Guida Al Vulture Alto Bradano SOMMARIO Coordinamento Del Progetto: Ficei Service S.R.L
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Guida al Vulture Alto Bradano SOMMARIO Coordinamento del progetto: Ficei Service s.r.l. Metafora Pag. 5 Introduzione Consorzio Civita Pag. 7 Il Vulture e la memoria Curatore: Domenico Nucera Pag. 9 Gioseffi, una lezione del passato per il futuro Progetto grafico: Laura Salomone Pag. 12 L’ambiente I testi sono di: Massimo Pacifici Un ricco patrimonio ambientale • L’area protetta Ornello Colandrea Il clima del Lago Piccolo L’ambiente La flora • Le sorgenti minerali La fauna del Vulture Domenico Nucera Itinerari naturalistici • L’avanzata del bosco Margherita Acierno A cavallo • Come equipaggiarsi In bicicletta • La farfalla del vulcano La cultura • Gli animali del Pierno Domenico Nucera Pag. 24 La cultura L’enogastronomia Tra chiese, castelli e abbazie • Terra di poeti, politici Itinerario archeologico e musicisti Documentazione fotografica: Daniela Marchese Itinerario tra i castelli • La medaglia dei briganti l a foto della Bramea è di Renato Spicciarelli • La villa di Tolve • Il ballo dei pastori Documentazione cartografica: su concessione dell’Arch. Nicola Tancredi • Artigianato e antichi mestieri Pag. 35 L’enogastronomia Hanno collaborato alla guida: Vincenzo Siggillito I sapori del vulcano • La terra delle castagne Marilena Gagliastro Itinerario nella dispensa lucana • A ogni pasta il suo condimento Guido Marcello Arminio Itinerario sulle strade dell’aglianico • Una terra ricca di acqua Gabriella Altavela • L’aglianico e i suoi fratelli • L’olivo,dal monastero alla Dop Pag. 48 I comuni Pag. 49 Acerenza Pag. 50 Atella Pag. 51 Banzi Pag. 52 Barile Pag. 53 Forenza Pag. 54 Genzano di Lucania Pag. 55 Ginestra Pag. 56 Lavello Pag. 57 Maschito Pag. 58 Melfi Pag. 61 Montemilone Pag. 62 Oppido Lucano Pag. 64 Palazzo San Gervasio Pag. 65 Rapolla Pag. 66 Rapone Pag. 67 Rionero in Vulture Pag. 70 Ripacandida Pag. 72 Ruvo del Monte Pag. 73 San Chirico Nuovo Pag. 74 San Fele Pag. 75 Tolve Pag. 77 Venosa Introduzione Nell’ambito dei processi di sviluppo locale, un processo di specializzazione territoriale che investe anche il settore della cultura è al momento in atto e coinvolge tanto le città e le grandi aree metropolitane, quanto le micro- culture locali, quei sistemi territoriali che investono sulla propria identità mettendo in relazione i diversi fattori storici, geografici, sociali e produttivi. Questa impostazione, che vuole coniugare le risorse del territorio intorno ai beni culturali per una crescita culturale, sociale ed occupazionale, può trovare terreno fertile proprio nel Vulture, ricco di una sua identità storico-ambientale e di una vocazione produttiva agroalimentare già consolidata. Tessere le relazioni fra il sistema produttivo ed i beni culturali è lo scopo della costruzione di un Distretto Culturale, di cui questa guida costituisce il primo passo. Il Distretto Culturale si propone, infatti, come un sistema, territorialmente delimitato, di relazioni che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali, sia materiali che immateriali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connessi. Il Distretto Culturale pertanto dovrà rappresentare uno degli strumenti di sviluppo locale che meglio interpretano le linee strategiche fino ad oggi portate avanti dal PIT Vulture Alto Bradano. Proprio credendo in questa impostazione, la Comunità Montana del Vulture ha dato un forte impulso alla riorganizzazione del comparto agroalimentare facendosi promotrice di un Distretto agroindustriale ed oggi, attraverso il PIT, vuole applicare la stessa logica di rete alle risorse culturali e paesaggistiche del territorio. Con la guida al Vulture ed all’Alto Bradano ci proponiamo di fornire dunque un primo strumento per collegare, in una visione aggiornata, beni ambientali, culturali e risorse agroalimentari di una terra ancora largamente sconosciuta. Come il lettore potrà facilmente verificare, si è infatti cercato di offrire, attraverso uno strumento agile e di facile consultazione, una sintesi di un patrimonio vasto, prezioso e di potenzialità enormi. I prossimi passi del PIT nel suo insieme seguiranno in linea coerente con questa premessa: la costruzione di una rete delle opportunità, delle potenzialità del territorio che consentano di arginare l’esodo delle 5 professionalità che qui si formano. Solo in questo Il Vulture e la memoria modo il nostro bene più prezioso, i nostri studenti e i giovani laureati, potranno trovare nuove possibilità di Il Vulture è stato per me che sono cresciuto in Lucania, occupazione in campi innovativi e dinamici. a Potenza, un luogo che aveva una identità precisa che La nostra scommessa è quindi di offrire un lo distingueva dal resto della regione per motivi storici, contributo originale ed innovativo per una politica di sociali, culturali, ambientali, economici. Ho sempre sviluppo, per il bene del nostro territorio. pensato ai paesi del Vulture e dell’Alto Bradano come un sistema a sé nell’ambiente lucano per le caratteristiche Avv. Tonio Bufano del paesaggio, per la comunanza di storia, di tradizioni, Presidente del PIT Vulture Alto Bradano di