamento del clero, ma durata prevista degli studi. hanno diritto solo a un rimborso massimo annuale I testi delle convenzioni sono disponibili sul sito da parte della Cei, oltre all’iscrizione al Servizio www.chiesacattolica.it/missioni: oltre che in lingua sanitario nazionale. Chiaramente deve essere indivi- italiana, sono formulati in inglese, francese, spagnolo duato fin dall’inizio il percorso di studio e l’effettiva e portoghese. possibilità di attuarlo, per questo motivo, è bene non Ma è solo mantenendo aperto il tavolo della riflessione formalizzare iscrizioni ai corsi prima di un assenso pastorale, valutando senza superficialità situazioni del vescovo che accoglie, il quale avrà cura di ed esperienze, che di volta in volta si possono individuare in diocesi una parrocchia in cui non solo trovare adeguate risposte e valide prospettive, volte ci sia la necessità di una collaborazione pastorale, a una sempre maggior valorizzazione di questa en- ma che anche sia disponibile per l’accoglienza e l’ac- tusiasmante e irreversibile esperienza di cooperazione compagnamento, senza assorbire completamente missionaria.

36 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ Perù

TraTra lele comunitàcomunità delladella periferiaperiferia di Lima di MIELA FAGIOLO capitale Lima (raggiungibile con un D’ATTILIA viaggio in macchina di sette ore). La ca- [email protected] pitale è una città di oltre otto milioni e mezzo di abitanti, che si estende su erù, terra di missione, vicina al un’area vastissima in cui abita la maggior Breve diario di viaggio di don cuore delle diocesi italiane. Lo te- parte della popolazione del Paese. In Michele Autuoro – direttore Pstimoniano i 275 missionari italiani questa terra arida popolata di asienta- che si trovano da più o meno tempo in mentos humanos creati dalle migrazioni di Missio - in Perù, tra i Perù, 32 dei quali sono fidei donum. dalle montagne andine, i missionari fidei donum, incontrati Don Michele Autuoro, direttore di Missio, italiani sono presenti attivamente. Spiega ne ha incontrati alcuni in occasione del don Autuoro: «Abbiamo approfittato del- in occasione della viaggio per la beatificazione di don l’occasione della beatificazione di don beatificazione di don Sandro Sandro Dordi e dei frati conventuali po- Sandro Dordi per visitare alcuni missionari Dordi. E mentre dal 18 al 22 lacchi Michele Tomaszek e Sbigneo Strzal- italiani che lavorano nell’area sterminata kowski, avvenuta il 5 dicembre dello della periferia della capitale. Nel 1996 gennaio scorsi si è celebrato scorso anno nello stadio di Cimbote. Di sono state create quattro diocesi in que- a Chaclacayo l’incontro “En el qui, la delegazione italiana - composta st’area che si allarga sempre di più, con dal presidente della Fondazione Missio, le famiglie che scendono dalle Ande, oc- nombre del padre”, la presenza monsignor Francesco Beschi, vescovo di cupano un pezzo di terra e si costruiscono dei missionari italiani Bergamo, don Felice Tenero, incaricato una piccola casa. Carabayllo è un avam- continua ad animare il per l’America Latina della Fondazione posto di periferia in una zona arida che Cum, e don Dario Vaona, vicedirettore sale verso le montagne, dove non piove tessuto ecclesiale e sociale del Cmd di Verona - si è spostata nella quasi mai. In questa diocesi abbiamo » del Paese andino.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 37 MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ Perù

Don Michele cristiane, una trentina nella anni, vivono nella Comunità Santo Spirito Autuoro, diocesi, e arginare l’aggres- e sono inseriti nelle attività della parrocchia direttore di sione delle sette che sono fondata dai padri Monfortani italiani, Missio. in forte aumento» continua poi diventata cattedrale della diocesi. don Autuoro che racconta: Oltre a collaborare con la parrocchia, «La parrocchia ha un pro- sono impegnati in tanti progetti e seguono getto molto bello e di ampio la formazione pastorale di varie comunità respiro che si prende cura sul territorio. Portano avanti progetti di una catechesi familiare a sociali soprattutto di aiuto alle famiglie partire dalla preparazione e alle donne, molte delle quali sole e con dei bambini ai sacramenti. figli da mantenere. La loro esperienza li ha portati in contatto con comunità locali che hanno contribuito a ren- incontrato i tre fidei donum della diocesi dere vive, nel sostegno reciproco di Como – Savio Castelli, Ivan Manzoni e sia nella quotidianità che nella te- Roberto Seregni - questi ultimi due stimonianza della fede. Continua entrati a servizio nella parrocchia di San don Autuoro: «Siamo stati anche Pedro, nel febbraio 2013. Si tratta di una nella diocesi di Melgar a visitare la parrocchia che copre un’area molto Comunità missionaria di Villaregia, grande con oltre 100mila abitanti, pun- che dal 1986 ha sede in un quartiere teggiata da piccole comunità sparse in difficile e violento della periferia una periferia brulla che si allarga a mac- di Lima. I laici missionari della Co- chia d’olio». A Lima come in altre città munità sono rimasti qui anche nei dell’America Latina, la vita precaria dei difficili anni delle violenze di Sendero villaggi rurali spinge giovani e famiglie luminoso e la loro bella parrocchia verso la città, col miraggio di un futuro è uno dei pochi luoghi aggregativi migliore. Che nei fatti si traduce in rifugi di tutta la zona. Hanno cominciato di fortuna con cartoni, lamiere e legno. con un ambulatorio sanitario perché Col passare del tempo, gli insediamenti le cure mediche in Perù erano e precari diventano baracche e poi piccole sono a pagamento. C’è un grosso abitazioni. È a questo punto che la mu- Fiorenza Fattorini in missione a Chosiga. impegno di mezzi economici e di volontari e medici anche peruviani, che all’interno di questa periferia È un progetto di catechesi che mette offrono un servizio sanitario qualificato. famiglia in comunione con altre fa- Un’altra iniziativa è quella di costruire miglie. Abbiamo visitato una di queste casitas in legno al posto delle baracche comunità, attraversando una zona de- di lamiera, per aiutare i più poveri a sertica: sono dei campesinos che, vivere dignitosamente. I loro progetti di Don Ivan grazie ad un fiume che scende dalle microedilizia seguono criteri rispettosi Manzoni e dei materiali e degli spazi abitativi ne- don Roberto Ande e irrora la zona, hanno impiantato Seregni. e curano coltivazioni agricole. Dopo il cessari per dare serenità alla famiglia». E raccolto, quello che resta nei campi è nell’ottica dello sviluppo integrale della di tutti». persona umana, i missionari hanno rea- nicipalità cerca di portare i servizi essenziali In un’altra zona della periferia est di lizzato anche progetti di cucine sociali e e oggi Carabayllo è un’area urbanizzata Lima c’è la diocesi di Chosiga, dove tre corsi professionali per insegnare ai ragazzi con l’elettricità e l’acqua corrente, cresciuta laici fidei donum hanno lasciato Milano come fare catering, come diventare este- intorno all’antica chiesa di San Pedro, per venire a testimoniare qui la loro mis- tiste, e altro. Tutte specializzazioni che edificata nel 1570. «Il compito dei mis- sione. Gilberto Longoni, Daniele Mauri, possono aiutare i giovani ad inserirsi nel sionari è seguire le tante piccole comunità Fiorenza Fattorini sono in Perù da 25 mondo del lavoro.

38 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 A colloquio con il rabbino Jeremy Milgrom

ReligioniReligioni insiemeinsieme per la pace Mentre il mondo assiste impotente all’acutizzarsi del radicalismo delle fedi e alla contrapposizione delle diversità, c’è chi promuove ogni giorno il dialogo interreligioso e l’incontro tra popoli e di CHIARA PELLICCI [email protected] culture da troppo tempo in guerra fra loro. Il ell’area geografica più controversa rabbino israeliano Jeremy Milgrom ne è un della Terra, dove – volenti o no- Nlenti - convivono due popoli esempio e racconta come sia possibile (israeliani e palestinesi) e tre religioni impegnarsi concretamente in questo campo. (ebraismo, cristianesimo, islam), abita »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 39 MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ

Il rabbino Jeremy Milgrom con alcuni membri della famiglia beduina Abu Sa’id’s, e le suore Comboniane di Betania.

un rabbino che ha fatto del dialogo in- tro venti, con la certezza che non sarà sono maggiormente osservanti, non terreligioso la sua ragione di vita. Si vana. sono quasi mai interessati al confronto chiama Jeremy Milgrom, è un ebreo di Raggiunto da Popoli e Missione, fa con gli altri. Perché? Perché chi osserva origini statunitensi ma vive in Israele da subito notare: «L’attività del tentare di alla lettera ciò che la propria religione decenni. Qui ha servito il suo Paese nel- capirsi reciprocamente è comunemente da secoli e secoli indica, senza conside- l’esercito ma, coerentemente con i suoi chiamata “dialogo tra religioni”. Ma c’è rare ciò che la propria coscienza e le principi di non-violenza e convivenza da precisare che la maggior parte delle proprie convinzioni suggeriscono, non con il popolo vicino, ha poi chiesto (e persone israeliane e palestinesi che si riesce ad andare oltre i precetti, a volte ottenuto, solo dopo otto anni di battaglie ritrovano per dialogare, in genere, non problematici, che le fedi impongono. In legali) di essere esonerato dagli obblighi è religiosa. Al contrario: coloro che altre parole: la religione insegna a gui- di riservista. Nel 1988 ha fondato il mo- vimento Rabbini per i diritti umani e di gomma successivamente, insieme al reverendo costruita dai beduini anglicano palestinese Shehadeh, ha dato Jahalin con il sostegno di vita all’associazione Clergy for peace tante realtà a diverso titolo (Religioni per la pace), di cui è tuttora coinvolte nel progetto. condirettore. Dedica la sua vita a cercare spiragli di dialogo tra israeliani e pale- stinesi, tra ebrei, musulmani e cristiani, perseguendo e vivendo in prima persona ideali di pace e giustizia. Per dovere di cronaca, c’è da dire che di rabbini che credono nel dialogo, pro- prio come Milgrom, ce ne sono altri. Ma rabbi Jeremy è speciale, perché gira il mondo raccontando come sia possibile che le religioni diventino strumento di incontro: una sorta di semina ai quat-

