“Lacerba” (Anni 1913/1914/1915)
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SEGRETARIATO GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA BIBLIOTECA QUIRINALE Primo Novecento La stagione culturale delle riviste d’autore Pablo Picasso – 1914 Pipe, verre, journal, guitare, bouteille de vieux marc (‘Lacerba’) (Fondazione Solomon R. Guggenheim – Collezione Peggy Guggenheim, Venezia) “Lacerba” (anni 1913/1914/1915) Percorsi tematici 3 – I ------------------------ 2012 A cura di Pierpaolo Capelli PREMESSA Si inaugura, con questa pubblicazione dedicata alla rivista Lacerba, una nuova serie dedicata alla spoglio delle testate storiche conservate presso la nostra Biblioteca. Pubblicata dal tipografo fiorentino Attilio Vallecchi, il primo numero della rivista esce a Firenze l’1 gennaio 1913, per iniziativa di un gruppo di intellettuali, attivi collaboratori della rivista La Voce, abbandonata per dissapori con Giuseppe Prezzolini e la sua linea editoriale. In questa nuova avventura editoriale Giovanni Papini si avvale della collaborazione di Ardengo Soffici, Italo Travolato, Aldo Palazzeschi. “Qui non si canta al modo de le rane” recita il frontespizio della rivista, chiosando il titolo dell’opera incompiuta di Cecco d’Ascoli, astronomo e medico mandato al rogo per eresia: nell’intendimento dei promotori la rivista conterrà solo verità, senza edulcoramenti di alcun genere. Verrà edita fino al 22 maggio 1915, con una periodicità quindicinale, che diverrà settimanale nell’ultimo anno di pubblicazione. Lo spoglio sistematico di tutti i numeri della testata e l’agile apparato biografico dei principali collaboratori della rivista sono opera di Pierpaolo Capelli, che ha dato vita con grande professionalità ed entusiasmo a questa nuova iniziativa, che opportunamente si inserisce nelle attività della Biblioteca,. Noi colleghi ci auguriamo che intenda proseguire questo progetto di spoglio delle testate storiche della Biblioteca, anche se ormai in procinto di ritirarsi dall’attività lavorativa, dopo numerosi anni di meritevole servizio presso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica. Lucrezia Ruggi d’Aragona Giugno 2012 1 2 LACERBA (1913-1915) Lacerba Rivista di letteratura, arte e politica, che Giovanni Papini e Ardengo Soffici fondarono a Firenze nel 1913, dopo essersi staccati da La Voce; uscì fino all’entrata in guerra dell’Italia (1915). Ebbe carattere di violenta polemica contro l’arte e il costume borghesi, contro il conformismo e quietismo così degli individui come dei popoli, auspicando la guerra e la rivoluzione; ma fu polemica non tanto di idee (che erano in fondo quelle di un estremo antitradizionalismo da un lato e di un acceso nazionalismo e interventismo dall’altro), quanto di parole, che si spinsero alle maggiori libertà e bizzarrie (come dice già il titolo, modellato su quello dell’Acerba di Cecco d’Ascoli), con modi decisamente futuristi. Segna infatti il momento futurista (1), e in certo senso surrealista del vocianesimo, accogliendo fra i suoi collaboratori, accanto a quelli più ‘di punta’ de La Voce (Dino Campana, Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni, Piero Jahier, Giuseppe Ungaretti ecc.), lo stesso Filippo Tommaso Marinetti (almeno in un primo tempo), Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo e, fra gli stranieri, Guillaume Apollinaire. (Tratto da: Enciclopedia Treccani on line) Tesi assiomatica de “Lacerba” ______________________________________________________________ Chi non riconosce agli uomini di ingegno, agli inseguitori, agli artisti il pieno diritto di contraddirsi