La Pazza Per Amore« (Roma 1835) Schriftenreihe Analecta Musicologica
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Francesco Paolo Russo: Ferretti, Coppola e l’opera semiseria. Il caso de »La pazza per amore« (Roma 1835) Schriftenreihe Analecta musicologica. Veröffentlichungen der Musikgeschichtlichen Abteilung des Deutschen Historischen Instituts in Rom Band 46 (2010) Herausgegeben vom Deutschen Historischen Institut Rom Copyright Das Digitalisat wird Ihnen von perspectivia.net, der Online-Publikationsplattform der Max Weber Stiftung – Deutsche Geisteswissenschaftliche Institute im Ausland, zur Verfügung gestellt. Bitte beachten Sie, dass das Digitalisat der Creative- Commons-Lizenz Namensnennung-Keine kommerzielle Nutzung-Keine Bearbeitung (CC BY-NC-ND 4.0) unterliegt. Erlaubt ist aber das Lesen, das Ausdrucken des Textes, das Herunterladen, das Speichern der Daten auf einem eigenen Datenträger soweit die vorgenannten Handlungen ausschließlich zu privaten und nicht-kommerziellen Zwecken erfolgen. Den Text der Lizenz erreichen Sie hier: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/legalcode Ferretti, Coppola el’opera semiseria Il caso de »Lapazza peramore« (Roma 1835) Francesco Paolo Russo Premessa Roma, 14 febbraio 1835.Vainscena al Te atroValle La pazza per amore,opera in due atti di Jacopo Ferretti, musica di PietroAntonio Coppola con un successo che supera le più rosee aspettative di compositoreelibrettista. Ancora una volta aRoma, dopo quello del Barbiere rossiniano,otteneva un clamoroso successo un vecchio soggetto rimodernato emesso in musica da uno dei più promettenti compositoridel periodo. Nulla sappiamo sulla effettiva volontà di poeta elibrettista di ripercorrere,con que- sta collaborazione,levicende sottese alla composizione del capolavoro rossiniano. Tuttavia èpossibile rinvenirealmeno un riferimento esplicito ad una pratica teatrale divenuta ormai consueta –quella di adattarealgusto moderno vecchi soggetti operi- stici –nella prefazione che Ferretti stesso ebbe cura di apporre al libretto della prima rappresentazione: Speronon esser tacciato d’orgoglio editemerità se,così obbligato,scrissi un nuovo Melo- Dramma sopra l’argomento d’un vecchio libretto.Ines de Castro, Semiramide,L’inutile pre- cauzione,Giulietta eRomeo,Elisa eClaudio benché vestiti di bellissime melodie fra il vortice delle rivoluzioni musicali erano passati di moda; equantunque rimanesserosempre capo-lavori ammirati di sublimi compositori, fu ardir fortunato il versificarenovellamente quei temi ealle nuove parole adattar nuovamusica. Imoderni riformatoridegli antichi libretti si provarono virilmente atogliereimoderni compositoridimusica dalla poco sorri- dente occasione di aver sempreiloroattorinelle antiche identifiche situazioni, edal dover lambiccarsi atrovarmelodie vergini su quegli identifici ritmi econcetti, che ai vecchi maes- triispirarono cantilene che dureranno quanto la musica italiana; tanta fu la soave oenergica impressione che destarono nell’epoca della lorocreazione eche va passando di generazione in generazione quasi tradizionalmente colla storia del teatromusicale.Iohofatto severo studio di cangiareinparte,ele situazioni eiritmi senza alterarel’antico andamento elo sviluppo dell’avventura. Me felice se avrò saputo inspirarealSiculo Maestrodelle canti- lene figlie del eeccor he parlino al core! Se va fallito il mio voto se ne accusi la povertà dell’ingegno mio,non il mio buon volere.1 1 »LA PAZZA | PERAMORE | Melo-Dramma |indue atti |darappresentarsi | NELTEA- Ferretti, Coppola el’opera semiseria 203 Al di là delle più omeno recondite intenzioni di compositoreelibrettista importa qui evidenziarelemotivazioni che hanno indotto Ferretti ametteremano ad un dramma che,seppur accompagnato dalla memoria di un clamoroso successo,stentava ormai, ad Ottocento inoltrato,areggerelescene dei teatrieuropei.2 In effetti la riproposta del tema della giovane impazzita per amoresalvata poi dal ritorno del suo antico amante apparve subito –anche agli occhi dei contem- poranei –orientata versoilrecuperodiunpassato certamente glorioso ma inevita- bilmente destinato anon apportaresignificativi contributi alle correnti del pensiero melodrammatico coevo.L’effimerosuccesso che tutto sommato arrise alla Nina di Ferretti eCoppola3 –alcontrario di quanto era accaduto col Barbiere rossiniano – TROVALLE | Degli Ill.mi SignoriCapranica |Nel Carnevale dell’Anno 1835.|Parole del signor Giacopo Ferretti.|Musica del sig. Maestro Pietro | AntonioCoppola. | ROMA | Tipografia Puccinelli aTorre Sanguigna, n. 17. |Con approvazione. Personaggieinterpreti: Nina, figlia del SignoraAdelina Speck; Conte Rodolfo Signor Giovanni Schober; Enrico,innamorato di Nina Signor Giovanni David; Marianna, governante di Nina SignoraTeresa Lolli; Il dottor Simplicio,medico d’un villaggio Signor Agostino Rovere; Giorgio,custode del castello Signor Bal- dassarre Bazzani. Giardinieri, Contadini, Contadine.Lascena èinuncastello del Conte enel suo attiguo giardino.Primo violino edirettored’orchestra sig. Emilio Angelini. Il vestiario èdiproprietà dei Socj VedovaMarchesi eSartori sarà dai medesimi diretto.Inventoreedipintoredella scena. Sig.Luigi Ferrari.