Comune Di Luino (Va) 1761– 1897
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COMUNE DI LUINO (VA) INVENTARIO DEGLI ATTI D’ARCHIVIO 1761– 1897 Sommario Introduzione storico-istituzionale e bibliografia ………………………………..……pagg. 1 – 5 Introduzione archivistico-metodologica………………… ………………………….…..pagg. 6 – 17 Titolario carteggio ..…..…………………………………………………………. …..pag. 18 Inventario carteggio 1769 - 1897 …………………………………………………… pagg. 19 – 297 Indici carteggio ……………………………………………………………………… pagg. 298 – 343 Elenco serie particolari ……………………………………………………………….pagg. 344 Inventario serie particolari 1761 – 1897 ………………………………………………pagg. 345 - 391 Comune di Luino (1) Luino - Amministrazione locale origini - anni Settanta XX secolo Cenni di storia amministrativa del Comune di Luino I primi segni della presenza umana nella zona del Luinese risalgono al Mesolitico (cacciatori - raccoglitori, 5500 a.C. ca.) e al Neolitico (5000 - 2500 a.C.). La località di Luino è, quindi, abitata fin dall'antichità e si può sostenere che nell'età del bronzo (1900 - 900 a.C.) fosse già diffusamente occupata da popolazioni di origine celtica provenienti da nord, attraverso le Alpi, e da est, attraverso la pianura padana. All'età del ferro (900 - 400 a. C.) risale un incremento dei commerci con le aree d'Oltralpe, con l'Ossola e con la pianura Padana e dell'allevamento, con la produzione e l'esportazione di formaggi e di carne; sono di rilievo i contatti con popolazioni etrusche, attestati dall'alfabeto delle epigrafi ritrovate nella zona, e con la Civiltà di Golasecca, stanziata lungo il Ticino e il Verbano meridionale. Il lago Maggiore è tramite di parte di questi scambi in una società sempre più articolata: molte comunità tra le più strutturate sono già guidate da gruppi aristocratici e da guerrieri. Nel IV - III secolo a.C. anche il Luinese è interessato da massicce immigrazioni galliche dall'occidente, ma rimane marginale rispetto ai territori degli Insubri; segue la penetrazione romana, più incisiva a partire dal II e dal I secolo a.C., di cui rimane traccia nei toponimi e nei ritrovamenti archeologici diffusi e che interessa la regione fino al IV secolo d.C. Resti di torri e di fortificazioni e altri reperti archeologici dell'epoca tardo - antica testimoniano la presenza gotica in Valtravaglia e a Luino, sicuramente caratterizzata dalla peculiare organizzazione militare e politica e dalle strutture architettoniche connesse (IV - VI secoli d.C.). Non è rimasto nessun segno concreto di dominazione longobarda, ma solo alcune attestazioni documentarie, che lasciano supporre una presenza di castelli, mura e insediamenti. In età carolingia (dal IX secolo) il territorio di Luino è inserito in un contado rustico dipendente dal ducato di Milano, probabilmente quello di Stazzona (Angera), le cui pievi vengono parcellizzate e infeudate a capitani di origine milanese fedeli all'arcivescovo di Milano, che sono in grado di garantire sicurezza alle chiese locali e appoggio politico e militare all'arcivescovo. Nel periodo tra il X e il XII secolo gli arcivescovi di Milano assumono il godimento di regalie, dei diritti di pesca e dei diritti dominicali su pascoli e prati comuni nella zona della Valtravaglia e di Luino, nella cosiddetta castellanza di Travaglia; il potere dell'arcivescovo diventa una signoria territoriale estesa ai coltivatori di terre dominicali ma anche ai liberi proprietari della giurisdizione. La signoria è regolata da statuti, formalizzati solo nel 1283 nella Memoria consuetudinum et conditiorum que habet dominus archiepiscopus in castellantia de Travalia (1). "I rapporti con il castellano erano tenuti dal comune 'generale' dei sottoposti. Per quanto riguarda le assemblee vicinali del comunis loci, solo ai distrettabili era consentito assumere decisioni riguardanti le imposte locali e la polizia rurale. Alcune norme generali di comportamento erano del resto direttamente fissate dagli 'statuti' "(2). La signoria arcivescovile, comunque, ridusse molto le autonomie locali, quelle dei cosiddetti comuni rustici a cui spettava la gestione delle risorse locali attraverso l'assemblea vicinale. Anche a Luino è probabile che in quegli anni esistesse un comune rustico, con consoli e riunioni di convocati (3). "Principale oggetto dell'amministrazione comunale erano i vigani cioè le terre o i diritti di pertinenza collettiva, talora promiscua a più comuni. [Omissis] Gli statuti prevedevano la nomina, durante l'assemblea di capodanno cui ogni 'vicino' era tenuto a partecipare, di due consoli e di un camparo - canevaro. Mentre i consoli scaduti assumevano il ruolo di 'estimatori' nella cause civili [omissis], i magistrati in carica dovevano emanare le gride, curare la manutenzione del porto e degli argini del fiume, applicare le imposte" (4). Proventi ciclici per le comunità derivano dal taglio dei