I Fasci Siciliani : 1892-94 / Francesco Renda. - Torino : Einaudi, C1977 – (Piccola Biblioteca Einaudi 323)
I fasci siciliani : 1892-94 / Francesco Renda. - Torino : Einaudi, c1977 – (Piccola Biblioteca Einaudi 323). I fasci siciliani non furono una rivoluzione e forse neppure un'insurrezione, anche se si avvicinarono a esserlo. I paesani poveri della Sicilia di fine XIX secolo, con un movimento travolgente e estesosi velocissimamente, secondo tempistiche e dinamiche davvero rivoluzionarie, o quantomeno tipiche dei momenti rivoluzionari, costituirono centinaia di nuclei organizzativi tra la metà del 1893 e i primi giorni del 1894. Il movimento era nato l'anno precedente come specifico fenomeno organizzativo degli operai urbani: i primi fasci sorsero a Messina, Catania e Palermo, poi, in maniera appunto rivoluzionaria, le cose cambiarono e il movimento si diffuse in campagna e, alla fine, fu il mondo contadino a trascinare quello urbano, il bracciante, il fittavolo, il mezzadro, il coltivatore diretto e il piccolo proprietario agricolo a prevalere sull'operaio industriale, l'artigiano, il muratore e il minatore dello zolfo che erano base naturale dei primi fasci e del movimento socialista siciliano. Come in ogni fenomeno rivoluzionario gli obiettivi del movimento si radicalizzarono rapidamente e si arricchirono, rispetto alla tradizione socialista, di episodi tipicamente anti statali, riconducibili alla pratica degli anarchici, come l'occupazione di municipi, gli assalti ai caselli del dazio e qualche volta gli attacchi alle caserme dei carabinieri, accompagnandosi a forme di lotta più comprensibili per il mondo socialista, quali l'occupazione delle terre e il boicottaggio dei patti agrari. Il termine fascio indicava, fin dalla sua origine urbana e siciliana, il coordinamento tra realtà e soggetti sociali diversi ma accomunati dalla povertà e dallo sfruttamento; sotto la guida del proletariato agricolo assunse in pieno questo significato: la critica dei fasci riguardò tutti i rapporti di lavoro comandato, i rapporti di proprietà e del latifondo, l'usura e anche l'oppressione fiscale esercitata dallo stato sui coltivatori diretti.
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