UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E DIREZIONE DELLE IMPRESE

RELAZIONE DI LAUREA

INNOVATIVI DISPOSITIVI TECNOLOGICI PER UNA MAGGIORE INFORMAZIONE DEL CONSUMATORE NEL SETTORE AGROALIMENTARE: UNO STUDIO AL SALONE DEL GUSTO 2010

Relatore: Prof. Giovanni Peira

Correlatori: Prof. Luigi Bollani Dott. Sergio Arnoldi

Candidato: Andrea Gino Sferrazza

ANNO ACCADEMICO 2010/2011 Ringraziamenti

Ringrazio per la stesura di questo lavoro:

- il Prof. Giovanni Peira del Dipartimento di Scienze Merceologiche, per avermi seguito e aiutato durante questo lavoro, fornendomi parte del materiale di studio, indicandomi alcune persone cruciali per la buona riuscita della stesura e per la sua completa disponibilità durante quesi mesi di ricerche;

- il Prof. Luigi Bollani, del Dipartimento di Statistica e Matematica applicata “Diego de Castro”, per il suo fondamentale contributo nell’impostazione e nell’elaborazione del questionario, proposto durante il Salone del Gusto 2010;

- il Dott. Sergio Arnoldi, coordinatore dell’Area Promozione Agroalimentare della Camera di commercio di Torino, il quale ha messo a disposizione tempo e risorse preziose per questo progetto di ricerca, sempre con molta professionalità e competenza;

- il Dott. Alessandro Bonadonna del Dipartimento di Scienze Merceologiche, per avermi fornito preziosi spunti per la trattazione;

- tutti coloro che mi hanno supportato nella stesura ed elaborazione del questionario, rendendo possibile il raggiungimento degli obiettivi prefissati nei tempi prestabiliti.

Ringraziamenti particolari

Il primo ringraziamento va a mia madre, l’unica vera persona che mi ha accompagnato in ogni momento durante il mio percorso di studio. Senza di lei, non avrei potuto raggiungere questo importante traguardo. Questo risultato lo divido con te.

Ringrazio, senza fare nomi, tutte le persone a me care, famigliari, amici, conoscenti, che in questi anni mi sono state vicino nei modi più disparati, nei momenti di gioia, così come quando pensavo di affondare. Chi conosce il mio percorso sa quello che intendo e queste persone desidero che sappino che su di me, nella vita, potranno sempre contare.

Infine un ringraziamento particolare per questo lavoro lo devo a chi, purtroppo, non è più al mio fianco, ma che da sempre è stata, e continuerà ad essere, il mio esempio di vita. Grazie nonna per quello che hai rappresentato per me. Se finalmente ce l’ho fatta, lo devo anche al tuo amore e alla pazienza che, fin da bambino, hai avuto nei miei riguardi.

! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! La prima regola di ogni tecnologia usata negli affari è che l’automazione applicata ad un’operazione efficiente ne ingrandirà l’efficienza. La seconda è che l’automazione applicata ad un’operazione inefficiente ne ingrandirà l’inefficienza. (Bill Gates) ! ! ! ! Indice

! Sommario……………………….…………..…………………………………………………pag. 7

! CAPITOLO 1: L’evoluzione dei sistemi di identificazione: dal codice a a barre alle etichette bidimensionali ………………………………………………………………………………...….pag. 9 1.1. Introduzione: verso l’economia della mobilità…………………………………….….…...pag.9 1.2. Codici a barre: storia e simbologia…..…….…………….………………………...….…pag. 10 1.3. Classificazione dei Codici a barre……………………………………………………… pag. 13 1.3.1. Codici a due spessori…….………………………………………………………pag. 13 1.3.2. Codici a più di due spessori....………………………....……………………….pag. 14 1.3.3. Codici bidimensionali...... pag. 15 1.4. Codici Bidimensionali: un balzo innovativo per i Codici a Barre……………..………..pag. 16 1.4.1. Tecnologia………………………………………………………………………pag. 16 1.4.2. Classificazione dei codici bidimensionali...... pag. 17 1.4.3. Secure Edge: sviluppo e brevetto del codice 2D-PLUSTM………………………pag. 19 1.5. Il mercato del Mobile Internet in Italia…………………………………………....……pag. 19 1.5.1. Internet alla portata di tutti: Wi-Fi free nel Comune di Torino………………....pag. 25 1.6. Il meccanismo di acquisizione delle informazioni………………………………………pag. 27 1.7. Il Codice QR……………………………………………………………………….…….pag. 29 1.8. Data Matrix……………………………………………………………………………...pag. 31 1.9. Il miglior codice a barre bidimensionale………………………………………………...pag. 32 1.9.1. Dalla carta stampata al web: il caso i-Flyer……………………....…………...pag. 35 1.10. L’impiego dei codici bidimensionali: alcuni casi…………………………………...…pag. 37 1.11. Lo scenario futuro……………………………………………………………...………pag. 39

! CAPITOLO 2: La tecnologia RFID: evoluzione e prospettive……………………..……pag. 41 2.1. Evoluzione storica………………………………………….……………………………pag. 41 2.2. Le componenti del sistema………………………………………………………………pag. 44 2.2.1. I tag.……………………………..………………………………………………pag. 45 2.2.2. I Reader…………………………………...…………….…………………...….pag. 46

! 2.2.3. L’Electronic Product Code …………………………..……………………...….pag. 47 2.2.4. Il sistema informativo: Savant…...……………………………………….……..pag. 49 2.3. EPC vs. Codici a Barre……………………………………..……………………………pag. 50 2.4. Le frequenze…………………………………………………………………….…….....pag. 53 2.5. I vantaggi dell’RFId……………………………………………………………....……..pag. 55 2.5.1. La Supply Chain integrata ………………………………………………..….…pag. 55 2.5.2. La gestione del magazzino ……………………………………………...…...….pag. 57 2.5.3. La vendita ed i consumatori..…………………………………………………....pag. 58 2.5.4. Le applicazioni di filiera ……………………………………….……………….pag. 60 2.5.5. Un caso applicativo: tracciabilità agro-alimentare come garanzia di origine dei prodotti. Il Consorzio della Qualità della Carne Bovina della Coldiretti di Milano e Lodi...... pag. 62 2.6. Campi di applicazione…………………………………………………………………...pag. 62 2.6.1. La grande distribuzione…………………………………………………………pag. 63 2.6.2. Trasporti……………………………………………………………………...…pag. 65 2.6.3. Identificazione personale……………………………………………………..…pag. 65 2.6.4. Sistemi di pagamento………………………………………………………...….pag. 66 2.6.5. Applicazioni militari…………………………………………………………….pag. 67 2.6.6. Sanità...... pag. 67 2.7. Esempi di applicazioni……………………………………………………….………….pag. 68 2.7.1. Wal-Mart…………………………………………………………………..…….pag. 68 2.7.2. Metro AG……………………………………………………………………...... pag. 70 2.8. Sicurezza dei sistemi RFId: criticità e vulnerabilità……………………………..………pag. 71 2.9. Sicurezza e Vulnerabilità……………………………………………………...... ……pag. 73 2.10. Sicurezza e Minacce………..…………………………………………………………..pag. 74 2.11. Gestione del rischio e possibili contromisure………………………………………….pag. 75 2.12. Lo scenario futuro……….…….…….…….…………………………………...………pag. 77 2.13. Il panorama italiano………………………………….…………………………………pag. 80 2.14. Criticità ed opportunità per lo sviluppo……………………………………...…………pag. 81

! CAPITOLO 3: Situazione normativa e standard di certificazione degli strumenti di codifica………………………………………………………………………………………pag. 86 3.1. Fondamenti e Principi del sistema GS1………………………………………………....pag. 86 3.2. Politiche per il Sistema di identificazione……………...... ………………………...……pag. 88 3.3. Data Carriers: specifiche tecniche per la simbologia dei codici a barre...………...…….pag. 90 3.3.1. Codici a barre lineari – Specifiche della simbologia EAN/UPC……………….pag. 91

! 3.3.2. Codici a Barre bidimensionali – Simbologia Data Matrix...... pag. 94 3.4. Standard internazionali…………………………………………………………….…….pag. 97 3.5. Tecnologia RFId: la situazione normativa internazionale……………………………….pag. 98 3.6. L’impegno dell’EPCglobal…….….……………………………………………..…….pag. 101 3.7. L’EPCglobal Network……………………………………..…………………………...pag. 102 3.8. La situazione normativa italiana…………………………………………………..…...pag. 103 3.9. La situazione normativa in USA ed in Cina…………………………………………....pag. 104 3.10. Una normativa moderata e consapevole………………………………………………pag. 105

! CAPITOLO 4: Codice QR e tecnologia RFId applicati al settore agroalimentare: sistemi innovativi per la valorizzazione della sicurezza e della qualità…………………...……pag. 107 4.1. L’etichetta intelligente e la mozzarella di Bufala: il caso della “Tenuta Vannulo”…....pag. 108 4.2. QR Code come strumento di tutela del Made in Italy: l’olio extra-vergine di oliva del Consorzio Unaprol…………………………………………………………………………....pag. 112 4.3. Il tag sulla bottiglia: l’etichetta intelligente ed i suoi sviluppi nel settore vitivinicolo...pag. 115 4.3.1. Il Portale Vitivinicolo……………………………………………………….....pag. 115 4.3.2. RFId in bottiglia: il progetto Contemporare…………………………….…….pag. 119 4.3.3. Il Winecode………………………………………………………………….....pag. 121 4.4. Le grandi aziende italiane muovono i primi passi verso il futuro dell’etichetta: Latterie Friulane e Giovanni Rana………………………………………………………………….....pag. 123 4.5. Tracciabilità, Protezione del Marchio e Tutela del Consumatore: il Consorzio del Prosciutto di San Daniele…………………………………………………………………………………...pag. 124 4.6. Automazione e qualità: la coltivazione della patata del Fucino………..…...……….…pag. 127 4.6.1. Le fasi operative...... pag. 128 4.7. Il valore aggiunto della tecnologia RFId: il caso della Cooperativa Agricola Ortoamico…………………………………………………………………………………….pag. 130 4.8. Il Consorzio Tuscania e la Cantina Sperimentale……………………………………...pag. 133 4.8.1. L’attuazione di un sistema di rintracciabilità in un’azienda vitivinicola…….....pag. 136

! CAPITOLO 5: Il Salone del Gusto 2010 come palcoscenico per i nuovi sistemi d’identificazione dei prodotti agroalimentari. Lavoro svolto ed analisi dei risultati…pag. 139 5.1. Il progetto…………………….……………………………………………...…………pag. 139 5.2. Il questionario...……………………………………………………………………...…pag. 143 5.3. Il campione……………………………………………………………………….....….pag. 145 5.4. La raccolta delle informazioni durante il Salone del Gusto 2010……………..……….pag. 146

! 5.5. Analisi dei risultati ottenuti………………………………………………….…………pag. 149

! CONCLUSIONI………………………………………………………………………..….pag. 207

! Bibliografia……………………………………………………………………….………..pag. 213

! Sitografia……………………………………………………………………………….…..pag. 217

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! Sommario

Il seguente lavoro vuole analizzare i benefici ed i rischi connessi all’introduzione di nuove “etichette intelligenti” sui prodotti agroalimentari, come strumento d’informazione più completo ed affidabile per i consumatori. Il capitolo introduttivo vuole innanzitutto ripercorrere il processo evolutivo dei codici a barre, che negli anni passati hanno rappresentato – e rappresentano ancora tutt’oggi – un fondamentale strumento di informazione per tutti i settori merceologici esistenti. Grazie al progresso tecnologico, il codice a barre è diventato un importante mezzo, attraverso il quale migliaia di aziende in tutto il mondo, possono accedere ad una varietà di informazioni che, fino a qualche decennio fa, pareva impensabile. Proseguendo nella trattazione, si parlerà dei nuovi codici a barre bidimensionali e delle enormi potenzialità che offrono, attraverso l’utilizzo dei telefonini di ultima generazione, sia come investimento per le aziende, sia come strumento d’informazione per i consumatori. Questa parte terminerà con l’esposizione di alcune best practices già messe in atto nel mercato. La trattazione verterà in seguito sull’analisi delle tecnologie basate sulla radio frequenza (RFId), le quali possono rappresentare un ulteriore “passo in avanti” rispetto ai codici 2D, soprattutto per quel che concerne aspetti legati alla tracciabilità agroalimentare e la garanzia di autenticità dei prodotti. Dopo una breve descrizione dell’architettura che permette il funzionamento a distanza di questi dispositivi, il capitolo prende il esame anche alcune ipotesi di standardizzazione di tale sistema, grazie anche al lavoro di diversi laboratori in tutto il mondo che stanno collaborando per cercare di diffondere un unico “linguaggio”. Dopodichè il lavoro si concentrerà nell’esposizione delle normative, cogenti e volontarie, che già da qualche anno stanno regolamentando, a livello nazionale, così come a livello internazionale, il mondo dei sistemi di identificazione. Nelle pagine finali, vengono illustrati alcuni dei più rappresentativi casi di applicazione di codici bidimensionali e RFId nel settore agroalimentare e con particolare riferimento all’Italia. Nonostante la recente introduzione di tali dispositivi nel nostro paese, sottoforma di strumenti di comunicazione alternativi, è stato possibile collezionare ed analizzare diverse casistiche interessanti. Con l’ultima parte di questo lavoro sarà illustrato il progetto di ricerca,

! 7! condotto durante il Salone del Gusto 2010, grazie alla preziosa collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Merceologiche della Facoltà di Economia e la Camera di commercio di Torino. Questo lavoro ha voluto indagare sul grado di interesse, tra i visitatori della manifetazione culinaria, dei nuovi sistemi di identificazione, applicati ai beni di consumo alimentare; in particolare, si è voluto formulare alcune riflessioni circa la diffusione dei dispositivi tecnologici – indispensabili per l’architettura del sistema – e sulle principali esigenze, in termini di informazione, del campione di soggetti preso in esame. Il Salone del Gusto è stato anche il palcoscenico di una delle prime apparizioni dell’etichetta intelligente, applicata a prodotti di qualità della tradizione piemontese, ed ha quindi rappresentato un’occasione unica per scoprire e per far conoscere al pubblico quelle che possono essere le reali potenzialità di queste applicazioni.

! 8! CAPITOLO 1. L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI IDENTIFICAZIONE: DAL CODICE A BARRE ALLE ETICHETTE BIDIMENSIONALI

1.1. Introduzione: verso l’economia della mobilità Grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie ICT (Information and Comunication Technology), la società moderna ha intrapreso un ambizioso cammino verso nuove forme di organizzazione economica. In particolare, lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie di tipo wireless, rilevabile nelle economie più avanzate, e la convergenza di queste tecnologie con lo strumento di Internet, comporterà una serie di importanti cambiamenti che coinvolgeranno numerosi aspetti della nostra vita economica e sociale. L’attuale contesto storico è già in grado di confermare come la possibilità di disporre di tecnologie che riducano o, in alcuni casi, annullino i vincoli della distanza fisica stia condizionando gli ambiti lavorativi e ricreativi dell’uomo. Per tale motivo si parla di nuova economia della mobilità, intesa non soltanto a livello sociale ed economico inerente le relazioni tra persone fisiche, ma anche per quanto concerne la mobilità delle merci e l’erogazione di servizi complementari. Le potenzialità delle nuove tecnologie di comunicazione stanno profilando un nuovo modo di analizzare le relazioni di scambio e l’evoluzione dei rapporti impresa – mercato. Gli effetti dello sviluppo della nuova economia della mobilità avranno profonde implicazioni culturali, oltre che economiche e tecnologiche. A titolo esemplificativo si pensi alla diffusione della telefonia mobile in Europa, all’esplosione delle tecnologie di nuova generazione ed alla crescente diffusione della videotelefonia UMTS. Dal concetto di mobilità tecnologica, si sta passando gradualmente a quello di portabilità dei contenuti. In questa prospettiva, l’attenzione deve essere posta non tanto sulla potenzialità tecnologica che consente la trasmissione di informazioni, ma sulla trasferibilità e sulla qualità dei contenuti in forma mobile e sulla loro utilizzabilità da parte delle diverse tipologie di utenti. Tuttavia l’adozione di nuove tecnologie ICT può rivelarsi problematica ed irrazionale, in quanto lo stesso contesto informatico è spesso disomogeneo, scarsamente integrato e ricco di criticità. In virtù di queste considerazioni introduttive può dimostrarsi utile e promettente analizzare la nuova economia della

! 9! mobilità partendo dalla prospettiva dell’utente – sia business che consumer – riguardo l’approccio a tali processi informativi così innovativi. Per troppo tempo, infatti, le reali necessità della domanda e del consumatore non sono stati sufficientemente analizzati dalle teorie economiche e dalle imprese. Queste difficoltà sono per la maggior parte da imputare alla mancanza di analisi dei reali bisogni della domanda e a contestuali investimenti in tecnologie che, per mancanza di una chiara visione strategica a priori, sono stati pressoché inefficaci. Risulta dunque corretto domandarsi come si evolverà il marketing all’interno di questa nuova economia della mobilità. Da decenni ormai si studia l’evoluzione della comunicazione in termini relazionali e, tra i principali risultati ottenuti dalle ricerche effettuate, è emerso come nel marketing non si gestiscano scambi di prodotti, bensì scambi di relazioni che ruotano attorno al prodotto. Il prodotto, all’interno di questo contesto relazionale, è un “di cui”1. Grazie alle nuove tecnologie wireless, come il Qr Code o i sistemi RFId, il marketing può utilizzare molteplici strumenti di comunicazione in grado di erogare, ad esempio, contenuti differenziati in funzione delle richieste del destinatario. In questa prospettiva, l’attenzione deve essere posta non esclusivamente sulla tecnologia che consente la trasmissione delle informazioni, ma sulla trasferibilità e sulla qualità dei contenuti disponibili in forma mobile e sul loro utilizzo da parte dell’utente finale. Queste tecnologie consentono maggiore penetrazione e personalizzazione del contenuto che raggiunge il singolo individuo. Tuttavia le sole tecnologie, non costituiscono di per sé le basi per un vantaggio competitivo sostenibile. E’ necessaria un’inversione della logica del marketing tradizionale: non “dalle tecnologie al mercato”, ma “dall’individuo all’innovazione2”, mediante la definizione di nuovi modelli culturali di scambio e, soprattutto, di acquisto.

1.2. Codici a Barre: storia e simbologie Il codice a barre può essere definito come una simbologia o un alfabeto per la codifica d’informazioni in un formato tale da poter essere acquisito automaticamente

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1 Cfr. Musso, L’innovazione nei canali di marketing, 2010! 2 Cfr. Farinet, Ploncher: Marketing e la nuova economia della mobilità – Congresso Internazionale “Le tendenze del marketing”, 2003

! 10! da opportuni lettori3. Il computer è stato protagonista dello sviluppo tecnologico del codice a barre degli ultimi decenni, durante i quali si è venuto ad affermare in ogni ramo di attività, grazie alla sua capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempi brevissimi, di raccogliere ed archiviare l’informazione in spazi ridotti, di controllare processi industriali, ecc. L’idea dei codici a barre fu sviluppata da Norman Joseph Woodland e Bernard Silver. Nel 1948 erano studenti dell’Università di Drexel: l’idea nacque dopo aver ascoltato le esigenze di automatizzare le operazioni di cassa da parte del presidente di un’azienda del settore alimentare. Una delle prime idee era stata quella di utilizzare il Codice Morse stampato ed esteso in senso verticale, realizzando così barre strette e barre larghe. Tuttavia i primi tentativi di riconoscere i codici a barre, attraverso un fotomoltiplicatore originariamente utilizzato per la lettura ottica delle bande audio dei film, non ebbero successo. L’eccessivo rumore dei dispositivi termoionici, il calore generato dalla lampada utilizzata per l’illuminazione e il peso risultante dall’insieme erano ostacoli insormontabili. Il successivo sviluppo della tecnologia laser permise ai lettori di essere costruiti a prezzi più accessibili e lo sviluppo dei circuiti integrati permise la decodifica vera e propria dei codici. Nel frattempo, Woodland presso l’IBM sviluppò i codici a barre lineari che furono adottati il 3 aprile 1973 con il nome UPC (Universal Product Code). Il 26 giugno 1974 il primo prodotto (un pacchetto di gomme americane) veniva venduto utilizzando un lettore di codici a barre presso un supermarket a Troy, nell’Ohio.

Ciò nonostante, tale strumento presenta alcuni lati deboli che da sempre ne hanno limitato l’efficienza. L’acquisizione dei dati avviene solitamente tramite operatore umano, mediante l’utilizzo di terminali. Da questo processo di acquisizione sono derivati alcuni problemi, quali lentezza e alta probabilità di errore. Esistono poi

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3 Cfr. http://www.codiceabarre.it/bcmanu.htm

! 11! molti processi operativi nei quali la velocità e la frequenza degli oggetti da identificare sono tali da rendere impossibile ad un eventuale operatore captare i dati e trasmetterli al calcolatore. Per questo motivo si è reso necessario un sistema di codifica dei dati adatto a sistemi automatici di rilevamento, per sfruttare la piena potenzialità del computer. Fin dall’inizio degli anni ‘70 si sono andate sviluppando diverse tecnologie, tre delle quali sono risultate maggiormente significative: la tecnologia OCR, la tecnologia magnetica e la tecnologia del codice a barre"# La tecnologia OCR (Optical Character Recognition) consiste nel codificare i caratteri in modo tale che possano essere letti anche direttamente dall’operatore. La stampa dei codici è molto complessa e con tolleranze molto rigide, ma soprattutto i metodi di riconoscimento degli stessi sono complessi e piuttosto lenti. E’ una tecnologia complessivamente costosa e non altamente efficiente, per cui non si è mai affermata in modo definitivo. La tecnologia magnetica presenta il vantaggio che le informazioni contenute nel supporto fisico possono essere agevolmente modificate, ma allo stesso tempo presenta ingenti costi ed il rischio di perdere o alterare le informazioni è tuttora elevato. Il codice a barre (bar code) si è imposto nel tempo come la tecnologia vincente. La codifica si basa su un concetto binario, quindi è già di per se vicina al linguaggio dei calcolatori. La diversa logica di codifica, dettata da diverse esigenze applicative, ha portato a diversi tipi di codici a barre. Alcuni di essi sono ampiamente diffusi, altri vengono usati solo in speciali settori, altri ancora solo in determinati paesi, ma in tutti i casi un sistema di identificazione basato su codice a barre deve tenere conto di quattro caratteristiche fondamentali: • Attendibilità: il Codice a Barre si è rivelato il sistema più attendibile grazie all’uso di due parametri: la cifra di controllo (check digit) ed il numero di digits fisso, grazie ai quali si ottiene un’altissima attendibilità delle informazioni acquisite. • Automazione: mediante l’utilizzo di lettori, decodificatori e scanner industriali vi è la possibilità di leggere il Codice a Barre in modo automatico !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

4 Cfr. http://www.gs1.org/barcodes

! 12! e senza la presenza dell'operatore. Ciò ha permesso la costruzione di linee automatiche o robotizzate. • Precisione: a differenza di altri sistemi, il Codice a Barre presenta un’estrema precisione, garantendo un’altissima efficienza delle operazioni. • Velocità: l’assunzione dei dati da parte del calcolatore avviene molto più velocemente che in modo manuale.

1.3. Classificazione dei Codici a Barre Esistono diverse tipologie di Codici a Barre, ognuno con caratteristiche diverse, ed è pertanto giusto classificarli in modo da individuare il codice adatto per ogni applicazione. Tra le simbologie più usate alcune sono presenti nella nostra realtà quotidiana, mentre altre sono destinate ad applicazioni speciali. Ogni simbologia comporta la definizione di un “set” di caratteri (alfabeto) finito ed univoco.

1.3.1. Codici a due spessori Gli elementi del codice (barre e spazi) possono assumere due soli spessori, in rapporto compreso tra 2 e 3. A questa categoria appartengono le seguenti classi di codici:

Fig. 1.1. Esempio di codice a barre a due spessori

• Codice 2/5 5 barre: codice sviluppato nel 1968 dalla Identicon Corporation ed è stato usato soprattutto nei magazzini e nel campo fotografico, anche se ormai è caduto in disuso. Tale codice viene anche detto “discreto”, in quanto solo le barre sono significative, mentre gli spazi non recano informazioni e possono variare in spessore entro ampi margini di tolleranza. • Codice 2/5 Interleaved: codice sviluppato nel 1972 dalla Computer Identics. Un’altra denominazione di questo codice è “ITF” (Iterleaved Two of Five). E’ un codice numerico continuo che ha la stessa codifica del codice 2/5 a 5

! 13! barre, con la notevole differenza che le cifre sono rappresentate alternativamente da barre e spazi, permettendo così una maggiore densità di informazioni. • Codice Codabar: il Codice Codabar è stato sviluppato dalla Monarch Marking Systems nel 1972, e per questo è anche denominato “Codice Monarch”. Il Codice viene considerato in termini di “barre larghe” e “barre strette” e di “spazi larghi” e “spazi stretti”, con una base binaria: ad ogni elemento stretto è associato uno “0”, ad ogni elemento largo un “1”. Ogni carattere è codificato con sette elementi, dei quali quattro sono barre e tre spazi. I caratteri sono separati da uno spazio intercarattere che li rende tra loro indipendenti. Un simbolo Codabar completo consiste in un carattere di Start, un campo dati di lunghezza variabile e un carattere di Stop. • Codice 32 o Codice Farmaceutico: è stato adottato dal Ministero della Sanità per la codifica dei prodotti farmaceutici. Tale codice è composto da sette cifre, che identificano il tipo di confezione per ciascuna specialità medicinale, precedute dalla cifra zero e seguite da un carattere di controllo. Le nove cifre complessive vengono poi rappresentate in base 32 con sei caratteri alfanumerici, utilizzando le 10 cifre decimali ed i caratteri dell’alfabeto anglosassone, con l’esclusione di A, E, I, O. • Codice 39: il codice 39 è stato sviluppato nel 1974, per applicazioni richiedenti un codice alfanumerico. Questo strumento ha avuto una forte espansione negli enti pubblici, nell’industria (tra i codici industriali è il più diffuso) e nel commercio. Il codice permette la codifica di 43 caratteri, ognuno dei quali è rappresentato da 9 elementi, 5 barre e 4 spazi.

1.3.2. Codici a più di due spessori I codici appartenenti a questa categoria richiedono una migliore qualità di stampa, poiché gli elementi del codice possono assumere più di due spessori diversi.

Fig. 1.2. Esempio di codice a barre a più di due spessori

! 14! Appartengono a questa categoria i seguenti codici: • Codice EAN: la funzione della codifica EAN è di rappresentare il codice numerico di ogni articolo soggetto alle specifiche EAN (European Article Number) in un formato leggibile automaticamente in entrambe le direzioni. Gli elementi possono assumere 4 diversi spessori, multipli interi del modulo. Ogni cifra è codificata con 7 moduli. I simboli EAN sono disposti simmetricamente attorno ad un carattere centrale di controllo, e delimitati agli estremi da caratteri laterali di controllo (start/stop).! • Codice UPC: interamente compatibile con il Codice EAN, rappresenta il codice numerico di ogni articolo soggetto alle norme UPC (Universal Product Code), in uso negli Stati Uniti. Come nel Codice EAN, gli elementi possono assumere uno spessore multiplo intero (da 1 a 4) del modulo. Ogni carattere è codificato con due barre e due spazi, per uno spessore totale di sette moduli. • Codice UCC/EAN 128: codice sviluppato per fornire un formato standard per lo scambio di dati tra ditte diverse. Mentre altri standards semplicemente codificano dei dati senza dire cosa rappresentano, l’UCC/EAN 128 codifica i dati e mostra ciò che significano, utilizzando degli identificativi di applicazione AI (Application Identifier), in modo da segnalare all’applicazione cosa si sta leggendo.

1.3.3. Codici bidimensionali Gli elementi dei codici appartenenti a questa categoria possono assumere più di una dimensione. L’introduzione di questi codici ha richiesto, oltre ad una migliore qualità di stampa, anche il supporto tecnologico dei lettori a 2D, i quali hanno cominciato a diffondersi a partire dal 1984. Rispetto ai codici ad una dimensione, i codici bidimensionali presentano alcuni vantaggi non trascurabili: • Possono contenere una maggiore quantità di informazioni; • Possono essere letti attraverso i telefoni cellulari dotati di fotocamera e lettore di codici a barre 2D; • La scansione di un codice a barre 2D può far partire diverse azioni contemporaneamente;

! 15! • La parziale copertura, l’usura e l’orientamento non pregiudicano la loro lettura.

1.4. Codici Bidimensionali: un balzo innovativo per i Codici a Barre I codici a barre bidimensionali, o mobile code, sono rappresentazioni in grafica matriciale di informazioni e dati.5 Nati per applicazioni logistiche ed industriali, si stanno progressivamente diffondendo nel mercato dei beni di consumo, comparendo su giornali, riviste, confezioni di prodotti, biglietti da visita e pubblicità, proponendosi come un nuovo veicolo per accedere, promuovere e distribuire contenuti multimediali in mobilità, “one click content”, senza dover inserire manualmente i complessi indirizzi delle risorse sul browser del terminale mobile.6 La scansione di codici a barre può essere oggi effettuata con un terminale mobile equipaggiato con fotocamera digitale, connessione wireless a banda larga e dalle applicazioni, dette “barcode reader” o “mobile code client”, per la scansione, acquisizione e decodifica dei codici a barre bidimensionali7. I codici a barre bidimensionali abilitano un’importante convergenza tra supporti materiali e fisici come la carta stampata, informazioni, contenuti multimediali presenti sul web e applicazioni interattive. L’utilizzo di codici a barre bidimensionali coinvolge diversi attori: dai content provider ai generatori di tag 2D, dagli operatori mobili agli enti di certificazione, dalle manifatturiere alle agenzie di pubblicità e agli editori. Interoperabilità è diventata la parola chiave per il successo dell’ecosistema dei servizi legati ai mobile code.

1.4.1. Tecnologia Nei codici a barre lineari si è osservato come le informazioni sono rappresentate da linee parallele di differente spessore. Nei codici bidimensionali, evoluzioni di quelli lineari, le informazioni sono invece rappresentate da un insieme di moduli – quadrati bianchi e neri – che formano figure quadrate o rettangolari.

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5 Cfr. AA.VV., Adobe Barcoded Paper Forms Solution, 2004 6 Cfr. Ohbuchi, Hanaizumi, Ah Hock, Barcode Readers using the Camera Device in Mobile Phones, 2004 7 Cfr. Corbi, Lisa, Piersantelli: codici a barre bidimensionali: tecnologia e campi applicativi, 2009

! 16! I tag bidimensionali possono contenere oltre 3.000 caratteri e vengono acquisiti e interpretati dai terminali mobili dotati di fotocamera e client di decodifica. Le componenti tecnologiche basilari per il funzionamento dei mobile code sono: • la simbologia; • il reader (client) di lettura e decodifica a bordo dei cellulari; • le architetture di risoluzione degli indirizzi; • le regole di “specification”, che vengono applicate al momento della creazione del tag e usate per implementare vari business model e diverse tipologie di servizi. Il modulo della matrice è la dimensione di una cella, che tipicamente può assumere i valori 0 (cella bianca) o 1 (cella nera), con la possibilità di invertire i colori. Le celle sono organizzate in una matrice di righe e colonne in numero sia pari che dispari. Un insieme di celle forma una regione, organizzata in righe e colonne, con bordi ben delimitati per facilitarne all’utente l’acquisizione. Generalmente nel tag è inserito un sistema di detection and error correction

(ECC) per consentireDescrizione commessa la ricostruzio ne dei quadratini pag. stampati 2 di 4 male, sbiaditi o cancellati. Raffronto codici bidimensionali Nome del file di riferimento

TIREL_raffronto_codici2D_[1.2].doc 1.4.2. Classificazione dei codici bidimensionali

1 CEsistonoODICI BIDIMENSIONALI circa 20 differenti PRESENTI codici bidimensionali SUL MERCATO sul mercato, di cui i cinque più diffusi sono: Aztec Code, Data Matrix, MaxiCode, QR Code e PDF4178. Esistono circa 20 differenti codici bidimensionali sul mercato, i cinque più diffusi sono: Aztec Code, Data Matrix, MaxiCode, QR Code, PDF417.

I primi quattro sono codici “a matrice”, mentre l’ultimo è un codice di tipo stackable. A grandi linee condividono tutti alcune caratteristiche: I primi quattro1. formato sono grafico codici fisso “a matrice”, mentre l’ultimo è un codice di tipo stackable, ovvero componibile.La loro struttura A grandi è quella linee di un condividonelemento che puòo tutti contenere alcune un numero caratteristiche: definito di caratteri, tipicamente tra i 1.000 ed i 1.500. • FormatoSe c’è graficonecessità di fisso: codificare la più loro dati struttura di quelli c he è un quella singolo dielemento un elemento può ospitare, che non può si può “ingrandire” l’elemento stesso: l’unica soluzione è quella di generare più codici conteneregrafici, u allon numero scopo di creare definito lo spazio di dovecaratteri, allocare tipicamente tutti i dati necessari. tra i 1.000 ed i 1.500. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!2. codice!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! a correzione di !errore prestabilito Tipicamente è possibile scegliere solo tra due/tre percentuali diverse di codice a correzione 8 Cfr. Fontana S.,di errore.Raffronto In genere Codici l’ECC Bidimensionali, selezionabile 2006và dal 15% al 25%; 3. caratteri e non byte Inoltre si parla di caratteri codificabili e non di byte in quanto i dati contenuti devono essere di un set ben definito ASCII. Per inserire dei valori binari si ricorre a versioni non ! perfettamente standard del codice, ovvero si codifica il binario nella forma ASCII-64, il 17! che comporta un aumento dello spazio occupato dal dato binario del 25% esatto: in pratica ogni 3 byte, cioè 24 bit, si codificano 4 caratteri del set ASCII base da 6 bit significativi ognuno; 4. bassa densità di codifica I codici bidimensionali qui indicati, riescono a gestire una densità di circa 1.5Kbyte per pollice quadrato.

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Se viene a crearsi la necessità di codificare più dati di quelli che un singolo elemento può ospitare, non si può “ingrandire” l’elemento stesso: l’unica soluzione è quella di generare più codici grafici, allo scopo di creare lo spazio dove allocare tutti i dati necessari. Descrizione commessa pag. 3 di 4 • CaratteriRaffronto e non codici byte bidimensionali: si parla di caratteri codificabili e non di byte, in quanto Nome del file di riferimento

i dati contenutiTIREL_raffronto_codici2D_[1.2].doc devono essere di un set ben definito. Esistono poi altri codici bidimensionali interessanti:

Esistono poi altri tre codici bidimensionali interessanti: DataGlyph 2D-Plus

Datastrip

DataGlyphs DataGlyphsIl DataGlyphs della Xerox, è capace di modificare la sua forma, quindi di “allargarsi” allo scopo di contenere quantità sempre più grandi di dati. Il DataGlyphs, realizzato dalla Xerox, è capace di modificare la sua forma e quindi di Riesce a gestire una forma di ECC variabile, e può codificare direttamente dati in forma “allargarsi”binaria. allo scopo di contenere quantità sempre più grandi di dati. Il DataGlyphs è un codice molto interessante con il quale è possibile creare “pattern”grafici di Riesce a gestiresfondo ouna riempimento forma didi unaECC immagie, (Error ovvero Correction generare immaginiCode = sfruttando codici a una correzione tecnica di di chiaro-scuro con i suoi simboli. errore) variabile e può codificare direttamente dati in forma binaria. La quantità di dati che si riescono a codificare per pollice quadrato è però pittosto bassa, ed è Il DataGlyphspari a ècirca un 420codice byte. molto interessante con il quale è possibile creare “pattern” !"# grafici di sfondo o riempimento di un’immagine, ovvero generare immagini sfruttando una tecnica di chiaro-scuro con i suoi simboli. La quantità di dati che si Datastrip riescono a codificare per pollice quadrato è però piuttosto bassa, pari a circa 420 Il Datastrip, della Datastrip Inc sembra possa gestire, entro certi limiti, il suo formato e la byte. densità dei dati che può rappresentare. La documentazione ufficiale da Datastrip Inc. dichiara che è possibile generare strip ad alta capacità e comunque fino ad un massimo di 4800 byte; questa densità richiede però metodi di stampa sofisticati che utilizzano tecniche fotografiche. Datastrip Inoltre il codice Datastrip deve (must) essere letto da speciali lettori forniti da Datastrip Inc; Il Datastripper rappresenta operare nella lettura, una tipologiail lettore speciale di codice deve essere realizzata in contatto dall cona il stessacodice. Datastrip Inc. Da un’altra documentazione della Datastrip si rileva che è possibile generare uno strip di 9 In base allagrandezza documentazione massima pari ufficialea 3.2” x 0.7”; rilasciata queste grande dall’azienda,zze rappresentano si evince una superficie che attraverso dove si possono memorizzare fino a 4,425 bytes di dati. questa particolareQuesti valori categoria comportano è unapossibile densità di generare circa 1975 bytecodici per pollicead alta quadrato. capacità e comunque fino ad un massimo di 4.800 byte; questa densità richiede però metodi di stampa

© SECURE EDGE S.R.L. - Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa, in tutto o in parte, con un mezzo qualsiasi, senza il consenso scritto della Secure Edge. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 9 Cfr. AA.VV. Datastrip selected by De La Rue to supply mobile biometric readers, 2010

! 18! sofisticati che utilizzano tecniche fotografiche. Inoltre il codice Datastrip può essere letto solo da speciali lettori forniti dalla Datastrip Inc. e per operare nella lettura, il lettore speciale deve essere in contatto con il codice.

1.4.3. Secure Edge: sviluppo e brevetto del codice 2D-PLUSTM Secure Edge, azienda italiana nata nel 2001, rappresenta una realtà che è in grado di poter offrire servizi e prodotti tecnologici altamente competitivi nel campo dei software per la sicurezza delle informazioni ad Aziende Private e Pubbliche Amministrazioni10. Nel 2005, dopo due anni di lavoro ed un cospicuo investimento, Secure Edge ha realizzato e depositato domanda di brevetto internazionale per un nuovo ed innovativo codice bidimensionale, che tenesse conto di tutte le necessità espresse dagli user fino a quel momento. Il codice 2D-Plus™, ha quindi una serie di caratteristiche particolari: • Formato grafico variabile: la struttura è quadrangolare, ma la sua dimensione finale è dinamica; aumenta per contenere tutti i dati necessari all’applicazione. • Codice a correzione di errore variabile: la percentuale di ECC (Error Correction Code) è selezionabile in fase di creazione del codice grafico. • Codifica binaria: il codice 2D-Plus™ tratta in modo nativo i dati da gestire come sequenze binarie; non ha quindi vincoli sul set di caratteri da utilizzare. • Densità delle informazioni fino a 240 kbyte per pollice quadrato: il codice 2D-Plus™ è stato studiato nella sua interezza, per codificare un enorme quantità di byte per pollice quadrato, eliminando così uno dei principali limiti dei tradizionali codici a 2 dimensioni.

1.5. Il mercato del Mobile Internet in Italia L’Italia è un paese caratterizzato da gravi handicap identificabili nel digital divide, ma da sempre ricopre posizioni di prim’ordine nelle statistiche internazionali per tutto quel che concerne il mondo mobile. I dati sulla diffusione degli smartphone nel nostro paese non fanno che fotografare tale situazione ed il modo in cui il !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

10 Cfr. http://www.secure-edge.com/hp.php?section=1

! 19! mercato italiano si differenzia dal resto del mondo per l’importante presenza di cellulari di nuova generazione tra gli utenti.

Fig. 1.3. Diffusione degli smartphone (dati Nielsen)

Da un’indagine Nielsen diramata nel 2009, si evince che il 28% degli italiani possiede uno smartphone, più del doppio rispetto a paesi quali Germania (12%), Svezia (13%), o Regno Unito (12%). Negli Stati Uniti la percentuale è del 17%, mentre la prima inseguitrice del tricolore è un altro paese mediterraneo: la Spagna. Nel nostro paese il trend di crescita è però oggi minore rispetto a quello degli altri paesi: il +11% italiano, infatti, impatta con il +70% del Regno Unito o il +48% della Francia, il che ben evidenzia come in Italia, semplicemente, la “moda” degli smartphone sia emersa in largo anticipo, per poi rallentare la propria diffusione in un secondo momento.

Fig. 1.4. Trend di crescita degli smartphone (dati Nelsen)

! 20! In ogni caso, in un mercato in costante maturazione, il dato è comunque importante a prescindere, poichè qualunque sia la causa di questa rapida diffusione degli smartphone nel nostro paese, gli italiani possono disporre ampliamente di tali strumenti ad alto potenziale. Nel caso specifico, i giovani italiani risultano essere al primo posto nel mondo per quanto riguarda la percentuale di diffusione dei modelli smartphone. Nell’indagine Nielsen, emerge che il 47% degli intervistati, in età compresa tra i 15 e 24 anni, ne possiede uno, mentre il 53% utilizza abitualmente un più tradizionale feature phone (o telefonini di seconda generazione).

Fig. 1.5. Penetrazione degli smartphone (dati Nielsen)

! 21! Seguono Spagna (38%), Regno Unito (36%), Stati Uniti (33%), Germania e Cina (29%), Russia (25%) e India (10%). Tornando all’Italia, sono i maschi a preferire i telefoni con funzionalità avanzate, con un 62% contro il 38% di ragazze in possesso di uno smartphone. Altro aspetto evidenziato dalla ricerca Nielsen riguarda i criteri tenuti in considerazione per la scelta del telefono. Da questo punto di vista quasi tutti gli intervistati, sempre tra i 15 e i 24 anni, ammettono di limitarsi alle alternative consentite dal budget a loro disposizione. Solamente in Russia le cose vanno diversamente: il 21% dei soggetti interpellati basa la propria decisione sul design, il 18% sul prezzo e solamente il 12% sulle funzionalità offerte. Stando invece ai dati raccolti attraverso un’analisi più recente, condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano e pubblicata a luglio 2010, sono ormai 11 milioni gli italiani che utilizzano la rete dal proprio smartphone e molti di loro si sono dichiarati disponibili a ricevere informazioni e offerte per gli acquisti da parte delle grandi marche. Da queste cifre è evidente come il telefono cellulare stia diventando sempre più un’importante via di accesso al mondo Internet.11 Nel quarto trimestre del 2010, secondo i dati IDC, sono stati venduti nel mondo 100,9 milioni di smartphone, l’87,9% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando ne erano stati diffusi 53,9 milioni. Sempre nel quarto trimestre sono stati venduti 92,1 milioni di personal computer, una buona performance (+5,5% sullo stesso periodo del 2009) che viene tuttavia oscurata dal boom dei “telefonini intelligenti”.12 E’ la prima volta nella storia che le vendite di smartphone superano quelle di pc. Nell’intero 2010 gli smartphone venduti in tutto il mondo sono stati 302,6 milioni, il 74,4% in più rispetto ai 173,5 milioni del 2009, contro i 346,2 milioni di pc. Dunque, nell’intero anno i computer sono stati (di poco) più venduti degli smartphone, ma il dato del quarto trimestre fa presagire un sorpasso stabile nel 2011, con i nuovi telefonini che raggiungono ormai potenze paragonabili a quelle di un computer di fascia bassa.

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11 Rielaborazione School of Management su dati ShinyStat 12 Cfr. http://affaritaliani.libero.it/mediatech/smartphone090211.!

! 22!

Fig. 1.6. Prime cinque aziende venditrici di smarphone (quarto trimetre 2010)

Il produttore in testa alla classifica di vendite, secondo IDC, è Nokia, con 28,3 milioni di unità diffuse nel quarto trimestre 2010, seguita da Apple (16,2 milioni), RIM (14,6 milioni), Samsung (9,7 milioni) e HTC (8,6 milioni).

Fig. 1.7. Prime cinque aziende venditrici di smarphone (anno 2010)

Tuttavia il risultato di Nokia, a dispetto del successo ottenuto dagli smartphone N8, C7 e C601 basati sul sistema operativo Symbian 3, è dovuto in gran parte alle vendite di modelli di vecchia generazione, a testimonianza delle difficoltà del colosso finlandese a “reinventarsi” nel settore dei nuovi dispositivi. Diversa la situazione per Apple e RIM, che stanno crescendo fortemente fuori dal Nord America (soprattutto in Asia/Pacifico), mentre Samsung e HTC beneficiano della diversificazione delle rispettive produzioni, che offrono smartphone basati su sistema operativo Android oppure su Windows Phone 7.

! 23! Le caratteristiche della navigazione da cellulare Pc vs Mobile: il comportamento durante la settimana

Su Mobile si naviga maggiormente nel weekend al contrario di quanto accade su Pc UUG/UUG max

100%

80%

60%

40%

20% Pc Mobile

0% lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Fonte: rielaborazione School of Management su dati ShinyStat Marketing ti presento il Mobile? 28 gennaio 2010 www.osservatori.net Tuttavia, da come si sta muovendo il mercato, le aziende pare che abbiano compreso le potenzialità di questi dispositivi, per ora, solo in parte. Analizzando, infatti, l’andamento del mercato Mobile, notiamo che a fronte di una diminuzione del 9% della vendita di contenuti a pagamento che arriva a quota 540 milioni di Euro, si registra un timido + 6% nel Mobile Advertising a fronte di uno spiccato balzo in avanti del Mobile Internet che supera per la prima volta il valore dei contenuti a pagamento, arrivando a quota 550 milioni di Euro con una crescita del 40%. Interessante notare che - diversamente da quel che si potrebbe pensare - l’utente non accede ad Internet dal cellulare solo in mobilità, anzi il 31% degli utenti che navigano dichiara di accedere principalmente da casa. Anche sul fronte delle Mobile Application, cioè quelle applicazioni progettate appositamente per essere scaricate e utilizzate dal telefonino, si registra una forte crescita, con circa il 40% dei Mobile Surfer che scarica applicazioni abitualmente, ma che spesso non sono usate per più di due volte. Le caratteristiche della navigazione da cellulare Pc vs Mobile: il comportamento durante la giornata

Su Mobile si naviga maggiormente di sera UUG/UUG max

100%

80%

60%

40%

20% Pc

Mobile 0% 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Oraria di navigazione

Fonte: rielaborazione School of Management su dati ShinyStat

Marketing ti presento il Mobile? 28 gennaio 2010 www.osservatori.net

! 24! Le aziende iniziano inoltre a capire che questa “rivoluzione” Mobile offre l’opportunità di creare nuove forme di relazione e interazione con i consumatori. Lo dimostrano diversi fenomeni in atto: • la crescita delle versioni ottimizzate per il Mobile dei siti di molte imprese (di tutti i settori); • la proliferazione delle applicazioni brandizzate (cioè relative ad uno specifico marchio commerciale); • la crescita della pubblicità Mobile (ad esempio, display advertising sia su siti che su applicazioni Mobile). La ricerca mette in evidenza, inoltre, il successo dei Social Network anche su cellulare: ben il 49% di coloro che accedono ad Internet dal cellulare, infatti, dichiara di essere entrato in un Social Network almeno una volta negli ultimi 3 mesi. “Siamo convinti che una qualsiasi azienda debba porsi molto seriamente la domanda di come sfruttare al meglio il mondo Mobile per arricchire la relazione con i propri clienti. Il cellulare, infatti, è l’unico terminale che abbiamo con noi in qualunque momento della giornata e ovunque siamo: rappresenta quindi – se ben capito e sapientemente utilizzato - un incredibile canale di relazione tra le aziende e i consumatori”13. Infine lo studio mostra che il 40% di coloro che navigano da cellulare dichiara di ricercare informazioni strettamente correlate ai propri acquisti, come i prezzi dei prodotti, gli orari di apertura dei negozi, la programmazione del cinema, gli indirizzi di ristoranti e locali pubblici, gli orari dei mezzi di trasporto, ed iniziano ad essere numerosi i Mobile Surfer che acquistano direttamente dal cellulare i prodotti/servizi che necessitano (come viaggi e prodotti di elettronica).

1.5.1. Internet alla portata di tutti: Wi-Fi free nel Comune di Torino La Città di Torino ha realizzato, in collaborazione con AemNet, la copertura di alcune aree pubbliche con connettività Wi-Fi, per permettere l’accesso gratuito alla rete Internet da parte di cittadini e turisti con modalità diverse, a seconda delle necessità e delle esigenze di ognuno.

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13 Andrea Rangone, Responsabile Osservatori ICT del Politecnico di Milano

! 25! Già nel maggio 2006 il Comune di Torino ha approvato un progetto volto a realizzare una rete Wi-Fi mediante access point da installare in punti strategici della città, in particolare su semafori e pali dell’illuminazione. Nel 2009 è nata la prima sperimentazione con il progetto Web Cafè, quando erano stati attivati servizi Wi-Fi in una ventina di locali pubblici sull’asse di via Po e via Garibaldi, nel cuore del capoluogo piemontese. Dall’inizio del 2011, il progetto è entrato finalmente nel vivo, grazie anche alla collaborazione ed al supporto tecnico di AEMnet, società del Gruppo Iride S.p.A., alla quale è stata affidata la realizzazione dell’infrastruttura. Il sistema, in seguito ad una breve registrazione sul portate Torinofacile.it, consentirà ad ogni utente di accedere alla rete web in maniera completamente gratuita e senza limiti.

Le aree al momento coperte, in modo totale o parziale, sono le seguenti: • Piazzale Valdo Fusi • Piazzale del Maglio • Giardini Reali • Via Vigone (angolo Corso Racconigi)

! 26! • Piazza Vittorio Veneto • Porte Palatine • Piazza Cavour (e giardini Balbo) • Piazza Repubblica • Corso Giulio Cesare (altezza civico 403), piazzale Autostrade Nord • Corso Racconigi (tra via Frejus e corso Peschiera) • Piazza Carignano • Piazza Carlo Felice (di prossima attivazione) Questa brillante iniziativa è il risultato di anni di impegno e di lavoro da parte dell’amministrazione comunale, per garantire a molti studenti, turisti, ma più in generale a chiunque si trovi a Torino, di approfittare di una copertura internet gratuita, che possa creare le basi per la realizzazione di un progetto ancora più ampio, in grado di trarre benefici per l’intera comunità, in un’ottica che guarda al futuro attraverso gli occhi dei giovani.

1.6. Il meccanismo di acquisizione delle informazioni Le architetture di riferimento per il meccanismo di decodifica dei codici bidimensionali consistono in due tipologie: metodo diretto e metodo indiretto.14 Il primo metodo, adottato in particolar modo in Giappone, si basa sulla diretta decodifica da parte dell’utente dell’informazione contenuta nel tag. Codici a barre bidimensionali: tecnologia e campi applicativi - Cecilia Corbi, Stefania Lisa, Giuseppe Piersantelli

Figura 6 - Modello diretto di decodifica Fig. 1.8. Metodo di acquisizione diretto

L’architettura del metodo diretto prevede i seguenti passaggi: • l’utente, attraverso un terminale mobile, acquisisce, riconosce e decodifica un codice a barre;

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14 Cfr. Corbi,de Lisa,ranno d Piersantelli:all’evoluzione ch codicie ogni P aae sbarree sceg bidimensionali:lierà tecnologia e campi applicativi, 2009 e che i vari operatori decideranno di adottare. Con il metodo indiretto, il processo di decodi- fica è gestito da una piattaforma esterna di de- codifica detta service platform. ! L’architettura del metodo indiretto prevede i se- 27! guenti passaggi: • un client su terminale mobile acquisisce, rico- Figura 7 - Modello indiretto di decodifica nosce e decodifica un codice a barre; • il processo di decodifica non si completa sul client: il cliente legge l’identificativo inserito Gli obiettivi principali delle Mobile code speci- nella tag e quindi si connette ad una service fications nel modello indiretto sono: platform; • interoperabilità tra i client; • la service platform risolve l’identificativo dal • implementazione di diversi modelli di servizio; codice a barre e invia un contenuto o la URI • le Specifications sono parte delle attività in di un servizio al terminale mobile. corso di svolgimento presso il gruppo di stan- dardizzazione OMA. 2.4 Mobile Code Specifications

Le Mobile Code Specifications, applicabili solo 3Standard al metodo indiretto, consentono ai gestori dei ser- vizi delle piattaforme di implementare diversi use Oggi per le due simbologie principali dei codici case di servizi e regole associate. a barre bidimensionali, il QR Code (Quick Re-

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno18 NumeroDUE2009 49 • il processo di decodifica si completa sul dispositivo dell’utente; • il risultato della decodifica sarà una risorsa generica che può consistere in un indirizzo Web, un documento, un'immagine, un file, un servizio, un indirizzo di posta elettronica, ecc.! Il metodo indiretto aggiunge un passaggio intermedio: l’utente dopo la lettura, ottiene un identificativo che deve essere risolto “server side”. Il vantaggio di questa soluzione, adottata prettamente dagli operatori Europei e Americani, è quello di poter associare nel tempo allo stesso tag informazioni diverse, aggiornandole, e gestendole. Con il metodo indiretto, il processo di decodifica è gestito da una piattaforma esterna di decodifica detta service platform. Il meccanismo del metodo indiretto prevede i seguenti passaggi: • l’utente, su terminale mobile, acquisisce, riconosce e decodifica un codice a barre; • il processo di decodifica non si completa sul dispositivo dell’utente: questo legge l’identificativo inserito nella tag e quindi si connette ad una service platform; • la service platform risolve l’identificativo dal codice a barre e invia il contenuto del servizio al terminale mobile.