cultura che si rifletteva anche nei cibi e nella cucina. Al ragazzo che studiava al liceo di Potenza queste suggestioni giungevano attraverso gli incontri con gli studenti viaggiatori che arrivavano in corriera ogni mattina e con i quali si potevano confrontare esperienze, abitudini, interessi. Venivano a studiare da Barile, Rionero, Melfi, ma anche da Venosa, Genzano, Lavello, Ginestra e nasceva in questi dialoghi la curiosità per un territorio orgoglioso della sua individualità. Ho potuto avere conferma di questa specificità capace di corrispondere alle esigenze non solo turistiche, ma anche di sviluppo economico, quando ho compiuto inchieste per il mio lavoro di giornalista. A Barile ho scoperto la tradizione e la cultura schipetara che era ed è ancora viva nel mondo contadino e nel dialetto. Non dimentico la facilità con cui un compagno di liceo, Michele Piacentini, riusciva a leggere il greco e a ricordare anche i più difficili “aoristi” proprio per le sue radici linguistiche. All’atmosfera di Barile non era estranea una religiosità che si esprimeva nei riti pasquali e nella processione del Venerdì santo, in cui convivono i personaggi del Vangelo insieme con alcune figure di natura pagana, e nei fuochi di sterpi con cui si festeggia San Giuseppe che illuminano durante la notte il paese. Tra Barile e Rionero c’è pochissima distanza e c’è in comune anche la produzione del vino tratto dal vitigno aglianico che ha conquistato una notorietà nazionale. Rionero è la città natale del grande studioso della questione meridionale Giustino Fortunato. Sotto questo aspetto è l’emblema di due profonde contraddizioni: da una parte vi è nato il più energico difensore dell’unità nazionale e degli interessi del Mezzogiorno, dall’altra è la patria del brigante più celebre della Lucania – Carmine Donatelli, detto Crocco – che tenne testa, come racconta nella sua autobiografia, per quattro anni (dal 1860 al 1864) con la sua banda alle truppe piemontesi e che ha ispirato lo spettacolo corale di Brindisi di Montagna. Da ragazzo, tante volte sono stato a Monticchio dove i laghi e l’abbazia benedettina costituiscono oggi un centro di grande attrazione turistica. 6 7 Nei paesi del Vulture la ricchezza della tradizione storica Gioseffi, una lezione del passato per il futuro è testimoniata dai monumenti e dai resti archeologici, che indicano quanto sono antiche le radici culturali e Spesso personaggi cosiddetti “minori”, di cui si fa fatica sociali di questa parte della Lucania. La cattedrale in a ricostruire la vicenda biografica, possono essere stile romanico gotico di Acerenza, che risale alla fine del di utilità per narrare la storia di un territorio e per 1200, è una delle più belle del nostro Paese e contiene comprenderne le potenzialità. Infatti, per certi aspetti opere artistiche di grande pregio. Atella con le sue culturali, ma anche antropologici ed economici, sono chiese, Genzano con i suoi palazzi signorili, Lavello con non solo di interesse per storiografi di professione le sue necropoli e le decorazioni dell’epoca daunia e il o cultori di storia locale, ma anche di stimolo per castello normanno, Banzi con i resti del municipio indirizzare lo sviluppo economico del territorio verso romano sono la prova di come vi siano preziosi beni prospettive realistiche. culturali fortunatamente ancora non trasfigurati e che In questa ottica il ritratto che si propone di Francesco vanno custoditi e valorizzati. A Venosa si sente ancora la Saverio Gioseffi, nato a Barile in provincia di Potenza presenza romana nel quartiere dove sorgeva la casa del il 31 maggio 1848, ha l’ambizione di uscire dai confini suo celebre cittadino, il poeta Orazio Flacco, e vi è di una descrizione storica, cui tuttavia rimane traccia dell’insediamento di comunità ebree con le saldamente ancorato, per raccontarne l’essenziale catacombe ebraiche che insieme a quelle paleocristiane focalizzando l’attenzione sia sulla territorialità come sono poco fuori dall’abitato. L’imponente castello di momento che costituisce l’identità, sia sulla memoria Melfi è uno dei più importanti costruiti da Federico II di come momento che riconduce il passato all’attualità. Svevia, da cui emanò le celebri Costituzioni amalfitane Oggi Gioseffi può essere per gli imprenditori che Pier delle Vigne compilò per suo ordine. Nell’ultimo un’occasione per una riscoperta delle proprie radici: numero della rivista “Archivio storico per la Calabria e la nella sua storia si può leggere l’evoluzione di un Lucania”, pubblicata dall’Associazione nazionale per gli territorio che rispetto al resto della Basilicata era interessi del Mezzogiorno d’Italia, la studiosa Sabina comunque favorito dalla sua fertilità, dalla bontà dei Furloni ha dedicato un importante saggio allo studioso suoi vini e dalla bellezza del suo paesaggio. tedesco Arthur Haseloff, che nei primi anni del A Gioseffi si ricollegano infatti le produzioni di vino Novecento si dedicò allo studio dei castelli normanni e e di olio di alta qualità che si sono sviluppate nella zona: svevi della Lucania e della Puglia e che aveva goduto i vini a Rionero in Vulture, Barile, Ginestra, Venosa, dell’amicizia e dei consigli di Giustino Fortunato.