Guida al Alto SOMMARIO Coordinamento del progetto: Ficei Service s.r.l. Metafora Pag. 5 Introduzione Consorzio Civita Pag. 7 Il Vulture e la memoria Curatore: Domenico Nucera Pag. 9 Gioseffi, una lezione del passato per il futuro Progetto grafico: Laura Salomone Pag. 12 L’ambiente I testi sono di: Massimo Pacifici Un ricco patrimonio ambientale • L’area protetta Ornello Colandrea Il clima del Lago Piccolo L’ambiente La flora • Le sorgenti minerali La fauna del Vulture Domenico Nucera Itinerari naturalistici • L’avanzata del bosco Margherita Acierno A cavallo • Come equipaggiarsi In bicicletta • La farfalla del vulcano La cultura • Gli animali del Pierno

Domenico Nucera Pag. 24 La cultura L’enogastronomia Tra chiese, castelli e abbazie • Terra di poeti, politici Itinerario archeologico e musicisti Documentazione fotografica: Daniela Marchese Itinerario tra i castelli • La medaglia dei briganti l a foto della Bramea è di Renato Spicciarelli • La villa di • Il ballo dei pastori Documentazione cartografica: su concessione dell’Arch. Nicola Tancredi • Artigianato e antichi mestieri Pag. 35 L’enogastronomia Hanno collaborato alla guida: Vincenzo Siggillito I sapori del vulcano • La terra delle castagne Marilena Gagliastro Itinerario nella dispensa lucana • A ogni pasta il suo condimento Guido Marcello Arminio Itinerario sulle strade dell’ • Una terra ricca di acqua Gabriella Altavela • L’aglianico e i suoi fratelli • L’olivo,dal monastero alla Dop Pag. 48 I comuni Pag. 49 Pag. 50 Atella Pag. 51 Pag. 52 Pag. 53 Pag. 54 Genzano di Pag. 55 Pag. 56 Pag. 57 Pag. 58 Pag. 61 Pag. 62 Pag. 64 Pag. 65 Pag. 66 Pag. 67 Pag. 70 Pag. 72 Pag. 73 Pag. 74 Pag. 75 Tolve Pag. 77 Introduzione

Nell’ambito dei processi di sviluppo locale, un processo di specializzazione territoriale che investe anche il settore della cultura è al momento in atto e coinvolge tanto le città e le grandi aree metropolitane, quanto le micro- culture locali, quei sistemi territoriali che investono sulla propria identità mettendo in relazione i diversi fattori storici, geografici, sociali e produttivi. Questa impostazione, che vuole coniugare le risorse del territorio intorno ai beni culturali per una crescita culturale, sociale ed occupazionale, può trovare terreno fertile proprio nel Vulture, ricco di una sua identità storico-ambientale e di una vocazione produttiva agroalimentare già consolidata. Tessere le relazioni fra il sistema produttivo ed i beni culturali è lo scopo della costruzione di un Distretto Culturale, di cui questa guida costituisce il primo passo. Il Distretto Culturale si propone, infatti, come un sistema, territorialmente delimitato, di relazioni che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali, sia materiali che immateriali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connessi. Il Distretto Culturale pertanto dovrà rappresentare uno degli strumenti di sviluppo locale che meglio interpretano le linee strategiche fino ad oggi portate avanti dal PIT Vulture Alto Bradano. Proprio credendo in questa impostazione, la Comunità Montana del Vulture ha dato un forte impulso alla riorganizzazione del comparto agroalimentare facendosi promotrice di un Distretto agroindustriale ed oggi, attraverso il PIT, vuole applicare la stessa logica di rete alle risorse culturali e paesaggistiche del territorio. Con la guida al Vulture ed all’Alto Bradano ci proponiamo di fornire dunque un primo strumento per collegare, in una visione aggiornata, beni ambientali, culturali e risorse agroalimentari di una terra ancora largamente sconosciuta. Come il lettore potrà facilmente verificare, si è infatti cercato di offrire, attraverso uno strumento agile e di facile consultazione, una sintesi di un patrimonio vasto, prezioso e di potenzialità enormi. I prossimi passi del PIT nel suo insieme seguiranno in linea coerente con questa premessa: la costruzione di una rete delle opportunità, delle potenzialità del territorio che consentano di arginare l’esodo delle

5 professionalità che qui si formano. Solo in questo Il Vulture e la memoria modo il nostro bene più prezioso, i nostri studenti e i giovani laureati, potranno trovare nuove possibilità di Il Vulture è stato per me che sono cresciuto in Lucania, occupazione in campi innovativi e dinamici. a , un luogo che aveva una identità precisa che La nostra scommessa è quindi di offrire un lo distingueva dal resto della regione per motivi storici, contributo originale ed innovativo per una politica di sociali, culturali, ambientali, economici. Ho sempre sviluppo, per il bene del nostro territorio. pensato ai paesi del Vulture e dell’Alto Bradano come un sistema a sé nell’ambiente lucano per le caratteristiche Avv. Tonio Bufano del paesaggio, per la comunanza di storia, di tradizioni, Presidente del PIT Vulture Alto Bradano di cultura che si rifletteva anche nei cibi e nella cucina. Al ragazzo che studiava al liceo di Potenza queste suggestioni giungevano attraverso gli incontri con gli studenti viaggiatori che arrivavano in corriera ogni mattina e con i quali si potevano confrontare esperienze, abitudini, interessi. Venivano a studiare da Barile, Rionero, Melfi, ma anche da Venosa, Genzano, Lavello, Ginestra e nasceva in questi dialoghi la curiosità per un territorio orgoglioso della sua individualità. Ho potuto avere conferma di questa specificità capace di corrispondere alle esigenze non solo turistiche, ma anche di sviluppo economico, quando ho compiuto inchieste per il mio lavoro di giornalista. A Barile ho scoperto la tradizione e la cultura schipetara che era ed è ancora viva nel mondo contadino e nel dialetto. Non dimentico la facilità con cui un compagno di liceo, Michele Piacentini, riusciva a leggere il greco e a ricordare anche i più difficili “aoristi” proprio per le sue radici linguistiche. All’atmosfera di Barile non era estranea una religiosità che si esprimeva nei riti pasquali e nella processione del Venerdì santo, in cui convivono i personaggi del Vangelo insieme con alcune figure di natura pagana, e nei fuochi di sterpi con cui si festeggia San Giuseppe che illuminano durante la notte il paese. Tra Barile e Rionero c’è pochissima distanza e c’è in anche la produzione del vino tratto dal vitigno aglianico che ha conquistato una notorietà nazionale. Rionero è la città natale del grande studioso della questione meridionale Giustino Fortunato. Sotto questo aspetto è l’emblema di due profonde contraddizioni: da una parte vi è nato il più energico difensore dell’unità nazionale e degli interessi del Mezzogiorno, dall’altra è la patria del brigante più celebre della Lucania – Carmine Donatelli, detto Crocco – che tenne testa, come racconta nella sua autobiografia, per quattro anni (dal 1860 al 1864) con la sua banda alle truppe piemontesi e che ha ispirato lo spettacolo corale di Brindisi di Montagna. Da ragazzo, tante volte sono stato a Monticchio dove i laghi e l’abbazia benedettina costituiscono oggi un centro di grande attrazione turistica.

6 7 Nei paesi del Vulture la ricchezza della tradizione storica Gioseffi, una lezione del passato per il futuro è testimoniata dai monumenti e dai resti archeologici, che indicano quanto sono antiche le radici culturali e Spesso personaggi cosiddetti “minori”, di cui si fa fatica sociali di questa parte della Lucania. La cattedrale in a ricostruire la vicenda biografica, possono essere stile romanico gotico di Acerenza, che risale alla fine del di utilità per narrare la storia di un territorio e per 1200, è una delle più belle del nostro Paese e contiene comprenderne le potenzialità. Infatti, per certi aspetti opere artistiche di grande pregio. Atella con le sue culturali, ma anche antropologici ed economici, sono chiese, Genzano con i suoi palazzi signorili, Lavello con non solo di interesse per storiografi di professione le sue necropoli e le decorazioni dell’epoca daunia e il o cultori di storia locale, ma anche di stimolo per castello normanno, Banzi con i resti del municipio indirizzare lo sviluppo economico del territorio verso romano sono la prova di come vi siano preziosi beni prospettive realistiche. culturali fortunatamente ancora non trasfigurati e che In questa ottica il ritratto che si propone di Francesco vanno custoditi e valorizzati. A Venosa si sente ancora la Saverio Gioseffi, nato a Barile in provincia di Potenza presenza romana nel quartiere dove sorgeva la casa del il 31 maggio 1848, ha l’ambizione di uscire dai confini suo celebre cittadino, il poeta Orazio Flacco, e vi è di una descrizione storica, cui tuttavia rimane traccia dell’insediamento di comunità ebree con le saldamente ancorato, per raccontarne l’essenziale catacombe ebraiche che insieme a quelle paleocristiane focalizzando l’attenzione sia sulla territorialità come sono poco fuori dall’abitato. L’imponente castello di momento che costituisce l’identità, sia sulla memoria Melfi è uno dei più importanti costruiti da Federico II di come momento che riconduce il passato all’attualità. Svevia, da cui emanò le celebri Costituzioni amalfitane Oggi Gioseffi può essere per gli imprenditori che Pier delle Vigne compilò per suo ordine. Nell’ultimo un’occasione per una riscoperta delle proprie radici: numero della rivista “Archivio storico per la e la nella sua storia si può leggere l’evoluzione di un Lucania”, pubblicata dall’Associazione nazionale per gli territorio che rispetto al resto della era interessi del Mezzogiorno d’Italia, la studiosa Sabina comunque favorito dalla sua fertilità, dalla bontà dei Furloni ha dedicato un importante saggio allo studioso suoi vini e dalla bellezza del suo paesaggio. tedesco Arthur Haseloff, che nei primi anni del A Gioseffi si ricollegano infatti le produzioni di vino Novecento si dedicò allo studio dei castelli normanni e e di olio di alta qualità che si sono sviluppate nella zona: svevi della Lucania e della Puglia e che aveva goduto i vini a Rionero in Vulture, Barile, Ginestra, Venosa, dell’amicizia e dei consigli di Giustino Fortunato. Maschito, Forenza ed Acerenza; gli oli a Venosa, Barile, Come direttore dell’Istituto Koniglich PreuBischen Rapolla, Ripacandida, Rionero in Vulture e Melfi. Historischen di Roma, aveva visitato Rionero e Melfi e Gioseffi fu un antesignano: egli infatti diede impulso alle aveva eseguito oltre settanta fotografie del castello di colture della vite e dell’ulivo, che erano già fiorenti Melfi conservate oggi nell’archivio di Kehr. in Lucania, prima della conquista romana, durante la I legami storici, culturali, le tradizioni religiose fanno di lunga dominazione greca. questa zona della Lucania una entità territoriale con Con la coltura delle viti in consociazione negli uliveti già caratteristiche comuni che evocano suggestioni, esistenti Gioseffi aumentò l’area di diffusione della vite, sensazioni, sapori che mi hanno accompagnato per specialmente nel comune di Barile. Oggi le terre tutta la vita. del Vulture sono ricoperte non solo dai filari di un vitigno che, diventato il prodotto simbolo dell’area, dà il nome a un vino contraddistinto dal marchio doc, Giovanni Russo ma anche da uliveti che forniscono eccellenti oli extravergine. Fautore della riorganizzazione sociale ed economica delle campagne, Gioseffi fu tra quei proprietari terrieri che dopo l’Unità avviarono in Basilicata una concreta modernizzazione delle colture e delle attività di trasformazione ad esse legate. Per le sue singolari benemerenze come agricoltore e industriale, oltre che

8 9 per gli effetti economici e sociali della sua azione, il 10 marzo 1912 fu nominato cavaliere del lavoro. La proposta partì da Nitti, allora ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, al quale probabilmente il nome di Gioseffi fu fatto da Rocco Buccico: Gioseffi era un campione di quella modernizzazione della Basilicata, compatibile con le specificità del territorio, che Nitti aveva sollecitato all’élite della regione. Seguendo i consigli di Buccico, che sosteneva un utilizzo Guida al della terra rispondente alle sue peculiarità geografiche e morfologiche, aveva impiantato le viti nei suoi uliveti. Fu il più grosso produttore di oli e vini della regione, più Vulture volte premiato con medaglie e menzioni d’onore in Italia e all’estero. I suoi impianti di trasformazione erano dotati dei più avanzati macchinari. Con metodi modernissimi Alto Bradano Gioseffi attese direttamente alla coltivazione dei suoi estesi vigneti e oliveti: “vigneti misti di ulivi bassi”, come ebbe modo di osservare lungo la strada che passava per Barile anche Leopoldo Franchetti andando nel novembre del 1874 da Rionero a Melfi. I suoi vigneti costituirono la prima zona di riproduzione dell’, quel “buon vino rosso di Melfi, Rapolla e Potenza…”, di cui parla Carlo I d’Angiò nelle lettere commendatizie agli ufficiali governativi di quelle città, scritte da Roma per Dupletto, suo familiare, che doveva andare a comperare vino per la Real Casa. Il vitigno “aglianico”, portato in Italia dalla Grecia (dall’Eubea), fu coltivato in molte parti dell’Italia meridionale e, soprattutto, nella zona del Vulture. Il nome “Aglianico” - nell’antichità si dava grande importanza ai territori di produzione e non alla qualità dei vitigni - al di fuori di citazioni occasionali, compare per la prima volta nel 1595, attribuito appunto al vino, nella “Storia naturale dei vini” di Andrea Bacci, che dedica un capitolo al “Vino Aglianico”: un vino “profumato” e “succoso”, “di buon sapore” e “molto dolce e stabile”. Gioseffi dal 1895 al 1911 fu sindaco di Barile, dove esercitò anche la professione di medico, senza percepire compensi, andando incontro ai bisogni di persone che per la loro povertà trascuravano non solo il cibo ma anche le medicine. Morì a Napoli il 5 gennaio 1930. Ma la sua eredità è ancora viva, come dimostrano le attuali prospettive di espansione e specializzazione per le colture delle viti e degli ulivi, che assicurano nella zona del Vulture non solo occupazione e reddito, ma anche nuovi e più ampi spazi di protagonismo imprenditoriale.

Michelangelo Salpietro

10 L’area protetta del Lago Piccolo Un ricco patrimonio ambientale L’area compresa nel PIT Vulture Alto Bradano, Alla falda sud nella porzione più a nord della provincia di occidentale del Potenza, ricade in una fascia di transizione tra Vulture, a poco più Campania e Puglia. I caratteri principali del pae- di 600 metri di saggio sono qui rappresentati dalla sagoma di un altitudine, si estende vulcano spento, il Vulture, dalle dorsali più orien- una conca dove tali dell’Appennino lucano, di grande valore occhieggiano due l’Ambiente ambientale, e dall’ampia depressione dell’Alto suggestivi laghetti Bradano, dal territorio più ondulato caratterizzato vulcanici: il Lago da una diffusa coltivazione cerealicola mista a Piccolo, con una pascoli arborati e foraggiere. superficie di 16 ettari, Grazie anche alla scarsa densità della popolazione, e il Lago Grande, l’area si presenta con un ricco patrimonio ambien- esteso su 38 ettari. tale, dove le aree di interesse naturalistico sono Attorno si sviluppa la legate soprattutto alla presenza di folti boschi, foresta di Monticchio, sopravvissuti a secoli di sfruttamento, prevalenti che occupa oltre specie nell’area occidentale del territorio, e da 2 mila ettari zone a prato pascolo. Di particolare interesse del territorio comunale ambientale anche la presenza di numerose sor- di Atella e, in parte genti, anche minerali e termali, così i laghi e tor- minore, estesa nel renti submontani e gli ecosistemi legati ai nume- comune di Rionero

rosi specchi d’acqua artificiali nei fondovalle. in Vulture. Il Lago I corsi d’acqua principali sono la fiumara di Atella, Piccolo, dalle sponde tributaria dell’, che borda la porzione N e particolarmente ripide, NW del territorio, e il fiume Bradano, che scorre in è protetto da una direzione NW – SE ed interessa quasi tutto il set- riserva naturale tore orientale del territorio. di 187 ettari. Viene alimentato da alcune Una morfologia variegata sorgenti subacquee Nonostante la sua estensione ridotta, il territorio ricche di sali minerali presenta una grande varietà morfologica, ricondu- raggiungendo cibile, di fatto, a cinque grandi ambiti. la profondità massima La media montagna, nella parte sud-occidentale di 38 metri. 4

