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PIANO DI EMERGENZA COMUNALE (Piano di protezione civile)

Novembre 2008 Indice 1. Parte generale Premessa...... 6 Introduzione...... 7 Quadro normativo di riferimento:legislazione nazionale...... 8

2. Il territorio comunale Inquadramento generale...... 11 Cenni storici...... 12 Limiti amministrativi...... 13 L'assetto morfologico del frusinate...... 13 L'assetto geologico...... 13 L'assetto idrografico...... 16 Il clima...... 20 Le infrastrutture per il trasporto...... 21 Viabilità esterna...... 21 Rete ferroviaria...... 22 La rete viaria comunale...... 22 Direttrici di scorrimento...... 22 Nodi viabili ad elevata congestione di traffico...... 22 Dati logistici Sede Istituzionale del Comune...... 23 Sede del gruppo comunale di Protezione Civile...... 23 Sede del Corpo di Polizia Municipale...... 23 Superficie complessiva del territorio comunale...... 23 Dati demografici...... 24 Dati culturali...... 24

1 3. I rischi Premessa...... 28 Rischio sismico...... 29 Inquadramento generale...... 29 Il territorio di Settefrati...... 30 Vulnerabilità territoriale...... 30

Rischio idrogeologico...... 31 Esondazione di corsi d'acqua...... 31 Frane e smottamenti...... 32 Rischio incendio boschivo...... 34 Descrizione del comprensorio interessato...... 35 Comune di Settefrati...... 37 Pro.Ci.Co e il Catasto degli incendi boschivi...... 38 Rischio eventi meteorologici...... 40 Piogge...... 41 Nevicate...... 41 Ondate di calore...... 41 Gelate...... 42 Temporali...... 42 Venti...... 42 Nebbie...... 43 Rischio connesso ad attività di trasporto...... 43 Rischio Black-out elettrico...... 43 Massimo rischio atteso...... 44

4. Organizzazione della struttura di protezione civile I lineamenti organizzativi...... 46 Le strutture comunali di protezione civile...... 46 Il Comitato comunale di protezione civile...... 46 L’ufficio comunale di Protezione Civile...... 48 Il Centro Operativo Comunale...... 48 La Sala Operativa...... 49 L'Unità di crisi comunale...... 49

2 Il Centro Operativo Misto...... 56 Le Strutture di supporto...... 57 Le Aziende Sanitarie...... 57 La Centrale Operativa Sanitaria 118...... 58 Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA)...... 59 Linee G. Onorati...... 59 La Società ACEA ATO-5...... 59 Società fornitrici di energia...... 60 Società fornitrici di servizi...... 60 Associazione Radioamatori Italiani...... 60 Organizzazioni di Volontariato...... 60 Metodo Augustus...... 60

5. Le risorse Le risorse umane e strumentali...... 64 Il Personale...... 64 I Materiali e i Mezzi...... 64 Le Infrastrutture...... 64 Strutture scolastiche...... 64 Strutture ospedaliere...... 65 Strutture comunali...... 65 Impianti sportivi...... 65 Gli insediamenti abitativi di emergenza...... 66 Le aree e le strutture di ricovero della popolazione...... 66 Le aree di attesa della popolazione...... 66 Le aree di ammassamento soccorritori e risorse...... 66 Pianificazione delle risorse...... 67 Dislocazione delle risorse...... 67 C.O.C. – Centro Operativo Comunale...... 67 Insediamenti abitativi d’emergenza...... 68 Aree di attesa della popolazione...... 68 Le aree e le strutture di ricovero della popolazione...... 69 Le aree di ammassamento soccorritori e risorse...... 70 Risorse idriche...... 70

3 6. Le Procedure operative Le procedure operative...... 72 Sistema di Allertamento Regionale...... 72 Avviso meteo...... 72 Le segnalazioni...... 73 Il modello di intervento...... 73 Evento con preavviso...... 74 Evento improvviso...... 78 Eventi particolari...... 81 Fenomeno sismico...... 81 Precipitazioni intense di natura temporalesca (idrogeologico)...... 81 Nevicata eccezionale...... 82 Incidente nei trasporti...... 82 Black-out elettrico...... 83 Emergenze sanitarie...... 84 Specificazione degli interventi rischio incendi...... 84 Principio di sussidiarietà...... 86

7. L’Informazione alla popolazione L’informazione della popolazione...... 89 Tempi dell'informazione...... 89 Informazione preventiva...... 89 Informazione in emergenza...... 90 Informazione post-emergenza...... 90 I contenuti della comunicazione...... ,,...... 90

8. Modulistica 9. Cartografia Bibliografia

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Parte GENERALE

6 1.1 Premessa Il Piano comunale di protezione civile, è stato elaborato con lo scopo di fornire al Comune uno strumento operativo utile a fronteggiare l’emergenza locale, conseguente al verificarsi di eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo. E’ necessario sottolineare che ci si riferisce ad eventi che per loro natura ed estensione possono essere contrastati mediante interventi attuabili autonomamente dal Comune con l’eventuale supporto di enti e organizzazioni esterni. Per i casi di più rilevante dimensione il Piano rappresenta lo strumento di primo intervento e di prima gestione dell’emergenza sapendo che servirà poi il supporto dei soggetti che operano a livello regionale o nazionale. Nello specifico caso del Comune di Settefrati è indubbio che in caso di necessità, visto la ridotta disponibilità di strutture operative, questo potrà richiedere il supporto di quelle realtà presenti sul territorio cittadino, le quali per organizzazione, disponibilità di risorse e professionalità possono concorrere efficacemente ad affrontare l’emergenza tramite il principio di sussidiarietà. Non ci si può, inoltre, dimenticare del contributo offerto dall’attività svolta dal volontariato che ricopre un ruolo fondamentale non solo durante il soccorso alla popolazione, ma anche in tutte le altre fasi che contraddistinguono l’attività di protezione civile. Inoltre, non si può non sottolineare che di fronte all’emergenza potrà in alcuni casi essere necessario ricorrere all’ausilio delle risorse tecnologiche e strumentali che lo sviluppato tessuto delle attività economiche private del nostro territorio può mettere a disposizione. Come già accennato il Piano rappresenta un ausilio per il superamento di emergenze causate da calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbano essere necessariamente fronteggiate a livello regionale o nazionale, ma che richiedono, comunque, una gestione delle prime ore della crisi a livello locale: infatti, se è vero che in tali situazioni si mette in moto un meccanismo di aiuto di dimensione nazionale o,addirittura, internazionale, è altrettanto vero che il maggior numero di vite umane salvate si concretizza nei momenti che seguono immediatamente l’evento calamitoso. Il processo di definizione degli scenari d’emergenza presuppone, infatti, l’acquisizione di valutazioni specifiche sui rischi che non sono di competenza, fra l’altro, del solo Comune, ma anche e soprattutto della Regione e della Provincia in quanto titolari, in primis, dei Programmi di Previsione e Prevenzione.

7 1.2 Introduzione Il Piano Comunale di Protezione Civile è uno strumento di pianificazione indispensabile per fronteggiare le emergenze di massa in aree soggette ad eventi estremi, ma anche quando tali fenomeni si sviluppano con ridotta frequenza e comportano, comunque, il perdurare di un rischio residuale. Il Piano si può definire come il modello organizzativo di risposta agli scenari che conseguono al verificarsi nell’ambito del territorio comunale di eventi capaci di produrre effetti distruttivi nei confronti dell’uomo, dell’ambiente e del patrimonio, che debbano essere fronteggiati con un intervento straordinario. Il Piano, sulla base di scenari di riferimento, individua e disegna le diverse strategie finalizzate alla riduzione del danno ovvero al superamento dell'emergenza ed ha come finalità prioritaria la salvaguardia delle persone, dell’ambiente e dei beni presenti in un'area a rischio. Il Piano è sostanzialmente costituito da alcuni Scenari di evento e da un Modello di intervento di emergenza e di soccorso; lo scenario non è altro che la descrizione della dinamica dell'evento e si realizza attraverso l'analisi, sia di tipo storico che fisico, delle fenomenologie. I limiti della costruzione di uno scenario sono da ricercarsi nel livello di indeterminatezza dei diversi fenomeni che lo generano. A tale riguardo, si possono sostanzialmente riconoscere tre classi di fenomenologie: - fenomeni noti e quantificabili, quindi con una casistica di riferimento ed una modellistica di simulazione e previsione sufficientemente attendibili; - fenomeni noti non quantificabili o scarsamente quantificabili per i quali si riesce a raggiungere esclusivamente una descrizione qualitativa; - fenomeni non noti o scarsamente noti che per intensità e dimensioni sono riconducibili a fenomeni rari e, pertanto, difficilmente descrivibili anche a livello qualitativo.

8 1.3 Quadro normativo di riferimento:legislazione nazionale Il testo normativo fondamentale in materia di protezione civile attualmente in vigore in Italia è la Legge n. 225 del 24.02.1992 , istitutiva del Servizio Nazionale della Protezione Civile, che così è definito all’art. 1 comma 1: «È istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile al fine di tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi». Il nuovo impianto normativo riprende alcuni concetti introdotti dalla normativa previgente e li rafforza ulteriormente, classificando le attività ed i compiti di protezione civile in : - PREVISIONE; - PREVENZIONE; - SOCCORSO; - SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA.

Nella struttura della protezione civile il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, è chiamato ad affrontare con immediatezza l'impatto di un qualsiasi evento calamitoso ed a soddisfare le esigenze di primo intervento, implementando in tal modo le premesse per le successive azioni più adeguate e rispondenti. La Legge 24 febbraio 1992, n. 225 , sulla "Istituzione del servizio nazionale della protezione civile", amplia le competenze del Comune, estendendole a quelle attività di previsione e prevenzione che, nella sequenza operativa di un evento calamitoso, costituiscono a monte la barriera capace di contenere i fattori di rischio ed i danni causati da un evento sia naturale, sia provocato dall'uomo. I compiti affidati ai comuni in materia sono stati meglio precisati ed integrati dall'art. 108 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 , sul "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59", ed individuati nelle seguenti funzioni: a) attuazione in ambito comunale delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi; b) adozione di tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi; c) predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza e cura della loro attuazione;

9 d) attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; e) vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile,dei servizi urgenti.

Infine, l'articolo 12 della Legge 3 agosto 1999, n. 265 , che detta "Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla Legge 8 giugno 1990, n. 142, non abrogato dalla normativa successiva, ha sancito definitivamente, eliminando così il dualismo di competenza con il Prefetto, il dovere esclusivo del Sindaco di informare tempestivamente la popolazione sulle situazioni di pericolo o comunque connesse con esigenze di protezione civile. In tema di avvisi alla popolazione, già il D.P.R. 6.2.1981, n. 66 , regolamento di attuazione della vecchia Legge 8.12.1970, n. 996 , all'art. 36 prevedeva che il Sindaco, in caso di urgenza sostituisse il Prefetto nel compito obbligatorio di informare la cittadinanza. Nel campo specifico relativo alle diverse tipologie di rischio si segnalano il D.L.vo n. 3346 del 17.08.1999 (ha recepito la direttiva 96/82/CE detta “Seveso 2” modificando ed integrando, di fatto, il precedente quadro normativo di riferimento), relativo al controllo dei pericoli di incidente rilevante connessi con determinate sostanze pericolose, la Legge n. 267 del 3.08.1998 ed il D.P.C.M. 24.05.2001, inerenti al rischio idrogeologico, e la Legge n. 64 del 02-02-1974 e il D.M. 5 marzo 1984 inerenti al rischio sismico. La metodologia adottata nella redazione del seguente piano ha, soprattutto, tenuto conto delle disponibilità di dati che il territorio è stato in grado di fornire. A tal proposito, per quanto concerne i dati relativi all’inquadramento generale del territorio, con particolare riguardo a: - assetto morfologico; - assetto geologico; - idrologia; - censimento degli elementi a rischio, si è tenuto conto dei dati riportati nel Piano Regolatore Generale e successive varianti.

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Parte Seconda

IL TERRITORIO

11 2.1 Inquadramento generale Il Comune di Settefrati è situato territorialmente nell’area Sud Orientale della Provincia di , confina con la regione Abruzzo, si sviluppa ad Est della Valle di Comino, ha un’altitudine di mt. 784 s.l.m. con una variabilità del territorio da mt. 390 s.l.m. in Valle Pecorina fino ad un’altezza di mt. 2044 s.l.m. in corrispondenza della Rocca Altiera. Le caratteristiche geografiche e demografiche del Comune lo classificano “Comune Montano” e “Comune Rurale” . La superficie complessiva del territorio ascende a 5056 ettari; sotto il profilo orografico il territorio comunale è costituito in gran parte da una zona montana rappresentata dalla catena “Monte Petroso” e “Monti della Meta”, ed è limitata ad Est dalla Valle dei Tre Confini e dall’alta Valle del . Queste aree sono incluse nel Parco Nazionale d’Abruzzo; verso Sud-Ovest la zona montuosa degrada rapidamente e si trasforma in un’area collinare che declivia verso la Valle della Melfa. La parte del territorio occupata da insediamenti antropici rappresenta il 10 % dell’intero territorio comunale ed è sita nella zona Sud Occidentale prevalentemente collinare.

Figura 1 Comune di Settefrati

12 2.1.1 Cenni storici I documenti storici che dimostrano l’esistenza di Settefrati risalgono all’anno 988, nei quali si parla della donazione della Chiesa di S. Paolo, fatta dal duca Rinaldo dei Marsi all’abate di Montecassino. Luogo adatto alla contemplazione religiosa, intorno all’XI° secolo alcuni monaci benedettini, sotto l’abate Desiderio di Montecassino, edificarono un monastero, in seguito dedicato alla Madonna. Settefrati è stata celebre nei tempi passati per le miniere di “limonite”, da cui si estrae il ferro, situate nella valle di Canneto, fatte sfruttare dal governo borbonico fino al 1854. A Settefrati nacque nei primi anni del XII° secolo “Alberico il visionario”, autore di una “visione” ultraterrena, da cui potrebbe avere avuto spunto Dante Alighieri, quasi due secoli dopo, per la composizione della Divina Commedia. Infatti esiste un codice pergamenaceo, custodito a Montecassino e risalente al 1192, in cui è scritto che Alberico, del Castello di Sette Frati, all’età di nove anni cadde malato e perdette conoscenza per nove giorni. Durante tale periodo di incoscienza il giovinetto ebbe una prodigiosa visione, in cui gli parve di essere trasportato nel Purgatorio e nell’Inferno, osservando i peccatori che vi giacevano, le loro pene e le loro suddivisioni. Ripresa conoscenza, il giovane Alberico venne convinto a professare la vita monastica a Montecassino. La “visione” venne redatta su pergamena nel 1127 ed in seguito curata sul testo del “codice cassinese 257”. Secondo alcuni studiosi, Dante Alighieri conobbe la “visione” di Alberico per avere probabilmente sostato a Montecassino, durante il suo viaggio a Napoli. Gli stessi versi che l’Alighieri dedica alla città di sembra confermino tale ipotesi, ed un sommario confronto tra i due componimenti ci dà una sorprendente somiglianza fra le due opere.

Figura 2 Vista del centro storico

13 2.1.2 Limiti amministrativi Il territorio di Settefrati confina: • A Nord con la regione Abruzzi; • A Sud con il Comune di ; • A Est con il Comune di Picinisco; • A Ovest con il Comune di e S. Donato Val Comino.

2.1.3 L’assetto morfologico del frusinate Il territorio del frusinate può essere rappresentato da tre principali entità morfologiche. La zona è delimitata dai rilievi appennini dei Monti Simbruni e parte dei Monti Lepini che con vette superiori anche ai 2000 metri di altezza, raccolgono in direzione Nord/Est tutta la provincia da Nord e segnano il confine con Molise e Abruzzo. I rilievi pre-appenninici dei Monti Ausoni, degli Aurunci e parte dei Monti Lepini si estendono da Ovest a Sud e ne seguono il confine con le province di Roma e Latina. Essi sono caratterizzati da rilievi appenninici più contenuti dei precedenti – le vette più alte non superano i 1400 metri – e da tratti accidentati, rupi scoscese o pareti a strapiombo. Si tratta di un territorio omogeneo dal punto di vista geomorfologico e forse anche per questo dal punto di vista storico-culturale, così che fino al XVIII secolo erano conosciuti come Monti Volsci. La zona valliva è collocata tra i rilievi appenninici e quelli pre-appenninici per allargarsi verso Sud/Est fino all’area valliva del Cassinate. L’area valliva a Nord di Frosinone è detta Valle del Sacco dal nome dell’omonimo fiume, e quella più a Sud Valle del Basso Liri. La Valle del Sacco e del Basso Liri rappresentano l’area più pianeggiante della provincia di Frosinone nonché un collegamento naturale tra il territorio romano e quello campano. La Valle dell’Alto e Medio Liri costituiscono, invece, un asse trasversale che scorre la provincia da Nord/Est a Sud/Ovest. L’andamento antiappenninico delle Valli del Melfa e del Rapido interrompe, invece, la continuità morfologica delle strutture montuose.