40 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 A colloquio con il rabbino Jeremy Milgrom

dare un’auto, ma poi il guidatore sente chiede di sedere su una sedia collocata so punto, non si vive nella medesima il bisogno di mettere le marce più alte. davanti alla sua (sistemata in modo tale comunità, gli uni non possono andare Ciò che è inaccettabile, è andare dalla che un gambo di essa poggi sopra il nella terra degli altri (eccetto i militari prima alla retromarcia». piede del rabbino) e, così seduti, faccia israeliani, ndr), le nostre culture sono Il concetto da cui parte rabbi Milgrom, a faccia, chiede al volontario di fargli molto diverse». Inoltre, continua rabbi prendendo in considerazione la sua domande sulla sua capacità di relazio- Jeremy, c’è anche una difficoltà di religione, è il seguente: non è l’ebrai- ne con l’altro; il rabbino, prima di genere: «Tra i palestinesi sono più i smo ad invitare a fare la guerra, ma rispondere alla questione sollevata, fa maschi a partecipare al dialogo; tra gli non è neanche l’ebraismo che spinge a presente che sta soffrendo per il peso ebrei, invece, sono quasi esclusivamen- fare la pace. Diverso è il cristianesimo: dell’altro sul suo piede, ma il tentativo te le femmine. Questo problema può «Voi avete l’esempio di Gesù – dice – di comunicazione tra i due prosegue, essere ovviato organizzando incontri di che incarna il pacifismo. Potete portare senza che il gambo della sedia che lo interazione in una zona neutra, cioè al lui come esempio in un dialogo tra reli- sovrasta venga rimosso. di fuori di Israele e Palestina. Allora la gioni. Ma gli altri possono replicare: Ecco, dice Milgrom, questa è la condi- partecipazione è più completa e varia». cosa volete insegnarci, voi che avete zione di dialogo tra israeliani e palesti- Un’altra difficoltà che ostacola il dialo- fatto le Crociate? Insomma, è indispen- nesi: «In verità c’è un popolo che sovra- go tra i due popoli sono i gravi proble- sabile prescindere dal passato e rico- sta l’altro, situazione che rende molto mi che nella vita quotidiana le famiglie minciare dall’oggi, prendendo gli uni difficile il dialogo tra i due popoli, palestinesi si trovano ad affrontare: dagli altri solo il positivo che le religio- anche se viene comunque tentato. Il «Quando mio figlio più grande, a 13 ni offrono». problema è che non si parte dallo stes- anni di età, ha celebrato il Bar » Per entrare nello specifico dell’operato di Jeremy Milgrom, che è il dialogo tra israeliani e palestinesi (musulmani o La scuola di gomme dei beduini cristiani che siano), basta partecipare ad uno degli incontri che tiene spesso uò essere considerata a tutti gli effetti il risultato della collaborazione tra diversi in giro per l’Italia (e non solo), soprat- Psoggetti (l’associazione italiana Vento di Terra, i Rabbini per i diritti umani, le tutto per far luce sulla possibilità che suore Comboniane di Betania, il Consolato generale italiano) che a diverso titolo tra i due popoli ci sia un cammino verso hanno contribuito alla realizzazione di una scuola nella comunità beduina dei Jahalin, la pace. Per illustrare quali siano le stanziata a Khan al Akhmar, tra Gerusalemme e Gerico. Inaugurata nel 2009, la maggiori difficoltà per metterlo in pra- scuola del villaggio è stata costruita con tremila pneumatici, riempiti di terra, disposti tica, Milgrom non usa molte parole: a file sfalsate come mattoni, ricoperti con argilla del deserto di Giuda. Prima che chiama un volontario dal pubblico, gli questa venisse edificata, la più vicina si trovava a Gerico, a 13 chilometri di distanza dall’accampamento beduino. Frequentarla, però, era diventato troppo pe- ricoloso: tre bambini avevano perso la vita, investiti lungo la strada che dal Mar Morto porta alla Città santa, e due erano rimasti feriti e mutilati per sempre, proprio mentre cercavano di raggiungere la scuola di Gerico. Urgeva garantire l’istruzione di base a Khan al Akhmar. Ma costruire un edificio in muratura sarebbe stato impossibile: sebbene il territorio sia pa- lestinese, l’amministrazione israeliana – che controlla gran parte della Ci- sgiordania - vieta l’edificazione di qualsiasi costruzione, pena la demolizione da parte dell’esercito. L’idea della scuola in gomma è stata vincente, anche se comunque l’edificio è stato messo da subito sotto ordine di de- molizione (a distanza di anni, però, non ancora eseguito). Se è vero che i vicini coloni ebrei di Kfar Adumin, che vivono nell’insediamento illegale costruito in territorio palestinese, hanno fatto di tutto per far demolire la scuola e sgomberare la comunità beduina, è anche vero che i tanti soggetti internazionali coinvolti in questo progetto hanno saputo tenere viva l’attenzione su questa realtà. E, almeno finora, sono riusciti a salvare il simbolo del loro concreto esempio di dialogo. C.P.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 41 A colloquio con il rabbino MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ Jeremy Milgrom

Suor Alicia Vacas, comboniana, che ha vissuto per molti anni a Betania, con i bambini della comunità beduina Jahalin.

Mitzvah, cioè la cerimonia di ingresso che si è impossessato della bicicletta palestinesi è molto poco ed è ridotto a nel mondo degli adulti, abbiamo invi- dell’altro va da quest’ultimo, gli tende piccoli bantustan. Com’è possibile, in tato tante famiglie palestinesi, ma nes- la mano e gli dice: “Dai, riconciliamoci queste condizioni, pretendere di otte- suna di esse è venuta. Ho pensato che e dimentichiamo il passato!”. Ma la nere la pace?». avessero problemi ben più gravi e domanda sorge spontanea: “E la mia Nel frattempo, però, il dialogo tra urgenti da affrontare. Insomma, il fatto bici?”. Risposta: “Chi ha parlato di bici? israeliani e palestinesi e tra le tre reli- è che il dialogo è difficile, perché non si Io parlo solo di riconciliazione”. Ecco, gioni monoteiste non si limita a pren- parte dalla stessa condizione». questa storiella – spiega Migrom – è dere atto delle oggettive difficoltà: si Certamente le opinioni di Milgrom non molto semplice ma descrive perfetta- trasforma in qualcosa di concreto. sono quelle della maggioranza degli mente da quali condizioni parte un Quanto realizzato con i beduini Jahalin israeliani, anche se gran parte di essi qualunque tentativo di pace tra israe- tra Gerusalemme e Gerico ne è un dichiara di volere la pace. Ma a quale liani e palestinesi». Uscendo dalla esempio fattivo: Milgron ne va fiero e condizione? Un aneddoto, raccontato metafora, rabbi Jeremy spiega: «Già nel lo racconta come prova di esperienza da rabbi Jeremy in più occasioni, lo 1948 Israele sottrasse del territorio a possibile e vincente, che ha visto – e spiega bene: «Due bambini abitano quello che doveva essere lo Stato pale- continua a vedere – la collaborazione nello stesso cortile e giocano spesso stinese. La stessa cosa accadde nel dei Rabbini per i diritti umani, delle insieme. Un bel giorno il primo prende 1967, quando iniziò l’occupazione suore Comboniane di Betania e della la bicicletta del secondo e comincia ad israeliana dell’intera Cisgiordania. Però comunità beduina (musulmana) che si usarla ogni mattina per andare a scuola Israele in tutti questi anni ha sempre è vista garantire il diritto all’istruzione e ogni pomeriggio per lunghe gite, con detto che voleva la pace. Solo che, per i propri bambini grazie alla realiz- ovvio disappunto del proprietario. osservando le mappe attuali, è facile zazione di una scuola di gomme (vedi Passato un bel po’ di tempo, il bambino accorgersi che il territorio rimasto ai box a pag.41).

42 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 OPERE DI MISERICORDIA Visitare gli ammalati

«Bisognerebbe approfondire con una ra- diografia toracica», dice il medico. Una Medici in camper ragazza di 32 anni che lavora in ospedale a Genova. Viene a Roma nei week-end e di ILARIA DE BONIS gono mani. Riempiono schede con i dati in quei giorni fa la volontaria con MEDU. [email protected] dei pazienti. Il primo a salire sul camper Chiede al suo silenzioso paziente di sol- è Hassan, viene dall’Afghanistan, ha 35 levare il maglione. Punta lo stetoscopio: uando arrivo in via Marsala, alla anni ma ne dimostra parecchi di più. Ha «C’è qualcosa che mi preoccupa nel suo stazione Termini, il camper è problemi respiratori. Da un mese circa modo di respirare – dice - Certo dormire Q parcheggiato tra il marciapiedi, dorme all’aperto, in stazione, ed è in in strada non aiuta. Non posso escludere già pieno di cartoni aperti come sacchi lista d’attesa per un alloggio dignitoso che sia qualcosa di più serio». Hassan a pelo, e la strada. I volontari attendono alla Casa della Pace. Hanif, 23 anni, af- parla pochissimo, non chiede nulla. Vuole i primi pazienti. Che ad uno ad uno si ghano, è il mediatore. Traduce la diagnosi solo sapere da che dipende quel rantolo. mettono in fila per la “visita mobile”. I della dottoressa e scrive su un foglio la Dopo di lui sale Mohammed, egiziano. Medici per i Diritti Umani (MEDU) strin- prescrizione che poi porge a Hassan. «La guardia medica mi ha dato un anti- biotico ma non mi fa ancora effetto», spiega. Il terzo paziente è rumeno e anche lui vive in strada. Ha perso lavoro, casa e fidanzata. Su questo camper trova persone disposte ad ascoltarlo. Oltre che a prescrivergli delle pastiglie contro il mal di testa. Hanif spiega che «il gruppo afghano si raduna di solito in piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. Ma di re- cente la polizia lo ha sgombrato». Più tardi racconterà che lui stesso all’inizio ha dormito in stazione. È arrivato in Italia cinque anni fa ma prima ha fatto il giro d’Europa, passando per la Grecia. Conosce almeno sei lingue e vorrebbe studiare all’università. Questo ragazzo dagli occhi che ridono lavora con MEDU da un paio d’anni. Organizzazione umanitaria indipen- »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 43 OPERE DI MISERICORDIA Visitare gli ammalati

dente nata a Roma nel 2004 per iniziativa di un gruppo di medici, ostetriche ed altri volontari, MEDU opera anche a Fi- renze, Brindisi, in Sicilia, nelle provincie di Cagliari e Ragusa, e in Calabria e in Basilicata. Anita Carriero coordina il progetto Un Camper per i Diritti a Roma, e collabora con MEDU dal 2011. Mi spiega come le migrazioni siano cambiate in questi anni: «La maggior parte dei senza fissa dimora Diverse immagini che mostrano a Roma è costituito da migranti forzati, i Medici per i Diritti Umani in soprattutto eritrei. Sappiamo che il con- azione a Roma. Le foto sono concesse da MEDU. fine tra migrante forzato ed economico è davvero labile. Ci raccontano dei loro viaggi e da questo capiamo che non nivano lasciate nel deserto. Il deserto è la prima volta a Ponte Mammolo, subito esiste una migrazione per scelta che pieno di tombe». Così racconta E.C., 19 dopo lo sgombero e l’abbattimento della non sia piena di ostacoli e fatta di abusi anni, dalla Nigeria. La sua intervista è baraccopoli delle Messi D’oro, uno degli subiti». raccolta nel report MEDU Fuggire o Mo- esempi di autogestione dei rifugiati Da qui l’idea che non esiste cura per il rire. eritrei a Roma. corpo che non passi anche per l’anima e Nel corso del 2015 MEDU a Roma ha «Quella baraccopoli non c’è più – racconta per la psiche, con un sostegno ai diritti effettuato 766 visite a 695 pazienti, ha Anita - i ragazzi furono trasferiti al umani: «A noi interessa tutelare anche i fornito orientamento a 270 migranti Centro di accoglienza Baobab a via Cupa, diritti di queste persone - ci spiega il forzati e ha accompagnato oltre 25 ri- ma anche quello a dicembre scorso ha coordinatore generale, Alberto Barbieri fugiati nei servizi socio-sanitari e legali. chiuso i battenti». Così per i rifugiati - Ecco perché abbiamo dato il via di re- I medici e gli operatori di strada si spo- eritrei, per i migranti forzati e per i ri- cente ad un progetto di assistenza psi- stano di continuo: da Termini ad Ostiense, chiedenti asilo non rimane che la strada. cologica». Si chiama MEDU Psychè ed è da Colle Oppio a Tor Marancia alla Col- In attesa che da qualche parte si liberino rivolto ai migranti sopravvissuti a tortura latina, dov’è il palazzo occupato dei mi- posti letto. Nel frattempo si ascoltano e a trattamenti crudeli, inumani e de- granti eritrei. La maggior parte dei pa- le loro storie, che sono, dopo tutto, la gradanti. «Ho visto molte persone morire zienti è composta da migranti forzati, vera grande ricchezza di ognuno. nel deserto. La Hylux (veicolo utilizzato tra questi il 43% era richiedente asilo o Per continuare a seguira l’azione di cura dai trafficanti, ndr) andava ad altissima soggetto di protezione internazionale. e testimonianza di MEDU visitate il sito velocità, così le persone cadevano e ve- Ho incontrato i volontari di MEDU per www.mediciperidirittiumani.org.