13 La vegetazione Le sorgenti lacustre è minerali rappresentata da una del territorio, è rappresentata dalla dorsale del Il clima del Vulture popolazione piuttosto Monte Pierno – Santa Croce, la vetta più elevata A causa della limitata influenza del mare e della vasta che trova rifugio dell’area (1407 metri slm) e, più ad est, da quelle presenza di rilievi montuosi, il territorio presenta Per sorgente si intende sulle sponde del Lago del Torretta, Cozzo Staccata, Cupolicchio. un clima nella media mediterraneo, sebbene piut- qualunque venuta a Grande, costituita da Qui il territorio è caratterizzato dalle forme aspre, tosto vario a seconda di latitudine, esposizione e giorno di acque, dopo fragmiteto e tifeto. La con spettacolari creste e valloni, tra le quali quelli altitudine, con caratteri di continentalità più accen- un percorso sotterraneo visita è ancora più della fiumara di Atella, che incidono le dure forma- tuati man mano che si procede verso l'interno. variabile nello spazio e suggestiva in estate, zioni calcaree e calcareo marnose. Le precipitazioni, irregolari e concentrate soprat- nel tempo. Vari sono i quando sulle acque L’area vulcanica comprende l’isolato rilievo del tutto nei mesi autunnali e invernali, sono frequen- criteri di classificazione spuntano le ninfee Vulture - unico vulcano centro meridionale nello ti soprattutto nel settore nord occidentale, dove i delle sorgenti: per bianche con il tipico spartiacque adriatico – di forma tronco conica ed massicci montuosi esercitano una più rilevante portata, per chimismo, tappeto di foglie. La esteso per circa 45 mila ettari, solcato da una azione di “cattura” dei venti. Il clima si caratteriz- per tipo di fuoriuscita. parte più esterna è za anche per il forte contrasto stagionale, con fre- Le manifestazioni invece caratterizzata da quenti precipitazioni nevose in quota e sensibile sorgive idrominerali del saliceti, ontaneti e aridità nei mesi estivi. Vulture, in particolare pioppeti di origine quelle utilizzate come artificiale. La vera La flora acqua da tavola ubicate rarità endemica Grazie alle particolari situazioni climatiche, morfo- nella zona a NE di Atella relativa alla sola area logiche ed ambientali, il complesso del Vulture e in quella di del Vulture, tuttavia, è presenta aspetti di particolare interesse botanico Monticchio Bagni, rappresentata dal ed ecologico. I pendii del settore orientale, influen- rappresentano un frassino (Fraxinus zati dai venti caldi provenienti dall'Adriatico, sono apporto rilevante per oxycarpa), la cui l’economia della zona. colonia più consistente Derivanti vegeta all'interno della serie di valloni. È un vulcano a recinto, ovvero a dall’infiltrazione delle Riserva Naturale caldera: l'ampia cerchia, quasi distrutta sul ver- acque piovane nelle Orientata "Grotticelle", sante occidentale, racchiude un conetto minore, permeabili formazioni presso la confluenza nel cui cratere sono incastonati due piccoli laghi. vulcaniche sono tutte della fiumara di Atella Le colline argillose presentano rilievi dalle forme localizzate al limite nell'Ofanto. blande, variamente ondulate e a volte interessate dell’edificio vulcano Anche la fauna ittica da calanchi, tra i 500 e gli 800 metri slm. tettonico che, tagliando che vive nelle acque Quest’area funge da raccordo, nell’area SE del PIT, in profondità il substrato dei due Laghi di tra la media montagna e la fossa bradanica. impermeabile, ha Monticchio presenta Quest’ultima comprende l’ampio solco del permesso la risalita dal una ricca varietà. Le Bradano, riempito da sedimenti sabbioso argillosi particolarmente vocati alle colture arboree specia- profondo della CO2. popolazioni autoctone plio quaternari. L’altipiano è appena ondulato, con lizzate: vigneti, uliveti, frutteti con frutta a guscio Questa, sciogliendosi sono rappresentate da un’altitudine compresa fra i 400 e i 500 metri slm. duro. Ad occidente, a causa dei venti freddi nelle acque di ricarica tinca, carpa, anguilla, Un ambiente ideale per lo sviluppo dell’agricoltu- appenninici, il territorio è invece interamente meteorica del rilievo, triotto, cavedano. ra, che qui caratterizza il paesaggio, con vasti occupato da seminativo e colture cerealicole. Un le rende più aggressive Carassio, gambusia, campi di cereali e pochi centri abitati. paesaggio agricolo completato da orti e numerosi nei confronti delle trota e persico sono Il fondovalle alluvionale, infine, comprende l’am- prati e pascoli, soprattutto nelle zone a ridosso rocce: si hanno quindi invece stati introdotti bito meno esteso dell’area, nel settore nord dei delle aree boscate, che iniziano intorno ai 600-700 acque minerali, dall’uomo. territori di Melfi e Lavello, con le aree pianeggian- metri di quota e mostrano una straordinaria ric- moderatamente ti che si raccordano gradualmente all’Ofanto e al chezza di varietà vegetali. frizzanti, classificabili Tavoliere. Le fasce vegetazionali, influenzate di norma dal- da bicarbonato sodico l'altimetria, qui non si susseguono ordinatamente calciche a bicarbonato calcico sodiche.

14 15 L’avanzata privato. Negli ultimi del bosco cinquant’anni una all'altra, ma, a causa di fattori microclimatici, meno numeroso, ma presente ed avvistabile nei interventi di Il fascino del Vulture è in qualche caso si invertono come accade nella pressi dei boschi maturi di castagno e di faggio. rimboschimento affidato ai boschi che caldera del Vulture ove le faggete sono a quote Naturalmente è più difficile osservare i rapaci not- miranti ad lo circondano, che inferiori alle cerrrete. La specie più rappresentati- turni, che di giorno restano nelle loro tane ricava- incrementare le occupano soprattutto le va dell’area è senz'altro quella del castagno, pre- te in vecchi tronchi d'albero, come anche tra le superfici sia parti alte del vulcano, sente dai 600 ai 1000 m di quota. Le fustaie di fag- rocce o nelle costruzioni rurali abbandonate demaniali, ora di circa gio di ordine naturale ricoprono le pendici a sud- dell’Alto Bradano, ma comunque presenti in 3000 ha, sia mediante ovest del cono vulcanico. Nei decenni scorsi sono numero rilevante. Ritroviamo ovunque la civetta, stati realizzati rimboschimenti di conifere (cedri, l'allocco, il barbagianni, mentre il gufo comune cipressi, pini, douglasia e abeti) e di latifoglie (sali- popola i boschi più fitti e impenetrabili; meno pre- ci, olmi, pioppi, ontani, frassini, robinie e noci). sente il gufo reale. L’albanella nidifica nel periodo estivo nelle lande aperte dell’alto Bradano. La fauna Tra i mammiferi più comuni sono presenti la Il complesso del Vulture - Alto Bradano si rive- volpe, il cinghiale, il riccio, la lepre, la talpa. Da la habitat ideale per numerose specie animali, segnalare, inoltre, la presenza cospicua di muste- che possono contare su un ecosistema, per lidi - come la martora, la faina, la puzzola, la don- certi versi ancora intatto, e su una grande varie- nola e il tasso - predatori che qui trovano un bio- tà ambientale. tipo adatto, cibandosi di piccoli mammiferi e Numerosi i rapaci, tra i quali non è difficile incon- uccelli. trare uccelli diurni come la poiana, il nibbio reale, Per gli appassionati di birdwatching, particolar- il nibbio bruno e il gheppio, che in genere preferi- mente interessante si rivela l'avifauna acquatica scono le zone più aperte. Lo sparviero è invece che si può osservare presso i Laghi di Monticchio,

nelle zone a forte incentivi ai privati, pendenza dove non è hanno portato la stato possibile superficie boscata a insediare la coltura circa 5000 ha. Nelle agraria. Vi si zone più alte ed incontrano poco meno acclivi si sono di un migliaio di specie contrastate le vegetali, dominate situazioni d’instabilità, dalle formazioni di con piantumazione di faggi e di diverse nuovi castagneti in querce, poi da sostituzione di quelli castagni, tigli, aceri, distrutti dagli incendi carpini, olmi, frassini, e dal cancro corticale. pioppi, ontani. Il La maggior parte degli patrimonio boschivo, attuali boschi esistenti fustaie e cedui, è quindi artificiale. attualmente ricade in foreste demaniali o in boschi comunali soggetti ad uso civico o di proprietà di Enti, ma in buona parte è invece legato al patrimonio

16 17 ITINERARIO 1 ITINERARIO 2

Alla conquista rono anche le vecchie piste utilizzate dagli sgherri Un tuffo nei laghi del Pizzuto del mitico brigante Crocco per fuggire dai centri di Monticchio di Melfi abitati dopo le razzie e rifugiarsi nelle boscaglie a loro amiche. I percorsi sono concentrati in prossi- Località di partenza: Località di partenza: mità delle principali emergenze ambientali e stori- Rionero in Vulture Piazzale Stazione co artistiche del territorio, come i Laghi di Villa S. Antonio Ferroviaria di Melfi Monticchio, il Monte Vulture, il Monte S. Michele, (660 m - 0 km) (496 m – 0 km) la bianca e maestosa Abbazia di San Michele Fontana del lupo Casone di Laviano Arcangelo. In particolare si contraddistinguono (875 m - 3 km) (770 m - 4,7 km) per l’andamento ad anello, per i pochi dislivelli da Casone Comunale Femmina Morta affrontare e per la brevità dei percorsi, caratteristi- (1200 m - 4,4 km) (1002 m - 5,5 km) rappresentata da gallinella d'acqua, folaga, ger- che che li rendono accessibili alla gran parte dei Incrocio Casone Fontana Giumentari mano reale, alzavola, tuffetto, codibugnolo, can- visitatori. Possono essere effettuati nell’arco del- Comunale (992 m - 6,25 km) naiola, pendolino, usignolo. l’intero anno, richiedendo però, soprattutto in (1168 m - 4,8 km) Incrocio del Casone Ovunque nei boschi si ritrovano invece l'upupa, la inverno, un giusto allenamento e un equipaggia- Valle dei Melaggini (1168 m - 7,5 km) ghiandaia, il merlo, il cuculo, come anche, ai mar- mento adeguato. (947 m - 5,8 km) Pizzuto di Melfi gini del bosco, la succiacapre. Il picchio verde e Per approfondimenti circa mete, tempi e difficoltà Fontana dei Faggi (1286 m - 8,25 km) picchio rosso maggiore sono incontri frequenti si rimanda alla cartoguida Sentieri naturalistici (890 m - 6,5/7,1 km) presso i Laghi di Monticchio e nel bosco della della Comunità Montana del Vulture, alla guida Belvedere Dislivello: 790 m riserva regionale omonima, insieme ad averla (800 m - 7,8 km) maggiore, averla piccola, cinerina e capirossa. Abbazia di S. Michele Lunghezza itinerario: Va infine citata la presenza di alcune specie di anfi- Arcangelo 8250 m (solo andata) bi e di rettili facilmente osservabili, come ad (730 m - 8,8 km) esempio l'ululone, il rospo comune, la rana e il Lago Piccolo Tempo di percorrenza: trotto italico. Diffusi i rettili come il ramarro, la (660 m - 9 km) circa 4 h lucertola campestre, nei boschi si incontrano Spiaggetta Lago Grande colubridi come la biscia d'acqua e il biacco, il cer- (656 m - 10,2 km) Indice di difficoltà: vone e il colubro d'Esculapio. Medio-Alto Dislivello: Itinerari naturalistici 540 m Caratteristiche Il sistema ambientale del Vulture – Alto Bradano del percorso: offre diverse possibilità per chi cerca escursioni a Lunghezza dell’itinerario: Ondulato di montagna diretto contatto con la natura, mostrandosi in 10,2 km (solo andata) su asfalto e sterrato grado di soddisfare il sempre più vasto pubblico poco agevole. di ecoturisti: dalla visita alle aree protette alle sali- Tempo di percorrenza: te sui sentieri di montagna; dal trekking in biciclet- 5 h circa ta alle escursioni a cavallo; dagli itinerari tematici alla semplice contemplazione del paesaggio. Tutti gli itinerari proposti ricadono in ambienti Indice di difficoltà: boschivi, attraversando talora tratti scoperti dai Medio-Alto quali lo sguardo può spaziare sul territorio. Alcuni, in particolare, si sviluppano lungo le linee di cre- Caratteristiche sta offrendo suggestive visuali panoramiche sulle del percorso: zone circostanti. Ondulato di montagna Gli itinerari percorrono numerose piste di servizio su sterrato poco forestale e antincendio e, a grandi passi, ripercor- agevole, per un breve tratto su asfalto.

18 19 Come La farfalla equipaggiarsi del vulcano l’Alto Bradano della Comunità Montana Alto e e l’esercito piemontese. Ora è stata destinata a L’escursionismo, specie Medio Bradano, alla Guida ai percorsi del Vulture Centro di Educazione Ambientale Regionale e Una delle perle se praticato in aree della APT di Potenza, alla Guida WWF Il Cammina assegnata in gestione a Wwf e Lipu. ambientali del Vulture è boscose e non popolate, Basilicata. Info: la Riserva Naturale impone un • Comunità Montana del Vulture tel. 0972.725221 Anche nell’area del Bradano vanno segnalati per- Orientata di Grotticelle, equipaggiamento - www.cmontanavulture.it - corsi tematici, in via di allestimento a cura della sulle pendici ovest del adeguato, in funzione • Comunità Montana Alto e Medio Bradano tel Regione. Il primo, partendo da Genzano di vulcano, ad una quota delle caratteristiche 0971.742011 – 0971.742002 – www.cmaltobra- Lucania attraversa il Bradano a sud del paese e, tra i 400 e i 650 metri. dell’itinerario. Durante dano.it dopo aver lambito la diga di Acerenza ed il centro La riserva è stata escursioni collinari, su • APT Potenza tel. 0971.507622 - www.aptbasili- di Oppido, termina con percorso ad anello di istituita nel 1971 per sentieri o piste, è bene cata.it nuovo a Genzano. Un secondo itinerario collega preservare l'habitat munirsi di scarponcini • WWF Basilicata tel. 0971.411382 Banzi a Tolve, percorrendo in direzione nord sud ideale della bramea, alti con battistrada A sud della fiumara di Atella possono essere per- l’alto bacino del Bradano. marcato (vibram o corsi i sentieri del lussureggiante bosco comuna- similari), che le di Bucito, costituito soprattutto da querce di alto A cavallo garantiscono una buona fusto, ricco di acque sorgive. Un’area particolar- Varie le possibilità di praticare il turismo equestre aderenza al terreno e mente intatta, dove si possono vedere i falchi che lungo la rete dei percorsi identificati nel territorio sostengono le caviglie. volteggiano in cielo e dove, non di rado, capita di del Vulture. Tre sono i principali percorsi da Anche l’abbigliamento imbattersi in cinghiali al pascolo che hanno trova- segnalare: deve conciliare to in questa zona il loro habitat naturale. Nel cuore Percorso 1: Dal Lago Piccolo di Monticchio per comodità e protezione. del bosco si trova anche la storica struttura del Prete della Scimmia, Femmina Morta, Fontana A seconda della “Casone”, teatro di scontri tra i briganti di Crocco Petrara, sino a Melfi. stagione e delle condizioni meteorologiche, è una rara specie preferibile vestirsi “a di falena le cui le larve cipolla”, alternando dipendono dal frassino diversi strati leggeri da e dal ligustro per togliere o indossare con sopravvivere. facilità. Obbligatori La bramea nella stagione fredda (Acanthobrahmaea una buona giacca a europaea Hartig), vento, un maglione di scoperta lana o pile, guanti e dall'entomologo berretto. In estate si Federico Hartig nel 1963 consiglia di indossare durante una spedizione abiti chiari di cotone, scientifica sul Vulture, portando con sé è l'unico rappresentante cappello, occhiali da in Europa di questa sole, crema solare, famiglia, rappresentato borraccia con sali da altre falene di origine minerali, integratori asiatica, che bene si alimentari. Nello zaino, mimetizza con le da non dimenticare cortecce di frassino. impermeabile, carte Info: Corpo Forestale topografiche e guida, dello Stato (Potenza), generi di conforto. tel. 0971.411064.

