Pubblicato nel n.2,3,5 1995 del mesile IL BEL PAESE Il borgo romano di Paternum a Torretta di di Ernesto Palopoli

I l presente lavoro è un excur- essere avvolto il sito dell'antica zia divenne Sedia Vescovale, sus di notizie sui ritrovamenti stazione degli Itinerari. trasportatavi dal vicino Cirò, archeologici, effettuati nel peri- altre volte Paterno, onde ne metro urbano ed extraurbano di ricevé molto splendore…" Alla Torretta. Torretta di Crucoli: voce Cirò aggiunge: "…(Cirò) In un lungo arco di tempo, dagli consistenti indizi per altre volte fu Sedia Vescovale, anni settanta in poi, ho raccolto l'ubicazione del "Borgo con nome di Paterno, trasferita dati, notizie e reperti. Ogni qual- Romano" di Paternum poi nel vicino ; e que- volta (e per motivi diversi) si sto né secoli più primi della gra- effettuavano scavi nel territorio, zia…". venivano alla luce vestigia che Padre Elia D'Amato, alla voce attestavano, inequivocabilmen- Brystacia 3, scrive testualmente: te, la sovrapposizione della "città Episcopale, essendo stata moderna cittadina di Torretta a trasferita qui la sede della città strutture più antiche di un dub- di Paterno, ora Umbriatico…". bio interesse. Alla voce Cirum: "…quindi detta Elaborando i dati in nostro pos- Paternum presso Antonio Pio, sesso, rileggendo le scarse nel suo itinerario. Città fonti, riscontrando realtà ogget- Episcopale… ora unita ad tive, potremmo azzardare, come Umbriatico, dopo la rovina dei tenteremo di fare nella trattazio- L e fonti ufficiali sulla piccola Punici…". ne del presente lavoro, l'ipotesi calabriaGabriele Barrio4, nel capitolo città di Paternum sono scarse. che il "borgo romano" di Molti scrittori, dei tempi passati, XXIII della sua nota opera, scri- Paternum giaccia sotto le case se ne sono occupati in maniera ve che la città di Crimissa "fu e le strade di Torretta, stante i ferraginosa, facendo molto detta Paterno; ne fa menzione consistenti indizi riscontrati spesso, confusione ed errate Antonio Pio nello Itinerario e durante gli anni della nostra attribuzioni circa le località e le osserva che dista da Rossano ricerca. reali ubicazioni dei siti. ventottomila passi. Ora come Noi propendiamo per un'ipotesi, Complicano maledettamente le ho detto, è chiamata Ciro. Fu suffragata da dati oggettivi, ten-paesecose le varie congetture circa il sede episcopale e, dopo il sac- dente a dimostrare tale assunto; trasferimento della sede vesco- cheggio della regione ad opera anche perché nessun'altra locali- vile della distrutta Paternum, ora di Cartaginesi, Creteusi e Mauri, tà sembra avere le caratteristiche a Cirò, ora ad Umbriatico, come fu trasferita a Briatico o aggiun- e le rispondenzebel di Torretta per vedremo di seguito. ta alla sede di Briatico". l'ubicazione di Paternum. Anche Uno dei primi ad occuparsi di Anche l'Ughelli afferma che le distante fra le "stationes" degli Paternum fu il Marafioti: 1 “… Paternum "fu distrutta dai Mauri Itinerariil di Antonino, sembrano Chrimissa, ch'oggi è chiamata quando devastarono la suffragare la nostra tesi. Ziro sede vescovale, ma sotto ". 4bis Comunque ho voluto raccoglie- altro nome, perché dianzi che si L'Aceti, nelle note al Barrio, dice re, in maniera sistematica, tutta chiamasse Ziro, doppo ch'è lei testualmente "…Paterno ora lo una serie di notizie, sparse in fu mutato il nome di Chrimissa, Cirò," sovrapponendo quindi, il carte volanti e appunti prelimi- è stata chiamata Paterno, che piccolo borgo romano al sito nari, nei quali nessuno (tranne già sotto questo nome si vede dell'odierna Cirò.5 me) avrebbe saputo leggere. votata nello itinerario d'Antonio Parlando di (Petelia) Spero che questa mia breve Pio". afferma che Paterno "è posta fatica possa servire a squarcia- P. Giovanni Fiore da Cropani, 2 quasi allo stesso intervallo da re, almeno in parte, il velo entro parlando di Umbriatico, dice: "… Turii che Petelia, nelle tavole il quale, fino a oggi, sembra (Umbriatico) né secoli della gra- degli itinerari".6 www.ilbelpaesecalabria.it Sertorio Quattromani,7 nelle sue quell'epoca, poteva essere stata poteva considerarsi una cittadi- osservazioni, cita il Pontano che edificata in quel sito solo a ricor- na, non solo, ma che nelle sue contestava l'attribuzione di do di un insediamento prece- immediate vicinanze sorgesse- Paterno a Crimissa, mentre lui, dente e forse a memoria dell'an- ro un gruppo di ville.14 confutando il Barrio, scrive: "… tica sede vescovile. Quindi Questa ultima notizia (per né (Cirum-Cirò) è la stessa cosa potrebbe essere una traccia Paternum) verrà confermata, che la città di Paterno", come tangibile dell'antico "borgo come vedremo in seguito, scrive il Barrio: infatti paterno è romano" distrutto ormai da dall'indagine archeologica. andata distrutta già da parec- tempo. Anche il Gradilone,15 lo storico chio.14 Appare chiaro che alcuni storici di Rossano, afferma che "pres- Anche il suo viaggiatore inglese antichi, equivocando sulle vicen- so Fiumenicà si trovava la roma- Henry Swinburne,8 che intrapre- de dello spostamento della sede na Paternum, nota per essere se nella seconda metà del XVIII vescovile, hanno posto stata una stazione itineraria". secolo il tour dello Jonio descri- Paternum ora a Cirò, ora a Ai nostri giorni, si sono occupati vendo minutamente tutto ciò Crimissa-Cirò, ora ad dell'argomento i professori che vedeva e notava, trattando Umbriatico, trascinando nel loro Romano e Franco Liguori, nella della città di Cariati, affermava errore anche