2.1.4 L’assetto geologico Il territorio comunale, facente parte della Valle del Comino, ha una struttura geologica riconducibile a depositi di piattaforma carbonatica, costituita da calcari dolomitici, detritici e marnosi con diverse lacune sedimentarie e discontinuità di carattere tettonico. Per quanto riguarda gli aspetti paleogeografici, l’area fa parte di un ambiente di sedimentazione

14 marina. In particolare l’area di Settefrati è caratterizzata da calcari bianchi granulari conglomerati ben stratificati.

Figura 3 Assetto geologico del

In riferimento all’area geografica limitata dal Foglio 152 Sora, la localizzazione topografica vede l’incontro di due regioni quali il Lazio e l’Abruzzo. La zona di interesse è localizzata a sud-est della piana del fucino; è attraversata dal gruppo dei monti Ernici e Simbruini a sud- ovest e presenta a sud-est la diramazione nord dei Monti della Meta. Buona parte della superficie nord-est dell’elaborato rappresenta il complesso montuoso del parco Nazionale d’Abruzzo. Il comune di rimando, relativo al Foglio 152, è appunto Sora. Geograficamente il territorio di Settefrati è ubicato all'incrocio delle valli di Comino e di Roveto, ai piedi della punta sud-est dei monti Ernici. ed è attorniata a nord-est dai monti del parco Nazionale d’Abruzzo. È attraversata dal fiume Liri ed anche se solo per un breve tratto dal fiume Fibreno che, nei pressi dell'Abbazia di San Domenico si ricongiunge al Liri per dare vita, nel centro storico della limitrofa , alle famose cascate. Il suo territorio è per lo più pianeggiante, ed anche se è circondata da monti, il suo clima rimane per tutto l'anno molto mite e temperato. Sui monti che la circondano si possono osservare oltre alla rigogliosa flora anche la tipica fauna della zona. I sistemi orografici che costituiscono gran parte dell’area rappresentata sulla carta geologica: foglio 152 di Sora , sono tra i più tipici esempi che caratterizzano l’Appennino

15 calcareo laziale-abruzzese. Si tratta di massicci allungati in senso appenninico, con quote massime aggiratisi ovunque sui 2.000 metri, che si succedono dal bordo sud-occidentale del Foglio all’estremo nord-orientale nel seguente ordine: Monte pizzodeta e sue propaggini sud orientali; struttura Monte Cornacchia-Monte Breccioso-Monte Longagna; struttura Monte di Valle Caprara-Monte Turchio; struttura Monte Marsicano-Montagna Grande-Monte Mezzana, con l’annessa struttura minore Montagna di Godi-Montagna di Preccia; struttura Serra Rocca Chiarano-Serra Sparvera-Monte Genzana. Al bordo sud-orientale si eleva il Massiccio della Meta con le sue propaggini più settentrionali, a direttrice non più appenninica ma trasversale; al bordo nord-occidentale si apre l’ampia conca del fucino. I rilievi, di cui si è parlato, sono costituiti in massima parte da potenti pile di calcarei mesozoici (con modeste coperture cenozoiche), scomposti da faglie normali ed inverse in blocchi di entità variabile. Le depressioni vallive fondamentali (Val Roveto, Vallelonga, Valle dell’Alto Sangro-Giovenco, Valle del Profluo-Tasso-Sagittario) sono impostate invece in corrispondenza dei terreni argilloso-arenacei della serie miocenica, mentre la conca del fucino è colmata dai sedimenti dell’antico lago. Sistemi vallivi secondari, di varia origine (tettonica, carsica, glaciale, ecc.) sono impostati a quote superiori a quelle delle valli principali e suddividono gli allineamenti citati in unità morfologiche minori. I terreni mesozoici che costituiscono l’ossatura della regione sono disposti in generale (fa eccezione il gruppo della meta) in monoclinali con immersione a NE, talvolta anche a SW (Rocca Chiarano, Serra Sparvera). La tettonica del Fucino, di cui il Foglio Sora comprende solo i versanti meridionale e orientale, appare legata abbastanza chiaramente a fasi distensive tardive. I bordi dell’antico alveo appaiono infatti segnati per gran parte da vistose faglie dirette, accompagnate da estese fasce milonitizzate. Queste caratteristiche non sono però molto evidenti nel Foglio Sora, ove il bordo meridionale del Fucino non mostra tracce visibili delle fratture che lo dovrebbero delimitare anche su questo lato, ad eccezione forse dell’area di Trasacco, intensamente cataclasata; ciò può essere però in parte imputato alle estese coperture quaternarie. Il bordo orientale appare invece interessato da un sistema di faglie dirette che determinano una discesa a gradinata.

16 Inquadramento geologico a carattere locale (Settefrati) Le informazioni contenute nel Foglio 152 Sora della carta Geologica d’Italia, hanno messo in evidenza che nell’ambito del territorio del comune di Settefrati affiorano le seguenti litologie che saranno analizzate a partire dalle più antiche fino alle più recenti:

Figura 4 INGRANDIMENTO DEL TERRITORIO DI SETTEFRATI foglio 152 Sora carta Geologica d’Italia

2.1.5 L’assetto idrografico La rete idrografica del territorio laziale nell’area meridionale e nel territorio abruzzese a confine con questo è sostanzialmente rappresentata dal sistema principale dl F. Liri- Garigliano. Il bacino del F. Liri-Garigliano ha una superficie complessiva di circa 4.900 Km2 dei quali circa l’80% interessano il Lazio. Il F. Liri alcuni chilometri a sud della zona di nostra osservazione, in riva destra riceve dapprima il contributo del F. Melfa e successivamente quello del F. Gari, dopo la cui confluenza muta drasticamente direzione e prende il nome di Garigliano. Il territorio Comunale, vista la sua struttura orografica, ospita 10 sorgenti con portate medie annue superiori a 500 l/s e che sono dislocate principalmente nella zona

17 denominata Piana della Madonna di Canneto e che vanno a rappresentare le sorgenti del fiume Melfa. Queste sorgenti, appresso elencate singolarmente ed insieme alle altre presenti nel territorio comunale, hanno una portata variabile da 402 l/s nel mese di Febbraio fino ad un massimo di 4570 l/s nel mese di Giugno.

Tabella 1 Sorgenti fiumi corrispondenti DENOMINAZIONE QUOTA PORTATA CORSO UTILIZZAZIONE (m) MEDIA D’ACQUA Melfa 1026 1500.00 Melfa Potabile Tre confini 1250 0.85 “ “ Pietra Coll’Acqua 1360 0.95 “ “ Cesarinolo 1280 0.58 “ “ Parte del Rio 1010 14.68 “ “ Casalvecchio 770 0.65 “ “ Fontecaro 710 1.25 “ “ Acqua Santa 500 2.85 “ “ Sorgenza 490 2.60 “ “

Nel Comune di Settefrati, oltre al fiume Melfa, è presente il Rio Settefrati che è affluente del Melfa con regime torrentizio e portata massima di 16 l/s . Le sorgenti presenti nel territorio Comunale vengono captate dall’Acquedotto degli Aurunci per uso potabile

Figura 5 Stralcio della carta idrogeologica dell’Italia centrale

18 Con continuo riferimento allo stralcio della carta idrogeologica dell’Italia centrale, verranno di seguito descritte le principali sorgenti che interessano la zona presa in esame.

Sorgente n° 48 Nome: Gruppo dell’Alto Cosa (Caporelle, Capofiume, Capo Rio e minori). Altitudine: 700-150 metri. Temperatura: 7° C Salinità T.D.S: 230 mg/l Portata media: 0.9 m^3/s

Sorgente n° 84 Nome: Gruppo del Lago Fibreno Altitudine: 295 m Temperatura: 10°C Salinità T.D.S: 370 mg/l Portata media: 9.8 m^3/s Va segnalato, in questo punto, anche la presenza di alcuni pozzi o gruppi di pozzi di particolare interesse idrogeologico o geotermico, che raggiungono il substrato carbonatico mesozoico costituito da rocce; che prendono riferimento, secondo le indicazioni della carta idrogeologica dell’Italia centrale, nei pressi del comune di Sora. Le acque appena indicate sono di tipo FREDDE ( T < 40°C).

Figura 6 Bacino del fiume Melfa

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Di seguito viene riportata la carta territoriale del comune di Settefrati con la corrispettiva legenda:

Figura 7 Carta territoriale

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Figura 8 legenda della carta territoriale

2.1.6 Il clima Nella sua configurazione di carattere generale, il clima dominante è quello temperato, dipendente dall'alternarsi dell'influenza dei climi mediterraneo e continentale: aria fresca e umida in primavera; calda e asciutta o calda e umida, in estate; fredda e asciutta in inverno. Tuttavia sono presenti rari fenomeni meteorologici avversi quali nevicate, piogge consistenti, grandinate e nebbie.

21 2.2 Le infrastrutture per il trasporto Settefrati non si trova in una posizione favorevole dal punto di vista dei collegamenti stradali; infatti i principali collegamenti come autostrade o strade statali sono abbastanza lontane dal centro abitato. Nell’ambito del territorio comunale di settefrati, il Piano socio economico della XIV C.M. e il piano Z.A.P.I. prevedono:  Il miglioramento della strada provinciale di Settefrati con allargamento delle curve, creazione di aree di sosta, miglioramento del fondo, etc.  La sistemazione delle strade interne, interpoderali e vicinali.  La realizzazione della strada di servizio alla zona artigianale ed industriale da realizzarsi nel fondo sito tra Pietrafitta ed il Comune di Gallinaro.

2.2.2 Viabilità esterna Per raggiungere Settefrati in automobile si prende l’Autostrada A1 uscendo a Cassino, proseguendo poi sulla superstrada Cassino-Sora in direzione di Sora, uscendo poco dopo ad Atina.

Figura 9 Collegamenti stradali

22 2.2.3 Rete ferroviaria Anche da questo punto di vista Settefrati non offre un servizio di trasporto su ferro. La linea ferroviaria più vicina passa per Cassino dal quale è poi previsto un collegamento tramite Autobus per la città di Settefrati.

2.3 La rete viaria comunale 2.3.1 Direttrici di scorrimento Il nucleo più antico dell’abitato è localizzato sulla cima del colle sul quale si sviluppa l’attuale centro storico. Esso è contornato dalla strada provinciale di Settefrati, dalla via G. Marconi, dalla Piazza del Municipio e dalla via Venturini, oltre a strade di minore importanza.

2.3.2 Nodi viabili ad elevata congestione di traffico Considerando il modesto numero degli abitanti e la loro dislocazione nel territorio si ritiene improbabile la congestione della rete viaria cittadina anche nei periodi estivi di maggiore affluenza, nonostante questo il Piano Regolatore prevede i seguenti interventi:  Allargamenti parziali e sistemazione generale della strada provinciale di Settefrati;  Sistemazione della strada provinciale Settefrati-Balzo di Canneto;  Costruzione di una strada di collegamento tra il centro di Settefrati (strada per Canneto) e la zona del Fondello di Settefrati, la cui prima parte è in fase di realizzazione;  Costruzione di una strada di raccordo tra la strada agricola Settefrati – e la strada provinciale per Canneto a monte del centro abitato (larghezza 7 m. pendenza massima 8%);  Costruzione di una strada di collegamento tra la frazione di pietrafitta e l’area Z.A.P.I. (larghezza a 10 m.);  Costruzione di una strada di Collegamento (larghezza 7 m.) Frattaroli- Perillo che costeggia l’invaso idrico;  Costruzione di una strada di collegamento, in parte già esistente, fra il centro e la zona di residenze turistiche;  Costruzione della strada di collegamento tra il centro e la strada in confine con il Comune di Picinisco (Frazione Antica).

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2.4 Dati logistici Poiché il comune di Settefrati non ha le strutture e i mezzi adeguati, avvalendoci del principio di sussidiarietà, segnaliamo le sedi di gestione delle emergenze del comune più vicino.

2.4.1 Sede istituzionale del comune Ufficio di Piazza Municipio, Settefrati (FR) Tel: 0776695001 Sito web: www.settefrati.net Coordinate geografiche: 41°40 ′0″N 13°51 ′0″E

2.4.2 Sede del gruppo comunale di Protezione Civile C.O.I. Protezione Civile Via Santa Maria 6, San Donato Val Di Comino Telefono: 0776508721

2.4.3 Sede del Corpo di VV.F Comando provinciale VVF di Frosinone Distaccamento di Sora Via San Domenico Barca Telefono 0776813287

2.4.4 Ospedale Atina Pronto Soccorso Via Vittorio Emanuele III Telefono: 0776609552

2.3.4 Superficie complessiva del territorio comunale La superficie ammonta ad ettari 5056 di cui: - superficie boschiva: ettari 3919 ; - superficie agricola: ettari 1000 .

24 2.5 Dati demografici Nel territorio della città di Settefrati ci sono, secondo l’ultimo censimento del 2001, 855 abitanti; di questi il 32% abita nel centro capoluogo, il 52% nei sette nuclei urbanizzati e semirurali come Pietrafitta e il 16% in case sparse. L’andamento demografico è riportato in figura:

Figura 10 Andamento demografico

Dal 1951 ad oggi la popolazione ha subito un fortissimo decremento dovuto alla consistente emigrazione verso paesi esteri; nel 1951 i residenti ascendevano a 2146 attività, nel ’61 erano scesi a 1550, nel ’71 a 1036, nel ’81 ad 880 con un decremento più leggero a 874 abitanti nel 1991 con una variazione altalenante dall’81 al ’91, di poche unità. Un fenomeno, caratteristico della zona, è rappresentato da una struttura demografica con alti indici di invecchiamento e percentuale di sesso femminile, imputabile prevalentemente alla emigrazione maschile.

2.6 Dati culturali Sono attualmente presenti nel capoluogo del comune di Settefrati le seguenti attrezzature di interesse pubblico:  una scuola materna per 5 aule;

25  una scuola elementare per 8 aule;  un edificio per servizi amministrativi  una biblioteca comunale;  attrezzature sportive e ricreative per circa mq. 5000. Per tutti gli altri livelli di istruzione, gli abitanti di Settefrati, utilizzano le strutture site nei comuni di S. Donato Valcomino, Sora e Cassino.

I luoghi di culto sono:  Il Santuario del Canneto  La chiesa di Santo Stefano protomartire  La chiesa di Santa Maria della Tribuna  La chiesa di Santa Felicita  La chiesa della Madonna delle Grazie  La chiesa di San Nicola

2.7 Il Progetto Settefrati aderisce ad un Progetto di “ Protezione Civile nei Comuni ”, da cui l’acronimo Pro.Ci.Co. , nasce dall’esigenza, individuata dalla Direzione Regionale, di elevare la “cultura” della Protezione Civile nei Comuni del Lazio, anche e soprattutto, a seguito di una rilevazione (Formez-Progetto Sindaci Settembre 2005) dalla quale è emerso un diffuso ritardo nell'applicazione di normative e leggi sia nazionali che regionali.Pro.Ci.Co., ideato dalla Direzione Regionale di Protezione Civile ed Anci , intende colmare tali vuoti operando in tema di:

 Informazione  Formazione

 Orientamento  Affiancamento rivolgendosi direttamente ai Sindaci ed agli Uffici Tecnici dei 378 Comuni del Lazio.Attraverso una modalità di erogazione dei contenuti via Internet (web based training), il Sindaco e i suoi collaboratori potranno essere informati e formati sul loro ruolo nelle differenti fasi di intervento e riceveranno gli strumenti appropriati per poter rispondere ai relativi obblighi di legge (redazione del Piano di Protezione civile). Questo progetto vuole sottolineare l’importanza per ogni Comune di avere un proprio Piano di emergenza, in quanto è lo strumento che permette di attivare azioni di previsione

26 e di prevenzione, gestendo al meglio l’emergenza ed evitando spreco di risorse, mezzi e materiali. E’ la prima volta che si cerca di elevare le competenze dei sindaci in materia di protezione civile utilizzando una metodologia e-learning.

27

Parte Terza

I RISCHI

28 3.1 Premessa La prima operazione da svolgere per la formazione di un gestore della protezione ambientale da rischi territoriali è quella di individuare e classificare le tipologie di rischi. La classificazione più classica, classifica i rischi secondo l’origine dei fenomeni. Verranno essenzialmente distinti i rischi di origine naturale e i rischi di origine tecnologica.

