Al Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di e di Grosseto Arch.Giovanni Bulian Via di Città 140 - 53100 SIENA

Alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana Arch. M.Augusto Lolli Ghetti Lungarno A.M. de' Medici 4 - 50122 FIRENZE

OGGETTO: RICHIESTA DI APPOSIZIONE DI VINCOLO PAESAGGISTICO PER AREE COMPRESE NEL COMUNE DI CASOLE D'LSA (SIENA)

La Sezione senese di Italia Nostra ritiene opportuno e doveroso richiedere il vincolo di tutela in oggetto per le seguenti aree ubicate in Comune di Casole d'Elsa. Il territorio casolese è costituito prevalentemente da medie e basse colline a coltivazione di viti, olivi e cereali, dislocate lungo lo spartiacque che le separa dall'alta valle dell'Elsa, situata nella parte nord-occidentale della Provincia di Siena, a circa 34 km dal capoluogo. I punti di riferimento più salienti sono dati, in direzione nord-sud, dalle alture di Casole (418 m), di Querceto (333 m) e di (499 m). Dal punto di vista idrografico, la località è interessata essenzialmente dal corso di due torrenti, il Senna, che scorre a est di Casole e confluisce nel fiume Elsa poco a nord di Collalto e il torrente Sellate, che ha origine dalle pendici del Monte Pilleri a ovest di Casole e descrive un'ampia curva da sud a ovest, correndo per un certo tratto in direzione parallela al fiume Cecina, prima di confluirvi. Di notevole importanza ambientale sono da considerare i boschi, costituiti dalla Foresta di Berignone e dalla Montagnola Senese. Il territorio confina con i Comuni di Colle Val d’Elsa, Monteriggioni, Sovicille, Chiusdino, Radicondoli, Castelnuovo Val di Cecina e Volterra (da N. a W. seguendo il senso orario); si estende per una superficie di Kmq 148,63 e l’attuale popolazione residente è di oltre 3000 abitanti. Le Frazioni sono 4 : , Mensano, , e le distanze dai maggiori centri sono: Siena, 36 Km ; Firenze 65,8 Km; Grosseto 90 Km; Arezzo 129 Km; Pisa 160 Km; Roma 276 Km Le mappa allegate sono tratta dal S.I.T.A.P. del sito web del Ministero per i Beni e Le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici - Via di San Michele, 22 - 00153 Roma raggiungibile all'indirizzo http://www.bap.beniculturali.it Nella mappa di cui all’allegato 1 abbiamo volutamente omesso la tracciatura dei confini comunali per evidenziare l'esistenza di una area largamente priva di vincoli e salvaguardie immediatamente ad ovest di Siena; oltre alla Montagnola senese, solo alcune aree adiacenti agli agglomerati urbani di Casole d'Elsa e della Corsina sono tutelate, mentre centri storici come Mensano e Monteguidi, pur caratterizzati da elevate tipicità, sono attualmente privi di ogni tutela. Focalizzando l’attenzione sull’area di Casole d’Elsa, con il perimetro del confine comunale marcato (vedi allegato 2), emerge che la parte est del territorio, coincidente con la Montagnola Senese, risulta già protetta, anche se è difficile immaginare che un’area immediatamente adiacente ad un confine tracciato su una cartografia non sia di pregio similare. Infatti, l’evidenziazione delle aree boschive conferma che il tessuto ambientale silvicolo-forestale nel comune di Casole d'Elsa , oltre che risultare di primissimo ordine nelle aree sud ed ovest, è assolutamente degno di tutela. (vedi allegato 3) L'area evidenziata con sottili linee trasversali verdi, adiacente a Monteguidi, è quella di Berignone, un continuum di elevato pregio ambientale al punto che la Provincia di Pisa ha ritenuto opportuno proteggerlo a parco (vedi allegato 5) Risulta difficile da comprendere come mai la Provincia di Siena, per l’area ricadente in territorio casolese, non abbia provveduto a fare altrettanto. Come mostrano le foto di cui all’allegato 6, l’altissima qualità del paesaggio casolese rende incomprensibile la mancanza di vincoli paesaggistici; anche le emergenze architettoniche di Mensano e Monteguidi (vedi allegato 7) appaiono penalizzate dalla mancanza di tali vincoli.