chi ha scritto in loro storia di Cariati.16 Hanno il che "…nel luogo chiamato Torre tempi più recenti, come il torto, però, di partire da un dato Vecchia, ad est del paese, ci Giuranna,11 che fa sorgere acquisito: che Paternum sor- sono poche rovine di Umbriatico "sulle rovine della gesse nelle immediate vicinan- Paternum". preesistente città Vescovile di ze della loro cittadina, in località Torre Vecchia dovrebbe essere Paternum". (sic!!). S.Maria, e che una volta distrut- la torre costiera, ora diruta, in Man mano che ci avviciniamo ai ta, gli esuli sbandati diedero ori- contrada "Policaretto", alle foci nostri giorni, gli scritti si fanno gine al primo nucleo della città del Fiumenicà in agro di Crucoli. meno fumosi e più documentati di Cariati, cingendola di podero- Se ciò fosse, sarebbe in linea e si incomincia ad intravedere se mura. Asserzioni veramente con le tesi che sosterremo più un'impostazione corretta calabria e ipo- gratuite e campanilistiche! in avanti. tesi di lavoro più chiare. quanto la contrada S. Maria pur Anche Lenormant9 pone Nella "Geografia dell'Italia" di avendo restituito materiale spo- Paternum alle foci del Nicà: "… G.Strafforello, edita nell'anno radico di epoca ellenistico- alla foce di questo fiume, ov'è 1900,12 nel paragrafo sul circon- romana,16bis non ha mai attesta- oggi la torre Fiumenicà (torre di dario di , alla voce Cirò to massicciamente e compiuta- policaretto), elevarsi il borgo è scritto: "Cirò non risale che al mente una frequentazione tale romano di Paternum, una delle secolo IX ed ereditò in quel da poter giustificare tale prete- stazioni degli Itinerari". paesetempo la sede episcopale di sa. Inoltre, a sostegno delle loro Sede di un vescovado dei primi Paternum, i cui abitanti, in uno tesi, citano Lenormant il quale, secoli Cristiani, Paternum par- con quelli dei paesi vicini, ripa- però, ubica la cittadina romana rebbe fosse stato distrutto pre- rarono colà in un luogo di diffici- (come abbiamo visto) alla foce stissimo; non si trova più men- le accesso e difeso dalla natura, del Fiumenicà, località ben zionato negli elenchibel episcopali per sottrarsi alle discese dei distinte dalla contrada S.Maria! dell'VIII secolo". Saraceni sulla spiaggia. Paternum, come è universal- La foce del Fiumenicà è ricorda- Paternum pare fosse distrutta di mente noto, era una "statio" ta ancheil dal grande scienziato buon'ora e non se ne trova più della strada consolare romana arabo AL-IDRISI,10 che operò menzione nelle liste episcopali Traianea-Jonica che congiunge- alla corte di Ruggero II intorno del secolo VIII". va, lungo il litorale, vari siti fino al XII secolo, nel suo famoso U. KAHRSTEDT, citato dal ad arrivare a Reggio. trattato di geografia descrittiva Brasacchio13 nella sua monu- La distanza fra Roscianum e noto come "Il libro di Re mentale Storia Economica della Paternum è riportata nell'Itinera- Ruggero". Parla di "una chiesa Calabria, nel tracciare la mappa rium Provinciarum di Antonio a punta Fiumenicà". degli insediamenti umani della Pio in miglia XXVII (km 39,220), Una notizia scarna ma impor- colonizzazione durante l'impero quella fra Paternum e Meto tante in quanto, una chiesa che romano, pone Paternum alla (fiume Neto) in miglia XXXII (km sorgeva in una landa deserta foce del Nicà e dice che insieme 47,312). come doveva essere la zona in a Roscianum, Castra Hannibalis, Mentre la distanza tra Rossano www.ilbelpaesecalabria.it e Fiumenicà di 40 chilometri è abbastanza precisa, anche rap- portata all'odierna SS.106 Jonica, quella fra Fiumenicà e Neto sembrerebbe esagerata in oltre 47 chilometri. Tale "anomalia" è facilmente spiegabile se si tiene conto che la strada antica, in tale segmen- to, non seguiva un tracciato solamente litoraneo, ma s'iner- picava sulle colline per raggiun- gere la città di Petelia, entrando nel perimetro urbano della con- trada Manche per ridiscendere, verso Neto e Crotone, dalla con- trada Lazzovino. Ciò attestato archeologicamente e ufficial- mente dal ritrovamento dei basolati romani, che formavano il tracciato stradale antico, in ambedue le succitate contrade. Tale deviazione comportava un allungamento del percorso e quin- di una maggiore distanza anche rispetto alle strade odierne. Volendo trarre una prima con- calabria clusione, ponendo mente alle distanze evidenziate dagli Itinerari e all'ubicazione di Torretta rispetto ad esse, potremmo tranquillamente affer- mare che il piccolo paese mari- no è fortemente indiziato quale probabile sito dell'antico "borgopaese romano". Tale ipotesi è suffragata da innu- merevoli scoperte archeologi- che, effettuate nell'arco di sva- riati anni nelbel perimetro di Torretta, in linea con l'ipotesi Palopoli in via Marina, ad una no. Don Peppino Palopoli, come che l'abitato moderno si fosse profondità di circa 4 metri dal ricordo del ritrovamento, fece sovrappostoil all'antico sito di piano di campagna, veniva trasportare due anfore nella Paternum. posto in luce un grande deposi- casa di Ciuranà, salvandole Per meglio chiarire le cose, to di anfore onerarie. dalla distruzione, lasciandole ai abbiamo inserito una carta (a Le anfore erano infisse nel ter- suoi eredi, che tuttora le possie- destra), sia pure parziale, dei reno sabbioso su file ben ordi- dono. siti del paese che hanno restitu- nate (tanto da far pensare ad un La prima (la più grande) è un'an- ito materiale d'epoca romana. deposito) ed erano di diversa fora da carico di forma Dressel Qui di seguito una