20 21 Gli animali esemplari di conifere, del Pierno come il pino nero il pino silvestre Percorso 2: Da Melfi per Contrada Gianvito In bicicletta e qualche esemplare Il suo profilo atipico, (Rapolla) passando per Toppa del Capraro, Infine numerosi sono gli itinerari in bici effettuabi- di abete bianco. con quello conico del Fontana del Lupo, Serra del Fascino, Monte S. li sulla rete viaria, a basso traffico veicolare o su Ma anche la sua monte Santa Croce Michele, Mancusa dei Faggi, sino al Lago Piccolo. piste forestali. fauna è (1.407 m.s.l.m.), Percorso 3: Dal Lago Piccolo, passando per Si segnala l’itinerario del Vulture suggerito dalla particolarmente ricca. domina la Valle di Monte S. Michele, Serra del Fascino, Fontana del APT Basilicata che, con partenza da Melfi, attra- Tra i mammiferi sono Vitalba. È il Monte Lupo, Toppa del Capraro, sino a Contrada Gianvito verso Rapolla, Venosa, Maschito, Forenza frequenti la volpe, Pierno (1.268 m.), una (Rapolla), quindi per Colle della Difesa, Fossato Acerenza passando per e per il Valico la faina, la martora delle cime più della Madonna, sino a Barile. di Serra S. Bernardo - ormai fuori dal territorio del e il tasso. decentrate verso nord Un percorso di più giorni nell’alto Bradano, con- PIT - porta sino a Potenza in 113 km, con 1.640 La presenza del lupo est dell’Appennino solidato da un equiraduno annuale, parte da metri di dislivello complessivo, su strade con pen- è invece occasionale Lucano. Il versante Genzano e raggiunge il “Pilone” Cosentino attra- denze inferiori al 5%. Ulteriori possibilità sono versando il bosco di Macchia; il secondo giorno offerte dal periplo del vulcano, di circa 44 km, con raggiunge la Fons Bandusiae nel comune di Banzi partenza da Rionero per Rapolla, Melfi, ed il terzo, dopo una sosta alla fonte di Capo Monticchio, Lago Piccolo, bivio Atella sino di d’Acqua nel vallone dei Greci, costeggiate le grot- nuovo a Rionero. te in località Mocca Porta, si conclude alla fontana Info: APT Potenza - Guida ai percorsi del Vulture Cavallina di Genzano. Cavalli e cavalieri vengono ospitati nei centri ippici della zona.

occidentale della e limitata ad alcuni montagna, ai piedi del periodi dell’anno. quale sorge un Va poi citata santuario mariano, è la presenza diffusa rappresentato da del riccio e della massicce pareti di talpa, oltre a quella calcari dolomitici, del cinghiale, il re mentre la specie della macchia. Molto forestale dominante è meno diffuse specie il faggio, presente come il gatto nella quasi totalità dei selvatico. versanti nelle esposizioni più fresche e umide. Sul versante occidentale del monte la faggeta si spinge fino quasi a lambire il santuario e l’abitato. In questa zona, in seguito a ripopolamenti relativamente recenti, si trovano numerosi

22 23 Terra di poeti, politici e Tra chiese, castelli e abbazie musicisti Castelli federiciani, abbazie, chiese rupestri, scavi archeologici, piccoli centri rurali nascosti nelle val- Sono molti gli uomini late in cui si respira un’atmosfera d’altri tempi, del passato che oppure borghi medievali edificati in posizione sug- testimoniano, gestiva sulle rupi di un massiccio montuoso. Oltre attraverso la loro che per i suoi splendidi scenari naturali, l’area del opera, la vitalità Vulture Alto-Bradano trova i suoi caratteri distinti- culturale di questo La Cultura vi nella storia degli uomini che l’hanno abitato e angolo di Basilicata. che hanno lasciato sul territorio, nel corso di Non si può non partire almeno 2500 anni, numerose testimonianze stori- da Quinto Orazio che e artistiche. Flacco, nato a Venosa Una chiave di lettura che permette di conoscere nel 65 a.C. e diventato, questo angolo della Penisola attraverso i segni di dopo gli studi a Roma un passato che ha inizio fin dal Neolitico, quando ed Atene, uno dei il Vulture, vulcano spento divenuto ricco di vege- massimi poeti tazione e fauna, inizia a essere popolato da picco- dell’antichità. Venosa le comunità di agricoltori e allevatori. Ma è solo gli ha dedicato una con il IV secolo a.C. che questa zona vive il suo piazza con una statua in primo periodo di importanza storica, che coincide bronzo. Visitabile anche con gli insediamenti di popolazioni apule, sannite la casa natale, e lucane, che portarono le prime forme di organiz- attraverso l'associazione zazioni sul territorio. Organizzazione rielaborata e culturale "La quadriga" assorbita dalla dominazione romana, quando l’area diventò un centro di notevole importanza economica e culturale. Non è un caso che Orazio Flacco, uno dei più grandi poeti latini, autore del celebre motto «Carpe diem», ebbe i natali nella città di Venosa, che era considerata come tappa obbligata nei collegamenti fra Roma e l’Oriente. Una terra di passaggio tra la Puglia e la Campania, ma anche meta di rifugiati di diversa provenienza mediterranea, quando, nei secoli successivi, si videro giungere, soprattutto in località nascoste tra i monti, ceppi di popolazioni fuggite (tel. 339.4807431). dall’Impero d’Oriente. Tra questi molte comunità Legata alla stessa città religiose, come i monaci basiliani, la cui presenza anche la figura di Carlo è ancora oggi testimoniata da imponenti abbazie e Gesualdo da Venosa, chiese scavate nelle rocce, oppure ricavate nelle madrigalista e grotte naturali di cui abbonda l’Appennino lucano. innovatore dei canoni La figura di San Basilio ha avuto grande importan- musicali moderni. Nato za nella formazione delle prime comunità in molte a Napoli nel 1560, zone dell’Italia meridionale. Nato a Cesarea ricevette il feudo (Turchia) nel IV secolo, scrisse regole monastiche venosino dal padre incentrate sull'ubbidienza, la preghiera e il lavoro. nel 1586, come regalo I basiliani si insediarono in Lucania tra il IV e il VII di nozze 4

25 per il matrimonio La medaglia con l'affascinante Maria dei briganti D'Avalos, divenendo secolo, a causa della pressione delle invasioni tardi sotto la signoria di famiglie feudali, il territo- principe di Venosa. saracene nel Mediterraneo e dell’iconoclastia, rio venne asservito unicamente alle esigenze del Così Crocco già umile Uomo coltissimo, fu dove vissero come eremiti o riuniti in piccoli ceno- dominatore di turno, senza riuscire a sviluppare amico di Torquato pastore bi, praticando l’ascetismo e la meditazione, utiliz- segni originali o autonome iniziative economiche Tasso, per il quale Dai briganti zando il rito ortodosso e connotandosi per l’alta o culturali, secondo una storia comune a gran musicò una quarantina promosso generale spiritualità. Sulle pendici dell’Appenino lucano, in parte del Mezzogiorno d’Italia. di madrigali. A lui sono Dopo lotte di sangue luoghi difficilmente accessibili dove poterono È in questo contesto che, intorno alla metà dedicate strade e e di terrore alternare preghiera e lavoro, furono proprio i dell’Ottocento, prese forma il fenomeno del bri- piazze in molti centri Sconta in galera lo monaci a diffondere la cultura e a contribuire allo gantaggio, la cui storia si intreccia, sebbene su lucani, oltre al già fatto male. sviluppo economico. Di un passato glorioso par- posizioni antagoniste, con quella dell’unificazione Conservatorio Musicale Sono alcuni versi di lano anche i segni lasciati, a partire dal XIII seco- d’Italia. Fu nei piccoli centri di Rionero in Vulture, di Potenza. , lo, dall’azione di Federico II. L’imperatore svevo Atella e Rapolla che si svilupparono i primi focolai Se Rionero in Vulture detto Donatelli, della rivolta filo borbonica che si batteva contro il ha dato i natali al nell’autobiografia progetto di unificazione della Penisola, i cui prota- brigante antiunitario scritta durante i suoi gonisti erano alcuni briganti del territorio, capeg- Carmine Crocco, è ultimi anni di anche patria di studiosi giati dal rionerese Crocco. La loro lotta contro i carcere. Un brigante e politici che hanno militari piemontesi, visti come nuovi dominatori a suo modo colto, che contribuito allo che avrebbero sconvolto gli equilibri di potere del sapeva usare la sviluppo dell’Italia territorio, è una storia di passione e morte che ha parola almeno quanto liberale. Nel 1848 vi dato vita a infinite leggende e miti letterari, ai quali il fucile. Nato a nacque il senatore hanno attinto a larghe mani il teatro, la poesia, la Rionero in Vulture nel Giustino Fortunato, musica popolare. Oggi, soprattutto in occasione di 1830, a 42 anni conservatore illuminato venne condannato a che legò il suo nome morte, pena poi alla “Questione transitò nell’area di ritorno dalla Dieta di Capua del commutata nei lavori meridionale”, alla 1221, allo scopo di raggiungere la costa ionica. È forzati, per aver quale dedicò la sua questa la prima occasione di contatto fra Federico commesso 62 attività politica. e il territorio, in particolare con la zona del omicidi, 13 tentati Melfi è invece città Bradano, dove pare che si mostrò particolarmen- omicidi, 20 natale di Francesco te colpito dalla fertilità dei suoli e dall'estrazione di estorsioni, 15 Saverio Nitti, pece e catrame fatta sui tronchi di pino, che veni- attentati incendiari e presidente del consiglio vano trasportati al mare attraverso le correnti dei un’infinità di reati dopo la Prima Guerra fiumi. Nella regione del Vulture Federico II si minori. Eppure fu, Mondiale e, dopo la fermò la prima volta nel 1225, quando decise di nonostante la sua prigionia per attività convocare la Dieta nella città di Melfi allo scopo di confessa professione antifascista, senatore reperire i fondi da destinare all'allestimento del- di brigante, amato e della Repubblica. Tra i l'armata da inviare nella Crociata in Terra Santa. sostenuto da chi contemporanei è da Fu grazie all'imperatore che città come Melfi e trovava nella sua ricordare lo scrittore Venosa diventarono centri propulsori dell’econo- opera sovversiva una Raffaele Nigro, nato a mia e dell’agricoltura, guadagnando importanza possibilità di riscatto. Melfi nel 1947, autore storica e acquisendo splendori architettonici. Ma chi fosse del fortunato “I fuochi Tuttavia, dopo il tramonto della dinastia federicia- realmente Crocco, se del ” col quale, na, anche il Vulture cominciò il suo inesorabile eroe o malfattore, è vinse nel 1987 il declino. Prima con gli Angioini del Regno di questione che ancora premio Campiello. Napoli, poi sotto la dinastia borbonica e ancora più appassiona e divide gli storiografi locali. 4

26 27 Il brigantaggio nacque La villa di Tolve infatti come reazione a una condizione di feste popolari, si può assistere a spettacoli che rie- il I e il III secolo d.C., una chiesa denominata Sul monte Moltone, nel sfruttamento ancora vocano quel mondo leggendario, mentre in estate l’Incompiuta, perché iniziata nel XII secolo ma mai territorio di Tolve, si retaggio del medioevo. si possono compiere escursioni sulle orme del portata a termine, ed altri edifici di culto, tra cui possono vedere i resti Una lotta contro i brigante Crocco e dei suoi uomini, che si rifugia- una basilica paleocristiana risalente al V secolo della più antica villa padroni, in difesa dei rono fra i boschi del Vulture per resistere all’avan- d.C., un’abbazia e la chiesa della Santissima rustica finora scoperta diseredati e degli zare della storia, ergendosi a ultimi difensori di un ultimi, ma senza alcun mondo ormai destinato a sparire. progetto politico, se non la richiesta Itinerario archeologico dell'immediato ritorno Non sono molti i territori che possono documen- sul trono del sovrano tare, con tanta continuità, la propria storia più anti- ca. Le prime tracce di “Homo abilis” e della sua cultura materiale, relativa alla cosiddetta età della pietra, sono state scoperte presso Venosa, in un importante giacimento di fossili risalenti al Paleolitico inferiore. Qui gli scavi e gli studi strato- grafici hanno riportato alla luce resti di animali, tra i quali rinoceronti, orsi, cervi, giganteschi elefanti, oltre agli oggetti creati dall’uomo, come strumen- ti di pietra appartenenti al clactoniano evoluto (circa 100 mila anni fa). Proprio da Venosa può partire un itinerario alla scoperta degli antichi abi- borbonico Francesco II, sconfitto a Gaeta nel 1861 e riparato alla Trinità. Il parco comprende sia resti di abitazioni di in Basilicata. Una corte papale. Molti epoca imperiale, ben conservate, sia un tratto di dimora patrizia del briganti erano al suo strada e parte della pavimentazione delle terme. periodo ellenistico (IV- servizio, prestavano Alcuni dei reperti rinvenuti nel corso degli scavi III secolo a.C.), giuramento e hanno trovato sistemazione definitiva presso il caratterizzata da un ricevevano regolari Museo Archeologico Nazionale, inaugurato nel impianto a corte compensi. Inoltre 1991 ed ospitato all’interno di Castello Pirro del centrale assai diffuso venivano muniti di Balzo, uno dei luoghi simbolo della città. Il museo nel Mediterraneo. rosari e simboli sacri, conserva importanti documenti storici anteriori Di grandi dimensioni, tra cui una medaglia all’epoca romana, come anche la ricostruzione era dotata di confort con il ritratto di Pio IX dell’impianto urbano dell’antica Venusia, colonia particolarmente evoluti e, sul rovescio, una fondata nel 291 a.C. Non mancano poi tracce di per l'epoca, come una corona, una mano con epoca medievale, come corredi provenienti dalla sala da bagno provvista pugnale e il motto "Fac necropoli longobarda e una ricca raccolta di di condotte di scarico. et spera". Con un monete e documenti. I reperti più antichi, che Sul cortile centrale si ordine preciso: vanno dal Paleolitico al Mesolitico, dal Neolitico affacciavano quattro attaccare le proprietà tanti del territorio, facendo tappa al Parco all’Età del Bronzo, si possono infine visitare in stanze, un piccolo dei liberali e le truppe Archeologico che si estende vicino all’entrata della un’apposita sezione denominata “La Preistoria impianto termale e del nuovo Regno città, in località San Rocco. Diverse sono le emer- nell’area del Vulture”. Il viaggio nell’antica storia un'area di servizio dedicata alla d’Italia, al grido di Viva genze che si possono visitare: l’area comprende del Vulture prosegue con una tappa in un altro produzione di Francesco II! un complesso termale e un anfiteatro risalenti tra importante museo archeologico, situato nella città suppellettili e alla 4

28 29 custodia degli Il ballo animali. È proprio in dei pastori questa zona della di Melfi, punto di incontro delle civiltà daune ed visita del museo di Melfi si deve concludere nella villa che si trova la enotrie. Nel castello federiciano che domina il torre del castello, dov’è custodito un prezioso Con il nome generico fornace dalla quale, borgo, dal 1976 sono esposti oggetti e documen- ritrovamento di epoca romana, rinvenuto nella di tarantella viene con molta probabilità, ti provenienti dall’area del Vulture-Melfese, in par- metà dell’Ottocento a Rapolla. Si tratta di un sar- definito un vasto si sprigionò l'incendio ticolare dai siti di Lavello (che ospita la mostra cofago del II secolo d.C., di provenienza asiatica, genere musicale che che distrusse buona temporanea “Culti della fertilità nel II millennio sul cui coperchio è raffigurata una donna defunta, accomuna tutte le parte della dimora. a.C.”, destinata a diventare permanente), Forenza, mentre la cassa in marmo è decorata con scultu- regioni dell’Italia Abitata stabilmente Banzi, Ripacandida e Ruvo del Monte, interessati re di divinità, eroi mitologici e mostri marini. meridionale, ma fino al III secolo a.C., a partire dagli anni Sessanta da una campagna di Lasciata Melfi si prosegue verso la Valle di Vitalba, questa antica venne definitivamente scavi che ha riportato alla luce numerosi materiali. che ha contribuito in maniera rilevante alla rico- espressione artistica abbandonata a causa La visita può cominciare con i ricchi corredi fune- struzione della storia antica dell’area. Il primo cen- legata al mondo delle razzie delle bri di età arcaica, per poi proseguire con la raccol- tro che s’incontra è Rapolla, dove si possono visi- agropastorale ha truppe di Annibale ta di oggetti di uso comune, come decorazioni e tare i resti di un acquedotto romano il cui corso sviluppato che, proprio a partire oggetti per la cura del corpo, fino ad arrivare alle attraversava Ripacandida e finiva a Venosa. Di età caratteristiche diverse da questo periodo, suppellettili di importazione greca ed etrusca. romana è anche l’insediamento rurale testimonia- a seconda del luogo in invasero il territorio dissolvendo le Nella prima sala del museo si possono apprezza- to nella località Torre degli Embrici, raggiungibile cui ha attecchito, dalla comunità rurali re reperti d’epoca preistorica, come pugnali, maci- percorrendo dal centro abitato la strada statale per Campania alla Sicilia, presenti. ne di pietra, ceramiche ritrovati in tombe della Rionero in Vulture. L’ultima tappa dell’itinerario è dalla Puglia alla zona e materiali dell’età del Bronzo. Le due sale ad Atella, nel cuore della Valle di Vitalba. Dagli Calabria. In Lucania è seguenti espongono oggetti raggruppati per loca- scavi effettuati nell’area che circonda il paese sono stata soprattutto la lità di rinvenimento: corredi tombali, coppe ioni- stati riportati alla luce sorprendenti ritrovamenti cosiddetta tarantella che, fibule, un candelabro bronzeo, un pendaglio che fanno immaginare quale fosse il paesaggio dei pastori che, naturale della valle seicentomila anni fa. Un terri- torio caratterizzato da un lago, risalente all’era pliocenica, dove l’uomo dava la caccia, servendo- si di rudimentali armi in pietra, a grossi mammife- ri come il Palaeooxodon antiquus, un pachiderma le cui dimensioni sono suggerite dal rinvenimento della zanna e delle gigantesche impronte fossili. Il sito è ancora oggetto di ricerca ed ospita regolari campagne di scavo. Si può visitare liberamente, ma non ha un sistema di fruizione organizzato o guidato.

