Ostra Vetere La Storia, L’Arte, I Musei Guida Di Ostra Vetere La Storia, L’Arte, I Musei Con Il Contributo Della Fondazione Cassa Di Risparmio Di Verona

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Ostra Vetere La Storia, L’Arte, I Musei Guida Di Ostra Vetere La Storia, L’Arte, I Musei Con Il Contributo Della Fondazione Cassa Di Risparmio Di Verona Guida di Ostra Vetere La storia, l’arte, i musei Guida di Ostra Vetere La storia, l’arte, i musei Con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Testi Itinerario storico artistico, Personaggi, Fabrizio Lipani Museo civico, Complesso San Francesco, Valter Curzi Fondo antico della biblioteca, Giovanna Flamma Coordinamento redazionale, Giorgio Mangani, Cinzia Cipollini Segreteria di redazione, Barbara Arlia Numero verde 800 43 93 92 Informazioni turistico-culturali Musamobile 848 00 22 99 © Copyright 2011 by Sistema Museale della Provincia di Ancona Casella postale 532 - 60100 Ancona Italia www.musan.it SOMMARIO Presentazione 7 Storia della città 9 Itinerario storico-artistico 18 Musei 27 Personaggi ostraveterani 50 Prodotti tipici 56 Da visitare nelle vicinanze 57 3 Veduta notturna di Ostra Vetere. Il campanile di Santa Maria di Piazza. 6 PRESENTAZIONE Da oltre dieci anni il Sistema Museale della Provincia di Ancona è impegnato nella valorizzazione scientifica, di- dattica e turistico-culturale dei musei associati con mo- stre, programmi di ristrutturazione e sviluppo, un inten- so calendario didattico e di iniziative pubblicizzate dalla nostra guida annuale Alla scoperta della provincia di Anco- na, edita in diverse lingue e ad alta tiratura. Tuttavia, è grazie al contributo della Fondazione Carive- rona che siamo riusciti da quest’anno a iniziare la pub- blicazione di una collana di guide turistico-culturali ad alcuni centri del nostro territorio che ha l’obiettivo di far conoscere, insieme ai musei e alle loro collezioni, il ricco patrimonio diffuso dei borghi storici, del paesaggio e del- le città della provincia di Ancona. Le guide infatti sono dedicate in modo particolare ai mu- sei, ma offrono uno sguardo sulla storia delle città, pro- pongono un itinerario storico-artistico per ciascuna locali- tà, sintetizzano l’offerta dei prodotti più tipici, con un bre- ve profilo dei personaggi storici legati a ciascun territorio. La collana consente inoltre di offrire a località anche di pic- cole dimensioni uno strumento di lettura del proprio patri- monio culturale, integrato, come è caratteristica del modo di operare del “Sistema Museale”, con quello delle località vicine e con le “reti” culturali e tematiche di riferimento. Ringrazio, dunque, quanti hanno collaborato alla reda- zione e pubblicazione delle guide, che in qualche ma- niera, completano le iniziative del Decennale avviate nel 2009-2010. Auspico che questi strumenti possano ulte- riormente favorire la conoscenza del nostro patrimonio culturale, favorendo un nuovo turismo culturale, più at- tento alla scoperta di tradizioni e specificità culturali, la cui conservazione diventa sempre più difficile nella dila- gante omologazione dei luoghi e delle culture. Alfonso Maria Capriolo Presidente del Sistema Museale della Provincia di Ancona 7 Veduta dell’ex Monastero di San Francesco. 8 STORIA La tradizione popolare vorrebbe che Ostra Vetere, già Montenovo, fosse stata fondata dai profughi dell’antica città romana di Ostra, scampati alla distruzione della cit- tà da parte dei Goti nel 409 d.C.. In realtà, fino al XII secolo, nel territorio, è documentata solamente l’esistenza di una cella monastica intitolata a 9 San Severo (1001) nelle vicinanze del colle su cui oggi sor- ge il centro urbano e, in quelli circostanti: i castellari di Quinzano (1081) e Collina (1115). Il toponimo Serra Montis Novi compare per la prima vol- ta su un documento di enfiteusi dell’abbazia di Sitria nel 1137 e soltanto all’inizio del XIII secolo Montenovo si co- stituirà come libero comune, citato nell’anno 1223 in una bolla di papa Onorio III, aggregando in breve preesistenti centri. Nel 1230 il sindaco della comunità compare come garante in un atto di pacificazione interna della limitrofa Mon- talboddo. Seguirà una fase di espansione, nel corso della quale le vicende del paese saranno strettamente legate a quelle della famiglia dei Boscareto, la ribellione del cui esponente di maggior fama, Nicolò, che a metà del secolo XIV seppe conquistarsi un vasto dominio personale, por- terà, nel 1360, alla distruzione del castello da parte del cardinale Albornoz. Sarà ricostruita e ampliata nel 1362 da Nicolò Spinelli che la regge come fedautario investito da papa Urbano V, fino al 1383. Il paese subisce anche il guasto delle soldatesche di Francesco Sforza nel 1443, viene occupato da Francesco Maria della Rovere nel 1517 ed è oggetto del sacco dei mercenari spagnoli di Nicolò Bonafede nel 1522. La storia del Comune sarà poi sostanzialmente analoga a quella dei centri rurali della Marca Anconetana, e più in generale dello Stato Pontificio. Nel 1882, a conclusione di una disputa accesasi con Mon- talboddo, per la rivendicazione dell’antico nome di Ostra, un Regio decreto attribuisce a Montenovo la denomina- zione di Ostra Vetere. Ostra antica Percorrendo da Senigallia la statale 360 