rapida rasse- grandezza e forma. Gli operai, 7-11, con due bolli rettangolari gna dei principali ritrovamenti: preposti alla costruzione, per sulle anse e un altro sull'orlo 1) nei primi anni del 1900, sca- poter proseguire i lavori, distrus- della bocca, di difficile lettura, in vando le fondamenta per la sero tutte le anfore lasciando i quanto in precario stato di con- costruzione del casellone cocci come platea del pianterre- servazione. www.ilbelpaesecalabria.it per l'appoggio al suolo delle Probabilmente, captando le sor- anfore da carico. Misure. altez- genti della collina del "Barco", za cm 14, diametro cm 15. Vi è riforniva la zona a mare dell'in- sistemata la n°2. sediamento. Nel terreno il tubo Ci è stato tramandato anche era protetto da lastroni di terra- una specie di coperchio, sem- cotta a spalla stretta posti di pre in argilla, pomellato, di forma copertura, come si chiarisce nel ellittica, con la parte sottostante disegno che segue. lievemente convessa.18 Sempre nello stesso periodo, nell'area della stazione FF.SS. di Torretta, durante i lavori per il rinnovo delle traversine dei binari, veniva evidenziata una diramazione dell'acquedotto principale. Si trattava, infatti, di Si può ipotizzare, per quanto si tubi a sezione molto più piccola, riesce a distinguere, nel cartiglio con andamento N-S, protetti nel dell'ansa sinistra la scritta terreno solo da sfaldoni di pietra CALAM (con la C e non con la sistemati a forbice, come si K), in quello dell'ansa destra la evince dal disegno a destra. scritta M.SCA. Scritte uguali Alcuni tubi (specie quelli di gros- furono ritrovate, come vedremo sa sezione) da me recuperati, in seguito, su un'anfora venuta vennero consegnati al dott. alla luce in via Nazionale nei Misura cm 15x9, il pomello è Sabbione, responsabile della pressi della stazione FF.SS. alto cm 1, con diametro di cm 4. zona di Crotone in quel perio- Misure: altezza cm 95, diametro 2) Il casellone Palopoli di via do.19 boccaglio cm 16, pancia cm Marina, fa parte oggi del "rione 103, altezza dei manici (dal boc- Labonia" così chiamato poichécalabria caglio all'attacco della pancia) è abitato, prevalentemente, cm 30. dalla famiglia Labonia, costituita da un grosso nucleo familiare. Fra gli anni 50/60 nel costruire le case d'abitazione, sono venu- ti alla luce numerosi resti di muri, lastroni a spalla stretta, paesecolli di anfore, frammenti vari di ceramica pertinenti certamente ad insediamenti abitativi. Tali resti sono stati trovati immedia- bel tamente dietro al sito di rinveni- mento delle anfore da carico del casellone Palopoli. La secondail (più piccola) è 3) Parte bassa del rione Barco: un'anfora da carico a profilo nell'effettuare un piccolo scavo assai appuntito verso il fondo, alle spalle della falegnameria mancante di parte dell'orlo e del sig. Vizza Francesco, negli priva di bordi. anni '70, venne messo in luce Misure: altezza cm 50, diametro quello che sembrerebbe il tron- boccaglio cm 13, pancia cm 83, co principale di un acquedotto. altezza dei manici (dal bocca- Era formato da tabulazione fitti- glio all'attacco della pancia) cm le, di grossa sezione, con inca- stri (maschi e femmina) alle Elemento della tubazione fittile 15. principale. Evidente nella parte integra, Insieme alle anfore è stato con- giunzioni dei vari segmenti, e l'incastro per la giunzione. servato un grosso anello fittile andamento NO-SE. www.ilbelpaesecalabria.it 4) Lungomare, anno 1976: nell'effettuare la scavo di fonda- zione per la costruzione di un palazzo, di proprietà dell'im- prenditore Antonio Lamanna, ubicato nei pressi dell'attuale discoteca "Ottagono", la pala meccanica poneva in luce due o tre tombe di epoca tarda. Costruite alla capuccina di embrici, con lastroni a spalla stretta, erano prive di corredo con un solo inumato per tomba. Uno di essi aveva in bocca una moneta, in bronzo: sul D/ testa di Giano bifronte, sul R/ prua di nave e leggenda Roma, in pre- cario stato di conservazione. La moneta venne consegnata dai carabinieri, che l'avevano recu- perata, al dott. Sabbione ispet- tore responsabile della nostra zona. Molti lastroni, con i quali erano costruite le tombe, erano bollati con due stampi rettangolari che, calabrianei cartigli, contenevano le seguenti lettere: E LUSIPEL KALAM. Detti lastroni bollati vennero da me consegnati al dott. Sabbione. 20 Tegole, con iscrizioni uguali, vennero trovate da P.Orsi 21 paese nello scavo delle "case dei sacerdoti" al tempio di Apollo Aleo a Cirò Marina. Poiché le lettere non erano molto nitide, il grande archeolo- bel go di Rovereto ebbe qualche difficoltà a decifrarle. Propende, comunque, per la seguente il interpretazione: "…si tratta di una figulina di Petelia, esercita- ta da due soci, di cui uno Lusius, l'altro Kalam…" e prosegue "calamatius cognome ignoto che potrebbe ricondursi al topo- nimo Calama di due città africa- ne…" La più corretta intrerpretazione sembra essere, pertanto, la seguente: (prodotto) da Lucio Petelino (e) Calamanzio. www.ilbelpaesecalabria.it prietà del sig. Turco, sono venu- ti alla luce un'anfora, tre asce di terracotta, due vasetti a cono rovesciato, un frammento di sta- tuetta fittile di epoca romano- repubblicana". Dalla terra di riporto dello scavo, nelle vicinanze del pithos, è venuta fuori una probabile appli- que in terracotta, stante la fattu- ra del retro, raffigurante una testa incorniciata da barba fluente (Zueus?), come si può vedere nella foto di pag. 1 . Tale reperto venne subito alienato. 