Itinerario dei Castelli partendo dall’area del di bronzo a forma di cavallino, elmi corinzi bron- Luoghi avvolti da suggestione e mistero, fitti di Pollino, si è diffusa in zei. Seguono poi materiali che giungono dalle storia e leggende e circondati da paesaggi color tutta la regione. necropoli di Cappuccini e Valleverde, una tomba acquarello. E’ questa l’atmosfera immediatamen- Questa forma di età romana del I sec. a.C. e un nucleo dedicato te palpabile quando si percorre l’itinerario dei musicale si differenzia alle tombe del Pisciolo, che hanno restituito corre- castelli del Vulture, che parte da Melfi, attraversa dalle altre tarantelle di tombali dauni del VII-VI secolo, armi in bronzo Venosa e prosegue per Lagopesole, Palazzo San soprattutto per una e in ferro, vasellame d’argilla e di bronzo. Gervasio, Lavello e Genzano. Il tour costeggia struttura più sobria, Nell’ultima sala, in particolare, merita attenzione monti, boschi, paesi abbarbicati sulle rupi e valla- dal fraseggio ripetitivo. un’interessante lastra di calcare usata come matri- te. Le varie tappe offrono uno spettacolare scena- Una caratteristica che ce di fusione per braccialetti di bronzo, poi reim- rio dominato da alcune delle più importanti fortez- la differenzia dalle piegata come coperchio tombale nel VII secolo. La ze in cui soggiornò l’imperatore Federico II di altre tarantella del 4

30 31 Sud, soprattutto da Artigianato e quelle della vicina area antichi mestieri pugliese, legata, Svevia. Il più noto dei castelli lucani è quello di reperti storici ritrovati nell’aera del Vulture-melfe- secondo le antiche Melfi, che fu sede di importanti eventi storici. Qui, se e risalenti dal VII-VI secolo a. C. In un territorio che per credenze, al mitico tra il 1059 e il 1101, si svolsero quattro Concili Il secondo castello dell’itinerario si trova a secoli ha scontato morso della tarantola. Papali; nel 1089 vi fu bandita la prima Crociata; Venosa. Lo si scorge sin da lontano grazie al suo l’isolamento e la Le figurazioni del ballo infine, nel 1231, la fortezza fu il luogo scelto da colore bianco e per avere un’imponente struttura dominazione, è stata sono semplici ed Federico II per emanare le "Costitutiones che si erge sul punto più alto della città. Oggi sede soprattutto la civiltà essenziali e più che la Augustales", corpo di moderne leggi che stabiliva- del Museo Archeologico venosino, fu fatto materiale a fungere da varietà coreografica no, tra l’altro, il diritto alla difesa d’ufficio per il costruire nel 1470 dal duca Pirro del Balzo Orsini, tratto unificatore. Una conta l’abilità dei popolo. Il castello ha forma rettangolare ed è cir- che lo volle a pianta quadrata con torri cilindriche civiltà che ha trovato il ballerini a seguire il condato da poderose mura lungo le quali si ergo- angolari in cui vennero ricavate le celle per i pri- modo di trasformare i ritmo crescente dettato no otto torri, di cui tre poligonali e quattro rettan- gionieri. A Lagopesole sorge un’altra dimora di materiali che la natura dai musicisti. golari. Per accedere all’ingresso principale biso- Federico II, considerata la più bella di tutte le for- le metteva a Una diversità che molti gna attraversare un ponte in pietra costruito su un tezze lucane dell’imperatore di Svevia. Di color studiosi attribuiscono a profondo fossato. Superato un portale settecente- rossiccio, con una pianta rettangolare e torri ad una diretta derivazione sco si arriva nell’ampio cortile interno che a sua angolo, il castello si compone di molte sale alcu- dall'Albania, retaggio volta conduce ai cortili dello Stallaggio e del ne delle quali adibite a uffici del Comando delle diverse comunità Mortorio risalenti all’epoca angioina. Quasi tutte le Forestale mentre le altre periodicamente ospitano insediatesi nel corso sale che compongono il castello sono aperte al mostre d’arte. Anche Palazzo San Gervasio fu dei secoli nella zona pubblico. Tra queste catalizzano particolare atten- meta privilegiata di Federico II per le sue battute di del Pollino, così come zione le prestigiose Sala del Trono e Sala degli caccia. Il castello che l’imperatore qui fece nel Vulture e nell’Alto Armigeri. Molte altre stanze sono state destinate a costruire ha un’imponente sagoma ed è posto in Bradano. Questa antica Museo Archeologico Nazionale, che custodisce i una posizione strategica da dove sovrasta tutto il danza popolare è ancora oggi la protagonista indiscussa disposizione (legno, di battesimi, matrimoni argilla, pietra, fibre, e feste comandate, paglia, vimini) in eseguita anche in oggetti di uso comune, occasione di raggiungendo, non di vendemmie, sagre e rado, picchi di momenti significativi eccellenza artistica, della tradizione grazie alla fantasia e contadina. Ad all’abilità dei maestri accompagnare le danze artigiani. Alcuni di e canti folcloristici questi capolavori intervengono tutti gli dell’arte contadina si strumenti della possono apprezzare al tradizione musicale Museo dei legni pastorale, dalla intagliati, ad Acerenza, zampogna alla chitarra ospitato presso il battente, dall’organetto Convento di S. alla surdulina (in Antonio, oppure alla origine conosciuta Mostra permanente della casa contadina, quasi esclusivamente nel comune di nelle aree arbresche), Forenza. Uno dei dalla ciaramella al materiali più utilizzati cupa cupa. è il legno, in 4 particolare quello di centro storico. La struttura si compone di due tor- castagno, faggio, rioni a punta quadrata con quattro bifore e una tri- abete, ciliegio e di fora-loggiato. Accanto al castello sorge un picco- quercia, specie lo palazzo adibito a scuderie. Due suggestivi boschive prevalenti del castelli si ammirano anche a Genzano. Il primo, territorio. Quella settecentesco ma di impianto angioino, è la sede dell’intaglio, la cosiddetta “arte dei pastori”, tramanda un L’ Enogastronomia repertorio simbolico che attinge alla natura, espressione di una civiltà pastorale e contadina che per esprimersi ricorre a simboli come il sole, la luna, animali, figure di donna o semplici ornamenti floreali. Le decorazioni impreziosiscono mestoli, forchettoni e altri utensili da cucina, come i timbri per la lavorazione della pasta del Municipio e si trova nel cuore del paese. Poco e del pane. L’artigianato fuori il centro abitato c’è poi il castello di del Vulture comprende Monteserico, scenario nel 1041 della sconfitta dei anche maioliche, Bizantini da parte dei Normanni. Nei sotterranei porcellane e del palazzo ci sono ancora grotte preistoriche ceramiche. Con dove un tempo si rifugiò e visse a lungo un grup- l’argilla, materiale cui po di monaci basiliani. L’ultima tappa dell’itinera- il territorio è rio dedicato ai castelli del Vulture è Lavello dove si particolarmente ricco, trova un'altra fortezza di epoca sveva poi ricostrui- si producono piatti, ta nel 1600 e oggi sede del Palazzo Comunale e di bicchieri, anfore, un Antiquarium civico. brocche e vasi decorati a smalto. Dalla natura proviene anche la materia prima per ceste, panieri e sedie, come la paglia e i vimini da intrecciare. Ancora presenti, sebbene in via di sparizione, anche la tessitura di lana lavorata al telaio e l’arte di forgiare il ferro. 34 La terra delle La seconda, la castagne "casentinese", matura I sapori del vulcano Oggi questa zona rientra nel disciplinare di produ- poco più tardi ed è di Uno dei prodotti più È una natura dalla duplice faccia, quella che carat- zione di un vino tra i più famosi e apprezzati dimensioni più celebri ed apprezzati terizza il Vulture e l’Alto Bradano. Da una parte dell’Italia meridionale, l’Aglianico del Vulture Doc grandi, mentre la del Vulture sono le mostra il suo volto peggiore, con i catastrofici ter- (Denominazione di origine controllata), autentico terza è detta castagne, raccolte in remoti che, anche nel passato recente, hanno col- orgoglio della viticoltura lucana. Il vitigno agliani- "cuneese", perché quota sulle pendici pito la zona, ma dall’altra sembra quasi voler co, come ricordato dal nome che deriva dalla importata dal del vulcano. ricompensare gli uomini della loro pazienza, met- parola ellenico, venne introdotto dai greci, ma fu Piemonte. La specie I castagneti tendogli a disposizione materie prime di straordi- in questa zona che trovò la sua patria ideale, rag- più diffusa sul interessano buona naria eccellenza. È la stessa natura vulcanica dei giungendo, grazie ai terreni vulcanici e al clima territorio è comunque parte della superficie freddo, le condizioni ideali per dare un vino dalle il cosiddetto agraria e forestale caratteristiche uniche. Insieme alla vite non può "marroncino di dei comuni d'Atella, mancare l’olivo, l’altro simbolo della civiltà medi- Melfi”, di forma Barile, Rapolla, terranea. La produzione oleicola della zona rag- tondeggiante, Rionero in Vulture e giunge livelli di eccellenza, grazie alle caratteristi- piuttosto simmetrico, Melfi, dove a questa che di cultivar perfettamente adattate al luogo, ma e dalla buccia di un coltura sono destinati anche a piccoli produttori che hanno intrapreso bel colore marrone oltre 2 mila ettari. In con coraggio la strada della qualità puntando su lucido, con evidenti questa zona del frantoi di ultima generazione. La più diffusa è striature. Vulture la produzione l’ogliarola, detta anche rapollese, una varietà che Un prodotto che ha si rivela sfrutta al meglio la mineralità dei terreni vulcanici. segnato l’economia e particolarmente Vista la produzione limitata, l’extravergine del la tradizione culinaria redditizia, grazie alle Vulture non raggiunge facilmente i mercati ester- del territorio, entrando a far parte di numerose ricette suoli a permettere alle coltivazioni di arricchirsi di dolci e salate. minerali ed elementi preziosi, che conferiscono ai L’occasione giusta prodotti di queste campagne spiccate caratteristi- per assaggiarle è la che organolettiche.vUva, castagne, olive, pepero- “sagra della varola ni, lampascioni, pomodori, legumi, ma anche (castagna)” che si miele, formaggi, carni e perfino le acque concor- tiene a fine ottobre a rono a fare della zona un giacimento enogastrono- Melfi (tel. mico capace di far felici i buongustai. 0972.239751), nella La fama del Vulture è antica di secoli: il territorio centralissima piazza viene citato dal poeta Orazio, nel primo secolo Duomo e per le vie alte rese che possono a.C., che nelle Odi decanta la vite e il vino della sua della città. raggiungere anche i terra natale, mentre nel Seicento lo scrittore 40 quintali per ettaro, Prospero Rendella descrive i vini delle Due Sicilie contro una produzione e accenna al Melfiaco, il vino di Melfi, descriven- ni, ma è destinata soprattutto al consumo familia- media di circa 25-30. dolo come fragrante, dorato e dolcissimo, in nulla re. Ne esistono diverse inferiore ai famosi vini di Creta e di Cipro, sebbe- Tra i formaggi spicca un prodotto prossimo a otte- varietà. La prima, la ne non fosse ricavato né da moscato né da mal- nere dall’Unione Europea il riconoscimento della "Pistoiese" detta vasia. Anche alla fine dell’Ottocento il vino di Melfi Dop (Denominazione di origine protetta), il peco- anche "Settembrina", godeva di ottima fama e veniva venduto con pro- rino di . è una castagna fitto ai cantinieri di Napoli, che sfruttavano il suo La storia di questo celebre formaggio può iniziare precoce e di piccola vigore e la sua intensità usandolo come vino da idealmente con la donazione dei territori, tra i pezzatura che matura taglio. quali Filiano, Melfi e Candela, che l'imperatore agli inizi dell’autunno.

36 37 A ogni pasta modo da renderne la il suo superficie rugosa. È condimento Carlo V fece nel 1530 al nobile genovese Andrea Ma il territorio è stato per secoli un crocevia di la pasta ideale per i Doria, in seguito alle quale si avviò una produzio- popolazioni che, più o meno amichevolmente, si condimenti con salse Gli ingredienti di base ne di tipo quasi “industriale”. Già nel ‘600 si hanno sono stabilite nella zona portando i propri usi ali- al ragù di carne sono sempre gli le prime notizie di strutture produttive che, in mentari. Di questa varietà è testimonianza il vasto (agnello, maiale o stessi: acqua, sale e inverno, sfruttano le masserie della piana patrimonio culinario che ha saputo valorizzare al podolica). Le lagane farina di grano duro. dell'Ofanto, mentre in estate si spostavano nella meglio i prodotti della terra. Tra i piatti tipici spic- si ottengono Ma la tradizione Valle Vitalba. Le aziende oggi registrate sono circa cano la zuppa di fave e cicoria, gli strascinati tagliando strisce gastronomica del un migliaio, su un’area di produzione che com- (grandi orecchiette) con la menta fresca, le lagane piuttosto larghe di territorio, unita alla prende il territorio di Potenza e le circostanti con i fagioli, i maccheroni “a ferretti”, cioè arroto- pasta fresca, fantasia dei suoi lati attorno a un ferro da lana, la tortiera al forno di utilizzate nelle cuochi, hanno carne d’agnello, la pignata di agnello con pepero- minestre o in permesso di dar vita, ni piccanti e vino rosso. abbinamento con i partendo da questi E infine sono da assaggiare i pani di grano duro legumi. Uno dei piatti semplici prodotti, a cotti a legna e i biscotti dolci e salati, come gli più tipici del territorio un’infinita di varietà di scaldatelli, i pizzicannelli (aromatizzati alla cannel- è rappresentato paste fresche con la), la paparotta (a base di mosto di vino aroma- proprio dalle lagane caratteri organolettici tizzato ai chiodi di garofano), i calzoncelli con fari- con ceci e baccalà, propri. I cavatelli sono na di castagne, le cartellate (dolci con mandorle e in genere guarniti con sottili cilindri di pasta scorze d’arancia), i raffaiuoli. peperoni di dai bordi arricciati, Dulcis in fundo, il miele. Le pendici del Vulture Dop seccati all’aria conditi generalmente sono una delle zone ideali per l’apicoltura, che e passati brevemente con verdure, salse grazie alla qualità dell’aria e la ricchezza della flora in olio bollente. I fusilli, comuni a gran parte del Sud, comunità montane del Vulture - Melfese, sono preparati Melandro, Alto Bradano, Alto Basento, Marmo, partendo da sottili per un totale di 30 comuni. La caratteristica orga- cilindri di pasta nolettica di questo formaggio è data dall’uso di attorcigliati attorno a aggiungere latte di capra, che, sebbene più legge- un ferro, dandogli ro di quello ovino, è più saporito. Altra Dop è il una forma a spirale. caciocavallo silano, originario degli altipiani della I condimenti ideali Sila, in Calabria, ma ammesso anche in questa contemplano spezzato regione dal disciplinare di produzione. Al di là dei di agnello, ragù di prodotti a marchio, la vastissima produzione di cinghiale o di maiale. bianche o al ricotte, cacioricotte, caciocavalli, caprini, formag- permette di produrre diverse tipologie di miele di Le orecchiette, gi a pasta filata è tale da consigliare un’escursione vera eccellenza, da quello di melata a quello di pomodoro. Gli condivise con la gastronomica ai territori del Vulture e dell’Alto acacia, dal millefiori al miele di castagno e a quel- strascinati, preparati tradizione pugliese, Bradano. Allo stesso modo spiccano i prodotti di lo di eucalipto. in ogni famiglia sono piccoli pezzetti salumeria, che vengono confezionati ancora “a soprattutto in di pasta a forma di punta di coltello”, come insegna la tradizione con- Itinerario nella dispensa lucana occasione di feste, conchiglia, incavati tadina, e aromatizzati con sale, peperoncino e Ortaggi, formaggi di pecora, salumi artigianali, sono invece ottenuti col dito sulla finocchietto selvatico. Non a caso lo scrittore lati- golosi dolcetti al miele. Il Vulture è un’inesauribile strofinando (da cui il spianatoia di legno. no Aulo Terenzio Varrone riferisce come i legiona- dispensa di prodotti eccellenti, da assaggiare nome) i pezzetti di Si possono condire ri romani avessero imparato proprio dai Lucani lungo un itinerario del gusto che, provenendo da con le cime di rapa o pasta fresca su una l’arte di insaccare in un budello carne tritata di Potenza, si snoda lungo la statale 93. con pomodori e tavoletta zigrinata, in maiale, condita con spezie ed erbe aromatiche. È la zona interessata alla produzione del pecorino verdure.