! 28! 1.7. Il Codice QR !! QR-Code è l’acronimo di “Quick Response”, un codice bidimensionale inventato nel 1994 dalla DensoWave, una corporation giapponese, allo scopo di tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un normale codice a barre, venne in seguito utilizzato per la gestione delle scorte da diverse industrie nipponiche. Nel 1999 Denso Wave, pur conservando i diritti di brevetto, ha rilasciato i codici QR sotto licenza libera, favorendone così la rapida diffusione in Giappone. Nello stesso anno NTT Docomo, la principale compagnia di telefonia mobile del paese, ha lanciato “i-mode”, ovvero un applicativo per l’utilizzo del web dal telefono cellulare. In poco tempo i-mode divenne molto popolare tra i giapponesi, e già all'inizio del XXI secolo cominciavano ad essere sviluppate applicazioni per cellulari basate su questo innovativo sistema di lettura. In questo contesto di sviluppo pervasivo del web mobile nella vita quotidiana dei giapponesi, i codici QR si rivelarono utili soprattutto per sollevare le persone dal noioso compito di inserire dati nel proprio telefonino. Così, dalla seconda metà degli anni 2000, divennero sempre più comuni le pubblicità che ricorrevano all’uso dei codici QR stampati sulle pagine di giornali e riviste, o sui cartelloni pubblicitari, per veicolare facilmente indirizzi e URL. Inoltre si diffuse anche l’utilizzo dei codici QR sui biglietti da visita per semplificare l’inserimento dei dati nella rubrica del cellulare. A differenza dei barcodes convenzionali questo codice può contenere fino a 4.296 caratteri ed il contenuto può essere letto da un software installato sul telefono cellulare, semplicemente scattando una foto. Le applicazioni possono spaziare dalla semplice apertura del browser verso un determinato indirizzo web, al trasferimento di dati (testo, immagini, suoni). Tra i vari punti di forza di questo codice, i seguenti rappresentano quelli che più di altri lo differenziano dagli altri codici bidimensionali: • Semplice: è facilmente identificabile; • Rapido: il codice QR riduce considerabilmente il tempo di accesso ad una pagina e consente di dare maggiori informazioni rispetto ad un prodotto o ad un messaggio pubblicitario, anche in condizioni in cui l’utente non è in grado di memorizzare o annotare contenuti grafici, testuali o multimediali;

! 29! • Flessibile: è possibile modificare in tempo reale il contenuto associato al codice, anche se questo è già stato stampato; • E’ un “Open Standard”, libero da vincoli di copyright o brevetti sull’utilizzo; • Non necessita di reader proprietari sviluppati ad hoc da installare sul telefono; • È ormai uno standard “de facto”. Da qualche anno sono ormai disponibili QR-Code readers gratuiti per quasi tutti i tipi di telefonini dotati di fotocamera e per i principali sistemi operativi del mondo mobile. Ad esempio Nokia (con un 40% di market share) ha pre-installato il lettore Nokia Barcode Reader nei suoi terminali.15 Soprattutto in Italia, dove il mercato mobile ha raggiunto cifre inimmaginabili, la tecnologia del QR-Code potrebbe rappresentare negli anni futuri un indispensabile strumento di comunicazione per le aziende. I dati seguenti, che mostrano l’andamento del mercato dei telefonini nel nostro paese possono dare un’idea della potenziale portata del fenomeno: • 87.500.000 Simcard attive; • 72.000.000 utenze reali; • 21.300.000 di utenti 3G/UMTS (terminali già dotati di fotocamera); • La più alta penetrazione europea (146%), vale a dire 1.5 terminali/abitante.16 Il numero di attività realizzabili collegate a questa tecnologia è vastissimo. Alcuni esempi possono essere: • Marketing georeferenziato; • Concorsi; • Trailer; • Mobile Couponing; • Sistemi di Brand Protection, anticontraffazione; • Sistemi di rintracciabilità delle filiere, scadenza prodotti; • Etichette intelligenti, ticket, business cards, promozioni.

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15 Cfr. http://mobilecodes.nokia.com/terms.htm 16 Cfr. Quarkcode, 2009

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Fig. 1.9. Ventaglio di possibili applicazioni del QR-Code

1.8. Data Matrix Il codice Data Matrix è stato inventato dalla RVSI/Acuity CiMatrix, la quale nell’ottobre 2005 è stata acquisita dalla Siemens AG che, a sua volta, nel settembre 2008, l’ha ceduta alla Microscan. Il Data Matrix, così come il QR-Code, è un codice matriciale a due dimensioni e si presenta, analogamente al modello precedente, con delle celle o moduli bianchi e neri a forma quadrata o rettangolare. Le informazioni che possono essere codificate possono essere dati testuali o stringhe di comandi e la quantità di dati che il Data Matrix può codificare varia da pochi byte fino a 1.556 byte. Ogni codice Data Matrix sul lato sinistro ed in basso è composto da due barre marcate, denominate “Finder Pattern”, che formano una “L”, mentre il lato destro e quello superiore del codice si chiamano “Timing Pattern”.

Fig. 1.10. Esempio di Codice Data Matrix

! 31!

All’interno di questi bordi ci sono le righe e le colonne composte da celle con l’informazione codificata . Il “finder pattern” viene usato per orientare e localizzare il simbolo, mentre il “timing pattern” serve per contare le righe e le colonne. Più dati vengono codificati nel simbolo, più aumentano le righe e le colonne (un simbolo può variare da 10 x 10 fino a 144 x 144 righe per colonne). Le applicazioni più frequenti per il codice Data Matrix sono quelle di marchiare piccoli oggetti, grazie alla grande capacità di questo strumento di codificare una cinquantina di caratteri in una dimensione cha va dai 2 ai 3 mm e di essere letto con un contrasto appena del 20%. Uno dei pregi del codice Data Matrix è proprio quello di possedere una grandissima scalabilità, tanto da poter essere rimpicciolito fino a 300 micron e, allo stesso tempo, tanto grande da poter superare il mezzo metro per lato (ad esempio per l’etichettatura di scatoloni). Il codice Data Matrix, in funzione dei vantaggi sopra descritti, si sta largamente diffondendo in settori molto differenti tra loro, dall’industria aerospaziale all’industria militare, come nella componentistica e soprattutto nei piccoli oggetti. Un altro grande vantaggio di questo codice è che non si limita alla sola etichettatura dei prodotti, ma anche alla marchiatura, rendendo il codice parte del prodotto. Nell’ambito sanitario si sta largamente diffondendo, sia nel settore farmaceutico, come nella gestione dei ferri chirurgici. Anche in ambito commerciale viene ad essere utilizzato in modo sempre più estensivo.

1.9. Il miglior codice a barre bidimensionale La scelta del miglior codice a barre a due dimensioni per le applicazioni mobile è un processo non semplice. Esistono molti formati differenti che si distinguono per vari aspetti: quante informazioni possono essere codificate, il livello di standardizzazione e di diffusione, che superficie per informazione registrata coprono ed altri aspetti secondari. Le codifiche Data Matrix e QR sono entrambe disponibili come standard aperti. La codifica Data Matrix è stata realizzata nel 1989 ed è stata standardizzata grazie ad un consorzio che ha visto tra gli altri membri anche NASA, US Department of Difence ed un gran numero di industrie farmaceutiche e di servizi di postalizzazione.

! 32! Il QR-Code, invece, è stato sviluppato successivamente e la sua diffusione ha interessato prevalentemente il Giappone, rilevando solo recentemente alcuni sviluppi al di fuori dei confini del paese nipponico. Lo spazio occupato da un Barcode su carta, su uno schermo, riprodotto su altri sistemi di diffusione è una variabile molto preziosa che non va trascurata. Alcuni codici a barre sono più efficienti nel codificare le informazioni risparmiando spazio rispetto ad altri. Quindi la prima domanda da porsi è: data una stringa da codificare quanti moduli17sono necessari, utilizzando i vari standard, per rappresentarla mediante un codice a barre? Quanto spazio è richiesto? In USA, un comitato indipendente dell’Associazione per l’Elettronica di Consumo (CEA) ha analizzato la codifica Data Matrix e quella QR con l’intento di sviluppare apposite specifiche tecniche. La conclusione a cui è arrivata è che: “Data Matrix has proven to be the most space efficient of all the twodimensional"#$%&'(!)&*&+& ! ! ! ! "#$!%&!'$()*!+!!!,+-..!/011#)!23#4#$!! 18 19 504&!678!.9++!87,+.+!:!!'$;!678!.9++!879+<-!! symbologies. ” Il documento, sviluppato dal CEA, consiste in quattro=0>?!!@AAB?CCDDD&10$E&#A categorie!!0:3$#4!#(F)G10$E&#A di ! Mobilità in sicurezza! stringhe di lunghezza standard la cui codifica è riassumibile in questa tabella: !

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! Fig. 1.11. Confronto dimensionale tra QR Code e Data Matrix !"##"$ %&'"%#&()"*$ ($ '(%&#+$ ,&$ -!" #$%&.$ /0*10))2$ 3($ 4",&5&4($ 67$ 8",9$ 9$ :(#()(#%&;$ ,933($ <#%&=>($ -!""#$%%&&&'())(*+',".?! @=$AB9<#"$4(<"*$9<#%9)"*$&3$%&<'(%)&"$,&$<'(C&"$>(%(=#&#"$,($:(#()(#%&;$D$,933E"%,&=9$,93$FGH?Anche nel trasporto di poche informazioni, il codice Data M!atrix si rivela essere! più funzionale rispetto-.!/012! !al QR. La griglia3454!64578$! minima! rappresentabile.89:47;80!855:?@@A00AB2CD0;!! #($#(!! )*$)*!! %)'!! 21x21 moduli contro quella rappresentabile con Data Matrix che è di 10x10. ! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

17 L’occupazione di spazio dei codici a barre a due dimensioni è misurata in moduli. La dimensione di ogni modulo è detta “X Size”. Ogni scanner ottico è in grado di leggere moduli di dimensioni minime determinate dall’ottica e dalla dimensione e risoluzione del sensore adottato. Questi elementi pongono vincoli anche nella dimensione massima dell’intero Barcode, quindi nel numero massimo di informazioni immagazzinabili, espressa come numero massimo di moduli leggibili dallo scanner. La dimensione minima leggibile dagli scanner è un parametro!! importante nella scelta del dispositivo e viene espressa con un numero che ha unità di misura MILS (moduli per pollice). 18 Cfr.-EFGH!/I3JKJ/F!LF.FM AA.VV. Choosing theNJO/H!GI!OPFQJI!6JMJ best 2D barcode format6IR! for! mobile apps, 2006 19 Cfr. http://www.autoid.org/2001_documents/ANSI/ANSI_WG6/R9_Neg_IEC62090_5thCDV F2! <2B! 5749:0750! 18! :0D>2! 82!W!18!),$),C!

F2! 8

3JKKEOJIMH[!3JOPIMJ\JGJN]!3J!ON.E6HMNJ!3J!LHMH.FQJIMH!H!.J/IMIO/J6HMNIR!!

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2 Documento R9 di CEA in Appendice A e scaricabile da http://www.autoid.org/2001_documents/ANSI/ANSI_WG6/R9_Neg_IEC62090_5thCDV_0701.doc. 3 Tabella riassuntiva dei contenuti esposti da pagina 2 a pagina 3 del documento CEA R9.

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"(!&7%+/''(!$%!:/1&,1!,13)(+(2%1!)()!'/J!2#.#),%.1!+#!&,1&&#!3/.#;!#)#+%&%!1!K)(Lthe United States now incorporate Data Matrix reading capability. TheM5(L!$%!*#&1!.%'(&,( same is not !)1++1! 3($%4%351!>#,#0#,.%?!N1!IEO8true for QR Code.!!20” "1! 3($%4%351! &,#)$#.$%HH#,1!Un fenomeno 5#))(! avviatosi *1)14%3%#,(! in questi '1.! ultimi#))%! $1+! anni, 3(),.%*/,(! ha consistito $%! '.%0#.%1! nell’impegno #H%1)$1! di $1+! &1,,(.1! #$%%&'()*MA>! 351! &%! &()(! 3()4.(),#,1! %)! ,#7(+1! .(,()$1! #'1.,1! 1$! 5#))(! '(.,#,(;! (2)/)#;! +1! '.('.%1! 3(0'1,1)H18!A+!3(%molte aziende)7(+2%01),(!$%! private 0(+,1 di sviluppare!#H%1)$1!)1+!'.(31&&(!17(+/,%7(!$12+%!&,#)$#.$!2#.#),%&31!+#!*(),-!1! sistemi di codifica proprietari, cioè dotati di +#!.(*/&,1HH#!caratteristiche$12+%!&,#)$#.$!01$1&%0 uniche e non% 8!standardizzate. 9+3/)1!3($%4%351!*%$%01)&%()#+%!'.('(&,1!%)!#''+%3#H%()%!0(*%+1!&()(;!'1.!$(71.1!$%!3.()#3#P !

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! Tuttavia le codifiche! standardizzate hanno beneficiato per anni del contributo di primarie aziende del settore dell’Auto-ID che si sono confrontate reciprocamente ed hanno portato, ognuna, le proprie competenze. Il coinvolgimento di molte aziende nel processo evolutivo degli standard, ha garantito, ad oggi, la bontà e la robustezza degli standard medesimi; in particolare le codifiche standardizzate hanno caratteristiche indiscutibilmente superiori a quelle proprietarie: • Sviluppo condotto da esperti del settore; ! • Specifiche tecniche di codifica e decodifica disponibili; • Supporto e compatibilità con dispositivi e software industriali e commerciali. ! !

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20 Cfr. AA.VV. Choosing the best 2D barcode format for mobile apps, 2006

! 34! Per questi motivi Data Matrix e QR sono superiori a Shotcode, BeeTagg ed altre codifiche proprietarie. Attraverso un confronto diretto, tuttavia, la tecnologia Data Matrix risulta essere superiore rispetto a quella QR per i seguenti motivi: • L’efficienza spaziale di Data Matrix è superiore dal 30% al 60% rispetto a quella di QR; • La codifica del codice minimo con Data Matrix è del 77% più compatta rispetto a QR; • Il supporto delle specifiche Data Matrix da parte dell’industria è notevolmente più ampio rispetto a quello di QR. Da tutto ciò, si può affermare come la codifica Data Matrix sia tecnologicamente e funzionalmente superiore rispetto a quella QR e ad altre tipologie presenti sul mercato.

1.9.1. Dalla carta stampata al web: il caso i-Flyer Numerose ricerche sui consumatori hanno dimostrato come il passaggio dal supporto cartaceo al digitale sia spesso difficoltoso e disagevole. Per superare questo ostacolo l’Equent Media Group – società italiana che offre servizi e soluzioni innovative nel campo della comunicazione, della pubblicità, del marketing promozionale e del e-business – ha recentemente ideato i-Flyer, un prodotto rivoluzionario, brevettato in tutto il mondo, che integra una chiavetta USB removibile con qualsiasi materiale di carta stampata, come cataloghi, inserti pubblicitari o materiale per il direct mailing. Tale strumento è in grado di unire la capacità comunicativa di una brochure ed il contenuto tecnologico e multimediale di un cd/dvd, arricchito da un inaspettato effetto sorpresa per coinvolgere l’utente. Attraverso questo nuovo mezzo di comunicazione, gli utenti possono staccare la “web key” dal supporto cartaceo ed inserirla in una porta USB del loro PC o Mac ed immediatamente vengono pilotati, attraverso il browser, su un indirizzo web senza dover toccare ne la tastiera ne il mouse. Una volta sul sito internet, gli utenti possono scaricare coupon promozionali, partecipare ad un concorso online, vedere la demo di un prodotto, leggere delle istruzioni per l’assemblaggio di un prodotto, vedere il trailer di un film o ascoltare

! 35! una demo musicale, scaricare dei contenuti pre-pagati o il catalogo prodotti di un azienda, accedere a contenuti protetti e molto altro ancora. La configurazione unica e brevettata di i-Flyer consiste in una webkey integrata in una lamina di cartone pre-fustellata che è completamente personalizzabile: nella forma, nella grafica, nel colore e nel metodo di stampa. Su ogni webkey è possibile pre-caricare un codice individuale che consente di monitorare in tempo reale il numero di utenti che accedono all’indirizzo web.

Fig. 1.12. Esempio di applicazione I-Flyer

Attraverso questo nuovo media ogni azienda potrà pilotare i potenziali clienti direttamente sulla propria pagina web, all’interno della quale gli stessi potranno accedere ad aree riservate e scaricare del materiale in esclusiva. In questo modo l’i- Flyer può rivelarsi, al pari degli innovativi codici bidimensionali, un originale strumento in grado di incrementare sensibilmente le visite sul proprio sito web e quindi migliorare il ritorno d’investimento della campagna promozionale.

! 36! L’Equent Media Group, inoltre, offre alle aziende la possibilità di rilevare e monitorare il ROI della campagna pubblicitaria supportata da tale tecnologia; infatti è possibile monitorare non solo l’accesso di ogni singolo utente ma anche analizzare e tracciare tutti i contenuti che sono stati fruiti: 1) La web key veicola l’utente verso il portale/sito/URL prescelto; 2) L’ID univoco viene legato all’URL prescelto, il quale accompagnerà tutte le azioni del nostro utente; 3) Grazie ad un apposito registro attività si potranno monitorare quali contenuti l’utente predilige; 4) Dai dati si potranno effettuare analisi specifiche relative a singoli prodotti e servizi. I-Flyer rappresenta una soluzione innovativa, facile e leggera per realizzare un catalogo o una brochure aziendale che combini il fascino della carta alla praticità di Internet, grazie alla chiavetta USB incorporata. Nonostante ciò, la semplicità ed il trascurabile ingombro dei codici a due dimensioni rappresenteranno il futuro della comunicazione e del marketing, come già oggi dimostrano alcuni casi interessanti. ! 1.10. L’impiego dei codici bidimensionali: alcuni casi

Google La compagnia, leader in applicazioni web ed advertising multimediale, ha lanciato un servizio basato su codici bidimensionali, con lo scopo di creare un “ponte” tra il mondo reale ed il mondo digitale. Citando la compagnia: “Google believes that technology can revolutionize traditional print advertising and make it even more useful for readers.21” Il servizio gratuito di produzione di codici bidimensionali andrà ad integrarsi con Ad-Words, l’innovativo servizio offerto dal colosso informatico per creare e pubblicare annunci pubblicitari in modo rapido e semplice, costituendo una delle più potenti tecnologie di advertising esistenti sul mercato.

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21 Cfr. http://www.google.com/adwords/printads/ads/barcode/

! 37! McDonald’s La società, punto di riferimento nel mondo per il settore del fast food, ha deciso di introdurre i codici bidimensionali per la tracciabilità dei suoi prodotti.22 Il progetto è stato promosso in Giappone e presto, in tutto il mondo, un codice 2D su ogni confezione permetterà al consumatore si avere informazioni nutrizionali e commerciali sul prodotto che ha appena acquistato.

Mobile Codes Consortium e Mobile Payment Forum Si tratta di due consorzi che vedono riunite società come Nokia, Visa, Deutsche Telekom, Hewlett Packard, Qualcomm, American Express, O2 e molte altre. Il primo nasce con lo specifico scopo di sviluppare la tecnologia di comunicazione basata sui codici bidimensionali – attraverso standard aperti e gratuiti – e funzionerà come catalizzatore per qualsiasi applicazione di marketing dei codici 2D. Il secondo, invece, rappresenta un’alleanza per organizzare le strutture di pagamento associate al mobile, in particolare ai sistemi automatici tramite codici bidimensionali.

International Air Transport Association (IATA) Tale organizzazione internazionale sul trasporto aereo rappresenta più di 240 compagnie e ha deciso di fondare uno standard per il processo di check-in elettronico basato sui codici bidimensionali. I clienti delle varie compagnie, dopo aver acquistato il biglietto on-line, riceveranno un MMS che conterrà un codice bidimensionale valido come biglietto di imbarco.

Movistar La più grande compagnia telefonica spagnola, ha concordato l’utilizzo di codici bidimensionali per permettere agli utenti di accedere a svariati servizi digitali: visualizzazione video, immagini, musica. Inoltre, un accordo con “La Caixa”, uno dei principali gruppi bancari del paese, ha permesso da circa un anno l’acquisto di biglietti digitali per concerti, teatro e cinema tramite il download di codici bidimensionali. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

22 Cfr. http://www.mcdonalds.co.jp/quality/qrcode/qrcode.html

! 38! Denim Rappresenta la prima azienda nel settore moda che ha deciso di creare una linea di jeans con codici bidimensionali stampati sopra il tessuto. La decodifica attraverso il telefono permetterà all’utente di raggiungere contenuti multimediali che il proprietario dei jeans deciderà di pubblicare.

1.11. Lo scenario futuro L’esperienza italiana riguardo l’utilizzo dei codici bidimensionali è ancora limitata a pochi casi, rispetto agli sforzi conseguiti da altri paesi nel mondo. Nonostante ciò, il livello di diffusione di cellulari adatti a utilizzare questa tecnologia in Italia è il più alto in Europa: dati Eurostat nel “XII Rapporto d’implementazione della Commissione europea23” individuano infatti una media di 108 utenze ogni 100 abitanti, con circa 7 milioni di utenti di telefonia di terza generazione. La maggior parte degli utenti è inoltre ad alto refresh tecnologico, ovvero gli apparecchi vengono sostituiti dopo un periodo medio di un anno e mezzo. Due importanti studi segnalano come la tecnologia dei codici 2D sia una promessa per il futuro del mondo mobile. La IBM, nello studio “IBM Next Five in Five24” inserisce proprio le tecnologie mobile nelle cinque future rivoluzioni dei prossimi cinque anni. Secondo la multinazionale americana, i servizi che renderanno l’utente in grado di interagire con oggetti reali sono una promessa su cui le più grandi aziende iniziano ad investire concretamente. Infine, un accurato studio della McKinsey, rileva che la relazione tra le aziende, pubbliche o private, ed il singolo individuo sarà una risorsa fondamentale per i prossimi anni. Tecnologie come il mobile tagging, che permettono con facilità il link fra il mondo fisico e digitale, diventeranno uno strumento indispensabile per i mercati del futuro.25 Nonostante l’enfasi e l’entusiasmo suscitato da questi innovativi strumenti di codifica, il futuro della “codifica intelligente” risulta essere ad oggi ancora molto

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23 Cfr. http://ec.europa.eu/information_society/policy/ecomm/ library/communications_reports/annualreports/12threport/index_en.htm 24 Cfr. Ideas from IBM, 2007! 25 Cfr. Musso, L’innovazione nei canali di marketing, 2010

! 39! incerto. La convergenza tra l’elettronica ed il digital world è in procinto di offrire nuove soluzioni logistiche, commerciali e di carattere sociale all’intera collettività. In particolar modo la radiofrequenza, così come le reti wireless, rappresenteranno con ogni probabilità le nuove leve del valore della tracciabilità del futuro e già attualmente i tradizionali sistemi Barcode rappresentano il passato nei confronti delle nuove tecnologie RFId.

! 40! CAPITOLO 2. LA TECNOLOGIA RFId: EVOLUZIONE E PROSPETTIVE

I grandi risultati perseguiti negli anni grazie all’implementazione dei codici a barre nel sistema logistico delle aziende rappresentano solo un primo passo verso una più efficace codifica dei prodotti ed un conseguente maggior controllo sulla produzione. Oggi, infatti, in una società dove le relazioni tra persone ed oggetti giocano un ruolo sempre più rilevante, vi è un crescente bisogno di individuare un sistema di identificazione efficace e universale. La tecnologia RFId (Radio Frequency Identification) è in grado di soddisfare pienamente questa necessità. Essa si basa sugli stessi principi del codice a barre, integrando la possibilità di una lettura a distanza e senza una linea ottica.26 Tuttavia le potenzialità di questa tecnologia, come si vedrà, sono ben più significative ed i vantaggi derivanti da una sua implementazione si riferiscono a una moltitudine di applicazioni. La tecnologia RFId, in questo senso, si configura non solo come una naturale evoluzione del codice a barre, ma rappresenta un costante stimolo alla ricerca di nuove applicazioni negli ambiti più diversi, portando migliorie ad attività già esistenti e creandone delle nuove.27 Efficace nel campo della produzione ed in altri ambienti dove le etichette con codice a barre hanno difficoltà a sopravvivere, la tecnologia RFId si è diffusa in numerosi settori, dall’identificazione automatica dei veicoli all’identificazione del carico, grazie alla sua intrinseca capacità di rilevare oggetti in movimento.

2.1. Evoluzione storica La tecnologia RFId ha origini più lontane persino di quelle del codice a barre. I primi utilizzi di una tecnologia di identificazione a distanza risalgono all’inizio della seconda guerra mondiale.28 All’epoca l’uso del radar era già molto diffuso, ma non vi era ancora la possibilità di distinguere i propri aerei da quelli del nemico. Furono i tedeschi che ebbero l’intuizione di identificare gli aerei “amici” in avvicinamento alla base sfruttando la diversa riflessione delle onde radar. Sempre durante il secondo

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26 Cfr. Battezzati, Luigi e J. L. Hygounet. RFId - Identificazione Automatica a Radiofrequenza. Ulrico Hoepli Editore, 2003 27 Cfr. http://www.rfidjournal.com/article/view/7956 28 Cfr. Landt, Jeremy. Shrouds of Time - The History of RFId. AIM, 2001!

! 41! conflitto mondiale, l’Intelligence inglese, grazie all’apporto di Robert Watson-Watt (considerato l’inventore del radar) portò avanti lo sviluppo del sistema IFF (Identification Friend or Foe)29, che prevedeva l’installazione di un trasmettitore all’interno degli aerei. Questa tecnologia, per quanto primordiale, viene considerata il primo vero e proprio sistema attivo di identificazione a distanza. I progressi nella tecnologia radar e nella comunicazione in radiofrequenza continuarono negli anni ‘50 e ‘60 e si concretizzarono attraverso il diffondersi dei sistemi antitaccheggio EAS (Electronic Article Surveillance), considerati il primo impiego di massa di una tecnologia basata sull’identificazione a distanza di un oggetto in attività non militari. Il primo brevetto riguardante la tecnologia RFId risale al 23 gennaio del 1973 e riguarda un Tag RFId attivo con una memoria riscrivibile. Lo stesso anno un imprenditore californiano depositò un brevetto per un transponder passivo utilizzato per aprire le porte a distanza. Le richieste del governo americano diedero un notevole stimolo allo sviluppo della tecnologia RFId. Il Dipartimento dell’Energia, infatti, era alla ricerca di un sistema in grado di tracciare i materiali radioattivi. In questo caso la soluzione trovata fu quella di inserire un transponder d’identificazione all’interno dei camion di trasporto che dialogasse con un reader negli impianti di sicurezza. Il Dipartimento dell’Agricoltura, invece, necessitava di un sistema di identificazione da utilizzare sulle mucche, in modo da somministrare correttamente gli ormoni e le medicine. Il problema fu risolto grazie al sistema di Tag RFId passivi, sviluppato dal Los Alamos National Laboratory, che sfruttava le onde UHF (Ultra High Frequency). Negli anni ‘80 la tecnologia RFId trova nuove e svariate implementazioni, attraverso applicazioni sviluppate in modi diversi tra le varie parti del mondo. Per gli Stati Uniti le necessità prioritarie riguardavano il trasporto, il controllo sugli accessi del personale e, in misura minore, le applicazioni sugli animali da allevamento. L’Europa era concentrata sui sistemi di breve raggio per applicazioni animali, industriali e commerciali, ma, nel contempo, venne avviato lo sviluppo di sistemi di pagamento dei pedaggi a distanza (la prima applicazione dell’RFId nel pagamento !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

29 Cfr. Landt, Jeremy. Shrouds of Time - The History of RFID. AIM, 2001.

! 42! dei pedaggi risale al 1987 in Norvegia). Gli anni ‘90 rappresentarono un periodo aureo per lo sviluppo dell’RFId, soprattutto grazie alla diffusione su larga scala della riscossione automatica dei pedaggi. La ricerca e lo sviluppo continuò insistentemente durante questi anni ed i nuovi sviluppi tecnologici ampliarono le funzionalità della tecnologia RFId. Un apporto notevole in questo senso arrivò dagli ingegneri IBM, che brevettarono un sistema in grado di utilizzare le onde UHF e garantire così una portata più ampia e una maggiore velocità.30 Nel 1999 ci fu un forte stimolo nello sviluppo dell’RFId, grazie all’impegno dell’Uniform Code Council, l’EAN International, Procter & Gamble e Gillette in una raccolta fondi per la creazione dell’Auto-ID Center presso il Massachusetts Institute of Technology, avente l’obiettivo di studiare la possibilità di implementare tag RFId a basso costo su ciascun prodotto, in modo da permettere un monitoraggio completo lungo l’intera supply chain. L’idea che ne scaturì prevedeva il collocamento di un codice seriale su ciascun tag, al quale sarebbero poi state associate delle informazioni memorizzate in un database accessibile da Internet. Attraverso questa innovazione il ruolo assunto dalla tecnologia RFId mutava: non più un identificatore mobile contenente le informazioni sul prodotto a cui era associato, ma una vera e propria tecnologia di rete che collegava le informazioni sui prodotti a Internet attraverso il tag, dando vita al cosiddetto “Internet delle Cose”.31 I frutti di queste ricerche portarono a un cambiamento sostanziale per il commercio, permettendo ad esempio a un’impresa di produzione di avvisare automaticamente un suo partner quando una partita stava lasciando la fabbrica e ad un commerciante di informare automaticamente quando i beni erano arrivati. Le ricerche dell’Auto-ID Center si concretizzarono nello sviluppo del sistema di numerazione Electronic Product Code (EPC), che ancora oggi permette di identificare univocamente un singolo prodotto distinguendolo da qualsiasi altro esemplare identico presente sul mercato. Lo sviluppo recente si è focalizzato sulla creazione di standard globali, sulla !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

30 Cfr. Pretorius, Bertus. RFID Towards Digital Evidence. iPico, 2006 31 Cfr. Aspetti tecnici e regolamentari sull’uso degli RFID in Italia-Antonio Vellucci - Ministero delle Comunicazioni - Direzione Generale Pianificazione e Gestione dello Spettro Radioelettrico - maggio 2006

! 43! velocità di comunicazione, sulla quantità di informazioni memorizzabili, sulla riduzione dei costi di produzione e sulla miniaturizzazione sempre maggiore dei tag.

2.2. Le componenti del sistema La tecnologia RFId moderna si compone di tre elementi fondamentali: • Tag: rappresenta un trasponder a radiofrequenza di piccole dimensioni costituito da un circuito integrato (chip) dotato di memoria, connesso ad un’antenna ed inserito in un contenitore, o incorporato in un’etichetta di carta, una Smart Card, una chiave, oppure integrato in apparati elettronici (orologi, telefonini, ecc.).32 Il tag consente la trasmissione di dati a corto raggio senza contatto fisico. Solitamente i dati contenuti nella memoria del tag sono spesso limitati ad un codice identificativo univoco.

- Semi-passivi dotati di batteria utilizzata solo per alimentare il microchip o apparati ausiliari (sensori), ma non per alimentare un trasmettitore in quanto in trasmissione si comportano come TAG passivi.

- Attivi alimentati da batterie. Incorporano ricevitore e trasmettitore come i Reader.

Fig. 2.1. Esempio di tag I TAG passivi sono tipicamente dei dispositivi a basso costo e di piccole Figura I.2 TAG passivo UHF “Butterfly” montato come dimensioni che consentono di realizzare numerosi tipi di applicazioni. “etichetta intelligente” adesiva su carta Spesso ciascuna applicazione è legata a particolari caratteristiche dimensio- • Reader: ricetrasmettitore controllato da un microprocessoreUPM Raflatac ed usato per nali del TAG medesimo. Essendo infatti costituiti solamente da un’antenna interrogare e ricevere le informazioni in risposta dai tag. • Sistema di gestione (Management system/Host system, ecc.): sistema informativo che è connesso in rete con i Reader. Tale sistema consente, a partire dai codici identificativi provenienti dai tag, di ricavare tutte le informazioni disponibili associate agli oggetti e di gestire tali informazioni per gli scopi dell’applicazione.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Figura .4 32 I Cfr. RFId - Identificazione automatica a radiofrequenza; la tecnologia, leTAG applicazioni, UHF attivo i-Q8 i S per usi industriali; possibile applicazione su carrello - Identec principali trend – Luigi Battezzati, Jean-Louis Hygounet – HOEPLI

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Figura I.3 TAG semi passivo per usi militari (identificazione, lettura e scrittura di dati personali) Figura I.5 Pacific Northwest National Laboratory TAG UHF attivo i-Q32 con sonda esterna e “data-logger” di temperatura - Identec

41 SEZIONE I: RFID, TECNOLOGIA E APPLICAZIONI - PARTE I 2.2.1. I tag I tag vengono distinti, in primo luogo, per come vengono gestite al loro interno le fonti energetiche. Essi, infatti, possono essere: • Passivi: ricavano l’energia per il funzionamento dal segnale proveniente dal Reader; non possiedono un vero e proprio trasmettitore, ma riflettono, grazie alla propria antenna, il segnale generato dal Reader . • Semi-passivi: sono tag dotati di batteria che viene ad essere utilizzata solo per alimentare il microchip o apparati ausiliari (sensori), ma non per alimentare un trasmettitore, in quanto in trasmissione si comportano come tag passivi. • Attivi: la trasmissione è alimentata da una batteria interna ed avviene con continuità.33 I tag passivi sono tipicamente dei dispositivi a basso costo e di piccole dimensioni che consentono di realizzare numerosi tipi di applicazioni. Spesso ciascun applicazione è legata a particolari caratteristiche dimensionali del tag medesimo. Infatti, essendo costituiti solamente da un’antenna e da un circuito integrato miniaturizzato, l’altezza dei tag passivi può essere anche di poche centinaia di micron. Questi dispositivi, quindi, possono essere inseriti in carte di credito, etichette adesive, bottoni ed altri piccoli oggetti di plastica, fogli di carta, banconote e biglietti d’ingresso, generando così veri e propri oggetti “parlanti”. I tag, inoltre, possono essere di tipo read-only o read-writable. Quest’ultimi consentono, durante il loro utilizzo, oltre alla lettura, anche la modifica o la riscrittura dell’informazione in essi memorizzata. Per i tag attivi o semi passivi, oltre alla maggior quantità di memoria ed alla funzione di riscrivibilità della stessa, l’innovazione tecnologica ha consentito di aggiungere, in alcuni casi, funzioni che vanno al di là dell’identificazione dei prodotti, come ad esempio la misura di parametri ambientali attraverso sensori (temperatura, movimento, ecc.). La differenza tra le due tipologie di tag non è tanto nelle funzioni di memoria o negli eventuali sensori, quanto nel fatto che i tag attivi sono dei veri e propri apparati ricetrasmittenti, mentre quelli semi-passivi sfruttano la tecnologia di trasmissione dei tag passivi e pertanto necessitano di risorse di

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33 Cfr. Le soluzioni EPC/RFId per l'anticontraffazione e il controllo dei mercati paralleli, School of Management – Politecnico di Milano, 2010

! 45! alimentazione modeste. Nei sistemi RFId i tag sono, in genere, associati ad oggetti. Quando il tag entra nel raggio d’azione del campo elettromagnetico (EM) generato da un Reader, trasmette a quest’ultimo le proprie informazioni. Tipicamente un tag passivo che riceve il segnale da un Reader usa l’energia del segnale medesimo per alimentare i propri circuiti interni e, di conseguenza, per “svegliare” le proprie funzioni. Le informazioni che il tag trasmette al Reader sono contenute in una memoria, presente all’interno di ciascun trasponder. Le informazioni d’identificazione sono relative all’oggetto interrogato: tipicamente un numero di serie univoco ed altre informazioni, quali la data di produzione, la composizione dell’oggetto, ecc. Normalmente la quantità di dati contenuti in un RFId è piuttosto modesta (centinaia di byte o, al massimo qualche Kbyte). Ciò nonostante, la pervasività dell’uso dei tag e di opportune tecniche a radiofrequenza che consentono di interrogare e ricevere risposte da tutti i tag presenti in un particolare ambiente possono portare ad una “esplosione” della quantità di dati ottenibili.

2.2.2. I Reader Il Reader (chiamato anche “interrogator” o “controller” se distinto dalla sua antenna) è l’elemento che, nei sistemi RFId, consente di assumere le informazioni contenute nel tag. Si tratta di un vero e proprio ricetrasmettitore, governato da un sistema di controllo e spesso connesso in rete con sistemi informatici di gestione per poter ricavare informazioni dall’identificativo trasmesso dai tag. Questo, infatti, specie nei tag passivi, è un semplice codice che ha però la particolarità (a differenza dei codici a barre) di essere univoco. Entrando quindi in un sistema informativo ed usando un codice univoco come chiave di ricerca, si possono ricavare dettagliate informazioni (anche aggiornate nel tempo) sul particolare oggetto a cui il tag è associato. I Reader per tag attivi sono dei ricetrasmettitori controllati, che possono usare le più diverse tecniche a radiofrequenza. I Reader per tag passivi (e semi passivi), invece, devono emettere segnali a radio frequenza specifici, in grado di fornire al tag anche l’energia necessaria per la risposta. Le tecniche di comunicazione e trasferimento dati utilizzate nei sistemi RFId

! 46! sono molto diverse tra loro per applicazioni che possono andare dalla lettura, a pochi centimetri di distanza, di tag passivi, fino a prevedere letture di tag attivi a distanza di parecchie centinaia di metri. Inoltre è importante la distinzione tra Reader fissi (montati sui portali di accesso ai magazzini, sui nastri trasportatori, negli scaffali, ecc.) e reader portatili (una sorta di “pistole elettroniche” esteticamente simili a quelle in uso per i codici a barre). Per quanto riguarda la loro diffusione, le installazioni di Reader fissi rappresentano, ad oggi, più dell’80% del totale a livello mondiale.34 Per quanto riguarda l’uso delle frequenze, la maggior parte del mercato dei Reader, sia in termini di fatturato, sia in termini di numero di unità è rappresentato da Reader HF. Tuttavia si prevede che il mercato dei Reader UHF cresca molto più velocemente degli altri nel prossimo futuro.

2.2.3. L’Electronic Product Code La grande innovazione alla base del successo e della diffusione della tecnologia RFId in svariati settori consiste nell’allocazione all’interno di ogni tag di un codice elettronico unico ed irripetibile per ogni prodotto ed univocamente decifrabile con modalità e codici standard. Tale codice ha preso il nome di Electronic Product Code (EPC). Com’è già stato accennato precedentemente, l’EPC è il progetto di codificazione elettronica messo a punto dall’Auto-Id Center (oggi sostituito dalla joint venture EPC Global Inc.), teso ad armonizzare i sistemi di auto identificazione a livello globale. Da tempo erano note le potenzialità della tecnologia RFId e l’obiettivo dell’Auto-ID center era quello di creare i presupposti per una diffusione massiva della tecnologia.35 Questo venne realizzato ponendo le basi per una riduzione dei costi sia attraverso la razionalizzazione delle molte specifiche tecniche esistenti, sia definendo tag più semplici possibili, concepiti per fornire ovunque, lungo la catena di distribuzione, un codice identificativo universale in grado di raggiungere il livello del

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34 Talone, Russo, Bordoni, “RFId tecnologia e applicazioni Fondamenti delle tecniche e cenni sulle applicazioni di una tecnologia silenziosamente pervasiva”, 2009 35 Cfr. http://www.osservatori.net/rfid/rapporti/rapporto/journal_content/INSTANCE_0HsI/10402/991

! 47! singolo oggetto. ! L’obiettivo è stato quello di dotare ogni prodotto di un apposito tag, riconoscibile da specifici server capillarmente diffusi e contenenti i database di tutti i prodotti costantemente aggiornati, in modo da realizzare una sorta di “rete di prodotti”. Queste intenzioni, tuttavia, hanno complicato fortemente il lavoro dell’EPC, in quanto per dotare ogni oggetto di un codice diverso, è necessario poter disporre di innumerevoli combinazioni che possano garantire la copertura di quantità molto elevate di prodotti. Il codice EPC è simile al codice UPC (Universal Product Code), ovvero quel codice a barre stampato sulla maggior parte dei prodotti oggi venduti e ne include tutte le funzioni aggiungendone di nuove. Ciò che distingue principalmente l’UPC dall’EPC è che mentre il primo contiene gli identificativi del prodotto e del produttore, quest’ultimo contiene anche un numero di serie dell’oggetto che consente di distinguerlo in modo univoco lungo la catena di distribuzione.36 La lunghezza dell’EPC va da 64 a 256 bit divisi in 4 campi.

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Un tipico esempio può essere costituito da un EPC di tipo 1, a 96 bit, il cui layout viene ora illustrato: • Header: definisce la lunghezza del codice ed il tipo di EPC. In questo caso 01 indica un EPC di tipo 1 a 96 bit (la lunghezza dei vari tipi di EPC va da 64 a 256 bit). • EPC manager: contiene tipicamente l’identificativo del fabbricante del prodotto (a cui il TAG è attaccato). • Object Class: indica il tipo di prodotto. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

36 Cfr. d'Hont, Susy. The Cutting Edge of RFID Technology and Applications for Manufacturing and Distribution. Texas Instrument TIRIS

! 48! • Serial number: fornisce un identificatore univoco per il singolo prodotto di una singola classe e di un singolo fabbricante.! Mentre gli RFId si stanno affermando come tecnologia per l’identificazione degli oggetti, si è potuto osservare come stia proseguendo anche l’evoluzione dei “vecchi” codici a barre, spesso ad opera delle stesse aziende che sviluppano le tematiche RFId. La ragione di ciò è da ricercarsi in varie cause che fanno si che i codici a barre (o meglio gli identificatori a lettura ottica) vengano ancora visti con favore. Alcuni dei fattori sono: • il procedere della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche che, comunque, operano innovazione ovunque sia possibile, anche nei precedenti codici a barre; • il fatto che i codici a barre godano di un costo imbattibile (essendo una semplice stampa) e siano profondamente radicati negli ambienti di gestione delle merci; • l’uso di una tecnologia a radiofrequenza risulta comunque più “invasivo” rispetto ad una semplice lettura ottica e ciò può provocare qualche resistenza o addirittura l’interdizione della tecnologia RFId in ambienti particolari. Lo sviluppo dei codici a barre a due dimensioni ha incrementato di molto la quantità di “memoria” utilizzabile attraverso tali codici, portandola al livello degli RFId. L’introduzione di codici bidimensionali è possibile per l’evoluzione dei lettori ottici, passati da tempo dagli scanner lineari e dalle “light pen”, agli scanner laser ed ai sistemi a CCD (sostanzialmente vere e proprie mini-telecamere).

2.2.4. Il sistema informativo: Savant Il Savant System è il software che consente il funzionamento di tutto il sistema di auto identificazione, la spina dorsale che sorregge e consente la diffusione dei dati e delle informazioni. Il sistema ha il compito di captare, analizzare, filtrare i dati che riceve, attraverso il collegamento ad Internet, da parte dei readers che sollecitano i tag a rilasciare, una volta attivate, l’indirizzo e le informazioni che contengono.37 Una volta che ad ogni oggetto viene assegnato un proprio EPC, il numero di dati che viene immesso nella rete risulta essere molto elevato e la struttura si troverebbe a !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

37 Cfr. Banks, Jerry. Recent Advances in RFID. RFID News, 2008

! 49! trattare milioni di dati ogni secondo. Lo scopo di Savant è proprio quello di trattare questi dati e saperli gestire efficacemente. Il software è strutturato su più livelli gerarchici che permettono di filtrare e indirizzare correttamente le informazioni. Il sistema può venire ad essere applicato sui terminali di ogni azienda che si avvarrà della tecnologia in questione e, successivamente, verrà interconnesso a tutti gli altri Savant in rete. In questo modo il livello più basso della struttura di Savant, analizzerà, filtrerà e tratterà quanto sarà inviato dai vari tag ed invierà a sua volta, successivamente, solo le informazioni necessarie e richieste dal livello superiore, riducendo e snellendo così il traffico della rete. !

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2.3. EPC vs. Codici a Barre I codici a barre sono ad oggi di uso universale per l’identificazione automatica dei prodotti nella catena di distribuzione. Anche se hanno portato un grande incremento di efficienza, questi codici presentano ancora qualche criticità e l’uso degli RFId con il codice EPC può costituire una soluzione migliore ed una fonte di ulteriori ottimizzazioni. Il primo elemento da considerare nell’implementazione della tecnologia RFId è come la nuova tecnologia si paragona a quella corrente dei codici a barre. L’interrogazione di RFId fornisce infatti maggior accuratezza dei dati, rispetto all’esame di un codice a barre; permette inoltre velocità molto maggiori nel flusso dei dati, opera anche in condizioni ambientali avverse ed offre un significativo

! 50! risparmio di lavoro. Inoltre impedisce spedizioni sbagliate durante il processo di carico e rende più veloce e preciso il trattamento di eventi inattesi. Il flusso di dati risultante dalla lettura di RFId può essere 100 volte superiore a quello proveniente dalla lettura di codici a barre. Potrebbe venirsi a creare un problema riguardo il trattamento di una simile mole di dati, che potrebbe provocare problemi a livello di sistema di controllo dei lettori periferici in presenza di una rete a banda stretta. I codici a barre sono noti e le loro caratteristiche vengono adeguatamente sfruttate da anni. Le etichette di codice a barre sono economiche, ampiamente utilizzate e basate su standard “aperti”. Tuttavia presentano gli svantaggi di dover operare in visibilità ottica, di avere vincoli sulla quantità di dati immagazzinabili e sulla loro immodificabilità, nonché di soffrire di problemi causati da una qualità di stampa o da un’usura dell’etichetta cartacea che possono provocare la non leggibilità del codice38. I tag RFId non richiedono visibilità ottica, il che elimina il bisogno di spacchettamento dei prodotti per la lettura. Hanno una distanza di lettura più lunga, a volte permettono cambiamenti dei dati memorizzati e forniscono un maggior numero di informazioni rispetto ai codici a barre circa l’articolo o il contenuto di un pacchetto. Inoltre, il volume dei dati che i tag RFId forniscono può condurre ad elevati livelli di controllo e visibilità operativa nella catena di distribuzione. Tuttavia, i vantaggi degli RFId derivano interamente dall’uso di tecniche a radiofrequenza, il che potrebbe costituire un ostacolo in certe circostanze. Inoltre la tecnologia è e rimarrà più costosa di quella dei codici a barre e le sue prestazioni, indubbiamente maggiori, a volte non vengono sfruttate completamente dalle applicazioni, il che vanifica i maggiori costi. Altri svantaggi potenziali consistono nel fatto che gli standard RFId sono ancora in evoluzione e le limitazioni legate alla radiofrequenza, ad esempio l’interferenza, possono ridurne le prestazioni. Non va infine trascurato che, se le applicazioni non li mettono a frutto, il volume dei dati proveniente dagli RFId rispetto ai codici a barre può trasformarsi in difficoltà sulla rete e sui sistemi informativi. Per il consumatore, l’EPC di un tag RFId può fornire più informazioni rispetto ad un controllo di tutte le etichette stampate. Ad esempio: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

38 Cfr. RFID - Introduzione alle tecnologia delle etichette intelligenti –AIM Italia – maggio 2006

! 51! - carne e latticini saranno tracciabili dalla storia dell’animale di origine fino all’acquisto del consumatore; - nel controllo di oggetti che richiedono particolari condizioni ambientali, i tag attivi possono automaticamente e periodicamente misurare la temperatura dei prodotti a cui sono collegati, introducendo inedite misure di sicurezza nella “catena del freddo”; - il possesso di un oggetto può essere rapidamente dimostrato, incrociando l’EPC con i dati di pagamento (scontrini e simili). Per il commerciante, il tag permette di fare, all’istante, un gran numero di verifiche: - articoli pagati non correttamente o rimossi dall’inventario del rivenditore possono essere rapidamente identificati all’atto in cui questi lascino i locali, attivando gli allarmi di sicurezza; - le caratteristiche del codice EPC consentono ai commercianti di rintracciare e vendere pezzi unici che gli attuali codici a barre non supportano; - il processo di inventario è inoltre notevolmente facilitato dall’uso di lettori portatili di tag che in pochi minuti possono attraversare un magazzino interrogando tutti gli oggetti contenuti negli scaffali; - è possibile ricavare i profili dei consumatori (le loro preferenze) per ottimizzare i mezzi promozionali. Forse la tecnologia RFId potrà rimpiazzare interamente quella dei codici a barre, ma è opinione diffusa che il costo relativamente economico dell’implementazione anche del codice a barre su un articolo o su un contenitore etichettato con RFId possa costituire una utile ridondanza dei dati in caso di perdita dell’RFId o di informazioni errate39. Fare spazio per un codice a barre dovrebbe avere un effetto quasi insignificante sul costo o sul progetto dell’etichetta. La combinazione di un codice a barre e di un tag RFId sembrerebbe quindi essere il migliore ed il più economico backup dei dati per fornire un maggior livello di sicurezza di quello oggi ottenibile. Questo significa che fino al raggiungimento di un’ampia diffusione della tecnologia RFId e, molto probabilmente anche

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39 Cfr. Chartier, Paul; Praxis Consultants; van den Akker, Gertjan; NEN Global RFID Forum for Standards. GRIFS, 2008

! 52! successivamente, molti ambienti dovranno mantenere l’identificazione doppia con codice a barre e tag.

Fig.Tabella 2.2. VII. Confronto3 tra codici a barre e RFId con EPC Confronto tra codici a barre e RFID con EPC

In conclusione, il costo ed il valore dei tag cominciano a rivaleggiare con i codici a barre, specie se vengono ripartiti nell’intera catena di distribuzione e se le applicazioni mettono a frutto i vantaggi aggiuntivi della tecnologia RFId. Le applicazioni dei tag si espandono velocemente e la possibilità dell’EPC di sostituire o affiancare gran parte delle applicazioni di UPC si fa sempre più concreta, specialmente perché parecchi attori della catena di distribuzione ne hanno già operato l’adozione40.

2.4. Le frequenze Le frequenze di comunicazione tra Reader e tag dipendono sia dalla natura di quest’ultimo, sia dalle applicazioni previste e sono regolate dagli organismi internazionali e nazionali per il controllo delle emissioni di potenza e per la prevenzione delle interferenze. La regolamentazione, tuttavia, è divisa in aree geografiche, con normazione272 diversaRFID - TECNOLOGIE da regione PER L’INNOVAZIONE a regione, il che comporta spesso incompatibilità quando gli RFId viaggiano insieme alle merci alle quali sono associati41.

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40 Cfr. Talone, Paolo e Giuseppe Russo. RFID Tecnologia e applicazioni. Fondazione Ugo Bordoni, 2006. 41 Cfr. A basic introduction to RFID Technology and its use in the supply chain –Laran RFID – April

! 53! Le porzioni di bande di frequenze più comunemente usate nella tecnologia RFId sono: • banda LF (Low Frequencies). Si trova nella parte più bassa dello spettro RF ed è storicamente la prima frequenza utilizzata per l’identificazione automatica e rimane ancora oggi con una presenza significativa nel mercato. • banda HF (High Frequencies). È considerata la banda di frequenze “universale”, fruibile in tutto il mondo; questo ne ha fatto la banda più diffusa Le finoTecnologie ad oggi. RFId Asse 2 ! Frequenze • banda UHF (Ultra High Frequencies). È la “nuova banda” per la logistica e !"#$%la&'()$*&"#+'+,$-(*#("*(..("/(%0(*#+"1$*2("2+"3)(40(*5$ gestione dei singoli oggetti, con range di operazione decisamente più esteso ! 6789:;"<=5">?@"! ?&A"@)(40(*,BC ! 9DE;F"G=5">=@"! =+%H"@)(40(*,BC ! :DD"G=5">I=@"di quanto non! I.#)$"=+%H" sia consentito@)(40(*,B da quelleC LF ed HF. ! JF78KF7"G=5">I=@"! I.#)$"=+%H"@)(40(*,BC ! LE:;8;EJ"M=5 >N=@"! N0'()"=+%H"@)(40(*,BC

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Ad oggi, alcune bande di frequenza (generalmente nelle LF o HF) vengono accettate in tutto il pianeta. Un esempio per tutti è la banda dei 13,56 MHz, usata da molti tag passivi incorporati essenzialmente nelle smart card per controllo accessi, identificazione e pagamenti, ma anche nelle etichette associate ad oggetti, quali controllo bagagli, biblioteche, ecc42. Per altre bande di frequenza, specie per quelle UHF di origine più recente, le allocazioni sono differenti da regione a regione. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

2005. 42 Cfr. RFID for the Real World - Challenges and Opportunities in the Warehouse and Distribution Center Environment-FKI Logistex - 2005.