7) Via Nazionale: nei pressi della piazza della stazione fer- SIto del ritrovamento durante lo scavo. roviaria, di fronte alla casa di Nino Celsi, negli anni '70 il effettuò lavori per la 5) Via fratelli Bandiera; negli nero scoperti numerosi frammenti posa di tubi. Lo scavo era pro- anni '50, effettuando scavi di di ceramica aretina pertinenti a fondo circa un metro e mezzo fondazione per la costruzione di vasi di forme diverse; inoltre una dal piano di campagna. nuove case, furono messi in piccola lekythos in frammenti La trincea evidenziò mura perti- luce tratti di grossi muri perti- ricomponibili, decorata con motivi nenti ad abitazioni con situazio- nenti ad unità abitative. I mag- vegetali, applicati sopra il corpo ni di crollo, in quanto erano pre- giori ritrovamenti si effettuarono del vaso; cospicui frammenti di senti mattonacci, tegole, pezzi presso la casa del Sig. Caligiuri ceramica da cucina. calabria di intonaco. Francesco; nella terra di risulta fu Venne anche alla luce un gros- Si rinvennero, inoltre, tantissimi trovata anche una moneta, in so pitos (probabile deposito di frammenti di ceramica acroma, bronzo, dell'epoca di Antonio Pio. acqua), in quanto una tubazione da cucina, colli di anfore, pezzi 6) Via Nazionale: sul finire degli fittile di piccola sezione, saldata di grossi orci, parti di tubazione anni '50, il Sig. Turco Basilio, a piombo alle giunzioni, termi- fittile. Presenti pure frammenti nello scavo per la costruenda nava sull'orlo del grosso orcio. sottilissimi di vetro di colori abitazione, mise in luce nume- La tubazione, solo una esigua diversi (azzurro, verde, giallo, roso materiale. paeseparte della quale venne eviden- trasparente) e di diversa prove- Furono evidenziati consistenti ziata dallo scavo, proveniva nienza (Siria, Colonia ecc.) indizi di un'abitazione con muri dalla zona delle colline con Furono recuperati anche i che si intersecavano per formare andamento NE-SO. seguenti reperti: ambienti; nei pressi dei muri ven- Dal proprietario vennero avver- a) parte superiore di un'anfora bel tite le "autorità" che tentarono di oneraria (collo, manici, orlo della recuperare il pithos legandolo bocca) del tutto simile a quella con delle funi ad un trattore che, il rinvenuta nello scavo di fonda- tirando, lo "sradicò" letteralmen- zione del casellone Palopoli in te dalla terra!! Tale pratica si via Marina. rivelò nociva in quanto, la parte Anche quest'anfora presenta superiore del pitos, andò in fran- sulle anse due bolli rettangolari. tumi, e si recuperò solo parte In uno si legge M.SCA/ e nell'al- della pancia e la base. tro probabilmente CA(L)AM in Il prof. De Franciscis, responsa- quanto, essendo il manico rotto bile dell'epoca, in "F.A.1960 a proprio a metà del cartiglio, la pag. 167 n° 2467, così scrive scritta risulta di difficile lettura testualmente: "durante i lavori di perché una lettera, la L, è stata costruzione di un edificio di pro- Lastroni in frammenti e resti di ossa. danneggiata dalla frattura. www.ilbelpaesecalabria.it caratterizzata da una bella casa- fattoria della fine del settecento, di proprietà degli eredi del mar- chese Anselmo Berlingieri. A metà strada dall'abitato di Torretta e la fattoria Berlingieri, esistono evidenti tracce di una grossa villa romana probabil- mente di epoca imperiale. Fino a qualche anno addietro, nella zona, affioravano resti di muri (opus incertum) presso i quali era facile rinvenire un gran numero di frammenti pertinenti a forme diverse, tegoloni, mat- tonacci, embrici a spalla stretta. La zona era amenissima con due querce secolari che sovra- e innumerevoli frammenti di stavano i ruderi ancora visibili. ceramica di vario tipo. Per la Da poche anni a questa parte, il velocità con cui furono eseguiti i comprensorio è stato oggetto di lavori, con conseguente interra- una lottizzazione tanto selvag- mento dello strato archeologico, gia quanto abusiva. Sono stati non mi fu possibile documenta- venduti circa cento lotti, molti re compiutamente o con foto la dei quali insistono nel perimetro situazione. dell'antica villa romana. Finora Questi i ritrovamenti principali,calabria non è sorta nessuna costruzio- avvenuti nell'ambito dell'abitato, ne, in attesa di una variante a in un arco di tempo abbastanza sanatoria da parte del comune, ampio e dei quali siamo venuti a ma fra breve l'intera zona verrà conoscenza direttamente. Molte urbanizzata con sicuro scempio altre cose ci sono sfuggite per- delle testimonianze antiche. ché non presenti o non chiamati Scempio già iniziato con la sul posto dai proprietari. Emerge distruzione e la sparizione dei (In alto) Muro di probabile abitazione. chiaro un dato: ogni volta che si muri visibili della villa romana, (In basso) Altro muro dissestato. paese procedeva ad uno scavo pro- l'abbattimento delle querce fondo dal torrente "Giardinelli" secolari bellissime e parte inte- Un lastrone bollato KALAM (con fin sotto la contrada "Cassia", il la K e non con la C) venne trova- grante del paesaggio, la costru- sottosuolo ha restituito materia- zione di una strada di lottizza- to sul lungomare di Torretta, in un le vario ascrivibile esclusiva- contesto tombale,bel nello scavo di zione che ha manomesso ed mente al periodo romano. alterato, in quel tratto, lo strato fondazione delle palazzine Tracce e resti importanti sono Lamanna. (vedi nota 20 e 21). archeologico. il stati scoperti anche fuori paese, Durante la costruzione di detta 8) Via Nazionale: poco più a nord, sulle colline circostanti, e diver- strada, sono stati messi in luce di fronte alla stazione FF.SS. il se fornaci sono state poste in sig. De marco Damiano, negli migliaia di frammenti di vario luce da uno scavo ufficiale, tipo e natura, sono state trovate anni '60, nello scavare le fonda- effettuato (dietro nostro segna- zioni del suo costruendo fabbri- tessere in marmo policromo lazione) dalla Soprintendenza al pertinenti, probabilmente, a cato poneva in luce, distruggen- bivio di Piano Mazza. doli velocemente per timore di un mosaici di ambienti terminali in Qui di seguito i principali ritrova- quanto nel 1990, il proprietario fermo dei lavori, i resti di probabili menti extraurbani: ambienti abitativi. di un lotto limitrofo, il Sig. 1) contrada Cassia: è ubicata, Cersosimo, in una ricerca idrica, SI evidenziarono muri che s'in- andando verso Cariati, poco tersecavano, situazioni di crollo ha trovato una vena di acqua fuori l'abitato di Torretta. E' minerale di notevole portata. www.ilbelpaesecalabria.it Parte superiore di anfora oneraria.

Il Sig. Francesco Clausi, pro- prietario del terreno, sul finire degli anni 70 effettuava uno scasso per l'impianto di un Frammenti fittili e tubazione. nuovo vigneto. Probabilmente la villa usufruiva epoca romana, pietre divelte da Il potente mezzo meccanico, di questa acqua per l'impianto muri a secco, parte del labbro di poneva alla luce dissestandoli, termale, che certamente posse- un grosso pithos, qualche pezzo imponenti resti di una villa roma- deva, data l'importanza e l'im- di ceramica acroma dello stesso na di vaste dimensioni. ponenza dei resti. periodo. L'insediamento occupava il pia- Ora si vedono poche tracce, in Nella zona fra l'oliveto e la noro ai piedi della collina. superficie, in quanto i proprietari spiaggia (occupata dal rimbo- L'aratro distrusse mura di fon- dei lotti hanno arato e disossato schimento), gli operari addetticalabria a dazione pertinenti ad ambienti ognuno la loro porzione di terre- lavori di rampatura delle erbac- della villa, il calidarium dell'im- no, asportando e cancellando ce, trovarono una moneta, in pianto termale, riportando in molte tracce evidenti. bronzo, di Sulpicio Galba. superficie ingente materiale fitti- Sarebbe necessario e improcra- 1) contrada Manele: è ubicata a le: rocchi di colonna con scana- stinabile un intervento ufficiale, poco meno di cinquecento metri lature ad angolo vivo, mattonac- più volte da me sollecitato, per dal bivio di piano di Mazza che ci di grosso modulo, elementi salvare il salvabile. dalla S.S. 106 porta verso della pila del calidarium, embrici Il toponimo CASSIA è probabilepaese Crucoli sulla sinistra salendo a spalla stretta, molti frammenti che derivi dal nome di un verso il paese. e bordi di pitoi, varie forme di CASSIUS, antico padrone della villa, ossia l'alterazione della "domus Cassii", come probabile era chiamata bel l'abitazione in epoca romana. Di fronte il sito della villa roma- na di il Cassia, andando verso il mare, c'è la contrada "Piana grande" attraversata da un riga- gnolo, secco d'estate, che ha origine proprio al di sotto dell'in- sediamento antico. Cento metri a nord di detto riga- gnolo, nell'uliveto adiacente alla fascia costiera, in seguito all'ara- tura del terreno, sono venuti alla luce diversi mattoni di modulo tardo, frammenti di tegoloni di www.ilbelpaesecalabria.it ceramica da cucina, pesi da acquedotto che dalla sorgente fornace di epoca tardo-ellenisti- telaio tronco-piramidali, basi di Manele, portava l'acqua alla ca. 3) Contrada destre di diversi vasi, colli e manici di villa romana. Tutto venne distrut- Madonna: si estende a ovest anfore onerarie su uno dei quali to ed asportato. Qualche anno dal Santuario della Madonna di era un bollo rettangolare con le dopo l'impianto del vigneto,calabria la Manipuglia, proprio sotto il muro seguenti lettere: P.LVI.MS. zona sulla quale insistevano i di contenimento. Furono ritrovate anche numero- resti della villa, venne acquista- Il sito è ameno ed è caratteriz- se tessere di marmo, in bianco ta dalla Italgas-Sud (per esigen- zato da piante di olivo secolari e nero, pertinenti ad un mosai- ze aziendali) spianata e sban- che l'occupano per intero. co, e molti pezzi di piombo di cata di oltre un metro dal prece- Il terreno è di mia proprietà. varia forma e dimensione. dente piano di campagna, per Tutta l'area intorno alla chiesa, Nel giro di poche giorni, tutto il cui, le poche tracce dell'antico è interessata da frammenti, materiale superficiale fu aspor-paesesito, risparmiate dal precedente tegoloni, mattonacci e altre tato e fatto sparire per prosegui- scasso, furono irrimediabilmen- forme tipiche del periodo impe- re i lavori agricoli. te cancellate. riale romano. effettuando lavori A poche decine di metri da tale Cento metri a sud della fonte agricoli, agli inizi degli anni '80, ritrovamento, c'è la fonte di Manele, presso la strada che furono messe in luce strutture Manele che, anchebel oggi, forni - porta alla c.da "Riganni", sono murarie che s'intersecavano per sce acqua abbondante alla visibili i muretti della camera di formare ambienti abitativi, come zona. Poiché si tratta di una combustione (prefurnia) di una si evince dal disegno della pagi- fonte il antichissima, certamente na seguente. da essa anche la villa romana Prolungare e rafforzare il muro provvedeva ai suoi bisogni rifor- di cinta a est della chiesa, nella nendosi di acqua. terra di risulta, furono