44 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 L’altra Cambiamenti climatici edicola I FALSI DI PARIGI E IL POTERE DEI “PICCOLI”

LA NOTIZIA

IL VERTICE MONDIALE DI PARIGI SUL CLIMA HA PRODOTTO UN DOCUMENTO FINALE CHE, A DETTA di ILARIA DE BONIS DI TUTTI, È UN SUCCESSO [email protected] DIPLOMATICO NELLA FORMA E UN uella dei combustibili fossili, lo sappiamo, è destinata VERO FLOP NELLA SOSTANZA. LA a diventare era archeologica. Quando però? L’11 di- SVOLTA ORA SI ATTENDE DAGLI Q cembre scorso a Parigi il summit Cop21 ha tracciato AMBIENTALISTI, DAGLI ATTIVISTI uno spartiacque teorico tra presente e futuro. Eppure la INTERNAZIONALI, DALLE nuova epoca energetica è lungi dal venire: ci vorranno almeno altri dieci anni, stando ai tempi lunghi (non) dettati ASSOCIAZIONI, DALLE dall’agenda di Parigi, per intraprendere una seppur minima AMMINISTRAZIONI LOCALI, DAI inversione di rotta rispetto all’uso dei combustibili fossili. COMUNI CITTADINI, COME SPIEGA Inoltre, senza obblighi o vincoli stringenti per gli Stati è NAOMI KLEIN ALLA STAMPA. A quasi impossibile immaginare che qualcuno vorrà tagliare sua sponte e in modo sostanziale le emissioni di gas serra. DARE IL BUON ESEMPIO SONO Le proposte per tenere il rialzo delle temperature globali AFRICA E FILIPPINE. sotto la soglia di 1,5 gradi centigradi «si verificano ogni cinque anni a partire dalla messa in operatività dell’ac- »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 45 L’altra edicola

cordo che è il 2021», spiega il sito di Comune-info. «Da un Marc Angelo Coppola - Ma non penso sia altrettanto chiaro punto di vista giuridico Cop21 può essere considerato una cosa vorremmo che fosse messo in pratica in luogo di dichiarazione di intenti – scrive China Files - che stabilisce queste misure». degli obblighi, affidando però a ogni Paese la possibilità di A dare il buon esempio per ora sono i più poveri. L’Africa autocertificare le emissioni prodotte e non prevedendo di tenta di riempire di una qualche sostanza l’ambizioso fatto sistemi di controllo super partes». Persino un settimanale obiettivo climatico che limita a 1,5 gradi centigradi l’innal- come l’Economist non ha tripudiato. Nel frattempo, ci si zamento delle temperature globali, con un’iniziativa. chiede, cosa fare? È la panafricana AFR100 (African Forest Landscape Restoration La palla ora passa ai piccoli: ai cittadini, ai consumatori, agli Initiative) che vede dieci Stati, tra cui Kenya, Congo, Etiopia attivisti, ai comuni, alle associazioni. Alle persone. e Liberia, a recuperare 100 milioni di ettari di terreno Naomi Klein in un’intervista all’associazione A Sud, dice: africano degradato e disboscato entro il 2030, spiega Wanjira «Adesso più che mai tocca ai popoli, ai movimenti, alle lotte Matai. Il pezzo dell’Huffingotn Post è intitolato “Combattere ambientali farsi carico della sfida. Va denunciata l’insufficienza i cambiamenti climatici con gli alberi in Africa”. Piantando dell’accordo ma ancor di più vanno declinate e spinte le alberi e riqualificando le foreste, infatti, si controbilanciano proposte capaci di costruire il “mondo che vogliamo”». le devastazioni dell’effetto serra. I partner di AFR100 desti- Secondo l’autrice di “Una rivoluzione ci salverà”, intervistata neranno oltre un miliardo di dollari alla finanza per lo dal The Star, «è nei tribunali, a livello provinciale e municipale. sviluppo e 600 milioni di dollari in investimenti nel settore È nel mercato, con i disinvestimenti, e con l’aumento delle privato per sostenere il ripristino delle foreste. rinnovabili» che si agirà sul clima. «Parigi è solo una fermata Ma questo contributo è ben poca cosa rispetto a quello che lungo la strada», dice. Sebbene poi un sito come Collective- mega-Paesi come Cina e India (molto inquinanti) non evolution scriva che spesso chi si oppone alle iniziative di- saranno mai disposti a fare. Ne parla il settimanale Forbes: plomatiche mondiali sa bene cosa non vuole ma fa fatica a «Guardiamo ai fatti: i Paesi in via di sviluppo, che costituiscono capire cosa vuole. circa l’85% della popolazione mondiale, non limiteranno il «Noi tutti abbiamo un’idea abbastanza chiara di ciò che loro sviluppo economico ed umano in nome di un risparmio vorremmo non fosse più fatto al nostro pianeta – argomenta di carbone, petrolio e gas naturale, fonti che costituiscono

46 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Cambiamenti climatici

OSSERVATORIO l’85% dell’energia mondiale». time due settimane si è avuto nella AFRICA L’Economist vede Cop21 come una cosa Commissione per i diritti umani delle di Enzo Nucci utopica: «Il nuovo accordo chiede ai Filippine che ha lanciato un’inchiesta 187 Stati parte di trasferire 100 miliardi sui 50 maggiori inquinatori». Un’indagine di dollari all’anno dai Paesi sviluppati a completa sulle multinazionali che non quelli in via di sviluppo, entro il 2020. rispettano i limiti, o che fanno solo del ENERGIA SOLARE La maggior parte di questo flusso di greenwashing, ossia un marketing verde, IN RWANDA denaro sarà speso per adattarsi ai cam- ma poi di fatto sporcano l’ambiente. biamenti climatici più che per tentare Scrive la Reuters: «Tra le aziende al l Rwanda è governato da una ferrea e Iviolenta dittatura che non lascia trapelare di fermali». Inoltre «questa cifra totale centro dell’inchiesta, dice Greenpeace, nulla dalle strette maglie della repressione (che non si specifica da dove verrà, ci sono anche le italiane Eni e Italce- di ogni libertà, individuale e collettiva. Ma è ndr) sarà rivista nel 2025». menti». sicuramente tra le nazioni africane più mo- Il Corriere della Sera scrive: «La Cop21 «Arrivare a stabilire la colpevolezza delle derne ed al passo con i tempi. La diffusione è stata, dopotutto, un evento diplo- aziende petrolifere del gas e del carbone di internet, ad esempio, è capillare: wi-fi “non sarà una passeggiata”, ammette gratuito addirittura sugli autobus, studio del matico e diplomatico, nell’accezione di computer obbligatorio nelle scuole. “cauto”, è stato anche il suo esito». Roberto Cadiz, membro della Commis- Ora un impulso per erogare energia anche Senza fissare sanzioni a chi inquina e sione, che però ha aggiunto di sentirsi nelle zone rurali arriva da un impianto senza individuare le multinazionali moralmente impegnato ad accogliere solare che può diventare un esempio per “sporche”, il potere deterrente dell’ac- il ricorso, sia a causa del rapido aumento tutto il continente. Mira, infatti, a fornire cordo è pari a zero. di vittime provocate da fenomeni me- elettricità a metà della popolazione (più di 11 milioni) entro il 2017. La centrale solare In questo senso una buona notizia teorologici estremi, sia perché gli sforzi (costruita con l’aiuto statunitense) è situata arriva da Manila più che da Parigi. per ridurre le emissioni che alterano il nei pressi del lago Mugeseka (60 chilometri Scrive Greenpeace sul suo sito: «Per clima stanno procedendo molto lenta- a Est della capitale Kigali), offre lavoro a noi uno dei momenti migliori delle ul- mente». 350 persone, produrrà 8,5 megawatt di energia sufficienti ad illuminare 15mila abi- tazioni. La centrale conta su 28.360 pannelli solari collegati ad un server centrale a Oslo (Norvegia), da dove sarà effettuato il moni- toraggio. Anche i pannelli fotovoltaici saranno controllati via computer e circa ogni due metri quadrati (questa è la novità) si incli- neranno per seguire le fasi solari da Est a Ovest, migliorando così l’efficienza del 20% rispetto ai pannelli fissi. I pannelli sono stati realizzati in Cina, mentre trasformatori ed inverter sono stati costruiti in Germania. La costruzione della centrale è iniziata nel feb- braio 2014 e terminata nel luglio 2015, quasi a tempo di record. Il progetto è stato soste- nuto da Potenza Africa di Barack Obama ed è costato poco meno di 24 milioni di dollari. Va aggiunto che il Rwanda è tra i Paesi più attrattivi per gli investimenti stranieri: scar- sissima la corruzione (perseguita duramente), chiarezza sul sistema di tassazione, vincoli burocratici ridotti al minimo. Capitali statu- nitensi e cinesi stanno affluendo velocemente, mentre sta diventando un Eldorado per tantissimi giovani occidentali laureati e di- soccupati che qui trovano facilmente lavoro. A patto, però, di dimenticare che qui man- cano libertà e democrazia.