! 54! La scelta della frequenza di lavoro influisce sulla distanza (range) di operatività del sistema, sulle interferenze con altri sistemi radio, sulla velocità di trasferimento dei dati e sulle dimensioni dell’antenna. I sistemi che usano frequenze più basse sono spesso basati su tag passivi e sono in grado di trasmettere dati a distanze massime dell’ordine del metro e mezzo. Nei sistemi a frequenze più elevate, invece, sono diffusi tag attivi che possiedono range operativi maggiori anche se limitati dai valori massimi di potenza irradiabile, stabiliti dagli organismi internazionali che regolano l’uso dello spettro radio. Per sistemi a frequenza più alta la velocità di trasferimento dati è generalmente maggiore, mentre si riduce la dimensione delle antenne, consentendo la realizzazione di tag sempre più miniaturizzati.

2.5. I vantaggi dell’RFId Di seguito verranno analizzati alcuni punti di forza di questa tecnologia, in relazione ai diversi livelli della filiera.

2.5.1. La Supply Chain integrata Il settore Retail è indubbiamente uno di quelli in cui l’RIFd sta trovando applicazione su vasta scala. La mancanza di standard ed il costo relativamente elevato dei tag e dei lettori hanno fatto si che per anni l’utilizzo dell’RFId fosse circoscritto all’interno delle aziende e che gli stessi tag venissero riutilizzati più volte per poter contenere al massimo i costi. Attualmente però si stanno creando le condizioni per un vero e proprio boom nell’utilizzo di tale tecnologia. Da qualche tempo le principali aziende del settore, sia statunitensi, sia europee, (tra cui Wal- Mart, Carrefour e Metro AG) hanno cominciato ad adottare l’RFId nelle proprie filiere di produzione e distribuzione, dando un enorme contributo alla diffusione della tecnologia ed inducendo una decisa riduzione dei costi dei dispositivi43. I loro sforzi, uniti a quelli di GS1 – l’organismo internazionale nato dalla fusione dell’americana UCC e dell’europea EAN di cui è membro italiano ECR-Indicod – stanno portando alla definizione dell’Electronic Product Code (EPC): lo standard

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43 Cfr. Talone, Russo, Bordoni, “RFId tecnologia e applicazioni Fondamenti delle tecniche e cenni sulle applicazioni di una tecnologia silenziosamente pervasiva”, 2009

! 55! internazionale per l’utilizzo dell’RFId da parte delle aziende della produzione e della distribuzione. Si tratta di un modello di codifica che, oggi nelle fasi iniziali di definizione e realizzazione, consente a 268 milioni di aziende di disporre di un numero identificativo univoco per 68 miliardi di pezzi all’interno di 16 milioni prodotti44; tramite l’accesso ai database centralizzati EPC, sarà possibile in futuro risalire dal singolo codice a tutte le informazioni del prodotto, tra cui ad esempio caratteristiche, produttore, prezzo. Nel breve termine, il campo in cui la tecnologia RFId promette di apportare i suoi benefici maggiori è nella gestione della filiera di produzione e distribuzione di beni. I motivi di una rapida diffusione possono individuarsi, da un lato nel fatto che verranno privilegiati gli ambiti che richiedono il minor consumo di tag – oggi ancora relativamente costosi – e dall’altro nell’attuale scenario del grocery45. A questo proposito è, infatti, utile considerare il mutare della situazione competitiva, dominata dalla riduzione del potere d’acquisto e dal conseguente aumento della sfiducia dei consumatori. A ciò si aggiunge la perdita di valore dei beni di largo consumo confezionati, la forte competizione trasversale da parte degli hard-discount e delle private label ed il fatto che i risparmi legati a processi di centralizzazione ed efficienze sono stati in buona parte già raggiunti46. In un simile scenario, un’analisi della catena del valore del largo consumo mostra che le due aree su cui è ancora possibile intervenire per ottenere una riduzione dei costi sono la logistica e i trasporti. Concentrandoci solo sulla prima delle due, possiamo tranquillamente affermare che essa rappresenta l’area a maggior potenziale di creazione di valore. Analizzando l’intero percorso di un prodotto si rileva che i costi di filiera per consegnare la merce a scaffale oscillano tra il 7% e il 28% del totale costo logistico47. Circa un quarto di questi costi è concentrato sul punto di vendita (ricevimento e gestione prodotto), mentre circa il 55% delle rotture di stock sono attribuibili a inefficienze di processo tra Centro di Distribuzione e punto di vendita, per l’80% concentrate tra il venerdì pomeriggio e il sabato, quando !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

44 Cfr. http://www.epcglobalinc.org 45 Cfr. Talone, Paolo e Giuseppe Russo. RFID Tecnologia e applicazioni. Fondazione Ugo Bordoni, 2006 46 Cfr. Sola, Giancarlo. La tecnologia RFID per il mondo dei trasporti e della logistica. Securindex, 2008 47 Cfr. http://www.discoverrfid.org

! 56! maggiore è l’afflusso di clienti e quindi le opportunità di vendita – ovvero scaffale vuoto e vendita persa – sono correlate alle inefficienze logistiche48. Dall’analisi di questi dati emerge che ci troviamo di fronte a un imperativo strategico: senza un utilizzo sempre più spinto e “raffinato” della logistica non ci sarà un futuro di sviluppo per gli operatori del settore. In questo scenario due sono le nuove opportunità da cogliere sul fronte della tecnologia: l’introduzione dell’RFId e la tracciabilità del prodotto, un valore aggiunto per la sicurezza alimentare che, come mostreranno anche i dati raccolti nel corso della ricerca di mercato presso il Salone del Gusto 2010, viene ad essere riconosciuto dal consumatore anche a livello di prezzo. Per capire i potenziali vantaggi derivanti dall’adozione della tecnologia RFId bisogna considerare in primo luogo il rapporto negoziale sempre più teso che vede coinvolto, da un lato, il business del distributore, motivato a restringere le referenze dell’assortimento, e dall’altro la ricerca della soddisfazione esasperata del cliente da parte del produttore, che lo spinge ad una segmentazione continua della marca. Il mondo dei beni di largo consumo sta diventando sempre più complesso e quindi ha bisogno di nuove forme di razionalizzazione: la logistica integrata potrebbe rappresentare un potente fattore abilitante.

2.5.2. La gestione del magazzino Le applicazioni di Supply Chain Management stanno sempre più evolvendo verso una gestione integrata dell’intera catena logistica e produttiva rispetto alla tradizionale attenzione all’ottimizzazione dei processi interni: le relazioni vengono estese anche ai partner che gravitano intorno all’azienda costituendo un network in cui tutti gli attori condividono dati ed informazioni per ottimizzare i processi e migliorare il time-to-market. In questo ambito l’utilizzo della tecnologia RFId consente di migliorare la produttività, favorendo la visibilità lungo tutta la filiera con informazioni continue ed aggiornate, permettendo un più attento controllo dei movimenti dei materiali ed una maggiore comprensione dello stato di avanzamento delle merci nei processi inbound ed outbound e, di conseguenza, promuovendo un sensibile miglioramento delle relazioni a monte e a valle49.

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48 Cfr. Retail out of stocks: a worldwide examination of extent, causes and consumer responses, 2002 49 Cfr. Supply Chain Digest. Thoughts Leaders On the Current and Future State of RFID, 2008

! 57! I dati ottenibili grazie alla tecnologia RFId permettono l’allineamento in tempo reale tra processi, decisioni ed eventi: l’RFId consente così di prendere decisioni più rapide ed adeguate sulla base di informazioni sempre accurate ed aggiornate. In particolare l’applicazione e la rilevazione dei tag a livello di colli consente di ridurre sensibilmente il dispendio di costi e risorse, rendendo più rapido il flusso delle merci dalla fabbrica ai centri di distribuzione, fino ai negozi, con una forte riduzione degli errori nelle procedure, la salvaguardia dell’integrità dei prodotti e la limitazione delle rotture di stock. Si stima che i retailer perdano dal 3% al 4% delle vendite a causa della mancanza dei prodotti. Gli scaffali della grande distribuzione possono essere vuoti per il 5-10% del tempo utile di vendita e fino al 20% per i prodotti in promozione. Le cause di “perdita del prodotto” lungo la filiera, infatti, possono essere molte: ordini errati, furti (questi possono incidere in una misura vicina al 2% delle vendite), inefficiente gestione degli stock50. Grazie alla tecnologia RFId è possibile rendere trasparente l’intero ciclo di vita di ogni singolo prodotto, dalla gestione della catena degli approvvigionamenti, al controllo della disponibilità, fino all’uscita dal negozio dopo gli acquisti, e localizzare dove si verificano le perdite. Inoltre, collocando lettori RFId sugli scaffali, è possibile rilevare automaticamente gli ordini per il reintegro dei prodotti e per tenere le scorte sempre al livello ottimale. Tutto questo si traduce in una serie di benefici tangibili che si possono catalogare: • nella riduzione del costo del lavoro; • nell’abbassamento dei livelli di stock; • nella riduzione dei prodotti obsoleti/scaduti; • in una maggiore efficacia operativa.

2.5.3. La vendita ed i consumatori Con la riduzione dei costi dei tag, i rivenditori hanno iniziato ad applicare i tag anche sulle singole unità di vendita, aprendo così un’ulteriore area d’integrazione !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ! 50 Cfr. Aspetti tecnici e regolamentari sull’uso degli RFID in Italia-Antonio Vellucci - Ministero delle Comunicazioni - Direzione Generale Pianificazione e Gestione dello Spettro Radioelettrico - maggio 2006

! 58! rappresentata dall’offerta di maggiori informazioni all’interno del punto vendita. È evidente che il dominatore incontrastato del futuro sarà il consumatore: sarà, infatti, il consumatore a decidere i prodotti, i format, i canali di vendita vincenti sulla base di offerte sempre più personalizzate. In un settore dove i margini sono limitati ed in cui la ricerca dell’efficienza operativa è già estremizzata, la tecnologia, ed in particolare l’RFId, può fornire alle aziende una rilevante leva competitiva per offrire valore ai consumatori e differenziarsi dai concorrenti51. In quest’ottica è rilevante segnalare, ad esempio, il Personal Shopping Assistant, un piccolo computer installato sul carrello che agevola l’acquisto, fornendo indicazioni di offerte speciali, di promozioni e facilitando l’orientamento all’interno del negozio; l’esperienza di Metro AG, che verrà discussa nel paragrafo successivo, aiuterà a capire meglio il funzionamento di tale strumento. Anche l’installazione di etichette elettroniche potrà rappresentare un utile strumento per il consumatore. Tali etichette, posizionate sullo scaffale, mostrano il prezzo costantemente aggiornato e, essendo collegate direttamente alle casse, evitano discrepanze tra prezzo indicato e prezzo applicato. In particolare i tag RFId integrati nei carrelli consentono di tenere il conto aggiornato del numero di consumatori all’interno del supermercato, del loro tempo di permanenza nelle diverse aree del negozio e di tracciarne il percorso tra gli scaffali. Inoltre, grazie alla possibilità d’integrazione con sistemi di gestione delle carte fedeltà, è possibile gestire la lista delle preferenze, ovvero l’elenco degli articoli che il cliente gradisce, perché già acquistati o perché scelti con una certa frequenza. Quindi, mentre il cliente si sposta all’interno del negozio, il sistema richiama la sua attenzione sugli articoli inclusi nella sua lista delle preferenze, indicando quali sono in offerta. In questo modo si crea la possibilità di interagire con il cliente nella fase di acquisto, attraverso una comunicazione più mirata ed efficiente e stabilendo una solida relazione che genera un valore tangibile per il cliente52. Il monitoraggio dei consumatori, oltre a fornire preziose informazioni sulle abitudini d’acquisto della clientela, consente alle imprese di trarre utili spunti per il miglioramento del layout e dell’allocazione dei prodotti.

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51 Cfr. Reinerio, Analisi delle principali applicazioni della tecnologia RFId, 2009 52 Cfr. Talone, Russo, Bordoni, “RFId tecnologia e applicazioni Fondamenti delle tecniche e cenni sulle applicazioni di una tecnologia silenziosamente pervasiva”, 2009.

! 59! Quanto detto deve avvenire nel rispetto di una rigorosa tutela della privacy dei consumatori attraverso una raccolta chiara e trasparente dei dati personali (D.lgs. 196/03) ed un’informazione seria e puntuale sulla presenza di tag nel prodotto53. L’analisi sugli aspetti critici della tecnologia RFId chiarirà più a fondo questo aspetto. Nel rispetto di questi principi è possibile garantire un sensibile miglioramento del servizio al cliente nella direzione di una maggiore personalizzazione e disponibilità dei prodotti a scaffale, una riduzione dei tempi di attesa alle casse ed una maggiore tranquillità nell’acquisto dei prodotti alimentari relativamente alla qualità degli stessi (tracciabilità).

2.5.4. Le applicazioni di filiera Recentemente, gravi emergenze come la BSE (la cosiddetta “mucca pazza”) e l’influenza aviaria, unite alla globalizzazione del mercato alimentare, hanno messo a dura prova la fiducia dei consumatori nei confronti del mondo produttivo, portando alla ribalta i concetti di etichettatura, tracciabilità e rintracciabilità. Ne consegue che oggi più che mai il consumatore è attento a quello che porta in tavola ed esige informazioni corrette e rassicuranti sulla provenienza dei prodotti e sulla loro composizione. Gli interventi di tutela del consumatore che ne sono derivati vedono la loro massima espressione nel Regolamento Europeo n. 178/2002, entrato in vigore il 1 Gennaio 2005 che impone una tracciabilità generale e completa, senza soluzioni di continuità, per tutti gli attori della catena alimentare “dal campo alla tavola”; per cui chiunque vi sia coinvolto è responsabile del proprio anello di appartenenza e deve poter identificare i propri fornitori a monte e i propri clienti a valle54. A questo scopo ogni azienda è tenuta a dotarsi di sistemi adatti a mettere tali informazioni a disposizione delle autorità sanitarie competenti e deve essere in grado di ricostruire la genealogia dei propri prodotti (origine, componenti, condizioni di produzione, di assemblaggio, di trasporto e di stoccaggio), in modo che, in caso di necessità, possa ritirare dai circuiti di distribuzione e di vendita tutti i lotti non conformi, nel più !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

53 Cfr. Aspetti tecnici e regolamentari sull’uso degli RFID in Italia-Antonio Vellucci - Ministero delle Comunicazioni - Direzione Generale Pianificazione e Gestione dello Spettro Radioelettrico – maggio 2006. 54 Cfr. http://rfid.thebizloft.com/content/il-nostro-futuro-nella-tracciabilit%C3%A0-alimentare

! 60! breve tempo possibile. Un sistema di rintracciabilità garantisce il rispetto dei principi di sicurezza e trasparenza, fondamentali per trasmettere un messaggio di qualità e professionalità ai consumatori e, allo stesso tempo, valorizzando il prodotto ed il territorio di produzione. Inoltre non bisogna trascurare il fatto che un’agricoltura di qualità rappresenta un patrimonio da tutelare e valorizzare anche per vincere la sfida del mercato in un panorama sempre più globale. Per mantenere intatto questo patrimonio distintivo - che è anche una caratteristica determinante del “Made in Italy” - è necessario seguire con assoluta intransigenza una linea di coerenza nel sistema dei controlli e della tracciabilità dei prodotti, nella scelta di estrema prudenza nei confronti degli Ogm e nell’eliminazione di ogni operatore sleale che possa screditare il sistema produttivo. A questo scopo l’utilizzo della tecnologia RFId permette di identificare univocamente il singolo prodotto e di monitorarlo lungo ogni singolo passaggio della filiera e di gestire, quindi, tutta la tracciabilità della stessa, dal produttore ai punti vendita al dettaglio55.

Fig. 2.3. RFId applicato alla filiera della carne

In particolare, ad esempio nell’ambito delle carni e dei derivati, è possibile seguire

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55 Cfr. http://www.osservatori.net/home

! 61! tutte le fasi evolutive dell’allevamento, durante l’intero ciclo di vita, attraverso l’applicazione di tag RFId, capaci di memorizzare i dati dell’animale, non solo in termini anagrafici, ma soprattutto per quanto riguarda le aziende di transito, i controlli veterinari e i trattamenti a cui è sottoposto.

2.5.5. Un caso applicativo: tracciabilità agro-alimentare come garanzia di origine dei prodotti. Il Consorzio della Qualità della Carne Bovina della Coldiretti di Milano e Lodi. Il Consorzio della Qualità della Carne Bovina è un’associazione di allevatori nata nel 1999 cui afferiscono, sia aziende agricole a conduzione familiare, che impianti di macellazione e lavorazione industriale. Hanno trovato impiego presso questa struttura tre tipologie di applicazioni: 1. identificazione automatica dei capi di allevamento: le informazioni raccolte sono inviate attraverso un collettore all’anagrafe bovina. Il sistema d’identificazione viene usato anche per gestire le operazioni interne all’allevamento; 2. movimentazione delle mezzane nei macelli: le informazioni presenti sul tag del bovino (dall’allevamento) vengono passate ai tag collocati sui ganci che movimenteranno le diverse parti dell’animale all’interno dei processi di macellazione. I tag sui ganci saranno quindi di supporto alle diverse operazioni, registrando tutti i dati relativi alle lavorazioni; 3. implementazione della tecnologia RFId nei punti vendita: le parti di animale arrivano nei punti vendita accompagnati dal tag di identificazione, attraverso cui è possibile conoscere la provenienza del bovino e, con l’ausilio di un dispositivo di pesatura/prezzatura munito di reader, è possibile eseguire la prezzatura automatica della carne.

2.6. Campi di applicazione Il sistema di codifica attraverso l’RFId rappresenta una tecnologia estremamente versatile che comprende un vasto insieme di strumentazioni, utilizzate per identificare prodotti, persone e servizi. I sistemi elettronici di raccolta pedaggi, le etichette impiantate negli animali per la loro identificazione, il controllo degli accessi

! 62! (biglietti e tessere), per i quali viene sfruttata la lettura in prossimità ma senza contatto fisico o visivo, i sistemi di bloccaggio centralizzato per autoveicoli, gli “ski pass”, sono tutte forme di sistemi RFId. I tag vengono integrati nelle targhette degli abiti e nelle calzature; come si potrà constatare nelle pagine seguenti, un’azienda italiana ha anche brevettato un “tappo elettronico” per bottiglie di vino. Si comprende quindi come le applicazioni basate sui tag RFId siano in rapido sviluppo e sfruttino da un lato le continue evoluzioni di tale tecnologia e dall’altro la consapevolezza, che progressivamente il mercato sta acquisendo, sui vantaggi apportati dall’introduzione di tali tecnologie nei diversi settori.

2.6.1. La grande distribuzione Il campo di applicazione più naturale della tecnologia RFId è quello della logistica, dove il codice a barre sopravvive unicamente per questioni di costo. La possibilità di un’identificazione a prova di errore di più prodotti simultaneamente e senza un contatto visivo rappresenta un valore aggiunto inestimabile in un campo in cui le parole chiave sono velocità, precisione e tracciabilità56. La raccolta e l’immagazzinamento automatico dei dati possibile grazie ai tag RFId permettono una tracciabilità totale, consentendo una visibilità completa e continua del prodotto in ognuna delle diverse fasi della sua vita. L’RFId porta anche benefici in termini di sicurezza, grazie alla possibilità di identificare univocamente ogni singolo prodotto, minimizzando i rischi di contraffazione e di smarrimento della merce. L’accoppiamento del tag RFId con un sensore che rilevi la temperatura permette di tenere sotto controllo le condizioni di trasporto di un determinato prodotto, creando un notevole valore aggiunto nella gestione dei prodotti freschi e lungo, ad esempio, la catena del freddo, permettendo un rapido isolamento del problema in caso di complicazioni all’interno della supply chain. L’implementazione della tecnologia RFId avviene in questo modo: i Tag RFId presenti sui pallet e sulle scatole vengono letti nel momento in cui lasciano il centro di distribuzione ed i dati relativi alla spedizione vengono inviati in tempo reale al

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56 Cfr. From Identification to Authentication - A Review of RFID Product Authentication Techniques–M. Lehtonen, T. Staake, F. Michahelles, and E. Fleisch – Workshop on RFID Security 2006, Graz – July 2006

! 63! sistema di gestione magazzino. In questo modo è possibile venire a conoscenza in tempo reale dell’avvenuta spedizione e verificare quali e quanti prodotti sono in arrivo, mentre gli stessi sono ancora in viaggio. Nel momento in cui i prodotti raggiungono il magazzino, i tag RFId applicati sui pallet vengono nuovamente letti e i dati vengono confrontati con quelli rilevati al momento della spedizione. Se manca qualcosa, il direttore del magazzino ne viene a conoscenza immediatamente, senza bisogno di alcun controllo manuale. Tutte le scatole vengono inoltre lette nel momento in cui lasciano il backstore per passare all’area di vendita. I lettori integrati negli scaffali riconoscono la presenza del prodotto, registrano la sua rimozione ed indicano ogni posizionamento non corretto.

Figura I.10 RFID nella catena di distribuzione

tificativi univociFig. per 2. i 4singoli. RFId oggetti, nella catena nonché, di distribuzione in alcuni casi, con molti altri dati sulle merci. La diffusione della tecnologia RFID, in un contesto di costi ridotti per i TAG, renderà accessibile a tutti gli attori della catena di Lo “scaffaledistribuzione intelligente (fabbricanti,” consente distributori, quindi al trasportatori, direttore del dettaglianti) negozio una un controllo quantità di dati sui prodotti mai vista finora. remoto dell’inventarL’uso diio, etichette la verifica RFID onlineper gestire della container data di nella scadenza logistica deidi produ prodotti,- nonché l’analisi dei zionetempi e di identificare esaurimento. pallet e cartoni nella logistica del commercio è già divenuto una realtà. Nelle pagineRimane che ancora seguono la gestione si dei affronteranno singoli oggetti (item le realtà management) di Wal su Martcui e Metro Group, i qualisono state sono sviluppate stati tra numerose i pionieri applicazioni nell’implementazione (item level tagging o IL diT), ma questa nuova non si è ancora giunti ad una diffusione massiva. tecnologia nellaSebbene GDO. si prevedano ancora degli anni prima che tutti gli articoli di consumo nei supermercati siano muniti di etichette RFID, gli esempi sono già numerosi ed i progressi nelle tecnologie e la relativa diminuzio- Figura I.11 ne del costo dei TAG promettono di farne una tecnologia onnipresente mini TAG HF UPM Raflatac Copyright Metro Future Store e pervasiva.

! 46 RFID - TECNOLOGIE PER L’INNOVAZIONE 64! 2.6.2. Trasporti Il settore dei trasporti possiede delle chiare priorità: • velocizzare le operazioni di carico-scarico e consegna della merce; • offrire una continua localizzazione delle merci trasportate; • aumentare la sicurezza del proprio carico. La tecnologia RFId può aiutare sensibilmente in ognuna di queste priorità, portando inoltre ad un incremento della produttività e ad un miglioramento della qualità del servizio. I vantaggi legati alla sicurezza sono evidenti. Un’elevata quantità di merce viene infatti regolarmente “smarrita” e il controllo del personale non è sempre attuabile, specialmente negli smistamenti notturni. Questi furti o ammanchi causano inoltre un aumento delle spese di assicurazione. La sistemazione di antenne RFId in determinati varchi permette di verificare dove e quando la merce viene caricata, su quale veicolo e persino da chi. I tag RFId, inoltre, possono essere aggiornati con informazioni utili alla spedizione e possono incorporare su ogni merce la relativa bolla di spedizione. La possibilità di tracciare in tempo reale la propria merce ed il veicolo che la sta trasportando rappresenta un’applicazione con vantaggi difficili da non cogliere in una logica di diversificazione della propria attività e professionalità. Con il posizionamento di tag RFId sui mezzi di trasporto è possibile inserire automaticamente nel sistema informativo informazioni come la data e l’ora esatta di ingresso o di uscita da un determinato sito. Grazie a queste informazioni si possono conoscere in tempo reale tutti i movimenti dei mezzi e delle merci trasportate, con notevoli benefici sia in termini di efficienza sia di efficacia.

2.6.3. Identificazione personale Un altro campo in cui l’RFId trova una naturale applicazione è quello dell’identificazione personale. L’uso dei tag RFId permette di memorizzare nei documenti di riconoscimento diversi dati in aggiunta alle informazioni anagrafiche, come fotografie e impronte digitali, aumentando le informazioni presenti all’interno del documento stesso. Ad esempio i chip utilizzati nei passaporti digitali sono di tipo “read-write”, e possono essere aggiornati con la storia del loro utilizzo. Il controllo accessi a distanza facilita la supervisione di determinati varchi

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motorizzati e permette di verificare l’elenco delle presenze all’interno di una determinata zona. /01! 2)"")%-34-'!*#443-.&+-' "#$%&'()*+$,%'! -'$! .*(! /01-! *22#$%&')%,! -'$! 3*44*3,)&$! 5! 6%*! 3)*44$! ,)7*$! -$8864*! $%! &6&&,! $2! 7,%-,9! 1! 3)$7$! 3*44*3,)&$! '2'&: &),%$;$! 4,%,! 4&*&$! )$2*4;$*&$! $%! <*2'4$*! %'2! =>>?@!'! -*2! ABBC! $%! 3,$!D'%(,%,!)$2*4;$*&$!%'(2$!E&*&$! F%$&$! '! %'$! 3)$%;$3*2$! 3*'4$! -'22#FG!H1&*2$*!;,73)'4*I9!12!3*4: 3*44*3,)&,!'2'&&),%$;,!)*;;J$6-'! *2!46,!$%&')%,!6%!;J$3!/01-!;J'! ;,%&$'%'! $%! 7,-,! ;$8)*&,!2*! 8$): 7*!-$($&*2'!-'22#*6&,)$&K!;J'!2#J*! )$2*4;$*&,@!$!-*&$!-'2!&$&,2*)'@!6%*!

! "#! L’univocità nel riconoscimento di un tag RFId può inoltre migliorare tutto il sistema di servizi che gira attorno alla persona, permettendo una maggior interattività tra l’uomo e il mondo che lo circonda. L’impianto di microchip sugli animali permette di associare determinate informazioni di riconoscimento, come i dati anagrafici del proprietario e i controlli veterinari a cui l’animale è stato sottoposto. L’uso di tag RFId è previsto anche sugli animali da macello. In questo modo può essere ricostruito il percorso dell’animale dalla nascita fino alla vendita del prodotto macellato57.

2.6.4. Sistemi di pagamento Un altro ambito in cui l’RFId porta dei chiari benefici è quello dei sistemi di pagamento. I tag RFId possono contenere i dettagli di un conto corrente o di una carta di credito, permettendo il pagamento automatico a distanza in diversi ambiti. L’implementazione di tag RFId sulle carte di credito o sui bancomat porta a una maggior affidabilità di funzionamento e ad una maggiore sicurezza. L’uso dell’RFId !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

57 Cfr. Lombardo, Studio di fattibilità per la realizzazione di un’unità operativa regionale per garantire la tracciabilità delle carni bovine attraverso l’identificazione genetica, 2006

! 66! è esteso anche all’ambito della bigliettazione elettronica. Questo è il caso delle Contactless Smart Card, utilizzabili come mezzo di pagamento e per usufruire dei mezzi di trasporto pubblici. Un’altra applicazione ormai consolidata è quella degli skipass, con la possibilità di ricaricare direttamente da internet e di procedere all’utilizzo quando si desidera, senza fare alcuna coda e senza dover tirare fuori la tessera ad ogni impianto.

2.6.5. Applicazioni militari La tecnologia RFId viene ancora oggi utilizzata nell’ambito in cui è nata: quello militare. I tag RFId rendono possibile il riconoscimento a distanza di armi e veicoli alleati e consentono l’identificazione dei soldati. L’impiego più esteso di questa tecnologia in ambito militare, tuttavia, si ritrova nella gestione dei rifornimenti. L’RFId permette di applicare tutti i vantaggi legati alla gestione logistica, dando la possibilità di consegnare più rapidamente e con maggiore precisione i rifornimenti necessari nei luoghi dove sono richiesti, evitando sprechi ed errori logistici. Grazie all’impiego dei tag è possibile inoltre, in caso di attacchi ai convogli di rifornimento, risalire immediatamente alla natura della merce e ai dati sulla spedizione.

2.6.6. Sanità L’RFId trova applicazione anche nel monitoraggio delle attività all’interno degli ospedali. I tag RFId permettono di tenere traccia degli strumenti, dei medicinali e dei pazienti, monitorare l’attività dello staff ospedaliero e consentire l’accesso a determinati referti. L’associazione di un tag a ogni paziente permette inoltre di sostituire il braccialetto di riconoscimento e consente di integrare la cartella clinica con informazioni complementari, dando la possibilità di accedere immediatamente a tutti i dati sul paziente. Un tag RFId applicato sulle sacche di sangue, ad esempio, può essere collegato a un sigillo di sicurezza, che ne permette l’uso solo nel momento in cui rileva una compatibilità con i dati rilevati sul tag del paziente. Lo stesso tag può inoltre essere dotato di un sensore, in grado di tenere sotto controllo la temperatura esterna e di confermare la corretta conservazione del sangue.

! 67! 2.7. Esempi di applicazioni 2.7.1. Wal-Mart Wal-Mart Stores Inc. è tra le prime 3 imprese del mondo per fatturato (dopo Royal Dutch Shell e Ex-xonMobil), e la prima per numero di dipendenti (oltre 2 milioni). Proprietaria degli stores omonimi e della catena di magazzini di vendita Sam’s Club, rappresenta il più grande rivenditore al dettaglio del mondo, con 405 miliardi di $ di fatturato nel 2009 e più di 8400 punti vendita58. I primi progetti di Wal-Mart mirati all’implementazione dell’RFId sono iniziati nel giugno del 2003, quando l’allora CIO Linda Dillman annuncia un piano di adozione a lungo termine della tecnologia RFId, che avrebbe coinvolto i 100 fornitori più importanti, con lo scopo di un miglioramento nella gestione degli scaffali e di abbattimento dei costi. Nell’aprile del 2004 Wal-Mart, con il supporto di 8 suppliers (Procter & Gamble, Unilever, Gillette, Hewlett-Packard, Nestlé Purina PetCare, Johnson & Johnson, Kraft Foods e Kimberly-Clark) inizia la sperimentazione di tag RFId presso un centro di distribuzione e sette punti vendita in Texas. Dopo un incontro con i fornitori “Top 100” in cui vengono delineati i punti chiave dell’implementazione, viene stabilito che entro la fine del 2005 i sistemi RFId saranno operanti presso 12 centri di distribuzione e 600 punti vendita59. All’inizio del 2006 questo obiettivo non era ancora stato raggiunto e l’RFId veniva utilizzato solamente in 5 centri su 137. Anche i fornitori, che erano obbligati ad adeguarsi ed a trovare in modo autonomo il proprio ritorno sugli investimenti, avevano difficoltà a implementare in modo efficiente la nuova tecnologia, nonostante il costo dei tag RFId fosse sceso da 2$ nel 1999 a meno di 10 centesimi. Nel 2007, infatti, il numero di fornitori che si erano adeguati era di 600 su oltre 60.000. L’attenzione di Wal-Mart si sposta così dai centri di distribuzione ai punti vendita. In questo modo è possibile una maggiore collaborazione con i fornitori, che hanno la necessità di monitorare il flusso della merce e di rispondere ai picchi di domanda. Il personale degli stores poi, avrebbe ottenuto un maggior vantaggio dall’RFId, essendo in grado di gestire in modo ottimale i prodotti sullo scaffale e

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58 Cfr. Ecosensa. The Up and Down of Wal-Mart RFID Implementation. 2009 59 Cfr. Ecosensa. The Up and Down of Wal-Mart RFID Implementation. 2009

! 68! potendo così ridurre i problemi di merce esaurita. Per spingere ancora di più all’adozione della nuova tecnologia, dal primo febbraio 2008 Wal-Mart decide di applicare una penale di 2 dollari su ogni pallet privo di tag RFId spedito presso i Sam’s Club. Questa penale, in seguito alle critiche dei fornitori, viene subito abbassata drasticamente a 12 centesimi, cioè quanto verrebbe a costare applicare autonomamente i tag sui pallett in arrivo. Nel 2009 la priorità per i fornitori di Sam’s Club rimane l’applicazione di tag RFId abilitati sia sui pallet in arrivo sia sulle singole confezioni di vendita. Gli sviluppi a livello di pallet sono continuati con l’installazione di reader RFId nelle porte d’ingresso, nelle aree di transizione verso le zone di vendita e nei siti di distruzione delle scatole presso tutti i 599 Sam’s Club degli Stati Uniti.

Fig. 2.5. Benefici derivanti dall’utilizzo della tecnologia RFId lungo la filiera di Wal-Mart

! 69! I dati raccolti da questi reader sono disponibili attraverso il Retail Link, la rete di comunicazione extranet con i fornitori di Wal-Mart. Wal-Mart, inoltre, sta lavorando con il centro di ricerca sull’RFId dell’Università dell’Arkansas per sviluppare un programma di certificazione della tracciatura a livello di singolo prodotto. In questo modo quando Sam’s Club sarà pronto, i fornitori avranno delle chiare richieste da soddisfare e potranno determinare in tempi brevi il tipo di tag più adatto per i propri prodotti e il giusto posizionamento per una corretta lettura60.

2.7.2. Metro AG Metro AG è un’azienda con base a Düsseldorf, in Germania, operante nella grande distribuzione organizzata. E’ tra i primi tre gruppi mondiali della distribuzione (dopo Wal-Mart e Carrefour), con un fatturato nel 2009 di oltre 100 miliardi di dollari e più di 2100 punti vendita dislocati in 33 nazioni. Il 28 Aprile del 2003 ha aperto a Rheinberg, a nord di Düsseldorf, l’Extra Future Store, con lo scopo di sperimentare l’utilizzo in modo estensivo della tecnologia RFId. L’RFId viene utilizzato all’interno dello store su diversi livelli. Ogni carrello è dotato di un Personal Shopping Assistant, ovvero un computer touch screen che permette ai clienti in possesso della tessera fedeltà l’uso di servizi avanzati come la visione sullo schermo della lista della spesa preventivamente compilata su Internet, la visualizzazione della collocazione dei prodotti all’interno del negozio, l’identificazione automatica dei prodotti inseriti nel carrello, il calcolo automatico della spesa, il pagamento immediato alla cassa e l’accreditamento dei punti spesa sul proprio conto61. All’ingresso dello store sono presenti dei varchi RFId che identificano i carrelli in entrata e in uscita dal negozio. In questo modo è possibile conoscere il numero esatto di carrelli presenti all’interno della struttura e decidere se sia necessaria l’apertura di ulteriori punti di pagamento. In seguito alle richieste dei garanti della privacy è stata prevista la possibilità di disattivare i tag inseriti nei prodotti attraverso degli appositi disattivatori collocati

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60 Cfr. http://walmartstores.com 61 Cfr. Raafat, Feraidoon; Sherrard, William R.; Meslis, Lilie; Windt, Jillene Case Study: Applications of RFID in Retail Business. San Diego State University, 2006.

! 70! all’uscita del negozio, in modo da evitare qualsiasi preoccupazione su un possibile tracciamento successivo.

Fig. 2.6. Rappresentazione del Future Store di Metro AG

L’etichettatura con tag RFId dei pallet in arrivo al centro di distribuzione permette inoltre di avere in tempo reale dati accurati sulla spedizione e sull’inventario, insieme ai dati provenienti dagli scaffali intelligenti. Nel maggio del 2008 Metro AG ha aperto un nuovo Future Store a Tönisvorst, portando avanti lo studio di nuove tecnologie applicabili nella grande distribuzione. Accanto alla possibilità di utilizzare un apposito software per il cellulare con maggiori funzionalità del precedente Personal Shopping Assistant, vengono portate avanti le sperimentazioni con la tecnologia RFId. Il reparto macelleria è dotato di tag RFId e di reader disposti su ogni freezer. Grazie al codice d’identificazione unico EPC è possibile monitorare le quantità e le scadenze di ciascun prodotto, così da poter gestire in modo efficiente le diverse necessità.

2.8. Sicurezza dei sistemi RFId: criticità e vulnerabilità Si è parlato in precedenza di come l’RFId sia una tecnologia per l’identificazione automatica e remota di oggetti, soggetti e animali che usa tag (transponder), interrogati da lettori o interrogatori (reader). Le sue caratteristiche hanno spinto lo sviluppo di tecnologie per un vasto raggio di applicazioni ma, al

! 71! tempo stesso, presentano anche delle vulnerabilità. Infatti, un sistema RFId, anche se intrinsecamente fidato, può essere sottoposto a minacce relative alla sicurezza delle informazioni che tratta. Per questo motivo, molta attenzione viene rivolta dalla maggior parte delle organizzazioni alla sicurezza delle informazioni. I sistemi RFId possono subire attacchi con lo scopo di sostituire i dati originali presenti nel tag, con altri dati formalmente corretti ma falsi nel contenuto. Questa vulnerabilità può inoltre consentire ulteriori violazioni della sicurezza, attraverso l’accesso concorrente e malevolo alla struttura di ricezione delle informazioni, provocando l’indisponibilità del servizio, cui il sistema di tag è destinato62. Dunque l’attacco all’integrità delle informazioni e l’uso di tag come veicolo di intrusione nei sistemi sono alcune delle più importanti manifestazioni delle vulnerabilità che possono essere bloccate con un corretto approccio allo sviluppo dell’impianto e conoscenza del sistema da realizzare. Tuttavia l’analisi delle caratteristiche e delle debolezze intrinseche dei sistemi RFId ha portato allo sviluppo di meccanismi di sicurezza e protocolli di comunicazione in grado di garantire l’integrità delle informazioni contenute nel tag, anche durante la possibile perdita di alimentazione o interruzione delle comunicazioni. Questo a scapito di un sensibile aumento dei costi della componentistica coinvolta63. Nel disegno dell’architettura di un sistema RFId fondamentale importanza è rivolta al tipo di applicazione che determina il livello desiderato di sicurezza e privacy. Frequentemente i sistemi RFId vengono impiegati in contesti in cui sono coinvolti dati sensibili o di grande valore critico: dagli antifurti delle automobili alle modalità di pagamento automatiche, dai sistemi di tracciatura dei bagagli negli aeroporti, ai dati inseriti in capi d’abbigliamento e beni di lusso, fino alle informazioni personali contenute nei passaporti digitali. Le risposte alle maggiori preoccupazioni dei fruitori della tecnologia dipendono dalle misure adottate per arginare le possibili minacce alle vulnerabilità già evidenziate.

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62 Cfr. RFID Security–Prof. Dr. Heiko Knospe, Prof. Dr. Hartmut Pohl – Information Security Technical Report, 2004 63 Cfr. Coppeto, Aniello. La Sicurezza degli RFID. 2006

! 72! 2.9 Sicurezza e Vulnerabilità Il concetto di vulnerabilità e minaccia non può non prescindere da quello del valore del bene (Asset). Gli asset possono essere di tipo dati, hardware, software. Le vulnerabilità sono debolezze proprie del sistema che possono essere sfruttate, ai fini di portare un attacco, che determini un impatto sull’asset, o che più in generale minaccino il bene dotato di valore64. Le minacce, invece, sono manifestazioni delle vulnerabilità, mentre un attacco rappresenta lo sfruttamento di una vulnerabilità. La vulnerabilità è dunque una caratteristica intrinseca del sistema, che può condurre anche accidentalmente a danni e/o perdite per l’organizzazione. Un’analisi di minacce e vulnerabilità, tenendo conto della loro netta distinzione, serve alla riduzione del rischio dell’impatto sulla sicurezza che l’uso inappropriato di un sistema può produrre. Di seguito vengono brevemente descritte alcune delle vulnerabilità più comuni a sistemi RFId presenti in commercio. La distanza di lettura può risultare in taluni casi importante: infatti in assenza di parametri di robustezza del tag, ad esempio di crittografia, modificando opportunamente una antenna RFId e/o utilizzando alte potenze, si ottengono distanze di lettura sufficienti a leggere dati in modo malevolo. In generale, nel caso in cui si tratti di sistemi promiscui, i tag possono essere letti da tutti i lettori che tentano di interrogarli. Sono poi presenti sul campo sistemi che, per il loro ambito di applicazione, possono soffrire la presenza di altri dispositivi o materiali che ne inficiano il corretto comportamento: ad esempio la vicinanza di liquidi, metalli, radiazioni elettromagnetiche possono risultare non affidabili. I tag possono essere esposti anche ad attacchi fisici, che vanno dal semplice distacco del tag dall’item taggato alla distruzione (come ad esempio con una fiamma), alla schermatura. In particolare ad alcune frequenze si possono usare metalli per causare interferenze. L’introduzione di un processo di standardizzazione dei protocolli di lettura/scrittura, potrebbe sicuramente mitigare le debolezze attualmente presenti sulla maggior parte dei sistemi e ridurre così la vulnerabilità ad attacchi di scrittura/modifica/cancellazione dei dati sui dispositivi. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

64 Cfr. Coppeto, Aniello. La Sicurezza degli RFID. 2006.

! 73! 2.10. Sicurezza e Minacce Una minaccia è una potenziale violazione della sicurezza di un sistema che può avere effetti sulla confidenzialità, disponibilità o integrità di un sistema, o delle sue singole risorse. In altre parole, una minaccia è la modalità di manifestazione di un evento dannoso, collegata ad una vulnerabilità65. Il rischio invece, che è importante valutare in un’architettura di sicurezza di un impianto una volta valutate le possibili vulnerabilità e minacce, rappresenta la probabilità che si verifichi l’evento dannoso che determina l’impatto. La minaccia esiste, di fatto, anche quando non è seguita da una violazione e la vulnerabilità è una debolezza che potrebbe permettere ad una minaccia di verificarsi. Di seguito vengono descritte alcune delle minacce comuni ai sistemi RFId presenti in commercio. La tracciabilità, pur essendo una peculiarità del dispositivo, rappresenta forse anche la minaccia più evidente. Un attaccante, naturalmente in maniera non autorizzata, può interrogare un oggetto contrassegnato con un tag e tracciare, a loro insaputa, le persone che lo posseggono, in quanto ignare delle funzionalità del tag RFId. È inoltre possibile eseguire la scansione tag al fine di modificare il valore del bene, ovvero un’operazione di scrittura/modifica non autorizzata. Un attaccante può cancellare i settaggi dei tag impostando a zero anche il numero di EPC e causare un’interruzione del servizio (ad esempio in una catena di rifornimento, un magazzino, ecc.). Le comunicazioni sono poi esposte ad analisi del traffico e ad eavesdropping (origliamento). I dispositivi di più basso livello possono essere sotto minaccia dell’attacco “man in the middle”, cioè una terza parte può origliare le conversazioni tra i dispositivi ed ottenere così informazioni sensibili per creare, ad esempio, tag falsi, lettori non autorizzati oppure per scoprire informazioni memorizzate nei tag (tipo il codice di autenticazione)66. Vi è inoltre la minaccia di Network snooping che si manifesta mediante l’intercettazione non autorizzata delle informazioni che viaggiano su una rete; è una

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65 Cfr. Privacy and Security in Library RFID - Issues, Practices, and Architectures –David Molnar, David Wagner – 2004 66 Cfr. Coppeto, Aniello. La Sicurezza degli RFID. 2006

! 74! violazione della confidenzialità e può essere, a seconda del livello di attività, attiva, passiva o interattiva. Attraverso tecniche di reverse engineering è poi possibile attuare la minaccia di creare un tag falso per effettuare il cosiddetto spoofing, cioè la replica o l’emulazione di tag validi, al fine di contraffare un manufatto non originale, oppure SICUREZZA DI SISTEMI RFID: CRTICITA’ E VULNERABILITA’ IN AMBIENTI ETEROGENEI! per provocare una indisponibilità del servizio, confondendo un lettore con una serie di risposte"#$%&'(! provenienti ())(*+,&%-.&+.! da tag #/!falsi. '#%/(0(! $(&! #! +%0! '%/! /.++(*.! *#1,/+%! )(11#2#/.! "%*! )%11%*.! %++*%3.*1(! 4,.1+#!'#1)(1#+#3#!%/$,&#!)%*%-.+*#!'.//5#&+.*"%$$#%!'#!%$$.11(!%#!6789!$:.!)(11(&(!4,#&'#!.11.*.!$%,1%! './/5;9<=!#&>.$+#(&!%++%$?;!$:.!#&".++%!#!'%+%2%1.!$(&!Un’altra tipologia di attacco è relativa al!"#$% jamming!(!%/+*(!&'()'#*, cioè un@! attaccante con un potente! lettore a banda larga che può confondere il lettore autorizzato. +,+In -'.#*('/"01*2.3$(1*#'4"("56.7.8"1'99*. relazione ai casi riportati, la correlazione tra vulnerabilità e minacce può essere rappresentataA&!*./%B#(&.!%#!$%1#!*#)(*+%+#!/%!$(**./%B#(&.!+* come nella figura seguente.%!3,/&.*%2#/#+C!.!-#&%$$.!),D!.11.*.!*%))*.1.&+%+%! $(-.!1.0,.E! ! ! A"%5'1/'.G".(*55$#'. !! >9'1%"01*.G*(.5'H. ! ! !;%%*1/'.G".'$5*15"9'/"01*. >9#"55$#'I(*55$#'.101.'$50#"//'5' ! !!

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!?0&$1"9'/"01*..(*550#*.7.5'H A0> !! ! ! Fig. 2.6. Relazione vulnerabilità – minacce per i sistemi RFId

2.11. Gestione del rischio e possibili contromisure :, ;Nell’ambito<;-=>=.?;8@=.A=.=8@=BCD della definizione di un sistema2.EF;EE;8B

! 75!

13 di 19 ! • Controllo del Rischio67. La prima fase in particolare risulta fondamentale, poiché ha come scopo quello di associare ai beni (ovvero gli assets individuati nel nostro sistema: persone, oggetti, know how, hardware, software, ecc.) il livello di rischio appropriato. All’analisi segue la Valutazione del rischio individuato. Questa fase è anch’essa molto delicata e può seguire due approcci distinti: Quantitativo e Qualitativo. La scelta di uno dei due approcci determinerà il tipo di risultato, in quanto la stima del primo segue essenzialmente la strada del danno economico e si basa su misurazioni statistiche basate sulla misurabilità concreta dell’impatto, anche se portano ad una visione ristretta della complessità del rischio. Il secondo invece valuta e classifica il rischio secondo una scala di valori non economici. Risulta semplice da applicare ed è previsto dagli standard internazionali, ma non dà una misurazione economica68. Per quel che concerne le contromisure da adottare in un sistema RFId, queste sono commisurate all’analisi del rischio relativo all’impatto che la perdita del bene ha determinato69. Di seguito elenchiamo alcune delle contromisure adottate nei casi di campo più comuni. La disattivazione elettronica del tag mediante il comando “kill” rappresenta una delle operazioni più semplici ma necessarie da effettuare per garantire che possa essere eliminata la tracciabilità indesiderata come può accadere nel caso, ad esempio, si superi un varco che limita il perimetro di lettura necessaria del tag. Con riferimento agli aspetti di privacy, è prassi consolidata richiedere il consenso esplicito al trattamento dei dati personali. Meno consolidata, ma ugualmente importante, risulta la prassi dell’obbligo di richiesta di autorizzazione al Garante per le applicazioni che consentano la localizzazione geografica e/o che profilino il comportamento delle persone. Altre tecniche più sofisticate vedono l’adozione di blocker tag tree-walking, che esegue un blocco delle funzionalità del lettore.

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67 Cfr. Coppeto, Aniello. La Sicurezza degli RFID. 2006 68 Cfr. Talone, Paolo e Giuseppe Russo. RFID Tecnologia e applicazioni. Fondazione Ugo Bordoni, 2006 69 Cfr. Provvedimenti a carattere generale - Garanzie per l’uso di “Etichette intelligenti” (Rfid)– Garante Per La Protezione Dei Dati Personali – 9 marzo 2005

! 76! Una contromisura adottata per rendere più complesse le trasmissioni di informazioni in un sistema RFId e quindi per disorientare chi “ascolta” le trasmissioni tra tag e reader con intenzioni malevole, consiste nell’impostare tecniche basate sul rapporto segnale/rumore, per le quali la trasmissione avviene a distanza pre-fissata70.

2.12. Lo scenario futuro La tecnologia RFId ha dimostrato di possedere potenzialità enormi e può essere implementata all’interno di una varietà sconfinata di applicazioni. Basti immaginare le potenzialità per il reparto marketing di conoscere in una frazione di secondo la posizione dei suoi espositori promozionali durante una campagna, o i vantaggi per un CIO di sapere dove sono in tempo reale tutte le strutture di rete sparse per il globo. L’implementazione di tag RFId dotati di sensori che monitorino i prodotti deperibili lungo tutto il loro percorso renderebbe la loro gestione un compito molto più semplice, con benefici sia ai consumatori sia alle aziende. Attraverso l’RFId la gestione dei documenti relativi alle ispezioni può essere eseguita in modo molto più sicuro, senza problemi di una possibile falsificazione e potendo individuare il luogo specifico in cui è stata effettuata l’ispezione. L’utilizzo su larga scala della tecnologia RFId all’interno degli aeroporti porterebbe a una notevole riduzione dei ritardi per motivi logistici e a un completo ridimensionamento del problema dei bagagli smarriti. Attraverso la tracciatura delle carte d’imbarco sarebbe possibile avvisare i singoli passeggeri di eventuali ritardi e di variazioni riguardanti il loro volo e si potrebbe rintracciare ed avvertire direttamente i passeggeri che non si sono ancora presentati al gate e che stanno ritardando il volo. Se tutti i mezzi di trasporto fossero dotati di tag RFId, il loro percorso potrebbe essere monitorato automaticamente, con la comunicazione in tempo reale di eventuali ritardi e scongiurando per sempre possibili incidenti per errori di tragitto. In questo modo si potrebbe anche arrivare ad un consistente risparmio di carburante, in quanto i tragitti sarebbero costantemente monitorati e ottimizzati e sarebbero tenuti sotto controllo i fattori che portano a sprechi di carburante, come una minore !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

70 Cfr. Coppeto, Aniello. La Sicurezza degli RFID. 2006

! 77! pressione di gonfiaggio delle ruote, una velocità troppo elevata o un carico superiore al normale71. Attraverso l’uso di tag situati in particolari punti d’interesse, sarebbe possibile guidare i turisti e fornire loro informazioni utili, anche in luoghi dove il segnale GPS non è presente. Le persone non vedenti trarrebbero un grande vantaggio dai tag installati in luoghi pubblici e sarebbero in grado di seguire determinati percorsi e di ricevere un avvertimento in corrispondenza di punti pericolosi come un attraversamento pedonale. La tecnologia RFId applicata alle intersezioni semaforiche permetterebbe di monitorare costantemente il passaggio delle autovetture, portando così ad una gestione molto più efficiente del traffico cittadino, con una temporizzazione dei semafori dinamica, in base alle diverse necessità del momento. Anche gli attraversamenti pedonali potrebbero essere regolati in modo dinamico, monitorando il passaggio dei pedoni ed il tempo necessario a terminare l’attraversamento (con ovvi benefici per le persone con particolari esigenze come gli anziani). Le automobili potrebbero poi essere in grado di interagire con i tag RFId installati in corrispondenza dei parcheggi, segnalando al conducente la disponibilità in tempo reale di eventuali posti liberi e permettendo la loro immediata prenotazione. Il noleggio di qualunque oggetto (dalle attrezzature sportive ai libri, dagli autoveicoli ai film) potrebbe essere tenuto sotto costante controllo, con la notifica automatica delle restituzioni e delle disponibilità. In caso di una calamità naturale, il personale di emergenza può utilizzare l’RFId per identificare e gestire le vittime, coordinare l’arrivo delle ambulanze e assegnare i pazienti nei diversi ospedali sulla base delle disponibilità in tempo reale dei lettini e degli equipaggiamenti. La diffusione in tutto il globo di sensori digitali basati sull’RFId permetterebbe la realizzazione della cosiddetta Smart Dust (polvere digitale), in grado di monitorare e misurare non solo le variazioni di movimento o di temperatura, ma anche livelli di contaminazione chimica, alterazioni biologiche e qualsiasi cambiamento dell’ecosistema.