evidenzia- Alcuni operai, preposti ai lavori ti altri frammenti coevi. Bisogna agricoli, m'informarono che a quindi supporre che lo stesso monte della villa, nell'effettuare Santuario fu costruito, almeno uno scavo di drenaggio, ritrova- in parte, sull'area dell'antica villa rono un muro basso a fianco del romana. quale correvano dei tubi fittili Nei pressi delle fondamenta di che si dirigevano verso i resti Sotto il muro del Santuario, in primo uno di questi muri furono ritro- della villa. Di certo un tratto di piano, il sito della villa romana. vati: www.ilbelpaesecalabria.it metà del XVI sec., nell'inventa- rio dei beni del conte D'Aquino, signore di Crucoli. E' anche inserito nel catasto onciario del 1752. Per la toponomastica varie sono le congetture: Pericle Maone nel saggio Dominatori e dominati nella storia di Crucoli, scrive testualmente: "l'Alessio, in Saggio di toponomastica Calabrese (Firenze Olschki 1939 pag. 342), fa derivare il toponimo Manipuglia da "manus-pullia" e l'attributo da "pullius per pullus=soffice"; nel a) una lucerna in frammenti e nostro dialetto pugliu, lacunosa, in terra sigillata chiara puglia=soffice, dinoccolato. africana, sul medaglione impres- Evidentemente si tratterebbe di sa una nike alata e panneggiata un attributo delle mani della sulla biga trainata dai cavalli; Madonna. Sul dipinto la mano b) frammenti di ceramica a ver- sinistra, più della destra messa nice corallina; in evidenza, regge teneramente c) frammenti di coppe a pareti il Bambino Gesù, quasi temes- sottili e vernice diluita; se di fargli male. Da questo d) moneta, in bronzo, di Antonino atteggiamento di estrema dol- Pio (dupondio) appena decifra- calabriacezza materna, il popolo cruco- bile; lese avrebbe tratto il nome della e) Moneta, in bronzo, al D/ testa sua Madonna". 21 bis dell'imperatore a d. intorno leg- Don Mario Ferraro, per anni genda (CA) ESAR. AVGVST. sacerdote responsabile del PONT, al R/ le lettere S.C. Per sacro luogo, data l'amenità del la scarsa conservazione, non si sito, propende per l'ipotesi che è potuto stabilire l'imperatore Manipuglia sia la corruzione di effigiato sulla moneta; paese "mansio-pulcra" (dimora bella) f) due impiombature di media in quanto, il popolo ignorante grandezza; non sapendo ben pronunciare il g) due chiodi, in ferro molto car- nome latino, l'avrebbe trasfor- cato, in pessimo stato di conser- mato in Manipuglia. vazione. bel Come si vede le ipotesi sono le La cronologia del materiale ritro- più disparate ma nessuna sem- vato va dal II sec. a.C. al II-III bra essere del tutto attendibile. sec. d.C.il Negli anni seguenti, i reiterati lavori agricoli, hanno in parte distrutto o reinterrato le strutture evidenziate. Buona parte del sito archeologico è ancora inte- gro e richiederebbe uno scavo sistematico necessario per chia- rire definitivamente la strutture e i limiti temporali. Il nome di Manipuglia si trova Ubicazione resti dissestati della villa Cocciame sparso nell'area della villa già menzionato nella seconda romana "Manuele" romana. www.ilbelpaesecalabria.it Lucerna in frammento. 4) Contrada bivio piano Mazza: di fronte al bivio per Crucoli a nord di Torretta, fra la statale 106 e la ferrovia TA-RC, in seguito ad aratura del terreno nell'ottobre del 1974, è affiorata una grande quantità di coccia- Le foto dello scavo ufficilale. me, frammenti di tegoloni, mat- tecniche di costruzione: la prima tonacci, colli, anse, fondi di al proprietario, in quanto si trat- solo in pietrame, la seconda in anfore onerarie di vario tipo. tava di una occupazione tempo- pietrame misto e frammenti di Recuperammo piccoli frammen- ranea. embrici, forse corrispondenti a ti a vernice corallina (terra sigil- Pochi mesi dopo, dovendo que- due diverse fasi di vita dell'inse- lata) e due frammenti di vetro sti impiantare un complesso per diamento. colorato, un panetto di terracot- la fornitura del calcestruzzo ubi- Cronologicamente le testimo- ta forato al centro, un mattone calabriacato sul terreno dove insisteva nianze più cospicue, evidenzia- di piccolo modulo e cinque cunei lo scavo archeologico, il Sig. te dallo scavo, si riferiscono al di terracotta con impronta digi- Antonio Lamanna, abusivamen- periodo imperiale (dal III al V tale (distanziali per fornace). te e in barba a tutte le leggi, sec. d.C.).23 Probabilmente una villa rustica effettuò un poderoso sbanca- Dopo gli opportuni rilievi, lo con frequentazione fino al V mento distruggendo totalmente scavo venne riempito di sabbia sec. d.C., dalla tipologia dei il sito delle fornaci romane sca- e rinterrato e il terreno restituito reperti. vate dal dott. Capano!! Il sito venne tempestivamentepaese Sito delle fornaci romane, con sopra l'impianto per il calcestruzzo, visto segnalato alla Soprintendenza dall'elicottero. Archeologica della Calabria che mandò l'ispettore dott. Capano per rilevare il tutto.22 5) Contrada bel bivio Piano di Mazza: il sito è quello descritto in precedenza.il Nei mesi di Settembre-Ottobre 1981, sotto la direzione del dott. Capano della Soprintendenza Archeologica, si è effettuata una campagna di scavo. Oltre alla villa rustica citata in preceden- za, sono venuti alla luce, nelle immediate vicinanze, resti di fornaci a pianta quadrata di epoca romana. Lo scavo evidenziò due diverse

