IN SCENA 21 venerdì 26 maggio 2006

IN CONCORSO È un film notevole, bale- nante, conviene se- Sorrentino nel letamaio della provincia guirlo con attenzione. Scoprirete che il laido L’AUGURIO milione di euro, che raddoppie- SCHERMO COLLE rebbero in una settimana), il vec- usuraio può non esse- chio Shylock di provincia do- Il regista: spero vrebbe subodorare la fregatura... re peggiore delle sue La trama, e il finale a sorpresa, Oh, essere un Blob(el) emergono con una certa lentezza vittime. Sorrentino dal magma ribollente del film. che il film divida Lo sceneggiatore Sorrentino non eppur sta ferma conferma di essere il ama le storie lineari. L'amico di famiglia parte in modo impres- ENRICO GHEZZI più interessante regi- sionistico (la sequenza dei titoli è «In realtà sono un po' nervoso. Quando sono ve- un'ouverture che annuncia, per issione Impossibile (9). Cercando la mostra dei disegni sta italiano under-40 nuto a Cannes due anni fa con Le conseguenze dell' flash misteriosi, tutti i temi del erotici di Ejzenstejin (quasi sempre chiusa, e buttata lì come amore mi guardavo intorno stupito di ogni cosa, pe- film) e procede per frammenti M quasi tutto il resto), mi arrampico fino alla balconata della rò mi sentivo più sicuro sull'impatto che avrebbe che spesso sembrano puro surre- sala Debussy. Niente guardiani, non sono previste proiezioni. Tipico ■ di Alberto Crespi avuto il film. Stavolta, invece, so di aver fatto qual- alismo, salvo poi rivelarsi funzio- suono rimbombante da proiezione in sala vuota (privilegio di chi ha / Cannes cosa di molto estremo. Qualcosa che sfugge ad ogni nali alla trama - ma a volte tocca vissuto i pomeriggi al cinema prima delle multisale), apro la porta genere, ad ogni codificazione, perciò la tensione è aspettare minuti, e stare molto at- scosto il tendaggio. A Scanner Darkly per cinque minuti mi prende, poi tanta. Anche perché abbiamo finito il film appena tenti. È un film balenante, che mi fermo per curiosità piccola. Voci che commentano, credo il regista e tre giorni fa». Paolo Sorrentino, all'indomani delle sorprende di continuo e scoper- un’assistente, è la proiezione di controllo. La sorpresa e il profumo proiezioni per la stampa del suo L'amico di famiglia chia buchi fetidi della realtà in antico del suono mi fanno restare più di quanto sarebbe successo in confessa lo «stress da festival» che colpisce abitual- cui non vorremmo curiosare. È proiezione normale. Non è neanche delusione, questo cinema non ti mente i concorrenti della grande kermesse. Soprat- un film sul Male, e del resto è dai illude mai, non fa il suo sano lavoro per poi deluderti o permetterti tutto se già alle proiezioni degli addetti ai lavori co- tempi di Shakespeare (Shylock, infine di disilluderti. Lo riconosci quasi subito. Nessuna porta aperta (se S minciano a diffondersi le voci di un eventuale acco- appunto) che gli strozzini incar- proprio vuoi, ecco, te la devi aprire da te, in coatta ripetizione della econdo film italiano in concorso: glienza tiepida, come è accaduto al suo film, applau- nano efficacemente la parte peg- peripezia del Fantasma). Che sia il «disegno» concettuale secco di L'amico di famiglia, di Paolo dito sì, ma con poca emozione. È chiaro, spiega il giore dell'uomo. Geremia ci fa Linklater, o la grandiloquenza anche coinvolgente di Iñarritu, o la Sorrentino. È arrivato sulla Croi- regista napoletano dalla fulminante carriera comin- balenare davanti agli occhi tutto sgangheratezza già autocultizzata per rimbalzo immediatico di sette appena sfornato (una se- ciata con L'uomo in più, «spero che il film piaccia, l'orrore