38 39 Una terra ricca fonte Cutolo Rionero, di acqua nel territorio di Rionero, mentre nella di Filiano Dop, un formaggio a pasta dura ottenu- coltello e a base di carni provenienti dal proprio vicina località Grazie alla sua origine to con latte intero di pecora proveniente da due allevamento. Proseguendo sulla stessa strada si Monticchio Bagni vulcanica, il territorio mungiture, quella serale e quella del mattino. arriva a Venosa, fornitissima vetrina dell’enoga- sgorga la sorgente del Monte Vulture Grazie ai pascoli del Vulture e alla stagionatura in stronomia del Vulture. In Contrada Bellavista Gaudianello, costituisce un prezioso grotte naturali, assume un sapore particolarmen- merita una sosta Alberto (tel.0972.31988), alleva- apprezzata sul bacino idrominerario te intenso e complesso, che lo rendono uno dei mento di bufale che si estende su circa cento etta- mercato da quasi un che rappresenta prodotti gastronomici più interessanti della regio- ri, dove meritano l’assaggio la mozzarella, le sca- secolo. Tra i suoi un’ingente risorsa ne. A pochi chilometri da Filiano si incontra Atella, morze e gli scamorzoni. Alla Macelleria Oraziana estimatori si ricorda ambientale e dove, nel suggestivo centro storico di impianto di Giovanni Sileno (via Melfi 102, tel.0972.31580) anche il commerciale per la medievale, merita una sosta il Biscottificio si può trovare un’ottima pezzente, oltre a pancette commediografo Basilicata. Sono otto Refalconiere (via Nino Bixio 15, tel. 0972.715602) piatte, prosciutti, capocolli, soppressate. Per i napoletano Edoardo le sorgenti sfruttate per assaggiare dolci tradizionali come castagnet- biscotti, crostate e torte da forno ci si può rivolge- Scarpetta, che le industrialmente, che te, calzoncelli con mandorle e cioccolato, crispel- dedicò una canzone immettono sul le, mostaccioli al vino cotto, torta di noci. Dopo intitolata "Le acque mercato, con circa ancora pochi chilometri si entra a Rionero in minerali di quindici etichette, una Vulture, famosa non solo per l’Aglianico ma anche produzione che Monticchio". Nella per le acque minerali. Al vino è legata una ricetta stessa località c’è raggiunge una quota tradizionale, i cingoli, una pasta fresca di acqua e del 7 percento del anche la sorgente La farina, lavorata a forma di fiocchetti, che vengono Toka, mentre nelle mercato nazionale. I fatti bollire, scolati e passati nel vino cotto bollen- caratteri organolettici vicina località di te. Chi cercasse il miglior abbinamento con Fontana Marsico sono piuttosto simili: l’Aglianico del Vulture ordini in trattoria la tradizio- acque perfettamente vengono imbottigliate la Visciolo e la Lilia Traficante, re a Tigre (via Melfi 68, tel. 0972.31463), che pro- classificate come pone un vasto repertorio di dolci tradizionali della acque minerali zona. Fuori del centro abitato, da segnalare anche bicarbonato-alcaline l’Agriturismo La Maddalena (c.da La Maddalena, e carboniche. L’acqua tel. 0972.32735) che propone, in vendita diretta, La Francesca sgorga diverse specialità di produzione propria: formaggi, nella località conserve, vino, extravergine di oliva, carni. omonima, sempre nel Da Rionero è consigliabile anche una deviazione comune di Rionero. fino ai laghi di Monticchio, prendendo la statale Altra zona ricca di 167. Man a mano che la strada sale, la vegetazio- acque è quella di nale salsiccia pezzente, tipico esempio di cucina ne si trasforma passando dai campi coltivati alter- limpide, dal sapore Rapolla, dove dalle povera contadina. Gustosi assaggi sono proposti nati a vigna e olivo ai fitti boschi di castagno, tre fonti scaturiscono leggermente acidulo e dall’enoteca Il Cantinone (via Forcella 22, tel. cerro, abete, olmo, ontano e faggio che ricoprono a volte effervescente. acque minerali di tipo 0972.722443), con una bella selezioni di vini e le pendici del vulcano fino ai due specchi d’acqua. solfato-alcalino e La maggiore prodotti tipici del territorio, come il burrino farcito Il piccolo è dominato dall'abbazia di San Michele, concentrazione si ha salso-bicarbonato- con la soppressata. un’imponente costruzione immersa nel verde, in alcaline. Qui, dal sulle pendici del Una deviazione conduce a Ripacandida, sulla pro- posizione suggestiva sul costone della montagna. vulcano, tra i comuni 1961, è in funzione vinciale 8, dove si possono acquistare l’ottimo Un’escursione raggiunge la cima del Vulture, da uno stabilimento di Rionero in Vulture e extravergine di Candorla Olearia (via Vittorio dove la vista spazia sulla Murgia barese, sul Atella, sul lato sinistro termale per il loro Emanuele 404, tel. 0972.644242) e i salumi Tavoliere delle Puglie e sul mar Adriatico. Una del torrente Levata. sfruttamento a fini dell’Azienda Agricola Martino (Contrada La sosta sulla sponda del lago è invece consigliata Cinque le terapeutici e di Macchia, tel. 0972.645179), lavorati a punta di per assaggiare qualche buon piatto locale, come etichette prodotte alla benessere.

40 41 L’aglianico e i dimostrato capace di suoi fratelli sfruttare al meglio le caratteristiche fusilli con porcini, brasato all'aglianico e anguille Itinerario sulle strade dell’aglianico minerali del terreno, a La viticoltura lucana ha del lago. Tornando verso Rionero si riprende la Ss C’è una strada ideale che unisce quindici comuni base tufacea e ricco di legato il suo nome a 93 in direzione di Melfi, in un paesaggio domina- in provincia di Potenza: Acerenza, Atella, Banzi, silicio e potassio, e il un vino, anzi a un to dai vigneti. Prima tappa a Barile, con le caratte- Barile, Forenza, , Ginestra, clima premontano, vitigno, l’aglianico del ristiche cantine scavate nel tufo, antiche abitazio- Lavello, Maschito, Melfi, Palazzo San Gervasio, con vigneti che sulle Vulture, importato in ni delle più grande comunità albanese rifugiata in Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Venosa. pendici del Vulture Italia dai Greci, Lucania intorno al XV secolo. Vino da assaggiare È la Strada del vino Aglianico del Vulture, che si superano i 600 metri all’epoca della e acquistare presso il Consorzio Viticoltori snoda sui 6 mila ettari di territorio previsto dal di altitudine. Il fondazione di Cuma. Associati del Vulture (Ss 93, tel. 0972.770386), disciplinare della Doc, un grande vigneto che rap- risultato è un vino Per questo venne mentre per l'olio ci si può rivolgere alla presenta un motivo d’orgoglio non solo per la rosso di grande denominato dapprima Cooperativa olearia barilese (via Nazionale 7, tel. Basilicata, ma per l’intera produzione vinicola personalità, vigoroso 0972.770003) e a Frantolio (largo Stazione 3, tel. nazionale. È qui che il vitigno aglianico ha trovato 0972.770072). il suo territorio d’elezione, grazie alla composizio- Più avanti si incontra Rapolla, con un centro ricco ne dei terreni e alla complessa orografia, che di storia e un cuore segreto pieno d’acqua. Sotto determina una notevole varietà di climi a seconda l’abitato scorre infatti un fiume invisibile, che nel di altitudine (la quota varia dai 200 ai 700 metri), percorso si arricchisce di sali minerali, fino a sgor- pendenza ed esposizione. La quasi totalità dei gare in contrada “Orto del Lago”. Le sorgenti d’ac- rossi della regione è ottenuta con uve di questo qua, ricca di proprietà terapeutiche, sono oggi vitigno, anche per quanto riguarda la produzione sfruttate attraverso un moderno impianto termale. di vini da tavola e Igt, ma la variabilità del micro- Rapolla è nota anche per la produzione di olio clima consente di conservare caratteri di tipicità extravergine e vino. specifici relativi alle diverse aree di coltivazione. Prendendo la Sp 303, dopo pochi chilometri si entra a Melfi. Un’occasione per conoscere il pan- e profumato, che ben cotto alla melfitana, un piatto povero della tradi- si accompagna con la zione contadina fatto con patate, cicoria, peperoni saporita cucina del e olive, che si può assaggiare in ristoranti e tratto- territorio, in rie. Buoni i formaggi prodotti in zona (caciocaval- particolare con lo podolico, cacioricotta, pecorini), ma, per la pietanze a base di parte golosa, il nome della città è legato soprattut- carne di agnello. Ne to a un frutto dell’autunno, i marroncini di Melfi, esiste anche una provenienti dai castagneti del Vulture, che rappre- varietà più rustica, sentano un’area di circa 700 ettari. I marroni ven- l’aglianicone, gono lavorati e immersi in uno sciroppo leggero utilizzato per farne che non ne stravolge le eccellenti caratteristiche “ellenico” dai romani, vino da tavola. Se organolettiche. Oppure diventano la materia prima l’aglianico del Vulture che lo apprezzarono per torte, dolci e creme. A Melfi, in autunno, si soprattutto come vino è il simbolo enologico tiene una sagra dedicata a questo frutto, mentre della regione, non è da taglio per l’8 dicembre è da non perdere la messa migliorare la qualità comunque l’unico dell’Immacolata con la “Tradizione delle paneduz- della grande famiglia del Falerno, e poi ze”, quando i piccoli pani azzimi vengono distri- Un itinerario sulla via dell’aglianico può comincia- “aglianico” durante la degli autoctoni lucani, buiti ai fedeli in memoria dell’antica colonia di re da Melfi, percorrendo la statale 658 dopo esse- spesso usati per farne dominazione angioina, Coronei, che ripopolò il paese dopo il massacro re usciti al casello di Candela dall’autostrada 16 secondo la fonia spumanti da dessert. ordinato da Francesco I durante la Pasqua di san- (Napoli – Bari) e inoltrandosi in un paesaggio ereditata dallo La malvasia del gue del 1528. caratterizzato da vite, olivo, boschi e castagni. È il spagnolo. Proprio Vulture è diffusa nei confine settentrionale del territorio di produzione, l’aglianico si è territori di 4

42 43 Ripacandida e L’olivo, dal Ginestra. Si presenta di monastero alla colore giallo paglierino con vigneti che superano i 500 metri di altitudine, müller thurgau e il traminer), un aglianico in Dop brillante e un sapore in un clima con notevoli escursioni termiche che purezza che spicca per spessore e intensità. Il grano, la vite e delicato con un leggero esaltano la carica aromatica dei vini. Su prenota- Degustazioni anche presso la Cantina di Venosa naturalmente l’olivo. residuo zuccherino, che zione si possono visitare i vigneti dell’azienda (via Appia, località Vignali, tel. 0972.36702), nata I tre prodotti simbolo la rende adatta ad Poggio Fiorito (via Vittorio Emanuele II 56, tel. nel 1957 associando una trentina di produttori. della civiltà accompagnare dolci 328.7241295), 26 ettari (situati in direzione di Oggi i soci sono circa 500 e rappresentano all’in- mediterranea sono secchi o con crema. Lavello) esclusivamente allevati ad aglianico. circa 900 ettari vitati con una produzione annua di fortemente radicati in Altro vino amabile è Proseguendo verso sud sulla Ss 93 si giunge a 600 mila bottiglie. Nei giorni feriali è possibile visi- questo angolo di l’Aleatico rosso, Rapolla, famosa, oltre che per il vino, per le sue tare la cantina e si effettua vendita diretta. Alla Lucania, conosciuto prodotto nei territori di acque termali. Merita una sosta l’azienda Bio cantina Gammone (via Augusto Imperatore 13, dagli antichi Rionero in Vulture, (via Torquato Tasso 3, tel. 335.251885), una gio- tel. 0972.36515) si possono assaggiare altre tipo- navigatori che Barile, Melfi, vane cooperativa nata nel 2000 che ha riconverti- logie nate dallo stesso vitigno, come l’Aglianico solcavano il mare Maschito, Acerenza, to cinque ettari di vigneti ad agricoltura biologica del Vulture spumante, proposto anche in versione Banzi e vinificato in e vi produce un ottimo Aglianico del Vulture Doc. brut. A Venosa, infine, si può partecipare alla Festa versione spumante. Il Proseguendo verso Lavello, in Contrada della vendemmia che si tiene tutti gli anni ad otto- Rionero, con prevalenza di Finocchiaro, vale una visita anche l’azienda agri- bre (tel. 0972.32955). aglianico, è rosso cola Bisceglia (tel. 0972.84035), con foresteria, Da Venosa si risale verso Maschito, in un territo- intenso tendente al sala degustazione e servizio di vendita diretta. Nei rio a mezza collina considerato tra i più vocati alla violaceo, con una lieve trenta ettari aziendali è l’aglianico a farla da padro- viticoltura, grazie anche a una tradizione enoica vena d'abboccato. ne, ma all’autoctono sono stati affiancati, con otti- che si tramanda dall’epoca della venuta albanese, mi risultati, vitigni internazionali come chardon- nel XV secolo. Visite a vigneti e cantine si posso- nay e merlot. no compiere, su prenotazione, presso Casa

nostrum alla ricerca di rotte commerciali. Un territorio che non era solo un punto strategico di collegamento fra il nord e il sud della penisola italica, ma anche un luogo di rifornimento di derrate Continuando in direzione est, attraversando colli- Maschito (via Nitti, tel. 0972.33101), azienda fon- alimentari di qualità. ne via via più dolci, la prossima tappa è Venosa, data nel 2000 e punto di riferimento per la produ- Nella diffusione patria del poeta Orazio che non mancò di elogiare zione locale. dell’olivicoltura, un i vini della sua terra. Sono diverse le cantine di Vigneti e oliveti continuano ad alternarsi fino a ruolo determinante fu Venosa che negli ultimi anni hanno intrapreso la Ripacandida e poi a Ginestra, altro centro che quello dei monaci strada della qualità, portando la vitivinicoltura conserva tracce delle cultura albanese. È questa la benedettini e lucana a livelli di eccellenza. Si può cominciare principale zona di produzione della Malvasia del cistercensi, che, con Terre degli Svevi (località Pian di Camera, tel. Vulture, un vino leggermente aromatico e vinifica- spinti anche dalle 0577.989001), un’azienda di centoventi ettari, sui to in dolce. Sono da assaggiare i prodotti della necessità liturgiche relative al costoni più bassi del vulcano, impegnata nella piccola azienda di Michele Laluce (contrada Serra cristianesimo, produzione di un’unica tipologia di vino (anche se del tesoro, tel. 347.6386630), nata nel 2001 su 6 contribuirono sono in sperimentazione vitigni aromatici come il ettari di vigneto a 400 metri d’altitudine. Oltre notevolmente alla 4

44 45 diffusione dell’olivo mentre al ministero sulle pendici del delle Politiche agricole Vulture, si sta valutando all’Aglianico, anche un elegante Moscato dolce dai 400 - 450 metri di altitudine. Altro nome di particolarmente vocate l’istituzione della Dop spumante. prestigio è quello delle Cantine del Notaio (via grazie alle origini Lucano, relativa A pochi chilometri da Ginestra c’è Barile, piccolo Roma 159, tel. 0972.723689), dove, oltra all’aglia- vulcaniche, e lungo la all’extravergine centro il cui nome deriva probabilmente dal barre- nico, si ricava un ottimo vino dolce da uve di mal- valle del Bradano. Una prodotto nel resto della lium, un antico dazio sulle greggi, ma che porta vasia e moscato. Produzione biologica, gran parte coltura che negli ultimi regione. nello stemma un barile e un grappolo d'uva, a esportata all’estero, per le Cantine di Palma (via decenni ha conosciuto testimonianza della sua tradizione vinicola. della Torre, Contrada Scavoni, tel. 0972.722891), un notevole Particolarmente suggestive sono le grotte dello dove si possono apprezzare anche i vini bianchi incremento, soprattutto ”sciescio“, le antiche abitazioni dei profughi alba- (falanghina) e la grappa di aglianico. Degustazioni in termini di qualità, nesi scavate nel tufo della collina e successiva- e visite guidate presso la Cantina Sociale del attraverso la mente adibite a cantine, dove ancora oggi si con- Vulture (località San Francesco, tel. modernizzazione dei servano vini, formaggi e olii. Qui, la prima settima- 0972.721062), Napolitano (via Matteotti 40, tel. frantoi, il risanamento na di settembre, si tiene la Rassegna 0972.721040), Eubea (via Roma 209, tel. degli impianti dell’Aglianico del Vulture (0972.770244). Diverse 0972.723574) e D’Angelo (via Provinciale 8, tel. tradizionali e la le aziende eccellenti che meritano la segnalazione: 0972.721517). Merita una visita l’azienda Terra razionalizzazione delle tecniche di raccolta e il Consorzio Viticoltori Associati del Vulture (Ss dei Re (Ss 167 Km. 2.70, tel. 0972.725116), una lavorazione. Di 93, tel. 0972.770286), che riunisce produttori dei moderna cantina che offre anche una suggestiva particolare interesse il 15 comuni del territorio Doc. Visite e degustazio- vista panoramica sul territorio. patrimonio varietale ni dal lunedì al sabato, da assaggiare anche le Chi volesse proseguire l’itinerario nelle terre del- ricco di cultivar grappe monovitigno di aglianico. Qui ha sede l’aglianico può raggiungere, a circa 50 km, il cen- autoctone, come anche la cantina Paternoster (via Nazionale 86, tel. tro di Acerenza, arroccata in posizione spettacola- l’angellina, la 0972.770224), la più antica del Vulture, fondata re su un colle che domina l’alta valle del Bradano nel 1925: venti ettari, interamente ad aglianico, dislocati sul versante sud est del monte Vulture, che danno vita a vini di grande finezza e carica aromatica. Degustazioni anche da Giannattasio (piazza Bozza, 0972.770571), giovane cantina dove si può assaggiare l’ottimo Arcà, e alla Tenuta le Querce (contrada Le Querce, tel. 0971.470709), che dispone di 70 ettari coltivati ad aglianico. Citazione d’obbligo per le cantine Macarico (piaz- za Caracciolo 7, tel. 0972.771051) ed Elena Fucci (contrada Solagna del Titolo, tel. 0972.770736), due produttori dai piccoli numeri ma dalla grande palmarola, la ripolese qualità. Entrambi consentono di visitare vigneti e e la Murgia pugliese fino al golfo di Manfredonia e e la pizzuto, sebbene cantine e praticano vendita diretta in azienda. al Gargano. Sul fianco settentrionale del colle, divenute minoritarie a L’itinerario si conclude a Rionero in Vulture, il decine di grotte-cantine scavate nella roccia del beneficio di varietà maggiore centro di produzione della Doc, distesa vulcano spento garantiscono al vino la giusta tem- importate dalla vicina tra due colline rivestite di vigneti e con lo sfondo peratura di conservazione. Per degustazione e Puglia, prime fra tutte verde scuro dei boschi. Diversi i nomi illustri della acquisti, da visitare le cantine Basilium Winers la rotondella e viticoltura, partendo dalla cantina Armando (contrada Pipoli, tel. 0971.741449) che, attraver- l’ogliarola barese. È Martino (via Lavista 2, tel. 0972.721422), dove si so il consorzio cui partecipano oltre cento produt- all’esame dell’Unione possono visitare la barricaia, i locali di imbottiglia- tori di aglianico, produce circa un milione di botti- Europea il mento e l’enoteca, ma merita l’assaggio anche glie l’anno. riconoscimento del l’eccellente aglianico di Basilisco (via Umberto I, marchio Dop Vulture, tel. 0972.725477), prodotto con uve provenienti