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 47 MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ Lumache, cicloni e sartoria ancora gli orti ne hanno sofferto, ma stavolta il governo non aveva nessun antidoto. Fortunatamente non ci sono state eson- dazioni, perché i disastri dello scorso anno hanno allargato così tanto i letti dei fiumi che stavolta hanno potuto La torta per il contenere la massa d’acqua del ciclone. bicentenario della C’era talmente tanta umidità che non nascita di don Bosco, sapevamo più dove stendere il bucato realizzata nella perché non si asciugava mai. Le ragazze missione di Honiara (Isole Salomone) dalle appendevano la loro biancheria su fili suore Figlie di Maria tirati nelle loro camere, perché stenderli Ausiliatrice. fuori, sotto la tettoia, era inutile. Gli studenti non sono potuti tornare ai loro villaggi nel mese di pausa scolastica, perché il mare era troppo pericoloso. Persino nei negozi stavano cominciando a scarseggiare i prodotti, le navi cargo non potevano attraccare. Nonostante questo tempaccio, le signore della nostra scuola di economia domestica erano presenti e puntuali ogni giorno, bagnate fradice, ma contente di co- a cura di interi orti. E siccome questa bestiolina minciare un’altra giornata di studio per CHIARA PELLICCI ha già creato grossi problemi in altre imparare tante cose utili per la loro vita. [email protected] nazioni, gli scienziati hanno inventato E quando cominciavamo a respirare un on c’è pace tra gli ulivi! Qui ad una sorta di disinfestante, piuttosto ef- po’ e a rientrare nella normalità, ecco El Honiara, nelle Isole Salomone, ficace e non nocivo per le altre specie Nino! Questo “ragazzino” dispettoso, Nprima abbiamo avuto l’invasione animali, che il governo sta distribuendo che in alcuni posti causa forti alluvioni, delle lumache, poi è arrivato un ciclone gratuitamente per ridurne e controllarne in altri provoca devastanti siccità. A noi totalmente fuori stagione. I contadini il numero. è toccata quest’ultima. Ed ancora una sono quelli che soffrono di più a causa Dopo le lumache, il ciclone! «Ma non è volta i nostri poveri contadini hanno delle calamità naturali. stagione! Senz’altro sarà debole!», ci pianto! Il problema è che qui tutti vivono Le lumache, proverbialmente lente, nel siamo dette. Ci sbagliavamo. Ci ha tenuti sostanzialmente di prodotti dell’orto, giro di una notte sono capaci di mangiarsi inchiodati in casa per tre settimane. Ed che richiedono tanta acqua. E anche

48 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Posta dei missionari

stavolta il governo non aveva antidoti. a ripararle in un batter d’occhio... Si sa, i Mattina e sera, con le ragazze armate di missionari devono sapersi ingegnare in Chi soffre resta secchi d’acqua, siamo andate per tutto tutto! C’è da notare che qui si usano le il compound ad innaffiare le nostre macchine da cucire a manovella, perché sveglio per povere piante, mentre l’erba era tutta pochi hanno la corrente elettrica in casa, gialla. Il vento non mollava un istante anche se vivono in città: è troppo cara e proteggere il cuore durante il giorno, si calmava solo di non se la possono notte. Per fortuna le riserve d’acqua permettere. sotterranee sono piuttosto ricche. Il pro- Quest’anno ab- blema, però, è che per bere e cucinare biamo avuto an- usiamo l’acqua piovana e le taniche si che due studen- sono prosciugate. tesse speciali: due Ma la vita continua. suore anglicane Lo scorso agosto abbiamo festeggiato i che lavorano in un 200 anni dalla nascita di don Bosco, as- Centro di recupero sieme alle due scuole dei nostri confratelli per le donne che Salesiani: tre giorni di giochi, danze, subiscono violenza gare, canti e musica, in perfetto stile domestica. Quando salesiano. finiranno il nostro Noi suore, con le signore della scuola di corso, ritorneranno Riceviamo e volentieri pubblichiamo la economia domestica, abbiamo preparato al Centro per inse- testimonianza di padre Dario Bossi, la torta di compleanno a forma di 200. gnare taglio e cucito a queste signore missionario comboniano ad Açailândia Praticamente erano tre torte: una a come terapia di recupero ed anche per (Brasile). Denuncia la grave situazione forma di numero due e due a forma di dare loro la possibilità, una volta rientrate di ingiustizia e sfruttamento nell’ultimo numero zero. Sono rimasti tutti a bocca nella normalità, di guadagnarsi da vivere tratto di Amazzonia ancora in vita aperta! facendo lavori di sartoria. In questo nello Stato del Maranhão (per appro- È così bello lavorare con queste giovani modo anche noi Salesiane partecipiamo fondire vedi l’Inchiesta a pag.18), ma donne, veder crescere pian piano la a questa opera ed allarghiamo sempre descrive anche i barlumi di luce nella fiducia in se stesse! Le studentesse hanno più le nostre amicizie e la possibilità di «notte buia dei senza-posto». tutte raggiunto i massimi voti nelle pa- collaborare allo sviluppo di questa so- gelle di metà anno scolastico e tutte cietà. atia è un’indigena del gruppo hanno intenzione di terminarlo mante- Suor Anna Maria Gervasoni Akrãtikategê. Fu espulsa dalla nendo lo stesso livello. Honiara (Isole Salomone) K sua terra: il villaggio doveva » Il secondo gruppo delle signore del nostro corso di economia domestica è eccezionale: molto attivo e brillante, imparano velocemente, tanto che le in- segnanti quasi non riescono a mantenere il passo. Tutte hanno bene in mente cosa fare alla fine del semestre e la maggior parte di loro ha già acquistato una macchina da cucire, generalmente di seconda mano. Ma sono anche brave nello scovare macchine da cucire ab- bandonate negli angoli delle case di amiche o parenti e nel farsele prestare. Poi le portano al corso per rimetterle in Raimundo dos Santos e sua moglie. funzione: ormai sono diventata anche un’esperta in macchine da cucire, riesco

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 49 MISSIONE, CHIESA, SOCIETÀ Posta dei missionari

lasciare spazio alla diga di Tucuruí, che allagò l’intera regione. Gli indigeni furono spostati a più di 200 chilometri di distanza, nella terra Mãe Maria. Ma anche la zona di Mãe Maria viene violentata dai grandi progetti: il rad- doppio della ferrovia di Carajás per l’esportazione del ferro, due linee di alta tensione ed una di fibra ottica per cellulari, oltre alla superstrada che la taglia nel mezzo. Si replica, in chiave moderna, il Vangelo di Natale: “Non c’era posto per loro” (Lc 2,7). Raimundo dos Santos è un sindacalista, agricoltore, consigliere della Riserva fo- restale di Gurupi, ambientalista e di- fensore dei diritti delle comunità rurali. Da tempo denunciava il saccheggio del Risuona, però, nel nostro cuore il poema è la forza incontrollabile di chi ama legname della Riserva, l’ultimo fram- di Thiago de Mello: «Fa buio, ma io senza misura e non tollera limiti. È un mento di Amazzonia nello Stato del canto». La nostra fede si misura nella amore che non si intimidisce se fuori Maranhão. È stato ucciso freddamente capacità di offrire ragioni di speranza. fa buio. nell’agosto 2015, a fianco di sua moglie Con le parole del poeta: «Chi soffre resta In questa notte, dunque, lottiamo per che è sopravvissuta alle ferite. Anche in sveglio per proteggere il cuore». l’inclusione delle persone, per un tempo questo caso non c’era posto per lui, né In questa notte del mondo ci mantiene di grazia in cui si globalizzi la fraternità c’erano orecchi attenti alla sua voce. svegli il sogno di papa Francesco, che e sia definitivamente abolita l’indiffe- Due piccole storie di questo microcosmo chiama per aprire una storia nuova, renza! Facciamolo con compassione, del Nord del Brasile, specchio locale del marcata dal Giubileo della Misericordia. senza sconti né risparmi. Se non misu- contesto mondiale, in cui sembra con- Giubileo è anno di grazia (Lv 25): l’anno riamo la nostra misericordia, saremo solidarsi la spirale di guerra, esclusione in cui gli schiavi sono liberati, i debiti sorpresi dai frutti del Giubileo. e terrorismo. Fa buio, nella notte dei perdonati, il riposo restituito alla terra Camminiamo cantando che le nostre senza-posto. perché ricominci il suo ciclo naturale. lotte e la nostra preoccupazione per È l’anno dell’abbondanza e della bene- questo pianeta non ci tolgano la gioia Sotto: dizione. della speranza! La Riserva di Gurupi, nella foresta Misericordia è amore viscerale. Non è Padre Dario Bossi amazzonica dello Stato del Maranhão. un valore etico o un principio morale: Açailândia (Brasile)

50 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Shimon Peres e Mahmoud Abbas. Uscito in contemporanea mondiale nel no- WAKE UP! vembre scorso, Wake Up! è distribuito da Believe Digital su licenza Multimedia San Paolo, e parte dei proventi verranno devoluti a un fondo di sostegno per i rifugiati. IL DISCO Undici tracce che spaziano dal gregoriano al pop-rock, sorvolando i grandi temi del MUSICA magistero bergogliano: la solidarietà umana e le sperequazioni sociali, la famiglia, l’at- tenzione alle giovani generazioni, con quel DEL PAPA suo parlare sempre vivido e schietto che è gombriamo subito il campo da even- Dati o Tony Pagliuca, della storica band tutt’ora uno dei tratti salienti - e rivelatori - S tuali equivoci. Questo non è “il disco progressive delle Orme). del suo essere. Parole e musica di speranza di papa Francesco”, ma piuttosto un disco Quanto ai frammenti bergogliani si spazia e d’incoraggiamento per tutti: forse non di canzoni inframmezzate da preghiere e nel tempo e fra le latitudini: da quello serviranno a dare più forza al vero, se non riflessioni di papa Bergoglio. Il progetto – storico “Buonasera” con cui il 13 marzo unico, punto di riferimento morale su cui come il suo celebre predecessore Abbà 2013 si presentò al mondo, fino a un’omelia l’umanità di questi tempi possa contare, Pater che uscì alla vigilia del grande coreana dell’agosto dello scorso anno; in ma ci sono casi in cui le buone intenzioni Giubileo del 2000 – ha la stessa direzione mezzo altri nove brani altrettanto significativi: non servono solo a lastricare l’inferno… artistica, quella dell’ormai 80enne ma da alcuni interventi alla GMG di Rio, alla sempre intraprendente don Giulio Neroni commuovente “Preghiera per la Pace” che Franz Coriasco delle Edizioni Paoline. E tuttavia molte papa Francesco condivise in Vaticano con [email protected] sono le differenze. Nell’opera dello scorso Giubileo, le parole del papa si sovrapponevano e intersecavano con la musica (un mix giocoforza pretta- mente strumentale che oscillava tra l’ambient e il multietnico); qui invece si è preferito scindere le due componenti, alternando il parlato del papa alle atmosfere sonore, col “vantaggio” di poter aggiungere le voci alla struttura ritmico-melodica. Undici i frammenti in entrambi i casi, costruiti con l’essenziale supporto di Radio Vaticana, ma l’impatto è fin dal primo ascolto piuttosto diverso. Abbà Pater aveva una produzione sontuosa (c’era di mezzo un colosso come Sony Music), suoni omogenei ed eleganti; qui tutto è stato realizzato con pochi mezzi e suona un po’ più povero e dimesso. Del resto, non è certo un mistero che a questo papa mal s’accordino le ridondanze, mediatiche e non. A questo tocca aggiungere la finalità del progetto: non certo incrementare la popolarità di un personaggio (che non ne ha davvero bisogno), piuttosto offrire una piccola opportunità in più per meditarne il pensiero e lo stile. Dunque nessun nome altisonante, ma un manipolo di bravi artisti (tra cui, comunque, spuntano nomi ben noti fra gli addetti ai lavori, come Beppe