I rischi naturali possono essere classificati nel seguente modo:  rischio sismico;  rischio idrogeologico (alluvioni/esondazioni; frane);  rischio vulcanico;  rischio valanghe;  rischio ghiacciai;  rischio incendi;  rischio eventi meteorologici (nebbia; pioggia; neve; grandine; gelate, siccità; vento). I rischi antropici o di origine tecnologica sono invece:  Rischio chimico-industriale;  Rischio incidente rilevante;  Rischio connesso alle attività di trasporto;  Rischio collasso sistemi tecnologici;  Rischio nucleare;  Rischio batteriologico;  Rischio inquinamento e rifiuti;  Rischio incendi;  Rischio Black-out. Questi rischi possono essere classificati anche considerando il lasso temporale con cui questi si verificano, in prevedibile e non prevedibile considerando che fanno parte della categoria prevedibili solo l’eruzione vulcanica, l’alluvione e gli eventi meteorologici. Dal punto di vista del gestore dell’emergenza, la conoscenza di un rischio sul territorio richiede la comprensione di:  Meccanismo fisico di distruzione;  Le cause della insorgenza del rischio;  Le “sorgenti” di rischio, la probabilità di accadimento e la magnitudo;  Le conseguenze dell’impatto;  Gli elementi maggiormente vulnerabili.

29 Quindi nel seguito saranno presentati le principali caratteristiche dei soli rischi insistenti sul territorio di Settefrati (sottolineati precedentemente).

3.2 Rischio sismico 3.2.1 Inquadramento generale Un terremoto o sisma, è un'improvvisa, rapida vibrazione del suolo causata dal rilascio di una grande quantità di energia accumulata in masse rocciose, è prodotto dalla brusca liberazione dell'energia accumulata da una roccia sottoposta a sforzo. Il Lazio si caratterizza da una sismicità che si distribuisce lungo fasce (dette Zone sismogenetiche) a caratteristiche sismiche omogenee, che si estendono nella direzione della costa tirrenica e della catena montuosa appenninica. Lungo queste fasce la sismicità si distribuisce in modo omogeneo e gradualmente crescente dalla costa verso l’Appennino. Quasi asismica risulta essere la provincia di Latina e poco sismica la zona costiera della provincia di Viterbo, mentre terremoti di media intensità ma molto frequenti, fino all’VIII° MCS/MSK, avvengono nell’area degli a pparati vulcanici del Lazio, Colli Albani e Monti Vulsini, ed in alcuni aree del Frusinate e del Reatino; terremoti molto forti, fino al X-XI° della scala macrosismica MCS/MSK, ma relativa mente poco frequenti, si hanno nelle conche di origine tettonica di Rieti, Sora e Cassino. Questa distribuzione spaziale degli effetti è facilmente confrontabile nell’istogramma delle Massime Intensità Macrosismiche (Imax) osservate (fig. sotto) che evidenzia come quasi la metà dei comuni della Regione abbiano risentito di intensità comprese fra l’VIII/IX° della MCS. Inoltre si nota come nel frusinate e nel reatino non vi siano comuni che abbiano risentito intensità macrosismiche inferiori all’VIII grado MCS.

Figura 11 Istogramma delle massime intensità macrosismiche

30 3.2.3 Il territorio di Settefrati Con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 riguardante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica", la città di Settefrati (FR) è stata classificata in zona 1, quindi il territorio comunale presenta una sismicità alta . L’ultima scossa considerevole risale 1984 che causò notevoli danni alle costruzioni del centro astorico. Causò inoltre lieve danni in comuni limitrofi.

3.2.4 Vulnerabilità territoriale Poiché circa il 75% delle costruzioni sono state costruite prima del 1945 (base ISTAT 2001) la quasi totalità degli edifici non presenta i criteri antisismici previsti dalla Legislazione vigente. Si può quindi concludere che la vulnerabilità riguarda la quasi totalità del Comune di Settefrati . Inoltre altri edifici di notevole importanza che risultano essere vulnerabili ai sismi, poiché di vecchia costruzione, risultano essere: • Scuola materna • Scuola elementare • Sede comunale • Il Castello di Settefrati • Il Santuario del Canneto • La chiesa di Santo Stefano protomartire

31 • La chiesa di Santa Maria della Tribuna • La chiesa di Santa Felicita • La chiesa della Madonna delle Grazie • La chiesa di San Nicola Dopo l’ultimo terremoto del 1984 la quasi totalità degli edifici sono stati adeguati alla normativa antisismica con una spesa complessiva di 14 miliardi di Lire tra fondi pubblici e privati. L’ ultima scossa di terremoto è risalente al 1984 ed ha raggiunto l’VIII grado della scala Mercalli seguita da altre venti del III grado.

3.3 Rischio Idrogeologico Il Rischio idrogeologico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici sulla fascia collinare, dei livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio e lungo la rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane. Per quanto riguarda le cause determinanti e gli indizi premonitori, è ormai noto che gli eventi di piena sono fondamentalmente preceduti da piogge di breve durata e forte intensità, oppure da periodi di piogge di modesta intensità, ma prolungate nel tempo. Le prime possono provocare piene disastrose nei corsi d’acqua di piccole dimensioni, mentre le seconde influiscono essenzialmente sui bacini di maggiore superficie. Altre cause responsabili di eventi di piena possono essere la rapida fusione del manto nevoso e/o di masse di glaciali per brusco innalzamento della temperatura, oppure la comparsa di accidentali impedimenti al deflusso lungo l’alveo di un corso d’acqua o alla sua foce.

3.3.1 Esondazione di corsi d’acqua Il rischio idraulico da esondazione trae origine dalla eventualità che una determinata area sia invasa dalle acque fuoriuscite da reti di drenaggio naturali e/o artificiali per insufficiente capacità di smaltimento delle portate in transito nella stessa rete, oppure per rotture di opere di contenimento. Le zone naturalmente più interessate sono quelle più pianeggianti e particolarmente depresse site in prossimità dei corsi d’acqua. Il reticolo idrografico comprende, il Rio di Settefrati e il Rio Gallinaro che, scorrendo entrambi nella formazione marnoso-arenacea, sono spesso interessati da dissesti idrogeologici di una certa rilevanza. Nel caso del fiume Melfa, che nell’alto corso riceve le

32 acque da Rio Settefrati-Gallinaro, le zone più frequentemente interessate dagli allagamenti sono quelle site a Valle del ponte Melfa di Atina Inferiore, ricadenti nei territori dei Comuni di Atina, e , con eventuale interruzione del transito sulla strada “Sferracavalli” in località Ponte Melfa. Dall'incrocio delle aree a rischio idraulico con la carta della situazione antropica si evidenziano le situazioni di possibile danno per l’azione di esondazione dei canali irrigui.

3.3.2 Frane e smottamenti Con il termine frana si indicano tutti i fenomeni di caduta ed i movimenti di masse rocciose o di terreni causati prevalentemente dalle forze di gravità. Le cause che determinano una frana sono molteplici, complesse e spesso combinate tra loro. Oltre alla quantità d’acqua anche il disboscamento e gli incendi sono causa di frane. I territori facenti parte della Comunità Valle di Comino, tra cui Settefrati, risultano interessati da un assetto geomorfologico variabile tra zone montuose, fasce pedemontane, aree collinari e zone subpianeggianti e pianeggianti. La prima fascia, che coinvolge essenzialmente calcari e dolomie, interessa le vette più elevate con versanti interessati da canaloni ed incisioni marcate facenti capo al reticolo pedemontano e di fondovalle sotteso dal corso del fiume Melfa. Tali settori territoriali sono sostanzialmente stabili, salvo eccezioni locali dovute alla presenza di particolari condizioni stratigrafiche e strutturali; in diverse estensioni di versante si hanno inoltre rimboschimenti tesi a limitare i fenomeni erosivi operati dalle acque dilavanti. Nell’aspro paesaggio montuoso del Monte Meta trova origine il fiume Melfa, che esercita l’erosione di tipo lineare approfondendo gradualmente il suo letto e determinando una valle fluviale dalla evidentissima sezione trasversale a “V”. I fenomeni maggiormente evidenti lungo i versanti sono rappresentati oltre che dai canaloni descritti, dagli accumuli detriti essenzialmente calcarei nei settori pedemontani. Si tratta di depositi posti su pendii più o meno ripidi con forme a fasce spesso instabili, anche per la frequente ripresa dell’attività erosiva. Talora, come avviene nella Val Canneto ed in alcuni settori dell’area montuosa meridionale, si riscontrano frane essenzialmente di crollo con nicchie di distacco riconoscibile e attualmente non attive. Detti fenomeni sono anche presenti nell’area montuosa che forma i versanti intorno al centro storico di Atina, dove la principale azione di modellamento è riconducibile alla disgregazione superficiale dell’ammasso roccioso per effetto del termoclastismo e del dilavamento operato dalle acque piovane.

33 La fascia pedemontana risulta geomorfologicamente ben evidente ed è caratterizzata da ampie fasce di detriti provenienti dallo smantellamento dei sovrastanti calcari ad opera degli agenti esogeni; rari risultano i fenomeni di instabilità, limitati a locali fenomeni di crollo. La zona collinare è caratterizzata da un’alternanza di argille, marne ed arenarie; qui sono frequenti fenomeni franosi (in particolare nell’area di Gallinaro, Atina, Picinisco e ) di tipo scorrimento rotazionale e traslazionale, nonché colate di terra. Le cause innescanti sono quasi sempre rappresentate dalle acque meteoriche che, in concomitanza con periodi di intensa precipitazione, possono imbibire eccessivamente la coltre di copertura superficiale del terreno provocandone il franamento.

Fenomeni di dissesto possono rinvenirsi lungo le sponde degli alvei fluviali, laddove risulta particolarmente accentuata l’attività di erosione spondale e lineare delle acque; alcune zone possono inoltre essere soggette a inondazioni periodiche in caso di avversità atmosferiche accentuate.

Figura 12 Franosità laziale (APAT)

34 3.4 Rischio incendio boschivo

Il rischio d’incendio fa essenzialmente riferimento agli incendi boschivi che sono quelli che creano i maggiori danni e nei cui riguardi il nostro territorio particolarmente esposto nella stagione estiva. Si definisce incendio boschivo “una combustione vasta, difficile da spengere, diffusibile, violenta e pericolosa per l’incolumità pubblica”. Il concetto fondamentale è strettamente legato alla definizione di combustione che non può verificarsi in assenza di uno dei tre elementi che seguono (triangolo del fuoco): il combustibile, il comburente e l’innesco.

Figura 13 Triangolo del fuoco

Il territorio della XIV Comunità Montana, negli ultimi anni è stato sempre soggetto ad incendi boschivi, che sono diventati un problema di massima gravità ed una minaccia sempre crescente per le nostre foreste. Da ciò possiamo capire che gli attuali metodi di lotta agli incendi hanno bisogno di adeguati ed efficienti supporti sul territorio, coordinati con mezzi e uomini che intervengono nei casi più gravi. E’ molto difficile stimare le perdite causate dagli incendi, data l’estensione del danno indiretto causato: perdita della stabilità idrogeologica delle pendici dei monti i e vallate, le ripercussioni negative sull’ambiente, sul clima sulla fauna, sulle attività montane, ecc, ma si può stabilire il danno subito : i boschi distrutti, il costo per il rimboschimento delle foreste. Risulta invece di difficilissima stima, ma senz’altro di estrema efficienza per la conservazione del patrimonio boschivo ed ambientale, l’attività di prevenzione che mira a ridurre notevolmente le percentuali di incendio, considerato che essi si rendono più facilmente domabili se si creano le condizioni per non favorire una propagazione immediata.

35 3.4.1 Descrizione del comprensorio interessato Come è noto, dalla superficie territoriale dei 19 comuni facenti parte della XIV Comunità Montana “valle di Comino”, pari a ha.58294, circa il 27,4% è coperta da boschi e cioè ha 14829. Le latifoglie prevalgono di gran lunga sulle resinose e la presenza dell’alto fusto costituisce più del 50 % del soprassuolo boscato, di qui la notevole importanza del patrimonio silvano nell’economia generale del comprensorio. La proprietà comunale di tale patrimonio prevale sulla proprietà privata. I dati che seguono mostrano una più puntuale dislocazione delle aree boschive nel contesto territoriale della Comunità Montana.

Dislocazione sul territorio: COMUNI SUPERF. TERRITORIO AREE BOSCHIVE 2525 544 Alvito 4823 880 Atina 2980 725 425 215 3715 1007 Casalattico 2834 1034 Casalvieri 2256 117 1621 145 Gallinaro 1784 44 Pescosolido 4455 1947 Picinisco 6202 1912 911 156 3106 354 San Donato Val di Comino 3574 1231 Settefrati 5034 2079 5965 964 1277 197 1702 893 2105 517 TOTALE ha 58294 14824

36 Nel territorio compreso in questa Comunità Montana si rende pertanto necessaria un’azione di prevenzione, in funzione dei seguenti motivi di carattere economico e territoriale: 1) Per la presenza di numerosissime aziende agricole dislocate omogeneamente sul territorio e vitali per l’economia locale; 2) Per la presenza di estese foreste dotate di vegetazione fitta nel sottobosco; 3) Per la presenza di numerose attività turistiche stagionali; 4) Per avere parte del nostro territorio all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo – Lazio e Molise; Di seguito sono riportate le informazioni relative alla manifestazione di incendi verificatesi negli anni 2004 – 2005 – 2006 – 2007 , dati rilevati dal Catasto incendi web relativi al progetto Pro.Ci.Co. (successivamente espletato). Con la denominazione APF si intende l’Area percorsa dal fuoco.

COMUNI APF ACQUISITE AREA APF ACQUISITE (mq) Acquafondata 0 - 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 - 0 Alvito 0 – 0 – 0 – 1 0 – 0 – 0 – 8236.0 Atina 0 – 0 – 0 – 1 0 – 0 – 0 – 3340.38 Belmonte Castello 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0 Campoli Appennino 3 – 0 – 2 – 1 28095.9 – 0 – 50903 – 3344.7 Casalattico 0 – 0 – 2 – 0 0 – 0 – 11279.39 – 0 Casalvieri 0 – 1 – 0 – 0 0 – 26684.25 – 0 – 0 Fontechiari 2 – 0 – 0 – 3 21190.67 – 0 – 0 – 62727.01 Gallinaro 5 – 0 – 0 – 0 95624.31 – 0 – 0 – 0 Pescosolido 0 – 0 – 1 – 1 0 – 0 – 260169.02 – 1841.60 Picinisco 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0 Posta Fibreno 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0 San Biagio Saracinisco 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0 San Donato Val di Comino 0 – 0 – 1 – 0 0 – 0 – 3445.84 – 0 Settefrati 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0 Vallerotonda 0 – 4 – 1 – 0 0 – 264306.06 – 986.77 – 0 Vicalvi 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0 Villa Latina 1 – 0 – 0 – 0 7247.84 – 0 – 0 – 0 Viticuso 0 – 0 – 0 – 0 0 – 0 – 0 – 0

37 Per un totale nel 2004 di 152158.72 mq, nel 2005 di 290990.31 mq, nel 2006 di 275881.0251 mq e nel 2007 di 79489.69 mq.

Figura 14 Percorso del fuoco Comune Settefrati

3.4.2 COMUNE DI SETTEFRATI Da come si può notare, in relazione ai dati pervenuteci dal Catasto Incendi Web e dalle informazioni della XIV Comunità Montana “Valle di Comino”, il Comune di Settefrati non è stato interessato da incendi negli ultimi 4 anni. Gli incendi verificatesi negli ultimi anni alcuni dei quali di notevoli dimensioni, hanno imposto ed impongono comunque ’organizzazione di un moderno servizio antincendio al fine di perseguire una efficace azione preventiva.

38 Dall’esperienza vissuta nelle passate stagioni emerge che per ridurre gli incendi boschivi è indispensabile procedere ad attività di sorveglianza del territorio. Infatti, essendo il nostro territorio fortemente antropizzato sono numerose le attività che risultano determinanti al fine della propagazione degli incendi. In particolare le attività connesse all’agricoltura e alla cura del verde in generale determinano dei comportamenti che favoriscono lo sviluppo di incendi. Basti pensare che nelle campagne spesso, nonostante il divieto, si procede a bruciare frasche e sterpaglie anche nei periodi di forte pericolosità. Al fine di evitare questi comportamenti è indispensabile procedere a una attività di sorveglianza e perlustrazione del territorio onde imporre comportamenti più corretti. Tenuto conto dei fattori che contribuiscono alla diffusione degli incendi, buona parte del territorio boschivo della XIV Comunità Montana è da ritenersi area di rischio, per la quale va programmata un’organica azione preventiva. Oggetto del presente programma sono gli interventi rientranti nell’azione del primo livello.

3.4.3 Pro.Ci.Co e il Catasto degli incendi boschivi La Direzione Regionale di Protezione Civile affronta, nei mesi di luglio ed agosto, una delle emergenze incendi più grave degli ultimi anni. Lo stesso fenomeno colpisce l’intero territorio nazionale provocando perdite di vite umane ed enormi danni. La stesura, da parte dei Comuni del catasto delle aree percorse dal fuoco, sottopone a vincolo per un minimo di 10 anni (massimo 15) le stesse aree, agendo quale deterrente nei confronti dei criminali piromani. Per questo, la Regione Lazio ha immediatamente aderito ed ottemperato alla Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2007 (G.U. il 3 settembre 2007) n. 3606, tanto che, il 7 settembre, il Commissario Delegato, Dott. Bertolaso, ha nominato quale “soggetto attuatore” per il Lazio, il Presidente della Regione. Da qui, immediatamente, il Presidente attiva le necessarie procedure per attuare nei tempi (brevissimi) tutte le azioni affinché i Comuni istituiscano il catasto incendi, e costituisce una Commissione Tecnico Amministrativa che approva l’ampliamento della Convenzione tra la stessa Direzione di Protezione Civile ed Anci per il Progetto Pro.Ci.CO., per la “redazione e l’aggiornamento da parte dei Comuni della Regione Lazio del catasto delle aree percorse dal fuoco”….