boschi e, tra le spese straordinarie, sono presenti quelle per la costruzione e per la manutenzione delle chiese. All'epoca delle contese tra i Della Torre (Torriani) e i Visconti (seconda metà del XIII secolo) anche la Valtravaglia e Luino passano sotto l'egemonia dei secondi e il diretto dominio di Milano; Luino, come il resto del contado, è coinvolto nelle aspre lotte tra fazioni di guelfi e ghibellini, signori diversi, ducato di Milano e Svizzera. Un ruolo di dominio significativo su Luino lo ebbe la dinastia dei Rusca, che nella seconda metà del XV secolo aveva conquistato il governo di Como, delle valli luganesi, con roccaforte in Locarno, e di Valtravaglia, seguendo fasi alterne dovute alle irrequiete situazioni politiche del tempo. È Giovanni Rusca che nel 1490 concede la sua protezione al neonato convento del Carmine di Luino; all'epoca è podestà un certo Ambrogio Gritti o Gritta (5). La figura del podestà è introdotta in quell'epoca nelle amministrazioni locali come organo del potere centrale, per il controllo sulle istituzioni comunitarie periferiche, pur nell'ambito di un ampio autogoverno e dell'autonomia delle comunità (6). Il podestà risiede di 1 norma nei borghi più grandi e importanti; dimora anche a Luino "in corrispondenza dell'attuale municipio, presso la 'casa del comune' [omissis]. La casa del comune era forse di dimensioni insufficienti ad ospitare l' 'officio' che venne poi costruito poco a monte; lo stesso sedime ospitò in seguito la 'casa da nobile' dei Marliani e infine palazzo Crivelli"(7). Assume importanti mansioni: amministrazione della giustizia, tutela dell'ordine pubblico, manutenzione delle carceri, pubblicazione di gride e decreti, pubblicazione di bandi di incanti per l'assegnazione delle esattorie e per l'alienazione o l'affitto di dazi. Tra i suoi compiti più importanti vi è anche l'organizzazione delle attività amministrative imposte dal governo (rilevamenti censuari, catasti, ecc.) e il sindacato, cioè le funzioni di sindaco (azione di controllo sugli organi locali come assemblee e consigli) affinché fosse assicurata la legalità dei lavori. Le riunioni degli organi comunitari si potevano svolgere solo con la sua presenza o con quella di un suo rappresentante (8). Al podestà, che ha poteri amministrativi, sono affiancati anche i vicari e i capitani, come organi giudiziari: i primi sono l'organo giudiziario locale in materia civile e penale; i secondi hanno funzioni giudiziarie di polizia criminale e compiti amministrativi e fiscali, in particolare sull'approvvigionamento annonario. Vicari e capitani risiedono a Gallarate. Queste cariche sono mantenute pressoché invariate nelle epoche successive, fino al XVIII secolo (9), nonostante i complessi rivolgimenti politici. Dalla fine del XV secolo al 1577 Luino rimane infeudata ai Rusca (10), pur se con un breve intermezzo, non continuativo, di investitura Pusterla dal 1525 al 1536. Per un breve periodo dal 1513 al 1521 circa Luino, che si era schierata con la lega svizzera, era stata anche annessa alla Svizzera; è proprio nel luglio 1513 che sono approvati gli statuti di Luino, sulla falsariga di quelli di Bellinzona, redatti in doppia lingua italiana e tedesca (11). Ci sono stati tramandati alcuni nomi di podestà dell'epoca; a Luino è destinato anche un pretore e un "notaio criminale". Ai Rusca succedono nell'investitura i Marliani che ottengono in dono Luino e le "Quattro valli" dall'imperatore Filippo II di Spagna nel 1583. Nel 1773 Ruggero Marliani, sommerso dai debiti, vende il feudo al conte Antonio Crivelli, con cui ha legami di parentela; nel feudo si contano all'epoca 2030 "fuochi". Intanto gli austriaci erano subentrati al dominio spagnolo in Lombardia alla fine della guerra di successione spagnola (1713 - 1714); dal 1740 Maria Teresa d'Austria e, poi, il figlio Giuseppe II ristabiliscono le prerogative sovrane sui feudi, avocando allo Stato le regalie e l'amministrazione della giustizia e rendendo meno vantaggiosi e remunerativi i feudi, anche per gli stessi Crivelli. Dalle risposte ai 45 quesiti del 1751 della II Giunta del censimento si apprende che il Comune di Luino fa parte della pieve di Valtravaglia ed è infeudato ad Emanuele Marliani a cui paga un censo feudale annuo; a Luino risiede anche il giudice feudale Antonio Maria Bossi, che non presta giuramento ad alcuna banca feudale e a cui si paga un compenso annuale per il servizio (12). Si apprende che il Comune è retto da un Consiglio generale formato da tre consiglieri eletti, da un sindaco provinciale risiedente, da un cancelliere e da un console. Le elezioni avvengono ogni anno nella pubblica piazza e il ricambio delle cariche avviene alla presenza del giudice. Al Consiglio spetta la cura dell'equità dei riparti pubblici e l'amministrazione del patrimonio comunale. Anche il cancelliere risiede nel Comune