www.ilbelpaesecalabria.it è evidenziato dai ritrovamenti effettuati nel 1947 quando alcu- ni operai, preposti ai lavori della costruenda SS.106 Jonica, s'im- batterono in strutture antiche. Uno dei lavoratori dell'epoca, il Sig. Zacometti Fedele di Torretta, capo squadra della ditta dell'ing. Caprioglio di Milano appaltatore all'epoca, mi ha riferito che nella zona, com- presa tra il torrente Giardinelli, attraverso il vigneto Clausi, fin quasi all'attuale albergo-risto- rante "del Sole", gli operai dis- sestarono molti lastroni, proba- bili blocchi di pietra, mettendo in luce orcetti, "pignate" (cinera- Sito delle fornaci romane e l'impianto del calcestruzzo visto dalla SS.106 Jonica. ri?), lucerne, piccoli vasi acromi, dei quali non ha saputo descri- vermi i profili con esattezza. Più di trenta camionate di mate- si sono adottate sanzioni contro Il tutto sotto l'attuale tracciato riale di risulta furono trasportate il distruttore. della strada statale. ai margini del greto del Nel frattempo l'impianto per il Da quanto riferito la zona, e per Fiumenicà, di fronte alla contra- calcestruzzo continua a funzio- il cinerario consegnato alle auto- da "sulleria Clausi". nare ininterrottamente e dal rità competenti, e per i ritrova- Mi hanno informato che i cumu- Lamanna è stato, nel frattempocalabria menti effettuati dagli operai li, passati al setaccio coi metal- , venduto ad una impresa che fa addetti alla costruzione della detectors, hanno restituito capo al costruttore Cataldo di strada, sembra essere stata numerosi denari (dei quali igno- Torretta. interessata ad una necropoli di ro la tipologia) e alcune monete Purtroppo così vanno le cose periodo romano, non meglio di bronzo con teste degli impe- d'Italia…!! definibile, data la povertà dei ratori (dei quali ignoro i nomi). 6) Contrada Giardinelli: è ubica- dati in nostro possesso. Io stesso ho recuperato un gros- ta sulla destra, dopo il bivio per Il materiale ritrovato, non tenuto so bordo di pitos, con la scritta Crucoli, andando verso Cirò in nessun conto, venne subito in numeri romani, come apparepaese Marina. disperso e le tracce in sito evidente dalla foto in basso. Nell'anno 1959, ai bordi del coperte dal rilevato stradale. vigneto degli eredi del Sig. Questi i ritrovamenti extraurbani Massimo Clausi, fu ritrovata una dei quali abbiamo avuto notizia bel tomba di epoca romano-repub- nell'arco di svariati anni. Quasi blicana, contenente un'olla cine- tutti da noi visionati personal- raria, due vasetti di vetro, uno mente e, dove è stato possibile, il specchio bronzeo. I reperti ven- documentati con fotografie. Solo nero consegnati ai funzionari poche notizie sono di seconda della Soprintendenza mano ma tutte riferite da pubbli- Archeologica. 24 ci impiegati e comunque da Il Sig. Lamanna, dopo lo scem- Tutta l'operazione venne gestita gente massimamente attendibi- pio venne denunziato dalla dal Sig. Cersosimo Francesco le, come la guardia comunale o Soprintendenza ed è tuttora (che mi ha fornito le notizie), il capo squadra degli operai. pendente, contro di lui, un pro- all'epoca guardia comunale Le fonti antiche (Marafioti, P. cedimento presso la pretura di nell'amministrazione presieduta Giovanni Fiore, Elia D'Amato, Cirò ma, dopo dieci anni, nulla è dal Sig. Critelli. Barrio) pongono Paternum a successo, non si è avuto nessu- Che la zona in questione fosse Cirò-Crimissa da dove la sede, no sbocco legale, né tantomeno archeologicamente interessante in seguito, sarebbe stata spo- www.ilbelpaesecalabria.it Foce del Nicà e sito della torre Fiumenicà (Policaretto). Impianto del calcestruzzo sotto il quale erano ubicate le fornaci romane dello scavo Capano. stata ad Umbriatico. posti diversi, rimaneva e firma- sia Cirò che Umbriatico possa- Tutti concordano nel dire che va gli atti ufficiali come vescovo no identificarsi col borgo roma- Paternum fu una delle "statio- della scomparsa Paternum no citato negli Itinerari. nes" degli itinerari di Antonino prima a Cirò e poi ad Ai nostri giorni, soprattutto due Pio. Umbriatico.25 Per Cirò si hanno storici locali (i fratelli Liguori)26 Queste due asserzioni sono in notizie solo a partire da IX sec. per mero campanilismo, voglio- contrasto tra loro in quanto, d.C., cioè quasi due secoli dopo no identificare Paternum nei facendo i debiti calcoli chilome- la distruzione di Paternum avve- dintorni di Cariati alla contrada trici circa le distanze riportate nuta notoriamente nella seconcalabria- S. Maria. negli itinerari, i conti non torna- da metà del VII sec. Lenormant Anche per questo sito (come no più. Non è possibile, quindi, scrive testualmente: 25bis "Cirò per Crimissa-Cirò), osta la che Cirò o Crimissa-Cirò (a data solamente dal IX secolo, distanza chilometrica, troppo maggior ragione Umbriatico), ed ereditò in quell'epoca la sede breve da Roscianum ad possono identificarsi con episcopale di Paternum". Quindi Paternum, troppo lunga da Paternum, senza dover ammet- solo la sede episcopale e non il Paternum ad Meto (fiume Neto). tere che la distanza fra le "sta- sito della città. D'altra parte, come accennavo tiones" di Roscianum-Paternum- Per quanto riguarda Umbriatico, in precedenza, la contrada S. Meto siano errate! paesea parte gli argomenti di varia Maria non ha mai restituito E' più logico affermare, invece, natura che si potrebbero addur- materiale archeologico, struttu- che gli antichi notatori abbiano re, ce n'è uno che taglia la testa re, indizi concreti che possano equivocato indicando un sito per al toro: le distanze chilometriche suffragare le tesi contenute dagli un altro, tratti bel in inganno dal degli itinerari. storici calabresi. "vagabondare" del