46 47 ACERENZA

Acerenza ALTITUDINE: 833 m. slm. Arroccata in cima a una rupe di tufo che si ABITANTI: 2975 affaccia sul fiume Bradano, Acerenza è un

antico borgo che mantiene caratteristiche NUMERI UTILI: originali. Fu prima colonia romana, poi Comune 0971 741823 divenne gastaldo longobardo e in seguito centro normanno, castello ghibellino, FESTE CIVILI E RELIGIOSE: angioino e infine aragonese. I resti del suo San Canio passato si possono ancora apprezzare con 25 maggio I Comuni una passeggiata nel centro storico di Sant’ Antonio impianto medievale, in cui domina la mae- 13 giugno stosa Cattedrale. L’edificio, in stile romani- Festa patronale co-normanno con pianta a croce latina, è tra le più antiche sedi vescovili del sud Italia. Fiera Nel centro della città si ammirano anche la 17 luglio chiesa duecentesca dell’Annunziata, la chie- 25 settembre setta gentilizia di San Vincenzo e la chiesa di San Laviero, detta del Purgatorio, che Corteo storico medievale 12 agosto custodisce stucchi barocchi, un organo set- tecentesco e una tela del XII secolo raffigu- rante il martirio del santo. Acerenza è fatta di stretti vicoli decorati da portali in pietra scolpita e ringhiere di ferro battuto. Intorno al borgo ci sono i resti delle antiche mura di cinta, che conducono fino a Porta San Canio dalla quale si entra nel cen- tro storico. Qui sorge il castello che conser- va la torre meridiana, la sede dell’Episcopio e il seminario, destinato a ospitare il museo d’arte sacra. Poco fuori città, nei Piani della Maddalena - tra le distese di campagne e boschi - si trova il Convento di Sant’Antonio. Costruito nel 1570, è ampio 700 metri quadrati, ha 30 stanze e una chiesa con altare in pietra del XIX secolo in stile barocco. Nei corridoi del convento trova sede un museo permanente, che conserva un’interessante raccolta di pezzi in legno intagliato, proveniente dalla collezione della famiglia Di Trani.

49 ATELLA BANZI

ALTITUDINE: 500 m. slm. Atella Banzi ALTITUDINE: 450 m. slm. Atella è una piacevole cittadina fondata, agli Per visitare Banzi è bene partire dalla sua più ABITANTI: 3000 ABITANTI: 1513 inizi del XIV secolo, da Giovanni d’Angiò, importante emergenza storico-artistica, la NUMERI UTILI: figlio di re Carlo II, che ne fece uno dei cen- grande abbazia di Santa Maria del VIII seco- NUMERI UTILI: Comune tri più importanti del Regno di Napoli, fin lo. Venne edificata da Grimoaldo I, principe di Comune e Pro Loco 0972 715497 quando il dominio di feudatari poco accorti, Salerno, ma dopo di lui, a partire dal 1089, tel 0971 907405 0972 716049 le epidemie di malaria, i terremoti e una furono i Normanni a volerla ampliare. In que- fax 0971 947825 forte crisi economica ne fecero dimenticare sto piccolo centro merita attenzione anche la Guardia Medica FESTE CIVILI E RELIGIOSE: i fasti di un tempo. Chiesa di Santa Maria, caratteristica per il 0971 774045 SS. Maria Assunta Caserma dei Carabinieri Fino al terremoto del 1694, che la rase quasi portale d’ingresso con un bassorilievo del 24-27 aprile 0971 947001 completamente al suolo, contava numerose 1331. All’interno sono custoditi tre pregevoli S.Andrea chiese e conventi costruiti durante la domi- dipinti: il quadro della Vergine in stile bizanti- FESTE CIVILI E RELIGIOSE: maggio nazione angioina. Di questo glorioso perio- no risalente al XII secolo; un trittico del 1517 Festa del do oggi però restano soltanto pochi simbo- attribuito ad Andrea Sabatino da Salerno; e Santo Patrono SS. Maria ad Nives li: la Chiesa Madre, la Chiesa e il Monastero una Resurrezione di Hendrix, in passato San Vito Martire primi giorni di agosto di S. Benedetto e la Torre Angioina, che un erroneamente attribuita a Pietro Antonio 15 giugno tempo svettava da un poderoso castello Ferri. I turisti che visitano Banzi fanno tappa Festa della abbattuto dal sisma. anche al “Camino”, una casa rurale che si Madonna di Banzi La Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria ad trova in pieno centro storico e dove sono 8 settembre Nives, presenta una facciata trecentesca, esposte le antiche fotografie del borgo. Il ter- mentre gli interni risalgono al XVIII secolo. Il monastero delle suore benedettine è inve- ce un’opera del XV secolo e vanta una bella bifora trecentesca, sulla quale campeggia lo stemma angioino. Adiacente al monastero c’è la Chiesa di San Benedetto, che al suo interno conserva pregevoli dipinti. Da ammirare anche la Chiesa dei Santi Vito e Lucia, con un affresco raffigurante la Madonna Riparatrice. Realizzato probabil- mente dopo il terremoto del 1456, fu sco- perto soltanto nel 1851 in seguito a un ulte- ritorio ospita anche un parco archeologico, riore sisma, uno dei più distruttivi mai avve- con i resti dell’impianto urbano del nuti nella zona del Vulture. L’episodio fu Municipium Romano. Altri resti del passato considerato miracoloso perché, nonostante di Banzi sono le fondazioni di un edificio di la gravità del sisma, gli abitanti di Atella età ellenistica, poco fuori il paese, in prossi- vennero risparmiati e si ebbero soltanto due mità del cimitero. A pochi chilometri dal cen- feriti. tro abitato, lungo la strada che porta al vici- no comune di Palazzo San Gervasio, si incontra la Ripa di Carnevale, identificata con la Fons Bandusiae, celebrata nel libro III delle Odi del poeta latino Orazio Flacco.

50 51 BARILE FORENZA

ALTITUDINE: 600 m. slm. Barile Forenza ALTITUDINE: 836 m. slm. Piccolo paese adagiato sulle colline, Barile Forenza è un piccolo borgo adagiato sulle ABITANTI: 3319 ABITANTI: 2544 venne fondata intorno al 1464 da una colonia colline, in una posizione privilegiata dalla NUMERI UTILI: di albanesi, provenienti dalle città di Scutari e quale si riesce a scorgere la vicina campa- NUMERI UTILI: Comune 0972 648206 Croia, di cui ancora oggi si conservano la lin- gna pugliese. Subì la dominazione dei Comune 0971 773861 Pro Loco 0972 770771 gua e le tradizioni. Una delle particolarità del Normanni, divenne contea di di Guardia Medica posto sono proprio le grotte dello scescio Puglia, mentre sotto gli Angioini fu nomina- 0971 773465 FESTE CIVILI E RELIGIOSE: ovvero le cantine, risalenti ai primi insedia- ta città regia. In seguito, come feudo, passò Carabinieri Via Crucis menti albanesi. Si tratta infatti di grotte rica- sotto il dominio dei Doria e dei Caracciolo. 0971 773003 Venerdì Santo vate nel tufo, originariamente utilizzate dai La visita può cominciare da piazza Regina FESTE CIVILI E RELIGIOSE: Battesimo delle profughi come dimora, ma che in seguito si Margherita, che si raggiunge con una stra- Festa di Sant'Antonio Bambole sono rivelate ambienti ideali per custodire il dina a spirale che percorre tutto il centro da Padova 24 giugno vino. È qui che nel 1964, Pier Paolo Pasolini storico. Durante il tragitto si possono 12-13 giugno girò gran parte del suo "Vangelo secondo ammirano alcune chiese di particolare rilie- Presepe Vivente Matteo". Ma Barile è anche la città delle fon- vo storico. La Chiesa Madre, la cui fonda- Festa in onore 24 e 25 dicembre tane. Solo nel centro urbano ce ne sono ben zione risale al 1700, conserva un pregevole di San Vito dodici, altre sei si incontrano lungo le strade busto in argento raffigurante Sant’Antonio, 14-15 giugno rurali. La più preziosa è quella detta dello attribuito allo scultore Francesco Manzone. Palio delle 7 contrade Steccato, costruita nel 1713 e composta da Accanto al Convento dei Cappucci si trova la agosto tre teste in pietra lavorata che, secondo la Chiesa del Crocifisso, datata 1680 e fine- leggenda popolare, allontanano le forze mente decorata secondo il gusto dell’epoca. negative dalla comunità. Sui suoi lati ci sono Di particolare interesse gli interni, che con- due nicchie decorate e sotto di esse due servano un dipinto di Santa Maria della vaschette a semicerchio, mentre sulla parte Stella e un coro cinquecentesco. Sull’altare superiore, all’altezza dei capitelli, sporge un maggiore si può osservare un suggestivo grosso stemma raffigurante l’immagine della gruppo scultoreo formato dalle tre figure Madonna di Costantinopoli con il del Crocifisso, di San Giovanni e Bambinello. A Barile meritano attenzione dell’Addolorata. anche alcune antiche chiese, meta costante Meritano attenzione anche la Chiesa di visitatori: la Chiesa di Santa Maria delle dell’Annunziata, con un portale in pietra e Grazie costruita dopo il 1571; la Chiesa di un’antica scultura raffigurante Santa Maria San Nicola Vescovo, più piccola e disadorna dei Longobardi, e la Chiesa di San Vito, Festa patronale rispetto all’originale che venne probabilmen- dalla particolare pianta circolare. A poca in onore di San Carlo Borromeo te edificata con la prima venuta dei Greci- distanza, nel bosco di Forenza, merita una 4 novembre Albanesi, poi però andata in rovina in segui- deviazione la suggestiva Chiesa di San to ai frequenti terremoti; il Santuario Biagio, un luogo di culto fondato da mona- Festa Madonna Santissima di Costantinopoli, sorto ci basiliani, ricavato in una grotta sulle cui del SS. Crocifisso nella metà del XXVII secolo; e infine la pareti spiccano alcuni affreschi bizantini. maggio Chiesa dei Santi Attanasio e Rocco risalente al 1640, come risulta dal quadro posto sulla volta maggiore.

52 53 GENZANO DI LUCANIA GINESTRA

ALTITUDINE: 587 m. slm. Genzano di Lucania Ginestra ALTITUDINE: 564 m. slm. Situato ai confini con la Puglia, Genzano di Insieme a Barile e Maschito, Ginestra è uno ABITANTI: 6270 ABITANTI: 929 Lucania sorge in cima a una collina, sui resti dei tre comuni albanofoni della Basilicata.

NUMERI UTILI: di un antico castello feudale. Il centro stori- Fu infatti fondata da una colonia di Scutari NUMERI UTILI: Comune co è dominato dalla Chiesa Madre di Santa grazie alla concessione di Troiano II Comune 0972 646002 0971 776413 Maria della Platea, risalente al 1500, che Caracciolo, feudatario di Ripacandida, che merita una visita per il pregevole polittico nel 1478 diede agli albanesi il permesso di FESTE CIVILI E RELIGIOSE: FESTE CIVILI E RELIGIOSE: conservato all’interno. Le immagini raffigu- edificare le abitazioni. Ancora oggi a Sagra dei piatti tipici Festa della Madonna rano la Vergine col Bambino su un trono cir- Ginestra sono vive molte tradizioni balcani- arbereshe delle Grazie agosto Una volta si celebrava condata da santi, tra i quali si può scorgere che e alcuni abitanti del posto tengono viva in concomitanza con la Sant’Antonio Abate, patrono di Genzano. la lingua arbereshe. Ed è proprio per valoriz- Festa patronale ricorrenza della Nella Chiesa Madre si possono ammirare zare e tramandare questa lingua che nel pic- 13 agosto Pentecoste quindi anche una statua lignea della Madonna in colo centro del Vulture è stato istituito uno in onore della sette domeniche dopo stile bizantino, una croce d’argento sette- sportello linguistico. Madonna di Pasqua centesca e tre opere realizzate tra il 1986 e i Anche la protettrice del paese giunge da Costantinopoli, 1987. Si tratta di due mosaici - uno relativo oriente. È la Madonna di Costantinopoli, a protettrice del paese alla Santissima Trinità e l’altro della cui è intitolo il Santuario che si trova poco Processione Resurrezione - e un cenacolo in bronzo. distante dal paese. Costruito nel 1588, al dell’Addolorata Nella parte antica del paese si trova anche il suo interno si può vedere un affresco mura- Venerdì Santo municipio, che ha sede all’interno di Palazzo le di scuola orientale del ‘500, raffigurante la De Martinis, dal caratteristico colore giallo. Vergine. Qui sono custodite anche due tele Di probabile origine angioina, il palazzo fu del ‘700: in una è rappresentata la Madonna distrutto dal terremoto del 25 gennaio 1893. del Latte, tra le figure di San Giovanni, San Successivamente venne ricostruito, ma poi Nicola e San Borromeo; nell’altra tela è inve- trasformato in una massiccia struttura a tre ce riprodotta una Pietà. piani destinata a ospitare uffici pubblici e L’altro principale luogo di culto del paese è comunali. situato in pieno centro storico: la Chiesa A Genzano di Lucania si può anche vedere la Madre di San Nicola Vescovo, risalente al celebre Fontana Cavallina, realizzata tra il XVI secolo, è impreziosita da un coro ligneo 1865 e il 1893, e negli anni Settanta ripro- del XVIII secolo e da due lampadari stucca- dotta dalle Poste Italiane su un francobollo ti in oro. Nel corso dei secoli, la Chiesa ordinario da 120 lire, che faceva parte della Madre è stata più volte ricostruita, ma è serie “Fontane d’Italia”. Alla sommità è stata negli anni Novanta che ha subito una posta copia della statua raffigurante la dea ristrutturazione completa. Durante questi Cerere, reperto archeologico del I secolo ultimi scavi è stato riportato alla luce un bat- a.C. La divinità è protettrice delle messi e tistero a immersione composto da 12 archi, vuole essere di buon auspicio per il paese in cui sono raffigurati alcuni personaggi che che ancora oggi vive soprattutto di agricol- probabilmente rappresentano i 12 apostoli. tura.