Per tutti i motivi sopra esposti il territorio di Casole d'Elsa merita certamente una maggiore attenzione; la proposta della Sezione Senese di Italia Nostra è di saldare le aree tutelate di Berignone (Comune di Volterra in Provincia di Pisa) con le aree tutelate della Montagnola Senese, già S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario con direttiva n. IT5180003), escludendo, se del caso, soltanto l'area industriale de Il Piano, ubicata nella zona nord del comune di Casole, lungo la direttrice viaria per Colle di Val d'Elsa. Nella speranza di un favorevole accoglimento della nostra istanza, porgiamo i nostri distinti saluti.

Siena, 10 Gennaio 2008

Italia Nostra Sezione d i Siena La Presidente Lucilla Tozzi

Allegato_01

ALLEGATO_02

ALLEGATO_03

ALLEGATO_05 – La Foresta di Berignone

La principale evidenza ambientale sita ad ovest è la Foresta di Berignone (Parzialmente tratto da: Le foreste di Berignone-Tatti e Monterufoli a cura della Regione Toscana e della Comunità Montana Val di Cecina)

La Foresta di Berignone si stende maestosa, oltre che nel Comune di Casole d’Elsa, anche nei territori dei Comuni di Volterra e Pomarance. E’un patrimonio pubblico, naturale, che conserva inalterata una preziosa dotazione di animali e vegetali. Insieme alla limitrofa Foresta di Tatti ed a quella di Monterufoli, è inserita nel sistema delle Aree Protette della Regione Toscana, per la notevole rilevanza ambientale che riveste. Vegetazione e micoflora - La vegetazione della Foresta di Berignone è caratterizzata da latifoglie a foglia consistente (sclerofille) che formano macchia mediterranea nelle varie fasi della sua evoluzione. Prevalgono leccio e corbezzolo, accompagnati da viburno, lentisco, mirto, fillirea, eriche e varie specie di ginepro. Accanto alle specie sempreverdi sono variamente presenti anche latifoglie decidue come roverella, orniello, carpino nero, olmo campestre, sorbo e acero. Nelle zone più a sud, alle quote più elevate prevale il castagno. Lungo i corsi di acqua la vegetazione assume connotati profondamente diversi ed accanto al cerro, al carpino ed al frassino possiamo trovare il pioppo e l’ontano, nonché varie specie di salice. Fra gli arbusti che producono frutti appetibili per gli animali selvatici ci sono il biancospino, il corniolo, il sanguinello, il prugnolo, la fusaggine, il rovo, la rosa canina, la rosa di S.Giovanni. Sono presenti un po’ dovunque l’edera, la vitalba, il caprifoglio, l’agrifoglio e il pungitopo. Il patrimonio naturale presente nella foresta di Berignone è arricchito da una flora che comprende specie poco comuni come diversi tipi di orchidee. Il complesso forestale è ricco di numerose specie di funghi presenti nei vari periodi dell’anno, con entità di assoluto rilievo alimentare, ma anche con specie che, pur essendo non commestibili, o velenose, hanno però una funzione rilevante nell’ambito dell’ecosistema. Da segnalare, inoltre, la presenza di tartufi.

Fauna - La fauna della Foresta di Berignone è veramente rilevante solo tra i mammiferi ricordiamo: lepri, cinghiali, caprioli, mufloni, daini, scoiattoli, istrici, puzzole, donnole, faine, martore, volpi, tassi e molte specie di pipistrelli, tra cui molte protette. Gli uccelli trovano in questi boschi l’ambiente ideale per la nidificazione e la riproduzione e gli uccelli migratori lo scelgono come luogo di sosta e di rifugio. Possiamo quindi trovarvi il fagiano, la beccaccia, il tordo bottaccio, il tordo sassello, la tordela, la cesena, lo storno, la rondine, l’allodola, la tottavilla, la ballerina bianca e quella gialla, lo scricciolo, l’usignolo, il pettirosso, il saltimpalo, il merlo, la sterpazzola, la capinera, l’occhiocotto, il canapino, la magnanina, il lui piccolo, il lui bianco, il fioraccino, il beccamoschino, la cinciallegra, il codibugnolo il rampichino, il rigogolo, l’averna piccola, il fringuello, il verzellino, il cardellino, il verdone, lo zigolo nero. Fra i corvidi troviamo la gazza, la cornacchia grigia, la ghiandaia. Oltre al contingente dei colombacci troviamo la tortora, il cuculo, il succhiacapre ed il rondone. Ed ancora, il Martin pescatore, il gruccione, l’upupa, il picchio verde. La presenza di varie specie di rapaci, che sono dei naturali indicatori della stato di salute di un ecosistema, testimonia l’elevato livello di qualità ambientale che caratterizza questo territorio. Fra i rapaci notturni troviamo il barbagianni, l’allocco, l’assiolo. Fra i rapaci diurni vi sono il gheppio, la poiana, lo sparviere, il nibbio bruno, il falco pecchiaiolo ed il maestoso biancone. L’elevato valore ecologico di tutte queste specie, rende necessaria la loro salvaguardia ed una gestione oculata degli ambienti di nidificazione e di alimentazione.