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 51 52 CIAK DAL MONDO Chiamatemi Fran Chiamatemi Fran POPOLI EMISSIONE U che dedicheràlasuavitaafareilmissio- nome èJorgeMarioBergoglioehadeciso entrare inSeminario,daiGesuiti.Ilsuo occhi laragazzachestaperlasciare rica Latina.Ilgiovaneinpistaguardanegli agitavano l’ArgentinaealtriPaesi dell’Ame- politicicheinqueglianni e deifermenti più cheventenniparladipolitica,Peron diragazzipoco In untavolo,gruppo tango inunabaleradiBuenosAires. n giovanedagliocchiintensiballail - FEBBRAIO 2016 realizzata inpocopiùditremesitraItalia, tografiche (perorasolo)italiane.Lapellicola successo dipubbliconellesalecinema- e distribuitodaMedusa,salutatoun “La nostravita”),prodottodaTaoduefilm Daniele Lucchetti(autoredi“Ilportaborse”, inizia ilfilm“ChiamatemiFrancesco” di entrare nelconclavedacuiusciràpapa, cardinale diBuenosAireseinattesa e ricordidell’anzianoBergoglio,diventato nario inGiappone.Inungiocodi DEL GIOVANE J IL SOGNOMISSIO sciata perentrare neiGesuitie dini), lagiovanefidanzatinala- simbolici comeEster(Paula Bal- tino, metteincampopersonaggi alla verastoriadelpapaargen- La pellicola,liberamenteispirata periferie diBuenosAires. massati nelle perseguitati, peripoveriam- e caparbiopergliultimi,i attraverso unamorecoraggioso problemi delsuotempo,vissuti chiamato aconfrontarsiconi di unfiglioemigrantiitaliani, volontà dare spessoreallaforte zo 2013.Entrambiriesconoa cessivi finoalconclavedelmar- veste isuoipanninegliannisuc- na, mentreSergioHernandez terpretato daRodrigo deLaSer- anni Cinquantaal2005)èin- vane Bergoglio(dallafinedegli alle plateesudamericane.Ilgio- protagonisti dueattorimoltonoti Evangelina Himitianevedecome al libro“Ilpapadellagente”di eArgentina,èispirata Germania villas miserias flashback delle dendosi sempre indifesadegliultimi.Sem- chiaro, conleparoleeigesti, spen- riferie eipotentidelregime:con tuttiparla instancabile mediatoretraipreti dellepe- èancheun Il gesuitadalcaratterefermo fino aitempinostri. ripete piùvoltenelcorsodellasuavita, sto conCristo».Unarispostachiarache Stai conicomunisti?»,Bergogliodice:«Io stai? E quandoglichiedono:«Dacheparte dipolizia. tra imovimentidipiazzaeleforze perseguitati atrovareriparoomediando non smettediaiutarelagente,aiutandoi le tesidellaTeologia dellaLiberazione,ma più.Bergogliononsposa per nontornare da cuiognitantosparisconoalcunepecore seguendo ildestinodiquelgreggeoppresso prigioni delregimeevessatiinmodoorribile, altririnchiusinelle sono uccisibrutalmente, Alcuni diciviliinermi. sparizioni etorture che vivonotraipoveriodenunciano frontarsi conildrammadeipreticoraggio provinciale deiGesuiti,Bergogliodevecon- All’epoca nonancora40enneegiàsuperiore litare delgeneraleVidela(1976-1981). desaparecida poi ritrovatacomemadrediunagiovane negli annidelladittaturami- NARIO ncescoORGE CIAK DAL MONDO CIAK DAL

monsignor , e lo stesso non mi sono accostato anche per rispetto. Bergoglio allestiscono in fretta un altare e Io non sono credente: preferisco credere celebrano messa. Un episodio che è me- nelle cose che vedo. Ho scelto di rimanere tafora della forza della Buona Novella cri- sul Bergoglio più "politico" perché sicura- stiana che altro è da ogni schieramento mente era quello più visibile». Per Lucchetti politico. Non a caso all’anteprima del film questa esperienza segna un punto impor- che si è svolta nell’aula Paolo VI il 1° di- tante nella carriera di regista impegnato a cembre dello scorso anno, il papa «ha vo- raccontare il sociale. Infatti dice: «Mi sem- pre senza un briciolo di paura, sempre col luto invitare i poveri, i senzatetto, i profughi, brava interessante spiegarmi perché questo rosario pronto a sgusciare dalla tasca dei le persone più bisognose insieme ai loro personaggio oggi è così, e attraverso quali pantaloni. Particolarmente tenace è la sua volontari, religiosi e laici, che operano quo- strade è passato. Il momento della gioventù devozione alla “Madonna che scioglie i tidianamente nella carità». Settemila invitati, mi è sembrato interessante perché c’era nodi”, di cui distribuisce l’immagine persino tutti idealmente in prima fila, ad assistere chi ci raccontava di questo giovane pre- agli speculatori che negli anni Novanta de- al film realizzato da Daniele Lucchetti, il occupato e con una certa baldanza. A soli cidono di radere al suolo una villa per co- regista che dice: «Dopo questo film credo 37 anni diventa provinciale dei Gesuiti, poi struire un quartiere residenziale. Nel 1992 di più alla gente che crede». Si è avvicinato perde questo incarico e comincia un po’ Bergoglio viene nominato da Giovanni ad una figura ricca e complessa come daccapo. Trovo affascinante anche il suo Paolo II vescovo ausiliare di Jorge Mario Bergoglio, ascoltando molte fare un passo indietro, tornare sulla pre- e la sua scelta preferenziale per i poveri testimonianze di chi lo ha conosciuto e ghiera. Visto che non volevo rappresentare viene testimoniata sul fronte delle periferie spiega: «Ho descritto la parte visibile di la preghiera, ho raccontato la messa in urbane, degradate e bisognose di pastori. Bergoglio, che un po’ tutti mi hanno rac- opera della preghiera, che è anche l’assi- Le ruspe dei palazzinari restano sollevate contato: era un gesuita dinamico, che pas- stenza ai poveri». in aria quando, tra gli abitanti della villa da sava all’azione anche con una certa ca- abbattere e la polizia pronta a caricare, pacità di scegliere la cosa giusta. C’è una Miela Fagiolo D’Attilia l’allora vescovo della capitale argentina, dimensione spirituale molto forte, alla quale [email protected]

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 53 Il nutrimento di Dio ture di san Fran-

LIBRI n piccolo gioiello da leggere e rileggere, cesco, in cui si Gianfranco Ravasi dal titolo “Siamo quel che mangiamo? legge una lode al- U SIAMO QUEL CHE MANGIAMO? Un lessico del cibo tra Scrittura e cultura”, UN LESSICO DEL CIBO tissima per que- scritto dal cardinale Gianfranco Ravasi (Edi- TRA SCRITTURA E CULTURA sto vitale elemen- zioni Emi). Affascina la disinvoltura e la Edizioni Emi - € 5,00 to: «Laudato si’, sapiente capacità di citare testi diversi spie- mi’ Signore, per gandoli con semplicità. Si passa dalla Bibbia religione Cristo ha dato un forte sor’Acqua, la a scritture dell’Oriente, citando anche grandi rilievo spirituale al pane nell’euca- quale è molto uti- pensatori europei e mondiali. Il cardinale ristia, con cui i fedeli si cibano le et humile et Ravasi fa una riflessione profonda sui diversi proprio del Suo corpo. Per quanto pretiosa et ca- aspetti del cibo e i suoi significati anche concerne il vino si sottolinea come questo, sta». Il cardinal Ravasi mette in evidenza simbolici. L’attenzione punta su pane, vino assieme al pane, nella prospettiva cristiana, che nella Bibbia «l’acqua è simbolo di Dio, e acqua. «Nella tradizione cristiana - scrive acquisisca un rilievo unico a livello teologico. sorgente di vita». Sostenendo poi che l’ac- Ravasi – le due prime opere di misericordia Il cardinale cita la scrittrice francese, Simon qua diventa l’emblema di Cristo, come si “corporale” sono proprio il “dar da mangiare Weil, che nel 1942 scriveva: «Dio risiede può intuire dal celebre dialogo con la Sa- agli affamati” e “dar da bere agli assetati”». nel nutrimento». Poi Ravasi scrive dell’acqua maritana: «Chi beve dell’acqua che io gli L’autore sottolinea come nel “Padre Nostro” sostenendo che «un filo d’acqua scorre darò non avrà più sete, l’acqua che io gli ci sia «l’invocazione destinata a sostenere idealmente attraverso le pagine delle Sacre darò diventerà in lui sorgente di acqua che l’esistenza» nel «dacci oggi il nostro pane Scritture». L’autore ricorda anche quello zampilla per la vita eterna». quotidiano». Egli spiega poi che nella nostra splendido testo che è il Cantico delle Crea- Martina Luise

G. Allegri - G. Bussière - G. Marta Nelle mani di Boko Haram RAPITI CON DIO DUE MESI PRIGIONIERI DI BOKO HARAM na suora canadese e due preti fidei donum di Vicenza Una situazione di grande disagio Prefazione di Giancarlo Bregantini U vengono rapiti nel cuore della notte da Boko Haram. È il tra il caldo umido e l'inizio della Edizioni Emi - € 10,00 4 aprile 2014 sono circa le ore 23. Sono i tre missionari della stagione delle piogge; nono- parrocchia di Tchére nel Nord del Camerun, al confine con la stante le tante privazioni e i mo- Nigeria. menti di sconforto hanno avuto Tenuti in ostaggio per otto settimane nel mezzo della savana - come si legge -fiducia nella nigeriana, vivono un vero inferno, come raccontano nel libro- Provvidenza e certezza di essere diario “Rapiti con Dio. Due mesi prigionieri di Boko Haram”: amati dal Padre. vedono e sentono gli aerei alleati bombardare il quartier ge- Dopo 57 giorni vengono liberati nerale dei terroristi a pochissimi chilometri dalla loro prigione; e consegnati alle forze dell'or- sotto due grandi alberi, privati di tutto, si coricano, si lavano dine camerunensi per poi essere (quando riescono ad avere una minima razione di acqua), ce- rimpatriati. Dal giorno della libe- lebrano la messa, finché non viene loro confiscata la borsa razione è gioia e ringraziamento con il necessario e pregano, meditano il Vangelo, recitano il e in questa testimonianza si rosario, il tutto circondati a vista d'occhio dagli aguzzini. For- legge: «In tutto il mondo, in mol- tunosamente, suor Gilberte Bussière, della congregazione di tissimi hanno pregato che fos- Notre-Dame de Montreal, riesce a tenere un diario clandestino simo liberati. Noi crediamo di dove annota gli accadimenti, i pensieri e le riflessioni sulla essere stati liberati per liberare a nostra volta gli altri». Un Parola del Signore in condivisione con i suoi due compagni, sorprendente esempio di senso cristiano vissuto nel dramma padre Gianantonio Allegri e padre Giampaolo Marta. Hanno della prigionia e dell’anticamera della morte. vissuto in zona di guerra nel pericolo reale di subire violenza. Chiara Anguissola

