La Realtà Occupazionale Del Distretto Dell'ostigliese (A
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LA REALTÀ OCCUPAZIONALE DEL DISTRETTO DELL’OSTIGLIESE (A cura di Vincenzo Varrone, Responsabile C.P.I. Ostiglia) ___________________________________________________________________ Da dove nasce questa crisi economica? Trae sicuramente la sua origine dalla immensa speculazione finanziaria che ha determinato il crollo di aziende e banche di spessore internazionale provocando con un effetto a catena una recessione dell’economia reale e ad un aumento delle tensioni sociali. Concentrando il campo di osservazione al nostro territorio, la Provincia di Mantova nella recente intesa istituzionale del 19.05.2009 siglata con i Comuni capofila dei Piani di Zona (Mantova, Castiglione, Suzzara, Ostiglia, Viadana ed Asola), Associazioni datoriali, Associazioni Sindacali ed ABI, si è posta tempestivamente l’obiettivo di fronteggiare la crisi attraverso i Patti distrettuali (che saranno a breve operativi) al fine di: • definire misure omogenee di tariffe e servizi comunali per le nuove povertà nell’ambito della Programmazione dei Piani di Zona, • sostenere il reddito di chi ha perso il lavoro o è in cassa integrazione e che non riceve immediatamente queste provvidenze economiche, nell’ambito del sistema creditizio, • attivare programmi di sostegno alla occupabilità e alla ricollocazione. La predetta intesa assegna anche nuovi compiti ai Centri per l’Impiego, che rappresentano gli uffici a diretto contatto con il territorio: in sintesi, il monitoraggio della crisi e l’integrazione delle politiche di intervento. Il tutto sarà possibile promuovendo e creando rete tra tutti i soggetti interessati al fine di rendere circolari le informazioni e razionali ed efficaci le azioni e le politiche di intervento. Passando ad una analisi dei dati dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro è necessario fare una precisazione: gli iscritti ai Cpi provinciali rappresentano solo una parte delle persone in cerca di occupazione sul territorio provinciale, poichè altre di queste si rivolgono a canali diversi da quello istituzionale. Il Centro per l’Impiego di Ostiglia comprende i comuni di Ostiglia, Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Felonica, Magnacavallo, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Serravalle a Po, Sustinente e Villa Poma e si colloca in una posizione di confine interprovinciale (Modena, Rovigo, Verona e Ferrara) e interregionale (Emilia Romagna e Veneto). Da gennaio a maggio di quest’anno risultano iscritti all’ufficio di Ostiglia 513 persone (pari al 10,08% del totale degli iscritti nei cinque Centri per l’impiego provinciali, che è di 5090). Di questi 240 sono donne (pari al 46,78% del totale dei nostri iscritti) e 273 uomini (pari al 53,20%). Il segnale, dunque, è quello di una ripresa di iscrizione alle liste: se prendiamo in esame lo stesso periodo dell’anno 2008 gli iscritti erano infatti 386 di cui 229 donne (rappresentando il 59,33%) e 157 uomini (40,67% del totale). Questo semplice dato mette in evidenza che quest’anno aumentano le iscrizioni maschili. Inoltre, paragonando le fasce di età delle donne iscritte da gennaio a maggio 2009 con il dato corrispondente dell’anno precedente, si rileva una flessione nelle fasce di età compresa tra i 20-24 e i 25-29 anni e una certa stabilità nelle fasce centrali (30- 34 e 35-39 anni). Per gli iscritti uomini la riflessione è completamente diversa: un aumento degli iscritti nelle fasce di età 20-24 anni (dal 10,82% del 2008 al 15,02% del 2009), un aumento nella fascia di età 30-34 anni (dal 12,10% del 2008 al 17,95% del 2009) e nella fascia di età 35-39 anni (dal 14,01% del 2008 al 16,48% del 2009). L’aumento delle iscrizioni in queste due ultime fasce di età maschili sembrano confermare, seppur parzialmente, i dati presentati alle Camere il 26 maggio scorso dall’ex Presidente dell’Istat in occasione della 17^ Edizione del Rapporto Annuale della situazione del Paese in cui veniva individuata una nuova tipologia di disoccupato: uomo, di età compresa tra i 35 e i 54 anni, con bassa scolarità (al massimo fino al diploma) ed ex lavoratore dell’industria. Questa nuova tipologia si affiancherebbe alle fasce storicamente deboli del mercato del lavoro italiano (donne, migranti e giovani). Ma la cartina tornasole della crisi è rappresentata dalla situazione della cassa integrazione e della mobilità. Attualmente, sulla cassa integrazione non si è in grado di disaggregare il dato complessivo (Fonte INPS) anche se i numeri ci dicono che questo è ancora in aumento. Per quanto riguarda la mobilità, servendoci della documentazione in nostro possesso (scheda azienda, scheda lavoratore), abbiamo effettuato un’analisi della situazione presso il CpI di Ostiglia, rielaborando i dati relativi