che si può nascondere Shorthand Tales di Kelly. Cinema che si vuole «fantastico» eccessivo quenza, quella della ragazza che ma anche che divida». Si apra il «dibattito» intorno a dietro il tran-tran della vita di immaginoso visionario senza aver pensato sentito o immaginato o prende il sole nuda sotto le pal- una pellicola pensata, sottolinea ancora Sorrentino, provincia. anche solo «visto» quel che di fantastico il cinema è in sé, nella sua me, è stata girata pochi giorni fa) a partire da una riflessione di Fellini, al quale «è ispi- È il secondo usuraio schifoso in materialità più automatica. Che trova nessi soluzioni ingegnose ipotesi e potremmo scoprire, quando rato in modo irriverente L'amico di famiglia. Il tenta- questa stagione del cinema italia- apocalittiche senza avvertire il tremar di terra che è (in) qualunque uscirà dopo l'estate, di aver visto tivo, cioè, di rappresentare la bellezza dello squallo- no (il primo era il tremendo Ru- fotogramma o immagine. Il ricalco elettronico dei corpi filmati in A qui a Cannes un work in progress re». Il regista ci fa sapere che il suo film sarà nelle bini della Terra), e qualcosa vor- scanner darkly è pallidissima eco mutante della paranoia del presente e (ci sono precedenti illustri: Apo- sale probabilmente a settembre. g.ga. Una scena del film «L’amico di famiglia» rà pur dire. Ma è anche una vitti- del visibile come mutazione in atto e piuttosto già avvenuta che genera calypse Now di Coppola e Un- ma, perché è circondato da gente uno dei romanzi più intensi di Dick. E le scrittissime coincidenze di derground di Kusturica, in co- che può essere persino peggiore Babel non hanno la potenza dello scherno di far la pipì in un cesso del pie-lavoro, vinsero la Palma Eduardo: un allestimento magni- sporco rintanato come un sorcio nel Tennessee. Geremia è osses- di lui. Giacomo Rizzo, caratteri- Palais accompagnati dalla musica di Star Wars che esce trionfale da un d'oro). Così o come (eventual- fico. L'amico di famiglia è la sua nel suo albergo di Lugano; qui ci sionato dalle donne. È un orren- sta e attore teatrale che esordì in diffusore; o del risveglio – poche ore dopo aver rivisto johnwayne mente) diventerà, è un film note- opera più oscura ed enigmatica: porta invece nell'Agro Pontino do lumacone che spia le ragazze Operazione San Gennaro,loin- dibattersi dentro e con e contro la forma ideologica e morta della vita vole. Paolo Sorrentino - napole- forse è un film fin troppo cupo per farci conoscere due singolari con intenti lubrichi. Una di loro, terpreta in modo a dir poco eroi- nel meraviglioso fordiano The Searchers/SentieriSelvaggi nel nuovo tano, classe 1970 - è un talento per un giovanotto di 36 anni, ma casi umani. bellissima (si chiama Rosalba ed co: è una performance perfida e imprigionamento della salvezza digitale - con un tg francese in cui si autentico. Probabilmente è il più conferma il fiuto di Sorrentino Geremia è un usuraio. Avrà una è miss Agro Pontino), gli si con- meravigliosa come quella di Er- dibatte allegramente della nuova durata di vita sperata, e della teoria dei bravo regista italiano under-40. nel rintracciare personaggi che sessantina d'anni, vive con la ma- cede il giorno delle nozze perché nesto Mahieux nell'Imbalsama- ponti: arrivare a centosette anni sperando che nel frattempo L'uomo in più e Le conseguenze sfuggono alla vista dei più, e che dre inferma in una casa-antro, ge- Geremia ha anticipato a papà i tore di Garrone, film del quale biotecnologia e cure avranno permesso di spostare il limite più avanti dell'amore sono stati due dei mi- forse vorrebbero