54 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 Vademecum delCampagna Centro missionarioMissio, Focsiv, diocesano Caritas VITA DI MISSIO Una grande rete per sviluppare tanti progetti

di MIELA FAGIOLO D’ATTILIA [email protected]

er l’Anno della Misericordia, portante iniziativa giubi- nell’ambito delle iniziative con- lare riconosce il diritto di P tenute nel Vademecum appro- chi è spinto a partire da vato dal Consiglio permanente della guerre e discriminazioni a Conferenza episcopale italiana, “Indi- rimanere nella propria cazioni alle diocesi italiane circa l’ac- terra, come spiega don coglienza dei richiedenti asilo”, con Michele Autuoro, diretto- particolare riferimento al punto 7, re di Missio: «Molti non “Nel riconoscimento del diritto di ri- vorrebbero lasciare le loro manere nella propria terra”, la Fonda- liana sono impegnate nella campagna case, gli affetti, la propria cultura ma zione Missio, la Federazione degli Or- per la realizzazione di microprogetti di sono costretti a farlo nella speranza di ganismi Cristiani Servizio Internazio- sviluppo nei Paesi di origine dei mi- una vita migliore. Non intendiamo fer- nale Volontario (Focsiv) e Caritas Ita- granti. Dopo l’appello del papa, l’im- mare gli esodi perché ognuno ha il di- ritto di scegliere cosa vuole fare e la Chiesa italiana è impegnata sul piano dell’accoglienza, seguendo il Vangelo che ci ricorda che “ero forestiero e mi avete accolto”. Vogliamo aiutare la per- sona a 360 gradi, sia per restare nella sua terra, sia che bussi alla nostra por- ta se costretto a partire. Vorremmo an- che accompagnare progetti per la si- curezza dell’emigrazione nei Paesi che sono anche vie di traffici di esseri uma- ni. In molte situazioni ci sono perso- ne che vivono in condizioni indegne per l’essere umano, al punto che mol- ti hanno perso e continuano a perde- re la vita in simili luoghi e circostan- ze». Di qui l’idea di lanciare una serie di microprogetti facendo perno sui missionari, sui volontari della »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 55 Campagna Missio, Focsiv, Caritas VITA DI MISSIO

Microprogetti giubilariPIETRO, PESCATORE Orti familiari e produzioneDI GIOVANI di sapone in Etiopia onostante la rapida crescita economica, l’Etiopia si polazione, 15mila abitanti, rappresentati dai gruppi et- Ncolloca al 173esimo posto della tabella di Indice di nici Oromo, Gumus, Amhara e Tigray, vive grazie alla col- Sviluppo Umano: dei suoi circa 100 milioni di abitanti, 22,6 tivazione di mais e sorgo che consentono di ottenere un milioni di persone vivono al di sotto della soglia di pover- raccolto annuale durante la stagione delle pioggie e tale tà. Il basso livello di accesso all’istruzione primaria, ca- circostanza, insieme all’aumento del prezzo del cibo, co- ratterizzata da una forte disparità ragazzo–ragazza, si stringe molte famiglie ad una riduzione della quantità di accompagna ad un’insufficiente riduzione di mortalità in- alimenti che, associata al consumo dei cereali, privi di ap- fantile e di miglioramento delle condizioni di salute ma- porto proteico, sono la principale causa di malnutrizio- terna con significative variazioni tra area urbana e rura- ne soprattutto materna ed infantile. Tale bisogno è in- le. L’agricoltura, nonostante sia il settore dominante l’eco- terpretato dalla Comunità missionaria di san Paolo apo- nomia del Paese, costituisce solo il 46% del Pil, rimanen- stolo e Maria, Madre della Chiesa (MCSPAM), associa- do un fattore critico per l’implementazione dello svilup- zione di fedeli della Chiesa cattolica, costituita da pre- po generale. ti e laici, che nasce in Etiopia nel 1993, su esortazione Uno dei microprogetti giubilari si propone di destinare 5mila del vescovo di Nekemte. Rivolge la sua attività a proget- euro per promuovere il diritto alla sicurezza alimentare ti di salute pubblica, educazione prescolare e sviluppo del- e all’igiene attraverso il sostegno ad un programma di for- l’acqua e delle risorse agricole. Nel 2003, in seguito alla mazione costituito da due corsi in agricoltura, nutrizio- petizione della comunità e con l’appoggio delle autorità, ne, igiene e salute che si svolgeranno nella valle di Angar costituisce il Centro per Madri e Bambini dove crea un pic- Guten, nei mesi di aprile e settembre, per due giorni a set- colo orto di alberi da frutto e verdure per integrare la die- timana. Al termine del programma saranno consegnati, ta, priva di proteine, dei 120 bambini cui il Centro forni- unitamente al certificato di partecipazione, vari tipi di semi sce colazione, pranzo, educazione prescolare e controlli di ortaggi, alberi da frutto e strumenti per il mantenimen- medici periodici. Protagoniste di questo progetto sono to dell’orto che, creato durante la formazione, sarà fon- 60 donne che, al termine del piano formativo, condivide- te di adeguata nutrizione e di sufficiente reddito per le ranno le conoscenze su metodi di preparazione e conser- famiglie. A beneficiarne sarà il villaggio di Andode, nel di- vazione domestica di frutta e verdura e di produzione di stretto di Gida Kirama, all’interno della zona amministra- sapone, con il resto della comunità e con gli abitanti del- tiva di Wollega orientale nella regione di Oromia. La po- le località limitrofe nella valle di Angar Guten.

Focsiv e sulla Caritas, su chi è già im- diocesane, i Centri missionari diocesa- pegnato a sostenere realizzazioni in ni, le ong della Focsiv». Una rete, un im- terre di missione. pegno di condivisione, in questo Giu- La campagna è una importante occa- bileo che chiede gesti concreti. sione per una sinergia tra organismi, collegando «iniziative già in atto gra- MISSIO Via Aurelia, 796 zie al mondo del volontariato» come 00165 Roma tel. 06 6650261 sottolinea Gianfranco Cattai, presiden- [email protected] www.missioitalia.it te di Focsiv. Dall’ufficio microrealizza- zioni di Caritas italiana, Francesco CARITAS ITALIANA Carloni spiega a chi è rivolta l’inizia- Via Aurelia, 796 tiva: «Innanzitutto alle diocesi che 00165 Roma tel. 06 661771 utilizzano la microrealizzazione come [email protected] www.caritas.it strumento di animazione pastorale. È FOCSIV una assunzione di responsabilità da Via di S. Francesco di Sales, 18 parte delle Chiese italiane a cui è rivol- 00165 Roma tel. 06 6877867 to il vademecum: i vescovi, le Caritas [email protected] www.focsiv.it

56 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 IntervistaVademecum a don Mario del Vincoli Centro

Guardando lontano

di ILARIA DE BONIS [email protected]

oi siamo sette fratelli, tre più grandi di me e tre più «N piccoli. La mia famiglia era molto contenta della mia scelta, a patto che io fossi felice. Nel 2001 sono partito per gli Stati Uniti a studia- re l’inglese e finalmente nel 2002 sono atterrato nelle Filippine: ma in quattro anni sono tornato a casa soltanto una volta. Questa lontananza mi ha insegna- to una cosa che non dimenticherò mai: ci si vuole bene anche se non ci si vede». Anzi, la lontananza rafforza i le- gami. A raccontare la sua scelta voca- ne agli inizi del Duemila mi ha cambia- la sua diocesi aversana. Quella sarà an- zionale, che è anche una proposta di to tanto perché mi ha fatto vedere che la prova del nove per la sua scelta vita ben ponderata negli anni della for- quello che in Italia non vedevo – rac- confessionale: capirà che è proprio il sa- mazione teologica nelle Filippine, è don conta - ossia una Chiesa più gioviale, cerdozio il talento da mettere a frut- Mario Vincoli, il nuovo segretario del- più bella meno istituzionale. Meno to. la Popf e della Poim, per la Fondazio- burocratica. Pulita, libera». Le Filippine, «Sì, avrei potuto essere un laico impe- ne Missio. Classe 1976, don Mario è ar- Paese ricco di bambini e anche di don- gnato in parrocchia, ma sapevo che po- rivato a Roma a luglio dell’anno scor- ne in attesa di figli, era il Paese ideale tevo dare di più. Che quello non mi sa- so. per don Mario, così giovane anche lui rebbe bastato», dice. «L’esperienza missionaria nelle Filippi- ed abituato a stare con i ragazzini, nel- «Già quando frequentavo le scuole »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 57 VITA DI MISSIO

medie – racconta – e andavo in parrocchia, sentivo che quella vita lì era la mia. Trovavo in quegli ambienti un luo- go molto adatto a me. Ma non era ancora la chiamata di Gesù. Avrei potuto essere semplice- mente un laico. Più tardi volli una cosa differente: volli dedi- carmi completamente al Vangelo». Capisce allora che la sua voca- zione è proprio una completa scelta del cuore. «Quella cosa che senti nella pan- cia come la sente un pittore che non può fare a meno di di- pingere o una balle- rina di danza classi- ca che non può non danzare… Quella sacerdotale è una vocazione e per me fu un vero dono». che ti chiede e che a prima vista pos- «La mia prima attività in missione era sono sembrare un perdere, piano pia- Oltre a partire per le missioni, confes- legata al lavoro con i bambini: si chia- no diventano un ricevere». Nelle Filip- sa don Mario, è importante convertire mavano koa e loa, bambini e bambine pine rimarrà il tempo giusto per finire il cuore ad una visione estatica dell’al- formati per servire la messa e danzare gli studi teologici, poi di nuovo in Ita- tro. durante le celebrazioni», ricorda. E ci lia, nella sua diocesi ed infine arriva “la «I ragazzi possono essere missionari an- mostra le foto di quegli anni, dove lui chiamata” ai piani alti della Fondazio- che a scuola, anche nel loro quartiere, sembra uno del gruppo, se non per età ne Missio, con la quale collabora. anche in casa», dice. Lui assicura che sta quantomeno per semplicità ed integra- Anche a Roma arriva senza sapere provando ad essere un missionario an- zione. bene per quale motivo lo abbiano vo- che a Roma, dentro gli uffici di Missio, Gli chiediamo se quella scelta gli costò luto, ma accetta di buon grado e sem- nelle diocesi che visita, con gli impegni sacrifici e anche rinunce e ci risponde pre con una fiducia cieca in una volon- che si è assunto e che saranno impo- con un sorriso molto aperto che parla tà che sa essere quella che plasma de- stati sull’esempio dei giorni filippini: da sé: «Di rinunce senz’altro ce ne sono stini: «La cosa più bella sono i ragazzi: niente chiusura, niente burocrazia ma state, ma sempre legate ad una promes- non c’è gioia più grande per me dell’es- tanta aria nuova e stimoli ad uscire, ad sa. Dietro ad ogni rinuncia c’è qualco- sere diventato segretario di un segre- andare, a vedere. A stare nelle perife- sa di bello che verrà dopo! Gesù dice: tariato come questo che si occupa di rie decentrate di questo nostro mondo, “Fratelli, sorelle e madri ne troverete scoprire l’indole missionaria nascosta in in contatto costante con le periferie di tanti altri…”. Ecco, tutte le rinunce ogni giovanissimo». mondi lontani.