ai licenziamenti ed inserendoli in un grafico per Comuni di competenza del nostro distretto su cui insiste la sede produttiva aziendale e suddividendo la mobilità per tipologia (“223” e “236”). Per una maggiore analisi dei dati la piccola mobilità (“236”) è stata ulteriormente distinta per tipologie di licenziamento (cessazione dell’attività aziendale, riduzione di personale e trasferimento dell’attività); la colonna “Altre” stà ad indicare invece tutte quelle situazioni (diverse dal giustificato motivo oggettivo), che rispettando determinati requisiti, consentono comunque l’iscrizione nelle liste di mobilità (ad esempio le dimissioni per giusta causa per mancate retribuzioni). Nelle ultime tre colonne sono indicati i comparti riuniti per macrotipologie: Agricoltura, Industria e Servizi. Dall’inizio dell’anno a maggio abbiamo registrato 93 eventi di mobilità (n. 84 piccole mobilità e n. 9 grandi mobilità): 48 sono i licenziamenti da parte di aziende la cui sede operativa è presente nel territorio di nostra competenza e 45 quelli avvenuti in luoghi di lavoro nel resto della Provincia di Mantova oppure di altre province della Regione Lombardia o fuori Regione. Se poi si confronta il dato degli iscritti in piccola mobilità dall’inizio di quest’anno al mese di maggio, rispetto agli iscritti in “236” nello stesso periodo dello scorso anno (n°51), si nota un aumento del 60,71%. Analizzando solo le nostre aziende (i 48 eventi relativi ad imprese localizzate nell’Ostigliese del Destra Secchia), rileviamo che il 52,08% dei licenziamenti è avvenuto nel comparto dei servizi (in particolare nel settore del commercio e dei pubblici esercizi) e il 45,83% nel settore industriale ( prevalentemente settore metalmeccanico ed edilizia). Da evidenziare il peso sul totale che ha la piccola mobilità (aziende con meno di 15 dipendenti) rispetto alla grande mobilità (90,32%): ne discende che la crisi c’è ma si vede poco. (vedasi TABELLA 1 e TABELLA 2 con analisi dettagliata delle caratteristiche dei lavoratori licenziati per sesso, luogo di residenza/domicilio, fascia di età, titoli di studio, qualifiche professionali e carico familiare). Sembra opportuno, inoltre, un rapido sguardo all’andamento, durante quest’anno di crisi, dei nostri servizi e degli strumenti che la Provincia/Regione hanno messo in campo. Servizio di preselezione per l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro Il servizio di preselezione realizzato dai CpI fornisce gratuitamente ai datori di lavoro richiedenti elenchi mirati di soggetti autocandidati ed iscritti immediatamente disponibili all’effettuazione di un colloquio ed in possesso di caratteristiche congruenti alla richiesta di lavoro pervenuta. Nell’area Ostigliese Destra Secchia il CPI registra da tempo è forte flessione del fabbisogno di lavoratori: contro le 99 domande di preselezione pervenute nel 2007, già nel 2008 il dato cala a n°77 aziende; al mese di maggio 2009 le offerte di lavoro sono solo 24, per 26 figure professionali (a maggio 2008 le aziende richiedenti erano 35, per 55 figure professionali). La Provincia contrasta tale dato di fatto continuando ad investire nella qualità del servizio, promuovendo il Portale dedicato all’incrocio tra domanda ed offerta di lavoro, curando nel dettaglio il rapporto con i datori richiedenti. Se non è possibile nell’economia del presente contributo entrare nel dettaglio delle caratteristiche delle figure richieste, preme sottolineare che presso il CpI di Ostiglia già nel 2008, ancora più nel 2009, si allarga e diversifica la tipologia delle figure ricercate da aziende e datori, diversamente ad una passata tendenza a rivolgersi all’ufficio pubblico per la domanda di profili di livello contenuto. Cresce la tendenza delle aziende a richiedere l’iscrizione alle liste di mobilità quale prerequisito. Cresce l’utilizzo di richieste di tirocinio. Tirocini Per le esperienze di tirocinio formativo (regolate dal DM n.142/1998, ai sensi dell’art.18 della L.196 - Pacchetto Treu) i Centri per l’Impiego provinciali ricoprono ruolo di soggetti promotori a favore di soggetti pubblici ed imprese private: supportano il referente aziendale nell’elaborazione del progetto formativo, guidano l’azienda nella predisposizione della documentazione amministrativa necessaria, forniscono un tutor referente, effettuano monitoraggi periodici. La Provincia attraverso il CpI cura l’utilizzo dello strumento tirocinio (ancora poco conosciuto), promuovendone presso le aziende un corretto utilizzo, consapevole che l’esperienza, oltre che formativa per lo stagista, può essere utile per l’azienda locale che attraversa una situazione di difficoltà per una corretta individuazione delle risorse . Nell’area Ostigliese i tirocini promossi dal Cpi nel 2007 (n.6 ), vengono raddoppiati nel corso 2008 e, dato più significativo,