54 55 LAVELLO MASCHITO

ALTITUDINE: 313 m. slm. Lavello Maschito ALTITUDINE: 594 m. slm. Il borgo medievale di Lavello, edificato su Sorta nel 1467 sotto Ferdinando d'Aragona, ABITANTI: 13653 ABITANTI: 1951 un’altura, è un suggestivo labirinto di stra- fu una delle mete dell’emigrazione albanese NUMERI UTILI: dine, piazzette, chiese e palazzi signorili. in Basilicata che si ebbe tra il 1478 e il 1479 NUMERI UTILI: Comune Imponente il castello dell’XI secolo dove dopo la presa di Kroja da parte dei Turchi. Comune tel. 0972 80111 Federico II si recava durante le battute di Maschito offe un delizioso centro storico, 0972 33677 fax. 0972 88643 caccia e che oggi ospita gli uffici comunali e con stradine di pietre laviche bianche e nere 0972 33686 Pro Loco il Museo della civiltà contadina. Nel cortile che tracciano un suggestivo percorso tra Pro Loco 0972 881412 centrale si può vedere un pozzo di pietra palazzi nobiliari edificati tra il '700 e la prima 0972 383865 con abbeveratoio, mentre al primo piano è metà del '900. Disseminate nel paese, tra FESTE CIVILI E RELIGIOSE: FESTE CIVILI E RELIGIOSE: Carnevale Lavellese situato quello che era l’appartamento del piazzette e vicoli, si contano poi numerose Fuochi di S. Giuseppe dal 17 gennaio ad feudatario, composto da salone, un giardi- fontane come Fontana Boico, Fontana 19 marzo inizio Quaresima no pensile, una loggia interna, oltre alle Skanderbeg e Fontana Carrozz. Anche le residenze dei cortigiani e della servitù. Nei chiese sono immancabile tappa per visitato- Festa dell’uva Mietitura e Trebbiatura sotterranei, infine, si trovano due gallerie: ri e appassionati d’arte. La chiesa del ottobre Tradizionale una porta fuori l’abitato, l’altra è collegata a Caroseno conserva un affresco della agosto una chiesa. Madonna del 1558 e due quadri della Via Crucis Venerdi Santo ”Ddammimurt” Poco distante dal centro abitato di Lavello si Pentecoste e della Presentazione di Gesù al 2 novembre può visitare il Parco Archeologico di Tempio. Nella Chiesa del Purgatorio, risa- Processione di S.Elia Gravetta, con testimonianze risalenti al lente ai primi anni della fondazione di Lunedì dell'Angelo Neolitico. Gli scavi più recenti, eseguiti nel 1988 e nel 1990, hanno rinvenuto anche un tempio del III secolo a.C. La presenza di due pozzi cisterna lascia credere che questo luogo di culto fosse dedicato alla dea italica Mefite, divinità delle acque. Fanno infine parte del santuario i resti di una colonna, il sacello sacrificale e una porzione di mosai- co pavimentale. Intorno al parco vi sono ambienti abitativi di epoca romana. Tra gli altri luoghi di interesse storico-arti- Presepe vivente stico da visitare c’è la cosiddetta Casa del Maschito, si trova invece un quadro della Processione della Notte di Natale Diavolo, che sorge su una collina e dove Madonna di Costantinopoli. La Chiesa Madonna Incoronata seconda domenica di S. Maria del Principio sono i ruderi di uno antico stabilimento ter- Parrocchiale di Sant’Elia, protettore del maggio 8 settembre male di epoca romana. A pochi chilometri di paese, sorta nel 1698 è interamente decora- distanza sono stati rinvenuti anche i resti di ta in stucco e tappezzata di dipinti di S.Elia (festa piccola) un sepolcro di età paleolitica. Domenico Pennino. Al suo interno ci sono 20 luglio infine due grandi quadri attribuiti a Giovanni S.Elia (festa grande) Battista Caracciolo di Napoli e due quadri prima domenica del maestro Barberis, rispettivamente della di agosto Sacra Famiglia e della Madonna dei Sette Veli, entrambi collocati su un trono.

56 57 MELFI Tradizione delle “Panedduzze” ALTITUDINE: 530 m. slm. Melfi nico che il castello ospita, di particolare (pane Azzimo) 8 dicembre Costruita su un colle vulcanico ai piedi del rilievo sono la finestra della Sala del Trono, ABITANTI: 16751 Monte Vulture, Melfi è una delle cittadine la bifora della torre Marcangione e il capi- Natale a Melfi, NUMERI UTILI: lucane più ricche di testimonianze storiche tello del bastione attorno al quale si snoda Pettolata in piazza Pro Loco e artistiche. Il borgo è circondato da oltre la scala a chiocciola che è posta tra la Torre 24-25 dicembre "Federico II’’ quattro chilometri di mura, lungo le quali delle Carceri e la Torre di Nord Est. 0972 239751 un tempo si aprivano le sei porte di acces- All’interno del castello, al pianterreno, è da Festa di S. Alessandro, so alla città. Oggi però soltanto una, Porta visitare il Museo Nazionale del Melfese, Patrono di Melfi FESTE CIVILI E RELIGIOSE: Venosina, si presenta ancora in buone con- che ricostruisce la storia si tutto il territo- 9 febbraio Festa dello Spirito Santo dizioni. La cinta muraria fu opera dei rio dall’epoca protoclassica. 17 maggio Normanni, che nel 1043 fecero di Melfi la Altra impedibile meta turistica è la loro capitale. Con la dominazione degli Cattedrale. Di epoca normanna, fu voluta Raduno internazionale Svevi, dal 1194 al 1250, la città divenne tra il 1149 e il 1150 da Ruggero II, che di falconeria residenza estiva dell’imperatore Federico II. volle dedicarla alla Madonna di Nazareth. Ultimo week-end di Dopo di lui, nel 1266, Melfi passò sotto la Nei secoli successivi la chiesa fu sottopo- ottobre dinastia degli Angioini, per poi diventare sta a numerose ristrutturazioni che ne tra- feudo dei Caracciolo e in seguito dei Doria. sformarono completamente lo stile, pas- Simbolo della città e delle sue dominazioni sando dal romanico al barocco. è il poderoso Castello Normanno-Svevo, il La facciata della chiesa è tuttora bianca; più noto della Basilicata è tra i più grandi di tutto il sud Italia. La struttura fu costruita dai Normanni per volontà di Roberto il Guiscardo, ma con Federico II di Svevia venne ampliata e risistemata. Anche nel periodo angioino il castello venne sottopo- sto a ulteriori modifiche e, infine, ad opera dei Caracciolo, nel XV secolo fu trasforma- to in palazzo comitale. La fortezza sorge su una collinetta ed è protetta da un fossato, da uno spalto, da mura e da ben dieci torri, delle quali sette rettangolari e tre a pianta pentagonale. Gli ingressi alla residenza sono quattro: accanto a quello principale, in origine dotato di ponte levatoio, si alza la mastodontica torre pentagonale chiamata Torre dell’Orologio, all’interno della quale è custodito un sarcofago romano rinvenuto nel 1866. Superato il portale d’ingresso si entra nel cortile su cui si affacciano il palazzo baronale e la cappella gentilizia. Tra le numerose opere di valore architetto-

58 59 MONTEMILONE ALTITUDINE: 320 m. slm. il suo portale, anch’esso di candida pietra, è Montemilone ABITANTI: 3122 sormontato da due angeli che sorreggono Montemilone sorge su un’altura, a pochi una cornice ovale; l’interno è a tre navate chilometri dal confine con la Puglia. NUMERI UTILI: con pavimento in marmo e pietre; il soffitto È un paese dalle origini molto antiche, tan- Comune 0972 99568 delle navate laterali è caratterizzato da volte t’è che nelle sue campagne si trovano i resti a vela, mentre quello della navata centrale dell’acquedotto romano che portava l’acqua FESTE CIVILI E RELIGIOSE: presenta un controsoffitto in cassettoni di alla vicina città di Canosa. Chi si reca a Festa della Madonna legno dorato. Nella Cattedrale sono custodi- Montemilone può iniziare la visita dalla del Bosco ti anche un pergamo e un trono in stile Chiesa Madre, dedicata a Santo Stefano 12-14 agosto barocco in legno intagliato e decorato in oro. che, con la Vergine Santissima del Bosco, è Anche l’altare maggiore, realizzato in marmi uno dei patroni della città. Costruita tra il pregiati, si presenta con lo stesso stile arti- 1857 e il 1861, la chiesa si presenta con stico. Alle sue spalle si possono vedere il pianta a croce latina, con una sola navata e presbiterio e un coro ligneo del 1500. Altra formata da sei cappelle laterali. Dietro l’alta- interessante costruzione è l’Episcopio. Datato re maggiore ci sono una vetrata raffiguran- 1093, al suo interno ci sono un giardino con te Santo Stefano, una statua della Madonna fontana del ‘700, una scalinata a forbice e vari del Bosco, una scultura policroma saloni affrescati dove oggi ha sede una pina- dell’Addolorata e di Cristo Morto, un coteca di opere sacre. Crocifisso in legno e due quadri dipinti a olio su tela raffiguranti Gesù con gli aposto- li. All’interno dell’edificio si trova anche un organo a canne del 1934. Altri luoghi di culto che meritano attenzione sono la Chiesa dell’Immacolata Concezione e il Santuario della Madonna del Bosco. La prima, sebbene sia risalente alla fine dell’Ottocento, si presenta in stile romanico, con un solo altare su cui troneggia la statua dell’Immacolata. Il Santuario, autentica- mente romanico-bizantino, fu invece costruito tra il 1187 e il 1198. In paese si possono infine vistare la Torre dell’Orologio, edificata nel XIX secolo e alta circa 12 metri, e il Monumento ai Caduti, inaugurato nel 1925 e composto da una colonna a quattro facce sormontata da un’aquila con l’ala spezzata. Montemilone possiede anche una bibliote- ca di circa 5 mila libri allestita nella ex Chiesa del Purgatorio, tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700.

60 61 OPPIDO LUCANO

ALTITUDINE: 670 m. slm. Oppido Lucano punto di vista stilistico, presenta tratti sia Caratteristico centro dell’Appennino romanici sia gotici. Anche nel Convento di ABITANTI: 3979 Lucano, Oppido vanta antiche origini, Santa Maria del Gesù, fondato nel 1482, sono NUMERI UTILI: come testimoniato dal ritrovamento nei da citare alcune importanti opere d’arte, tra Comune 0971 945002 pressi del paese di numerosi reperti cui un polittico e un trittico di Antonio Stabile archeologici, tra cui spicca la Tavola da Potenza, databili intorno al 1560-70. FESTE CIVILI E RELIGIOSE: Bantina. Questo piccolo borgo di 4 mila Nel convento si trovano poi un coro ligneo Madonna del abitanti possiede infatti un suggestivo cen- a intaglio cinquecentesco, con pannelli Belvedere tro storico medievale fatto di viuzze, porta- intarsiati, e un organo del ’600 con canne (giorno dopo Pasquetta) li del ‘700 e vicoli. Oppido conserva diver- originali. Nella Chiesa rupestre di si monumenti di grande valore storico, Sant’Antonio, infine, costruita nella prima Sacra come il Magnum Castrum, i ruderi del vec- metà del XIV secolo dai monaci brasiliani, si rappresentazione chio castello di cui si può ancora ammira- possono ammirare una serie di affreschi. Si “La passione di re il portale d’ingresso sul quale è affisso tratta di un gruppo pittorico realizzato sulla Cristo” lo stemma degli Orsini. Anche molti luoghi parete di una grotta e composto da sedici nella settimana santa di culto fanno parte del patrimonio artisti- scene che raccontano la vita di Cristo e della co e storico di Oppido, grazie alle tante Madonna: dalla nascita di Gesù a quando le Corpus Domini maggio/giugno pregevoli opere che custodiscono al loro pie donne incontrano l’angelo dinanzi al interno. Uno di questi è la Chiesa Madre Santo Sepolcro dopo la resurrezione di Sant’Antonio da Padova dei Santi Pietro e Paolo, che nella sua pri- Cristo. 13 giugno

Madonna dell’Assunta 15 agosto

Fiera di prodotti locali 24-25 agosto

mitiva costruzione dovrebbe risalire al XII secolo. Qui sono conservate due statue lignee del ‘400, un crocifisso del ‘500 e un tabernacolo in pietra. Nel Santuario di Maria Santissima del Belvedere, a pochi chilometri dal centro abitato e in bella posizione su una collina circondata da una pineta, si trova una pregevole statua lignea del XIV secolo. L’opera raffigura la Vergine in trono con in braccio il Bambino e, dal

62 63 PALAZZO RAPOLLA SAN GERVASIO Palazzo San Gervasio Rapolla ALTITUDINE: 482 m. slm. Il centro abitato di Palazzo San Gervasio è Rinomata per la produzione di olio e di vino, ALTITUDINE: 450 m. slm. ABITANTI: 5215 situato nella parte orientale della regione nonché meta turistica per la presenza di fonti lucana. La sua storia risale al VI secolo, di acque termali, Rapolla è uno dei centri più ABITANTI: 4447 NUMERI UTILI: quando i Normanni s’insediarono nella zona conosciuti del Vulture. Il paese è circondato Comune 0972 44246 del Vulture. Passato sotto il dominio di da splendidi vigneti e uliveti e bagnato dal tor- NUMERI UTILI: Pro Loco “Manfredi” Federico II, il castello, tuttora visibile, venne rente Melfia. Il castello venne costruito sulla Comune 0972 725160 trasformato nella residenza di caccia del- più antica Strapellum come roccaforte longo- 0972 647111 l’imperatore. Si trova su un’altura e conser- barda, durante il regno di Pandolfo. 0972 647208 FESTE CIVILI E RELIGIOSE: va la facciata originale composta da due tor- Dell’antica costruzione oggi ci sono soltanto i Fiera 25 marzo, FESTE CIVILI E RELIGIOSE: 15 maggio, rioni a pianta quadrata, quattro bifore e una resti che fanno parte del Palazzo baronale. Si Sacra 23 settembre trifora centrale. Attraversato l’ampio portale può invece ancora ammirare la Cattedrale Rappresentazione d’ingresso si giunge in un cortile circonda- dedicata all’Assunta, risalente al XIII secolo. Il "Passione di Cristo" Madonna di Francavilla to da vari ambienti, un tempo adibiti a scu- portale è in stile romanico mentre il campani- Venerdì Santo 30 maggio derie. Al primo piano si trovano le sale con le è del 1209; gli interni sono a tre navate, i caratteristici soffitti a travi di legno. Il decorate con archi e capitelli, e custodiscono “La diana” “Eventi creativi” castello domina il centro storico di Palazzo un crocifisso del ‘500 a bassorilievi raffiguran- sveglia notturna 11-13 giugno Periodo: 2 febbraio rassegna culturale San Gervasio, dove si possono però osser- ti il Peccato originale e l’Annunciazione. Altre ed artistica vare altre antiche dimore nobiliari, come chiese di particolare valore artistico sono “Falò” di San Biagio Palazzo Pizzuti, Palazzo Mancinelli e Palazzo quella di San Biagio, con una statua in legno 3 febbraio Lancillotti. Tra questi anche Palazzo D’Errico, costruito nel 1800, per molti anni sede della Pinacoteca D’Errico composta di circa 300 quadri di scuola napoletana e da una cospicua biblioteca. Nel 1939 quadri e volumi sono stati trasferiti a Matera, presso la sede della Soprintendenza ai Beni Artistici. Anche alcune chiese di Palazzo San Gervasio sono di indubbio interesse artisti- co. La Chiesa Madre di San Nicola, ad Sant’Antonio esempio, è interamente costruita in tufo della Madonna risalente al XIII secolo, la 13-15 giugno pugliese in stile romanico e risale al XIX Chiesa dell’Annunziata in stile barocco e la Festa dell’emigrante secolo. Altre chiese che impreziosiscono il Chiesa di Santa Lucia. Costruita dai Normanni e festa di San Rocco centro storico sono la Chiesa di San Rocco nell’XI secolo, è con pianta a tre navate e pro- 15-17 agosto del 1753, la Chiesa del Crocifisso del 1500 pone affreschi raffiguranti episodi della vita e la Chiesa di Santa Maria del Rosario. della santa. Nel centro spiccano i palazzi Madonna di Francavilla appartenuti alle famiglie , 3 settembre Ferrante e Radino. Poco fuori dall’abitato, tra ruderi e resti di pavimenti musivi, è stato ritrovato un sarcofago romano ora custodito nel Museo Nazionale di Melfi.