« Esemplareconsultato in I-Rsc. 2 Ecco un elenco provvisorio delle rappresentazioni dell’opera di Paisiello fino al 1830 ca. Parigi 1802, Napoli (Teatrodel Fondo) 1803,Milano (Scala) 1804,Napoli (TeatroNuovo)1807, Amsterdam 1808, Napoli (TeatroFiorentini) 1809,Varsavia 1809,Bologna 1811,Napoli (Teatrodel Fondo) 1811,Parigi 1811,Napoli (Teatrodel Fondo) 1816,Napoli (TeatroSan Carlo) 1820,Firenze 1823,Parigi1824, Lon- dra 1825 (»for Pasta’sbenefit«),Napoli (San Carlo) 1826, Milano 1829,Mantova (TeatroSociale) 1830, Vienna, varieriprese della versione Da Ponte-Weigl fino al 24 aprile 1830.Ringrazio Lucio Tufano per avermi fornito alcune date del presente elenco. 3 Il titolo dell’opera, espressamente pensato per prendereledistanze dal capolavoro di Paisiello,èin re- altà La pazza per amore.Tuttavia sia nel carteggio tra compositoreelibrettista sia nelle testimonianze coeve il melodramma in questione viene citato semprecome Nina.Pertanto da ora in poi citeremo l’opera con entrambi ititoli. PietroAntonio Coppola (Enna 11 dicembre1793, Catania 13 novembre1877) studiò a Napoli nel Reale Collegio di Musica edal 1810 al 1832 fu maestrosostituto aCatania. Nel 1832 tornò aNapoli per assumereladirezione del Te atroSan Carlo fino al 1834.Sirecò successivamente aLisbona dove fu dal 1840 direttoredel Te atroSan Carlos. Dopo vari soggiorni in Italia einPortogallo ritornò definitivamente in patria nel 1871 esistabilì aNovara dove divenne maestrodicappella del duomo fino al suo ritorno aCatania nel 1873.Esigua la bibliografia relativa al compositoresiciliano.Tra isaggipiù recenti citiamo quelli di SalvatoreEnrico Failla, Quattro canzoni inedite di Pietro Antonio Coppola con una introduzione sull’operasua,in: Note su note 2/2(1994), pp.57–135; Id., Le ultime opere liturgiche di Pietro Antonio Coppola,in: Chiesa esocietà in Sicilia. Isecoli XVII–XIX.Atti del III convegno internazionale, Catania, 24–26novembre1994acura di Gaetano Zito,Torino 1995, pp.291–312;Id., La »Messa Solenne in Do maggiore in onore di Sant’Agata« di Pietro Antonio Coppola,in: Musicus Discologus. Musiche escritti per il 70°anno di Carlo Marinelli, acura di Giuliano Macchi, Marcello Gallucci, Carlo Scimone,Vibo Valentia 1997,pp. 183–199; cfr.anche Gian Paolo Minardi, voce Coppola, Pietro Antonio,in: Die Musik in Geschichte und Gegenwart, 2daedizione,acura di Ludwig Finscher,Personenteil vol. 4, Kassel ecc., 2000,coll.1542–1 543, eMaria Giordano, Pietro Antonio Coppola operista siciliano dell’Ottocento,Lucca 2003,occupato in gran parte da un’analisi della Nina.SuFerretti ancora utilissimo èilvolume di Alberto Cametti, Un poeta melodrammatico romano. Appunti enotizie in gran parte inedite sopraJacopo Ferretti eimusicisti del suo tempo,Milano 1897. 204 FrancescoPaolo Russo non ebbe la forza di obliterareilmodello diretto –laNina di Paisiello –e,pertanto, l’operazione finì inevitabilmente per essererelegata in quella specie di limbo riser- vato agran parte delle produzioni minoridell’Ottocento operistico italiano. Occorre qui intanto precisareche se aqueste date la Nina di Paisiello era sostan- zialmente uscita dal repertorio,due tra le più grandi interpreti del periodo,Isabella Colbran eGiuditta Pasta, avevano ottenuto un clamoroso successo con l’opera pai- sielliana rispettivamente nel 1811 al Te atrodel Fondo di Napoli (suscitando la viva ammirazione del vecchio musicista4)enel 1829 al Te atroCarcano di Milano.Lo scalporesuscitato dall’interpretazione della Pasta contribuì al rilancio del soggetto durante gli anni Trenta dell’Ottocento. Traduzioni della Nina ou La folle par amour di Benoît-Joseph Marsollier desVive- tières, andata in scena aParigiper la prima volta nel 1786 con la musica di Dalayrac ecapostipite di tutte le ›Nine‹ italiane,5 furono pubblicate ripetutamente in Italia proprio fino agli anni Trenta dell’Ottocento.Già alla fine del XVIII secolo,aparte la traduzione di Giuseppe Carpani del 1788 che fu il »pre-testo« della Nina osia La pazza per amore di Giovanni Paisiello rappresentata aSan Leucio di Caserta il 25 giugno 1789 con aggiunte di Giambattista Lorenzi, risalgono due traduzioni della commedia francese ad opera dell’attoremilanese PietroAndolfati pubblicate rispet- tivamente aFirenze da Pagani nel 17926 eaVenezia da Stella nel 1796.7 La traduzione di Andolfati, dopo circa un trentennio di oblìo,venne ripresa con un certo successo editoriale nel 1833 prima aMilano daVisaj,8 poi nel 1834 aLivorno da Migliaresi9 e aVenezia da Gattei.10 La riproposta di un tale soggetto rientrava