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71 Cfr. Sola, Giancarlo. La tecnologia RFID per il mondo dei trasporti e della logistica. Securindex, 2008

! 78! L’assegnazione di un’identità all’interno di ogni singolo oggetto consentirebbe inoltre l’automatizzazione di una moltitudine di processi e la raccolta di un numero spropositato di dati senza il coinvolgimento di alcun individuo. Se tutti i pezzi di ricambio fossero dotati di un proprio tag, s’innalzerebbe il livello di sicurezza delle manutenzioni e si ridurrebbe il tempo necessario per effettuarle. Tutti i dati relativi al singolo pezzo e allo storico delle manutenzioni viaggerebbero insieme ai pezzi stessi e sarebbero immediatamente disponibili. La raccolta differenziata, inoltre, potrebbe essere monitorata in modo molto più efficiente. I tag RFId inseriti all’interno di ogni oggetto permetterebbero poi l’identificazione molto più rapida del proprietario nel caso della restituzione di un oggetto smarrito o rubato. L’implementazione dei sistemi “keyless entry” su larga scala permetterà l’utilizzo di una singola tessera RFId da tenere in tasca per sbloccare automaticamente tutte le porte di casa, dell’ufficio e dell’automobile, sostituendo l’ormai obsoleto e macchinoso sistema di serrature basato sulle chiavi. La diffusione a livello globale di una singola tessera di pagamento RFId consentirebbe l’acquisto automatico di qualunque bene o servizio, facendo coincidere il momento dell’utilizzo con quello del pagamento. La stessa tessera renderebbe possibile l’utilizzo di treni e dei trasporti pubblici senza alcun biglietto e senza la necessità per le compagnie di trasporto di compiere dei controlli a bordo. I braccialetti di riconoscimento dei villaggi turistici potrebbero essere caricati di un determinato credito, permettendo di usufruire dei servizi a pagamento senza bisogno di portarsi dietro il portafoglio. La cucina del futuro potrà dialogare con i tag RFId di una particolare ricetta, impostando correttamente i tempi di cottura e monitorando costantemente la temperatura. Il frigorifero potrà riconoscere il suo contenuto, segnalando quando si stanno esaurendo le scorte di un determinato prodotto e quando si sta avvicinando la sua data di scadenza. La tracciabilità permessa dall’uso di tag RFId porta enormi benefici anche per quanto riguarda le certificazioni di provenienza (un campo dove l’Italia detiene un forte primato). Infine la velocità e la precisione d’identificazione permessa dall’RFId rappresentano un grosso valore aggiunto per i lavori d’ispezione e manutenzione di

! 79! specifici luoghi difficili da distinguere (come i condotti fognari di una città), ottimizzando i tempi e riducendo il rischio di errori.

2.13. Il panorama italiano Il mercato RFId in Italia ha fatto registrare nel recente passato tassi di crescita molto elevati. Attualmente si sta assistendo ad un ridimensionamento di tale espansione: si è passati da un +47% nel 2006 ad un +27% nel 2007, un tasso di crescita sempre molto interessante, ma che di certo contrasta con quanto ci si sarebbe aspettati dopo la liberalizzazione delle frequenze UHF.72 La crescita è stata misurata dall’Osservatorio RFId della School of Management del Politecnico di Milano, che negli ultimi quattro anni ha studiato l’evoluzione del mercato RFId in Italia. L’indicatore aggregato del mercato (definito come il fatturato generato in un anno solare a cliente finale per progetti RFId, nuovi o prosecuzione di progetti precedenti) rappresenta una misura sintetica utile a comprendere le principali dinamiche, sia in termini complessivi, sia in termini di vitalità di specifici settori o soluzioni applicative. La liberalizzazione delle frequenze UHF ha portato con sé effetti contrastanti: da un lato si è osservato un notevole aumento dei progetti RFId in ambito trasporto e logistica (+62%), così come una ripresa di molte attività sperimentali che si erano arenate di fronte ai limiti delle tecnologie HF; dall’altro, tuttavia, la disponibilità dell’UHF ha ridotto la necessità di fare ricorso ai ben più costosi RFId attivi, che prima rappresentavano una sorta di scelta obbligata in talune situazioni. L’effetto netto (sviluppo e cannibalizzazione) porta al quadro prima delineato, che comunque non deve sminuire il fatto che, nei soli sei mesi intercorsi dalla liberalizzazione e fine 2007, le tecnologie UHF hanno mosso un fatturato di quasi 15 milioni73. Rimanendo sui dati aggregati, la crescita complessiva del 27% si scinde in un +21% legato allo sviluppo di nuovi progetti, ed in un +140% legato alla rivendita di prodotti e servizi su progetti già conclusi. Anche questo segnale testimonia una “difficoltà” a mantenere le promesse e le aspettative di qualche anno fa: la disponibilità dell’UHF ha creato le condizioni tecnologie ed economiche per uno

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72 Cfr. http://www.01net.it/articoli/0,1254,0_ART_97005,00.html 73 Cfr. http://www.rfidsolutioncenter.it/!

! 80! sviluppo, che però sta attendendo il lancio di grandi iniziative di settore e l’abbandono dell’attuale fase micro-progettuale, testimoniata dal fatto che oltre l’80% dei progetti avviati nel 2009 ha una spesa RFId inferiore a 50.000 euro74. Dal punto di vista dei settori, l’analisi conferma la centralità dei servizi (Trasporto Persone, Pubblica Amministrazione, Education & Entertainment e Sanità) che dominano il panorama con una quota di mercato pari al 60%. Al loro interno tuttavia il trasporto persone e la Pubblica Amministrazione perdono peso a favore dei rimanenti settori di servizio. All’interno di questo quadro, sta proseguendo il percorso di maturazione delle diverse soluzioni applicative, per cui soluzioni un tempo futuribili (come l’Intelligent Asset Management ed il controllo distribuito di una catena del freddo) si avviano verso le prime applicazioni sperimentali, passo propedeutico al consolidamento che ormai si osserva in ambiti “classici” come il Supporto Operations, l’Identificazione animali, il Controllo accessi, l’Identificazione dei pazienti in Sanità ed il Ticketing nel Trasporto Pubblico. Il 2009 ha rappresentato un anno di consolidamento di queste tendenze: pur in una situazione di difficoltà ad investire, si sono avviati alcuni grandi progetti di filiera proprio in quei settori (quelli del Made in Italy) in cui era lecito aspettarselo, e tutto questo lascia ben sperare per gli anni che verranno. Prestazioni e costi sono ormai maturi per questo salto: restano da vincere i tipici problemi legati a tutte le più significative iniziative di filiera.

2.14. Criticità ed opportunità per lo sviluppo Nonostante il prevedibile e rapido successo, la tecnologia RFId presenta, oggi e per il prossimo futuro, un certo numero di criticità rispetto alle caratteristiche ideali desiderate dall’utenza. Esistono, infatti, problematiche che, se da un lato potranno essere risolte con lo sviluppo tecnologico, dall’altro lato costituiscono ancora un freno all’introduzione massiva della tecnologia nella catena di distribuzione ed in altri ambienti applicativi. Un breve elenco è il seguente: - Scarsa compatibilità “worldwide”; • non uniformità di frequenze operative e potenze in trasmissione in tutto il pianeta !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

74 Cfr. http://www.rfidsolutioncenter.it/

! 81! - Difficoltà nell’allestimento dell’applicazione; • mancanza di sistemi “chiavi in mano”; • aspettative non realistiche indotte dagli integratori; • alti costi del software applicativo - Prestazioni modeste di tag e Reader rispetto alle specifiche o alle aspettative dell’applicazione; • scarsa distanza operativa; • possibilità di fallimenti nelle operazioni di lettura; • bassa velocità di lettura-scrittura - Incompleta applicabilità su tutte le merci; • scarsa flessibilità per la progettazione delle antenne con conseguenti limiti su forma, dimensioni e contenitori dei tag - Difficoltà ad ottenere fiducia da consumatori ed aziende; • modesta sicurezza e protezione dei dati - Limitata integrazione dei processi di “tagging”; • mancata ripartizione dei costi sull’intera catena di distribuzione (produzione, trasporto, commercio) - Impatto ambientale non trascurabile, almeno per alcuni tipi di tag - Alto costo dei tag, che viene percepito, forse a torto, come il maggior fattore ostativo; • viene sommato al prezzo finale delle merci; • non sempre viene ripartito su tutti gli attori della catena di distribuzione. Qualsiasi siano i veri fattori ostativi, emerge una reale difficoltà ad individuare il valore aggiunto della tecnologia RFId nel contesto aziendale, specie in contrapposizione con tecnologie consolidate quali i codici a barre. Ne consegue una difficoltà a giustificare gli investimenti. Un esempio75 è relativo alla grande catena di vendita in USA (già trattata in precedenza), Wal-Mart che ha provocato qualche malumore, forzando i propri fornitori ad implementare la tecnologia RFId, senza troppo curarsi che questi ne comprendessero i benefici per sé e per i loro clienti. Un

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75 Cfr. The RFID Benchmark Report, Finding the Technology’s Tipping Point – Aberdeen Group, Inc.- Dec 2005

! 82! - si somma al prezzo finale delle merci - non sempre viene ripartito su tutti gli attori della catena di distri- buzione. Comunque, qualsiasi siano i veri fattori ostativi, emerge una reale diffi- coltà ad individuare il valore aggiunto della tecnologia RFID nel contesto aziendale, specie in contrapposizione con tecnologie consolidate quali i codici a barre. Ne consegue una difficoltà a giustificare gli investimenti. Un esempio (citato da [54]) è relativo alla grande catena di vendita in USA, Wal-Mart (www.walmartstores.com), che ha provocato qualche malumore, forzando i propri fornitori ad implementare tecnologia RFID, senza troppo curarsi che questi ne comprendessero i benefici per sé e per i loro clienti. Un altro esempio (citato da [52]) vede invece una grande catena di vendita europea, Metro Group (http://www.metrogroup.de), vantare la altro esempio76 vede l’altro colosso europeo riduzione della distribuzione del 14%, dei Metro fondi Group di magazzino, e del 18% del loro deprezza- mento. vantare la riduzione del 14% dei fondi di magazzino e del 18% del loro La maggior parte degli esempi, però, parlano di applicazioni di suc- deprezzamento. cesso, come il “tagging” di due milioni di libri e manoscritti della La maggior parte degli esempi, tuttavia, parlano bibliotecadi applicazioni vaticana, di suc checesso, ha risoltocome il molti problemi di inventario e di pre- “tagging” di due milioni di libri e manoscritti dellastito biblioteca dei volumi. vaticana, che ha risolto Secondo l’indagine [54] dalle risposte di aziende, comunque in mag- molti problemi di inventario e di prestito dei volumi. Figura I.29 gioranza favorevoli all’implementazione della tecnologia RFID, si evince “Hit Parade” dei fattori ostativi per le applicazioni RFID, da [54] una “Hit Parade” dei fattori ostativi che vede al primo posto le proposte di applicazioni che, almeno in apparenza, non brillano per valore aggiunto, seguite dal costo dell’infrastruttura, il costo dei TAG, la mancanza di standard globali (e di compatibilità “worldwi- de”) e le prestazioni modeste, specie nella lettura dei TAG. Per il tema specifico del costo dell’infrastrut- tura, [52] cita uno studio (Soreon Research) che mette i costi del software al primo posto per un progetto RFID. Lo studio [48], invece, stima, nel 2005 il fat-

Fig. 2.7. “Hit Parade” dei fattori ostativi per le applicazioni RFId

Forse, senza troppo attendere futuri sviluppi73 SEZIONE tecnologici, I: RFID, TECNOLOGIA che comun E APPLICAZIONIque si - PARTE I prospettano come un processo lontano dalla stabilizzazione, la via migliore sarebbe quella di non puntare al contesto aziendale per l’introduzione della tecnologia RFId, ma, come accaduto per i codici a barre, coinvolgere nel processo tutta la catena di distribuzione, ripartendo i costi e condividendo i benefici tra tutti gli attori77. In quest’ottica l’attenzione non andrebbe posta tanto nelle prestazioni esasperate di tag e Reader, quanto alla funzionalità di sistemi di gestione e “middleware” e soprattutto alla loro accessibilità da parte di tutti gli attori della catena, compreso il consumatore finale. Inoltre, piuttosto che focalizzarsi sul costo assoluto dei tag, sembra un approccio migliore quello di valutarne il costo relativo, rispetto ai benefici introdotti nelle situazioni d’impiego. Ad esempio, in molte applicazioni nell’ambito della !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

76 Cfr. RFId chips, Future technology on everyone’s lips - Stefan Heng - Deutsche Bank Research www.dbresearch.com - February 20, 2006 77 Cfr. Cfr. Talone, Russo, Bordoni, “RFId tecnologia e applicazioni Fondamenti delle tecniche e cenni sulle applicazioni di una tecnologia silenziosamente pervasiva”, 2009!

! 83! produzione, tag di costo pari a quello attuale, possono non risultare onerosi se si effettua un confronto con soluzioni alternative o con il costo derivante dalle problematiche che vengono risolte con il loro uso. Ad oggi, comunque, l’ordine di grandezza del costo dei sistemi RFId è il seguente: • tag passivi, per grandi volumi di acquisto, da 20 cent (per le etichette più semplici) ad alcuni ! (per tag in contenitori plastici); • tag attivi da circa 10 a 50 o più ! in dipendenza dalla dimensione delle batterie, dalla quantità di memoria, dal tipo di contenitore, dall’eventuale presenza di sensori; • reader da 500 a 3.000 ! in dipendenza delle loro funzionalità. La situazione ad oggi vede un minimo di 20 cent per tag contro meno di 1 cent per un codice a barre stampato. Questo fa pensare che nell’etichettatura dei singoli prodotti (segnatamente nei supermercati) i codici a barre continueranno a dominare per alcuni anni.

tore di costo del software al 7%, quello dei servizi al 34%, mentre il fat- tore di costo dell’hardware è stimato al 59%. Per quanto riguarda i tassi stimati di crescita media fino al 2010, [48] stima il software al 41% per anno, i servizi al 34% e l’hardware al 28% per anno. Forse, senza troppo attendere futuri sviluppi tecnologici, che comun- que si prospettano come un processo lontano dalla stabilizzazione, la via migliore sarebbe quella di non puntare al contesto aziendale per l’intro- duzione della tecnologia RFID, ma, come accaduto per i codici a barre, coinvolgere nel processo tutta la catena di distribuzione, ripartendo i costi Figura I.30 Fig. 2.8. Stime dei maggioriStime dei fattori maggiori di costo fattori di di un’ costoapplicazione di e condividendo RFId i benefici tra tutti gli attori. un’applicazione RFID secondo Soreon Research citato da [52] In quest’ottica l’attenzione non andrebbe posta tanto nelle prestazioni L’adozione di RFId, pertanto, sembrerebbe oggi più promettenteesasperate adi livelloTAG e diReader, quanto alla funzionalità di sistemi di gestio- ne e “middleware” e soprattutto alla loro accessibilità da parte di tutti gli prodotti raggruppati (contenitore, cassa, pallet o contenitori maggiori),attori della piutto catena.sto che di singolo prodotto; a meno che la necessità di politiche anti taccheggiInoltre,o piuttostoo il valore che focalizzarsi sul costo assoluto dei TAG, sembra del prodotto medesimo, non ne giustifichi l’impiego immediato.un approccio migliore quello di valutarne il costo relativo rispetto ai bene- fici introdotti nelle situazioni d’impiego. Con il diffondersi della tecnologia RFId, si stima cheAd i esempio, costi dei in moltetag applicazioni nell’ambito della produzione, TAG diminuiranno progressivamente, il che comporta che realizzazioni,di costo pari attual a quellomente attuale, possono non risultare onerosi se si effettua giudicate troppo costose, possano divenire convenienti con il unpas confrontosare del tempo. con soluzioni A alternative o con il costo derivante dalle pro- blematiche che vengono risolte con il loro uso. In molte circostanze tutta- via il mercato è ancora focalizzato sulla disponibilità del “mitico” TAG con costo pari a 5 cent che ne renderebbe possibile la sua applicazione ad ogni singolo prodotto. 84! ! Ad oggi, comunque, l’ordine di grandezza del costo dei sistemi RFID è il seguente: – TAG passivi, per grandi volumi di acquisto, da 20 cent (per le etichet- te più semplici) ad alcuni € (per TAG in contenitori plastici). – TAG attivi da circa 10 a 50 o più € in dipendenza dalla dimensione delle batterie, dalla quantità di memoria, dal tipo di contenitore, dall’e- ventuale presenza di sensori. – Reader da 500 a 3.000 € in dipendenza delle loro funzionalità. La situazione ad oggi vede un minimo di 20 cent per TAG contro meno di 1 cent per un codice a barre stampato. Questo fa pensare che nell’eti-

74 RFID - TECNOLOGIE PER L’INNOVAZIONE questo proposito le aziende produttrici di microchip stanno lavorando per ridurre l’area di un chip per tag UHF a circa 0,3 mm2; questo dovrebbe far abbassare di molto il costo industriale entro qualche anno. Prospettive a lungo termine fanno capo alla produzione di semiconduttori con polimeri plastici, anziché con silicio.78 Con queste tecnologie si ipotizza di realizzare tag la cui elettronica sia direttamente stampata sull’oggetto, con l’uso di stampanti non troppo dissimili da quelle che oggi stampano i codici a barre. I tag che non contengono al loro interno un chip in silicio promettono di far precipitare i costi delle etichette verso quelli di un codice a barre. Ma per l’affermazione dei tag a polimeri plastici sarà necessario aspettare la seconda generazione; quelli disponibili al momento non rispondono ancora agli standard internazionali e sono poco appetibili dal punto di vista commerciale a causa di limiti tecnici. Infine sembra largamente plausibile che, anche con l’ausilio delle tecnologie più avanzate, presto o tardi ogni prodotto venduto sarà dotato di tag e le applicazioni RFId diverranno, velocemente e senza clamore, una delle tecnologie più massivamente realizzate nella nostra epoca.

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78 Cfr. Rfid, oltre il silicio, Daniela Cipolloni, RFID Italia, luglio 2006

! 85! CAPITOLO 3. SITUAZIONE NORMATIVA E STANDARD DI CERTIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI DI CODIFICA

Nel corso di questo capitolo vengono presi in esame i riferimenti normativi, di carattere cogente e volontario, che regolamentano il variegato mondo dell’identificazione codificata. Questa sezione vuole fornire un’immagine di quello che è l’impegno delle pubbliche istituzioni, nonché degli enti privati, nel costruire una base normativa efficace e rigorosa su quelli che sono gli aspetti più sensibili di questi strumenti.

3.1. Fondamenti e Principi del sistema GS1 Il Sistema GS1 ha origine negli Stati Uniti ed è stato creato nel 1973 dal Uniform Product Code Council, conosciuto come Uniform Code Council, Inc. (UCC) e dal 2005 come GS1 US. Nel 1977 fu costituita la European Article Numbering association (EAN), dal 2005 conosciuta come GS1, con lo scopo di sviluppare un sistema compatibile per gli utilizzi al di fuori del Nord America. Il sistema EAN venne progettato come sistema al di sopra dello UCC e utilizzante, nelle principali applicazioni, 13 cifre.79 Il Sistema GS1 mette a disposizione codici utilizzabili per l’identificazione inequivocabile di beni, servizi, beni riutilizzabili e locazioni, a livello globale. Questi codici possono essere rappresentati sotto forma di barcode per abilitarne la lettura elettronica ovunque sia necessario, nell’ambito dei processi di filiera. Il sistema è progettato con lo scopo di superare i limiti legati all’utilizzo di sistemi di codifica aziendali o di specifiche organizzazioni e settori e per rendere gli scambi e le attività aziendali più efficienti e in linea con le aspettative del consumatore. Oltre a fornire numeri di identificazione univoci, il Sistema GS1 consente la rappresentazione tramite codice a barre di informazioni supplementari, quali date di scadenza, numeri di serie, e numeri di lotto. Seguendo i principi del Sistema GS1, gli utilizzatori possono progettare e sviluppare applicazioni per gestire automaticamente le informazioni ed i dati del Sistema GS1. La logica di tale meccanismo è quella di garantire che i dati, catturati attraverso la lettura di tali codici a barre, producano !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

79 Cfr. A.A.V.V. Specifiche Tecniche GS1 Versione 10, Gennaio 2010

! 86! messaggi elettronici chiari ed inequivocabili, in modo da consentire una completa e preprogrammata elaborazione degli stessi. Il Sistema GS1 è progettato per l’utilizzo in qualunque settore commerciale o industriale ed ogni modifica viene apportata in maniera tale da non generare effetti negativi sul sistema. Tale sistema, che dal febbraio del 2005, è stato ufficialmente lanciato come successore delle organizzazioni conosciute in precedenza come EAN e UCC, incorpora un approccio orientato verso un’architettura aperta. È stato infatti accuratamente disegnato per un’espansione modulare, con impatti minimi sulle applicazioni esistenti.80 Il mantenimento di apposite specifiche tecniche è di responsabilità del GS1 ed include il rispetto di quattro principi del Sistema: • Standard Aperti: questo principio implica la realizzazione di un sistema integrato di identificazione e di standard tecnologici per lo scambio delle informazioni che sia univoco, aperto e guidato dalle esigenze di processo in modo da abilitare, in ogni azienda o settore che lo adotti, la gestione efficace dei processi di filiera ovunque nel mondo. • Differenziazione: il Sistema GS1 è fondato su standard che garantiscono l’identificazione univoca e globale di prodotti, beni, luoghi/funzioni, unità di imballaggio/spedizione. Il Sistema include modalità standardizzate per lo scambio e la movimentazione dei numeri di identificazione e delle informazioni rilevanti ad essi correlate. • Trasparenza: i numeri di identificazione del Sistema GS1 devono essere rilevanti e applicabili alla supply chain, indipendentemente da chi assegna, riceve e processa gli standard. Questo dovrebbe consentire di effettuare qualsiasi funzione secondo modalità univoche. Nuove caratteristiche dovrebbero essere introdotte negli standard solo per consentire nuove applicazioni e migliorare il rendimento delle funzioni esistenti. • Non-Significatività: il Sistema GS1 fornisce strutture dati per applicazioni diverse. L’applicazione determina come il numero sarà utilizzato, ma indipendentemente dall’applicazione, ogni numero deve essere rappresentato nella sua interezza e non spezzato nelle sue componenti. La struttura dati !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

80 Cfr. AA.VV. L’architettura Tecnologica RFId di EPCglobal, 2008

! 87! garantisce l’univocità a livello mondiale nell’area dell’applicazione di riferimento.

3.2. Politiche per il Sistema di identificazione Il sistema di codifica GS1 fornisce un’identificazione univoca ed inequivocabile per le entità fisiche, parti e relazioni coinvolte nei processi di filiera. Le regole che seguono vengono applicate a tutti i settori che fanno uso del Prefisso Aziendale GS1 insieme con le Chiavi GS1 ed il Sistema di Identificazione GS1. Queste regole garantiscono l’integrità, nel lungo termine, del sistema di identificazione GS1, così vitale per i processi globali. 1. Identificatori obbligatori Tutti gli standard GS1 devono incorporare gli standard di identificazione GS1 quali identificatori obbligatori e in nessun caso standard di identificazione obbligatori non GS1. 2. Identificatori non-GS1 Identificatori non-GS1 possono essere utilizzati con gli standard GS1 quali identificatori addizionali (non alternativi). L’implementazione di applicazioni che utilizzano identificatori non-GS1 come identificatori primari, non sono compatibili con gli standard GS1. 3. Prefisso Aziendale GS1 Il Prefisso Aziendale GS1 è utilizzato esclusivamente con gli standard GS1 di identificazione che sono espressi nelle applicazioni con codice a barre, nei messaggi GS1 eCom, per la sincronizzazione globale dei dati, nella registrazione al network e nei Tag EPC all’interno dei valori di testata riservati al Sistema GS1. Tale Prefisso Aziendale è parte integrante delle strutture dati GS1 ed è composto dal Prefisso GS1 e dal numero identificativo dell’azienda, che viene assegnato dall’Organizzazione Membro GS1 (in Italia l’Indicod). Il Prefisso GS1, invece, è un numero di due o più cifre, amministrato dal GS1 Global Office, che è assegnato alle Member Organisation GS1 (MOs) oppure è definito per l’utilizzo a circolazione limitata. Lo scopo principale dei Prefissi GS1 è di consentire

! 88! Specifiche Tecniche GS1, Versione 10 Sezione 1: Fondamenti e Principi del Sistema GS1

! RCN-8 è un codice a 8 cifre a circolazione limitata, che inizia con “0” oppure con “2”. Un codice a quantità variabile identifica prodotti a peso variabile che devono essere letti con scanner presso il punto di vendita. Le regole per la sua gestione vengono definite dalla Member Organisation locale. ! VMN-12 è un codice a 12 cifre a circolazione limitata codificato con un simbolo UPC-A per consentire la lettura a scanner di prodotti a peso variabile nel punto di vendita. Viene definito per soddisfare regole specifiche di mercato e viene associato ad un Prefisso 2 U.P.C. ! VMN-13 è un codice a 13 cifre a circolazione limitata e codificato con simbologia EAN-13 per consentire la lettura a scanner di prodotti a peso variabile nel punto di vendita. Viene definito per soddisfare regole specifiche di mercato e viene associato a prefissi GS1 compresi tra 20 e 29.

1.4.2. Prefissi GS1 Il Prefisso GS1 è un numero di due o più cifre, amministrato dal GS1 Global Office, che è assegnato alle Member Organisation GS1 (MOs) oppure è definito per l’utilizzo a circolazione limitata. Lo scopo unaprincipale gestione dei Prefissi decentralizzata GS1 è di consentire dei numeri una ges ditione ide decentralizzatantificazione .dei81 numeri di identificazione. I Prefissi GS1 sono riportati nelle Figure 1.4.2 – 1 e 1.4.2 – 2

Figura 1.4.2 – 1 Sinossi di Prefissi GS1 Prefissi GS1 Descrizione 000 - 019 Prefissi GS1* (usati per creare i prefissi aziendali U.P.C.) 02 Identificazione di prodotti a peso variabile con distribuzione ristretta 030 - 039 Prefissi GS1 04 Numeri GS1 a circolazione ristretta 05 Identificazione GS1 di coupon GS1 negli Stati Uniti 060 - 099 Prefissi GS1 (usati per creare prefissi aziendali negli Stati Uniti) 100 - 139 Prefissi GS1 140 - 199 Riservati 20 - 29 Numeri GS1 a circolazione ristretta entro aree o regioni geografiche 300 - 969 Prefissi GS1 970 - 976 Riservati 977 Prefissi ISSN (Pubblicazioni periodici/quotidiani) 978 - 979 Prefissi ISBN (libri) 980 Identificazione GS1 per rimborsi/resi 981-984 Identificazione GS1 per coupon in aree a moneta/valuta comune 985 - 989 Riservati per ulteriori identificazioni di coupon 99 Identificazione GS1 di coupon

* A partire dal Prefisso Aziendale GS1: 00 00100 per evitare collisioni con i codici di identificazione GTIN-8.

Fig. 3.1. I Prefissi GS1

4. Indipendenza dal Carrier Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 6 di 9 Le chiavi di identificazione GS1 sono definite e utilizzate indipendentemente dal data carrier (per esempio: bar code, Radio Frequency Identification, messaggi commerciali). 5. Messaggi commerciali GS1 I messaggi elettronici GS1 o le applicazioni standard GS1 utilizzano apposite Chiavi di Identificazione per l’identificazione esclusiva di caratteristiche specifiche della simbologia GS1. Un esempio di caratteristica specifica della simbologia GS1 è l’utilizzo del Carattere di Controllo Modulo 103 della simbologia GS1-128, che assicura la cattura del dato.

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$%!Cfr. AA.VV. Specifiche Tecniche GS1 Versione 10, Gennaio 2010

! 89! 3.3. Data Carriers: specifiche tecniche per la simbologia dei codici a barre Specifiche Tecniche GS1 UnGeneral data Specifications, carrier è Verunosione strumento 10 di rappresentazione delle informazioniSezione 5: perData laCarriers lettura tramite scanner. Più semplicemente, esso consiste nel simbolo, posto sulle confezioni o sulle merci oggetto di codificazione, rappresentato dal codice a barre Specifiche Tecniche GS1 General Specifications, Versione 10 Sezione 5: Data Carriers 5.1. Introduzionevero e proprio. Il Sistema GS1 specifica il data carrier da utilizzare per rappresentare Unqualsiasi data carrier Element è uno strumento String, ossia di rappresentazione qualsiasi tipologia delle diinformazioni codice si pervoglia la lettura affiancare tramite ad scanner. un I codici a barre del sistema GS1 sono descritti nelle Sezioni 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.6, 5.7 e 5.8. La parte relativaprodotto. alle valutazioni82 Il Sistema sulla uti qualitàlizza idi seguenti stampa s datai trova carrier: invece nella Sezione 5.5. 5.1. Introduzione Il Sistema• la GS1 simbologia specifica EAN/UPCil data carrier di da codici utilizz are a barre per rappresentare (codici a barre qualsiasi UPC Element-A, UPC String.-E, La Sezione 2 comprende le norme che indicano quali data carrier utilizzare per rappresentare gli Element Un data carrier è uno strumento di rappresentazione delle informazioni per la lettura tramite scanner. I string nelle varie applicazioni. codici a barreEAN del-13, sistema e EAN GS1-8 e sono i simboli descritti add nelle-on Sezionia 2 e 5 cifre)5.1, 5.2, possono 5.3, 5.4, essere 5.6, 5.7 letti e in5.8. modo La par te relativa alle valutazioni sulla qualità di stampa si trova invece nella Sezione 5.5. Il Sistemaomnidirezionale. GS1 utilizza i seguenti Questi data simbolicarrier: devono essere utilizzati per tutte le unità Il! Sistema La simbologia GS1 specifica EAN/UPC il data di carriercodici ada barre utilizz (codiciare per a brappresentarearre UPC-A, UPC-E,qualsiasi EAN-13, Element e String. EAN-8 La e i Sezionesimboli 2commerciali comprende add-on a le 2 chenorme e 5vengono cifre) che indicanopossono lette tramite quali essere dat scannera letticarrier in al modoutilizzare punto omnidirezionale. diper vendita rappresentare al dettaglio Questi gli Element simboli e stringdevono nelle varie essere applicazioni. utilizzati per tutte le unità commerciali che vengono lette tramite scanner al puntoper di venditale unità al commerciali. dettaglio e per le unità commerciali. Il Sistema GS1 utilizza i seguenti data carrier: ! La simbologia EAN/UPC di codici a barreFigura (codici 5.1 a - b1arre UPC-A, UPC-E, EAN-13, e EAN-8 e i simboli add-on a 2 e 5 cifre) possono essere letti in modo omnidirezionale. Questi simboli EAN-13 UPC-A devono essere utilizzati per tutte le unità commerciali che vengono lette tramite scanner al punto di vendita al dettaglio e per le unità commerciali.

Figura 5.1 - 1 EAN-13 UPC-A

!

! ITF-14 (Interleaved 2-of-5) simbologia per codice a barre trasporta numeri di identificazione soltanto• ITF -su14 unità (Interleaved commerciali 2-of non-5) simbologiadestinate alle per ba codicerriere casse a barre dei che punti trasporta di vendita. numeri I simboli ITF-14 sono particolarmente adatti alla stampa dire tta sul cartone ondulato.! di identificazione soltanto su unità commerciali non destinate alle barriere

Figura 5.1 - 2 ! ITF-14casse (Interleaved dei punti 2-of-5) di vendita. simbologia I simboli per codice ITF a-14 barre sono trasporta particolarmente numeri di adattiidentificazione alla

soltanto su unità commerciali non destinate alle barriere casse dei punti di vendita. I simboli ITF-14stampa sono particolarmente diretta sul cartone adatti ondul alla stampaato. diretta sul cartone ondulato.

Figura 5.1 - 2

18931234567894

! Il simbolo GS1-128 è basati sul Code 128. Il suo utilizzo è esclusivamente concesso in licenza a GS1. È una simbologia estremamente flessibile e rappresenta gli Element String grazie agli Application Identifier. 18931234567894

Figura 5.1 - 3 ! Il simbolo GS1-128 è basati sul Code 128. Il suo utilizzo è esclusivamente concesso in licenza a GS1.• GS1È una DataBar simbologia è una estremamente famiglia di flessibile simbologie e rap linearipresenta utilizzate gli Element nel sistemaString grazie GS1. agli !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Application Identifier.!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !

82 Cfr. RFId tra presente e futuro. I risultati 2005Figura dell’Osservatorio 5.1 - 3 RFId, Politecnico di Milano, 2005 (01) 10614141543219

! 90! (01) 10614141543219 Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 2 di 141

Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 2 di 141 Specifiche Tecniche GS1 General Specifications, Versione 10 Sezione 5: Data Carriers

SpecificheSpecifiche Tecniche Tecniche GS1 GS1General General Specifications, Specifications, Ver Versionesione 10 SezioneSezione 5: Data Carriers 5: Data Carriers

! GS1 DataBar è una famiglia di simbologie lineari utilizzate nel sistema GS1. Questa famiglia Questa famiglia di simbologie lineari, nella maggior parte dei casi codifica di simbologie lineari, nella maggior parte dei casi codifica l’ Application Identifier (01) e nel ! GS1 DataBar è una famiglia di simbologie lineari utilizzate nel sistema GS1. Questa famiglia caso! GS1del di GS1DataBar simbologiel’ ApplicationDataBar è unalineari, Expanded famiglia Identifiernella maggior di (01)simbologiecodifica parte e nel dei esplicitamen caso lineari casi del codifica u GS1tilizzatete l’ DataBar Applicationle nel stringhe sistema Expanded Identifier elementi GS1. codifica (01)Questa eutilizzando nel famiglia gli Application Identifier. di simbologiecaso delesplicitamente GS1 lineari, DataBar nella le Expandedstringhe maggior elementi codifica parte utilizzandoesplicitamendei casi codifica glite leApplication stringhe l’ Application elementi Identifier. Identifierutilizzando (01)gli e nel casoApplication del GS1 Identifier.DataBar Expanded codifica esplicitamente le stringhe elementi utilizzando gli Application Identifier. Figura 5.1 - 4 Figura 5.1 - 4 Figura 5.1 - 4

(01)20012345678909 (01)20012345678909

(01)20012345678909 ! I simboli Composite non esistono da soli ma sempre come componenti. L’identificazione primaria• I simboliè sempre Composite codificata nel non simbolo esistono lineare da e soligli Application ma sempre Identifier come con componenti. le informazioni ! I simboli supplementari Composite possono non esistono essere codificate da soli nella ma sempre componente come bidimensionale componenti. (2D) L’identificazioneladdove primaria! I simboli èoccupano sempre L’ Compositeidentificazione meno codificata spazio. non primarianel esistono simbolo è sempre da lineare soli codificata ma e sempregli Application nel simbolocome componenti. Identifierlineare, mentre con L’identificazione glile informazioni primaria è sempre codificata nel simbolo lineare e gli Application Identifier con le informazioni supplementariApplication possono Identifieressere codificate con le informazioni nella compo supnenteplementari bidimensionale possono essere (2D) laddove occupanosupplementari meno spazio. possono essere codificateFigura 5.1 nella - 5 componente bidimensionale (2D) laddove occupano meno spazio. codificate nella componente(17)050101(10)ABC123 bidimensionale (2D) laddove occupano meno Figura 5.1 - 5 spazio. Figura 5.1 - 5

(17)050101(10)ABC123(17)050101(10)ABC123

(01)04012345678901

! Data Matrix ISO versione ECC 200 è l’unica versione che consente la codifica delle strutture dati del Sistema GS1, incluso il carattere(01)04012345678901(01)04012345678901 Function 1 del simbolo. Il Data Matrix può essere utilizzato secondo linee guida rilasciate dal GS1, come nel caso di prodotti farmaceutici particolarmente piccoli.

! Data Matrix• Data ISO Matrix versione ISO versione ECC 200 ECC è Figura l’unica200 è5.1 l’unicaversion - 6 versionee che consente che consente la codifica la codifica delle strutture ! Data Matrix ISO versione ECC 200 è l’unica versione che consente la codifica delle strutture dati del Sistemadelle strutture GS1, datiincluso del Sistema il carattere GS1, Function incluso il 1carattere del simbolo. Function Il Data1 del simbolo.Matrix può essere dati delutilizzato Sistema secondo GS1, incluso linee guida il carattere rilasciate Function dal GS1, 1 comedel simbolo. nel caso Il diData prodotti Matrix farmaceutici può essere utilizzatoparticolarmente secondoIl Data lineepiccoli. Matrix guida può essere rilasciate utilizzato dal GS1,secondo come linee guidanel caso rilasciate di prodotti dal GS1, farmaceutici particolarmente piccoli. come nel caso di prodotti farmaceuticiFigura particolarmente5.1 - 6 piccoli.

Figura 5.1 - 6 5.1.1. Standard internazionali Un certo numero di organismi di standardizzazione nazionali e regionali hanno messo a punto gli standard tecnici per il simbolo di codice a barre. L'International Standards Organisation (ISO) ha pubblicato le specifiche standard della simbologia del codice a barre attraverso un sottocomitato della norma ISO / IEC JTC1 (International Standards Organisation / International Electronics Committee Joint Technical Committee 1). 5.1.1. StandardGS1 è attivamenteinternazionali impegnata nello sviluppo di queste norme. L'obiettivo è che il Sistema degli standard GS1 rimanga pienamente compatibile con gli standard di simbologia di carattere nazionale, 5.1.1. StandardUn certo internazionali3.3.1.Codici numero di a organismibarre lineari di standardizzazione– Specifiche della simbologia nazionali eEAN/UPC regionali hanno messo a punto gli standard tecnici per il simbolo di codice a barre. L'International Standards Organisation (ISO) ha Un certopubblicato numero le Lspecifiche dia famiglia organismi standard della di simbolog standardizzazione della simbologiaia EAN/UPC del n presentaazionalicodice a lebarre e seguenti regionali attraverso caratteristiche hanno un sottocomitato messo per a punto della gli norma ISO / IEC JTC1 (International Standards Organisation / International Electronics Committee standard tecnicila rappresentazione per il simbolo grafica di codice del codice a barre. a barre L'International: Standards Organisation (ISO) ha Joint Technical Committee 1). pubblicatoEdizione 1, Gennaio le specifiche 2010 standard della Tutti i simbologiacontenuti riservat idel © GS1 codice a barre attraverso unPagina sottocomitato 3 di 141 della normaGS1 ISO è / attivamente IEC JTC1 (Internationalimpegnata nello Standards sviluppo di Organ questisatione norme. / International L'obiettivo è Electronics che il Sistema Committee degli Joint Technicalstandard GS1 Committee rimanga 1).pienamente compatibile con gli standard di simbologia di carattere nazionale, ! 91! GS1 è attivamente impegnata nello sviluppo di queste norme. L'obiettivo è che il Sistema degli standard GS1 rimanga pienamente compatibile con gli standard di simbologia di carattere nazionale,

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Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 3 di 141 • Serie di caratteri codificabile: comprende le cifre da 0 a 9, vale a dire i caratteri ASCII da 48 a 57. • Tipo di simbologia: continuo. • Densità dei caratteri: 7 moduli per ciascun carattere. • Elementi per ciascun carattere: 4, comprendenti 2 barre (barre scure) e 2 spazi (barre chiare), ciascuna avente larghezza pari a 1, 2, 3 or 4 moduli (i caratteri ausiliari hanno numeri di elementi diversi). Specifiche Tecniche GS1 General Specifications, Versione 10 Sezione 5: Data Carriers • Carattere di controllo del simbolo.

• perLunghezza rappresentare fissa le cifre della riportate serie nella di metà informazioni a sinistra del simbolo.codificabile La tabella (8, che 12, segue, o 13 riporta caratteri le combinazioni dei set di simboli con i corrispondenti valori che assume la prima cifra. Il sistema di numerazionecompresa perla cifrala cifra di iniziale controllo, è specificato a seconda nella Figura dello 5.2.2.3.1 specifico - 1. La tipo Figura di 5.2.2.3.1 simbolo). - 2 è un esempio di un simbolo EAN-13. • Decodifica in modo omnidirezionale. Figura 5.2.2.3.1 – 1 Metà sinistra del simbolo EAN-13 • UnaCifra Iniziale,cifra di controlloSerie Numeriche obbligatoria. Usate per Codificare la Metà Sinistra del Simbolo EAN-13 Codificata • DatiImplicitamente non significativi ad esclusione della Cifra di controllo. Posizione del Carattere del Simbolo La struttura del simbolo 1 EAN-13 2 è caratterizzata 3 4 dalla presenza 5 dei 6seguenti elementi (da0* sinistra verso A destra): A A A A A 1 A A B A B B • Un margine2 sinistro; A A B B A B • Barre iniziali;3 A A B B B A 4 A B A A B B • Sei caratteri5 tratti dalle A serie numeriche B BA e B; A A B • Barre cen6 trali; A B B B A A 7 A B A B A B • Sei caratter8 i tratti dalla A serie numerica B C; A B B A • Barre terminali;9 A B B A B A • Un margineNota: Il valore destro. 0 della cifra iniziale è riservato a simboli che codificano serie di informazioni GTIN-12.

Figura 5.2.2.3.1 – 2 Simbolo EAN-13

!

5.2.2.3.2. I Simboli EAN-8 PoichéLa ilstruttura simbolo del simbolo EAN EAN-8-13 rappresenta,è caratterizzata dal attraversola presenza dei le seguenti barre, elementi solo 12 (da dellesinistra 13vers o cifre previstedestra): (compresa la cifra di controllo), il valore della prima cifra del codice, cioè il ! Un margine sinistro carattere! Barre nella iniziali posizione più a sinistra nella serie di informazioni, viene dedotto in base alla! Quattro combinazione caratteri tratti dei dalla set serie di simbolinumerica A(A e B) utilizzati per rappresentare le cifre ! Barre centrali riportate! Quattronella metàcaratteri a trattisinistra dalla delserie simbolo. numerica C ! Barre terminali ! Un margine destro

! 92! Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 8 di 141 Specifiche Tecniche GS1 General Specifications, Versione 10 Sezione 5: Data Carriers

Il carattere più a destra deve codificare la cifra di controllo calcolata come da Sezione 7.10. La Figura 5.2.2.3.2 - 1 è un esempio di un Simbolo EAN-8.

Figura 5.2.2.3.2 – 1 Simbolo EAN-8

" !

La struttura del simbolo UPC-A è caratterizzata dalla presenza dei seguenti elementi 5.2.2.3.3. I Simboli UPC-A (da sinistraLa struttura verso del simbolodestra): UPC-A è caratterizzata dalla presenza dei seguenti elementi (da sinistra verso destra): • Un margine sinistro; ! Un margine sinistro • Barre! Barre iniziali; iniziali ! Sei caratteri tratti dalle serie numeriche A e B • Sei caratteri tratti dalle serie numeriche A e B; ! Barre centrali • Barre! Sei carattericentrali; tratti dalla serie numerica C ! Barre terminali • Sei caratteri tratti dalla serie numerica C; ! Un margine destro • BarreI simboli termin UPC-A ali; possono essere decodificati come un numero a 13 cifre aggiungendo al numero GTIN-12 uno zero implicito. La Figura 5.2.2.3.3 -1 è un esempio di Simbolo UPC-A Un margine destro. • Figura 5.2.2.3.3 – 1 Simbolo UPC-A

Specifiche Tecniche GS1 General Specifications, Versione 10 Sezione 5: Data Carriers 5.2.2.3.4.I simboli I Simboli UPC UPC-E-A possono essere decodificati come un numero a 13 cifre La struttura del simbolo UPC-E è caratterizzata dalla presenza dei seguenti elementi (da sinistra verso Figura 5.2.2.3.5.2 – 2 Simbolo a Barre EAN-13 con Add-On a Cinque Cifre aggiungendodestra): al numero GTIN-12 uno zero implicito. ! I! simboliUn margine EAN/UPC sinistro possono essere stampati a varie densità per adattarsi a una ! Barre iniziali varietà! diSei processi caratteri trattidi stampa dalle serie e numerichedi scansione. A e B Il parametro dimensionale significativo è “X”, vale! Barre a dire speciali una larghezza ideale di un elemento composto da un singolo modulo. ! Un margine destro La dimensioneIl simbolo UPC-E X deve può essere essere usato costante soltanto perper codi tuttificare i moduliserie di informazioni che compongono GTIN-12 che inizinoil simbolo 5.2.2.4.per zero Dimensioni e contengano e Tolleranze una sequenza di quattro o cinque zeri in posizioni definite, come riportato nella e deveFigura essere 5.2.2.3.4 pari - a1. 0,33Questi mmzeri vengono (0,013 eliminati pollici). dalle Lainformazioni larghezza durante di laciascuna codifica mediante barra il(barra 5.2.2.4.1.processo Dimensioni di soppressione Nominali degli dei zeriCaratteri descritto nella Sezione 5.2.2.3.4.1. La Figura 5.2.2.3.4 - 1 è un esempio di Simbolo UPC-E. scura) e I simboli di ciascuno EAN/UPC possono spazio essere (barra stampati chiara) a varie densità viene per adattarsi determinata a una varietà dimoltiplicando processi di la stampa e di scansione. Il parametro dimensionale significativo è X, vale a dire la larghezza ideale di un dimensioneelemento X per composto la larghezza, da un singolo modulo.espressa La dimensio in moduli,ne X deve esseredi ciascuna costante per barra tutti i moduli (barra che scura) e compongono il simbolo. Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 9 di 141 di ciascunoLe dimensioni spazio dei(barra simboli chiara). EAN-13, UPC-A, Esiste EAN-8 un’ e UPeccezioneC-E fanno riferimento per i valoria una serie delle di dimensioni cifre 1, 2, 7 e definite per i diversi livelli di fattore d’ingrandimento riportate nella Sezione 5.2.4.6. 8. Per questiLa dimensione caratteri, X (larghezza le barre di un singolo(barre modulo) scure) a grandezza e gli spazinominale (barre è pari a 0,33 chiare) mm. (0,013 vengono pollici). ridotti La larghezza di ciascuna barra (barra scura) e di ciascuno spazio (barra chiara) viene determinata o ingranditimoltiplicando di 1/13 la dimensione di modulo X per la larghezza, per garantireespressa in moduli, una di ciascuna distribuzione barra (barra uniformescura) e di delle ciascuno spazio (barra chiara) (1, 2, 3 o 4). Esiste un'eccezione per i valori delle cifre 1, 2, 7 e 8. Per questi caratteri, le barre (barre scure) e gli spazi (barre chiare) vengono ridotti o ingranditi di 1/13 di tolleranzemodulo della per garantire larghezza una distribuzione della uniforme barra del, le tolleranze migliorando della larghezza pertant della barra,o l’miglioraaffidabilitàndo di pertanto l'affidabilità di scansione. scansione.La riduzione o l'ingrandimento in millimetri alla grandezza nominale delle barre (barre scure) e degli spazi (barre chiare) per i caratteri 1, 2, 7 e 8 delle serie numeriche A, B e C è riportato nella Figura 5.2.2.4.1 - 1:

Figura 5.2.2.4.1 – 1 Riduzione/Ingrandimento per i Caratteri 1, 2, 7 e 8 Serie Numerica A Serie Numerica C Valore del Barra (Barra Scura) Spazio (Barra Barra (Barra Scura) Spazio (Barra Carattere mm Chiara) mm Chiara) mm mm 1 - 0.025 +0.025 +0.025 - 0.025 2 - 0.025 +0.025 +0.025 - 0.025 7 +0.025 - 0.025 - 0.025 +0.025 8 +0.025 - 0.025 - 0.025 +0.025

Nota: Fig.Si noti 3.2. che Riduzione/ingrandimentole apparecchiature per la generazione per I caratteridi simboli già1, 2,esistenti 7 e 8 che utilizzano un valore di 0,030 mm. per il fattore di riduzione/ingrandimento a grandezza nominale possono continuare a utilizzarlo anche nel prossimo futuro.

5.2.2.4.2. Altezza del Simbolo ! Per i simboli EAN-13, UPC-A e UPC-E, l'altezza delle barre (barre scure) nel simbolo a grandezza 93! nominale è pari a 25,9 mm. (0.013 pollici).

Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 15 di 141 3.3.2. Codici a Barre bidimensionali – Simbologia Data Matrix Le Specifiche Tecniche GS1 prendono in esame anche alcuni aspetti tecnici della simbologia per codici a barre bidimensionali Data Matrix, modalità di codifica di dominio pubblico dal 1994. Il GS1 Data Matrix è uno stand-alone, caratterizzato da una simbologia bidimensionale a matrice, composta da moduli quadrati posizionati lungo un perimetro.83 Questa sezione fornisce solo una breve panoramica delle specifiche tecniche Data Matrix. Elementi più di dettaglio si possono ritrovare nella norma internazionale “ISO/IEC 16022 Tecnologia dell’informazione - International simbologia Disciplinare - Data Matrix”. Il Sistema GS1 ha adottato il Data Matrix, in parte perché è in grado di codificare le strutture dati del Sistema GS1, e poi perché offre altri vantaggi tecnici. Il suo design compatto e l’esistenza di diversi processi produttivi che permettono di ospitare la simbologia su vari substrati, offrono alcuni vantaggi rispetto ad altri simboli attualmente in uso nel Sistema GS1.84 L’implementazione del Data Matrix avviene attraverso le linee guida approvate del Sistema GS1. Alcuni dei processi di produzione che possono essere utilizzati per la produzione dei simboli Data Matrix sono i seguenti: • Direct part marking (marcatura diretta sul prodotto), come la marcatura a penna su diversi elementi, quali prodotti per il settore automobilistico, parti metalliche degli aeromobili, strumenti medici e chirurgici; • Laser o parti incise chimicamente con basso contrasto, o elementi marcati a luce su uno sfondo scuro (ad esempio, circuiti e componenti elettronici, strumenti medici, protesi chirurgiche); • Elementi e componenti stampati a getto d’inchiostro ad alta velocità in cui i punti stampati non possono formare un simbolo lineare leggibile; • Oggetti di dimensioni molto ridotte, che richiedono una simbologia con rapporto di forma quadrata e/o non possono essere marcati all’interno dello spazio assegnato dal confezionamento con simboli GS1 DataBar;

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83 Cfr. http://www.epcglobalinc.org/home/ 84 Cfr. V. Agarwal, Assessing the benefits of Auto-ID technology in the Consumer Goods Industry, Auto-ID Center, 2001

! 94! Specifiche Tecniche GS1 General Specifications, Versione 10 Sezione 5: Data Carriers

! Laser o parti incise chimicamente con basso contrasto o elementi marcati a luce su uno sfondo scuro (ad esempio, circuiti e componenti elettronici, strumenti medici, protesi chirurgiche) ! Elementi e componenti stampati a getto d'inchiostro ad alta velocità in cui i punti stampati non possono formare un simbolo lineare leggibile ! Oggetti di dimensioni molto ridotte, che richiedono una simbologia con rapporto di forma quadrata e/o non possono essere marcati all'interno dello spazio assegnato dal confezionamento con simboli GS1 DataBar e/o Composite I simboli Data Matrix vengono letti da scanner di immagini a due dimensioni o da sistemi di visione. La maggiorTutti parte i simbolidegli altri scanner Data Matriximager che vengono non sono a letti due dimensioni da scanner non possono di immagini leggere i asimboli due Data Matrix. L’utilizzo del Data Matrix è limitata ad applicazioni di nicchia che coinvolgeranno i nuovi dimensiscanneroni per oimmagini da sistemi lungo ditutta visione, la supply mentrechain. la maggior parte degli altri scanner che

5.7.2. non Caratteristiche sono a due dimensioni del Data nonMatrix possono ed Elementi leggere Fondamentali i simboli Data delMatrix. Simbolo

Figura 5.7.2 – 1 Simbolo Data Matrix This corner is always a white square for ECC 200

“L” Shaped finder pattern Legenda:

This corner is always a white square for ECC 200 Per la versione ECC 200 questo angolo è sempre un quadrato bianco

“L” shaped finder pattern Perimetro (Finder pattern) a forma di “L”

Fig. 3.3. Il simbolo Data Matrix ! La Figura 5.7.2 - 1 rappresenta un simbolo Data Matrix con 20 righe e 20 colonne (compreso il find pattern ma non la quiet zone). ! Il finder pattern a forma "L" o il bordo di allineamento del Data Matrix corrisponde ad un moduloLa Figura di larghezza. 3.3. rappresenta un simbolo Data Matrix con 20 righe e 20 colonne. Il !finder La quietpattern zone a delforma Data “ MatrixL” o ilcorrisponde bordo di adallineamento un modulo di dellarghezza Data Matrixsu tutti eco quattrorrisponde i lati. Come con altri codici a barre non si stampa nella quiet zone. ad! un I modulo simboli ECCdi larghezza. 200 possono La quiet sempre zone essere del distintiData Matrix da precedenti corrisponde versioni ad di un Data modulo Matrix perché l'angolo opposto alla metà del finder pattern è un modulo zero o risulta essere bianco di larghezzanella stampa su normale. tutti e quattro i lati. Le più recenti versioni di Data Matrix si distinguono! Per i simboli dalle quadrati precedenti Data Matrixperché esistono l’angolo solo opposto un numero alla pari metà di righe del findere colonne. pattern A seconda è un dei requisiti espressi dai dati da codificare, i simboli possono variare da quadrati di 10 righe moduloper zero 10 colonne o risulta (10 essere x 10) biancoa quadrati nella 144 stampa x 144 (compnormale.resi i pattern finder ma non la quiet zone). ! PerPer la i simboli stampa normale, quadrati un Data modulo Matrix ha esistonouna grandezza solo un di una numero X per pari una di X. righe Per lae rappresentazione dei dati, un modulo scuro è un binario e un modulo chiaro è uno zero colonne e, a seconda dei requisiti espressi dai dati da codificare, i simboli possono variare da quadrati di 10 righe per 10 colonne (10 x 10) a quadrati 144 x 144. Il Data Matrix può essere stampato in formato quadrato o rettangolare. Il primo Edizione 1, Gennaio 2010 Tutti i contenuti riservati © GS1 Pagina 118 di 141 viene usato solitamente in quanto possiede un range di grandezze più ampio ed è l’unico formato disponibile per codificare un quantitativo elevato di dati. Il simbolo più grande a forma di rettangolo può codificare 98 digit, mentre quello più grande a forma di quadrato può codificare 3116 caratteri. Lo standard internazionale “ISO/IEC 15415 Information technology - Automatic identification and data capture techniques - Bar code symbol print quality test specification – Linear Symbols” è invece alla base della metodologia per la

! 95! misurazione e la qualità del Data Matrix.85 Il livello di qualità di stampa viene misurato da verificatori conformi agli standard. Il grado di valutazione si basa sull’analisi dei seguenti elementi: • il livello; • l’apertura di misurazione; • la lunghezza d’onda della luce usata per la misurazione; • l’angolo di illuminazione relativo al simbolo. Il livello è il grado complessivo del simbolo come definito nella “ISO/IEC 15415 Information technology - Automatic identification and data capture techniques - Bar code symbol print quality test specification”. Per il simbolo Data Matrix il numero del livello può essere seguito da un asterisco (*), che indica che la parte circostante il simbolo contiene gli estremi di riflettanza che possono interferire con la sua lettura. Questo deve essere specificato per la maggior parte delle applicazioni, pena la non lettura del simbolo. L’apertura è il diametro, in migliaia di pollici, dell’apertura sintetica definita sempre nella ISO/IEC 15415. Con il termine “luce” si definisce invece l’illuminazione: si tratta di un valore numerico che indica il picco della lunghezza d’onda della luce in nanometri. Il carattere alfabetico W indica che il simbolo è stato misurato con una illuminazione a banda larga (luce bianca) e le sue caratteristiche di risposta spettrale devono essere imperativamente definite o devono avere specifiche chiaramente definite. L’angolo è un ulteriore parametro che definisce l’angolo di incidenza (rispetto al piano del simbolo) dell’illuminazione. Deve essere incluso nella rilevazione del livello del simbolo quando l’angolo di incidenza è diverso da 45 gradi, mentre la sua assenza indica che l’angolo di incidenza è 45 gradi. Qualsiasi uso del GS1 Data Matrix deve essere conforme alle Linee guida del Sistema GS1 e deve essere limitato a quelle applicazioni definite dal Sistema stesso per il Data Matrix.86 Quest’ultimo non sostituisce le altre simbologie GS1. Le applicazioni già in essere che utilizzano in modo soddisfacente le simbologie GS1 (EAN/UPC, ITF-14, GS1-128, GS1 DataBar, Composite) possono continuare ad

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

85 Cfr. http://www.iso.org 86 Cfr. http://www.osservatori.net/home

! 96! essere impiegate.

3.4. Standard internazionali Oltre alle specifiche tecniche citate in precedenza, le quali determinano per ciascuna tipologia di data carriers il relativo campo d’applicazione e le caratteristiche tecniche della simbologia, alcuni tra i principali organismi di standardizzazione hanno messo a punto gli standard tecnici per la simbologia del codice a barre. L’International Standards Organisation (ISO) ha pubblicato le specifiche standard della simbologia del codice a barre attraverso un sottocomitato della norma ISO/IEC JTC1 (International Standards Organisation/International Electronics Committee Joint Technical Committee 1). GS1 è attivamente impegnata nello sviluppo di queste norme. L’obiettivo è che il Sistema degli standard GS1 rimanga pienamente compatibile con gli standard di simbologia di carattere nazionale, regionale e internazionale. Di seguito vengono proposti i principali standard ISO di riferimento per la codifica delle informazioni: • ISO/IEC 15424: Information technology; automatic identification and data capture techniques; data carrier/symbology identifiers; • ISO/IEC 15420: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code symbology specifications; EAN/UPC; • ISO/IEC 16390: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code symbology specifications; ITF-14; • ISO/IEC 15417: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code symbology specifications; GS1-128 Symbology specifications; • ISO/IEC 15415: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code print quality test specification; two-dimensional symbols; • ISO/IEC 15416: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code print quality test specification; linear symbols; • ISO/IEC 15419: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code digital imaging and printing performance testing; • ISO/IEC 15421: Information technology; automatic identification and data

! 97! capture techniques; bar code master test specifications; • ISO/IEC 15426-1: Information technology; automatic identification and data capture techniques; bar code verifier conformance specification - Part 1: Linear symbols; • ISO/IEC 24724: Information technology; automatic identification and data capture techniques; Reduced Space Symbology (RSS) bar code symbology specification (formerly RSS; now GS1 DataBar); • ISO/IEC 16022: Information technology; automatic identification and data capture techniques; Data Matrix bar code symbology specification; • ISO/IEC 24723: Information technology; automatic identification and data capture techniques; EAN.UCC Composite bar code symbology specification.

3.5. Tecnologia RFId: la situazione normativa internazionale Gli standard riguardanti la tecnologia RFId sono in continuo sviluppo e coinvolgono una moltitudine di differenti applicazioni. Gli enti che si occupano di regolare l’utilizzo dell’RFId variano da Paese a Paese, poiché le frequenze riservate alla comunicazione tra i tag ed i reader RFId non devono sovrapporsi a quelle già impegnate per altri utilizzi. La classe di frequenze più problematica è quella delle UHF (Ultra High Frequency, le frequenze che vanno 300 MHz a 3 GHz). Per questa tipologia di frequenze, infatti, non esiste un unico standard applicato a livello globale, ma ogni nazione deve prendere in considerazione le parti di frequenza non interessate dai servizi locali come i canali televisivi, le reti wireless, la telefonia cellulare e gli utilizzi militari87. La definizione di chiari standard riguardanti la tecnologia RFId è una questione tuttora in sospeso e non è ancora stata raggiunta la piena convergenza tra le due figure più importanti in questo campo: l’ISO (l’organizzazione internazionale per la normazione) e l’EPCGlobal (l’ente di normazione che opera insieme all’Auto-ID Labs). Gli standard emessi dall’ISO riguardano i protocolli di comunicazione, l’organizzazione dei dati e le diverse tipologie di applicazione. I più importanti stan- dard riguardanti la tecnologia RFId sono:

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87 Cfr. http://www.simet.com/Ita/news/download/data_collection_RFID_normative

! 98! • ISO 11784:1996, definisce la struttura del codice d’identificazione presente nei transponder utilizzati per identificare gli animali. In questo caso il transponder deve contenere il codice della specie animale, il codice del Paese ed il codice identificativo del singolo animale. • ISO 11785:1996, definisce le caratteristiche tecniche e i protocolli di comunicazione dei transponder e dei lettori utilizzati per identificare gli animali. La frequenza riservata in questo caso è di 134.2 kHz. • ISO 14223:2003, è un’estensione dei due standard precedenti. Specifica l’interfaccia e la struttura del codice d’identificazione nei transponder utilizzati sugli animali. • ISO/IEC 14443-1:2000, regola l’utilizzo delle contactless smartcard usate nei sistemi di bigliettazione elettronica, di pagamento, di controllo accessi e d’identificazione di persone e oggetti. In particolare definisce le caratteristiche fisiche, la potenza della comunicazione radio e dell’interfaccia del segnale, l’inizializzazione, l’anticollisione ed il protocollo di trasmissione. • ISO/IEC 15693-1:2000, regola l’impiego delle Vicinity Card, utilizzate in diverse applicazioni come i sistemi d’ingresso degli alberghi, gli skipass, i titoli di viaggio elettronici e per tracciare i prodotti. Le Vicinity Card possono comunicare a distanza maggiore rispetto alle contactless smartcard. La frequenza di funzionamento prevista è di 13.56 MHz e la distanza di lettura massima è di 1.5 metri. • ISO/IEC 15961:2004, 15962:2004 e 15963:2009, riguardano i protocolli di trasferimento e la struttura dei dati d’identificazione. • ISO/IEC 18046:2006, fornisce delle linee guida sui test da compiere per valutare le performance dei tag e dei reader RFId. • ISO/IEC 18047:2006, definisce i metodi da utilizzare per testare la conformità dei tag RFId. • ISO 18185:2007, riguarda i sigilli elettronici utilizzati per tracciare i containers utilizzando le frequenze di 433 MHz e 2.4 GHz. • ISO/IEC 18000, raggruppa sette differenti standard che riguardano le diverse frequenze utilizzate dai transponder RFId.

! 99! V.1.6 LA NORMATIVA GLOBALE ISO/IEC 18000

Tabella V.2 Standard ISO/IEC 18000Fig. 3.4. Standard ISO/IEC 18000

L’ultima norma ISO delineata, all’inizio del 2010, è la ISO 17367:2009, standard 207 SEZIONE I: RFID, TECNOLOGIA E APPLICAZIONI - PARTE V realizzato per aiutare le imprese ed i distributori a rintracciare i prodotti e per gestire autonomamente la tracciabilità. La “ISO 17367:2009, applicazioni di Supply chain RFId - etichettatura dei prodotti”, definisce le caratteristiche fondamentali della tecnologia RFId per il suo utilizzo pratico nella catena di distribuzione88. In particolare, formula raccomandazioni per:

• identificazione con codifica del prodotto;

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$$!Cfr. AA.VV. L’architettura Tecnologica RFId di EPCglobal, 2008

! 100! • ulteriori informazioni sul prodotto per l’inserimento del tag RFId;

• semantica e sintassi dei dati;

• protocollo di dati da utilizzare per interfacciarsi con le applicazioni aziendali e il sistema RFId;

• standard di interfaccia tra i reader ed i tag. A livello europeo, dalla fine del 2008, l’Unione Europea ha finanziato il progetto CASAGRAS (Coordination and Support Action for Global RFId-related Activities and Standardisation), con l’obiettivo di fornire alla Commissione Europea un quadro degli studi, in grado di definire e agevolare le questioni e gli sviluppi internazionali riguardanti la tecnologia RFId, con particolare riferimento al concetto di “Internet of Things” (= Internet delle cose)89. Gli obiettivi di questo progetto includono una revisione degli standard e delle procedure a livello internazionale che riguardano l’RFId, la stesura di una regolamentazione degli standard RFId e l’identificazione delle aree applicative nelle quali applicare questi standard.

3.6. L’impegno dell’EPCglobal Inc. Nelle pagine precedenti si è fatto cenno all’EPCglobal Inc., una joint venture senza scopo di lucro fondata dal GS1, con lo scopo di sviluppare e mantenere l’insieme di standard globali sui sistemi di codifica, nonchè guidarne l’adozione delle sue componenti. Per portare avanti la sua missione, EPCglobal Inc. si avvale del lavoro di gruppi di esperti (aziende utenti e fornitori di tecnologie) che contribuiscono allo sviluppo dei protocolli di comunicazione e delle interfacce del sistema EPCglobal Network che è stato creato. A livello mondiale le organizzazioni EPCglobal nazionali (in Italia Indicod-Ecr90) coordinano la diffusione e l’implementazione degli standard EPC ed il processo di sottoscrizione ai servizi di EPCglobal delle aziende utenti e dei fornitori di tecnologie91. Il concetto di EPCglobal Network e lo standard EPC sono stati sviluppati dall’Auto-ID Center, un istituto di ricerca del Massachusetts Institute of Technology !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

89 Cfr. http://ec.europa.eu/information_society/policy/ecomm/library/annualreports/12threport.htm 90 Indicod-Ecr è una associazione di categoria senza scopo di lucro che raggruppa 33mila aziende industriali e distributive operanti nel settore dei beni di largo consumo, su base volontaria. &%!Cfr. AA.VV. L’architettura Tecnologica RFId di EPCglobal, 2008!

! 101! (M.I.T.) con 7 laboratori in altrettante università nel mondo. EPCglobal Inc. collabora e sponsorizza i laboratori Auto-ID per migliorare la tecnologia esistente, nel rispetto delle esigenze aziendali degli utenti.

3.7. L’EPCglobal Network Il sistema informativo EPCglobal Network si basa sulla possibilità di identificare in modo semplice ed efficace le merci movimentate nella supply chain a livello di pallet, collo, fino alla singola unità di vendita al consumatore finale92. Questa visione è abilitata dall’associazione della tecnologia RFId con le infrastrutture esistenti per le comunicazioni di rete e l’Electronic Product Code. La visione di EPCglobal è svincolata dalla tecnologia. Difatti, la struttura dell’EPCglobal Network è tale per cui la sua implementazione non dipende, né da una particolare offerta tecnologica, né da una specifica azienda fornitrice di tecnologia e prevede la possibilità di utilizzare qualsiasi mezzo permetta di acquisire i codici EPC che sono alla base del suo funzionamento. Al fine di garantire che gli Standard offerti dall’EPCglobal Network siano assolutamente royalty-free, l’EPCglobal Inc. ha definito un’Intellectual Property Policy a cui devono obbligatoriamente aderire tutte le aziende (utenti e fornitori di tecnologie) che partecipano ai gruppi di lavoro hardware e software ed ai Business Action Group. Aderendo all’Intellectual Property Policy, le aziende si impegnano a non ostacolare la diffusione delle specifiche tecniche EPCglobal attraverso l’imposizione dell’acquisto di licenze. In assenza di tale accordo, EPCglobal Inc. non sarebbe in grado di assicurare, agli utenti finali, la possibilità di utilizzare le specifiche EPCglobal senza essere obbligati ad acquistare licenze/autorizzazioni dalle aziende fornitrici di tecnologie. La missione di EPCglobal è incoraggiare lo sviluppo di specifiche dell’EPCglobal Network, in modo che le aziende utenti possano beneficiare di standard globali ed aperti. La struttura dell’EPCglobal Network è stata sviluppata per garantire un ambiente informativo sicuro sia all’interno che all’esterno dell’azienda utente. Le funzionalità di sicurezza sono già previste nelle specifiche tecniche, al fine di conciliare le esigenze degli utenti di proteggere informazioni confidenziali, con la !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

92 Cfr. http://www.rfid-in-action.eu/public/results/roadmap

! 102! possibilità offerta dall’EPCglobal Network di scambiare e recuperare informazioni relative alle transazioni commerciali e agli oggetti movimentati lungo la supply chain. L’EPCglobal Public Policy Steering Committee (PPSC), invece, è l’ente responsabile della definizione delle attuali linee guida sulla privacy per l’EPCglobal Network. Ad oggi, esse prevedono che: • ogni prodotto sul quale è stato sviluppato un progetto di lavoro, riporti il logo EPC sulla confezione, per indicarne inequivocabilmente la presenza; • il consumatore venga informato delle modalità per procedere alla rimozione o disabilitazione dei tag presenti sui prodotti acquistati; • tutte le aziende, che utilizzano la tecnologia RFId basata su standard EPC, comunichino attraverso una campagna di informazione le caratteristiche della tecnologia e i suoi benefici; • il tag EPC non registri dati personali ma soltanto i codici di identificazione dei prodotti cosi come già avviene con l’attuale codice a barre; • attività di educazione/informazione dei consumatori sulla tecnologia EPC. L’EPCglobal PPSC continua a lavorare per aggiornare queste linee guida in conformità alle normative vigenti sulla privacy.

3.8. La situazione normativa italiana In Italia l’attività normativa per i settori industriali, commerciali e del terziario (al di fuori di quello elettrico ed elettrotecnico di competenze del CEI) spetta all’UNI, l’Ente Nazionale Italiano di unificazione. Nello specifico caso della tecnologia RFId l’ente di normazione interessato è l’UNINFO, l’ente delegato dall’UNI alla normazione in campo informatico. L’UNINFO, che ha la propria sede presso il Politecnico di Torino, è una libera associazione con il compito di garantire il flusso delle informazioni dagli enti di normazione internazionali verso i propri soci e di permettere a questi ultimi, una volta raggiunto il consenso nazionale, di presentare le proprie posizioni e difenderle presso gli stessi enti internazionali93. L’UNINFO s’impegna a elaborare e a rendere disponibile un indice ragionato e

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93 Cfr. Chartier, Paul; Praxis Consultants; van den Akker, Gertjan; NEN Global RFID Forum for Standards. GRIFS, 2008

! 103! completo delle attività d’interesse, mettendo in relazione le informazioni provenienti dai diversi enti di normazione, in modo da consentire progetti di ricerca e lo sviluppo di specifici argomenti di normazione. Gli enti di normazione internazionale di rilievo in Italia, oltre all’ISO, sono l’ETSI (Istituto Europeo per gli Standard nelle Telecomunicazioni) e il CEN (Comitato Europeo di Normazione). A questi tre enti si aggiungono inoltre la CEPT (Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e Telecomunicazioni) e l’ECC (Comitato di Comunicazione Elettronica) per l’allocazione dello spettro e i processi di gestione, l’ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) per gli aspetti legati alle telecomunicazioni, l’IEC (Commissione Elettrotecnica Internazionale) e il CENELEC (Comitato Europeo di Normazione Elettrotecnica), per quanto riguarda i componenti. In Italia la banda operativa di 13.56 MHz è libera, mentre fino a pochi anni fa le altre frequenze UHF previste dallo standard ISO/IEC 18000 e interessate dai Tag EPC di seconda generazione (865-868 MHz) erano impegnate dall’utilizzo delle radio PMR in dotazione alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco. La liberalizzazione di queste frequenze per le applicazioni RFId ad uso civile è avvenuta il 13 luglio del 2007, attraverso un decreto emesso dal Ministero delle Comunicazioni con la collaborazione del Ministero della Difesa. Il nuovo decreto ha permesso l’installazione di apparati con una potenza massima di 2 watt (espandibili a 4), ampliando il range di operatività e aprendo la strada a una vasta gamma di applicazioni.

3.9. La situazione normativa in USA ed in Cina L’ANSI (American National Standard Institute) costituisce negli USA l’equivalente del CEN europeo. Il NIST (National Institute of Standards and Technology), invece, è una agenzia del Dipartimento del Commercio Americano che emette standard obbligatori per gli acquisti fatti dal governo degli USA escluso il DoD (Dipartimento della Difesa) che ha standard propri. Anche in Cina esiste l’organismo che recepisce gli standard ISO, ovvero il Dipartimento per la Standardizzazione della Cina SAC (Standardization Administration of the People’s Republic of China) che agisce su autorizzazione

! 104! governativa (State Council) e sotto il controllo dell’AQSIQ (General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine of the People’s Republic of China). La Cina, che si avvia a costituire uno dei maggiori mercati mondiali, sta iniziando in modo indipendente un lavoro di standardizzazione sugli RFId. Questo può generare criticità nell’etichettatura di beni cinesi destinati oltreoceano, in quanto la Cina che esporta un grande volume di beni, rappresenta anche uno dei maggiori mercati potenziali della tecnologia RFId. Attualmente il “Ministry of Science and Technology (MOST)” cinese ed altri 13 dipartimenti governativi, inclusi i “Ministry of Information Industry (MII)” ed il già citato SAC, hanno prodotto un “white paper” che traccia le linee guida per lo sviluppo degli RFID nel paese94. L’amministrazione cinese ha incaricato il “National RFId Tags Standards Working Group” di definire quale tecnologia debba essere adottata in Cina. Molto probabilmente verrà deciso di adottare qualcosa di compatibile con gli standard EPCglobal ed ISO, purché vengano adoperati propri diritti sulla proprietà intellettuale, in modo da ottenere standard liberi da royalty.

3.10. Una normativa moderata e consapevole La creazione di standard obbligatori riguardanti la tecnologia RFId è un argomento molto delicato. Le crescenti preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza delle applicazioni di questa tecnologia rischiano di porre dei freni troppo restrittivi ad una tecnologia con un così grande potenziale ed una varietà così estesa di possibili applicazioni. Jeff Oddo, esponente dell’Uniform Code Council, ha affermato in merito alle applicazioni RFId: “Abbiamo la sensazione che gli sforzi di creare delle leggi o di regolare prematuramente la tecnologia prima che abbia l’opportunità di essere implementata in pieno impedirà alle industrie di tirare fuori in pieno i benefici della tecnologia”95. Allo stesso tempo però, vista la natura globale di questa tecnologia, la necessità di creare degli standard accettati a livello internazionale non può essere ignorata.

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94 Cfr. Chartier, Paul; Praxis Consultants; van den Akker, Gertjan; NEN Global RFID Forum for Standards. GRIFS, 2008 95 Cfr. http://rfid.thebizloft.com

! 105! Bisogna quindi trovare un giusto compromesso tra la normazione e la libera diffusione, attraverso la definizione di standard ponderati e ben studiati. Se gli standard non vengono studiati correttamente, vi è un forte rischio di vedere un aumento spropositato dei costi d’implementazione, scoraggiando le applicazioni e, conseguentemente, ritardando i potenziali benefici per i consumatori e le imprese.

! 106! CAPITOLO 4. CODICE QR E TECNOLOGIA RFId APPLICATI AL SETTORE AGROALIMENTARE: SISTEMI INNOVATIVI PER LA VALORIZZAZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA QUALITA

In questi anni, come testimoniano i fatti e gli scandali che viviamo ai giorni nostri, garantire la sicurezza alimentare è diventato un prerequisito dal quale non si può prescindere. A conferma di ciò, vi sono le diverse pubblicazioni in materia di diritto alimentare, a partire dal Libro bianco sulla sicurezza alimentare del 2000, passando per il Regolamento CE n°178 del 2002, divenuto obbligatorio dal 1° gennaio 2005, il quale, oltre ad istituire l’EFSA (European Food Safety Agency)96, definisce in modo chiaro il concetto della rintracciabilità obbligatoria per gli alimenti e per i mangimi. Nel 2004 è stato emanato il cosiddetto “Pacchetto igiene”, entrato pienamente in vigore a livello comunitario il 1° gennaio 2006, che ha armonizzato la normativa fino ad allora frammentata, fino ad arrivare alla più recente norma volontaria UNI EN ISO 22000 sui sistemi di gestione della sicurezza agroalimentare97. Nonostante questi numerosi provvedimenti, tesi alla tutela della sicurezza alimentare, il raggiungimento di tali obiettivi è ancora oggi ostacolato da alcune difficoltà, quali ad esempio la mancanza di un linguaggio comune, che possa consentire la diffusione e la condivisione delle informazioni a tutti i livelli della filiera agroalimentare. Questa situazione ha portato i diversi attori a scegliere fra differenti sistemi utili a tracciare il prodotto internamente all’azienda, sistemi che, talvolta, si sono rivelati poco compatibili tra loro. Ne consegue che, come avvenuto per il codice a barre, oggi diviene opportuno implementare un sistema di diffusione delle informazioni in grado di essere condiviso tra tutti i soggetti della filiera, anche tra i consumatori finali. Tale sistema di diffusione, oltre a risultare utile per la trasparenza dell’informazione, sarebbe anche un valido strumento di prevenzione nei confronti dei rischi alimentari.

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96 Cfr. http://www.osservatori.net 97 Cfr. AA. VV. RFId identificazione automatica in radiofrequenza. Case studies: applicazione e progetti in Italia nel settore agroalimentare, 2006

! 107! E’ noto che, negli ultimi anni, e purtroppo ancora oggi, i consumatori sono stati e continuano ad essere esposti ad allarmi di tipo alimentare (dalle adulterazioni e sofisticazioni alle contaminazioni da pesticidi e diossina, solo per nominarne alcuni, fino al più attuale pericolo dei prodotti lattiero-caseari cinesi) che potrebbero avere un impatto più ridimensionato se lo strumento della tracciabilità potesse lavorare in modo più efficace. Nel contesto attuale, che appare privo di un linguaggio comune in grado di consentire la diffusione e la condivisione delle informazioni a tutti i livelli della filiera agroalimentare, la presente attività di ricerca prova ad esporre alcuni sistemi per la valorizzazione della tracciabilità e della qualità delle produzioni agroalimentari, attraverso il supporto di un’indagine, svoltasi direttamente tra i consumatori finali, e grazie all’elaborazione dei dati raccolti attraverso programmi informatici di analisi statistica. Con tale ricerca si è voluto constatare il livello di conoscibilità del target sulle innovative tecnologie che stanno approcciando al mondo alimentare e capire se, eventualmente, il consumatore riscontrasse benefici netti dal potenziale utilizzo di tali strumenti. Nel presente capitolo, tuttavia, vengono esposti alcuni casi di successo di queste tecnologie in campo agroalimentare, sia per quel che concerne la valorizzazione della tracciabilità, sia per le informazioni sulle qualità dei prodotti. Nel capitolo successivo, invece, passeremo in analisi i dati raccolti, in seguito all’indagine di cui si è parlato precedentemente.

4.1. L’etichetta intelligente e la mozzarella di Bufala: il caso della “Tenuta Vannulo” Il made in Italy sta reagendo alla contraffazione, scegliendo l’innovazione come supporto ad una produzione capace di certificare il livello della sua qualità attraverso informazioni dettagliate e fruibili in multicanalità. Il sistema di tracciabilità informatico Si.Tra. nasce da un progetto dell’ASSAM, in collaborazione con la Regione Marche, nell’ambito delle attività finalizzate alla qualità e tracciabilità nell’agroalimentare. Questo sistema è stato sviluppato per rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza ed igiene nell’ambito delle produzioni agroalimentari, soprattutto attraverso l’applicazione dei principi di

! 108! precauzione e di responsabilità dei produttori. Esso si basa sull’acquisizione di informazioni da monte a valle della produzione, creando così i presupposti della rintracciabilità ai fini del controllo, ovvero la ricostruzione della storia del prodotto, fino alla sua origine, individuando gli operatori coinvolti nel processo produttivo.

Il Si.Tra. può essere applicato a tutte le filiere agroalimentari, indipendentemente dal prodotto fornito. Attualmente le filiere operative sono relative al latte crudo fresco pastorizzato di alta qualità, ai cereali per il pane e la pasta, alle carni bovine, alle carni suine, all’olio, all’ittico, al vino.98 Il crescente interesse delle diverse filiere agroalimentari verso questo sistema è giustificato dai seguenti punti di forza: - la flessibilità, in quanto il sistema è in grado di gestire diverse filiere del comparto agroalimentare; - l’interoperabilità dei sistemi, attraverso la definizione di servizi web volti a permettere lo scambio informativo tra Si.Tra. e i sistemi hardware e software utilizzati dalle organizzazioni; - la qualità delle informazioni, attraverso l’utilizzo di Si.Tra. come “contenitore” capace di raccogliere dati sulla tracciabilità dei lotti in formato univoco e facilmente comprensibile; - la trasparenza delle informazioni ai consumatori che possono verificare il percorso produttivo fino all’origine, semplicemente digitando il codice lotto della confezione nell’apposita sezione del sito internet www.qualimarche.it; !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

98 Cfr. Tozzi F., Verso la tracciabilità evoluta, 2008

! 109! - la semplicità del sistema che si basa su una piattaforma web; - la reportistica. L’ASSAM, con la collaborazione del servizio informatica della Regione Marche, ha predisposto una sezione dedicata alla reportistica, con l’obiettivo di poter conoscere in tempo reale, i lotti di prodotto tracciato, nonché i relativi attributi. Tale servizio permetterà agli enti di controllo e alla Regione Marche, di poter accedere ai dati per gli opportuni controlli, nonché per poter valutare e individuare valide ed efficaci strategie di sviluppo regionale.99 L’esperienza maturata nel sistema, attraverso l’applicazione alle maggiori realtà produttive marchigiane, sta aprendo nuove prospettive e collaborazioni. Nel 2010 è stato avviato un ambizioso progetto per la gestione della tracciabilità e della rintracciabilità dei prodotti nell’ambito della filiera agroalimentare della Regione Campania. In particolare, è stata intrapresa una serie di azioni, sul fronte delle attività a sostegno del mondo agroalimentare, tese a garantire qualità e salubrità dei prodotti, nonché accessibilità e trasparenza delle informazioni per consumatori e organismi di controllo. A tale scopo è stato istituito il nuovo marchio Denominazione d’Origine Ambientale Garantita (Doag), che sarà assegnato a tutti i produttori che aderiranno al Si.Tra.100 Il marchio certificherà qualità, genuinità e sicurezza delle produzioni agroalimentari della Campania, mediante l’applicazione di un sistema di tracciabilità e rintracciabilità su base volontaria, supplementare rispetto a quello minimo integrato da opportuni controlli di laboratorio che qualifichino la salubrità delle produzioni medesime, a partire dall’ambiente sino al prodotto finito. In tale prospettiva si inserisce il sistema di etichettatura tramite tecnologia RFId, denominato Value Go che, avvalendosi di etichette intelligenti, consente la tracciabilità e rintracciabilità completa dei prodotti durante tutte le fasi: dall’origine, alla distribuzione, alla vendita. Value Go rappresenta un sistema integrato di tracciabilità e garanzia del valore, dall’origine al consumo, ed è stato sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio. Il progetto è stato rivolto a tutte le imprese che si occupano di produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti, per i quali i contenuti di qualità costituiscono un fattore prioritario. Sulla base delle risultanze

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99 Cfr. http://rfid.thebizloft.com/content/tracciabilit%C3%A0-rfid-e-qr-code-campania 100 Cfr. http://213.26.167.190/sitra/sitra/loginsitra.aspx!

! 110! ottenute, sono in corso di verifica da parte del Si.Tra. ipotesi applicative anche in altri comparti agroalimentari ed in altri settori, dove il “Made in Italy” trova riscontro in garanzia di qualità, tracciabilità e rintracciabilità.101 Particolarmente interessante risulta poi essere la possibilità di associare i tag RFId del Si.Tra. con le tecnologie di Near field communication: con un semplice telefono cellulare dotato di tecnologia Nfc si possono visualizzare istantaneamente tutte le informazioni acquisite durante il ciclo di lavorazione attraverso l’utilizzo di specifici QR Code. Garantendo origine e qualità del prodotto, il sistema consente una gestione delle informazioni di alto livello, in modalità semplice e veloce per tutti: operatori di filiera, autorità di controllo e consumatori. La tracciabilità incentrata sulle tecnologie Rfid assicura infatti che i dati registrati possano venire successivamente manipolati o falsificati. Tra le aziende che hanno aderito alla sperimentazione vi è la Tenuta “Vannulo” di Capaccio Scalo. Tale impianto zootecnico è un esempio di automazione industriale, in quanto l’intero allevamento viene gestito con soli 4 addetti dei circa 30 complessivi diretti, contando oltre 200 bufale campane.102

Gli operatori si occupano dell’intero ciclo produttivo dell’azienda, dal latte alla mozzarella, ricotta e yogurt, venduti direttamente nella sede dell’impresa. Tutte le bufale, oltre all’identificativo di provenienza obbligatorio per legge, posseggono un !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

101 Cfr. Rollo A., La tecnologia RFId nell’agroalimentare, 2008 102 Cfr. http://rfid.thebizloft.com/content/tracciabilit%C3%A0-rfid-e-qr-code-campania

! 111! collare dotato di sistema radio che consente di tenere sotto controllo continuo l’animale, consentendogli o negandogli l’accesso alle diverse zone dell’impianto, dall’area pranzo, all’area riposo e svago, all’area mungitura. Il tutto in un ambiente caratterizzato da soluzioni impiantistiche moderne, attente al risparmio dell’energia e al recupero dell’acqua dai reflui, al trattamento, anch’esso biologico, contro mosche ed altri insetti.103 Il codice a barre bidimensionale, utilizzato quale identificativo, consentirà ai consumatori della mozzarella di bufala campana DOP di ricevere tutta una serie di informazioni sul prodotto che stanno acquistando come, ad esempio il luogo e le modalità di produzione. Il tutto semplicemente fotografando con la fotocamera del telefonino il QR Code presente sulla confezione che abiliterà alla visualizzazione di tutta una serie di contenuti testuali e, nel prossimo futuro, anche di audio e di video. Grazie al potenziamento del sistema, i responsabili del progetto mirano a rafforzare la tracciabilità alimentare di un prodotto, considerato un simbolo dell’eccellenza italiana, per il quale un’accurata attività di controllo risulta fondamentale per garantirne qualità e salubrità. Attraverso progetti di questo calibro il made in Italy può reagire alla contraffazione, scegliendo l’innovazione come supporto ad una produzione già eccellente, capace di certificare il livello della sua qualità attraverso informazioni dettagliate e fruibili in multicanalità.

4.2. QR Code come strumento di tutela del Made in Italy: l’olio extra-vergine di oliva del Consorzio Unaprol Anche uno dei prodotti più importanti della filiera agroalimentare italiana, come l’olio d’oliva, ha scelto di adottare la tecnologia dell’etichetta intelligente che parla al consumatore. Il progetto, oltre a possedere grandi potenzialità di marketing, rappresenta anche un efficace mezzo di monitoraggio della tracciabilità. Ogni bottiglia prodotta sotto la supervisione dell’Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano – è stata dotata di una personale carta d’identità elettronica.104

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103 Cfr. Tozzi F., Verso la tracciabilità evoluta, 2008 104 Cfr. Azzalin T., Un sistema efficace per raccogliere dati sui prodotti alimentariTecnologie RFID - Nuovi strumenti per nuovi servizi

! 112! L’Unaprol è stato fondato nel 1966 da Coldiretti e Confagricoltura e ad esso aderiscono circa 550 mila produttori olivicoli, rappresentati territorialmente da 71 associazioni provinciali. Rappresenta la più consistente realtà dell’associazionismo nel settore dell’olio d’oliva a livello nazionale ed europeo e tutto questo per garantire la qualità al consumatore, la tutela del prodotto e l’immagine del produttore.

Le sue principali attività riguardano l’individuazione di tecniche produttive razionali, il miglioramento qualitativo e quantitativo del prodotto, nonché la commercializzazione in ambito nazionale ed internazionale e l’assistenza ed il coordinamento delle attività delle organizzazioni periferiche che vi aderiscono.105 L’etichettatura innovativa ha l’obiettivo di “parlare” al mercato, al consumatore ed è stata al centro dell’edizione 2010 del SOL, il salone internazionale dell’olio extra vergine di oliva di qualità, tenutosi a Verona.

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105 Cfr. http://www.unaprol.it/

! 113! Tutte le informazioni veicolate vengono validate da un sistema di tracciabilità di filiera, certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 22005-08, e secondo un disciplinare realizzato dall’Unaprol che mira all’ottenimento di olio extra vergine di oliva di alta qualità attraverso una metodologia analitica, in grado di legare in maniera imprescindibile gli oli extra vergini di oliva al loro territorio di produzione.106 “Il QR Code è una opportunità in più che Unaprol offre al consumatore mondiale per rintracciare il vero olio extra vergine di oliva di alta qualità italiana. In un mondo in cui i pomodori arrivano dalla Cina, le ciliegie dal Cile, e le arance dal bacino del Mediterraneo un’informazione più approfondita e diretta al consumatore è quella che serve per garantire acquisti consapevoli”.107 L’etichetta è capace di ospitare e veicolare ai consumatori, distributori e ristoratori, numerose e più complete informazioni sull’olio extra vergine di oliva contenuto nella bottiglia. Attraverso la fotocamera di un telefono cellulare dotato dell’applicazione di lettura, è possibile visualizzare, in tempo reale, il codice di tracciabilità univoco del prodotto, i report analitici, gli abbinamenti gastronomici, oppure un vero e proprio filmato relativo all’azienda tracciata ed al territorio in cui essa ricade. L’olio extra vergine di oliva di alta qualità Unaprol, “scortato” dalle etichette intelligenti, oltre a trasferire al consumatore in tempo reale elementi di tracciabilità, sicurezza alimentare, qualità del prodotto, in tema di chimica ed organolettica, gode anche della garanzia di “I.O.O.% qualità italiana”, il marchio del primo consorzio di filiera agricola tutta italiana. Questo progetto di filiera è stato promosso, affinché l’olio extra vergine di oliva italiano rappresenti davvero l’eccellenza del made in Italy nel mondo. Si tratta della Società Consortile per Azioni IOO%, aperta a tutte le imprese agricole, singole ed associate, interessate ad immettere sul mercato un extra vergine di oliva italiano di alta qualità che rispetti procedure di rintracciabilità, produzione e trasformazione, nonché precisi parametri analitici, sensoriali e

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106 Cfr. G. Giametta, G. Sciarrone, L.M. Abenavoli, Dipartimento STAfA, Sezione Meccanica, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Qualità e sicurezza dei prodotti nella filiera olivicola, IX Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria Ischia Porto, 12-16 settembre 2009 memoria n. 7-57 107 Massimo Gargano, Presidente dell’Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano

! 114! nutrizionali descritti in uno specifico Disciplinare e riconoscibile tramite il marchio “I.O.O.% - Italian Olive Oil”.108

I.O.O.% è uno strumento innovativo che vuole promuovere l’olio extra vergine di oliva italiano di alta qualità e rappresenta il mezzo ideale per: • indirizzare i consumatori verso un olio di elevata qualità e sicuramente italiano in un mercato poco trasparente; • creare un percorso virtuoso di diffusione della cultura dell’extra vergine italiano di qualità, anche in grado di sostenere il reddito delle imprese olivicole; • tonificare un mercato in cui i prezzi dell’olio extra vergine spesso sono di poco superiori a quelli dell’olio di oliva tradizionale.

4.3. Il tag sulla bottiglia: l’etichetta intelligente ed i suoi sviluppi nel settore vitivinicolo

4.3.1. Il Portale Vitivinicolo Le norme sulla tracciabilità e rintracciabilità alimentare, introdotte con il Regolamento CEE 178/2002 in vigore dal 1 gennaio 2005, obbligano le aziende che realizzano prodotti destinati all’alimentazione umana, bevande comprese, ad attuare sistemi e procedure per renderli rintracciabili. Nella pratica, le aziende agroalimentari devono adottare metodi affidabili di raccolta dati che permettano, quanto meno, di individuare a monte chi abbia fornito loro la materia prima destinata a entrare a far parte del prodotto alimentare, e a valle i clienti che hanno acquistato i

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108 Cfr. G. Giametta, G. Sciarrone, L.M. Abenavoli, Dipartimento STAfA, Sezione Meccanica, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Qualità e sicurezza dei prodotti nella filiera olivicola, IX Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria Ischia Porto, 12-16 settembre 2009 memoria n. 7-57 !

! 115! vari lotti della propria produzione. Tali informazioni devono essere accessibili alle autorità competenti che le richiedono per eseguire verifiche nel caso di eventuali rischi sulla sicurezza alimentare. Allo stesso tempo, oggi i consumatori, e con essi gli operatori della distribuzione commerciale, desiderano sempre più, com’è già stato ribadito, conoscere la provenienza territoriale ed i processi di lavorazione dei prodotti alimentari. Tale domanda di trasparenza può essere soddisfatta da un sistema di tracciabilità e rintracciabilità capace di gestire informazioni molto più dettagliate rispetto a quelle richieste dalla legge e capace di ripercorrerle in modo da ricostruire la storia del prodotto attraverso le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione. È sulla base di tali premesse che nell’ambito del Ce.R.T.A.– Nodo Basilicata, presso la sede della Metapontum Agrobios S.r.l., è stato realizzato un portale web per la tracciabilità e rintracciabilità della filiera vitivinicola, in grado di assicurare la trasparenza del percorso produttivo a garanzia della qualità dei vini.109 I vitivinicoltori già adottano per obbligo di legge un sistema essenziale di tracciabilità dei loro prodotti su supporto cartaceo (registri di vinificazione e commercializzazione). La tecnologia informatica, oltre che rappresentare un sistema semplificato sostitutivo o integrativo dei registri cartacei, risulta estremamente interessante, poiché la gestione telematica delle movimentazioni e dei processi che avvengono lungo la filiera, permette di rintracciare a distanza, con una semplice connessione internet, tutto il percorso produttivo di un vino. Ciò permette, in caso di indagini, di individuare puntualmente i lotti messi sul mercato, per eseguire ritiri mirati senza compromettere l’intera produzione e, inoltre, dà spazio a numerose possibilità applicative per assistere gli operatori della filiera nello svolgimento e nella gestione del loro lavoro. La scelta di progettare e realizzare un portale web è stata motivata dal fatto che internet permette un’accessibilità diffusa su tutto il territorio, senza dover disporre di particolari soluzioni software specifiche. Ogni operatore della filiera può accedere al database centralizzato, mediante uno username ed una password, ed inserire o avere visibilità dei propri flussi di dati da un qualsiasi dispositivo connesso ad internet, a prescindere dalla posizione geografica, senza doversi recare presso le sedi aziendali

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109 Cfr. G. Delia, L. Di Benedetto, F. Cellini, P. Domenico Grieco, “Dal campo alla tavola: ogni passaggio è sul web, 2009

! 116! per la consultazione dei documenti cartacei.110 L’utilizzo di una banca dati informatica centralizzata, in cui convergono le informazioni derivanti da tutta la filiera, permette la gestione digitale di tutti i dati e quindi una facile e chiara rintracciabilità degli stessi dati in tempo reale. Il prototipo del “Portale Vitivinicolo”, per ora in fase sperimentale, è organizzato come piattaforma web condivisa, per coordinare i dati provenienti da ciascuna fase della filiera, a partire dal vivaismo viticolo, fino ad arrivare alla vendita dei vini. L’impostazione della piattaforma è stata pensata e strutturata per poter gestire dati tracciati mediante l’impiego delle etichette “intelligenti” di tipo RFId e di codici a barre, in alternativa o in combinazione tra loro, a seconda delle esigenze di ciascuna fase della filiera, in rapporto ai costi/benefici. Ogni operazione registrata è identificata univocamente da un codice alfanumerico, elaborato in automatico secondo un criterio prestabilito. I dati da inserire riguardano le provenienze, le operazioni, le tempistiche e quant’altro sia necessario tracciare in base a ciascuna fase operativa. Dall’area riservata ogni utente registrato può accedere, a seconda del profilo aziendale definito al momento della registrazione, ai settori di sua competenza: • vivaismo; • viticoltura; • vinificazione; • imbottigliamento/confezionamento; • distribuzione; • supporto documentale.111 Mentre l’accesso riservato alle aziende consente sia di tracciare sia di rintracciare le operazioni ed i materiali, agli organismi di controllo ed ai gestori del portale è possibile solo visualizzare e rintracciare i dati immessi nel database dagli operatori della filiera. Gli enti di controllo possono dunque effettuare le loro rilevazioni anche a distanza, interrogando direttamente il database centrale.

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110 Cfr. http://rfid.thebizloft.com/content/il-nostro-futuro-nella-tracciabilit%C3%A0-alimentare 111 Cfr. G. Delia, L. Di Benedetto, F. Cellini, P. Domenico Grieco, “Dal campo alla tavola: ogni passaggio è sul web, 2009

! 117! Imp_Agrifoglio 32 14-07-2009 18:10 Pagina 13

Imp_Agrifoglio 32 14-07-2009 18:10 Pagina 12 qualsiasi dispositivo connesso ad internet a prescindere dalla posizione geografica,senza doversi recare presso le sedi azien- dali per la consultazione dei documenti cartacei. L’utilizzo di una banca dati informatica centralizzata, in cui convergono le informazioni derivanti da tutta la filiera,permet- te la gestione digitale di tutti i dati e quindi una facile e chiara rintracciabilità degli stessi dati in tempo reale. dal CAMPO ORGANIZZAZIONE DEL “PORTALE VITIVINICOLO” Vino, Il prototipo del “Portale Vitivinicolo” per ora in fase sperimenta- le,è direttamente raggiungibile all’indirizzoinnova www.certabasilicata.it/vi- alla TAVOLA no ed è organizzato come piattaforma web condivisa,per coor- dinare i dati provenienti da ciascuna fase della filiera a partire dal ogni passaggio vivaismo viticolo fino ad arrivare alla vendita dei vini. 1 3

AGR Fig. 4.1. Alcuni particolari del processo L’impostazione della piattaforma è stata pensata e strutturata, è sul WEB Gabriella Delia* per poter gestire dati tracciati mediante Leonardol’impiego Di di Benedetto* etichet- DIDASCALIE FOTO te “intelligenti” di tipo RFId (Radio FrequencyFrancesco Identification) Cellini** FOTO 1. Fase di innesto di un TAG – RFId, Pasquale Domenico Grieco** e di codici a barre, in alternativa o inLa combinazione versione attuale tra loro dela portale web offre la possibilitàdirettamente di cono nellascere pianta anchedi vite. le seconda delle esigenze di ciascunatipologie fase della di anal filiera,isi inche rappor- possono essere effettuaFOTOte 2. in Particolare ciascuna di fase,una pianta con dila vite possibilità in vivaio. di to ai costi/benefici. e norme sulla tracciabilità e rintrac- zione, trasformazione e distribuzione.FOTO 3. Particolarefiliera permette di diuna rintracciare delle cantina a distanza, ciabilità alimentare, introdotte con È sulla base di tali premesse che nell’am- con una semplice connessione internet,tut- dell'Aglianico del Vulture Doc. accedereLil Regolamento direttamente CEE 178/2002 dalla in retebito alla del Ce.R.T.A.– carta servizi. Nodo Basilicata,pres- E’ inoltreto scaricabileil percorso produttivo la modulisti di un vino. ca Ogni operazione registrata è identificatavigore dal 1° univocamente gennaio 2005, obbligano da un le so la sede della Metapontum Agrobios Ciò permette in caso di indagini di indivi- necessariaaziende che realizzano in ciascuna prodotti destina- fase dellaS.r.l., è stato filiera realizzato e, per un portale i viticoltori, web duare è puntualmente disponibile i lotti per anche eseguire un ri- codice alfanumerico elaborato inti all’alimentazioneautomatico secondoumana, bevande un cri-com- per la tracciabilità e rintracciabilità della tiri mirati senza compromettere l’intera terio prestabilito. quadernoprese,ad attuare di campagnasistemi e procedure elettronico per filieraLAV vitivinicolaperALORIZZAZIONE facilitarein grado la di assicura-gestione DEIproduzione PRODOTTI delle operazionie, inoltre,: LA dà spazio TRASPA colturali a nume-- I dati da inserire riguardano le provenienze,lerenderli rintracciabili. operazioni,le tem- reRENZA la trasparenza VERSO del percorso IL CONSUMATORE produtti- rose possibilità applicative per assistere gli neiNella vigneti. pratica,le aziende agroalimentari de- voI dati a garanzia raccolti della qualitànel database dei vini. centralizzatooperatori della sono filiera usati nello anche svolgimento per e pistiche e quant’altro sia necessariovono adottaretracciare metodi in baseaffidabili a ciascu-di raccol- I vitivinicoltori già adottano per obbligo di nella gestione del loro lavoro. na fase operativa. ta dati Mache permettano, i dati raccolti quanto meno, nel didatableggepromuovere aseun sistema centralizzato essenziale i vini.Infatti,inserendo di tracciabili- sono usati ilanche codice per della promuovere bottiglia nel- i Dall’area riservata ogni utente registratoindividuare a montepuò accedere,chi abbia fornito a se- lo- tàl’area dei loro “Rintraccia” prodotti su supporto del portale, cartaceo il Laconsumatore scelta di progettare interroga e realizzare il da- un vini.ro la materiaInfatti, prima inserend destinata ao entrare il codice a (registritabase della die vinificazione ottiene bottiglia informazioni e commercializza- nell’area dettagliate “Rintraccia”portale web del è statapercorso del motivata portale, produt- dal fatto il conda del profilo aziendale definitofar parte al momento del prodotto della alimentare, registra- e a zione). che internet permette un’accessibilità zione, ai settori di sua competenza:consumatorevalle i vivaismo,clienti che hannointerroga viticoltura, acquistato il vini- i databasevari tivo della per bottigliaottenere di informazionivino, a partirediffusa dall’originedettagliate su tutto il territorio del del vitigno senzapercorso doverfino ficazione,imbottigliamento/confezionamentolotti della propria produzione.o distribuzione e Laad tecnologia arrivare informatica, alla propria oltre tavola.che rap- Indisporre questo di modoparticolari si soluzionigarantiscono software produttivo della bottiglia di vino,presentarela qualità a partireun e sistemala trasparenza dall’origine semplificato del so- prodotto, delspecifiche. vitigno aspetti fino che ad sono arrivare sem- inserire,aggiornare,visionare i datiTali cheinformazioni riguardano devono l’attività essere accessi- del- stitutivo o integrativo dei registri cartacei, Ogni operatore della filiera può accede- 112 la sua azienda e usarli per controllareallabili allepropria autorità e gestire competentitavola. la produzione, che Inle richie- questorisultapre modo premiati estremamente si dalgarantiscono interessante,poichéconsumatore.A la qualitàvallere al database della e filieracentralizzatola trasparenza le aziende mediante pos- deluna produrre documentazioni o supportaredono per eseguire con i verifichedati storici nel caso le di pro- even- lasono gestione infine telematica avvalersi delle movimentazio- di un serviziousername di e-commercee una passwordche,e inserire il porta- o ave- prodotto,tuali rischi sulla aspetti sicurezza che alimentare. sono semniprele e fornirà dei premiati processi mediante che dal avvengono consumatore. una vetrinalungo la virtualere visibilità per dei lapropri visibilità flussi di e dati, la ven- da un prie decisioni. Allo stesso tempo, oggi i consumatori, e Mentre l’accesso riservato alle aziendecon essiA gli consente valle operatori della dellasia di distribuzio- filiera traccia- le aditaziende delle bottiglie possono di infineciascun avproduttore,valersi di con un possibilità servizio di di col- e- re sia di rintracciare le operazionine commerciale, e i materiali, desiderano agli organismi sempre più legarsi anche ad enoteche Nazionali, Regionali e/o Provinciali commerceconoscere la provenienzache il porta territorialele fornisce e mediante una vetrina virtuale per la visibilità e la di controllo e ai gestori del portalei processi è possibile di lavorazione solo visualizza-dei prodotti re e rintracciare i dati immessiven nelalimentari. databasedita delledagli bottiglie operatori di del- ciascunCONCLUSIONI produttore, con la possibilità di collegarsi anche ad la filiera. Il “Portale Vitivinicolo”113 è stato realizzato per le esigenze spe- enotecheTale domanda Nazionali, di trasparenza Regionalipuò essere cifichee/o Provinciali delle aziende. che operano nella filiera vitivinicola ed è soddisfatta da un sistema di tracciabilità e Gli enti di controllo possono dunquerintracciabilità effettuareQuest capaceo anche “Portaledi gestire a distan-informa- Vitivinicolo”uno strumento è stato informatico realizzato messo per a loro le esigenze disposizione, spe siacifiche per za,interrogando direttamente il zionidatabase molto ,piùestrazioni dettagliate rispettodi dati a perquel- tradurre nella realtà operativa la tracciabilità e rintracciabilità dellele richieste aziende dalla legge, che e capace operano di riper- nella filiera vitivinicola ed è uno strumento informatico eseguire revisioni e controlli statisticicorrerle insui modo lotti da di ricostruire produzione. la storia dei vini, sia per semplificare gli adempimenti normativi, sia per Il portale verrà sempre più corredatodel prodotto di servizi attraverso per le fasivenire di produ- in- valorizzare le produzioni attraverso la loro visibilità e la traspa- contro alle esigenze degli operatori!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! della filiera e !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!aiutarli a svol- !renza2 produttiva che è specchio della loro qualità. gere le loro mansioni. 112 Cfr. http://www.vinoinrete.it/ [email protected] La versione attuale del portale11312 web Cfr. offre G. la Delia, possibilità L. Di di Benedetto, cono- F. Cellini, P. Domenico Grieco, “Dal campo alla tavola: ogni scere anche le tipologie di analisipassaggio che possono è sul web, essere 2009. effettua- [email protected] te in ciascuna fase, con la possibilità di accedere direttamente [email protected] dalla rete alla carta servizi.Sarà inoltre scaricabile la modulisti- [email protected] ca necessaria in ciascuna fase della filiera e, per i viticoltori, sa- rà disponibile anche un quaderno! di campagna elettronico *CE.R.T.A.Nodo Basilicata S.C.a.R.L.118! per facilitare la gestione delle operazioni colturali nei vigneti. **Metapontum Agrobios S.r.l.