58 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 VA’VA’ DOVEDOVE TITI PORTAPORTA ILIL VANGELOVANGELO entre papa Francesco, il primo giorno dell’an- no, da piazza San Pietro, invitava il mondo alla M pace e pronunciava quelle parole non solo alle comunità cristiane riunite attorno a lui ma a tutti i po- poli del mondo, di qualunque credo e di qualunque nazione, 17 ragazzi di diverse parti d’Italia erano insie- me a Gerusalemme per vivere un pellegrinaggio in Ter- ra Santa promosso da Missio Giovani. Sulle orme di Gesù, nella sua terra, ripercorrendo il suo Vangelo e lasciando che lo Spirito Santo soffiasse nei cuori di ognuno. Questi sono stati gli ingredienti che hanno reso indimen- ticabile la settimana tra il 27 dicembre e il 4 gennaio scor- si, per i giovani inviati dai Centri missionari diocesani che hanno risposto ad un invito e si sono messi in gioco con fi- ducia. Il viaggio in Terra Santa si inserisce nel solco del progetto “Pellegrinaggio sulle orme dei martiri” proposto nel 2010 da Missio Giovani ai Centri missionari diocesani d’Italia. In quel- l’anno, che coincideva con il 30esimo anniversario dell’as- sassinio di monsignor Oscar Romero, il pellegrinaggio sul- le orme dei martiri fu in Guatemala e Salvador, seguendo Romero, ma anche monsignor Angelelli e il sangue di mol- ti altri martiri meno noti. La proposta, con cadenza bienna- le, proseguì nel 2012 con il viag- vario di un popolo”, poi nel 2013 con il viaggio in Cambo- gio in Albania dedicato al “Cal- gia “Cento specie di amori” e nel 2015 in Terra Santa con il tema “Ti farò luce per le nazioni”. Quest’anno, all’inizio dell’anno giu- bilare, sentiamo profondamente l’occasione di vivere concreta- mente il tempo e i luoghi della Mi- sericordia di Dio Padre nel volto dei fratelli e delle sorelle conosciuti du- rante i nostri pellegrinaggi, in par- ticolare in Terra Santa. A guidare le sette meditazioni bibliche su cui ci si è soffermati durante il viaggio, è stato padre Claudio Monge, »

POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 59 VITA DI MISSIO

missionario domenicano ad Istanbul, che sem- pre accoglie le proposte di Missio Giovani con affetto e amicizia. Ognuno dei partecipanti, nei giorni trascor- si in quei luoghi, ha fatto i conti con il deserto che si por- ta dentro, scoprendo piacevolmente che non è un posto di morte ma il “luogo della presenza di Dio”. Quando tut- to vacilla, quando la terra trema sotto i nostri piedi, quan- do il freddo che sentiamo dentro è più forte di quello pro- vato a Gerusalemme sotto pioggia continua e perfino qual- che spolverata di nevischio, in quel momento Dio mette una tenda dentro noi, per rimanervi, per “fare” casa in noi. Ci chie- de permesso umilmente, e aspetta un «sì». Aspetta che gli facciamo spazio nel cuore. «È troppo poco che tu sia mio servo, io ti farò Luce per le Nazioni» dice in Isaia. E non lo dice da datore di lavoro che promette una pro- mozione al fedele salariato. È l’Amore inspiegabile che lo guida e che scardina ogni nostra convinzione e ragionamen- to. Un Amore scandaloso, perché l’Amore di Dio scanda- lizza sempre, e a questo “scandalo” non ci abitueremo mai. È un Amore che diventa volto in Gesù. Potremmo quasi dire che, se prima di Gesù l’Amore di Dio era per certi versi difficile da conoscere, con Gesù questo Amore ha trovato un corpo umano dove estendere l’infi- nita ampiezza, dove manifestare l’assoluta potenza del ser- vizio. Dio ha scelto di entrare dentro i limiti della nostra uma- nità per mostrarci che l’Amore vero non conosce confini. Dio ha un cuore che batte, che palpita, si chiama Gesù, il Figlio Amatissimo. Egli ci mostra che l’Amore trova effica- cia non solo quando si offre ma soprattutto quando lo si accoglie. E accogliere l’Amore non è mai facile! Questo pel- legrinaggio non è stato solo una visita “ai luoghi”, per altro spesso inaspettatamente deserti, ma un tempo per fare spa- zio dentro di sé, per accogliere in noi, come Maria, la vo- lontà di un Dio che non si stanca di amarci.

Alex Zappalà

60 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 GRAZIE AMICI CHI FA UN’OFFERTA PER LA MISSIONE UNIVERSALE ATTRAVERSO LE GRAZIE AMICI PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE ITALIANE CONTRIBUISCE ALLA Solidarietà delle SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE CHE ARRIVA FINO AGLI ESTREMI CONFINI Pontificie Opere DELLA TERRA. GRAZIE ALLA GENEROSITÀ DI CHI DONA, OGNI ANNO VENGONO REALIZZATI PROGETTI DI DISPENSARI, ASILI, SCUOLE, SEMINARI, Missionarie CHIESE IN TUTTI I PAESI DEL SUD DEL MONDO. BASTA APRIRE L’ATLANTE DELLA MISSIONE PER SCOPRIRE DOVE UOMINI, DONNE E BAMBINI DI TUTTE LE RAZZE E LE CULTURE RICEVONO L’AIUTO CHE PARTE DALL’ITALIA. BURUNDI A Gitega tra gli studenti del Grand Seminaire a visita di san Giovanni Paolo II in flitto etnico tra Hutu e Tutsi, resta teso Burundi nel 1990 è stata uno dei e fonti internazionali riferiscono di sta si è impegnato più del solito a par- L più grandi avvenimenti per i cat- scontri armati nelle principali città, da Bu- tecipare attivamente all’organizzazione tolici del Burundi nel XX secolo. A Gite- jumbura a Muhanga, senza escludere Gi- e alla vita della comunità, dando prova ga si riunirono allora per partecipare ad tega, considerata il feudo elettorale del dello spirito di disponibilità nell’eserci- una messa del papa decine di migliaia di presidente Pierre Nkurunziza, giunto al zio delle responsabilità pastorali. Lo scri- fedeli acclamanti e dopo la sua parten- terzo mandato in violazione della Costi- ve il rettore Martin Sinumvayaha, del cle- za fu costruito un Seminario che porta tuzione. ro della diocesi di Ngozi, nominato nel il suo nome. Il Grand Seminaire Jean Paul Lo scorso anno scolastico è stato carat- febbraio 2014, nella lettera di ringrazia- II ospita oggi 120 seminaristi di cui 47 terizzato da una forte insicurezza poli- mento all’Opera di San Pietro Apostolo new entry, provenienti da tutte le dio- tico-sociale, vissuta all’interno del Grand per il sussidio ordinario ricevuto. Grazie cesi del Paese. Al di fuori dei corsi per la Seminaire “Nello spirito di corresponsa- a questo sussidio, il Grand Seminaire con- formazione che vi si svolgono, vengono bilità e comunione” secondo il tema an- tinua ad essere un importante polo di for- organizzate molte manifestazioni musi- nuale scelto per orientare i programmi di mazione del clero e un’area di promozio- cali e culturali a carattere religioso e la formazione dei nuovi sacerdoti burun- ne culturale in un Paese che cerca fati- grande biblioteca di cui è fornito il desi. In piena coscienza che ogni mem- cosamente di riconquistare un futuro di complesso è a disposizione anche di stu- bro della comunità ha una parte di re- pace. denti esterni al Seminario. Il clima nel sponsabilità nella riuscita della formazio- Paese, già segnato dal drammatico con- ne globale, ogni formatore o seminari- Miela Fagiolo D’Attilia

PER AIUTARE I MISSIONARI E LE CHIESE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE DEL SUD DEL MONDO ATTRAVERSO Sono l’organismo ufficiale della Chiesa cattolica per aiutare le missioni e le Chiese del Sud del LE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE: mondo nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza di carità. Approvate e fatte proprie dalla - Bonifico bancario sul c/c n. 115511 Santa Sede nel 1922, sono presenti in 132 Paesi. In Italia operano nell’ambito della Fondazione intestato alla Fondazione Missio presso Missio, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Banca Etica Attraverso un fondo di solidarietà costituito dalle offerte dei fedeli di tutto il mondo provvedono a: (IBAN: IT 55 I 05018 03200 000000115511) • finanziare gli studi e la formazione di seminaristi, novizi, novizie e catechisti; • costruire e mantenere luoghi di culto, seminari, monasteri e strutture parrocchiali per le attività - Conto Corrente Postale n. 63062855 pastorali; intestato a Missio - Pontificie Opere • promuovere l’assistenza sanitaria, l’educazione scolastica e la formazione cristiana di bambini e Missionarie, via Aurelia 796 – 00165 Roma ragazzi; (informazioni: [email protected] – • sostenere i mass-media cattolici locali (tv, radio, stampa, ecc.); 06/66502620) • fornire mezzi di trasporto ai missionari (vetture, moto, biciclette, barche).

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INTENZIONEIntenzioni MISSIONARIA FEBBRAIO 2016 Piccoli semi “

PERCHÉ CRESCANO LE OPPORTUNITÀ DI DIALOGO E DI di speranza INCONTRO TRA LA FEDE CRISTIANA E I POPOLI DELL’ASIA. di MARIO BANDERA [email protected] nche se la fede cristiana oggi presentarsi senza trionfalismi di sor- spetto e la tolleranza e per proclama- è diffusa in tutto il mondo, ta e senza quello sfarzo eccessivo“re i diritti dell’uomo a qualunque “ca- A non possiamo ignorare che che tanto ha pesato sulla storia euro- sta” appartenga. Teniamo presente, il messaggio di Gesù di Nazareth ger- pea nei secoli scorsi. Sta proprio qui inoltre, che il colosso asiatico per ec- mogliò in Terra Santa, territorio del infatti l’opportunità provvidenziale cellenza, ovvero la Cina, non offre grande continente asiatico. Il ceppo per un dialogo fecondo con tutte le nessuna indicazione circa il numero religioso su cui si sviluppò fu l’ebrai- genti, basato espressamente sulla te- degli aderenti alla Chiesa cattolica che smo, che unitamente all’altra grande nerezza del Vangelo per “agganciare” vivono all’interno di questo grande religione monoteista, l’islam, videro al messaggio di Gesù di Nazareth le Paese. Il giorno in cui sarà possibile tutte la luce nel continente asiatico. popolazioni dell’Asia. Più che mai le contare i battezzati in Cina, avremo Se a ciò aggiungiamo che anche le minoranze cattoliche sono chiamate delle gradite sorprese perché ancora grandi tradizioni religiose presenti oggi ad essere compagne di viaggio sui una volta ci accorgeremo che la mi- oggi sul pianeta, come l’induismo, lo sentieri della speranza e della libera- glior evangelizzazione, come nei tem- mente scintoismo, il buddismo, sono nate zione che devono percorrere ancora pi antichi, è avvenuta nelle cata- tutte in Asia, possiamo dire che que- le immense moltitudini asiatiche. combe, lontana dalle luci della ribal- sto continente porta dentro di sé un Se la Chiesa rimane in minoranza, ta dei nostri giorni. innato afflato religioso, fecondo ter- non è detto reno di coltura per i sentimenti mi- che per que- stici dell’umanità. sto rimanga Oggi, stando agli scarni dati nume- insignificante rici, vediamo che il continente che ha nella realtà il minor numero di cristiani è proprio asiatica, anzi: l’Asia. Con la felice eccezione delle Fi- ci sono tutti lippine, nella stragrande maggioran- gli elementi za delle nazioni asiatiche i cristiani perché possa non sono che un piccolo resto. Ma effettivamente forse sta proprio in questa particola- trasformarsi in rità la sfida più bella ed esaltante che uno stimolo la fede cristiana ha per poter dialoga- fondamentale

