Saggio Istorico Della Real Galleria Di Firenze

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Saggio Istorico Della Real Galleria Di Firenze Fondazione Memofonte onlus Studio per l’elaborazione informatica delle fonti storico-artistiche ___________________________________________________________________________________________ SAGGIO ISTORICO DELLA REAL GALLERIA DI FIRENZE VOLUME I IN FIRENZE MDCCLXXIX PER GAET. CAMBIAGI STAMP. GRANDUCALE CON LICENZA DEI SUPERIORI. Volumi due Paoli 7 1/2 legati in brocheur. ALL’ALTEZZA REALE DI PIETRO LEOPOLDO ARCIDUCA D’AUSTRIA PRINCIPE REALE D’UNGHERIA E DI BOEMIA GRANDUCA DI TOSCANA &c. &c. &c. Echionis tabula te stupidum detinet, aut signum aliquod Polycleti. Cicero Parad . V ALTEZZA REALE [V] Quest’opera che V.A.R. mi permette di consacrarle è un debito che io soddisfò, ed un tributo del mio umilissimo ossequio. Aven [VI] domi Ella confidata la direzione della sua R. Galleria ero in obbligo di giustificare la fiducia di cui mi ha onorato. Facendo Ella tanto per abbellirla, e per arricchirla con nuove fabbriche, e con nuovi acquisti, era conveniente che la culta Europa sapesse quello di cui alla R.A.V. sono tenute le arti, le quali i sovrani di queste contrade risuscitarono già, e protessero. Gli altri meriti dell’A.V.R. verso l’umanità sono su mille labbra, e nel suo codice. I nostri buoni antenati quando [VII] si pavoneggiavano di una falsa, ed inquieta libertà, erano eglino capaci d’immaginarsi, che nascer potesse un Sovrano, il quale trasformasse per i loro nipoti la civile obbedienza in un bene maggiore di quello, ch’essi si vantavano di possedere, e di difendere col proprio sangue? La ricompensa di tutte le cure, le quali la R.A.V. impiega per noi è riposta nell’interno delizioso sentimento di fare il bene, e questo proemio non è un affetto né della grandezza, né della potenza, ma solo del virtuoso impiego di [VIII] tali prerogative. Accetti adunque l’ A.V.R. per segno del mio rispetto i voti per il lungo godimento di questo puro, ed innocente piacere, nel mentre che prostrato al. R. trono ripongo la mia gloria nel dichiararmi. Di V. A. R. Dalla R. Galleria di Firenze il dì primo Novembre 1779. Umilissimo Servo e Suddito Giuseppe Bencivenni già Pelli. ______________________________________________________________________________________________ www.memofonte.it Fondazione Memofonte onlus Studio per l’elaborazione informatica delle fonti storico-artistiche ___________________________________________________________________________________________ [IX] PREFAZIONE L’opera che comparisce al pubblico intorno alla real Galleria di Firenze è spogliata affatto di quella pompa materiale da cui stà molto spesso lontana la verità. Con l’idea di mettere in mano a chi viene ad essa una guida sicura, la quale faciliti il modo di godere la raccolta più splendida di cose rare riunite tutte in un luogo, che si veda in Italia, incomincio dal tessere l’Istoria della medesima. A questa ho aggiunte delle citazioni in piè di pagina, e delle annotazioni in un secondo volume per arricchirla, e per corredarla delle autorità che dovevo addurre per avvalorare i miei racconti, e delle notizie, con le quali mi sono immaginato dì poterli rendere più curiosi ed [X] ameni. Dopo la presente opera succederanno altri tomi di Cataloghi, nei quali lascerò pure le ampollose lodi che non istruiscono, ne persuadono, e noterò quel solo, che potrà dare autenticità ai diversi capi che vi saranno descritti, con aggiungervi alcune volte il giudizio che persone non prevenute, o dell’arte, avranno pronunziato sopra i medesimi capi. In questi volumi distintamente classerò le Pitture, i Marmi, i Bronzi, le Gemme e le altre cose col metodo il più preciso che potrò idearmi. Non ha bisogno di essere giustificata questa mia letteraria impresa. Forse la mia sola inabilità richiederebbe qualche apologia. Ma il confessarla è sempre più sicuro partito che il difenderla. Certo che io ho avuto intenzione non di cercar la mia gloria, mi di esser utile, nel far meglio conoscere un erudito tesoro che S.A.R. mi ha cofidato. Ho adoperate tutte le mie forze [XI] per adempire il mio disegno senza allontanarmi dai confini del piano che ho scelto, come il migliore per il mio scopo. Alcuno mi averebbe consigliato ad aspettare a mandar fuori l’opera, che fossero finite le nuove disposizioni, e lo averei fatto, se da tutte le parti non fossi sollecitato a render paga la pubblica curiosità, e se non avessi veduto che si possono dare in ogni caso dei Supplementi senza che resti superfluo il mio presente lavoro. Mi lusingo che i miei libretti, i quali ho voluto che per la mole ancora sieno comodi, possano essere anche in un altro stato di cose di aiuto a coloro, i quali per desiderio d’instruirsi verranno alla R. Galleria, o dopo averla visitata vorranno facilmente rammentare a loro stessi quanto in essa averanno osservato. Tutta l’opera sarà di più tomi, ma ogni parte potrà star separata dalle altre, mentre il gusto delle persone è assai vario ed io non amo di esser gravoso a veruno. [XII] Qualche porzione della medesima sarà di penna più capace della mia, ed io renderò giustizia a suo tempo a chi l’averà lavorata. Ecco quanto pareva necessario di dover esporre in fronte a questo Saggio istorico, essendosi da lungo tempo introdotto l’uso di prevenire quelli, i quali ci lusinghiamo che leggeranno i nostri scritti. Del resto“II faut avouer, que la plûpart des lecteurs sont d’erranges gens, on a beau les avertir de mille choses, on a beau leur recommander ceci ou cela avec de tres-humbles prieres, ils n’en suivent pas moins leur humeur, & leur coûtume” offervava l’autore delle Nouvelles de la repubblique des lettres nel tomo di luglio 1685. [XIII] SPIEGAZIONE DELLA PIANTA D ELLA REAL GALLERIA DI FIRENZE. 