Tra Baita E Bunker Totalitaire
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La Fondation Émile Chanoux è nata nel 1994 dalla collaborazione tra la Re- F ondAtion émiL e chA noux Émile Chanoux è senza dubbio il valdostano il cui nome è più conosciuto gione Autonoma Valle d’Aosta e il Centre International de Formation Européen- in Valle. Cionondimeno, molti aspetti della sua formazione e della sua opera ne per dotare la Valle di un istituto che si dedicasse allo studio del federalismo, rimangono sconosciuti o poco approfonditi. A cercare di colmare questa lacuna del regionalismo e della condizione delle minoranze. Ha al suo attivo numerose e facendo seguito alla pubblicazione, nel maggio 2008, del volume Contre l’état pubblicazioni e ricerche, tra le quali il primo sondaggio linguistico approfondito tra baita e bunker totalitaire. Aux sources de la pensée chanousienne, la Fondation Chanoux è felice di (2001) realizzato in Valle d’Aosta dal 1921 e, da ultimo, il primo volume di que- presentare la seconda parte di questa serie di studi, che tratteggia alcuni aspetti di sta collana, Contre l’état totalitaire. Aux sources de la pensée chanousienne (2008). La militarizzazione un momento della storia militare della Valle e alla cui realizzazione ha contribuito Dopo aver gestito per due anni un Master di geopolitica in collaborazione con della Valle d’Aosta durante in modo fondamentale il Centro Addestramento Alpino. la Sorbona, la Fondation Émile Chanoux riprende da quest’anno l’organizzazione Si è infatti pensato di ricreare, per quanto possibile, il clima nel quale Cha- del Collège d’Études Fédéralistes, corso estivo di formazione incentrato sulla dot- il Fascismo noux vive e pensa, al fine di evocare alcuni elementi che possono aver influito sul- trina del federalismo, il federalismo fiscale e le minoranze etnolinguistiche. la sua evoluzione intellettuale. Tra questi, l’aspetto militare appare fondamentale. bunker Da sempre, la Valle è periodicamente stata base di truppe e passaggio obbligato e di eserciti. L’unificazione italiana prima, con la creazione di una frontiera fino allora inesistente, il fascismo poi, con la sua bellicosa postura internazionale e il desiderio di cancellare con la forza ogni particolarismo interno, aggiunsero in Valle ulteriori caserme, forze armate, fortificazioni, oltre alla siderurgia pesante e una consistente immigrazione. La posizione strategica della Valle fu perciò motivo di importanti azioni sia tra baita militari sia civili, tutte volte a mantenerne il controllo più stretto e a farne la base difensiva o offensiva di operazioni rivolte, principalmente, contro la Francia, cui invece la Valle era legata da rapporti linguistici e da un’emigrazione massiccia che proprio in Parigi aveva il suo centro principale di raccolta. Di questo clima Cha- noux, lui stesso ufficiale degli Alpini e richiamato in servizio durante la guerra, risentì senz’altro ed è indubbio che parte della sua rivolta contro il sistema statale, centralizzato e fascista, nacque dagli eccessi di cui fu diretto testimone. ISBN 978-88-86523-77-6 ,!7II8I6-fcdhhg! tipografia valdostana TRA BAITA E BUNKER Atti del convegno TRA BAITA E BUNKER . L A MILITARIZZAZIONE DELLA VALLE D’A OSTA DURANTE IL FASCISMO organizzato ad Aosta il 14 dicembre 2007. Ringraziamenti : Alessandro Celi (supporto scientifico ) Patrick Perrier (cura redazionale e rilettura dei testi ) Alberto Bertin (rilettura dei testi ) © Copyright 2009 Fondation Émile Chanoux 1, passage du Verger I-11100 Aoste www.fondchanoux.org [email protected] ISBN: 978-88-86523-77-6 Stampa: Tipografia Valdostana, Aosta TRA BAITA E BUNKER La militarizzazione della Valle d’Aosta durante il fascismo TIPOGRAFIA VALDOSTANA 5 SOMMARIO Prefazione .................................................................................................................................................. 7 Presentazione ........................................................................................................................................... 9 Introduzione ............................................................................................................................................ 11 Nascita ed evoluzione della Guardia alla Frontiera. La GaF in Valle d’Aosta MASSIMO ASCOLI .................................................................................................................................... 13 Il Vallo Alpino in Valle d’Aosta MARCO BOGLIONE ............................................................................................................................... 33 Tra bunker e baita. Il Sacrario del Quarto Alpini GIANFRANCO IALONGO ........................................................................................................................ 