MISSIONARIA re con i popoli dell’Asia, dove può per vivere il ri-

62 POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 PONTIFICIA UNIONE MISSIONARIA INSERTO PUM Le parole della modernità di GIUSEPPE ANDREOZZI [email protected] ai, don… Mica ho più gli studi che ha intrapreso. Ma quel tanta voglia di tutte riferimento a «parole e occasioni «Squelle chiacchiere in diverse» dice qualcosa di più. Dice parrocchia». A dirlo è una ragazzina che anche in una valle periferica che solo qualche mese fa avrei indi- racchiusa tra due catene di monti, cato come la mia chierichetta pre- qual è quella in cui vivo, è ormai ar- ferita. Una vispa 14enne che, a di- rivata la modernità. Quella che spetto dell’età e delle vicissitudini esclude necessariamente la forma la frase dell’ateo Albert Einstein: familiari, ha sempre dimostrato di- concreta di religione che la mia ex «Essere consapevoli che dietro tutto sponibilità e af- chierichetta prefe- quello che possiamo sperimentare si fetto alle persone MODERNITÀ E FEDE, rita ha fino ad nasconde qualcosa che il nostro in- e alle attività della DA MOLTI VISSUTI oggi conosciuto e telletto è incapace di comprendere, parrocchia. Mi ha COME BINOMIO CHE praticato. Io le vo- qualcosa la cui bellezza e maestosità mente raccontato con TENDE AD glio ancora più possono brillare in noi solo in ma- entusiasmo della bene, anche se riu- niera imperfetta e debole, essere co- scuola superiore ESCLUDERSI, SI scirò a vederla scienti di questo è la vera religiosità. alla quale è ap- COMPLETANO E SI sempre meno. E In tal senso io sono un ateo profon- prodata. Di nuovi ARRICCHISCONO bene voglio a que- damente religioso». Ho fiducia che amici e di nuove VICENDEVOLMENTE ste piccole comu- in quel “qualcosa” prima o poi riu- amiche. Dell’am- nità dove – pur se scirà a riconoscere l’immagine di biente cittadino dove ora passa gran lentamente – giungono ad infil- quel Dio Padre e Creatore che ci ha parte della sua giornata. «Gesù mi trarsi le idee della modernità. Una rivelato Gesù. piace, lo ammiro. Che Dio esiste, sfida crescente, ma che non neces- Per me, ho preferito rileggere papa però, non lo credo più. Il mondo si sariamente ci consegna una Chiesa Francesco in Evangelii Gaudium n. spiega con le sue leggi. Ho bisogno in fallimento. Piuttosto esalta la ra- 27: «Sogno una scelta missionaria di parole e occasioni diverse». gione della sua esistenza e missione: capace di trasformare ogni cosa, I tratti comuni dell’atteggiamento continuare a trasformare il mondo perché le consuetudini, gli stili, gli degli adolescenti davanti alla reli- nel Regno di Dio grazie alla po- orari, il linguaggio e ogni struttura gione ci sono tutti, insieme agli ef- tenza salvifica di Gesù. ecclesiale diventino un canale ade- fetti delle evidenze scientifiche de- Alla vispa 14enne ho consegnato guato per l’evangelizzazione del » MISSIONARIA (Segue a pag. 65) POPOLI E MISSIONE - FEBBRAIO 2016 63 PONTIFICIA UNIONE MISSIONARIA RELIGIOSE E MISSIONE L’ANGELO DEI BAMBINI DI BETLEMME

l 2 febbraio, Giornata Mondiale L’ho incontrato nell’entusiasmo dei giovani studenti infermieri, fe- Idella Vita consacrata, è calato il lici di poter fare qualcosa per gli altri. L’ho visto ed amato nel vol- sipario sull’Anno della Vita consa- to sfigurato ma sorridente dei lebbrosi. Ho toccato con mano la crata, mentre i riflettori, nel tempo Sua misericordia e tenerezza con i malati terminali di Aids... Sto forte della Quaresima, sono sem- incontrando il Padre anche qui, in questo lembo di terra dalle mil- pre più puntati sul Giubileo che ci le contraddizioni. Qui, a Betlemme, tra i bambini del Caritas Baby invita a “mettere in pratica” indica- Hospital. Qui mi aspettava per farmi capire la mia maternità e spon- zioni, attese, auspici emersi e ap- salità. Qui dovevo arrivare!». profonditi nel corso dell’anno del- È questa la testimonianza di suor Donatella Lessio, suore Fran- la vita consacrata, ri-assumendo, cescane Elisabettine di Padova, direttrice del Centro di formazio- in modo creativo, il compito fon- ne continua al Caritas Baby Hospital, il primo ospedale specia- damentale, che consiste nel fare lizzato pediatrico di Betlemme che dal 1952 cura i bambini di tut- misericordia come declinazione ta la Cisgiordania e la cui gestione è affidata da 40 anni alle suo- sempre nuova del comandamen- re Elisabettine di Padova. Lo scorso anno, nel mese di febbraio, to dell’amore. suor Donatella, come rappresentante di “Aiuto Bambini Betlem- La misericordia di Dio, attraverso me Onlus”, è stata ricevuta in udienza privata da papa Francesco di noi, diventando gesto concreto a cui ha consegnato un attestato di “Angelo dei Bambini di Betlem- di misericordia verso i bisognosi e gli infelici, può rinnovare, oggi, me”, a testimonianza del suo impegno a favore dei piccoli ma- l’umile ma comunicativa profezia delle origini della vita religiosa. lati della Palestina. «Ho incontrato il Padre misericordioso in un letto di ospedale; nel- «La gente si accorge di quello che facciamo e la domanda che le lacrime di chi non aveva più la forza di portare il suo dolore. le mamme musulmane ci rivolgono è: “Perché lo fai?”. Allora par-

mondo attuale, più che per l’auto- ministri di misericordia». lunga esperienza di fede nell’invito preservazione». Proprio l’Anno Santo della Miseri- ad “amorizzare il mondo”! Non Mi domando: quali sono i cambia- cordia, iniziato l’8 dicembre 2015 consumiamo dunque l’Anno Santo menti più necessari per pensare ma che ha visto significativamente parlando di misericordia a rischio- Dio in modo da sentirsi a pieno ti- aprire la prima Porta santa il 29 inflazione, quanto piuttosto vivia- tolo cittadini del mondo moderno novembre 2015 a Bangui nella Re- mola, accogliamola e abitiamola.

mente e allo stesso tempo autenticamente pubblica Centroafricana, può con- Le parole verranno dopo, e aiute- fedeli alla tradizione? Chi ha vis- tribuire in modo decisivo a vivere in ranno a riformulare la professione suto l’esperienza concreta della maniera concreta l’essenziale del di fede in Dio come Amore che missione non ha dubbi: occorre cristianesimo nel mondo moderno. progressivamente si rivela nella ma- ritrovare l’essenziale. Nelle giovani La straordinarietà di questo Giu- teria, nella vita, nella coscienza e Chiese è impensabile vivere l’an- bileo, infatti, sta nel riproporre agli nell’intelligenza umana, e in modo nuncio portando dietro il mille- uomini e alle donne di oggi che pieno nell’amore totale e disinteres- nario monumento teologico e ri- Dio dà appuntamento all’uomo là sato di Gesù e in coloro in cui Gesù tuale cattolico. Papa Francesco, dove Lui desidera incontrarlo: «Mi- vive. Ci accorgeremo che moder- che da quelle Chiese proviene, sericordia io voglio e non sacrificio» nità e fede, da molti vissuti come nella famosa intervista del 19 ago- (Mt 12,7). Sulla bocca di Gesù la binomio che tende ad escludersi, si sto 2013, diceva: «La Chiesa a frase del profeta Osea si riferisce al- completano e si arricchiscono vi- volte si è fatta rinchiudere in pic- l’amore che Dio dà all’uomo. Vuol cendevolmente. La fede cristiana li- cole cose, in piccoli precetti. La dire: «Voglio usare misericordia, bera la modernità dalla sua cecità di cosa più importante è invece il non condannare». Quel grande fronte a ciò che la trascende e l’ab- primo annuncio: “Gesù Cristo ti missionario e fratello di tutti, che è braccia. E la modernità arricchisce ha salvato!”. E i ministri della stato il mio concittadino Arturo la fede e la completa, ripulendola

MISSIONARIA Chiesa devono innanzitutto essere Paoli, ha lasciato la sintesi della sua da immagini che oggi rischiano di

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UISG: 50 anni di vita e una missione ponte

a celebrato i suoi primi 50 anni di vita al servizio delle Re- Hligiose nel mondo e della Chiesa lo scorso 12 dicembre. È l’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), che in concomitanza con l’avvio del Giubileo straordinario della Mi- sericordia, ha così festeggiato un traguardo ecclesiale impor- liamo del Bambino nato in una grotta a Betlemme che, diventa- tante. Ma la notizia forse più lieta è venuta da uno dei proget- to grande, ha scelto la croce per comunicare il suo amore infini- ti presentati in quell’occasione. Dieci suore del Progetto Mi- to per ogni uomo, specie per i più deboli, per i più piccoli, per gli granti della UISG hanno annunciato la loro partenza per la Si- emarginati. Capiscono, eccome! Ringraziano e ci dimostrano la cilia, dove ora stanno dando vita a due comunità intercongre- loro gratitudine in tanti modi, nel loro modo che commuove, che gazionali per “essere ponte” tra la popolazione locale e i mi- non senti di meritarti perché, alla fine, non facciamo chissà che!». granti. Si tratta di una missione molto bella ed attuale della qua- Certo, suor Donatella, non fate “chissà che”… ma fate miseri- le parleremo presto in modo più dettagliato. L’intento delle due cordia. E questo basta, anzi è tutto! nuove comunità costituite da una decina di religiose indiane, Suor Azia Ciairano eritree, keniane, congolesi, etiopiche, argentine, italiane è quel- Responsabile animazione missionaria Usmi lo di mettersi a disposizione delle diocesi di Agrigento e Cal- tagirone, al servizio dei migranti. Per la prima volta si realiz- za così in Italia un progetto “intercongregazionale”, che coin- volge cioè religiose appartenenti a diverse congregazioni, in risposta all’appello del papa di aprire le porte a profughi e migran- ti. Per capire cosa sia l’UISG ricordiamo che fu proprio l’8 dicembre 1965, giorno con- clusivo del Concilio Vaticano II, che i Pa- dri Conciliari approvarono l’istituzione del- l’Unione Internazionale delle Superiore Ge-

nerali. Nel 1967 si svolse la prima Assem- mente blea Generale, alla quale parteciparono cir- ca 200 Superiore Generali. Per mancanza di altri mezzi, furono le stesse Superiore Ge- nerali che, nei loro viaggi, fecero conosce- re l’Unione appena nata, ricevendo rispo- ste entusiaste, specie da parte delle con- gregazioni minori e più isolate geografica- mente, segno che l’UISG rispondeva a una vera necessità. Oggi, dopo 50 anni di vita, la UISG, formata da 1857 Superiore Gene- rali responsabili sia di Istituti di Diritto pon- tificio che di Diritto diocesano, presenti in oltre 100 Paesi e rappresentanti oltre 350mila re- frapporre uno schermo tra l’uomo ligiose, rinnova il suo impegno come spazio in- e Dio-Amore, intimo nella realtà tercongregazionale e internazionale di dialogo, più profonda di ogni persona e in- confronto e azione. contrabile sempre ed ovunque da

ciascuno. MISSIONARIA

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