per Arcevia, in lo- calità Pongelli di Ostra Vetere, presso il cippo che indica il Km. 19, sulla sinistra, si incontra la strada che conduce alla zona archeologica di Ostra antica. In seguito al fortuito ritrovamento di una statua virile, durante i primi anni del secolo scorso, furono condotti degli scavi archeologici che portarono alla luce impor- tanti vestigia dell’antica città. Fu scoperta una vasta area del foro delimitata da tre strade lastricate, un teatro del diametro di circa 45 m, un tratto di muro del tempio ed 10 un vasto edificio termale; dopo i rilevamenti, le strutture furono quasi completamente reinterrate. La città di Ostra antica sorgeva su un terrazzo fluviale sulla sponda sinistra del fiumeSena (oggi Misa). Secondo la viabilità antica il punto era strategico: incrociava infatti due diverticoli della via consolare Flaminia. Il primo pro- veniva da Forum Sempronii (Fossombrone), proseguiva per Suasa e giungeva ad Ostra. Questo percorso è stato individuato come il tratto iniziale della cosiddetta Salaria gallica che correva in parallelo con l’asse viario costiero e proseguiva nel Picenum raggiungendo Ascoli, come atte- stato da alcuni cippi miliari rinvenuti. Il secondo diverti- colo si staccava dalla via Flaminia all’altezza dell’abitato di Ad Ensem (Scheggia), proseguiva per Sentinum (Sasso- ferrato), passava per Ostra e giungeva infine aSena Gallica (Senigallia) e dunque ai commerci marittimi dell’Adria- tico. Il territorio, abitato dai Galli Senoni fino dal IV sec. a.C., entrò a far parte dell’Agro gallico, divenuto dominio ro- mano dopo la battaglia di Sentinum, avvenuta nel 295 a.C. La città fu costituita in Municipium, probabilmente nella seconda metà del I sec. a.C., secondo la politica di distri- buzione di terre ai veterani di Giulio Cesare, all’indomani della Guerra Civile e fu ascritta alla tribù Pollia. In fun- zione delle necessità di questa nuova situazione politica e amministrativa, vi furono costruiti gli impianti urbanistici necessari: la cinta muraria, il foro (fonti epigrafiche men- zionano un Collegium fabrum ed un Collegium centonario- rum come testimonianza della presenza di corporazioni artigiane), un tempio (dove è attestato il culto della Bona Dea), un notevole complesso termale, ed eccezionalmente un teatro, la cui presenza denota la vivacità dell’insedia- mento. Nessun’altra notizia si ha di Ostra antica fino al 502 d.C., quando viene menzionata come sede vescovile. Nel V sec. d.C. durante le invasioni barbariche fu distrut- ta dai Goti di Alarico. Gli abitanti scampati si rifugiarono in una postazione d’altura per difendersi e diedero così origine all’insediamento dove tuttora sorge la città di Ostra Vetere. Dopo varie vicissitudini dovute alla dominazione lon- gobarda e carolingia, con la rinascita medievale nel XIII secolo, il paese si sviluppò in comune autonomo e fu de- nominata Montenovo, nome che solo nel 1882 fu cambiato 11 Strada romana dell’antica città romana di Ostra, in località Muracce. 12 13 nell’attuale Ostra Vetere, su richiesta locale, confermata da Regio decreto. Ritrovamenti archeologici La statua. Dopo secoli di abbandono e completo oblio di quella che era stata la città viva antica, un rinvenimento tanto eccezionale quanto casuale si è fatto testimone delle vestigia di Ostra antica: la statua ritratto del cosiddetto Traiano. Si tratta di una statua virile, in nudità eroica, di marmo pario, recante un mantello che scende sul braccio sinistro avvolgendo la mano che a sua volta regge l’elsa della spada. I caratteri sono quelli tipici dei ritratti imperiali ufficiali che venivano diffusi nei vari Municipia a fini propagan- distici e poiché l’immagine dell’imperatore del momento, così come quella di sua moglie, dettava legge in materia di canoni estetici, si è potuto assegnare il ritratto al perio- do dell’impero di Traiano (98-117 d.C.). La statua, ritrovata nel 1841 presso il foro, dopo varie pe- ripezie, fu venduta a Ginevra, dove tuttora è custodita e visibile al Museé d’Art et d’Histoire. Il teatro romano. Gli scavi effettuati nei primi anni del secolo scorso nell’area adiacente a quella della zona ter- male avevano già posto in evidenza la presenza di un tea- Resti del tempio romano, Muracce. 14 tro di vaste dimensioni. Scarsa però è la documentazione grafica realizzata all’epoca e giunta fino a noi. A partire dall’anno 2005 la Sovrintendenza archeologica, d’intesa con l’Amministrazione comunale, ha condotto campa- gne di scavi nell’area per accertare la corrispondenza tra i rilievi disponibili e la reale consistenza e tipologia delle strutture conservate. I risultati sono stati di grande interesse. Oltre a confer- mare la corrispondenza con quanto già a conoscenza, i Mosaici delle terme romane, II sec. d.C., Muracce. 15 rilievi hanno permesso di individuare la presenza di un porticato a nord dell’edificio scenico di cui si ignorava l’esistenza. Su questo lato sono stati messi in luce i resti di pilastri che corrono sul lato settentrionale dell’edifico scenico e i resti della scena. Si è appurato che l’edificio presentava tre ordini di gradinate, il primo realizzato in negativo, così come l’area riservata all’orchestra, gli altri due in elevazione.
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