ABP Centro Di Ricerca Per L'agrobiologia E La Pedologia Convenzione Fra ARSIA Regione Toscana E CRA-ABP Centro Di Ricerca Per L'
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ABP Centro di ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia Via Lanciola, 12/A - Cascine del Riccio - 50125 Firenze Convenzione fra ARSIA Regione Toscana e CRA-ABP Centro di ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia di Firenze avente per oggetto COLLABORAZIONE E SUPPORTO SCIENTIFICO PER MONITORAGGIO E CONTROLLO DI INSETTI VETTORI DI GIALLUMI IN AREE VITIVINICOLE TOSCANE ANNO 2008 RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ SVOLTA E SUI RISULTATI OTTENUTI ABP Centro di ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia Via Lanciola, 12/A - Cascine del Riccio - 50125 Firenze Convenzione fra ARSIA Regione Toscana e CRA-ABP COLLABORAZIONE E SUPPORTO SCIENTIFICO PER MONITORAGGIO E CONTROLLO DI INSETTI VETTORI DI GIALLUMI IN AREE VITIVINICOLE TOSCANE RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ SVOLTA E SUI RISULTATI OTTENUTI PREMESSA Nell'ambito delle emergenze fitosanitarie del vigneto, i giallumi rivestono particolare importanza in ragione delle diverse carenze conoscitive che in vari casi ostacolano la comprensione dei fenomeni epidemiologici. Come è noto, i giallumi sono l'espressione di infezioni dovute a fitoplasmi (microrganismi unicellulari, procarioti e privi di parete cellulare, viventi da parassiti obbligati all'interno delle cellule del tessuto floematico delle piante ospiti). In natura la diffusione dei giallumi avviene prevalentemente per opera di omotteri auchenorrinchi caratterizzati da attività trofica floemomiza e specializzati nella trasmissione di fitoplasmi. A tutt'oggi la fitoplasmosi della vite più grave e temuta è la flavescenza dorata (FD, gruppo ribosomico 16SrV, sottogruppi C e D), per la quale il Decreto Ministeriale n. 32442 del 31/05/2000 ha definito specifiche misure di lotta obbligatoria. In anni recenti, tuttavia, un altro giallume della vite, il legno nero (LN, fitoplasma dello Stolbur, gruppo ribosomico 16SrXII, sottogruppo A), un tempo ritenuto di secondaria importanza, si è andato diffondendo in molte aree viticole europee e, per alcuni nuovi caratteri epidemici, desta non poche preoccupazioni anche in Italia e in Toscana. Mentre il fitoplasma della FD trova nel cicadellide di origine neartica Scaphoideus titanus Ball il suo vettore specifico, il fitoplasma agente del LN è probabile che possa essere trasmesso da varie specie di cixiidi e cicadellidi, sebbene al momento solo il cixiide Hyalesthes obsoletus Signoret risulti il solo vettore sperimentalmente accertato. Nel caso di FD, la stretta associazione con la vite, sia da parte del fitoplasma che del suo specifico vettore, definisce un modello di trasmissione di tipo "vite - S. titanus - vite". Per il LN che, in analogia a H. obsoletus, presenta un vasto range di piante ospiti, si ammettono invece due principali modelli di trasmissione: a) LN tipo VK-II: "Convolvulus arvensis - H. obsoletus - vite"; b) LN tipo VK-I: "Urtica dioica - H. obsoletus - vite", nei quali la vite si configurerebbe sempre e comunque come ospite terminale del fitoplasma. Le recenti segnalazioni di FD e di S. titanus in Italia centrale e centro-meridionale (Bagnoli et al., 2008) hanno rafforzato l'esigenza di realizzare nei diversi comprensori viticoli nazionali idonei programmi di monitoraggio, diagnosi e determinazione delle fitoplasmosi e dei loro possibili vettori. In Toscana il programma di monitoraggio e gestione del binomio "FD - S. titanus" (che in ottemperanza al citato DM è stato portato avanti in questi anni dall'ARPAT Servizi Fitosanitari, in stretta collaborazione con l'ARSIA, con il DiSTA Patologia vegetale 1 ABP Centro di ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia Via Lanciola, 12/A - Cascine del Riccio - 50125 Firenze dell'Università di Bologna, il DCDSL Sezione di Entomologia Agraria dell'Università di Pisa, alcune strutture del CRA e in particolare con questo Centro di ricerca) ha permesso di rilevare: a) la presenza più o meno consistente e diffusa di S. titanus nelle Province di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Firenze, Siena e Arezzo; b) la presenza di FD su pochissime piante di qualche vigneto prevalentemente della Provincia di Massa Carrara; c) la presenza più o meno significativa di LN nella maggior parte delle aree viticole regionali. La considerazione che S. titanus possa esser presente in Toscana, come in altre regioni del centro e sud Italia, da svariati anni e che a tutt'oggi, sul territorio regionale, non siano stati riscontrati casi evidenti di diffusione epidemica di FD, porta a non attribuire particolare gravità alla relativa situazione fitosanitaria. Pur tuttavia, la continua e massiccia utilizzazione di nuovo materiale di propagazione per il rinnovo degli impianti, unitamente al preoccupante incremento di fenomeni tutt'altro che chiariti