39 3.4.5 Sistema di telerilevamento laser per l’allerta precoce di incendi boschivi E ’stato presentato il sistema di rilevamento “SAI”, ovvero “Sistema per l’allerta precoce di incendi boschivi”. Ad inaugurare i lavori il sindaco Lorenzo Malizia, il cui figlio Andrea, ingegnere come il padre, ha lavorato alla realizzazione del sistema, che sarà presentato dal professor Carlo Bellecci, dell’Università di Tor Vergata in collaborazione con i consorziati Università di Roma Tor Vergata, CNR - SAC, Costruzioni Meccaniche De Rose, ha concluso un progetto di ricerca industriale finanziato dal MiUR nell’ambito del programma PON. Gli incendi boschivi costituiscono una delle più gravi emergenze che l’Europa mediterranea, e il nostro paese in particolare, si trovano ad affrontare periodicamente. Esistono impianti di monitoraggio concepiti per essere utilizzati in una rete telematica modulare e gerarchica, basata sull’organizzazione operativa del Corpo Forestale dello Stato, che, partendo dai punti periferici di avvistamento e passando per i centri operativi locali e provinciali, arriva fino ai centri di controllo regionale in cui è prevista l’interfaccia del sistema con la Protezione Civile. In alternativa sistemi di telerilevamento laser possono offrire un valido contributo alla risoluzione dell’allarme precoce, essendo uno degli strumenti più idonei a monitorare con regolarità ampi territori a distanza. In particolare - il telerilevamento con tecnica LIDAR consente di sfruttare le proprietà ottiche di diffusione e assorbimento dei prodotti della combustione, in particolare del particolato, per l’individuazione di focolai di incendio. Il cuore del sistema è costituito da una sorgente di luce coerente, laser, monocromatica, che lancia in atmosfera brevi impulsi di luce. Grazie all’elevata direzionalità della radiazione laser, questa percorre grandi distanze in atmosfera “colpendo” le molecole ed il particolato che incontra lungo il percorso. Con un processo simile a quello del più noto RADAR, parte della radiazione è riflessa dalle molecole e dal particolato atmosferico dando luogo ad un segnale ottico retrodiffuso. Questo segnale è raccolto da un telescopio, focalizzato su un rivelatore che lo converte in elettrico e quindi visualizzato su un monitor che ne descrive il suo andamento spazio/temporale, lungo la direzione di propagazione. In assenza di forti variazioni di densità locale il segnale non mostra forti discontinuità. Per limitare il numero di falsi allarmi è stato messo a punto un sistema automatico di analisi dei segnali raccolti che è in grado di distinguere le discontinuità orografiche da quelle dovute ad origini diverse. Per far ciò il sistema SAI viene “addestrato” alla conoscenza della zona da tenere sotto controllo facendogli acquisire per quel sito una mappa “bianca” dei segnali retrodiffusi in condizioni normali. Il confronto continuo tra questa mappa bianca e i segnali dinamici raccolti dal

40 sistema permette di distinguere le discontinuità dovute a cause diverse dagli incendi boschivi e quindi segnalare una situazione di allarme solo nel caso di reale anomalia. In particolare il sistema SAI realizzato è costituito da una sorgente laser a stato solido, di tipo Nd:YAG, che può emettere in atmosfera impulsi laser, sia nell’UV sia nell’IR, di energia ridotta, per soddisfare le condizioni di eyes safe. Questi, inviati in direzioni diverse, esplorano ciclicamente il territorio circostante e vengono parzialmente retrodiffusi. La radiazione retrodiffusa è raccolta da un telescopio che la focalizza su un rivelatore che a sua volta converte il segnale ottico in elettrico. Quest’ultimo è acquisito tramite una opportuna elettronica e memorizzato in un computer remoto collegato mediante sistemi wireless. Il computer remoto, ricevuto il segnale in tempo reale, lo analizza e lo confronta con la “mappa bianca” della zona sotto indagine valutando se corrisponde ad una situazione di “allarme” o “non allarme”. Nel caso di allarme vengono segnalate immediatamente le coordinate del punto in cui è stata individuata l’anomalia, cioè la presenza di fumo in atmosfera.

3.5 Rischio eventi meteorologici Il concetto di evento meteorologico estremo che può costituire fonte di rischio per il territorio comunale è applicabile ad una vasta gamma di fattori, quali, ad esempio:  piogge;  nevicate;  ondate di calore;  gelate;  temporali;  venti;  nebbie.

Occorre, inoltre, evidenziare che le condizioni meteorologiche possono essere fonte di esaltazione ovvero di mitigazione degli effetti causati da altri eventi. Un esempio classico in tal senso è costituito dall’azione del vento in occasione del rilascio in atmosfera di sostanze tossiche o in occasione di incendi boschivi.

41 3.5.1 Piogge Eventi di precipitazione intensa, prolungata e diffusa possono determinare il seguente scenario: possibile sviluppo di fenomeni di dissesto idrogeologico.

Figura 15 Precipitazioni nel Lazio

3.5.2 Nevicate Nevicate abbondanti possono determinare l’instaurarsi del seguente scenario:  Problemi di mobilità causati dai rallentamenti della circolazione e dallo svolgimento delle operazioni di sgombero neve;  Interruzione di fornitura di servizi, per danni alle linee aree di distribuzione dovuti al sovraccarico della neve;  Isolamento temporaneo di località;  Cedimento delle coperture di edifici e capannoni.

3.5.3 Ondate di calore Con il termine "ondata di calore" si indica un periodo prolungato di condizioni meteorologiche estreme caratterizzate da elevate temperature ed in alcuni casi da alti tassi di umidità relativa. Tali condizioni possono rappresentare un rischio per la salute, in modo particolare per soggetti particolarmente "suscettibili” quali gli anziani, i malati cronici ed i bambini. Oltre al grado di temperatura ed alla valutazione dell'umidità relativa le ondate di calore sono definite in base alla loro durata: è stato infatti dimostrato che periodi prolungati di

42 condizioni meteorologiche estreme hanno un maggiore impatto sulla salute rispetto a giorni isolati con le stesse condizioni meteorologiche. Le ondate di calore sono, a tutti gli effetti, da considerarsi un fattore di rischio importante per quel che riguarda la popolazione; in particolar modo per coloro che sono definiti "Soggetti a maggior rischio".

3.5.4 Gelate Gelate precoci o tardive rispetto alla stagione in corso con manifestazioni rilevanti possono provocare:  Danni alle coltivazioni;  Problemi alla viabilità.

3.5.5 Temporali Fenomeni di precipitazione molto intensa, ai quali si possono associare forti raffiche di vento, grandine e fulminazioni, sviluppanti in limitati intervalli di tempo, su ambiti territoriali localizzati, possono determinare il seguente scenario:  Locali allagamenti ad opera di rii e sistemi fognari, con coinvolgimento di locali interrati e sottopassi stradali;  Problemi alla viabilità, alla fornitura di servizi e danni a persone o cose cagionati dalla rottura di rami o alberi o dal sollevamento parziale o totale della copertura degli edifici in relazione a forti raffiche di vento;  Danni alle coltivazioni causati da grandine;  Incendi, danni a persone o cose, causati da fulmini.

3.5.6 Venti Venti molto forti possono provocare:  Danni alle strutture provvisorie;  Disagi alla circolazione, in particolare degli autocarri;  Possibili sradicamenti di alberi ad alto fusto;  Possibili crolli di padiglioni.

43 3.5.7 Nebbie Condizioni di scarsa visibilità per nebbie diffuse e persistenti possono instaurare il seguente scenario:  Problemi alla viabilità stradale;  Problemi per la sicurezza dei voli negli aeroporti.

3.6 Rischio connesso ad attività di trasporto Pur non essendoci grandi arterie di comunicazione, il rischio connesso ad attività di trasporto può riguardare il comune di Settefrati. Il rischio connesso alle attività di trasporto si può presentare in forma attiva o passiva:

 Forma Attiva : il rischio si presenta associato alle attività di trasporto di qualunque natura che si svolgono sul territorio, allorché da tali attività possano insorgere pericoli per l’incolumità delle popolazioni non direttamente coinvolte nelle attività stesse e danni all’integrità dell’ambiente;  Forma Passiva : il rischio trasporti si manifesta allorché per qualche grave calamità naturale od occasionale o per eventi catastrofici correlati, si rendano localmente impossibili le attività di trasporto, per cui un’area circoscritta resta isolata e priva di collegamenti col resto del territorio, con pericolo per l’incolumità e la sopravvivenza delle popolazioni insediate.

3.7 Rischio Black-out elettrico Il termine inglese “Black-out”, ormai molto utilizzato nella lingua italiana, si usa per indicare un'interruzione temporanea di energia elettrica in un determinato territorio. Solitamente i Black-out sono causati da:  un'eccessiva richiesta di energia elettrica da parte degli utenti non calcolata in precedenza dall'azienda produttrice (che predispone le centrali elettriche ad un livello di produzione proporzionato alla richiesta di ogni fascia oraria);  un problema tecnico verificatosi in una centrale di produzione o di distribuzione della corrente elettrica sul territorio;  una concomitanza di eventi atmosferici.

44 Risultano in situazione di vulnerabilità: - ambulatorio medico: - utenti di apparecchiature elettro-medicali; - impianti pompaggio acqua/carburanti; - depositi di medicinali; - magazzini di conservazione merci e derrate deperibili; - rete semaforica.

3.8 Massimo rischio atteso Il rischio massimo atteso è un sisma dell’ VIII grado della scala Mercalli che provocherebbe seri danni agli edifici anche se questi sono stati resi antisismici dopo l’ultima scossa di terremoto del 1984. In particolare le strutture più vulnerabili sono quelle del centro storico; questo entra in concomitanza con la maggiore densità abitativa della zona ma soprattutto dalla scarsa mobilità della popolazione in quanto prevalentemente anziana.

45

Parte Quarta ORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE

46 4.1 I lineamenti organizzativi I lineamenti organizzativi definiscono le strutture, gli enti e gli organismi che, nell’ambito del modello di intervento comunale, operano ai tre livelli: 1. decisionale; 2. di supporto funzionale; 3. di supporto operativo. Vengono, pertanto individuati: - le strutture comunali che assicurano la direzione unitaria ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione; - gli enti e organismi idonei a fornire una prima tempestiva ed adeguata risposta in una situazione di emergenza.

4.2 Le strutture comunali di protezione civile Il sistema di comando e controllo per assicurare, nell'ambito del territorio comunale, la direzione unitaria ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, si avvale di:  Comitato Comunale di Protezione Civile;  Ufficio comunale della Protezione Civile;  Centro Operativo Comunale (C.O.C.), che si articola in :  Unità di crisi comunale;  Sala Operativa;  Centro Operativo Misto.

4.2.1 Il comitato Comunale di Protezione Civile Massimo organo di coordinamento delle attività di protezione civile a livello comunale, di cui si avvale il Sindaco per l'espletamento delle sue attribuzioni nelle attività di previsione e negli interventi di prevenzione dei rischi e nell'adozione di tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale e per la predisposizione del piano comunale di emergenza. Il Comitato è presieduto dal Sindaco ed è costituito dalla Giunta Comunale che, a scopo consultivo, potrà avvalersi del:  Direttore dell’ufficio comunale di Protezione Civile;  Segretario Comunale;  Dirigenti d’area;  Coordinatore della Protezione Civile comunale;

47  Esperto di Protezione Civile (consulente esterno).

A tale organo competono:  l'adozione del piano comunale di protezione civile;  l'attuazione delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi definiti dai programmi e piani regionali e provinciali;  l'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli per fronteggiare l'emergenza e necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale;  l'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari ad affrontare l'emergenza;  la vigilanza sull'attuazione da parte delle strutture locali di protezione civile dei servizi urgenti;  l'impiego del volontariato di protezione civile a livello comunale;  la gestione dell'informazione attraverso i mass media;  l'approvvigionamento delle risorse necessarie;  la predisposizione ed attuazione delle attività assistenziali e di quanto altro rientra negli obiettivi delle operazioni di soccorso, la cui realizzazione richieda comunque interventi coordinati;  l'avvio degli interventi di ripristino.

Per il suo funzionamento, il Comitato: - si riunisce nella sala Giunta; - può richiedere consulenze particolari, nel rispetto delle normative vigenti presso il Comune di Settefrati, per il periodico adeguamento del piano comunale di protezione civile alla realtà settefratese e, in situazioni di emergenza, per la valutazione tecnica delle esigenze, per l'attuazione dei provvedimenti e l'impiego delle risorse disponibili; - si avvale dell’ufficio di Protezione Civile per la programmazione di periodiche esercitazioni addestrative e per la verifica della pianificazione di emergenza, e dell'Unità di crisi comunale, organizzata per funzioni di supporto, per la gestione delle situazioni di emergenza.

48 4.2.2 L’ufficio comunale di Protezione Civile E' un organismo a carattere permanente di cui si avvale il Sindaco o l'Assessore delegato, per l'esercizio delle sue funzioni di "autorità" di Protezione Civile. A tale Ufficio sono affidati numerosi compiti tra i quali:  svolgere attività previsionale circa i rischi ipotizzabili sul territorio comunale, richiedendo a tal fine la collaborazione degli organi tecnici e degli esperti locali;  aggiornare il piano comunale di protezione civile;  stabilire costanti contatti con l'ufficio di protezione civile della Prefettura e con le strutture regionali e provinciali;  favorire la diffusione della cultura della sicurezza e della protezione civile;  organizzare la sala operativa;  programmare e gestire esercitazioni di protezione civile;  curare l'amalgama e l'aggiornamento del personale operante nell'ambito dell'unità di crisi;  curare l'istruzione e l'addestramento del gruppo comunale di volontari di protezione civile. Al manifestarsi di una situazione di emergenza, l’ufficio dovrà, in particolare:  informare il Sindaco o l'Assessore delegato dell'evento;  attivare il Centro Operativo Comunale e gestire la sala operativa;  avviare le attività di ricognizione e di raccolta delle informazioni;  convocare , sentito il Sindaco o l'Assessore alla protezione civile, l'unità di crisi comunale;  segnalare al Prefetto, al Presidente della Giunta Regionale ed al Presidente della Giunta Provinciale l'evento, precisandone il luogo, la natura e l'entità, nonché i provvedimenti adottati e le eventuali richieste di soccorso già inoltrate;  coordinare l'impiego delle diverse componenti della protezione civile nelle attività di soccorso alle popolazioni;  organizzare e coordinare i mezzi alternativi di telecomunicazione;  svolgere attività informativa nei riguardi della popolazione;  tenere il diario degli avvenimenti.

4.2.3 Il Centro Operativo Comunale Viene costituito all'emergenza, con l'attivazione della Sala Operativa e la convocazione dell' Unità di crisi comunale .

49 4.2.3.1 La Sala Operativa E' la struttura, nell'ambito dell’ufficio comunale di Protezione Civile, che consente di gestire tecnicamente l'emergenza, soprattutto nelle fasi iniziali, in cui sono privilegiate le operazioni di soccorso e l'attività di assistenza. Si articola in:  area tecnico-operativa, costituita dal Capo Sala e dai Coordinatori delle funzioni di supporto; per ogni attività decisionale di rilievo opererà in stretta connessione con il Comitato Comunale di protezione civile;  area delle telecomunicazioni, per i collegamenti radio e a filo con le unità operanti e gli enti, associazioni ed organismi interessati alle operazioni di soccorso; vi operano addetti ai telefoni e operatori radio;  area mass-media e informazione.

Vi opera il seguente personale: - il Capo Ufficio della Protezione Civile, in qualità di Capo Sala; - i Coordinatori delle funzioni di supporto; - il personale abilitato in Disaster Management; - personale addetto e volontari del gruppo comunale di Protezione Civile. Allo scopo di visualizzare le informazioni in arrivo è dotata di:  planimetria del territorio comunale, in scala 1:5000;  planimetria del territorio comunale in rapporto alla provincia, in scala 1:25.000;  planimetrie riguardanti aree di atterraggio per elicotteri, ubicazione degli ospedali, delle scuole e delle industrie a rischio, localizzazione dei depositi di materiali importanti per l'emergenza;  planimetria del territorio comunale ripartito per aree circoscrizionali.