1. Scala principale, e suo Ricetto, che dalle logge degli Uffizi conduce al piano della R. Galleria. 2. Comunicazione del Palazzo Vecchio con la medesima. 3. Stanza destinata per quadri, ove si conservava il Ciborio di pietre dure della real cappella di S. Lorenzo. 4. Corridori ornati di marmi, e pitture. 5. Gabinetto di quadri Fiamminghi. 6. Stanza delle mattematiche, ora dell’Ermafrodito 7. Camera degli Stipi. 8. Gabinetto delle miniature ove già stava l’Ermafrodito. 9. La Tribuna ove ammirasi la Venere Medicea. 10. Gabinetto dei Disegni. 11. Gabinetto dei Vasi antichi di terra cotta. 12. Gabinetto, per Armi curiose. 13. Stanza di Quadri detto il Gabinetto di Madama. [XIV] 14. Gabinetto delle Medaglie, ove si conservano ancora le Gemme intagliate. 15. Scalone che porta al gran Corridore, il quale unisce la R. Galleria al Real Palazzo. 16. 17. Sala dei Ritratti dei pittori. 18. Vestibulo guarnito d’Iscrizioni, e di altri marmi a cui fa capo una scala per salire alla R. Galleria. 19. Sala di quadri. 20. Nuovo Salone magnifico tutto a stucchi dorati. 21. Gabinetto dei Libri. 22. Gabinetto dei Bronzi moderni. ______________________________________________________________________________________________ www.memofonte.it Fondazione Memofonte onlus Studio per l’elaborazione informatica delle fonti storico-artistiche ___________________________________________________________________________________________ 23. Gabinetto dei Bronzi antichi. 24. Gran Terrazza sopra la Loggia det. dei Lanzi. I siti nei quali non sono posti i numeri sono Arsenali, e stanze per servizio delle persone impiegate nella real Galleria. [1] SAGGIO ISTORICO DELLA R. GALLERIA DI FIRENZE Un lusso splendido, e virtuoso inspirò gli uomini facoltosi a formare collezioni di quelle rarità le quali fanno conoscere l’istoria, i costumi, la religione, ed i pregi dei secoli più decantati, ed a raccogliere insieme quanto serve a far comparire l’eccellenza dell’umano ingegno nelle opere più maravigliose delle arti imitatrici della natura. Il frutto che si è avuto in animo di raccogliere con l’impiego di molto oro in tali oggetti è stato di preparare un innocente alleviamento alle noie della vita, di ottenere la stima, e l’ammirazione dei [2] contemporanei, e dei posteri, e di favorire i buoni studi per i quali “diviene più comoda, e sì adorna la terra” secondo l’espressione di Carlo Dati. In Grecia ed in Roma allignava il gusto delle cose singolari, e degli avanzi della più vecchia antichità. Ne andavano ornati i portici, i templi, le scuole, le biblioteche, le gallerie. Ma questo [3] gusto1 non penetrò fra le nazioni che non ebbero gentilezza, nè potette aversi nei tempi di povertà, e di barbarie. La famiglia dei Medici nella quale fiorirono personaggi che non sarebbero scompariti nelle gran repubbliche, risvegliò in Italia un tal genio nei secoli a noi più vicini. Ella egualmente nella privata condizione e poi fu sul trono della Toscana, ripose forse tutta la sua gloria nel proteggere le arti della pace. Guadagnò per questo mezzo gli applausi universali, e come bene se gli sia meritati faranno sempre chiara testimonianza gli annali delle lettere, ed il nobile tesoro di superbissime statue, pitture, ed altri generi eruditi, e preziosi da lei depositati nella R. Galleria di Firenze. “La Galerie de Médicis” scrivono gli [4] autori del giornale dei letterati di Francia2 “est la plus riche collection qu’il y ait, de statues antiques, de bronzes, de médailles, de tableaux précieux: on peut dire que cette gallerie toute seule sussiroit pour faire le voyage de Florence à un curieux, & pour le retenir longtems, même aprés avoir vu les chefs d’oeuvres de Rome; car Florence a dans sa seule Galerie de quoi le disputer à cette capitale du monde”. Quindi l’Ab. Barthélemy a cui il Re cristianissimo ha affidata la custodia delle sue medaglie disse, quando la visitò nel 1755 3 che “l’admiration se partage entre les chefs-d’oeuvres de la sculpture, & les soins qu’ont pris les Médicis pour les rassembler” [5] Risiede questa Galleria nella più alta parte del gran loggiato fatto inalzare da Cosimo I Gran-Duca di Toscana, col disegno di Giorgio Vasari. Io dirò a suo luogo, che ciò fu fatto per unire insieme la sede di tutti i tribunali della capitale.
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