rifugiarsi nei lo- stisce a mo' di copertura una sar- soldi del banchetto ed è disposto L'amico di famiglia ricorda certe ..e così via. (Intanto i film finiscono ancora, per questo il cinema è gliori film italiani del terzo mil- ro anfratti esistenziali e rimanere toria e «aiuta», a sentir lui, i biso- a scendere al 5% di interessi. Gi- atmosfere quasi «alla Lynch». interminabile). E ci vorrebbe intensità enorme per riimmaginare lennio, ma a noi piace ricordare ignoti. In Le conseguenze dell' gnosi. Gino è un cowboy. O me- no sembra un buono. Ma quando Fabrizio Bentivoglio fa il davvero che la terra si ferma (Kelly), quando sentiamo bene quanto sia anche la registrazione di uno amore Sorrentino era andato a glio, è un italiano apparentemen- si offre di dare una mano a Gere- cowboy: ma lui, con quella fac- già ferma rafferma fermata. («Non vedo nulla.Non vedo granché. - spettacolo teatrale di Toni Servil- «pizzicare» un oscuro travet del- te un po' scemo che si veste come mia per un «affare» più lucroso cia e quei riccioli grigi, può fare Forse non sei sufficientemente morto». Frammento di dialogo tra Fedro lo, Sabato domenica e lunedì di la mafia, un riciclatore di denaro John Wayne e vorrebbe vivere del solito (un industriale chiede 1 ciò che vuole. e Socrate in Eupalinos di Valéry).

CINEMA È morto a Rabat dove viveva da tempo. Collaborò con Fellini, Cavani e tanti altri BECKETTIANA Branciaroli affronta un ottimo «Finale di partita» Addio Pescarolo, produttore d’oro Quanto è comica l’infelicità

a notizia è piombata tra gli (sono figli della grande attrice isolare quello della proiezione luci, Ponti era in lacrime. Disse ■ di Aggeo Savioli / Roma ogni testo teatrale di Beckett inviati italiani al festival Vera Vergani) e moglie appunto di Giordano Bruno riservata a solo: «Sì, sì, sì!», e poi, ricompo- porta la sua età benissimo. E di L di Cannes come una fuci- di Montaldo, ci informa che ora . Il grande produtto- nendosi, aggiunse: «Ma non fa- il centenario di Samuel Lo spettacolo, ottanta minuti fi- questo, il cui titolo è stato pur lata, ma questo festival non ha dal Marocco lo riporteranno in re milanese non era minimamen- rà una lira», tanto per essere fe- Beckett, e certo non man- lati, ha luogo in uno spazio tradotto come Il gioco è alla fi- tempo di fermarsi a piangere: è Italia e lo seppelliranno a Proci- te interessato a un film «su un fi- dele al proprio personaggio. È cano le iniziative al ri- astratto, disegnato dalla sceno- ne, siamo sicuri che risulterà, a morto Leo Pescarolo, uno dei da, dove la famiglia ha casa da losofo», ma aveva ceduto all'in- Da bravo figlio d'arte, Leo baz- guardo. A Roma, l'illustre sala grafia di Margherita Palli e dal- conti fatti, tra i più longevi. E più importanti produttori cine- tempo immemorabile: «Faremo sistenza di Leo e di Giuliano e si zicava i set fin dall'età di 22 an- del teatro Argentina ha accolto le luci di Gigi Saccomandi: un confidiamo che Branciaroli, og- matografici italiani. Aveva 70 una grande festa», dice Vera, e era completamente disinteressa- ni, e fu aiuto regista di Camerini per poche, dense rappresentazio- luogo, diremmo, senza passato gi ancora alle soglie della ses- anni. sarebbe il modo più giusto di sa- to della lavorazione. Ora vedeva e di Franciolini. Nella sua carrie- ni questa nuova edizione di uno e senza futuro, come quello in santina, accompagnerà non per È morto improvvisamente in lutarlo, perché Leo ha sempre il film finito, e il suo giudizio era ra ha lavorato spesso anche con dei testi più famosi dell'autore ir- cui tutti ci troviamo a vivere, e a poco