4.2.3.2 L'Unità di crisi comunale Si costituisce, su convocazione, presso la Sala operativa. E' strutturata secondo le seguenti funzioni di supporto ed è presieduta dal Sindaco o Assessore delegato e coordinata dal capo Ufficio della Protezione Civile: 1) FUNZIONE TECNICO SCIENTIFICA E DI PIANIFICAZIONE 2) FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA 3) FUNZIONE VOLONTARIATO 4) FUNZIONE MATERIALI E MEZZI

50 5) FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI 6) FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A COSE 7) FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, VIABILITA’ 8) FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI 9) FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITÀ SCOLASTICA 10) FUNZIONE MASS-MEDIA ED INFORMAZIONE

 FUNZIONE 1: TECNICO SCIENTIFICA E DI PIANIFICAZIONE La funzione tecnica e di pianificazione interessa tutti gli enti che svolgono attività scientifica o di gestione sul territorio. Il responsabile della funzione è il Responsabile del Settore Sicurezza Urbana, Protezione Civile e Commercio. Nelle diverse fasi dell’emergenza, il costante scambio di dati con i responsabili delle funzioni di supporto attivate gli permetterà di fornire, quotidianamente, l’aggiornamento della cartografia tematica con l’indicazione dei danni sul territorio comunale. Ciò al fine di orientare in maniera più efficace l’attuazione degli interventi. Compiti - Gestione della pianificazione di emergenza. - Analisi degli scenari di evento e precursori. - Approvvigionamento e gestione delle risorse. - Attivazione operazioni di monitoraggio. - Coordinamento degli interventi di soccorso, individuandone la priorità. - Coordinamento rapporti con le varie componenti scientifiche e tecniche per l'interpretazione fisica del fenomeno e dei dati forniti dalle reti di monitoraggio. - Predisposizione di una scheda operativa per la tempestiva reperibilità dei referenti delle aziende erogatrici di servizi (luce, acqua, gas, telefonia, ecc) alla minaccia o al verificarsi di una situazione di emergenza. - Coordinamento delle operazioni per la messa in sicurezza delle reti dei servizi coinvolte nell'evento. - Censimento dei danni alle reti dei servizi ed attivazione delle strutture di intervento per il ripristino della funzionalità delle reti e/o delle utenze, definendo una priorità degli interventi.

51  FUNZIONE 2: SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA La funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli aspetti socio – sanitari dell’emergenza. Il responsabile della funzione è il Responsabile dell’Area Servizi alla Persona; egli concorderà gli interventi in emergenza con i referenti del S.S.U.Em. 118 e dell’A.S.L. in conformità a quanto previsto dal D.M. 13.02.2002 Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi e si avvarrà del supporto delle associazioni di volontariato, che operano nel settore socio-sanitario. Al responsabile della funzione spetta anche il compito di coordinare il censimento dei danni alle persone. Compiti - Primo soccorso e assistenza sanitaria; - Soccorso immediato ai feriti. - Aspetti medico legali connessi al recupero e alla gestione delle salme, in collaborazione con i Servizi Cimiteriali. - Gestione di pazienti ospitati in strutture ospedaliere danneggiate o in strutture sanitarie campali. - Fornitura di farmaci e presidi medico-chirurgici per la popolazione colpita. - Assistenza sanitaria di base e specialistica.

 FUNZIONE 3: VOLONTARIATO La funzione volontariato si occupa di redigere un quadro sinottico delle risorse di mezzi, materiali, uomini e professionalità, in relazione alla specificità delle attività svolte dalle associazioni locali di volontariato, al fine di supportare le operazioni di soccorso ed assistenza in coordinamento con le altre funzioni. Il responsabile della funzione è il Responsabile del Settore Sicurezza Urbana, Protezione Civile e Commercio. Compiti - predisporre e coordinare l’invio di squadre di volontari nelle aree di attesa per garantire la prima assistenza alla popolazione; - predisporre e coordinare l’invio di squadre di volontari nelle aree di ricovero per assicurare l’assistenza alla popolazione, l’installazione dei necessari allestimenti logistici e la preparazione e distribuzione dei pasti; - predisporre l’invio di squadre di volontari per le esigenze delle altre funzioni di supporto.

52  FUNZIONE 4: MATERIALI E MEZZI La funzione materiali e mezzi è essenziale e primaria per fronteggiare un’emergenza di qualunque tipo ed ha lo scopo di fornire un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili nelle diverse situazioni di emergenza, attraverso il censimento dei materiali e dei mezzi appartenenti ad enti locali, volontariato, privati ed altre amministrazioni presenti sul territorio. Il responsabile di tale funzione è il Responsabile del Settore Provveditorato. Compiti - stabilire i collegamenti con le ditte fornitrici di beni e servizi per assicurare le prestazioni necessarie per il pronto intervento; - verificare le esigenze e le disponibilità dei materiali e dei mezzi necessari all’assistenza alla popolazione e disporre l’invio degli stessi presso le aree di ricovero; - coordinare l’impiego dei mezzi comunali utilizzati; - monitorare l’impiego e i conseguenti costi giornalieri, che dovranno essere riportati su appositi registri. Nel caso in cui la richiesta di materiali o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta di supporto al Prefetto .

 FUNZIONE 5: SERVIZI ESSENZIALI Il responsabile di tale funzione è il Capo di Gabinetto del Sindaco; egli avrà mansioni di coordinamento dei rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio comunale (a partire da quelli erogati dalle aziende partecipate del Comune di Brescia) per provvedere ad immediati interventi sulla rete, al fine di garantirne l’efficienza, anche in situazioni di emergenza, secondo i rispettivi piani particolareggiati. In particolare il responsabile si occuperà di assicurare la presenza presso la Sala Operativa dei rappresentanti degli enti e delle società eroganti i servizi primari ovvero di mantenere i contatti con gli stessi, affinché siano in grado di inviare sul territorio i tecnici e loro collaboratori per verificare la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei servizi comunali.

53  FUNZIONE 6: CENSIMENTO DANNI A COSE L’attività di censimento dei danni alle cose riveste particolare importanza nella valutazione della situazione complessiva determinatasi a seguito dell’evento ed in ordine all’aggiornamento dello scenario del danno, al fine di rilevare puntualmente il danno agli edifici ed altre strutture, di valutarne l’agibilità e stabilire gli interventi urgenti da predisporre. Il responsabile della funzione è il Responsabile dell’Area Servizi Tecnici. Compiti: Il responsabile della funzione, al verificarsi dell’evento, dovrà coordinare il censimento dei danni riferito a: edifici pubblici (in particolare per quelli di rilevanza strategica per le operazioni di soccorso); - edifici privati (in particolare le abitazioni); - impianti industriali (in particolare per quelli a rischio di incidente rilevante); - servizi essenziali; - attività produttive; - opere di interesse culturale; - infrastrutture pubbliche; - agricoltura e zootecnica. In caso di eventi di eccezionale gravità (come nel caso di sisma di elevata magnitudo), per cui le risorse tecniche da mettere in campo eccedano le capacità di risposta locale, viene costituito un Servizio di Coordinamento delle Campagne di Sopralluoghi, il quale verrà accentrato, a cura delle attività nazionali o regionali, in specifiche strutture tecniche di coordinamento dislocate presso uno o più centri operativi.

 FUNZIONE 7: STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, VIABILITA’ Il responsabile di questa funzione è il Comandante del Corpo di Polizia Municipale. Egli dovrà coordinare la propria struttura operativa secondo quanto previsto nello specifico piano particolareggiato di settore ed in sintonia con le altre Forze dell’Ordine. Compiti: - il posizionamento degli uomini e dei mezzi presso i “cancelli”; - il posizionamento degli uomini e dei mezzi per l’eventuale trasporto della popolazione nelle aree di ricovero; - la vigilanza degli accessi interdetti delle aree inagibili;

54 - il divieto di accesso nelle zone a rischio da parte del personale non autorizzato.

 FUNZIONE 8: FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI Il responsabile della funzione di telecomunicazioni, individuato nel Comandante del Corpo di Polizia Municipale dovrà coordinare le attività svolte dalle società di telecomunicazione presenti sul territorio e dalle associazioni di volontariato dei radioamatori che hanno il compito, in periodo d’emergenza e se il caso lo richiede14, di organizzare una rete di telecomunicazione alternativa. Compiti: - Organizzazione preventiva della rete dei collegamenti per l'emergenza con Centro Coordinamento Soccorsi, Sala Operativa Provinciale, Centro Mobile di Comando e Controllo, strutture e forze di intervento. - Approvvigionamento e gestione di materiale radio. - Gestione delle telecomunicazioni in emergenza. - Attivazione delle strutture di intervento per il ripristino delle reti di telecomunicazione fisse e mobili.

 FUNZIONE 9: FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITÀ SCOLASTICA Il responsabile della funzione è il Responsabile dell’Area Servizi alla Persona. Compiti: - predisporre un quadro delle disponibilità di alloggiamento di immobili o aree e dialogare con le autorità preposte all’emanazione degli atti necessari per la messa a disposizione delle stesse; - provvedere ad un censimento degli appartenenti alle categorie deboli o a particolare rischio e alla loro rintracciabilità, nonché all’individuazione dei loro immediati fabbisogni specifici nella prima fase dell’emergenza; - garantire l’assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e nelle aree di ricovero; - attivare il personale incaricato per il censimento della popolazione nelle aree di ricovero attraverso una specifica modulistica. Per quanto riguarda l’attività scolastica il responsabile della funzione ha il compito di conoscere e verificare l’esistenza dei piani di evacuazione delle scuole e delle aree di attesa di loro pertinenza; dovrà, inoltre, coordinare i Capi d’Istituto e prevedere una

55 strategia idonea per il ricongiungimento della popolazione scolastica con le relative famiglie nelle aree di attesa.

 FUNZIONE 10: MASS-MEDIA ED INFORMAZIONE Il responsabile di tale funzione è il Capo di Gabinetto del Sindaco; egli, sulla base degli indirizzi forniti dal Sindaco, avrà il compito di procedere alla divulgazione della notizia per mezzo dei mass-media, stabilendo inoltre il programma e le modalità degli incontri con i giornalisti. Compiti: - informare e sensibilizzare la popolazione; - far conoscere le attività di protezione civile in corso; - predisporre i comunicati e gli annunci per gli organi di informazione; - organizzare conferenze stampa o altri momenti informativi.

SINTESI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO: FUNZIONI DI SUPPORTO SETTORI/UNITA’ DI STAFF COMUNALI

URBANISTICA AMBIENTE ED ECOLOGIA SICUREZZA URBANA, PROTEZIONE CIVILE E FUNZIONE 1) COMMERCIO TECNICO SCIENTIFICA E DI PIANIFICAZIONE MOBILITÀ E TRAFFICO VIGILANZA – CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE STATISTICA

FUNZIONE 2) SERVIZI SOCIALI SANITÀ - ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA LOGISTICA SOCIALE

SICUREZZA URBANA, PROTEZIONE CIVILE E FUNZIONE 3) COMMERCIO VOLONTARIATO SERVIZI SOCIALI VIGILANZA – CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE

PROVVEDITORATO MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO SPAZI APERTI FUNZIONE 4) MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO EDIFICI PUBBLICI MATERIALI E MEZZI UNITA’ DI PROGETTO EX L. 167/62 INFORMATICA VIGILANZA – CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE

FUNZIONE 5) COORDINAMENTO AZIENDE PUBBLICHE SERVIZI ESSENZIALI INFORMATICA

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MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO SPAZI APERTI MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO EDIFICI PUBBLICI SPORTELLI DELL’EDILIZIA E DELLE IMPRESE URBANISTICA UNITA’ DI PROGETTO EX L. 167/62 PARCO DELLE COLLINE, DELLE CAVE E SICUREZZA FUNZIONE 6) AMBIENTI CENSIMENTO DANNI A COSE AMBIENTE ED ECOLOGIA LOGISTICA TECNICA MUSEI D’ARTE E STORIA E SCIENZE BIBLIOTECHE SICUREZZA URBANA, PROTEZIONE CIVILE E COMMERCIO SERVIZI DEMOGRAFICI

FUNZIONE 7) VIGILANZA – CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, VIABILITA’ MOBILITA’ E TRAFFICO

FUNZIONE 8) VIGILANZA – CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE TELECOMUNICAZIONI LOGISTICA TECNICA SPORTELLI DELL’EDILIZIA E DELLE IMPRESE SICUREZZA URBANA, PROTEZIONE CIVILE E COMMERCIO PARTECIPAZIONE E DECENTRAMENTO FUNZIONE 9) MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO EDIFICI PUBBLICI ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITÀ MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO SPAZI APERTI SCOLASTICA URBANISTICA ATTIVITA’ PROMOZIONALI SERVIZI SOCIALI SERVIZI DEMOGRAFICI PUBBLICA ISTRUZIONE E POLITICHE GIOVANILI

UFFICIO DI GABINETTO - Servizio Comunicazione FUNZIONE 10) Istituzionale MASS-MEDIA ED INFORMAZIONE UFFICIO STAMPA U.R.P. PARTECIPAZIONE E DECENTRAMENTO

4.2.4 Il Centro Operativo Misto Allorquando l'evento calamitoso, per natura, estensione ed effetti, non possa essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del Comune e comporti l'intervento coordinato di ulteriori risorse, il Presidente della Provincia, d'intesa con il Prefetto, dispone l'attivazione del Centro Operativo Misto il quale:  Opera alle dirette dipendenze del Centro Coordinamento Soccorsi.  Integra l'Unità di crisi comunale con i rappresentanti di:  U.T.G - Prefettura;  Amministrazione Provinciale;  FF.AA.;  Forze dell'Ordine;  Comando Provinciale dei VV.F..

57 Ha il compito di:  Fornire all'amministrazione comunale un contributo tecnico-operativo;  Valutare le esigenze ed avanzare le richieste di concorsi alla sala operativa provinciale;  Formulare proposte di iniziativa sulla base della situazione locale;  Coordinare l'impiego delle risorse attivate (Forze Armate; Forze dell'Ordine; Vigili del Fuoco; ecc).

4.3 Le Strutture di supporto Nell'ambito dell'organizzazione comunale di protezione civile sono individuate le seguenti strutture di supporto: > le Aziende Sanitarie Locali; > la Centrale Operativa 118; > l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA); > l’azienda di trasporto pubblico locale (CO.TRAL.); > l’Azienda di gestione del ciclo dell’acqua (ACEA ATO-5 ); > l'Azienda di fornitura di energia elettrica (ENEL); > l'Azienda di fornitura del gas metano(ITALGAS); > l’Azienda fornitrice di servizi di telecomunicazione (TELECOM, ITALIAPOSTE); > Organizzazioni di volontariato della Protezione Civile.

Dette strutture, dotate di sufficienti margini di automatismo operativo, sono idonee a fornire una prima tempestiva ed adeguata risposta in una situazione di emergenza, in attesa di altre forze di intervento: tali strutture in caso di emergenza, se richiesto, dovranno inviare presso la Sala Operativa comunale un rappresentante qualificato, già predesignato, ai fini di una maggiore immediatezza dei rapporti e dei collegamenti.

4.2.1 Le Aziende Sanitarie Al verificarsi di eventi calamitosi, la funzione delle A.S.L. assume importanza risolutiva nei settori d'intervento relativi a:  assistenza sanitaria;  interventi di sanità pubblica;  attività di assistenza psicologica alla popolazione;  assistenza farmacologica;

58  assistenza medico-legale;  assistenza veterinaria.

Inoltre è richiesta alle A.S.L. territorialmente competenti la disponibilità di elenchi aggiornati degli assistiti domiciliarmene per quanto concerne:  ossigenoterapia ad alti flussi;  utilizzo di presidi elettromedicali collegati alla rete di energia elettrica.

Nell'ambito del territorio comunale sono presenti i seguenti presidi A.S.L.: Non essendo disponibili strutture ospedaliere nell’ambito del territorio comunale risulta necessario rivolgersi a strutture presenti nei vicini comuni di:  Atina: “Presidio Ospedaliero della Croce di Atina” Via Vittorio Emanuele III – Telefono: 0776 60045;  Sora: “Ospedale Civile S.S. Trinità” località San Marciano – Telefono: 0776 8291;  Cassino: “Ospedale Civile di Cassino” Via Casilina NORD – Telefono: 0776 301222;  Frosinone: “Ospedale Umberto I” Viale Mazzini – Telefono: 0775 2071.

4.2.2 La Centrale Operativa Sanitaria 118 La Centrale Operativa sanitaria 118, per le sue possibilità di raccordo con le strutture territoriali ed ospedaliere, nonché con le istituzioni pubbliche e private che concorrono a dare una risposta operativa in emergenza, costituisce l'interlocutore privilegiato in campo sanitario, negli interventi di primo soccorso. In caso di attivazione dell'Unità di crisi presso il C.O.C., eventuali interventi saranno coordinati dal responsabile della funzione "Sanità umana e veterinaria".

59 4.2.3 Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) E' l'ente delegato, tra l'altro, alle attività di :  gestione del Centro funzionale regionale, delle reti di monitoraggio meteorologica, idrologica, nivologica, sismica e della qualità dell'aria e dei sistemi previsionali ad essi connessi;  assistenza tecnico-scientifica, in materia ambientale, territoriale, di prevenzione e di protezione civile per l'elaborazione di normative, piani, programmi, relazioni, pareri, provvedimenti amministrativi ed interventi, anche di emergenza;  controllo dei fattori fisici, chimici e biologici rilevanti ai fini della prevenzione, nonché della riduzione o eliminazione dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo;  supporto tecnico-scientifico agli organi preposti alla valutazione ed alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti connessi con attività produttiva.