di diffusione di LN, rende la struttura del settore viticolo alquanto dinamica e il relativo assetto fitosanitario particolarmente fluido. Gli studi condotti in questi ultimi anni in Italia e all'estero hanno confermato che nell'ambito della complessa problematica dei giallumi della vite, gli insetti vettori costituiscono un punto cruciale. Pertanto, a integrazione di tutte le misure volte alla produzione e utilizzazione di materiale di propagazione sano, l'individuazione, il monitoraggio e la realizzazione di un mirato controllo dei vettori si confermano attività di primaria importanza per la comprensione dei parametri epidemiologici e per la prevenzione eco-compatibile di queste malattie. OBIETTIVI E FINALITÀ ¾ Definizione dei parametri bio-ecologici e corologici, in rapporto alle principali piante ospiti, di Scaphoideus titanus e Hyalesthes obsoletus, vettori accertati rispettivamente di Flavescenza dorata (FD) e Legno nero (LN). ¾ Definizione di strategie di protezione integrata dei vigneti da FD e LN in Toscana. ATTIVITÀ SVOLTA Indagini di campo sono state condotte da maggio a settembre in 30 vigneti di una decina di aree viticole dei comuni di Castellina in Chianti e Quercegrossa (SI). In ciascun vigneto sono state allestite 1-3 stazioni di monitoraggio per cicaline costituite da trappole cromotropiche gialle delle dimensioni di 40x20 cm, esposte dalla terza decade di giugno a metà settembre mediante quattro turni di tre settimane ciascuno. Complessivamente sono state installate 69 stazioni e sono state utilizzate 276 trappole. Per ciascun vigneto o porzione di vigneto corrispondente a ciascuna stazione è stata avviata la caratterizzazione agronomico-colturale mediante la registrazione di una prima serie di dati, quali: macroarea, toponimo, altitudine, esposizione, vitigno, portinnesto, anno d'impianto, provenienza del materiale di propagazione, superficie, gestione del suolo, microclima, colture adiacenti, flora di bordo, tipo di conduzione. Per quanto riguarda i trattamenti insetticidi, nel 2008 nessun vigneto considerato è stato oggetto di interventi specifici contro Scaphoideus titanus; in tutti gli appezzamenti è stata invece effettuata almeno un'applicazione con prodotti di sintesi ad azione neurotossica contro la seconda 2 ABP Centro di ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia Via Lanciola, 12/A - Cascine del Riccio - 50125 Firenze generazione di Lobesia botrana (fine giugno - primi di luglio). Tutte le aree campione sono state individuate tramite Google Earth e sono in corso di georeferenziazione. Parallelamente sono stati condotti rilievi faunistici all'interno del vigneto e su piante spontanee di bordo utilizzando retino entomologico e aspiratore. Le trappole sono state esaminate in laboratorio e la determinazione specifica degli esemplari catturati con le stesse, o direttamente con retino entomologico, è stata effettuata al microscopio stereo o ottico, previo eventuale allestimento di preparati microscopici dell'armatura genitale maschile. Alcuni esemplari catturati con retino entomologico, presentanti sintomi di parassitizzazione, sono stati allevati in laboratorio per l'ottenimento dell'adulto del parassitoide. In settembre i vigneti oggetto di monitoraggio sono stati esaminati per la presenza di giallumi. Tre gruppi di 3-4 adulti di S. titanus raccolti su vite e quattro gruppi di 6-7individui raccolti su ortica sono stati sottoposti ad analisi molecolare per l’accertamento della presenza di ffitoplasmi associati rispettivamente a FD e LN. RISULTATI Nella tabella 1 sono riportate le specie di auchenorrinchi (esclusi i tiflocibini) e il numero dei corrispondenti esemplari catturati nelle 69 stazioni di monitoraggio. S. titanus è risultato presente solo nel 23% delle stazioni con una popolazione piuttosto rarefatta rappresentata per oltre l'83% del totale da maschi, risultati anche in agosto- settembre più abbondanti delle femmine (Fig. I). H. obsoletus, grazie alle catture ottenute in giugno-luglio, si è mostrato più frequente di S. titanus andando a interessare con 1 o più esemplari oltre il 56% delle stazioni e con 2-5 individui oltre il 28% delle stesse (Fig. II). Una buona presenza è stata osservata anche per il cixiide Reptalus quinquecostatus che, recentemente indicato come specie competente a trasmettere il fitoplasma agente di LN, ha mostrato di avere una distribuzione meno rarefatta e più concentrata di H. obsoletus (Fig. III). Nel corso dei rilievi sono state intercettati due esemplari di Dictyophara europaea e tre di Psammotettix sp. parassitizzati da imenotteri driniidi. Nel caso di Psammotettix si è trattato di Gonotopus clavipes. Per nessun gruppo di esemplari di S. titanus è stata riscontrata presenza di infezioni fitoplasmatiche, mentre per quattro dei sei gruppi di adulti di H. obsoletus l’analisi molecolare ha evidenziato presenza di 16SrXII-A (tuf tipo 1). 3 ABP Centro di ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia Via