Il Bosco della Selva, essendo incuneato tra la La Foresta di Berignone e la Montagnola Senese, pur con alcuni distinguo, è anch'esso caratterizzato "da un buon livello di naturalità diffusa, con elevata biodiversità e caratterizzato dalla presenza di predatori specializzati ed endemiti italiani, rappresentati da anfibi ed invertebrati", motivi alla base del riconoscimento dello status predetto di SIC n.IT5180003 all'area della Montagnola Senese.

ALLEGATO_06 – IMMAGINI DAL TERRITORIO

Le immagini che seguono sono tratte da “Il Territorio di Casole d’Elsa” , una pubblicazione ipertestuale edita da il Comune di Casole d’Elsa nel 1998

ALLEGATO_07 – Mensano e Monteguidi

MENSANO

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Mensano, una delle frazioni che popolano il territorio comunale di Casole, fu un feudo del Vescovo di Volterra, ma già nel 1227 passò sotto il dominio di Siena, la quale, durante la prima metà del '300 ne accrebbe le fortificazioni, oggi in stato di totale degrado; solamente una torre, per stato di conservazione, permette la visione di alcune sue aspetti originali, quali il basamento a scarpa ed alcune archibugere. Dalla sommità della collina sulla quale insiste il borgo si può godere un meraviglioso panorama sia dell'Alta Val di Cecina sia dell'Alta Valdelsa.

L'Abitato di Mensano è caratterizzato da interessanti costruzioni altomedioevali che si sviluppano lungo tre direttrici stradali urbane che, percorrendo l'abitato, avvolgono la collina disegnando tre ampi quasi-semicerchi sfalzati tra di loro da alcuni metri di dislivello. Il monumento di maggiore importanza di Mensano è senza dubbio la bellissima pieve romanica, dedicata a San Giovanni Battista, dalla facciata curiosamente non perpendicolare all'asse principale della costruzione, la cui abside guarda direttamente lo strapiombo di circa una ventina di metri, fortificazione naturale a difesa del lato ovest del borgo. LA PIEVE ROMANICA DI MENSANO Le origini della chiesa affondano, quasi certamente, nel XII sec. e la precedente affermazione che l'Alta Valdelsa sia stata fin dai tempi più remoti una terra di confine tra aree culturalmente diverse, trova conferma nella ipotesi che la chiesa sia stata edificata da manovalanze pisane dirette dal maestro Bonamico Pisano, il quale avrebbe conferito alla struttura alcuni tratti architettonici propri dello stile pisano-lucchese di quel  periodo. Certamente, egli curò la realizzazione di un ciclo di capitelli dagli aspetti assai particolari, caratterizzati non solo da salti stilistici di notevole ampiezza, ma anche da un varietà di immagini rappresentate. 

un primo, composto dai quattro più vicini all'altare (più complessi e di più pregevole fattura); un secondo, costituito dai capitelli della prima e Tutti gli autori sono concordi seconda colonna a sinistra nell'attribuire al maestro Bonamico (di fattura meno accurata); il primo gruppo di capitelli, mentre non tutti concordano nell'attribuire un terzo gruppo, costituito In sintesi, si possono dai capitelli della prima e la stessa paternità agli altri gruppi. riaggregare nei seguenti seconda colonna a destra Internamente alla chiesa, porzioni, gruppi: (piuttosto poveri e mal conservate, di affreschi ed una caratteristici anche di altre acquasantiera dalla vasca a forma chiese romaniche della di galeone (XVII sec.). zona); un quarto gruppo, costituito  dai semicapitelli esterni ed interni, dai tratti stilistici tipicamente autoctoni. 

MONTEGUIDI

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