4.2.4 Linee G. Onorati Le imprese pubbliche di trasporto hanno come impegno prioritario l'intervento con i propri autobus per le eventuali esigenze di trasporto di persone da evacuare e, in situazioni di carenza di ambulanze, di feriti ed invalidi. In caso di attivazione dell'Unità di crisi presso il C.O.C., gli eventuali interventi saranno coordinati dal responsabile della Funzione "Interventi Tecnici Operativi" di intesa con il coordinatore della Funzione “Coordinamento e Pianificazione”.

4.2.5 La Società ACEA ATO-5 La direzione aziendale per fronteggiare le situazioni di criticità attua le procedure previste dai "piani operativi di crisi" e attua la somministrazione alternativa di acqua avvalendosi di:  cisterne munite di rastrelliera e rubinetti;  autobotti. L’azienda inoltre è in condizione di dare un supporto a seguito di emergenze per inquinamenti da reflui liquidi. In particolare, l'impianto consente:  l'analisi di campioni di liquame e/o di rifiuti solidi mediante tecniche manuali e strumentali;  lo stoccaggio provvisorio di reflui fortemente inquinanti di tipo fognario. In caso di attivazione dell'Unità di crisi presso il C.O.C., gli eventuali interventi saranno coordinati dal responsabile della funzione “Servizi essenziali”.

60 4.2.6 Società fornitrici di energia Le società incaricate della distribuzione di energia quali l’energia elettrica (ENEL) e il gas metano(ACEA) hanno come impegno prioritario la messa in sicurezza e il ripristino dei loro impianti di distribuzione nel più breve tempo possibile. In caso di attivazione dell'Unità di crisi presso il C.O.C., gli eventuali interventi saranno coordinati dal responsabile della Funzione “Servizi essenziali” di intesa con il coordinatore della Funzione “Coordinamento e Pianificazione”.

4.2.7 Società fornitrici di servizi Le società incaricate della fornitura di servizi di telecomunicazione (TELECOM) e di servizi postali (POSTE ITALIANE) hanno come impegno prioritario il ripristino dei loro sistemi di telecomunicazione, nonché la fornitura al C.O.C., in caso di necessità, di servizi supplementari quali linee telefoniche, fax o dati). In caso di attivazione dell'Unità di crisi presso il C.O.C., gli eventuali interventi saranno coordinati dal responsabile della Funzione “Telecomunicazioni”.

4.2.9 Organizzazioni di Volontariato Costituiscono una componente essenziale dell'organizzazione locale dei servizi di protezione civile, per l'insostituibile azione di supporto e di integrazione nelle attività di previsione, prevenzione e soccorso svolte dalle strutture comunali. L'attuale organizzazione regionale del volontariato di protezione civile assicura la disponibilità nell'ambito del territorio comunale delle seguenti organizzazioni:  Gruppo comunale di Protezione Civile.

Gruppo Comunale dei Volontari di Protezione Civile è alle dirette dipendenze del Comune di Settefrati.. La sede operativa è situata in via Roma.

4.4 Metodo Augustus Un gruppo di lavoro composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell’Interno ha prodotto un lavoro che rappresenta una sintesi coordinata degli indirizzi per la pianificazione e, per la prima volta, raccolti in un unico documento operativo: tale documento è conosciuto come Metodo Augustus . L’importanza delle linee guida offerte dal metodo Augustus, oltre a fornire un indirizzo per la pianificazione di emergenza, flessibile secondo i rischi presenti nel territorio, delinea con

61 chiarezza un metodo di lavoro semplificato nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per coordinare con efficacia la risposta di protezione civile. <<....Con il metodo Augustus attraverso l’istituzione delle funzioni di supporto nelle rispettive sale operative si raggiungono due obiettivi primari per rendere efficace ed efficiente il piano di emergenza: a) avere per ogni funzione di supporto la disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono; b) affidare ad un responsabile della funzione di supporto sia il controllo della specifica operatività, sia l’aggiornamento di questi dati nell’ambito del piano di emergenza. Inoltre far lavorare in “tempo di pace” i vari responsabili delle funzioni di supporto per l’aggiornamento del piano di emergenza fornisce l’attitudine alla collaborazione in situazioni di emergenza, dando immediatezza alle risposte di protezione civile che vengono coordinate nelle Sale Operative...>>>[2]. Il Metodo Augustus individua le seguenti 14 funzioni di supporto: 1) Tecnica e di pianificazione. 2) Sanità, assistenza sociale e veterinaria. 3) Mass-media ed informazione. 4) Volontariato. 5) Materiali e mezzi. 6) Trasporto, circolazione e viabilità. 7) Telecomunicazioni. 8) Servizi essenziali. 9) Censimento danni a persone e cose. 10) Strutture operative. 11) Enti locali 12) Materiali pericolosi 13) Assistenza alla popolazione 14) Coordinamento centri operativi

Le funzioni di supporto, da attuare nei comuni, non debbono essere necessariamente 14 ma dovranno essere istituite a ragion veduta, in maniera flessibile o in base a una pianificazione di emergenza già predisposta in un determinato territorio per un determinato evento, oppure per far fronte ad immediate esigenze operative dei comuni durante o prima di un evento calamitoso.

62 Ogni singola funzione avrà comunque un proprio responsabile che in, tempo ordinari, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso. Di seguito è riportato un esempio sull’ impiego del Metodo Augustus.

Prefettura di Frosinone

C.C.S. Centro Coordinamento Soccorsi

C.O.M. Sindaci dei Responsabile Comuni Colpiti

Staff Tecnico SALA OPERATIVA

Staff Segreteria Amministrativo

Funzione 1 Funzione 2 Funzione 3 Funzione 4

Funzione 5 Funzione 6 Funzione 7 Funzione 8

Funzione 9 Funzione 10 Funzione 11 Funzione 12

Funzione 13 Funzione 14

63

Parte Quinta LE RISORSE

64 5.1 Le risorse umane e strumentali Costituiscono il complesso di personale, mezzi materiali e infrastrutture cui far ricorso per poter attuare un intervento di soccorso.

5.2 Il Personale La risorsa "personale", Il Personale La risorsa "personale", a livello comunale, è costituita da: a) quadri dell'Amministrazione comunale, individuabili nell'ambito di:  Segreteria Comunale;  Servizi Tecnici;  Servizi Sociali; b) Operatori del Corpo di Polizia Municipale; c) Volontari del Gruppo Comunale di Protezione Civile.

5.3 I Materiali e i Mezzi Le risorse materiali e mezzi comprendono le dotazioni organiche dell'Amministrazione comunale, del Corpo di Polizia Municipale, delle Strutture di supporto e le disponibilità offerte dalle organizzazioni di volontariato e dal mercato del privato. I settori d’attività, nel cui ambito rientrano le singole risorse, comprendono l'abbigliamento, i prodotti alimentari, le abitazioni di soccorso, l'antincendio, i combustibili e i carburanti, la costruzione, il disinquinamento, l'illuminazione, i mezzi speciali, materiale tecnico vario, i medicinali, i prodotti sanitari, la produzione pasti, le telecomunicazioni, i trasporti.

5.4 Le Infrastrutture Le infrastrutture (sanitarie, alloggiative, di ammassamento materiali, ecc.) costituiscono il necessario supporto logistico alle attività di protezione civile.

5.4.1 Strutture scolastiche Nell’ambito del territorio comunale sono disponibili le seguenti strutture scolastiche:  Scuola materna (dell'infanzia) Via Pietrafitta (Località Pietrafitta) Cap: 03040 Telefono: 0776-65096;

65  Scuola elementare (primaria) Via Terenzio Cap: 03040 Telefono: 0776 695473.

5.4.2 Strutture ospedaliere Non essendo disponibili strutture ospedaliere nell’ambito del territorio comunale risulta necessario rivolgersi a strutture presenti nei vicini comuni di:  Atina: “Presidio Ospedaliero della Croce di Atina” Via Vittorio Emanuele III – Telefono: 0776 60045;  Sora: “Ospedale Civile S.S. Trinità” località San Marciano – Telefono: 0776 8291;  Cassino: “Ospedale Civile di Cassino” Via Casilina NORD – Telefono: 0776 301222;  Frosinone: “Ospedale Umberto I” Viale Mazzini – Telefono: 0775 2071.

5.4.3 Strutture comunali Nell’ambito del territorio comunale sono disponibili le seguenti strutture comunali:  Sede del Municipio:Piazza Municipio, 8 Tel: 0776695001  Farmacia Comunale  Parcheggio Comunale sito in via del Colle.

5.4.4 Impianti sportivi Nell’ambito del territorio comunale sono disponibili i seguenti impianti sportivi comunali:  Campo sportivo “Valle Santa Felicita”  Centro Polisportivo sito in località Pietrafitta

66 5.4.5 Gli insediamenti abitativi di emergenza Con questa dizione sono indicate tutte quelle infrastrutture che possono essere adibite al temporaneo ricovero delle popolazioni colpite da calamità e per la sistemazione di forze e risorse di protezione civile. Nelle risorse alloggiative, la cui utilizzazione può essere destinata a soddisfare le esigenze di altre comunità, rientrano le strutture alberghiere, le scuole ed altre infrastrutture, purché fornite di servizi igienici e con possibilità di dotarle di posti letto e servizi mensa.

5.4.6 Le aree e le strutture di ricovero della popolazione Vengono così definite le aree, costituite da superfici coperte e scoperte, che consentono la sistemazione di insediamenti abitativi (tendopoli, roulottopoli, prefabbricati). Possibilmente individuate anche con il concorso di geologi, essendo destinate per insediamenti provvisori di media o lunga durata, devono essere aree da utilizzarsi previa dichiarazione di servitù in sede di pianificazione urbanistica comunale per le quali è necessario predisporre anche lavori di urbanizzazione primaria (acqua, energia elettrica, fognature, telefoni).

5.4.7 Le aree di attesa della popolazione Le zone di raccolta o aree di attesa si identificano con le aree coperte e scoperte, ubicate al di fuori delle aree a rischio di evacuazione, idonee ad accogliere la popolazione da evacuare. Consentono l'afflusso di mezzi di trasporto e dispongono quando possibile di aree di atterraggio per elicotteri.

5.4.8 Le aree di ammassamento soccorritori e risorse Si riferiscono alle aree, costituite da superfici coperte e scoperte, idonee all'accantonamento o all'attendamento di forze e risorse di protezione civile. Devono avere le seguenti caratteristiche:  essere di dimensioni sufficienti per accogliere almeno una tendopoli per 500 persone e per servizi campali;  essere nelle vicinanze di una arteria di comunicazione o comunque facilmente raggiungibili per strada agevole anche a mezzi di grandi dimensioni;  disporre almeno nelle vicinanze di risorse idriche facilmente collegabili e di cabina elettrica;

67  essere in aree non soggette ad inondazioni o dissesti idrogeologici o a grave rischio di interruzione per presenza di opere d'arte complesse come viadotti, ecc.;  essere possibilmente lontane da centri abitati o zone soggette a normale intenso traffico.

5.5 Pianificazione delle risorse I coordinatori delle funzioni di supporto cureranno, nell'ambito dei settori di competenza, l'aggiornamento delle disponibilità di risorse in personale, materiali, mezzi e infrastrutture. Pertanto dovranno dotarsi di uno "strumento" di semplice consultazione ed aggiornamento, che consenta di analizzare con rapidità i dati inerenti la funzione di cui hanno la responsabilità gestionale e, in particolare, di localizzare in tempi brevi le risorse disponibili e di sopperire, con tempestività, alle carenze che si possono manifestare nel corso della gestione dell'emergenza.

5.6 Dislocazione delle risorse

5.6.1 C.O.C. – Centro Operativo Comunale In caso di emergenza il sistema di comando e controllo è allestito nei locali municipali in Piazza Municipio, 8 Tel: 0776695001, dove:  Il Comitato Comunale di Protezione Civile è ubicato presso l’ufficio del Sindaco.  L’ Unità di Crisi è ubicata nell’aula del Consiglio comunale;  La Sala Operativa è ubicata presso l’ufficio comunale di Protezione Civile;  Il Centro Operativo Misto , qualora richiesto, è ubicato nell’aula consiliare;  La sala radio è ubicata nella sala Giunta;  La sala stampa è ubicata in uno dei locali disponibili all’interno dell’edificio municipale.  NOTA: qualora non fosse possibile utilizzare l’edificio adibito a sede del Municipio, il C.O.C. potrà venir dislocato in sede diversa come, ad esempio, la Scuola materna sita in località Pietrafitta.

68 5.6.2 Insediamenti abitativi d’emergenza Limitatamente alle strutture di proprietà del Comune rientrano in questa categoria:

 Scuola materna (dell'infanzia) Via Pietrafitta (Località Pietrafitta) Cap: 03040 Telefono: 0776-65096;  Scuola elementare (primaria) Via Terenzio Cap: 03040 Telefono: 0776 695473;  Campo sportivo “Valle Santa Felicita”;  Centro Polisportivo sito in località Pietrafitta.  Parcheggio comunale Le strutture sopra elencate dispongono tutte di sevizi igienici, acqua potabile ed energia elettrica.

5.6.3 Aree di attesa della popolazione Le aree di attesa della popolazione individuate sul territorio comunale sono le seguenti:

Area di attesa 1:  VIA DEL COLLE  Proprietà comunale  Acqua potabile: NO  Energia elettrica: SI  Servizi igienici: NO

Area di attesa 2:  VIA G. MARCONI  Proprietà comunale  Acqua potabile: NO  Energia elettrica: SI  Servizi igienici: NO

69 5.6.4 Le aree e le strutture di ricovero della popolazione All’interno del territorio del Comune di Settefrati tali aree possono essere individuate nelle seguenti strutture:  Palestra della scuola materna (dell'infanzia) Via Pietrafitta (Località Pietrafitta) Cap: 03040 Telefono: 0776-65096; o Proprietà comunale o Acqua potabile: SI o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: SI  Palestra della scuola elementare (primaria) Via Terenzio Cap: 03040 Telefono: 0776 695473; o Proprietà comunale o Acqua potabile: SI o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: SI  Campo sportivo “Valle Santa Felicita” o Proprietà comunale o Acqua potabile: SI o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: SI  Centro Polisportivo sito in località Pietrafitta o Proprietà privata o Acqua potabile: SI o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: NO  Parcheggio Comunale sito in via del Colle o Proprietà comunale o Acqua potabile: NO o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: NO

70 5.6.5 Le aree di ammassamento soccorritori e risorse Le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse individuate sul territorio comunale sono le seguenti:  Campo sportivo “Valle Santa Felicita” o Proprietà comunale o Acqua potabile: SI o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: SI  Centro Polisportivo sito in località Pietrafitta o Proprietà privata o Acqua potabile: SI o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: NO  Parcheggio Comunale sito in via del Colle o Proprietà comunale o Acqua potabile: NO o Energia elettrica: SI o Servizi igienici: NO

NOTA: Le aree indicate per essere adibite alle funzioni in precedenza descritte sono in molti casi coincidenti non disponendo il Comune di numerose strutture. Sarà quindi necessario valutare di volta in volta, in relazione alle diverse emergenze e al luogo in cui queste si verificano, le aree più opportune da destinare alle diverse funzioni.

5.6.6 Risorse idriche La fornitura di acqua può essere reperita attingendo dalla rete idrica comunale o, alternativamente, dai diversi pozzi sparsi sul territorio.

71

Parte Sesta LE PROCEDURE OPERATIVE

72 6.1 Le procedure operative L'attività di preparazione alla gestione delle emergenze si attua attraverso la compilazione di procedure per l’attivazione del Piano comunale di protezione civile e del costante scambio d’informazioni tra diversi componenti del Sistema comunale di protezione civile. Costituiscono quel complesso codificato di comportamenti, di azioni da compiere con immediatezza e operazioni da avviare in ordine logico e temporale che consentono di affrontare il primo impatto di un evento calamitoso con il minor grado di impreparazione e con il maggior grado di automatismo possibile. In questa sezione si definiscono le principali responsabilità attribuite ai diversi attori che concorrono alla gestione delle emergenze. A tale proposito è necessario evidenziare l’impostazione sintetica attribuita a tutte le procedure proposte, al fine di ottenere una garanzia di flessibilità delle stesse. Per il conseguimento di tale obiettivo è fondamentale la preventiva conoscenza del proprio compito da parte di ogni persona, ufficio, ente e organismo deputato ad intervenire alla minaccia o al manifestarsi di una situazione di emergenza. Nella predisposizione di procedure adeguate ed efficaci, assume un ruolo fondamentale la corretta identificazione degli scenari degli eventi attesi, relativamente alle situazioni di pericolosità/rischio presenti sul territorio comunale. Riferimento determinante, per i fenomeni prevedibili, è il Sistema di Allertamento Regionale, le cui prescrizioni vanno recepite nella pianificazione comunale di protezione civile. Infine, il Modello di intervento assicura la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, attraverso la definizione delle competenze per le diverse tipologie di scenari attesi e la predisposizione delle azioni da compiere.