da un giorno all’altro non è degno di guardarti. Tutto è nulla, nel mondo, tranne il genio. Le nazioni vadano in sfacelo ma crepino di dolore i popoli se ciò è necessario perché un uomo creatore vinca e vinca. Le religioni, le morali, le leggi hanno la sola scusa nella fiacchezza e canaglieria degli uomini e nel loro desiderio di star più tranquilli e di conservare alla meglio i loro aggruppamenti. Ma c’è un piano superiore – dell’uomo solo, intelligente e spregiudicato – in cui tutto è permesso e tutto è legittimo. Che lo spirito almeno sia libero! Di serietà e di buon senso si fa oggi un tal spreco nel mondo, che noi siamo costretti a farne una rigorosa economia. In una società di pinzoncheri anche il cinico è necessario. Noi siamo inclini a stimare il bozzetto più della composizione, il frammento più della statua, l’aforisma più del trattato, il genio mancato e disgraziato ai grand’uomini olimpici e perfetti venerati dai professori. Queste pagine non hanno affatto lo scopo né di far piacere, né d’istruire, né di risolvere con ponderanza le più gravi questioni del mondo. Sarà questo un foglio stonato, urtante, spiacevole e personale. Sarà uno sfogo per nostro beneficio e per quelli che non sono del tutto rimbecilliti dagli odierni idealismi, riformismi, umanitarismi, cristianismi e moralismi. 3 Manifesto del Futurismo Le Figaro - 20 febbraio 1909 1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. 2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. 4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia. 5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. 6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. 7. Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. 8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. 9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna. 10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria. 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri. Filippo Tommaso Marinetti 4 5 6 “Lacerba” Articoli, prose, poesie e recensioni curate da: Fernando AGNOLETTI, Libero ALTOMARE, Guillaume APOLLINAIRE, Francesco BALILLA PETRELLA, Giannotto BASTIANELLI, BELLINI, BENUZZI, Mario BETUDA, Bino BINAZZI, Umberto BOCCIONI, Umberto BOTTONE (Auro D’Alba), Paolo BUZZI, Francesco CANGIULLO, Dino Campana, Maria CAMPIGLI, Carlo CARRA’, Enrico CAVACCHIOLI, Dinamo CORRENTI, Bruno CURATOLO, Maria D’AREZZO, Theodor DAUBLER, Reny DE GOURMOUNT, Mario DE LEONE, Giuseppe DE ROBERTIS, Mac DEL MARE, Anna DES PRURAUX, Arcangelo DISTASO, Isidore Lucien DUCASSE, ELETTROCUTORE, ELETTRONE ROTATIVI (Ardengo Soffici), Bruno FALLACI, Luigi FALLACARA, FILADRITTO, Luciano FOLGORE, Paul FORT, Roderich HELLMANN, Max JACOB, Piero JAHIER, Guglielmo JANNELLI, Piero JOCELLI, Karl KRAUS, Jules LAFORGUE, LAZZERONI, Danilo LEBRECHT, Arrigo LEVASTI, Georg LICHTENBERG, Gian Pietro LUCINI, Stephane MALLARME’, Filippo Tommaso MARINETTI, Nicola MOSCARDELLI, NEAL, Friedrich NIETZSCHE, Arturo ONOFRI, Mauro PAGLAI, Aldo PALAZZESCHI, PAPA, Giovanni PAPINI, Angelo PECORI, Giuseppe PREZZOLINI, Silvio PUCCI, Titta ROSA, Ottone ROSAI, Luigi RUSSOLO, Antonio SANT’ELIA, Camillo SBARBARO, Filippo SCARPELLI, Curt SEIDEL, Gino SEVERINI, Ardengo SOFFICI, Silvio SPAVENTA, Italo TAVOLATO, Sergio TOFANO, Ugo TOMMEI, Giuseppe UNGARETTI, Giuseppe VANNICOLA, Alberto VIVIANI, Ambroise VOLLARD Magnelli, Alberto (1888-1971) - 1914 Map of the World and Lacerba (Magnelli Collection, Meudon, France) 7 8 Sommario degli articoli e degli autori 9 10 ANNO 1 – n. 1 (1 gennaio 1913) Giovanni Papini: Introibo Giovanni Papini: Il giorno e la notte Ardengo