quella che è, in parte non Marocco, dove non si trovava in vissuto con gioia ed entusiasmo decisivo. I due cognati lo osser- (Galileo, France- landese, Finale di partita, pro- morire. marginale, anche una sua crea- vacanza: ci abitava da qualche e non sarà certo una cosa stupida vavano nel buio della saletta, e sco) e ha il merito di aver sco- posta dal Teatro degli Incammi- A proposito: sul nome Hamm ci tura. anno, aveva mandato al diavolo come la morte a fargli cambiare videro che si toglieva gli occhia- perto (ri- nati di Milano, con Franco Bran- si è a lungo accaniti; e ha avuto A insegna del presente allesti- il mondo del cinema (suscitan- idea. li, si asciugava gli occhi. «Sta cordiamo ancora quando ci dis- ciaroli nella doppia veste di regi- credito l'ipotesi che si trattasse mento, e a sintesi della visione do sconcerto, e forse anche un Leo, Vera e piangendo - sussurrò Leo - gli se, prima di Mignon è partita: sta e di interprete nel ruolo di della prima sillaba, protratta di di Beckett, è stata posta una fra- pizzico di invidia, tra i suoi col- si sono conosciuti durante la piace!». Quando si accesero le «Questa ragazza è un genio!»). Hamm. Al suo fianco Tommaso una lettera, dell'appellativo di se d'autore: «Non c'è nulla di leghi) e aveva aperto un ristoran- produzione di un film per la tv, Ha avuto anche la soddisfazione Cardarelli è Clov, clown dimez- Hamlet. Ma perché non pensare più comico (o buffo, in francese te dove dava sfogo alla vera pas- L'isola dell'angelo. Fratello e so- di lavorare con il più grande di zato, a cominciare dal nome, ser- a quel lagno onomatopeico, dif- il termine si presta all'ambigui- sione della sua vita, la cucina. rella lavoravano insieme come Aveva lasciato tutti, , per Prova vo-padrone, ultimo erede (per fuso nell'infanzia, che indica fa- tà), dell'infelicità». Ma forse sa- Leo era un cuoco straordinario e produttori. Giuliano si innamo- il cinema per d'orchestra. Il suo «esilio» in ora) di una lunga genìa domi- me vorace o pura ingordigia? rebbe giusto mettere in luce la un adorabile mangiatore. Anni rò di Vera e non mollò più nem- Marocco, oltre che una scelta di nante da secoli sulle scene del Poiché l'universo dei personag- battuta che Clov più volte ripe- fa teneva una seguitissima rubri- meno Leo. Hanno realizzato in- fare lo chef vita, era anche un atto d'accusa a mondo. Completano il quadro gi beckettiani ha pure tratti di in- te: «Qualcosa sta seguendo il ca di cucina su «Repubblica». sieme film importanti come un cinema italiano in cui produr- Alessandro Albertin e Lucia Ra- saziabilità o addirittura canniba- suo corso». Magari per conte- Suo cognato, Giuliano Montal- Giordano Bruno, Gli occhiali Verrà sepolto re è sempre più difficile. L'«Uni- gni, ovvero Nagg e Nell, resti leschi. starne la veridicità e la durevo- do, dice che Leo cucinava «per d'oro, Tempo di uccidere. Fra i tà» si stringe attorno a Vera, a umani, e già consegnati ai bido- Ha mezzo secolo sulle spalle, lezza . Come dice un miscono- la gioia degli altri», che è poi la tanti aneddoti che uno straordi- a Procida con Giuliano e a tutta la famiglia: ni della spazzatura, di quelli che Finale di partita, seguendo ap- sciuto poeta del nostro tempo: ragione di vita dei veri gourmet. nario narratore come Montaldo una festa Leo mancherà anche a noi. furono i genitori di Hamm e, se pena di qualche anno il capola- «Nessuno e niente segue più il Vera Pescarolo, sorella di Leo può raccontare su di lui, ci piace al.c. volete, di noi spettatori. voro Aspettando Godot.Ma suo corso».

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