64 65 RAPONE RIONERO IN VULTURE

ALTITUDINE: 838 m. slm. Rapone Rionero in Vulture ALTITUDINE: 656 m. slm. Il piccolo centro di Rapone vanta una storia Immerso in un paesaggio che alterna ABITANTI: 1080 ABITANTI: 13423 millenaria testimoniata dal ritrovamento, vigneti, uliveti e boschi, il borgo di Rionero NUMERI UTILI: nell’area circostante l’abitato, di numerosi sorge ai piedi del Monte Vulture, in cima a NUMERI UTILI: Comune strumenti in pietra risalenti all’epoca del due collinette che portano i nomi di Costa Comune 0976 96023 primo disgelo. Nel centro storico ci sono e Piano delle Cantine. Il ritrovamento, a tel. 0972 729111 0976 96100 invece i ruderi di Rapone vecchio e le pietre poca distanza dal centro abitato, di alcune fax 0972 729221 di quello che fu, con ogni probabilità, un tombe del IV secolo, di una villa romana e FESTE CIVILI E RELIGIOSE: castello o palazzo signorile. dei resti di un acquedotto, sempre risalen- FESTE CIVILI E RELIGIOSE: S. Vito Stagione teatrale 15 giugno I luoghi di culto che meritano di essere visi- ti ad epoca romana, dimostra che Rionero invernale con tati sono la Chiesa Madre, di epoca impreci- possiede remote origine, sebbene le prima compagnie di livello sata, la Chiesa di San Michele recentemente citazione del toponimo appaia solo nel nazionale restaurata, e la chiesetta di Santa Maria dei 1152, in uno scritto di monsignor Alberto gennaio-febbraio- Santi, che si trova poco fuori il paese. Mercanti, nel quale questa località veniva marzo Quest’ultimo luogo di culto nasce sui resti di indicata come casale medievale di Santa un monastero medioevale edificato intorno Maria di Rivonigro, feudo del Vescovo di Sant’Antonio Abate al 1131 dal frate benedettino, poi divenuto Rapolla. 17 gennaio santo con il nome di Guglielmo da Vercelli. Tra le bellezze artistiche che si incontrano Tradizionali falò sparsi Altro caratteristico luogo di Rapone è Piazza con una visita alla città spicca Palazzo nei rioni della città XX Settembre, in pieno centro storico. La Fortunato, sede della biblioteca comunale, 19 marzo

piazzetta ha la forma di un terrazzino e si impreziosito da portali in pietra del ‘700. Sacra affaccia in bella posizione sulla vallata. Al Come questo, anche altri palazzi signorili Rappresentazione dell’Ultima Cena centro c’è una croce che venne innalzata dai mostrano gli influssi dell’egemonia cultu- Giovedì Santo padri predicatori come segno della loro rale di Napoli, che a sua volta rielaborava Palazzo Fortunato opera di conversione. In seguito la croce motivi di ispirazione francese, allora assunse anche funzione di delimitare il cen- modello per tutte le corti europee. Lo stile Sacra tro abitato. Nella parte vecchia del paese si degli edifici, piuttosto composito, è vaga- Rappresentazione possono infine ammirare numerosi palazzi, mente ispirato al modello neoclassico e a della Passione alcuni di epoca secentesca, ognuno dei quali quello gotico. Tra questi il Palazzo di Cristo presenta un maestoso portale in pietra. Giannattasio, risalente al XVII secolo e par- Sabato Santo 4

66 67 Festa di San Mauro 2 maggio zialmente in disuso, con un grande parco apparteneva originariamente ai Cappuccini Maria SS. del Carmelo che, soprattutto durante l’estate, viene dell’Abbazia di San Michele a Monticchio, i seconda domenica di spesso utilizzato per ospitare manifesta- quali costruirono il contiguo ospizio per agosto zioni culturali. Il Palazzo Catena, attual- frati malati o convalescenti. Secondo una mente inagibile per i danni provocati dal epigrafe, in questa chiesa di Rionero s’in- Estate rionerese sisma del 1980, è caratterizzato dal portico contrarono nel 1502 Lodovico d’Armagnac, luglio-agosto dell’ingresso che sorregge una balconata. duca di Nemours, e Consalvo Fernandez di Di rilievo sono anche alcune chiese, tra cui Cordova, supremi comandanti degli eserciti Festa dei Santi Medici la Chiesa Madre consacrata a San Marco di Francia e di Spagna, per trovare un accor- 26 settembre Evangelista. Venne progettata agli inizi del do sulla spartizione del reame. XVII secolo con un’unica navata, ma nel 1763 venne in parte ricostruita dotandola di una pianta a croce latina. La facciata conserva ancora il suo stile barocco, men- tre all’interno si possono apprezzare intagli in legno del XVIII secolo. Anche la Chiesa dei Morti o del Santissimo Sacramento venne costruita con una sola navata, mentre un’altra fu aggiunta sul fini- re del Settecento. Nel 1826 venne eretto il campanile a base quadrata e tra il 1857 e il 1879 gli interni vennero arricchiti con alcu- Presepe vivente ni altari dedicati al Santissimo Sacramento, 24-25 dicembre all’Addolorata, a San Francesco da Paola e al Crocifisso. All’interno della chiesa c’è anche una tela del XVI secolo che raffigura la Madonna, il Bambino e San Giovanni. Le altre due chiese che meritano attenzio- ne sono quella dell’Annunziata e la chiesa di Sant’Antonio Abate. La prima, con nava- ta unica, fu eretta nel XVIII secolo, ma dopo il sisma del 1851 venne ricostruita e ampliata con l’aggiunta dei tre nuovi altari dedicati a Sant’Antonio, all’Addolorata e alla Madonna del Buon Consiglio. La chiesa di Sant’Antonio Abate è invece della prima metà del XIII secolo, progettata in stile gotico e a una navata, ma con cam- panile e facciata di fattura più recente. Interessanti anche gli interni, con alcune pregevoli tele del XVIII secolo. La chiesa

68 69 RIPACANDIDA

ALTITUDINE: 622 m. slm. Ripacandida di chiostro interno e circondato da un Ripacandida è collocata su un colle roccio- deambulatorio. Di notevole valore artistico è ABITANTI: 1870 so di colore chiaro (da cui prese il nome), anche la Chiesa Madre dedicata a Santa NUMERI UTILI: da dove si scorge l’imponente Monte Maria del Sepolcro. Costruita nel 1560, si Comune 0972 646002 Vulture. Secondo alcuni studiosi, dopo la apprezza anzitutto il bel portale del 1602 di caduta dell’impero romano i cittadini in fuga gusto rinascimentale, mentre al suo inter- FESTE CIVILI E RELIGIOSE: dall’invasione barbarica si rifugiarono in no si possono vedere opere di Cristiano Processione cima a questa altura dove si ergeva il tem- Danona e Gaetano Recco. dell’Addolorata pio di Giove. Durante la dominazione dei Sabato Santo Longobardi, Ripacandida divenne una for- tezza, mentre in epoca medievale prese parte alle Crociate, inviando un folto nume- ro di uomini armati alla liberazione del Santo Sepolcro. Non a caso Ripacandida è conosciuta come “terra di santi e di signo- ri”: ha dato i natali, tra l’altro, a San Donatello monaco, morto nel 1198 e autore di molti miracoli, e a suor Maria di Gesù, carmelitana del convento delle Teresiane fondato nel 1735 da Don Battista Rossi. Nel centro del paese, in parte costruito su un insediamento indigeno frequentato dal VII al IV secolo a.C., sorge la Chiesa di San Donato realizzata nel XIV secolo e di note- vole interesse artistico. Si presenta a nava- ta unica, con un portale del ‘600 e una sem- plice facciata su cui trova posto una coppia di finestre ovali. L’interno è pieno di affre- schi del XIV secolo che raffigurano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Nella chiesa ci sono anche alcuni pregevoli altari, di cui uno in stile barocco, e un dipinto della Madonna degli Angeli del XVIII secolo, rea- lizzato dal pittore Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa. Il campanile, infine, è a tre livelli. In passato il santuario di San Donato è stato meta di pellegrinaggi perché la popolazione locale riteneva il santo capa- ce di guarire da diversi mali, tra cui l’epiles- sia. Accanto alla Chiesa di San Donato si può vedere un monastero del 1300, dotato

70 71 RUVO DEL MONTE SAN CHIRICO NUOVO

ALTITUDINE: 630 m. slm. Ruvo del Monte San Chirico Nuovo ALTITUDINE: 700 m. slm. Ruvo del Monte nasce su una dorsale pia- La storia più antica di San Chirico, che venne ABITANTI: 1187 ABITANTI: 1627 neggiante, un tempo chiamata Plano de fondata intorno al VI secolo a.C., è testimo- NUMERI UTILI: Rubo. Il borgo fa parte di una eccezionale niata dal ritrovamento di alcuni reperti NUMERI UTILI: Comune 0976 97035 area archeologica dove, a partire dal 1977, archeologici: vasi di terracotta, armature mili- Comune Pro Loco 0976 97390 si sono susseguiti scavi che hanno dato tari lucane, monete greche e romane, pietre 0971 731001 luce a una suggestiva necropoli. Nei boschi con iscrizioni sepolcrali. A questi si sono Pro Loco FESTE CIVILI E RELIGIOSE: che circondano Ruvo sono state ritrovate aggiunti recentemente altri importanti reperti, 0971 731482 Corpus Domini tombe del VII-IV secolo a.C. e numerosi come lapidi funerarie risalenti all’epoca roma- giugno FESTE CIVILI E RELIGIOSE fossili risalenti al Neolitico, oggi esposti in na e con scritte in latino. Inoltre, nei boschi Madonna del Carmelo S.Anna un antiquarium inaugurato nel 2000. Poco che circondano il centro abitato sono stati rin- 16 luglio 26 luglio fuori del centro abitato si trovano poi i rude- venuti i ruderi di due templi dedicati alla dea ri dell’antica grancia benedettina di San della caccia Artimis, alla dea della natura San Rocco S.Rocco Tommaso di Cerrutolo, nata tra i secoli XII e Demetra e alla dea dell’amore Afrodite. La 22 agosto 17 agosto il XIV. storia più recente può invece partire dal 960 La storia del paese è narrata anche dal cen- d.C., quando una colonia greco-bizantina si Fiera S.Donato tro storico, dove, sul poggio dell’Urm, si insediò nel territorio per sfuggire alle perse- 10 settembre 18 agosto può vedere la Chiesa Madre dell’Assunta cuzioni iconoclastiche che spinsero molti Madonna del Rosario S.Gerardo che con buona probabilità venne costruita monaci lontano dalle loro terre d’origine. I prima domenica di 2 ottobbre da un nucleo di Bizantini insediatosi negli profughi scelsero un’altura attorno a una ottobre ultimi secoli del primo millennio. torre, costruita dagli stessi Bizantini nell’826 Nella zona più alta e più antica di Ruvo del d.C. Quando la colonia si estese, le venne Monte svetta invece il Castello Angioino – dato il nome di Sanctus Quiricus. Poco Aragonese dei Gesualdo, di cui restano il distante dal centro abitato, nel 1041, gli esuli ponte in muratura, il cortile, una torre e edificarono il Castello di Monte Serico, che pochi metri di cinta muraria. ricordava la sconfitta dei Bizantini ad opera Intorno al castello c’è un’altra area in cui è dei Normanni. La leggenda racconta che possibile apprezzare le testimonianze della all’interno delle grotte poste nei sotterranei storia di Ruvo. Qui si ammirano infatti, oltre del castello vivessero monaci italo-greci, i all’ampio panorama, i resti del monastero di quali potevano raggiungere Genzano attraver- San Tommaso del Piano, che nell’Ottocento so un cunicolo sotterraneo. Nel 1160 accanto fu intitolato a Sant’Antonio, e quelli della alla vecchia torre venne costruito un impo- chiesa normanna di San Tommaso. nente castello, di cui però oggi restano sol- tanto alcune mura. Sui resti di questo antico maniero, ricostruito in epoca più recente, sono stati ospitati dapprima il Municipio e successivamente la scuola media statale. Di notevole interesse la chiesa di San Nicola di Bari, con due opere raffiguranti la Crocifissione di Cristo del XVII secolo e l’Annunciazione della Vergine del XVI secolo.

72 73 SAN FELE TOLVE

ALTITUDINE: 872 m. slm. San Fele Tolve ALTITUDINE: 568 m. slm. È la posizione ad aver dettato la storia di Sorta intorno all’XI secolo su una rupe che ABITANTI: 4186 ABITANTI: 3664 San Fele, edificata in cima a un colle roccio- domina il fiume Basento, Tolve fu una fortez- NUMERI UTILI: so dell’Appennino lucano che si affaccia za gotica, e poi longobarda, munita di castel- NUMERI UTILI: Comune sulla Valle di Vitalba. Nacque come fortezza lo, torri e mura di cinta. Oggi, chi si reca in Comune 0971 737002 0976 995211 voluta da Ottone I di Sassonia, nei secoli questo piacevole centro può visitare alcuni successivi venne trasformata in una prigio- luoghi di culto capaci di conservare l’antico Pro Loco 0971 737268 FESTE CIVILI E RELIGIOSE: ne, grazie alla sua ubicazione quasi inacces- splendore. Ad esempio la Chiesa Matrice di San Sebastiano sibile. Di quell’antica struttura oggi però San Nicola, che mostra al suo interno una FESTE CIVILI E RELIGIOSE: 20 gennaio Festa di Sant’Antonio restano soltanto pochi ruderi. Il paese statua cinquecentesca di San Rocco, un 13 giugno attuale gode invece di un interessante patri- affresco del Battesimo di Gesù, una statua di monio storico-artistico. Tra le sue emergen- San Nicola e un crocifisso ligneo. Opere di Festa della Madonna ze c’è la Chiesa Madre, che all’interno con- rilievo si trovano anche nella chiesa dei Santi del Carmine serva una tela di Santa Rosa da Viterbo del Pietro e Paolo, come la statua policroma di 16 luglio XVII secolo. Nel Convento di Sant’Antonio San Rocco, il bellissimo abside e un quadro dei Padri Riformati Osservanti si può osser- ad olio su tela che raffigura l’Immacolata Festa di San Rocco vare un un ciclo di affreschi del 1743, men- con i santi Pietro e Paolo. 16 agosto e 16 settembre tre nella vicina chiesetta si trovano una pala Particolarmente suggestivo è poi il d’altare (XV secolo), un polittico (XVI seco- Monastero di San Francesco, terminato nel Fiera lo), un coro e un pulpito (XVIII secolo). 1586. Prima del recente restauro era adibi- 12 agosto Poco distante dal centro abitato si trova un altro luogo di alto valore artistico, il Madonna di Pierno Santuario della Madonna di Pierno, immer- prima domenica so nei folti boschi che caratterizzano il terri- di maggio/ 15 agosto/ torio di San Fele. Il santuario fu costruito nel 8 settembre 1130, quando alcuni monaci basiliani, fug- San Giustino gendo dalle incursioni saracene, si rifugia- 30 luglio rono ai piedi del Monte Pierno dove nasco- sero, all’interno di una grotta, una statua Fiera dell’Annunziata lignea della Madonna. Nel 1139 San 25 marzo Guglielmo ritrovò il simbolo sacro e accan- to volle costruirvi una piccola chiesa. Piantò Fiera di S.Antonio anche un castagneto che ancora oggi porta 13 giugno il suo nome. Fiera Madonna di Pierno 12 agosto

Fiera D’I Zanghe 20 settembre

74 75 VENOSA to a sede del municipio, mentre oggi ospita Venosa ALTITUDINE: 415 m. slm. fiere, convegni, incontri culturali. Il mona- Città d’origine di Quinto Orazio Flacco, uno ABITANTI: 12450 stero propone anche una curiosità, una dei massimi poeti latini vissuto tra il 65 e l’8 stele in pietra calcarea sulla quale sono inci- a.C., Venosa ha una storia che affonda le NUMERI UTILI: se le tariffe che venivano riscosse per gli sue radici in epoche ancora più remote. Fu Comune 0972 31143 animali in transito in un vicino snodo stra- probabilmente fondata dai Sanniti, per poi Pro Loco 0972 31609 dale. Accanto al convento c’è una chiesa passare sotto la dominazione romana a par- intitolata al santo e risalente al 1631. L’unica tire dal 281 a.C. Attraversata dalla via Appia, FESTE CIVILI E RELIGIOSE: navata propone dipinti del XVII e XVIII seco- divenne un punto di incontro fra popolazio- Festa della Madonna delle Grazie lo e una preziosa cantoria. ni di diverse provenienza, tra cui di un folto prima domenica gruppo di ebrei. Delle diverse dominazioni di maggio che si sono succedute a partire dal V seco- lo rimangono ancora numerose testimo- Festa della SS Trinità nianze. In mezzo a piazza Umberto I, nel Pentecoste pieno centro di Venosa, si erge il castello aragonese costruito per ordine del duca Festa di Sant’Antonio Pirro Del Balzo nel 1460-1470. La struttura 13 giugno ha una pianta quadrata con torri circolari ed Festa Patronale è circondata da un fossato. Sull’ingresso di San Rocco principale si possono vedere lo stemma 16 agosto

Altre chiese che vale la pena visitare sono quella dei Cappuccini, la chiesa del Purgatorio e la chiesa di Santa Maria degli Ulivi. Con un’escursione poco lontano dal borgo, infine, si possono ammirare i resti di una villa romana, dove si riconoscono il cortile centrale e gli ambienti residenziali.

della famiglia che lo fece erigere e due leoni Festa della Vendemmia in pietra di epoca romana. All’interno si apre 15-16-17-18 settembre

76 77 un loggiato del ‘500, dove si affacciano piazzette ricche di fascino e suggestione, numerose sale affrescate, alcune delle quali non si può mancare di rendere omaggio al ospitano il Museo Archeologico Nazionale, poeta che diede fama a Venosa, con una che custodisce reperti risalenti dall’epoca visita alla dimora di Orazio Flacco, un edifi- preromana fino a quella normanna. cio romano che probabilmente sorge sui Per conoscere la storia più antica bisogna resti di un auditorium, con un pregevole invece andare al Parco Paleolitico, in locali- bassorilievo all’entrata. tà Loreto-Notarchirico, dove si possono vedere alcuni fossili del paleolitico. Venosa è infatti una città ricca di testimonianze archeologiche, che comprendono le Terme, la Domus del II secolo a.C. e un complesso residenziale abitato fino al IV-VI secolo d.C. Vicino a questa area sorge l’Abbazia della Trinità di epoca paleocristiana, al cui interno sono conservate opere di diverse epoche. Poco distante si trova il complesso episco- pale, che prese forma tra il V e il VI secolo. Qui sorge la cosiddetta Chiesa Incompiuta, costruita tra l’XI e il XII secolo per dar vita, insieme all’antistante Chiesa Vecchia, a una nuova basilica. Un altro suggestivo luogo di culto da visita- re è la Cattedrale di Sant’Andrea, edificata nel 1470, con un campanile alto 42 metri e che termina in una cuspide piramidale, sulla quale sono incastonati sarcofagi e iscrizioni romane. Degni di interesse il portale d’in- gresso, opera di Cola di Conza del 1512, e l’interno, con pianta a croce egizia a tre navate. Ma ci sono altre piccole chiese che meritano di essere scoperte. Tra queste la chiesa barocca di San Filippo Neri del 1679, con un robusto campanile e altare barocco; la Chiesa di San Domenico, che ha un por- tale e un trittico in marmo a bassorilievo; la Chiesa di San Biagio, della quale si ammira la facciata manierista; e infine la Chiesa di Santa Maria della Scala, fondata nel 1589 e consacrata nel 1662. A Venosa, tra stradine, fontane, palazzi e

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