!"#$%&$'%(&"))*+,"-.$+ )/'+-+ Agrifoglio&$(01$)/!!%("(&$($--%1+.$%-"($-(+,#$'%)2/#+ AGRinnova 13 messo a loro disposizione, sia per tradurre nella realtà operativa la tracciabilità e rintracciabilità dei vini, sia per semplificare gli adempimenti normativi, sia per valorizzare le produzioni attraverso la loro visibilità e la trasparenza produttiva che è specchio della loro qualità.

4.3.2. RFId in bottiglia: il progetto Contemporare L’uscita del primo tappo RFId risale all’autunno 2010, grazie al lancio sul mercato da parte di Marco Caprai, famoso produttore di Sagrantino di Montefalco. L’Azienda Caprai ha creduto fortemente in questo progetto ed ha voluto sperimentare un tag RFId, applicato ai tappi sintetici delle bottiglie di Sangiovese, selezionate per il progetto Contemporare (solo 200 bottiglie l’anno, acquistabili esclusivamente in azienda). Qui di seguito viene proposta una breve intervista allo stesso produttore, nella quale vengono trattati alcuni punti critici delle potenzialità dell’etichetta intelligente.

“In cosa consiste il progetto Contemporare? Contemporare è un progetto di comunicazione a 360 gradi, che andrà a rivoluzionare il sistema. E’ un progetto curatoriale. Si parte dal vino, in questo caso un Sangiovese, che si racconta da solo. Non è una scheda tecnica quella che si riceve insieme alla bottiglia, ma una storia completa, un quadro esaustivo del prodotto. Da tempo abbiamo imparato che per far capire il nostro lavoro, dobbiamo non solo svolgerlo al meglio, ma anche comunicarlo al meglio. Finalmente con Contemporare ci siamo riusciti. Nel tappo ci sono pagine e pagine di storia, tecnica, e curiosità sul vino, la cantina, gli uomini che lavorano con noi, il territorio. Senza pensare che quelle informazioni poi, possono essere personalizzate, integrate, “dedicate”, di volta in volta dal proprietario della bottiglia. Quanto è racchiuso nel microchip inoltre, sopravvive al vino stesso, nel tempo. Possiamo affermare quindi, che con Contemperare stiamo girando una pagina della storia nella comunicazione del vino? “Cara vecchia scheda tecnica”..addio? Più che la scheda tecnica, Contemporare evolve il codice a barre. È importante capire il valore del microchip, non solo in termini di comunicazione, ma anche e

! 119! soprattutto ai fini della tracciabilità del prodotto, della gestione dello stesso all’interno dei passaggi logistici, nel contesto insomma della sua commercializzazione. È questa un’azione che dichiara da un lato la nostra trasparenza nel fare il nostro lavoro, dall’altro denuncia un’arretratezza di sistema ed un disorientamento in cui spesso arranca il consumatore. La formula della scheda tecnica, è una formula giustissima, in grado di fornire al consumatore più esigente o al semplice curioso, quelle informazioni base necessarie per orientarsi e per catalogare un etichetta nell’immenso panorama dei vini del mondo. Ma è riduttivo. Sarebbe come pretendere di voler conoscere un uomo dal suo biglietto da visita. Qui siamo riusciti ad andare oltre. I limiti che impone la “scheda tecnica” come forma di comunicazione (mi riferisco al supporto cartaceo su cui stampiamo le informazioni da consegnare al consumatore che è spesso ingombrante e difficilmente esaustivo) sono finalmente superati con il microchip. In esso troviamo tutte le informazioni che vogliamo. Ma con tutte queste informazioni non si corre il rischio di creare confusione nel consumatore? Il rischio del “consumatore confuso” a causa delle “troppe informazioni” è un rischio che voglio correre. Il microchip nel tappo, non è un brain storming di 2 ore sull’argomento “Sangiovese”, piuttosto che “Sagrantino” o “Grechetto”. Sarebbe come dire: “Potrei regalarti un’enciclopedia, ma preferisco non farlo perché se la leggi in un colpo solo, ti confondi le idee”. Sappiamo benissimo che il livello di interesse, ma soprattutto di preparazione del consumatore, non è omogeneo. Noi ci limitiamo a fare informazione di qualità nel modo più completo e semplice possibile. Non si tratta che di un pacchetto di informazioni che consegniamo al consumatore. È lui poi che dovrà decidere se utilizzarle, quando utilizzarle e come. Sarà la curiosità dello stesso a fare da parametro. Avremo colui che leggerà tutte le informazioni in un colpo solo, così come avremo chi salverà i file in una cartella del suo pc per leggerle magari il giorno dopo, in pausa pranzo, nel suo ufficio. Ma non si rischia così di rivelare a tutti la formula del successo? Ci sono cose che nel tappo non si possono trascrivere. L’uomo per esempio. L’uomo che fa il vino e l’uomo che lo beve. Così come il vino è un insieme di fattori non riconducibili ad uno schema, lo stesso vale per il successo di quel vino, dove entrano

! 120! in gioco le emotività, il gusto personale di chi beve, i luoghi dove quel vino si incontra. Per questo io mi auguro sempre che le mie bottiglie finiscano in contesti piacevoli. Noi possiamo fare un buon vino e impegnarci a comunicarlo. La piacevolezza del momento poi è la miglior fidelizzazione possibile. E rimane sempre, per fortuna, personalissima.”114

Il brevetto SmartCorq, utilizzato per questi tappi, è tutto italiano e grazie a questo possono essere inserite nel tappo informazioni relative alla singola bottiglia: vendemmia, produttore, ma anche consigli di abbinamento con le relative ricette, fino ad arrivare alla possibilità di inserire, col passare del tempo, anche i nomi degli eventuali proprietari della bottiglia che si sono succeduti - magari andando a combattere il problema dei falsi d’autore nelle aste. Tra le altre realtà italiane pronte all’applicazione della tecnologia RFId nel settore del vino vi è anche la ModulGraf, che ha invece brevettato Ecowine, una bottiglia dotata di un chip a sintesi vocale. In questo caso, all’interno del tag RFId è addirittura contenuto un file audio che si può ascoltare grazie ad una macchina apposita e che permette di sentire, ad esempio, la voce del produttore in persona, che spiega il proprio vino ai consumatori.115 La tecnologia RFId permetterebbe quindi alle aziende di offrire un prodotto altamente personalizzato verso il consumatore finale, in un’ottica che rientra appieno in quella più ampia del CRM (Customer Relationship Management), riducendo al tempo stesso i costi di stoccaggio e gestione del magazzino. Considerando, poi, che i costi per tag si riducono di giorno in giorno, non sarà difficile trovare un sempre più largo utilizzo di questa tecnologia nel mondo del vino, negli anni a venire.

4.3.3. Il Winecode Il Winecode è un innovativo sistema di etichettatura del vino che integra tracciabilità e marketing del prodotto in maniera semplice e performante. Grazie a questo sistema, studiato per avvicinare il mondo dei giovani all’enocultura, i servizi

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114 Cfr. http://www.contemporare.it/intervista.htm 115 Cfr. http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=693

! 121! di marketing, comunicazione ed e-commerce vengono raccolti in un solo strumento pronto all’uso.

Sull’etichetta della bottiglia di vino viene stampato un codice a barre bidimensionale in grado di essere letto e decodificato dalla fotocamera del telefono cellulare, il Winecode. Il consumatore, grazie ad un apposito software, già preinstallato sui cellulari di nuova generazione, deve solo inquadrare il codice a barre presente sull’etichetta di un vino e con un click ha accesso alle schede informative multimediali realizzate per quell’apposita bottiglia. Il codice può essere posizionato su ogni parte dell’etichetta, di solito l’etichetta di retro. Non servono sistemi di stampa particolari o installazioni di chip o circuiti. Il produttore può così distribuire contenuti multimediali, promozioni commerciali o consigli per una corretta degustazione. Le schede informative e i video dei sommellier della cantina sono accessibili sullo schermo del telefono e sono riferite a quella specifica bottiglia. Grazie al sistema di codifica digitale che usa

! 122! Winecode l’utente non deve immettere nessun codice o digitare nessun numero, tutto viene fatto in automatico dal telefono cellulare.116

4.4. Le grandi aziende italiane muovono i primi passi verso il futuro dell’etichetta: Latterie Friulane e Giovanni Rana Nel 2009 Latterie Friulane ha lanciato un concorso nazionale diverso dalla consueta raccolta punti; in particolare questa iniziativa è stata la prima applicazione su un prodotto alimentare fresco del QR Code. Il concorso, denominato CelluLatte consisteva nello scattare una foto al cartone del latte (oppure alla bottiglia di plastica) ed accedere così tramite cellulare al minisito dove, inserendo data, numero e codice dello scontrino d’acquisto, era possibile aggiudicarsi uno dei premi giornalieri messi in palio.

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%%'!Cfr. Tozzi F., Verso la tracciabilità evoluta, 2008!

! 123! Grazie a CelluLatte è stato possibile sperimentare questa nuova tecnologia su un prodotto quotidiano con uno strumento quotidiano, il tutto in maniera gratuita. Anche Giovanni Rana nel 2010 ha utilizzato il QR Code sul retro delle confezioni dei nuovi Tortelli al Cioccolato, per dare la possibilità ai propri consumatori di visualizzare le ricette consigliate per cucinare l’insolito prodotto.

Giovanni Rana, in questo senso, si è mosso verso la tecnologia e la multimedialità, sfruttando la peculiarità del mezzo: non si è limitato a trasmettere un messaggio pubblicitario, ma ha fornito un contenuto utile che, per sua natura, si presta bene ad essere fruito dal cellulare.117

4.5. Tracciabilità, Protezione del Marchio e Tutela del Consumatore: il Consorzio del Prosciutto di San Daniele Nato nel 1961 con l’obiettivo di garantirne la tutela del marchio, il Consorzio del Prosciutto di San Daniele è oggi una realtà ben consolidata, rivolta a certificare la conformità del prodotto e mantenere l’elevato standard qualitativo in termini di !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

117 Cfr. http://www.overqrcode.eu/articoli/2010/12/tortellini-rana-ricette-con-il-qr-code/

! 124! sicurezza igienico-sanitaria, caratteristiche chimiche, fisiche, organolettiche e nutrizionali del prodotto commercializzato118. E’ questo il contesto in cui è maturata la scelta del Consorzio del Prosciutto di San Daniele per l’RFId, rivolto ad una maggiore tutela del marchio DOP e ad una efficacia più intensa su tutti i soggetti operanti nel sistema di controllo della DOP “prosciutto di San Daniele”.

L’intero progetto ruota attorno al ruolo del tag RFId, inteso come collettore di informazioni di ogni singolo prosciutto, rese disponibili attraverso internet: dov’è stato allevato il suino e com’è stato nutrito, quando è stato macellato, quali lavorazioni e trattamenti ha subìto il prodotto all’interno del prosciuttificio, quando è stato immesso sul mercato. In particolare, l’RFId entra in gioco nella fase del trasporto, quando cioè la coscia arriva dalla macellazione al prosciuttificio per la lavorazione: qui l’operatore pesa la coscia, ne verifica la conformità ai requisiti DOP e, in caso di esito positivo, procede con la marchiatura a fuoco e l’apposizione sulla coscia fresca del tag RFId, associandolo al codice di origine dell’allevamento (tatuaggio con sigla alfanumerica); per realizzare questa fase di “battezzo del tag”, scrivendovi le informazioni riguardanti la coscia (es. numero di partita, data di entrata nel prosciuttificio), in questa stazione opera un reader RFId di prossimità collegato ad un’antenna, predisposto a creare il tag da apporre sulla coscia.119 Tutti i dati di filiera sono convogliati in un sistema informatico unitario allocato presso INEQ (Istituto Nord Est Qualità). Inizia poi la linea di lavorazione interna al prosciuttificio, costituita da vari step: salatura, pulitura-rifilatura, lavaggio,

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118 Cfr. http://www.tecnoali.com/news-show.asp?cod=234 119 Cfr. Frazzoli R., Traceback. La tracciabilità sposa i sensori, 2008

! 125! stuccatura, stagionatura, marchiatura DOP, disosso, pressatura ed affettatura, spedizione, ecc.120 Ad oggi, il Consorzio sta studiando l’implementazione di punti di rilievo RFId all’ingresso di ogni fase produttiva strategica: il sistema, composto da reader ed antenne RFId, è inserito sul percorso che le bilancelle/telai ospitanti i prosciutti seguono durante gli avanzamenti nelle fasi produttive, in modo da tracciare automaticamente il work-in-progress. Il tag, definito tag-padre, apposto sulla bilancella/telaio e contenente tutte le informazioni necessarie a riconoscere la partita, viene così identificato al suo transito, rilevando la correttezza delle varie operazioni. Anticontraffazione, tracciabilità e rintracciabilità sono il primo traguardo raggiunto dall’apporto tecnologico dell’RFId. Tramite l’apposizione ad ogni singolo prosciutto di un identificativo univoco, il tag RFId ne garantisce l’originalità e permette, mediante la consultazione dei dati in esso residenti (o ad esso collegati), di risalire alla storia del prosciutto. La rintracciabilità interna alla produzione dei diversi prosciuttifici assicura inoltre altri vantaggi produttivi per la valorizzazione economica dell’intera filiera, tra cui il monitoraggio dell’avanzamento di produzione, l’analisi della capacità produttiva e della qualità dei fornitori (qualità, puntualità, ecc.).

Questo sistema RFId opera alla frequenza HF (13.56MHz), ideale per rispondere, sia ai possibili sviluppi futuri worldwide di presenza del tag lungo tutta la filiera fino alla GDO ed al consumatore finale (grazie al supporto dello standard ISO

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120 Cfr. http://www.tecnoali.com/news-show.asp?cod=234

! 126! Tecnologie e Soluzioni RFID

Tecnologie e Soluzioni RFID Case History RFID

In breve Case HistoryL’RFID RFID sbarca nella piana del Fucino, in Abruzzo, coniugando la tradizione agricola con l’avanguardia

Azienda: tecnologica, per migliorare ulteriormente la qualità della ARSSA in collaborazione con In breve L’RFID sbarca nella piana del Fucino,pataticoltura in Abruzzo, locale l’Università dell’Aquila coniugando la tradizione agricola conIntroduzione l’avanguardia Azienda: Mercato:tecnologica, per migliorare ulteriormenteLa coltivazionela qualità della della patata nel Fucino copre circa 4000 Ettari, pari al 30% ARSSA in collaborazione con Agro-alimentarepataticoltura locale della superficie dell’alveo dell’ex-lago prosciugato nel 1876, con una 121 15693l’Università ed all’ dell’AquilaEPC ), sia alle difficoltà dell’ambiente operativo (es. l’umidità e la produzione annua fino a 2 milioni di quintali. Caratteristica saliente della patata del Fucino è la sua ottima presenza di acciaio negli impianti di produzioneApplicazione:Introduzione e movimentazione). La frequenza Tracciabilità delle patate del conservabilità che ne permette la commercializzazione come prodotto HFMercato: opera inoltre in funzione anti-collisione,Fucino rilevandoLa (AQ)coltivazione cioè simultan della patataeamente nel Fucino un gran copre circafresco 4000 Ettari, da settembre pari al 30% fino a febbraio-marzo; per evitare l’inverdimento e la germogliatura, le patate sono poi conservate in contenitori di legno Agro-alimentare della superficie dell’alveo dell’ex-lago prosciugato nel 1876, con una numero di tag e quindi di prosciutti da identificare e tracciare. immagazzinati in celle buie e refrigerate a 4-5 °C. Frequenzaproduzione operativa: annua fino a 2 milioni di quintali. I tag sono un prodotto custom, esito finale di test e verifiche, appositamente È questo lo scenario in cui, nell’ambito di un progetto di ricerca sulla Applicazione: 13.56Caratteristica MHz (HF) saliente della patata del Fucinotracciabilità è la sua agro-alimentare ottima finanziato dalla Regione Abruzzo, l’ARSSA progettatiTracciabilità per delle rispondere patate ai del dettami del Consorzio:conservabilità la forma, che ne ad permette esempio, la e commercializzazione la (Agenzia come Regionale prodotto per lo Sviluppo dei Servizi Agricoli) ha sviluppato Dispositivi RFID: modalitàFucino (AQ)di applicazione del tag non alterano néfresco rovinano da settembre in alcun fino modo a febbraio-marzo; le proprietà per evitarel’applicazione l’inverdimento RFID e la con la collaborazione dell’Università degli Studi Controllergermogliatura, MR200 le patate sono poi conservate dell’Aquila in contenitori presso di legno un impianto di stoccaggio e confezionamento di del prosciutto. Controllerimmagazzinati MR101A in celle buie e refrigerate a 4-5 °C.patate della AMPP (Associazione Marsicana Produttori Patate) sito in San Benedetto dei Marsi (AQ): l’impianto ha una capacità di Frequenza operativa: Antenna È questo 300/300 lo scenario in cui, nell’ambito di un progetto di ricerca sulla Paddle Antenna A140/140 immagazzinamento di 110.000 quintali suddivisa in 11 celle, in ciascuna 4.613.56. Automazione MHz (HF) e qualità: la coltivazione dellatracciabilità patata agro-alimentaredel Fucino finanziato dalla Regione Abruzzo, l’ARSSA delle quali trovano posto circa 800 contenitori da 12 quintali. (Agenzia Regionale per lo Sviluppo dei Servizi Agricoli) ha sviluppato La coltivazione della patata nel Fucino copre circa 4.000 ettari, con una La Soluzione: le fasi operative Dispositivi RFID: l’applicazione RFID con la collaborazione dell’Università degli Studi produzione annua fino a 2 milioni di quintali. Caratteristica saliente della patata del 1) Scarico e stoccaggio delle patate Controller MR200 dell’Aquila presso un impianto di stoccaggio e confezionamento di Fucino è la sua ottima conservabilità che ne permettepatate della la commercializzazioneAMPP (Associazione Marsicana come ProduttoriGià in Patate) fase sitodi stipula in San dei contratti di coltivazione vengono definiti i lotti, Controller MR101A ciascuno dei quali è composto da un insieme di prodotto ed è prodottoAntenna fresco 300/300 da settembre fino a febbraio-Benedettomarzo; per evitare dei Marsi l’inverdimento (AQ): l’impiantoe la hacaratterizzato una capacità da: di Codice prodotto, Anno di coltivazione, Varietà del immagazzinamento di 110.000 quintali suddivisaprodotto, in 11 celle, Produttore, in ciascuna Strada e appezzamento di coltivazione, Quantità germogliatura,Paddle Antenna le patate A140/140 sono poi conservate in contenitori di legno immagazzinati in delle quali trovano posto circa 800 contenitori da prevista12 quintali. e Disciplinare di coltivazione. 122 celle buie e refrigerate a 4-5° C. Le patate arrivano all’impianto, direttamente dal campo di raccolta, allo stato sfuso su camion o rimorchi agricoli. Ad ogni carico è assegnato un La Soluzione: le fasi operative codice di consegna (documento), che rappresenta un sottoinsieme 1) Scarico e stoccaggio delle patate omogeneo del lotto a cui appartiene. Già in fase di stipula dei contratti di coltivazioneDurante vengono definiti la pesatura i lotti, del carico in ingresso, i dati relativi al lotto-

ciascuno dei quali è composto da un insiemedocumento di prodotto vengono ed è scritti su un tag “campione” che accompagna il

caratterizzato da: Codice prodotto, Anno di coltivazione,mezzo alla Varietà stazione del di scarico; qui viene effettuata una prima cernita meccanica del prodotto che va a riempire i contenitori in legno prodotto, Produttore, Strada e appezzamento di coltivazione, Quantità equipaggiati con un tag RFID. prevista e Disciplinare di coltivazione. L’immagazzinamento è effettuato con carrelli a forche con capacità di Le patate arrivano all’impianto, dire ttamente dalcarico campo che di raccolta, consente allo di trasportare contemporaneamente due contenitori statoAssociazione sfuso su camion Marsicana o rimorchi agricoli. Ad ognisovrapposti. carico è assegnato un Quando inizia lo scarico di un mezzo, il relativo tag “campione” è utilizzato codice Produttori di consegna Patate (documento), che rappresenta un sottoinsieme È questo lo scenario in cui, nell’ambito di un progetto di ricerca sulla per trasferire i dati, attraverso il sistema RFID installato sul carrello, al omogeneo del lotto a cui appartiene. computer veicolare a bordo, evitando così di digitare i dati sul touch tracciabilità agro-alimentare finanziato dalla Regione Abruzzo, l’ARSSA (Agenzia Durante la pesatura del carico in ingresso, screen. i dati relativi al lotto- Regionale per lo Sviluppo dei Servizi Agricolidocumento) ha sviluppato vengono l’applicazione scritti su un RFId, tag “campione”Letto che il tag accompagna “campione”, il il carrellista sceglie la fila della cella preassegnata in cui depositare i contenitori; per ottimizzare la posizione dei bins, è con la collaborazione dell’Università degli Studimezzo dell’Aquila alla stazione, presso di scarico;un impianto qui viene di effettuata una prima cernita meccanica del prodotto che va a riempire disponibile i contenitori una in maschera legno che mostra la mappa aggiornata della cella ed stoccaggio e confezionamento di patate della AMPP (Associazione Marsicana evidenzia le eventuali stive che già contengono lo stesso lotto. equipaggiati con un tag RFID. Scelta la fila vengono automaticamente determinati stiva e livelli occupati, Produttori Patate), sito in San Benedetto dei MarsiL’immagazzinamento (AQ). L’impianto è effettuatoha una capacità con carrelli a forche con capacità di mentre per i contenitori successivi viene proposta la stessa fila fino al suo carico che consente di trasportare contemporaneamentecompletamento. due contenitori di immagazzinamento di 110.000 quintali suddivisa in 11 celle, in ciascuna delle sovrapposti. I dati del lotto-documento e le coordinate dei contenitori sono scritti sui !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Associazione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Marsicana! Quando inizia lo scarico di un mezzo, il relativo tagtag “campione” apposti suiè utilizzato contenitori, registrati sul database residente sul computer 121 Cfr. http://www.rfidsolutioncProduttori Patateenter.it/ 122 Cfr. Bertocco M., Più facile la tracciabilità con un sistemaper trasferire informatico, i dati,2007 attraverso il sistema RFID installato sul carrello, al Copyright 2008 by SOFTWORK® Via Zanardelli,computer 13/A 25062 veicolare Concesio a (BS) bordo, Italy evitando- tel. +39 030così 200 di 8149 digitare fax +39 i dati030 200 sul 8146 touch - [email protected] www.rf-id.it SOFTWORKscreen. si riserva il diritto di modificare le specifiche in qualsiasi momento senza preavviso

! Letto il tag “campione”, il carrellista sceg127lie! la fila della cella preassegnata in cui depositare i contenitori; per ottimizzare la posizione dei bins, è disponibile una maschera che mostra la mappa aggiornata della cella ed evidenzia le eventuali stive che già contengono lo stesso lotto. Scelta la fila vengono automaticamente determinati stiva e livelli occupati, mentre per i contenitori successivi viene proposta la stessa fila fino al suo completamento. I dati del lotto-documento e le coordinate dei contenitori sono scritti sui tag apposti sui contenitori, registrati sul database residente sul computer

Copyright 2008 by SOFTWORK® Via Zanardelli, 13/A 25062 Concesio (BS) Italy - tel. +39 030 200 8149 fax +39 030 200 8146 - [email protected] www.rf-id.it SOFTWORK si riserva il diritto di modificare le specifiche in qualsiasi momento senza preavviso quali trovano posto circa 800 contenitori da 12 quintali.123

4.6.1. Le fasi operative 1. Scarico e stoccaggio delle patate Già in fase di stipula dei contratti di coltivazione vengono definiti i lotti, ciascuno dei quali è composto da un insieme di prodotto ed è caratterizzato da: • Codice prodotto • Anno di coltivazione • Varietà del prodotto • Produttore • Strada e appezzamento di coltivazione • Quantità prevista • Disciplinare di coltivazione. Le patate arrivano all’impianto, direttamente dal campo di raccolta, allo stato sfuso. Ad ogni carico è assegnato un codice di consegna, che rappresenta un sottoinsieme omogeneo del lotto a cui appartiene. Durante la pesatura del carico in ingresso, i dati relativi al lotto-documento vengono scritti su un tag “campione”, che accompagna il mezzo alla stazione di scarico; qui viene effettuata una prima cernita meccanica del prodotto che va a riempire i contenitori in legno equipaggiati con un tag RFId. Letto il tag “campione”, il carrellista sceglie la fila della cella preassegnata in cui depositare i contenitori. Scelta la fila, vengono automaticamente determinati stiva e livelli occupati, mentre per i contenitori successivi viene proposta Tecnologiela stessa fila fino e Soluzioni RFID al suo completamento. Case History RFID

veicolare e trasferiti attraverso rete wireless al server che gestisce l’applicazione. Il database del computer veicolare viene automaticamente sincronizzato con quello del server quando viene avviata l’applicazione o quando il carrello rientra da zone in ombra a quelle coperte dalla rete. 2) Prelievo e Confezionamento delle patate In fase di confezionamento, sulla base delle caratteristiche di prodotto richieste dai clienti, vengono generati gli ordini di prelievo andando a ricercare i contenitori di un lotto-documento che soddisfa le caratteristiche richieste. Gli ordini di prelievo, definiti sul server, vengono trasmessi al carrello. La mappa delle celle risulta particolarmente utile in questa fase, poiché !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Computer e reader RFID a bordo del consente, da un lato, di scegliere i lotti più facilmente accessibili che 123 muletto rispondono alle caratteristiche richieste dai clienti e, dall’altro, di guidare i Cfr. http://rfid.thebizloft.com/content/il-nostro-futuro -nella-tracciabilit%C3%A0carrellisti-alimentare nel prelievo. Al momento del prelievo viene verificata la rispondenza dei dati letti dai tag con quelli ricevuti dal server e i contenitori prelevati sono eliminati dalla mappa.

! I contenitori selezionati128! sono trasportati alla linea di lavaggio, cernita manuale e confezionamento. I dati del lotto-documento sono trasferiti al computer che gestisce la stampa on line delle etichette, con codice a barre, automaticamente applicate su ogni confezione di peso adeguato per il consumo finale.

Perché RFID? La scelta della tecnologia RFID è legata a diversi fattori: l’eliminazione degli errori umani nelle fasi operative, la presenza di polvere e di elevata umidità, la quantità di informazioni scrivibili direttamente dal carrello in fase di prelievo, la possibilità di numerosi riutilizzi dei tag permanentemente attaccati al contenitori. Fattore non secondario è poi la possibilità di estendere l’applicazione anche ad altri prodotti ortofrutticoli - quali insalata, radicchio, finocchi, sedano, carote – coltivati nel Fucino e spesso lavorati negli stessi impianti Screen shot dettaglio cella delle patate.

Architettura RFID by SOFTWORK Il sistema RFID nel Fucino opera alla frequenza 13.56 MHz (HF), standard ISO 15693. In particolare, i carrelli sono stati equipaggiati con due antenne 300/300 montate sulle forche in modo da risultare centrate rispetto ai tag di due contenitori sovrapposti; le antenne sono collegate attraverso uno splitter ad un controller industriale mid range ISC MR200 montato sotto il tettuccio della cabina e collegato ad un computer veicolare con schermo touch screen. Un altro controller ISC MR101A, con una Paddle Antenna A140/140 è collegato al computer installato nell’ufficio della bascula per la pesatura dei mezzi di trasporto.

About Softwork Distributore a valore aggiunto di Tecnologie e Soluzioni RFID attive e passive nelle varie bande di frequenza (LF, HF ed UHF), SOFTWORK ha stretto accordi di partnership distributiva con produttori leader internazionali, quali FEIG Electronic per RFID passivi, Identec Solutions per RFID attivi, SkyeTek per soluzioni embedded, Psion Teklogix per mobile computing, STMicroelectronis per la componente chip e Toshiba TEC (RFID Printer). La produzione di propri apparati, anche customizzati, grazie all’impulso dato al dipartimento R&D, l’esperienza maturata “sul campo” da un team di progettisti, sistemisti e tecnici ed un network di rivenditori certificati garantiscono a SOFTWORK la leadership nelle soluzioni applicative RFId su tutto il territorio nazionale. Intensa anche l’attività educational di SOFTWORK, con un ricco calendario di training.

Copyright 2008 by SOFTWORK® Via Zanardelli, 13/A 25062 Concesio (BS) Italy - tel. +39 030 200 8149 fax +39 030 200 8146 - [email protected] www.rf-id.it SOFTWORK si riserva il diritto di modificare le specifiche in qualsiasi momento senza preavviso I dati del lotto e le coordinate dei contenitori sono scritti sui tag apposti sui contenitori stessi e vengono trasferiti attraverso rete wireless al server cheTecnologie gestisce e Soluzioni RFID l’applicazione. Il database del computer veicolare viene automaticamente sincronizzato con quello Case History RFID del server quando viene avviata l’applicazione o quando il carrello rientra da zone in ombra a quelle coperte dalla rete. veicolare e trasferiti attraverso rete wireless al server che gestisce l’applicazione. Il database del computer veicolare viene automaticamente sincronizzato 2. Prelievo e Confezionamento delle patate con quello del server quando viene avviata l’applicazione o quando il carrello rientra da zone in ombra a quelle coperte dalla rete. In fase di confezionamento, sulla base delle caratteristiche di prodotto richieste 2) Prelievo e Confezionamento delle patate dai clienti, vengono generati gli ordini di prelievo , andando a ricercare i contenitoriIn fase di confezionamento, sulla base delle caratteristiche di prodotto richieste dai clienti, vengono generati gli ordini di prelievo andando a di un lotto che soddisfa le caratteristiche richieste. Gli ordini di prelievo, definiti sul ricercare i contenitori di un lotto-documento che soddisfa le server, vengono trasmessi al carrello. La mappa delle celle risulta particolarmentecaratteristiche richieste. Gli ordini di prelievo, definiti sul server, vengono trasmessi al carrello. utile in questa fase, poiché consente, da un lato, di scegliere i lotti più facilmente La mappa delle celle risulta particolarmente utile in questa fase, poiché accessibili che rispondonoComputer alle caratteristiche e reader RFID richieste a bordo dai del clienti e, dall’altro,consente, di da un lato, di scegliere i lotti più facilmente accessibili che guidare i carrellisti verso il lotto desiderato.muletto Al momento del prelievo vienerispondono verificata alle caratteristiche richieste dai clienti e, dall’altro, di guidare i carrellisti nel prelievo. la rispondenza dei dati letti dai tag con quelli ricevuti dal server e i contenitoriAl momento del prelievo viene verificata la rispondenza dei dati letti dai prelevati sono eliminati dalla mappa. tag con quelli ricevuti dal server e i contenitori prelevati sono eliminati dalla mappa. I contenitori selezionati sono trasportati alla linea di lavaggio, cernita manuale e confezionamento. I dati del lotto-documento sono trasferiti al computer che gestisce la stampa on line delle etichette, con codice a barre, automaticamente applicate su ogni confezione di peso adeguato per il consumo finale.

Perché RFID? La scelta della tecnologia RFID è legata a diversi fattori: l’eliminazione degli errori umani nelle fasi operative, la presenza di polvere e di elevata umidità, la quantità di informazioni scrivibili direttamente dal carrello in fase di prelievo, la possibilità di numerosi riutilizzi dei tag permanentemente attaccati al contenitori.

Fattore non secondario è poi la possibilità di estendere l’applicazione anche ad altri prodotti ortofrutticoli - quali insalata, radicchio, finocchi, sedano, carote – coltivati nel Fucino e spesso lavorati negli stessi impianti Screen shot dettaglio cella I contenitori selezionati sono trasportati alla linea di lavaggio ed alladelle fase patate. di confezionamento. I dati del lotto sono trasferiti al computer che gestisce la stampa Architettura RFID by SOFTWORK online delle etichette con codice a barre, automaticamente applicateIl sistema su ogni RFID nel Fucino opera alla frequenza 13.56 MHz (HF), standard confezione di peso adeguato per il consumo finale. ISO 15693. In particolare, i carrelli sono stati equipaggiati con due antenne 300/300 La scelta della tecnologia RFId da parte dell’impianto è legata a diversimontate fattori: sulle forche in modo da risultare centrate rispetto ai tag di due contenitori sovrapposti; le antenne sono collegate attraverso uno splitter ad un controller industriale mid range ISC MR200 montato sotto il tettuccio della cabina e collegato ad un computer veicolare con schermo ! 129! touch screen. Un altro controller ISC MR101A, con una Paddle Antenna A140/140 è collegato al computer installato nell’ufficio della bascula per la pesatura dei mezzi di trasporto.

About Softwork Distributore a valore aggiunto di Tecnologie e Soluzioni RFID attive e passive nelle varie bande di frequenza (LF, HF ed UHF), SOFTWORK ha stretto accordi di partnership distributiva con produttori leader internazionali, quali FEIG Electronic per RFID passivi, Identec Solutions per RFID attivi, SkyeTek per soluzioni embedded, Psion Teklogix per mobile computing, STMicroelectronis per la componente chip e Toshiba TEC (RFID Printer). La produzione di propri apparati, anche customizzati, grazie all’impulso dato al dipartimento R&D, l’esperienza maturata “sul campo” da un team di progettisti, sistemisti e tecnici ed un network di rivenditori certificati garantiscono a SOFTWORK la leadership nelle soluzioni applicative RFId su tutto il territorio nazionale. Intensa anche l’attività educational di SOFTWORK, con un ricco calendario di training.

Copyright 2008 by SOFTWORK® Via Zanardelli, 13/A 25062 Concesio (BS) Italy - tel. +39 030 200 8149 fax +39 030 200 8146 - [email protected] www.rf-id.it SOFTWORK si riserva il diritto di modificare le specifiche in qualsiasi momento senza preavviso Tecnologie e Soluzioni RFID

l’eliminazione degli errori umani nelle fasi operative; Case History RFID • • la quantità di informazioni scrivibili direttamente dal carrello in fase di In breve Il valore aggiunto dell’RFID nella filiera agro-alimentare: il prelievo; caso della Cooperativa Agricola Ortoamico Azienda: • la possibilità di numerosiCooper. riutilizziAgricola Ortoamico dei tag permanentementeIntroduzione attaccati al contenitori. Fondata nel 1997, la Cooperativa Agricola Ortoamico riunisce oggi 36 Mercato: aziende orticole dislocate nelle province di Cuneo, Asti e Torino, specializzata Fattore non secondarioAlimentare è poi la possibilità di estendere l’applicazionenella produzione, anche adraccolta, confezionamento e distribuzione di ortaggi freschi di qualità, tra cui sedano, peperone, insalata e pomodori. altri prodotti ortofrutticoli - quali insalata, radicchio, finocchi, sedano, carote – Applicazione: La Cooperativa ha recentemente realizzato, grazie al contributo della Regione Piemonte – Assessorato Agricoltura, Direzione e Sviluppo dell’Agricoltura, un Tracciabilità filiera produttiva 124 coltivati nel Fucino e spesso lavorati negli stessi impianti delle patate.sistema integrato basato su innovative tecnologie, tra cui l’RFID, e distributiva orticola Il sistema RFId nel Fucino opera alla frequenza 13.56 MHzcombinate (HF), standard ad Internet ISO ed applicate all’intera filiera orticola, dalla produzione alla raccolta, dal confezionamento alla distribuzione presso la GDO. 15693. In particolare, i carrelliFrequenza sono stati operativa: equipaggiati con due ant enne, collegate ad 868MHz (UHF passiva) Applicazione RFID un controller industriale montato sotto il tettuccio della cabinaIl e progetto collegato di tracciabilitàad un adottato dalla cooperativa nasce dall’esigenza di computer veicolare con schermoDispositivi touch screen.RFID: 125 rendere il sistema fruibile all’intera filiera, dalla produzione e trasformazione fino Controller LRU2000 alla distribuzione, compatibilmente al parametro Rapporto qualità/prezzo, per Antenne ANTU 250x250 giungere così alla condivisione delle informazioni ed al massimo grado di Palmari mobile UHF automazione. 4.7. Il valore aggiunto della tecnologia RFId: il caso della CooperativaI primi test Agricola effettuati dalla cooperativa risalgono al 2002-2003, per giungere Tag UHF EPC Class 1, Gen 2 solamente nel 2007 a coinvolgere la banda UHF nel rispetto dei vincoli normativi Ortoamico precedenti a questa data, ed hanno interessato 3 aziende agricole di produzione Pool tecnologico: Fondata nel 1997, la Cooperativa Agricola Ortoamico riuniscea Asti, oggi Carmagnola 36 aziende (To) e Pocapaglia (Cn), il centro di condizionamento di C.R.A. di Torino Ortoamico a Nichelino (To) e 3 punti vendita Iper a Montebello della Battaglia orticole, dislocate nelle provinceSoftwork di Cuneo, Asti e Torino, (Pv), specializzate Milano-Portello nella e Grandate (Co).

Think Quality 126 produzione, raccolta, confezionamento e distribuzione di ortaggi Lafreschi prima di fasequalità del. progetto riguarda l’informatizzazione del Quaderno di Campagna, il registro dei trattamenti subiti dalle colture in vigore dal 2001, attraverso l’adozione del sistema “Libellum” di Think Quality: l’innovazione tecnologica consiste in un applicativo scaricabile su cellulare che permette di inviare i dati sui trattamenti direttamente dal campo con il cellulare; le informazioni dal cellulare sono trasmesse al web e, quindi, a trattamento avvenuto, il quaderno di campagna è compilato. Entra ora in campo l’RFID, con 5 fondamentali punti di rilevazione: zona di spedizione del produttore (azienda agricola); zona di ricevimento della cooperativa; zona di spedizione della cooperativa; piattaforma di ricevimento

La Cooperativa ha recentemente realizzato, grazie al contributodella GDO; della zona Regio di ricevimentone del punto vendita della GDO. Ecco, nel dettaglio, i punti della filiera orticola interessati all’RFID: Piemonte – Assessorato Agricoltura, Direzione e Sviluppo dell’ Agricoltura – un - Preparazione del terreno: sistema integrato basato su tecnologie innovative, tra cui l’RFIdPresso, combinate le aziende ad agricole il terreno viene preparato e i tag RFID sono “battezzati”, associando il numero di identificazione univoco del tag ai Internet ed applicate all’intera filiera orticola, dalla produzione alla raccolta, dal riferimenti aziendali contenuti del data.base: azienda agricola, appezzamento e confezionamento alla distribuzione presso la GDO. coltivazione.

Il progetto di tracciabilità adottato dalla cooperativa nasce- Raccolta dall’esigenza ortaggi in diserra :

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! L’agronomo, dotato di palmare RFID, certifica l’esatto grado di maturazione dell’ortaggio ed il giusto processo manutentivo, abbinando i dati presenti sul 124 Cfr. AA. VV. RFId identificazione automatica in radiofrequenza. Case studies:database applicazione ed aggiornati e in automatico, mediante utilizzo del Telefonino di progetti in Italia nel settore agroalimentare, 2006 Campagna, con le attività di preparazione del terreno svolte in campo. Inizia la 125 Cfr. http://www.rfidsolutioncenter.it/ ! raccolta degli ortaggi da parte dell’agricoltore, che munito di palmare RFID 126 Cfr. Bertocco M., Più facile la tracciabilità con un sistema informatico, 2007riconosce la serra di riferimento abilitata leggendo il tag in essa apposta; l’agricoltore deposita gli ortaggi raccolti in cassette munite di tag RFID, associando il tag della cassetta a quello della serra.

! 130! Copyright 2008 by SOFTWORK® Via Zanardelli, 13/A 25062 Concesio (BS) Italy - tel. +39 030 200 8149 fax +39 030 200 8146 - [email protected] www.rf-id.it SOFTWORK si riserva il diritto di modificare le specifiche in qualsiasi momento senza preavviso rendere il sistema fruibile all’intera filiera, dalla produzione e trasformazione fino alla distribuzione, compatibilmente al parametro qualità/prezzo, per giungere così alla condivisione delle informazioni ed al massimo grado di automazione.127 I primi test effettuati dalla cooperativa risalgono al 2002-2003, per giungere solamente nel 2007 a coinvolgere la banda UHF ed hanno interessato 3 aziende agricole di produzione ad Asti, Carmagnola (TO), Pocapaglia (CN), il centro di condizionamento di Ortoamico a Nichelino (TO) e 3 punti vendita Iper a Montebello della Battaglia (PV), Milano-Portello e Grandate (CO). La prima fase del progetto riguarda l’informatizzazione del Quaderno di Campagna128, il registro dei trattamenti subiti dalle colture in vigore dal 2001, attraverso l’adozione del sistema “Libellum” di Think Quality: l’innovazione tecnologica consiste in un applicativo scaricabile su cellulare che permette di inviare i dati sui trattamenti effettuati direttamente dal campo con il cellulare; le informazioni dal telefonino sono trasmesse via web, quindi, a trattamento avvenuto, il quaderno di campagna è compilato. Dopo questa prima fase entra in campo l’RFId, con 5 fondamentali punti di rilevazione: • zona di spedizione del produttore (azienda agricola); • zona di ricevimento della cooperativa; • zona di spedizione della cooperativa; • piattaforma di ricevimento della GDO; • zona di ricevimento del punto vendita della GDO. Ecco, nel dettaglio, i punti della filiera orticola interessati dall’RFId: - Preparazione del terreno Presso le aziende agricole il terreno viene preparato ed i tag RFId sono “battezzati”, associando il numero di identificazione univoco del tag ai riferimenti aziendali contenuti del database: azienda agricola, appezzamento e coltivazione. - Raccolta ortaggi in serra L’agronomo, dotato di palmare RFId, certifica l’esatto grado di maturazione dell’ortaggio ed il giusto processo manutentivo, abbinando i dati presenti sul

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

127 Cfr. http://www.gruppotia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=254:tracciabilita- rfid-in-piemonte&catid=76:ultime-da-rfid-italia&Itemid=76 128 Cfr. http://www.ortoamico.com/n_reg/home.html

! 131! database ed aggiornati in automatico, mediante utilizzo del telefonino, con le attività di preparazione del terreno svolte in campo. Inizia la raccolta degli ortaggiTecnologie da parte e Soluzioni RFID dell’agricoltore, che munito di palmare RFId riconosce la serra di riferimento abilitata, leggendo il tag apposto in essa; l’agricoltore deposita gli ortaggi raccolti in Case History RFID cassette munite di tag RFId, associando il tag della cassetta a quello della serra. - Arrivo degli ortaggi presso il Centro di Raccolta della Cooperativa Ortoamico: - Transito nel varco UHF e arrivo degli ortaggi pressoLe cassette il Centro confluiscono di nel centro di raccolta di Nichelino (To), transitando Raccolta della Cooperativa Ortoamico attraverso appositi varchi UHF che ne rilevano automaticamente l’ingresso e procedono al battezzo massivo del pallet: in particolare, questa procedura Le cassette confluiscono nel centro di raccolta di Nichelinoavviene (TO), neltransitando caso in cui il pallet, che può ospitare fino a massimo 70 cassette, sia mono-prodotto, abbia cioè una composizione omogenea (ad esempio tutte attraverso appositi varchi UHF che ne rilevano automaticamentele cassette l’ingresso contengono e sedano). Qualora invece il pallet giunga al Centro di Raccolta con una composizione procedono al battezzo massivo del pallet: in particolare, questa proceduramista (ad avviene esempio nel sedano, carote, cetrioli, etc.), l’identificazione delle cassette caso in cui il pallet, che può ospitare fino ad un massimo diavviene 70 cassette,manualmente, sia tramite un operatore dotato di palmare UHF che legge volontariamente il tag apposto su ciascuna cassetta. monoprodotto, cioè che abbia una composizione omogenea (ad esempio tutte le - Composizione dei pallet e spedizione degli ortaggi alla GDO: cassette contengono sedano). Le cassette vengono inserite in pallet, spediti alla GDO, il destinatario dei Qualora invece il pallet giunga al Centro di Raccolta con prodotti una composizione ortofrutticoli; tramite il palmare UHF vengono rilevate le cassette che compongono il pallet e questi dati vengono scaricati sul pc host che crea un mista (ad esempio sedano, carote, cetrioli, ecc.), l’identificazionenuovo dellerecord cassette nel database dei pallet contenente il collegamento tra il tag UHF (presentato davanti all’antenna precedentemente) del pallet e tutti i tag UHF avviene manualmente, tramiteTag un apposto operatore sul contenitore dotato di palmaredelle UHF singole che cassette legge che lo compongono. Nei supermercati destinati a questo progetto è previsto un varco UHF che, volontariamente il tag apposto su ciascuna cassetta. assieme a palmari RFID in dotazione agli operatori, identifica l’ingresso del pallet nei suoi magazzini

Architettura tecnologica RFID La struttura hardware RFID passiva adottata dalla Cooperativa Ortoamico opera alla banda UHF 868MHz e si avvale di tag EPC Class 1, Gen 2. Il varco UHF per l’identificazione automatica delle cassette di ortaggi è composto dal Controller LRU2000, collegato a 4 antenne ANTU 250x250, mentre la rilevazione volontaria dei tag avviene tramite PDA UHF. Sono stati eseguiti inizialmente differenti test volti ad individuare la migliore dimensione del gate ed il corretto orientamento delle antenne; quest’ultime, rivolte a favore dei tag, irradiano verso questi le onde elettromagnetiche, facilitandone così la rilevazione e superando l’ostacolo generato dalla presenza di metallo dei transpallet utilizzati per la movimentazione delle cassette. Se rispettata una simile architettura RFID, questa tecnologia assicura una lettura Transito nel varco UHF completa dei transponder RFID, anche con transiti ad elevate velocità, con il - Composizione dei pallet e spedizione degli ortaggi alla100% GDO delle rilevazioni.

Le cassette vengono inserite in pallet, spediti alla GDO, Conclusioni: il destinatario gli deiobiettivi raggiunti Il sistema integrato web/mobile/RFID della Cooperativa Ortoamico mira a prodotti ortofrutticoli; attraverso il palmare UHF vengono rilevategestire le e cassette facilitare che i vari processi della filiera agroalimentare in modo integrato, dagli agricoltori ai tecnici di campo, dalle cooperative agricole di produzione ai compongono il pallet e questi dati vengono scaricati sul pc host centriche crea di stoccaggio un nuovo e di trasformazione, dalla distribuzione organizzata agli enti record nel database dei pallet contenente il collegamento tradi controllo. il tag UHF di Altri benefici: gestione in tempo reale del magazzino e dei livelli di giacenza per quest’ultimi (presentato davanti all’antenna precedentemente) e tuttiprodotto, i tag UHF possibilità delle di gestire la raccolta in funzione delle vendite e delle giacenze in cella per avere ortaggi sempre freschi e ridurre conseguentemente singole cassette che lo compongono. gli scarti, migliore sicurezza alimentare e la tutela ambientale

About Softwork ! Distributore a valore aggiunto di Tecnologie e Soluzioni RFID 132 attive! e passive nelle varie bande di frequenza (LF, HF ed UHF), SOFTWORK ha stretto accordi di partnership distributiva con produttori leader internazionali, quali FEIG Electronic per RFID passivi, Identec Solutions per RFID attivi, SkyeTek per soluzioni embedded, Psion Teklogix per mobile computing, STMicroelectronis per la componente chip e Toshiba TEC (RFID Printer). La produzione di propri apparati, anche customizzati, grazie all’impulso dato al dipartimento R&D, l’esperienza maturata “sul campo” da un team di progettisti, sistemisti e tecnici ed un network di rivenditori certificati garantiscono a SOFTWORK la leadership nelle soluzioni applicative RFId su tutto il territorio nazionale.

Copyright 2008 by SOFTWORK® Via Zanardelli, 13/A 25062 Concesio (BS) Italy - tel. +39 030 200 8149 fax +39 030 200 8146 - [email protected] www.rf-id.it SOFTWORK si riserva il diritto di modificare le specifiche in qualsiasi momento senza preavviso Nei supermercati destinati a questo progetto è previsto un varco UHF che, insieme ai palmari RFId in dotazione agli operatori, identifica l’ingresso del pallet nei propri magazzini. Sono stati eseguiti inizialmente differenti test, volti ad individuare la migliore dimensione del gate all’ingresso ed il corretto orientamento delle antenne; quest’ultime, rivolte a favore dei tag, irradiano verso questi le onde elettromagnetiche, facilitandone così la rilevazione e superando l’ostacolo generato dalla presenza di metallo dei transpallet utilizzati per la movimentazione delle cassette. Se rispettata una simile architettura RFId, questa tecnologia assicura una lettura completa dei transponder RFId, anche con transiti ad elevate velocità, con il 100% delle rilevazioni. Il sistema integrato web/mobile/RFId della Cooperativa Ortoamico mira a gestire e facilitare i vari processi della filiera agroalimentare in modo integrato, dagli agricoltori ai tecnici di campo, dalle cooperative agricole di produzione ai centri di stoccaggio e di trasformazione, dalla distribuzione organizzata agli enti di controllo. Tra gli altri benefici ottenibili si sottolinea una gestione in tempo reale del magazzino e dei livelli di giacenza per prodotto, la possibilità di gestire la raccolta in funzione delle vendite e delle giacenze in cella, per avere ortaggi sempre freschi e ridurne conseguentemente gli scarti, una migliore sicurezza alimentare, nonchè una concreta tutela dell’ambiente.