6.2 Sistema di Allertamento Regionale La gestione del Sistema di Allertamento Regionale è assicurata dalla Regione, dagli Uffici Territoriali del Governo – Prefetture, dalle Province e dai Comuni attraverso la Direzione Regionale della Protezione Civile della Regione Lazio.

6.2.1 Avviso meteo In presenza di Avviso meteo per pioggia diramato dalla Direzione Regionale di Protezione Civile o dalla prefettura su ordine del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, viene attuato lo stato di ATTENZIONE .

73 Nell’ambito delle procedure di intervento questo stato si configura come la fase in cui, in presenza di una non definita situazione di criticità con possibilità di evoluzione verso condizioni di criticità moderata, viene avviata l’attività informativa nei riguardi delle strutture comunali potenzialmente interessate agli interventi di protezione civile. I documenti previsionali contenenti avvisi meteo possono pervenire all’ufficio di Protezione Civile di San Donato Val di Comino da parte di:  Ufficio Territoriale di Governo-Prefettura;  Regione Lazio -Direzione Regionale della Protezione Civile.

6.2.2 Le segnalazioni La comunicazione del verificarsi di un evento calamitoso può pervenire al Comune di Settefrati o al Gruppo Comunale di Protezione Civile da:  Ufficio Territoriale di Governo - Prefettura;  Regione Lazio – Direzione Regionale della Protezione Civile;  Amministrazione Provinciale;  Corpo di Polizia Municipale;  privati cittadini. L'informazione, qualora giunga da fonte non qualificata, va verificata con la massima tempestività e registrata come da scheda operativa. La segnalazione di un evento calamitoso sul territorio comunale, una volta verificata con la massima tempestività, va trasmessa a:  Ufficio Territoriale del Governo – Prefettura;  Servizio Protezione Civile della Provincia;  Settore Protezione Civile della Regione, Il messaggio, da trasmettere in telefax, deve essere preceduto da avviso telefonico.

6.3 Il modello di intervento Nel modello di intervento sono definite le procedure per:  evento con preavviso , causato da fenomeni direttamente connessi con la situazione meteorologica (fenomeni meteorologici e rischio idrogeologico), la cui previsione consente l'attivazione delle diverse fasi operative, funzionali ad una crescente criticità. L’intervento di protezione civile si sviluppa per fasi successive, che servono a scandire temporalmente l’evolversi del livello di allerta e, conseguentemente, l’incremento delle risorse da impegnare;

74  evento improvviso , che per mancato allarme o al verificarsi di un fenomeno non prevedibile o ad evoluzione estremamente rapida, richiede l'attuazione delle misure per l'emergenza.

Sono inoltre indicati i provvedimenti da adottare per i seguenti eventi che, pur avendo minore probabilità di accadimento nel territorio in esame, richiedono tempestive risposte operative:

⇒ precipitazioni intense di natura temporalesca;

⇒ nevicata eccezionale;

⇒ incidente nei trasporti ;

⇒ evento sismico;

⇒ emergenze legate alla vita sociale dell'uomo;

⇒ black-out elettrico;

⇒ ondate di calore anomalo.

6.3.1 Evento con preavviso Per l'attuazione degli interventi operativi si prevedono i seguenti livelli di allerta:  ATTENZIONE  (Livello 1);  PREALLARME  (Livello 2);  ALLARME  (Livello 3).

 Livello 1 - STATO DI ATTENZIONE La segnalazione di una situazione di criticità ordinaria, con previsione di avvicinamento a condizioni di criticità moderata, richiede da parte della struttura comunale di Protezione Civile:  costante valutazione dei bollettini previsionali;  verifica degli scenari di rischio in relazione all'evento potenziale;  attivazione dei collegamenti con la Sala Operativa Regionale per lo scambio di informazioni;

75  informazione del Servizio Regionale di Protezione Civile dell'evolversi in sede locale delle condizioni meteoidrogeologiche;  preavviso ai componenti l'unità di crisi delle condizioni di potenziale rischio che possono determinare un loro coinvolgimento.  Livello 2 - STATO DI PREALLARME In tale fase assume particolare importanza l'attività di controllo delle zone del territorio considerate a rischio, per acquisire elementi di conoscenza che consentano una tempestiva attivazione dell'organizzazione di protezione civile comunale. Tale fase operativa, riferita in particolare a fenomeni meteorologici, può essere avviata:  su iniziativa del Gruppo Comunale di Protezione Civile;  su segnalazione del Servizio Provinciale di protezione civile.

Alla ricezione di una segnalazione da livello 2 – moderata criticità il Capo Ufficio Comunale della Protezione Civile o suo delegato: informa il Sindaco o l'Assessore delegato;  allerta il Gruppo Comunale di Protezione Civile;  attua ogni misura di sorveglianza e vigilanza delle zone esposte a rischio ritenuta necessaria;  informa i componenti dell'Unità di crisi della presenza di condizioni di potenziale rischio che possono determinare un loro progressivo coinvolgimento;  attiva i collegamenti con la Sala Operativa Regionale e il Servizio provinciale di protezione civile per lo scambio di informazioni;  organizza il presidio ed il monitoraggio dei punti critici evidenziati nell'ambito degli scenari di evento;  informa dello stato di preallarme i gestori dei servizi essenziali presenti sul territorio comunale;  concorda con il Sindaco o l'Assessore delegato i tempi di allertamento dell'Unità di crisi comunale;  informa la popolazione;  definisce l'opportunità di assicurare il presidio degli uffici e servizi comunali, di cui si prevede un possibile coinvolgimento, anche fuori dall’orario di ufficio;  segnala agli uffici competenti l'esigenza di notificare ai direttori dei lavori e ai responsabili di manifestazioni sportive, spettacoli, mercati, ecc. la possibile evenienza di situazioni critiche nelle ore successive;

76  segnala al Sindaco, al Presidente della Provincia, al Presidente della Giunta Regionale e al Prefetto, ogni circostanza di particolare rilievo.

 Livello 3 - STATO DI ALLARME Alla ricezione di una segnalazione da livello 3 – criticità elevata, oppure a seguito dell'evoluzione negativa dell'evento per il quale era già stato disposto il preallarme, alla minaccia di eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che richiedono interventi diretti alla tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti o dell'ambiente:

 Il Capo Ufficio Comunale della Protezione Civile o suo delegato:  informa il Sindaco o l'Assessore delegato;  definisce i limiti delle aree coinvolte nell'evento, accerta l'entità dei danni e i fabbisogni più immediati;  attiva la Sala operativa;  dirama l'allarme ai residenti nelle zone minacciate da inondazioni e dissesti e li informa sui comportamenti da tenere;  assicura il monitoraggio continuo delle aree a rischio;  allerta i gestori delle strutture strategiche, sociali e produttive presenti nelle aree a rischio e i componenti dell'Unità di crisi.

 Il Sindaco o l'Assessore delegato:  attua lo stato di allarme;  riunisce il Comitato comunale di protezione civile per una valutazione della situazione sul territorio comunale;  dispone la convocazione dell'Unità di crisi e la presiede;  assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione;  valuta l'opportunità di procedere alla chiusura delle scuole e annullamento di manifestazioni pubbliche;

 L' Unità di crisi, rappresentata in Sala operativa dai Coordinatori delle funzioni di supporto:  attua gli interventi per limitare e ridurre gli effetti dannosi dell'evento;

77  informa la popolazione della situazione in atto (Funzione INFORMAZIONE);  procede alla chiusura del traffico, pedonale e veicolare, della viabilità a rischio (Funzione STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA');  nell'eventualità dell'evacuazione dei nuclei familiari residenti nelle aree a rischio: I. Predispone le ordinanze di evacuazione (Funzione GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA – SERVIZI ESSENZIALI ); II. Controlla la percorribilità degli itinerari di evacuazione e degli itinerari di soccorso (Funzioni CENSIMENTO DANNI; STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA'); III. Censisce preventivamente i nuclei familiari da evacuare e le persone da ospedalizzare (Funzioni ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; SANITA'; VOLONTARIATO); IV. Accerta la disponibilità delle strutture di ricovero (Funzioni GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA – SERVIZI ESSENZIALI; INTERVENTI TECNICI OPERATIVI; ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; VOLONTARIATO); V. Verifica l'adeguatezza delle risorse disponibili (Funzioni GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA – SERVIZI ESSENZIALI; INTERVENTI TECNICI E OPERATIVI;VOLONTARIATO; ECONOMALE);  Soddisfa le le esigenze evidenziatesi nelle aree a rischio, coordinando gli interventi di soccorso dopo averne definito la priorità (Funzione GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA – SERVIZI ESSENZIALI );  rappresenta alla Sala operativa provinciale ogni ulteriore esigenza di personale, mezzi e materiali, precisandone tipo ed entità (Assessore alla Protezione Civile);  aggiorna il Presidente della Provincia, il Presidente della Giunta Regionale e il Prefetto dell'evolversi della situazione (Assessore alla Protezione Civile).

78 6.3.2 Evento improvviso Al verificarsi di un evento improvviso o non prevedibile o a causa dell'evoluzione estremamente rapida di un fenomeno meteorologico o alla minaccia di eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo, che richiedono interventi immediati diretti alla tutela dell’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti o dell’ambiente, si attuano le misure per l'emergenza, con l'avvio immediato delle operazioni di soccorso.

 STATO DI EMERGENZA L'azione di soccorso comprende tre distinti momenti: 1) Acquisizione dei dati: Ha lo scopo di avere un quadro, il più completo possibile, della situazione, al fine di definire:  limiti dell'area coinvolta nell'evento calamitoso;  entità dei danni e relative conseguenze sulla popolazione, sulle opere d'arte, sui servizi essenziali, sulle vie di comunicazione, ecc.;  fabbisogni più immediati.

2) Valutazione dell'evento: I dati, acquisiti con la ricognizione dell'area colpita e attraverso le segnalazioni dei cittadini e delle strutture periferiche di vigilanza, consentono di:  configurare il fenomeno nelle sue reali dimensioni territoriali;  definire l'effettiva portata dell'evento.

3) Adozione dei provvedimenti:  convocazione del Comitato comunale di protezione civile;  attivazione dell'Unità di crisi comunale;  avvio dei soccorsi tecnici urgenti;  delimitazione dell'area colpita;  interdizione del traffico stradale;  messa in sicurezza della rete dei servizi;  attivazione delle misure di carattere sanitario;  raccolta della popolazione a rischio in area di attesa e successivo trasferimento nelle strutture di recettività;  valutazione delle esigenze di rinforzi.

79 Pertanto:  Il Sindaco o Assessore delegato : a) avvalendosi dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile:  convoca il Comitato comunale di protezione civile per una valutazione della situazione in atto;  dispone l'attivazione della Sala Operativa e la convocazione dell'Unità di crisi;  avvia i soccorsi tecnici urgenti; b) avvalendosi dell'Unità di crisi comunale:  attiva le procedure per la quantificazione dei danni a persone, edifici, infrastrutture;  procede all'evacuazione delle aree abitate a rischio;  informa la popolazione dei comportamenti da adottare;  dispone la delimitazione dell'area colpita e l'interdizione del traffico stradale;  allestisce le aree di accoglienza e definisce le strutture di recettività della popolazione evacuata;  assicura l'assistenza ai nuclei familiari evacuati (supporto tecnico, socio-assistenziale, psicologico, logistico, sanitario);  richiede la messa in sicurezza della rete dei servizi;  segnala al Presidente della Provincia, al Presidente della Giunta Regionale e al Prefetto la situazione in atto e i provvedimenti adottati;

 L'Unità di crisi, presieduta dal Sindaco o Assessore delegato: a) Definisce i limiti dell'area colpita (Funzione GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA - SERVIZI ESSENZIALI); b) Accerta l'entità dei danni su popolazione, viabilità infrastrutture a rete, servizi essenziali, edifici, avvalendosi del personale comunale e del personale volontario (Funzioni: CENSIMENTO DANNI; SERVIZI ESSENZIALI; STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA'; VOLONTARIATO); c) Attua le prime misure di salvaguardia e assistenza alla popolazione (Funzioni: GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI

80 EMERGENZA - SERVIZI ESSENZIALI; INTERVENTI TECNICI OPERATIVI; STRUTTURE OPERATIVE LOCALI; INFORMAZIONE; ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; VOLONTARIATO); d) Adotta i provvedimenti di carattere sanitario (Funzione SANITA' UMANA e VETERINARIA); e) Assicura la messa in sicurezza della rete dei servizi (Funzione SERVIZI ESSENZIALI); f) Provvede alla chiusura al traffico della viabilità a rischio (Funzioni: STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA'; VOLONTARIATO); g) Informa con continuità la popolazione sull'evolversi dell'evento (Funzione INFORMAZIONE); h) Verifica l'adeguatezza delle risorse disponibili (Funzioni: GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA - SERVIZI ESSENZIALI; INTERVENTI TECNICI OPERATIVI; VOLONTARIATO); i) Attiva il ripristino dei servizi essenziali (acqua, elettricità, gas, telecomunicazioni), ricorrendo anche a fonti di approvvigionamento alternative (Funzioni: SERVIZI ESSENZIALI; INTERVENTI TECNICI OPERATIVI; TELECOMUNICAZIONI; VOLONTARIATO); j) Organizza il controllo delle aree evacuate per evitare atti di sciacallaggio (Funzioni: STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA'; VOLONTARIATO); k) Rappresenta alla Sala operativa provinciale ogni ulteriore esigenza di personale, mezzi e materiali, precisandone tipo, entità, e località di impiego (Funzione GESTIONE DELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA - SERVIZI ESSENZIALI).

81 6.3.3 Eventi particolari 6.3.3.1 Fenomeno sismico Il terremoto, rientrando tra gli eventi imprevedibili, esalta soprattutto, l'attività di soccorso, mentre non consente di individuare alcuna misura di prevenzione se non di carattere strutturale e informativo. Nella consapevolezza, infatti, che la collaborazione della popolazione costituisca uno dei fattori che concorre alla risoluzione dell'emergenza, si ravvisa l'opportunità di educare la cittadinanza attraverso una capillare campagna di informazione, alle misure di autoprotezione da adottare in previsione di un sisma ed ai comportamenti da tenere al verificarsi di tale evento e immediatamente dopo. Il Capo Ufficio della Protezione Civile o suo sostituto, immediatamente dopo l'evento:  si porta presso il Centro Operativo Comunale;  comunica al Sindaco o all'Assessore delegato la sua disponibilità;  richiede la convocazione del Comitato Comunale e l'attivazione dell'Unità di crisi;  avvia le ricognizioni dell'area colpita;  definisce le situazioni più critiche e richiede l'intervento dei Vigili del Fuoco e dei volontari;  organizza il censimento ed il ricovero dei nuclei familiari evacuati;  comunica al Sindaco o all'Assessore delegato, al Presidente della Provincia, al Prefetto e al Presidente della Regione la situazione in atto (danni subiti, persone evacuate, esigenze).

6.3.3.2 Precipitazioni intense di natura temporalesca Fase di Preallarme: All’avviso di alta probabilità di temporali forti generico la struttura comunale di Protezione Civile attua i seguenti provvedimenti:  richiesta al Comando della Polizia Municipale di invio di pattuglie per il controllo delle aree a rischio di inondazione e per l'eventuale insorgenza di situazioni critiche causate dal rigurgito della rete fognaria per il mancato smaltimento delle acque piovane, dalla presenza di ostacoli al deflusso delle acque della rete idrica minore e di situazioni di pericolo per la caduta di alberi;  richiesta al Gruppo Comunale di Protezione Civile di invio di squadre di intervento per il supporto alle pattuglie della Polizia Municipale.  comunicazione telefonica alle Aziende erogatrici di servizi;

82 Fase di Allarme: Al manifestarsi di eventi meteorologici di carattere temporalesco, la struttura comunale di Protezione Civile attua i seguenti provvedimenti:  richiesta alla società ACEA di accertamento dell'insorgenza di situazione critiche causate dal rigurgito della rete fognaria per il mancato smaltimento delle acque piovane e dalla presenza di ostacoli al deflusso delle acque;  richiesta di invio di pattuglie della Polizia Municipale per l'accertamento dell'eventuale innesco di frane e della percorribilità della viabilità e di intervento nei punti critici del territorio urbano per favorire il deflusso del traffico e di attuazione dei divieti di sosta e di accesso alle aree urbane a rischio di inondazione;  richiesta al Gruppo Comunale di Protezione Civile di invio di squadre di intervento per il supporto alle pattuglie della Polizia Municipale.