Vescovo che, E' noto che Umbriatico è un Le fonti più recenti e accreditate dalla distrutta Paternum (per paese interno, appollaiato su pongono, invece, Paternum alle motivi il di sicurezza), si trasferì una rupe, al quale si può acce- foci del Nicà (Swinburne, prima a Cirò e da qui, dopo dere solo da una strada lunga e Lenormant, Kahrstedt). breve periodo non sentendosi tortuosa che, anche oggi, Il viaggiatore inglese annotava sicuro neanche in tale sito in dovrebbe ricalcare il tracciato che poche rovine di Paternum quanto anch'esso in prossimità antico, essendo l'unico tracciato fossero in prossimità del luogo del mare e soggetto ad incursio- possibile per una strada. Da chiamato "Torre vecchia" a est ni, si barricò ad Umbriatico Roscianum ad Umbriatico ci di Cariati. distante dalla costa e posto su sono molti più chilometri che i Torre vecchia è effettivamente di un costone roccioso inespu- 39 indicati negli Itinerari!! così ubicata a est rispetto alla cittadi- gnabile. dicasi da Umbriatico a Meto. na di Cariati e deve essere sicu- Da queste peregrinazioni del Per tali motivi dobbiamo esclu- ramente la torre d'avvistamento, Vescovo, che pur emigrando in dere, in maniera categorica, che ora diruta, i cui resti si trovano www.ilbelpaesecalabria.it alla foce del Nicà in contrada Stando ai dati, soprattutto arche- erano caratterizzate da ville Policaretto. ologici, che abbiamo illustrato sontuose (Manele Clausi, Ai tempi dello Swinburne (il finora, è evidente che la conclu- Cassia, destre di Madonna) ubi- viaggio in Calabria fu effettuato sione conseguenziale può esse- cate in posti ameni e panorami- nel 1777-78), la torre doveva re una sola: la moderna frazione ci, che ci attestano la disponibi- essere ancora in piedi e quindi Torretta occupa il sito, sovrap- lità di denaro e un certo rango notata e annotata dal viaggiato- ponendosi ad esso, dell'antico della committenza. re. Torre vecchia è senza dub- "borgo romano" di Paternum. La necropoli, per quanto pochi bio la torre del Policaretto, la Per sommi capi possiamo anche siano gli indizi a noi pervenuti quale, per le distanze chilome- tentare, sempre seguendo i dati (cinerario e racconto del capo- triche intercorrenti fra le "statio- in nostro possesso, una propo- operaio), è ipotizzabile fosse nes" degli Itinerari, ben si addi- sta di toponomastica della citta- ubicata sotto l'attuale rilevato ce come sito limitrofo del territo- dina antica. stradale della SS.106 Jonica, rio di Paternum. Oltretutto le La zona del lungomare (casello- all'altezza del vigneto degli eredi fornaci di laterizi, scavate dalla ne Palopoli) è il luogo dove Clausi. Soprintendenza al bivio di Piano erano ubicati i magazzini e il Tutti i ritrovamenti descritti, il Mazza, sono ubicate a poche punto d'attracco delle navi. materiale recuperato e fotogra- decine di metri dai resti della Ancora oggi la flottiglia pesche- fato, sono rigorosamente in torre. reccia privilegia questa insena- linea con l'epoca in cui sorse, Anche Lenormant pone tura. fiorì e fu distrutto il piccolo Paternum alle foci del Nicà nei Subito dietro il lungomare vi "borgo romano" di Paternum. pressi della "Torre Fiumenicà" erano unità abitative con proba- A me le cose appaiono chiare chiamando, con tale nome, la bili negozi (rione Labonia, via ma, non essendo un archeologo torre del Policaretto. fratelli Bandiera, casa Turco) "professionista", metto i dati a Kahrstedt, nella mappa degli stante il ritrovamento di monete disposizione di chi, con più insediamenti della colonizzazio- in detti luoghi. scienza della mia, voglia cimen- ne romana, non solo pone Dalla collina del Barco Partivacalabria il tarsi nell'arduo compito d'illumi- Paternum alla foce del Nicà, ma tronco principale dell'acquedot- nare, diradando le nebbie del c'informa, anche, che poteva to (falegnameria Vizza passato, i punti oscuri che anco- considerarsi una cittadina nelle Francesco) che poi ripartiva in ra avvolgono Paternum e la sua cui immediate vicinanze sorge- sezione più piccola (stazione ubicazione. vano delle ville. FF.SS. e casa Turco) per distri- Tale notizia è stata ampiamente buire l'acqua alle abitazioni cir- confermata dai ritrovamenti costanti (rione Labonia, casa archeologici. Infatti, come abbia-paeseCelsi al piazzale stazione, casa mo documentato nelle pagine De Marco, casa Turco. precedenti, i resti di una villa Altre unità abitative erano ubi- sono stati trovati nei pressi del cate sotto la macelleria De Santuario di Manipuglia, altri Marco, nell'ex giardino Clausi resti importanti belpresso la contra - (oggi villa comunale) e probabil- da Cassia, inerenti ad un grosso mente vicino la massicciata fer- complesso con sorgente d'ac- roviaria presso il passaggio a qua minerale,il e infine imponenti livello in direzione Cariati. tracce di una villa, di vaste La zona "industriale", invece, dimensioni in contrada Manele- era ubicata al bivio di piano Clausi, dotata di impianto ter- Mazza dove sono state scavate male e di decorazioni musive. dalla Soprintendenza, un com- Le tre ville erano poste in luoghi plesso di fornaci per la cottura ameni, panoramici, con splendi- di laterizi. In prossimità delle de viste sul mare e dotate (quel- quali è stata evidenziata una le di Cassia e Manele) di terme, villa rustica con frequentazione e stante le dimensioni e le fino al V sec. comodità, costruite per una ricca Le zone "residenziali" (come committenza. ben ci aveva avvertito Kahrstedt) www.ilbelpaesecalabria.it