4.8. Il Consorzio Tuscania e la Cantina Sperimentale La continua evoluzione dei mercati e la competitivitá sempre crescente in campo internazionale richiede alle imprese vitivinicole un’attenzione continua ed una sensibilitá crescente verso l’innovazione tecnologica e organizzativa. Il Consorzio Tuscania nasce per iniziativa di alcune primarie aziende del settore vitivinicolo con lo scopo di commissionare ed eseguire studi e ricerche destinati allo sviluppo ed al miglioramento delle tecniche di coltivazione della vite, di vinificazione, di commercializzazione e di marketing.129 La domanda di innovazione delle imprese vitivinicole trova risposta nel Consorzio Tuscania con l’applicazione della formula della ricerca applicata che !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

129 Cfr. http://www.aton.eu/reports/it

! 133! coniuga l’esperienza professionale dello staff tecnico interno, con le competenze scientifiche, individuate nelle strutture di eccellenza di Universitá ed Enti di ricerca.130 Le attività di ricerca applicata del Consorzio Tuscania vengono svolte presso la Cantina Sperimentale, sede operativa del Consorzio, e presso quattro vigneti sperimentali posizionati nelle diverse aree viticole di eccellenza della Toscana. Il Consorzio Tuscania inoltre si avvale della collaborazione di Istituti di ricerca pubblici e privati, presso i cui laboratori si svolgono le attività di ricerca di base e di approfondimento analitico. Lo staff del Consorzio Tuscania è costituito da tecnici e professionisti, enologi ed agronomi, tutti con una profonda conoscenza ed esperienza della realtà produttiva e delle problematiche legate alle necessità di innovazione delle imprese vitivinicole. Quattro anni fa, il Consorzio Tuscania ha sviluppato un progetto di ricerca per rispondere alle istanze qualitative del mondo vitivinicolo ed enologico toscano, con particolare riferimento alla varietá Sangiovese. In base agli obiettivi di progetto, sono state prese in esame tutte quelle pratiche gestionali che nel vigneto ed in cantina influenzano in grande misura il risultato enologico finale. Allo scopo di interpretare correttamente gli eventuali effetti delle operazioni viticole ed enologiche sotto studio e le loro interazioni, è stato costruito un rigido protocollo sperimentale che fino dalle fasi critiche di impostazione del progetto ha consentito di definire le variabili oggetto della ricerca. La sperimentazione del Consorzio Tuscania si svolge in tre differenti aree, appartenenti alle principali denominazioni di origine della Toscana (Chianti Classico, Monteregio di Massa Marittima e Bolgheri), su quattro vigneti sperimentali.131 I vigneti sono stati scelti omogenei per età, varietà, densità d’impianto e forma di allevamento, in modo da eliminare le eventuali cause di variabilitá diverse dalle variabili applicate ed indagate. All’interno di ogni vigneto è stato installato un sistema avanzato di rilevamento micro-meteorologico (sistema NAV - Network Avanzato per il Vigneto), in grado di acquisire dati relativi al microclima della pianta !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

130 Cfr. Montanari P., Rintracciabilità e tecnologie innovative per l’azienda vitivinicola: RFID in standard EPC, 15/06/2010 131 Cfr. Montanari P., Rintracciabilità e tecnologie innovative per l’azienda vitivinicola: RFID in standard EPC, 15/06/2010

! 134! e del grappolo e di trasferirli in tempo reale con l’applicazione della tecnologia wireless.132

Il Consorzio Tuscania svolge le proprie ricerche e sperimentazioni in una struttura dedicata, completamente funzionale che è al tempo stesso una cantina sperimentale e uno stabilimento di produzione a tutti gli effetti. La cantina ha una capacità complessiva di 1.000 hl, suddivisi in 228 serbatoi in acciaio inox, di cui 72

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

132 Cfr. http://www.rfidjournal.com/article/

! 135! per la vinificazione da 10 hl termocondizionati, 4 da 50 hl, 4 da 10 hl e 148 da 100 litri per lo stoccaggio delle vinificazioni sperimentali.133

4.8.1. L’attuazione di un sistema di rintracciabilità in un’azienda vitivinicola Tra le specifiche fasi individuate dal Consorzio, le cui pratiche influenzano in maniera sensibile le caratteristiche enologiche del prodotto finito, è stata individuata quella della tracciabilità. Il piano della ricerca prende in considerazione 7 aziende, quali campione rappresentativo delle 13 aziende facenti parte del Consorzio134. Le attività sono state così delineate: A) Progettazione del sistema organizzativo-funzionale di tracciabilità e del disciplinare tecnico di rintraccaibiltà: analisi sul campione di 7 aziende, finalizzata all’identificazione delle caratteristiche delle stesse, in merito ai requisiti di base per l’implemetazione di un sistema di tracciabilità. B) Predisposizione disciplinare di controllo di filiera: analisi delle modalità in essere per il controllo di filiera. Di seguito sono riportate le specifiche attività previste ed i tempi di realizzazione delle stesse, considerando che il progetto ha una durata temporale complessiva di 12 mesi.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

%((!Cfr. Montanari P., Rintracciabilità e tecnologie innovative per l’azienda vitivinicola: RFID in standard EPC, 15/06/2010! 134 Cfr. UIV e Veneto Agricoltura - Linea Guida per la rintracciabilità nel settore vitivinicolo

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5.1. Il progetto Per comprendere a pieno quelli che sono gli effettivi punti di forza e di debolezza delle tecnologie basate su codici bidimensionali ed RFId nel settore agroalimentare, soprattutto per quel che concerne le opportunità dal punto di vista economico, è necessario testare questi strumenti innovativi in contesti dove, sia gli operatori del settore, sia il consumatore finale stesso, hanno la possibilità di mettere alla prova queste innovazioni, per cercare di capire in che modo possano modificare il processo di acquisto/vendita. Questa occasione, ideale per mettere alla prova e far conoscere questi nuovi strumenti al mercato, è stata offerta dal prestigioso evento del Salone Internazionale del Gusto 2010 di Torino, svoltosi presso i padiglioni di Lingotto Fiere dal 21 al 25 ottobre. Grazie ad una preziosa collaborazione con la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Torino, si è potuto sfruttare questo importantissimo evento, riconosciuto ed apprezzato a livello globale, per proporre un lavoro di ricerca, su quelle che sono le principali tematiche interessate dall’introduzione di tecnologie RFId e QR Code. La Camera di commercio di Torino è impegnata da molti anni nella promozione e nella salvaguardia del patrimonio agroalimentare della Regione Piemonte e più in particolare della Provincia di Torino, e le sue iniziative si muovono sostanzialmente su due direttrici: l’organizzazione di partecipazioni fieristiche e l’attività di sostegno alle imprese operanti nel settore alimentare.135 Per quanto riguarda l’attività di promozione destinata alla conoscenza e valorizzazione dell’immagine dei prodotti locali, dei prodotti tipici e riconosciuti con marchi europei (DOP, IGP), l’Ufficio offre servizi informativi e di supporto agli imprenditori del settore agroalimentare, provvedendo inoltre alla realizzazione di materiale promozionale. Di seguito vengono citate le iniziative più significative avviate e condotte da tale ente: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

135 Cfr. http://www.to.camcom.it/Page/t01/view_html?idp=9747

! 139! • Sportello etichettatura e sicurezza alimentare: le etichette dei prodotti alimentari sono state al centro di un’intensa attività normativa finalizzata a renderle sempre più trasparenti ed affidabili; le imprese devono garantire la correttezza delle informazioni contenute in etichetta, con inevitabili ripercussioni in tema di responsabilità, di sanzioni amministrative e di eventuali illeciti penali. La Camera di commercio di Torino, in collaborazione con il proprio Laboratorio Chimico, ha attivato uno sportello di primo orientamento sul tema. • Maestri del Gusto: la pubblicazione “Maestri del gusto a Torino”, realizzata dalla Camera di commercio con la collaborazione di Slow Food, presenta alcune delle migliori realtà del settore e nasce dalla constatazione di come i migliori operatori del settore enogastronomico abbiano spesso difficoltà nel proseguire il loro lavoro. • Vini DOC della Provincia di Torino: la “Guida ai vini DOC della Provincia di Torino” si propone come un inedito percorso alla scoperta di dati e curiosità in grado di affascinare gli operatori e gli appassionati del settore, accompagnandoli attraverso l’identità e la tradizione del ricco, originale e differenziato patrimonio vitivinicolo ed enologico della provincia di Torino. • Sicurezza Alimentare: l’evoluzione dell’interesse di imprese e consumatori verso la salubrità degli alimenti ha indotto la Camera di commercio di Torino a promuovere progetti strategici, intrapresi con altri soggetti del sistema camerale, enti territoriali e istituzioni universitarie, sul tema della sicurezza alimentare. • Certificazione di prodotti agroalimentari: la Camera di commercio fornisce servizi nell’ambito della certificazione di prodotti agroalimentari tipici e di qualità. In particolare, gestisce: ! Albo noccioleti ! Albo imbottigliatori ! Albo vigneti ! Commissione di degustazione vini DOC ! Tecnici ed Esperti degustatori vini DOC ! Piani di controllo per vini DOC

! 140! Da alcuni anni il Salone del Gusto di Torino rappresenta dunque un’occasione unica per l’ente pubblico torinese per promuovere il proprio operato, venendo in aiuto, da un lato ai piccoli agricoltori locali, rispondendo alle loro esigenze e venendo incontro alle problematiche da loro esposte, dall’altro sensibilizzando il consumatore finale su iniziative promozionali del territorio ed “educandolo” su quelli che sono gli aspetti meno noti dei prodotti e dei vini del nostro territorio. Grazie ad un solido legame di collaborazione che lega la Facoltà di Economia – in particolare il Dipartimento di Scienze Merceologiche – con la Camera di commercio di Torino, è stato pensato di approfittare di questa occasione unica del Salone del Gusto per partecipare attivamente alla manifestazione, cercando di cogliere il maggior numero di spunti riflessivi in merito a come i visitatori del Salone percepissero l’utilizzo di nuove strumentazioni innovative per incrementare la loro informazione. Per fare questo si è deciso, unitamente alla Camera di commercio torinese, di avviare un progetto di ricerca, che avesse come obiettivo ultimo la creazione di un questionario da somministrare durante la manifestazione, presso lo stand della Camera. Fin dall’inizio si è compreso che il questionario doveva possedere alcune caratteristiche, come facilità di comprensione dei quesiti, rapidità nella compilazione, fattori irrinunciabili, considerato l’ambito di somministrazione, nonché l’enorme affluenza di visitatori (anche dall’estero) che, nel corso di questi anni ha caratterizzato la manifestazione. Allo stesso tempo si è realizzato fin dall’inizio che sarebbe stato altrettanto importante definire attentamente e con cura i temi su cui voler concentrare la nostra ricerca, in modo tale da non fermarsi alla superficialità del fenomeno, ma cercare di stimolare l’intervistato attraverso molteplici punti di vista attraverso i quali è possibile rappresentare l’emergente crescita di questi nuovi sistemi di identificazione. Di conseguenza, questa iniziativa ha mostrato da subito tutta la sua complessità: ottenere il maggior numero di informazioni possibile nel modo più semplice e veloce.

! 141! 5.2. Il questionario Grazie ad un a serie di riunioni tra me, il Prof. Giovanni Peira del Dipartimento di Scienze Merceologiche della Facoltà di Economia di Torino ed il Dott. Sergio Arnoldi, rappresentante, nonché coordinatore dell’Area Promozione Agroalimentare della Camera di commercio di Torino, si è cominciato a pensare quelle che potessero essere le principali tematiche da proporre. Per quanto riguarda la somministrazione si è deciso congiuntamente di procedere attraverso interviste personali di tipo PAPI, ovvero interviste in cui la compilazione è affidata all’intervistatore, o all’intervistato stesso. Fin dall’inizio è sembrato opportuno dedicare una parte del questionario al ruolo dell’etichetta intelligente. Quest’etichetta può contenere un barcode a 2 dimensioni, QR o Datamatrix, leggibile da telefoni cellulari tradizionali e smartphone, oppure può ospitare un tag RFId passivo, attivabile grazie ad un apposito Reader. Il funzionamento è semplice: si lancia il programma di lettura, si “legge” l’etichetta e si accede automaticamente al contenuto multimediale. Semplice, rapido, flessibile: l’accesso alle informazioni è immediato ed è possibile modificare in tempo reale il contenuto associato al codice, anche se questo è già stato stampato. Capire cosa ne pensa il visitatore del Salone del Gusto di questa nuova etichetta si è rivelato fin da subito fondamentale. Le maggiori difficoltà, tuttavia, hanno riguardato la forma del questionario stesso. L’utilizzo di domande a risposta chiusa è parso fin dall’inizio un punto irrinunciabile, ma era necessario redigere il questionario con uno stile leggero e facilmente comprensibile, così da non spaventare l’intervistato, ma, al contrario, cercando quasi di farlo partecipare ad un vero e proprio quiz. Un ulteriore vincolo da dover rispettare è consistito nel tempo di compilazione. Il target potenziale che avrebbe rappresentato il nostro campione sarebbe stato formato per la maggior parte dei casi da visitatori privati, in visita di piacere al Salone e potenzialmente restii ad iniziative troppo invadenti. Di conseguenza l’accordo che è stato raggiunto, attraverso un tavolo di lavoro collettivo, è stato quello di utilizzare una pagina fronte/retro come limite di lunghezza massima per il questionario. Le numerose rielaborazioni, che hanno coinvolto anche il Prof. Luigi Bollani, docente del Dipartimento di statistica e matematica applicata “Diego de Castro”, al

! 142! fine di impostare al meglio la struttura dell’intervista anche per le successive analisi statistiche, hanno consentito di ottenere un questionario che riesce ad indagare su quattro sezioni fondamentali che caratterizzano questo progetto (si veda il seguente allegato che rappresenta il questionario rielaborato nella sua versione definitiva): 1) I sistemi informativi QR e RFId; 2) L’etichetta intelligente; 3) Domande conclusive; 4) Dati intervistato. Con la prima sezione introduttiva si è cercato di indagare riguardo la conoscenza, da parte dell’intervistato, sui nuovi strumenti d’identificazione offerti dall’innovazione tecnologica in questi ultimi anni. Ma come prima domanda è stato importante verificare la disponibilità o meno da parte del soggetto interpellato di utilizzare un telefonino intelligente di ultima generazione (il c.d. smartphone), dispositivo portatile che abbina funzionalità di telefono cellulare a quelle di gestione di dati personali, permettendo un accesso rapido ed agevole ad Internet. Infatti, questa informazione potrebbe fornire, incrociandola con altri dati, risultati preziosi su quello che è il livello di tecnologia, applicata ai dispositivi mobili, che il campione esaminato durante il Salone del Gusto supporta. Sempre in questa prima sezione si è domandato all’intervistato quello che è il suo grado di conoscenza riguardo alle due tecnologie specifiche (QR e RFId), ad esempio riguardo al significato dei relativi acronimi, nonché si è voluto indagare circa l’utilità di tali strumenti e, nel caso l’intervistato conoscesse queste tecnologie già precedentemente la visita al Salone del Gusto, si è voluto capire il contesto in cui ne era venuto a conoscenza. Si è deciso di rappresentare questi quesiti attraverso uno schema tabellare intuitivo e di veloce compilazione. Con la seconda sezione, il questionario entra nel vivo dell’analisi. Con questa parte si è voluto orientare l’interesse dei soggetti interpellati su quelli che potrebbero essere i contenuti, secondo loro, maggiormente rilevanti. Attraverso questo approccio si è voluto capire se le attuali etichette dei prodotti agroalimentari rispondono adeguatamente alle esigenze d’informazione dei consumatori e, nel caso in cui non lo siano, capire su quali argomenti l’intervistato ripone maggiore attenzione. Continuando ad analizzare tale sezione, si possono notare una serie di quesiti

! 143! PROGETTO DI RICERCA L’utilizzo di etichette intelligenti sui prodotti alimentari: Indagine sulla percezione dei visitatori del Salone del Gusto 2010! !

Il lavoro che segue è stato realizzato con lo scopo di misurare la percezione delle etichette intelligenti da parte dei visitatori del Salone del Gusto 2010 come ulteriore strumento d’informazione nel settore agroalimentare.

SEZIONE 1: I SISTEMI INFORMATIVI QR E RFID 1. Possiede uno SMARTPHONE? ! SI ! NO ! Non so cos’è

2. Ha mai sentito parlare di Codici a Barre Bidimensionali e RFId? ! SI ! NO

3. Indichi di seguito quale, secondo lei, rappresenta la risposta più appropriata: SISTEMI INFORMATIVI A COSA SERVE CODICI A BARRE ! E’ un’etichetta innovativa a risposta ! E’ un marchio regionale per la BIDIMENSIONALI automatizzata certificazione della qualità ! (es. QR-CODE) ! E’ uno strumento per aumentare la diffusione di ! E’ un dispositivo innovativo per misurare NON SO informazioni il quoziente di un alimento ! E’ uno sistema innovativo per i forni a ! E’ uno strumento elettronico per la RFId microonde gestione di informazioni ! ! E’ una etichetta implementata da un circuito ! E’ un dispositivo per l’inserimento NON SO elettronico a filo automatico sugli scaffali

4. Con riferimento al simbolo sotto riportato … L’HA MAI VISTO? SE SI, CHE COS’E’? SE SI, DOVE L’HA VISTO PER LA PRIMA VOLTA? ! Non so ! Una ! Durante il Salone del Gusto ! Durante il Salone del Gusto 2010 in uno ! SI evoluzione del 2010 su alcuni prodotti alimentari o più stand codice a barre ! Una illusione ! Un marchio di ! Prima del Salone del Gusto ! Prima del Salone del Gusto 2010 apposto ! NO ottica servizio 2010 su alcuni prodotti non su etichette di prodotti alimentari alimentari

5. Utilizzerebbe la tecnologia disponibile (es. Codici Bidimensionali, RFId) per accedere ad un maggior numero di informazioni sul prodotto che sta acquistando? ! SI ! NO

SEZIONE 2: L’ETICHETTA INTELLIGENTE Grazie all’etichetta intelligente, il consumatore avrà modo di accedere a informazioni più dettagliate e complete inerenti le caratteristiche di un prodotto. 6. Ha mai sentito parlare di questa etichetta? ! SI ! NO

7. Secondo Lei, sull’etichetta dei prodotti alimentari manca qualche tipo di informazione che ritiene importante? ! SI ! NO

8. Se sì, indichi di seguito massimo 3 tipologie di informazioni che vorrebbe vedere inserite sull’etichetta dei prodotti alimentari perché le ritiene importanti:

! Impatto ambientale (es. indicazione delle emissioni di CO2) ! Origine (della materia prima/del prodotto finito) ! Informazioni sul processo produttivo dal campo alla tavola (tracciabilità) ! Informazioni aggiuntive sulle sostanze allergeniche ! Contenuto di servizio (es. consigli di degustatori, abbinamenti enogastronomici) ! Garanzia di autenticità del prodotto ! Indicazione della data di confezionamento ! Benessere animale (es. mangimi utilizzati) ! Informazioni promozionali ! Informazioni aggiuntive sugli additivi alimentari ! Altro (specificare)………………………………………………

9. Ritiene siano importanti le informazioni riportate nella seguente tabella? (indichi la sua risposta crocettando la faccina che ritiene opportuna) INFORMAZIONI GRADO DI IMPORTANZA

Garanzia di autenticità del prodotto (autenticazione del prodotto) ! NON SO

Tracciabilità dei prodotti alimentari (percorso fisico compiuto dal prodotto) ! NON SO! !

Impatto ambientale (es. indicazione delle emissioni di CO ) ! NON SO! 2 !

Contenuti di servizio (es. consigli di degustatori, abbinamenti enogastronomici) ! NON SO! !

10. In riferimento all’autenticazione (intesa come attestazione che un prodotto agroalimentare non sia stato contraffatto), indichi la sua valutazione riguardo la seguente domanda: DOMANDA VALUTAZIONE L’utilizzo dell’etichettatura intelligente può dare maggiori garanzie rispetto ai sistemi tradizionali? ! NON SO !

11. Indichi, secondo lei, quanto l’etichetta intelligente potrebbe contribuire a rafforzare i seguenti impieghi della tracciabilità nel settore agroalimentare: AFFERMAZIONI VALUTAZIONE La tracciabilità consentirebbe di disporre di maggiori informazioni sul prodotto ! NON SO ! ! La tracciabilità permetterebbe di risalire alla provenienza delle principali materie prime del prodotto acquistato ! NON SO ! ! La tracciabilità diventerebbe uno strumento di garanzia sull’autenticità di un prodotto ! NON SO ! ! La tracciabilità migliorerebbe i controlli da parte degli organi di vigilanza ! NON SO ! !

12. In riferimento all’impatto ambientale, ha mai sentito parlare di:

CARBON ! ! Se sì, cosa ! Quantità di CO2 emessa per la produzione di un alimento ! Ridurre l’utilizzo di CO2 FOOTPRINT SI NO significa? ! Stop all’utilizzo di carbone ! Non so

WATER ! ! Se sì, cosa ! Riduzione del consumo di H20 nei processi produttivi ! Senza uso di acqua SI NO significa? FOOTPRINT ! Quantità di H20 utilizzata per la produzione di un alimento ! Non so

13. In riferimento all’impatto ambientale, ha mai visto i seguenti simboli?

! SI ! NO ! SI ! NO ! SI ! NO ! SI ! NO Se sì, a quale certificazione Se sì, a quale certificazione Se sì, a quale certificazione Se sì, a quale certificazione corrisponde? corrisponde? corrisponde? corrisponde? !Krav/Svenksigill ! Picard ! PCF 2009 ! Picard ! PCF 2009 ! Picard ! Krav/Svenksigill ! PCF 2007 2008 2008 2008 2007 2009 ! PCF 2009 ! Non so ! PAS 2050:2008 ! Non so ! PAS 2050:2008 ! Non so ! PAS 2050:2008 ! Non so

SEZIONE 3: DOMANDE CONCLUSIVE 14. Dove preferirebbe acquisire queste informazioni aggiuntive? ! Nel punto vendita o di somministrazione ! In mobilità (es. Smartphone) ! Altro (specificare) (es. Totem informativi) ………………….……………………..…………….

15. Secondo lei, questo sistema di etichettatura intelligente potrebbe avere alcuni risvolti negativi? ! SI ! NO ! NON SO

16. Se si, quali risvolti? ! Tutela della privacy ! Inquinamento elettromagnetico ! Problemi legati alla sicurezza alimentare ! Altro (specificare) ………..……………………………..

17. Tra due prodotti analoghi, la presenza di un’etichetta intelligente può essere un fattore determinante nel suo processo di acquisto? ! SI ! SI, ma solo a parità di prezzo ! NO

SEZIONE 4: DATI INTERVISTATO

1. Sesso: ! Maschio ! Femmina 2. Età: ! 18 ! 24 ! 25 ! 34 ! 35 ! 44 ! 45 ! 64 ! > 65 3. Occupazione: Visitatore privato: ! Lavoratore dipendente ! Lavoratore autonomo ! Casalinga ! Pensionato ! Studente ! Inoccupato/Disoccupato ! Altro (specificare) ………………………. Operatore professionale del settore: ! Produttore/Trasformatore ! Bar ! Wine Bar ! Enoteca ! Ristorante ! Catering ! Degustatore ! Produttore di Attrezzature ! Organo di vigilanza ! Stampa Specializzata ! Ente di ricerca ! Altro (specificare)……….. .…… 4. Residenza: ! Piemonte ! Resto dell’Italia ! UE ! Extra UE 5. Titolo di studio: ! Licenza Elementare ! Media Inferiore ! Media Superiore ! Laurea ! Altro schematizzati, in cui l’intervistato avrebbe dovuto procedere alla compilazione, barrando la casella riportante lo “smily” più rappresentativo, secondo il proprio parere personale. Grazie all’utilizzo di questa simbologia intuitiva, in grado di aiutare il soggetto intervistato nella compilazione, anche grazie all’utilizzo dei colori, si è voluto ampliare le casistiche di risposta alla domanda, in modo tale da non porre la persona interpellata a dover compiere una scelta drastica (si/no), ma fornendole cinque alternative differenti. In questo modo è stato anche possibile ottenere un bagaglio di risposte più “sfumate” e, sicuramente, più consone al punto di vista dell’intervistato. Nell’ultima parte di questa sezione, infine, si è cercato di analizzare il grado di conoscenza dei soggetti intervistati su quelle che rappresentano le più virtuose iniziative ecologiche in ambito agroalimentare, attivate in altri paesi europei. Questa serie di domande ha avuto l’obiettivo di fornire utili indicazioni su quello che riguarda l’impatto delle produzioni agricole sull’ambiente e la salvaguardia del nostro ecosistema. Infatti molti paesi europei, tra cui la Francia, la Germania ed il Regno Unito, hanno avviato mirate campagne di comunicazione, con le quali viene mostrato in etichetta un valore numerico oggettivo di quello che è stato l’impatto ambientale della produzione di un dato prodotto (la cosiddetta “impronta ecologica” o “carbon footprint”). Attraverso tali quesiti si è voluto anche capire se l’ottica ecologica potesse o meno interessare il consumatore del Salone del Gusto e se quindi sarebbe necessario concedere un apposito spazio a queste informazioni all’interno delle etichette intelligenti. Con la terza sezione del questionario si è deciso di prendere in esame alcuni aspetti di carattere strutturale, sia per quel che concerne i codici bidimensionali, sia per quel che riguarda la tecnologia RFId. In particolare si è domandato all’intervistato quale fosse il modo ed il luogo più adatto per recepire le informazioni contenute in queste etichette intelligenti. E’ infatti cruciale capire dove il consumatore preferirebbe ricevere tali informazioni, poiché i canali di accesso, come vedremo, potrebbero essere molteplici. Continuando con il questionario, si è domandato all’intervistato se, secondo il suo parere, dietro queste novità si potrebbero celare alcune problematiche riguardanti ad esempio la privacy, l’igiene e la sicurezza alimentare. In altre parole si è voluto comprendere se il consumatore finale percepisse qualche criticità di natura strutturale su questi nuovi strumenti di

! 144! codifica, ovvero se riteneva che vi possano essere alcuni fattori impliciti da dover monitorare, oppure da migliorare. Con l’ultima domanda di questa parte, si è preso in esame il possibile impatto, sul prezzo di vendita del prodotto agroalimentare, dell’implementazione di queste nuove strumentazioni. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, questo è un punto che interessa particolarmente i prodotti dotati di tag RFId, considerando che, per i codici QR, si tratta di stampare un’etichetta cartacea adesiva e di codificarla con un’apposita URL, processo che può essere sostenuto ad un costo contenuto per le aziende. E’ invece diverso il discorso per i prodotti tracciati attraverso la tecnologia RFId. Implementare i tag sui singoli prodotti finiti, oltre a creare una vera e propria architettura su cui si basa lo stesso sistema di codifica, potrebbe rivelarsi un investimento oneroso per le aziende agroalimentari e questo potrebbe avere dirette conseguenze sul livello dei prezzi al dettaglio. Con questa domanda, quindi, si è voluto comprendere come si modificherebbero le preferenze del consumatore, nel caso in cui il prezzo di un determinato prodotto fosse differente, in base alla presenza o meno di un sistema RFId. Con l’ultima sezione, sono state rilevate alcune informazioni sulle proprie generalità, nonché sulla propria attuale occupazione e sul titolo di studio conseguito. Il questionario è stato strutturato in forma anonima, tuttavia si è rivelato cruciale domandare alcuni dettagli anagrafici dell’intervistato per capire se vi sia qualche legame diretto o indiretto tra queste informazioni, ad esempio l’età, ed altri valori precedentemente analizzati.

5.3. Il campione Il passo successivo alla definizione del questionario è stato quello di definire il campione, ovvero gli individui a cui sottoporlo. Il campione è un estratto della popolazione (in alcuni casi può coincidere con la popolazione stessa) della quale ben rappresenta le caratteristiche. Quindi se la scelta del campione è accurata è possibile ottenere dei risultati estendibili all’intera collettività con un margine di errore molto basso. Nel nostro caso, il Salone del Gusto ha offerto la possibilità di usufruire di un target estremamente variegato, permettendoci di somministrare il questionario ad individui di ogni fascia di età e con caratteristiche eterogenee tra loro. Infatti,

! 145! affinché un campione possa essere considerato valido, devono essere presenti tre caratteristiche: 1) Eterogeneità: deve includere caratteristiche e qualità diverse. Il campione deve essere diversificato al suo interno, in modo da presentare una variabilità di caratteristiche collegate alle informazioni da rilevare. 2) Rappresentatività: deve esporre, senza distorsioni, tutte le caratteristiche della popolazione di riferimento. La rappresentatività è garantita se la procedura di campionamento è casuale, ossia se è regolata dalla legge caso/probabilità. 3) Accuratezza: ovvero se il grado di minimizzazione degli errori di copertura è elevato ed il numero di non risposte è basso. Nel nostro caso il tipo di campionamento che si è utilizzato è definito non probabilistico136: si definisce tale un campionamento in cui la probabilità di individuare un soggetto con la caratteristica desiderata non è nota.

5.4. La raccolta delle informazioni durante il Salone del Gusto 2010

Fig. 5.1 Mappa del padiglione 2

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136 Cfr. http://www.federica.unina.it/sociologia/metodologia-e-tecnica-della-ricerca- sociale/campionamento-non-probabilistico/ !

! 146! Come si ha già avuto modo di sottolineare in precedenza, la Camera di commercio di Torino era presente al Salone del Gusto 2010, dal 21 al 25 ottobre 2010, con l’obiettivo di promuovere sapori e prodotti della Provincia di Torino. L’area espositiva consisteva in un ampio stand camerale all’interno del padiglione 2 e per 5 giorni ha rappresentato un palcoscenico inimitabile, all’interno del quale consorzi e associazioni di produttori e di categoria hanno fatto conoscere bontà e qualità enogastronomiche del territorio. Molti prodotti sono stati proposti attraverso degustazioni guidate e gratuite: dalla carne bovina di razza piemontese ai formaggi tipici delle nostre valli, dal cioccolato artigianale alla pasticceria locale, dai vini ai liquori. Le diverse e numerosissime (circa 1 ogni ora) “lezioni” di gusto si sono svolte in una saletta attrezzata, grazie anche al supporto pratico degli studenti dell’Istituto alberghiero “J.B. Beccari” di Torino, che si sono occupati dell’organizzazione della saletta nel corso dello svolgimento dell’intera manifestazione. Oltre all’ampio calendario di degustazioni a rotazione, si sono svolti, presso lo stand, numerosi appuntamenti fissi: tutti i giorni alle ore 13 e alle ore 20 è stato possibile degustare i vini doc proposti dall’Enoteca Regionale della Provincia di Torino, partecipando ai minicorsi di degustazione “Torino DOC”, gestiti dalla delegazione ONAV torinese. Inoltre, dalle 12 alle 14 e dalle 18 alle 21, al presidio Confesercenti Torino – FIEPET, è stato possibile assaporare aperitivi ideati da esperti barman torinesi, in collaborazione con alcuni tra i più famosi locali torinesi. Una delle grandi novità di questa edizione del Salone è stata la presenza quotidiana, presso lo stand della Camera di commercio, dell’Associazione Panificatori della provincia di Torino che hanno sfornato a ciclo continuo i grissini stirati torinesi, i Rubatà del Chierese e il pane tipico della provincia.137 “Il gusto delle donne” è invece il titolo di un quaderno di ricette al femminile, raccontate e descritte da chef, ristoratrici e gastronome attive sul territorio, che è stato presentato durante la kermesse enogastronomica. Allo stand camerale è stato possibile dare anche spazio ai prodotti del Paniere: è stata chiamata “Paniere e storia d’Italia” l’iniziativa che, con la collaborazione di Eric Vassallo e della Condotta

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137 Cfr. http://www.to.camcom.it/Page/t01/view_html?idp=9747

! 147! Slow Food di Torino, ha voluto proporre “I prodotti del Paniere sul filo della storia fino all’Unità d’Italia”, con degustazione finale. Molte altre attività si sono succedute nello spazio della Camera di commercio: è stato possibile scoprire il “Marchio di Qualità e dei Sapori” del Parco Gran Paradiso, conoscere il concorso “Food design 6”, incontrare l’euroregione belga-olandese del Limburg con i propri prodotti, confrontarsi con un esperto del Laboratorio Chimico camerale a disposizione del pubblico. Infine l’appuntamento più atteso è stato quello della giornata conclusiva del Salone, con la premiazione dei “Maestri del Gusto di Torino e provincia 2011-12”. Questo progetto, alla sua quinta edizione, ha premiato le eccellenze agroalimentari del territorio torinese dopo un’attenta selezione realizzata in collaborazione con Slow Food e con il Laboratorio Chimico camerale.

Il nostro progetto di ricerca, avente come oggetto l’utilizzo dei nuovi sistemi di identificazione come ulteriore strumento di informazione per il consumatore, è stato tuttavia affiancato al lavoro “Trace Cheese”, realizzato in collaborazione con il Laboratorio chimico camerale, il dipartimento Agroselviter e Torino Wireless, anch’essi presenti presso lo stand della Camera di commercio. Questo progetto, che è stato presentato al pubblico all’apertura del Salone, ha consentito, grazie alla tecnologia RFId e ai QR Code, di rivivere il percorso dei formaggi d’alpeggio, dal pascolo fino alla tavola, nonché di apprezzare informazioni enogastronomiche e promozionali sui vini offerti dalla delegazione ONAV di Torino presso lo stand.138 I visitatori, infatti, hanno avuto modo di degustare i vini ed i formaggi presenti, leggendo attraverso il proprio smartphone e grazie ad un totem dedicato, le loro !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

138 Cfr. http://www.lab-to.camcom.it/Page/t01/view_html?idp=665

! 148! peculiarità e caratteristiche. In questo contesto si è inserito il nostro lavoro di ricerca e, affiancandoci ai ricercatori di Torino Wireless, è stato possibile far conoscere ai visitatori questi moderni sistemi di identificazione “toccandoli con mano”, per poi guidarli nella compilazione dei questionari. Anche la saletta dedicata alle “lezioni di gusto” ha rappresentato un altro importante momento per la somministrazione dei questionari. I partecipanti a questi incontri, infatti, hanno avuto modo di compilare le risposte durante le fasi preliminari dei vari incontri, dimostrando un acceso interesse ed una forte partecipazione. Con la conclusione della manifestazione, sono stati raccolti 438 questionari che hanno rappresentato il nostro target di riferimento per le successive rielaborazioni ed analisi, che verranno esposte nei paragrafi seguenti. Per taluni quesiti la rielaborazione ha consistito nell’analizzare come si sono distribuite le risposte degli intervistati tra le diverse alternative di risposta, mentre per le domande più significative si è proceduto in maniera più approfondita, individuando possibili correlazioni e legami tra variabili distinte.

5.5. Analisi dei risultati ottenuti In questo paragrafo verranno presi in analisi uno ad uno i quesiti che sono stati proposti attraverso il questionario. Una volta terminata la raccolta dei questionari, infatti, il passo successivo ha consistito nell’elaborazione degli stessi attraverso il software SPSS, grazie al quale si è cercato di capire quelle che sono state le casistiche e le preferenze di maggior rilevanza, riscontrate durante la ricerca di mercato. Per fare ciò, le domande che compongo il questionario sono state trasformate in 54 variabili e tutte le possibili risposte qualitative sono state trasformate in valori numerici ad esse corrispondenti.139 La registrazione delle risposte ai questionari non è avvenuta direttamente attraverso SPSS, ma è stato creato un file Excel apposito. L’immagine precedente riporta un estratto del file di SPSS.! Contrariamente all’ordine definito per la compilazione del questionario cartaceo, la seguente analisi prende avvio dai “dati riguardanti l’intervistato”, in

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139 Es. Nulla=0; Poco=1; Molto=2; Moltissimo=3

! 149! modo tale da condurre le prime riflessioni sul campione di visitatori, oggetto della ricerca.

Fig. 5.2 Estratto da SPSS • Sesso

Grafico 5.1 Sesso degli intervistati

! 150! Come si può osservare dal grafico 5.1, il campione intervistato risulta essere equilibrato per quel che concerne il genere. Infatti si può notare solo una minima maggioranza di intervistati di sesso maschile, ma in linea generale, si può affermare che lo studio è stato condotto equamente tra uomini e donne.

• Età

Grafico 5.2 Età degli intervistati

Per quel che concerne l’età, si può notare dal grafico 5.2 che più dell’80 % del campione intervistato ha un’età compresa tra i 25 ed i 64 anni, ovvero le tre classi centrali del grafico precedente. E’ da sottolineare quindi una concentrazione rilevante di visitatori in queste fasce di età, mentre nelle fasce più estreme (“da 18 a 24” e “maggiore o uguale a 65 anni”) è caduto solo circa il 20 % del campione. Tuttavia questa distribuzione non dovrebbe condizionare in maniera sensibile la

! 151! nostra ricerca, ma sarà comunque prezioso osservare come si sono distribuite le risposte e le preferenze degli intervistati in base alla propria età.

• Occupazione E’ stato chiesto alle persone interpellate di indicare la loro occupazione lavorativa, distinguendo tra coloro che hanno visitato il Salone del Gusto come visitatori privati, e quelli che invece hanno preso parte alla manifestazione, in quanto operatori professionali del settore. Si è deciso di operare questa distinzione, per cercare di capire se vi fossero delle differenze di opinione, a proposito dei contenuti trattati nel questionario, tra coloro che operano quotidianamente nel settore agroalimentare – e che quindi sarebbero direttamente influenzati da un’eventuale introduzione di nuove tecnologie – e coloro i quali, invece, potrebbero usufruire di queste tecnologie come semplici consumatori.

Grafico 5.3 Occupazione dei visitatori privati

! 152! Nella categoria “visitatore privato” spicca un’elevata percentuale di lavoratori dipendenti (pari a più di un terzo del totale), ma è da riscontrare che la seconda categoria maggiormente rappresentata è quella degli studenti. Durante la manifestazione, infatti, è stata constatata una rilevante presenza di scuole, in visita al Salone per fini didattici. Poiché l’intervista trattava un tema di estrema attualità, è stato importante rilevare il parere di coloro che rappresenteranno le generazioni future, per cercare di osservare come si stanno evolvendo le loro preferenze, rispetto alle generazioni passate. Allo stesso modo non è da trascurare la percentuale di pensionati che hanno risposto all’intervista. Essi, che nel grafico 5.3 rappresentano la terza occupazione più popolosa per numero di soggetti, possono invece offrire un parere differente rispetto ad altre occupazioni, a causa, ad esempio, delle abitudini di consumo ormai consolidate, in particolar modo sulle scelte alimentari.

Grafico 5.4 Occupazione degli operatori professionali del settore

! 153! Tra coloro che hanno affermato di rappresentare un operatore professionale del settore, invece, è riscontrabile un’elevata eterogeneità. Nonostante una rilevante percentuale di operatori che ha risposto “altro” (tra i quali si sono riscontrati soprattutto impiegati nella Pubblica Amministrazione e membri di associazioni di imprese), la restante popolazione si è distribuita tra le diverse categorie proposte. Dal grafico 5.4 spiccano, tra le altre, la categoria degli enti di ricerca ed i degustatori che, in una manifestazione come il Salone del Gusto, hanno la possibilità di scoprire e testare le ultime novità in campo culinario; infine le ultime categorie che hanno raggiunto percentuali consistenti sono i produttori/trasformatori di materie prime (11,9%) ed i ristoratori (10,9%).

• Residenza dell’intervistato E’ stato poi domandato all’intervistato di indicare il proprio luogo di residenza.

Grafico 5.5 Residenza degli intervistati

Attraverso questa domanda è stato interessante capire la provenienza del target analizzato, classificandolo tra le seguenti categorie:

! 154! " Piemonte " Resto dell’Italia " UE " Extra UE I risultati raccolti mostrano una marcata prevalenza di visitatori piemontesi, anche se circa un terzo degli intervistati risiede in una delle restanti regioni italiane. Nel campione rappresentato nel grafico 5.5, poi, solo circa il 4% è straniero, nonostante la manifestazione attiri, edizione dopo edizione, sempre più visitatori dai paesi esteri.

• Titolo di studio Come ultima variabile analizzata, riguardo le caratteristiche specifiche degli intervistati, si è preso in esame il titolo di studio. Dai dati analizzati, osservabili nel grafico 5.6, è evidente una maggioranza di soggetti che hanno conseguito il titolo di laurea (43%), o il diploma di media superiore (42,4%). Analizzando complessivamente il campione, si può quindi affermare che si tratta di un panel con un’istruzione medio-alta. Coloro che hanno affermato di possedere la licenza elementare o la media inferiore, infatti, rappresentano circa l’11% della totalità del campione analizzato.

Grafico 5.6 Titolo di studio degli intervistati

! 155! • Possiede uno SMARTPHONE? Questa prima domanda della sezione 1 del questionario, si riferisce in particolar modo ai codici QR. Attraverso di essa, si è voluto capire quanto il campione di intervistati è incline alla tecnologia supportata da dispositivi mobile, dispositivi che rappresentano il supporto ideale per la lettura ed il recepimento delle informazioni, attraverso i codici bidimensionali.

Grafico 5.7 Diffusione degli smartphone

Dalle risposte riscontrate, risulta evidente come circa i due terzi degli intervistati non disponga di un telefonino di ultima generazione. Questo dato, tuttavia, deve essere adeguatamente interpretato. Infatti, le case produttrici di telefoni cellulari, grazie soprattutto alla rapidità con cui si stanno diffondendo i codici bidimensionali, stanno realizzando software gratuiti che supportano questa tecnologia anche per i tradizionali telefoni cellulari. Di conseguenza, è possibile che alcune persone facciano già uso di questa tecnologia, nonostante non posseggano uno smartphone

! 156! vero e proprio. In ogni caso, circa un quarto dei soggetti interpellati può disporre di un telefonino di ultima generazione, dato che, con ogni probabilità, andrà ad ampliarsi già nel breve periodo, stando alle stime e alle previsione degli analisti di mercato. E’ da rilevare infine una residua percentuale di intervistati (8,8%), che non sa ancora cosa sia uno smartphone.

Età dell'intervistato maggiore da 18 a da 25 a da 35 a da 45 a o uguale Total 24 anni 34 anni 44 anni 64 anni a 65 anni Possiede uno Si 14 36 26 19 1 96 smartphone? no 31 59 60 87 15 252 non so cos'è 3 6 6 13 4 32

Total 48 101 92 119 20 380

Tabella 5.1 Possesso di uno smartphone per classe di età

Risulta poi estremamente interessante andare ad analizzare come si sono distribuite le risposte a questa domanda, in base all’età dell’intervistato. La propensione all’utilizzo o meno della tecnologia disponibile, infatti, può variare considerevolmente in base alla propria età e, attraverso la matrice a doppia entrata rappresentata in tabella 5.1, si vuole capire se vi sia qualche correlazione. In effetti si può notare che le classi di età, in cui si può riscontrare una più elevata frequenza di risposte affermative, sono quelle più “giovani”, ovvero la fascia di individui che va dai 18 ai 44 anni. Questo dato, oltre alla maggiore propensione dei giovani ad utilizzare questi dispositivi di ultima generazione, è influenzato anche dalla sempre più vasta diffusione degli smartphone a livello aziendale. Infatti sta diventando una consuetudine da parte delle società fornire ai propri dipendenti questi telefoni, in modo tale da permettere l’accesso universale alla propria casella di posta elettronica, nonché per consentire un libero utilizzo di Internet. Analizzando lo stesso quesito sotto il profilo del sesso del soggetto intervistato, sono emersi altri risultati interessanti, che confermano le statistiche sulla diffusione degli smartphone a livello nazionale, esposti in precedenza nel Capitolo 1.

! 157!

Tabella 5.2 Possesso di uno smartphone per genere

E’ emerso, infatti, che gli uomini costituiscono i principali fruitori di questi telefonini: circa il 70% di coloro che hanno ammesso di possedere uno smartphone sono per l’appunto di sesso maschile. Di conseguenza il pubblico femminile è rappresentato in misura inferiore, così come quanto viene confermato dalle ricerche di mercato presentate nelle pagine precedenti. Dall’analisi condotta, viene quindi ribadito che, l’utilizzo degli smarphone risulta maggiormente comune tra i soggetti maschili delle categorie più giovani; tuttavia, come già ribadito in precedenza, la crescita vertiginosa di questi anni, fa pensare che, nel breve periodo, vi sarà una più generale diffusione di questi dispositivi a tutta la popolazione. Aumentando il grado di analisi di questa prima serie di analisi è possibile verificare la presenza di legami di dipendenza tra queste mutabili statistiche (“possiede uno smartphone” e “sesso dell’intervistato”), misurandone, in caso affermativo, l’intensità mediante un apposito indice: il Chi-quadrato di Pearson.

Dove: nij= frequenze osservate

vij= frequenze attese

Il Chi-quadrato indica la misura in cui le frequenze osservate in ogni casella della tabella differiscono dalle frequenze che ci aspetteremmo se non ci fosse associazione fra i due caratteri. Questo test va ad indicare quindi una sorta di

! 158! distanza tra le frequenze osservate nij e la tabella delle frequenze attese "ij nell’ipotesi di indipendenza. Più il risultato del Chi-quadrato si discosterà dai valori attesi, ovvero quelli ipotizzabili in caso d’indipendenza tra le mutabili statistiche, più il legame di dipendenza tra esse sarà intenso.

Nel caso qui rappresentato è possibile constatare che esiste un legame di dipendenza tra le due mutabili osservate. In particolare, come abbiamo già citato in precedenza, esiste una stretta relazione tra coloro che posseggono uno smartphone e gli individui di sesso maschile. Anche attraverso quest’analisi è stato possibile constatare di come i dati raccolti durante il Salone del Gusto rispecchino coerentemente le statistiche nazionali sulla diffusione di questi cellulari.

! 159! • Ha mai sentito parlare di Codici a Barre Bidimensionali e RFId? Attraverso questa domanda, si è voluto indagare, in forma superficiale, se i soggetti intervistati si fossero già imbattuti, in precedenza della manifestazione enogastronomica, in almeno una delle due tecnologie prese in esame.

Grafico 5.8 L’informazione su codici a barre bidimensionali ed RFId

Nonostante entrambi i sistemi d’identificazione si trovino ancora in una fase di approccio al mercato (come abbiamo avuto modo di spiegare in precedenza, queste tecnologie sono ormai utilizzate da tempo, soprattutto in alcuni settori specifici, ma la possibilità di usufruirne da parte dei consumatori è un fenomeno di questi ultimi 2-3 anni), si riscontra un pubblico abbastanza consapevole sull’esistenza di tali tecnologie. Meno della metà degli intervistati, infatti, non ha mai avuto modo di conoscere la tecnologia RFId ed i codici bidimensionali

! 160! precedentemente l’intervista, mentre è sicuramente incoraggiante il fatto che più del 50% del target sia già a conoscenza di queste innovazioni. Le stesse percentuali si possono riscontrare analizzando i risultati alla domanda se si è già sentito parlare di etichetta intelligente. Anche in questo caso la percentuale del “sì ” supera di poco il 50%, a testimonianza che l’evoluzione e la diffusione di tali strumenti vada di pari passo con quella dell’etichettatura intelligente.

Grafico 5.9 L’informazione sull’etichetta intelligente

Se si va ad analizzare come si sono distribuite le risposte in base al fattore “età”, emerge un dato rilevante, riguardo l’approccio alle tecnologie analizzate. Come si evince dalla tabella 5.3, si riscontra che per le classi di età più giovani (da 18 a 24 e da 25 a 34), vi è una netta maggioranza di soggetti che hanno già sentito parlare di codici a 2D o di tecnologia RFId. Questo trend non viene invece rispettato per le classi di età superiori, all’interno delle quali si rileva una maggioranza di persone che non ne hanno mai sentito parlare. Questo dato va quindi a rimarcare la

! 161! maggiore tendenza dei giovani ad avvicinarsi con minori difficoltà alle nuove realtà tecnologiche che il mercato offre.

Età dell'intervistato maggiore da 18 a da 25 a da 35 a da 45 a o uguale Total 24 anni 34 anni 44 anni 64 anni a 65 anni Ha mai sentito parlare si 29 66 40 54 7 196 di codici a barre no 18 35 50 62 14 179 bidimensionali o RFId? Total 47 101 90 116 21 375

Tabella 5.3 L’informazione su codici a barre bidimensionali ed RFId per classi di età

• A cosa servono secondo lei i codici bidimensionali? In questa sezione, si è voluto proporre al campione di visitatori intervistati un quesito sotto forma di risposta multipla, dove solo una delle quattro ipotesi di risposta era corretta. Questa modalità di somministrazione si è rivelata una scelta adeguata, sia per suscitare un maggior interesse tra i soggetti interpellati nel rispondere ai vari quesiti, sia per analizzare, attraverso una visione più discreta, le loro reali conoscenze/preferenze. In questo caso la risposta corretta al quesito “Cosa servono i codici bidimensionali” era “è uno strumento per aumentare la diffusione delle informazioni”, ovvero la colonna verde nella figura seguente. In questa situazione, la maggior parte dei visitatori intervistati ha ritenuto corretto rispondere con “è un’etichetta innovativa a risposta automatizzata”; un’altra rilevante percentuale di soggetti intervistati non è stata in grado di fornire una risposta precisa, mentre solo in quantità residuale sono state selezionate le rimanenti alternative di risposta. Da questi risultati si evince come ad oggi circa tre persone su quattro non siano a conoscenza dell’effettiva utilità dei codici bidimensionali e questo rappresenta sicuramente un punto fondamentale su cui intervenire ed investire. E’ infatti cruciale fornire un’informazione adeguata, nonché nozioni di tipo pratico su questo innovativo strumento di identificazione, affinché i consumatori siano effettivamente consapevoli delle potenzialità che tale strumento è in grado di offrire.

! 162!

Grafico 5.10 Utilità dei codici a barre bidimensionali

• A cosa serve secondo lei la tecnologia RFId? Anche su questo punto, come è possibile osservare dal grafico a barre che segue, il target selezionato ha risposto in maniera anomala. Infatti, circa il 20% degli intervistati non conosce le reali funzioni della tecnologia RFId. A fronte di questo dato, tuttavia, circa una persona su tre considera, correttamente, il sistema RFId uno strumento elettronico per la gestione delle informazioni. Più della metà del campione analizzato, comunque, ha risposto “non so” e questo ci rimanda alle considerazioni, fatte al punto precedente, sull’importanza di una corretta informazione, riguardo i possibili effetti di tali innovazioni sulle preferenze dei consumatori. Il punto che segue è invece riferito esclusivamente al QR Code e alla simbologia utilizzata in esso.

! 163!

Grafico 5.11 Utilità dell’RFId

• Ha mai visto il simbolo seguente?

Con questa domanda si è voluto sapere se, a livello visivo, i soggetti intervistati avessero mai riscontrato il simbolo del QR Code in qualche altro contesto precedentemente al Salone del Gusto.

! 164!

Grafico 5.12 Diffusione del codice QR

I risultati collezionati nel grafico 5.12 mostrano come la simbologia propria di questo codice bidimensionale sia ormai conoscibile a circa due persone su tre e questo dato è conforme alla costante diffusione di questa simbologia a livello internazionale. Le proiezioni dei dati storici per il 2011 fanno presumere una ancor più intensa diffusione di tale standard, tale per cui è doveroso attendersi una sostanziale riduzione della percentuale di coloro che non si sono mai imbattuti in questo codice.

Tabella 5.4 Diffusione dello smartphone e diffusione del codice QR

! 165! Incrociando i risultati ottenuti con quelli che sono già stati analizzati precedente, riguardo la domanda “Possiede uno smartphone?” è possibile trarre altre conclusioni interessanti. Ad esempio si può notare che tra coloro che non sono in possesso di uno smartphone la maggior parte ha già visto il simbolo del Codice Qr in precedenza; allo stesso modo è apprezzabile il fatto che quasi l’intera totalità di coloro che posseggono un dispositivo cellulare di ultima generazione, conoscano il simbolo analizzato. Di conseguenza è possibile affermare che la diffusione degli smartphone possa fare da traino ad un’ancora più efficace penetrazione di tali codici all’interno del mercato, anche se, come è stato esposto, molti degli intervistati che hanno ammesso di avere un telefonino tradizionale, ne hanno già sentito parlare.

Fig. 5.3 Crescita a livello mondiale delle fotografie a codici QR140

Analizzando i dati della tabella 5.4, è possibile riscontrare ulteriori punti d’interesse attraverso il test del Chi-quadrato. Capire se è presente un legame di dipendenza tra coloro che posseggono uno smartphone e coloro che conoscono già il simbolo del codice Qr può rappresentare determinante per comprendere più a fondo quale sia l’approccio a questi strumenti innovativi.

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140 Cfr. http://www.qrcodepress.com

! 166!

Quest’analisi conferma ulteriormente che esiste un legame di dipendenza tra le due variabili rappresentate. Il valore del Chi-quadrato, così distante dallo 0, è la prova di questa dipendenza e tale risultato, debitamente analizzato ed approfondito, potrebbe rivelarsi alquanto utile nell’ipotesi in cui l’implementazione del simbolo Qr sui prodotti agroalimentari venisse considerata una valida alternativa alle tradizionali etichette informative. Al 63,5% che ha risposto di aver già visto in passato il pittogramma in questione, sono state fatte due ulteriori domande, sia per analizzare se è ben chiaro il suo significato, sia per sapere il contesto in cui è stato visto la prima volta tale simbolo. Alla domanda “che cos’è?” più del 75% ha risposto correttamente “è un’evoluzione del codice a barre”. In ogni caso continua a rimanere una percentuale di soggetti non poco rilevante che, nonostante si sia già imbattuta in passato il questo simbolo, non sa realmente cosa sia.

! 167!

Grafico 5.13 Funzione del codice QR

Per quel che concerne invece il contesto in cui è stato visto questo pittogramma, si è voluto fornire ai visitatori intervistati quattro alternative: " Durante il Salone del Gusto su prodotti alimentari " Prima del Salone del Gusto su prodotti non alimentari " Durante il Salone del Gusto in uno o più stand " Prima del Salone del Gusto su prodotti alimentari Del 63,5 % che ha affermato precedentemente di conoscere il simbolo del Codice QR, circa il 75 % conosceva questo simbolo prima di visitare il Salone e più precisamente la maggioranza di questi ha avuto modo di vederlo posizionato su prodotti non alimentari. Quest’informazione conferma, infatti, la diffusione dei codici bidimensionali in settori diversi da quello agroalimentare, mentre solo recentemente si è pensato di utilizzarlo come strumento d’informazione anche per gli alimenti.

! 168!