6.3.3.3 Nevicata eccezionale Al manifestarsi di precipitazioni nevose eccezionali eccedenti i 30 cm di neve al suolo, con il conseguente verificarsi di condizioni di criticità nello svolgimento delle normali attività umane, l’attività di protezione civile si concretizza nel:  censimento delle situazioni di criticità nel territorio comunale;  coordinamento degli interventi per l'assistenza alle famiglie rimaste isolate;  ripristino dei servizi essenziali;  valutazione dell'opportunità di chiusura delle scuole e informazione alla popolazione;  controllo del traffico veicolare nei punti critici della viabilità;  concorso di personale volontario per situazioni particolarmente critiche nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali;  attivazioni nell'ambito dell'Unità di crisi comunale delle Funzioni: Volontariato; Servizi essenziali; Strutture operative locali e Viabilità; Assistenza alla popolazione.

6.3.3.4 Incidente nei trasporti Al verificarsi di un incidente che coinvolga un mezzo di trasporto terrestre di sostanze tossico-nocive, la segnalazione da parte del Servizio di protezione civile o da chiunque ne sia venuto a conoscenza deve pervenire con immediatezza al Comando Provinciale dei

83 Vigili del Fuoco e all' Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, ai quali competono gli interventi in linea prioritaria e, pertanto:  l'adozione di tutti i provvedimenti in primo tempo necessari alla salvaguardia dell'incolumità delle persone;  l'invio di tecnici per la rilevazione dei livelli di contaminazione e di esposizione;  la localizzazione dell' area a rischio ;  l'organizzazione del soccorso e del coordinamento delle altre forze in concorso.

La Polizia Municipale, in concorso alle Forze dell'Ordine, è chiamata a:  circoscrivere la zona;  vietare l'accesso alla zona contaminata, costituendo posti di blocco e deviando il traffico con percorsi alternativi;  diramare l'allarme e le informazioni alla popolazione;  concorrere all'eventuale evacuazione dell'area.

6.3.3.5 Black-out elettrico Al verificarsi di tale evento, se effetto indotto da altri eventi calamitosi, gli interventi di emergenza rientrano in un più ampio quadro di attività di soccorso. E' richiesto l'intervento del Gruppo Comunale di protezione civile allorquando il fenomeno non connesso con altri eventi calamitosi, assume dimensioni, estensione ed effetti tali da non poter essere fronteggiato con le predisposizioni per gli interventi ordinari che competono agli Enti e Aziende che gestiscono tale servizio. In tal caso l’Ufficio Comunale di Protezione Civile dovrà:  localizzare punti e aree di vulnerabilità (ospedali; strutture socioassistenziali; scuole dell'infanzia; uffici pubblici; aree mercatali; pazienti in terapia con impiego ad alti flussi di ossigeno che necessita di apparecchiature elettromedicali; pazienti in terapia domiciliare; ecc.);  reperire le risorse necessarie per l'alimentazione elettrica della aree di particolare vulnerabilità;  controllare il traffico veicolare sulle strade dotate di impianto semaforico;  richiedere l'attivazione, nell'ambito dell'Unità di crisi comunale delle Funzioni: Interventi Tecnici Operativi; Servizi essenziali; Assistenza alla popolazione; Sanità; Volontariato; Strutture Operative Locali e Viabilità.

84 Per tale tipologia di eventi occorre che siano predisposti i piani di emergenza interna, da parte dei responsabili della sicurezza, per ogni struttura e spazio in cui si può verificare l'assembramento di persone in determinate fasce orarie (scuole, uffici pubblici, mercati, supermercati, locali di spettacolo, stadi, discoteche ecc.) o per periodi più o meno lunghi (strutture alberghiere, case di cura, ospedali, strutture socio-assistenziali, ecc.). L'intervento della protezione civile si traduce nell'invio di personale della Polizia Municipale per il controllo dell'area e per un'attività di supporto nel caso si adotti un provvedimento di evacuazione.

6.3.3.6 Emergenze sanitarie Situazioni di emergenza sanitaria determinate da:  insorgere di epidemie;  inquinamento di acqua, cibo, aria, ecc.;  eventi catastrofici con gran numero di vittime, che coinvolgono sia gli essere umani sia gli animali, richiedono interventi di competenza delle Autorità Sanitarie che li esplicano attraverso la normativa in vigore relativa alla profilassi di malattie infettive.

6.3.3.7 Specificazione degli interventi RISCHIO INCENDI Il piano di prevenzione incendi, prevede che gli interventi vengano eseguiti nel periodo di massima pericolosità, e cioè da maggio a settembre 2008, come da quanto disposto dalla normativa regionale. Gli interventi previsti nel piano, sono caratterizzati dalle seguenti finalità:  Interventi volti alla sorveglianza del territorio, con l’utilizzo di personale stagionale utilizzato nelle attività di prevenzione, vigilanza, avvistamento del territorio. Tale personale si adopera anche per la sensibilizzazione, promozione e responsabilizzazione dei proprietari ed i possessori a qualsiasi titolo, di terreni boscati o cespugliati ed in tutti i terreni condotti a coltura agraria, pascoli o incolti. La causa maggiore di incendio è proprio quella di accendere fuochi per bruciare stoppie e/o altro materiale vegetale erbaceo o arbustivo facilmente infiammabile che siano confinanti con boschi;  Interventi di personale con lo scopo di avvistare in tempi rapidi gli incendi, dotando il personale di apparecchiature telefoniche mobili;

85  Interventi di ripulitura della vegetazione erbacea e/o arbustiva delle aree boscate confinanti con strade ed altre vie di transito per la profondità di almeno 5 metri; Le aree maggiormente a rischio di incendio nel territorio della XIV Comunità Montana Valle di Comino sono: a) La Pineta “Valle dell’Inferno” nel Comune di Vallerotonda; b) La zona della fascia pre-parco Nazionale d’Abruzo – Lazio- Molise; c) La zona montuosa ai confini dei Comuni di: Alvito – Campoli Appenninico – Posta Fibreno – Vicalvi; d) La zona pedemontana del massiccio del in territorio dei comuni di: Belmonte Castello – Atina – Casalattico e Casalvieri; e) La zona montuosa dei Comuni di Acquafondata; Vallerotonda e Viticuso. Il personale LSU/LPU alle dipendenze della XIV Comunità Montana sarà utilizzato durante il periodo da gennaio a giugno per la ripulitura della vegetazione erbacea e/o arbustiva del territorio interessato. Successivamente le unità idonee saranno utilizzate per attività di pronto intervento. A tale personale sarà corrisposta una integrazione salariale sull’orario di lavoro. I compiti di prevenzione, vigilanza, avvistamento e sensibilizzazione sono svolti da n.2 squadre composte da due unità stagionali, che operano sul territorio comunitario con i seguenti turni lavorativi di sei ore giornaliere e precisamente :  Dalle ore 8.00 alle ore 14.00  Dalle ore 14.00 alle ore 20.00 e per tutta la durata del periodo di massima pericolosità (giugno-settembre). Il personale di cui sopra utilizzando un mezzo di proprietà della Comunità Montana svolgerà un servizio di perlustrazione e vigilanza del territorio. Inoltre sono previste n.4 squadre composte ciascuna da n.3 unità operative stagionali oltre alle unità LPU. Ciascuna di dette squadre svolgerà i compiti di avvistamento e primo intervento sui focolai e di supporto nell’attività di spegnimento degli incendi per tutto il periodo di massima pericolosità (giugno-settembre).Il personale di cui sopra svolgerà i turni lavorativi in modo da coprire l’arco orario dalle ore 8.00 alle ore 20.00, salvo diverse esigenze legate ad eventuali necessità. Il personale utilizzerà i seguenti automezzi:  Poli funzionale FRESIA avente una capacità di 6000 litri d’acqua.  Autocarro BREMACH dotato di modulo AIB

86 6.4 Principio di sussidiarietà in emergenza L’art. 15 della legge 225/92, commi 3 e 4, stabilisce che : «...3) Il Sindaco è autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale. 4) Quando la calamità naturale o l'evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune, il Sindaco chiede l'intervento di altre forze e strutture al Prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell'autorità comunale di protezione civiel...»

87 Il principio di sussidiarietà di cui al l’art. 15, comma 4, è evidenziato nel seguente diagramma [3]

Figura 16 Schema del principio di sussidiarietà

88

Parte Settima L’INFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE

89 7.1 L’informazione della popolazione La collaborazione della popolazione è uno dei fattori che concorre alla risoluzione dell'emergenza. Pertanto, la popolazione deve essere adeguatamente informata sui rischi cui è esposta, sulle procedure e modalità di allertamento, sui comportamenti da adottare per ogni singolo rischio, sulla organizzazione dei soccorsi. Nella progettazione dell'informazione occorre definire i tempi dell'informazione, l'emittente, gli utenti, i contenuti, modalità e mezzi di comunicazione. La legge 3 agosto 1999, n. 265, trasferisce al Sindaco “le competenze del Prefetto in materia di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali, di cui all'art. 36 del regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1981, n. 66”. Il Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334, ribadisce, relativamente ai pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, che “ il comune, ove è localizzato lo stabilimento soggetto a notifica, porta tempestivamente a conoscenza della popolazione le informazioni fornite dal gestore, eventualmente rese maggiormente comprensibili.” “Le informazioni sulle misure di sicurezza da adottare e sulle norme di comportamento da osservare in caso di incidente sono comunque fornite dal comune alle persone che possano essere coinvolte in caso di incidente rilevante verificatosi in uno degli stabilimenti soggetti al D.L. n. 334.”

7.2 Tempi dell'informazione L'informazione del rischio, caratterizzata da una serie di istruzioni da porre in atto quando richiesto dalla situazione contingente, si sviluppa in tre momenti:

1. Informazione preventiva: Ha lo scopo di mettere ogni individuo nella condizione di conoscere il rischio cui è esposto, di verificare i segnali di allertamento e di assumere i corretti comportamenti di autoprotezione in situazione di emergenza. Tale attività informativa sarà ribadita nel tempo ed estesa, oltre che alla popolazione fissa, costituita dalle persone stabilmente residenti nelle zone "a rischio", anche alla popolazione variabile, presente, cioè, in determinate fasce orarie (scuole, posti di lavoro, uffici pubblici, ecc.) o per periodi più o meno lunghi (strutture alberghiere, case di cura, ospedali, ecc.).

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2. Informazione in emergenza: Tende ad assicurare l'attivazione di comportamenti da parte della popolazione al manifestarsi di condizioni che denunciano un'emergenza prevedibile (fase di preallarme) o al verificarsi dell'emergenza (fase di allarme ).ù

3. Informazione post – emergenza: Ripristina lo stato di normalità attraverso segnali di cessato allarme. Modalità e mezzi di comunicazione Per quanto concerne le modalità di comunicazione, in caso di emergenza prevedibile, se l'evento atteso lascia un adeguato margine di tempo, si farà ricorso a messaggi scritti, che non danno adito a interpretazioni o a distorsioni verbali (videogiornali, manifesti, comunicati stampa, ecc.), diramati a mezzo emittenti radio-televisive e organi di stampa (RAI TRE, TELEVIDEO, ecc.). Nel caso di emergenza immediata si farà ricorso all'impiego di sistemi di megafonia mobile (autovetture del Corpo di Polizia Municipale). Per il segnale di fine emergenza si utilizzeranno mezzi e modalità come per il preallarme.

7.3 I contenuti della comunicazione I contenuti della comunicazione variano a seconda che si tratti di informazione preventiva o in emergenza: L'informazione preventiva deve contenere indicazioni relative a:  natura del rischio e possibili conseguenze sulla popolazione, sul territorio e sull'ambiente;  messaggi e segnali di emergenza e loro provenienza;  prescrizioni comportamentali, differenziate sulla base della distribuzione spaziale e temporale dell'intensità degli effetti dell'evento o della presenza di strutture particolarmente vulnerabili;  procedure di soccorso. In emergenza, il contenuto della comunicazione deve indicare:  quali comportamenti adottare;  fenomeno in atto o previsto;  misure particolari di autoprotezione da attuare; L’informazione della popolazione

91  autorità ed enti cui rivolgersi per informazioni, assistenza, soccorso e con cui collaborare. Nel caso si preveda un provvedimento di evacuazione si dovranno comunicare le aree di attesa preventivamente individuate.

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Parte Ottava

MODULISTICA

93 Messaggio di PROTEZIONE CIVILE

ORDINANZA SINDACALE N° DEL

IL SINDACO

Considerato che in data ______alle ore ______si è verificato nel territorio comunale in località: ______un evento che ha causato:

Vista la legge 225/92 Vista la legge 142/90

ORDINA

1. Di diramare lo stato di allerta di Protezione Civile nel territorio comunale, limitatamente a:

Per la durata dalla data odierna e fino al: ______

2. Di far insediare il Comitato Comunale di Protezione Civile e, di avviare le procedure di allarme previste dal Piano comunale di Protezione Civile.

3. Al Gruppo Comunale di Protezione Civile Città di Settefrati, così come previsto dal vigente piano di Protezione Civile, di provvedere a tutti gli atti ed interventi necessari ad affrontare le emergenze e le contigenze scaturenti dall’evento calamitoso.

I VV.UU. e gli appartenenti alla Forza Pubblica sono incaricati dell’esecuzione della presente ordinanza e, è fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare.

Settefrati lì, ______(Il Sindaco) Ora ______

94 Messaggio di PROTEZIONE CIVILE

RICHIESTA INTERVENTO FORZE DI PROTEZIONE CIVILE

Al Sig. Prefetto di Frosinone Al Sig. Presidente Giunta Reg. Lazio Al Dipartimento Protezione Civile Al Sig. Presidente Giunta Prov.le Frosinone

A seguito di evento calamitoso

verificatosi in data: ______alle ore: ______in località: ______di questo Comune, e riscontrata la impossibilità di poter fronteggiare l’evento con mezzi e poteri propri, si ravvede la necessità di intervento delle SS.LL.

I servizi comunali sono stati già attivati.

Situazione alle ore: ______risulta:______

1. Informazioni generali:

2. Danni a persone (morti e feriti):

3. Danni a servizi pubblici:

4. Situazione sanitaria:

95 5. Situazione veterinaria:

6. Attività soccorsi tecnici:

7. Ricovero senza tetto:

8. Attività assistenziali:

9. Danni ad edifici pubblici e privati:

10. Danni attività produttive:

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

______( Il Sindaco) Settefrati,lì ______

96 Messaggio di PROTEZIONE CIVILE Diramazione dello stato di PREALLARME

A seguito della segnalazione proveniente da: ______tramite______viene diramato in forma precauzionale lo stato di PREALLARME a tutte le componenti previste dal piano di Protezione Civile di questo Comune. Lo stato di preallarme è volto a garantire l’immediata operatività di tutte le componenti previste, qualora si ravvisassero gli estremi per la dichiarazione di stato di allarme.

testo segnalazione:

(Firma del Sindaco o suo delegato)

Settefrati (FR) lì, ______Ora ______97 Messaggio di PROTEZIONE CIVILE

Diramazione dello stato di ALLARME

Al Prefetto di Frosinone Al Presidente della Giunta Reg. Lazio Al Dipartimento della Protezione Civile Al Presidente Giunta Prov.le Frosinone Al Capo Ufficio della Protezione Civile Al Coordinatore del G.C. Protezione Civile Alla Stazione C.C. San Donato Val di Comino Ai VV. UU. Di Settefrati Al Capo dei Servizi Tecnici comunali A tutti gli enti erogatori di servizi All’Ospedale di Sora

A seguito di evento calamitoso

verificatosi in data: ______alle ore: ______in località: ______di questo Comune, viene diramato lo stato di allarme a tutte le componenti previste dal piano di Protezione Civile comunale, che dovranno recarsi immediatamente nei posti assegnati.

La presente comunicazione di insediamento del Comitato Comunale di Protezione Civile viene trasmessa anche al Dipartimento della Protezione civile, al sig. Presidente della Giunta regionale, al Sig. Prefetto di Frosinone e al Sig. Presidente della Giunta provinciale di Frosinone ed inoltre agli enti erogatori di servizi e ai mass media affinché possano attivare i propri piani di emergenza.

Descrizione evento:

Settefrati lì, ______

______Ora______(Il Sindaco)

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COMPONENTI DEL COMITATO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

NOMINATIVO N. telefono 1 SINDACO Lorenzo Malizia 3493240319 2 DIRETTORE GENERALE 3 CAPO DI GABINETTO 4 COMANDANTE DEL CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE 5 RESPONSABILE SETTORE SICUREZZA URBANA, PROTEZIONE CIVILE E COMMERCIO 6 RESPONSABILE AREA SERVIZI TECNICI 7 RESPONSABILE AREA SERVIZI ALLA PERSONA 8 RESPONSABILE DEL SETTORE PROVVEDITORATO

99 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA [1] http://valledicomino.suap.info/dati/sistema_nat.pdf [2] Fonte: Dipartimento della Protezione Civile –– “DPC informa” - anno II, numero 4, maggio-giugno 1997( articolo di Elvezio Galanti). [3] Fonte: “La Pianificazione di Emergenza in Lombardia”. [4] www.apat.gov.it

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