51 La Valle d’Aosta e la guerra civile spagnola SIMONE PERRON ...................................................................................................................................... 91 Valle d’Aosta Militare. Il fattore bellico nella storia valdostana ALESSANDRO CELI ................................................................................................................................... 109 7 PREFAZIONE Il « coup de poignard dans le dos » che fu sferrato nel giugno del 1940 dal - l’Italia fascista alla Francia piegata dall’invasione tedesca fu l’ultimo atto di un piano strategico che il regime mussoliniano aveva previsto da tempo, come di - mostra la predisposizione del settore occidentale del “vallo alpino” ideato sin dal 1931. La costruzione della ferrovia Aosta Pré-Saint-Didier, affidata per la gestione al genio militare, e la visita, nel maggio del 1939, alle acciaierie “Cogne”, in - dustria bellica per eccellenza, furono chiari segni dell’intenzione di preparare il terreno per l’aggressione, e l’inaugurazione, davanti al Palazzo Littorio di Aosta, del monumento alla digrignante Lupa capitolina, rivolta verso il confine del Piccolo San Bernardo, nel corso di quella visita, ne fu la manifestazione sim - bolica. Il convegno dedicato alla militarizzazione della Valle d’Aosta durante il Fa - scismo ha avuto il merito di mettere in luce queste vicende, collocandole nel più ampio contesto del quadro politico che portò alla trasformazione del nostro territorio in una sorta di sentinella avanzata dei deliri nazionalisti, militaristi e imperialisti dell’Italia di quegli anni. Non è mancato uno sguardo ai riflessi che la militarizzazione ebbe sui Val - dostani, storicamente impreparati a considerare la Tarentaise come territorio ne - mico e combattuti tra la propaganda del regime contro la Francia e la visione familiare della “sœur latine” come accogliente terra di emigrazione, nella quale abitavano amici e parenti costretti a cercare altrove un pane che l’Italia non era in grado di assicurare. La Valle d’Aosta aveva peraltro un passato di terra di confine, che si poteva far risalire a secoli prima quando, però, la frontiera passava a valle di Bard; aveva un passato di invasioni e di passaggi di eserciti ed aveva già subito sul proprio territorio il peso, a volte insopportabile, della presenza militare. “Amiche” o “nemiche” che fossero, le truppe stanziate sul territorio avevano effetti non dissimili di impoverimento e sfruttamento delle già ridotte risorse locali. È bene che l’invito, venuto dal convegno, a ricostruire una storia militare della nostra regione – invito al quale non si può che sottoscrivere – costituisca anche uno stimolo a indagare l’aspetto umano dei conflitti che l’hanno interes - 8 sata nei secoli, e a studiare le conseguenze economiche, sociali, culturali e psi - cologiche che essi ebbero sulla popolazione. Non potrà che scaturirne una testimonianza dell’inutile crudeltà della guerra e un pressante appello alla pace tra i popoli. Laurent VIÉRIN Assessore regionale all’Istruzione e Cultura 9 PRESENTAZIONE Come è stato scritto, la storia della Valle d’Aosta, come per altre regioni, ma più che per altre regioni, può essere in parte associata a quella del passaggio com - merciale, ma più ancora militare, che l’attraversò. Strategicamente posta alla porta delle Alpi e dei colli del Piccolo e Gran San Bernardo, ha sempre suscitato grandissimo interesse nelle forze che volevano presidiarla o, all’inverso, farne un corridoio di transito. Per molti aspetti, occorre purtroppo ammettere che la sto - ria della Valle d’Aosta è perfino economicamente strettamente legata all’inte - resse che ha suscitato nelle potenze che la circondavano. Povera e abbandonata quando non interessava, se non ricca perlomeno luogo di scambi quando in - vece appariva necessario occuparla. Una semplice passeggiata nella nostra regione permette di scoprire una quan - tità abbastanza impressionante di fortificazioni, che, in oltre 2.000 anni, hanno coperto il nostro territorio di torri, muraglie, castelli e forti. Mi piacerebbe che questo incontro fosse l’occasione per rilanciare l’idea, da lungo tempo coltivata, di una storia militare della Valle d’Aosta, elemento fondamentale di spiegazione del nostro passato. Ma che peso avevano le truppe sul carattere degli abitanti? Quali effetti po - teva avere il sentirsi marca di frontiera? Quale influenza poteva produrre su chi, qui, era nato e cresciuto, il sentirsi parte di un gioco ben più grande di lui? Quale reazione era possibile immaginare questo provocasse, in un microscopico po - polo alpino, di per sé quindi tendente alla chiusura, perdipiù, se oso dire, schiac - ciato tra forze così preponderanti? L’esempio più evidente è proprio quello di cui ci occuperemo oggi. L’analisi che cercheremo di svolgere riguarda un periodo abbastanza