Grafico 5.14 Contesto in cui è avvenuto il primo impatto con il codice QR

E’ infine da rilevare una buona percentuale di intervistati che solo grazie al Salone del Gusto ha avuto la possibilità di conoscere questo codice bidimensionale, a testimonianza di come, non solo la Camera di commercio, ma anche altri enti, sia privati che pubblici, abbiano usufruito della manifestazione promossa da Slow Food per “lanciare” i propri contenuti informativi attraverso la tecnologia dei barcode a 2D.

• Utilizzerebbe la tecnologia disponibile (es. Codici Bidimensionali, RFId) per accedere ad un maggior numero di informazioni sul prodotto che sta acquistando? Come si può osservare nel grafico seguente, L’86% degli intervistati sarebbe d’accordo nell’utilizzare in futuro queste tecnologie per avere un maggior numero di informazioni sui prodotti che acquistano. La restante percentuale che è invece contraria all’utilizzo di questi strumenti tecnologici ritiene, evidentemente, che questi non siano in grado di rispondere con efficacia alla necessità di una più completa

! 169! informazione sulle caratteristiche dei diversi alimenti e sulle informazioni ad essi connesse.

Grafico 5.15 Disponibilità ad utilizzare la tecnologia per avere più informazioni

Questo dato mostra una propensione positiva del campione esaminato alla possibile implementazione di questi dispositivi al servizio dei consumatori. Ciò rappresenta sicuramente un dato rilevante da prendere in considerazione per eventuali future scelte strategiche da parte delle aziende operanti nel settore agroalimentare, poiché dimostra una sempre maggiore attenzione del consumatore alle informazioni inerenti ai prodotti di consumo, cosa che lo rende un soggetto del mercato sempre più attento e consapevole delle proprie scelte.

• Secondo Lei, sull’etichetta dei prodotti alimentari manca qualche tipo di informazione che ritiene importante? Attraverso questa domanda si entra nella fase centrale del questionario, sicuramente la più interessante dal punto di vista dei contenuti trattati. Innanzitutto si

! 170! è domandato ai soggetti intervistati se, secondo il loro parere le attuali etichette dei prodotti agroalimentari rispondano a pieno alle proprie esigenze di informazione.

Grafico 5.16 Mancanza di informazioni sulle etichette

Più di quattro persone su cinque ritengono che le attuali informazioni contenute sulle confezioni dei prodotti non siano sufficienti. E’ evidente dal grafico 5.16 che il consumatore non si accontenta delle informazioni obbligatorie (data di scadenza, ingredienti, ecc.), ma chiede un’informazione più completa, che prenda in considerazione anche nozioni collaterali e non direttamente legate alle proprietà organolettiche e nutrizionali dell’alimento. A coloro i quali avessero risposto affermativamente alla precedente domanda, è stato chiesto successivamente di scegliere massimo tre categorie di informazioni – sulla base di una lista precedentemente selezionata – per le quali il consumatore ritenesse ci fosse maggior necessità di informazioni, o più semplicemente, per le

! 171! quali l’intervistato riponesse un maggior interesse rispetto ad altre. In questo modo si è cercato di comprendere quali fossero le nozioni maggiormente richieste dagli utenti, con l’idea di utilizzare, nel prossimo futuro, la tecnologia delle etichette intelligenti per dare la possibilità di usufruire di tali informazioni ai consumatori che le richiedono.

Grafico 5.17 Categorie di informazioni preferite dagli intervistati

Dai dati che sono stati raccolti, si evince una distribuzione delle preferenze degli intervistati abbastanza variegata, tale per cui non vi è una categoria di informazione, tra quelle proposte, che spicca sulle altre. Si può tuttavia constatare un’evidenza tutt’altro che trascurabile: le categorie più selezionate sono state, infatti, l’origine dell’alimento e le informazioni riguardanti il processo produttivo “dal

! 172! campo alla tavola” (ovvero la tracciabilità). Ma entrambe queste informazioni si riferiscono al percorso compiuto dagli alimenti, prima della fase di acquisto. Si denota, dunque, un interesse sostanziale da parte del target intervistato sui processi di lavorazione e di trasformazione che fanno sì che il consumatore possa acquistare, alla fine della catena produttiva, il prodotto finito. Si capisce, quindi, che si è di fronte ad un pubblico sempre più “assetato di conoscenza”, soprattutto per quel che concerne la propria alimentazione ed in un prossimo futuro le aziende operanti nel settore dovranno fare i conti con questa curiosità e sarà importante dare delle risposte certe a chi ancora presenta perplessità. Tra le altre categorie proposte nel questionario, si sottolinea anche un discreto interesse per la garanzia di autenticità di un prodotto. Anche in questo senso, il consumatore non si ritiene sufficientemente tranquillo e rassicurato ed evidentemente considera importante certificare l’autenticità di taluni alimenti. A quest’esigenza, però, è possibile far fronte con l’attuale tecnologia RFId presentata durante il Salone. Attraverso il progetto “Trace Cheese”, infatti, i visitatori della manifestazione enogastronomica, hanno avuto modo di provare loro stessi come sia immediato e sicuro, attraverso questo sistema di identificazione oggettivo ed univoco, verificare l’appartenenza di una determinata forma di toma ad un ben preciso lotto di produzione, a cui è collegato un preciso certificato di autenticità, rilasciato dagli appositi enti. ! ! !

Fig. 5.4 Esempio di etichetta intelligente

Il progetto “Trace Cheese” ha portato infatti alla realizzazione di una soluzione tecnologica di tracciabilità per la filiera casearia - per natura scarsamente orientata all’innovazione di carattere tecnologico - consentendo di aprire alle aziende del territorio un nuovo filone di attività nel quale investire per il futuro.

! 173! In particolare questo progetto:

• favorisce l’applicazione di tecnologie ICT in settori tradizionali;

• facilita sul territorio lo sviluppo di applicazioni verticali, creando applicazioni ICT che possano favorire una maggiore apertura degli operatori di settori tradizionali alle nuove tecnologie;

• mette a punto soluzioni che possono essere replicate in altre settori del comparto agroalimentare.141 La soluzione sviluppata dal team di Torino Wireless - una sorta di carta d'identità elettronica per i formaggi d’alpeggio - permette di accedere ai contenuti informativi di tracciabilità del formaggio presenti all’interno di un sistema gestionale attraverso la lettura di un tag RFId da dispositivo mobile o da postazione fissa. Questo processo si svolge in 3 fasi: 1) La raccolta e gestione delle informazioni viene effettuate dall’Università di Torino che inserisce i dati relativi alle erbe (georeferenziate su un apposito database), sulle quali hanno pascolato le mandrie e le analisi chimiche del latte munto che sono effettuate dal Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino. Tali dati vengono inseriti nel database centrale e vanno ad incrementare la base di informazioni che costituiranno, alla fine del processo, la certificazione di provenienza e consentiranno la tracciabilità e la rintracciabilità del prodotto. 2) Una volta che il latte viene trasformato in formaggio, ai produttori di formaggio viene chiesto di inserire all’esterno della forma un tag RFId collegato al database centrale sul quale sono memorizzate tutte le informazioni relative a quella forma prodotta. L’applicazione di questo tag viene effettuata alla fine della stagionatura delle forme presso l’azienda casearia, in modo da consentire il posizionamento dello stesso sulla crosta del formaggio, sotto l’etichetta. 3) Il formaggio venduto al punto vendita, che è stato taggato al momento della sua produzione, viene posizionato nella vetrina. In tutti i punti vendita, nei quali saranno presenti le forme taggate, sarà inoltre istallato un totem informativo che consentirà al consumatore finale di avere tutte le !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

141 Cfr. http://www.lab-to.camcom.it/Page/t01/view_html?idp=665

! 174! informazioni di tracciabilità relative al formaggio che sta acquistando, consentendo anche la stampa di un foglio informativo.

• Ritiene siano importanti le informazioni riportate nella seguente tabella?! Questa domanda ha rappresentato un punto fondamentale nella realizzazione del questionario. Infatti, con tale quesito, si è voluto “fare da ponte” tra una prima parte del questionario, dove ci si è soffermati sugli aspetti più generali del fenomeno e sulle tecnologie che vengono adoperate; in seguito a tale domanda, invece, verranno analizzati alcuni dei possibili contenuti, che l’etichetta intelligente è in grado di promuovere.

E’ stato quindi chiesto ai visitatori del Salone del Gusto di indicare il grado di importanza di alcune tipologie di informazioni. Ad ognuna di esse, nella seconda parte del questionario, verranno dedicate alcune domande specifiche, in modo tale da approfondire il livello di interesse o meno del target individuato, per ciascuna tipologia. Come è possibile notare dalla struttura della domanda, riportata qui in alto, sono stati utilizzati i cosidetti smily per far sì che l’intervistato riconoscesse agevolmente quale, tra le quattro opzioni di risposta, rappresentasse in maniera più corretta, la sua preferenza. Inoltre, in questa parte del questionario, si è voluto analizzare più a fondo le risposte ottenute, andando ad indagare come si sono distribuite in base anche al sesso dell’intervistato. Come prima tipologia di informazione, è stato domandato quanto si ritenesse importante essere a conoscenza dell’autenticità di un prodotto agroalimentare, dove con il termine “autenticità”, si voleva indicare un’attestazione, da parte di un ente terzo, che un determinato prodotto di consumo non fosse un falso, né, tantomeno, un articolo contraffatto.

! 175! I risultati esposti nel grafico 5.18, mostrano come, a parte una minima percentuale di intervistati che ritiene poco o non importante questo tipo di informazione, la maggior parte del campione testato ha manifestato un deciso interesse ad ottenere informazioni oggettive e rigorose su quel che concerne l’effettiva autenticità di un prodotto. Entrando più nel dettaglio, circa due visitatori su tre la ritengono un’informazione molto importante, mentre il 30% del target ritiene che sia un elemento importante da comunicare al consumatore, ma non indispensabile.

Grafico 5.18 Importanza della garanzia di autenticità del prodotto

! Tabella 5.5 Importanza della garanzia di autenticità del prodotto per genere

! 176! Osservando i dati raccolti per genere, si può dire che si sono distribuiti uniformemente tra maschi e femmine, senza rilevanti scostamenti tra un sesso e l’altro. Si può riscontrare solamente una piccola percentuale maggiore di femmine che reputa la garanzia un’informazione poco o per nulla importante, rispetto a quanto è emerso per il sesso maschile. Il secondo argomento su cui si è voluto indagare è la tracciabilità dei prodotti agroalimentari. In particolare si è chiesto di esprimere il proprio grado di interesse, riguardo le informazioni inerenti il percorso fisico che ha compiuto un alimento prima di finire sulle tavole dei consumatori.

Grafico 5.19 Importanza della tracciabilità

Anche su questo argomento i visitatori intervistati si sono dimostrati interessati e sensibili, a dimostrazione del fatto che si percepisce incertezza e timore sui prodotti che vengono consumati e l’informazione corretta è il modo più diretto ed efficace per rispondere a questa mancanza. Infatti sono state confermate le stesse

! 177! percentuali che sono state collezionate per la domanda precedente, con quasi la totalità del campione che ritiene importante, o molto importante far sapere al consumatore il tragitto compiuto dai beni che acquista sul mercato.

Tabella 5.6 Importanza della tracciabilità per genere

Anche riguardo la tracciabilità, i dati raccolti per genere mostrano una sostanziale uniformità. Infatti, partendo dal presupposto che il numero di uomini intervistati è stato di poco superiore rispetto a quello delle donne, si può affermare che la numerosità delle varie classi rispecchia il medesimo andamento per entrambi i sessi.

Grafico 5.20 Importanza dell’impatto ambientale

! 178! La terza categoria di informazioni analizzata è quella dell’impatto ambientale della lavorazione dei prodotti agroalimentari. E’ stato infatti concordato di proporre questo argomento alle persone intervistate, in quanto è stato rilevato che, in molti paesi stranieri, sta nascendo una nuova forma di certificazione ambientale che prende in considerazione proprio l’incidenza, dal punto di vista energetico, delle lavorazioni alimentari. Nelle domande che seguiranno si avrà ancora modo di affrontare questo argomento. In questo caso i dati rilevati confermano un interesse generale a questo tipo di informazione, ma è da rilevare che, confrontando i dati raccolti con quelli delle due precedenti domande, la percentuale che ha risposto “poco importante” è maggiore. Questo può far pensare che la tutela dell’ambiente, abbinata ai prodotti che si consumano quotidianamente, rappresenti ancora un informazione secondaria, ma che in ogni caso possa essere fornita per completezza, grazie all’innovativa etichetta intelligente. L’analisi per genere mostra come le donne reputino più importante questo tipo di informazione, anche se la differenza è residuale. In ogni caso si riscontra che il panel femminile presenta frequenze maggiori per le classi “molto importante” e “importante”, mentre è da rilevare una maggior percentuale di uomini che reputano tale informazione poco importante.

Tabella 5.7 Importanza dell’impatto ambientale per genere

Infine è stato domandato ai soggetti intervistati di esprimere il proprio parere a proposito dell’inserimento o meno in etichetta di informazioni di servizio, vale a dire nozioni non prettamente legate ad aspetti di igiene o di sicurezza alimentare,

! 179! bensì contenuti riguardanti le modalità di consumo, consigli di esperti, piuttosto che informazioni sul territorio da cui provengono gli stessi prodotti.

Grafico 5.21 Importanza dei contenuti di servizio

Come si può osservare dai dati raccolti, quasi la metà del campione analizzato ritiene che questa tipologia di informazioni in futuro possa risultare utile al consumatore, ma è altrettanto evidente che più del 30% degli intervistati ritiene questi contenuti poco importanti. L’analisi in base al sesso conferma quanto detto in precedenza; tuttavia è interessante osservare che la maggioranza dei visitatori intervistati che ritiene importanti i contenuti di servizio è formata da femmine, mentre tra coloro che ritengono quest’informazione poco importante è più numerosa la rappresentanza maschile.

! 180!

Tabella 5.8 Importanza dei contenuti di servizio per genere

Potrebbe rivelarsi interessante provare ad approfondire l’analisi su un livello di analisi maggiore, per comprendere meglio le opportunità e le debolezze di questi particolari contenuti proposti. Proseguendo con l’analisi delle domande del questionario, si affrontano singolarmente alcuni degli aspetti trattati precedentemente, con la finalità di capire se le informazioni trattate possono effettivamente interessare o si rischia di confondere i consumatori durante il loro processo di acquisto.

• In riferimento all’autenticazione (intesa come attestazione che un prodotto agroalimentare non sia stato contraffatto), l’utilizzo dell’etichettatura intelligente può dare maggiori garanzie rispetto ai sistemi tradizionali? Questo punto del questionario è stato importante per capire se il consumatore comprende a pieno le reali potenzialità dell’etichetta intelligente, in termini di sicurezza alimentare. Come si può notare dal grafico che segue, questa iniziale fase di ricerca ha dato i risultati attesi. I soggetti intervistati hanno dimostrato ottimismo ed interesse riguardo questi strumenti di informazione e credono che nel futuro vi sia la possibilità di utilizzarli e di metterli a disposizione per chiarire ogni timore o incertezza su ciò che si ha intenzione di acquistare. Solo circa il 10% ritiene che i sistemi attualmente in vigore ed i controlli sulla merce in vendita siano all’altezza per garantire l’autenticità dei prodotti agroalimentari.

! 181!

Grafico 5.22 L’uso delle etichette intelligenti come strumento di garanzia

• Indichi, secondo lei, quanto l’etichetta intelligente potrebbe contribuire a rafforzare i seguenti impieghi della tracciabilità nel settore agroalimentare.

A riguardo della tracciabilità si è pensato di proporre al target selezionato quattro affermazioni, ognuna delle quali rappresenta un potenziale rafforzamento della funzione di tracciatura. Per una visione più completa si è pensato di esporre

! 182! insieme i dati raccolti per le quattro affermazioni, poichè l’andamento delle risposte è stato approssimativamente lo stesso per i vari quesiti.

Grafico 5.23 Contributo dell’etichetta intelligente a fornire maggiori informazioni sul prodotto

Grafico 5.24 Contributo dell’etichetta intelligente alla tracciabilità delle materie prime

! 183!

Grafico 5.25 Contributo dell’etichetta intelligente alla garanzia di autenticità

Grafico 5.26 Contributo dell’etichetta intelligente nei confronti delle attività degli organi di vigilanza

! 184! Da come si può notare, i soggetti intervistati che ritengono che l’utilizzo delle etichette intelligenti sia un valido aiuto (area verde), rappresentano la maggioranza per ciascuna affermazione. Allo stesso modo coloro che reputano che il contributo di questo strumento possa essere comunque importante (area gialla) costituisce la seconda categoria maggiormente rappresentata. Coloro che ritengono che il contributo potenziale di questa etichetta non costituisca un reale valore aggiunto alla funzione di tracciatura (area arancione) non superano la percentuale del 13% in nessuno dei quattro grafici, mentre la categoria che non vede alcun contributo da tali tecnologie non va oltre l’1,8%. Di conseguenza è lecito affermare che, da questa analisi sommaria, il consumatore vede di buon occhio l’applicazione di questi dispositivi, oltre che a tutela dell’autenticità, anche come supporto alla tracciabilità alimentare. Attraverso un’analisi più approfondita, molte aziende potrebbero ipotizzare l’introduzione di tali etichette a supporto di un’informazione che, nel corso degli anni, diventerà cogente per un numero sempre maggiore di categorie di prodotti. Presentarsi al mercato con la possibilità di dare in mano al consumatore l’opportunità di poter constatare di persona il tragitto percorso dagli ingredienti che hanno dato vita ad un certo prodotto, potrebbe costituire un valore aggiunto determinante ed una chiara opportunità commerciale.

• In riferimento all’impatto ambientale, ha mai sentito parlare di Carbon Footprint? Con questa domanda, il questionario affronta il tema ambientale legato al settore agroalimentare, con l’obiettivo di testare il livello d’informazione su tale argomento, in particolar modo facendo affidamento su alcune best practice già applicate in altri paesi del mondo. Il cambiamento climatico globale è una delle maggiori sfide per l’umanità ed uno dei più importanti indicatori del fatto che si sta vivendo al di là dei mezzi ecologici di cui disponiamo. Oggi, il termine Carbon Footprint é utilizzato come abbreviazione stenografica per indicare la quantità di carbonio (normalmente espresso in tonnellate) emesso da una particolare attività o organizzazione. La componente relativa al carbonio dell’Impronta Ecologica va oltre questa definizione e traduce questa quantità di anidride carbonica nella quantità di area forestale

! 185! necessaria ad assorbire le emissioni di anidride carbonica.142 Questo ci dà un’idea della domanda esercitata sul pianeta derivante dai combustibili fossili bruciati.

Fig. 5.5 Gli effetti della Carbon Footprint

Essendo la Carbon Footprint il 50% di tutta l’Impronta Ecologica, è essenziale ridurne l’impatto per porre termine allo sfruttamento eccessivo delle risorse. Oggi i riflettori sono puntati sul carbonio, ma il cambiamento climatico si produce proprio mentre si raggiungono altri limiti critici nella pesca, delle foreste, delle terre coltivabili e dell’acqua. A meno che non ci si concentra sul porre termine al sovra sfruttamento delle risorse, alcune delle soluzioni al cambiamento climatico potrebbero causare impatti importanti e non intenzionali. Nella corsa ai biocombustibili, per esempio, si sta in molti casi spostando la pressione su terre coltivabili e foreste. Dopo questa introduzione su quello che si intende per Carbon Footprint, di seguito si possono osservare i risultati collezionati durante la ricerca di mercato presso il Salone del Gusto 2010. Nonostante la questione del cambiamento climatico sia uno dei punti più rilevanti nell’agenda dei governi di tutto il mondo, l’informazione su queste tematiche e sulle iniziative già in atto per rallentare il surriscaldamento del nostro pianeta sembra ancora essere ad uno stadio iniziale. Da quello che si evince dal grafico 5.27, solo circa una persona su quattro ha sentito parlare di Carbon Footprint, mentre la restante parte non sa che cosa rappresenti. La !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

142 Cfr. AA.VV.: The Carbon Trust Standard Rules, giugno 2008

! 186! sensibilità ambientale, nel nostro paese, è da sempre inferiore rispetto ad altri stati europei, come Germania, Francia e Regno Unito. Tuttavia le condizioni di sovra sfruttamento a cui si è arrivati nel corso degli anni, stanno obbligando tutti i paesi a doversi adattare a vincoli e restrizioni per ridurre l’impatto delle attività umane sull’ecosistema del nostro pianeta. A coloro che hanno risposto affermativamente alla domanda precedente è stato successivamente chiesto il significato dell’espressione carbon footprint, con lo scopo di verificare la corretta interpretazione del termine. Tra le quattro alternative di risposta che sono state proposte, la maggior parte dei soggetti ha risposto correttamente, affermando che, prettamente nel contesto agroalimentare, si tratta della quantità di CO2 emessa per produrre un alimento. Ciò nonostante, la successiva scelta più selezionata è stata “non so”, a dimostrazione che è necessario, anche in questo caso, investire in una più adeguata informazione sul tema ambientale, cercando di “istruire” gli individui ad utilizzare le risorse energetiche con maggior razionalità ed attenzione.

Grafico 5.27 Informazione sulla Carbon Footprint

! 187!

Grafico 5.28 Significato di Carbon Footprint

• In riferimento all’impatto ambientale, ha mai sentito parlare di Water

Footprint? Nel 2002 l’UNESCO ha proposto, con la definizione della Water Footprint (impronta idrica), il concetto di acqua virtuale, introducendo, così, un nuovo indicatore dell’utilizzo dell’acqua. Questo è andato ad affiancarsi all’indicatore tradizionale (che misura il consumo di acqua “reale”), per esprimere il consumo di acqua potabile per produrre beni e servizi. La Water Footprint, infatti, misura l’utilizzo d’acqua in termini di volume (espresso in m3) – consumata e/o inquinata per unità di tempo – impiegata per l’ottenimento di cibo, vestiti e prodotti che ciascun individuo acquista. Viene utilizzata come un indicatore analogo all’impronta ecologica (Ecological Footprint) che, come si è visto, misura la superficie (in termini sia di terra sia di acqua) necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e ad assorbire i rifiuti prodotti.

! 188!

Fig. 5.6 La water Footprint per nazione143

La Water Footprint rappresenta un indicatore multidimensionale che tiene conto sia dei consumi diretti (risorse d’acqua domestiche), sia di quelli indiretti (risorse d’acqua esterne, proveniente cioè da altri paesi); pertanto occorre calcolare il consumo totale di risorse interne, sottrarre i flussi di acqua virtuale che lasciano il paese attraverso le esportazioni e sommare i flussi di acqua virtuale che entrano nel paese attraverso le importazioni.144 In questo modo tale indice rappresenta un esplicito indicatore geografico che mostra, oltre ai volumi di consumo di acqua e inquinamento, anche la loro localizzazione. Attraverso il questionario, così come per la Carbon Footprint, si è voluto indagare circa l’adeguata conoscenza di questo indicatore ambientale, domandando ai visitatori se, in precedenza, avessero mai sentito parlare di questo strumento. Le risposte ricevute, tuttavia, sono in linea con i risultati che abbiamo già discusso al

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143 Cfr. http://virtualwater.eu/ 144 Cfr. AA.VV.: Outlook dell’agroalimentare italiano – Rapporto annuale Ismea, giugno 2007

! 189! punto precedente. Se in molti paesi europei questi indicatori vengono ad essere già utilizzati sulle etichette di moltissimi prodotti di consumo, in Italia meno di una persona su quattro è al corrente della loro esistenza.

Grafico 5.29 Informazione sulla Water Footprint

Al 24,9% che ha risposto di essersi già imbattuto nell’indicatore Water Footprint, è stato successivamente domandato di indicarne il corretto significato. Nonostante la somiglianza tra le diverse alternative di risposta, la maggioranza del campione intervistato ha risposto correttamente, indicando, come significato di Water Footprint, la quantità di acqua utilizzata per i processi produttivi (in questo contesto per la produzione agroalimentare).

! 190!

Grafico 5.30 Significato di Water Footprint

• In riferimento all’impatto ambientale, ha mai visto i seguenti simboli?

Attraverso questa domanda si è chiesto ai visitatori interpellati se avessero già avuto modo di imbattersi in uno o più di uno dei simboli rappresentati qui sopra. Tali pittogrammi rappresentano alcune tra le più significative iniziative ecologiche in campo agroalimentare in alcuni paesi europei. In particolare di seguito viene fornita una descrizione per ciascuno di essi.

! 191! # KLIMATMARKNING FOR MAT. In Svezia, il settore agroalimentare rappresenta circa un quarto delle emissioni di gas serra. Tuttavia, nel corso degli anni, tre consumatori su quattro sono passati a scegliere alimenti che generano emissioni di anidride carbonica inferiori alla media e quasi la metà di tali consumatori prenderebbe in considerazione anche l’idea di pagare di più per tali prodotti alimentari.145 Pertanto, il governo svedese, insieme ai principali esperti del settore, ha sviluppato un’apposita certificazione di prodotti alimentari, realizzando un vero e proprio marchio, per rendere più facile ai consumatori scegliere i cibi che hanno generato il minor impatto ambientale. Il progetto è partito nel 2007 dall’iniziativa dell’organizzazione KRAV. Successivamente il progetto si è ampliato, andando ad accogliere nuovi operatori del settore, come Milko, Lantmännen, LRF, Scan e Skånemejerier. L’obiettivo è di sviluppare una certificazione climatica per quei prodotti alimentari, per i quali è stata intrapresa un’azione di riduzione, lungo la catena di produzione, dell’impatto ambientale, in termini di emissioni di CO2.

# INDICE CARBONE Il gruppo di distribuzione francese Casinò ha avviato un imponente progetto per lo sviluppo sostenibile, grazie al lancio della prima etichetta ambientale che indica la quantità di CO2 emessa da un prodotto “private label” del gruppo nelle fasi cruciali del suo ciclo di vita. Si tratta di un pionieristico e completo progetto, sostenuto da Jean-Louis Borloo, Ministro dell’Ecologia, dell’Energia, dello sviluppo sostenibile e della pianificazione territoriale e dal Segretario di Stato per l’Ecologia, Nathalie Kosciusko-Morizet. L’obiettivo dell’Indice Carbon Casinò è duplice: fornire ai consumatori informazioni chiare sull’impatto ambientale dei prodotti consumati su base giornaliera e, allo stesso tempo, permettere ad essi di compiere le loro scelte consapevolmente.146 Dal giugno del 2008, una prima serie di prodotti alimentari ha accolto sulla propria etichetta il simbolo che contraddistingue il progetto e, alla fine del 2010 i prodotti che riportavano il marchio Indice Carbone erano ormai alcune centinaia.

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145 Cfr. http://www.miljosmartmat.se/att-vaelja-miljoesmart/itemlist/tag/Klimatmarkning 146 Cfr. http://www.groupe-casino.com/en/The-Casino-Carbon-Index-a-green.html

! 192! Tale indice mostra la quantità di gas serra emessa da un prodotto durante le 5 tappe chiave del suo ciclo di vita: azienda agricola, lavorazione del prodotto, trasporto al luogo di stoccaggio, packaging e riciclaggio. L’obiettivo del progetto è, di fatto, avere una visione più ampia e più equa possibile per quel che concerne l’impatto ambientale dei propri prodotti. La metodologia di calcolo si basa sull’alta precisione dei dati specifici che vengono registrati centralmente dal Gruppo di Distribuzione francese (indicatori di imballaggio, trasporto, distribuzione). La raccolta dei dati ambientali è iniziata nel gennaio 2007 e ha permesso di studiare più di 600 prodotti da 150 fornitori diretti di Casinò, dalla raccolta delle materie prime, fino al punto vendita finale.

# CARBON TRUST Il Carbon Trust è una società di diritto privato istituito dal governo inglese nel 2001, in risposta alla minaccia del cambiamento climatico, per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Rappresenta un ente finanziato dal Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari rurali (Defra) e dal governo scozzese. Questa organizzazione britannica lavora con le imprese private ed il settore pubblico per trovare soluzioni ad attività pratiche orientate verso l’esterno, attraverso il suo lavoro in cinque settori complementari: " Intuizioni " Soluzioni " Innovazioni " Stakeholders " Investimenti Insieme, questi ambiti contribuiscono a spiegare, esprimere, sviluppare, creare e finanziare le imprese a basse emissioni.147 I membri del Carbon Trust hanno iniziato la loro attività cercando di misurare l’impronta ecologica di diversi gruppi di distribuzione all’ingrosso inglesi, ma più in generale, il loro progetto mira ad inaugurare una nuova era di consumi, verso un

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147 Cfr. AA.VV.: The Validity of Food Miles as an Indicator of Sustainable Development - Final Report produced for DEFRA, 2005

! 193! chiaro e universale sistema di etichettatura sull’anidride carbonica emessa per la filiera di alcune categorie di prodotti. I prodotti vanno dal succo d’arancia alle lampadine elettriche e sono stati valutati utilizzando il progetto di norma, realizzato da parte del Carbon Trust, Defra e BSI British Standards per misurare il peso delle emissioni di gas serra provenienti da prodotti e servizi.

“Misurare l’impronta ecologica dei prodotti che produciamo, acquistiamo e vendiamo è un processo complicato. Per quanto le imprese cerchino sempre più modi efficaci per ridurre i loro effetti sull’ambiente, vi è una crescente necessità di avere standards affidabili e coerenti per misurare questi impatti”. (Ruddock – Ministro per il cambiamento climatico)

Questo importante progetto fornirà informazioni preziose su come gli standard certificati, chiamati Publicly Available Specification (PAS) 2050, possano essere raggiunti in maniera semplice ed efficace su una vasta gamma di prodotti e servizi. Un PAS rappresenta una dichiarazione ufficiale, che si basa sul modello del British Standard, sia per ciò che concerne il processo di applicazione alle organizzazioni, sia per la stesura scritta. Qualsiasi organizzazione, associazione o gruppo d’imprese che desideri documentare le migliori prassi, messe in atto su un processo specifico, sia per il beneficio della loro industria, sia per contribuire a promuovere le loro competenze, possono commissionare un PAS. Il programma vuole incoraggiare e riconoscere le pratiche più efficienti nelle misurazioni di CO2, per poi gestirle ed estenderle nei vari businesses, dall’ambito privato, a quello pubblico.

# CO2 FOOTPRINT Il Progetto è stato avviato dal PCF Oko-Institut - Istituto di Ecologia Applicata – e mira a fornire alle aziende gli strumenti per valutare e comunicare l’impronta ecologica dei prodotti.148 Il progetto PCF agisce così come un forum di discussione sul modo migliore per fornire informazioni pertinenti sull’impatto climatico di prodotti e decisioni di consumo per i consumatori. L’Oko-Institut è uno dei leader nel campo della ricerca in Europa per quel che !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

148 Cfr. http://www.carbonfootprint.com/

! 194! concerne lo sviluppo sostenibile. L’Istituto di ecologia applicata viene ad essere coinvolto spesso dalle istituzioni tedesche, come consulente strategico per la politica, dell’economia e della società - in particolare per la salvaguardia del clima e per il consumo sostenibile. Per quasi 25 anni, l’Oko-Institut ha contribuito a fornire a livello internazionale alcuni tra i più importanti esempi di metodologie e di applicazioni di regimi economici sostenibili per lo sviluppo di beni e servizi.149

“Per dare ai consumatori la possibilità di prendere decisioni di acquisto sostenibili, al banco, vi è la grande necessità di mettere loro a disposizione i valori che riguardano un determinato prodotto, attraverso una metodologia credibile. Senza standard corretti, si corre il rischio di confondere i consumatori, invece di dare loro la certezza che le loro decisioni di acquisto sono rispettose dell’ambiente. E’ bello vedere che così tante aziende la pensino allo stesso modo e che vogliano lavorare con noi nel progetto pilota per la creazione di soluzioni sostenibili.” (Christian Hochfeld, Vice Direttore, Oko-Institut di Berlino)

Dai dati rilevati dalla Ricerca condotta presso il Salone del gusto, è emerso che tali iniziative sono praticamente sconosciute ai consumatori intervistati ed in molti casi è stato rilevato uno scetticismo di fondo, in quanto è ancora lontana per il consumatore italiano l’idea di scegliere un prodotto alimentare in base a quante emissioni di anidride carbonica sono state “risparmiate” nel corso della sua produzione.

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149 Cfr. http://www.pcf-projekt.de/main/news/

! 195!

Grafico 5.31 Diffusione del simbolo Klimat

Grafico 5.32 Certificazione corrispondente al simbolo Klimat

! 196!

Grafico 5.33 Diffusione del simbolo Indice Carbone

Grafico 5.34 Certificazione corrispondente al simbolo Indice Carbone

! 197!

Grafico 5.35 Diffusione del simbolo Carbon Trust

Grafico 5.36 Certificazione corrispondente al simbolo Carbon Trust

! 198!

Grafico 5.37 Diffusione del simbolo CO2

Grafico 5.38 Certificazione corrispondente al simbolo CO2

! 199! Dai grafici delle pagine precedenti emerge che solo una minima parte dei visitatori intervistati conosce uno o più di uno di tali certificazioni ambientali. In particolare, per quel che riguarda il Klimat markning for mat svedese, solo circa il 3% degli intervistati era già al corrente della sua esistenza, mentre la restante parte non conosce tale marchio. Inoltre, di questo 3%, il 70% non sa a quale tipologia di standard è collegata tale certificazione, anche se il 25% ha risposto correttamente, segnando lo standard Krav/Svenksigill 2007. L’Indice Carbone francese si è dimostrato uno dei marchi più riconosciuti dal pubblico del Salone del Gusto, considerando che tra i soggetti interpellati, come si è già potuto analizzare, circa il 65% risiede in Piemonte e di conseguenza si hanno molte possibilità di avere relazioni e legami con il paese transalpino. Circa il 14% dei visitatori ha riconosciuto il marchio creato da Casinò Group, ma tra questi l’80% non ha saputo ricollegarlo ad uno standard di certificazione in particolare. Il marchio Carbon Trust è stato riconosciuto da circa il 10% dei soggetti, ma anche in questo caso la maggior parte di coloro che avevano visto tale marchio in precedenza non sono stati in grado di ricondurlo ad uno standard in particolare. Infine, analizzando i dati riscontrati per il marchio tedesco CO2 Footprint, i dati collezionati sono in linea con i risultati precedenti. La percentuale di persone che ha riconosciuto questo marchio è minima (3,3%) e circa il 90% di questi non è stato in grado di ricondurlo con certezza ad un regolamento ambientale specifico. Per concludere l’analisi di questi quesiti sul tema legato all’ambiente, è evidente che, se in molti paesi europei le iniziative legate a prodotti con un minor impatto sull’ambiente siano ormai entrate nella quotidianità degli acquisti dei consumatori, in Italia si riscontra ancora uno scarso interesse in quest’ottica. Inoltre è possibile affermare che sembra ancora lontano dai consumatori italiani il concetto che, attraverso un acquisto ponderato, senza considerare come variabile esclusivamente il fattore prezzo, si possa contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente, anche per quel che concerne prodotti agroalimentari. Ma osservando i successi che si stanno concretizzando nei paesi in cui si è creduto in queste iniziative sostenibili, è importante continuare ad investire in questa direzione, provando anche in Italia, nel breve periodo, ad introdurre un vero e proprio “marchio ambientale” per

! 200! quei prodotti alimentari di qualità, il cui processo produttivo è stato più virtuoso rispetto ad altri, in termini di emissioni inquinanti.

• Dove preferirebbe acquisire queste informazioni aggiuntive? Con questa domanda si entra nella sezione conclusiva del questionario, all’interno della quale vengono proposti alcuni quesiti di carattere generale su quello che potrebbero essere gli sviluppi futuri dell’etichettatura intelligente. La domanda verte sulla modalità con cui il consumatore intervistato preferirebbe ottenere le informazioni contenute nell’etichetta intelligente, per poi usufruirne per i propri acquisti.

Grafico 5.39 Luogo preferito per ricevere le informazioni aggiuntive

Tra le alternative che sono state proposte, quella che ha riscosso il maggior successo è la creazione di veri e propri “punti informazione” all’interno dei centri di distribuzione. Da questa prima analisi, sembrerebbe quindi che le iniziative trattate

! 201! nei capitoli precedenti (come Metro AG e Wall Mart) potranno essere d’esempio per altri gruppi di distribuzione, per quel che concerne l’implementazione nel punto vendita dei totem informativi, attraverso i quali le famiglie avranno la possibilità di informarsi a 360° sul prodotto cui sono interessati. Tuttavia non si può trascurare la percentuale di coloro che hanno risposto di preferire l’acquisizione dei dati in mobilità. Circa una persona su quattro, infatti, ha affermato di apprezzare la possibilità di poter accedere in qualsiasi momento (ad esempio grazie ad un semplice codice 2D) a tutte le informazioni riguardanti un certo prodotto alimentare, indipendentemente dal luogo in cui ci si trovi.

• Secondo lei, questo sistema di etichettatura intelligente potrebbe avere alcuni risvolti negativi? Attraverso tale quesito si è voluto indagare se le persone intervistate intravedessero qualche timore o perplessità circa le etichette RFId, la cui efficacia in materia di localizzazione, identificazione e tracciabilità ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza e sulla privacy, oltre che sulla loro interoperabilità tecnica e compatibilità a livello internazionale. Per dare una risposta a tali interrogativi, la Commissione europea ha avviato recentemente una vasta consultazione pubblica nell’ambito di una conferenza sulle tecnologie di identificazione a radiofrequenza. “Le etichette RFId sono molto più “intelligenti” dei tradizionali codici a barre. Sono i precursori di un mondo in cui miliardi di oggetti e sensori interconnessi forniranno indicazioni sulla loro ubicazione, la loro identità ed il loro passato. Queste reti e questi dispositivi connetteranno ogni giorno gli oggetti in un “internet delle cose” che permetterà di migliorare notevolmente il benessere economico e la qualità della vita. Ma come sempre il progresso può avere risvolti negativi – in questo caso le possibili ripercussioni delle etichette RFId sulla privacy. Per questo è necessario raggiungere un ampio consenso all’interno della società sul futuro della tecnologia RFId e sulla necessità di predisporre meccanismi credibili di salvaguardia. Dobbiamo mantenere il controllo sulla tecnologia e creare le condizioni per utilizzarla nell’interesse generale.”150

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150 Cfr. Viviane Reding, commissario europeo responsabile per la società dell’informazione e i media

! 202! Su questa base la Commissione europea sta avviando oggi un grande dibattito pubblico sulle opportunità e le sfide connesse con questo tipo di tecnologia. Per sfruttare le sue potenzialità economiche, è necessario affrontare in modo costruttivo, e con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, gli interrogativi che l’uso delle etichette RFId suscita in relazione alla tutela della privacy e alla protezione dei consumatori. Inoltre, perché la tecnologia RFId possa essere sfruttata in tutte le sue potenzialità per la crescita e l’occupazione, l’Europa deve definire norme tecniche comuni che ne garantiscano l’interoperabilità transfrontaliera oltre ad una banda dello spettro radio, comune per il suo utilizzo. Contestualmente la Commissione sta intensificando gli scambi in materia di tecnologie RFId con gli Stati Uniti e i paesi asiatici, allo scopo di definire norme e pratiche di interoperabilità globalmente accettate in materia di riservatezza dei dati e di rispetto dei principi etici nell’applicazione della tecnologia.

Grafico 5.40 Presenza di possibili lati negativi dell’RFId

! 203! Nonostante queste perplessità su possibili mancanze dei tag RFId in termini di privacy e di sicurezza, il pubblico dello stand della Camera di commercio ha risposto in maniera inaspettata. Infatti circa due persone su tre ritengono che non ci sia alcuna minaccia da parte di queste “etichette intelligenti”. E’ da riscontrare, inoltre, un 32,3% di visitatori che non hanno saputo esprimere un parere di fronte a questa domanda. In ogni caso solo il 12% percepisce qualche timore riguardo l’utilizzo in ambito alimentare di questa tecnologia e, a queste persone è stato ulteriormente domandato quale tipologia di rischio intravedesse dietro questa etichetta del futuro.

Grafico 5.41 Tipologia di rischi percepiti

Dall’analisi dei risultati su questa seconda domanda emerge che il maggior timore riguarda la sicurezza alimentare, vale a dire la consapevolezza della qualità igienico-sanitaria, nutrizionale e organolettica degli alimenti, e la qualità ambientale dei processi di produzione, trasformazione, preparazione e consumo dei cibi. Su questo punto la ricerca e l’innovazione permetteranno sicuramente sviluppi positivi

! 204! in un prossimo futuro, studiando appositi sistemi in modo tale da minimizzare l’impatto sull’alimento di questi innovativi dispositivi. La tutela della privacy, invece, tra le opzioni proposte al campione analizzato, rappresenta quella meno indicata. Una possibile interpretazione di tale risultato potrebbe essere che il consumatore non considera una minaccia il fatto di poter essere “rintracciati” in base ai propri acquisti al supermercato. In ultima analisi, i risultati evidenziano come il target intervistato percepisca più opportunità che minacce, riguardo queste etichette e sicuramente questo può rappresentare un motivo ulteriore per intensificare gli sforzi ed offrire uno strumento sempre più affidabile, sicuro ed il meno possibile invasivo.

• Tra due prodotti analoghi, la presenza di un’etichetta intelligente può essere un fattore determinante nel suo processo di acquisto? Con la domanda che conclude il questionario, si è voluto porre l’intervistato di fronte ad una scelta, ipotizzando di essere davanti a due prodotti alimentari totalmente identici, se non per il fatto che uno dei due possieda un’etichetta intelligente, in grado di fornire un maggior numero di informazioni al proprio acquirente.

Grafico 5.42 L’etichetta intelligente come fattore determinante nel processo di acquisto

! 205! I risultati, rappresentati dal grafico 5.42, sono alquanto incoraggianti: sulla totalità dell’intero campione, solo l’11,6% non prenderebbe in considerazione, a priori, il prodotto con l’etichetta intelligente, mentre del restante 88,4%, più del 55% non solo opterebbe per il prodotto “etichettato”, ma lo farebbe anche nel caso in cui ci fosse un delta di prezzo tra i due beni in questione. In altre parole, più della metà degli intervistati sarebbe disposto ad utilizzare questa evoluzione dell’etichetta tradizionale, anche dovendo pagare un maggior prezzo.

Età dell’intervistato maggiore da 18 a 24 da 25 a 34 da 35 a 44 da 45 a 64 o uguale a Total anni anni anni anni 65 anni Tra due prodotti la Si 28 44 42 71 14 199 presenza di etichetta no 5 14 14 8 2 43 intelligente può determinare acquisto? si ma solo a parità di prezzo 12 38 31 32 4 117

Tabella 5.9 L’etichetta intelligente come fattore determinante nell’acquisto per classe di età

La tabella 5.9 non fa altro che rafforzare l’evidenza espressa precedentemente. Per ogni classe di età si può osservare una netta maggioranza di individui, disposti ad utilizzare i dispositivi presentati al Salone del Gusto e il dato che più sorprende è che per ogni categoria si è registrata una netta prevalenza di individui, propensi a pagare anche un mark-up pur di accedere a contenuti informativi aggiuntivi. Questa “sete di sapere” è conforme ai dati, rilevati a livello macro, che delineano un consumatore sempre più desideroso di informazioni in campo alimentare, a fronte dei numerosi casi di inefficienze sui controlli, ma anche per disporre di una conoscenza a 360 gradi sui prodotti che comunemente acquista. Naturalmente l’analisi fin qui condotta si basa su valori che andrebbero rivisti in altri contesti, in altri ambiti, nonché ad una scala di osservazione maggiore, in modo da ottenere risposte che rispecchino sempre bisogni e tendenze della realtà.

! 206! CONCLUSIONI

Pur essendo ancora poco diffuso, in Italia il Mobile Marketing sembra dimostrare possibilità di sviluppo, anche vista la sempre maggiore diffusione dei dispositivi. Dall’indagine condotta al Salone del Gusto di Torino, descritta nel precedente capitolo, risulta evidente come l’interesse e la curiosità dei consumatori non manchi; tuttavia si rivelano necessari investimenti cospiqui su quelle che possono essere le potenzialità di questo nuovo modello di consumo.

Evoluzione della tecnologia RFId nel preve periodo

I settori che maggiormente investono in mobile marketing sono per ora l’automotive, il settore finanziario-assicurativo, il comparto intrattenimento-media- editoria e i fast moving consumer good. Tuttavia esistono già, a livello internazionale, come si ha avuto modo di apprezzare nel corso di questa trattazione, importanti iniziative del settore food, che fanno sperare nella crescita del canale mobile anche in Italia. In questo contesto, le strategie mobile per catturare il consumatore, possono essere: applicativi time-killers che creano intrattenimento, brand awareness e coinvolgimento, come possono essere, ad esempio, gli applicativi per iPhone; nella seconda tipologia rientrano le soluzioni tecnologiche che abbiamo

! 207! trattato in questo lavoro, ovvero applicativi time-saving e convenience-oriented, cioè in grado di dare soluzioni al consumatore e quindi di offrire un servizio. Secondo una ricerca ReportLinker151, il mercato mondiale per il mobile marketing ed advertising crescerà alla media annuale del 12% fino al 2014, quando raggiungerà un valore prossimo a 50 miliardi di dollari. In Europa e Nord America la crescita media sarà di circa il 16%, e il fatturato raggiungerà rispettivamente i 16,3 e i 12,4 miliardi di dollari. I contenuti premium per gli apparati mobili, tra cui video e applicazioni, saranno il segmento che crescerà in modo più rapido, insieme all’uso degli smartphone per l’accesso ai social network.

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E’ lecito ragionare sul fatto che ogni nuova tecnologia apra la porta a possibili

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151 Cfr. http://www.reportlinker.com/report/search/keywords/SMARTPHONE/mode/public

! 208! utilizzi fraudolenti o pericolosi per la comunità, ma è anche vero che la stessa comunità è stata sempre in grado di controllare le tecnologie che andava a utilizzare con normative progressivamente più attente e protettive, e ciò avverrà di certo anche per i codici bidimensionali ed i dispositivi RFId. E questo è supportato dalla crescente adesione di operatori, disposti a dare fiducia a questi strumenti di comunicazione e a sviluppare nuove soluzioni attraverso di essi. Solo grazie ad una sempre più crescente adesione di aziende che decidono di avvicinarsi a questo nuovo modo di intendere il mercato consentirà di ottenere sicuramente molti buoni risultati, ma anche numerosi fallimenti. Si tratta comunque del naturale processo evolutivo che caratterizza ogni tecnologia che ha dimostrato sufficienti potenzialità per poter sopravvivere e svilupparsi. Alla fine, le soluzioni e le applicazioni che saranno in grado di affermarsi, saranno dotate dalla sufficiente robustezza per sopravvivere a lungo e delineare con precisione gli ambiti all’interno dei quali la tecnologia potrà fare la differenza.

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La strada è ancora lunga ma sia i codici 2D, sia gli innovativi tag RFId rappresentano tecnologie in grado di cambiare il futuro dell’informazione del

! 209! consumatore nel settore agroalimentare. Una visibilità “totale” potrebbe portare miglioramenti notevoli all’interno di tutti processi aziendali. L’implementazione di tag RFId dotati di sensori che monitorino i prodotti deperibili lungo tutto il loro percorso renderebbe la loro gestione un compito molto più semplice, con benefici sia ai consumatori sia alle aziende. Lo stesso vale in termini di tracciabilità: un eventuale richiamo di una partita di prodotti per questioni di sicurezza si rivelerebbe un’attività molto più rapida e trasparente. Attraverso l’RFId la gestione dei documenti relativi all’autenticità può essere eseguita in modo molto più sicuro, senza il pericolo di una possibile falsificazione e potendo individuare il luogo specifico in cui è stata effettuata l’ispezione. E dalle risposte collezionate durante il nostro progetto di ricerca si evince come il consumatore riponga la sua fiducia in questo innovativo sistema di garanzia. Anche le potenzialità dei codici bidimensionali, capaci di trasformare le campagne pubblicitarie “off line” in campagne “on-line” interattive, rendono questa evoluzione del bar code una tecnologia altrettanto strategica e dirompente.

Tecnologie con potenzialità così grandi, in grado di rivoluzionare il mondo attraverso una moltitudine di applicazioni, richiedono uno sforzo notevole per essere implementate nel modo migliore. Le sfide da superare sono molteplici, ma gli sforzi sono pienamente ripagati dai potenziali vantaggi. I problemi più grandi in questo senso sono rappresentati dalla mancanza di standard e, per quel che concerne esclusivamente i tag RFId, da costi di implementazione troppo elevati e da problemi di sicurezza e privacy.

! 210! Per quanto riguarda la definizione di standard chiari e definitivi, sono stati fatti enormi passi avanti rispetto a qualche anno fa, sia per la tecnologia RFId, sia per i codici 2D, e gli scenari futuri prevedono ulteriori convergenze a livello internazionale. Per quel che concerne i potenziali problemi riguardanti la sicurezza e la privacy dei tag RFId è necessaria una maggiore chiarezza delle norme vigenti e sarebbe opportuno distinguere i regolamenti, in base al campo di applicazione interessato, in modo tale da “performare” la normativa per ogni settore. E’ stato constatato, poi, che uno dei più grandi limiti alla diffusione su larga scala della tecnologia RFId è il costo d’implementazione. Il progresso in questo senso è già stato notevole e i tag sono destinati a diventare sempre più piccoli ed economici, soprattutto grazie alla possibilità di essere stampati direttamente sui prodotti. La ricerca di un valore aggiunto da parte di un’applicazione è per definizione un processo lungo e difficile, frutto spesso di numerosi fallimenti prima che siano ritrovate delle soluzioni effettuabili e scalabili. Sono poche le innovazioni capaci di modificare le abitudini delle persone, semplificare molte procedure, aumentare la qualità del servizio e contemporaneamente ridurre i costi. I codici bidimensionali e la tecnologia RFId fanno parte di questa particolare categoria. In questo senso le imprese dovrebbero valutare con la dovuta attenzione tutti i potenziali vantaggi derivanti dall’applicazione di tali sistemi, anticipando le richieste di domani e precorrendo i trend. La possibilità di avvicinarsi al consumatore attraverso una veste innovativa che lo coinvolge e lo rende ancora più consapevole di ciò che sta acquistando, può rappresentare un’occasione unica per costruire nel tempo un considerevole margine sui competitors del mercato. Inoltre, secondo il mio personale parere, sarebbe opportuno valutare l’applicazione congiunta di codici bidimensionali e circuiti RFId sulle etichette alimentari, così da coniugare un’informazione che garantisca la sicurezza e l’autenticità del prodotto, a contenuti di servizio di secondo piano, ma non per questo di minor interesse per il consumatore. I problemi principali che si sono evidenziati nell’adozione delle etichette intelligenti, come l’assenza di standard universali e, per l’RFId, l’elevato costo

! 211! dell’implementazione, spiegano la cautela con cui le aziende hanno finora affrontato questa innovazione. E’ dunque comprensibile che, almeno in una prima fase, le piccole e medie imprese si ritrovino ad applicare la tecnologia RFId soprattutto come utilizzatori second tier, forzati in ciò dai principali attori della loro supply chain. Le aziende dovrebbero avere comunque la responsabilità di investire su tecnologie promettenti, in grado di portare benefici all’intera comunità e di accelerare la ripresa economica. Gli elevati switching costs ed i timori riguardanti la privacy e la sicurezza ricordano da vicino la storia dell’avvento di Internet, di cui si percepivano le grandi promesse, ma si temevano anche risvolti negativi. L’etichettatura intelligente ha le potenzialità per continuare a seguire l’evoluzione intrapresa da Internet e potrebbe così diventare una delle applicazioni più pervasive di sempre.

! 212! Bibliografia

La maggior parte del materiale di cui ho usufruito per la realizzazione di questo lavoro è stato tratto da Internet, soprattutto per quanto riguarda dati e cifre relativi all’architettura dei codici bidimensionali e della tecnologia RFId. Molti di questi dati fanno parte di studi e ricerche compiuti da istituti o università, delle quali vengono quindi riportati, quando presenti, il titolo, gli autori e l’anno. Per quanto riguarda il materiale cartaceo, ho usufruito sia di pubblicazioni periodiche e quotidiani, sia di diverse pubblicazioni recenti. Ho elencato gli indirizzi dei diversi siti web dai quali ho ricavato le informazioni: si tratta, in alcuni casi, di siti di ricerca sul settore agroalimentare, sulle tecnologie applicate ad esso e su rilevazioni statistiche effettuate sui consumatori, mentre per la maggior parte si tratta di siti di associazioni, imprese ed organizzazioni impegnate in questo ambito.

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